Bimbimbici - l’importante iniziativa della FIAB rivolta ai ... · Progetto didattico per la...

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1 Bimbimbici - l’importante iniziativa della FIAB rivolta ai bambini ed ai ragazzi italiani, che nel 2002 si è svolta in cento città coinvolgendo 20 mila persone - non è mai stata, fin dalla sua prima edizione, una sem- plice biciclettata. I cortei in bicicletta - che costituiscono in ogni caso esperienze uni- che ed emozionanti per i partecipanti i quali, per una volta almeno, possono pedalare assieme in allegria e sicurezza - sono stati molto spesso preceduti da lavori e discussioni nelle classi sulla mobilità sostenibile e sui progetti di percorsi sicuri casa scuola. Abbiamo così potuto verificare l’esistenza di una domanda di mate- riali da utilizzare per queste riflessioni nelle classi alla quale comin- ciamo a dare una prima risposta con questo quaderno. Il quaderno è stato articolato in quattro parti. La prima dedicata ad alcune competenti testimonianze sul rapporto bambini bicicletta. La seconda con contenuti tecnici indispensabili per affrontare cor- rettamente i temi della mobilità. La terza con esperienze concrete di lavori con bambini e ragazzi sul tema della mobilità e infine la quarta nella quale sono proposti tre per- corsi didattici per altrettanti livelli scolastici dalle materne alle medie. Si ribadisce che questa è una prima risposta alla esigenza di dispor- re di materiali per lavorare con i bambini e i ragazzi sui temi di cui ci occupiamo come cicloambientalisti. Un’ulteriore risposta potrà venire dalla prossima pubblicazione del quaderno La città a due ruote. Progetto didattico per la scuola dell’obbligo che ci è stato commissio- nato dal Gruppo di lavoro Nazionale sulla mobilità ciclistica costituto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Luigi Riccardi, Presidente FIAB

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Bimbimbici - l’importante iniziativa della FIAB rivolta ai bambini ed airagazzi italiani, che nel 2002 si è svolta in cento città coinvolgendo 20mila persone - non è mai stata, fin dalla sua prima edizione, una sem-plice biciclettata.

I cortei in bicicletta - che costituiscono in ogni caso esperienze uni-che ed emozionanti per i partecipanti i quali, per una volta almeno,possono pedalare assieme in allegria e sicurezza - sono stati moltospesso preceduti da lavori e discussioni nelle classi sulla mobilitàsostenibile e sui progetti di percorsi sicuri casa scuola.

Abbiamo così potuto verificare l’esistenza di una domanda di mate-riali da utilizzare per queste riflessioni nelle classi alla quale comin-ciamo a dare una prima risposta con questo quaderno.

Il quaderno è stato articolato in quattro parti.La prima dedicata ad alcune competenti testimonianze sul rapporto

bambini bicicletta.La seconda con contenuti tecnici indispensabili per affrontare cor-

rettamente i temi della mobilità.La terza con esperienze concrete di lavori con bambini e ragazzi sul

tema della mobilità e infine la quarta nella quale sono proposti tre per-corsi didattici per altrettanti livelli scolastici dalle materne alle medie.

Si ribadisce che questa è una prima risposta alla esigenza di dispor-re di materiali per lavorare con i bambini e i ragazzi sui temi di cui cioccupiamo come cicloambientalisti. Un’ulteriore risposta potrà veniredalla prossima pubblicazione del quaderno La città a due ruote.Progetto didattico per la scuola dell’obbligo che ci è stato commissio-nato dal Gruppo di lavoro Nazionale sulla mobilità ciclistica costitutodal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

Luigi Riccardi, Presidente FIAB

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Bambini e Biciclette è il titolo di questo libretto che qualcuno vi ha dato,che avete aperto e che ora state leggendo. Bambini e biciclette, per moltidi voi sicuramente un’associazione naturale.

E’ sufficiente infatti ritornare alla vostra infanzia per ritrovare tra i vostrigesti quotidiani quel pestare sui pedali che vi portava un po’ più in là, allascoperta di qualcosa.

Ma vi basterà poi guardare dalla finestra per scoprire che non è più così.Nelle stesse strade di un tempo di bambini se ne vedono pochi e di biciancora meno.

E’ il mondo che è cambiato. Ma in questo cambiamento i bambini cihanno guadagnato o ci hanno perso?

BBaammbbiinnii iinn bbiiccii ..PPeerrcchhéé??

Una fortissima quanto inascoltatadomanda di mobilità ciclistica provie-ne proprio da bambini e preadole-scenti.

Le statistiche, da qualche anno aquesta parte, ci tratteggiano un ritrat-to decisamente inquietante delle con-dizioni dell’infanzia: bambini eragazzi tendono a passare la maggiorparte della giornata in ambienti chiu-si, prima a scuola, poi in casa, spessoda soli fra giocattoli, computers,videogames e televisione.

Questo è causato sia dagli impegnilavorativi dei genitori, sia dalla peri-colosità intrinseca degli ambientiurbani.

È storia recente l’uccisione di unbambino in bicicletta avvenuta allaperiferia di Roma ad opera di un pira-

ta della strada, ma il fatto paradossaleè stato che l’avvocato difensore del-l’assassino abbia contestato al genito-re del bimbo morto il reato di “abban-dono di minore”!

Il che è come affermare che ormai illivello di “normale” pericolosità dellenostre strade è tale che i bambini inetà scolare richiedono una sorveglian-za costante, e non sono liberi di anda-re in giro senza una adeguata “scor-ta”.

Se da un lato questa logica aberran-te probabilmente non passerà sulpiano giuridico, dall’altro, purtroppo,è già stata introiettata dalla popola-zione, col risultato che i bambini nonvengono più lasciati uscire da soli.

Questo comporta pesanti ricadutesia sul piano fisico che psicologico,

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Alle sei di sera la ruota posterioredella bici di Andrea, una Graziella 20riposa sulla sabbia di Ostia, ruote dicolori diversi e consumati e Andreagioca a pallone. Andava in piedi inbici, Andrea, sulla Graziella, sedutonon toccava terra e sfiorava con lepunte i pedali. La catena lenta chesbatte sul carter dà la frequenza dellepedalate e sulla bici rubata alla sorel-la Jaja un preziosissimo accessorio: ilrumore del motore, un pezzo di carto-lina infilata tra i raggi della ruotasostenuta da una molletta di legno,agganciata alla forcella anteriore. Unubriacante rumore da grandi. Unaestate caldissima quella del ’71 edandare in bici da Roma ad Ostia eraproprio una sfida da fare. Sulla viaOstiense in bici a poco all’ora capiscitutto, anche quello che non ricordi.

Siccome Andrea sono io, partim-mo in quattro ed in quattro arrivam-

mo sfiniti, dormimmo sulla spiaggia,mangiammo un gelato, giocammo apallone, ripartimmo ed al buio arri-vammo, al lume delle dinamo, padri emadri in strada inferociti.

Da allora ogni anno il giornoprima delle vacanze si andava adOstia lungo la solita strada con unaAtala 18 bianca e verde, unaAnquetil, una city-bike e poi… e poisono cambiati alcuni compagni, altrisi sono aggiunti, qualche ragazza èarrivata e andata via. Nascono icapannoni, diminuiscono prati e pini,spuntano nuovi cantieri, arrivanonuovi poveri nelle borgate e i cartel-loni pubblicitari nascondono il marefino alla riva.

Così i ventisei chilometri diOstiense sono un film che da tren-t’anni corre a venti all’ora e che nonho mai girato, ma come vedi nondimentico. Grazie bici.

1971, Roma-Ostia in bicicletta. Esperienze di un bambinoAndrea Satta, pediatra

Bambini e biciclette: il diritto negatoMarco Pierfranceschi, presidente Ruotalibera Roma

da un lato l’immobilità forzata staproducendo una generazione di bam-bini (e futuri adulti) sovrappeso, dal-l’altra il mancato confronto con l’e-sterno rischia di produrre personalitàchiuse, fragili e scarsamente autono-me.

Come la bicicletta possa influirepositivamente nei termini di unriequilibrio di tale situazione è abba-stanza ovvio, offrendo questo mezzo,a bambini ed adolescenti, risorse dimobilità ed autonomia, oltre all’eser-cizio fisico, del senso dell’equilibrioe delle capacità manipolatorie richie-

ste per il suo utilizzo.Meno semplice è trovare la maniera

di consentire alle fasce di età più gio-vani di usufruirne.

Se infatti le strade cittadine, conti-nuamente percorse dai veicoli amotore, sono percepite come rischio-se dagli adulti per sé stessi, a maggiorragione lo sono per un bambino, per ilquale possono diventare letali.

Diventa più che mai necessario, inquesto caso, realizzare dei percorsiprotetti in sede propria o mista ciclo-pedonale, e l’attivazione di strumentidi moderazione del traffico.

Inoltre sarebbe opportuno predi-sporre degli itinerari protetti casa-scuola, così da consentire a bambinied adolescenti di recarsi quotidiana-mente a scuola da soli, senza doverdipendere dai genitori per spostamen-ti anche brevi (ed ottenendo un abbat-timento significativo del traffico nelleore di punta).

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“Li accompagni tu a scuola oggi?”“Chi va a prendere i bambini in pisci-na?” “Puoi chiedere a tua madre diportare Luca a casa, dopo il tennis?”Frammenti di quotidianità.

Frammenti di quotidianità dellasocietà odierna, quella motorizzata.

La paura dei pericoli della societàporta i genitori a limitare l’indipen-denza dei bambini che vengonoaccompagnati a scuola, a praticaresport, ad incontrare gli amici. Ciòritarda l’acquisizione graduale di unaautonomia che è fondamentale peraffrontare le inevitabili difficoltà del-l’adolescenza e dell’età adulta, riducele opportunità di stabilire contatti concoetanei non programmati dagli adul-ti. Inoltre quasi sempre i bambinivengono accompagnati a scuola inmacchina, favorendo quello stile divita sedentario che è alla base di tantemalattie “moderne”, e negando lorola conoscenza di tutto un mondo chesta tra la casa e la scuola, la casa e lapalestra, fatto di persone, cose, situa-zioni che servono ad arricchire ilbagaglio delle esperienze individualidel bambino, altrimenti abituato apercepire i luoghi come entità distin-te, non collegate tra loro da uno spa-zio fisico, ma da uno spazio “virtua-le” asettico e che rende irreali le

distanze: l’abitacolo dell’automobile.Cosa induce i genitori ad accompa-

gnare i bambini a scuola? Sostanzial-mente si pensa di fare il “bene” deibambini, che saranno così al sicurodai pericoli del traffico, non suderan-no e non si affaticheranno inutilmen-te. Come se i ragazzi avessero biso-gno di conservare le energie da dedi-care allo studio. Certo, le energiespese camminando in piano sono ildoppio rispetto a quelle spese standoseduti, mentre spostandosi in biciclet-ta si bruciano quattro volte più calorieche stando seduti in automobile, ma ibambini ed i ragazzi hanno energia davendere e praticare attività fisica –che sia per svago, spostamento osport – non può far loro che bene. Edè miope ed egoista pensare di sottrar-re il proprio figlio ai rischi da traffico,adottando un comportamento cheaumenta il livello generale di perico-lo, sia diretto (rischio di incidenti) siaindiretto (aumento delle emissioninocive). Non a caso le zone dove si

Benessere e salute per i bambini d’oggiRossana Palazzi, pediatra

trovano plessi scolastici sono quellemeno vivibili, a causa dei picchi ditraffico nelle ore di entrata e uscita dascuola. Ed è pura illusione pensareche in automobile non si respirano igas inquinanti. La prese d’aria delleautomobili sono proprio all’altezzadei tubi di scappamento e i filtri nonsono certo molto efficaci nell’abbatti-mento delle sostanze nocive. Per evi-tare di respirare i gas di scarico l’uni-ca cosa sicura è quella di non produr-li.

Negli ultimi decenni si fanno sem-pre più frequenti nell’infanzia patolo-gie legate allo stile di vita ed all’in-quinamento (obesità, asma e allergie),Inoltre lo stile di vita nell’infanzia è

fondamentale per lo stato di salutenell’età adulta.

In Italia si è passati dallo 0,5% diobesità nei bambini in età scolare natinegli anni ’50 al 20% dei bambininati negli anni ’90. Senza tener contodi quelli sovrappeso, per i quali l’ec-cesso di peso corporeo non è – anco-ra – patologico, ma aumenta in modoconsiderevole le probabilità di diven-tare obesi in età adulta.

L’obesità riconosce un’eziologiamultifattoriale in cui genetica, meta-bolismo e ambiente interagisconoassumendo ruoli via via differenti in

diverse realtà socio-economiche.Possiamo con tutta tranquillità affer-mare che nell’occidente la causa prin-cipale è lo stile di vita “artificiale”con un apporto energetico eccessivorispetto all’attività fisica praticata.

Strettamente legato all’obesità èl’aumento di incidenza delle malattiecardiovascolari (principali cause dimorte in età adulta nei paesi indu-strializzati). La prevenzione di questemalattie, perché sia efficace, deve ini-ziare in età pediatrica, quando sivanno strutturando le abitudini ali-mentari e di vita. I dati epidemiologi-ci indicano chiaramente che l’obesitàin età adolescenziale rappresenta unfattore di rischio per la malattie coro-nariche e per i disordini del metaboli-smo glicidico (diabete). In Italia il 10-15% della popolazione, anche in etàpediatrica, presenta manifestazioniallergiche. L’incidenza di allergopatieè molto elevata e in continuo aumen-to nelle nazioni industrializzate ed apiù alto tenore di vita ed è quasi insi-gnificante nei paesi in via di sviluppo.

Queste malattie necessitano di unsubstrato genetico, ma sono in granparte scatenate da fattori ambientali.L’apparato respiratorio dei bambini èmolto sensibile agli inquinantiambientali. I bambini che vivono incittà sono molto più a rischio di svi-luppare riniti e asma di origine aller-gica.

Fondamentale è l’educazione aduno stile di vita “sano”, quindi nonsolo lo sport “programmato” o agoni-stico, ma incoraggiare gli spostamen-ti a piedi o in bicicletta. Questo è unbuon contributo alla socializzazione,alla prevenzione dell’obesità infantilee, indirettamente, delle malattie del-l’apparato respiratorio in quanto siridurrebbe il traffico e l’emissione digas inquinanti.

I bambini nelle case si annoiano.Molto spesso sono figli unici e hannocome unico passatempo la TV o laplaystation. E non è infrequente chetrascorrano 4-5 ore davanti al video,magari sgranocchiando snack emerendine, non esattamente adatti aduna corretta alimentazione, nonostan-te i suadenti messaggi pubblicitari neesaltino le qualità nutrizionali.

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Possiamo immaginare quanto sia dif-ficile indurre i bambini in età scolarea seguire diete ipocaloriche, resespesso necessarie proprio dalla ecces-siva sedentarietà a cui vengonocostretti a causa dell’atteggiamentoiperprotettivo di molti genitori.

I bambini sono al centro delle atten-zioni degli adulti (genitori, società,ma anche industria e, di conseguenza,media) sicuramente più di quantoavvenisse in passato. Sono tutti moltopiù belli, puliti, curati, eleganti edapparentemente più sani. C’è una dif-

fusa convinzione che tutto ciò corri-sponda al “benessere” dei nostri bam-bini. Ma bisogna fare molta attenzio-ne quando si parla di benessere, ter-mine con cui non si deve intendere lacondizione economica o sociale, mail significato letterale del termine: lostato psico-fisico dei bambini. Siamoproprio sicuri che sia questo il“benessere” dei nostri bambini? E,soprattutto, siamo proprio sicuri chesia quello che si aspettano da noi?

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CChhee ffaarree??

Che fare allora? Come riempire le nostre città di bambinie biciclette? Come recuperare questo diritto negato?

Per poter riacquistare il gusto del pedalare, tutta la fami-glia insieme, c’è sempre la possibilità del tempo libero,quello della domenica e delle vacanze.

Ma, soprattutto, bisogna tentare di modificare l’aspetto deinostri centri urbani. E’ molto importante renderli più ami-chevoli, più accoglienti per chi vuole spostarsi senza unmotore, a piedi o in bicicletta.

Però anche il modo di pensare della gente dovrà cambia-re se si vorrà raggiungere questo obiettivo.

Come? Qualche idea nelle prossime pagine.

Da quando è nata la nostra primafiglia abbiamo continuato ad usare labicicletta sia per i piccoli spostamen-ti quotidiani che per il cicloturismo.Appena Sara ha compiuto 7-8 mesiabbiamo cominciato a fare le primepasseggiate un po’ più lunghe tra-sportandola con un passeggino poste-riore o con un buon marsupio. Sarareagiva bene a queste prime escursio-ni di qualche chilometro facendosidelle lunghe dormite cullata dal dolceprocedere della pedalata. Abbiamoquindi deciso di affrontare il nostroprimo viaggio in bici partecipando alcicloraduno della FIAB organizzatonel 1991 (Sara aveva 10 mesi) dagliamici di Bici e dintorni di Torino nelMonferrato. Dopo quella positivaesperienza altre ne sono seguite: alcu-ni week-end con la nostra associazio-ne locale e altri cicloraduni FIAB.

Quello che abbiamo notato con pia-cere, Antonella (mia moglie) ed io,che se dieci anni fa ci ritrovavamo unpo’ soli con il passare degli anni sianelle iniziative locali sia nei ciclora-duni nazionali FIAB la presenza difamiglie con bambini aumentava.

E’ per questo motivo che dopoalcune esperienze fatte “in solitaria”(Sara, Antonella ed io), tra cui nel1994 un bellissimo viaggio daRavenna a Venezia, abbiamo comin-

ciato a coinvolgere nei nostri viaggialtre famiglie di amici fornendo lorotutti i consigli necessari per affronta-re viaggi in bicicletta. Abbiamocominciato con viaggi di 2/3 giorninella nostra regione con treno + bici enegli ultimi anni siamo passati a viag-gi - anche all’estero - di 10/12 giornicon la partecipazione di 4/5 famiglie.

Che dire del cicloturismo fatto con ibambini? È semplicemente una bel-lissima esperienza sia per i bambinisia per gli adulti.

E’ chiaro che vanno risolti alcuniproblemi pratici. Innanzi tutto la sicu-rezza dei bambini. Occorre utilizzarebiciclette e accessori di buona qualità:il casco, i seggiolini posteriori (consi-glio per esperienza e senza fare nes-suna pubblicità i modelli della tede-sca Kettler che iniziano a trovarsianche in Italia) fino a passare aicomodissimi rimorchi (ancora Kettlero Cannondale).

Ma quello che mi piace sottolinearein questo breve intervento è che unviaggio in bicicletta rappresenta per ibambini l’occasione di fare una espe-rienza indimenticabile. Se posso dareun consiglio ai genitori che voglionofare un viaggio in bici è di cercare dicondividerlo con altre famiglie. Aibambini piace molto pedalare insiemeai loro amici: stanchezza e noiadiventano sensazioni sconosciute…come sono frequenti invece nei viag-gi fatti in macchina! Un’altra condi-zione per fare una bella vacanza èchiaramente quella di cercare di uti-lizzare dei percorsi protetti in itinera-ri almeno prevalentemente su pistaciclabile: gli itinerari austriaci e sviz-zeri ad esempio, ma anche la nostraCiclabile del Sole almeno per alcunitratti può andare benissimo… Il viag-gio su pista ciclabile consente sia aibambini che ai genitori di rilassarsimaggiormente per l’assoluta mancan-za di pericolo derivato dal traffico edi godere reciprocamente della bel-

lezza del territorio che si percorre edella gioia di andare in bicicletta.

Quando i bambini diventano un po’più grandi (dai dieci anni in su)diventa importante coinvolgerlianche nell’organizzazione del viag-gio. Innanzitutto la costruzione dell’i-tinerario, le tappe da fare, i posti dovedormire, i luoghi da visitare, il baga-glio da portare, i treni da prendere…Ibambini diventano costruttori e parte-cipi del loro viaggio... e vi assicuroche se si riescono a coinvolgere ed ainteressarli nelle riunioni preparatorie(di solito riservate agli adulti!) perloro il viaggio diventerà sempre piùinteressante e interiorizzeranno delle

conoscenze di geografia che non var-ranno tante lezioni fatte a scuola. Èimportante inoltre affidare ai piùgrandicelli parte del loro bagaglioanche per responsabilizzarli un po’ dipiù.

Per quanto riguarda la scelta degliitinerari, oltre alla discriminante“pista ciclabile” ci sono anche altricriteri per scegliere un itinerario adat-to alle famiglie. Può risultare utile adesempio seguire un itinerario checorra parallelo ad una linea ferrovia-ria. In caso di necessità si può saliresul treno per evitare una tappa troppofaticosa per raggiungere la meta incaso di maltempo o per ovviare adaltri inconvenienti. Un altro consiglioè quello di seguire i percorsi lungo ifiumi (molte piste ciclabili sonocostruite sugli argini dei corsi d’ac-qua): così facendo ci si può avvantag-

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Il viaggio in bici con i bambiniMimmo Schiattone, formatore, FIAB di Roma

giare seguendo il percorso dalla sor-gente verso la foce con un dislivellofavorevole. Un altro criterio per faredelle vacanze in famiglia è sceglieredegli itinerari che offrano ampiaricettività (bed and breakfeast, ostellidella gioventù, camere) in modo danon dover essere obbligati a prenota-re in anticipo così da poter permetter-si di non rispettare tappe troppo rigi-de. Inoltre queste soluzioni offronogeneralmente un buon servizio aprezzi accessibili. E’ consigliabilescegliere dei percorsi tendenzialmen-te pianeggianti che offrano magari lapossibilità di fare qualche bagno(mare, laghi, fiumi o anche piscina)evitando cicloescursioni su itineraricollinari e con troppi saliscendi. Ibambini (ma anche gli adulti!) trova-no molto bello e piacevole fare un belbagno dopo una giornata in bici. Letappe devono essere brevi. Per leprime esperienze consiglio 20/30 Kmal massimo. In questo modo ci si puòfermare quando si vuole: a vedere unbel monumento, a visitare un’areanaturale o più semplicemente a gioca-re nei giardini pubblici dei paesi ocittà che si attraversano. Evitandol’angoscia di fare tappe troppo lungheper arrivare alla meta si crea un climasereno tra adulti e bambini e ci si pos-sono concedere tutte le soste che sidesiderano.

Ma come preparare i bambini adaffrontare un cicloviaggio? E’ chiaroche sia i bambini che vanno trasporta-ti sia quelli che pedaleranno sulla pro-pria bici (dai 6 anni in su) dovrannoessere un po’ preparati. Non tantoallenati dal punto di vista fisico quan-to abituati ad uscire in biciclettaanche in situazioni di traffico perimparare a rispettare le più elementa-ri regole di sicurezza stradale. A que-sto scopo è consigliabile fare con loroqualche passeggiata prima di affron-tare un viaggio vero e proprio.

Delle considerazioni a parte per i

piccolissimi. La mia esperienza conle mie due bambine ma anche configli di amici mi dice che general-mente i bambini trasportati, dopoqualche chilometro in bici, tendonoad addormentarsi. Occorre quindiattrezzarsi facendo attenzione sia allaloro comodità sia alla loro sicurezza.Per i bambini dagli 8 ai 18 mesi vabenissimo un buon marsupio (ripetoun buon marsupio non quelli che sitrovano in famose catene di negoziper l’infanzia che sono a dir pocoridicoli). Quando si utilizza il marsu-pio è meglio utilizzare una bici contubo orizzontale del telaio obliquo siaper la comodità del bambino che delgenitore. Noi ne avevamo acquistatouno fatto a mano da una associazionedi donne di Verona che abbiamo uti-lizzato sia per Sara che per Sofia. Sene trovano di buoni di fabbricazionetedesca o statunitense. I bambiniattaccati al petto di papà o mamma siaddormentano felici. Il marsupio èmolto pratico perché quando nonserve si piega facilmente nella borsaportaoggetti. Quando il bambino èsveglio si può trasportare su un buonseggiolino posteriore. I migliorihanno l’attacco non sul partapacchi

ma direttamente sul tubo piantone deltelaio e hanno un sistema che attuti-sce gli inevitabili sobbalzi dei fondistradali sconnessi. Grande attenzioneva fatta nell’acquisto. Noi nel lontano1991 lo abbiamo dovuto acquistaredurante un viaggio in Germania(all’epoca in Italia praticamente nonesistevano!). Oggi in qualche negoziospecializzato finalmente si trovanoanche nel nostro paese. Chiaramentevanno acquistati quelli con l’omolo-gazione. I migliori hanno il poggia-testa e i poggia-piedi regolabili aseconda dell’età del bambino e posso-no essere utilizzati dai 10 mesi fino ai5 anni di età. Quando il bambino siaddormenta bisogna dotarsi di uncuscino da viaggio anti-torcicollo.Per i viaggi più lunghi consiglio infi-ne il carrello. E’ comodissimo sia peril genitore ciclista sia per i bambini. Ilrimorchio in genere è a due postianche se è chiaramente più comodoutilizzarlo per un solo bambino. E’bene che il bambino porti con sé qual-che gioco (la mia Sofia si porta dietrouna bambola, dei libretti e qualchepupazzetto). Utile anche un registra-tore tascabile a pile per ascoltaremusica o favole. Il carrello è moltocomodo perché il bambino quando siaddormenta ha a disposizione unospazio ampio ed è protetto da ogniagente atmosferico. I più buoni hannola zanzariera e sono dotati di disposi-tivi di sospensione. Vanno utilizzatiquasi esclusivamente per il cicloturi-smo e in percorsi o su pista ciclabile ocon poco traffico: utilizzarli nellenostre città è quasi proibitivo.

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1. La situazione attuale

Pedalare e camminare in città èsempre più difficile

In questi anni nelle nostre città e neipaesi la mobilità in bicicletta ed apiedi è sempre più difficoltosa soprat-tutto per gli utenti deboli della stradaquali bambini ed anziani. Le condi-zioni di vivibilità sono peggiorateanche per la crescita dell’inquina-mento dell’aria e da rumore che ren-dono sempre meno piacevole per ilcittadino muoversi a piedi o in bici-cletta.

Se nei centri storici si sono attivatepolitiche diversificate con la creazio-ne di nuove strade e parcheggi sotter-ranei, favorendo il trasporto pubblico,creando zone a traffico limitato ezone pedonali, nelle periferie la situa-zione è ancora drammatica e la diffi-coltà di camminare e pedalare rimanealtissima. In particolare i bambini, glianziani ed i portatori di handicaphanno perduto la loro autonomia egeneralmente dipendono da altri peressere trasportati. La gente scegliel’automobile per difendersi dai peri-coli e sentirsi più sicura. In questo

modo alimenta una spirale perversache crea un intasamento generale dif-fuso con un effetto indiretto di svuo-tamento delle strade dalla presenzaviva della gente. Ciclabilità e pedona-lità vanno valorizzati come reali modidi trasporto, occasione di riqualifica-zione urbana e opportunità per ricrea-re la funzione sociale della stradafinalizzata al rafforzamento del sensodi comunità dei cittadini.

L’aumento delle automobiliLa crescita del tasso di motorizza-

zione privata negli ultimi anni è stataparticolarmente intensa, si rileva chenelle aree ad economia sviluppataessa sia cresciuta del 4% all’anno, ilche significa che in 10-12 anni ilparco auto circolante è cresciuto del50% circa. Considerato che paralle-lamente le offerte per il parcheggiopubblico e privato non sono statealtrettanto importanti, ne consegueche centri e periferie sono ormai satu-re di auto in sosta. Se 10 anni fa erapossibile istituire corsie ciclabili inbordo strada oggi questo è diventatoimproponibile a patto di non provoca-re lo scontro con gran parte della

popolazione che sarebbe ulteriormen-te penalizzata nelle già difficoltosapossibilità di parcheggio.

Gli incidenti stradali in cittàAnche l’incidentalità è un elemento

in crescita che preoccupa ciclisti edutenti deboli, infatti dall’analisi deidati ACI - ISTAT 1996 si rileva che inItalia ci sono stati circa 500 incidential giorno con 16 morti e 700 feriti, inun anno circa 180.000 incidenti con6.000 morti e 255.000 feriti. Si stimache una persona su 80 muoia 40 anniprima per incidente e una su tre portidanni permanenti più o meno graviper incidenti stradali, inoltre:

- il 40% dei morti ed il 70% degliincidenti accadono in ambito urbano;

- il 73% degli incidenti è causatodal comportamento del conducente.

Le proposte di miglioramento sisviluppano su due piani:

1° - Tecnico: occorre creare sicu-rezza attiva nel traffico soprattuttourbano investendo in ricerca e inmiglioramento delle strade urbane

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Proposte per il rilancio dell’uso della bicicletta in cittàMarco Passigato, ingegnere

Su questa strada l’auto comanda

Il degrado dei marciapiedi e delle strade rende difficile andare a piedi ein bicicletta e spinge i cittadini all’uso dell’auto

esistenti con tecniche di moderazionedel traffico, creando reti di percorsiciclabili e favorendo la sicurezza per iragazzi sui percorsi tra casa e scuola.

2° - Educativo: è necessario educa-re soprattutto i conducenti attuali(adulti) e futuri (giovani) ad unaguida responsabile, in quanto l’auto-mezzo si può trasformare in un’arma,favorire un’educazione stradale attivae partecipata.

Le esperienze degli altri paesieuropei

I fatti sopra esposti si sono verifica-ti parallelamente anche negli altripaesi europei dove questi fenomenisono stati studiati e affrontati pertempo e ancora una volta noi italianiabbiamo la possibilità di “copiare” edi godere delle sperimentazioni, dellescelte e delle politiche che gli altriPaesi hanno attuato.

In Germania, Olanda, Inghilterraesistono numerosi e qualificati centridi ricerca per la sicurezza stradalenelle sue componenti di mobilitàurbana ed extraurbana e per i veicoli,le biciclette ed i pedoni.

Una delle prime osservazioni emer-se dagli studi effettuati ha affermatoche la velocità e la forma delle stradesono le principali cause degli inciden-

ti.E’ stato rilevato inoltre come sia la

forma delle strade e non il limite divelocità a condizionare il comporta-mento dell’automobilista, infatti sustrade urbane larghe e rettilinee qua-lunque automobilista, anche il piùben intenzionato, raggiunge involon-tariamente velocità elevate. E’ neces-sario pertanto realizzare strade cheinducano l’automobilista a guidarecon lentezza e con attenzione.

Per questo sono state sviluppate edapplicate tecniche di riqualificazionestradale dette di moderazione del traf-fico che propongono la realizzazione

di strade da percorrersi a bassa velo-cità nel rispetto di ciclisti e pedoni.

In Francia in 4 anni dal 1990 al1994 circa 40 città hanno studiato,realizzato, analizzato e discusso irisultati sperimentali reali di 40 inter-venti a favore della sicurezza stradaleurbana producendo nuove norme enuovi manuali per la progettazionedelle strade con tecniche di modera-zione del traffico.

La Comunità Europea finanzia ognianno alcuni pacchetti di studio sullasicurezza, partendo dall’analisi delleincidentalità si propone di individua-re delle strategie politiche di miglio-ramento della situazione sia comesicurezza sia come diversa ripartizio-ne modale all’interno delle grandicittà per favorire il decongestiona-mento da traffico, il disinquinamentoe la qualità della vita delle persone.

2. Le proposte tecniche

a) Realizzare reti di piste ciclabiliI Piani Urbani del Traffico classifi-

cano le strade urbane in strade discorrimento, strade interquartierali,strade di quartiere e strade locali.

Questa classificazione aiuta a impo-stare il progetto della rete ciclabilecomunale in quanto, in generale, nelle

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Zona 30 a Zurigo

Ciclopista a Mestre

strade di scorrimento la rete ciclabiledeve prevedere la separazione, sullestrade interquartiere è consentita lacorsia ciclabile, per quelle di quartie-re è possibile l’integrazione nel traffi-co ordinario e in quelle locali sonopossibili zone 30 e strade residenzia-li.

Una rete ciclabile moderna inseritaall’interno del PUT è pertanto gene-ralmente costituita da tre tipologie disoluzioni ciclabili: la separazione,l’integrazione e la moderazione deltraffico.

a1. SeparazionePer separazione si intende realizza-

re corsie o sedi proprie per le biciclet-te, separate da cordoli, a quota mar-ciapiede, monodirezionali o bidire-zionali, obbligatorie in affiancamentoalle strade classificate di scorrimento.E’ il caso delle tratte caratterizzate daforte domanda come i collegamentiperiferia - centro, da sezioni stradalicon carreggiate o marciapiedi suffi-cientemente larghe o da forte perico-losità.

a2. IntegrazionePer integrazione si intende la pro-

miscuità tra le biciclette e gli altri vei-

coli, cercando comunque condizionidi sicurezza, si attua dove pur essen-doci forte domanda non c’è spazioper la separazione o dove la domandanon è talmente forte da giustificare laseparazione. Corsie contro mano nelsenso unico, corsia ciclabile o riquali-ficazione fisica e gestionale dellastrada al fine di migliorarne la perico-losità ciclabile sono esempi di inte-grazione. Interventi finalizzati aridurre la velocità dei veicoli, orga-nizzazione del parcheggio consentito,divieto assoluto della fermata breve,rimozione dei cassonetti dalla sedestradale, pavimentazione in ottimostato e tombini perfettamente a livel-lo possono contribuire alla sicurezzadelle biciclette che si muoverannoassieme agli altri veicoli.

In questo ambito alcune facilitazio-ni locali hanno un loro significato afavore della sicurezza pur in assenzadella continuità con un percorso; è ilcaso di attraversamenti ciclabili digrandi arterie, corsie di contromanoin un senso unico per abbreviare per-corsi tortuosi, attrezzatura di unincrocio con corsie preferenziali espazi di attesa davanti alle automobi-li.

a3. Moderazione del trafficoPer moderazione del traffico si

intendono interventi all’assetto stra-dale finalizzati a trasformare l’imma-gine della strada affinché l’automobi-lista modifichi automaticamente edinconsciamente il suo modo di guida-re. Sono interventi di generale riqua-lificazione, che consentono di creareuna sicurezza diffusa per tutti gliutenti della strada. Detti interventipossono riguardare nel centro dell’a-bitato un incrocio, uno slargo, un trat-to di strada, mentre nelle periferieanche interi isolati caratterizzati datraffico locale attraverso la realizza-zione di zone 30 e strade residenziali.

b) Le isole ambientali -Affermare l’importanza della vivi-bilità degli spazi urbani

Le Isole Ambientali sono costituiteda un insieme di strade locali minorie sono dette “isole” in quanto internealla maglia della rete della viabilitàveicolare principale ed “ambientali”in quanto finalizzate al recupero dellavivibilità degli spazi urbani. Questoreticolo di strade minori locali deveessere considerato una grande risorsain quanto esse concorrono alla realiz-zazione ed integrazione della reteciclabile e pedonale.

Nelle isole ambientali, deve essereimpedito l’effetto by-pass al trafficoveicolare e deve essere organizzatoun sistema circolatorio secondo ilquale i veicoli escono in prossimità adove sono entrati. L’effetto by-passdeve essere consentito alle biciclette.

Per alcuni insiemi di strade localipreferibilmente costituenti ambitiomogenei o comunque aventi partico-larità che le caratterizzano sono atti-vabili interventi di natura strutturale(modifiche di marciapiedi, inserimen-to del o sostituzione delle pavimenta-zioni esistenti con altre differenziateper funzioni della strada, sosta, trans-ito, gioco e intrattenimento) o norma-

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Gli incroci stradali sono i punti più pericolosi per il traffico ciclistico

tiva (segnaletica ed ordinanze) al finedi favorire la vivibilità locale attra-verso la realizzazione di due tipologiedi utilizzo dello spazio urbano: le“zone 30” e le strade residenziali.

b1. Zone 30La “zona 30” sono strade o sistemi

di strade locali ove è consentito l’ac-cesso a tutte le componenti del traffi-co, anche a funzione di parcheggio,escluso i mezzi di trasporto pubblicocollettivo. Il limite di velocità è di 30km/h e sono caratterizzate al contornodove sboccano sulla viabilità princi-pale da “accessi lenti” realizzate constrettoie o continuità rialzata dei mar-ciapiedi a formare piattaforma diaccesso. La disposizione dei parcheg-gi in modo particolare a pettine alter-nato, a blocchi e inframmezzato daalberi o sistemi di sedute per i pedoni,assieme ai marciapiedi allargati incorrispondenza dei passaggi pedonalio degli incroci sono elementi chediversificano la linearità stradale econtribuiscono a indurre nell’auto-mobilista una guida più lenta e conso-na all’ambito caratterizzato da unmobilità tranquilla e sicura. La stradastretta o a prevalente funzione di par-cheggio può essere resa a senso

unico.

b2. Strade residenzialiLa strada residenziale prevista dal

codice della strada è caratterizzata dalsegnale figura 318, articolo 135 delregolamento, realizza condizioni taliche pedoni, ciclisti ed auto si muovo-no sulla stessa sede con pari diritti.Una situazione ottimale si realizzarendendo la strada a “cul de sac” perle automobili consentendo a bici,pedoni e bambini che giocano didiventare padroni della strada. Hanno

accesso le auto dei residenti che pro-cedono a passo d’uomo. Sono consi-gliati ostacoli fissi, come piattaformerialzate soprattutto agli incroci, aiuo-le, ecc.., per delimitare il parcheggioed imporre una bassa velocità. Altrielementi di arredo urbano studiati concura, assieme a panchine ed alberatu-re, rendono la strada un’ambito gra-devole da vivere e da utilizzarsi comeun’espansione della propria abitazio-ne. La velocità massima è di 10 km/h.

c) La riqualificazione dei piccolicentri urbani

Uno dei temi più interessanti per iprossimi interventi urbanistici sono lariqualificazione dei piccoli centriurbani caratterizzati da forte trafficodi attraversamento su strade statali oprovinciali. In questo caso si pone ilproblema di riqualificare l’immagineurbana e la qualità dell’abitare negliedifici prospicienti l’asse viario.

In tali contesti diventa importante lariqualificazione ed il potenziamentodella sicurezza degli spazi destinatialla mobilità non veicolare, pedonalee ciclabile, soprattutto nei centri turi-stici o quando si giunge in prossimitàdelle centralità sociali urbane ove siaffacciano la chiesa, la piazza, i nego-

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Incrocio riqualificato e reso sicuro per tutti gli utenti della strada

Percorso ciclabile a lato di una strada con traffico veloce

zi, le scuole e le strade trasversaliresidenziali. In molti piccoli paesiinfatti la vita sociale di relazione èfortemente condizionata e mortificatadal traffico di attraversamento.

c1. Coniugare la funzione di tra-sporto con la funzione sociale dellastrada

Anche in questo caso soluzioni par-ticolari di moderazione del trafficopossono servire per coniugare la fun-zione di trasporto delle strade nei cen-tri abitati con la funzione sociale chela strada stessa deve manteneregarantendo l’incremento e la sicurez-za della mobilità locale pedonale eciclabile con particolare riguardoall’incolumità dei ragazzi, degli

anziani e dei bambini che vanno ascuola.

Le soluzioni che si possono adotta-re sono:

- costruire delle situazioni fisiche enormative dette “Porte di accesso” alfine di indurre la velocità dei veicoliall’ingresso dei centri abitati effetti-vamente a 50 km/h;

- garantire ai due lati della stradapiattaforme ad uso misto pedonale eciclabile di dimensione ampia soprat-tutto in prossimità di piazze, scuole,negozi, servizi, luoghi di incontro,sbocchi di strade che collegano zoneresidenziali site a margine, cimiteri,ecc, anche stringendo la carreggiataveicolare fino a m 6 o inferiore;

- attrezzare attraversamenti pedona-li e ciclabili protetti con isoletta cen-trale di sicurezza;

- mantenere la velocità di transitosulla sede principale uguale o inferio-re a 50 fino a 30 km/h in relazione

alla funzione sociale del tratto stessodi strada con interventi di modifichealla pavimentazioni.

3. Le proposte educative

a) Campagne di comunicazioneAll’estero sono molto diffuse le

campagne promozionali per la sicu-rezza stradale, ecco i principali slo-gan: “Vivi la città in bicicletta” - “Inbici sul posto di lavoro” - “Spazio allabici” - “Pedone sicuro!” - “Zona 30gente contenta” - “Bambini per le

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Esempio di moderazione del traffico ottenuto con allargamento deimarciapiedi, restringimento della strada e cambio della pavimentazione

Uscita da scuola con spazio di attesa, barriera di protezione verso lastrada, attraversamento pedonale rialzato per far rallentare i veicoli

Rispetto ai semafori le rotonde rendono il traffico a motore più scorrevole riducendo il rumore e l’emissione dei gas di scarico

strade come indicatore di qualitàurbana” - “Bambini a scuola da soli”- “Iniziano le scuole, attenzione aibambini!” - “Via il piede dal gas” -“Pedonalità sicura per gli anziani”.

Queste campagne di comunicazio-ne hanno elevato la consapevolezzadei cittadini riguardo i rischi del traf-fico, i diritti dei soggetti deboli e laconvinzione che il miglioramentodeve attivarsi attraverso la modificadei comportamenti di ognuno di noi.

b) Educare gli adulti- alla consapevolezza che la strada

non è solo per le automobili ma ancheper i pedoni ed i ciclisti;

- al rispetto degli spazi per le pisteciclabili ed i marciapiedi che nondevono essere occupati dalle auto insosta;

- alla conoscenza dei limiti psicofi-sici dei bambini nel traffico conside-rando che essi sono imprevedibili, silasciano guidare dai loro impulsi,hanno un innato bisogno di correre,saltare, arrampicarsi, spesso non sonoin grado di comportarsi correttamenteperché il traffico è così complicatoche il bambino si spaventa ed in lui siproduce un senso di panico. Il campovisivo di un bambino è ridotto rispet-to a quello di un adulto, il risultato èche egli non è in grado di avere lastessa capacità di adattarsi alle condi-zioni del traffico, anche l’altezza creadifficoltà quando ci si deve muoverenel traffico, il bambino non vedesopra al tetto delle auto parcheggiateinoltre può non essere visibile perl’automobilista.

La circolazione stradale ha semprecomportato difficoltà e pericoli, ora èdiventata molto più aggressiva tantoda mettere in difficoltà anche gliadulti. Dette difficoltà diventanoinsormontabili per i bambini chehanno per loro natura capacità ed abi-lità ancora insufficienti. Tutto questoci permette di capire che se vogliamo

dare autonomia di movimento aibambini è il traffico che si deve adat-tare alla presenza dei bambini.

c) Realizzare percorsi sicuri casa– scuola

E’ ormai opinione diffusa che per i

bambini andare a scuola a piedi ed inbicicletta con i compagni costituisceun momento di crescita dell’autono-mia e della personalità. Le città devo-no consentire questi spostamenti insicurezza.

I bambini vogliono andare a scuolaa piedi ed in bicicletta e non restarechiusi in quelle scatolette inquinanticon le ruote che piacciono tanto agliadulti, vedendo l’esterno come un fil-mato che si ripete monotono tutti igiorni. Essi hanno il desiderio ed ilbisogno di gestirsi autonomamentespazi e tempi per costruirsi la propriapersonalità. Questa condizione deveessere salvaguardata!

Molti genitori accompagnano ascuola i figli perché temono cattiviincontri e hanno paura del traffico,inoltre la fascia di età dai 10 ai 14anni è quella nella quale si riscontraun picco nell’incidentalità stradale.Se le strade fossero più sicure per ipedoni ed i ciclisti ci sarebbe maggiorpresenza umana sui marciapiedi e lecittà diventerebbero più sicure anchenei confronti dei cattivi incontri.

Il traffico influisce negativamentesullo sviluppo dei bambini in quantone limita lo spazio vitale, negli annidella prima infanzia impedisce espe-rienze importanti per il loro sviluppoe la loro autonomia. E’ diffusa l’ideache per garantire la sicurezza deibambini, la miglior soluzione siatenerli al di fuori del traffico, così ibambini sono stati scacciati dalle stra-de e non vi giocano più.

Lo psicologo svizzero Huttenmoserha verificato che i bambini che posso-no uscire da soli e muoversi in unambiente favorevole sono avvantag-giati nello sviluppo motorio e sociale,hanno più amici e compagni di gioco,possono organizzare indipendente-mente diversi momenti della lorogiornata e questo li aiuta a crescere.Quando giocano e si inventano i gio-chi che fanno, ciò permette loro di

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Francia:cartelli della campagna

per la promozione della sicurezza stradale

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socializzare, sanno gestire in mododifferenziato situazioni nuove o even-tuali conflitti. I bambini hanno biso-gno di stare da soli, per inventareregole da soli, liberi della presenzadell’adulto che impone regole media-te.

In Europa da tempo le politiche afavore della sicurezza sul percorsocasa – scuola sono finanziate e svi-luppate con grande forza e importantirisultati. Recentemente si sta consoli-dando l’idea che i bambini ed i ragaz-zi che si muovono autonomamentesulle strade siano un indicatore diqualità urbana e sociale, pertanto unacittà a misura di bambino è una cittàbuona per tutti. Gli obiettivi di questepolitiche sono:

- migliorare la sicurezza pedonale

dei percorsi di accesso alle scuole inmodo che i ragazzini vadano a scuolaautonomamente senza la presenza deigenitori, in piccoli gruppi sviluppan-do socialità ed autonomia; se il per-corso è troppo lungo consentire aipiccoli di percorrere a piedi almenol’ultimo tratto del percorso;

- decongestionare la zona di ingres-so-uscita della scuola

- sensibilizzare e formare i tecnici igenitori e tutti alla sicurezza stradale.

Da qualche anno alcune città attiva-no progetti “La città delle bambine edei bambini”, e tra le prime di questesegnaliamo il laboratorio di “Fano lacittà dei bambini” che dal 1995 staportando avanti un’esperienza chia-mata “A scuola ci andiamo da soli”.

Una forte sollecitazione ad affron-tare i temi della sicurezza e dellamobilità dei bambini e degli adole-scenti è venuto dalla legge “285” del1997 per la promozione dei diritti del-l’infanzia a dell’adolescenza, in parti-colare nella parte dedicata alla vivibi-lità degli spazi urbani, nonché dalprogetto del Ministero dell’Ambiente“Città sostenibili delle bambine e deibambini”.

Il progressivo sviluppo dell’educa-zione stradale, sotto la spinta delCodice della Strada che la prescrivenelle scuole di ogni ordine e grado,costituisce una occasione per un’ope-ra di sensibilizzazione a vasto raggiosui temi che ci interessano: la scuolaè il luogo privilegiato da cui partonole iniziative che coinvolgono, attra-verso i più giovani, l’intera comunitàlocale.

L’educazione stradale attualmentepraticata nelle nostre scuole è però ingrave ritardo sulla cultura affermatasiin Europa in questa materia, dalmomento che resta sostanzialmenteaffidata a un apprendimento passivodi regole e comportamenti, a pro-grammi lasciati all’iniziativa sponta-nea di insegnanti non adeguatamente

motivati e sostenuti, a materiali didocumentazione poveri e disomoge-nei, a operatori tecnici non preparatial compito formativo (vigili urbani,istruttori di scuole-guida, tecnici dellaMotorizzazione...).

L’obiettivo, non dichiarato esplici-tamente ma di fatto perseguito, èquello di “adattare” i bambini altraffico, mentre è certo che nessunbambino, comunque “educato allastrada”, sarà mai in grado di padro-neggiare i rischi del traffico attuale,premessa che è alla base dei program-mi di educazione stradale in numero-si paesi europei.

Risulta indispensabile rovesciarel’impostazione astratta dominantenelle attuali pratiche di educazionestradale nella scuola dell’obbligo,collegandola ad un obiettivo concretoe praticabile: quello di andare ascuola da soli, senza essere accompa-gnati dai genitori.

La ricognizione dei percorsi seguitidai bambini e lo studio di carte e pla-nimetrie sono le prime cose da fareinsieme: scolari, insegnanti, genitori,vigili urbani e servizi della viabilità.Dopo aver riportato su una piantadella città gli itinerari prevalentemen-

te seguiti e segnato i passaggi più dif-ficili e i punti più pericolosi, si avràuna visione d’insieme e la possibilitàdi segnalare al Comune gli interventiprioritari per dare sicurezza allamobilità dei bambini. I bambiniavranno così imparato nel concreto diun’esperienza vissuta a servirsi dellastrada come pedoni o ciclisti, a rico-noscere i messaggi della segnaletica,a misurare con l’aiuto di adulti edesperti le situazioni di pericolo; maavranno anche studiato i cambiamen-ti da determinare nella organizzazio-ne dello spazio stradale e nella con-dotta dei diversi utenti della stradaper avere più sicurezza e qualità dellavita urbana, avranno così capitoanche qualcosa della loro città.

In parallelo il Comune, a partire daun’esperienza di educazione stradaleapplicata ad una situazione reale, sisarà avvicinato allo specifico dei pro-blemi di mobilità e sicurezza deibambini, che sono poi una misura

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La Città Possibile: percorsi sicuri per andare a scuolaDario Manuetti, presidente associazione La Città Possibile

Piazze a misura anche di bambino

I bambini vogliono le zone 30!

valida anche per altre categorie di cit-tadini, pedoni o ciclisti che siano.

La pianificazione dei percorsi discuola può divenire una realtà con lageneralizzazione delle sistemazionistradali ispirate ai principi dellamoderazione del traffico e si prestaa forme di partecipazione che coin-volgono un gran numero di cittadiniin quanto genitori e insegnanti e nonnella posizione, meno aperta e dispo-nibile, di automobilisti. Una campa-gna sui percorsi sicuri di scuola èanche un eccellente modo per fareeducazione stradale a questi ultimi,loro sì da adattare al “traffico” deibambini, dei pedoni, dei ciclisti!

I primi tratti di strada da renderesicuri sono certamente quelli davanti

alla scuola, in modo da rendere l’ac-cesso all’edificio agevole e ordinato.Tutti hanno presente la ressa che ognigiorno accompagna l’entrata e,soprattutto, l’uscita al termine dellelezioni e i relativi problemi di circola-zione. Può bastare a rendere sicuro lospazio davanti alla scuola:

- l’allontanamento delle auto insosta,

-il restringimento della carreggiatae il rialzamento di qualche centimetrodella pavimentazione per abbattere lavelocità dei veicoli,

- l’introduzione di transenne e fio-riere a tutela dei pedoni, di sedute perl’attesa di genitori e bambini.

Si tratta di interventi puntuali, ingenere poco costosi, che creano unmodesto, ma efficace, “effetto piaz-za” capace di modificare il comporta-mento degli automobilisti, ivi com-presi quei genitori che pretendono difermare la propria auto esattamentedavanti al portone di scuola.

Questi modesti interventi si presta-no bene anche a dimostrare, più in

generale, l’efficacia delle tecniche dimoderazione del traffico. Spesso inFrancia sono state proprio le sistema-zioni delle uscite di scuola ad aprirela strada alle “zone” con limiti divelocità a 30 km/h che hanno cambia-to la fisionomia di interi quartieriurbani.

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Ogniqualvolta la FIAB parla dimobilità intende estenderne il signifi-cato a tematiche che non riguardanosolo esigenze specifiche e settorialicome possono essere quelle del cicli-sta urbano che chiede di potersi muo-vere in sicurezza all’interno del quo-tidiano caos della città motorizzata.Per noi mobilità significa moderazio-ne del traffico, Zone a TrafficoLimitato, piste ciclabili ed itinerariprotetti; insomma una proposta com-plessiva che rimanda ad un’idea dicittà meno autocentrica e perciò pen-sata, disegnata e costruita non solosulle esclusive esigenze dell’utente “aquattro ruote” ma di tutti gli utenti. Lasicurezza negli spostamenti quotidia-ni del pedone o del ciclista, la possi-bilità di utilizzare senza rischio mezzinon motorizzati, l’opportunità per ilbambino di spostarsi da solo, siintrecciano e si coniugano con quellidi tutti gli altri cittadini e pongono achi amministra la soluzione dei tantiproblemi relativi all’inquinamentodelle nostre città e alla libertà dimovimento nel rispetto e nella sicu-rezza per tutti.

E’ all’interno di questa proposta si èandata configurando, fin dalla suaprima edizione del 2000,Bimbimbici, la manifestazionenazionale della FIAB sui temi dellasicurezza dei bambini e più in genera-le di tutti i cittadini. Lo slogan con il

quale Bimbimbici si presenta -“Peruna città solidale. Strade sicure perandare a scuola”- ne costituisce ilprogramma.

L’iniziativa che la FIAB proponeconsiste in una pedalata cittadinariservata ai bambini ed inserita all’in-terno di una giornata di festa per i piùpiccoli che intende porre all’attenzio-ne di cittadini, amministratori, opera-tori scolastici le peculiarità dei biso-gni di autonomia e sicurezza neglispostamenti urbani dei nostri figli;una proposta ed un messaggio peruna città diversa, solidale ed aperta ingrado di rivolgersi a tutti i cittadini.

Parlare di “rispetto dei bisogni deipiù piccoli” – nel nostro caso specifi-co della sicurezza dei bambini lungo ipercorsi casa-scuola – costituisce unpassaggio estremamente importanteper un ripensamento generale deglispazi urbani, dei piani generali deltraffico, della definizione architetto-nica e culturale della città. Perchépensare ad una città in cui anche ibambini possano essere i protagonistidella vita di tutti i giorni comportanecessariamente una rivoluzione“copernicana” del nostro modo dipensare la città che, seppur con qual-che limitata eccezione, si è fino adoggi strutturato intorno alle esigenzedei soli adulti, e nello specifico degli“adulti produttivi”.

La città di Bimbimbici è una cittàdei bambini, concepita per le esigen-ze dei più piccoli, una città con tantispazi per il gioco, con strade disegna-te per le auto ma anche per i ciclisti eper i pedoni, con ampie zone interdet-te al traffico privato motorizzato. Unacittà in cui il bambino si senta sicurodi potersi spostare in autonomialungo itinerari in cui sia possibilepedalare o camminare senza per que-sto incorrere negli attuali pericoli deltraffico; una città dei bambini è ancheuna città per gli adulti, mentre non èvero il contrario.

Bimbimbici pone con forza il pro-blema della sicurezza negli sposta-

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Bimbimbici. Per una città solidale.Fabio Masotti, consigliere FIAB, responsabile manifestazione Bimbimbici

menti quotidiani e si rivolge in primoluogo al mondo della politica e almondo della scuola. Ai primo, perchédovrà essere proprio chi amministra adecidere i necessari cambiamentistrutturali nei piani cittadini del traffi-co, al secondo perché c’è bisogno diuna cultura nuova che trovi spazionelle aule. Chiedere strade sicure perandare a scuola pone, tra l’altro, laquestione dell’importanza dell’auto-nomia dei più piccoli, una questioneda sempre dibattuta nelle nostre scuo-le, fondamento degli obiettivi educa-tivi di molti percorsi didattici. Sottoquesto punto di vista preparareBimbimbici significa anche ricercarestretti rapporti col mondo della scuo-la, organizzare insieme corsi di edu-cazione stradale ed educazione allamobilità, preparare itinerari attraver-so i quali il bambino acquisisca cono-scenze, maturi consapevolezze e rag-giunga autonomia di giudizio. Questorapporto con gli insegnanti costituisceuno dei momenti portanti di questanostra iniziativa che non consiste sol-tanto in una pedalata cittadina ma inuna ricerca di iniziative e momenticulturali attraverso i quali le idee diBimbimbici possano crescere e pren-dere forma.

Autonomia del bambino, diceva-

mo. Sì, perché oggi il bambino vive lastrada come una realtà non conosciu-ta né conoscibile e lo spazio casa-scuola come un’entità che non puòinsegnargli nulla. I più piccoli vi pas-sano inscatolati nelle auto dei genito-ri o, quando va bene, sugli scuolabusdel Comune. La strada è un pericolo etutto ciò che sta tra la casa e la scuolanon esiste, non è dato conoscere;

sulla strada la corporeità del tatto,dell’odorato e dell’udito, la multidi-mensionalità del territorio e la suaintrinseca ricchezza educativa risulta-no fuori da qualsiasi dimensione del-l’apprendimento. L’insicurezza, ilpericolo, l’impossibilità di muoversiin autonomia, e magari in compagniadi coetanei, rimandano a divieti insor-montabili, strutturati nell’immagina-rio collettivo fin dalla più tenera età.L’auto, il mezzo dello spostamentoquotidiano, diviene, paradossalmentema ahimè! molto concretamente,anche simbolo primo del pericolo.Proprio a fronte di tale oggettiva limi-tazione di autonomia, nasce il pro-getto-Bimbimbici “strade sicure casa-scuola” che racchiude in sé una fortevalenza educativa su cui è appuntopossibile lavorare all’interno delmondo della scuola. Le esperienzeche in questi anni abbiamo messo incantiere lo stanno a dimostrare.Bimbimbici è stato il momento diincontro tra le tematiche che la FIAB

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propone da anni e settori importantidella scuola.

Non sto qua ad indicare le tante atti-vità ludico-educative che si possonopensare e programmare intorno a que-sto progetto; intendo solo ricordareche molte delle esperienze fattehanno posto la necessità di appronta-re corsi di educazione stradale in cui,accanto all’apprendimento da partedello studente dei segnali stradali, sidebba parlare dei temi della mobilitàsostenibile. I nostri figli non hannoinfatti bisogno solo di conoscenzetecniche, necessitano di un quadro diriferimento più ampio entro cui collo-care tali conoscenze; tale quadro diriferimento è costituito dai nuovi temidella mobilità sostenibile e dellamoderazione del traffico. Le vecchiestrade del tecnicismo conoscitivo

sono già state sperimentate; i risultatiche hanno prodotto non sono certa-mente tutti da buttar via ma risultanolimitati. Sta a chi, nel mondo dellascuola e fuori, è impegnato sul pianodelle “mobilità dolci” aprire nuovebrecce e far crescere una nuova cultu-

ra del rispetto, della convivenza tradiversi, del progetto appunto di unacittà solidale.

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EEssppeerr iieennzzee

Bene, le idee ci sono. Ma come passare dalle parole aifatti?

Le molte esperienze fatte all’estero sono incoraggianti edora anche in Italia qualcosa comincia a muoversi. E cosìanche da noi negli ultimi anni sono fiorite iniziative per unacittà più a misura di bambini, pedoni e ciclisti. Tutti protago-nisti: enti locali, associazioni, architetti, urbanisti, insegnan-ti, vigili urbani, bambini ed adulti.

Fra il 1999 e il 2000 l’Associazione“La città possibile” ha sperimentatouna nuova pratica di educazione stra-dale per le scuole di alcuni comunigià impegnati nella pianificazione deltraffico e in sistemazioni stradali ispi-rate ai principi della Moderazione delTraffico.

Messo in opera presso le scuole ele-mentari dei comuni di Fossano(Progetto “Strade per bambini, stradeper tutti” e Caselle Torinese(Progetto “A scuola, da soli!”), colcontributo della Regione Piemonteper la sua valenza di educazioneambientale, il modello è caratterizza-to da un approccio attivo e criticobasato sulla osservazione delle condi-zioni locali della circolazione e dellaviabilità e sulla progettazione parteci-pata di percorsi sicuri casa-scuola.

Con riferimento alle premesse pre-cedentemente in “Percorsi sicuri perandare a scuola” propongo qui diseguito la scheda descrittiva dell’e-sperienza di Fossano in cui, accantoalla sequenza delle attività, vengonopresentati sinteticamente gli specificiobiettivi educativi, le finalità piùgenerali in cui si colloca l’operazio-ne, le principali indicazioni di meto-do.

Scheda descrittiva del progetto”Strade per bambini, strade per

tutti” realizzato in una scuola ele-mentare del Comune di Fossano

1. Condizioni e contenuti del pro-getto

Il carattere innovativo del progettoè legato al suo organico inserimentoin processi reali di innovazione nellapianificazione e gestione della mobi-lità. Il Comune di Fossano ha infattiposto gli obiettivi della mobilitàsostenibile, della sicurezza e dellaqualità urbana alla base del suo PianoUrbano del Traffico e ha realizzato unconsistente piano di sistemazionistradali impiegando le tecniche della“moderazione del traffico” diffusa-mente praticate in Europa; accompa-gna inoltre queste scelte di interventocon iniziative di comunicazionediverse per promuovere una “culturadella strada” basata sulla coesistenzapacifica tra auto e pedoni, con untraffico a velocità moderata e unacondotta di guida più calma erispettosa degli utenti più deboli dellastrada: ciclisti, pedoni, bambini.

Il progetto mirato alla educazionestradale dei bambini e delle loro fami-glie e al loro coinvolgimento nellescelte riguardanti il percorso di scuo-la fa parte di questo più vasto pro-gramma di comunicazione rivolto aicittadini per renderli partecipi dellescelte più significative sulla mobilitàurbana e per ottenere comportamentidi guida più responsabili da partedegli utenti motorizzati della strada.

L’obiettivo specifico dato al pro-getto “Strade per bambini, strade pertutti” è quello di accrescere la sicu-rezza e l’autonomia di movimentodei più giovani nella rete stradaleurbana portandoli a individuare e amisurare le concrete situazioni dipericolo, a scegliere i percorsi piùsicuri, ad adottare, come pedoni eciclisti, i comportamenti più adeguati

alle circostanze reali del traffico.Il progetto si è concretizzato in:esperienze di partecipazione alla

pianificazione dei percorsi di scuo-la e alla progettazione di misure spe-cifiche per la sicurezza della mobilitàautonoma del bambini della scuoladell’obbligo nelle strade urbane(piano-guida per i percorsi scolastici,sistemazioni stradali davanti allescuole, percorsi pedonali e attraversa-menti protetti...);

esperienze di educazione stradalenon astrattamente “scolastiche” edisciplinari, ma “per andare da soli ascuola”, non orientate ad “adattare” ibambini al traffico, come avviene difatto nelle pratiche attualmente dif-fuse nella scuola dell’obbligo, mavolte a fornire loro gli elementi per-ché possano spostarsi senza il forzatoaccompagnamento degli adulti, a par-tire dai loro percorsi quotidiani nellestrade urbane (individuazione pun-tuale delle situazioni di pericolo, scel-ta dei percorsi più sicuri, adozione dicomportamenti adeguati alle circo-stanze reali).

2. MetodologiaIl progetto educativo specifico ha

fatto propria la metodologia

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I laboratori di educazione stradale de “La Città Possibile”Dario Manuetti, presidente associazione La Città Possibile

Il cittadino bambino può contri-buire alla trasformazione del

proprio quartiere

dell’Associazione “La città possibi-le”, articolata nei seguenti punti:

osservare e criticare la situazioneesistente (rilievi “a portata di bam-bino”)

studiare le alternative possibili (dis-cussione, visione di materiali infor-mativi)

proporre e progettare il cambiamen-to (proposta di cambiamenti possibi-li)

La metodologia di lavoro è da con-siderarsi innovativa rispetto alle con-suete pratiche di educazione stradale,orientate alla trasmissione di informa-zioni e regole di comportamento, inquanto mira a mettere i bambini incondizione di analizzare concreta-mente e direttamente lo spazio stra-dale e le condizioni del traffico nelloro ambiente di vita e di misurar-ne l’effettivo grado di pericolosità.

Le conoscenze e le competenze utiliper la loro sicurezza personale sono ilrisultato dell’osservazione e dell’e-sperienza diretta, ma trovano ancherassicurante conferma nelle concretemisure di sistemazione stradale e digestione del traffico adottate dall’am-ministrazione comunale sull’insiemedella rete stradale e sui percorsi discuola.

3. Modalità di svolgimento Esperti, animatori e volontari del-

l’associazione “La Città Possibile”(cinque persone nel complesso)hanno svolto le seguenti attività pres-so la Scuola Elementare “PrimoLevi”:

Incontri di informazione–forma-zione degli operatori locali, con l’o-biettivo di costituire un gruppo d’i-niziativa tecnico-pedagogico-orga-nizzativo in grado di sviluppare auto-nomamente l’iniziativa negli annisuccessivi: tre momenti di lavorocomune con insegnanti, Agenti diPolizia Municipale, funzionaridell’Ufficio Tecnico, genitori e adulti

volontari.Incontri con gli insegnanti per

l’impostazione dei programmi diattività delle diverse classi: dueriunioni di programmazione.

Incontri di monitoraggio organiz-zativo e di valutazione in itinere delprogetto con insegnanti, UfficioTecnico e Polizia Municipale: quattroriunioni nel corso del programma

annuale.Interventi di informazione e ani-

mazione con gli allievi in classe: a) visione e commento di materia-

li informativi (diapositive, video,schede illustrative) sui problemi dellamobilità pedonale e ciclistica e sullesoluzioni possibili: pianificazione deltraffico e sistemazioni stradali dimoderazione del traffico già realizza-te, comportamenti di guida e misureper la sicurezza della circolazione …;

b) indagine sui percorsi di scuoladegli allievi (compilazione questiona-ri allievi e genitori sulla mobilità indirezione della scuola e rappresenta-zione grafica attraverso una “mappadei percorsi”);

c) studio del problema sicurezzadel percorso di scuola con incontri edinterviste a vigili urbani: confrontofra la percezione soggettiva di perico-losità e la situazione reale attraversol’elaborazione della “carta dei puntipericolosi” indicati dagli allievi e ilraffronto con quella ricavata dai datiin possesso della Polizia Municipalecirca incidenti, flussi veicolari, velo-cità);

d) ricognizione dei principi mate-matici e delle regole da impiegarenelle misurazioni sul traffico: il con-cetto fisico di velocità, le sue unità dimisura…

Uscite guidate di osservazione nelquartiere con gli allievi:

a) esplorazione della rete stradalee del traffico, individuazione dellevie percorse, osservazione dellasegnaletica e della gestualità del vigi-le, esperienze di attraversamentodella carreggiata e di spostamenti apartire dalla scuola (classi I, II, III);

b) rilevazione dei flussi di trafficoe delle velocità nelle vie interessatedai percorsi di scuola, a cura degliallievi delle classi IV e V con l’assi-stenza di Agenti della PoliziaMunicipale: numero e tipo dei mezzitransitanti, velocità medie e istanta-

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Disegni prodotti dai bambini

nee dei veicoli, misurate cronome-trando i tempi di percorrenza su untratto di strada di 100 m.

Azioni pubbliche di animazione esensibilizzazione a conclusione delprogramma di attività:

a) una giornata di animazione distrada con esibizioni e giochi vari,realizzata con i bambini da gruppiorganizzati di genitori e da animatorispecializzati;

b) una simulazione di uscita discuola sicura con l’installazionesullo spazio stradale antistante lascuola di elementi mobili d’arredostradale costruiti con le tecniche dellascenografia teatrale (alberi, panchine,paracarri, fioriere, gioco degli scacchie “auto gigante” dipinta su un grandetelo teso attraverso la strada);

c) la ricognizione dei percorsi discuola e la segnalazione dei puntipericolosi attraverso una Camminata

nel quartiere guidata dai bambini conla partecipazione di genitori, inse-gnanti, abitanti della zona;

d) la consegna della “Patente delBuon Pedone” a tutti i bambini par-tecipanti al progetto;

e) una “Settimana dei percorsisicuri” con bambini in cammino dasoli verso la scuola, sotto la supervi-sione a distanza di genitori e vigilivolontari, a partire da alcuni punti diraccolta;

f) Documentazione in video e dia-positive dei diversi momenti del pro-getto e montaggio di due audiovisividestinati a essere utilizzati comeguide operative per immagini daigruppi di iniziativa locali impegnatinei laboratori di educazione stradalenegli anni a venire e in altre scuole.

Nel corso dell’anno scolastico gliallievi delle singole classi hanno rea-lizzato con i loro insegnanti:

Elaborazione dei dati relativi aiquestionari (temi: percorso di scuo-la, sicurezza, “cultura della strada”)con stesura di tabulati e grafici, osser-vazioni e proposte da parte di tutte leclassi e informatizzazione del tutto acura delle quinte.

Proposte di sistemazione dell’u-scita di scuola con disegni-proposta edocumentazione grafica e fotografica“prima-dopo”, a cura delle classiprime, seconde e terze.

Materiali per l’allestimento dellamostra finale, per la sistemazionesimulata dell’uscita di scuola, per laCamminata nel quartiere “A scuolada soli e sicuri”: disegni, collagesgrafici e fotografici, cartelloni infor-mativi, stendardi per i gruppi-classe epettorali individuali per tutti i parteci-panti alla Camminata…

Attività di comunicazione localeattraverso:

produzione di materiali informativie per la promozione delle attività neiconfronti delle famiglie e degli abi-tanti del quartiere: lettere, inviti, avvi-si, volantini e locandine, passa paro-la…

contatti con l’AmministrazioneComunale e lettera al Sindaco conrichieste circostanziate di intervento,accompagnata dal dossier di lavorodel progetto con le informazioni e idati raccolti.

contatti con la stampa locale e inter-viste a cura delle classi quarte.

4. Strumenti e documentazione dibase utilizzata

ll kit “Ecologia urbana” prodottodalla Regione Piemonte, con partico-lare riferimento a:

manuale “La città possibile”, RedEdizioni, Como 1998;

schede tematiche e serie di diaposi-tive “Vie residenziali”, “Moderazionedel traffico”, “Percorsi pedonali e discuola sicuri”, “Percorsi ciclabili”.

“Siamo tutti pedoni”, un video di

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Settimana dei “percorsi sicuri”. I bambini possono essere lasciati nei 4 punti di raccolta predisposti

intorno alla scuola

Villi Hermann sulla “Charta europeadei diritti del pedone” prodotto dal“Gruppo per la Moderazione delTraffico della Svizzera italiana” (Icontenuti della Charta sono stati ela-borati dalla Commissione per la pro-tezione dell’ambiente del Parlamentoeuropeo).

Documentazione fotografica emetodologica circa esperienze di pro-gettazione partecipata di percorsisicuri di scuola realizzate dall’asso-ciazione “La città possibile”.

Materiali tecnici dello StudioUrbafor circa sistemazioni stradali dimoderazione del traffico

Materiali informativi e didatticiprodotti in diversi paesi per iniziativeanaloghe e campagne di sensibilizza-zione.

5. Partecipazione dei destinatari eobiettivi di cambiamento culturale

Il coinvolgimento di tutti i parteci-panti al progetto (insegnanti, alunni,genitori, collaboratori esterni, tecnicicomunali, Polizia Municipale) è statoassicurato da incontri regolari e attivi-tà distribuite lungo tutto l’anno scola-stico.

La qualità della partecipazionedegli allievi è il risultato del progettoeducativo elaborato a livello di istitu-to e puntualmente sviluppato dagliinsegnanti.

Anche la partecipazione degli adul-ti (genitori, nonni, altri volontari), inqualche modo organizzata dal proget-to educativo scolastico, risulta artico-lata in diversi momenti: informazio-

ne, osservazione, discussione e valu-tazione, organizzazione e animazionedi attività diverse (festa finale, cam-minata nel quartiere sui percorsi discuola, settimana dei percorsi sicu-ri…).

Chiaramente percepibile è l’effettoformativo sui partecipanti adulti indirezione di una condotta di guidaimprontata alla sicurezza. Il progettoopera quindi non solo sul piano del-l’educazione stradale dei bambini, maanche su quello della comunicazionepubblica nei confronti degli automo-bilisti, per una cultura della stradanon aggressiva e il rispetto degliutenti della strada più deboli.

Attraverso il lavoro specifico sulpercorso di scuola tutti i partecipantisi fanno un’opinione chiara e realisti-ca su come sia effettivamente possibi-le aumentare la sicurezza e la libertàdi movimento dei bambini nello spa-zio urbano grazie a puntuali interven-ti di moderazione del traffico e alcontrollo delle condotte di guida.

Ai genitori in particolare arriva inmodo molto efficace e diretto l’invitoa ridimensionare l’accompagna-mento dei bambini in automobile,cosa che contribuisce a ridurre signi-ficativamente il traffico sui percorsidi scuola e ad aumentare la sicurezzae la possibilità di mobilità autonomadei bambini.

6. Sviluppi del progettoIl progetto è stato concepito come

sperimentazione in un plesso scolasti-co di un modello operativo da esten-dere successivamente a tutte le scuolecome programma di educazione stra-dale “dal basso”, realizzabile a partiredalle risorse e dalle competenze pro-prie del Comune.

Soprattutto è da registrare cheprima dell’inizio dell’anno scolasti-co 2001/02 i servizi tecnici delComune hanno sistemato l’incrociostradale in corrispondenza dell’edi-

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Alcuni risultati del questionario

ficio scolastico realizzando unapiattaforma rialzata con asfalto dicolore rosso. Le velocità delle autosono ora sicuramente ridotte… Ma ibambini continuano a vigilare e amisurare! La sicurezza stradale, comel’educazione stradale, non è mai datauna volta per tutte.

Se “tutte le strade portano a Roma”,è altrettanto vero che tutte le stradeportano alla scuola… E poi non c’èsolo il percorso di scuola … La storiacontinua nei progetti educativi dellescuole di Fossano, nei programmi delComune sul traffico e la viabilità e,confidiamo, un po’ anche nella cultu-ra e nei comportamenti degli automo-bilisti.

7. I numeri del ProgettoTerritorio interessato: Comune di

Fossano (24.000 ab.)Persone direttamente coinvolte:

circa 260 nel programma didattico,oltre 400 (persone adulte) nelle diver-se iniziative di animazione e di parte-cipazione.

Persone indirettamente coinvolte:numero imprecisato ma rilevante diabitanti del quartiere.

Allievi: circa 240 (40 nella speri-mentazione del primo anno, l’interapopolazione scolastica nell’annoseguente).

Docenti: 15Amministratori e operatori pubbli-

ci: 10Volontari: 7

Contatti stabiliti e previsti con iLaboratori di Educazione Ambientaledella Rete Regionale, in particolare iLaboratori di Chiusa Pesio e Bra-Alba.

Data fine lavori: giugno 2000Durata lavori: 18 mesiClassi e scuole coinvolte: Scuola

Elementare “Primo Levi”, classiquinte nell’anno scolastico 1998/99,tutte le classi nell’anno scolastico1999/00.

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La Convenzione dei Dirittidell’Infanzia stabilisce che “… lebambine, i bambini ed i ragazzi sonocittadini titolari di diritti…”: i bambi-ni ed i ragazzi devono essere consul-tati prima di prendere decisioni che liriguardano, essi devono avere spazi etempi da dedicare al gioco e devonopotere esprimere le proprie opinioni.

Questo significa che i bambini ed iragazzi sono soggetti capaci dimigliorare la propria vita e l’ambien-te in cui vivono.

La Carta delle Città Educative attri-buisce un ruolo formativo fondamen-tale all’ambiente urbano nello svilup-po culturale di tutti i cittadini, in par-ticolare dei bambini e dei ragazzi:essi hanno il diritto di partecipare alprocesso di progettazione dello spa-zio urbano. Aderendoall’Associazione Internazionale delleCittà Educative il Comune di Veneziaha fatto propria la concezione dellaformazione educativa della città pro-muovendo lo sviluppo di tutti i suoiabitanti a cominciare dai bambini.

Con tali premesse tre anni fa, su ini-ziativa del Comune di Venezia, è natol’itinerario “La città delle bambine edei bambini”, rivolto agli insegnanti,ai bambini ed ai ragazzi delle scuoleelementari e medie della città.

Nell’anno scolastico 2000/2001l’attività ha coinvolto varie realtà, manello specifico documenteremo gliinterventi nella scuola Don Milani delquartiere CEP di Campalto e nellascuola elementare Parolari diZelarino, due realtà molto importantinell’entroterra veneziano.

Il lavoro svolto dalle classi dientrambi i plessi testimonia il ruoloeducativo-propulsivo della scuola:uno dei pochi luoghi dove il mondodell’adulto può dare un segnaleemblematico di disponibilità e diascolto verso il mondo infantile e gio-vanile.

L’attività è consistita in due incontri

preparatori con gli insegnanti, treincontri nelle classi, un’uscita ed illavoro di sintesi e progettazione coor-dinato dal nostro staff tecnico.

Le classi partecipanti ed i temi scel-ti per l’occasione sono stati i seguen-ti: per la classe 3b della scuola ele-mentare Parolari “ La riorganizzazio-ne dello spazio davanti all’uscita discuola quale punto di partenza delpercorso sicuro casa-scuola”; per laclasse 5a della scuola elementare DonMilani di Campalto “Un percorsosicuro casa-scuola all’interno delverde attrezzato di quartiere”.

1. Il lavoro con gli insegnanti…Sono state raccolte le esperienze già

fatte sull’argomento dalle classi e leaspettative rispetto al lavoro propostoin modo da potere progettare un per-corso condiviso da insegnanti edalunni.

Si è quindi proceduto all’organizza-zione del lavoro nelle classi ribaden-do l’obiettivo fondamentale della pro-posta: sviluppare il senso di apparte-nenza alla propria città assumendo unruolo da protagonisti, conoscere unazona e fare un’esperienza di progetta-zione su di essa.

2. … e con le classiNei primi due incontri i bambini si

sono confrontati rispetto alle cono-scenze sulla città, i loro bisogni edesideri.

Hanno organizzato l’uscita che pre-vedeva l’osservazione ed il rilievodell’esistente con vari strumenti.

Successivamente hanno elaboratole osservazioni raccolte durante l’u-scita ed ideato le proposte e sono statiaiutati a riflettere sulla reale fattibilitàdel progetto.

Successivamente i bambini con gliinsegnanti hanno prodotto il materia-le necessario ad illustrare il lavoroalla cittadinanza ed agli amministra-tori locali.

Classe 3b della scuola elementareParolari “ La riorganizzazionedello spazio davanti all’uscita discuola quale punto di partenza delpercorso sicuro casa-scuola”

giochi di relazione per conoscersi ecapire come si vive la propria città equali sono le aspettative dei bambinia riguardo;

attraverso la visione di un videosulla città a misura di bambino, l’at-tenzione si sposta sulla scuola e laviabilità intorno ad essa; si propongo-no soluzioni “reali e magiche” (fig.1),

interventi di cambiamento neglispazi urbani, nel rispetto della sicu-rezza dei bambini e di maggiore vivi-bilità da parte di tutti. Si prende inconsiderazione la scuola, il quartieredove si trova: assieme a dei tecnici sieffettuano delle osservazioni sullecaratteristiche di quest’area del quar-tiere con l’uso di carte topografiche esi elaborano delle possibili modifichein riferimento a quanto visto edescritto dagli esperti. Viene propostoun questionario ai bambini ed ai lorogenitori allo scopo di capire in chemodo vengano a scuola al mattino eper confrontare questo con le modali-tà del passato (fig.2). I dati confron-

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La scuola progetta la città: due percorsi sicuri casa-scuolaAlessandro Covatta, architetto

fig.1

tati con le risposte dei genitori offro-no l’opportunità di riflettere su comesono cambiate le abitudini e per farealcune considerazioni sul perchésiano cambiate.

I bambini hanno lavorato su cartinetopografiche rappresentanti la zonaattorno alla scuola ed il quartieredove è situata la scuola. I bambinihanno raccolto preziose informazionie durante l’uscita hanno rilevato tuttigli elementi presenti nella realtà manon rappresentati sulla “cartografiaufficiale”, creando una loro “cartatopografica” e specifiche legende eriflettendo sulla sicurezza delle stradevicino alla scuola.

Armati di cartina, fogli di lucido epennarelli i bambini, come provettiurbanisti, hanno modificato la zonacircostante la scuola (fig.3).

Ogni progetto e stato successiva-mente tradotto in pianta, alzato equindi in un plastico in scala 1:50.

L’idea di ogni bambino si è unita aquella degli altri compagni per ridise-gnare insieme il percorso sicuro versola scuola, non solo, ma i loro suggeri-menti sono stati alla base del progettodi uscita sicura che sarà presto propo-sto ai tecnici comunali come chiedo-no a gran voce i rappresentanti delquartiere (fig. 4).

Di seguito viene presentata una sin-tesi del metodo-processo utilizzato(fig.5).

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fig.2

fig.3

fig.4

fig.5 fig.5

Classe 5a della scuola elementareDon Milani di Campalto “Un per-corso sicuro casa-scuola all’internodel verde attrezzato di quartiere”.

Il progetto in questione rappresentala tappa finale di un percorso educati-vo-didattico partito 5 anni fa grazie alComune di Venezia.

Quest’anno si è sviluppato il temadel percorso sicuro all’interno dellearee a verde attrezzato del quartiereCEP di Campalto (Villaggio Laguna)con lo scopo di recuperare ampi spaziverdi fortemente degradati e svilup-pare un percorso pedonale e ciclabilelungo tali “stanze verdi” recuperate.

Gli alunni, confortati e soddisfattidall’esito delle loro interviste a bam-bini della loro stessa scuola, a giova-ni, adulti ed anziani residenti nelquartiere (fig.6), che esprimevano a

larga maggioranza un parere positivosull’iniziativa, si sono messi all’operaimmaginando gli interventi da attuare

nel prossimo futuro, suscitando l’in-teresse dell’Amministrazione Comu-nale e dell’AMAV (l’ente che gesti-sce anche la manutenzione delle areeverdi del Comune) (fig.7 – 8).

In sintesi le proposte riguardavano:più verde, ma soprattutto più cura e

manutenzione;nuove panchine, lampioni ed attrez-

zature per ribadire e rafforzare ilsenso del percorso all’interno dell’a-rea verde;

aree di sosta per chiaccherare esocializzare;

aree gioco da recuperare e potenzia-

re;creazione di un piccolo parco gio-

chi per i più piccini (sicuro e pulito)quale cuore dell’arteria ciclo-pedona-le nel verde.

Attraverso la successiva valutazio-ne ed elaborazione delle interviste edei progetti elaborati dagli alunnidella classe 5a, siamo stati in grado ditradurre in “linguaggio tecnico-urba-nistico” problemi esistenti (fig. 9) edaspettative future (fig.10)

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fig.6

fig.7-prima fig.7-dopo

fig.8-prima fig.8-dopo

fig.9 fig.10

Il 29 settembre c.a. si è svolta la“Mirano in Bici per la scuola”, allaquale hanno partecipato un migliaiodi ragazzi delle scuole elementari emedie. Tale manifestazione si è col-locata all’inizio delle attività diEducazione alla sicurezza stradale diquest’anno scolastico e al contempopuò considerarsi conclusiva del pro-gramma svolto durante il precedenteanno, che ha visto coinvolti alunnidelle scuole elementari del I e del IICircolo, nonché studenti della ScuolaMedia Leonardo da Vinci e degliIstituti Superiori. Durante il prece-dente anno scolastico agli alunni delleScuole Elementari Dante, Petrarca eAzzolini sono state dedicate 12 ore dilezione in tema di sicurezza stradale,in occasione dell’introduzione dialcune modifiche alla viabilità pressoalcuni incroci regolati da semaforo.Durante l’anno poi proficua è stata lacollaborazione tra tutte le scuole e laPolizia Municipale per la sicurezzastradale, secondo un programma cheprevedeva due lezioni teoriche e unaprova pratica. Le lezioni hanno coin-volto più di 1500 alunni delle ScuoleElementari e Medie e si sono tenute apartire dal mese di febbraio per untotale di 170 ore di lezioni teoricopratiche.

All’interno delle scuole si è notatoche è emerso l’interesse dei ragazziper l’educazione stradale, argomentoche li coinvolge direttamente, inquanto forte è l’esigenza di sentirsisicuri ed autonomi come pedoni ecome ciclisti. A completamento dellelezioni teoriche, si sono svolte varieattività pratiche, soprattutto uscite apiedi con l’accompagnamento degliinsegnanti e dell’agente di PoliziaMunicipale, per osservare l’ambientedella strada, il significato pratico deisegnali stradali e per verificare diret-tamente quanto difficile sia conciliarela presenza del traffico intenso con leesigenze di un centro abitato. In tali

uscite si è constatato quanto siaimportante che vi sia un comporta-mento corretto da parte di tutti gliutenti della strada.

Cinquanta ragazzi di quinta ele-mentare delle Scuole Dante Alighierihanno effettuato la prima uscita inbicicletta per le vie del centro diMirano con soddisfazione dei loroinsegnanti che li accompagnavano. Iragazzi del quinto anno delle ScuoleElementari Azzolini hanno poi docu-mentato con fotografie la loro espe-

rienza pratica in qualità di pedoni esono usciti in bicicletta in maggio, inoccasione della “Bimbimbici”, impe-gnandosi a percorrere le vie del quar-tiere Aldo Moro, per l’occasionechiuse al traffico e allestite consegnali stradali, semaforo e rotatoria.

La “Bimbimbici” è stata inoltrel’occasione per la consegna ufficialeagli alunni delle classi quinte elemen-tari del I e II Circolo dei “patentini dicompetenza in circolazione stradale”,a conclusione del percorso didatticosvolto.

Il tema dell’Educazione alla sicu-rezza stradale è stato anche scelto acompletamento delle attività svoltedagli alunni delle classi prime medie

di Scaltenigo e delle classi quinte ele-mentari di Scaltenigo e di Ballò. Glialunni sono stati divisi in squadre, inognuna delle quali c’erano ragazzi ditutte le classi, e dovevano risponderea domande di educazione stradale perverificare le loro conoscenze teori-che, partecipando, sia come ciclistiche come pedoni, ad un percorso pra-tico allestito nelle adiacenze dellascuola. Tale attività ha riscontratonotevole gradimento tra i ragazzi chesono anche stati valutati per l’effi-

cienza delle biciclette che la lorosquadra aveva scelto nel percorso.

Testimonia inoltre la sensibilità deiragazzi al tema della sicurezza strada-le l’iniziativa teatrale svoltasi nelmaggio 2001 da parte di alunni che,sotto la egregia direzione dei loroinsegnanti, si sono resi protagonisti diuno spettacolo unico nel suo genere eche ha riscontrato notevole successotra il pubblico della scuola.

Tenuto conto della positiva espe-rienza avuta l’anno scorso, ilComando di Polizia Municipale diMirano ha proposto alle scuole mater-ne, elementari e medie per il correnteanno scolastico un programma diEducazione alla sicurezza stradale

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Comune di Mirano. Attività di educazione stradaleIvano Berti, comandante di polizia municipale

che si articolerà in sei incontri, di cuiquattro saranno lezioni in classe e duededicate ad attività pratiche. Tra gliargomenti trattati particolare attenzio-ne verrà data alla tecnica di modera-zione del traffico, all’istruzione einformazione relative ai comporta-

menti corretti da tenere in strada, nelrispetto di tutti gli utenti. E’ innegabi-le l’importanza di avere infrastrutturestradali adeguate a garantire il miglio-ramento della sicurezza in ambitourbano, così come sono altrettantoimportanti i comportamenti consape-voli e sicuri che ogni persona deveadottare in tema di circolazione stra-dale.

Lusinghiere sono le numeroserichieste già pervenute da parte dellesingole scuole, ma tutto lascia presu-mere che ne arriveranno molte altre.Ci auguriamo che il lavoro di sensibi-lizzazione in tema di Educazione allasicurezza stradale contribuisca a ren-

dere più corretto e quindi più sicuro ilcomportamento stradale di pedoni eciclisti, estendendosi dagli alunnidelle scuole alle famiglie.

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Con gli Amici della Bicicletta diVerona abbiamo realizzato simpati-che ed efficaci simulazioni in cittàcoinvolgendo soci e cittadini residen-ti in zona.

La simulazione/sperimentazione di

interventi semplici come isolette sal-vagente di attraversamento o modifi-che di marciapiedi si possono esegui-re con molta facilità, con una mode-stissima attrezzatura e con nessunaspesa. Sono sufficienti delle isolette

mobili da posizionare per alcune oreper vedere la modificazione dell’at-traversamento.

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Le simulazioniMarco Passigato, ingegnere

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DDeeddiiccaattooaaggll ii

iinnsseeggnnaanntt iiL’insegnante è l’architetto della società futura.

E lo può essere in maniera immediata e visibi-le se si tratta di trasformare la città e di render-la anche a misura di bambino.

Presentiamo qui di seguito tre percorsi didat-tici già sperimentati, uno ciascuno per la scuo-la materna, quella elementare e la media. Altreesperienze sono in rete al sito della FIABwww.fiab-onlus.it/educ. Che possano essereispirazione per molte altre iniziative nel mondodella scuola.

Buon lavoro! Per delle città migliori.

Introduzione:I bambini di quest’età hanno delle

caratteristiche psicofisiche tali, percui l’insegnante dovrà proporre unpercorso educativo e formativo cherispetti le loro esigenze quali:

ConoscereSperimentareProvarsi concretamente

Obiettivi generali:Guidare il bambino nell’osserva-

zione dell’ambiente strada che lo cir-conda.

Aiutarlo ad apprendere un compor-tamento corretto.

Obiettivi specifici:Far conoscere le norme del codice

della strada, adeguate all’età, relativa-mente alla segnaletica e ai comporta-menti da adottare come pedone eciclista.

Incontrarsi con il vigile urbano, perfar conoscere quale sia il suo ruolo diesperto del codice e soprattutto diguida e sostegno per tutti gli utentidella strada.

Far conoscere le caratteristichedella rete stradale della zona interes-sata, con individuazione della segna-letica e delle situazioni di pericolo.

Metodo:Sostenere con le famiglie la neces-

sità che i bambini, fin da piccoli,osservino l’ambiente che li circonda,in particolare: caratteristiche e perico-li della strada.

Promuovere discussioni su questotema.

Fare un’indagine “come si arriva ascuola”.

Promuovere delle iniziative chefavoriscano una minima autonomia dispostamento dei bambini in sicurez-za.

Promuovere un lavoro di collabora-zione con gli incaricati del traffico delcomune.

Visione di diapositive scattate invari punti della zona circostante allascuola (gioco: indovina dove siamo!).

Conversazione sulle caratteristichedel quartiere dove è ubicata la scuola.

Raccolta di informazioni e osserva-zioni.

Osservazioni più particolareggiate: Segnaletica stradaleCaratteristiche degli spazi destinati

a pedoni, ciclisti e automobilisti.Compilazione di schede relative

agli argomenti suddetti.Uso di una piantina gigante ed

essenziale che tracci il percorso dalla

scuola ad un posto preciso dove sivorrebbe andare (parco, piazza, altrascuola, ecc.) dove ci si potrebbeincontrare con altri gruppi ad unafesta, un pic-nic o altro.

Presentazione ai genitori del pro-getto di uscita e richiesta di collabo-razione e consenso.

Uscita ed attuazione del percorso.Raccolta di documenti (filmino,

registrazioni, foto, osservazione deivari comportamenti degli utenti dellastrada, delle situazioni di pericolo,ecc.).

Rielaborazione del materiale inclasse.

Raccolta in cartelloni o libri giocodei disegni sulle varie situazioni.

Eventuale confronto con vigiliurbani, tecnici, ecc. per avere chiari-menti in materia di traffico e di peri-coli.

Raccolta di “idee” per avere percor-si più sicuri.

Allestimento di una mostra che rac-colga tutta l’esperienza e che siamomento di scambio con le famiglie,il quartiere e gli alunni frequentantialtre scuole.

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Percorso didattico per l’ultimo anno di scuola materna Nadia Zanoni, presidente associazione Gis Pedoni e Ciclisti, Mirano (VE)

Educare i bambini ad un correttouso degli spazi viari: marciapiedi,piste ciclabili, attraversamenti pedo-nali...

Sensibilizzare e interessare i genito-ri dei bambini, i vigili urbani, gliamministratori, i tecnici, i responsabi-li del quartiere sulle problematicherelative alla sicurezza stradale e lamobilità urbana.

Introduzione:Il bambino nella fascia di età che va

dai cinque ai dieci anni circa, ha dellecaratteristiche psico-fisiche tali, percui l’insegnante dovrà proporre unpercorso educativo e formativo cherispetti le sue esigenze, quali:

conoscere, sperimentare, provarsiconcretamente, avere la possibilità,prima accompagnato e poi da solo, divivere da protagonista e in autono-mia, l’ambiente strada.

Obiettivi generali:Offrire un nuovo contesto educati-

vo da sostituire alle lezioni di educa-zione stradale fatta in classe. Guidareil bambino nell’osservazione del-l’ambiente strada che lo circonda.Aiutarlo ad apprendere un comporta-mento corretto da tenere sulla strada,

Realizzare occasioni di incontro econfronto sulle conoscenze acquisitee sulla possibilità di trovare comunisoluzioni per migliorare la sicurezza ela vivibilità degli spazi e dei percorsiche portano verso la scuola.

Obiettivi specifici:Far conoscere le norme del codice

della strada (adeguate all’età), relati-vamente alla segnaletica e ai compor-tamenti da adottare come pedone eciclista. Incontrarsi con il vigile urba-no per far conoscere quale sia il suoruolo di esperto del codice e soprat-tutto di guida e sostegno per tutti gliutenti della strada. Far conoscere lecaratteristiche della rete stradale dellazona interessata, con individuazionedella segnaletica e delle situazioni dipericolo.

Metodo:Sostenere con le famiglie la neces-

sità che i bambini, fin dalla prima ele-mentare vengano a scuola da soli,ritrovandosi con compagni più gran-di, anche per un breve tratto di stradaadiacente alla scuola

Promuovere discussioni su questotema.

Valutare con i genitori che è proprio

la loro presenza come automobilistiche, negli orari di entrata ed uscita dascuola, crea i maggiori disagi.

Concordare, senza renderlo obbli-gatorio, un area ben definita dove ibambini potrebbero muoversi da soli.

Coinvolgere le associazioni dianziani perché negli orari in cui ibambini percorrono la strada perandare a scuola possano dare loroun’occhiata (per gli anziani potrebbeessere il momento di uscire per unapasseggiata, per fare la spesa o perstarsene su una panchina a leggere ilgiornale, ecc.)

Coinvolgere i negozianti del quar-tiere perché siano al corrente di taleiniziativa e quindi disponibili per sod-disfare qualche necessità dei bambini.

Coinvolgere gli studenti delle scuo-le superiori vicini alla scuola elemen-tare, affinché informati di ciò, possa-no essere più attenti ai compagni piùpiccoli (vedi uso improprio di bici-clette e motorini)

Promuovere un lavoro di collabora-zione con gli incaricati al traffico delcomune (vedi comune di Fano,Modena ed altri - istituzione di segna-letica sperimentale)

Attività:Visione di una cartina topografica

della zona di quartiere presa in esameUscita in strada, previa comunica-

zione ai genitori ed agli amministra-tori dell’esperienza che si sta inizian-do

Osservazione degli spazi quali mar-ciapiedi, piste ciclabili, attraversa-menti pedonali e della relativa segna-letica verticale, orizzontale e lumino-sa

Compilazione di schede relativealle sagome dei cartelli stradali edelle caratteristiche degli spazi desti-nati ai vari utenti della strada

Raccolta di foto, video, disegni,appunti ecc. che hanno suscitato l’in-teresse dei bambini, quali: comporta-

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Percorso sicuro casa-scuola. Scuola elementareNadia Zanoni, presidente associazione Gis Pedoni e Ciclisti, Mirano (VE)

menti scorretti, situazioni di pericolo,idee per rendere più piacevoli e sicuricerti percorsi

Analisi in classe dei materiali rac-colti, confronto con il vigile urbanoper avere consigli e delucidazionisulle norme del Codice della stradainerenti alle problematiche che sivanno ad affrontare

Visione di come deve essere attrez-zata una bicicletta per poter essereusata in strada

Raccomandazioni ai bambini esoprattutto ai genitori dell’importan-za dell’uso del caschetto da ciclista

Formulazione di proposte idonee arisolvere le situazioni a rischio per ibambini che potranno diventareesperti pedoni e ciclisti adeguatamen-te alla loro età

Progettazioni di eventuali modifi-che dell’ambiente urbano, costruzio-ne di un plastico, realizzazione didisegni con progetti in trasparenzaecc. da proporre agli organi compe-tenti.

Confronto con genitori, vigili urba-ni, amministratori, tecnici, incaricatidi quartiere sull’esperienza effettuata

Accordo e suggerimenti per renderepiù vivibile e sicuro il percorso casa-scuola

Simulazione di un breve percorsosicuro, per tutti gli utenti della strada,nelle vicinanze della scuola, dove ilbambino può iniziare a muoversiautonomamente.

Realizzazione di una mostra dellaattività svolta, aperta a tutta la cittadi-nanza

Iniziative possibili da realizzareper interessare i bambini e la citta-dinanza:

Concorsi sui temi della mobilitàurbana.

Pedalate per rafforzare l’uso dellabicicletta e riscoprire l’ambiente vici-no alla propria città

Incontri - conferenze di informazio-ne.

Realizzazione di un video sullamobilità dell’utenza scolastica e altro.

Creazione di un modello “umoristi-co” di fac-simile di multa per divietodi sosta

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Presentazione

Tra i fattori che più di ogni altrocaratterizzano la vita urbana contem-poranea e la stessa relazione tra lepersone vi è il traffico veicolare pri-vato.

A fronte dell’eccezionale libertà efacilità di movimento (talvolta, peral-tro, solo apparenti) conquistata con lamotorizzazione, si deve subire unpesante inquinamento ambientale, unallarmante sacrificio di salute e di vitae un’estesa, rassegnata discrimina-zione nell’uso della città verso i citta-dini che per qualche ragione non pos-sono essere motorizzati.

Tra questi i bambini e i ragazzi piùgiovani sono quelli che più di ognialtro vivono l’attrazione per un terri-torio ricco di nuove esperienze e rela-zioni e, contemporaneamente, la suainaccessibilità per i pericoli che pre-senta.

Uno dei grandi impegni che attendeil cittadino del duemila è quello diriorganizzare il funzionamento dellacittà e, quindi, il modo di spostarepersone e merci, secondo criteri di“mobilità sostenibile” sotto il profiloambientale, sociale ed economico.

Non è solo una questione tecnica(di mezzi e organizzazione) o econo-mica (di risorse da investire), maanche, e forse prima, di cultura del-l’ambiente e di educazione a compor-tamenti virtuosi.

E’ indispensabile, quindi, portarequesti temi nella scuola proprio nelmomento in cui il giovane cominciaad acquisire e a pretendere più auto-nomia e si accinge a diventareanch’esso protagonista della scenaurbana.

Le iniziative e le attività di seguitoillustrate costituiscono un progettoformativo che, con diverso impegno eapprofondimento, portano lo studentea leggere criticamente il contesto incui vive (laboratorio didattico) e arivalutare la bicicletta come mezzo ditrasporto appropriato non solo all’età, ma anche all’ambiente urbano.

La proposta mira a produrre uncomportamento ecologico e a spinge-re gli allievi a sperimentare e a mani-festare con i propri coetanei unamobilità “sostenibile”.

Laboratorio didattico “percorso sicuro casa-scuola”

Obiettivi specificiApprendere le norme del Codice

della Strada e i comportamenti daadottare come pedone e ciclista ed ingenerale come utente della strada.

Raggiungere consapevolezza dellavivibilità (qualità ambientale) delproprio quartiere, in relazione allecondizioni del traffico ed in generaledell’uso delle strade e delle piazzecome spazi di relazione.

Individuare le caratteristiche dellarete stradale della zona interessata e ifattori problematici, in particolare lesituazioni di pericolo.

Essere in grado di trasmettere agliadulti (genitori) e agli AmministratoriLocali (Circoscrizioni, Comuni, ecc.)le esigenze e le aspettative dei cittadi-ni più giovani.

MetodologiaOsservazione diretta dei fenomeni

in sostituzione delle tradizionalilezioni di educazione stradale fatte inclasse mediante somministrazione diinformazioni e concetti preconfezio-nati.

Guida all’osservazione critica del-l’ambiente urbano.

Realizzazione di occasioni diincontro e confronto sulle conoscenzeacquisite per sviluppare capacità diproposta in ordine alle relazioni conl’ambiente e alla convivenza urbana.

AttivitàIl laboratorio, di massima, può arti-

colarsi secondo due moduli di diversoimpegno e durata.

Modulo breve (4 – 5 ore ) così arti-colato:

Presentazione dell’iniziativa inclasse con illustrazione generale dellatematica

Consegna della cartina topograficadella zona e addestramento alla lettu-

38A scuola in bicicletta. Scuola media inferioreBeppe Ferrari, segretario Ciclocittà, Varese

Percorso sicuro casa-scuola: presentazione in aula del percorso didattico

ra.Uscita in strada con blocco per

appunti, macchina fotografica, ecc.per rilevare la situazione.

Dibattito in classe con riflessioni econclusioni da verbalizzare e even-tualmente trasmettere all’esterno.

Modulo completo (durata da pro-grammare, min. 15 ore) così articola-to:

Presentazione dell’iniziativa inclasse con illustrazione generale dellatematica

Consegna della cartina topograficadella zona e addestramento alla lettu-ra.

Uscita in strada con blocco perappunti, macchina fotografica, ecc.per rilevare la situazione.

Verifica del lavoro svolto.Costruzione di una piantina o pla-

stico della zona considerata, eviden-ziando l’ubicazione della scuola, gliitinerari più usati ed eventualmentequelli più idonei per gli alunni nelpercorso casa-scuola, i punti più peri-colosi, i fattori più problematici, ecc.

Valutazione dei vantaggi e deglisvantaggi presentati da ciascunmezzo di trasporto.

Approfondimento della conoscenza

dei segnali stradali e spiegazione deipiù importanti comportamenti datenere nella circolazione stradale, inparticolare come pedone e ciclista.

Incontro con un vigile urbano. Eventuali proposte di adeguamento

delle sedi viarie o della modificadella circolazione per rendere piùvivibile il quartiere ed, in particolare,più sicuro il percorso casa-scuola.

Incontro con genitori, rappresentan-ti dell’Amministrazione Pubblica,organi di stampa locali, ecc. per pre-sentare il lavoro svolto, i problemirilevati e le proposte elaborate.

Promuovere iniziative volte a con-cretizzare in opere e provvedimentispecifici le proposte di miglioramen-to della mobilità della zona.

Suggerimenti operativiNello svolgimento del progetto

Ciclocittà potrà fornire il propriocontributo:

nella organizzazione puntuale dellaboratorio con gli insegnanti interes-sati,

nell’incontro iniziale di presenta-zione dell’iniziativa agli alunni,

nella organizzazione delle attivitàconclusive di pubblicizzazione all’e-sterno del lavoro e delle proposteemerse,

nel reperimento di materiale e con-tributi tecnico-scientifici utili alloscopo, in particolare relativi al tra-sporto ciclistico.

Il preventivo interessamento dellocale Consiglio di Circoscrizioneall’iniziativa può favorirne un’ade-guata pubblicizzazione e gli sviluppioperativi. Inoltre la Circoscrizionepuò disporre contributi finanziaririconoscendo l’interesse pubblicodell’iniziativa.

Nell’ambito delle attività del labo-ratorio possono utilmente integrarsi lealtre iniziative proposte di seguito daCiclocittà.

Per il progetto didattico possono

essere quantificati costi variabili indipendenza dei materiali d’uso e delleiniziative di pubblicizzazione che siintendono promuovere (mostre, pub-blicazioni, ecc.) da definirsi in occa-sione della organizzazione puntualedel laboratorio.

Audiovisivo sulla bicicletta e sull’educazione stradale

Illustrazione agli studenti con stru-menti audiovisivi e pubblicazionidelle principali problematiche deltraffico moderno e in particolare del-l’utilità della bicicletta come efficien-te mezzo di trasporto urbano e per iltempo libero.

La comunicazione contempla altre-sì cenni di educazione stradale, infor-mazioni sull’evoluzione tecnologicadella bicicletta e riflessioni sulle con-dizioni di fruibilità della città in rela-zione alle attuali caratteristiche dellamobilità urbana.

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Osservazione dell’ambiente urba-no: le auto in sosta sui marciapie-

di rendono difficile la vita deipedoni

La bici occupa poco spazio.Immaginate queste 14 persone

ognuna con la propria auto

Suggerimenti operativiCiclocittà mette a disposizione dia-

positive da commentare dal vivo evideocassette sul tema, pubblicazionida consultare, schede da distribuire.

L’insegnante può altresì richiederela collaborazione d’un rappresentantedi Ciclocittà per l’illustrazione inclasse della durata di un’ora di lezio-ne per una o più classi contempora-neamente.

Manutenzione della biciclettaInformazioni sulle componenti e sul

funzionamento del mezzo meccanico,con particolare riferimento alle que-stioni della sicurezza e ai dispositiviprevisti dal Codice della Strada.

Istruzioni ed esercitazioni di manu-tenzione della bicicletta.

Distribuzione di scheda tecnicainformativa.

Raccomandazioni per evitare noiemeccaniche nel corso delle pedalateorganizzate dalla scuola (indispensa-bile).

Chek-up individuale della biciclet-ta, preliminare alle pedalate o ciclo-escursioni scolastiche.

Suggerimenti operativiDurata 50 minuti, in orario scolasti-

co o extra-scolastico.Necessita disponibilità di spazio per

portare le biciclette (cortile, porticato,palestra……)

Sono disponibili a condurre l’attivi-tà membri di Ciclocittà e tecnici cicli-sti.

Si raccomandano gruppi di alunninon superiori a 30 unità, 10 per ogniistruttore disponibile.

Escursione ciclistica al chiostro di Voltorre

L’iniziativa, già sperimentata piùvolte con la scuola media A.Frank ,propone una gita in bicicletta dallascuola media di partenza al chiostrodi Voltorre e da questo alla Schiranna.

Il rientro dalla Schiranna alla scuo-la di partenza potrà avvenire, a secon-da dei casi, in bicicletta oppure conbus di linea e biciclette trasportatecon furgone.

Si percorrono, per quanto possibile,strade a basso traffico, con andaturamoderata alla portata di tutte le capa-cità.

La sosta al chiostro di Voltorre pre-vede la visita al monumento e la con-sumazione della merenda.

Alla Schiranna è possibile l’incon-tro con i volontari della ProtezioneCivile e la visita della loro sede edelle loro attrezzature.

Durante il percorso della nuovapista ciclabile del lago verrà fornitoqualche cenno sui caratteri geografi-ci-ambientali del bacino del lago diVarese.

Suggerimenti operativiSi ritiene ideale una partecipazione

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L’arte della manutenzione della bicicletta

La bici è il mezzo più idoneo per muoversi nei centri urbani

limitata al massimo a 30 - 40 alunni,con l’accompagnamento di almeno 1insegnante o 1 genitore ogni 10 alun-ni.

Svolgimento preferenzialmente lamattinata di un sabato in periodo sco-lastico .

Ciclocittà può fornire le istruzionilogistiche e quelle relative agli adem-pimenti organizzativi che dovrannoessere svolti dalla scuola, può altresìorganizzare il servizio di trasportobiciclette, e assicurare la presenza dialmeno un accompagnatore.

Pedalata delle scuole medie “A scuola in bicicletta”

La manifestazione in bicicletta perle vie della città coinvolgerà tutte lescuole medie inferiori di Varese e sisvolgerà con modalità sostanzialmen-te analoghe a quelle ormai già speri-mentate nelle 3 edizioni precedenti.

La partecipazione alla manifesta-zione, pur mantenendo un aspettoludico, non può trascurare il signifi-cato educativo e il valore emblemati-co verso la città; pertanto è vivamen-te raccomandato che sia preceduta

almeno dall’iniziativa di cui al punto2.

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Aggiornamento al 13/09/02 * = associazione in corso di adesione

CALABRIACircolo Legambientec/o Poerio Domenico - Via A. DeGasperi, 55 88837 Petilia Policastro(KR)

CAMPANIAIl GranatoCorso Italia, 75 84040 Capaccio Marittima (SA)tel. 0828-723666 fax 0828-723315

CicloverdiLargo Proprio d’Avellino 8 80138Napolitel. 081-5567220 Telefax 081-291184fax 081-7677537

EMILIA ROMAGNAMonte Sole Bike Groupc/o Due Ruote - Via San Stefano, 14/d 40125 Bolognatel. 051-6255924 o 797103 fax 051-6523027

Amici della BiciclettaVia Muzzina, 11 44100 Ferraratel. 0532-765770

Amici della Bicic/o Navacchia - Via Sacile 3 48100Ravennatel. 0544-270260

TuttinbiciCasella Postale 1132 42100 ReggioEmiliatel./fax 0522-303247

FRIULI VENEZIA GIULIAAssociazione AruotaliberaC.P. 161 Posta Centrale 33170Pordenonetel. 0434-540483 fax 0434-520235

Cicloturismo Sangiorginoc/o Autoscuola Agostinis - Via Candoli,23 33058 S.Giorgio di Nogaro (UD)tel./fax 0431-621229

Ulisse - Gruppo CicloturistaVia del Sale, 4/b 34121 Triestetel. 040-304414

Pedala Anche TuVia Tiberio Deciani, 95 A/B 33100Udinetel. 0432-502595 fax 0432-296889

LAZIOAmici della Biciclettac/o Trolese Fiorenzo - Via Clementi, 5104011 Aprilia (LT)tel. 06-9280916

Pedale VerdeVia Salandra 1 A 00187 Romatel. 06-4822055 fax 06-4827752

RuotaliberaVia Gaio Melisso, 45 00175 Romatel. 06-7141046 fax 06-233246506

LIGURIAAssociazione Ruote VerdiV.le Nicola Arata, 20 16043 Chiavari(GE)

Amici della BiciclettaVia Caffa, 3/5 b 16129 Genovatel. 010-3621357 fax 010-319168

LOMBARDIACoordinamento Fiab Lombardiac/o Eugenio GalliVia Borsieri, 4/E 20154 Milanotel./fax 02-69311624

A.RI.BI. - Ass. Rilancio Bicic/o CSI - Via Rota, 22 24124 Bergamotel. 035-360053 fax 035-239928

Amici della BiciVia B. Maggi, 9 25154 Bresciatel. 030-47191 fax 030-2400416

Ciclodic/o Spagnolello Pina - via Vec. Bersaglio,12 26900 Loditel. 0371-411812 fax 0371-549201

Amici della Biciclettac/o Mattioli Daniele - Viale Pompilio, 3346100 Mantovatel. 0376-263130

CiclobbyVia Borsieri, 4/E 20159 Milanotel./fax 02-69311624

Ruote in LibertàVia B.Tasso, 23 46035 Ostiglia (MN)tel. 0386-802651

* [email protected]

Amici della Bicicletta Sondriotel. 347-4423418 fax 0342-512614

Ciclocitta`C/o Ferrari Giuseppe - Via San Pedrino, 521100 Varesetel. 0332-234281

PIEMONTEAmici della Bici - Legambientec/o Centro Gandhi - Via Arduino, 75 10015 Ivrea (TO)tel. 0125-44202 fax 0125-40186

Amici della Bicic/o C.d.Q. San Martino - Via Parazzi 5/a28100 Novaratel. 0321-455090

Associazione ciclistica “IJ ‘NPAOTÀ”Via Deportati Ebrei, 5 12037 Saluzzo(CN)

Bici & DintorniVia Andorno, 35 b 10153 Torinotel./fax 011-888981

PUGLIARuotalibera Baric/o Sforza Raffaele - Via SagarrigaVisconti, 46 70122 Baritel./fax 080-5236674

Ruotalibera Foggiac/o Annamaria Novelli - Via Arpaia, 2571100 Foggiatel/ fax 0881-665388

Ruotalibera LecceVia Marino Brancaccio n. 8 73100 Leccetel./ fax 0832-249462

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Elenco delle associazioni aderenti alla FIAB-onlusE-mail: [email protected] Sito web: http://www.fiab-onlus.it

Amici della BiciclettaC. Gramsci, 199 71016 S. Severo (FG)tel./ fax 0882-227080

SARDEGNACittà Ciclabilec/o Andrea Olla - Via Goldoni, 6809131 Cagliari

tel. 070-488780

SICILIAAcquaterra MontainbikeVia Napoli, 45 95127 Cataniatel. 095-434859 fax 095-7312174

Palermo in Bicicletta a. VincenzoCurrieriVia Principe di Villafranca, 54 90141 Palermotel. 091-6269870 fax 17822000046093

Una città per tuttivia Madonna di Fatima, 183/A 91100 Trapani

TOSCANACoordinamento Fiab Toscana Umbria

c/o Cesare BanducciVia Campansi, 32 53100 Sienatel. 0577-374769

Città CiclabileVia S. Agostino, 19 50125 Firenzetel./fax 055-268181

Verde La Bicic/o Gerardo Orsi - Via Metastasio, 2 50124 Firenzetel. 055-2298196

Rampigrifoc/o studio Coli rag, Paolo - via Gramsci,16 58100 Grossetotel./fax 0564-414338

La Triglia in BiciclettaAmici della Bicicletta - Via di Salviano,22 57124 Livornotel. 0586-862838 fax 0586-851237

Tandem - Turismo e NaturaVia Firenze, 253 59100 Pratotel. 348-5102029 fax 0574-34064

Amici della Biciclettac/o Masotti Fabio - Via delle Lombarde,38 53100 Sienatel./fax 0577-45159

TRENTINO ALTO ADIGEAmici della Biciclettavia Coni Zugna, 9 38100 Trentotel. 328-4691683

UMBRIACiclo e Trekking Natura e Avventurap.zza del Popolo, 17 05018 Orvieto(TR)tel. 0763-342484 fax 0763-391625

Amici della Biciclettavia delle Prome 1/5 06122 Perugiatel. 075-5739526 fax 075-5731616

VENETOCoordinamento Fiab Trivenetoc/o Antonio Dalla Veneziavia Col Moschin 1 30171 Mestre (VE)tel./fax 041-921515

Amici della BiciclettaC.P. 23 Succ. 1 32100 Bellunotel. 0437-34673 0437-927556

Biciliberec/o Villa “Montalban” - Loc. Safforze32100 Bellunotel./fax 0437-31466

Liberalabicic/o Ezio Sartor - Via Trevisani nelMondo, 15 31015 Conegliano (TV)tel. 0438-35437

Amici della Biciclettavia Col Moschin, 1 30171 Mestre (VE)tel./fax 041-921515

G.I.S. Ciclisti e Pedonic/o Nadia Zanoni - Via dei Pensieri, 8/a30035 Mirano (VE)tel. 041-432759 fax 041-5701007

Amici della BiciclettaC.P. 890 35100 Padovatel. 338-1812519 fax 049-8804576

Amici della Biciclettac/o Claudio Luciano - Via Malfatto, 1/Bint. 2 45010 S. Apollinare (RO)tel. 0425-493110

AdB Verona (sezione di S. Bonifacio)c/o Andrioli Marco - Via Piubello, 2337047 S. Bonifacio (VR)tel. 045-6103067

Amici della BiciclettaVia Porta S.Zeno, 15/b 37123 Veronatel./fax 045-8004443

Tuttinbici VicenzaC.P. 419 36100 Vicenzatel. 0444-504776 fax 0444-963402

NAZIONALILions Cicloturistic/o Baitone Enrico - piazza delMonastero, 6 10146 Torinotel. 011-6197745 fax 011-6199562

Associazione Amici della FIABc/o Michele Mutterle - via Bachelet, 32536100 Vicenzatel. 339-7007544 fax 02-700433930

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