BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA … · l’amicizia tra le famiglie partecipanti e...

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BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO Anno LXXXI - n. 3-4 - Giugno-Settembre 2015 www.agordo.diocesi.it Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, NE/BL Taxe perçue - Tassa riscossa 32100 BELLUNO - ITALIA La scorsa primavera 20 ra- gazzi della nostra parrocchia hanno ricevuto il sacramento della Cresima e si sono accostati per la prima volta all’Eucaristia nella stessa celebrazione, al ter- mine del percorso catechistico, durato dalla seconda alla quinta classe della scuola primaria. Il prossimo anno i ragazzi (se lo vorranno e parteciperanno con fedeltà al percorso catechistico, all’Eucaristia domenicale e alle altre esperienze che verranno proposte) saranno 27. Tornati indietro? Direi, piut- tosto un - ritorno alle origini e, soprattutto, un tentativo di offrire ai nostri ragazzi le basi fondamentali catechistiche (di conoscenza/esperienza della fede e della vita cristiana) in un periodo in cui essi sono certamente più recettivi. Ciò non vuol dire che tutto finisca con questo percorso. Termina il “catechismo” tradizionale, ma la propria formazione cristiana può e deve continuare. Qui si inserisce il Il catechismo inizia e finisce, la formazione inizia e non finisce! Vi prego di leggere con pazienza ed attenzione queste righe. - ruolo delle famiglie, che hanno così dei figli di 10/11 anni che hanno termina- to il “catechismo” ma ai quali viene offerto un percorso “dopo Cresima”, con uno o più temi che vengono presentati ai geni- tori stessi, i quali decideranno se invitare i loro figli a continuare in modo diverso la loro forma- zione. Allora avremo anche il polso più preciso su quanto le nostre famiglie (i genitori in particolare) credono effettiva- mente alla necessità per i loro figli di approfondire la fede, di partecipare all’Eucaristia, di fare esperienze particolari di preghiera e di carità. Nella nostra parrocchia esiste un bel gruppo di giovani volonterosi e disponibili a prendersi cura di quanti vorran- no incontrarsi settimanalmente per crescere come gruppo e come singoli sia dal punto di vista umano sia, soprattutto, dal punto di vista cristiano. Noi ci auguriamo che siano proprio questi ragazzi, forti dell’espe- rienza del post-Cresima, a rendere possibile il necessario “ricambio” e guidare in futuro i più piccoli nell’esperienza cristiana. Non possiamo infatti dimenticare che il periodo di formazione cristiana, certa- mente varierà a seconda dell’età e delle vicende di vita (studio, lavoro, famiglia…), ma non avrà mai una conclusione. Dunque - il catechismo, come tradizio- Questo numero di “Echiesce straordinariamente in settembre in quanto, per cause di forza maggiore, non è stato possibile dare alle stampe il numero che tradizionalmente esce per la festa di San Pietro. Ci scusiamo con i par- rocchiani e i lettori di “Echi” fuori parrocchia; tuttavia riteniamo anche sia gradito a tutti aver provveduto a stampare la rivista tanto attesa in questo mese di settembre che segna la ripresa delle attività della nostra comunità. Il Direttore (segue a pag. 2) I campanili dell’arcidiaconale in una suggestiva elabo- razione grafica a tecnica mista di Mauro Ipsa. Consigli per la famiglia " 2 Spigolando in Archivio " 3 Vita della comunità " 5 La nostra Pasqua Cresima e Comunione " 6 Pastorale giovanile " 7 La sagra del fanciullo " 9 I campeggi estivi " 11 Le pagine foraniali " 12 Don Roberto prete “ 13 A piedi dal Papa “ 17 Riparte l'Università A/A " 18 Il racconto di Cielo Blu " 19 Notizie dal Comune " 20 La festa patronale " 21 Sfratto ai volontari " 22 Auguri a... " 24 La pagina dei ricordi " 28 In memoria/anagrafe " 31 La nostra speranza " 32 Sommario

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BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO

Anno LXXXI - n. 3-4 - Giugno-Settembre 2015www.agordo.diocesi.it

Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003 (conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, NE/BL

Taxe perçue - Tassa riscossa 32100 BELLUNO - ITALIA

La scorsa primavera 20 ra-gazzi della nostra parrocchia hanno ricevuto il sacramento della Cresima e si sono accostati per la prima volta all’Eucaristia nella stessa celebrazione, al ter-mine del percorso catechistico, durato dalla seconda alla quinta classe della scuola primaria. Il prossimo anno i ragazzi (se lo vorranno e parteciperanno con fedeltà al percorso catechistico, all’Eucaristia domenicale e alle altre esperienze che verranno proposte) saranno 27.

Tornati indietro? Direi, piut-

tosto un- ritorno alle origini

e, soprattutto, un tentativo di offrire ai nostri ragazzi le basi fondamentali catechistiche (di conoscenza/esperienza della fede e della vita cristiana) in un periodo in cui essi sono certamente più recettivi. Ciò non vuol dire che tutto finisca con questo percorso. Termina il “catechismo” tradizionale, ma la propria formazione cristiana può e deve continuare.

Qui si inserisce il

Il catechismo inizia e finisce,la formazione inizia e non finisce!

Vi prego di leggere con pazienza ed attenzione queste righe.

- ruolo delle famiglie,che hanno così dei figli di

10/11 anni che hanno termina-to il “catechismo” ma ai quali viene offerto un percorso “dopo Cresima”, con uno o più temi che vengono presentati ai geni-tori stessi, i quali decideranno se invitare i loro figli a continuare in modo diverso la loro forma-zione. Allora avremo anche il polso più preciso su quanto le nostre famiglie (i genitori in particolare) credono effettiva-mente alla necessità per i loro

figli di approfondire la fede, di partecipare all’Eucaristia, di fare esperienze particolari di preghiera e di carità.

Nella nostra parrocchia esiste un bel gruppo di giovani volonterosi e disponibili a prendersi cura di quanti vorran-no incontrarsi settimanalmente per crescere come gruppo e come singoli sia dal punto di vista umano sia, soprattutto, dal punto di vista cristiano. Noi ci auguriamo che siano proprio questi ragazzi, forti dell’espe-rienza del post-Cresima, a rendere possibile il necessario “ricambio” e guidare in futuro i più piccoli nell’esperienza cristiana. Non possiamo infatti dimenticare che il periodo di formazione cristiana, certa-mente varierà a seconda dell’età e delle vicende di vita (studio, lavoro, famiglia…), ma non avrà mai una conclusione.

Dunque- il catechismo, come tradizio-

Questo numero di “Echi” esce straordinariamente in settembre in quanto, per cause di forza maggiore, non è stato possibile dare alle stampe il numero che tradizionalmente esce per la festa di San Pietro.

Ci scusiamo con i par-rocchiani e i lettori di “Echi” fuori parrocchia; tuttavia riteniamo anche sia gradito a tutti aver provveduto a stampare la rivista tanto attesa in questo mese di settembre che segna la ripresa delle attività della nostra comunità.

Il Direttore

(segue a pag. 2)

I campanili dell’arcidiaconale in una suggestiva elabo-razione grafica a tecnica mista di Mauro Ipsa.

Consigli per la famiglia " 2Spigolando in Archivio " 3Vita della comunità " 5La nostra PasquaCresima e Comunione " 6Pastorale giovanile " 7La sagra del fanciullo " 9I campeggi estivi " 11Le pagine foraniali " 12Don Roberto prete “ 13A piedi dal Papa “ 17Riparte l'Università A/A " 18Il racconto di Cielo Blu " 19Notizie dal Comune " 20La festa patronale " 21Sfratto ai volontari " 22Auguri a... " 24La pagina dei ricordi " 28In memoria/anagrafe " 31La nostra speranza " 32

Sommario

Echi di Agordo2 Giugno - Settembre 2015

Il gruppo di coppie “Famiglie in parrocchia” ha chiuso il suo percorso annuale con un incontro convivivale nella casa della parrocchia di Taibon in Valle di San Lucano, domenica 14 giugno. Gli incontri mensili hanno avuto per tema lo stesso dei “Centri di Ascolto sul Vangelo” che sono stati organizzati in 5 zone della parrocchia. L’incontro in Valle di San Lucano è servito a rinsaldare l’amicizia tra le famiglie partecipanti e anche a porre le basi per il percorso del prossimo anno pastorale.

Ecco un semplice aiuto nel compito meraviglioso ed impe-gnativo di educare figli e nipoti (e forse anche genitori).

1. Alzate bandiera biancaOgni giorno un numero di fatti

spiacevoli: rumore, l’auto che non parte, uno scontro con una persona volgare, un documento perduto, ecc., ci fanno reagire urlando, battendo i pugni, im-precando o sfogandosi con i più vicini. “Alzare bandiera bianca” significa scongiurare l’effetto valanga: un piccolo scatto di nervi comincia a ingrandirsi fino a diventare una guerra civile. Una bambina calmò di botto la mamma, che aveva appena rot-to una tazzina, dicendo pacata: «E’ la vita!».

2. AscoltateL’ascolto è pillola miracolosa.

Quanto apprezziamo le persone che ci ascoltano perché sentia-mo di essere compresi e stimati. Ci vogliono dosi abbondanti di onestà e umiltà, sforzo e pa-zienza, ma i risultati sono mi-racolosi. Donare a qualcuno la sensazione di essere ascoltato ed ascoltare effettivamente è un magnifico riduttore dello stress. Lasciare agli altri l’ultima parola è sempre un segno di forza e di equilibrio.

3. Accettate le differenzeCiascuno ha una sua perso-

nale scala di valori. E tutti siamo convinti che il nostro modo di vedere è il migliore. Il proble-ma è che gli altri la pensano allo stesso modo. La ricchezza dell’umanità dipende proprio dalle differenze. Invece di sguai-nare la spada quando qualcuno vi contraddice, ripetetevi: «E’ normale: questa persona vede le cose diversamente». Chi rispetta sinceramente le opi-nioni diverse si risparmia un buon numero di litigi e smorza immediatamente l’aggressività degli interlocutori.

4. Le persone vengono sempre prima

Un padre, davanti ai piccoli incidenti, diceva sempre al figlio: «Non importa. Tutto si può so-stituire, eccetto te». A coniuge e figli piace molto sapere che la loro persona e i loro sentimenti contano molto di più dei beni materiali.

Tutto ciò che a prima vista sembra importante: lavare i piatti, la spesa e le altre incom-benze quotidiane, può sempre essere rimandato, non così le emozioni che riguardano le persone. Soprattutto quelle dei bambini. Ricordiamoci sempre cosa porteremo in Paradiso:

giornata alle persone: è il dono perfetto.9. Date il buon esempio

I vostri figli non faranno mai quello che predicate, ma solo quello che fate voi. Chiedevi ogni giorno: «Qual è il mes-saggio che sto dando ai miei figli?»10. Condividete l’anima

Poche cose uniscono la fa-miglia come pregare insieme e vivere insieme la propria fede. Fate delle feste dell’anno un evento di gioia e di intensa comunione, partecipate insieme agli appuntamenti ed iniziative parrocchiali.

Piccola chiosa: stando alla ricostruzione storica di padre Paolo Vyshkovskyy - Il martirio della Chiesa cattolica in Ucrai-na (2007) - durante i lunghi decenni della persecuzione

ALCUNI CONSIGLIPERCHÉ LA FAMIGLIA

SIA LUOGO DI CRESCITA UMANA E CRISTIANA

comunista, in Ucraina le case sono diventate vere chiese, in esse non solo si pregava di nascosto ma venivano celebrati i sacramenti, matrimoni, ma anche ordinazioni sacerdotali. La casa, la famiglia cristiana, era l’ultima trincea per resistere all’invadenza di uno Stato che pretendeva di estirpare Dio dalla coscienze dell’uomo.

Non è forse così anche oggi? Non abbiamo bisogno di famiglie che sanno resistere alle insidie di una cultura consumistica che - in modo subdolo - sostituisce Dio con gli idoli? Ricordiamo: quando sui gradini della chiesa crescono le erbacce, nelle fami-glie crescono le divisioni.

amore e comprensione.

5. Fate rifornimentoViviamo a un ritmo folle. E’

vitale alzare il piede dell’accele-ratore e trovare dei momenti di pausa, ad esempio la domenica come giorno del riposo, della gioia del vivere insieme e del rifornimento spirituale. Trovate il tempo per leggere un buon libro, vedere un film, giocare con i vostri figli, ascoltare musica, andare tutti insieme a Messa e goderci poi un pomeriggio in semplice compagnia.

6. Curate la saluteL’attività fisica e tutto ciò che

mantiene efficiente il corpo contribuisce al benessere della vita familiare: si dorme meglio, si evitano crisi di nervi e mugugni d’intolleranza, c’è più dinami-smo e voglia di vivere.

(segue da pag.1)

nalmente inteso e vissuto, ha un percorso di quattro anni; poi c’è il cammino offerto nel “post-cresima”, quindi il grup-po giovani con diverse accen-tuazioni (animatori campeggi, coro…) e - via via - ciascuno troverà il suo spazio e il suo ruolo nella comunità cristiana come singolo o entrando a far parte di qualche gruppo; per gli adulti (oltre alle varie collabo-razioni in parrocchia) voglio citare due realtà parrocchiali: il Gruppo “Famiglie in par-rocchia” e i “Centri di ascolto sul Vangelo” che in parrocchia sono - come abbiamo più volte ribadito - il modo più ordinario

di catechesi per gli adulti.Tutto diventa un vero e con-

tinuo impegno di formazione. Tuttavia è bene non dimenti-care la parola dell’Apostolo: “Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere” (1Cor 3,6). E, forse, la troppa insistenza sulla “nostra” preparazione, sul “no-stro” impegno, sulle “nostre” scelte, ci ha fatto dimenticare un po’ l’opera di Dio e del suo Spirito. A noi il compito di preparare il terreno - piantare e irrigare - perché Lui possa far crescere buoni frutti, come e quando vuole.

Don Giorgio

Il catechismo... e la formazione

Valle di san Lucano, domenica 14 giugno. Incontro conviviale a chiusura del percorso annuale di “Famiglie in parrocchia”.

7. Curate la vostra casaLa vostra casa si modifica e

cresce con voi: è lo spazio vitale della vostra famiglia. Pensate a essa con profonda gratitudine: vi protegge dal freddo, dal caldo e dagli intrusi. Non è un idolo (ser-ve per vivere, non per lucidarla continuamente...) e neanche un museo. Amatela con indulgenza e flessibilità: è il più bel posto del mondo ed è tutto vostro e delle persone che amate.

8. Esprimete i vostri senti-menti

Non perdete mai l’occasione di dire “Ti amo”, “bravo”. E’ sem-plice, gratuito e fa miracoli. E’ un vero balsamo per chi lo dice e per chi lo riceve. Cambia la

Echi di Agordo 3Giugno - Settembre 2015

a cura di GABRIELE BERNARDI

(segue a pag. 4)

Uomini illustri

Felice Maria CappelloServo di Dio, GesuitaIl Confessore di Roma (3a)

Completiamo il sintetico profilo biografico di Padre Fe-lice Maria Cappello, Gesuita. Grande studioso del diritto canonico, professore all’Uni-versità Gregoriana, consultore della Curia Romana e per 40 anni “il confessore di Roma” nella chiesa di Sant’Ignazio, in procinto di diventare santo. Nato a Caviola, ha trascorso frequentemente le sue vacanze estive ad Agordo dal fratello monsignor Luigi, Arcidiaco-no della Pieve fino all’otto-bre1952.

...Ma Padre Cappello trovava il tempo anche per visitare i carcerati, gli ammalati, in parti-colare quanti erano prossimi al termine della loro vita terrena. “Sono celebri alcuni casi in cui egli preparò spiritualmente alla morte persone lontane dalla Chiesa, ricoverate presso la clinica Sanatrix a Roma” (card. Re). Ne sono un esempio l’avvicinamento alla chiesa del professor Concetto Marchesi e la conversione del giornalista e scrittore Curzio Malaparte.

Concetto Marchesi, gran-de latinista, nato a Catania nel 1878, rettore ed emerito professore dell’Università di Padova dove giunse da Mes-sina nel 1923. Fu esponente di spicco del Partito Comunista, affermava però di non essere né marxista né ateo, combatté duramente il fascismo, fu depu-tato all’Assemblea Costituente e al Parlamento. Insegnava letteratura classica latina e nelle sue lezioni considerava anche il pensiero cristiano con gli ideali di giustizia, eguaglianza e di pace per un’utile collaborazio-ne, solidarietà ed evoluzione della società. Colpito da infarto fu ricoverato urgentemente alla clinica Sanatrix dove casual-mente c’era Padre Cappello che, con l’assenso del malato ancora cosciente, gli impartì la benedizione e l’assoluzione sub conditione. Morì la sera stessa (12 febbraio 1957), la stampa pubblicando la notizia fece allusione al suo accosta-mento, in extremis, alla fede. L’informazione non fu creduta, tanto sembrava improbabile. La notizia venne confermata soltanto nel 1978 da Ezio Fran-ceschini, che del Marchesi fu allievo e fraterno amico, nel suo volume “Concetto Marchesi - Linee per l’interpretazione di un uomo inquieto” (1978, Ed. Antenore Padova), nel quale oltre a trattare le vicende della vita del letterato, umanista e politico, documenta la verità

sul suo avvicinamento alla fede.

Ezio Franceschini (nato a Villa Agnedo in Valsugana il 25.7.1906, morto a Padova il 21.3.1983), si laureò in lettere all’ateneo patavino nel 1928 di-scutendo, proprio con Concetto Marchesi, una tesi su “Liber philosophorum moralium anti-quorum”. Fu preside dell’Uni-versità Cattolica di Milano e capitano degli alpini. Nel ’43, dopo l’armistizio, appoggiò la

giornalista toscano, degente per ben quattro mesi nella clinica Sanatrix, conosciuto per il suo spirito ribelle e per le sue posizioni ideologiche non molto vicine alla Chiesa e a Dio, in quel momento di sofferenza probabilmente capì che era “…più utile e saggio guardare cristianamente alla morte e prepararsi a regolare i propri conti con Dio”. Tra le tante visite ebbe anche quella di padre Felice e fu in uno di questi incontri che acquisita la fiducia nel gesuita si fece bat-tezzare e in seguito con l’aiuto di padre Virginio Rotondi farsi accompagnare spiritualmente fino al termine della sua vita terrena”. (Mondrone S.J.).

Colpito da una colica epa-tica e conseguente collasso cardiaco, Padre Felice alle ore 0 e 50 minuti del 25 marzo 1962 si spense e la sua anima santa ritornò al Padre: era il giorno dell’Annunciazione del Signore. La sua salma fu accompagnata mercoledì 28 marzo al cimitero del Verano da una folla straboccante, che però avrebbe voluto vedere la bara tumulata accanto al suo confessionale nella chiesa di Sant’Ignazio. Questo desiderio popolare fu soddisfatto soltanto l’11 aprile del 1985 quando la salma finalmente fu traslata nella sua Chiesa presso il suo confessionale.

Gli agordini non lo hanno dimenticato, molte le testimo-nianze e molti gli articoli sui giornali locali che ricordano con grande simpatia e venera-zione padre Felice.

La Parrocchia di Caviola, il Comune e l’Azienda autono-ma del Turismo per ricordare degnamente il 1° centena-rio della nascita dell’illustre

Concetto Marchesi (1878-1957) Curzio Malaparte (1898-1957)

Chiesa di Sant’Ignazio a Roma. Tomba di Padre Felice e P. Felice mentre confessa.

Resistenza e fondò il gruppo partigiano antinazista FRAMA (iniziali di Franceschini cattoli-co e Marchesi comunista) che assicurava i rifornimenti alle Brigate partigiane e che, nel ’44, aiutò Marchesi a emigrare in Svizzera.

L’altro episodio eclatante si riferisce a Curzio Mala-parte (pseudonimo di Kurt Erick Suckert, nato a Prato il 9.6.1898 e morto a Roma il 19.7.1957). Il noto scrittore e

Echi di Agordo4 Giugno - Settembre 2015(segue da pag.3)

Padre Felice Cappello S.J.

Agordo, 12 dicembre 1985, chiesa arcidiaconale: sacerdoti, autorità e pubblico alla serata di “Omaggio a P. Felice ” promossa dal Coro Agordo.

festazione e numerosi concit-tadini di Caviola e dell’intera vallata. L’incontro presentato da Dino Bridda e allietato dalle voci del coro diretto da Salvatore Santomaso, fu illuminato dall’intervento del gesuita Padre Pittau S.J, Con-sigliere Generale e autorevole esponente della Compagnia di Gesù, allora Assistente delle Provincie d’Italia e d’Oriente, che illustrò la figura e le opere dello straordinario Confessore di Roma.

In quell’occasione venne data lettura anche di una bella testimonianza di don Ferdi-nando Tamis, il nostro grande storico agordino (presente in chiesa), che fu a sua volta molto vicino a padre Felice e al fra-tello arcidiacono mons.Luigi.

Padre Giuseppe Pittau S.J. (nato nel 1928 a Villacidro in Sardegna), l’apostolo del Giappone, fu definito da Papa Francesco (primo papa gesuita) nella lettera rivolta al generale dei Gesuiti P. Adolfo Nicolas Pachon “esemplare ministro di Dio per la causa del Vangelo”. Fu dal 1952 a Yokosuka poi a Tokyo, dal 1968 al 1981 Rettore nell’Università Cat-tolica Sophia e provinciale dell’ordine. Dall’83, dopo la morte di padre Pedro Arrupe (il papa nero), viene nominato

preposito generale l’olandese Padre Kolvenbach di cui padre Pittau divenne Consigliere ge-nerale e assistente per l’Italia e per l’Asia orientale. Nel 1984 l’imperatore Hirohito gli con-ferì una delle onorificenze giap-ponesi più prestigiose: l’Ordine del Crisantemo “l’emblema del Sol Levante”, per i suoi meriti nel campo della cultura. Nel novembre 2003 rientrò in Giappone per svolgere attività pastorale e insegnamento. Pa-dre Pittau è morto nove mesi fa (26 dicembre 2014) a Tokyo, all’età di 86 anni.

Il 14 marzo 1987, sul settima-nale “L’Amico del Popolo”, il parroco di Caviola, don Cesare Vazza, ha ricordato padre Feli-ce con un bell’articolo dal titolo “25 anni fa moriva a Roma il Gesuita Padre Cappello”.

La parrocchia di Caviola (parroco don Bruno De Laz-zer) ha realizzato nel 2012 un volumetto “Il confessore di Roma - 50° Anniversario dalla salita al cielo di Padre Felice Cappello” nel quale sono state raccolte, oltre ad alcune note biografiche, le omelie e le manifestazioni che si sono svolte in paese dal 25 marzo al 19 agosto del 2012 in onore e ricordo del loro amato concittadino.

Interessante sarà poter rac-

contare del rapporto tra il Padre Felice e Albino Luciani, ma in questa occasione facciamo soltanto un breve cenno.

I due erano parenti, il bisnon-ni per via materna di Padre Felice (1879-1962), Giuseppe Luciani (1783-1849) e la mo-glie Maria Valt (1787-1848) erano trisavoli per via paterna di Papa Albino Luciani (1912-1978). Anche don Albino aveva espresso il desiderio di entrare nella Compagnia di Gesù, ma il suo vescovo lo volle con sé. Nelle sue omelie, il nostro papa Luciani, Giovanni Paolo I°, frequentemente accennava con ammirazione alla forte preparazione del Gesuita: “ Io ho vissuto qualche mese in intimità con P.Felice Cappel-lo e l’ho visitato spesso alla Gregoriana… “confessore di Roma” per antonomasia, è morto in concetto di santità. Di lui, però, non m’ha colpito la scienza, che conoscevo at-traverso i suoi numerosi libri, bensì la fedeltà scrupolosa alla regola…” (da “Il magistero di Albino Luciani - scritti e discorsi”).

Concludiamo questo nostro ricordo di Padre Felice Cap-pello unendo anche un caro e devoto pensiero a Padre Roma-no Bottegal e Albino Luciani, il papa del sorriso, nati, cresciuti e ordinati sacerdoti nella nostra diocesi, augurandoci che sia al più presto riconosciuta la loro santità e il meritato onore degli altari. Aspettiamo fiduciosi.

(G.B. 3 - fine)

Roma, sant’Ignazio. Gente in preghiera davanti al defunto padre Felice.

compaesano, organizzarono solenni manifestazioni. Padre Giuseppe Strim, gesuita, fece emergere tutta la sua “statura” da molti probabilmente igno-rata e dopo la s. Messa venne scoperta una lapide commemo-rativa murata sulla casa natale in via Cime d’Auta con incise queste parole: “In questa casa il 9 ottobre 1879 nacque Padre Felice Cappello S.J. giurista insigne - sacerdote esemplare. Nel 1° centenario”. In quell’oc-casione il parroco don Cesare Vazza informò gli agordini che il padre Paolo Molinari oltre a plaudere per l’iniziativa della commemorazione, confermava che “si sta lavorando molto” per la causa di beatificazione dell’illustre Servo di Dio.

Un omaggio a Padre Felice M. Cappello fu offerto anche dal coro Agordo nella sesta edizione (1985) de l’“Agordino ricorda...”, manifestazione or-ganizzata per rendere omaggio ad un illustre figlio della terra agordina. Per interessamento dell’arcidiacono mons. Lino Mottes e del vescovo Maffeo Ducoli, fu possibile dar vita a un incontro la sera del 12 di-cembre 1985 nella chiesa arci-diaconale di Agordo. Promossa e curata dal Coro Agordo, allora presieduto da Marilisa Lu-chetta, la serata si svolse nella chiesa arcidiaconale di Agordo, con il patrocinio del Comune di Falcade, del Comune e della parrocchia di Agordo, presenti molti parroci dell’Agordino, i sindaci di Falcade, Girolamo Serafini e di Agordo, Armando Da Roit, entrambi assesso-ri della Comunità Montana Agordina, i familiari di Padre Felice, ai quali venne offerta una targa ricordo della mani-

Per la Bibliografia: cfr “Echi di Agordo”. n.1-2, Pasqua 2015, pag.7.

Echi di Agordo 5Giugno - Settembre 2015

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’La nostra Pasqua 2015

La Vita consacrata iL corpus Domini...

Via Crucis al Cristo delle Pianizze

La processione del Venerdì Santo

Domenica delle Palme

Lavanda dei piedi del Giovedì Santo

Le cerimonie del Sabato Santo

Domenica di Pasqua con il Coro dei Bambini

...Quest'anno con percorso nuovo per le vie del centro.

Echi di Agordo6 Giugno - Settembre 2015

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’Domenica 17 maggio:

s. cresima e prima s. comunione per 20 ragazzi

Nelle foto, i ragazzi che hanno ricevuto la Cresima e per la prima volta si sono ac-costati all’Eucarestia. Hanno concluso il cammino catechi-stico, ma per loro è prevista la continuazione “formativa” (a questo punto volontaria) nel gruppo del “post-Cresima”, con un programma preciso che verrà presentato ai genitori e a loro stessi dopo l’estate dal parroco e dai giovani educatori che li accompagneranno nel cammino.

La celebrazione del 17 mag-gio è stata presieduta dal Vicario Generale, mons. Luigi De Fa-vero che, in un colloquio dopo la S. Messa, ha avuto parole di compiacimento per la scelta di far coincidere in una unica occasione la Cresime e la Prima Comunione, soprattutto al fine di far comprendere come il ver-tice dell’iniziazione cristiana sia proprio l’Eucarestia.

Confido che i genitori di que-sti ragazzi siano consapevoli che continuare un cammino di formazione cristiana, al di

fuori dell’ambito strettamente catechistico, sia per i loro figli una occasione da non perdere. Altrimenti dovrei pensare che anche ad Agordo “non si vede l’ora” che tutto sia finito: spero proprio che non sia così, anche perché vogliamo che i ragazzi di oggi siano - nei prossimi anni - a loro volta, gli educatori di altri ragazzi e così, diventati adulti e genitori (o magari sacerdoti…), trasmettano quello che loro stessi hanno ricevuto, in una ripresa di quella “trasmissione” della fede, ora piuttosto rallen-tata se non addirittura persa.

Don Giorgio

Bianchi Enea, Cadorin Ric-cardo, Bordon Gabriele, Cagnati Kevin, Caldart Gior-gia, Da Pian Gabriel, Da Rif Isaac, Da Roit Federico, De Bortoli Benedetta, Galligani Claudio, Gaz Filippo, Gaz

Miriana, Gelfusa Gabriel, Ongaro Patrizia, Paolin Daniel, Pianezze Dylan, Rosson Siria, Santomaso Luca, Valt Thomas, Zanardi Matteo. Si è aggiunto Trema-tore Fernando, di Taibon.

Non poteva certo mancare la tradizionale foto-ricordo

dei chierichetti con il Vicario generale della diocesi, mons.

Luigi Del Favero.(Foto Luly Della Lucia)

Echi di Agordo 7Giugno - Settembre 2015

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’attività di PastoraLe GiovaniLe

Don Robi... capo!E così il giorno tanto atteso

è arrivato!Sabato 30 maggio nella

Cattedrale di Belluno, tra i tanti agordini e non presenti all’ordinazione a sacerdote di Roberto De Nardin, c’era anche il gruppo animatori, che non poteva di certo mancare! Come pure alla sua Prima Santa Messa celebrata nella chiesa di La Valle domenica 31 maggio.

Come non commuoversi da-vanti a questa figura celestiale (visti i bei ricci che si era lascia-to) che compie questo grande passo? E come dimenticare i

Domenica 29 Marzo con i ragazzi del gruppo giovani siamo andati a Belluno in oc-casione della XX Giornata della Gioventù.

Al teatro Giovanni XXIII siamo stati accolti da alcuni animatori che ci hanno subito coinvolto nei più svariati balli di gruppo. Poi pian piano ci siamo sistemati all’interno del teatro, dove ci attendevano i tre attori/presentatori della giornata: tre ragazzi che apparentemente avevano tutto, soldi, uomini ai loro ordini, ogni tipo di svago, feste, ma che non riuscivano a capire perché in giro ci fosse gente molto più povera ma più felice di loro.

Ed ecco che vengono introdot-ti i veri protagonisti del pomerig-gio: Fra Girolamo e Suor Moira, invitati dai nostri seminaristi a portare la loro testimonianza di fede. Dopo un simpatico in-termezzo col pianoforte di due giovani musicisti bellunesi, Fra

quando quaLcuno rende beLLa La vita

Girolamo inizia a raccontare la sua storia. Molti gli aneddoti che ci ha riportato e altrettante le sue avventure da quando ha sentito la sua vocazione a quan-do è arrivato in Italia, passando per molti paesi a volte in modo davvero bizzarro.

Poi è la volta di Suor Moira, che con la sua carica e simpatia ci racconta di come per lei non sia stato così facile trovare la via che il Signore aveva scelto per lei, e che mai da adolescente si sarebbe immaginata che sa-rebbe diventata suora.La scena torna sui tre attori iniziali, che dopo aver provato più volte ad eliminare i loro antagonisti, rimangono essi stessi vittima delle loro malefatte. Ma non tutto il male viene per nuocere: questa avventura gli fa final-mente capire Chi è che rende bella la vita!

Lasciamo infine il teatro per dirigerci alla chiesa di San Pietro, da dove partirà la pro-cessione con le palme che ci condurrà alla messa in duomo, a conclusione di una splendida giornata.

Erica

tanti campeggi passati, da ani-mati o da animatori, accanto a lui, tra le mille risate e anche qualche sgridata?

Non sarà facile chiamarlo “Don Robi” ma già dal suc-cessivo campeggio abbiamo iniziato a farci l’abitudine, infatti ci ha aiutato, affiancan-do Don Fabiano nel secondo turno di campeggio, non più da animatore o da cuoco, ma ora da sacerdote.

Caro Don Roberto ti auguria-mo di trovarti al meglio nelle tue nuove vesti e grazie per essere stato con noi a Copada!

Flavia

...affiancando Don Fabiano nel secondo turno di campeggio, non più da animatore o da cuoco, ma ora da sacerdote.

...tra le mille risate e anche qual-che sgridata...

Echi di Agordo8 Giugno - Settembre 2015

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’Pastorale Giovanile

Anche quest’anno si è concluso il consueto appuntamento settimanale che vedeva riuniti noi del gruppo giovani con i bambini delle elementari, ogni sabato pomeriggio al centro parrocchiale. Durante questi pomeriggi abbiamo intrattenuto i bambini coinvolgendoli in attività molto varie: dai giochi e balli di gruppo a passatempi come lavoretti con il Das. Con l’arrivo della bella stagione siamo potuti uscire in cortile a sperimentare le nostre doti calcistiche. Ci auguriamo che l’anno prossimo ci sia una partecipazione maggiore che ci darà più soddisfazione ed entusiasmo! A presto!

Laura e Marika

L’esperienza del gruppo dopo-cresima è ormai giunta a quella che può essere stata una conclusione provvisoria, dato il successo ottenuto e l’entu-siasmo risvegliato nei pochi ma appassionati impavidi che han-no avuto il coraggio di mettersi in gioco. Ebbene sì, torneremo il prossimo anno con l’attività settimanale per i ragazzi delle medie (i neo-cresimati) e con-tinuando per i più grandicelli in modo che la nostra e loro rimanga sempre una condizio-ne di neo-cresimati, con tutta la passione dell’intraprende-re un’avventura e l’energia dell’inizio di un cammino.

Quando abbiamo chiesto ai ragazzi un piccolo pensiero di fine stagione per «Echi», ci han-no stupito iniziando quasi tutti la frase con un “Ho imparato”. Vuol forse dire che lo stare in-sieme insegna cose che da soli non si possono comprendere? Così sembrerebbe! Vi lasciamo dunque ai commenti dei diretti interessati:

“Al post-cresima ho imparato molto anche se divertendomi, e

Gruppo dei BòceSabato pomeriggio

IL GUSTO DICONTINUARE INSIEME

ho conosciuto altre persone!Al post cresima ho imparato

cosa vuol dire fare gruppo, rispettarsi a vicenda e ascol-tarsi.

Al gruppo ho imparato a stare e a vivere con gli altri.

Al gruppo ho imparato a comprendere, a fare riflessioni e stare con gli amici.

Ho imparato a rispettarci a vicenda e che stare assieme è meglio che stare da soli.

Al post-cresima ho imparato ad ascoltare le persone.

Al gruppo ho imparato ad accettare gli altri e ad ascoltare e tenere per me le loro opinioni.

Al gruppo ho imparato sì a divertirmi, ma ho anche capito che bisogna aiutarsi fra amici e questa è la cosa più importan-te… Ciao!

Vi invito a partecipare al gruppo dopo-cresima perché è divertente e si imparano tante cose come lo stare insieme!”

Dunque preparatevi per il prossimo autunno per scoprire con noi il gusto di continuare insieme il cammino di fede ini-ziato il giorno della cresima!

I ragazzi e gli educatori

Don Robi, come dimenticare i momenti di crescita in campeggio...

Echi di Agordo 9Giugno - Settembre 2015

VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’

Quest’anno, presi dalle tante attività parrocchiali che ci hanno visti impegnati su più fronti, non ci siamo nemmeno accorti che Pasqua si avvicinava precipitosamente senza quasi darci il tempo di archiviare gli impegni invernali e definire la nostra tabella di marcia prima-verile. Così quella domanda che cominciava a martellare nella mente di alcuni è stata poi for-mulata da qualche coraggioso: “ma non è il caso di cominciare a preparare San Vincenzo?”

Sì, era decisamente ora passa-ta di rimboccarsi le maniche e darsi da fare per organizzare al meglio la tradizionale giornata di giochi del lunedì di Pasquetta. Sebbene fossimo un pochino in ritardo rispetto al solito, e anche se le forze umane a di-sposizione si barcamenavano fra tanti impegni, alla fine ce l’abbiamo fatta a racimolare, impacchettare e inscatolare tutti i premi per la pesca e per gli altri vari giochi. Ovviamente come di consueto da qualche anno a questa parte, tra un in-cartamento e l’altro, circolava anche un’altra fondamentale e insidiosa domanda: “che tempo è previsto?” Così, facendo uso e abuso dei vari meteo a dispo-sizione sui cellulari sparsi per

casa Gaz, si passava dalla tesi positivista “giornata stupenda” al pessimismo cosmico di “ hanno messo pioggia e freddo, con abbassamento quota della neve”.

Abbracciando calorosamente la teoria della giornata baciata dal sole, e confidando nell’aver già preso acqua a sufficienza l’anno prima, con animo fidu-cioso il Sabato Santo abbiamo incastrato alla perfezione sca-toloni, calcetto, sedie, tavole e quant’altro nel furgone pronti per il tanto atteso lunedì.

La mattina di Pasquetta, quando la mente pian piano ha cominciato ad elaborare i primi pensieri e ha poi sugge-rito che era giunto il giorno di San Vincenzo, ha fatto sì che gli occhi ancora assonnati im-mediatamente si proiettassero verso la finestra per accertarsi che effettivamente ci fosse il tanto desiderato sole. Meravi-glia delle meraviglie quest’anno lo sguardo ha potuto adagiarsi su un limpido cielo azzurro. Ma si sa, non c’è trucco senza inganno: bel tempo sì, ma che freddo! Ormai però abituati a

Pastorale Giovanile

ogni sorta di condizione me-teorologica, e senza nemmeno tanto brontolare, con il solito entusiasmo abbiamo ben presto messo all’opera le nostre mani affinché tutto fosse pronto per il primo pomeriggio.

E se anche il tempo non ci ha regalato una bella giornata, non sono comunque mancate le voci entusiaste dei tanti bam-bini belli imbacuccati pronti a giocare il più possibile; non sono mancati nemmeno i tanti volti concentrati sulla pesca dei pacchetti e quelli desiderosi di vedere il coniglio entrare nella propria tana (come sempre ac-compagnati poi da altrettanto desiderosi sguardi di genitori supplichevoli di non vedersi finire l’adorabile animale nella

tana del proprio figliolo!); o ancora, gli sguardi pensierosi di chi doveva indovinare pesi e misure varie.

Così tra un gioco e l’altro, correndo di qua e di là, anche San Vincenzo 2015 è stato archiviato con gran successo! Se a fine giornata eravamo stanchi ma felici è merito di chi ha deciso di passare di lì e si è voluto fermare a giocare, grande o piccolo che fosse.

Grazie quindi a tutti coloro che hanno sfidato il vento e hanno trascorso con noi quel lunedì pomeriggio. Un grande grazie lo dobbiamo rivolgere anche ai vari amici che hanno prestato rinforzi al gruppo, senza i quali sicuramente non avremmo potuto fare un gran-ché! Infine, ma non ultimo per importanza, un sincero grazie a chi ci ha sfamati e a chi ci ha portato il the caldo per scon-gelarci un po’… grazie a tutti per la vostra generosità sempre molto apprezzata!

Appena avremo concluso le varie attività e troveremo il tempo di riunirci attorno a un tavolo per tirare le somme di quanto svolto nel corso dell’an-no e sistemare le faccende più “burocratiche”, decideremo pure dove destinare il ricavato raccolto con San Vincenzo, an-che se quest’anno l’idea è quella di indirizzarlo al nostro Centro Parrocchiale che sappiamo bi-sognoso di entrate per ammor-tizzare il grande debito ancora attivo. Or bene, non rimane che concludere e dirvi “ci vediamo a San Vincenzo 2016!”… con-fidando in una nuova splendida e calda giornata!

Il gruppo giovani

Al lavoro perla Sagra del Fanciullo

Echi di Agordo10 Giugno - Settembre 2015

Anche quest’anno il giorno di Pasquetta le vie di Paréch si sono riempite di gente per la tradizionale Sagra del Fan-ciullo. Le funzioni religiose hanno visto una grande parte-cipazione di fedeli, soprattutto alla S. Messa solenne al cui termine i molti bambini e ra-gazzi presenti hanno ricevuto la benedizione e la protezione di S. Vincenzo.

Numerosi sono stati i bambini che hanno partecipato ai giochi proposti nel pomeriggio sulla Lòbia di Paréch dai sempre bra-vi ragazzi del gruppo giovani.

Come dimenticare i tradi-zionali “pòp” realizzati dal gruppo “Chéi de na òlta” cui va un plauso per la fantasia e l’inventiva che dopo tanti anni ancora permettono loro di dar vita alla rappresentazione degli antichi mestieri. In fondo non ci potrebbe essere sagra di S. Vincenzo senza i “pòp”!

Ormai da qualche anno in occasione della sagra Paréch si arricchisce di nuovi graffiti. Quest’anno ne sono stati realiz-zati tre riguardanti i 50 anni del

“GIR”, i giochi dei bambini che si ritrovavano nelle piazzette delle frazioni e i racconti che i nonni tramandavano ai loro nipoti.

Un grazie speciale a tutti co-loro che con il loro lavoro hanno reso possibile la realizzazione di questa bella giornata, alle associazioni presenti al merca-tino, a chi ha pulito e addobbato la chiesa, al gruppo “Chéi de na òlta”, al gruppo “Campregana”, all’U.S. Le Ville, agli artisti che hanno realizzato i graffiti assieme ai bambini delle scuole elementari, al gruppo giovani, ai chierichetti che hanno servito la S. Messa e, come potrete ve-dere dalla foto, a Don Roberto che ha voluto unirsi a noi e a cui porgiamo i nostri migliori auguri per la sua ordinazione sacerdotale.

Vogliamo dare con tale iniziativa maggiore visibilità a questi gruppi di adulti che – storicamente - sono nati secoli fa come strumento di solidarietà, di carità e di suffragio per i defunti all’in-terno delle Comunità cristiane. A tutt’oggi continuano anche tra noi questa presenza. I membri di queste Confraternite parteciperanno alla Messa parrocchiale e hanno organizzato una festa per tutti al Centro parrocchiale. Partecipiamo numerosi: il ricavato sarà dato in beneficenza proprio a favore del Centro. Ringraziamo fin d’ora gli organizzatori e i collaboratori.

Il programma prevede, la S.Messa alle 10,00 in Arcidiaconale e poi il pranzo comune (dalle 12,00) negli spazi esterni del Centro parrocchiale. Nel pomeriggio canti con il simpatico complesso del “Taca Banda” e tre tombole con ricchi premi. Tutto a favore del centro parrocchiale che ha ancora le spese di un grosso mutuo da affrontare.

SanVINCENZO 2015

Rinnovo già da ora l’invito ad essere presenti il prossimo anno per passare una giornata insie-

me in allegria, sperando di non aver dimenticato nessuno.

Silvia Zasso

Sempre tanta gente e tanti bambini alle funzioni religiose, ma come dimenticare i tradizionali “pòp” e la vecchia Topolino del maestro Miola?

domenica 20 settembreLa 2^ festa deLLe confraternite

Echi di Agordo 11Giugno - Settembre 2015

la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale

Si sono conclusi senza dubbio in maniera positiva i campeggi proposti dalla Pastorale Giova-nile Agordina per l’estate 2015 in loc. casera Copàda Bassa, nei pressi del passo Cibiana.

Dal 22 al 27 giugno un vivace gruppo di 40 ragazzi dalla II^ alla V^ elementare, guidati da una quindicina di animatori e alimentato da tre cuoche, ha percorso in lungo e in largo i boschi sul tema de “Gli Ari-stogatti”, mentre il 2° turno ha avuto luogo dal 3 all’8 luglio,

Molto ben riuscito il pelle-grinaggio al Santuario Maria Immacolata del Nevegal, da parte delle parrocchie della Forania di Agordo, guidato dall’Arcidiacono, proprio nella ricorrenza del ventesimo anni-versario della consacrazione del Santuario (1° maggio 1995).

Nonostante il tempo poco favorevole, si sono ritrovati in Santuario oltre 150 pellegrini che hanno raggiunto il luogo

campeggi è dato senza dubbio dalla passione e preparazione degli animatori, che mediante appuntamenti mensili e un grosso lavoro appena terminata la scuola, curano il campeggio in ogni suo dettaglio, donando energie ed entusiasmo (davvero grandi!).

i camPeGGi estivi

deLLa conca aGordina

con ben 36 partecipanti dalla I^ alla III^ media, seguito da una decina di animatori e un vivace trio di cuoche.

Come già avvenuto per il pas-sato, l’esperienza si è dimostrata ricca sotto vari punti di vista: senza dubbio l’aggregazione fra i ragazzi, l’attenzione reciproca, l’autogestione in un ambiente nuovo e privo di tutti i comfort della vita ordinaria, la capacità di adattamento alla vita in alti-tudine dormendo in tenda.

Ma l’ottimo risultato dei

ma è senza dubbio motivo di speranza e di fiducia per il futuro l’appassionato coinvolgimento del gruppo animatori, che coa-gula ragazzi da varie comunità dell’Agordino per circa una trentina di persone, da don Fa-biano seguite tutto l’anno.

E mettere in risalto, con gra-titudine, la capacità e la dispo-nibilità mista a passione grande degli animatori, è il minimo che si possa dire al termine di questa nuova bella ed educativa espe-rienza estiva con i giovani.

Il cronista d’alta montagna

Come di consueto, la pre-senza ai campeggi è garantita da don Fabiano Del Favero e quest’anno al secondo turno abbiamo avuto la gioia e la grazia di contare anche sulla presenza di don Roberto De Nardin, prete novello, che per più di dieci anni ha partecipato alle iniziative della Pastorale Giovanile Agordina.

Certo ci sarebbe da fare molto di più per questi nostri ragazzi, considerato senza dubbio chi deve sperimentare la fatica nel doversi dividere fra varie cose,

sacro con tre pullman e auto private. Una trentina di persone hanno percorso a piedi il tragitto da Belluno fino al Santuario.

Il Rettore, don Sirio Da Corte (che è stato Arciprete di Canale d’Agordo) ha accolto i pellegrini e guidato la pro-cessione al Santuario dove ha rivolto alcune parole di saluto, sottolineando come quella di Agordo sia stata la prima Fora-nia della diocesi a organizzare

un pellegrinaggio al Nevegal, mentre sono numerosi quelli provenienti da fuori diocesi.

L’Arcidiacono ha presieduto la celebrazione eucaristica, con-celebrata con un gruppo di sa-cerdoti e parroci dell’Agordino, mentre l’omelia è stata tenuta da don Sirio il quale ha evidenziato come in Maria “Madre di mi-sericordia” troviamo il modello

per “ricamare” con questa virtù la nostra vita quotidiana, anche in vista dell’anno santo che inizierà l’8 dicembre prossimo, solennità dell’Immacolata a cui è dedicato il Santuario.

Dopo la Messa i partecipanti si sono intrattenuti nella sala conferenze del Santuario per un po’ di condivisione fraterna.

Un pellegrino

Il 1° maggioPellegrinaggio al santuariomariano del Nevegàl

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Echi di Agordo12 Giugno - Settembre 2015

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Il 26 agosto scorso, in occa-sione delle celebrazioni per il 37° anniversario dell’elezione di Giovanni Paolo I, il nostro Vescovo Mons. Giuseppe An-drich - celebrando la messa a Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani - ha annuncia-to che nella positio della causa di beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo I è stata inserita la testimonianza scritta di un suo successore: il Papa Emerito Benedetto XVI.

E’ la prima volta nella storia: un Papa - seppur Emerito - che testimonia nel processo di beatificazione di un suo prede-cessore. Il Pontefice infatti non testimonia in quanto giudice ultimo e definitivo in questi procedimenti. Tuttavia Bene-detto, proprio perchè Emerito, ha potuto offrire il suo ricordo scritto sul Papa del Sorriso con il quale condivise la sede vacante ed il conclave del 1978, quando il Cardinale Luciani era Patriar-ca di Venezia ed il Cardinale Ratzinger guidava l’Arcidiocesi di Monaco e Frisinga.

Più volte, nel corso del pontificato, Benedetto XVI ha ricordato la figura del suo pre-decessore. Nel corso dell’An-gelus del 28 agosto 2008 il Papa Emerito ricordava come il motto episcopale di Albino Luciani fosse “Humilitas: una sola parola che sintetizza l’es-

senziale della vita cristiana e indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell’autorità. L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale. Grazie proprio a questa sua virtù, ba-starono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esem-pi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ric-co, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosi-va con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. E’ stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e pre-decessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro”.

Benedetto XVI ringraziava Dio “per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, im-pegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lon-tani”.

In occasione della proiezione del film dedicato a Papa Luciani, Benedetto XVI puntava l’atten-zione sulla “figura dolce e mite di un Pontefice forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso. Fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento. Fu instancabile nell’attività pasto-rale, stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato, l’unico e comune ideale della santità”.

“Maestro di verità e catecheta appassionato - concludeva Papa Benedetto - a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno e la gioia dell’evan-gelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano, unica forza in grado di scon-figgere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”.

Lunedì 28 settembre - ore 18.00a Canale d’Agordo:

S.Messa per i catechisti della Foranianell’anniversario della morte di papa Luciani,

che sentiamo come loro patrono.

La testimonianza di Benedetto XVInella “positio”

di Albino Luciani

Canale d’Agordo, 26 agosto 2015. Il nostro vescovo Andrich e l’ar-civescovo di Trento Luigi Bressan all’altare (foto Giorgio Boato, da L’Amico del Popolo).

Proprio nell’anno del suo 50° di sacerdozio, Don Sergio Pelliz-zari saluta le parrocchie di Colle Santa Lucia, Selva di Cadore e Santa Fosca. Raggiunti i 75 anni, il sacerdote ha infatti deciso di “andare in pensione” anche se in realtà, continuerà a… prestare servizio seguendo malati e anziani all’ospedale di Belluno.

Da domenica 6 settembre a sostituirlo pro tempore ci sarà don Luigi Del Favero. «Don Sergio - è stato scritto nell’agenda settima-nale delle parrocchie - ha concluso il suo prezioso ministero nelle tre comunità che gli erano state affidate nel 2008. Tutti abbiamo compreso che le motivazioni di salute non permettevano di insistere per prolungare la sua permanenza quassù. Egli però ha dato al vescovo monsignor

Giuseppe Andrich la disponibilità a continuare a “fare il prete” a tempo pieno, dedicandosi agli ammalati e agli anziani. Noi gli manifestiamo la nostra gratitudine e lo salutiamo con i sentimenti di amicizia che la lontananza non estinguerà». Per il momento la responsabilità pastorale delle comunità è stata affidata a don Luigi, vicario della diocesi che sarà aiutato da un giovane sacerdote, don Matteo, temporaneamente presente ad Arabba.

«Il vescovo - si legge ancora nel bollettino - ha già fatto i passi ne-cessari per individuare il sacerdote al quale affidare congiuntamente le tre parrocchie, continuando nella stessa forma quello che ha fatto don Sergio e, prima di lui, don Riccardo Parissenti».

Dario Fontanive

Don Sergio Pellizzari durante una messa nella chiesa di Santa Fosca.

Canale d’Agordo, 26 agosto 2015. L’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan (foto Giorgio Boa-to, da L’Amico del Popolo).

Don Sergio Pellizzari ha lasciatole parrocchie di Colle, Selva e S. Fosca

Echi di Agordo 13Giugno - Settembre 2015

Domenica 31 maggio, nel pomeriggio, solenne celebra-zione della prima messa per il nuovo sacerdote lavallese don Roberto De Nardin. Erano oltre trent’anni, da quando fu consacrato padre Attilio De Zaiacomo che la comunità di La Valle non si stringeva attorno all’altare per la celebrazione della prima eucarestia di un proprio sacerdote.

Il giorno precedente don Ro-berto De Nardin era stato consa-crato dal vescovo Andrich nella Cattedrale di Belluno assieme a don Fabrizio Tessaro.

Gremite le navate della chiesa dai parrocchiani di don Roberto e anche da tante persone venute dalle parrocchie vicine e dalle parrocchie dove don Roberto ha svolto il suo servizio di accolitato e diaconato; gremito anche il coro dai tanti sacerdoti presenti, dal parroco don Adal-berto con diversi sacerdoti della forania di Agordo, dei sacerdoti

la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale verso l’amore di Cristo.

A questo invito si è rifatto don Roberto nel suo saluto finale quando illustrando il grande affresco sulla parte destra del coro che raffigura Gesù che parla alle folle (ogni persona raffigura un lavallese) si è messo anche lui nel quadro e si immagina con il dito puntato per indicare Gesù. Don Roberto ha ringraziato per la calorosa accoglienza e ha fatto presente come la sua famiglia si fosse triplicata: una quella di origine che lo ha sempre sostenuto, la seconda quella delle comunità dove è stato accolto per il suo servizio e la terza, quella della comunità Emmanuel dove ha trovato i fratelli maggiori.

La schola cantorum di La Valle della quale don Roberto ha fatto parte per diversi anni ha reso ancor più solenne la ce-rimonia con i canti della liturgia e con il finale Magnificat che ha coinvolto tutta l’assemblea.

Tra i momenti ufficiali la lettura della pergamena con la benedizione di papa Francesco e la benedizione solenne con indulgenza plenaria come con-cesso dal pontefice ai novelli sacerdoti in occasione della loro prima messa.

Il consiglio parrocchiale ha fatto dono a don Roberto di un quadro raffigurante il patrono San Michele Arcangelo ed ha invitato poi tutti i presenti a un momento conviviale presso i locali della parrocchia.

G.B.(Da L’Amico del Popolo, 4-6-2015)

La Valle Agordina, prima Messa di don Roberto De Nardin

messa noveLLa ad aGordo

La prima omelia da prete di don Roberto, nella sua chiesa di La Valle

Domenica 21 giugno. Don Roberto entra nell’arcidiaconale per celebrare la sua prima Messa anche nella nostra comunità, accom-pagnata dai canti del coro dei giovani.

originari di La Valle, don Luigi De Col, don Severino Da Roit e don Rossano Zas Friz, di

sacerdoti provenienti dal Lazio dalla comunità Nuovi Orizzonti presso la quale don Roberto ha svolto l’ultima parte dei suoi studi e coltivato la sua voca-zione e di sacerdoti nelle cui parrocchie il novello sacerdote ha svolto il suo servizio come Pedavena, etc...

Nel coro anche un gruppo di seminaristi di don Sergio Reali rettore di Casa Emmanuel che ha tenuto l’omelia nella quale ha ricordato a don Roberto il senso del suo ministero che deve tendere sempre all’essere e non al fare il sacerdote. A tenere sempre aperte le porte della chiesa alla gente che deve essere ascoltata e indirizzata

Martedì 2 giugno Canale d’Agordo ha ospitato 230 bam-bini di molte parrocchie agordi-ne i quali, con i loro catechisti e alcuni genitori, hanno parteci-pato alla festa del catechismo, a conclusione dell’anno.

Il ritrovo è stato alle 9.00 nella piazza del paese e dopo i tradizionali saluti i bambini sono andati in chiesa per la Messa che hanno cantato accompagnati dalla chitarra di don Sandro. La mattinata è seguita con l’ascolto di alcune esperienze di vita straordinarie, ma molto

Il 2 giugno a Canale d’AgordoLA FESTA DEL CATECHISMO

(continua alla pag. seguente)

Echi di Agordo14 Giugno - Settembre 2015

diverse fra loro, con un comune denominatore: la chiamata che Dio fa ad ognuno di noi.

Credo che i bambini abbiano colto il significato di queste esperienze, non facili, ma rac-contate con umiltà e amore.

A mezzogiorno pasta e pa-tatine per tutti. Il pomeriggio giochi vari di aggregazione e squadra che facilitano lo stare insieme; il momento conclusivo della giornata è stato davvero significativo e speciale. Ad ogni bimbo è stato dato in dono un piccolo moschettone a ricordo della giornata e che serviva all’adempimento di un compito davvero singolare: i bambini sono stati messi in un cerchio

la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale (segue da pag.13)

che occupava tutta la piazza. Poi una corda che partiva dalla chiesa ha fatto tutto il giro del cerchio. I piccoli sono quindi stati invitati ad attaccare ognu-no il proprio moschettone alla corda; in questo modo si sono legati fra loro, ma soprattutto si sono legati a Dio che è roccia, che è forza, che è grande come una montagna e che chiama ciascuno di noi per nome, per compiere un percorso preciso di vita.

Questo era il tema della bella e soleggiata giornata che è finita con un nutella party. Grazie a tutti quelli che hanno lavorato per la felice riuscita dell’incon-tro, dimostrando sensibilità ed interesse verso iniziative che ci portano all’unità e vicino a Dio con gioia.

Giuliana Da Ronch

Due belle immagini della partecipata e riuscita Festa del catechismo a Canale d'Agordo. In alto il gruppo di Taibon con il parroco don Mario Zanon e, sotto, il suggestivo cerchio dei bambini sulla piazza del paese.

Festa del catechismo

Qual è la cosa più bella per un bambino se non quella di essere abbracciato dalla mamma che tutto perdona, tutto consola e tutto comprende? In questo abbraccio il bimbo sente di essere amato così com’è e questo è fondamentale per la sua crescita.

È pur vero però che il bisogno di sentirsi amati non finisce mai; è per questo che andiamo in pellegrinaggio. La Madonna è madre di tutti, è madre di misericordia, è madre di speranza, è avvocata nostra per condurci a Gesù. Guardando a Lei possiamo capire come vivere con Lui, come seguirLo per essere più felici.

Lunedi 10 agosto ci siamo trovati nella piazza di Agordo alle ore 5 per raggiungere a piedi il santuario di S. Maria delle Grazie.

Alle ore 11 c’è stata la prevista S. Messa, così abbiamo potuto dire come il Papa: «Gesù Cristo sempre è primo, ci primerea, ci aspetta. Gesù Cristo ci precede sempre; e quando noi arriviamo, Lui stava già aspettando».

Daniela Farenzena

XiX peLLegrinaggio agorDo - s. maria D. grazie

ChieriChetti a thienee sChio

Il simpatico e vivace gruppo di chierichetti che da Agordo, Rivamonte e Tiser, guidato da don Fabiano, ha partecipato al pellegrinaggio diocesano per chierichetti e ministranti il 2 maggio scorso a Thiene al Santuario della Madonna dell’Olmo e a Schio nel convento dove visse la schiava africana, divenuta sr. Giuseppina Bakhita, canossiana.

Echi di Agordo 15Giugno - Settembre 2015

Claudia Cattadori, “una ra-gazza speciale”, che non finisce di stupire per il modo dignitoso e sereno con cui affronta e vive la sua non facile condizione di «non vedente», ci regala un nuovo esempio di quanta ener-gia sprigioni il suo animo, ricco di una straordinaria sensibilità, di una profonda cultura e di una fede silenziosamente concreta. Dopo il viaggio a Milano, «gui-data» dal fedele cane Fiona, ha concluso in questi giorni una nuova coinvolgente esperien-za, iniziata lo scorso anno, un cammino davvero speciale, come l’ha definito, che l’ha portata a raggiungere Roma a piedi (Fiona stavolta è rimasta a casa), attraverso la via Franci-gena, e a vivere da pellegrina la grande emozione dell’incontro con papa Francesco. Ecco il suo edificante racconto di quelle intense giornate.

«La mia amica Barbara Al-dighieri, ricercatrice del CNR che ha lavorato anche in Agor-dino al progetto OpenhAlps in collaborazione con l’Unione montana, lo scorso anno mi ha invitato a partecipare a un cammino speciale che stava or-ganizzando. Il gruppo, formato da 13 non vedenti e 17 volontari accompagnatori, sarebbe anda-to a piedi da Siena a Viterbo. L’anno precedente aveva già percorso un pezzo della Via Francigena da Lucca a Siena. Mio padre, che già aveva fatto esperienze simili sul cammino di Santiago di Compostela, mi ha convinta a partecipare.

La mia prima approccio con la Francigena non è stato semplice: purtroppo, a causa di scelte tecniche sbagliate (scar-pe e calzini non adatti) ho avuto delle terribili vesciche che mi hanno accompagnata per tutto il percorso. Nonostante il forte dolore sono riuscita ad arrivare a Viterbo sui miei piedini mal-conci e, cosa importante, ho conosciuto tanti nuovi amici da cui ho imparato moltissimo.

Quest’anno Barbara mi ha ricontattata invitandomi a prendere parte all’ultimo tratto di Francigena che ci avrebbe portato in piazza San Pietro. Ho accettato volentieri perché vo-levo incontrare nuovamente gli amici e anche perché Barbara stava cercando di farci assistere all’udienza generale del Santo Padre prevista per mercoledì 20 maggio. Mi sono allenata, ho naturalmente cambiato scarpe e calzini, affidandomi ai sapienti

un gruppo così speciale. Non capita, infatti, tutti i giorni di incontrare 13 non vedenti che, a piedi, cercano di raggiungere la capitale assieme ai loro amici accompagnatori!

Suggestivo è stato il pranzo a Vetralla in una casa famiglia. I bimbi che soggiornavano lì e che avevano alle spalle situa-zioni di vita molto complesse e difficili, ci hanno riservato un’accoglienza incredibile e ci hanno augurato con una commovente canzone un buon

consigli di mia cugina Cristina Bien e sono partita alla volta di Roma. Questa volta con me in treno non c’era la fedele amica Fiona, il mio cane guida che mi accompagna ovunque. Per lei un cammino così faticoso sarebbe stato stressante ed estremamente impegnativo. Ho perciò deciso di concederle una meritata settimana di ferie, a casa in tranquillità.

L’assistenza ferroviaria, ef-ficiente e ben organizzata, mi ha permesso di raggiungere

portato a termine un cammino molto speciale. Mercoledì 20 maggio, di buon mattino, sia-mo ritornati in San Pietro per l’udienza del Santo Padre. Non sapevamo bene dove fosse il nostro posto ma i funzionari che si occupano della sicurezza ci hanno guidato alle nostre sedie. Noi, increduli, ci siamo ritrovati proprio in seconda fila, subito davanti a Papa Francesco.

Ci è poi stato detto, tra lo stupore generale, che il Santo Padre sarebbe passato a salu-tarci al termine dell’udienza. Nessuno di noi avrebbe mai im-maginato un simile onore. Non riesco a descrivere l’emozione che ho provato quando il Santo Padre mi ha stretto la mano e mi ha dato la sua benedizione. Sono dei momenti irripetibili, molto commoventi e forti.

Questa esperienza straordi-naria mi ha lasciato il cuore colmo di gioia e speranza. Spe-ranza affinché quella preghiera detta “degli asini” riportata qui sotto, ricevuta da una no-stra accompagnatrice e amica proprio durante l’udienza del Papa, possa esaudirsi:

«Dacci, Signore, di mante-nere i piedi sulla terra / e le orecchie drizzate verso il cielo, / per non perdere nulla della Tua Parola. / Dacci, Signore, una schiena coraggiosa, / per sopportare gli esseri umani più insopportabili. / Dacci, Signore, di camminare dritti, / disprezzando le carezze adu-latorie così come le frustate. / Non ti chiediamo di farci evitare sciocchezze, / perché un asino fa sempre delle asi-nerie. / Dacci, Signore, di non disperare mai della Tua Mi-sericordia / così gratuita per quegli asini così disgraziati che siamo, / a quanto dicono gli esseri umani. / Tu che sei fuggito in Egitto con uno dei nostri fratelli / e che hai fatto il Tuo ingresso profetico a Gerusalemme / sulla schiena di un asino».

Claudia Cattadori

Claudia, pellegrina sulla via Francigena

A Roma, a piedi, perincontrare Papa FrancescoCinque tappe in gruppo con altri non vedenti

Piazza san Pietro. L’emozionante incontro di Claudia Cattadori con Papa Francesco nell’udienza di mercoledì 20 maggio.

Barbara a Milano e, il giorno seguente, siamo partite assie-me per Viterbo. Lì abbiamo incontrato tutto il gruppo che ho riabbracciato con piacere. Ho conosciuto anche nuove persone che si sono unite a noi per questa particolarissima avventura. Il cammino, sotto un caldissimo sole (30 gradi di media), ci ha condotto a Roma in cinque tappe di oltre 20 Km ciascuna, durante le quali sia-mo stati accolti in ostelli o in suggestivi conventi di suore. Tutti si sono dimostrati gentili e talvolta anche incuriositi verso

cammino.Le giornate sono passate

velocissime tra i boschi e le campagne del Lazio. Quanti profumi, quanti ruscelli ab-biamo incontrato lungo il per-corso. Quanti ostacoli e quanti ponticelli di legno sgangherati abbiamo superato grazie ai no-stri accompagnatori che ci han-no guidato sapientemente.

Un momento emozionante è stato certamente l’arrivo in piazza San Pietro. Tutti ci sia-mo stretti in un abbraccio forte, come si fa tra fratelli pellegrini, con la consapevolezza di aver

Problemi tecnici e di tempo ci impongono di chiudere questo numero di “Echi” nel limite di 32 pagine, rimandando alla prossi-ma uscita (probabilmente a fine ottobre) il rimanente materiale relativo a notizie, articoli, foto e rubriche. Anche di questo ce ne scusiamo con lettori e collaboratori, confidando nella loro comprensione.

Echi di Agordo16 Giugno - Settembre 2015

Ed ecco i bambini della Scuo-la Materna di Agordo, di nuovo partecipi e protagonisti della vita e delle tradizioni del loro paese, sfilare in un colorato corteo che ha scortato, insieme ai carri di Rif, Centro e Toccol, la nostra gigante e simpatica nonnina, la Vecia Pòpa! Un meraviglioso spettacolo quest’anno rallegrato dai nostri bimbi vestiti da coniglietti, pulcini, delfini, bruchetti e farfalle che hanno ballato a ritmo di musica e corso attorno al magico falò. Da quest’anno la Vecia Pòpa è entrata nella calendario degli ap-puntamenti della scuola materna, chissà come ci travestiremo l’anno prossimo!

Tradizione ormai consolidata invece quella della Festa della Scuola domenica 10 maggio, iniziata con la messa dedicata ai bambini che hanno portato all’altare un bellissimo cartellone con le impronte dei loro piedini in cam-mino verso Gesù. La cerimonia si è poi conclusa con la “Canzone di Gesù” che i bambini hanno cantato tutti insieme accompagnati dalle loro maestre alla chitarra. La festa è poi proseguita al centro parrocchiale con la visione di un video, dal titolo Le nostre avventure, a raccolta di tutte le foto scattate durante l’anno che ha fatto ri-dere e commuovere genitori e maestre e che le famiglie hanno

poi portato a casa come ricordo.Il generoso rinfresco è stato

offerto dalla scuola e tutti i bambini assieme a mamma e papà hanno pranzato in giardino data la bel-lissima giornata dal clima estivo. Sorpresa per tutti in auditorium nel pomeriggio con un vivace spettacolo molto apprezzato dai bambini da parte dell’Associazio-ne Teatrale Iride di Trento, poi di

nuovo all’aperto tra corse, salti e la buonissima torta offerta per tutti dai genitori. È sempre un piacere festeggiare con gioia la nostra

Dalla Scuola MaternaLe nostre avventure!

Tutti schie-ra t i per cantare le b e l l e z z e del nostro paese!

...un bellissimo cartellone con le impronte dei loro piedini in cam-mino verso Gesù.

Tutti in gruppo per cantare a Gesù.

Ecco il nostro serpentone colorato alla Vècia Pòpa 2015!

paese se non quella che ci ha resi famosi in tutto il mondo: “Ad Agordo è così”! L’invito alla festa è stato inviato, direttamente dai

bellissima scuola!Altro appuntamento molto

gradito dai bimbi ma anche dalle maestre, a completamento del progetto “conosco il mio paese”, la visita alla caserma dei pompieri nei giorni 20 e 21 maggio che ha trasformato il sogno di molti in realtà! Dopo aver indossato casco e visiera, pompa in mano e via al getto d’acqua, per poi

bambini, anche a Claudio Baglio-ni, il quale commosso da questa “bella sorpresa” , ci ha risposto personalmente ringraziandoci e complimentandosi, dispiaciuto di non poterci raggiungere… ma lui sa che le nostre porte sono sempre aperte!

Finito lo spettacolo, è giunto il momento più atteso dai grandi: la consegna del diploma, ricevuto

da tutti con grande successo! Ormai per loro la scuola primaria è alle por-te! La serata è poi proseguita con una bella “pastasciut-tata” organizzata e servita sotto il ten-done dagli alpini e dalle nostre cuoche che ringraziamo per l’efficiente e gene-roso servizio. Che fatica per i genitori recuperare i bimbi quando si è fatto tardi…, malgrado la stanchezza dovuta alle mille emozioni vissute nessuno voleva rincasare!

terminare con un bel giretto sul camion al suono della sirena tanto apprezzata da tutti! Cogliamo l’occasione per ringraziare tutto il corpo dei Vigili del Fuoco per la competenza e per essere stati tanto disponibili, gentili e pazienti anche con i visitatori più vivaci!

E così dopo mille avventure un altro anno è passato ed ecco allora i nostri piccoli, ormai grandi, cimentarsi nella festa di fine anno, svoltasi per la prima volta sul Broi nel tardo pomeriggio del 4 giugno, sotto il tendone del comune mon-tato per l’occasione. E dopo aver cantato e ballato, quale canzone migliore per elogiare il nostro

(segue a pag. 17)

Echi di Agordo 17Giugno - Settembre 2015

Festa DeLLa natiVità Di maria

E come premio per essere stati tanto bravi, il sabato se-guente tutti in gita! Quest’anno la meta è stata “il Bosco degli Alberi parlanti” a Treviso, dove i bambini hanno potuto assistere a un bellissimo spettacolo teatrale, partecipare al laboratorio per conoscere gli animali del bosco e festeggiare il 200° compleanno di Fata Viviana, tra magia e tanto divertimento! Una calda giornata di sole in compagnia tra corse, salti, mamma e papà… sicura-

mente da rifare!…E così anche quest’anno è

volato tra sorrisi, gioie e diverti-menti! Ci ritroveremo a settembre dopo la pausa estiva, un anno più grandi! Un pensiero speciale va ai bambini del 2009 che a settembre intraprenderanno una nuova emozionante avventura… vi auguriamo tanta fortuna e tanta felicità! Noi vi guarderemo cre-scere da lontano, ma vi terremo sempre vicini nel nostro cuore.

Le Maestre

Eccoci in visita alla Caserma dei Pompieri come tanti piccoli Grisù!

(continua da pag. 16) Dalla Materna

Al Parco degli Alberi Parlanti per far festa a Fata Viviana!

chiusura Di maggio a pian De crós

16 agosto, san ròch a coLDegnas,...nonostante La pioggia

Echi di Agordo18 Giugno - Settembre 2015

uniVersità aDuLti/anziani

L’Anno accademico 2015-16 il 20° della nostra Sezione

Prenderà il via il prossimo 6 ottobre l’anno accademico 2015-16, il 20° dalla fondazione, della nostra sezione, attual-mente coordinata da Gabriele Bernardi.

Come sempre ci sarà un nome di prestigio per la prolusione di apertura delle attività. Quest’an-no sarà la volta di uno storico di comprovata fama, peraltro già noto e apprezzato dai nostri “studenti”, il dottor Mario Fer-ruccio Belli il quale terrà una conferenza, aperta al pubblico sul tema “A cento anni da una guerra insensata”, con inizio alle 15 di martedì 6 ottobre, in sala don Tamis.

Questo il calendario delle altre lezioni - sempre il martedì dalle 15 alle 17 in sala don Tamis - predisposto dal Comitato di gestione per il 1° trimestre (fra parentesi il nome del relatore).- 13 ottobre: “Legge e leggere” (Roberta Gallego)- 20 ottobre: “Poemi omerici” (Viviana Sogne)27 ottobre: “Dal degrado causa-to dalla peste alla rinascita della vita. Boccaccio: Introduzione al Decameron” (Bianca Maria Da Rif)- 3 novembre: “Ingegno migran-te”, 4a parte (Dino Bridda)- 10 novembre: “Agio e disagio dei giovani” (Diego Cason) - Una tesi agordina: “I tabià della val Bióis, dalle origini al riuso” (Susanna De Biasio)17 novembre: “I giardini storici della provincia di Belluno” (Antonella Costa) – “Diritto penale nell’arte” (Erminio Mazzucco)- 24 novembre: “Come è cam-biato e cambia il Veneto…” (Francesco Jori)- 1 dicembre: “Integrazione Ospedale/Territorio” (Giam-paolo Ben) – “I servizi USL dell’Area Psicologica: A chi mi rivolgo se il mio corpo sta bene e io no?” (Francesca De Biasi)- 8 dicembre: Festività dell’Im-macolata - vacanza.

- 15 dicembre “Il canto me-dievale in agordino” (Loris Serafini) - “L’enciclica di Papa Francesco: Laudato sì (Attilio Menia)- 22 dicembre: “Il clima del passato: una lezione per il

futuro” (Carlo Barbante). - Scambio di auguri natalizi e di fine anno.

Attività complementari- Laboratorio artistico (Laura Ballis)

- Laboratorio di informatica: corso base + corso avanzato (Enza Dagai)Gite di istruzione e visite:- Trento e Rovereto: museo MUSE della Scienza e MART d’arte moderna e contempo-ranea- Belluno: visita alla Prefettura e al museo MIM interattivo delle migrazioni- Feltre: Castello di Lusa e chie-sa di San Marcello a Umin- Pieve di Cadore: Lagole e museo archeologico.

Il 19° anno accademico della sezione di Agordo dell’Universi-tà Adulti/Anziani si è concluso con grande soddisfazione per tutti, viste la ricchezza, la va-rietà e la cura nella scelta dei temi, dei relatori e delle attività proposte dal Comitato retto da Gabriele Bernardi.

Tra le attività complementari che hanno interessato e coin-volto un cospicuo gruppo di “studenti”, giovedì 7 maggio ha concluso la sua attività anche il laboratorio di attività artistiche che, curato ormai da oltre un decennio dall’artista Laura Ballis, ha coinvolto una quindi-cina di persone, per la maggior parte fedelissime al gruppo da parecchi anni.

Il programma di quest’an-no, felicemente completato,

Due partico-lari del graf-fito realizzato dal laborato-rio di pittura della sezione d i A g o r d o dell’Univer-sità adulti/anziani, sot-to la guida del l ’art i s ta Laura Ballis, all’interno del centro parroc-chiale «Vin-cenzo Savio».

interna del centro parrocchiale “Vincenzo Savio” che ospita il laboratorio. L’opera, suddivisa armonicamente in superfici di forma irregolare, suggerisce il cammino dell’arte nel tempo at-traverso la riproduzione di opere di artisti noti, dai graffiti delle caverne fino ai giorni nostri. Il lavoro di progettazione è stato molto laborioso e collegiale, ma nella realizzazione delle singole aree ciascuno ha potuto dare una sua impronta personale.

Come sempre grandi l’entu-siasmo, l’impegno, la costanza e la creatività che il gruppo, sotto l’insostituibile guida, com-

petente e generosa, di Laura, riesce a esprimere, maturando e affinando tecniche e sensibi-lità anno dopo anno. E i frutti si possono ammirare sulle pareti dell’auditorium e in altro locale del centro, nonché su quelle della casa di soggiorno di Tai-bon oltre che nei numerosi lavori individuali. «Ma poi», affermano fin d’ora fortemente motivati i corsisti, «ci sono i progetti per l’anno prossimo che già premo-no…». Competenza indubbia a parte, la disponibilità preziosa della Ballis presenta diversi risvolti positivi, come tengono a sottolineare ancora gli allievi: «Permette di trovare il mezzo per esprimersi a chi ne sente il desiderio ma non sa come fare, offre a tante persone la possi-bilità di sperimentare tecniche espressive che difficilmente si potrebbero altrimenti tentare in esperimenti domestici, crea gruppo, senso di appartenenza, gioia di realizzare assieme cose belle».

L’opera sarà prossimamen-te inaugurata e presentata al pubblico nel corso del 20° della sezione, nell’ambito di una mo-stra dei lavori portati a termine lo scorso anno.

prevedeva la realizzazione di due progetti impegnativi, oltre a lavori individuali.

Il primo, consistente in quattro grandi pannelli formati da più piastrelle di ceramica racchiuse da una cornice in graffito; cia-scuno dei quadri raffigura un tema diverso. In questo caso i corsisti hanno lavorato a gruppi, sia nella progettazione che nella realizzazione.

Il secondo progetto, invece, ha portato alla realizzazione di un grande graffito, lungo circa otto metri, su una parete

iL Laboratorio artistico Di Laura baLLis

Un anno di grandi soddisfazioni

Echi di Agordo 19Giugno - Settembre 2015

Il racconto di Cielo BluPolenta,

ma non solo...

Gialla, fumante, appetitosa, tradizionale e tradizione di molte terre di montagna, compresa la nostra, è la polenta. A me è sempre piaciuta e il ricordo dei riti che osservavo da bambina con i quali si preparava mi è molto caro e alimenta spesso i pensieri che vagano nella mia mente adulta.

Da un po’ di tempo, da quando mi è stata diagnosticata un’in-tolleranza alimentare seria, la consumo spesso e la apprezzo ancora di più. Proprio in seguito a questa mia nuova condizione alimentare, mi sono fatta molte domande sul tipo di alimenta-zione che abbiamo e sono stata curiosa di fare un salto nel passa-to alla ricerca dei cibi consumati un tempo e collegati al modo di vivere che si aveva. Qui incontro, prima fra tutti, la polenta e la col-tivazione del granoturco. Per rac-contare quanto segue ho dovuto consultare mio papà Tita, che appartiene a una g e n e r a z i o n e prima della mia e di granturco ne ha seminato e raccolto per molte stagio-ni. Grazie a lui nasce questo racconto.

La prima cosa che mi dice mi fa pensare, e sotto un certo aspetto mi scon-certa: si viveva di polenta e con-seguentemente di granturco e tutto girava at-torno a quella semina e a quel raccolto. La pa-sta si mangia-va raramente perché il grano non si seminava e faceva parte dell’alimenta-zione di allora solo marginal-mente. L’unico prodotto derivan-te dal grano che si acquistava in modo ristretto era il pane.

Il granturco o sórch in dialetto, era seminato verso il 25 aprile, al massimo primi di maggio. Da una piantina all’altra servivano minimo 25 cm. di distanza, si metteva un granellino di sórch nel buco creato con la vanga da cui far nascere una piantina in un secondo momento. Fra le piantine si lasciava un canale che serviva per dare terra. Poi le

piantine, con l’aiuto della Natu-ra, germogliavano e quando rag-giungevano i 25 cm. le si sfoltiva, lasciando piantata in terra solo la piantina più bella. Le rimanenti, ancora tenere, venivano tolte ma date in pasto alle mucche. Passa-va l’estate e ai primi di ottobre arrivava il tempo del raccolto. Le pannocchie che si trovavano all’estremità della pianta erano crepate con le mani, poi portate nel fienile dove si toglievano le foglie attorno; se ne lasciavano solo due che servivano a legare i mazzi di pannocchie, general-

mente composti da 10 pezzi. I mazzi erano quindi messi nelle soffitte arieggiate per l’intero inverno.

Nel campo, intanto, una volta tolte le pannocchie, le canne venivano recise e legate in mazzi che servivano, durante l’inverno come letto per le mucche.

Verso fine febbraio-primi di marzo, si procedeva a sgra-nare le pannocchie, prelevate dalle soffitte, asportando tutti i chicchi, separandoli dal tutolo o bòtola in dialetto. Per questa

operazione si usava un apposito attrezzo di legno, con in mezzo una mezzaluna di ferro, sul quale ci si sedeva alle estremità. Le pannocchie con i chicchi più lunghi e più grossi erano sgranate e tenute da parte come seme per l’anno successivo. Si usavano però solo i chicchi interni e non le estremità.

I tutoli, rimasti orfani dei chicchi, erano trasformati in… combustibile e si bruciavano. Avevano la qualità di tenere la brace, per questo si mettevano spesso nei ferri da stiro, man-

tenendo a lungo temperature elevate. Il granturco, una volta sgranato, era raccolto e si con-servava in grandi cassapanche banch. Quindi lo si faceva ma-cinare poco per volta, secondo il bisogno, perché era facile che la farina prendesse le tarme, il che non succedeva ai chicchi interi.

A casa nostra si ricorreva al mulino della Rosalia in Val di Frèla, che macinava esclusiva-mente granturco, a conferma che l’agricoltura agordina un

Foto scattata nel 1958 alla Ròa, nei pressi di Binàtega, durante la fienagione estiva. Il pranzo quotidiano è naturalmente a base di di polenta servita sul taiér (con sotto il mantìl) sul prato: testimonianza di un modo di vivere che tutti ricordiamo, ma che non c’è più, come si nota dai pantaloni con le toppe, i tacói dietro, di colui che taglia la polenta.

tempo era basata su questa pian-ta. Per capire la mole di lavoro che aveva questo mulino, basti pensare che il padre di Rosalia aveva comprato un asino che provvedeva a consegnare la fa-rina macinata ai clienti. Quando si portavano al mulino i chicchi in un sacco di tela (l’era della plastica è venuta dopo) lo si ac-compagnava sempre con un altro più piccolo per le semole, cioè i resti della macinatura destinati alle galline.

La polenta era un piatto che si consumava quotidianamente in famiglia, fresca o riscaldata, e se ne era rimasta ancora della precedente era frantumata e incorporata in quella nuova, seguendo il principio di non buttare via niente. La polenta era cotta per lo più nel tradizionale caldról sul fuoco a legna per al-meno 40 minuti e alla fine versata

capovolta sul taiér fatto con legno di acero o abete; per ta-gliarla si usava il filo, perché la consistenza era dura.

Dico la verità, appartengo a una generazio-ne che la fari-na da polenta la compra al supermercato anche se da due anni ho ripreso a seminare pan-nocchie che, ab-brustolite sulle braci, sono una delizia.

C u r i o s a , come sono, ho voluto cono-scere il ciclo del granturco, interessata a saperne di più su questa pian-ta che posso mangiare e ho scoperto delle

peculiarità che non conoscevo, grazie al racconto di mio papà che ringrazio. Il granturco è polenta, ma non solo… è un in-segnamento di come dall’inizio alla fine della semina si usi tutto quello che la Natura ci dà, con ri-spetto della terra e senza sprecare niente. Adottarlo al nostro modo di vivere è difficile, troppe realtà sono cambiate, ma possiamo ricordarlo come esempio ogni volta che mangiamo una fetta di polenta.

Blu Sky

Echi di Agordo20 Giugno - Settembre 2015

Riportiamo il testo della se-guente lettera scritta dal Sindaco.«Cari cittadini,approfitto della vostra gentile disponibilità per rappresentarvi il disagio inascoltato di noi Sindaci dei PICCOLI COMUNI a seguito del disegno politico nazionale teso a ridurre le risorse a dispo-sizione dei Comuni. Ciò si evince da due comportamenti:

a)- I continui tagli ai trasfe-rimenti di risorse economiche che mettono a rischio i servizi indispensabili;

b)- L’accorpamento degli enti, si parla di ridurre i comuni dagli attuali 8000 a 2500 attraverso unioni e fusioni da 15000/20000 abitanti, obbligatorio per alcuni ma quasi ineludibile per gli altri, che probabilmente non genera immediati risparmi, ma forse costi aggiuntivi senza la certezza di migliorare la gestione del territorio e dei servizi.

Nel 2011 lo Stato ci trasferiva, a vario titolo, 972.409,06 euro, oggi ne trasferisce 429.528,09. Chiede, altresì, al Comune, una compartecipazione al Fondo di solidarietà tra gli Enti di euro 453.825,69, determinando, così, un differenziale negativo, rispetto al trasferito, di € 24.297,60. Ab-biamo dunque subito tagli effettivi per ben 996.706,66 euro. Tale situazione ci ha obbligato, così, ad elevare la tassazione locale per poter mantenere i servizi.

Sappiate che l’IMU, che pa-ghiamo, in buona parte dobbiamo trasferirla allo Stato e non resta pienamente a disposizione delle casse del nostro Comune. L’at-tuale spesa dei piccoli comuni non è più ulteriormente comprimibile e la stessa Corte dei Conti, che vigila sulla spesa dei Comuni, segnala che ai Comuni è stato chiesto uno sforzo di risanamento non proporzionato all’entità delle loro risorse a vantaggio del go-verno centrale. Infatti, nel 2014:

- All’amministrazione dello Stato, che spende il 60% delle risorse, è stato imposto un taglio pari a € 700 milioni;

- Alle Regioni, che spendono il 21% delle risorse, è stato imposto lo stesso taglio di € 700 milioni;

- Ai Comuni, che spendono l’8% delle risorse, è stato imposto il medesimo taglio di € 700 milioni.

Un taglio così lineare e spere-quato non si era mai visto ed è nuovamente previsto nella legge di stabilità del 2015. Inoltre oc-corre sapere che nel 2014 i dati Istat dicono che il debito dello Stato è aumentato di 13,6 miliardi di euro, mentre quello degli enti locali è diminuito di 0,9 miliardi

di euro. Quindi mentre noi, da un lato, contribuiamo al risanamento della spesa pubblica continuando a risparmiare, dall’altro lato lo Stato continua a tagliaci le risorse.

INSOMMA CHI MENO SPEN-DE E MENO INCIDE SULLA SPESA PUBBLICA, CHI PIU’ E’ VIRTUOSO, ATTENTO ED OCULATO, COME LO SIAMO NOI, PIU’ E’ PENALIZZATO.

A fronte a queste difficoltà desidero ringraziare tutti coloro che aiutano l’Amministrazione Comunale nel garantire servizi alla nostra Comunità, dimo-strando attenzione e sensibilità, nello spirito di solidarietà che ha sempre contraddistinto la gente della nostra terra».

* * *Riportiamo quindi brevi notizie

dai referati della Giunta.A) Servizi alla Persona (poli-

tiche nelle tematiche di sanità e sociale, cultura, istruzione, fami-glia, giovani e servizi per l’infanzia e l’adolescenza)

Cent’anni sono passati dall’en-trata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Il suo ricordo è stato il centro, lo scorso 23 maggio, del primo evento del progetto “Io nella Mia Agordo: la Grande Guerra 100 Anni Dopo” promosso e or-ganizzato dall’Amministrazione comunale (la presentazione del progetto era invece avvenuta il 9 maggio).

Alla manifestazione, svoltasi in sala Don Tamis dell’Unione Montana, all’esterno della quale il gruppo Alpini Agordo aveva predisposto una suggestiva po-stazione militare, ha risposto in

gran quantità la popolazione che ha gremito la sala (v.foto). Dopo il saluto del Sindaco, e guidati dalle voci di Dino Bridda e Loris Santo-maso, è stato presentato il lavoro svolto dai bambini delle scuole primarie di Agordo e Taibon (atti-vità promossa e organizzata dalla Pro Loco) seguito dal brano “Note di Guerra”, scritto e interpretato dai Koma Keller, nonché da una serie di brani cantati da I Musici e dal Coro Agordo. La lettura del proclama ufficiale dell’entrata in guerra e di alcune testimonianze dirette provenienti dai campi di battaglia ha permesso di ricordare cosa ha rappresentato la guerra per il popolo. L’evento si è conclu-so con l’Inno Nazionale cantato da parte di tutta la sala.

Segnaliamo che anche per i cittadini di Agordo ci sarà a breve la possibilità, in occasione del rinnovo della propria carta d’identità, di esprimere la volontà di consenso o diniego alla do-nazione di organi. L’attivazione del servizio è per ora legata alle tempistiche burocratiche di colle-gamento telematico con il Centro Nazionale Trapianti, nonché alla predisposizione di tutte le funzioni operative di acquisizione dati.

B) Sviluppo Sostenibile (poli-tiche nelle tematiche di turismo, associazionismo, sport, sviluppo sostenibile, agricoltura-attività primarie e mobilità)

- Siamo in attesa che sia ema-nata la graduatoria definitiva per l’assegnazione dei finanziamenti previsti dal programma “6000

Notizie dal Comune

campanili”, che prevede il finan-ziamento completo di interventi del valore complessivo compre-so tra 100.000 e 400.000 euro. L’amministrazione ha presentato un progetto di riqualificazione energetica del palazzo comunale finalizzato alla riduzione del con-sumo energetico.

- E’ stata stipulata con l’associa-zione Agordina Calcio la conven-zione, di durata quinquennale, per la gestione degli impianti sportivi (campo di calcio comunale e pista di atletica) in Loc. Polane.

- E’stato nuovamente orga-nizzato l’Agordo Football Camp, l’evento a cura dell’ASD Dream Academy, che ha portato oltre 60 giovani calciatori nel nostro comune dal 29 giugno al 4 luglio. I giovani, seguiti da professionisti di importanti squadre calcistiche, hanno svolto le attività negli im-pianti sportivi di Agordo e Taibon e sono stati ospitati presso l’Hotel Villa Imperina.

- E’ stata infine prevista la par-tecipazione, assieme all’Unione Montana, ai lavori per la sistema-zione della strada silvo-pastorale di Casera ai Pass.

L’addetto stampaMarco Da Roit

Echi di Agordo 21Giugno - Settembre 2015

Alcune immagini delle festa di San Pietro, celebrata il 29 giugno scorso, come sempre, molto sentita dagli Agordini. La celebrazione, che ha visto la pre-senza anche delle maggiori Au-torità locali, è stata presieduta dall’Arcidiacono e concelebrata dai sacerdoti della Forania, tra cui il sacerdote novello don Roberto De Nardin.

All’omelia mons. Lise ha sot-tolineato la necessità di non aver paura della verità che viene dal Vangelo e che riguarda le realtà fondamentali della vita. “Dire la verità su queste, è il primo atto di carità verso il prossimo”.

E ha continuato: “Tanti, oggi, non sanno più dire la verità sulla vita che non è nostra proprietà, ma dono sul quale non si van-tano diritti ma solo dovere di riconoscenza al Signore; molti non hanno il coraggio della ve-rità nel dire - ad esempio - che il matrimonio è un “unicum” tra un uomo e una donna e non può avere equiparazioni contrattuali; così molti si ade-guano nel parlare dei figli come di un diritto individuale veder riconosciuto ad ogni costo e in qualsiasi modo, anziché parlare semplicemente e serenamente di “dono” da accogliere; così

in molti manca il coraggio di affermare che non esistono 420 o più identità sessuali, ma due sessi che non sono soggetti ai cambiamenti culturali ma rimangono quello che sono; il resto - e non le neghiamo - sono tendenze sessuali. Dunque cosa diversa”.

“A noi - ha concluso l’Arci-diacono - compito di assumere l’impegno di annunciare con una vita coerente la verità che conosciamo e realizzare così un primo, vero, fondamentale atto di carità nei confronti di tanti nostri fratelli. Ci riuscissimo, davvero non sarebbe poca cosa”.

Ripensando alla festa patronaledei Ss. Pietro e Paolo

la riflessione dell’Arcidiacono:

“non temere la verità del vangelo!”

La collaborazione

a “Echi di Agordo”

è sempreauspicata

egradita!

LE FOTOdi questo numero di “Echi”

sono di, o fornite da: Federico Costa, Eliofoto Luly Della Lucia, Agordo Foto, Ga-briele Bernardi, Giuliana Da Ronch, Italo Schena, Giordano Larese, Gianni Santomaso, Roberto Soramaè, Scuola dell’Infanzia, Max Feltrin, Clau-dia Cattadori, Antonia Bortot, Marco Da Roit, Auser “El Brói”, Bocciofila Agordina, Massimo Tormen, Laura De Marco, Damiano Soppelsa, Carmen Steccazzini, Alfredo Govigli, Mauro Ipsa, Giorgio Boato e l’Amico del Popolo, don Giorgio Lise, Gruppo Giovani.Archivio: Loris Santomaso, Da-rio De Nardin, Silvano Peloso.

Nella sequenza fotografica di Federico Costa:

- Il corteo si avvia all’ingresso in chiesa mentre la Nuova Corale esegue l’invocazione “Patroni augurdinorum” del m.o Nino Prosdocimi.- Foto ricordo con le autorità alla fine della Messa e...- con il clero della forania che ha concelebrato il solenne pontifi-cale con l’arcidiacono.

Echi di Agordo22 Giugno - Settembre 2015

solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato

Non c’è mai limite alle situa-zioni assurde e inconcepibili. Come quelle che recentemente sono venute a creare dei pro-blemi seri all’Auser e al Gav, i due benemeriti sodalizi che svolgono da anni un servizio di volontariato essenziale sul ter-ritorio per le persone bisognose d’aiuto, sopperendo sempre più spesso ai tagli dei servizi sociali da parte delle istituzioni. Non bastassero le problematicità burocratiche nelle quali devono continuamente dibattersi, per le associazioni, rispettivamente guidate da Alvio Peratoner e Loretta Ben, si è presentata recentemente la questione lo-gistica del ricovero dei mezzi.

Auser e Gav, infatti, sfrattate dalle ex officine Parissenti, nel centro di Agordo, sono state costrette a cercare un nuovo posto per parcheggiare le auto del volontariato: davvero una brutta sorpresa estiva per due delle più importanti associa-zioni che operano in città e in Agordino assicurando, fra gli altri, un prezioso servizio di consegna pasti a domicilio e di accompagnamento degli anziani alle visite mediche. Ai primi di agosto la Belluno Iniziative, una delle due società (l’altra è la padovana Turinvest) proprietarie del complesso che comprende anche le ex caserme degli alpini (da mesi transenna-te in via 27 aprile), le ex officine Parissenti e l’ex caserma dei carabinieri di Agordo, hanno comunicato ai due sodalizi, tramite il Comune, che dal 15 agosto - per motivi di sicurezza - avrebbe chiuso la porta delle ex officine Parissenti, luogo dove ormai da una decina di anni avevano potuto parcheggiare gratuitamente i propri mezzi al riparo dagli agenti atmosferici.

A parte il fatto che, come precisa il presidente dell’Auser Peratoner, era stato comunica-to alla società che i mezzi e i volontari sono assicurati e che, quindi, era esonerata da ogni

responsabilità, sta di fatto che ora i mezzi (quattro dell’Auser, due Ducati, una Seicento e un Doblò, e due del Gav, una Punto e una Idea) stazionano nel parcheggio antistante la porta spalancata delle ex officine che, se non sono nuove, non pre-sentano invero neppure grossi rischi per la sicurezza. Questo finché dura la stagione estiva, ma con l’arrivo del freddo e della neve urge trovare una soluzione.

Per il momento Loretta Ben, presidente del Gav (Gruppo as-sistenza volontaria) ha ottenuto

pensabile chiedere a volontari di 70 anni di togliere il ghiaccio dal vetro e di salire su auto geli-de aspettando che si riscaldino. Ho scritto anche alla Casa di soggiorno di Taibon per vedere se fosse possibile parcheggiare lì il Ducato che ci è stato dato in comodato d’uso dal Comune di Taibon». «E poi», conclude, «ci sono sodalizi, come il Cai e il Coro Agordo, che hanno sede nel municipio. Auser e Gav pagano affitto, gasolio e luce delle loro sedi; crediamo di dare un servizio importante alle persone, non chiediamo la

Una situazione incresciosa

Sfratto al volontariatoCostretti a cercare nuovo riparo ai mezzi

Le ex officine Parissenti dove da anni alloggiavano i mezzi del vo-lontariato di Auser e Gav.

dal direttore sanitario dell’o-spedale di Agordo la garanzia di due posti auto all’aperto nel parcheggio del nosocomio, so-luzione ovviamente provvisoria che necessita di una soluzione definitiva che permetta di te-nere le auto al coperto in vista dell’inverno.

A sua volta al presidente dell’Auser «El Brói», Alvio Peratoner, l’assessore comu-nale Ramazzina, interpellato in proposito, ha prospettato la possibilità di un posto all’a-perto a Polane tra i magazzini comunali e la latteria mentre, al coperto, ci sarebbe un posto alle ex falegnamerie dell’Istituto Follador a Molin dei Còt vicino alle ex officine che sono state assegnate alla protezione civile degli alpini. «Il problema c’è», dice Peratoner, «perché non è

luna, solo un po’ di attenzione».«Per il momento», assicura

l’assessore Ramazzina, «i mezzi dell’Auser potranno parcheggiare a Polane, per il futuro stiamo valutando la possibilità di fare un centro per il volontariato alle ex officine ed ex falegnamerie dell’Istituto Follador». Nelle ex officine della scuola da qualche anno è ospitata la Protezione civile de-gli alpini e, nel prossimo futuro, potrebbero arrivare anche gli uomini e i mezzi del soccorso alpino, attualmente ubicati sotto il municipio, ma sempre alle prese con il dover spostare un mezzo il mercoledì, giorno di mercato, pieno di bancarelle. «Noi non facciamo una classi-fica tra le varie associazioni», chiosa Ramazzina, «ma pro-viamo ad andare incontro alle esigenze di tutte, perché tutte sono utili e importanti per la comunità». (ls)

In alcuni momenti della vita, in particolari occasioni, ci si ferma e il pensiero va al tempo passato. È successo con Alba che ci ha lasciato, per un mondo che si spera sia migliore.

Un particolare legame univa l’Auser “el Brói” e Alba, socia sin dai primi passi dell’attività dell’associazione, volontaria finché per motivi di salute ha dovuto, a malincuore rinunciare, ma ciò non le impediva di fare una visita per un saluto agli amici del circolo, portando una vena di buonu-more come è sempre stato nel suo carattere. L’Auser la ricorda anche per la sua spontaneità e la sua generosità dimostrata in più occasione nel corso dei tanti anni che frequentò il sodalizio.

Scorrendo l’archivio fotografico nella sede di via Rova, si ha una visione di tanti momenti del suo sincero e gratuito legame con l’Auser.

Grazie Alba, rimarrai sempre nel cuore di tanti amici che ti hanno conosciuto.

Ciao Alba, e grazie!

Echi di Agordo 23Giugno - Settembre 2015

Devid Olivier (qui in braccio a nonna Carla, con a fianco nonno Stefano), battezzato il 14 giugno, ha reso felici non solo i genitori Jenny e Daniele, ma anche gli zii Eva e Angelo e il cugino Fausto, nonché la comunità di Rif che vede aumentare la presenza di bambini nel villaggio.

I Fiori della Vita

Il sempre gioioso quadretto di una foto-ricordo con quattro ge-nerazioni qui rappresentate dalla piccola Noemi Pozzebon (nata il 3 settembre 2014 e battezzata nella chiesa di Falcade il giorno di Pasqua di quest’anno), in braccio alla bisnonna Daria Fusina che ha accanto il figlio-nonno Alan Zasso e la nipote-mamma Vanessa Zasso.

Felici con loro hanno festeggiato Noemi anche il papà Omar Pozzebon, il bisnonno Dario Riva, la nonna Elena Del Din, i nonni paterni Roberto Pozzebon e Diana Fontanive e la bisnonna paterna Iole di Bogo di Cencenighe (sullo sfondo) e... naturalmente i padrini, zii, cugini e amici.

…ma solo un giorno dopo, una bella istantanea per quattro generazioni anche ad Agordo. Ecco la piccola Azzurra Deola-Thorpe che in braccio alla mamma Arianna Deola (con alla sua destra la nonna Marianella Zasso), sorride alla bisnonna Maria Teresa Cirronis vedova Zasso, mentre dietro osserva orgoglioso lo zio e «sàntolo» Alessandro.

Infatti Azzurra, di Arianna e Robin, nata il 22 dicembre 2014 a Leeds, dove risiede la famiglia, in Gran Bretagna, nel recente periodo pasquale è venuta ad Agordo per la prima volta per respi-rare le arie buone di montagna del paese d’origine della mamma, per trascorrere belle e festose giornate con nonna e nonno, con le bisnonne e lo zio, ma anche soprattutto per ricevere il battesimo il 6 aprile, giorno di pasquetta, nella chiesa arcidiaconale.

Anna Trentin, figlia di Nicola e Silvia Pampanin, battezzata nella Parrocchia di S. Maria Bertilla di Vicenza, manda il suo sorriso ai nonni di Agordo Viviana e Toni e alle bisnonne Ida e Oliva.

Battesimi e quattro generazioni

Da Cassano d'Adda, dove vive da anni con la moglie Tia, Corrado Pasquali mostra orgoglioso ai parenti e amici di Agordo i suoi due nipotini Filippo, il più grande, che gioca al calcio da portiere mentre il fratellino Emanuele fa l'attaccante. Nonno Corrado spera ovviamente che diventino presto due stelle rossonere...

Echi di Agordo24 Giugno - Settembre 2015

Le felicitazioni e gli auguridi “Echi” a...

Ida De Pellegrin (figlia della Lisetta Forcellini e sorella di Angelo «Cèli») e Luciano Grigoletto, che vivono da anni a Milano, lo scorso 1° agosto hanno festeggiato ad Agordo (dove ritornano ogni anno), il loro 55° di matrimonio, cele-brato a Milano il 1° agosto del 1960, come ricordato da don Giorgio durante la messa. Nella foto la coppia nel giorno delle nozze di 55 anni fa e oggi.

nozze d’oro

nozze di smeraldo

Bianca De Nardin e Gabriele Mei lo scorso 24 aprile hanno festeggiato il loro 50° anniversario di matrimonio circondati dall’affetto dei loro cari. La giornata è trascorsa per quanto possibile serenamente nonostante si percepisse la mancanza del figlio Clau-dio, prematuramente scomparso. Come ricordato da don Giorgio Lise durante la messa celebrata il giorno dell’anniversario, sono “un esempio per tutti noi, specie in questi tempi in cui si assiste sempre più spesso e con maggior facilità a separazioni e divorzi”. La nostra comunità si unisce nell’augurio, riconoscente per le tante collaborazioni, specie a Bianca da anni distributrice di “Echi”.

...ancora nozze d’oro

Innamorati da… 50 anni e, si può dire da sempre della splendida valle di san Lucano (oltre che di Agordo), i coniugi Massimina Milone, agordina e Sergio Sommacal, bellunese, hanno scelto l’altrettanto bella antica chiesetta dedicata al santo vescovo di Sabiona, per ricordare il mezzo secolo di vita insieme, comin-ciata il 21 agosto 1965 nell’arcidiaconale di Agordo. Dopo le congratulazioni e gli auguri ricevuti nella messa celebrata dal parroco di Taibon, don Mario Zanon, Massimina e Sergio sono stati festeggiati da tanti amici e parenti all’ostello di Valle Impe-rina, circondati in particolare dall’affetto dei figli Silvano (giunto dall’Australia accompagnato da uno dei suoi tre figli), Stefania e Sara con gli altri cinque nipoti.

Nedda Fusina e Renato Brancher, il 23 maggio scorso, a Roc-cavione (Cuneo, dove risiedono da tempo, ma rimasti sempre “agordini”), hanno felicemente festeggiato il traguardo delle loro nozze d’oro, attorniati dai famigliari e amici, ricordando il loro “sì” pronunciato mezzo secolo fa, nel 1965, nell’arcidiaconale di Agordo.

Il 24 aprile, circondati dall’affetto e dall’ammirazione della figlia Anna, della nipote Chiara (legatissima ai nonni), di parenti e ami-ci, anche Niva Paganin e Giovanni Piovan hanno festeggiato il traguardo delle nozze d’oro (celebrate a Taibon il 24 aprile 1965), felicemente raggiunto nonostante le immancabili difficoltà della vita, accompagnato dall’augurio dei presenti alla festa di «continuare la vita assieme ancora per tanti anni in armonia, salute e serenità»: esempio di una bella unione, divenuta sempre più solida,

Echi di Agordo 25Giugno - Settembre 2015

Le felicitazioni e gli auguridi “Echi” a...

Gianna Rudatis (agordina) e Costantino Sartorello (trevigiano), da una vita affezionati ad Agordo dove trascorrono ogni annio il periodo estivo, sono stati festeggiati da parenti e amici a S. Lazzaro (Treviso), il 3 giugno scorso, in occasione del loro 50° di matrimonio. Si è unito alla festa e all’augurio anche “Echi”, di cui sono affezionati lettori da 40 anni.

nozze di ruBino

lauree

Il 27 marzo 2015, Simone Cattaruzza Dorigo (qui con i nonni Guido e Umberta Poloniato e la sorella Silvia), si è brillantemente laureato in Scienze Motorie all’Università di Ferrara, discutendo la tesi: “Alterazioni posturali dovute a disfunzioni del sistema visivo”.Quattro mesi prima, il 26 novembre 2014, si era laureata pure la sorella Silvia in Disegno Industriale e Multimedia, allo IUAV di Venezia, con la tesi: “Ypsi cart, il nuovo carrello della spesa”.

Soddisfazione anche per l’altra più giovane sorella, Sara alla quale, sabato 23 maggio, nella sala parrocchiale di Ca-varzano, durante un concerto in ricordo dell’insegnante di Educazione musicale, prof.ssa Danila Manila, è stata conse-gnata la prima e unica borsa di studio istituita dalla Scuola Media “I. Nievo”, per “essersi distinta nel triennio per interes-se, impegno e serietà in campo musicale”, seguendo le orme di nonno Guido e zio Gianni.

Tutti nati ad Agordo

ancora lauree e Premi

Il 27 maggio 2015, all’Università degli Studi di Parma, Cristina Avoscan ha brillantemente concluso la scuola di specializzazione in Pneumologia e Malattie dell’Apparato Respiratorio discutendo la tesi di laurea “Amiloidosi respiratoria: casistica 1990-2015 e revisione letteratura”, riportando il punteggio di 50/50. I genitori Tomaso e Santina, con la nonna Flora che alla veneranda età di 97 anni ha voluto essere presente, augurano il più felice inserimento nel mondo del lavoro, ricco di soddisfazioni professionali.

Alice Ferroni, che il 31 marzo 2015, all’Università degli Studi

di Verona, al termine del corso triennale in Lingue e culture per il turismo e il commercio inter-nazionale (tedesco e inglese), si è felicemente laureata con la votazione di 110/110, e con la tesi: “La Grande Guerra sul fronte dolomitico come spar-tiacque tra turismo montano e turismo della memoria. Esempi di valorizzazione nelle provin-ce di Belluno e Bolzano”.Relatrice la dott.ssa Lucia Masotti, controrelatore il dott. Silvino Salgaro.

Gianluca Barbon, che il 12 marzo scorso ha brillantemente conseguito (voto 110/110) la Laurea Magistrale in Informa-tica all’università Cà Foscari di Venezia, discutendo con il relatore prof. Agostino Cortesi, la tesi dal titolo: “A Quantita-tive Datacentric Approach to Differential Confidentiality Analysis”.

Emily Marcon, che il 16 marzo 2015, all’Università degli studi di Padova ha conseguito la lau-rea magistrale in Biotecnologie Farmaceutiche discutendo la tesi “Determination of PGE2 by LC-MS Method to eva-luate the inhibitory activity of compounds targeting the microsomal prostaglandin E2 synthase”, relatore la prof.ssa Chiara Bolego.

Echi di Agordo26 Giugno - Settembre 2015

Le felicitazioni e gli auguridi “Echi” a...

Il 26 maggio, all’Auditorium di Bolzano, Matteo Dell’Osbel (di Damiano e Tiziana, nipote di Osanna Dieghi e Giancarlo Case), alunno della 3^B della scuola primaria “D. Alighieri” della città, ha ricevuto il premio “Dante Alighieri, il mondo in italiano per studenti meritevoli” riservato agli allievi di tutte le scuole della provincia di Bol-zano distintisi nell’as.2014-15. Il premio gli è stato consegnato durante una solenne cerimonia dalla Sovraintendente scolasti-ca, dott.ssa Nicoletta Minnei.

Ancora un prestigioso e meritato riconoscimento per Roberto Soramaè, fotogra-fo e cineoperatore bravo e sensibile, quanto modesto e discreto. Gliel’ha attribuito la qualificata giuria del concorso nazionale «Protagonista per una sera» organizzato dalla SAT di Arco (Trento), proclamandolo vincitore della 13a edizione, andata in scena nel corso di dieci serate, dal 7 novembre 2014 al 17 aprile scorso.

Nel 1965 avevano festeggiato la maturità, sabato 19 luglio hanno celebrato il “Diploma d’oro”.

Sono i periti minerari usciti cinquant’anni fa dall’Istituto “Umberto Follador”, che si sono ritrovati ad Agordo per una giornata all’insegna del ricordo e dell’amicizia, su iniziativa dei colleghi Luigi Costantini e Toni Possamai. Dopo l’aperitivo, i “colleghi” si sono spostati nella chiesa arcidiaconale dove, alle 11, monsignor Giorgio Lise ha celebrato la messa assieme ad altri sacerdoti periti minerari.

Il rito è stato accompagnato da musica sacra organistica e corredato dall’accensione di nove ceri di fronte all’altare di Santa Barbara (patrona dei mi-

...ancora lauree e Premi

nozze d’oro con il diPloma

chimici ritrovati doPo 33 anni

«Domenica 22 marzo 2015, dopo ben 33 anni ci siamo incon-trati a pranzo al ristorante “Alla Stanga” di Sedico noi diplomati chimici dell’ITIMC “U.Follador” di Agordo dell’anno 1982. L’evento, fortemente voluto da Raffaella Barattin, Manuela Fi-starol e Sonia Schena, a cui va un plauso condiviso da tutti, oltre ad aver avuto un enorme successo ha visto tutti noi increduli e sbalorditi degli anni volati senza che nessuno se ne fosse reso conto!Presenti all’appello ben 19 su 26 a dimostrare il forte desiderio di ritrovarsi. Ci siamo salutati con la promessa di rivederci al più presto!».

Stefania Peloso (figlia di Claudio e Susanna Ongaro), il

19 marzo scorso, ha concluso il corso di studi all’Università degli Studi di Ferrara, conse-guendo la laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, discutendo con i relatori dott. Stefano Manfredini e dott. Giovanni Baratto (correlatori le dott.sse Silvia Ventuani e Jessica De Prà), la tesi: “Veico-lazione di endocannabinoidi in formulazioni cosmetiche olio in acqua ottenute con emulsionanti di diversa natura chimica”.

natori) in ricordo dei compagni deceduti: Luigi Barito, Antonio Benvegnù, Sandro Carlin, Giuseppe Da Roit, Giuseppe Dell’Osbel, Florio De Pelle-grin, Alessandro Gaspardo, Marcello Orsolin e Nilo Riva. A questi è stata dedicata pure l’orazione commemorativa ap-positamente composta dal loro compagno Luigi Costantini. Terminata la messa, il gruppo è stato immortalato dal fotografo Luigi Cadorin in due foto: una davanti all’altare, l’altra davan-ti l’ingresso della sede storica del “Follador” in via 5 maggio. Il pranzo al ristorante “Ostaria” ha chiuso in allegria la giornata, lasciando in tutti il desiderio e il proposito di ritrovarsi ancora.

Echi di Agordo 27Giugno - Settembre 2015

sPort agordino oggi. SucceSSi per bocce e karting

Pienamente rispettate le previ-sioni della vigilia ed è stato ancora una volta un successo di pubblico e di atleti per la 15a edizione della Triveneta di propaganda, gara di bocce a coppie, valida per l’asse-gnazione del trofeo Tuttobocce, memorial Blasio-De Toffol, orga-nizzata dalla Bocciofila agordina. L’importante evento sportivo, svoltosi al bocciodromo comunale coperto di Lungorova, in ricordo di due grandi appassionati e amici scomparsi del mondo delle bocce, ha visto la partecipazione di ben 60 coppie che si sono affrontate sui campi della provincia di Bel-luno prima della fase finale dispu-tata sugli ottimi campi di Agordo. Come sempre notevole il livello tecnico degli atleti provenienti da Venezia (2 società e 5 formazioni iscritte), Treviso (9 società e 24 formazioni), Trento (1società e 2 coppie) e Belluno (9 società e 29 formazioni).

A farla da padroni sono stati ancora una volta i sodalizi trevi-giani, che hanno monopolizzato il podio con ben tre coppie ai primi tre posti della graduatoria. Combattutissima la finale che, al termine di precise e spettacolari giocate, ha visto prevalere la giovane coppia formata da Liituri-Rossi rappresentanti della società sportiva Pederobba che ha avuto la meglio su Barbon e De Vecchi della Sant’Antonio. Terza piazza per il tandem De Zotti-Papa atleti della società Florida.

Alla manifestazione, ottima-

mente organizzata dal sodalizio presieduto da Giorgio Tormen, validamente affiancato da Liliana Xaiz ed Enrico Bondioli, erano presenti i famigliari di Blasio e De Toffol e sono intervenuti il sindaco di Agordo, Sisto Da Roit con l’assessore Gabriele Trento, il delegato dell’Unione Montana, Fernando Soccol. Tanti anche gli esponenti del mondo delle bocce a livello nazionale, che hanno premiato i vari atleti, tra i quali l’arbitro Bertino D’Incà, il presidente del Comitato Bocce Belluno, Massimo De Vecchi, il consigliere nazionale Gianfranco Papa e il rappresentante del Coni provinciale, Mario Pongan.

Oltre alle medaglie d’oro e al trofeo ai vincitori, sono stati consegnati infine premi speciali, fra cui a Mattia Rossi, giudicato miglior giocatore della finale, al quale è andato uno zainetto della cartoleria Castaldi. Il presidente della Bocciofila, Tormen, in un breve saluto, ha rivolto un appello ai giovani ad aderire a questa bella realtà, «…perché lo sport delle bocce», ha detto, «non è solo per pensionati ma anche per ragazzi che ci possano nel con-tempo aiutare a mandare avanti la nostra associazione». Ha quindi concluso ringraziando quanti hanno collaborato, dagli sponsor ai volontari, alle autorità, nonché tutti i partecipanti, invitandoli fin d’ora alla 16a edizione del 2016.

Questa la classifica finale:1. Lituri - Rossi (S. Pederobba);

Domenica 23 agosto. Rossi e Lituri, vincitori della 15a edizione della triveneta di bocce, con i familiari di Blasio e De Toffol e il presidente della Bocciofila agordina, Giorgio Tormen, primo a destra.

Continua la serie positiva per il pilota portacolori Agordino Karting, Marco Tormen, nel campionato triveneto nella Kz 2 Nazionale.

Sulla bellissima pista di Alberone nella valle del Natisone in Friuli l’11 e 12 luglio è arrivata ancora una vittoria per Marco nella cate-goria con le marce. Risolti i grossi problemi delle prove del sabato causa rottura del telaio e non avendo a disposizione quello di scorta, il papà idraulico ha deciso in accordo con i meccanici ufficiali Davide e Luca di saldare il telaio danneggiato per poter partecipa-re alle gare della domenica, un rischio da prendere perché una vittoria avrebbe portato il pilota Agordino in testa al campionato

Veneto e terzo nel triveneto. E così è stato: Marco ha conquistato il secondo tempo in qualifica gara uno, termina terzo ma i punti di campionato si ricevono nella finale; parte in seconda fila, al verde si accoda al duo di testa per alcuni giri e mette pressione agli avver-sari che esagerano e entrano in collisione; ne approfitta Tormen per involarsi indisturbato verso la bandiera a scacchi. Il successivo appuntamento è stato a Frassené, il 18 luglio per la simpatica gara dei carretti, crono discesa organizzata dal gruppo giovani della parrocchia di Frassené e Voltago. Erano presenti diversi piloti di kart e... naturalmente anche il campione Marco Tormen.

Lo sapeva ovviamente da… tempo, Lauro Caio Gavaz, capo-gruppo degli alpini di Agordo-Rivamonte-Taibon, di essere «coscritto» della Repubblica Italiana, essendo nato in Belgio (dove il padre Egidio «Fire» era emigrato da Rif per lavoro), il 2 giugno 1946. Ma sicuramente non avrebbe mai immaginato di festeggiare il suo 69° com-pleanno, lo scorso 2 giugno, coinvolto da protagonista nelle celebrazioni per la festa della Repubblica di Pietra Ligure, in provincia di Savona. Vi si era recato, assieme alla moglie Dina, per far visita alla cugina Laura De Marco, che vive da anni nel popoloso centro della Liguria, dove l’anniversario

Pietra Ligure. Lauro Caio Gavaz, accanto al sindaco di Pietra Ligure, Dario Valeriani, che lo ha voluto vicino a sé sul palco davanti al mu-nicipio il 2 giugno scorso in occasione della festa della Repubblica.

della Repubblica viene cele-brata con grande solennità attraverso l’omaggio reso a tre bandiere esposte sul mu-nicipio, sul castello simbolo della città, e al monumento ai Caduti. Non poteva certo mancare, un alpino come lui, di partecipare alle relative ce-rimonie; fatto sta che, durante la manifestazione davanti al municipio, il sindaco Avio Dario Valeriani, venuto a sapere che fra la gente c’era un nato il 2 giugno 1946, lo ha chiamato per nome e ha voluto che Lauro Gavaz, visibilmente sorpreso e com-mosso, salisse accanto a lui sul palco per festeggiarlo fra gli applausi della numerosa folla presente che ha più volte scandito il suo nome.

CosCritto della repubbliCa

Alberone. Marco Tormen da podio, qui con i meccanici Luca e Davide.

2. Barbon - De Vecchi (S.Antonio); 3. De Zotti - Papa (Flodrida); 4. Bertazzon - Frare (S.Antonio); 5. Casagranda-Tiso (Canova); 6.

Cedron – Binotto (Spresianese); 7 Poloni – Favaro (Cornudese); 8. Maso Feltrin (Florida). (ma.ma.)

Echi di Agordo28 Giugno - Settembre 2015

nostalgia della fontanella al monumento

In alto da sx Fiorella Guadagnini, Maria Fontanive, Ada e Da-ria Brunetti, Luciana Carrera, Renata ... (nipote di Oddone Topo Zasso), Carmen Guadagnini. In basso da sx Sara Brunetti, Sergio Fontanive, Sante Zandò, Odilio Carrera, Fabiola (Lolli) Guada-gnini (foto scattata da Fiore Savio - nonno dei Fontanive).

anno 1953-54.i BamBini di vicolo castelletto

Si è svolta nella mattinata di sabato 12 settembre a Prompicai la 7a edizione del “Mercato agricolo (v. foto) e dell'artigianato locale”. Nella bella frazione che il giorno dopo Pasqua ospita la Sagra del fanciullo, hanno trovato posto sette espositori che hanno venduto i propri prodotti. Nelle quattro ore mattutine un buon numero di persone ha potuto così rifornirsi di formaggi, miele, patate, ortaggi, frutta, succhi tutti di produzione locale e manufatti artigianali.

Un evento semplice, in linea con le passate edizioni, che vuole mettere in luce i produttori locali e far scoprire o riscoprire alla gente i sapori a chilometro zero della terra agordina. Un evento, inoltre, che fa da antipasto alla Fiera del Bestiam che si svolgerà sul Broi di Agordo sabato 10 ottobre, che sarà la manifestazione che con-cluderà l'ormai tradizionale ciclo annuale de “Le tradizioni agricole agordine”.

Questo il programma della 16a edizione del tradizionale appun-tamento d’ottobre, a cura del Co-mitato Fiera del bestiam, Comune di Agordo, Ad Agordo ProLoco e Gruppo Alpini.- Giovedì 8 ottobre, ore 18.00: alla villa Crotta-De’ Manzoni, inaugurazione della rassegna eno-gastronomica “Formai e Vin” promossa da Ad Agordo Pro Loco dove sarà possibile degustare i formaggi dei produttori locali e i vini di numerose cantine del Triveneto. L’evento aperto a tutti, proseguirà nei due giorni successivi nei bar e ristoranti di Agordo, che offriranno

Le tradizioni agricole agordineDopo il mercatino a Prompicai

Torna la Fiera del Bestiam

l’assaggio dei formaggi del nostro territorio con l’abbinamento di un vino a loro scelta.- Venerdì 9: ore 18.00: nella sa-letta della biblioteca conferenza su “Miele e formaggi, un erritorio da… conoscere e gustare”, a cura della prof.ssa Serena Turrin.- Sabato 10, sul Brói:ore 8.00 - Mercato dei prodotti agricoli e artigianali;ore 9.30 - Speciale apertura e visita delle cantine a villa Crotta-De’ Manzoni;ore 10.30 - “La scòta” del Nino Belòt;ore 12.00 - Pranzo sotto il tendone a cura del Gruppo Alpini Agordo;ore 14.00 - Esibizione del Gruppo Folk Marmolèda di Rocca PietoreSaranno inoltre presenti gli “Amighi dei veci mestieri” di Sedico e, nel pomeriggio sarà possibile degu-stare “Le frìtole da Rif”.

Per tutta la giornata:- esposizione di macchine ed attrezzature agricole- esposizione zootecnica a cura delle aziende agricole…inoltre, sempre all’interno della Fiera, sarà presentato il progetto “Cucina la crisi - Le ricette dei nonni” promosso da Comitato Pro Loco UNPLI Veneto e Regione del Veneto che prevede la valoriz-zazione e tutela della tradizione gastronomica veneta attraverso l’individuazione e degustazione di un piatto povero locale. Ad Agordo Pro Loco proporrà il classico “tocà da bóia” la cui preparazione sarà presentata dalle ore 11.00 nel tendone sul Brói.

Questa allegra e riccioluta bambina di tanti anni fa, oggi felicemente moglie, mamma e... nonna, conserva fra i suoi più cari ricordi le serene ore che soleva trascorrere giocando con lo zampillo dell’acqua della fontanella che esisteva fino a qualche anno fa al centro del parco delle rimembranze di via Cesare Battisti.

Perché è stata tolta? Continua a chiedersi con rimpianto, ora che potrebbe a sua volta portare il nipote a ripetere i suoi giochi d’un tempo...

Una bella visione della Fiera del Bestiam del 2014 sul Brói.

Echi di Agordo 29Giugno - Settembre 2015

IN MEMORIA DIIl sorriso spontaneo e la schietta

simpatia di Alba Case si sono spenti la sera di venerdì 4 settem-bre in un letto del Polifunzionale di Agordo, dove era ricoverata dal alcuni mesi in seguito a un ictus.

Aveva 79 anni ed è ricordata anzitutto come storica edicolante di Piazzetta Vecchia ad Agordo, attività che aveva lasciato da quasi vent’anni per tuffarsi con la generosità che la distingueva nel volontariato.

Amabilissima figura molto nota ad Agordo e nella Conca Agordina per il lavoro svolto per tanti anni a contatto con la gente nel centro storico della città, ma anche per il prezioso contributo dato all’as-sociazionismo agordino. Pur se ormai da tempo aveva smesso l’attività condivisa con la sorella Barbara, è rimasto vivo in molti il ricordo del sorriso e del buo-numore che si trovavano davanti quando entravano nell’edicola per comprare il giornale. Anche prima della conduzione in proprio della rivendita, Alba ci aveva lavorato alle dipendenze della zia Giovan-nina Case.

Ma nell’intensa vita di Alba non c’è stato solo il lavoro: ci aveva messo tutto il suo entusiasmo e la sua socialità al servizio di tante realtà locali, a cominciare dal Coro Agordo di cui era stata quasi cinquant’anni fa una delle prime coriste e valido contralto (ma aveva cantato anche nel coro parrocchiale). Per questo il soda-lizio canoro l’aveva ringraziata nominandola nel 1984 «Amico del Coro». Da tempo era attiva nel gruppo locale di «Insieme si può»

Altro lutto per Agordo e la Conca Agordina. È morto la sera di do-menica 6 settembre, all’età di 80 anni, nella propria abitazione di Villalta, il dottor Tarcisio Rinaldo. Da tempo costretto all’inattività dalla malattia, Rinaldo lascia nella comunità locale il ricordo della sua cordiale umanità e del suo impegno civile e professio-nale. Nato il 26 febbraio 1935 a S.Margherita d’Adige (Padova), era arrivato alla fine degli anni ’60 del secolo scorso ad Agordo (nel 1965 si era sposato con la

Maria Bien (7 dicembre 2008) e Flavio Farenzena (11 aprile 2011). Che la memoria del loro esempio resti in noi e in quanti hanno voluto loro bene. Elda dedica alla sorella Maria questa delicata poesia: “Santa Maria Nascente di Agordo - E la tenera notte / a cullare scese / le umane fatiche. / Come culla di bimbo / il paese fu avvolto / nelle coltri, velato. / Tu sola splendente / come parete rocciosa / nei raggi del sole cadente / t’innalzi radiosa / nel cielo posato. / Intorno silenzio / odoroso di fieno / di terra rimossa / si spande come incenso / in giorno festoso”.

Luigi Bien, nel 26° anniversario (16 agosto 1989) e nel 30° della moglie Paolina Dorigo (31 agosto 1985).

e, una volta andata in pensione si era dedicata al volontariato nelle file del Circolo Auser «El Brói» prestando l’opera nella sede di via Rova.

Ma anche la comunità parroc-chiale ne serberà grata memoria per essere stata oggetto delle sue premure specie nel servizio di distribuzione di «Echi di Agor-do», il bimestrale della Pieve arcidiaconale che ha consegnato puntualmente per oltre vent’anni, finché la salute gliel’ha consentito, anche questo con il suo prover-biale sorriso, agli abitanti di via 5 maggio.

I funerali si sono svolti lunedì 7 settembre in una chiesa arcidia-conale gremita di gente e con il pensiero riconoscente pronunciato all’omelia da monsignor Giorgio Lise a nome delle comunità reli-giosa e civile.

lutti nella Comunità

Il suo impegno civile si esplicò invece come sindaco di Voltago dal 1975 al 1980. Un quinquen-nio durante il quale, assieme al consigliere Luigi Rivis, fu capace di scelte coraggiose come l’unifi-cazione delle scuole tra Frassené e Voltago, lasciando la materna nella frazione alta e le elementari nel capoluogo.

Oltre alle scuole unificò pure le liste elettorali ed ebbe delle viste lungimiranti come la costruzione dello skilift in località Lósch. Fu pure consigliere nel Comune di

Da Roit Massimina, nel 5° anniversario (11 giugno 2010) “...e il cuore si è fermato per piangere, ricordare, ma il suo sorriso, la sua voce hanno asciugato le lacrime e inco-raggiato il cuore...”. Tutti i tuoi cari.

Agordo e quale presidente del Distretto scolastico agordino si fece promotore, assieme a don Lino Mottes e all’allora preside Calabrò, dell’istituzione ad Agordo della sezione del liceo scientifico “G.Galilei”.

Oltre la moglie, ha lasciato le figlie Elisabetta, Lucia, Stefania e Francesca. I funerali si sono svolti martedì 8 nella chiesa ar-cidiaconale di Agordo, con larga partecipazione di gente e dei volontari delle sezioni dei donatori del sangue.

maestra Giovanna Schena di Frassené), per esercitare la pro-fessione di medico analista nel laboratorio analisi dell’ospedale civile di Agordo accanto al primario Aurelio Tonegato. A questi era poi subentrato anche come dirigente responsabile del centro trasfu-sionale del nosocomio agordino condotto col supporto del volon-tariato dell’Associazione donatori del sangue. Andato in pensione, esercitò quindi per diversi anni l’attività di medico di famiglia ad Agordo e Taibon.

Echi di Agordo30 Giugno - Settembre 2015

“Accogli la sua anima nella tua pace. Aumenta la nostra fede! Noi sappiamo che chi non è più con noi non è lontano da noi perché ha creduto e sperato in te”.

(Carlo Maria Martini)

Fuori parrocchiaIN MEMORIA DI

Teodoro Florian, morto il 24 marzo, sepolto a Canale d’Agordo.

Nella Lorenzi, di anni 76, il 22 marzo, sepolta a Canale d’Agordo.

Giuseppe Santomaso, morto a 78 anni il 17 aprile scorso a Bas-sano del Grappa, dove viveva e dove è stato sepolto, resta nel ricordo carico di affetto degli otto fratelli e dei tanti amici e parenti agordini.

Emanuele Zasso. “Il 1° giugno sono stati 4 anni da quando ci hai lasciati, ma resti costante-mente vivo nei nostri pensieri e nel nostro cuore con immutato amore. Tua moglie Bianca e i tuoi figli Claudio e Fulvio”.

Sara Cecchella Schena, nel settimo anniversario della morte (21 settembre 2008), la ricordano con immenso affetto tutti coloro che continuano ad amarla.

Renata Soppera in Costan-tini, nel 1° anniversario (15 settembre 2014) viene ricor-data con affetto e nostalgia dal marito, figli, nipoti e famigliari tutti.

Ida Marinello ved. Zasso, nel 6° anniversario (19 novembre 2009) rivive nel ricordo caro dei figli, dei nipoti, e dei parenti.

Carla Rumor, a nove anni dalla prematura scomparsa (1° luglio 2006), rimane costante il suo ricordo affettuoso nel marito, nei figli, nipote e parenti.

Enzo Pirastru, morto il 10 luglio 2015 all’età di 81 anni a Chivasso (Torino), dove viveva da anni con la fami-glia, dopo aver girato l’Italia e il mondo per lavoro (era un perito minerario diplomato al

“Follador”).Così lo ricorda la figlia Fede-rica: «…papà ha sempre avuto un’anima “nomade”, per la sua storia familiare e personale, che lo ha portato a vivere in di-verse città d’Italia, ma l’unica certezza è sempre stata quella di essere agordino. È stato un nonno fantastico e molto amato. Avrebbe voluto portare le sue nipotine ad Agordo, ha sempre raccontato loro episodi dell’infanzia lì e avrebbe voluto far loro conoscere questi luo-ghi “magici”; avevamo anche programmato il viaggio, ma non ha fatto in tempo».

Nel 1° anniversario di Maria Susana ved. Bogo (2 aprile 2014) e nel 10° di Enguerrando (Bepi) Bogo (29 giugno 2005), “…il vostro ricordo è sempre con noi. La figlia Gabriella con famigliari, parenti e amici”.

Giovanni Miola, nel 20° an-niversario della sua morte (in tragico incidente stradale il 19 luglio 1995). Il suo ricordo è sempre presente in coloro che l’hanno conosciuto e amato.

Antonietta De Nardin, morta il 6 febbraio scorso, a 85 anni, a Pietra Ligure (ivi sepolta) dove, assistita dalla figlia Laura, era ricoverata da qualche tempo in un casa di riposo per persone anziane.

Echi di Agordo 31Giugno - Settembre 2015

Anagrafe parrocchialeDEFUNTI

Riposino in pace

14. Soppelsa Giuliana ved. Zasso, di anni 79, il 26 marzo

18. De Pellegrin Alida in Scus-sel, di anni 68, il 25 maggio

19. Davare Olga Irma ved. Sche-na, di anni 91, il 26 maggio

15. Farenzena Margherita, di anni 93, l’8 aprile

20. Savio Flora, di anni 86, il 5 giugno

21. Campedel Ivette in Fonta-nive, di anni 76, il 24 luglio

22. Paganin M. Giuseppina ved. Pepoli, di anni 88, il 29 luglio

23. Scussel Mario, di anni, 70, il 12 agosto

24. Conedera Gino, di anni, 79, il 24 agosto

26. Case Alba, di anni 79, il 4 settembre

27. Rinaldo Tarcisio, di anni 80, il 6 settembre.

Da noi “resiste” ancora l’ac-compagnamento dei defunti al cimitero, con corteo a piedi. Questo “camminare insieme” rivela quasi plasticamente il desiderio di non lasciare solo chi ha terminato la sua esistenza terrena e si presenta davanti a Dio. E devo ringraziare il Diacono Alessandro che quasi sempre mi sostituisce in questo atto di pietà cristiana, che segue la S. Messa esequiale.

Tuttavia, ci sono due cose che vorrei sottolineare affinché il

gesto non sia una formalità.La prima: durante il tragitto

è bene pregare o comunque seguire in silenzio il rosario che di solito si recita e non fare di quei 15/20 minuti l’occasione per scambiarsi, saluti, comuni-care novità, parlare del proprio lavoro o altro… Non è un bel segno che, se aggiunto al poco rispetto che sempre più persone mostrano quando si incrociano mezzi motorizzati, fa nascere la domanda se non sia giunto il tempo di cambiare… Non è mia

intenzione, per il momento, ma occorre riflettere su quello che facciamo, perché lo facciamo e come lo facciamo.

La seconda: sempre più spesso accade che non si trovi chi porta la croce per guidare il corteo. C’è il sig. Santino De Nardin che, in ma-niera assolutamente volontaria e gratuita, si offre quando partecipa al funerale e approfitto di “Echi” per ringraziarlo di cuore. Chiedo però che per questo servizio ci sia una disponibilità maggiore.

l'arcidiacono

FUNERALI: Una piccola nota

16. Zasso Paola, di anni 92, il 5 maggio

17. Da Ronch Maria, di anni 80, il 15 maggio

25. Vieceli Sabrina, di anni 28, il 31 agosto a Feltre, sepolta ad Agordo

l’eterno riposodona loro

o signore...

Echi di Agordo32 Giugno - Settembre 2015

Mancava esattamente un mese al mio diciassettesimo compleanno e dal CVC (Cate-tere Venoso Centrale), vedevo defluire piccole ma infinite gocce di chemio, mentre dalle mie mani osservavo scivolare la mia vita insieme a grandi ciocche dei miei capelli ramati. Non me la sarei mai immaginata così la mia festa di complean-no, rinchiusa tra quattro pareti sterili di una stanza d’ospedale e come “buon giorno” un pre-lievo del sangue.

La Leucemia mieloide acuta, che improvvisamente si era impossessata del perfetto fun-zionamento del mio sangue, aveva preso con sé, oltre ai miei boccoli, venti chili, le serate con gli amici, la spensieratezza adolescenziale e molto altro. Le avevo concesso di prendersi tutto, tranne l’accessorio più importante: il sorriso, che ho indossato tutti i giorni, sia du-rante i quattro cicli di chemio sia durante il trapianto di midollo osseo. Insieme al sorriso, mi sono armata di forza, di spe-ranza e d’ironia, per cercare di scorgere quel piccolo spiraglio di luce e positività in quel mare immenso di buio e sofferenza. Ho ironizzato sulla mia calvizie chiedendo “scusa” alle persone che mi stavano vicino se quel giorno non mi ero pettinata, ringraziavo la chemio per aver-mi fatto cadere tutti i peli, così evitavo di soffrire per la ceretta e, utilizzavo la piantana, che

“ECHI di AGORDO” Anno LXXXI - n. 3-4 - 2015

registrazione del Tribunale di Belluno n. 12/90 dell’ 8/8/1990; col permesso dell’Autorità Ecclesiastica.

Mons. Giorgio Lise, Arcidiacono - Direttore Responsabile32021 Agordo (BL) - Dolomiti - tel. 0437/62143.

Spedizione in abb. postale D.L.335/2003 (conv. in L.27.2.2004, n.46), art.1, c.2, DCB, BL.

c.c.p. n. 10163327Composizione e impaginazione computerizzate a cura di

Loris Santomaso e Toni Pampanine-mail: [email protected] - [email protected]

www.agordo.diocesi.itStampa: Tipografia Piave - Belluno

Anagrafe parrocchiale

mi portavo dietro 24 ore su 24 per ricevere i farmaci, come se fosse il mio partner di ballo.

Non ho accolto la malattia a braccia aperte, ma ho accolto semplicemente la mia vita, con tutti i suoi alti e soprattutto i suoi bassi. Ho amato quella vita che mai e poi mai mi sarei fatta portare via e che, per nessuna ragione al mondo, avrei smesso di amare con tutto il cuore e tutta me stessa. Così tra quelle due uniche scelte che potevo fare: morire o lottare per vi-vere, ho scelto la seconda! Ho lottato con tutta la mia forza per riprendere nuovamente la mia vita in mano, a costo di rincominciare da capo e di rinascere una seconda volta. Durante il trapianto, ho sentito scorrere la vita di una persona sconosciuta dentro le mie vene e, in quelle ore, morivo e nasce-vo contemporaneamente.

Così, come una fenice, sono diventata cenere e da quelle ceneri si è rigenerata una nuova Francesca, invincibile, coraggiosa, felice ed entusiasta di spiccare il volo verso la gua-rigione. Novanta alla maturità, il conseguimento della patente, l’inizio dell’università, la borsa di studio, nuove amicizie, nuovi amori e la scrittura di un libro di prossima pubblicazione: nata due volte.

È strano, ma il momento in cui cambio pelle e tocco il fondo coincide sempre col punto di una nuova nascita!

anno 2014

14. Andriollo Anja, il 9 no-vembre (n. 17.03.2011)15. De Zaiacomo Nicola, il 9 novembre (n. 15.07.2014)16. Favero Ysabel, il 16 no-vembre 2014 (n. 05.07.2014)17. Trevisan Francesca, il 22 novembre (n. 18.10.2011)18. Danieli Ludovico, il 30 novembre (n. 22.08.2014)19. Bettini Giorgia, il 14 di-cembre (n. 08.01.2014)20. Da Ronch Carlo, il 26 dicembre (n. 03.12.2013)

anno 2015

1. Miola Alessandro, b. il 18 gennaio (n. 30.09.2014)2. Santomaso Gabriel, b. il 15 febbraio (n. 03.05. 2014)

BATTEZZATIRinati nell’acqua alla luce

Sottopongo ai lettori di Echi questa testimonianza di France-sca, una ragazza della nostra Italia. È una storia un po’ cruda, ma a lieto fine. E, a noi che ci lamentiamo troppo delle nostre… “bue”, può far bene. Soprattutto può aiutarci a dare ragione “della speranza che è in noi”.

Ecco un esempio di come l’amore per la vita può fare mira-coli. Tutti dobbiamo nella vita, almeno qualche volta, lottare contro noi stessi, le nostre paure, i nostri dubbi, le nostre incertezze: l’importante è amare sempre la vita, a 20 anni, come a 50 come a 70 o a 90; a ritenerla ogni giorno un dono inestimabile, anche quando agli occhi del mondo(o magari anche ai nostri occhi) sembra non avere più senso. Mettendola con fiducia nelle mani di Gesù, certi che con Lui saremo noi stessi vincitori. Di ogni male. Anche della morte, perché “nul-la - come scriveva l’Apostolo Paolo - ci potrà mai separare dall’amore di Dio”.

Don Giorgio

Un invito a riflettere su...“La speranza che è in noi”

MATRIMONIPerché siano una cosa sola

1. Tamis Stefano Devan e Appolloni Eleonora, il 4 luglio 20152. Selle Mattia e Tomè Va-lentina, il 12 settembre

3. Deola Thorpe Azzurra, b. il 6 aprile (n. 22.12.2014)

4. De Pra Giorgio, b. il 23 maggio (n. 28.01.2015)5. Costa Enea, b. il 24 maggio (n. 26.08.2014)

6. Olivier Devid, b. il 14 giugno (n. 24.07.2014)7. Dell’Agnola Angelica, b. il 12 luglio (n. 30.03.2015)8. Alchini Alex, b. il 12 luglio (n. 04.08.2014)9. Paganin Laura, b. il 19 luglio (n. 05.01.2015)10. Bortoli Mattia, b. il 19 luglio (n. 13.03.2015)11. Benvegnù Mattia, b. il 1° agosto (n. 22.09.2014)