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Anno LXXX - n. 1- Febbraio 2014 Taxe perçue - Tassa riscossa 32100 BELLUNO - ITALIA Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, DCB - BL BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO Sommario Liberi alla meta! (continua a pag. 2) Per una buona Quaresima «Convertitevi e credete al Vangelo». È l’invito quaresimale per eccellenza perché, per eccel- lenza, la Quaresima è il tempo che ci viene donato affinché ci decidiamo a “cambiare strada”, affidandoci all’unica Guida capace di portarci al traguardo della felicità vera, quella dell’uomo “nuovo”, quello che sa “fare Pasqua” ogni giorno. È stato scritto: «Voleva essere libero: ha abbandonato moglie e due bambini e si è messo con una ragazzina. Voleva essere libera, sentiva crescere dentro una vita che la strappava ai suoi progetti, e l’ha soppressa. Voleva essere libero e ha smesso di fare il prete ed amare così tutti senza legarsi a nessuno Volevano essere liberi, leg- geri, senza stupidi rimorsi, si sono ubriacati ed hanno sfa- sciato tutto, vita compresa. Voleva essere libero e ha mandato a casa gli operai per godersi in pace quello che aveva guadagnato. Gesù anche voleva esse- re libero: ma si è ritirato nel deserto rimanendovi per quaranta giorni, tentato dal maligno». Che diversità! Noi crediamo di liberarci, di essere liberi diventando invece schiavi di noi stessi, del nostro egoismo, delle voglie momentanee, spe- gniamo gli ideali, calpestiamo i sogni nostri e quelli degli altri. Gesù si è buttato nelle braccia del Padre, si è messo nelle sue mani. E noi? Se supereremo le nostre tentazioni, saremo sulla strada giusta per disintossicare lo spirito, per rimetterci al nostro posto sentendoci creature ama- te da Dio, e non servi che lo sfidano, ma piuttosto figli che si affidano a Lui, alla sua Parola: una Parola che diventa la nostra vera speranza di libertà. Ecco il mio augurio: questa Quaresima ci aiuti a cercare e trovare la vera libertà, con- sapevoli che potremo dire di essere liberi quando – come scriveva Helder Camara, un grande vescovo del ‘900 – «non avremo prigioni segrete e catene invisibili, che tanto più opprimono quanto meno appaiono». C’è materiale per una buona riflessione e un deciso impegno quaresimale. Don Giorgio Mons.Capovilla cardinale " 2 Spigolando in Archivio " 3 La comunità si racconta " 5 Appuntamenti Quaresima " 6 Ricordi del Natale " 7 Pastorale famiglia " 8 Pastorale giovanile " 9 Parrocchia in internet " 12 Pagina foraniale " 14 Il racconto di Cielo Blu " 16 Solidarietà/Volontariato “ 17 Iniziative della Cucchini " 19 Progetto S. Martino " 21 Eventi musicali " 24 Un premio a don Lorenzo " 29 Giorgio Zasso, grafico " 31 Auguri/Ricordi " 32 Hockey goliardico " 36 In memoria/anagrafe " 37 Nel corso dell’Angelus di domenica 12 gennaio, papa Francesco ha comunicato i nomi dei nuovi cardinali che ha creato in occasione del con- cistoro del 22 febbraio: sedici cardinali elettori, provenienti da dodici nazioni, e tre ultrot- tantenni. L’annuncio è stato accolto con particolare gioia e sod- disfazione anche nella nostra comunità perché fra questi ultimi figura monsignor Loris Francesco Capovilla, arcive- scovo titolare di Mesembria. Significativo il fatto che l’elevazione alla porpora dell’illustre e famoso prelato, oggi 98enne, giunga nell’anno della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII che sarà pro- clamato santo il prossimo 27 aprile assieme a Giovanni Pa- olo II. Mons. Capovilla è stato infatti il segretario particolare di Papa Giovanni, e dopo la sua morte ne ha custodito la memoria, divulgandone pen- siero e opere. Oggi vive a Sotto il Monte, CREATO CARDINALE DA PAPA FRANCESCO MONSIGNOR LORIS FRANCESCO CAPOVILLA amico di Agordo e degli Agordini www.agordo.diocesi.it

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Anno LXXX - n. 1- Febbraio 2014 Taxe perçue - Tassa riscossa 32100 BELLUNO - ITALIA

Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, DCB - BL

BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO

Sommario

Liberi alla meta!

(continua a pag. 2)

Per una buona Quaresima

«Convertitevi e credete al Vangelo».

È l’invito quaresimale per eccellenza perché, per eccel-lenza, la Quaresima è il tempo che ci viene donato affinché ci decidiamo a “cambiare strada”, affidandoci all’unica Guida capace di portarci al traguardo della felicità vera, quella dell’uomo “nuovo”, quello che sa “fare Pasqua” ogni giorno.

È stato scritto:«Voleva essere libero: ha

abbandonato moglie e due bambini e si è messo con una ragazzina.

Voleva essere libera, sentiva crescere dentro una vita che la strappava ai suoi progetti, e l’ha soppressa.

Voleva essere libero e ha smesso di fare il prete ed amare così tutti senza legarsi a nessuno

Volevano essere liberi, leg-geri, senza stupidi rimorsi, si sono ubriacati ed hanno sfa-sciato tutto, vita compresa.

Voleva essere libero e ha mandato a casa gli operai per godersi in pace quello che aveva guadagnato.

Gesù anche voleva esse-re libero: ma si è ritirato nel deserto rimanendovi per quaranta giorni, tentato dal maligno».

Che diversità! Noi crediamo di liberarci, di essere liberi diventando invece schiavi di noi stessi, del nostro egoismo, delle voglie momentanee, spe-gniamo gli ideali, calpestiamo i sogni nostri e quelli degli altri. Gesù si è buttato nelle braccia del Padre, si è messo nelle sue

mani. E noi?Se supereremo le nostre

tentazioni, saremo sulla strada giusta per disintossicare lo spirito, per rimetterci al nostro posto sentendoci creature ama-te da Dio, e non servi che lo sfidano, ma piuttosto figli che si affidano a Lui, alla sua Parola: una Parola che diventa la nostra vera speranza di libertà.

Ecco il mio augurio: questa Quaresima ci aiuti a cercare e trovare la vera libertà, con-sapevoli che potremo dire di essere liberi quando – come scriveva Helder Camara, un grande vescovo del ‘900 – «non avremo prigioni segrete e catene invisibili, che tanto più opprimono quanto meno appaiono».

C’è materiale per una buona riflessione e un deciso impegno quaresimale.

Don GiorgioMons.Capovilla cardinale " 2Spigolando in Archivio " 3La comunità si racconta " 5Appuntamenti Quaresima " 6Ricordi del Natale " 7Pastorale famiglia " 8Pastorale giovanile " 9Parrocchia in internet " 12Pagina foraniale " 14Il racconto di Cielo Blu " 16Solidarietà/Volontariato “ 17Iniziative della Cucchini " 19Progetto S. Martino " 21Eventi musicali " 24Un premio a don Lorenzo " 29Giorgio Zasso, grafico " 31Auguri/Ricordi " 32Hockey goliardico " 36In memoria/anagrafe " 37

Nel corso dell’Angelus di domenica 12 gennaio, papa Francesco ha comunicato i nomi dei nuovi cardinali che ha creato in occasione del con-cistoro del 22 febbraio: sedici cardinali elettori, provenienti da dodici nazioni, e tre ultrot-tantenni.

L’annuncio è stato accolto con particolare gioia e sod-disfazione anche nella nostra comunità perché fra questi ultimi figura monsignor Loris Francesco Capovilla, arcive-scovo titolare di Mesembria.

Significativo il fatto che l’elevazione alla porpora dell’illustre e famoso prelato, oggi 98enne, giunga nell’anno della canonizzazione di Papa Giovanni XXIII che sarà pro-clamato santo il prossimo 27 aprile assieme a Giovanni Pa-olo II. Mons. Capovilla è stato infatti il segretario particolare di Papa Giovanni, e dopo la sua morte ne ha custodito la memoria, divulgandone pen-siero e opere.

Oggi vive a Sotto il Monte,

Creato Cardinale da papa FranCesCo

MonsignorLoris Francesco

capoviLLaamico di Agordoe degli Agordini

www.agordo.diocesi.it

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Echi di Agordo2 Febbraio 2014

(segue da pag.1)

Monsignor Capovilla, cardinale

il paese natale del pontefice bergamasco, in mezzo alle memorie giovannee, dove ha scelto di ritirarsi verso la fine degli anni Ottanta.

Il legame di Agordo e dell’Agordino con monsignor Capovilla dura da anni e si è cementato attraverso la cono-scenza diretta con don Lino Mottes al tempo del Concilio Vaticano II, quindi con varie gite e visite di nostri parroc-chiani, guidati da don Lino a Loreto e poi più volte a Sotto il Monte.

Dopo aver tentato invano di comunicargli subito per telefo-no (ovviamente impegnato da tanti altri per lo stesso motivo) il compiacimento, le congratu-lazioni e la felicità della nostra comunità, l’arcidiacono mon-signor Giorgio Lise, che nel frattempo ha avuto a sua volta

verso sera, da Loris Santo-maso, il quale può vantare, con comprensibile e legittimo orgoglio, di aver incontrato il neo-cardinale in un paio di occasioni a Sotto il Monte, di aver amabilmente colloquiato con il suo illustre omonimo, instaurando un rapporto di amicizia e di filiale devozione di cui si sente fiero e onorato. Un contatto che si mantiene vivo attraverso piacevoli pe-riodiche conversazioni telefo-niche, ogni anno in occasione di particolari ricorrenze, alle quali monsignor Capovilla dà sempre riscontro con parole affettuose e graditissimi opu-scoli di memorie dell’amato Papa Giovanni.

Con grande emozione, dun-que, nel tardo pomeriggio di martedì 14 gennaio, Loris ha sentito l’inconfondibile voce

Papa Francesco ha annunciato che il tema di discussione del pros-simo Concistoro sarà la famiglia mentre poco prima, nel giorno di san Valentino, riceverà i fidanzati. È un’altra conferma del suo inte-resse verso la famiglia, fortemente in crisi nel mondo moderno e di cui continua a sottolineare il ruolo centrale, anche per la trasmissio-ne della fede.

Ma la famiglia è pure l’istituzione più segnata dalla secolarizza-zione, quella in cui le modalità di comportamento più diffuse sono le più distanti dalla morale cattolica.

Lo provano ancora una volta gli articoli pubblicati su riviste francesi e tedesche che hanno sondato i loro lettori sui temi del questionario in preparazione del sinodo, che avrà come tema proprio la famiglia. Le risposte sembrano confermare la distanza fra la morale cattolica e il comune sentire in tema di rapporti sessuali e relazioni affettive. E, come al solito, la pressione va nel senso di chiedere un avvicinamento della Chiesa alla morale dominante, considerata ormai immutabile anche se effetto essa stessa di un recente mutamento: la rivoluzione sessuale che ne ha determinato le caratteristiche principali, in-fatti, si è affermata negli ultimi cinquant’anni.

Il confronto con i fidanzati senza dubbio sarà decisivo, da questo punto di vista. Coloro che aspettano in castità di iniziare con il matrimonio cristiano la loro vita sessuale non esistono quasi più: in stragrande maggioranza, le coppie che seguono i corsi di preparazione al matrimonio, infatti, sono conviventi e spesso hanno già dei figli. La pressione mediatica chiede al Papa della misericordia di benedire questa svolta e di accettare il capovol-gimento della morale sessuale cattolica.

Sono molti a non accorgersi che Papa Francesco sta certo mostrando la misericordia di Dio nei confronti di tutte le situazioni

nuove e controverse nate da questa rivoluzione morale, ma a partire proprio dalle situazioni di sofferenza che essa ha creato. La comunione per i divorziati risposa-ti, il battesimo dei figli delle coppie non sposate in chiesa o di quelle omosessuali e il loro futuro sono nel cuore del Papa, come situa-zioni su cui è necessario riflettere ed esercitare con la maggiore generosità possibile appunto la misericordia, ma ciò non significa certo un cedimento più generale alla morale dominante, del genere “fate come volete”.

Gli interventi di Papa Francesco e il suo volto misericordioso in realtà mettono in luce gli effetti do-lorosi della rivoluzione sessuale, la sofferenza creata da un’utopia che prometteva la felicità per tutti garantita dalla libertà sessuale. E in questo modo suggeriscono, con pacata discrezione, di fare un bilancio sincero e coraggioso di quanto è veramente successo, al di là delle ideologie ancora dominanti. Solo a partire dalla constatazione dei tanti fallimenti di questa utopia, cioè solo medican-do le ferite che essa ha inferto nelle vite umane, si può aprire infatti la possibilità di una nuova attenzione nei confronti della morale cattolica, in genere ormai archiviata come residuo inutile del passato.

L’immagine dell’ospedale da campo nel quale la Chiesa di oggi si trova a operare, cara a Francesco, rivela quindi un’altra possibilità di sviluppo inedita e creativa. Poi sarà necessario un passo successivo: trovare parole convincenti, un linguaggio nuovo, per spiegare il messaggio della Chiesa su questi argomenti e la ricchezza di una visione che non è solo divieti e regole. Ma piuttosto una diversa interpretazione della sessualità, che arricchisce la vita degli esseri umani e può renderla più armoniosa e serena. Senza nascondersi che per questo sarà necessaria una profonda rivolu-zione culturale.

(Da: Lucetta Scaraffia, Osservatore Romano, 23 gennaio 2014)

Per riflettere sulla famigliacon Papa Francesco…

LA RIVOLUZIONEDELLA MISERICORDIA

rapporti epistolari, gli ha invia-to il seguente messaggio:“Agordo, 12 gennaio 2014Eccellenza Reverendissima,

gioisco con Lei per la nomina a Cardinale voluta da Papa Francesco: veramente Dio “innalza gli umili” come ha cantato Maria. Credo che per Lei sia certamente motivo di grande gioia; personalmente ritengo questa nomina da parte del Santo Padre come un dono del Beato Papa Gio-vanni XXIII, nell’anno della sua canonizzazione.

Atteso il Suo legame con Agordo, mi permetto di farLe pervenire, a nome mio perso-nale e di tutta la Comunità, il plauso più sincero e cordiale, certi della Sua benedizione.

Con sensi di vivo ossequio, mi creda

Mons. Giorgio Lise”

Più fortunato è stato invece l’analogo tentativo fatto due giorni dopo, il 14 gennaio

all’altro capo del filo che ha risposto alle sue parole di fe-licitazioni e di augurio per la fresca nomina a cardinale, con la consueta affabilità e lucidità di mente e di cuore, con questi brevi pensieri:

“Sono grato a papa Fran-cesco per questo segno di be-nevolenza che ho accolto con gioia. Nel contempo rivolgo un invito ai cattolici a seguirne le orme, perché abbiamo tanto bisogno di pace, di bontà, di servizio vicendevole, di soli-darietà, di solidarietà! Mando a don Lino, a don Giorgio, ad Agordo e agli Agordini la mia benedizione e dico a tutti che li ricordo, li amo e li ammiro per l’amore e l’attaccamento che hanno alle loro parrocchie e comunità e che continuino a fare onore alle virtù dei padri e alle nostre belle grandi e sante tradizioni. Andiamo avanti così, vi benedico e vi auguro, come papa Francesco, buona serata”.

Sotto il Monte. Mons. Loris Francesco Capovilla al telefono.

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Echi di Agordo 3Febbraio 2014

a cura di GABRIELE BERNARDI

Così si faceva una volta

(segue a pag. 4)

Semplici ricette... da un minuscolo taccuino

Da circa otto anni siamo in possesso di un documento che ha ci destato forte, ma che per vari motivi è rimasto nel cassetto. È un piccolo libretto di 24 pagine, (cm. 15x10), manoscritto su carta a righe, recuperato tra i rifiuti nella piazzola ecologica di Valcoz-zena nella primavera del 2005, molto danneggiato per essere rimasto sotto le intemperie tanto che alcune pagine sono state eliminate. Questo qua-dernetto è un piccolo manuale che riporta delle annotazioni che possiamo definire ricette, relative per la maggior parte all’attività di un artigiano, di probabile provenienza da fa-miglia di fabbri occupati in Val Imperina agli inizi del ‘900.

Il documento, stilato con inchiostro nero, presenta una bella scrittura, tondeggiante, facilmente leggibile, un po’ inclinata verso destra, con qualche ricciolo che la fa ri-feribile appunto a documenti d’inizio del secolo scorso. Lo scritto presenta qualche errore ortografico e qualche piccola dimenticanza nella trascri-zione, che abbiamo effettuato con la massima attenzione, lasciando le piccole anomalie, indicate la sigla (sic).

Tratta argomenti vari, una ricetta per l’Erpes, una per il fieno, alcune per la tintura dei tessuti di lana e altre per lo più relative ad attività me-tallurgica.

Ne riportiamo alcuni esem-pi, accompagnati da brevi chiarimenti sul significato di vocaboli desueti o troppo specialistici.

Erpete Cura delle erpetiL’erpete (herpes) è una affe-

zione virale da tutti conosciuta, da curare con una terapia so-prattutto diretta ad attenuare il dolore. La terapia empirica descritta qui sembra piuttosto drastica, ora crediamo non si usi più.

“è questa una malattia della pelle che si manifesta in forma di pustolette pruriginose che screpolando lasciano uscire un umore che si converte in

crosta. Apparisce più special-mente sulla faccia, ma può anche prodursi su quallunque (sic) altra parte del corpo. Questa malatia (sic) esige una cura molto perseveran-te. Si fa uso d’un unguento solforato col quale si unge la parte malata alla sera prima di coricarsi, si prendono delle tisane, o decozione d’orzo del brodo alle erbe, e di tempo in tempo un purgante di mana (manna, succo zuccherino, leggermente purgativo, otte-nuto per incisione del tronco dell’orniello o frassino sel-vatico) se lo stomaco non è amalato (sic). Non si dovranno trascurare inoltre i levativi (le-nitivi) ammolienti (sic), alcuni bagni solforosi per settimana sino a perfetta guarigione.

Durante questa cura si do-vranno prendere altressì (sic) 3 o 4 pastiglie solforate ogni giorno”.

FienoNella seconda pagina c’è una

raccomandazione agricola per la conservazione e per rendere più appetibile il fieno per il bestiame, ancora in uso alcuni decenni fa.

“Modo di conservare il fieno

Spargendo al tempo della segatura, un ettogr. e mezzo di sale seccato al forno e polve-rizzato, sopra ogni quintale di fieno in circa, un tale foraggio si conserverà meglio, e gioverà molto più che gli altri alle bestie come quello che aguzzerà il loro appetito”.

Sono poi elencate modalità per l’esecuzione di trattamenti termici sul ferro e acciaio, per far assumere una struttura cristalli-na tale da rendere più malleabile o più tenace il metallo.

Ricottura dell’acciaioLa ricottura è un trattamento

termico consistente nel por-tare il metallo a temperatura elevata e nel farlo poi raffred-dare lentamente, allo scopo di diminuire la durezza e di omogeneizzare la struttura molecolare.

“Gli oggetti in acciaio che si vogliono radolcire (sic), debbono essere colocati (sic) in una cassetta di ferro, una marmitta, ecc. perfettamente lutata (interno ricoperto di impasto d’argilla) e riem-piuta (sic) di carbone di legno polverizzato, torniture o limature di ferro onde gli oggetti siano bene garantiti dall’azione diretta del fuoco, e dal contato(sic) con l’aria fredda o calda.

Si coloca (sic) questo reci-piente ad un fuoco dolce, che si attiva gradatamente.

Quando gli oggetti sono ari-vati (sic) ad un grado di calore abbastanza ellevato (sic), si ferma il fuoco e si lascia raf-freddare lentamente.

Si puo (sic) ancora invece di lasciar raffreddare lenta-mente gli oggetti ricotti, get-tarli bruscamente nell’acqua, quando sono giunti a un grado

di calore, inferiore a quello che sarebbe necessario, per-ché prendessero tempera. Si pretende, che gli oggetti così raffreddati riescano meglio, che raffreddati lentamente.

Tempera dell’acciaioIl termine esatto per questa

operazione è tempra ed è un trattamento termico necessa-rio per migliorare le qualità meccaniche di resistenza e flessibilità del metallo: consi-ste in un riscaldamento a una determinata temperatura e un successivo raffreddamento ra-pido ottenuto con vari sistemi. Qui vengono enumerate alme-no 6 modalità. Ne riportiamo alcune.

Una moltitudine di mezzi e stata preconizzata (sic) per questa operazione; e si potreb-be dire che ciascun lavorante ha fato (sic) delle proprie tempere un mistero.

Il punto importante e (sic) di riscaldare rapidamente l’acciaio al grado convenevole e di gettarlo nell’acqua fredda o leggermente (sic) riscaldata, o colocarlo (sic) sotto un rubi-netto che getta un filo d’acqua sul pezzo da temperare. Il grado di calore conveniente per la tempera dell’acciaio è il rosso cilieja (sic).

Certi pezzi: come le seghe, i bandoni le falci, i coltelli, od altri oggetti di poco spessore si tempera nei grassi: come oglio (sic) o grasso animale.

Altri oggetti meno delicati si temperano nell’acqua, ma badando di non lasciarli raf-freddare interamente prima di estrarli ond(e) schivare le crepature.

Mi vene (sic) indicato un mezzo, che io credo non ancora esperimentato, per temperare le seghe, il quale consistereb-be nel scaldarle fino al punto necessario, eppoi (sic) recarle fra due dischi di ferro freddi onde si raffredino (sic) rapi-damente senza contorcersi. La sega non può mancare con questo mezzo di temperarsi, re-stando contemporaneamente dritta e piana.

…Prima d’infondere acqua

certi oggetti sarà ben fatto d’immergerli rapidamente nella resina la quale impedisce il contatto diretto dell’acqua, oppure coprire la superficie dell’acqua, con olio vegetale, di modochè (sic) coprendosi l’oggetto di grasso avrà un raf-freddamento meno brusco.

Il viso di un bimbo deturpato dall’Erpete.

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Echi di Agordo4 Febbraio 2014

(segue da pag.3) Così si faceva una volta

Mescolanze diverse per latempera dell’acciaio

N°1 Acqua comune Litri 1.00Goma(gomma) arabica grami dai 30 ai 40

Si tempera in quest’acqua gommosa il filo d’acciaio ed i piccoli oggetti.N°2 Acqua dolce o di fonte Litri 50Sapone nero grammi 500

Si fa sciogliere il sapone nell’acqua e si adopera per temperare tutti gli oggetti che ordinariamente si temperano nell’olio.

…N°6 Sego di montone kilogr. 10Olio d’oliva “ 35Resina “ 5Sale ammoniaco “ 2

Si fa fondere il sego, si aggiunge l’olio, e dopo la resina ed il sale ammoniaco (cloruro d’ammonio, sale derivante dall’ammoniaca) polverizzati, e si mescola bene il tutto. Questa mescolanza e raccomandata per la tempera degli oggetti dellicati (sic) di ogni specie”.

plicando opportune sostanze atte a fondere gli ossidi metal-lici che si formano durante il riscaldamento, allontanandoli dalle superfici che devono essere congiunte. Per otte-nere lo scopo sono utilizzate le più impensabili sostanze, riportandone qui solo alcune di quelle proposte.

“La saldatura dell’acciaio offre qualche dificoltà (sic) ed esige perciò molta pre-cauzione, e singolarmente se si tratta d’acciaio fuso un po (sic) vivo, bisogna evitare i colpi di fuoco, e quando il pezzo incomincia ad arros-sarsi getarvi (sic) sopra del quarzo pesto, vetro o sabia (sic) fina od argilla ben secca polverizzata (sic).

Appena cavato il pezzo dal fuoco, lo si rotola in una o laltra (sic) delle polveri su-indicate, indi lo si risottomete (sic) all’azione del martello, i cui colpi debbono essere debboli (sic) e precipitati nel principio, ed aumentare pro-gressivamente la forza.

Questo mezzo di saldare l’acciaio è poco seguito, perché in generale si da la preferenza al borace (mine-rale – borato idrato di sodio, monoclino di colore bianca-stro, derivato del boro) senza aggiunta di altre sostanze, il quale preventivamente si fa fondere e si polverizza dopo rafredato (sic) ne è necessa-rio lasciarlo al fuoco fino a calcinazione perfetta.

Invece poi del borace solo, si adoperano ordinariamente diverse mescolanze, le quali più usate sono le seguenti:N°1 Borace grammi 500Sale ammoniaco “ 250Spirito di vino “ 50

Si fonde il tutto insieme in un recipiente di argilla, lascian-dolo per alcuni minuti al fuoco finchè si acende (sic), indi si ritira, si lascia rafreddare (sic), si rompe il recipiente e si polverizza il contenuto.

…L’acciaio si salda al ferro

con l’una o l’altra delle pol-veri sopraindicate.

Bisogna scaldare il ferro fino al bianco, e l’acciaio fino al rosso cilieja e praticav(sic)i sopra qualche intaglio, si getta sul ferro quantità sufficiente d’una di queste polveri, si applica sopra l’acciaio e si (danno) alcuni colpi di mar-tello lo si rimete (sic) al fuoco e lo si scalda moderatamente, e si copre tutta la superficie

di sabbia quarzo od argilla. Quando il pezzo e giunto a conveniente grado di calore lo si leva dal fuoco e lo si sotto-mete (sic) a legeri (sic) colpi di martello, che si rinforzano sempre più finchè il pezzo è perfettamente saldato.

M. Rust. Ispettore generale delle saline di Durkhaim (Ba-viera) che si è occupato delle saldature d’acciaio con se stesso e sul ferro, raccomanda i seguenti processi:N°1 Acido borico grammi 35Sal marino decrepitato “ 30Ferrocianuro di potassio“27Colofonia (pece greca) “8”

L’acido borico è un com-posto contenuto nei soffioni boraciferi dai quali si ottiene per cristallizzazione.

Si mescola e si polverizza tutto insieme.

Per saldare l’acciaio fuso al ferro, si scaldano separata-mente i pezzi scevri da qualun-que traccia di ossido, si getta sulla superficie da saldare una quantità sufficiente di polvere per coprirla completamente e poscia si riuniscono le parti, si mete al fuoco il pezzo così disposto, e mentre si scalda si getta sopra polvere di sabbia. Si finisce il pezzo col martello quando e giunto a conveniente grado di calore.

…Le lime e le raspe prima

di temperarle, si contornano d’una camicia (intonaco) che protega (sic) il loro taglio dall’azione diretta del fuoco. Molti furono i mezzi messi in opera a questo scopo ma i seguenti sono una selta (sic) abbastanza completta (sic).N°1 Ferrocianuro di potas-sio grammi 225Cloridrato d’ammoniaca “ 50

Cloruro di sodio discecatto “ 50 (Sal marino essicato)Corno “ 150Carbone di legno “ 25

Tutte queste sostanze deb-bono essere polverizzate e mescolate insieme.

Prima di metere(sic) la lima nel fuoco, si bagna nell’acqua da tempera, ep-poi rotolarla(sic) in questa polvere in modochè (sic) resti tutta coperta.

…N°3 Fuligine di legno grammi 200Carbonato d’ammoniaca gram. 125Aglio “ 50Sal marino “ 125Si pesta l’aglio, si aggiungono le altre sostanze, e si fa con acqua, una poltiglia mole per imbrattare le lime e raspe”.

…In ciascuna delle successive

ricette, che qui non riportiamo, si usano persino le seguenti bizzarre sostanze: “…Fondi (lavature) di birra, …Corno polverizzato, … Osso calci-nato in vaso chiuso, …Scaglie d’ostriche polverizzate, …Cuoio torefatto e polveriz-zato”,

E poi non è finita…N°9 Farina di segale grammi 400Sal comune “ 100

Si mescolano queste due sostanze in quantità sufficien-te di sangue, per farne una poltiglia.

Qualche fabbricatore si ac-contenta di coprire le lime con una mano di bianco di spagna (creta bianca, carbonato di calcio in polvere) siolto (sic) nell’acqua.

Le lime e le raspe, scal-date al punto conveniente, debbono essere temperate nell’acqua…

Le rotture si dicono evvetarsi (da evitare) gettando di tempo in tempo nel fuoco, qualche pezzetto di cuojo.

Si deve far cadere la cro-sta che copre le lime, prima d’infonderle nell’acqua, ma la si lascia a quelle di piccole dimensioni, e di taglio molto fino”.

…Ci fermiamo qui ripropo-

nendoci di scrivere in seguito sui processi di colorazione della lana.

Saldatura dell’acciaioLa saldatura è la partico-

lare tecnica di giunzione di parti metalliche mediante l’intervento del calore, della pressione o di entrambi questi agenti, con o senza l’aggiunta di metallo d’apporto. I lembi o le superfici da saldare vengono generalmente portate allo sta-to di fusione o di accentuato rammollimento mediante apporto di calore, o possono venire compresse fra loro così da costringerle a tale intimo contatto fino a costituire, nella zona di giunzione, un tutto uniforme e continuo dotato di caratteristiche omogenee. Con la saldatura è possibile congiungere molti metalli ap-

Pagina del taccuino. Saldature dell’acciaio.

Fabbro al lavoro sull’incudine.

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Echi di Agordo 5Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’La Comunità si raCConta

Una comunità è sempre in cammino e al suo interno vive incontri, esperienze, avvenimenti. Ripercorriamo brevemente quanto vissuto in questi ultimi mesi.

I neo-maggIorennI del 1995

Certamente ricordate l’ini-ziativa “Uno di noi” che ha impegnato anche la nostra Comunità nella raccolta di firme al fine di sollecitare

Desidero offrire ai genitori, primi educatori dei propri figli, una regola aurea. Autore: San Benedetto. Egli diceva:

Chi educa veda tutto,lasci correre su molte cose,intervenga su pochissime.

Questa la “traduzione”:1. Bisogna vedere tutto, seguire e interessarsi di quello

che fanno i propri figli senza però essere ossessivi e intervenire in ogni momento e su ogni cosa.

2. Bisogna lasciar correre sulle cose meno importanti, su ciò che non è secondo i “nostri” gusti perché i loro “gusti” sono diversi – e giustamente! – dai nostri.

3. Occorre però saper intervenire con decisione e con fermezza sulle cose che sono fondamentali.

Può essere una strada da cercare di seguire nella missione educativa.

Una missione non facile: per insegnare infatti basta “sapere” (basta la testa), ma per educare – ricordia-molo – occorre “essere” (deve esserci il cuore, la vita). Ricordiamolo tutti.

Don Giorgio

Uno dI noI

l’Europa a sancire con una legge la tutela dell’embrione. Ora il Presidente del Movi-mento per la Vita italiano, on. Carlo Casini, ha inviato all’Arcidiacono una lettera di ringraziamento nella quale, tra l’altro, scrive: «Come cer-tamente Lei già sa, abbiamo raddoppiato il numero mini-mo delle adesioni richieste dal Regolamento europeo: due milioni di cittadini euro-pei hanno domandato che il più piccolo e povero tra tutti gli esseri umani, il figlio con-cepito ma non ancora nato,

sia considerato come “Uno di noi”. L’Italia è stata il motore dell’iniziativa e la Sua collaborazione è stata essen-ziale, non solo per l’adesione personale, ma anche per la promozione che ne ha fatto nel suo ambiente. Si apre ora una seconda fase. Occorre che la nostra domanda sia accolta e che comunque divenga un seme di rinnovamento civile e morale… Intanto un risul-tato è stato già raggiunto: un risveglio delle coscienze ed una ripresa di coraggio in tutta Europa».

è stata per tutti una bella sorpre-sa: sabato 21 dicembre il gruppo dei giovani – neo-maggiorenni - di Agordo, nati nel 1995, hanno voluto ritrovarsi in chiesa per la S. Messa, prima di fare festa insieme per il raggiungimento di una data significativa della loro vita. All’o-melia l’Arcidiacono, ha preso lo spunto dalla figura di Giuseppe, giovanotto ebreo pieno di ideali (e in questo molto simile ai nostri diciottenni) il quale si è reso dispo-nibile a cambiare i propri progetti e ha invitato i ragazzi presenti a prendere in mano la propria vita, a non trascinarla, ma a viverla in pienezza, cercando di ricavare da essa non tanto motivi di soddisfa-zione superficiale, bensì occasioni per viverla nella gioia più vera e profonda. In questa prospettiva, la fede di Giuseppe è di esempio e la sua disponibilità a rispondere al disegno di Dio diviene il segreto per essere felici.

Cari genitori, posso?...

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Echi di Agordo6 Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’La Comunità si raCConta

«Preghiamo per le comunità a cui il maltempo non dà tregua». È l'invito rivolto ai fedeli dall'arcidiacono e vicario foraneo, monsignor Giorgio Lise, domenica 9 febbraio durante le messe parrocchiali.

Una riflessione che prende spunto dalle dure giornate vissute dagli abitanti di tutti quei paesi, agordini e non, sommersi dalla neve o allagati dalle piogge. «Preghiamo per le comunità dell’Agordino in sofferenza a causa del maltempo che non dà tregua. Preghiamo affinché le famiglie e i singoli, soprattutto gli anziani, che in questi giorni vivono nell’isolamento, nell’insicurezza e nella precarietà, possano sentire la vicinanza affettiva di tutti, ma in particolare possano sperimentare la solidarietà concreta e la presenza fattiva delle autorità e delle isti-tuzioni, in modo da poter superare il più serenamente possibile questo momento difficile».

La speranza è che le stesse comunità di montagna possano sentire tale vicinanza non solo nelle emergen-ze, ma anche nella vita di tutti i giorni, dalla sanità alla scuola, dai trasporti alle infrastrutture. Spesso, infatti, sono proprio il disinteresse e la lontananza di certe istituzioni a determinare le emergenze.

Una preghiera per il maltempo

Si è avviata nell’Avvento scorso, per iniziativa dell’Ambito del Consiglio Pastorale “Chiesa che celebra e prega”, l’Adorazione Eucaristica settimanale nella Cappella della Beata Vergine di Lourdes, attigua all’Arcidiaconale.

Un’ora di preghiera silenziosa, guidata dal Diacono Alessandro e con la presenza dell’Arcidiacono: all’inizio viene affidata ai presenti una intenzione particolare di preghiera per le necessità della parrocchia, per categorie particolari di persone (malati, giovani, vocazioni...) oppure tenendo conto di situazioni che interessano la vita della Chiesa e del mondo.

Questa iniziativa sta avendo un buon riscontro: la piccola chiesa si riempie ogni giovedì sera, dalla 20.00 alle 21.00) e si aggiunge all’Adorazione del mercoledì mattina (dalle 9.30 alle 11.00) pensata soprattutto per coloro che vengono in città per il mercato da tutto l’Agordino e possono così approfittare sia per partecipare alla Messa (ore 9.00) sia per una sosta di preghiera davanti al Santissimo Sacramento.

l’adorazIone del gIovedì

APPUNTAMENTI QUARESIMALI 2014

Martedì 4 marzo - ultimo di carnevaleMercoledì 5 “ - Le Ceneri - ore 18,30 S. Messa, benedizione e imposizione delle Sacre Ceneri - (magro e digiuno) Inizio della Quaresima e della colletta “Un pane per amor di Dio”Venerdì 7 “ - e ogni venerdì di Quaresima, in Arcidiaconale: - ore 18.30 - Via Crucis- Nei venerdì di Quaresima la S.Messa viene celebrata solo nella chiesetta di San Vincenzo alle ore 17,30.Domenica 9 marzo - 1a di QuaresimaGiovedì 27 “ - metà QuaresimaVenerdì 11 aprile - ore 20 Via Crucis pubblica al Cristo delle PianizzeDomenica 13 “ - ore 10 - Le Palme: Benedizione dell’Ulivo e Processione e Messa della Passione

29a Giornata diocesana della gioventù

Le Liturgie Eucaristicheanimate dai ragazzi del catechismo:

- Domenica 9 marzo, I di Quaresima, ore 10,00: Gruppi di II^ e III^ Elementare- Domenica 16 marzo, II di Quaresima, ore 10,00: Gruppi di IV^ Elementare - Domenica 23 marzo, III di Quaresima, ore 10,00: Gruppi di V^ Elementare- Domenica 30 marzo, IV di Quaresima, ore 10,00: Gruppi di I^ Media- Domenica 6 aprile, V di Quaresima, ore 10,00: Gruppi di II^ MediaSabato 22 marzo 2014: Pellegrinaggio della Conca Agordina a Santa Maria delle Grazie: Parrocchie di Agordo, La Valle, Gosaldo, Tiser, Rivamonte, Voltago, Frassenè e Taibon- ore 8,30 S. Messa e Confessioni

Una significativa immagine degli effetti del cattivo tempo lungo la provinciale n.3 di Valle Imperina, tra Rivamonte e Gosaldo.

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Echi di Agordo 7Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

La benedizione dei bambinelli per il presepio.

ImmagInI-rIcordo delle lItUrgIe del perIodo natalIzIo

Il 10 novembre 2013. La Consegna del Comandamento dell’Amore.

La Nuova Corale e il Coro dei Bambini hanno ancora una volta dato gioia con le loro voci ai momenti del Natale in chiesa.

“Silenzio! O Gesù bambino per favore cammina piano nell’attraversare il salotto. Guai se tu svegli i ragazzi, che disastro sarebbe per noi, così colti, così intelligenti, brevettati miscredenti, noi che ci crediamo chissà cosa…Fa’ piano, Bam-bino, se puoi…”

E’ parte di una poesia di Dino Buzzati, che sembra fatta appo-sta per tanti che vivono il Na-tale tra frastuoni e stordimenti festaioli; preoccupati però che il “Bambino” – quello per cui si fa festa – non disturbi!

Eppure, questa festa ci ricor-da due verità che sono come un balsamo sulle nostre ferite umane, accentuate in questo tempo di crisi dalla perdita di fiducia nel presente e nel futuro della vita stessa: ogni persona umana, non è un insignificante frammento dell’universo domi-

nato dal caso, ma fa invece parte di un grande progetto di amore che Dio ha pensato e voluto per ciascuno fin dall’eternità; oggi davanti al presepio noi com-prendiamo che alle nostre spalle non sta il niente e davanti a noi la scomparsa totale nel vuoto, ma siamo avvolti da un grande e continuo gesto di amore da parte di Dio, un amore che ci fa vivere nella speranza...

Per questo il Natale è la festa della speranza cristiana, che non è il vuoto ottimismo di chi non si rende conto del malessere e dei guai che lo affliggono, ma è la certezza che a Betlemme è nato Colui che ci ha detto: “Avrete tribolazione, ma abbia-te fiducia: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,32). don Giorgio

(da l’omelia della notte di Natale)

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Echi di Agordo8 Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’pastoraLedeLLa FaMigLia

“Il nostro incontro di coppia non è un caso. Siamo parte di un progetto più ampio”.

Questo è l’argomento da svilup-pare nell’incontro delle “Famiglie in Parrocchia”, sabato 11 gennaio.

Sono perplessa, all’inizio, nell’affrontare il tema. Suona nuovo, ma strano. D’altronde, questa è la proposta del sussidio che quest’anno abbiamo deciso di seguire per un cammino più orga-nico. (“Come si diventa coppia” di Zattoni-Gillini).

Mi chiedo: “Quanti di noi ri-escono a sentirsi parte di un progetto più ampio? E il progetto della mia vita quale sarà stato?” Quarant’anni fa mi sono giocata la vita, entusiasta, con un SI a una persona, davanti al Signore, in una preziosa chiesa di montagna ai piedi del monte Serva. Così è andata! E ora, che ho più tempo, vorrei capire di più…

Sabato 11 gennaio hanno aper-to l’incontro i giovani. Le ultime coppie che si sono aggregate al gruppo. Vengono tutte da lontano. Anche da molto lontano. In loro rivedo il mio entusiasmo di allora. Ma soprattutto intravvedo una grande fede in Dio, che io invece non conoscevo.

Sono storie diverse l’una dall’al-tra. Raccontano di circostanze strane che li ha fatti incontrare. Di casualità che hanno dato una svolta repentina al loro vivere. A volte frazioni di tempo hanno promosso incontri che avrebbero

schiuso una promessa per tutta la vita. Situazioni impensate hanno allontanato questi giovani dalla loro terra per portarli in mezzo a noi, ricchi di speranza, consape-voli di aver ricevuto e costruito un dono, il loro amore. Lo mettono a disposizione nostra, con tenerez-za e rispetto.

Dicono con sicurezza di sentirsi parte del progetto di Dio. Non sanno con chiarezza quale sia, ma confidano in Lui senza riserve. Perché non è possibile che una ca-sualità irrazionale li abbia uniti. Si sentono parte di un grande piano d’amore, riferimento sicuro nelle difficoltà, conferma nelle gioie. Non si sentono limitati nella libertà. Le piccole, grandi scelte del quo-tidiano sono scelte loro, ma sono

Basta un SI’ detto in due, giorno per giorno…?

Venerdì 17 gennaio si è tenuto presso il Centro Parrocchiale un incontro sul tema dell’affido.

L’iniziativa, promossa dall’ULSS n.1, aveva lo scopo di portare a conoscenza la realtà, ancora poco nota, di questa forma di solidarietà familiare.

L’affido riconosce il diritto del bambino di vivere in una famiglia, ma si distingue dall’adozione per tempi e modalità. Come per l’adozione, anche nell’affido il minore viene accolto in una fami-glia diversa da quella di origine, quando quest’ultima per difficoltà, oggettive o soggettive, non riesce a prendersi cura di lui. La prima grande differenza però, è che l’affi-do è temporaneo, dura finché dura

turale: l’aiuto reciproco tra famiglie vicine di casa, tra conoscenti che si prendevano cura dei figli altrui. Rendersi disponibili all’affido oggi permette sì di sostenere chi è nel bisogno, ma anche di evitare l’inserimento di minori in strutture-comunità e farli così respirare l’ambiente di famiglia, considerato più adatto alla loro crescita psicologica, educativa, sociale, con conseguente, è giusto sottolinearlo, diminuzione dei costi del sociale.

Da non sottovalutare, infine, un altro aspetto: questa esperienza, per chi accoglie, potrebbe far sen-tire meno soli e più... famiglia sia singoli che coppie senza figli, in quanto permetterebbe di esplicare quella vocazione alla maternità e alla paternità insita nell’essere umano.

L’istituto per la realizzazione dell’affido, il CASF (Centro Affido e Solidarietà Familiare) offre un servizio di consulenza e sostegno sociale e psicologico utile soprat-tutto nei casi più problematici. Chi fosse interessato ad approfondi-menti può rivolgersi al CASF di Belluno che ha sede in Via Sala 35, telefono 0437/26802.

L’incontro del gruppo famiglie in parrocchia dell’8 febbraio con una partecipazione limitata a causa del maltempo...

riposte nell’abbraccio di un Dio misericordioso. Sono arrivati qui, e vivono con gioia in mezzo a noi la loro promessa d’amore, senza rimpianti, superando le nostalgie. Non pretendono di vedere troppo lontano. Sanno che basta avere fiducia nel Signore. Basta un SI detto in due, giorno per giorno. Il resto lo farà Lui.

Non posso fare a meno di commuovermi: “Che meraviglia! Questa è la forza dei nostri gio-vani. A noi, con qualche anno in più, la possibilità di seguire le loro orme.

E così, anche questo sabato, ascolto le testimonianze che sono state un modo nuovo di camminare insieme.

Floriana Santomaso

la necessità di aiuto della famiglia del bambino oppure per due anni nel caso di affido disposto dal giu-dice. La temporaneità determina anche una notevole flessibilità di questo istituto, infatti l’affido può essere pomeridiano, notturno, del weekend, di metà settimana op-pure per l’intera giornata e l’intera settimana.

Un’altra particolarità dell’affido è che la famiglia affidataria non deve essere necessariamente una coppia, ma questo sostegno può essere dato anche da una singola persona, non sposata, separata, vedova...

L’affido rappresenta una forma che ufficializza la solidarietà che una volta veniva considerata na-

Famiglie in Parrocchia - Programma“Il piacere di stare insieme. La condivisione di un’esperienza”

Incontri mensili (2° sabato del mese)Agordo - Centro Parrocchiale “Mons. V. Savio” - ore 16.30

11gennaio 2014 - Il nostro incontro di coppia non è un caso ma...8 febbraio - Il dialogo fra la coppia nelle scelte vitali8 marzo - Come due diventano coppia12 aprile - Guardare con gli occhi dell’altro/a10 maggio - La coppia basta a se stessa?

C’è posto anche per i figli. Puoi venire.

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Echi di Agordo 9Febbraio 2014

attività di pastoraLe giovaniLe

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

Per tutto il mese di luglio e la prima settimana di agosto 2013 si è svolto presso il Centro Parrocchiale “Mons. Vincenzo Savio” di Agordo “il Grest” con un bel gruppo di bambine e ra-gazzine delle scuole elementari e medie.

Con suor Cristina delle suore Dorotee, le volontarie Carla, Norma, Graziella, Pia, Monica, Wilma e i giovani animatori Alberto, Alessandro, Andrea, Jacopo, Eric, Erica, Silvia (ad-detti ai giochi), è stato fatto un bel lavoro d’insieme: ricamo, quadri, pitture, lavori vari.

Le bambine hanno partecipato con grande entusiasmo e pure le

Malga Ciapela, martedì 6 agosto 2013: la bella gita a conclusione del Grest.

I ragazzi e le ragazze che quest’estate hanno parteci-pato al Grest, organizzato dalle Suore Dorotee di Agordo e dalla Parrocchia, hanno voluto allestire durante il periodo natalizio un Presepio artigianale, presso la casa delle religiose ad Agordo.

I vari personaggi che com-pongono la Natività sono stati creati con materiali riciclati “poveri”, in modo da voler rappresentare attorno alla

volontarie si sono divertite.A fine scorso è stata fatta una

gita, molto partecipata anche con i nonni e genitori a Malga Ciapela, con il trenino da Sot-toguda all’andata e il ritorno a

piedi lungo i sempre suggestivi Serrai.

C’è stato chiesto dai genitori se è possibile ripetere l’esperien-za anche quest’anno.

Carla

figura di Gesù bambino, anche un’immagine povera, umile, simile a quella che Papa Francesco ci consiglia.

Il presepio allestito all’aper-to, nel giardino di casa Tecla, ha attirato un discreto numero di visitatori, che hanno recepi-to il messaggio e l’amore con cui è stato realizzato.

Il gruppo del Grest e le Suore hanno manifestato la loro soddisfazione; sperano di poter ripresentare questa iniziativa anche per il pros-simo Natale, confidando nel sostegno e nell’approvazione di tutta la comunità.

Andrea

Il presepe allestito dai giovanissi-mi del Grest nel giardino di casa Tecla delle suore Dorotee.

La bella estatedel Grest e...

...il presepio di Natale a Casa Tecla

Un momento dell’attività all’aperto.

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Echi di Agordo10 Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

Eccoci qua di nuovo per rac-contarvi un altro pezzo della nostra storia, dopo la riaper-tura delle attività con l’arrivo dell’autunno.

Quest’anno siamo partiti con una novità, creando un gruppo dedicato ai bambini e ragazzi dalla prima elementare in su, che si ritrova il sabato pome-riggio dalle 15 alle 17 per un paio d’ore di allegria, attività, riflessione, canti, compagnia, giochi, varie ed eventuali…

Tutto è cominciato il 23 novembre scorso con un mega gioco dell’oca a squadre, in collaborazione con il gruppo Colibrì di Agordo, per poi continuare ogni settimana, tro-vando nuovi spunti per imparare giocando, giocare riflettendo, riflettere divertendoci.

Ovviamente le porte sono sempre aperte (quelle del grup-po, quelle dell’edificio le tenia-mo chiuse in questa stagione!). Quindi se vi va di unirvi a noi, o semplicemente di assaggiare il sapore della nostra colorata compagnia, ci trovate il sabato al Centro Parrocchiale, negli orari indicati sopra, nella stanza più remota della torre più alta.

Nel periodo dell’Avvento ci siamo “sdoppiati” per aprire un altro… cantiere nell’angolo inferiore sinistro della nostra bella arcidiaconale: la statua di papa Luciani ha fatto anche quest’anno da supervisore e da custode del presepe che giorno dopo giorno abbiamo costruito e arricchito di dettagli, non senza

Le novità deL gruppo giovaniche invita a unirsi alla loro colorata e

allegra compagnia

dimenticare la protagonista, bensì disponendo l’intero pae-saggio e i personaggi in modo tale da indicare la centralità della Sacra Famiglia.

Il 24 dicembre c’è stato il tra-dizionale ritrovo a casa Gaz per la cioccolata calda e per l’attesa della Messa di mezzanotte, dove siamo andati tutti assieme.

Adesso ci prepariamo per la stagione primaverile, per la San-ta Pasqua e per San Vincenzo.

Per il momento vi salutiamo con la promessa che sentirete al più presto nostre nuove!

Il Gruppo Giovani

Natale 2013Preparazione del Presepio

nell’Arcidiconale

Erano quasi tutti presenti per la pizza offerta da don Giorgio: felici e chiassosi come tutti i bambini e ragazzi. Pensando alla serietà e all’impegno con cui servono all’altare... non sembravano nemmeno loro! Un grazie da tutta la Comunità perché con la loro presenza aiutano la preghiera di tutti.

Dopo le fatiche natalizie, lo scorso otto febbraio, i chie-richetti dell’Arcidiaconale si sono ritrovati tutti insieme per mangiare una pizza in compa-gnia e per iniziare a pensare agli impegni della quaresima. Alla serata hanno partecipato quasi tutti i ministranti, che messi insieme sono un gruppetto ben nutrito: addirittura 23 tra ragazzi e ragazze!

Una pizza per i bravi chierichetti

Lasciate che i pargoli...

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Echi di Agordo 11Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

Si è rinnovato anche quest’an-no, il 38°, con la consueta gran-de e raccolta partecipazione di fedeli venuti dall’Agordino e da fuori, l’atteso appuntamento di fine ottobre con la S. Messa in suffragio dei Caduti della monta-gna celebrata nell’arcidiaconale di Agordo, accompagnata dai canti del Coro Agordo diretto da Roberta Conedera. Una cerimo-nia voluta nel 1976 proprio dal Coro Agordo, dal suo direttore di allora Salvatore Santomaso e dall’arcidiacono di quel tempo, don Carlo De Bernard (grande appassionato dei monti e autore della stupenda “Preghiera dell’al-pinista”, letta ogni volta al termine del rito sulle note di “Montagne addio” di Giancarlo Bregani), che avviene in collaborazione con la Sezione Agordina del CAI, la Parrocchia di S. Maria Nascente, i Gruppi Rocciatori “GIR” di Agordo e “Val Bióis”, le Stazioni agordine del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e il Gruppo Alpini Agordo-Rivamonte-Taibon.

«La preghiera e il canto che guidano e impreziosiscono il nostro affettuoso ricordo per tanti amici», ha detto all’omelia l’arcidiacono monsignor Lise che ha concelebrato con don Mario

(g.s.) Nella consueta atmo-sfera, carica di sentimenti di affettuosa gratitudine, la comu-nità religiosa e civile di Agordo e dell’Agordino ha ricordato gli oltre 150 morti sul lavoro, ai quali nel corso del 2013 si sono purtroppo aggiunti Luca Monferone, il perito minerario originario di Agordo, morto a soli 49 anni, il 22 mag-gio, durante la costruzione di un pozzo in Angola e Mauro Crepaz, meccanico di 35 anni deceduto ad Arabba il 5 agosto.

Una grande e commossa pre-senza di fedeli ha onorato anche quest’anno la loro memoria con la significativa cerimonia che, dal 1982, nella ricorrenza di Cristo Re, vuole testimoniare riconoscenza al loro sacrificio e solidale vicinanza ai loro fami-gliari. All’offertorio del sentito rito, che si svolge per iniziativa della Parrocchia, della Nuova Corale (diretta da Marina Nessenzia, che accompagna da sempre la liturgia con canti appropriati), delle Confraternite locali e del Comune di Agordo, si è ripetuto il toccante momento della lettura dei nominativi di coloro che in Italia e all’estero (fra cui molti minatori e periti minerari) hanno lasciato la vita nel compimento del dovere quotidiano.

Sempre incisive le riflessioni svolte nella particolare circostan-za dall’arcidiacono monsignor Giorgio Lise.

«Chiediamoci perché» ha esordito all’omelia «molti hanno trovato e trovano, ancora oggi, la morte cercando di migliorare la vita, proprio con il lavoro. Fa-talità? Negligenza? Mancanza di sicurezza? Eccessiva ricerca di profitto senza le dovute garanzie per la salute e la vita dei lavorato-ri? Non tocca a noi ora rispondere,

Zanon e don Fabiano Del Favero «sono segni di gioia, di vita, anche quando si prega e si canta con la morte nel cuore». Dopo un parti-colare ricordo per le due vittime di quest’anno (Flavio Bortolato e Corrado De Monte caduti ad agosto), per i maestri Lamberto Pietropoli e Salvatore Santomaso e per don Sebastiano Costa, che fu cappellano ad Agordo, morto quarant’anni fa sul Col Giralba, il celebrante ha richiamato il bisogno dell’umiltà come «virtù necessaria a garantire un sano rapporto anche con la montagna, con le vette che incoronano il nostro territorio. Il che significa estremo rispetto per se stessi e per la montagna, di fronte alla quale l’animo umano deve col-tivare un unico atteggiamento, oggi forse un po’ dimenticato: lo stupore di chi si sente piccolo e disarmato».

«Solo così» ha detto don Gior-gio «nelle esperienze dolorose legate alla montagna, come quelle che molti dei presenti rivivono in questa celebrazione, troveremo forza per non sentirci tristemente trascinati verso “la fine” (chi non resta attonito e sconvolto, impri-gionato da mille “perché” di fronte alle tragedie che accadono nelle nostre montagne ogni anno?). Allora, pur scossi e feriti dal do-lore, non ci sentiremo trascinati verso il vuoto, verso “la fine”, ma riusciremo a intravvedere “il fine”, cioè la vita da vivere e da gustare comunque anche nei suoi momen-ti più duri».

«Allora tutto verrà ricondotto al suo vero valore» ha concluso «e le nostre Dolomiti, contemplate con umiltà evangelica, ci condurranno a sviluppare una sorta di “ecologia umana e spirituale”, di cui oggi ab-biamo estremo bisogno». (l.s.)

anche se dobbiamo ricordare quanto da sempre insegna la Dottrina sociale della Chiesa, e cioè “che il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro”.

Il che significa che i diritti dei lavoratori, come tutti gli altri diritti, si basano sulla natura della persona umana e sulla sua dignità, come il diritto ad ambienti di lavoro e a processi produttivi che non rechino pregiudizio alla salute fisica e specialmente alla vita dei lavoratori. Pertanto la salute non dovrebbe diventare un prodotto da vendere in cam-bio di un posto di lavoro: più che una questione sociale, questa è questione etica».

Auspicando quindi che il lavoro si svolga sempre nella sicurez-za, nella giustizia, nel senso di responsabilità e di solidarietà e invitando a pregare per tanti che soffrono a causa del lavoro: per chi cerca il lavoro e non lo trova, per chi il lavoro l’ha trovato, ma solo precario e provvisorio e teme quindi di perderlo, il sacerdote ha così concluso: «Noi crediamo fermamente che i nostri fratelli, che hanno lasciato questo mondo in modo terribile e improvviso, sono stati accolti con amore nelle braccia di un Dio che è Padre e non lascia cadere nel nulla il sacrificio dei suoi figli».

per I cadUtIdella montagna

Due sentite celebrazioni Per unirsi nel ricordo

per I cadUtIsUl lavoro

Luca Monferone, morto in An-gola il 22 maggio 2013.

Renato Alberto “Carluccio” Mosca, morto sull’Agnèr il 20 ottobre 1993.

Due momenti delle Messe celebrate nell’arcidiaconale domenica 27 ottobre e domenica 24 novembre 2013.

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Echi di Agordo12 Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

Martedì 11 febbraio si è cele-brata con grande partecipazione di fedeli in Arcidiaconale la festa della Madonna di Lou-rdes e la Giornata Mondiale del Malato.

L’Arcidiacono all’omelia, dopo aver riferito alcune espressioni di papa Francesco ha aggiunto: «Guardando spe-cificamente alla nostra realtà, proviamo a pensare e guardare con animo grato ai volontari del GAV, della Cucchini, all’Auser, alle tante persone che genero-samente si rendono disponibili e attente verso i malati.

Mi sia però permesso di dire un grazie particolare a don

La parrocchia di santa Maria nascente di Agordo ha attivato un suo nuovo sito internet.

Cliccando suwww.agordo.diocesi.it

infatti, si arriva sulla home page dalla quale si può iniziare a esplorare le varie sezioni anche se ancora incomplete.

Come spiega l’arcidiacono monsignor Giorgio Lise, il Consiglio Pastorale precedente aveva preso visione del lavoro pensato e preparato in propo-sito da Alessandro Daurù, al quale è stato rivolto un sentito ringraziamento per l’impegno profuso.

Fatte quindi le opportune osservazioni, il sito è stato ora

11 febbraio - Madonna di LourdesLa Giornata del malato

Un’immagine di Lourdes dove i malati sono sempre al “primo posto”.

Severino per l’opera preziosa da lui svolta quotidianamente in Ospedale, prima di tutto attraverso la vicinanza umana e poi con l’accompagnamento spirituale dei malati anche nel momento decisivo della morte, offrendo il conforto del sacra-mento della speranza cristiana, l’Unzione degli Infermi, e dell’Eucaristia».

Ha quindi così concluso: «Queste presenze ricordano a tutti che la dignità della perso-na non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto».

di origine. Da febbraio contiamo di

mettere on line anche il nostro bimestrale della Pieve arcidia-conale “Echi di Agordo”».

Nella home page si possono reperire al momento: un pen-siero settimanale del parroco; cliccando a sinistra su «avvisi parrocchiali settimanali», si tro-verà il foglietto con le intenzioni di Messe e gli avvisi e cliccando su «omelie» attualmente si pos-sono leggere quelle del periodo natalizio e successive.

Cliccando poi sull’icona «news» (al centro in alto nella home page) e quindi su «Ca-lendario appuntamenti» si ve-dranno le attività che ricorrono

Torna puntuale anche quest’anno l’ormai consueto appuntamento “Dialogando coi Film”, cineforum in quattro incontri, organizzato dai ragazzi

www.agordo.diocesi.itLa Parrocchia in internet

Torna il Cineforum dei ragazziper i ragazzi. L’evento, quest’an-no ormai alla quarta edizione, tratterà il tema “Il Cinema - 120 anni di evoluzione”.

Verranno presentate quattro pellicole in quattro serate:- 8 marzo, Hugo Cabret;- 15 marzo, The Artist;- 22 marzo, Nuovo Cinema Paradiso;- 29 marzo, Avatar.

All’Autidorium del Centro Parrocchiale - ore 20 - ad ingres-so gratuito. Vi aspettiamo!

La collaborazione a “Echi di Agordo”

è sempre auspicata e gradita!

La home page del sito della Parrocchia di santa Maria nascente.

attivato, grazie alla volontaria e preziosa disponibilità del giovane Valentino Da Ronch che si è offerto di raccogliere e ordinare il materiale, ma ogni contributo sarà comunque gra-dito e apprezzato.

«Una volta a pieno regime», dice don Giorgio, ringraziando anche Valentino, «credo che il sito sarà un valido aiuto per comunicare all’interno della nostra comunità e anche con coloro che non abitano più ad Agordo, ma si sentono comun-que legati al proprio territorio

ogni settimana in parrocchia e i più importanti avvenimenti del mese in corso.

«Oltre al bollettino», informa don Giorgio, «contiamo di poter arricchire la parte legata alla storia della nostra parrocchia con i nomi degli arcidiaconi, i capitelli, la devozione, ecc.

Ma puntiamo pure a dare inizio a un dialogo con i fedeli, vicini e lontani, con l’idea di creare un blog, proponendo degli argomenti di discussione relativi alla comunità, ma anche alla chiesa in generale».

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Echi di Agordo 13Febbraio 2014

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

dUe celebrazIonI specIalI

giornata per la Vita

Si è celebrata in parrocchia con grande solennità la tradi-zionale festa della “Candelora” che, quest’anno, è caduta di domenica.

Alla Messa delle 10,00 si è ricordata in particolare la “Gior-nata per la Vita”, rallegrata e resa “vivace” dalla presenza dei bambini battezzati nel 2013.

L’Arcidiacono all’omelia - parlando del Battesimo - ha detto tra l’altro: «In un contesto scristianizzato, multietnico, multiculturale e multireligioso, occorre che le nostre famiglie si rieduchino a una fede autentica e non si accontentino di una vaga religiosità che “rivive” ogni tanto e in qualche circostanza particolarmente sentita.

Quindi - e prima di tutto – va riscoperta l’importanza del Battesimo (anche il procra-stinarlo troppo se non ci sono motivi validi suscita qualche interrogativo) e sforzarsi poi di vivere da battezzati: il che vuol dire ad esempio essere coerenti - anche nelle idee - per quanto riguarda la vita nascente e quella al tramonto (senza piegarsi ai “venditori di morte” che si presentano come paladini dei diritti), il matrimonio tra uomo e donna la cui indissolubilità non è “antropologicamente insostenibile” come qualcuno va dicendo; e poi avere anche il coraggio di parlare senza paura di Dio e di Gesù, dimostrare di amare la propria comunità, accompagnare i propri figli a in-

contrare il Signore nella Messa, la domenica; insomma far per-cepire ai bambini che il Signore è… “uno di famiglia”».

E, continuando, si è chie-sto: «Perché non cercare di far vivere nel tempo anche lo stupore della vita cristiana che nasce in un bimbo con il sacramento del Battesimo e che può continuare a crescere anzitutto grazie all’esempio dei genitori? E perché, come si avvolge di attenzione la vita fisica e intellettuale del proprio figlio, non avere la medesima at-tenzione, il medesimo impegno e la stessa tenacia nell’aiutare la crescita cristiana del figlio? Il Battesimo non può essere una “convenzione sociale”, l’oc-casione per “dare il nome”. Si rischia davvero che non ci sia più alcun seguito, come spesso

Domenica 2 febbraio

2 febbraio. Giornata per la vita. La Messa delle 10.00 rallegrata e vivacizzata dalla presenza dei bambini battezzati nel 2013.

purtroppo constatiamo».L’Arcidiacono ha concluso

riportando le parole di Papa Francesco: «Il Battesimo non è una formalità! È un atto che tocca in profondità la nostra esi-stenza. Un bambino battezzato o un bambino non battezzato non è lo stesso. Non è lo stesso

la CandeloraAlla Messa delle 18.30 la

benedizione della candele e una preghiera particolare per le nostre Suore, in occasione della Giornata della Vita consacrata.

Nell’occasione l’Arcidiacono ha ricordato ai presenti l’im-portanza della presenza delle religiose in una comunità cri-stiana, dicendo: «Ringraziamo il Signore per la presenza delle

una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli».

Suore nella nostra Comunità e di altre due persone consacrate a Laste di Rocca Pietore: al di là di quello che fanno collaborando alla vita pastorale, esse sono segno prezioso del Regno di Dio e richiamo ai valori evangelici spesso dimenticati.

Non chiudiamo gli occhi e il

la giornata della Vita ConsaCrata

cuore se, vedendo le nostre Suo-re, sorgono in noi interrogativi profondi sul senso della vita, sul dono gratuito agli altri, sulla consacrazione al Signore: sono pensieri salutari che ci invitano a elevare lo spirito oltre il nostro piccolo mondo quotidiano. E magari a riprendere vigore e speranza».

E, riferendosi alla luce delle candele appena benedette, don Giorgio ha rinnovato l’invito alla speranza «che può accendere, ad esempio, la luce dell’amore per la vita in tanti giovani, sposi, anziani, malati, disoccupati che magari brancolano nel buio della tristezza e della sfiducia; oppure può accendere la luce in tante donne travolte dall’insistenza con cui troppi falsi profeti nascondono sotto la parola “di-ritti”, azioni che – oggettiva-mente – sono puro e semplice egoismo». «In ogni caso», ha concluso, «diamo incondizio-natamente la nostra fiducia a chi veramente la merita ed è fedele per sempre: a quel Dio che ci dà continuamente infinite prove di bontà, di generosità e soprattut-to… di pazienza».

La Messa delle 18.30 con la benedizione delle candele.

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Echi di Agordo14 Febbraio 2014

la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale A Selva di Cadore il 30 dicembre 2013

Si è svolto lunedì 30 dicembre 2013, nella chiesa di San Loren-zo di Selva di Cadore, il sesto incontro degli organisti liturgici dell’Agordino, organizzato dalla omonima parrocchia con la colla-borazione di Agordo Musica e del locale Piccolo Coro “Sui Sentieri del Canto”.

La rassegna ha assunto la for-ma di un incontro di preghiera in cui ognuno si è espresso secondo le proprie capacità e le proprie preferenze musicali, sullo storico organo Zavarise.

L’organo, risalente alla fine del 1700, è appartenuto all’Arcidia-conale di Agordo fino al 1840, quando è stato acquistato dal Comune di Selva di Cadore per la chiesa parrocchiale di San Lorenzo.

Gli organisti si sono alternati allo strumento presentando una varietà di forme musicali che hanno fatto emergere le qualità sonore dell’organo: dai timbri più dolci e limpidi dati dai registri dei flauti, a quelli più solenni e potenti ottenuti con il ripieno, all’uso delle canne ad ancia per riprodurre il suono della zampogna e, addi-rittura, a combinazioni di note e registri per riprodurre suoni e fenomeni della natura.

È stato momento di confronto e di crescita sia musicale che per-

Zenero e Mara Buttol, organisti ad Agordo, abilmente aiutati nei cambi di registri da Manuel Santomaso, Giacomo Bernardi e Diego Detomaso.

L’incontro si è concluso con il canto “Tu scendi dalle stelle” in cui le voci dell’assemblea dei presen-ti si sono unite a quelle del Coro, accompagnate naturalmente dal suono dell’organo.

Mara

iL 6° incontrodegLi organisti agordini

La mattina del 13 febbraio è morto all’ospedale di Agordo don Giuseppe Marcon. Aveva 99 anni e dieci mesi (era nato il 21 aprile del 1914), un’età che lo aveva portato ad essere il sacerdote più anziano del clero diocesano di Belluno-Feltre. I funerali sono stati celebrati dal vescovo sabato 15 nella chiesa parrocchiale di Gosaldo, suo paese di origine.

Era stato ordinato sacerdote il 14 aprile 1939 dal vescovo Giosuè Cattarossi. Quindi aveva svolto l’incarico di vicario parrocchiale a Pieve di Zoldo fino al 1940, a Puos d’Alpago (1940-1942) e a San Pietro di Cadore (1942-1944). Durante la seconda guerra mon-diale era stato nominato parroco a Caprile.

A partire dal primo novembre 1944 iniziava la sua opera pasto-rale nella parrocchia di Tiser che guiderà per cinquantatre anni, fino alle dimissioni rassegnate nel 1997, quando gli subentrò il com-pianto don Vinceno Da Ronch.

è morto don Giuseppe Marcon99 anni: il prete più anziano della Diocesi

Si era quindi ritirato a Gosaldo. Negli ultimi tempi le condizioni di salute e le forze che via via diminuivano lo avevano portato al ricovero nell’ospedale di Agordo, nel reparto lungodegenza.

Il presbiterio diocesano di Belluno-Feltre lo ricorda come un uomo dal carattere gioviale e sincero e un sacerdote buono che, finché ha potuto, è stato sempre presente agli appuntamenti di aggiornamento o di fraternità sacerdotale.

Monsignor Giorgio Lise, ar-cidiacono di Agordo e vicario foraneo lo ricorda «…con la sua lunga tonaca quando veniva in vescovado a Belluno in corriera; era sempre sorridente e sempre accomodante perché cercava di capire le ragioni dell’altro. So che da un punto di vista pastorale è stato molto presente anche ad Agordo dove il mercoledì veni-va a confessare. Credo abbia incarnato lo spirito autentico di povertà»

sonale e occasione per conosce-re il patrimonio storico e artistico locale. In un clima di amicizia, per qualcuno, è stato anche un modo per mettersi alla prova.

Il pubblico presente, circa un centinaio di persone, ha certa-mente dimostrato di apprezzare lo spirito degli organisti agordini. L’atmosfera creatasi nella prima parte della serata, attraverso l’ascolto di brani del repertorio organistico, ha raggiunto nella parte centrale un carattere me-ditativo anche grazie alle voci del Coro Femminile Col di Lana di Livinallongo che, coniugando musica e parole, sono davvero arrivate agli animi dei presenti. Nella seconda parte l’atmosfera è divenuta prettamente natalizia grazie all’ascolto delle pastorali e agl’inni festosi.

È bello ricercare, accrescere ed esprimere la propria spiritualità attraverso la musica. È questo lo spirito con cui i partecipanti hanno suonato in questa serata e suonano, settimanalmente con passione, nelle loro parrocchie, accompagnando le varie parti della Messa.

È altrettanto bello ascoltare per cercare di cogliere quelle sfuma-ture inafferrabili che ci spingono a elevare la nostra anima, forse ancor più delle parole...

All’evento hanno partecipato: Eleonora Troi organista a Colle S. Lucia e a Selva di Cadore; Oscar Nagler organista a Livinallongo del Col di Lana; Filippo Costa organista a Caviola; Guido Fabris organista a Canale d’Agordo; Loris Serafini già organista a Ca-nale d’Agordo e organista titolare a Cortina; Roberto De Nardin organista a La Valle Agordina; Andrea Bernardi, Alberto Del

Selva di Cadore, 30 dicembre 2013. Foto-ricordo di gruppo dei protagonisti della sesta rassegna degli organisti agordini nella chiesa di San Lorenzo.

Don Giuseppe Marcon e don Severino Da Roit in una Messa cele-brata insieme al Polifunzionale di Agordo .

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Echi di Agordo 15Febbraio 2014

Fra le molte soddisfazioni raccolte dal nuovo parroco don Fabiano Del Favero nel suo primo Natale alla guida delle tre comunità del Pói, c’è stata la felice realizzazione dei presepi nelle chiese di Rivamonte e Gosaldo, affidate alla sua cura assieme a Tiser.

Nel primo merita di essere evidenziata la scelta tematica della composizione operata dai curatori, che ha inserito la scena della Natività in un contesto ben preciso della nostra realtà che, come osserva don Fabiano «…aiuta a meditare la verità di un’incarnazione di Cristo che continua nella storia dell’uma-nità, attraverso la Chiesa».

Ammirato e apprezzato il simbolico inserimento delle chiese delle tre comunità e di papa Francesco, il tutto realiz-zato dalle abili mani dei gio-vani Andrea Zanin, Christian Schena, Roberto Fossali, Fabio, Marco e Luca Rosson.

Per il presepio animato di Go-saldo, va senz’altro ricordato che quest’anno, per merito dei curatori dei presepi di Roe e Ca-stellavazzo, si è creata una «rete dei presepi» in varie parti della nostra provincia, nella quale è stato inserito il frutto della passione e dell’inventiva di Gianvincenzo Marcon, autore del presepio tradizionale (elet-trico-meccanico) realizzato

la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale Arte e fantasia religiosa nei

Presepi della Conca Agordina

Rivamonte. Il presepio nella parrocchiale di San Floriano.

Senz’altro da segnalare anche la originale composizione rea-lizzata dal gruppo giovanissimi della parrocchia di Agordo che durante l’estate hanno parteci-pato al Grest.

Assieme alle suore Dorotee, con grande impegno non privo di inventiva, nel giardino di casa Tecla di via 27 aprile (che ospita la comunità religiosa), essi hanno costruito un bel pre-sepio, servendosi unicamente di «materiali poveri» con cui hanno dato libero sfogo alla loro arte con viva fantasia, ma anche con spiccata sensibilità.

Gosaldo. Il presepio tradizionale elettro-meccanico, realizzato a mano da Gianvincenzo Marcon.

interamente a mano, che resterà aperto fino al 2 febbraio.

Proprio a Gosaldo, il giorno dell’Epifania, al termine della Messa, si è svolta la premia-zione con consegna di attestati ai circa quaranta partecipanti all’edizione del «Presepio nel Borgo», promossa dalla locale Biblioteca comunale e dal gruppo del catechismo.

Nel rivolgere un breve saluto, don Fabiano ha detto che «…allestire un presepio non è solo tener fede a una tradizione ra-dicata, ma è un atto di fede e di preghiera, nella contemplazio-ne del mistero del Dio che si fa uomo per salvare l’umanità».

Agordo. Il presepe allestito dai giovanissimi del Grest nel giardino di casa Tecla delle suore Dorotee.

ARivamonte

GosaldoAgordo

Pellegrinaggi a Santa Maria delle Grazienei sabati di Quaresima:

ore 8,30 S. Messa e Confessioni:

- 22 marzo parrocchie della Conca Agordina- 29 marzo parrocchie della Val del Bióis- 5 aprile parrocchie dell’Alto Cordevole- 12 aprile parrocchie del Decanato di Livinallongo e Laste

Lunedì 3 marzo: Giornata per i chierichetti a Riese Pio X

Domenica 9 marzo: Giornata dei giovani a Jesolo,

Domenica 18 maggio pomeriggio: Pellegrinaggio foraniale all’Abbazia di Follina

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Echi di Agordo16 Febbraio 2014

Il racconto di Cielo Blu

Al talvà... volarìe tornàL’Agordino del passato era una

terra prettamente rurale. Gran parte dell’economia era basata sull’agricoltura a livello famiglia-re, dove ognuno produceva ciò che serviva al proprio nucleo. Io appartengo a una generazione (i quarantenni di oggi), nata fra il cambiamento dell’economia agordina da agricola a industriale, che ha avuto tutto, ma nella giusta maniera. Credo di essere una persona fortunata, perché nono-stante sia cresciuta in un’epoca industriale e di benessere, ho avuto la fortuna di vedere con i miei occhi parte di quei riti sapienti e arcaici che apparte-nevano all’agricoltura agordina di un tempo. Quando ero bambina i miei nonni avevano un grande fienile talvà, una stalla con tre mucche, qualche capra, un maiale che arrivava piccolo a primavera e “partiva” grande e grosso in autunno, un pollaio galinèr ben fornito e la determinazione e la caparbietà di lavorare la terra con metodi antichi.

Oggi, col senno di poi, sono molto contenta di essere stata partecipe, anche se solo per pochi anni, della vita semplice, ma dura che conducevano i nostri nonni.

Dove un tempo c’era il nostro fienile con annessa stalla, oggi c’è la casa dove abitano i miei genitori. Eppure nella mia mente scorgo un ricordo nitido del mio talvà: la porta col batècol permet-teva l’accesso al fienile; rivedo ogni angolo, ogni scalino di quello che era un luogo di gioco per noi bambini e di soddisfazione per gli adulti. Un’altra sensazione che rivivo pensando al talvà è il forte e intenso profumo del fén fieno che m’inebriava e mi faceva compagnia mentre sostavo fra le pareti di legno antico che racchiu-devano i miei giochi e i miei sogni di bambina. Giocare nel talvà era particolarmente divertente, gli spazi erano ampi e lo si poteva fare anche quando pioveva. Lì c’era un mondo protetto e si sta-va bene. Appena aperta la porta di legno d’entrata, a destra, ci s’imbatteva nei restèi, ce n’erano di tutti i tipi, di più pesanti, di più leggeri e ognuno a casa nostra aveva il suo, al quale era affe-zionato, con il quale si trovava in sintonia. C’erano anche le forche che si usavano per il fieno e le falz falci appese alla parete. Forche e falci non si potavano toccare, questa era la regola. Una mensola più alta era adibita a ospitare i co-dèr corni e le sue prìe pietre-coti. Appese alla parete c’erano anche le fun le corde di pelle intrecciate che servivano per legare i fas del fen o per il trasporto della legna, secondo la lunghezza. Erano provviste di una spòla navetta di

legno che m’incuriosiva molto e che riportava le iniziali dei miei avi DRV. Forse già allora sentivo in-consciamente quel forte richiamo che mi lega alle mie origini. Più in là sul pavimento erano riposti i còz coperte di stracci, che du-rante l’inverno erano ben piegati, riposti con cura, dopo essere stati aggiustati e revisionati. L’esta-te erano sul pavimento sparsi disordinatamente e appoggiati lì in attesa di essere riusati nei giorni seguenti. Più in là dei còz, a ridosso dell’altra parete c’erano le linzòle e i darlin slitte e gerle che venivano scomodati e usati

stagioni e conseguentemente scandiva i ritmi dell’uomo.

C’era un unico angolo del talvà dove noi bambini non potevamo andare: divieto assoluto. Era il fumèr recinto in legno con il suo buco. Una fessura sul pavimento, dotata di coperchio che si apriva e chiudeva per buttare direttamente nella stalla al piano inferiore la quantità di foraggio che serviva quotidianamente agli animali. Una gran comodità per chi lavorava; un pericolo per noi piccoli che potevamo cadere di sotto e farci male. Durante l’inverno el bus del fumèr era sempre chiuso per

pò al controllo di mio nonno e si diresse velocemente verso una cesùra (recinto) vicina. Ricordo mio nonno che la inseguiva, ma la manda fu più veloce di lui e fu recuperata solo in tarda serata dopo l’arrivo dal lavoro di mio papà.

Di quei primi della mia vita, conservo dei gran bei ricordi e mi piace rendere partecipe di questi ritmi e modo di vita in armonia con la natura e l’ambiente, raccontan-do quello che ho vissuto anche a chi verrà dopo di noi. Come diceva Manzoni “non tutto quello che viene dopo è progresso” e lo viviamo ogni giorno, alla prima pioggia abbondante, alla prima nevicata quando la poca cura e il poco riguardo verso il nostro ter-ritorio si fa sentire provocandoci danni e disagi.

Quando penso al talvà e al suo andamento, mi rendo conto che il legame uomo-natura era in perfetta simbiosi, in perfetto equi-librio. L’uomo curava la natura, con rispetto, prendendosi quello che gli serviva annualmente da primavera ad autunno e niente di più. La natura, in cambio delle cure ricevute, garantiva all’uomo il sostentamento, anche per i lunghi mesi invernali dando tutte le risor-se che servivano ad affrontare la dura ma umile vita rurale. Il talvà era il suggello di questo legame di rispetto che annualmente e tacitamente s’instaurava e si protraeva da secoli. Oggi le cose sono cambiate, ci sono ancora molte persone di buon senso e buona volontà, che ringraziamo di cuore, che curano il nostro am-biente, ma non basta. L’economia non è più basata sull’agricoltura come sostentamento e conse-guentemente il nostro territorio è spesso abbandonato a se stesso, anche a causa di politiche che non comprendono il vero senso e il vero rispetto della natura. L’agricoltura stessa è cambiata e il sistema imposto per farla è sempre meno rispettoso dei tempi e dei ritmi biologici e delle necessità anche economiche. Forse è anche per questo che ricordo spesso il talvà come di-mostrazione pratica e visiva che uomo e natura possono e devono rispettarsi per trovare un equilibrio che permetta la salvaguardia e la gestione responsabile delle risorse ambientali.

Questo voglio raccontare, trasmettere ai miei figli e lo sto facendo già da adesso che sono piccoli, perché la responsabilità, l’impegno e il rispetto verso la na-tura permetterà a tutti, compresi loro stessi, una vita migliore e più dignitosa.

Al talvà…volarìe tornà…Blu sky

secondo i bisogni.Il talvà era composto di due pia-

ni: al superiore, a cui si accedeva con una ripida ma larga scala di legno, si sistemava l’adòrch (fieno di secondo taglio) che era più fine e meno grossolano di quello del primo taglio che si sistemava invece al primo piano, dove c’era più spazio.

Ricordo una sensazione di vuoto, ma anche di libertà, quando a primavera, mese dopo mese, il livello del fieno calava fino a ter-minare, per lasciare spazio libero alla nuova fienagione.

Ricordo anche la sensazione di contentezza, propria dell’au-tunno, nel vedere il talvà pieno di fieno: seppur bambina, mi dava l’idea dell’abbondanza, del sicuro, dell’aver lavorato in previsione dell’inverno che non tardava mai ad arrivare. L’uso del talvà se-guiva l’andamento naturale delle

mantenere il più possibile la tem-peratura calda umida della stalla e si apriva solo per scaricare il fieno. Durante l’estate era sempre aperto perché circolasse l’aria e il fieno secco, che giorno dopo giorno si accatastava, avesse la giusta areazione mantenendosi in stato ottimale.

La stalla sotto al fienile non era molto grande, aveva posto per tre mucche e poche capre. Dell’andamento della stalla non mi ricordo molto, se non che era impegnativo: alla mattina quando le mucche erano guernàde gover-nate, io dormivo e al pomeriggio, quando c’ero, vedevo i movimenti di mio nonno che accudiva gli animali. Un episodio mi è rimasto impresso. Fuori dal fienile c’era-no due fontane dove le mucche erano portate ad abbeverare. Un pomeriggio, una manda (giovane mucca) dopo aver bevuto, scap-

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Echi di Agordo 17Febbraio 2014

solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato

Un bisogno d’aiUto

in crescita

Il Bilancio Consuntivo dell’anno

2013Come ogni anno, il Gruppo desidera rendere pubblico, attraverso

“Echi”, il Bilancio a consuntivo dell’attività svolta nel 2013: sono cifre significative della concreta testimonianza di un prezioso impegno di volontariato solidale.

Entrate 2013Saldo cassa al 1° gennaio 2013 € 1.294,29Autotassazione aderenti “ 3.866,00Offerta libera aderenti e simpatizzanti “ 621,50Pesca San Vincenzo “ 1.824,70Mercatino di Natale " 2.858,00Totale entrate € 10.191,49

Spese 2012Aiuto alla fam. di Clementina-Costa d’Avorio € 200,00Sottoscrizione Coro Agordo per fam AlfonsoWiesner Corrales “ 300,00Offerta per malati mentali ospedali di GregoireAhongbonon “ 500,00Aiuto allo studio a Jenia Kananok, Bielorussia “ 600,00Offerta a don Augusto Antoniol per operazioneSahadatou-Niger “ 1.500,00Aiuto ai bambini di Sr. Germana in Madagascar “ 300,00Kit per mamme e bambini reparto maternitàdi Kanawat Karamoja Uganda “ 1.500,00Latte in polvere per bambini malnutriti in Karamoja Uganda “ 1.500,00Alluvione in Sardegna: aiuto a una famigliasegnalata dai locali servizi sociali di Orosei “ 2.000,00Quota associativa Belluno “ 100,00Spese pesca S. Vincenzo “ 340,00Spese mercatino di Natale “ 183,00Spese bancarie “ 44,70Totale spese € 9.067,70Attivo di cassa all’1.1.2014 € 1.223,79

Nel rivolgere un sempre sentito ringraziamento a tutti i generosi offerenti e sostenitori, i responsabili del Gruppo annunciano che come ogni anno si svolgerà la Pesca di san Vincenzo in occasione della tradizionale Sagra del fanciullo il giorno di pasquetta a Prompicai.

La generositànon ha bisogno di salari

si paga da sé

domenica 9 marzo 2014assemblea annUale del gaV- ore 10.00: S.Messa nell’Arcidiaconale

- ore 11.00: Centro Parrocchiale “Mons.V.Savio”

L’occasione di inviare gli auguri per le recenti festività natalizie a tutti i volontari di Agordo, Cen-cenighe, La Valle, Rivamonte, Taibon e Voltago, iscritti al Gruppo Assistenza Volontaria (GAV), ha dato al presidente, Aldo Da Ronch, l’opportunità di formulare alcune riflessioni e alcuni auspici.

«Anzitutto l’augurio di un Natale sereno che, come sempre, si vor-rebbe in compagnia dei familiari che invece sono spesso lontani; quindi per un nuovo anno che vo-

basso e medio Agordino, unione avvenuta nel 2005-06 fra volontari di Agordo, Cencenighe, La Valle, Rivamonte, Taibon e Voltago e che ci ha permesso di essere presenti sia nell’assistenza ospedaliera che sul territorio con i servizi a domicilio, quali la consegna pasti caldi e l’accompagnamento degli ospiti della Casa di Soggiorno di Taibon.

Un sentito grazie, ancora una volta, a tutti i volontari per la ge-nerosa e continua disponibilità,

Un ricordo del ventennale del 2013. Il presidente con don Severino e il vice presidente Marino De Dea.

gliamo sperare migliore di quello concluso. Ma auguri specialmente ai giovani perché le tanto attese di buone prospettive per il loro futuro si realizzino.

Abbiamo appena festeggiato i vent’anni della nostra associazio-ne ed è stato sicuramente un si-gnificativo traguardo, che ha dato a noi tutti grande soddisfazione in quanto frutto di tanta costanza e forza per continuare ad agire an-che nei momenti più critici perché troppo importante era proseguire nell’impegno di dare un aiuto alle persone in difficoltà.

Proprio per questi motivi, dopo tale traguardo, intendiamo an-dare avanti perché il bisogno di sostegno è in continua crescita, per le tante ragioni ben note a tutti: persone sole, aumento dell’età e conseguente necessità di assistenza.

Tutto ciò che riusciamo a fare oggi è possibile grazie alla fonda-mentale unione dei volontari del

che ci ha permesso di risponde-re positivamente alle molteplici richieste di intervento.

Grazie per quanto fatto ai vo-lontari che han dovuto lasciare, e un cordialissimo benvenuto ai cinque nuovi volontari entrati nel corso dell’anno.

Vogliamo ricordare inoltre che la nostra opera assistenziale può proseguire sì con l’impegno dei volontari e ma anche grazie al sostegno di Enti locali e dona-zione di altre associazioni. Un pensiero di gratitudine, quindi, al Circolo Ospedalieri di Belluno per la continua generosità dimostra-taci, ai comuni di Agordo, Taibon e Voltago per il loro sostegno economico sempre molto utile e apprezzato.

Il Direttivo dà quindi appunta-mento alla prossima assemblea annuale, secondo il programma sottoriportato».

II presidenteAldo Da Ronch

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Echi di Agordo18 Febbraio 2014

QUindici anni di serVizio alla nostra comUnità

solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato

SABATO 29 MARZO 2014 - ore 15.30ASSEMBLEA GENERALE

del Circolo AUSER “el Brói” di Agordoall’Auditorium del Centro parrocchiale

“Mons.Vincenzo Savio” (g.c.)

Per il CircoloAuser “el Brói” il 2014 segna una tappa significati-va,15 anni di presenza nel mondo del volontariato agordino.

Era il marzo del 1999 quando un gruppo di persone decise di dare vita ad Agordo a un’as-sociazione di volontariato ed entrare a far parte dell’Auser - autogestione dei servizi e la solidarietà - costituito nel 1989 in sede nazionale.

Da quel lontano marzo molta acqua è passata sotto i ponti, così come molta strada è stata fatta dal Circolo, molte persone hanno generosamente dato il loro tempo e la loro opera, alcune di esse non ci sono più, altre hanno lasciato per svariate ragioni, ed è proprio per il contributo piccolo o grande che esse hanno dato che si sono raggiunti dei traguardi forse non ipotizzabili all’inizio dell’avventura.

Noi al presente dobbiamo fare tesoro di tutto questo, e puntare al futuro cercando di proseguire migliorandoci, per questo ab-biamo bisogno di inserire delle forze nuove, in particolare nel basso Agordino: è un invito a chi dispone di un po’ di tempo libero e di volontà a dare una mano a quelle persone dei nostri paesi, che sono più in difficoltà.

Le attività del Circolo nel finale del 2013 si sono svolte secondo il programma predisposto per il secondo semestre: venerdì 8 set-tembre la tradizionale castagnata per gli ospiti della casa di sog-giorno di Taibon, accompagnata da buona musica, seguita poi nella sede Auser. Quindi festa di compleanno per i nati nell’ultimo trimestre 2013, l’arrivo di San Nicolò alla scuola materna di Agordo, una interessante con-ferenza tenuta da Luigi Cadorin su “Le felci,queste sconosciute, nella Conca agordina”, un mondo vegetale cosi vicino a noi ma poco

conosciuto, la festa di fine anno e l’attesa del nuovo ha chiuso in allegria il 2013.

I l 14 novembre abbiamo partecipato, nel 50° del Vajont, all’incontro di Longarone “Dopo il dramma del Vajont il territorio ol-tre la modernità”, organizzato da Auser Veneto per una riflessione che un territorio integro può offri-re alle comunità e alle persone, un monito all’uso indiscriminato dello stesso specialmente in montagna, per la sua fragilità.

Il 2014 è iniziato con la tra-dizionale tombola della befana dedicata ai nipotini con un regalo per tutti portato da una befana con scopa e gerla. Il 18 gennaio ci siamo recati a Verona per la visita alla mostra internazionale del presepio allestita all’Arena e siamo poi stati ospitati dall’Auser di Colognolla ai Colli per il pranzo, dove ci siamo confrontati sulle reciproche esperienze nel volon-tariato. Le proiezioni di alcune attività del 2013, in sede, da parte di Italo Schena hanno chiuso il primo mese dell’anno.

In questo semestre, oltre alle tradizionali attività, tombole, compleanni, sono state pro-grammate due conferenze: “La prevenzione dell’osteoporosi” e “Le acque termali”, due gite, il 16 marzo a Vicenza per la mostra “Verso Monet” e in maggio un viaggio nel Cilento.

L’annuale assemblea generale del Circolo si terrà sabato 29 marzo presso l’auditorium del centro parrocchiale.

Per concludere nell’occasione del 15° anno di attività un ringra-ziamento a tutte le istituzioni che ci hanno sostenuto, e uno parti-colare a tutte quelle persone che anche con un modesto contributo o con un semplice grazie ricono-scono ciò che l’associazione, e in particolare il volontario, fa per i meno fortunati.

A distanza di un anno dalla sua prematura scomparsa (27 ottobre 2012), gli amici del circolo Auser “El Brói” hanno reso omaggio a Renzo Da Rif, il loro indimenti-cato presidente, dedicandogli la sede di via Rova. Lo hanno fatto domenica 27 ottobre 2013, con una semplice ma toccante cerimonia, carica di ricordi e di commozione, durante la quale la vedova di Renzo, Maria Teresa, ha scoperto una targa, fissata su una parete esterna all’entrata del Circolo, che ne perpetuerà la memoria secondo quanto delibe-rato dall’assemblea annuale del sodalizio del marzo scorso.

Dopo il saluto dell’attuale presidente, Alvio Peratoner, il se-gretario Pietro Urpi, con evidente emozione, si è rivolto ai familiari di Renzo e ai numerosi soci presenti, rievocando la figura del compian-to presidente con espressioni piene di riconoscente affetto. «È passato un anno» ha detto «da quando il nostro caro Renzo ci ha frettolosamente lasciato, anche se lo sentiamo sempre vivo e presente fra noi, portando avanti le molte attività da lui intraprese. Con pensiero unanime abbiamo deciso di intitolare la nostra sede a lui, all’amico di tutti, all’amico di sempre, all’uomo sensibile e straordinario che è stato. È un atto doveroso verso chi questa sede l’ha fondata e cresciuta, lungo

La tradizionale tombola della befana dedicata ai nipotini con un regalo per tutti portato da una befana con scopa e gerla.

tredici intensi anni di dedizione, affrontandone gioie e problemi, fino a farla diventare un punto di riferimento per l’intera conca agordina. Ci sembra giusto che abbia il suo nome, perché qui molto ci parla di lui».

E a parlare di Renzo, delle sue fatiche ma anche delle sue sod-disfazioni, sono i muri e la stube, «mentre i volti delle persone» ha proseguito Urpi «ci svelano la sua amicizia, la sua disponibilità, la sua naturalezza. Qui fra queste mura, percepiamo ancora il suo dolcissimo sorriso, vediamo i suoi occhi grandi e sinceri dietro ai quali c’era un carattere deter-minato e forte, sentiamo ancora la sua stretta di mano onesta, autentica, leale che ci chiede di continuare l’impegno concorde che fa diventare grandi le piccole cose».

«Ci è parso questo il modo migliore per ricordarlo con affetto e stima» ha concluso Urpi «e per ringraziarlo di tutto quello che ci ha insegnato sulla vita e sul rispetto degli altri, per il grande bene fatto all’intera comunità dell’Agordino interpretando e praticando la vera solidarietà: verso i diversamente abili, gli anziani, i bambini, e tutti quelli che ne avevano bisogno. Grazie, Renzo, con il tuo esempio porteremo avanti i tuoi ideali, le tue idee, custodendo sempre dentro di noi il tuo caro ricordo».

dedicata a Renzo Da Rif

la sededel circolo

La figlia di Renzo Da Rif, Moni-ca, e la vedova Maria Teresa, con il presidente Alvio Peratoner, accanto alla targa di intitolazio-ne della sede del Circolo Auser “El Brói”.

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Echi di Agordo 19Febbraio 2014

solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariatoLa Cucchini Associazione

Agordino ha organizzato il 2° Corso di formazione per volon-tari della vallata.

È una grande occasione per tutti coloro che si sentono vicini all’Associazione e desiderano mettere a disposizione il proprio tempo a favore dell’assistenza ai malati gravi; è una grande occasione anche per tutti coloro che non conoscono l’Associa-zione, ma che sentono germo-gliare dentro di sé il desiderio di stare accanto a chi si trova in condizioni precarie di salute.

Il cuore, la disponibilità e la volontà messi al servizio dei malati!

Quello della C.A.A. è un tipo di volontariato estremamente delicato, perché si confronta col “dolore totale” dei malati, fatto di dolore fisico (competenza medica), di problemi sanitari, umani, psicologici, sociali e spirituali (competenza di medi-ci, infermieri, operatori socio-sanitari, psicologi, assistenti sociali e volontari).

La frequenza al corso darà la possibilità ai partecipanti di formare competenze pra-tiche, sociali, psicologiche e comunicative, necessarie per relazionarsi con il malato e la sua famiglia. Il corso, inoltre, ha lo scopo di formare non solo i volontari diretti, quelli cioè che si occuperanno di assistenza alla persona, ma anche i volontari indiretti, quelli che saranno oc-cupati nell’organizzazione delle varie attività dell’Associazione.

Il 20 febbraio, alle 20.30 in

sala don Tamis ad Agordo, è stato presentato il Corso 2014, proprio per dare la possibilità

Con il Corso per volontari si apre il 2014 della C.A.A., mentre va in archivio il 2013, anno particolar-mente ricco di iniziative volte a favore della popolazione agordina e accolte con entusiasmo e buona partecipazione. Tra queste è do-veroso ricordare “Filosofando...”, un ciclo di incontri di riflessioni sul tema della vita e della morte, curato dalla dott.ssa Lisa De Luca, nel corso del quale sono state affrontate tematiche inerenti la vita e la morte, prendendo spunto dalle idee di grandi pensatori del passato e del presente.

Poi, per la formazione continua dei volontari, un interessante incontro con il dr. Luciano Orsi,

Questo il programma dei dieci incontri:- 6 marzo: “Il malato grave e le cure palliative (con particolare attenzione all’assistenza domiciliare)”, Nucleo di Cure Palliative dell’Ulss 1 Belluno.- 13 marzo: “La rete e il sistema delle cure palliative” (in Hospice e in reparto U.O. Medicina Lungodegenza di Agordo), dr. Agostino Mascanzoni e dott.ssa Ileana Corazzin.- 20 marzo: “Il codice deontologico del volontario e Core curriculum”, dott.ssa Laura Miana.- 27 marzo: “Gli aspetti psicologici del malato e la sua famiglia”, dott.ssa Lucia De Cosimo.- 3 aprile: “Il volontario, il malato e la famiglia: la relazione d’aiuto”, dott.ssa Cristina Zaetta.- 10 aprile: “Etica e cure palliative”, dr. Spiridione Della Lucia.- 24 aprile: “La dimensione esistenziale e spirituale di fronte al morire”, dott.ssa Laura Campanello.- 9 maggio: “Elaborazione del lutto”, dr. Luigi Colusso e Gigi Zol-dan.- 15 maggio: “Confronto e riflessioni comunitarie. Forum di discus-sione”, dott.ssa Laura Miana.- 23 maggio: “Testimonianze e conclusione del Corso”. Volontari diretti, dott.ssa Laura Miana, Nadia Dell’Agnola, dr. Pietro Paolo Faronato.

Tanti e positivi i “voli” del pettirosso nel 2013

Ricordiamo i riferimenti di contatto di Cucchini Agordino:Cell. 342 0813080 – [email protected] – www.cucchi-niagordino.it (sul sito è scaricabile il modulo motivazionale di iscrizione al corso)

a tutti di conoscere le finalità, gli obiettivi dell’Associazione, il percorso fatto in questi anni

di lavoro, i primi accenni alle cure palliative, la formazione e le competenze del volontario e i progetti per il futuro. Ha condotto la serata la presiden-te dell’Associazione Nadia Dell’Agnola e sono intervenuti il dr. Nevio Menegus, il dr. Pietro Paolo Faronato, il dr. Sandro De Col e il dr. Giuseppe Zanne. In conclusione di serata sono state raccolte le prime iscrizioni (negli auspici nume-rose), dei nuovi partecipanti all’iniziativa.

Il Corso prevede 10 incontri formativi, che si terranno presso la sala dell’ex Municipio di Taibon Agordino, sempre alle 20.30. Gli argomenti trattati saranno vari, allo scopo di dare una formazione completa ai partecipanti.

medico palliativista e bioeticista, che ha affrontato con il tema attua-lissimo “Chi sceglie alla fine della mia vita?”, i problemi etici alla fine della vita. E ancora il via alle assi-stenze all’interno dell’ospedale di Agordo, come richiesto dall’U.O. di Medicina e Lungodegenza dell’ospedale stesso, grazie alla convenzione del 15 maggio siglata con la Ulss 1.

Ricordiamo quindi la parteci-pazione dell’Associazione alla “Giornata del sollievo”, l’organiz-zazione, in occasione della festa dei Patroni SS.Pietro e Paolo, della mostra d’arte “In viaggio verso l’orizzonte”, con esposi-zione di opere di artisti di tutto il territorio; la partecipazione di alcuni volontari al Congresso Nazionale delle cure palliative che si è tenuto a Bologna, per approfondire la conoscenza degli argomenti relativi all’assistenza del malato di fine vita, dei suoi familiari e delle cure palliative. E ancora, la partecipazione di un gruppo di volontari a “Il ritiro del volontario”, all’OPSA (Opera della Provvidenza di Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano): incontro con gli ospiti (persone con gravi disabilità), con condivisione delle attività ricreative, delle funzioni religiose, della quotidianità della struttura; il varo del coordinamen-to “Volontari delle Dolomiti”, per il

sollievo e l’assistenza nello spirito delle cure palliative, tra le quattro Associazioni dell’Ulss 1 di Bellu-no: Cucchini Onlus di Belluno, Cucchini Associazione Agordino, Cucchini Associazione Pelmo per lo Zoldano e Vita Senza Dolore per il Cadore; l’organizzazione, in collaborazione con l’Auser “El Brói” di Agordo e il supporto del Centro Servizi del Volontariato di Belluno, del Corso “Assistenza per malati e anziani nel mondo della burocrazia: il ruolo del volontario”, che ha previsto, alla fine, l’apertura di uno sportello presso la sede di Cucchini Agordino, con l’obiettivo di dare un aiuto a quanti debbono districarsi nel mondo della buro-crazia per conoscere i diritti di cui si gode se si assistono malati o anziani (lo sportello è aperto tutti i lunedì dalle 17.30 alle 19.00 presso la sede di Cucchini Asso-ciazione Agordino nell’ospedale di Agordo).

Infine, la promozione, a con-clusione dell’anno 2013, dello splendido Concerto di Natale, nell’arcidiaconale di Agordo, con le esibizioni (coordinate dalla prof.ssa Marta Bianchi) de “I Musici” di Agordo, della “Nuova Corale” della Parrocchia di S. Maria Nascente, della cantante Paola Crema, ma-gistralmente diretti dalla prof.ssa Marina Nessenzia.

Il Consiglio Direttivo

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Echi di Agordo20 Febbraio 2014

solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato

Collaborazione, passione, sostegno e solidarietà… questo si respirava sabato 1 febbraio durante il «Tor-neo dell’Amicizia» svoltosi al Palasport «De Mas» di Belluno.

L’iniziativa, promossa dalla studentessa Giuliana Sasso, in collaborazione con il Grup-po Sportivo Dilettantistico «Schiara» e la Cooperativa Sociale «Società Nuova», è stata la conclusione di un percorso di tirocinio incen-trato sulla promozione e l’integrazione sociale di per-sone con disabilità cognitiva e, soprattutto, mirato alla sensibilizzazione dei ragazzi mediante lo sport; nello spe-cifico, attraverso l’attività del calcetto.

Così, a novembre 2013 è nata l’idea di organizzare una serie di allenamenti integrati tra ragazzi esordienti del G.S.D. Schiara e la squadra di calcetto di Società Nuova; «un modo sano e divertente per conoscersi reciprocamente tramite la condivisione di una passione e l’insegnamento reciproco» racconta la gio-vane studentessa, «e desidero ringraziare gli allenatori Claudio Stiz del G.S.D. Schia-ra, Omar Taglietti, Aurelio Ferraro e Michele Firpo per la squadra di Società Nuova, che con competenza e capaci-tà hanno saputo gestire ogni incontro in modo esemplare, coinvolgendo e facendo di-vertire tutti».

Concluso il periodo di alle-namento, sabato 1 febbraio è

Le proposte dei ragazzi e del personale del Centro Diurno

En vècio mestiér ogni més… Anca noi sión del paés…

Mercoledì 18 dicembre, du-rante l’annuale festa di Natale del Centro Diurno disabili adulti di Agordo, gestito da Società nuova S.C.S in convenzione con l’Ulss n° 1 di Belluno, è stato presentato il Calendario 2014, intitolato “En vècio mestiér ogni més… Anca noi sión del paés…”.

La realizzazione dell’attività è nata durante il corso dell’anno, all’interno di una dettagliata e variegata programmazione che viene proposta agli utenti in base alle loro capacità, preferenze, inclinazioni.

Sfogliando il calendario si trovano immagini scattate sul territorio per lo più Agordino che riportano alla scoperta di vecchi mestieri, attrezzi e abbigliamenti in uso nel secolo scorso. Ciò che lo rende originale è vedere i nostri ragazzi impegnati e imme-desimati in occupazioni ormai in disuso e alle prese con antichi arnesi quasi dimenticati.

L’impegno è stato significa-tivo e assai lungo, ognuno con il suo ruolo. Da chi ha avuto l’idea iniziale, chi ha preso i contatti con il territorio, chi ha messo a disposizione abiti e coordinati, chi ha speso la sua

passione per la fotografia e non ultimi per importanza, i ragazzi che hanno aderito alla proposta con entusiasmo, hanno seguito le indicazioni fornite durante gli scatti, hanno accettato di apparire talvolta comici o poco presentabili per immedesimarsi nel lavoro.

L’impegno non è stato solo operativo ma soprattutto emo-zionale: incontrando persone che spontaneamente hanno aperto le loro porte di casa ap-poggiando l’iniziativa, si sono creati nuovi legami, consoli-dato gli esistenti, e riscoperto la bellezza del territorio con la sua storia.

Le attività commerciali della zona si sono dimostrate parti-colarmente sensibili e partecipi, sostenendo il progetto con libere donazioni; a queste va il nostro più sentito ringraziamento.

Per chi volesse acquistarne una copia, si può rivolgere al Centro Diurno di Agordo, in via Dozza, 1 presso l’edificio del Polifunzionale:Tel.0437/64561 ([email protected]). Il raccolto della vendita verrà destinato per la realizzazione di nuove e sempre creative attività per i ragazzi. E.M.

Promozione e integrazione sociale per persone con disabilità cognitiva

Il valore dello sport nellasensibilizzazione dei ragazzi

stata la volta del Torneo che ha visto impegnate quattro squadre miste. Le partite vissute appieno dai giocatori, hanno appassionato anche il numeroso pubblico presente che ha sostenuto, applaudito e allegramente accompagnato l’intera manifestazione.

Negli spogliatoi il clima di amicizia è continuato; non è importato che non ci fosse un vincitore; negli occhi di tutti si potevano leggere la soddisfazione e la felicità per questo incontro che, a detta del gruppo degli esordienti, è stato un’occasione unica per conoscere nuove persone e per imparare da loro ad affrontare le difficoltà della vita con un sorriso.

Come è noto, Società Nuova è una Cooperativa Sociale che dal 1977 si occupa di servizi alla persona nel territorio bellunese, operante con una struttura anche ad Agordo. È possibile seguirne i progetti e le iniziative che la vedono protagonista, attraverso il sito:

www.societanuova.eu

Belluno. Squadre e allenatori assieme per la foto ricordo al termine della riuscita manifestazione al Palasport «De Mas».

Il simbolico logo del «Torneo dell’Amicizia».

...il gustoso ca-lendario 2014, r e a l i z z a t o con passione e maestria da disabili adulti del CEOD di Agordo, in cui si trovano imma-gini scattate sul territorio per lo più agordino che riportano alla scoperta di vecchi mestieri, attrezzi e ab-bigliamenti in uso nel secolo scorso...

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Echi di Agordo 21Febbraio 2014

solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato

Il Progetto “San Martino”La Caritas diocesana ci ha invitato – in particolare durante il

periodo di Avvento - a guardare alle persone più deboli, a colo-ro che hanno perso il lavoro e normalmente vengono seguite e accompagnate con un sostegno in particolari circostanze. Prima di Natale si sono riuniti con il Parroco i membri dell’Ambito “Chiesa che accoglie e ama” del Consiglio Pastorale, per vedere come dare seguito nella nostra parrocchia al questo progetto della Caritas, individuando alcune proposte di lavoro.

Nei primi giorni di febbraio sono stati consegnati due nominativi di persone che si sono rese disponibili a effettuare i lavori che verranno loro richiesti.

Per quanto riguarda la nostra Parrocchia, d’accordo con il Con-siglio di Amministrazione, si è provveduto a individuare tre lavori da realizzare: imbiancature di due aule della Sacrestia, pulizia degli scaffali dell’Archivio Arcidiaconale e pittura di corridoi e aule del Centro Parrocchiale, con verniciatura lavabile.

Come già è stato spiegato a suo tempo: l’assunzione delle persone con relativo stipendio è a carico della Caritas diocesana, mentre al materiale provvederà la parrocchia.

Don Giorgio

Dove lasolidarietà è sempre di casa

Si è ripetuto puntuale an-che nell’anno 2013, il 18°, il nobile gesto di solidarietà dei Bòce da Rif e del Gruppo alpini di Agordo-Rivamonte-Taibon nei confronti di Casa Via di Natale di Aviano, la benemerita struttura colle-gata al centro oncologico pordenonese, punto di rife-rimento anche per i pazienti bellunesi.

Il 28 dicembre scorso, infatti, una delegazione del sempre attivo gruppo di Rif si è recata ad Aviano per conse-gnare i due mila e 500 euro, raccolti con la Lucciolata del 10 novembre 2013 e con un contributo degli Alpini, alla direzione di Casa Via di Natale, attraverso suor Amabile.

Tale contributo, come ten-gono a ricordare i Bòce da Rif che sostengono le attività di Casa Via di Natale dal 1996, è stato possibile grazie anche alla collaborazione dei bar e negozi che hanno esposto una cassetta nei loro locali, nonché alle spontanee offerte fatte dalla gente in occasio-ne della Lucciolata del 10

Aviano, 28 dicembre 2013. La rappresentanza dei Bòce da Rif, com-posta da Riccardo, Moreno e Sandro con suor Amabile alla quale hanno consegnato il contributo per Casa Via di Natale.

novembre, l’ormai tradizio-nale camminata benefica di san Martino da piazza santa Maria di Agordo fino alla piazzetta del villaggio, dove si è felicemente conclusa con una bella tombolata, la pesca di beneficenza, tè caldo, castagne e vin brulè, cioccolata calda e dolci pre-parati dalle mamme e buona musica, il tutto orchestrato dall’immancabile simpatia dell’amico Pino.

La direzione della Casa Via di Natale ha ringraziato la delegazione agordina, sotto-lineando come tali donazioni siano importantissime per continuare a garantire il sup-porto alle persone ammalate e ai loro cari.

A loro volta i Bòce da Rif, oltre agli Alpini sempre pre-senti, ringraziano i negozi dell’Agordino e la gente che ogni anno partecipano all’iniziativa regalando pre-mi per la tombola e la pesca. Il 2013 si è chiuso quindi con un’altra significativa pagina scritta dai due soda-lizi agordini nel libro della solidarietà.

Lo sport e il volontariato ancora una volta concretamente uniti nella solidarietà.

Il Gruppo Sportivo Taibon (che quest’anno festeggerà il 50° di fondazione), guidato da Antimo Savaris, e gli «Amighi da Listolade» venuti a conoscenza che al Polifunzionale di Agordo si era guastato un televisore e che la struttura aveva difficoltà a sostituirlo, hanno ritenuto che non era possibile lasciare gli ospiti senza questo piccolo mezzo di compagnia.

Si sono quindi subito attivati e, in accordo con i responsabili della struttura stessa, durante le festività natalizie, hanno provveduto ad acquistare un nuovo apparecchio e a por-tarlo in dono agli ospiti del Polifunzionale fra i quali anche due compaesani, fotografati assieme ai rappresentanti del G.S. Taibon e degli Amighi da Listolade in occasione della semplice cerimonia di consegna della TV color.

La consegna agli ospiti del “Polifunzionale” del TV color, omaggio del GS Taibon e dei “Amighi da Listolade”.

Da sport e volontariato di TaibonIl dono dI una TV per glI ospITI del polIfunzIonale

La “Lucciolata” per Via di Natale

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Echi di Agordo22 Febbraio 2014

cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina

Cristina Savaris darà man forte all’attività del Gruppo Alpini di Agordo-Rivamonte-Taibon. Dopo la consegna (avvenuta un anno fa) della tessera di socio al giovane Luca Da Roit, che aveva svolto la mini-naja, l’assemblea annuale del sodalizio guidato da Lauro Caio Gavaz ha regalato un’altra buona notizia.

Domenica 8 dicembre 2013 nell’ex municipio di Taibon, in-fatti, è stata annunciata l’entrata nel gruppo di Cristina Savaris. Per quest’ultima è la tappa finale di un percorso iniziato più di un anno fa.

La giovane di Taibon ha prestato servizio dall’11 set-tembre al 20 novembre 2012 presso il 235 RAV di Ascoli Piceno per l’addestramento al combattimento e dove, il 26 ottobre, ha prestato giuramen-to. Dal 21 novembre 2012 è dunque diventata effettiva al 7° Reggimento Alpini di Belluno

Cristina Savaris, la giovane di Taibon entrata a far parte degli Al-pini, fra il capo gruppo Caio Gavaz (a dx.) e il responsabile della protezione civile Alessandro Savio.

Il nucleo di Protezione civile con il responsabile Alessandro Savio (primo a sn.) e il capo gruppo Alpini, Caio Gavaz (ultimo a dx), al termine dei recenti lavori su due ponticelli sul Campregana in Val di Frèla.

e inserita nel plotone “Alpie-ri”. Durante la preparazione ai Casta (Campionati sciistici truppe alpine) si è infortunata al menisco del ginocchio sinistro e la conseguente operazione l’ha costretta a lasciare il plotone. Da dicembre 2012 a gennaio 2013 è stata in servizio ad Arabba per la stesura del modello 1 giornaliero (rilevazione quan-tità neve, neve fresca, densità, temperatura, vento, valanghe) alla stazione meteorologica di Porta Vescovo. Ritornata a Belluno, Cristina è stata dunque impegnata in addestramento, poligoni, picchetti di rappre-sentanza e lavori d’ufficio fino al 10 settembre 2013, giorno del congedo.

“Brava Cristina – ha detto il capogruppo Caio Gavaz, con-segnandole la tessera di socio - benvenuta fra di noi”.

Come sempre l’assemblea è stata anche l’occasione per rias-sumere quanto fatto dal Gruppo Alpini nel corso dell’anno che volge al termine.

Nell’elenco delle molteplici attività ricordate dal capogrup-po spiccano la partecipazione alle settimane bianche e verdi con gli ipovedenti, la cerimonia di consegna della bandiera dei combattenti e reduci, la spe-dizione dei libri regalati dalla scuola elementare di Taibon ai terremotati, la presentazione

L’8 dicembre a TaibonglI alpInI In assemblea

Il Nucleo di Protezione Civile, guidato da Alessandro Savio, che fa parte del gruppo alpini di Agordo, Rivamonte e Taibon, fra i molteplici interventi effettuati in questi anni si è particolarmente distinto nel recupero, sistemazione e realizzazione di diversi ponticelli in legno sui torrenti della Conca Agordina, deteriorati dal tempo e dagli agenti atmosferici. In alcuni casi si è trattato di operazioni piuttosto impegnative, su manufatti con luci anche di oltre dieci metri, portate a termine con l’impiego di legname di larice e metodi tradizionali al fine di salvaguar-dare sia l’estetica di montagna che garantire la durata nel tempo delle opere stesse. Tali interventi, chiamati esercitazioni di protezio-ne civile, sono programmati ogni anno a rotazione, nei Comuni di Agordo, Taibon e Rivamonte, e vi partecipano i volontari alpini e aggregati che forniscono gratuita-mente la loro opera e l’esperienza acquisita negli ormai venti anni di

Interventi della Protezione Civiletorrente Campregana, sempre in Comune di Agordo. Hanno par-tecipato a questo intervento una decina di volontari che hanno prov-veduto alla rimozione dei tavoloni del manufatto, ormai deteriorati, e alla conseguente sostituzione con nuovo materiale in larice, nonché alla realizzazione del parapetto per rendere praticabile e sicura la vecchia stradina che da Farénzena porta al Dón.

Va segnalato che, conferman-do la loro ben nota generosità, nell’occasione gli alpini non hanno fornito solo la mano d’opera, ma anche i materiali sostenendo una spesa di 1.250 euro. «Queste iniziative» ha affermato Savio, par-ticolarmente soddisfatto dell’esito dei lavori «sono un valido aiuto per la collettività e auspichiamo che contribuiscano ad avvicinare i giovani al Gruppo Alpini, ade-guandosi alle necessità del tempo presenti nei nostri paesi ed essere utili nel campo del volontariato e nel sociale».

del libro “Voci della steppa”, la pulizia dell’area circostante l’ex caserma degli alpini di Agordo. E ancora la verniciatura del pon-te sul Tegnas e la sostituzione dei pannelli all’isola ecologica e soprattutto il fattivo contri-buto offerto nell’organizzazio-ne di manifestazioni in tutto l’Agordino, da Sport in Piazza all’adunanza del Cai, dalla Fe-sta dell’amicizia al trofeo dei 16 comuni, dalla Ciclinvalle alla festa “in casa” a Paluch di Rivamonte.

Prezioso anche il lavoro svolto del nucleo di protezione civile, guidato da Alessan-dro Savio. Una quindicina le collaborazioni e gli interventi effettuati, per un totale di 27 giornate lavorative e 800 ore a titolo di volontariato.

Durante la Messa celebrata dal parroco di Taibon, don Ma-rio Zanon, sono stati ricordati i soci deceduti nel corso del 2013: Luigi Selva, Titano Fontanive, Giuseppe Tormen, Ennio Nico-lao e Antonio Benvegnù.

vita del Nucleo di P.C.. Oltre alla sistemazione di sentieri, strade fo-restali e recuperi ambientali, sono stati dunque sistemati dei ponticelli sui torrenti Bordina e Val di Nare in Comune di Taibon, sul torrente

Sarzana in quello di Rivamonte, sul Missiaga in Comune di Agordo e, nel settembre scorso, anche due piccoli ponticelli, rispettivamente della lunghezza di cinque e sette metri, in località Val di Frèla, sul

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Echi di Agordo 23Febbraio 2014

cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina

La Sezione Agordina del CAI si riunirà in assemblea annuale dei Soci domenica 23 marzo, secondo il programma riportato a parte.

Tra gli importanti cambia-menti intervenuti nel corso del 2013 si segnala la scissione della Sottosezione di Caprile/Alleghe Civetta-Marmolada “Eliana de Zordo” che, a seguito della domanda inoltrata alla Sede Centrale, ha assunto il titolo di organismo autonomo con la denominazione di “Sezione di Caprile”. Riprendendo quanto già sottoscritto in sede regionale, mentre si augura buon lavoro a Caprile in favore del compren-sorio, la Sezione madre segnala che tale scissione non mancherà di creare una situazione alquanto penalizzante per l’Agordino sotto il profilo della negatività dell’immagine storica del ter-ritorio e soprattutto dell’unità

del mondo alpinistico vecchio di 150 anni.

Alla luce del momento di assoluta emergenza meteorolo-gica, la Sezione dovrà attivarsi per verificare la fruibilità del territorio con sopralluoghi che saranno effettuati in primavera onde controllare lo stato della sentieristica e delle opere alpine sicuramente penalizzate dalle abbondanti nevicate, forse in misura maggiore che nel 2009.

Essenziale per il funziona-mento dell’apparato del CAI è il nuovo tesseramento informa-tizzato on-line, che permette l’iscrizione diretta alla banca dati della Sede Centrale elimi-nando vari passaggi.

Il nuovo sistema offre sicuri vantaggi ma anche un carico di lavoro di tipo “professionale” che la segreteria sezionale deve svolgere in via telematica senza

Antonello Cibien (presidente Sezione Agordina) e Gabriella Bellenzier (presidente Sezione di Caprile): dal 2014 in montagna per differenti sentieri.

2013: l’anno dello... strappodella Sottosezione di Caprile

possibilità di delegare ad altri come avveniva in passato. Una volta verificata la validità del nuovo sistema, in futuro tutto ri-sulterà più semplice, nonostante la necessità dei soci di doversi presentare in sede in giorni

prestabiliti sia per le nuove iscri-zioni, sia per il pagamento del rinnovo annuale, per eventuali variazioni dei propri dati e per la firma della liberatoria relativa al trattamento delle informazioni sensibili (Privacy).

Intervento dei volontari del CAI di Frassené al Rifugio Scarpa-Gurekian domenica 2 febbraio; una prevenzione necessaria che ha impedito danni alla struttura cre-ando spazio per la neve che deve ancora cadere. Grazie a tutti da parte della Sezione Agordina.

Domenica 23 marzoassemblea annuale

Ore 9,00 - Chiesa di S. Cipria-no a Taibon Agordino- Santa Messa a ricordo dei Soci e degli Amici scomparsi.

Ore 10 - Sala convegni “Don Tamis” della Comunità Mon-tana Agordina (g.c.).Ordine del giorno:- Relazione generale del presi-dente della Sezione;- Aggiornamento stato opere alpine;- Rendiconto economico a cura del tesoriere;- Libero dibattito; interventi;- Approvazione relazione del presidente e bilancio;- Premiazioni e riconoscimenti a soci.- Pranzo sociale al Rustico in Valle di San Lucano.

sezione agordinadel c.a.i.

orario apertUra della sede

Avvio della stagione 2014 con la “ciaspolada” di una quarantina di soci a Malga Fossetta (Primiero) in una delle poche giornate con meteo favorevole.

Piazzale Marconi, n.1332021 AGORDO (Belluno)

tel / fax 0437/62904

- Mercoledì: 9.00-12.00;- Venerdì: 20.00-22,00;- Sabato: 9.00-12.00sino al 31 marzo

- Mercoledì: 9.00-12.00;- Venerdì: 20.00-22.00dal 1° aprile al 30 agosto

Si raccomanda vivamente di rinnovare o iscriversi

entro il 31 MarzoL’iscrizione è possibile solo presso la Sede Sociale.La copertura assicurativa decorre dal giorno seguente l’iscrizione o il rinnovo.

Sito web : www.caiagordo.it e-mail: [email protected]

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Echi di Agordo24 Febbraio 2014

Voci che non finiscono di stupire

“i mUsici” Ancora uno splendido concerto con la Nuova

Corale e la soprano Paola Crema in favore della Cucchini Associazione Agordino

cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina

dolomITI In Coro

Un’impegnativa serie di con-certi ha caratterizzato l’attività dei Musici, l’affermato Coro dell’Istituto Comprensivo di Agordo, che nei primi mesi dell’anno scolastico si è esibito in quattro diverse occasioni. Il primo appuntamento è stato legato alla manifestazione «Dolomiti in coro», la rassegna itinerante di canto corale, pro-mossa dalla consulta provincia-le dell’Asac, l’Associazione per lo sviluppo delle attività corali del Veneto

Si tratta di una rassegna provinciale che stimola i cori bellunesi a conoscersi, mettendo in luce il lavoro appassionato di direttori e cantori. Uno dei concerti di questa rassegna, ha avuto luogo il 17 novembre nella Chiesa Arcidiaconale di Agordo, dove è stato ospitato il coro femminile Volinvoce di Tai di Cadore. I due gruppi corali hanno dato vita a un’esi-bizione canora contrassegnata in entrambi i casi da un reper-torio vario ed interessante e da una accurata ricerca sonora e dinamica.

musICa epaTTInaggIo

Un originale accostamento di espressioni artistiche è stato rappresentato in seguito, nel

mese di dicembre, dal secondo appuntamento, in cui I Musici hanno prestato la loro voce a supporto di alcune scene dello spettacolo di pattinaggio a rotel-le, tenutosi a Belluno, ispirato al Canto di Natale di Dickens.

A fine dicembre, due appunta-menti natalizi hanno impegnato il coro: il primo nell’Arcidia-conale di Agordo in favore dell’Associazione Cucchini, insieme alla Nuova Corale e alla cantante Paola Crema.

(continua a pag. 25)

per la CuCChInI

L'arcidiaconale di Agordo gremita per ascoltare I Musici, la Nuova Corale e la soprano Paola Crema, protagonisti della serata canora dell'antivigilia di Natale sotto la direzione di Ma-rina Nessenzia e con Manuela Ben al pianoforte. Un repertorio ricco e variegato, imperniato sul Natale, ha catturato l'attenzione del pubblico, coinvolgendolo in un alternarsi di brani di epoche e stili diversi. La voce piena e delicata della cantante Paola Crema ha emozionato attraverso l'espressività sia nei brani da solista (l’Ave Maria di Caccini, la Nenia del Somma e Stille Nacht), come nel dialogo con la Nuova Corale con applausi a scena aperta per Vierge Marie, Cantique de Noel, ma soprat-tutto per lo splendido Pueri Concinite di Herbeck. Non meno accattivante il repertorio

de I Musici: una cinquantina di ragazzi, di età compresa fra i dieci e i diciott'anni, che hanno saputo incantare ancora una volta con la loro espressività, la compostezza, l'impegno e la bella vocalità esplosa con un Cantemos a Maria finale dav-vero di grande emozione, che ha richiesto il bis.

Come nel 2012 il bel concerto, promosso dalla Cucchini As-sociazione Agordino, ha avuto una lodevole finalità benefica. La presidente del benemerito sodalizio, Nadia Dell'Agnola, ha brevemente ricordato l’im-pegno della Cucchini nell'am-bito delle cure palliative e, ringraziando i protagonisti della serata, ha formulato gli auguri con una breve riflessione: «Amo

Lunedì 23 dicembre. I Musici, diretti da Marina Nessenzia, con la Nuova Corale, il soprano Paola Crema e la pianista Manuela Ben, hanno incantato il pubblico nel concerto per la Cucchini nell’arcidiaconale.

Agordo, 17 novembre 2013. Un meritato riconoscimento dell’Asac alla maestra Marina Nessenzia e, sotto, il Coro Volinvoce, diretto da Gabriella Genova, con Silvia Riva al pianoforte.

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Echi di Agordo 25Febbraio 2014

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Sono i nostri ragazzi. Sono lì sulla gradinata del presbi-terio, in silenzio, pronti, lo sguardo fisso verso la direttri-ce del coro Una composizione ordinata di giovani volti e di spartiti, uniformati da un’ele-gante divisa, in attesa di un tocco della mano che dia il via e liberi le loro voci, la loro delicatezza.

E il canto si espande come

definire la Notte di Natale la più bella delle notti che invita a fare silenzio dentro di noi, a disporre il nostro cuore in ascolto, a porgere l'orecchio e lasciarci inondare dalle dolci note della vera notte dei tempi, trattenendo i suoni e l'armonia che provengono dall'eternità affinché formino una sinfonia meravigliosa che riempia il nostro cuore e ci accompagni per tutto l’anno».

a CorTIna

Infine I Musici si sono esi-biti nel Santuario della Difesa a Cortina, in un programma interamente affidato alla loro esecuzione. L’evento, rinviato dal 26 al 28 dicembre a causa dei disagi creati dal maltempo, ha consentito di apprezzare il gruppo corale per la capacità di padroneggiare in modo pro-fessionale la presenza scenica, arricchita a tratti da movimenti coreografici, e per la cura posta nell’educazione vocale ed espressiva e nella ricerca di un repertorio vario e coin-volgente.

La richiesta di un bis è stata accompagnata da un caldo apprezzamento, da parte degli organizzatori, per l’impegno necessario a raggiungere questa cura della vocalità e dall’auspi-cio di poter avere anche a Cor-tina un’analoga formazione.

28 dicembre 2013 . L’ultimo apprezzato concerto dell’anno nel Santuario della Difesa a Cortina d’Ampezzo.

Quest’ultima esperienza co-stituisce una nuova occasione in cui il coro rappresenta con onore l’Istituto Comprensivo di Agordo e testimonia il continuo progredire del gruppo, il cui me-rito è da ascriversi all’impegno di tante persone che, accanto all’insegnante Marina Nessen-zia, ne sostengono la crescita, da dentro e fuori l’ambiente scolastico. Tra questi i genitori e quanti in molte occasioni si prestano mettendo a disposizio-ne le più svariate competenze per rendere possibile la realiz-zazione dei vari eventi, ma, in prima linea, i numerosi ragazzi che da più anni partecipano a questa attività con costanza ed esemplare impegno, maturando sempre più precocemente una sensibilità musicale non comu-ne alla loro età e la capacità di apprezzare e padroneggiare repertori anche di una certa complessità.

per magia, riempie le ampie navate, le menti e i cuori in attesa.

Una melodia quasi celestia-le. Non è solo canto, è musica, è armonia. È un’unica voce che irrompe e schiude gli animi più restii, riservati. Li avvolge, li corteggia, li penetra, li ammorbidisce. È benessere quello che si prova. È voglia di pace, di

bontà da ricevere e dare. È l’invito dei nostri figli e nipoti a impegnarci per diventare persone migliori, lasciando in parte gli egoismi. Perché si può, basta volere. Come hanno fatto loro con ore e ore di prove. Ore di attenzione, di controllo della naturale voglia di giocare, di correre, di vociare. Ore di rinuncia per raggiungere una meta più grande.

Questo canto è un dono che offrono ai presenti ma oserei dire soprattutto a se stessi. Forse loro non lo sanno ancora, ma questo cammino fatto assieme, di accoglienza di una proposta così alta, è una sfida vinta, la più sicu-ra, perché ha insegnato uno stile e il gusto del bello. Un allenamento che li aiuterà in futuro a superare le altre sfide, quelle della vita.

Grazie ragazzi, grazie direttrice Marina che con-tinui a chiedere tanto, a te stessa ma soprattutto ai nostri giovani, offrendo loro l’opportunità di verificare le proprie potenzialità e di gustare la soddisfazione per l’armonia raggiunta con un lavoro comune.

Che sia anche questo il significato dell’arte?

Floriana Santomaso

I Musici. Una melodia quasi celestiale

Una bella immagine de “I Musici” con la direttrice Marina Nessenzia e la pianista Manuela Ben.

Il Coro dell’Istituto comprensivoUna splendida realtà

Una continua sorpresa!

(segue da pag.24)

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Echi di Agordo26 Febbraio 2014

LA MAgIA dEI “VoCEVErSA”E L’“AMICIzIA” dI LorETTA BEn

Al tradizionale concerto di S. Stefano

Loretta Ben, proclamata «Amica del Coro Agordo 2013».

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Ospiti d’eccezione e un nuovo degnissimo «amico» quest’anno per il tradizionale concerto di Natale del Coro Agordo. Sono stati questi gli ingredienti essenziali del sem-pre atteso appuntamento canoro della sera di santo Stefano nella chiesa arcidiaconale di Agordo, con tanta gente accorsa ancora una volta a manifestare l’affetto e l’apprezzamento al coro di casa e ad ascoltare della buona musica, ma non solo.

Per la 32ma volta, infatti, il gruppo corale agordino ha voluto esprimere gratitudine a chi gli è particolarmente vicino e ne sostiene l’attività in modo discreto ma concretamente.

Con un grande applauso, dopo quelli altrettanto calorosi riservati ai due complessi, è stata perciò accolta Loretta Ben, attuale sindaco di Taibon, proclamata «Amico del Coro Agordo 2013». Significativa e quanto mai appropriata la de-dica riportata nella targa conse-gnatale dalla presidente Elena Vallata: «Donare il proprio tempo al prossimo è la “chiave” che apre la porta di ogni cuo-re». «Un riconoscimento», ha sottolineato la Vallata, «a una persona speciale che, al di là del ruolo istituzionale, con genero-sa semplicità e riservatezza, ci ha dimostrato un’amicizia per noi preziosa».

Quella stessa amicizia che ha portato nuovamente ad Agordo

Come sempre, hanno avuto torto gli assenti, perché hanno perso una più che favorevole occasione, in particolare gli appassionati di gregoriano, per gustare un’ora di buona e bella musica. Quella offerta sabato 7 dicembre dallo splendido gruppo corale «Voce mea» di Santa Giu-stina Bellunese, diretto da Maria Silvia Roveri. L’iniziativa, proposta dalla parrocchia di santa Maria Nascente, come ha ricordato l’arcidiacono monsignor Lise, era pure un invito alla comunità ad ap-profittare dell’opportunità offerta dal concerto di canto gregoriano «Gratia Plena» per un momento di meditazione alla vigilia della festa dell’Immacolata.

Incentrato sulla figura di Ma-

il prestigioso gruppo vocale biellese a cappella «Vocever-sa», (nella foto sopra) che ha entusiasmato il pubblico con la magistrale esecuzione, ricca di virtuosismi e raffinatezze voca-li, di una dozzina di brani del loro repertorio che va dall’epo-ca medioevale e rinascimentale ai giorni nostri, con stili e ma-trici culturali diverse.

Ma altrettanto meritati e calorosi sono stati gli applausi riservati ai coristi di Roberta Conedera, che hanno aperto la serata con pezzi della tradizione natalizia e con altri canti d’au-tore dimostrando sicurezza vocale e non comune sensibilità interpretativa.

Il fasCIno mIsTerIoso del gregorIano

ria, l’esibizione si è svolta su un programma articolato in 4 quadri: Tempo di Avvento e di Natale, Verso la Pasqua, Tempo pasquale e Tempo dell’anno, ognuna delle quali si è aperta con un’antifona mariana chiudendosi con una strofa dell’Inno Akathistòs di lode alla vergine.

Quattro momenti durante i quali i dodici coristi hanno alternato, con effetti assai suggestivi e coinvolgenti, esecuzioni musicali del repertorio gregoriano classico e delle recenti scoperte della semiologia gregoriana, a recitativi in tema mariano, espressioni della devozione popolare rinascimenta-le ripresi da Dante, dal Libro dei re, da Petrarca e da san Bernardo di Chiaravalle.

Il Coro gregoriano «Voce mea» nel concerto«Gratia plena» del 7 dicembre 2013 nell’arcidiaconale.

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Echi di Agordo 27Febbraio 2014

Etnoarcheologia pastoralee Museo archeologico

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È sempre in piena attività il Grup-po Archeologico Agordino ARCA. Conclusi i lavori di scavo relativi a siti di maggior caratterizzazione archeologica, che vanno dal Me-solitico finale (8.000 anni fa) alla seconda età del Ferro (V-III sec. a.C.), ora si sta operando in un ambito temporale più recente con ricerche sull’attività metallurgico – mineraria. In queste due ultime stagioni si è lavorato in valle del Mis, località “le Loppe” con l’intento di riuscire a recuperare la storia di miniere di rame prossime alla miniera di cinabro in Vallalta. Di tale attività sarà data ampia relazione sul prossimo numero di Echi.

I nostri due soci e studiosi Ga-briele Fogliata (vice presidente) e Piergiorgio Cesco Frare hanno intrapreso un’interessante ricerca riguardante i recinti antichi usati dai pastori per il ricovero delle pecore in provincia di Belluno.

Nelle scorse settimane hanno dato risalto all’attività con con-ferenze dal titolo “Nel recinto di Polifemo – Etnoarcheologia pastorale in provincia di Belluno” descrivendo il ricco elenco dei siti documentati. Da questa indagine è nata una intesa che prevede una campagna di scavi.

Uno di questi siti, nel pianoro delle Vette Feltrine (Busa delle Vette), insiste nel territorio del Parco delle Dolomiti bellunesi, la Direzione del quale ha accettato con entusiasmo l’indagine di scavo proposta da Arca, sottoscrivendo una convenzione e fornendo un importante contributo e il patrocinio per la ricerca che verrà effettuata la prossima estate. L’accordo preve-de il doveroso coinvolgimento della Soprintendenza dei beni Archeo-logici veneta e di studiosi esperti in questo campo come i direttori di scavo professoressa Pedrotti e il dr. Cavulli dell’Università di Trento e il dr. Carrerdella della prestigiosa Università inglese di York. Per l’indagine l’Università di Trento ha chiesto la concessione ministeria-le. ARCA eseguirà lo scavo e si impegnerà per la logistica, che sarà complessa e impegnativa data la difficoltà di raggiungere il sito. Sono già stati fatti i rilievi geomorfologici e la documentazione orto-fotografica del sito dalla Ditta Zollet Service di Santa Giustina, con l’utilizzo del “drone” e di sofisticati software di restituzione.

Proposta per un Museo Arche-ologico Agordino

Ormai dal 1996 il nostro gruppo è attento, oltre alla ricerca siste-matica, anche alla valorizzazione dei reperti archeologici, siano questi raccolti dal Gruppo nelle sette campagne di scavi effettuate nel nostro territorio, sia di quelli raccolti in Agordino ma da tempo depositati nei Musei di Belluno e Cividale del Friuli, che non sem-pre sono degnamente proposti al pubblico e che potrebbero ritornare tra noi.

Per poter attuare tale “sogno” è necessario un locale, che ARCA ha individuato nella sala al primo piano dell’edificio ex-macello, attuale raccolta museale di via 5 maggio, di proprietà comunale. Nei giorni scorsi è stata presen-tata formalmente la richiesta in tal senso al sindaco Renzo Gavaz e

I prossimi obiettivi del Gruppo

all’assessore competente Cristina Bien e siamo in attesa di un favo-revole riscontro. Nel frattempo ab-biamo interessato, anzi sono anni che lo facciamo, sottoponendo la proposta alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto la quale, tramite i suoi esperti ispet-tori, ha valutato la fattibilità anche sotto l’aspetto burocratico.

Ebbene la risposta è stata positiva anche perché facilitata dall’esistenza da decenni di un deposito archeologico perma-nente autorizzato, reperti dell’Alto Medioevo (V-VI sec.d.C.), conser-vato dall’ITIM “U. Follador” in un armadio espositivo nel vecchio edificio scolastico. Il riordino proposto da ARCA risulterebbe soltanto uno spostamento della cellula museale esistente e non sarebbe una nuova Istituzione. Da quel momento potrebbe essere aperto l’iter per definire

legalmente al complesso il titolo di Museo.

Non elenchiamo qui il patri-monio di oggetti che potrebbe essere collocato nel nuovo Museo Archeologico Agordino, perché è molto vasto, riteniamo inoltre che lo stesso potrebbe essere arricchito con il deposito di reperti ora custoditi in abitazioni private provenienti da lasciti famigliari o da ritrovamenti fortuiti nei terreni di proprietà e mai segnalati.

Altro aspetto importante, da non trascurare per l’istituzione di questo agognato Museo, è che ARCA ha la proprietà di una ventina di vetrine, dismesse e so-stituite da un nuovo allestimento dal Museo “Vittorino Cazzetta” di Selva di Cadore e ora disponibili ad Agordo per essere adeguate e riutilizzate.

Noi auspichiamo che l’Ammi-nistrazione Comunale aderisca con entusiasmo a tale progetto: primo perché le spese da soste-nere per l’allestimento sono assai contenute, grazie anche all’ap-porto delle prestazioni del nostro volontariato; secondo perché tale Museo aggiungerebbe una eleva-ta potenzialità attrattiva turistica a complemento della già presente, al pian terreno dell’edificio, im-portante realizzazione museale paleontologica, mineralogica e mineraria.

Reperti archeologici agordini

Il recupero di un mantice da fucina

In occasione del restauro del tetto dell’edificio prospiciente la Piazza Libertà di proprietà degli eredi Falchi è stata eseguita l’eliminazione di tante cose or-mai inservibili depositate nella soffitta.

Tra queste è stato ritrovato un grande mantice da officina fabbrile (fucina) di probabile provenienza dalla Val Imperina. Il recupero è stato effettuato su interessamento dell’architetto Giulio Favretti e in accordo con gli eredi Falchi è stato raccolto da Agostino Cadorin che lo ha depositato al Museo Etnografico di Taibon. Essendo stato l’oggetto giudicato più attinente all’attività metallurgico mineraria, quale reperto di ar-cheologia industriale, Alessandro Savio, responsabile della raccolta etnografica e lo stesso Agostino Cadorin hanno consegnato l’in-teressante e storico manufatto all’ARCA. Il mantice, che si può vedere nella foto, ha dimensioni di un metro di lunghezza per 60 cm. di larghezza. Nella struttura assomiglia ai mantici descritti nei disegni del trattato “De Re Metal-lica” di Giorgio Agricola, stampato nel 1563 a Basilea.

Sarà un altro oggetto che arric-chirà il nostro, fortemente voluto, Museo Archeologico Agordino.

Noi speriamo nel buonsenso de-gli Amministratori e siamo convinti e disponibili a collaborare affinché ciò avvenga al più presto.

Il Gruppo Arca

Il grande mantice da officina fabbrile (fucina) di probabile pro-venienza dalla Val Imperina, recu-perato in una soffitta di un edificio di Agordo e donato all’ARCA dal Museo etnografico di Taibon.

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Echi di Agordo28 Febbraio 2014

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1° aprile (al Centro Parrocchiale «Monsignor Savio» di via Gari-baldi): La tutela del consumatore e la responsabilità civile (Michele Fusina) e 1797. La battaglia di Polpét (Augusto Modolo);

8 aprile: La madre Piave. La provincia di Belluno e il suo fiume (Dino Bridda);

martedì (santo) 15 aprile va-canza;

22 aprile: Intorno a Palladio (Li-dia Rui) e Guida all’ascolto della musica: Franz Joseph Haydn: «Le ultime sette parole di Gesù sulla croce» (Attilio Costa);

29 aprile: Direttive per la stesura del testamento biologico in vita (Giampaolo Ben e Francesca De Biasi). Chiusura con considerazioni sulla programmazione e suggeri-menti per l’a.a. 2014-15 e festa di fine anno e saluti.

Fra le attività complementari figurano i laboratori di pittura (Laura Ballis), di fotografia (Circolo fotografico agordino “Gigia De Nar-din”), di informatica di base (Enza Dagai). Sono altresì in programma gite d’istruzione a: Stra, Burchiello, Villa Malcontenta; Belluno: visita alla Prefettura; Feltre: Museo Rizzarda, Museo diocesano e mostra «Costantino e Silvestro»; Serravalle, Conegliano e il Museo Enologico; Cesiomaggiore: Museo etnografico di Seravella e chiesa di san Marcello di Umin.

Recapiti telefonici per informa-zioni: 0437-62416 (Coordinatore), 333-8638929 (Segreteria).

SeconDo SemeStRe all’Ua/ail pRogRamma Degli incontRi

Da febbRaio a maggio 2014Dopo la consueta pausa na-

talizia, riprendono ad Agordo le lezioni settimanali del martedì all’Università Adulti/Anziani. Il nutrito programma del secondo tri-mestre, predisposto dal Comitato di gestione presieduto da Gabriele Bernardi, ha preso il via alle 15.00 di martedì 4 febbraio, in sala don Tamis di via 27 aprile.

Questo il calendario delle lezioni reso come sempre possibile dalla disponibilità disinteressata e gra-tuita dei vari docenti (indicati fra parentesi), ai quali il Comitato ri-volge un sentito ringraziamento.

Martedì 4 febbraio 2014: Più Europa! Perché? Come? (Attilio Menia);

11 febbraio: Montagne di cibo: la patata e altri prodotti dell’Agor-dino (Daniela Perco) e La Conca agordina... in cerca di felci (Luigi Gio Cadorin);

18 febbraio: Biotopo di Garés: peculiarità e valorizzazione (Va-lerio Finozzi e John Della Pietra) e San Francesco in Paradiso (XI) della Divina Commedia di Dante Alighieri (Maurizio Mellini);

25 febbraio: Satira romana: Belli e Trilussa, 2a parte (Savina De Lazzer e Francesca Ceccarelli Cau);

4 marzo: ultimo giorno di Carne-vale: «Canta che ti passa», con... Giorgio Fornasier;

11 marzo: Agordino mai visto (Giovanni Tomasi) e Le Dolomiti Bellunesi patrimonio dell’umanità (Alberto Bertini);

18 marzo: Nel recinto di Polife-mo - Etnoarcheologia pastorale in provincia di Belluno (Gabriele Fogliata, Carlo Mondini, Piergior-gio Cesco-Frare);

25 marzo: La rivolta dei conta-dini bellunesi nel 1800 (Ferruccio Vendramini);

Don Attilio Menia, presidente dell’UA/A di Belluno, che ha aperto il secondo trimestre alla sezione di Agordo.

Si è ripetuta anche quest’anno la tradizionale festa di Santa Barbara organizzata dall’Associazione periti minerari (Apim) di Agordo, presieduta da Silvano Da Roit, e dall’Istituto tecnico «Umberto Follador» di Agordo guidato dal preside Bruno Bulf.

Il festeggiamento ha voluto an-cora una volta riproporre la grande e sentita devozione che l’Agordino continua a nutrire verso la Santa protettrice dei minatori, degli arti-ficieri e dei vigili del fuoco, e che trova origine nella secolare tradi-zione mineraria della vallata. La manifestazione si è svolta sabato 7 dicembre, con ritrovo sul piaz-zale antistante la vecchia storica sede dell’Istituto minerario in via 5 maggio dove è stata deposta una corona di alloro al monumento al minatore. Quindi il corteo con le autorità, il personale docente e gli studenti ha raggiunto la chiesa arcidiaconale per assistere alla S. Messa, (accompagnata dai canti della Nuova Corale, diretta da Marina Nessenzia) e celebrata questa volta da don Francesco Di

Stefano (parroco di Alleghe e perito chimico diplomato al Follador) e benedizione dall’altare dedicato alla Santa.

Infine in sala Tamis. Qui, dopo la proiezione di alcuni filmati relativi a opere che hanno visto coinvolti periti minerari e chimici agordini sia ieri che oggi, si è svolta la consueta cerimonia di consegna delle borse di studio da 500 euro a : Daniel Andriolo (in memoria di Attilio Buzzati), Thomas Rasa (in memoria di Matteo Mosca), Kevin Marchetto (in memoria di Renzo Da Rif) per i minerari; Chiara Da Val per i chimici. Altre borse di studio per gli elaborati prodotti sono andate a Ruben De Cassan (500 euro), Jessica Nessenzia (300 euro), Sharon Micheluzzi (200 euro).

Come sempre, la ricorrenza di Santa Barbara è stata festeggia-ta anche dai Vigili del Fuoco del Distaccamento di Agordo, coman-dato da Aristide Bonifacio, con una S. Messa celebrata da don Giorgio Lise nella caserma di Brugnach. (foto sotto)

sanTa barbara 2013

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Echi di Agordo 29Febbraio 2014

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«Ha fatto del bene all’Agordino e al mondo», questa in breve ma significativa sintesi, la motivazio-ne con cui il Consiglio direttivo del Circolo culturale agordino ha deliberato all’unanimità di confe-rire il «Premio per la diffusione della cultura nella vallata agordina 2013» a don Lorenzo Dell’Andrea. La 15a edizione del riconoscimen-to, inaugurato nel 1995, è andata in scena sabato 16 novembre in una affollata sala don Tamis, alla presenza, fra gli altri, del vescovo monsignor Andrich che ha voluto fare una inaspettata ma gradita sorpresa al premiato, ai promotori e ai tanti agordini accorsi nume-rosi a testimoniare stima e affetto a don Lorenzo.

«Abbiamo voluto interpretare la sincera gratitudine dei bellunesi e in particolare di tutti gli agordini» ha detto la presidente del sodali-zio, Mariannina Del Din Dall’Armi «delle autorità e di quanti sono stati interessati dall’attività di don Lorenzo, esplicata in molteplici campi».

Ricordate le sue origini (a L’Andria di Selva di Cadore sotto le pareti del Cernera nella Valle Fiorentina, una terra che con-sidera la più bella del mondo e alla quale ha dimostrato spesso e concretamente il suo profondo affetto), le vicende della sua vita (ordinato sacerdote il 2 luglio 1954, laureato a Padova in lettere classiche, insegnante nel semina-rio e alla ragioneria Ricci di Bellu-no, assistente religioso al Collegio Maria Bambina, canonico della Cattedrale di Belluno e Cameriere segreto del Papa), i suoi molteplici e benemeriti impegni religiosi e sociali che lo hanno visto sempre attento alle esigenze del tempo (ha fondato e assistito istituzioni per i giovani come il CTG e il CSI, che ha poi affidato ai suoi allievi, come è sempre stato nel suo stile, fra i primi nelle comunicazioni sociali, per trent’anni direttore de L’Amico del Popolo, fondatore di Radio Piave, TeleBelluno e del foglio “Domenica”). «In coerente adesione al suo motto “fare del bene al mondo» ha proseguito la

presidente del Circolo «don Lo-renzo ha inventato o ristrutturato attività manageriali di servizio alla gente e alla Chiesa: la tipografia Piave, il Centro congressi di Piaz-za Piloni, il ristorante al Centro, l’Agenzia Plavis creando lavoro secondo le esigenze dei tempi, vincendo difficoltà sia civili che alle volte, ecclesiastiche, che gli hanno già meritato il premio San Martino di Belluno, il premio Palmieri di Selva, e l’iscrizione nel Libro d’Onore dei Personaggi

illustri del Cadore». «Il nostro» ha concluso «è un

grazie sentito a don Lorenzo per quanto di bello, buono e utile ha svolto ad onore e vanto della no-stra terra: ecco perché lo abbiamo premiato».

Per monsignor Andrich, il rico-noscimento delle elevate qualità culturali che don Lorenzo ha acquisito e trasmesso a larghe mani è motivo di gioia, di compia-cimento e di prestigio per il Circolo Culturale, per l’Agordino e per

Dal Circolo Culturale AgordinoDon loRenzo Dell’anDRea

Premiato per aver diffusola cultura agordina

Agordo, 16 novembre 2013. La consegna del premio a don Lorenzo da parte della presidente del Circolo Culturale Agordino, Marian-nina Del Din Dall’Armi.

tutta la comunità diocesana.Il successivo intervento del fe-

steggiato è stata una vera «lectio magistralis» sul valore della cul-tura quale fondamentale fattore di conoscenza dell’ambiente, di Dio, dell’uomo in senso globale. Nella sua ampia disamina don Lorenzo ha posto l’accento sul famoso motto della regola di san Benedetto, «ora et labora», a suo dire mortificato perché diffuso nel tempo senza la parola centrale «lege» che richiamava esplicita-mente l’importanza del leggere, quindi del sapere e perciò della cultura come elemento d’unione nel rapporto fra Dio e gli uomini. Dicendosi quindi grato per il rico-noscimento, don Lorenzo ha così continuato: «In questo momento vi sono in me due sentimenti contrapposti: il piacere e l’onore per un così prestigioso premio e l’imbarazzo per le tante lodi tessute dalla presidente del Cir-colo. Mi pare di sentire ancora le parole rivolteci da Albino Luciani nel primo incontro con i bellunesi dopo la sua elezione a Papa, allorché disse che su L’Amico del popolo si era scritto di lui “massa, massa, massa”. Credo che anche per me questa sera si sia detto “massa”».

Richiamando poi l’impegno culturale che la gente di montagna ha sempre profuso e continua a svolgere sotto varie forme per far vivere divulgare e progredire il nostro territorio, don Lorenzo ha ribadito la centralità dell’uomo in tutte le azioni volte alla cono-scenza «perché» ha detto «anche la singola opera va considerata come opera di tutti, sia nel bene che nel male. Tale consapevo-lezza va applicata allora anche a questo premio che, riconoscendo le varie attività dell’uomo, va con-siderato un importante contributo alla costruzione di una civiltà migliore».

Parole di congratulazioni e di stima sono state infine rivolte a don Lorenzo dal presidente della Cma, Luca Luchetta, dal vice-sindaco di Agordo, Sisto da Roit e dal presidente de l’Union ladina di Selva, Roberto Martini.

Nella stessa serata è stata conferita l’iscrizione onoraria al Circolo culturale agordino a Ga-briele Caldart per il suo impegno amministrativo e sociale e ai giornalisti Celestino Vallazza e Irene Pampanin come generosi operatori di TeleBelluno che profondono particolare impegno e professionalità per l’Agordino e per il circolo.

La consegna del premio è stata allietata dal concerto del quartetto cameristico “Gli archi del Friuli e del Veneto”.

l.s.

Il vescovo monsignor Giuseppe Andrich alla cerimonia in sala don Tamis. Accanto a lui don Lorenzo, l’arcidiacono monsignor Lise, Gabriele Caldart, Luca Luchetta presidente della Cma e don Antonio De Fanti.

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Echi di Agordo30 Febbraio 2014

dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della

“Come forse già noto, dal cor-rente anno scolastico la classe prima della Scuola Elementare don Giacomo Mezzacasa di La Valle Agordina, grazie al deci-sivo aiuto dell’Amministrazione comunale, offre la possibilità del Tempo Pieno: frequenza da lunedì a venerdì per un totale di 40 ore settimanali (invece delle abituali 27), iniziando dalle ore 8.00 fino alle ore 16.30.

La collaborazione con la coo-perativa Crescere che gestisce la Scuola d’Infanzia dà inoltre la possibilità di prolungare la permanenza degli iscritti con personale specializzato. Ogni classe è seguita da due docenti che lavorano in team, affiancati dagli insegnanti di lingua inglese e di religione.

Nelle 40 ore settimanali rientra a tutti gli effetti il servizio men-sa, unica spesa a carico delle famiglie.

Ritornati a casa, bambini e ge-nitori potranno poi trascorrere le serate senza la preoccupazione dei compiti.

Vista la buona accoglienza, il Tempo Pieno caratterizzerà, oltre alla classe seconda, anche la classe prima che partirà a La Valle nel prossimo anno scolastico 2014-2015: l’ iscrizione andrà

Scuola Elementare “Tito Livio Burattini”, Carnevale 1983.In questa foto della classe 3^C di trent’anni fa, scattata dalla ma-estra Lea Zanatta, si riconoscono:In piedi, da sn.: Enrico Costantini, Michele Porcu, Tatiana De Cassan, Velleda Bronzato, Michela Rudatis, Andrea Della Lucia, Fulvio Bustreo, Moreno Benvegù, Massimo Pravato.Seduti: Giuliana Da Ronch, Alberto Gaz, Francesco Gongolo, Daniela Valcozzena, Marta Monestier, Francesca Dai Prà, Michela Gavaz, Marco Sanfilippo, Alessio Benvegnù.

Tempo pieno alla Scuola Primaria di La ValleLe iscrizioni entro il 28 febbraioComunicato dell’Istituto Comprensivo di Agordo

effettuata entro venerdì 28 feb-braio. La segreteria dell’Istituto Comprensivo di Agordo è a dispo-sizione per tutte le informazioni che verranno richieste in queste settimane che precedono l’avvio delle iscrizioni.

Il Tempo Pieno è auspicabile per motivazioni sia di carattere peda-gogico (didattica a tempi distesi, compresenze delle docenti, atti-vità laboratoriali) sia di carattere sociale (famiglie condizionate in modo crescente da orari di lavoro sempre più variabili).

Spazi significativi sono dedi-cati alla didattica attiva, meno nozionistica: i bambini imparano facendo.

Le lezioni comprendono mo-menti di apprendimento intensivo e altri di rielaborazione personale o di gruppo.

Si punta ad un insegnamento flessibile, in grado di adattarsi ai ritmi ed alle diverse modalità di apprendimento.

Il tempo pieno aiuta chi è in difficoltà, valorizza le potenzialità individuali e favorisce il lavoro di gruppo.

La condivisione dell’intera gior-nata permette inoltre una forte esperienza di socializzazione, portando a maturazione le capa-cità di ognuno”.

La pattuglia dei periti minerari, diplomati al Follador nel 75, non demorde e risponde ancora una volta con entusiasmo all’invito del collega Ivan Paganin. E’ uno sparuto gruppetto che vuole però tener vivo il sentimento dell’ami-cizia nata sui banchi di scuola. Erano ovviamente più numerosi, all’esame di maturità di trentotto anni fa, di quello che vediamo in fotografia. Molti di loro sono lon-tani per lavoro, o si sono trasferiti altrove, altri sono prematuramen-te andati avanti…, ma quelli che possono rispondono volentieri al puntuale «appello» mandato da Ivan . Nel felice incontro conviviale dello scorso novembre, avvenuto all’Ostaria a Le Campe, mancava purtroppo il simpatico Emilio Bartoli, deceduto recentemente, il quale, pur risiedendo lontano

ricordi di scUola lontani e Vicini

Scambio di auguri fra bambini e genitori in occasione del Natale 2013.

ritornava immancabilmente in Agordino con gli amici. Si sono invece aggregati questa volta alla rimpatriata Roberto Grisotto da Canal san Bovo e l’altrettanto «compagnone» Franco Sacchet, originario di Podenzói, ma da anni residente nel bresciano, che ha raccontato spassosissimi ri-cordi scolastici. Singolare il fatto che egli sia venuto a conoscenza dell’iniziativa di Ivan dall’Amico del Popolo. Nella foto: Luciano Fadigà, Franco Sacchet, Mario Baldissera, Ivan Paganin, Roberto Grisotto, Claudio Sito e Tomaso Avoscan (in piedi da sn.) e Ivano Borghese, Giuseppe Sbardella, e Rinaldo De Salvador (davanti), i quali, come sempre, hanno voluto con loro anche la segreteria del Follador di quegli anni, qui rap-presentata da Amalia e Loris.

Daniel Andriolo (borsa di studio in memoria di Attilio Buzzati), Tho-mas Rasa (in memoria di Matteo Mosca), Kevin Marchetto (in memoria di Renzo Da Rif) per i minerari; Chiara Da Val per i chimici.

i braVi stUdenti del “Follador”

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Echi di Agordo 31Febbraio 2014

Dopo la crisi del primo Nove-cento che aveva messo in dubbio persino la sopravvivenza del Regio Montanistico Istituto per capi minatori di Agordo, il 1904 vide finalmente la pubblicazio-ne del decreto che restituiva la giusta dignità alla scuola nata dalla secolare tradizione minera-ria comprensoriale. Non solo: in quel 1904 veniva istituita anche l’Associazione dei Periti Minerari che comprendeva gli iscritti di oltre un trentennio, essendo avviata la scolarizzazione sin dalla fondazio-ne del 1867 e che a quella data aveva dato istruzione formando circa 150 capi minatori.

La nuova ventata promossa dalla politica liberale di Giovanni Giolitti, fu capace di dare anche maggiore vigore alla scuola di Agordo organizzando i nuovi corsi di studio non più nella storica ma angusta sede di Via Fadigà, bensì nelle dignitose aule del palazzo municipale, la cui facciata protesa sul Broi venne ornata dalla grande scritta “Scuola Mineraria”. Fino alla primavera del 1909 la dire-zione della scuola fu mantenuta dal prof. Monetti; nel nuovo anno scolastico 1909-10, fu invece inaugurata la presidenza di Aldo Bibolini che doveva diventare un personaggio estremamente influente nella vita sociale del capoluogo vallata.

Bibolini affinò l’organizzazione scolastica creando opportuni e validi strumenti di studio assieme al collega Luigi Queirolo, che ben conosciamo per essere stato protagonista nelle operazioni di verifica della frana di Pra e La-gunàz in valle di S. Lucano il 3 dicembre 1908.

È in questo momento che si affaccia la figura di grafico ante

litteram dell’allievo Giorgio Zasso, di Carlo. Originario della storica famiglia di Agordo, ma nato a Son-drio nel 1891, il Perito minerario Giorgio Zasso conclude i corsi scolastici nel 1910, diciannoven-ne. Invero, lo studente, fin dal 1908, partecipa alla compilazione delle dispense da distribuire agli alunni dell’XI° Corso relativamente alle discipline dell’Arte Mineraria e della Meccanica, che vengono impreziosite con una bellissima copertina liberty.

Dopo il diploma, Giorgio Zasso - per quanto ne sappiamo - non prosegue il filone che l’aveva visto protagonista nella grafica spicciola ma, come da copione, è impiegato nel settore della ricerca mineraria all’inizio di una carriera che lo vede in Toscana, Venezia Giulia, Lombardia e in vari altri centri della produzione nazionale per poi dedicarsi alla libera professione. Giorgio Zasso conclude la sua parabola terrena a Treviso nel 1979 in casa di riposo; questa sua collocazione geografica nell’area trevigiana entra a far parte della sua vita per l’acquisizione di una tenuta vinicola, nella zona di Preganziol-Villorba, una volta entrato in quiescenza sempre peraltro mantenendo i contatti con Agordo.

Oltre alla foto che è stato possi-bile recuperare, di lui ci rimangono i frontespizi dei libri suaccennati che costituiscono una pagina - è il caso di dirlo - che ben rappre-senta il grande fervore minerario e l’entusiasmo d’inizio secolo, pieno di promesse e di fiducia in un progresso che doveva offrire grandi opportunità a tutti coloro che avrebbero costruito le basi del mondo tecnologico in cui viviamo.

GiorGio Zassografico ante litteram

- di Giorgio Fontanive -

1910: il municipio di Agordo si affaccia sul Broi con la scritta “Scuola Mineraria”.

Giorgio Zasso di Carlo (originario della storica famiglia di Agordo ma nato a Sondrio il 24 febbraio 1891 e morto a Treviso il 9 giugno 1979)

Profili agordini

“ECHI di AGORDO” Anno LXXX - n. 1 - 2014

registrazione del Tribunale di Belluno n. 12/90 dell’ 8/8/1990; col permesso dell'Autorità Ecclesiastica.Mons. Giorgio Lise, Arcidiacono - Direttore Responsabile32021 Agordo (BL) - Dolomiti - tel. 0437/62143. Spedizione in abb. postale D.L.335/2003 (conv. in L.27.2.2004, n.46), art.1, c.2, DCB, BL.

c.c.p. n. 10163327Composizione e impaginazione computerizzate a cura di

Loris Santomaso e Toni Pampanine-mail:[email protected] - [email protected]

www.agordo.diocesi.itStampa: Tipografia Piave - Belluno

Frontespizio del libro di Arte Mi-neraria del 1908 a firma dell’ing. Aldo Bibolini; la luce del sole e della lampada da minatore han-no suggerito all’autore il titolo: “Les deux soleils”.

Frontespizio del libro di Mecca-nica sugli appunti del prof. Luigi Queirolo; la sigla dell’autore Giorgio Zasso è sempre ben riconoscibile.

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Echi di Agordo32 Febbraio 2014

Le felicitazioni e gli auguridi “Echi” a...

Nozze d’orocon la vita in due e...

Giulia Della Lucia, che il 10 ottobre 2013, all’Università degli studi di Padova, ha brillan-temente conseguito (110 e lode) la laurea Magistrale in Psicolo-gia Sociale, del Lavoro e della Comunicazione, discutendo la tesi: “Importanza dei tratti del volto e di processi automatici nell’individuazione dell’affi-liazione politica e nella perce-zione di alcune caratteristiche dei candidati politici” con il relatore Prof. Luigi Castelli e il correlatore esterno Dott.ssa Luciana Carraro.

Attorniati dalle figlie Lucia e Sandra con i rispettivi mariti, dai nipoti e da uno stuolo di amici e parenti, i coniugi Ernesto Del Din «Nino Mèla», 86 anni, e Carolina Rivis, 83 (originaria di Digoman di Voltago), residenti a Prompicai, nell’estate 2013 hanno felicemente festeggiato le nozze di diamante, ricordando il giorno del loro matrimonio di sessant’anni fa (30 aprile 1953) nella chiesa di Rivamonte. Hanno voluto iniziare la festa ringraziando il Signore con una Messa celebrata nel santuario di santa Maria delle Grazie dall’amico parroco, padre Alberico De Pellegrin, originario di Colvignas di Agordo.

Matteo Valt, che il 12 dicembre 2013, ha concluso il corso trien-nale all’Università degli Studi di Ferrara, conseguendo la laurea in Chimica con la seguente tesi: “Chelanti del rame impiegati a scopo terapeutico”

Marina Bressan, che il 12 novembre 2013, all’Università degli studi dell’Insubria di Va-rese, si è felicemente laureata (110/110) in Igiene dentale, discutendo con il prof. Aldo Macchi la tesi: “Prevenzione oro dentale nella donna in gravidanza tramite video in-formativo”.

Alberto Gnech, laureatosi in Tecnologie forestali e am-bientali, il 10 dicembre 2013 all’Università degli studi di Padova, sostenendo la tesi: “Bacini idrici per l’innevamen-to artificiale: aspetti tecnico-costruttivi e analisi di un caso di studio in ambiente alpino”, avendo come relatore il prof. Vincenzo D’Agostino.

LaureeLauree

...con la laurea in medicina

Ivana Rosson e Antonio Tre-vison, che lo scorso 4 gennaio hanno celebrato le loro nozze d’oro partecipando a una Messa nell’arcidiaconale dove aveva-no pronunciato il loro “si” il 4 gennaio di cinquant’anni fa.

Nel corso dell’annuale assemblea dell’Ordine provinciale dei medici, chirurghi e odontoiatri, tenuta il 7 dicembre scorso a Bel-luno, sono stati premiati con la medaglia d’oro per aver raggiunto 50 anni di laurea i nostri concittadini dottor Tarcisio Rinaldo e dottor Franco Bustreo.

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Echi di Agordo 33Febbraio 2014

Le felicitazioni e gli auguridi “Echi” a...

I 101 aNNI dI NoNNa romILde

Dopo aver festeggiato il 23 novembre scorso il traguardo delle 101 primavere, ancora in piena forma, nonna Romilde Casari ha felicemente varcato la soglia del nuovo anno, il 102° della sua esemplare esistenza, partecipando attivamente, come sua abitudi-ne, a tutte le celebrazioni natalizie nella chiesa arcidiaconale.

Classico esempio di persona che non dimostra assolutamente, come si vede dalla foto, gli anni che ha, nonostante la sua lunga vita non sia stata senza difficoltà e prove dolorose, la signora Romilde, sempre elegante, piccola di statura, esile nel fisico, ma passo an-cora svelto e deciso, accompagnata dalla figlia Alberta, manifesta la sua solida fede recandosi tutti i giorni in chiesa con qualsiasi tempo per assistere alla Messa e alle funzioni religiose.

Nella vita i suoi interessi più grandi, oltre la famiglia, sono la religione e l’arte e ribadisce che il segreto della sua longevità è racchiuso in tre assunti: credere in un ideale, avere uno stile di vita morigerato, ma soprattutto pregare.

Questo bel quadretto famigliare ci giunge da Pescara dove il 31 gennaio scorso la signora Laura De Min, vedova di Cesario Smerilli, che fu per tanti anni apprezzato maestro delle nostre scuole elementari, ha tagliato in buona salute il traguardo delle 90 primavere, attorniata dai suoi sei figli “agordini” Adriano, Antonio (che vive con famiglia ad Agordo), Donatella, Alberto, Carlo e Mauro.

Approfittando delle festività natalizie, e quindi con il ritorno in paese di chi è lontano per lavoro, i coscritti della classe 1963 di Agordo e dintorni si sono ritrovati numerosi a festeggiare il fatidico traguardo delle loro «nozze d’oro» con la vita.

La nutrita compagnia dei cinquantenni si è data quindi appunta-mento il 14 dicembre scorso al ristorante «Al Rustico», in valle di San Lucano, dando vita a un gioioso incontro conviviale fra coeta-nei, alcuni dei quali non si vedevano da tanto tempo, tutti felici di trascorrere assieme un’allegra serata e di scambiarsi gli auguri.

Paola Zasso, di Villalta, ora degente presso la struttura Polifun-zionale di Agordo, che il 14 gennaio ha festeggiato il 91° comple-anno, attorniata da nipoti e pronipoti che hanno augurato alla zia buon compleanno e tanti anni ancora, con i più affettuosi auguri di salute e serenità anche da parte del personale della struttura e compagni del reparto.

Le 91 prImavere dI zIa paoLa...

...e Le 90 dI NoNNa Laura

1963 - mezzo secoLo dI vIta - 2013

Per motivi di tempo e di spazio, altri articoli, notizie e immagini di fatti e avvenimenti che hanno interessato la comunità negli ultimi tempi saranno pub-blicati sul prossimo numero di Pasqua di “Echi di Agordo”.

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Echi di Agordo34 Febbraio 2014

I Fiori della VitaAlex Bustreo, è venuto al mondo a Belluno il 17 dicem-bre scorso per la gioia di papà Fulvio e mamma Mara Sirena, come pure dei nonni paterni Franco e Lidia, ma sicuramente anche dei nonni materni, Lino e Ivonne, che dal Cielo, altret-tanto felici, gli fanno da angeli custodi.

Smessi forzatamente da qualche anno i panni del mitico «malghèr», custode per oltre un quarto di secolo di Malga Framónt, Giovanni Nani Bressan, pare oggi attratto da nuovi interessi… naturali. Senza trascurare ovviamente la sua rinomata azienda agricola di Pragrande, la scorsa estate è felicemente assurto alla qualifica di bisnonno… impostagli dal piccolo Davide Vedana, venuto alla luce il 9 luglio scorso, qui in braccio a mamma Laura, sotto il benevolo sguardo di nonno Valter, a sua volta figlio del Nani, soddisfatto di vedere la quarta generazione della sua «zóca».

Due fiocchi, uno rosa e uno azzurro, sono venuti a riempire del colore della vita e della gioia la casa dei fratelli Marco e Luca Matten a Cro-stolin, formando contemporaneamente altrettanti felici quadretti di quattro generazioni aventi come denominatore comune la bisnonna Delfina Farenzena e la nonna, sua figlia, Anna Roldo in Matten, a sua volta madre dei due fratelli. Eccole nella foto, una con la piccola Ambra, nata a Belluno il 2 novembre 2013, figlia di Marco e Alessan-dra Ongaro e l’altra con il piccolo Nicola, venuto alla luce sempre a Belluno il 29 dicembre scorso, figlio di Luca e di Elena Forcellini.

Quattro geNerazIoNI

Anno 1958. Proponendoci questa bella foto, Renato Guadagnin ricorda con nostalgia quegli anni, tutto sommato felici, quando il sabato pomeriggio anche i ragazzi di Ponte Alto (allora Comune di Rivamonte, poste a La Valle e Parrocchia di Agordo, a quel tempo parroco l’arcidiacono monsignor Carlo De Bernard e cappellano don Carlo Onorini), andavano a giocare a ping-pong, calcetto e ci-clock alla Casa della Gioventù di Agordo, l’unico posto disponibile per divertirsi. Eccoli di ritorno da uno di quei felici pomeriggi. Da sn: Sergio Conedera, Giancarlo Vigilante, Giancarlo Manfroi, Renato Guadagnin, Fioravante Venialetti e Tranquillo Fossen.

Questa foto ce la manda Giuliano Costantini, che vive in Friuli. È stata scattata presumibilmente nell’estate di quarant’anni fa (1973 o 1974) e immortala i partecipanti a una bella gita in montagna del Cai, sulle Torri del Camp in Moiazza. Non è difficile riconoscere un po’ della “vecchia gioventù” di allora: In ginocchio da sinistra: Romano Andrich, Alcide Miola, Umberto Benvegnù, Augusto Bedont, Italo Ciacio Schena, Silvano Peloso, Renato Bien, Giuliano Costantini, Valter Levis.Dietro da sn.: Elda Bien, Bepi Penasa, Marcella Peloso (fia de la Linda), Attilio Penasa, Cesare Cèle De Nardin (seminascosto), Attilio Paganin, (?), Gianrico Levis, Guido Zandò, Rino Camìn Farenzena, Genio Bien.

aLLa casa deLLa gIoveNtù aNNI ’50

La... vecchIa gIoveNtù suI moNtI

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Echi di Agordo 35Febbraio 2014

Un’immagine non di tantissimi anni fa ma diventata interessante perché riproduce un operoso momento entrato ormai nell’album delle memorie della nostra civiltà contadina. Si riferisce alla giornata/e che i soci della latteria di Tóccol dedicavano ogni anno per preparare la legna necessaria alle “scòte” del “casèlo”. In prima fila, capelli bianchi e camicia a quadri dovrebbe trattarsi di Bepi Carlin il cui figlio (Sandro) morì in un incidente aereo a Milano. Ce la fornisce l’amico Chicco Cattadori dicendo che «è un bel ricordo dello “spirito collaborativo” di un tempo non tanto lontano, ma oggi quasi del tutto perso».

Quando eravamo piccoli, duran-te l’estate, a scuola finita, nostro padre ci prendeva “in bottega” per aiutarlo.

Non c’erano allora i sindacati o l’ispettorato del lavoro che si pre-occupassero dello “sfruttamento” dei minori da parte di padri crudeli, anzi, questi lavoretti dei ragazzi venivano considerati normali e perfino educativi, opportuni per attenuare la estenuata fannullag-gine delle giornate di vacanza. Io scendevo in negozio con molto en-tusiasmo, con fierezza portavo al collo il lungo cordone colorato con appese le forbici a punte arroton-date, che rappresentava l’insegna stessa del nostro mestiere.

Ricordi della mia infanzia

EL “KIT” DEI SCARPÉT

si riponevano separati in apposite ceste, pronti per essere rapida-mente venduti, data la grande richiesta.

Si partiva dal velluto per la tomaia, liscio, serico, morbido come il dorso di un gatto, prodotto allora da una famosissima ditta lombarda unicamente per questo scopo. I colori erano pochi: i più richiesti il nero, di rigore per l’uo-mo, e il rosso, ad uso esclusivo dei bambini. Mio padre mi tirava giù dagli scaffali le pesanti pezze appoggiandole sul bancone, e mi raccomandava di evitare gli sprechi. Srotolata a fatica la pezza del velluto, con l’aiuto di un me-tro di legno e di un gessetto per sarti, segnavo via via con delle tacche sul rovescio della stoffa le misure: 18 cm per la donna e 20 per l’uomo. Cominciava poi il divertimento vero e proprio: taglia-to il vivagno in corrispondenza del segno di gesso, la stoffa doveva essere strappata; le strisce si staccavano lungo il dritto filo con dei meravigliosi crac, crac, crac, decisi, divertenti, liberatori!

Ogni striscia veniva poi arroto-lata su se stessa, con all’interno l’occorrente per completare la confezione degli “scarpét”: un gomitolo di spago sottile, un ago a punta triangolare per impuntu-rare le suole, un metro di fettuccia sbieca per orlare l’apertura delle tomaie. Le suole erano formate da molti strati di stracci sovrapposti e ben compattati con fitte impunture. Ecco: come succede ai vecchi, anch’io mi sono lasciata andare alla retorica del com’eravamo. In realtà la vita al tempo “dei scarpét” non era tanto migliore di quella attuale, solo il velo della nostalgia la rende più suggestiva e romantica.

Mara Bortolini

La pubblicazione su “Echi” delle tre belle memorie d’infanzia di Fiorenza Zasso è stata molto gradita e apprezzata dai nostri lettori e ha invogliato altri, come si vede, a trasmetterci le emo-zioni dei tempi belli della fanciullezza. Ringraziamo Mara per questa sua simpatica ed efficace “testimonianza”, invitando, chi volesse, a fare altrettanto...

I lavori che mi venivano asse-gnati erano piuttosto modesti: potevo vendere i fazzoletti da testa, rigorosamente divisi in due file, quelli di uso quotidiano e quelli “da festa”. Bellissimi questi ultimi, per lo più a fondo scuro con ghir-lande di fiori coloratissimi e orlati da lunghe frange. Ora da noi non esistono più e si possono trovare quasi esclusivamente nei mercati dei paesi dell’est.

Potevo anche, in qualche caso, tagliare dei pezzi di “casalina” da poco prezzo per grembiuli o strofinacci da cucina, o vendere filo e bottoni.

Ma quello che era veramente il mio lavoro, quello che mi faceva sentire importante e mi appagava, era la preparazione dei kit pronti per la confezione dei famosi e usatissimi “scarpét”. Per questi piccoli corredi esistevano regole di preparazione ben precise, che differivano un poco a seconda che si trattasse di “scarpét” da uomo o da donna; una volta ultimati poi,

Questa foto, ambientata fra i monti agordini, ci mostra una compagnia della beata gioventù degli anni ’50, in una bella e gratificante gita al rifugio “Carestiato”, in una serena giornata d’estate sulla montagna di casa. In piedi a sn.: Mario Scussel, Aldo Paganin, Gianni Troi, Marinella Carlin, Lina Spat, (?). Davanti, seduti: Ivo Ronch, Tullio Martini, Giuseppe Benvegnù, Lucilla Marcon, Luisa Schena.

eL pIódech per La scòta

Lettere a “echi di agordo”Abbiamo ricevuto il nuovo Calendario Agordino,favoloso come il solito.

Mandiamo un piccolo contributo a riconoscenza del vostro incessante operato che svolgete attraverso “Echi” per le comunità locali, nazionali e internazionali. Un sentito grazie di vero cuore e tanti cordiali saluti a lei e collaboratori.

Paolo e Bruna Benvegnù - Sault Ste. Marie, CanadaSono davvero grata per il gentilissimo pensiero di avermi inviato le tre

copie di “Echi di Agordo” con gli scritti della mamma Fiorenza Zasso.Complimenti per le belle pagine realizzate. Resteranno lì a fissare quei ricordi che sono degni della memoria collettiva. Che sapranno testimoniare delle nostre suggestioni ormai perdute. Che aiuteranno a non dimenticare le nostre origini e la poesia di un passato dove i riti e i costumi intessevano la trama delle vite facendone una fabbrica prolifica di ricordi e nostalgia.

Paola Massari - RomaCaro don Giorgio, quest’anno il Calendario è super super bello! Com-

plimenti per il raffinato gusto nella scelta delle immagini a lei e ai suoi bravissimi collaboratori. Grazie di cuore.

Rosanna Boranga - Pisa

La “beata gIoveNtù”, carestIato aNNI ’50

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Echi di Agordo36 Febbraio 2014

APPUNTI PER UNA STORIA DELLO SPORT AGORDINO

i ricordi dello sport a cura di Dario De Nardin

Hockey goliardico anni ’70

Negli anni ’70 del secolo scorso, gli appassionati hockey-sti agordini combinavano sim-patici e appassionati incontri fra squadre dai nomi fantasiosi di cui ci siamo già occupati negli anni passati. Ora abbiamo rintracciato altre belle foto, forniteci da Marino Maschio, di quelle partite oltre ad alcune notizie più precise.

Nel 1973 si giocò Spagna-Japan che finì pure questa volta in parità 6 a 6. Una delle squadre, qui sopra, era composta da Sergio De Riva, Bebe Facciotto, Sandro Botter, Maurizio Milone, Lui-gi Gio Cadorin, Enrico Bettini. Davanti (?), Valentino Benvegnù, Titti Carlin, Paolo Cut Collesei, Gianni Biòt Schena. A sinistra, in piedi, l’arbitro Toni Benvegnù.

Nel 1976 fra le squadre Mista A e Mista B finì 11 a 6.

Ci è pervenuta la foto di una sola delle due squadre, compo-sta da sn. in alto:(?), Marino Maschio, Gianni Tormen, Corrado Luki Ben, Italo Schena, (?), Mariolino Facciotto, Bebe Facciotto, Elio Lotto.

Del 1978 abbiamo già pub-blicato le foto di due squadre sul n°1/2004 di Echi.

Ma in quell’anno vi furono anche vari incontri fra le squa-dre Agordo Sud e Agordo Nord con i seguenti risultati: andata 7-8; ritorno 7-4; la bella 6-6.

Ci fu anche lo spareggio, ma non sappiamo chi ebbe la me-glio: il fatto certo e documentato è che dopo il 7-4 fu Tita Martin De Nardin, contrariamente a quanto affermato nel citato n° 1/2004 di Echi, a pagare il fio per la cena di tutti.

Nella foto a lato vediamo Ma-rino Maschio, molto soddisfat-to, di incassare la quota dovuta. “Foto storica”, assicura Marino che annotò tale affermazione

Per cominciare, su Echi n°1/2000 abbiamo presentato due squadre che non erano Canada e Stati Uniti, bensì Canada e Cecoslovacchia, la cui partita si concluse in pareggio 3 a 3. Del Canada, che indossa la divisa dell’ITIM, è la foto sopra con Titi Carlin, Ivan Case, Massimo Guadagnini, Bebe Facciotto, Marino Maschio, Sergio De Riva e, in piedi, l’arbitro Toni Benvegnù.

anche sul retro, poiché Tita era considerato uno molto restio a tirar fuori il portafoglio.

Quest’altra immagine rappresenta la squadra di Agordo Sud: Silvano Rudatis, Sergio De Riva, Toni Benvegnù, Marino Maschio, Mario Favretti, Bebe Facciotto, (?), Gigi Fontanive, Mariolino Facciotto, Italo Schena, Elio Lotto, Florestano Nano Monestier, Luigi Gio Cadorin.

Un’azione di gioco, con in pri-mo piano Bebe Facciotto.

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Echi di Agordo 37Febbraio 2014

Loretta Poloniato, salita al Cielo ormai da undici anni (19 febbraio 2003), conserva quaggiù, fra i familiari e nella nostra comunità, il più vivo e affettuoso ricordo della sua simpatia, del suo sorriso e della sua generosità.

Renata Curti, in Rocchi, originaria di Agordo, da anni residente a Bolago, deceduta a soli 66 anni il 13 gennaio scorso. Si uniscono al marito, ai figli e ai parenti nell’affettuoso ricordo, i tanti amici agordini e in particolare i compagni di scuola, i primi periti chimici diplomati al Follador nel 1965. Ma si sente vicina anche la no-stra comunità, tramite “Echi” di cui Renata era rimasta sempre affezionata lettrice.

Bruno Calegari. “Sono tra-scorsi tre anni (1° gennaio 2011) da quando ci hai lasciti, ma il tuo ricordo è sempre vivo nei nostri cuori. Tua moglie Graziella, tua figlia Loretta con Vincenzo, i nipoti Veronica e Massimiliano, tuo fratello Renzo con Irma, Randy Griffin, Lianne, Corryn”.

IN MEMORIA DI“Il ricordo dei buoni resta per sempre”

Maria Rosa Apollonia, ved. Carlin, nel 2° anniversario della morte (20 febbraio 2012), resta nel ricordo affettuoso dei suoi cari ma anche nel pensiero riconoscente della comunità con il suo sorriso, il suo vi-vace modo di essere e il suo amorevole impegno offerto in particolare nei confronti della chiesetta di Sant’Agostino a Toccol.

Clementina Della Putta (11 maggio 1994) ed Enrico Santo-maso (1° febbraio 2005), sono sempre vivi nel ricordo dei figli Damiana, Sara, Giovanni e Attilio, nipoti e parenti.

Mario Gambaretto (19 marzo 2003), continua a vivere con grande affetto nel cuore e nel ricordo della moglie Rosina, dei figli Gianmoreno e Marco, della nuora e dei parenti.

Paolo De Nardin, nel 10° an-niversario (29 febbraio 2004) il suo ricordo rivive nell’affetto dei fratelli, dei congiunti e nella nostra comunità riconoscente.

Mario Sirena, nel 2° anniver-sario della prematura scom-parsa (4 gennaio 2012), lo ricordano con affetto i fratelli e i parenti e con tanta gratitudine la nostra comunità per i molti “silenziosi” ma preziosi servizi ricevuti.

Nel 14° anniversario di Antonio Forcellini e Maria Schena (21 gennaio e 23 febbraio 2000), i figli, con le rispettive famiglie, li ricordano sempre con tanto rimpianto e immenso affetto.

“Il ricordo dei buoni resta per sempre”

Pia De Nardin, a un anno dalla morte (21 gennaio 2013), resta più che mai viva nel ricordo dei figli, dei fratelli e delle tante persone che hanno goduto del suo spirito di volontariato.

Giusto Fossen, deceduto il 29 ottobre 2013, a 94 anni, appena quattro mesi dopo aver festeg-giato le nozze di diamante, è ricordato con affetto dalla moglie Egizia Corona, dai figli Claudio e Mirella, dalla nipote Rossana e da Sara e da quanti gli hanno voluto bene.

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Echi di Agordo38 Febbraio 2014

IN MEMORIA DI

Don Sebastiano Costa, caduto sul Col Giralba la notte del 4 marzo del 1973, a soli 45 anni, portando soccorso a cinque gio-vani in difficoltà in montagna come il “buon pastore pronto a dare la vita per le pecorelle”.

Attilio (Riki) Ben, nel 20° anniversario della morte (31 marzo 1994), viene ricordato con grande affetto e rimpianto dalla moglie, dai congiunti e dai tanti amici.

Romano Ipsa, nel 30° anniver-sario (9 gennaio 1984) della sua morte è ricordato con immutato affetto dalla moglie, dai figli, nipoti, parenti e dal mondo della scuola.

“Ciao nonno Nani,hai visto? Siamo tutti qui oggi.

Abbiamo lasciato le nostre occu-pazioni (il lavoro per i più grandi e lo studio per i più giovani) e le nostre case per venire qui a por-gerti l’ultimo saluto.

E ora guardiamo, con gli occhi lucidi per la commozione, la cassa di legno chiaro che raccoglie le tue spoglie, ognuno frugando nella propria memoria alla ricerca del ricordo più bello che ha di te per afferrarlo e non lasciarlo scappare via in modo tale da ricordarti per sempre.

Certo, ci sembrerà un po’ strano la prossima volta che verremo ad Agordo non trovarti sulla tua panchina, a fianco dei gradini di casa, con l’immancabile toscano

fra le labbra. I nostri occhi si af-fanneranno a cercare la tua figura in cortile o in casa, ma poi la con-sapevolezza che ora sei sempre con noi e ci guardi e ci proteggi da lassù ci colpirà strappandoci, i primi tempi, una lacrima, poi un sorriso perché siamo certi che in Paradiso c’è stata una grande festa quando sei arrivato tu, e lì hai ritrovato i tuoi affetti, in primo luogo la nostra cara nonna Erminia che ti mancava tanto.

Grazie nonno per tutto quello che, con il tuo esempio, ci hai inse-gnato. Grazie per averci mostrato la via dell’onestà e della rettitudine, virtù che, insieme ad una salda fede in Cristo, ci hai tramandato attraverso i nostri genitori, i tuoi figli che hai amato tanto.

Ora ti salutiamo, cercando di imprimere nelle nostre menti le ultime immagini della bara che viene accolta tra le braccia della madre terra.

Prega per noi e per le nostre famiglie ed accompagnaci sempre nel nostro cammino di vita quoti-diano. Un abbraccio ed un bacio

Ciao, anzi “sani” come pia-ceva dire a te, dai tuoi nipoti e pronipoti.

Marco Del Din, Arco (TN)PS: salutaci tanto anche la

nonna Erminia…”

I familiari di Claudio Mei ringraziano Monsignor Giorgio Lise e Loris Santomaso per il bell’articolo pubblicato sullo scorso Echi di Agordo a ricordo del loro caro.

Vogliamo inoltre ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo e forma ci hanno dimostrato affetto e vicinanza in questo momento difficile. Un ringraziamento particolare all’Università degli Adulti Anziani per aver ricordato Claudio durante i loro incontri. Grazie di cuore.

Luigia Menegazzi (1902-30.12.2003), Mosè Pongan (1899-1.4.1987)“Mamma e papà carissimi, avete amato tanto:la vita con ottimismo: i vostri figli intensamente; con fedeltà amici e parenti; il lavoro con dedizione esemplare; con passione il sapere; il sacrificio con gioia; con nostalgia le cose passate; la Provvidenza con abbandono; con umiltà e fiducia la Chiesa.

Ora immersi nell’Amore avete la vostra ricompensa. Lodiamo con gratitudine il Signore nella certezza di riabbracciarvi. Siete sempre vivi nel nostro cuore. M.Teresa, Francesca, Elio, Anna e Paolo”

“Eccoci qua, mia cara nonna Rosy, seconda mamma, donna che hai cresciuto con onore e amore tre generazioni, donna forte e combat-tiva fino all’ultimo.

Anche questa volta hai provato a vincere una battaglia che portavi avanti da tanti anni, ma questa volta è stata più dura del solito e ti ha sconfitto.

So che hai lottato con orgoglio ancora una volta, perché volevi restare ancora con noi, ma non è bastato. Ora il Signore ti ha chia-mato a sé.

Avevo chiesto di vederti per l’ul-tima volta, ma non mi è stato dato ascolto, sappi però che sarai sempre nel mio cuore, nonna mia cara.

Ora spero che da lassù tu ci protegga tutti noi e io, ogni sera, prima di andare a letto, guarderò in cielo e troverò la tua stella e, se vuoi, ogni tanto vieni a trovarmi, ne sarò felice.

Ciao nonna, con tanto amore,tuo nipote Christian (dalla Ger-

mania)”

Aldo Lino Meneghini, nel se-condo anniversario della morte (13 dicembre 2011), resta nel ricordo affettuoso della moglie, delle figlie e dei congiunti, nonché dei tanti amici.

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Echi di Agordo 39Febbraio 2014

Anagrafe parrocchialeDEFUNTIRiposino in pace

Anno 2013Anno 201457. De Manzoni Matteucci Giu-

liana, a.77, il 5 dicembre

7. Mattana Tiziana Beppina ved. Baldassi, a. 81, il 24 gennaio

55. Ganz Fausta in Ben, a. 84, il 17 novembre.

54. Ren Maria ved. Moretti, a. 84, il 4 novembre (res. a La Valle).

53. Dal Molin Cristina ved. Soppelsa, a. 86, il 3 novembre.

52. De Nardin Attilio, a. 83, il 25 ottobre 2013.

56. Re Romano, a. 77, il 4 dicembre.

58. Zanin Wanda, a. 87, il 6 dicembre a Desio (MI) e sepolta in Agordo.

59. Miola Giovanni Battista (maestro Miola), a. 96, il 9 dicembre.

60. Conedera Andreanna ved. Farenzena, a.90, il 28 dicembre

4. Conedera Luigi, a. 78, il 17 gennaio

3. Da Barp Giuseppina, a. 87, il 16 gennaio.

2. De Pellegrin Angelo, a. 72, il 14 gennaio

1. De Nardin Emilia ved. Da Ron-che, a. 90, il 9 gennaio 2014.

61. Elena Sommariva, a. 30 , il 24 dicembre, sep. a Rivamonte

5. Spat Lina ved. Farenzena, a. 81, il 19 gennaio

6. De Lazzer Pietro, a. 89, il 19 gennaio

8. Rosson Angela (Alba) ved. Schena, a. 91, il 25 gennaio

9. Facciotto Silvana Regina in Manfroi, a. 79, il 4 febbraio

10. Zasso Rosanna in Favero, a.69, l’11 febbraio.

BATTEZZATIRinati nell’acqua alla luce

Anno 2013

17. Benvegnù Erika, b. il 7 dicembre 2013 (n. il 21.02.2012)18. Benvegnù Thomas, b. il 7 dicembre (n. il 28.07.2013)

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Echi di Agordo40 Febbraio 2014

Ha suscitato un po’ di curiosità la presenza del cruciverba su «Echi» e crediamo di aver ot-tenuto il risultato sperato, risve-gliando negli anziani la curiosità di verificare la propria memoria, ricordando parole obsolete o dimenticate per lasciar posto a nuovi termini, neologismi, mol-to spesso frammisti di vocaboli inglesi o acronimi quasi sempre incomprensibili.

Allo stesso modo dando ai giovani la possibilità di in-traprendere un viaggio in un

La soluzione del Cruciverba dialettale(Echi n° 4-5 - ottobre 2013 - proposto per la festa di Sant’Agostino a Tóccol il 1° settembre.

mondo a loro in gran parte sco-nosciuto. Lo scopo era proprio quello di stimolare gli agordini a un ritorno all’uso del dialetto.

Molte persone, per quanto ne sappiamo, hanno partecipato al gioco, chiedendo consigli o chiarimenti, più che giustificati in quanto alcune parole, causa esigenze del cruciverba, dove-vano essere scritte seguendo la pronuncia. In particolare le doppie hanno creato qualche difficoltà nell’inserimento.

Alcune persone entusiaste

hanno comunicato il completa-mento del gioco nella speranza di essere i primi a raggiungere il traguardo.

Riportiamo dunque la so-luzione come da noi prevista. Chi non avesse concluso, potrà verificare ed eventualmente comprendere e perdonare il compilatore per qualche sva-rione commesso. C’è sempre una prima volta.

Arrivederci a una prossima occasione, se ci sarà!

G.B. La “vècia pòpa”2014

La tradizionale festa di metà Quaresima, curata dall’ap-posito attivissimo gruppo di volontari, si svolgerà

Domenica 30 marzo

Il Signore sia benedettoche dà fine alla giornatae raccoglie sotto il tettouna famiglia affaticata;in quest’ora di riposo

Egli scende a noi pietoso;Gabriele gli apre la via

e tu saluta, o Ave Maria!

Ave Maria della seraLa signora Giuseppina, di

Brugnach, ricordando di aver imparato da piccola, dalla voce dei vecchi, questa bella pre-ghiera alla Madonna, desidera proporla a sua volta ai giovani di oggi perché ne facciano te-soro per se stessi e per chi verrà dopo di loro.

LE FOTOdi questo numero di “Echi”

sono di, o fornite da:Eliofoto Luly Della Lucia, Agordo Foto, Giorgio Fontanive, Fede-rico Costa, Andrea e Gabriele Bernardi, Alberto Del Zenero, Giuliana Da Ronch, Gianni Santomaso, Auser, GAV, CEOD, Antimo Savaris, ANA, Sandro Zasso, Manuel Conedera, Or-dine Medici Belluno, Isabella Lanciato, Renato Guadagnin, Giuliano Costantini, Chicco Cattadori, Giordano Larese, Mara Bortolini, Mario e Sonia Scussel, Bòce da Rif, Marina Nessenzia, Giorgio Zanon, Gabriele Fogliata, Giulio Agnoli, Francesca Dai Prà, Gianluca Da Roit, Andrea Colantuono, Gruppo Giovani e Grest.Archivio: Loris Santomaso, Da-rio De Nardin, Silvano Peloso.

Giuliano De Colà Titòt, fra il cardinale Laiolo e la suora, nel festoso incontro del 5 agosto in val di Garés.

iL menestreLLo e iL cardinaLe

La fama di Giuliano De Colò «Titòt», autentico menestrello popolare agordino, ha varcato i confini della vallata ed è giunta fino in Vaticano. Il simpatico fisarmoni-cista, figlio d’arte in quanto nipote di Sebastiano, il «Bastiàn Titòt» da Listolade, morto nel 1950, ma ricordato ancora oggi come allegro e mordace cantastorie, autore di versi canzonatori e di satire sulla gente e gli avvenimenti del paese, perpetua da anni la vena poetica e musicale del nonno, sia come componente del popolare complesso del «Taca banda», che animando all’occorrenza incontri o manifestazioni in cui sia richiesta un po’ di allegria.

È stato così che lo scorso 5 agosto, in occasione della festa della Madonna della neve, pa-trona di Garés, la ridente località in fondo all’omonima splendida valle, Giuliano ha avuto l’onore di esibirsi e farsi applaudire anche dal cardinale Giovanni Laiolo, della Curia vaticana, al termine della Messa concelebrata con il parroco di Canale d’Agordo, don Mariano Baldovin, nella suggestiva

chiesetta del villaggio.Il gioioso momento d’intratte-

nimento, vissuto insieme dai nu-merosi valligiani e turisti presente, anche con un gustoso pranzo rustico all’aperto, è stato allietato dalla fisarmonica di Giuliano De Colò “Titòt” alla presenza divertita pure dell’illustre porporato e della suora al suo servizio subito coinvol-ti dalla particolare piacevolissima atmosfera popolare. I consolidati rapporti del cardinale Laiolo con Canale d’Agordo hanno fra l’altro consentito ai parrocchiani di Ca-nale e di Vallada di visitare una parte del Vaticano e di ammirare gli splendidi giardini che ospitano pure le impareggiabili sculture di Franco Murer, in occasione della gita-pellegrinaggio a Roma dello scorso ottobre.

Vi ha partecipato anche Giuliano De Colò, ma questa volta senza fisarmonica per riguardo allo spirito del pellegrinaggio. Sta di fatto, però, che avendolo scorto nei giardini vaticani, sia il cardinale che la suora conosciuti a Garés, gli hanno subito chiesto: «…dov’è la fisarmonica?».