Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della...

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&% % !"#!"#’"#!$"’’ GIORNALE DELL’ASSOCIAZIONE MILANOSUD · ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012· VISITATECI SU WWW.MILANOSUD.IT · INCONTRIAMOCI SU WWW.FACEBOOK.COM GRUPPO MILANOSUD Negozi sfitti in Chiesa Rossa 3 Raccolta di firme contro il rudere di via Ripamonti 4 La paullese fino in città? 5 I problemi dell’ex Binda 5 Il germe del razzismo 8 I dati Caritas sull’immigrazione 10 Ambrogino d’Oro a suor Ancilla 11 Lettere: no all’abbandono dei rifiuti nel verde e in strada 12 La cascina Campazzo 13 Accadde a gennaio 14 Libri, musica ed eventi 15 ALL’INTERNO 0 )"*,-* ! &*,"!/ +,( !%%" %%" " !%%" %%" (&"’$ !%%" %%" #$-+( $% %-’"!/ $ %"*"%%" %%"&*(+$ (..’( "% 0 Numero a 16 pagine G ianrico Carofiglio (senatore del Pd): «Già solo chiamare le cose con il lo- ro nome è un atto rivoluzionario». Sono convinto che l’ovvietà di questa affer- mazione dell’ex magistrato sia tutt’altro che ovvia. Ricavo questa convinzione ascoltando il professor Monti illustrare nelle incursioni televisive le scelte del suo governo. Non ho molte ragioni per condividere le ragioni di Monti (sono un pensionato “deindicizzato”…). Ma ho molte ragioni per respirare a pieni pol- moni l’ossigeno della riconquistata ci- viltà della parola. Ascolto Monti e, al di là del tono e della misura, sento di potermi confrontare con parole che hanno un senso, con un linguaggio che non divor- zia dalla realtà, con un lessico che non tradisce le sue origini. Crisi vuol dire cri- si, sacrificio vuol dire sacrificio, crescita vuol dire crescita, lavoro vuol dire lavoro. Ovvietà? Magari lo fossero state nel ven- tennio da cui (forse) stiamo uscendo! Scopro l’ovvietà di poter seguire un com- plesso ragionamento sulla situazione economica, senza esser fatto ruzzolare sul piano inclinato della propaganda ciar- liera, che tiene i cervelli sotto tutela mi- norile e semplifica e brutalizza il linguag- gio, togliendo senso e vita alle parole. Piero Pantucci Continua a pag. 2 A seguito della vicenda delle decine di multe per sosta vietata sulla via Volvinio, che aveva determinato una vera e propria sollevazione popolare, il Comune si è im- pegnato, in accordo con il Consiglio di Zona 5, a ripristinare sin dalle prossime settimane la possibilità di sosta sul tratto interessato, esclusa la parte della via in direzione centro tra via De Sanctis a viale Cermenate. Durante l’incontro sull’A- rea C, tenutosi l’11 gennaio scorso, il presidente del Cdz 5 Al- do Ugliano ha inoltre spiegato che per non intralciare il tran- sito dei tram i lavori di adeguamento prevedono l’istallazione di semafori intelligenti, che faranno scattare il verde all’arri- vo del 15 in prossimità dei due incroci di via Palmieri e viale Cermenate. La riorganizzazione della sosta prevede inoltre, a Basilio Rizzo: «Porteremo la lotta alla mafia in tutta la città» Intervista al presidente del Consiglio comunale di Milano Giovedì 12 gennaio il consigliere delegato della Bocconi Bruno Pavesi ha presentato in Consiglio di Zona 5 i progetti di espansione della prestigiosa università milanese, sui qua- li i cittadini presenti hanno espresso più di una perplessità. «L’obiettivo – ha dichiarato Bruno Pavesi - è concentrare nell’area intorno alla sede storica di via Sarfatti tutte le fun- zioni dell’università, ora distribuite in modo disomogeneo sul territorio della zona, aumentando i posti letto a disposi- zione degli studenti e potenziando servizi e offerta formati- va dell’ateneo». Stefano Ferri Continua a pag. 2 Area C e car sharing La Bocconi del futuro La rivincita della parola Presentati in CdZ i progetti sull’area dell’ex Centrale del latte Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggi Il Comune accoglie le richieste dei cittadini. Da settembre anche l’avvio della sosta regolata (strisce blu) in due ambiti della Zona 5 Più di un anno fa nasceva il Comitato Siste- ma delle Orchestre e dei Cori Giovanili e In- fantili in Italia, su ispirazione del progetto ideato dal Maestro José Antonio Abreu in Venezuela. Un’iniziativa che da più di trent’anni emancipa i ragazzi dal disagio sociale grazie allo studio della musica (at- tualmente sono circa 350 mila). Il Comita- to italiano, lanciato dal Maestro Claudio Abbado (presidente onorario del Sistema in Italia), si è posto l’obiettivo di offrire una formazione musicale collettiva a bambini e ragazzi in tutta Italia e attraverso di essa dare loro un’opportunità di crescita indivi- duale e di riscatto sociale. Il progetto in questi mesi si è sviluppato in collaborazio- ne anche con Anci e ha ricevuto l’Alto Pa- tronato del Presidente della Repubblica. Roberto Lonoce Continua a pag. 12 Due orchestre giovanili al Gratosoglio partire da prossimo settembre, l’adozione anche in zona 5 delle strisce blu di sosta regolata (pagamento per gli ingres- si e gratis per i residenti con contrassegno) negli ambiti 26 Tibaldi-Maggi e 38 Cermenate-Chiesa Rossa. Natale Carapellese Continua a pag. 5 Mobilità dolce contro lo smog Dal 16 gennaio la lotta all’inqui- namento si fa serrata. Con l’in- troduzione di Area C, l’Ammini- strazione comunale chiede ai Milanesi di cambiare abitudini, di lasciare a casa l’auto e usare i mezzi pubblici. E quando non se ne può fare a meno, tra le so- luzioni c’è il car sharing, l’auto in condivisione che ha sempre più successo tra i milanesi. C. Z. e S. F. Servizi a pagine 6 e 7 N el 2008, l’allora procura- tore della Direzione na- zionale antimafia, Vin- cenzo Macrì, avvertiva che «Mi- lano è la vera capitale delle co- sche». Dopo una serie di duri scontri tra il sindaco Letizia Mo- ratti e la sua giunta (contrari al- la costituzione della Commissio- ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via libera del Consiglio: tutti d’accordo, da destra a sinistra. Ma durerà poco. Infatti, dopo la presa di posizione da parte del prefetto Gian Valerio Lombardi che dichiara illegittimo l’organi- smo, la Commissione nata con il compito di indagare sul rischio di infiltrazioni criminali anche in vista dell’Expo, il 25 maggio, dopo solo tre mesi, viene defini- tivamente affossata. Il 7 novembre scorso, in linea con la sua promessa elettorale e alla luce dell’emergenza ‘ndran- gheta sempre più incombente, il sindaco di Milano Giuliano Pisa- pia ha firmato il documento che ufficializza la costituzione del Comitato di esperti, di cui fanno parte il Prof. Fernando Dalla Chiesa, l’Avv. Umberto Ambroso- li, il Dott. Maurizio Grigò, il Dott. Giuliano Turone e il Prof. Luca Beltrami Gadola. Considerata l’importanza del provvedimento, abbiamo voluto porre alcune do- mande al presidente del Consi- glio Comunale Basilio Rizzo in merito al suo funzionamento, ai tempi di implementazione e col- legamento con il territorio. Paolo Piscone e Andrea Carrera Continua a pag. 4 Nel 2011 ce li avevano promessi, ma a fine anno non se n’erano visti an- cora. Così i CdZ hanno chiesto al- l’amministrazione di mantenere gli impegni presi. Perché il vigile di quartiere è una figura importante, che avvicina i cittadini alle istituzioni. Servizio a pag. 3 Ridateci i vigili di quartiere!

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Page 1: Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via

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GIORNALE DELL’ASSOCIAZIONE MILANOSUD · ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012· VISITATECI SU WWW.MILANOSUD.IT · INCONTRIAMOCI SU WWW.FACEBOOK.COM GRUPPO MILANOSUD

Negozi sfitti in ChiesaRossa

3

Raccolta di firme contro il rudere di via Ripamonti

4

La paullese fino in città?5

I problemi dell’ex Binda5

Il germe del razzismo8

I dati Caritas sull’immigrazione 10

Ambrogino d’Oro a suor Ancilla11

Lettere: no all’abbandono deirifiuti nel verde e in strada

12

La cascina Campazzo13

Accadde a gennaio14

Libri, musica ed eventi15

ALL’INTERNO

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Gianrico Carofiglio (senatore del Pd):«Già solo chiamare le cose con il lo-ro nome è un atto rivoluzionario».

Sono convinto che l’ovvietà di questa affer-mazione dell’ex magistrato sia tutt’altroche ovvia. Ricavo questa convinzioneascoltando il professor Monti illustrarenelle incursioni televisive le scelte delsuo governo. Non ho molte ragioni percondividere le ragioni di Monti (sono unpensionato “deindicizzato”…). Ma homolte ragioni per respirare a pieni pol-moni l’ossigeno della riconquistata ci-viltà della parola. Ascolto Monti e, al di làdel tono e della misura, sento di potermiconfrontare con parole che hanno unsenso, con un linguaggio che non divor-zia dalla realtà, con un lessico che nontradisce le sue origini. Crisi vuol dire cri-si, sacrificio vuol dire sacrificio, crescitavuol dire crescita, lavoro vuol dire lavoro.Ovvietà? Magari lo fossero state nel ven-tennio da cui (forse) stiamo uscendo!Scopro l’ovvietà di poter seguire un com-plesso ragionamento sulla situazioneeconomica, senza esser fatto ruzzolaresul piano inclinato della propaganda ciar-liera, che tiene i cervelli sotto tutela mi-norile e semplifica e brutalizza il linguag-gio, togliendo senso e vita alle parole.

Piero PantucciContinua a pag. 2

Aseguito della vicenda delle decine di multe per sostavietata sulla via Volvinio, che aveva determinato unavera e propria sollevazione popolare, il Comune si è im-

pegnato, in accordo con il Consiglio di Zona 5, a ripristinaresin dalle prossime settimane la possibilità di sosta sul trattointeressato, esclusa la parte della via in direzione centro travia De Sanctis a viale Cermenate. Durante l’incontro sull’A-rea C, tenutosi l’11 gennaio scorso, il presidente del Cdz 5 Al-do Ugliano ha inoltre spiegato che per non intralciare il tran-sito dei tram i lavori di adeguamento prevedono l’istallazionedi semafori intelligenti, che faranno scattare il verde all’arri-vo del 15 in prossimità dei due incroci di via Palmieri e vialeCermenate. La riorganizzazione della sosta prevede inoltre, a

Basilio Rizzo: «Porteremo la lottaalla mafia in tutta la città»Intervista al presidente del Consiglio comunale di Milano

Giovedì 12 gennaio il consigliere delegato della BocconiBruno Pavesi ha presentato in Consiglio di Zona 5 i progettidi espansione della prestigiosa università milanese, sui qua-li i cittadini presenti hanno espresso più di una perplessità.«L’obiettivo – ha dichiarato Bruno Pavesi - è concentrarenell’area intorno alla sede storica di via Sarfatti tutte le fun-zioni dell’università, ora distribuite in modo disomogeneosul territorio della zona, aumentando i posti letto a disposi-zione degli studenti e potenziando servizi e offerta formati-va dell’ateneo».

Stefano FerriContinua a pag. 2

Area C e car sharing

La Bocconi del futuro

La rivincita della parola

Presentati in CdZ i progetti sull’area dell’ex Centrale del latte

Via Volvinio avrà di nuovoi suoi parcheggiIl Comune accoglie le richieste dei cittadini. Da settembre anchel’avvio della sosta regolata (strisce blu) in due ambiti della Zona 5

Più di un anno fa nasceva il Comitato Siste-ma delle Orchestre e dei Cori Giovanili e In-fantili in Italia, su ispirazione del progettoideato dal Maestro José Antonio Abreu inVenezuela. Un’iniziativa che da più ditrent’anni emancipa i ragazzi dal disagiosociale grazie allo studio della musica (at-tualmente sono circa 350 mila). Il Comita-to italiano, lanciato dal Maestro ClaudioAbbado (presidente onorario del Sistemain Italia), si è posto l’obiettivo di offrire unaformazione musicale collettiva a bambinie ragazzi in tutta Italia e attraverso di essadare loro un’opportunità di crescita indivi-duale e di riscatto sociale. Il progetto inquesti mesi si è sviluppato in collaborazio-ne anche con Anci e ha ricevuto l’Alto Pa-tronato del Presidente della Repubblica.

Roberto LonoceContinua a pag. 12

Due orchestre giovanilial Gratosoglio

partire da prossimo settembre, l’adozione anche in zona 5delle strisce blu di sosta regolata (pagamento per gli ingres-si e gratis per i residenti con contrassegno) negli ambiti 26Tibaldi-Maggi e 38 Cermenate-Chiesa Rossa.

Natale CarapelleseContinua a pag. 5

Mobilità dolce contro lo smog

Dal 16 gennaio la lotta all’inqui-namento si fa serrata. Con l’in-troduzione di Area C, l’Ammini-strazione comunale chiede aiMilanesi di cambiare abitudini,di lasciare a casa l’auto e usare imezzi pubblici. E quando nonse ne può fare a meno, tra le so-luzioni c’è il car sharing, l’autoin condivisione che ha semprepiù successo tra i milanesi.

C. Z. e S. F.Servizi a pagine 6 e 7

Nel 2008, l’allora procura-tore della Dire zione na-zionale antimafia, Vin-

cenzo Ma crì, avvertiva che «Mi-lano è la vera capitale delle co-sche». Dopo una serie di duriscontri tra il sindaco Letizia Mo-ratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5marzo 2009 arriva finalmente ilvia libera del Consiglio: tutti

d’accordo, da destra a sini stra.Ma durerà poco. Infatti, dopo lapresa di posizione da parte delprefetto Gian Valerio Lombardiche dichiara illegittimo l’organi-smo, la Commissione nata con ilcompito di indagare sul rischiodi infiltrazioni criminali an chein vista dell’Expo, il 25 maggio,dopo solo tre mesi, viene defini-tivamente affossata. Il 7 novembre scorso, in linea

con la sua promessa elettorale ealla luce dell’emergenza ‘ndran-gheta sempre più incombente, ilsindaco di Milano Giuliano Pisa-pia ha firmato il documento cheufficializza la costituzione delComitato di esperti, di cui fannoparte il Prof. Fernando DallaChiesa, l’Avv. Umberto Ambroso-li, il Dott. Maurizio Grigò, il Dott.Giuliano Turone e il Prof. LucaBeltrami Gadola. Consideratal’importanza del provvedimento,abbiamo voluto porre alcune do-mande al presidente del Consi-glio Comunale Basilio Rizzo inmerito al suo funzionamento, aitempi di implementazione e col-legamento con il territorio.Paolo Piscone e Andrea Carrera

Continua a pag. 4

Nel 2011 ce li avevano promessi, maa fine anno non se n’erano visti an-cora. Così i CdZ hanno chiesto al-l’amministrazione di mantenere gli

impegni presi. Perché il vigile diquartiere è una figura importante,che avvicina i cittadini alle istituzioni.

Servizio a pag. 3

Ridateci i vigili di quartiere!

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2 ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 ���� !$&�

Giornale dell’Associazione socio culturale ���� !$&�via Santa Teresa 2A, 20142 Milanotelefono: 0284892068 e-mail: [email protected]

Direttore Responsabile Stefano FerriRedazione P. Cossu, T. Galvanini, R. Ia-cono, M. T. Mereghetti, L. Miniutti, C.Muzzana, P. Piscone, O. RomanovaIllustrazioni G. Gariani, L. MuzziFotografie F. NataliniHanno collaborato N. Carapellese, V.Ferè, S. Francese, R. Landoni, G. Lip-poli, R. Lonoce, C. Molteni, A. Muzzana,P. Pantucci, R. Tammaro, G. Tettaman-zi, N. Tosoni, C. Zampagni Impaginazione L. Pantucci, E. Paci,A.Rubagotti, F. De Melis

Raccolta Pubblicità A. Alemannocell. 345 3335 413e-mail: [email protected]

Stampa Nuova Sebe S.p.A.Via Brescia 22 , 20063 Cernusco S/Ntel 02/92104710 tiratura 16.000 copieRegistrazione n° 744, novembre 1997 delTribunale di Milano Numero ROC: 19637

segue dalla primaPoche parole, poche ideeÈ vero, come ci siamo sentiti ossessivamente dire per anni, che la veritàè figlia della semplicità, che il “politichese” – strumento della “casta” –va sostituito con un vocabolario impoverito di ogni spessore e di ogni sfu-matura? No, è vero il contrario.«Essendo la democrazia una convivenza basata sul dialogo - ha scrittoGustavo Zagrebelsky - il mezzo che permette il dialogo, cioè le parole,deve essere oggetto di una cura particolare, come non si riscontra in nes-suna altra forma di governo. […] II numero di parole conosciute e usa-

te è direttamente proporzionaleal grado di sviluppo della demo-crazia. Poche parole, pocheidee, poche possibilità, poca de-mocrazia; più sono le parole chesi conoscono, più ricca è la di-scussione politica e, con essa, lavita democratica”.Impoveri-mento del linguaggio (“la lin-gua, se può muoversi libera-mente, è per natura ricca, per-ché si piega ad esprimere, a diretutte le esigenze, tutti i senti-menti umani” scrive ancora Ca-rofiglio), ma anche perdita diidentità semantica e omologa-zione hanno pesantemente se-gnato la vita democratica inquesti anni.

Lingua povera, lingua tirannicaNon sono novità assolute. Molti sistemi politici (avvicinandosi alla formaregime) hanno usato la parola a fini di potere: deformandola, capovol-gendola, negandola. Un insigne filologo tedesco (Viktor Klemperer)scriveva: “La lingua del Terzo Reich, pericolosa come un veleno, è unalingua di ‘estrema povertà’, perché si fonda su un sistema tirannico per-vasivo; perché impone un unico modello di pensiero; perché, ‘nella sualimitatezza autoimposta, poteva esprimere solo un lato della naturaumana’ […]. Lo stile obbligatorio per tutti era quello dell’imbonitore”.Riflessioni che trovano un’eco nello storico Joachim Fest, biografo di Hi-tler: “Tra i presupposti del nazismo andava annoverata la necessità di

concentrarsi, con formule martellanti in guisa di parole d’ordine, su po-chi, plausibili obiettivi, facendo appello sempre e soltanto alle emozioni,mai invece alla ragione, e rinunziando programmaticamente a ogniobiettività: neppure l’ombra del dubbio sul proprio buon diritto dovevaessere ammessa, essendo leciti soltanto ‘amore od odio, giusto o ingiu-sto, verità o menzogna, mai le vie di mezzo”. Bianco o nero: quanti gua-sti ha sempre generato ogni visione rigidamente manichea.Questo tipo di manomissione della parola, questa prepotenza ideologicadel linguaggio sciatto e semplice e martellante preesiste naturalmentealla formidabile forza dei media contemporanei.

Parlar molto e dir nulla“Ci sono tipi assai singolari, con un talento straordinario, quelli che san-no parlare senza dir nulla, e per due ore di seguito animano una conver-sazione senza che sia possibile scoprirli, plagiarli, né ricordare una pa-rola di quel che dicono”. Quando e da chi sono state scritte queste paro-le? No, non siamo nella contemporaneità, ma potremmo esserlo: sonoparole di uno dei padri della democrazia: Montesquieu (“Lettere persia-ne”) quasi tre secoli fa. E molto prima di lui, Catone l’Uticense: “Grantempo è già che fra noi i nomi pur anche delle cose son guasti: chiamasiil dissipare i beni altrui, liberalità; l’osare ogni scelleratezza, coraggio: atali estremi è Roma ridotta”.Viviamo una pagina inquietante della nostra storia. Non so quando e co-me ne usciremo. Ma il riavvicinarsi del linguaggio alla complessità dellaragione, la rivincita della parola sui suoi stupratori e ciarlatani, questarivincita – se, come spero, ci sarà - è in grado di restituirci un enorme po-tenziale di riscossa.

I rospi di MaroniChiudo col recentissimo esempio di una parola che ha perduto il signi-ficato originario. Dice il leghista di punta Roberto Maroni: “Voteremoper l’arresto di Cosentino (deputato del pdl pluriinquisito per legamicon la camorra, ndr). Siamo stanchi di ingoiare rospi”. Straordinaria le-zione: un parlamentare vota pro o contro l’arresto di un suo collega nonper rispetto della legge e amor di giustizia, ma per calcolo o per indige-stione di anuri. Ammesso che di indigestione si tratti: la maggior parte dei leghisti, aconti fatti, ha continuato a mangiarne. Ma quel che conta è l’afferma-zione di principio con la quale un ex ministro (laureato in giurispru-denza) ci spiega che si scrive diritto ma si legge convenienza.

Piero Pantucci

Ieri il Consiglio di Stato ha ammes-so l’appello e gli interventi delle as-sociazioni, difese dalle avvocate mi-

lanesi Ileana Alesso, dell’UDI-UnioneDonne in Italia, Giovanna Fantini, diUsciamo dal Silenzio, e da Stefania Leo-ne, e sta ponendo seri problemi allaGiunta, composta da 15 uomini e 1 soladonna, in violazione della normativa eu-ropea, nazionale e locale, che dispone il“riequilibrio di genere” anche negli or-gani esecutivi degli enti territoriali.La sentenza del Tar Lombardia che ave-va “graziato” la giunta era stata oggetto

di molte critiche. Ora, in secondo grado,fin dalla udienza preliminare, la QuintaSezione del Consiglio di Stato ha emes-so la importante ordinanza (n. 89)che riconosce la gravità e la fondatezzadelle illegittimità denunciate e che fis-sa al 17 aprile prossimo la data dell’u-dienza dibattimentale per la pronun-cia della sentenza che sarà emessa en-tro il maggio successivo.La giunta andrà incontro all’azzera-mento per via giudiziaria o procederà aun rimpasto?

Lea Miniutti

Segue dalla prima

Le aree di intervento saranno tre, ma la più importanteriguarderà l’area della ex Centrale del latte. Qui ver-ranno realizzati una business school, che sostituirà

quella di via Balilla; un centro ricreativo, con piscina, pale-stra di volley e basket, spazi fitness e per svolgere attivitàculturali e ricreative, come teatro, danza ecc.; un edificio re-sidenza per alunni e insegnanti; e un parcheggio sotterra-neo da 500 posti. L’insieme delle aree edificate occuperà13mila mq, il resto dell’area, circa 22mila mq, sarà destinatoa verde e sarà realizzato in modo da integrarsi con il ParcoRavizza. L’intervento, che prevede inoltre la realizzazione diuna nuova aula magna in sostituzione dell’esistente, con-sentirà di intervenire sulla attuale biblioteca di via Gobbi,che una volta ultimata, si svilupperà sui quattro piani dell’e-dificio, portando a 1640 i posti a disposizione degli studenti.Il bando internazionale di progettazione è già stato aperto evi stanno partecipando 11 studi di architettura, tra i più no-ti al mondo. Aperto anche un bando di progettazione paral-lelo per gli studenti dei politecnici. La scelta dei progettistivincenti avverrà entro quest’estate e i lavori «burocrazia ebonifica del terreno permettendo – ha tenuto a specificarePavesi – partiranno entro l’anno». Ipotesi questa che, a dir laverità, appare molto velleitaria.Gli altri due interventi previsti dalla Bocconi riguarderanno latrasformazione degli edifici di via Bligny 22 e di via Isonzo21/23 in due residenze per studenti, abbandonando le resi-denze più lontane, come quella di via Fraschini a Le Terrazze. I cittadini presenti all’incontro in CdZ hanno chiesto che iservizi previsti per gli studenti nel piano di espansione pos-sano essere utilizzati anche dai residenti. Da sottolinearel’intervento quello di un ragazzo, che un po’ provocatoria-mente, ha chiesto che le nuove residenze per gli studenti nonfacciano la fine di quella di via Spadolini, per la quale il Co-mune di Milano ha in corso da anni un contenzioso con laBocconi per il pagamento dell’Ici.

Stefano Ferri

La rivincita della parola

Gianrico Carofiglio, scrittore ed ex magistrato

La Bocconi del futuroPresentati in CdZ i progetti sull’area dell’ex Centrale del latte

Democrazia paritaria, lo chiede il Consiglio di Stato15 uomini e una sola donna nella giunta Formigoni: è violazione della legge

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ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 3Milanosud

Una delle promesse dell’amministrazione Pisapia è stata quella di rivalutarela figura tradizionale del vigile di quartiere, cioè far ritornare questo opera-tore della sicurezza ai compiti a cui era stato preposto dalle amministrazio-

ni cittadine negli anni Ottanta. Con le amministrazioni di centrodestra, in anni piùrecenti, questa figura è stata tanto pub-blicizzata ma in realtà, con la scusa del-la sicurezza, prima si è cercato di tra-sformarla in poliziotto, poi è pratica-mente stata cancellata, sostituita dagruppi specialistici che col vigile diquartiere nulla hanno a che fare.Ora, finalmente, si torna a parlarne. Macosa dovrebbe fare esattamente un vigi-le di quartiere? Io lo vedo come un ope-ratore che agisce sul territorio, ricono-scibile da tutti perché in divisa; la suafunzione principale è quella di permet-tere l’ordinato fluire della vita socialedella comunità, col compito di interveni-re in tutte le situazioni alterate (ancheper motivi futili), con iniziative previsteda norme e regolamenti. In concreto, il

vigile di quartiere deve essere visibile sul territorio e svolgere i compiti che da sem-pre i cittadini gli chiedono: essere presente nei luoghi in cui vi è un notevole afflus-so di abitanti (uffici pubblici, bar, sale giochi, banca, sedi di associazioni…); svol-gere il controllo presso le scuole agevolando l’entrata e l’uscita degli studenti; sape-re dov’è richiesta la sua presenza di prevenzione e controllo, in alcuni orari dellagiornata presso eventuali incroci pericolosi del quartiere; ascoltare i cittadini e, nellimite del possibile, evitare che situazioni abnormi possano diventare pericolose, at-tuando un primo se pur sommario intervento per sanarle. Ovviamente dovrà anchemettere in atto una funzione repressiva: se necessario, è tenuto a farlo, e quindi in-tervenire sanzionando ogni azione che turbi un ordinato fluire della vita della co-munità (soste che intralciano, passaggi con semaforo rosso, imbrattamenti, occu-pazioni abusive del suolo pubblico...). L’ambito territoriale del suo servizio deve es-sere uno spazio delimitato, non molto vasto, in cui opera a piedi per avere il contat-to diretto col cittadino e, per dargli quella sensazione di sicurezza che la sua divisaemana, deve essere collegato perennemente a una struttura fissa (meglio se nelquartiere) a cui possa fare riferimento per qualsiasi emergenza.Io così lo vedo, potrebbe avere anche altri compiti… ma quel che conta è che arrivial più presto in questa città e soprattutto nella periferia. E da noi al Gratosoglio,com’è la situazione? Qui il vigile di quartiere non si è ancora visto, ed è un vero pec-cato perché per i cittadini di questa zona la sicurezza è uno dei problemi centrali (ve-di la buona partecipazione all’incontro con la Polizia di Stato tenutasi a dicembre alCAM: il servizio è qui a lato), e la presenza del vigile sarebbe senz’altro la benvenuta.

Valerio Ferè

Nel mese di dicembre si sono svolti i primi appuntamenti di unciclo di incontri sulla sicurezza promosso dal Consiglio di zona 5:uno al Cam di via Boifava (Chiesa Rossa), l’altro al Cam di via Sa-ponaro (Gratosoglio). Altri appuntamenti in febbraio (date dastabilire) al Cam Tibaldi, Stadera, Verro. A condurre gli incontri,gli agenti del Commissariato Scalo Romana, competente perquesta zona, che hanno ascoltato con attenzione le lamenteledei cittadini per furti in appartamenti, borseggi, scippi e truffe.Hanno spiegato quali sono i tanti tranelli che i malviventi metto-no in atto, soprattutto nei confronti di persone anziane. Hannopoi dato una serie di consigli utili a evitare danni e a scoraggiarei delinquenti. Ne riportiamo solo alcuni: diffidare di chi citofonapresentandosi come amico del figlio e/o del nipote per introdur-si negli appartamenti. Non aprire a chi vuole entrare col pretestodi dover controllare banconote appena ritirate alla posta o inbanca o verificare bollette di luce, gas, telefono. Sono solo truffa-tori – avvertono gli agenti – perché nessun ente manda propri di-pendenti in casa di privati per rilevare errori. Consigliano dichiudere sempre la porta di casa anche solo per scendere a riti-rare una raccomandata, la finta chiamata del postino potrebbeessere un trucco per permettere ai complici, appostati sulle sca-le, di entrare nel frattempo in casa. Diffidare della gentilezza disconosciuti che si offrono di portare le borse e che cercano dicarpire qualche informazione su orari e abitudini. E ancora sug-gerimenti su come custodire chiavi di casa, documenti e denaroquando si è in strada, e come evitare furti di borse e zainetti constrappo e conseguenti rovinose cadute. E via un incalzare di do-mande da parte dei cittadini che, per una volta tanto, avevano ipoliziotti in ascolto.Non basteranno certo accortezza, diffidenza e prudenza persconfiggere la malavita. «No, ci vuole ben altro - risponde Raf-faele Magnotta, presidente della Commissione sicurezza del CdZ5 - con questa iniziativa vogliamo restituire tranquillità ai citta-dini dei nostri quartieri abitati da molti anziani, vogliamo aiutar-li a tutelarsi e far sentire loro che siamo attenti al problema del-la sicurezza». I poliziotti hanno chiesto la collaborazione dei cittadini invitan-doli a chiamare il 113 e il numero del Commissariato P.S. Roma-na, 02/5253916, e raccomandano inoltre di fare sempre la de-nuncia per permettere loro di intervenire e poter risalire allebande di malfattori. Poter contare sulla presenza tempestiva de-gli agenti, è quel che tutti ci auguriamo.

L. M.

Riaccenderanno le luci i negozi sfitti e ab-bandonati al degrado da anni nei quar-tieri periferici della nostra città, ma non

subito. Dopo essersi accertato che anche inquesta zona (solo nel quartiere Chiesa Rossasono quasi trenta!) molti negozi chiusi sono diproprietà comunale (altri sono di Aler), il pre-sidente del Consiglio di zona 5 Aldo Ugliano ha

promosso il mese scorso un incontro con l’as-sessore alla Casa e al Demanio Lucia Castellanoper valutare la possibilità di affittare questi lo-cali alle associazioni che fanno attività sociali,culturali, ai giovani e alle microimprese. Durante l’incontro con i rappresentanti delleassociazioni, che sono molte in zona interessa-te alla proposta, l’assessore ha ascoltato le loroesigenze. E ha promesso tutto l’impegno ne-cessario a far partire al più presto l’iter buro-cratico per la redazione di una bozza di regola-mento, a cui lavoreranno più assessorati. Unpercorso che non sarà breve, perché la bozzadovrà essere approvata dal Consiglio comuna-le, dove arriverà non prima dell’estate.L’assessore ha però assicurato che una voltadeliberato il regolamento, il piano di interven-to di Palazzo Marino per l’assegnazione dei ne-gozi sfitti partirà proprio dalla zona 5, perchéil CdZ aveva preventivamente preparato il cen-

simento dei locali e preso contatti con le asso-ciazioni attraverso un sondaggio. La situazioneera diventata moralmente ed eticamente inso-stenibile, negozi sfitti da anni, lo spettacolodelle serrande abbassate è davvero desolante,spazi vuoti abbandonati al degrado e al vanda-lismo, una situazione inaccettabile in quartie-ri popolari, sì, ma che non meritano il disinte-resse delle istituzioni. I vantaggi di questo pro-getto sono molti per tutti: porre fine allo spre-co di denaro pubblico, risanamento e riqualifi-cazione dei quartieri, dare la possibilità alleassociazioni e ai giovani di trovare spazi a ca-none d’affitto equo. Castellano si è impegnata,con il sostegno del CdZ, a valutare le peculia-rità dei quartieri, nei bandi di assegnazione siterrà conto delle attività che andranno a svol-gere chi ne farà richiesta, e delle associazioniche già operano nella zona.

Lea Miniutti

La parola ai Consigli di zona: ridateci i nostri vigili di quartiere!

Lo scorso giugno il sindaco Pisapia prometteva 500 vigilidi quartiere (che ora, dopo i tragici fatti in Bovisa conla morte di un vigile, torna a proporre). A settembre as-

sicurava che da novembre ce ne sarebbero stati “almeno 350,destinati ad au-mentare” (cioè150 in più rispettoa quelli già messiin strada dall’am-ministrazione Mo-ratti). A novem-bre ancora nessu-na novità, e i Con-sigli di zona (go-vernati dal cen-trosinistra) han-no cominciato achiedere all’am-ministrazione dirispettare gli im-pegni. Ma il pro-gramma è ancorain alto mare, e a metà dicembre l’assessore alla SicurezzaMarco Granelli spiegava così il motivo del ritardo: «Per que-stioni burocratiche abbiamo potuto fare solo a novembre lenomine di dirigenti del Comune previste per settembre. Econtiamo di far partire il progetto all’inizio del 2012». In realtà il problema in agguato è un altro: la scarsità dell’or-ganico, che costringerebbe a togliere uomini dalla gestionedel traffico. Che dicono in proposito i sindacati di categoria?Alfredo Masucci, di Cisl Vigili, conferma che l’entità del per-sonale prevista nelle zone è eccessiva rispetto alle disponibi-lità del Corpo. Mentre Daniele Vincini, di Sulpm, propone«nove stazioni mobili: furgoni con sedie e tavoli in cui poterprendere eventuali denunce e avere un contatto diretto concittadini e pubblica amministrazione. Sarebbero punti di ri-ferimento visibili, centri d’ascolto che raccolgono informa-zioni e danno risposte». Qualcosa di simile hanno già messoin atto i 4 vigili in servizio nella Zona 6 (tra il Naviglio Gran-de e il Lorenteggio): è uno “sportello di ascolto”, presso laparrocchia dei santi Nazaro e Celso, in via Zumbini 19, aper-to il martedì per ricevere le segnalazioni dei cittadini… Èchiaro, i vigili di quartiere possono avvicinare i cittadini alleistituzioni: per quanto tempo ancora dovremo aspettarli?

Giovanna Tettamanzi

Chi sono e cosa rischiano. E la gente chiede: ma quando arrivano?

INCONTRI SULLA SICUREZZA IN ZONA

Gli agenti spiegano ai cittadini come proteggersi

da furti, borseggi e raggiri

Negozi sfitti a Chiesa Rossa, si muove il ComuneSperanze per le associazioni in cerca di spazi per le loro attività, anche se i tempi per l’approvazione del nuovo regolamento si preannunciano lunghi

Nei giorni scorsi, intorno alle 9 di sera, era uscita per fare jog-ging nel Parco delle Memorie Industriali, tra via Carlo Bazzi

e via Pompeo Leoni. Mentre corrreva nel verde, all’improvvisouno sconosciuto l’ha avvicinata, spinta a terra e cercato di stu-prarla. La ragazza, una studentessa 26enne di origine veneta,dopo un momento di sorpresa, ha reagito con forza e ha iniziatoa urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Alla richiesta di aiu-to della giovane, sono accorsi alcuni ragazzi. L’aggressore, sentitosi scoperto, è fuggito ed è riuscito a far perderele tracce di sé. La ragazza, a questo punto, ha raggiunto un locale invia Bazzi e ha chiamato il 113.Al posto di Polizia, la ventiseienne ha fornito alle forze dell’ordi-ne un identikit dell’aggressore (forse un nordafricano) e poi èstata accompagnata presso un centro anti violenza, per riceveresostegno psicologico. Purtroppo il Parco delle Memorie Indu-striali - area che da anni deve essere sistemata, sulla base di unpiano di riqualificazione urbana approvato dal Comune - è datempo rifugio di sbandati che, con la loro presenza nelle orenotturne, preoccupano gli abitanti della zona.

Ragazza aggredita mentre fa jogging

Page 4: Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via

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Segue dalla primaQual è la composizione della Commissioneantimafia?«La Commissione è composta da un Co-mitato di esperti, scelti dal Sindaco e dauna Commissione Consiliare Antimafia,costituita da Consiglieri comunali il cuiobiettivo è mettere insieme le esperienze,sia istituzionali sia extraistituzionali, utiliper questa battaglia comune della cittàcontro il fenomeno mafioso. Le personeche compongono il Comitato di espertihanno una storia importante di lotta allamafia. C’è anche un magistrato tuttora inattività, il Dott. Maurizio Grigo, che moltimilanesi ricorderanno come Gip nel pe-riodo di tangentopoli, e noi siamo molto

orgogliosi che ab-bia voluto parteci-pare e dare unamano alla nostracittà pur essendooggi dislocato altro-ve per i suoi compi-ti di lavoro».Come opererà laCommissione? «I Consiglieri co-munali saranno ilcanale di collega-mento tra le batta-glie antimafia che

si fanno sul territorio e dentro le istituzio-ni. Senza la collaborazione sul territorio,il lavoro della Commissione antimafia - inentrambe le sue accezioni - non sarebbefruttuoso e positivo come auspichiamopossa essere. Sarà inoltre istituzional-mente prevista la collaborazione sia coiConsigli di Zona, sia con le Associazioniche nelle zone sono una realtà viva. Pro-babilmente senza la collaborazione delleAssociazioni sul territorio non ci sarebbestata neanche la spinta a costituire lecommissioni antimafia istituzionali». Verranno organizzati incontri nei Consiglidi Zona con i componenti della Commis-sione antimafia?

«Ritengo che la sensibilizzazione e il con-fronto continuo con la città e i Consigli diZona rientrino a pieno titolo nelle attivitàdella Commissione. Può darsi che non siasufficiente andare nei Consigli di Zona mache valga la pena entrare proprio neiquartieri, nei luoghi simbolo ove c’è pre-senza di attività illegale. Cioè sarà anchela fantasia che verrà messa a disposizioneda chi conosce bene il territorio che potràaiutare questa Commissione a farsi accet-tare “dalla città” come un elemento chepromuove sia partecipazione sia lottacontro le infiltrazioni mafiose».Ci sarà un referente a cui i giornali di zo-na come il nostro possano fare riferimen-to per contribuire a informare sulle atti-vità della Commissione?«Più che una domanda questa mi sem-bra un’offerta di collaborazione che cre-do verrà raccolta dalla Commissione An-timafia. Possiamo istituire un canaleper così dire ‘bidirezionale’ per comuni-care con i cittadini ed essere pronti a co-gliere dai giornali le informazioni e lenotizie utili per il lavoro della commis-sione stessa».Vincenzo Macrì, l’ex sostituto procurato-re nazionale antimafia, oggi procuratoregenerale di Ancona, ha detto che «laguerra alla mafia si perde o si vince a Mi-

lano»: è proprio così?«Queste affermazioni sono la testimo-nianza della correttezza del lavoro e dellacaparbietà con la quale ci si è battuti nel-la nostra città per segnalare che la pre-senza mafiosa in città non era un’inven-zione o una esagerazione ma una realtà.Oggi lo dicono magistrati che sono sulcampo anche in altri territori. Su questoterreno, io credo, dovremmo trarre ispira-zione per lavorare sempre di più. Ciò per-ché abbiamo un dovere nei confronti an-che del resto dell’Italia, di aiutare a stron-care un fenomeno che qui assume nuoviconnotati. Noi dobbiamo, con la lotta allamafia, unire ciò che la mafia vuole divide-re, mettendo il Nord contro il Sud e vice-versa. Il nostro compito è denunciare que-sta strategia». L’inchiesta ”Infinito” di Ilda Boccassini haevidenziato due aspetti inquietanti: chegli affari più rilevanti avvengono in Lom-bardia e che Milano può diventare comeReggio Calabria. Ci sono i dati sulla pre-senza della mafia a Milano?« Sono quelli che si leggono sui giornali.Le indagini della Dott.ssa Boccassini, conl’inchiesta Infinito, ne hanno fornito unospaccato. Non sono in grado di dare cifrecorrette, ma mi auguro che ciò diventiun’occasione di lavoro della nostra Com-

missione per informare in modo regolarela città sulle presenze dei reati eanche sulle ipotesi di reato – che spessonon si concludono in condanne,ma che fanno conoscere il reticolato at-torno alle presenze mafiose, dando unaconsapevolezza che poi consente di ope-rare per prevenirle».Il 24 novembre è stata approvata la deli-bera per il conferimento della cittadinan-za onoraria al testimone di Giustizia PinoMasciari. Il Sindaco Giuliano Pisapia hacosì motivato l’iniziativa: «perché confe-risce la cittadinanza onoraria a un uomoche dà una testimonianza forte su comebisogna combattere le mafie». La Com-missione potrà avvalersi nel suo lavoro delcontributo di tali personalità?«Vogliamo coinvolgere personalità comePino Masciari per farci aiutare nella reda-zione dei bandi di gara e per controllarel’andamento delle opere pubbliche, in cuila mafia può infiltrarsi. Quindi non saràsolo una commissione di studio. Sarà unlavoro coordinato di tutta l’amministra-zione comunale per sconfiggere in ogniluogo, attraverso il lavoro di ogni persona,questo fenomeno che così gravementecolpisce la nostra città e il nostro paese».

Paolo Piscone e Andrea [email protected]

Istituita la Commissione Antimafia del Comune

«Porteremo la lotta alla mafia in tutta la città»Intervista al Presidente del Consiglio Comunale di Milano Basilio Rizzo

Ebbene sì, o almeno questa è l’immagine evocata dal rude-re di Ripamonti 88, da 14 anni lasciato al degrado più to-tale, con permanenti pericoli per i cittadini che si trovano

a passare davanti e per le persone che ne occupano abusivamen-te le strutture al fine di trovare un riparo.Forse non tutti sanno che quest’area ex Pirelli è destinata in granparte ad attività commerciale. Infatti, l’accordo di programmaapprovato nel ‘97 dalla giunta Albertini prevede che su 13milamq ben 9mila siano destinati a uso commerciale. Possiamo im-maginare l’ulteriore caos per la viabilità di quella zona. L’accordorientra nel Piano di Riqualificazione Urbana (Pru) ex OM, cheha già coinvolto le aree di via Spadolini.Il Circolo Pd Vigentino Angelo Vassallo ha avviato una raccolta

di firme tracittadini ecommerciantiper chiedereai proprietaridell’area e al Comune di Milano di intervenire per eliminare alpiù presto questo degrado e pericolo (verifiche dello stato delsottosuolo, demolizione e bonifica) e rimettere in discussioneuna parte degli accordi sottoscritti, al fine di ricavare maggiorespazio per i servizi ai cittadini. Per ulteriori informazioni potete scrivere a [email protected].

N. T.

Degrado in via Ripamonti

Nemmeno quest’anno Milanopassa l’esame dei “Comuni Rici-cloni della Lombardia”, il con-

corso promosso da Legambiente sul li-vello di raccolta differenziata. Fermaal 33,8%, la nostra città è distante dalraggiungimento della soglia minimanecessaria per entrare nella classificadei virtuosi, portata quest’anno al 60%per i comuni con più di 10 mila abitan-ti e al 65% per i più piccoli. Prima inclassifica San Giorgio di Mantova, conl’82,7% di raccolta e un risparmio di128 chilogrammi di C02 per abitante inun anno. Tra i capoluoghi si salvano so-lo Sondrio e Lecco, con il 57% e il 54%di raccolta, mentre maglia nera, insie-me a Milano, è Brescia. Spostandosisui dati provinciali, Milano migliora lasua posizione in classifica, andandosi aposizionare al secondo posto dopo Cre-mona con il 41% di raccolta. Solo 313su 1546 (il 20,2%) i comuni lombardientrati in classifica. Nel 2010 solo 274hanno raggiunto il 65% di raccolta dif-ferenziata, mentre ben 348 comuni (il22,50%) differenziano meno del 35%dei propri rifiuti, soglia fissata dal De-creto Ronchi del 2003. «Occorre unadecisa mutazione di rotta, per sveglia-re molti comuni da un torpore che du-

ra da troppi anni - ha detto Damiano DiSimine, presidente di LegambienteLombardia. «È finita l'epoca in cui po-litici e aziende rimandavano la soluzio-ne di ogni problema alla costruzione digiganteschi inceneritori. La Lombar-dia non ha bisogno di nuovi inceneri-tori, ma di ridurre la produzione di ri-fiuti indifferenziati, anche perché ri-schia di incappare in pesanti sanzio-ni per inadempienza rispetto agli ob-blighi di raccolta e riciclaggio fissatidalle leggi nazionali come dalle di-rettive comunitarie».A Milano Amsa intanto si prepara a ri-pristinare la raccolta differenziata del-l’umido, già sperimentata in alcuniquartieri nel 2009, e di allargarla adampie zone della città, per raggiungereun quarto delle case milanesi. Il pianodev’essere ancora approvato e finan-ziato dal Comune, ma il tempo è poco:entro il 2012, secondo la Comunitàeuropea, ogni paese dovrà raggiunge-re il 65% di raccolta differenziata (egià da metà febbraio saranno elimina-ti i sacchi neri).Un obiettivo irraggiungibile, forse, maavvicinabile con qualche sforzo e inve-stimento in più.

Legambiente Lombardia

Amsa pronta per la “differenziata”Ma secondo Legambiente Lombardia la nostra città ricicla ancora troppo poco

Ibamb i n idella IV Bdella Scuo-

la Primaria divia Salerno, fo-tografati ac-canto all’ortorealizzato inseconda e interza classe,

con l’aiuto delle maestre Paola e Marina. Nella primavera 2010,grazie alla collaborazione di alcuni genitori, hanno lavorato laterra, creato un recinto e concimato per rendere fertile il terre-no (in mezzo all’orto hanno messo anche uno spaventapasseri,costruito da Matteo su suggerimento dei compagni e con il sup-

porto della famiglia). Sono stati seminati ravanelli, basilico, ca-rote, peperoncini, e fiori come girasoli e dalie. “Che bella la na-tura: fa miracoli!”, dicono gli scolari entusiasti. «Al ritorno ascuola, dopo le vacanze estive, l’orto era diventato secco e pienodi erbacce, ma per miracolo un girasole e tre piante di peperon-cino si erano salvati! In autunno abbiamo rinnovato il terreno,messo dell’altra terra, zappato e seminato 84 bulbi di tulipano…A fine marzo 2011 sono spuntati dei meravigliosi tulipani: eranodi colore giallo, rosso e variegati, un vero spettacolo!». Ogni bam-bino ne ha scelto uno da curare e vi ha messo sopra un cartelli-no col proprio nome. Alla Festa della semina dell’8 aprile scorso,bambini e genitori hanno seminato di nuovo: insalata, lattuga,cicoria, cipolle e carote, girasoli... L’avventura continua. Ora tut-ti aspettano il tempo della prossimo raccolta, per farsi una bellainsalatona! G. T.

Il nostro orto, che spettacolo!

Come Beirut bombardata?

Page 5: Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via

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vate e gallerie, l’ingresso diretto dellaStrada Statale su C.so Lodi e P.le Corvet-to: un’idea di sviluppo insostenibile (pre-visto dal Pgt approvato dalla Giunta Mo-ratti) per una zona già fortemente con-gestionata dal traffico di provenienza ex-traurbana. Di questo si è parlato nel Con-vegno del 17 dicembre – promosso ecoordinato dal Comitato x Milano zonaCorvetto, alla presenza di sindaci, asses-sori e amministratori – che è stato losbocco naturale degli impegni presi dalsindaco Pisapia in campagna elettorale. A nome del Comitato, Stefano Giorgettiha denunciato la dannosità del progetto,proponendo di indirizzare gli investi-menti al prolungamento della M3 sino aPaullo, con la costruzione di nuovi par-cheggi di interscambio esterni a Milano enuovi collegamenti urbani necessari coni quartieri di Rogoredo e Santa Giulia. I sindaci di Paullo e Spino D’Adda hannosottolineato l’utilità di tale percorso, daloro sollecitato da tempo, e Belgioioso,Professore del Politecnico di Milano, hadocumentato come l’abbandono di pro-getti di ingresso in aumento del traffico

nelle città a favore di reti ferroviarie e dipubblici servizi sia una tendenza ormaida tempo affermata e praticata nellegrandi città europee. Anche il Consiglio di Zona 4, tramite lasua presidente Loredana Bigatti e Simo-netta D’Amico, presidente della Com-missione Urbanistica, hanno ricordato ildocumento recentemente votato in zo-na, che denunciava la problematicità ditali scelte.Per l’assessore all’Urbanistica del Co-mune Lucia De Cesaris, le imminentidecisioni della Giunta in materia di Pgtporteranno probabilmente alla sospen-sione dei due progetti denunciati (Lotti3 e 5). Una soluzione che rappresentaun primo e importante risultato per gliabitanti e per il Comitato x Milano zonaCorvetto. Riteniamo però che i progetti segnalatidebbano essere non solo sospesi, ma de-finitivamente abbandonati, per imbocca-re con decisione una strada che porti auna vera riduzione del traffico, in lineacon le tendenze della altre città europeee coerente con le battaglie del cittadini edel Comune contro l’inquinamento del-l’aria.

Claudio Molteni

Il 21 dicembre scorso il presidente com-missione Mobilità, Ambiente, Arredo Ur-bano e Verde Carlo Munguzzi si è recato

per un sopralluogo al nuovo quartiere exBinda, per affrontare i problemi che affliggo-no il nuovo insediamento. All’incontro con icittadini hanno partecipato il presidente delCdz 5 Aldo Ugliano, alcuni consiglieri di zonae comunali, e i rappresentanti di Atm, A2A eArpa (Agenzia Regionale per la Protezionedell’Ambiente).Tra i problemi affrontati durante il sopral-luogo,il primo preso in esame è quello deirumori provenienti dall’impianto di coge-nerazione che si trova a ovest del nuovoquartiere, che i cittadini del nuovo quar-tiere hanno denunciato essere il respon-sabile «di un sordo rumore, che si sentesoprattutto di notte e che non fa dormi-re». A2A, proprietaria dell’impianto chefornisce la rete di teleriscaldamento deiquartiere Chiesa Rossa e Gratosoglio /Missaglia, si è impegnata a procedere nelmese di gennaio ai rilievi fonometrici, chepoi invierà ad Arpa, che avrà il compito diverificarne la correttezza e gli eventualisuperamenti dei limiti di rumore. Ai cittadini presenti i tecnici di Arpa han-no tenuto a sottolineare che i cittadinipossono in ogni caso, se dai rilievi di A2Arisultasse che il rumore prodotto non èfuorilegge, inoltrare un esposto all’ufficioInquinamento Acustico del Comune perchiedere di verificare presso le loro abita-zioni l’entità dei rumori. Sempre in tema

di rumori molesti denunciati dai cittadi-ni, Atm - proprietaria del deposito dellaM2 limitrofo all’impianto di cogenerazio-ne - si è impegnata a verificare le possibi-lità di interrompere le attività notturnedel deposito o a spostarle in altro sito, col-locato più verso l’autostrada.Altri temi toccati durante l’incontro sonostati l’accumulo di rifiuti presso le retiprotezione che si trovano nei pressi del-l’incrocio tra il Lambro meridionale - adetta di molti «il fiume più inquinato d’I-talia» - e la scarsa copertura di Atm delnuovo quartiere. Riguardo il primo pro-blema, che determina tra l’altro la pre-senza di numerosi gabbiani che sporcanodi guano le zone verdi limitrofe al quartie-re, durante l’incontro si è saputo che la re-te di protezione verrà spostata di qualchecentinaio di metri più a ovest, nei pressidell’impianto di cogenerazione di A2A.Sul problema invece della copertura deimezzi pubblici, Atm si è impegnata a rive-derne le linee e la frequenza, anche com-patibilmente con la sistemazione dellaviabilità della zona. Intanto i cittadini della ex Binda, a cuirecentemente l’Asl ha attribuito un nuo-vo medico di base, ma che stenta a trova-re un ambulatorio in zona, si sono costi-tuiti in comitato e hanno attivato un fo-rum, a cui si può accedere dopo essersiregistrati. Per ulteriori informazioni: [email protected].

Stefano Ferri

Problemi all’ex Bindainterviene il ComuneA2A si è impegnata a verificare i livelli di inquinamento acustico del nuovo quartiere

I cittadini che abitano in via Chopin e nel-le strade limitrofe, insieme ai genitoridelle scuole Comitati dei Genitori dellescuole Toscanini e Wolf Ferrari (è previ-sto un comitato genitori sul tema il 17gennaio), si stanno mobilitando per im-pedire l’apertura di una sala giochi da cin-que vetrine al civico 111 della via doveprima c’era una panetteria. Da quello chesi sa – la licenza non è passata per gli uf-fici del Comune ma arriva dalla questurae i nuovi proprietari fanno scena muta - ilnuovo esercizio commerciale conterrà so-prattutto slot machine di nuova genera-zione, dette “videolottery” collegate viainternet a un server centrale. Queste nuo-ve macchine, al contrario di quelle prece-denti, permettono di giocare oltre che con

le monete anche direttamente con le ban-conote, e di erogare jackpot fino a 500mi-la euro. Il Consiglio di Zona ha approvatouna mozione a grande maggioranza in cuichiede la chiusura del locale. «Purtroppoperò – ha spiegato Raffaele Magnotta,presidente della commissione Sicurezza–al momento da un punto di vista norma-tivo non possiamo fare niente poiché le li-cenze sono in regola, se non chiedere allaforze di sicurezza controllo serrato dellastruttura». Possibile però una pressionepolitica e civile nei confronti delle isti-tuzioni e proprio su questa strada sistanno organizzando cittadini e forzepolitiche del territorio, con assemblee eraccolte di firme.

G. F.

Segue dalla prima

La vicenda delle multe in via Volvi-nio ha preso il via il 9 novembrescorso, quando squadre di vigili

urbani hanno iniziato a multare tutti gliautoveicoli posteggiati su entrambi i la-ti esterni della carreggiata di via Volvi-nio, a partire dall’incrocio di viale Cer-menate fino al semaforo divia Palmieri. Negli stessigiorni si costituì un comitatodi cittadini delle vie adia-centi che, attraverso una pe-tizione (con raccolta firme),chiese la cancellazione dellasegnaletica orizzontale (li-nee gialle) e la rimozionedei cartelli di segnaleticaverticale situati lungo la via.L’iniziativa dei vigili urbaniera stata sollecitata dagli as-sessori Pierfrancesco Marane Marco Granelli e dallastessa Atm a seguito dei tra-gici avvenimenti di via Solari in cui unbambino di 12 anni è stato travolto daun tram della linea 24, a causa dell’im-perizia di un automobilista in sosta vie-tata sulla corsia riservata alla lineatramviaria.La questione dei parcheggi sulla viaVolvinio e limitrofe ha inizio 4 anni do-po la messa in esercizio della metro-tramvia leggera n. 15 che, ricordiamo,entra in funzione nel dicembre 2003.

Nel novembre 2007, fu disposta la se-gnaletica (linee gialle e cartellonisticadi divieto di sosta dalle ore 0 alle 24).Il divieto riguardava 200 mt. di strada(da viale Cermenate a via Palmieri),mentre non era interessata la parteche da Palmieri va verso piazza Agrip-pa, in quel tratto infatti, restavano uti-

lizzabili i parcheggi. Con l’entrata infunzione della nuova tramvia (stimedello stesso Comune) lungo l’asse Pez-zotti, Volvinio, Medeghino, sono venutimeno circa 500 posti auto. Inoltre, lacostruzione di un parcheggio di 204posti inizialmente previsto in Cerme-nate - S. Ampelio non ha mai ricevutol’autorizzazione alla costruzione.I circa. 200 metri di corsia riservata invia Volvinio non sono mai stati deter-

minanti per la difesa del trasportopubblico. Le caratteristiche della stra-da sono tali da poter consentire unaconvivenza non conflittuale tra il tra-sporto pubblico e quello privato: bastafare un sopralluogo nelle ore di puntadel mattino per rendersi conto che lagran parte di traffico automobilistico

verso il centro è decisamen-te spostato sulle strade pa-rallele di via Valla e via Lusi-tania. I punti critici che cau-sano ritardi sono piuttostogli attraversamenti in piazzaAgrippa, Cermenate e Tibal-di. La questione va inseritaquindi in un contesto benpiù ampio che vede il peri-metro compreso nel reticolostradale Montegani, Cerme-nate, Medeghino, Volvinio datempo in sofferenza, nelcontenere la domanda di so-sta dei residenti. A ciò si ag-

giunge la sosta dei cittadini provenien-ti dall’hinterland che lasciano l’auto insosta in queste strade per utilizzare lametrotramvia 15, la linea tramviaria 3o la M2 per andare in centro. Con la so-luzione prospettata delle strisce blu ela sperimentazione dell’Area C nei ba-stioni, si attende un ritorno che limi-terà l’uso delle auto private a beneficiodei residenti in zona.

Natale Carapellese

Via Volvinio avrà di nuovoi suoi parcheggiIl Comune accoglie le richieste dei cittadini. Da settembre anche l’avvio della sosta regolata (strisce blu) in due ambiti della Zona 5

I lavori per la realizzazione del Centrodi ricerca biomedica (Cerba) lungo lavia Ripamonti non partiranno prima difine 2012. L’ulteriore ritardo è determi-nato dalla mancanza all’appello di al-meno 200 milioni. Finora il pool di fi-nanziatori al lavoro per realizzare lacittadella della cura e della ricerca(con servizi dall’oncologia alla neuro-logia, dalla radioterapia allo studio delDna, e con un campus per ospitarescienziati, studenti e familiari dei pa-zienti) immaginata dall’oncologo Um-berto Veronesi ha raccolto solo 200 mi-lioni, ma per partire ne servono alme-no 400. Cifra con la quale poi potersipresentare alle banche e chiederne al-tri 300-400 di prestito. A questo puntoappare impossibile che il Cerba possaessere pronto entro il 2015.

G. F.

GELATA SUI FINANZIAMENTI

Cerba, nuovi ritardi La Paullese fino in città?IN VIA CHOPIN

Cittadini contro la sala giochi

Sviluppo (in)sostenibile

Page 6: Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via

6 ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 Milanosud

Il Presidente di Cap Holding Ales-sandro Ramazzotti, tracciando levalutazioni di fine anno dell’azienda

di gestione del servizio idrico, esordiscecosì: «Il 2011 è stato un anno davveroimportante per la nostra azienda».Nel corso del solo 2011, CAP Holding,aderendo allo stimolo dell’Ufficio d’Am-bito della Provincia di Milano per unamessa a norma delle gestioni nonconformi, ha ricevuto affidamenti per50 gestioni in 37 Comuni, di cui 28 ser-viti per la prima volta dall’azienda. Que-sto ha comportato anche che CAP Hol-ding si è fatta carico di 86 milioni di eu-ro di indebitamento prima gravanti suibilanci comunali.Con 6.863 chilometri di rete di acque-dotto, 2.288 chilometri di rete di fogna-tura, 735 pozzi di proprietà, 154 serba-toi interrati e pensili, 60 Impianti di de-purazione, 43 Case dell’Acqua e 566 Kmdi rete rilevata ogni anno, CAP Holdingsi conferma un punto di riferimento peril settore idrico in Lombardia. Un’azien-da a capitale interamente pubblico, con197 Comuni Soci in 4 Province, 154 Co-muni serviti in provincia di Milano eMonza-Brianza, dove gestisce le infra-strutture di acquedotto, fognatura e de-

purazione, pianifica e realizza gli inve-stimenti e le opere di manutenzionestraordinaria assicurando ogni giornoesperienza, competenza, qualità e sicu-rezza nel rispondere alla domanda dinuove infrastrutture idriche nel territo-rio servito.«Il 2011 si è concluso con 4 assemblee –continua Ramazzotti – nelle quali ab-biamo illustrato agli amministratori deiComuni serviti l’impegno dell’aziendanel territorio. Queste assemblee sonostate concepite per mantenere un ca-nale di dialogo sempre aperto con colo-ro i quali, vivendo il territorio ogni gior-no, ne conoscono caratteristiche e ne-cessità. Si è così voluta creare l’occasio-ne per verificare con i nostri tecnici leproposte dell’azienda, integrandole emodificandole per meglio adattarle allasituazione dei territori allo scopo dimettere a punto una strategia condivi-sa, per costruire insieme il futuro dellarete idrica nell’area servita».Il settore idrico infatti è in una fase diprofonde trasformazioni, e sebbene lasituazione dal punto di vista normativosia ancora incerta, è chiara la direzionenella quale, secondo Ramazzotti, deveandare il settore: «Negli ultimi due anni

le società di gestione delle infrastruttu-re idriche hanno provveduto al supera-mento della quasi totalità delle gestioniin economia e non conformi presentinel territorio provinciale, assumendogli oneri finanziari prima gravanti suibilanci comunali, e hanno continuato aeseguire il programma degli investi-menti infrastrutturali richiesti dal ter-ritorio. In questo modo le società hannodi fatto accelerato il processo verso lacostituzione di un soggetto gestore uni-tario che rappresenterà una base im-portante per le future, e ormai impro-crastinabili, decisioni sull’affidamentodel Servizio Idrico Integrato».Contemporaneamente, l’azienda haproseguito nella propria mission, ovve-ro la realizzazione degli investimenti,con oltre 60 milioni di interventi messia gara nel solo 2011. E se il 2011 ha vistoun deciso salto di qualità nell’attivitàdell’azienda per garantire qualità ed ef-ficienza nella gestione del servizio idri-co, il 2012 si preannuncia non meno im-pegnativo: il Piano degli investimenti,approvato dall’ultimo Consiglio di Am-ministrazione del 2011, ammonta a 165milioni di euro, in parte già realizzati, dicui 133 milioni programmati solo per il

triennio 2012- 2014. Si tratta di nuovipozzi per l’acqua potabile, estensione direti fognarie, ampliamento di impiantidi depurazione e in generale opere cheriguardano le infrastrutture di tutti isettori del servizio idrico integrato nelterritorio servito da CAP Holding, senzadimenticare l’attenzione all’ambiente,che coinvolge tutti i rami dell’attivitàaziendale ed è particolarmente esplici-ta nel progetto sui pozzi di prima falda(sono in scadenza a metà gennaio duegare per la realizzazione di 42 pozzi de-stinati ad irrigare campi sportivi e areeverdi evitando l’utilizzo di preziosa ac-qua potabile per usi meno nobili), e nelprogetto Case dell’Acqua (delle 43 fon-tane realizzate da CAP Holding, 19 sonostate inauguratenel 2011; e altre 25sono in previsioneper il prossimo an-no). Importanteanche l’investi-mento in cono-scenza: l’Ufficio ri-lievi e cartografianel 2011 ha map-pato 614 chilome-tri di reti di fogna-

tura, e proseguirà a ritmi serrati anchenei prossimi anni.«Anche il 2012 – conclude Ramazzotti –ci vedrà impegnati nel garantire un ser-vizio idrico di qualità. L’azienda prose-guirà inoltre, insieme alle altre aziendedi gestione del territorio e in accordocon gli Enti Locali, il processo di supe-ramento delle gestioni in economia enon conformi e dunque di razionalizza-zione nella gestione delle infrastruttureidriche. verso la costituzione di un sog-getto gestore unitario che sappia garan-tire il miglior servizio, raccogliendo leesperienze maturate negli anni e con-tribuendo, anche in una congiunturaeconomica sfavorevole, a rimettere inmoto l’economia del territorio”.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Comodo, pratico, ecologico. In questetre parole sta tutta l’anima del carsharing, il sistema di noleggio di au-

tomobili da qualche anno presente anche aMilano, che si pone come obiettivo l’affer-mazione di una nuova mobilità, non più ba-sata sul possesso dei mezzi, ma sul loro uso. Una concezione certamente rivoluziona-ria per i costumi nostrani, che si stadiffondendo sempre più, sospinta dall’au-mento vertiginoso dei costi di manteni-mento delle auto (carburanti, assicura-zioni ecc.), di accesso al centro cittadinoe da una sempre più accresciuta sensibi-lità ambientale. Uno sviluppo che – a no-stro parere - sarebbe ancora più sostenu-to se i parcheggi cittadini fossero più nu-merosi e collocati nei quartieri più popo-losi e periferici della città e se il costo diingresso al servizio fosse più basso. Osta-coli che almeno in parte dovrebbe essererimossi, con il programma di sviluppo deiprossimi anni, finanziato anche dagli in-troiti di Area C, che prevede l’acquisto dialtri 35 veicoli nel 2012, la realizzazionedi nuovi parcheggi e nuove formule dipromozione, per favorire la diffusione de-gli abbonamenti.Attualmente sono 135 le macchine messe adisposizione da GuidaMi, la società di Atmche gestisce il servizio in città, distribuitesu 80 parcheggi mentre l’abbonamento alservizio costa 120 euro all’anno e vi hannoaderito circa 4500 milanesi. Il principio cheregola il car sharing di GuidaMi, è semplice:si pagano esclusivamente i km percorsi e iltempo di utilizzo del veicolo, e questi due

costi variano in base al modello scelto. Nes-suna preoccupazione per le spese di benzi-na, bollo e assicurazione (una kasko, com-prendente incendio, furto e assistenza stra-dale). Sono gratuiti gli accessi alla nuovaArea C e il parcheggio sulle strisce blu; e so-no consentiti l’uso delle corsie preferenzialie il parcheggio negli spazi destinati ai resi-denti. Gli abbonati al servizio, quando hanno biso-gno di prendere un’auto, hanno due possi-bilità: andare sul sito internet di GuidaMi,selezionare il parcheggio e scegliere la mac-china; oppure chiamare il call center ecompiere la stessa operazione, facendosiaiutare da un operatore. In tempo reale sivedono quali auto sono disponibili nel par-cheggio d’interesse e quindi si sceglie. Dopo aver prenotato l’auto ci si reca al par-cheggio e si appoggia sul lettore ottico postosul parabrezza la tessera magnetica (smartcard), ricevuta al momento dell’iscrizione.All’apertura delle portiere, si sale, si pren-dono le chiavi poste di solito nel cruscotto esi avvia l’auto. Per regolamento le auto de-vono sempre avere almeno un quarto dicarburante nel serbatoio. Nel caso si scen-da sotto questo livello il conducente devefare benzina con una carta carburante, pre-sente a bordo della vettura, abilitata pressostazioni di servizio convenzionate digitandoun proprio codice “pin” personale. Quandosi ha finito di utilizzare l’auto, la si riporta alparcheggio di provenienza e si riappoggia lasmart card sul lettore ottico. Un sistemainformatico calcolerà i chilometri percorsie il tempo impiegato, addebitando il costo

Come funziona il car sharing di GuidaMi Con l’auto in affitto si risparmia e s’inquina molto meno, ma sono ancora pochi i parcheggi in città

Tutti i parcheggi in zona sud

Zona 4 Linate Aeroporto Posti auto 1 Viale Martini 13/15 Posti auto 1 Corso Lodi 3, ang. P.zza Medaglie d’oro Posti auto 2V.le Corsica ang. via Battistotti Sassi Posti auto 1P.zza 5 Giornate 3, ang. Viale Premuda Posti auto 2Via Friuli angolo via Maj Posti auto 1Via Brenta angolo via Don Giovanni Bosco Posti auto 2

Zona 5Via Spaventa 19 angolo via Meda Posti auto 3Via Custodi 14 Posti auto 1Piazza 24 maggio fronte n. 7 Posti auto 2Via Meda 11 Posti auto 1Via Sarfatti angolo via Sabbatini Posti auto 1Via Medeghino 32 Posti auto 2

Zona 6Piazza Napoli 27, lato giardino Posti auto 2C.so Colombo ang. piazzale P.ta Genova Posti auto 1Via Santander 5 Posti auto 1Via Tortona ang. via Bergognone Posti auto 1

Un’auto condivisa sostituisce me-diamente sei auto con un evidentemiglioramento della mobilità - oltreallo spazio in strada e alla diminu-zione delle emissioni nocive - poi-ché vengono “risparmiati” circa 42mila chilometri di percorrenza. Ogni automobilista che utilizza ilservizio di car sharing, grazie a unuso più razionale dell’auto e a unmaggiore ricorso al trasporto pub-blico, riduce del 35-40% i propriconsumi. Chi percorre fino a 8000 chilometriall’anno con un uso saltuario può ri-sparmiare almeno il 30% (risparmiotra 1000 e 4000 euro l’anno a secon-da del modello di auto senza avere i

costi di acquisto, manutenzione,bollo, oltre naturalmente alle spesedi rifornimento).In base ai sondaggi di GuidaMi, chisi iscrive al car sharing è una perso-na molto sensibile alle tematicheambientali. Ha un livello socio-cul-turale medio alto ed è abituato autilizzare le nuove modalità di ac-quisto e fruizione dei servizi (peresempio, fare la spesa on line). Il 93% di coloro che usano car sha-ring si dichiara molto o abbastanzasoddisfatto del servizio, il 47% degliutenti vende addirittura la propriaseconda auto, mentre il 12% rinun-cia all’acquisto della prima.

C. Z.

AUTO IN CONDIVISIONE

Perché conviene usarle

Da quest’anno il Comune di Milano metteràa disposizione dei propri dirigenti e tecnici leauto del car sharing di GuidaMi: una sceltache farà risparmiare all’amministrazione co-munale ben 240mila euro.

In Comune basta auto di servizio

complessivo sulla carta di credito, indica-ta all’atto dell’iscrizione. GuidaMi penseràpoi a inviare la fattura con la descrizioneanalitica dei costi a casa del conducente.Costi? Come detto dipendono dalle fasceorarie e dalle vetture scelte. Per esempioprendere una vettura come una Ypsilon 10dalle ore 19 alle 24, percorrendo 36 km, co-sta all’incirca 25 euro. Una cifra non bassama certamente interessante per chi usal’auto raramente e in città preferisce muo-versi con i mezzi pubblici o in bici.Per superare le resistenze dei milanesi efavorire l’uso del car-sharing il gestore haintrodotto tariffe speciali per il week end,prezzi forfettari per l’uso del veicolo perpiù giorni e un abbonamento test drive,che per 50 euro consente l’utilizzo del car-sharing per tre mesi. Per maggiori informazioni su come iscri-versi e sui servizi del car-sharing milanesewww.atm-mi.it/guidami.

Chiara Zampagni

Acqua pubblica: un 2011 di sviluppo per CAP Holding60 milioni di interventi messi a gara, 50 gestioni acquisite in 37 Comuni del Milanese

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nuova apertura

VIA QUARANTA, 6ANGOLO VIA RIPAMONTI

un NUOVO parcheggio per la citta’

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MENSILI/ANNUALIAPERTO 24 ORE

Atm si è attrezzataper fare fronteall’aumento del

flusso di utenza che ar-riverà con Area C. Se-condo le previsioni deitecnici dell’azienda deitrasporti almeno 31 mila persone (fino a5mila nelle ore di punta) affolleranno i mez-zi pubblici. La strategia adottata prevede ilpotenziamento di tutte le linee. Le tre lineedi metropolitana vedranno estesa l’ora dipunta fino alle 10, facendo viaggiare in que-sto modo 24 treni in più al giorno. La M1,quella che verrà più di tutte sottoposta a for-te stress da Area C, vedrà nell’ora di punta ilpassaggio di un treno ogni 120 secondi: duein più rispetto a prima. Obiettivo di Atm è ar-rivare a un treno ogni 90 secondi, ma per fa-re questo devono essere rivisti i sistemi di si-curezza, cosa su cui l’azienda sta già lavo-rando. M2 e M3 invece avranno entrambequattro corse in più nelle ore di punta.

Atm potenzierà con164 corse in più an-che le linee di super-ficie tranviarie 3,15,24 e 27 e quelle suruote 39, 50, 54, 61,70 e 94. Tre bus pro-

lungheranno la loro corsa, spostando ilcapolinea all’interno della Cerchia deiBastioni per evitare trasbordi in metròper una o due fermate. Sono il 37, che dapiazza VI Febbraio arriverà fino a piazzaCavour invece di fermarsi in piazza Re-pubblica; il 67, che sposterà l’ultima fer-mata da piazzale Baracca a Cairoli, man-tenendo invariata la partenza da Baggio;il 74, che da Famagosta arriverà fino inpiazza Sant’Ambrogio invece di terminarein piazza Cantore. Il Comune dal canto suo ha stanziato ainizio anno 1 milione di euro per proteg-gere le corse con telecamere e spartitrafi-co di 11 linee di autobus e tram. SS.. FF.

Atm potenzia le linee

DIVIETO di accesso

> diesel Euro 0, 1, 2, 3 > benzina Euro 0> veicoli oltre i 7 metri

Accesso LIBERO

> elettrici > ciclomotori, motocicli> veicoli per trasporto persone con disabilità

Fino al 31/12/2012: > ibridi, bifuel, metano e GPL

Accesso a PAGAMENTO> benzina Euro 1, 2, 3, 4, 5> diesel Euro 4, 5

Fino al 31/12/2012:> diesel Euro 3 residenti, domiciliati, con box di pertinenza nella Cerchia dei Bastioni*

> diesel Euro 3 trasporto cose per servizi di pubblica utilità e a favore delle residenze*

*registrazione obbligatoria su www.areac.it (attiva dal 16 gennaio)

TARIFFE di accesso giornaliero> Tutti i veicoli: 5 €

> Residenti, domiciliati, con box di pertinenza nella Cerchia dei Bastioni*: gratuiti i primi 40 accessi, entro il 31/12/2012, 2 € a partire dal 41°accesso

> Per il traffico di servizio* sono possibili due alternative: a) 5 € per l’accesso giornaliero e 2 ore di sosta gratuita nelle aree delimitate da strisce blu b) 3 € per l’accesso giornaliero

PAGAMENTO> può essere effettuato entro la mezzanotte del giorno successivo all’accesso > consente di entrare, uscire o transitare senza limiti per l’intera giornata> gli accessi in Area C, effettuati tra il 16 gennaio e il 16 marzo, devono essere regolarizzati entro il 17 marzo 2012

MODALITÀ di pagamento

Per conoscere tutti i dettagli: 020202 - www.areac.it

Da lunedì a venerdì, feriali, dalle 7.30 alle 19.30

Dal 16 gennaio nella Cerchia dei Bastioni l’accesso dei veicoli a motore sarà limitato e a pagamento, per favorire la circolazione dei mezzi pubblici e la mobilità di pedoni, biciclette e auto elettriche.

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Area C è partita. Dopo una lunga e diffi-cile gestazione, il provvedimento chesostituisce l’inadeguato Ecopass è en-

trato in vigore non senza polemiche e conte-stazioni. Il Comune ha già annunciato chedopo un primissimo periodo di sperimenta-zione, che non dovrebbe andare oltre il mesedi marzo, saranno apportati alcuni ritocchi,primo fra tutti quello a favore dei residentiall’interno dei Bastioni, che lamentano di«dover pagare per andare a lavorare e torna-re a casa». Poi, tra 18 mesi, saranno tirate lesomme e si deciderà il destino del provvedi-mento.Il Comune conta di ottenere per quelladata un abbassamento dei flussi di traffi-co privato tra il 20 e il 30%, con conse-guente diminuzione dei livelli dell’inqui-namento e aumento della velocità di spo-stamento dei mezzi pubblici, che ora simuovono alla deprimente media di 10 kmscarsi all’ora. Per raggiungere questiobiettivi, la giunta Pisapia ha assicuratoche le risorse incassate da Area C (si pre-

vedono dai 31 ai 34 milioni di euro solo nel2012) saranno interamente utilizzate perpotenziare il trasporto pubblico, il bikesharing e la mobilità dolce. Uno sforzo generale notevole, quasi tita-nico, che rischia però di essere vanificatose, come ha scritto il sindaco Pisapia aiMilanesi, non cambieremo le nostre abi-tudini «per il bene di tutti noi», lasciandoda parte egoismi, miopie civili e difese aoltranza di piccoli e spesso velleitari privi-legi. Insomma: divieti e tasse saranno so-stanzialmente inutili se ci ostineremo ausare l’auto “a ogni costo”. Il livello di inquinamento dell’aria dellanostra città, come confermano le decinedi ricerche fatte da istituti sanitari di tut-to il mondo, è ormai insostenibile, l’inci-denza delle malattie respiratorie è altissi-ma e i mezzi pubblici si muovono a rilen-to. Città come Copenaghen, Stoccolma eLondra hanno adottato provvedimenti si-mili ad Area C e hanno migliorato la lorovivibilità. Noi cosa faremo? Torneremo a

vedere un po’ più spesso di un paio di vol-te l’anno «Quel cielo di Lombardia, cosìbello quand’è bello» (ha detto un milane-se non privo d’ingegno), o vivremo il restodei nostri giorni in fila nelle nostre scato-lette metalliche, perennemente sotto unacappa di smog? Ai Milanesi la risposta, apartire dal 16 gennaio.

Stefano Ferri

Probabile l’introduzione di agevolazioni per la circolazione dei residenti in centro

Area C, la scommessa per una Milano meno inquinataIl provvedimento mira a ridurre significativamente traffico e smog

Dirigeranno il traffico in banchina, sullalinea Rossa. Sono i nuovi “tutor antifol-

la”, che inviteranno la gente a non insistereper salire a tutti costi su un treno se è giàpieno (tanto quello dopo arriverà subito). Enon a caso gli addetti ai lavori li definiscono“facilitatori”. A svolgere questo lavoro sarà ilpersonale di sorveglianza: una trentina diaddetti alla mattina, la metà nel pomerig-gio. Saranno presenti anche nei mezzaniniper l’assistenza, specie nelle stazioni di col-legamento con le ferrovie: così chi, con AreaC, abbandonerà l’auto sarà ben informa-to. Il motivo di questa nuova figura profes-sionale? Da oggi, 16 gennaio, si prevedeche i passaggi sulla Linea 1 aumentino: cosìsono stati aggiunti due treni, e di conse-guenza i passeggeri devono salire e scende-re più in fretta. Il servizio parte in fase spe-rimentale nella prima settimana della Con-gestion charge nelle stazioni di Loreto, Ca-dorna, Duomo, Centrale e San Babila: nelleprime tre soprattutto tra le 8 e le 10, e nellealtre tra le 16,30 e le 19. G.T.

Metro: arrivanoi tutor antifolla

In zona più corse per i tram 3, 15 e 24, e perla M2. Il 74 arriva in piazza S. Ambrogio

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Èvenerdì. Mi reco al mercato di via Baroniper i soliti acquisti. In coda, davanti ame, una signora si lamenta che le cime

di rapa non sembrano fresche. Dietro, una bel-la donna, sui cinquant’anni, a gran voce raccon-ta che ha appena lasciato la Sicilia dove possie-de un campo di verdure freschissime, pronte dacogliere. È a me che si rivolge particolarmente;rispondo: «peccato che non abbia potuto farse-ne una scorta». Veniamo distratte da un tram-busto sulla carreggiata che divide il mercato:che succede? Un “magrebino” corre all’impaz-zata portando sotto braccio una cassetta diprezzemolo che man mano perde. Avrà notatouna pattuglia di vigili. La signora siciliana com-menta: «Se stessero a casa loro...invece vengo-no da noi, rubano, spacciano, sporcano…». Lesolite frasi, buttate là senza discernimento al-cuno. Obietto che in Italia siamo tutti emigran-ti. «C’è chi ha scelto terre lontane, come l’Ame-rica, il Canadà o quelle più vicine: la Germania,la Svizzera…». Mi stronca la parola con un«beh, allora, ho capito chi è lei, se gli stanno co-sì a cuore perché non se li prende in casa sua?».Anche questa espressione l’ho sentita più volte.Sto per replicare, ma è arrivato il mio turno pergli acquisti e lascio perdere. Però il piccolo di-verbio ha rimosso in me varie riflessioni. Crede-vamo che noi italiani non fossimo razzisti. Inve-ce questo Dna è in noi da lunga data. Senza sco-modare storie antiche risaliamo solo al “Mani-festo della razza” promulgato dal fascismo dopola campagna d’Etiopia. Diceva che la popolazio-ne italiana è, nella maggioranza, di origine aria-na, ignorando completamente le invasioni chedal sud del Mediterraneo, come da est e da ove-

st hanno frammischiato sangue latino a sanguearabo/saraceno e turco/mongolo. Molti lo han-no creduto non accorgendosi dei nostri dati so-matici, dei nostri occhi neri, della nostra pelleolivastra e dell’altezza media che non superava,allora, il metro e 63 cm. Tutt’altro che ariani.Poi, un miglior tenore di vita ci ha consentitoun riscatto in altezza. Nel dopoguerra, dopouna fratellanza dettata dalle circostanze, il ger-me dell’intolleranza si è risvegliato, assumendoforme di razzismo interno. Mentre navi caricheancora di emigranti partivano verso le Ameri-che, molti siciliani, calabresi, pugliesi ecc. pre-ferivano cercare lavoro nel Nord Italia. Ricor-diamo allora i cartelli, sia a Torino, Milano ed inaltre città del nord “non si affitta a meridionali”.Infine, integratici in qualche modo fra italiani,ce la siamo presa con gli albanesi, gli slavi, i ne-gri, i nordafricani. Certo l’immigrazione massic-cia è e resta un grosso problema, specie in mo-menti di acuta crisi ma, ora, non passa settima-na senza che accadano episodi scellerati di stu-pida natura razzista. Incendi dolosi nei campiRom dove trovano morte orrenda i bambini; uc-cisione, a Milano, a colpi di spranga, di un ra-gazzo nero, reo di aver rubato un pacchetto dibiscotti. Emblematico il fermo di un ragazzo, aParma, un lavoratore con regolare permesso di

soggiorno ma con la colpa di avere la pelle scu-ra. I vigili urbani (poi condannati) lo hanno alungo seviziato. Troppi gli episodi da citare. Fragli ultimi: il massacro di Castel Volturno (7 mor-ti africani, che lavoravano con il permesso disoggiorno), l’uccisione di due senegalesi a Fi-renze (città che ha reagito con civile fermezzaa questa escalation), poi un ragazzo di 13 anni,dello Sri Lanka, preso a sprangate a Verona,apostrofandolo “negro di merda” ed infine l’al-trettanto assurdo episodio di Torino dove la bu-gia di una ragazza di 16 anni ha innescato lavendetta di alcuni cittadini che hanno incen-diato un campo di incolpevoli Rom. Cara signora siciliana, se leggerà “Milanosud” lainvito a una profonda riflessione avendo pre-sente che qualche anno fa il settimanale tede-sco Der Spiegel raffigurava l’Italia con un piat-to di spaghetti e una pistola. Ma si sa che non siamo tutti mafiosi come gliextracomunitari non sono tutti malavitosi. Non facciamoci schiacciare da questa pira-mide in cima alla quale vi è il nord del mondoe sotto l’estremo sud. E in ultimo la informoche il nostro genoma è simile, per il 99,9 % aquello dello scimpanzé. Non ci rimanga trop-po male.

Pinuccia Cossu

Sabato 7 gennaio, cavalcavia Cermenate piaz-za Maggi. Il presidente del Consiglio di Zona

5 Aldo Ugliano, assieme al coordinatore del Pddi zona Amedeo Iacovella, mentre tolgono lostriscione del movimento neofascista ForzaNuova con scritto “Immigrato torna a casa”. Lostriscione razzista è stato poi consegnato allaDigos. Non è la prima volta che nella nostra zona com-paiono scritte e manifesti della formazione neo-fascista, che nei mesi scorsi si è addirittura pre-sentata con un gazebo in piazza Abbiategrasso.

Ottimo lavoro presidente Ugliano!

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GLI STESSI PREZZI GLI STESSI PREZZI DELLO SCORSO ANNODELLO SCORSO ANNO

Il germe del razzismoRiflessioni dopo un episodio di intolleranza al mercato di via Baroni

La Commissione sicurezza del Cdz 5, riunitasi nei giorni scor-si, ha chiesto al Comune la riduzione degli orari di aperturaserale del bar di via Barrili 24 e una presenza più assidua del-le forze dell’ordine, per impedire schiamazzi e risse da partedi avventori ubriachi, soprattutto nordafricani che, in parti-colare nelle ore notturne, disturbano i cittadini e provocanodegrado. Contestualmente il Cdz ha avviato un rapporto dicollaborazione con la nuova associazione islamica culturaleDar Al Quran, che in zona svolge un importante ruolo di ag-gregazione culturale e religiosa, per studiare soluzioni comu-ni a questo fenomeno. Per i responsabili dell’associazione laquestione del bar di via Barrili è un problema religioso, oltreche di sicurezza e integrazione, e faranno il possibile per al-lontanare dall’alcol gli avventori islamici del locale. Un’azio-ne di carattere religioso – le bevande alcoliche sono vietatedall’islam – che ha già allontanato dall’alcolismo una quindi-cina di persone che ora frequentano l’associazione.

S. F.

IL CDZ CHIEDE ORARI RIDOTTI

Nuove regole per il bar di via Barilli

Il giudice del lavoro Carla Bianchini ha accolto con queste pa-role: «Manca una valida ragione per escludere lo straniero dalservizio civile» il ricorso di Syed Shahzad Tanwir, lo studente

pachistano 25enne, laureato alla Bocconi, che abita in Italia fin dabambino, che voleva lavorare alla Caritas di Milano. Senza la cit-tadinanza, infatti, non aveva nemmeno potuto iscriversi al bandocon cui lo Stato ha reclutato, nel settembre scorso, oltre 10milagiovani in talia. L’esclusione degli stranieri veniva definita dal ma-gistrato «irragionevole e discriminatoria, e un ostacolo all’integra-zione». L’ordinanza impone alla Presidenza del Consiglio dei mini-stri e all’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile “di sospendere leprocedure di selezione, di modificare il bando, consentendo l’ac-cesso anche agli immigrati che soggiornano regolarmente in Italiae di fissare un nuovo termine per le domande”. Un’opportunità pertutti i cittadini stranieri che appartengono in modo stabile alla co-munità: a loro viene così esteso “il dovere di difesa della Patriaquale dovere di solidarietà politica, economica e sociale” previstodalla Costituzione.

G. T.

Prestare il servizio civile

Riconosciuto il diritto degli stranieri regolari

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Page 10: Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via

In occasione della presentazione del XXI Dossier Statistico sull’Immigrazio-ne della Caritas, il 27 ottobre scorso presso l’Auditorium San Fedele, il mes-saggio portato in apertura da Don Roberto Davanzo – Direttore Caritas Am-

brosiana è stato chiaro: «La legge sulla nazionalità per via ereditaria non è piùadeguata, bisogna riformarla; i cardini per aprire questa porta sono: non igno-rare i problemi e non tollerare i predicatori di paure». Partendo da questa pre-messa i relatori del Dossier sono poi passati a inquadrare i dati macro del feno-meno “immigrazione”.

La situazione in ItaliaNel 2010 le domande di asilo nel nostro paese sono state 10 mila, lametà rispetto all’anno precedente, una flessione determinata soprat-tutto dai respingimenti in mare previsti dall’accordo italo-libico del2009. Gli eventi straordinari del 2011 portano però a una valutazionedi oltre 60 mila sbarchi a fine settembre; da qui la necessità di perve-nire a un sistema in grado di accogliere i richiedenti asilo in caso dieventi straordinari.Al 31 dicembre 2010 su 60,6 milioni di residenti in Italia gli stranierierano 4,6 milioni, di cui il 51,8% donne, incidendo quindi per il 7,5%sulla popolazione totale del nostro Paese ed esercitando un ruolo rile-vante nel supplire alle carenze strutturali a livello demografico e oc-cupazionale. Il confronto con l’anno precedente rivela che il numerodegli immigrati regolari è pressoché invariato, nonostante siano stateregistrate nel 2010 oltre mezzo milione di nuove presenze tra regola-rizzati e nuovi venuti; ciò significa che per un altro mezzo milione dipersone è venuta a mancare l’autorizzazione al soggiorno e parte è sci-volata nell’irregolarità (secondo stime gli irregolari sarebbero circa500.000). Dunque, in mancanza di permesso di soggiorno, gli immi-grati diventano “irregolari” e possono essere associati ai costosi Centridi Identificazione ed Espulsione (Cie). Nel 2010 vi sono transitati ol-tre 7 mila immigrati con permanenza media di 51 giorni; la possibilitàdi trattenimento, portata a 18 mesi, ha la stessa durata della custodiacautelare in carcere prevista per gli indagati per associazione mafio-sa, sequestro di persona, pornografia e violenza sessuale. Da un’inter-pellanza parlamentare alla Camera, risulta che la retta giornaliera inun “Cie” costa 45 euro e l’espulsione effettiva di un immigrato è valu-tata nel complesso fino a 10mila euro. Nonostante gli accordi bilate-rali in tema di riammissione, nemmeno la metà delle persone tratte-nute è stata effettivamente rimpatriata.

Aspetti demografici, occupazionali ed economici In Italia l’immigrazione bilancia, e ne costituisce parzialmente un rime-

dio, il continuo processo d’invecchiamento demografico e il basso tassodi fecondità (1,29 per le donne italiane - 3,12 per le straniere). Il bilan-cio demografico 2000-2010 attesta un elevato aumento degli ultra65enni(+1.800.000). Gli stranieri/immigrati, la cui età media è di 32 anni (44quella degli italiani) si caratterizzano per la forte incidenza dei minori(21,7%) e delle persone in età lavorativa (78,8%) mentre gli ultra65ennisono di poco superiori al 2%, mentre sono il 20% tra la popolazione ita-liana. Quindi tra gli stranieri gli anziani sono appena 1 ogni 100 e invece10 ogni 100 i minori e i giovani adulti (tra18 e 39 anni). Una proiezionedell’Istat rivela che a metà secolo gli stranieri potranno essere 12,4 mi-lioni cioè il 18% dei residenti in Italia. L’Italia di oggi è una realtà in cui iresidenti in condizione di non autosufficienza sono un sesto delle perso-ne tra i 70 ed i 74 anni e quasi la metà degli ultraottantenni, che si affi-dano all’utile apporto delle badanti e collaboratrici familiari. Siamo unPaese in cui 23 milioni di occupati devono produrre ricchezza per gli al-tri 37 milioni di residenti. Oggi il sistema pensionistico regge anche gra-zie agli oltre 7 miliardi annui di contributi pensionistici pagati dagli im-migrati. Il saldo tra i versamenti degli immigrati all’erario e le spese pub-bliche sostenute a loro favore, 1,5 miliardi secondo le stime del Dossier èampiamente positivo. Veniamo agli indicatori sociali: I minori figli distranieri sono oggi quasi un milione e aumentano ogni anno di 100milaunità, tra nati sul posto e figli ricongiunti. Le seconde generazioni rap-presentano oltre un decimo della popolazione straniera; l’Italia, essendoil loro Paese di appartenenza, è chiamata a facilitare per loro l’acquisi-zione della cittadinanza e non a considerarla un fattore di esclusione.

La società multietnica e la scuolaGraziella Favaro, Pedagogista del Centro COME, ha affrontato il temadelle sfide della società multietnica e della scuola. Secondo i dati ag-giornati dal Ministero, in questo anno scolastico si calcola che le presen-ze siano 750 mila, con circa 40 mila nuovi ingressi rispetto all’anno pre-cedente. A livello nazionale sono l’8% delle presenze, tra il 2 ed il 3% alsud, molto più numerosi al centro nord, (in Lombardia il 12,5%). Il rit-mo di crescita, dal 20% del passato è sceso al 7% attuale, ed è oggi ali-mentato dai nati in Italia e dai neo arrivati prevalentemente preadole-scenti e adolescenti; il rallentamento degli ingressi è causato dalla ridu-zione dei ricongiungimenti familiari. Il 42% degli alunni stranieri risultanato in Italia. La prosecuzione verso gli studi superiori vede gli stranie-ri in minoranza rispetto agli italiani con il paradosso che immigrati ad al-to livello di studi (conseguito nel loro paese) vedano i figli giunti per ri-congiungimento terminare a un livello di istruzione inferiore al loro. Perconcluder,e il tema delle “seconde generazioni” – chi nasce, cresce e siaccultura nelle nostre comunità – è il tema della cittadinanza; per dirlacon il Cardinale Martini “chi è orfano nella casa dei diritti non potrà sen-tirsi figlio nella casa dei doveri”.

Il lavoro e le pensioniL’imprenditore nato in Siria Radwan Khawatmi (presidente de I nuoviitaliani) è intervenuto su lavoro e immigrazione, sottolineando che i la-voratori immigrati producono oltre l’11% del PIL pari a circa 120miliardidi euro. Le casse dell’Inps ricevono ogni mese 850milioni di euro dal la-voro degli immigrati, la cui età media non li pone tra coloro che lo de-pauperano, anzi contribuiscono ad alimentarlo. L’Inps, a fronte di 7,5miliardi di euro ricevuti, ne eroga agli immigrati 1,5 per pensioni. A dif-ferenza di quanto sostenuto da determinate forze politiche, non è veroche gli immigrati abbiano sottratto posti agli italiani; stanno lavorandonei posti lasciati liberi “dai nostri fratelli italiani” come dichiara il rela-tore. Nelle acciaierie sono il 60% della forza lavoro, l’82% nelle concerie,nell’edilizia sono oltre il 50%. Sono più flessibili, si trasferiscono più fa-cilmente seguendo l’azienda, sono i primi a essere licenziati, e perdono il

permesso di soggiorno quando perdono il lavoro. Le imprese a cui hannodato vita gli immigrati assommano a circa 230 mila.

La religione, un dirittoIl Prof. Stefano Allievi, docente di Sociologia presso l’Università degliStudi di Padova ha trattato infine il tema della religione, partendo dalpresupposto che la libertà religiosa è un diritto. L’Europa, dalla pacedi Westfalia (1648), sulla libertà religiosa ha trovato un accordo, cheè un pilastro della concezione democratica occidentale, principio ac-colto dalla Costituzione Italiana sin dai primi articoli (art. 3 e 8). Al 31dicembre 2010, nel nostro paese vi sono 2,5 milioni di immigrati cri-stiani, 1,5 di musulmani, 120 mila induisti, 89 mila buddisti. Da alcunianni l’Italia, già un paese monoliticamente cattolico, sta subendo uncambiamento storico che la sta trasformand in una società multireli-giosa e multiculturale; il passaggio non è né facile né indolore. Da noiil quasi monopolio cattolico, e il suo sostanziale privilegio istituziona-le, ha di fatto offuscato la presa di coscienza della progressiva plura-lità. Tra i principali problemi della convivenza religiosa c’è quello deiluoghi di culto, perché se la libertà di religione è un diritto si presumeche essendo tale non abbia ostacoli e non subisca sopraffazioni. Ci so-no inoltre gli aspetti giuridico sociali, come le questioni legate al di-ritto di famiglia, alla condizione della donna, ai matrimoni misti. Ri-guardo la questione dei luoghi di culto, il problema sembra essereesclusivamente legato alla religione Musulmana. In particolare il te-ma della costruzione di moschee è oggetto di strumentalizzazione po-litica, il cui interesse è di sollevare il problema per ricavarne una ren-dita di consenso, non di risolverlo. L’intolleranza si manifesta anchenell’applicazione selettiva delle leggi; se una scuola, una palestra nonsono a norma con i regolamenti antincendio per altre religioni si me-dia; se lo stesso si verifica per un luogo di culto islamico, lo si chiude.Alcune forze politiche per esempio chiedono l’istituzione dell’albo de-gli Imam ma non quello dei Rabbini e dei Pastori, chiudendo ogni for-ma di dialogo. Per i sociologi invece il conflitto tra idee è positivo, di-venta uno strumento di inclusione, fa emergere la discussione suiproblemi, che altrimenti troverebbero una soluzione esplosiva. Affrontare e portare progressivamente a soluzione i conflitti intornoall’Islam vuol dire dare una mano ad affrontare un problema moltopiù grande: come vivere, come gestire, anche istituzionalmente, il plu-ralismo religioso.

Renato Iacono

10 ANNO XV NUMERO 01 GENNAIO 2012 Milanosud

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Immigrazione, affrontiamola senza pregiudiziDal XXI Dossier Statistico Immigrazione della Caritas una fotografia sugli stranieri nel nostro paese

Creato dal Centro Religioso MadreTeresa di Calcutta, in collaborazionecon l’Associazione Le Matite, è natocon l’intento di aiutare le personedel quartiere che hanno bisogno diaccompagnamento per visite o esa-mi clinici, o semplicemente per an-dare a fare la spesa, per il disbrigo dipratiche burocratiche ma non solo:il Centro di ascolto dà un supportonell’assistenza a persone in diffi-

coltà e a persone sole, anche tem-poraneamente. Per mettersi in contatto, chiamare ilnumero 02 89304300 (dal lunedì alvenerdì, tra le 10 e le 18). Un volon-tario ascolterà la richiesta e si atti-verà per fornire tutto l’aiuto possibi-le, indirizzando, se necessario, versostrutture qualificate presenti sulterritorio.

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Il centro di ascolto alle Terrazzeriprende l’attività

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Porta Genova Piazza stazione N°4

ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 11Milanosud

Suor Ancilla Beretta (nella foto a destra men-tre mostra l’Ambrogino dìOro) è fondatricedel Centro Nocetum di via San Dionigi 77, do-

ve Milano si apre alla campagna che porta versoChiaravalle. Consacrata nell’Ordo Virginum nel1986 dal cardinale Carlo Maria Martini, ha appenaricevuto l’Ambrogino d’Oro, poiché ha progressiva-mente trasformato un’antica cascina in rovina in unvivace centro di spiritualità e assistenza aperto atutto il quartiere. Sul tavolo dell’intervista, tenutasinel cuore della vigilia di Natale, troviamo la meda-glia d’oro e l’attestato su cui si legge che “Milano ri-conosce nell’opera di suor Ancilla le migliori qualitàe tradizioni d’impegno, intraprendenza e genero-sità”; aggiungeremo la parola “accoglienza”, poichéil Centro Nocetum è soprattutto questo. Ricostruia-mo le tappe del suo sviluppo.Suor Ancilla, l’Ambrogino d’oro è l’onorificenza piùimportante assegnata dal Comune, un premio assaimeritato leggendo la storia di Nocetum. Com’è an-data la cerimonia? «Ero molto emozionata. Qualche anno fa avevamogià ricevuto una riconoscenza da parte della Provin-cia di Milano, ma l’Ambrogino d’oro ha tutto un altrosapore, è un riconoscimento unico nella città. Emo-zionata, e colpita dalla motivazione dell’attribuzioneche mette in evidenza come il Comune abbia letto ecapito il bello che quotidianamente si vive qui. Era-vamo in parecchi a essere premiati e ho goduto im-mensamente di una Milano che ha dei valori prezio-si, come delle luci che ogni tanto appaiono e illumi-nano. È stato fatto vedere quel bello che giornal-mente vive nell’ombra e nel silenzio.»La motivazione del premio è duplice: da un lato l’im-pegno verso le famiglie straniere disagiate, dall’altrola ristrutturazione e la trasformazione di un casci-nale di contadini in un luogo di preghiera e di acco-glienza. Quando parte l’attività del Centro Nocetume che ruolo gioca l’antica chiesetta paleocristianache si trova a pochi metri da quella che oggi è la ca-sa d’accoglienza?«Nocetum nasce come gruppo di preghiera. Dal par-roco di Santa Rita mi fu consegnata nel 1988 la chia-ve della chiesetta, con l’obiettivo di non lasciarla an-dare in malora. Vi trovai un luogo abbandonato, mal-concio, pieno di topi e bisce, ripostiglio di attrezzi dicampagna. C’è stata la riconsacrazione, poi sono

partiti gli incontri con i gruppidi laici. Ho avvertito da subitoche la preghiera c’era in questachiesa, veniva da lontano e nes-suno l’avrebbe annullata. Il per-ché di questa certezza mi è dive-nuto chiaro ricostruendo coltempo la storia del luogo: sem-bra che qui abbiano pregato e sisiano rifugiati i primi martiri mi-lanesi, quando cercavano disfuggire alle persecuzioni in attocontro la comunità cristiana.»Una storia bimillenaria. Dalgruppo di preghiera all’attivitàdi accoglienza delle famiglie disagiate: suor Ancilla,che cosa ha reso possibile questo passaggio? Se nonsbaglio, la cascina non era di proprietà della parroc-chia di Santa Rita.«Proprio così. La proprietà di questa e di altre casci-ne della zona era del Consorzio del Canale Naviga-bile Milano-Cremona-Po. Tutta la struttura, che ri-sale a fine 1700, era abbandonata e diroccata, vi erarimasto un unico contadino. Ecco che durante igruppi di preghiera nascevano diverse esigenze diapprofondimento e il desiderio di fare delle cate-chesi, di dare delle istruzioni cristiane o delle chiavidi lettura a chi partecipava ai gruppi. Mancava tut-tavia un luogo per svolgere queste attività, la chie-setta era molto umida soprattutto nei mesi inverna-li, non avevamo l’acqua e i servizi igienici. Così ab-biamo cominciato a guardare dalla finestra dellachiesa a questo luogo abbandonato e ad avanzare lenostre necessità al presidente del Consorzio. Unasera del 1998 ci fu una riunione del Consiglio di Zo-na, dove veniva affrontata la questione delle cascineabbandonate di Nosedo. Presi la parola e feci pre-sente la storia della chiesetta e la sua importanzaper il quartiere: la cosa colpì moltissimo. Con i laicidel gruppo di preghiera costituimmo un’associazio-ne non profit e riuscimmo a stipulare un contratto diaffitto che ci mise in condizione di cominciare a rior-dinare la cascina per svolgervi momenti di ap-profondimento e catechesi. Pensavamo a una casadi preghiera inizialmente, ma accadde un fatto checi sconvolse tutti i piani. Una sera di pioggia e difreddo dell’anno 2000, poco prima di Natale, ci tro-

vammo al cancello una famigliola sudame-ricana che chiedeva accoglienza e cheaveva girato tutto il giorno in lungo e in lar-go la città, senza successo. L’unico luogodella cascina dove ai tempi non piovevadentro era la stalla. Ne abbiamo riordinatoun pezzo alla bell’è meglio e li abbiamo si-stemati lì a dormire. La mattina dopo era-no rinvigoriti. Pensi che quel Natale aveva-mo in una stalla una mamma, un papà, eun bambino piccolo! Poi abbiamo comin-ciato a ospitare altre famiglie con bambi-ni… Anziché pagarci le spese dell’affitto,

gli ospiti si sistemavano il loro ambiente: assieme aloro, un passo per volta, abbiamo riordinato tutta lacascina.»Suor Ancilla, quali sono le attività svolte oggi pressoil Centro Nocetum? «Gestiamo diversi programmi di accoglienza di per-sone in difficoltà, italiane e straniere. Ci sono lemamme sole coi bambini: attualmente ne ospitiamocinque, ma potremmo accoglierne una sesta. Abbia-mo due famiglie rom. Da pochi mesi ospitiamo an-che tre donne maltrattate. Sono tre diversi servizi diaccoglienza monitorati dal Comune, che ci mandale persone e le segue tramite i suoi assistenti socia-li. Ci aiutano diversi volontari, provenienti dal quar-tiere ma anche da altre zone di Milano. E’ un po’ unmiracolo, ma riusciamo a costituire un’unica comu-nità dove gli uni hanno bisogno degli altri e si incon-trano. Abbiamo tre cucine per le mamme sole e ledonne maltrattate, una cucina grande per le due fa-miglie rom: si prepara da mangiare a turni. Natural-mente l’accoglienza è finalizzata all’autonomia: fac-ciamo in modo che quegli ospiti disoccupati trovinoun lavoro, poiché l’intervallo temporale di perma-nenza presso la casa non dovrebbe mediamente su-perare i dodici mesi. Distribuiamo ogni 15 giorni ali-menti provenienti dal Banco Alimentare e dal Sitici-bo, non solo ai nostri ospiti, ma anche a una settan-tina di famiglie povere nel quartiere. C’è il dopo-scuola per i bambini rom che abitano nei campi cir-costanti, facciamo le vaccinazioni e li sosteniamo alivello alimentare, offrendo servizi di orientamentoalle loro mamme.»Suor Ancilla, che cosa si porta dentro di più bello, alivello personale, da questa realtà di cui è anima efondatrice?«Vede, gli ospiti mi vogliono bene. Alcuni mi chiama-no “mamma”, anche se alle volte sono più anziani dime. Loro hanno fiducia e si sentono a casa. Molte per-sone arrivano qui con un disagio interiore forte; ven-gono da violenze, o da difficoltà economiche: il primolavoro di cui mi occupo è dare loro la possibilità di farparlare il cuore. È dall’ascolto, dalla comprensione,dall’accoglienza interiore che nasce anche tra di loroil desiderio di parlare e di aiutarsi a vicenda.»

Stefano Francese

L’Ambrogino d’Oro a Suor Ancilla Beretta Intervista all’animatrice del Centro Nocetum, che dal 2000 ospita persone in difficoltà

Le origini della chiesetta di Nocetum possono esser fatte risalireai primi secoli del Cristianesimo, poiché al suo interno c’è unalapide datata 536 d.C. Pare tuttavia che già nel primo secolo do-po Cristo, tra la confluenza della via Emilia con via Fabio Massi-mo e via Ravenna, sorgesse un tempietto di culto pagano. Vivevaqui una comunità che con l’avvento del Cristianesimo divennecristiana. C’era la dogana, c’era un borgo agricolo, c’era il boscodi noci. Altre fonti storiche sostengono che a Nocetum sia tran-sitato tra il 50 e il 60 d.C. anche San Barnaba, fondatore dellachiesa di Milano. Secondo il vecchio parroco di Santa Rita neidintorni ci sarebbero le tombe dei primi martiri cristiani. Le no-tizie sull’attività spirituale del luogo sono molto ridotte per il pe-riodo che va dalle invasioni barbariche fino alla dominazione diFederico Barbarossa. È certo invece che il centro rifiorisce tra il1200 e il 1250, quando vi si stabiliscono i monaci Cistercensi diChiaravalle e ricostruiscono l’antica chiesetta. Proprio i monaciattivarono una fattoria agricola presso la quale lavoravano du-rante la settimana, per poi far rientro all’abbazia nei giorni di fe-sta e di ricorrenze cristiane. Oggi è stato attivato un nuovo pro-getto di ricerca, in collaborazione con degli esperti del Politec-nico di Milano, per andare ancora più a fondo alla storia dellachiesa. È una ricerca complicata dalla mancanza di documentiautentici, poiché quando Napoleone ha portato via i beni dellachiesa, i monaci l’hanno sconsacrata e abbandonata, e tutti gliincartamenti sulla storia del posto sono spariti. La chiesetta è di-venuta un ripostiglio degli attrezzi di campagna, ma ci ha pensa-to suor Ancilla, dal 1988, a ridarle ancora una volta vitalità.

Stefano Francese

NELLA NOSTRA ZONA

Altri due riconoscimentiOltre all’Ambrogino d’Oro a Suor Ancilla Beretta e al suo Noce-tum, altre due importanti realtà associative della nostra Zonahanno ricevuto dal Sindaco Pisapia, il 7 dicembre al Teatro DalVerme, un Attestato di Civica Benemerenza. Sono L’ImprontaAssociazione Onlus e l’Opera Don Calabria di Milano. La primanasce a Milano da un’esperienza di volontariato e oggi è un’As-sociazione Onlus che opera nel campo dello svantaggio sociale,della disabilità e del disagio minorile. La seconda, che si trovaall’interno del Centro Sportivo Peppino Vismara di via dei Mis-saglia, ha ricevuto l’onorificenza per il lavoro sul disagio socialee il supporto ai disabili.

C.M.

MUSICA GITANA

Ragazzi Rom al conservatorioDue rom di tredici e quattordici anni sono stati scoperti in me-tropolitana per il loro talento nel suonare il violino. Vivono qui vi-cino e Nocetum li segue con l’obiettivo di far maturare le loro ca-pacità. I due giovani verranno ammessi al Conservatorio per se-guire un progetto di musica gitana, dunque è necessario aiutarlia terminare gli studi della scuola media.

S. Fra.

LA CHIESETTA DEL CENTRO

In corso le ricerche per ricostruirne la storia

Alcuni bambini ospitati attualmente dal centro Nocetum

Page 12: Via Volvinio avrà di nuovo i suoi parcheggiratti e la sua giunta (contrari al-la costituzione della Commissio-ne antimafia: Fi, An, Lega) il 5 marzo 2009 arriva finalmente il via

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Siamo un gruppo di cittadini di Gratosoglio sud, ab-biamo degli orti assegnatici dal Comune, in via Roz-zano 70. Da alcuni anni (2005/2011) stiamo suben-

do vandalismi e soprusi da ignoti. Ci tagliano le reti e i luc-chetti rubandoci di tutto: tavolini, sedie, carriole e attrez-zi di ogni genere, e non soddisfatti ci bruciano capanni, siai nostri che quelli di proprietà comunale. Hanno rubatopersino tombini in ferro della strada appena asfaltata e iguard rail che proteggono le sponde del ponte in ferro chepassa sopra il Lambro meridionale. Nel giro di due setti-mane, dal 5 al 13 di dicembre, hanno incendiato ben 17 or-ti, passando il giorno dopo per rubare i rottami di ferro. Noi cittadini del Gratosoglio sud abbiamo fatto presentealle forze dell’ordine e al CdZ 5 la grave situazione chie-dendo che qualcuno intervenga per eliminare queste dan-nose intrusioni una volta per tutte, tenendo anche pre-sente che nelle vicinanze esiste il Campo nomadi di viaChiesa Rossa

Un gruppo di cittadini di Gratosoglio Sud

Vandalismi e furti agli ortiAPPROFONDIMENTO Riceviamo e volentieri pubblichiamo

segue dalla prima

Uno dei primi nuclei del Sistema inLombardia è presente a Milano in zo-na 5 (via Vittadini 10): l’associazione

musicale ICM Insieme Con la Musica è statariconosciuta come nucleo il 20 ottobre 2011.I progetti principali che caratterizzano ICM

sono diversi, in formagratuita o con un picco-lo contributo da partedelle famiglie. I più im-portanti sono le due or-chestre giovanili: lasinfonica e quella dichitarre ICM, ispiratealle grandi orchestre

internazionali giovanili. Le orchestre sono ri-volte a quei ragazzi volenterosi di età supe-riore agli 8 anni che considerano la musicacome luogo creativo. È un progetto ampiocon obiettivi di alto profilo culturale ed edu-cativo. Una sorta di isola in cui, sotto il segnodell’amicizia e della musica, convivono gio-

vani e giovanissimi che rappresentano cul-ture, modi di vivere, estrazioni sociali assaidifferenti che diventano peculiarità e non di-versità, arricchimento reciproco e non puntidi attrito. Per l’ammissione non esiste sele-zione, basta l’impegno a prepararsi e sapersuonare il proprio strumento. L’orchestra èuna vera e propria famiglia, dove s’instaura-no rapporti duraturi, dove bisogna impararead “ascoltarsi ed ascoltare”, a lavorare insie-me per ottenere un’armonia perfetta. In un momento di profonda crisi economicanel quale per far fronte alle esigenze di bi-lancio si rischia di rinunciare ad un welfaresociale, questo progetto può essere fonda-mentale per fornire risposte educative alle

Il “Sistema” arriva in zona 5

Due orchestre giovanili di ICM parte di un progetto musicale nazionaleUna speranza concreta di crescita culturale, sociale e di riscatto morale

Gentile redazione, abito in via deiMissaglia 34 da oramai 14 anni.Quelle palazzine di inizio secolo

‘900. Ho sempre creduto, forse anche ora,… forse, in una morale ed un senso civicoinsito nelle persone. Spesso però, mi trovoa chiamare l’Amsa, almeno una volta ognidue mesi, per far pulire quel lembo di pra-to che esiste fra la fine delle case popolari eil numero civico 34 di via dei Missaglia.Aspetto, non posso chiamare sempre,aspetto che si riempia, non tanto, massimo30-40 giorni dall’ultima pulizia. Piano pia-no compaiono le cose, poi quando sono al-l’eccesso, chiamo. Una battaglia sicura-mente persa contro tutte quelle personeche identificano quel lembo di terra comeuna discarica a cielo aperto, dove tutto èpermesso, dove la civiltà, la decenza, l’edu-cazione e il rispetto verso gli altri, finiscedopo l’uscio di casa propria; l’esempio didare una educazione ecologica e di rispet-to del bene comune e del prossimo, ai pro-pri figli oramai non più senso. Televisori,stereo, lavatrici, mobili, tavoli, divani, pc,poltrone sedie, letti, bottiglie, materassi,valigie, carrelli o della Lidl o del Billa, que-sti nascosti dietro la siepe, un bazar dell’or-rore. Lo “strano” è che poi, neltratto che porta da via dei Missaglia 34 alBilla il lunedì o il giovedì, ovvero quando c’è

la raccolta dell’immondizia, insieme ai sac-chi neri e ai vari bidoni della raccolta diffe-renziata, come per magia ci sono gli scato-loni di nuovi stereo, televisori lcd o led,stampanti, pc, cassetti di armadi, perchél’armadio l’hanno portato in “discarica”.Quindi non sono molto distanti “i topi di fo-gna” che agiscono sempre di notte e che,regolarmente, depositano le loro masseri-zie. È chiaro che poi non ci si deve stupiree gridare allo scandalo se siamo governatida manigoldi, se anche noi, nel nostro pic-colo, siamo così disgraziati e schifosi da fre-garcene di ogni decenza civica e morale.Una telefonata all’Amsa, gratuita, risolve-rebbe qualsiasi cosa. Spesso, quando non cisono, come in questo caso, mobili e televi-sori, ma rifiuti di grandezza umana, cometolle di vernice, bottiglie stereo o stufette,recluto i miei figli che muniti di guanti pu-liamo quel tratto, riempiendo sacchi neri aprofusione, ma forse avere senso civico og-gigiorno è troppo faticoso e probabilmente“non fashion”. Anche questa sera chiameròl’Amsa e poi, quando avranno effettuato laraccolta, metterò nelle caselle della posta,dei vicini numeri civici fino al Billa, che ladiscarica è pronta per essere riempita. Alprossimo cambio di elettrodomestico o diarredamento. Vi auguro buon anno.

Fabio Lena

Rifiuti in via dei MissagliaAPPROFONDIMENTO Riceviamo e volentieri pubblichiamo

giovani generazioni e contribuire alla lorocrescita e al loro benessere futuro. Con le do-vute differenze rispetto al caso venezuelano,lo scenario italiano si presenta come un ter-reno ideale per lo sviluppo del Sistema. Di-fatti, l’Italia, pur essendo un paese dalla tra-dizione musicale indiscussa, presenta tutto-ra gravi carenze nella formazione musicaledi bambini e ragazzi, di fatto assente dai pro-grammi didattici a vari livelli delle nostrescuole. Inoltre, in numerose città italiane siriscontrano situazioni di grave disagio, emolti sono i ragazzi che vivono in contesti adalto rischio e a stretto contatto con pericoliquali droga e criminalità. Sono dunque nu-merosi i motivi per promuovere il Sistema edespanderlo, affinché nascano nuclei didatti-ci e cresca il numero dei bambini formati. L’orchestra sinfonica ICM si è già esibita inoccasione dell’evento “Giovani & Giovanissi-mi in Concerto”, c/o Auditorium l.go Mahlerdi Milano il 14 maggio 2011. Le orchestrehanno in programma già diversi concerti nel2012, uno al teatro Dal Verme il 9 marzo, unaltro concerto di beneficenza il 20 marzo alteatro Ringhiera e una esibizione anche alla

rassegna 2012 “Giovani & Giovanissimi inConcerto” che si terrà in sala Verdi del Con-servatorio nel mese di maggio.L’orchestra sinfonica si compone di due se-zioni: archi (violino, viola, violoncello, con-trabbasso) e fiati / percussioni (flauto e ot-tavino, oboe, fagotto, clarinetto, sassofono,corno, tromba, trombone, basso tuba, per-cussioni). L’orchestra di chitarre si componedi chitarre e altri strumenti a pizzico (man-dolini, contrabbasso). Le prove a sezioni ed’insieme si svolgono due volte al mese pres-so: ITIS “Feltrinelli” piazza Tito Lucrezio Ca-ro 20136 Milano (zona porta Ticinese). Laprima prova del 2012 si terrà il 21 gennaio al-le ore 14:30.Per la raccolta di eventuali adesioni ci si puòrivolgere alla segreteria organizzativa, signo-ra Alice: 335 8778927 o scrivere a: [email protected]. Informazioni più dettagliate e aggiornate sipossono trovare sul sito: www.giovanincon-certo.eu/orchestra.html o www.insiemecon-lamusica.com

Roberto Lonocepresidente di ICM

Purtroppo il Parco Sud continua a essere con-siderato da molte persone una specie di di-scarica. Nella foto, scattata il 12 dicembrescorso, cumuli di rifiuti lungo le vie Selvane-sco e Manduria, esattamente come da noidenunciato nel marzo scorso, con un ampioservizio sulla presenza di rifiuti tossici nelparco. Ad aggravare la situazione la segnala-

zione fattaci dal nostro fotografo: lungoquelle strade passano frequentemente ispet-tori dell’Amsa. Buona parte degli abbandoni giacciono neglistessi punti da settimane o da mesi; è lecitochiedersi perché non vengano eliminati daAmsa? Gli ispettori ne prendono nota? In ca-so affermativo, perché non intervengono?

Il parco sud non è una discarica!

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le rubricheANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 13���������

Nello scorso articolo abbiamoanalizzato la cascina Campazzodal punto di vista storico, archi-

tettonico ed artistico; ora parleremobrevemente del suo significato agricoloe ambientale.La Cascina Campazzo e il territorio agri-colo circostante, come detto, sono unesempio significativo di un’agricolturache si è sviluppata nei secoli, partendodagli Umiliati (ordine religioso che fiorìn Lombardia tra il XII e il XIII. Ndr) edalle marcite, con l’allevamento dei bo-vini e la produzione di latte.Questa produzione è ancora attiva, no-nostante i noti problemi di accessibilitàagli edifici dovuta ad una serie di pro-cedure burocratiche che poco hanno ache spartire con l’agricoltura.Nell’intento di preservare all’internodel territorio comunale un’area conqueste caratteristiche originarie, ungruppo di abitanti dei quartieri circo-

stanti e gli agricoltori stessi si sono rac-colti in una associazione, proponendo ecercando di anticipare, già nella realtà,la creazione di un parco che l’Ammini-strazione aveva pianificato alla fine de-gli Anni ‘80 e che ha definitivamentedeliberato nell’ottobre del 2000. In forza di tale progetto, a poco più di ditre chilometri dal Duomo di Milano do-vrebbe sorgere il Parco Agricolo del Tici-nello, interessante esempio di integra-zione fra ambiente, agricoltura e spaziper il tempo libero e la didattica, in cuiricadrebbe oltre alla cascina Campazzoanche la Campazzino (di cui sul numerodi novembre avete letto un possibile pro-getto di recupero elaborato in quest’otti-ca).Il parco, in termini di verde, avreb-be una superficie di 800.000 metri qua-dri, risultando così al terzo posto perestensione tra tutti i parchi milanesi;oltre quindi ad essere testimonianzadel mondo agricolo, il Parco Ticinello si

proporrebbe come un utile polmoneverde che offrirebbe il suo importantecontributo di ossigeno a una vasta zonadella città,con aree ed attrezzature accessibili siadall’internoche dall’esterno. Il condizionale è d’obbligo, specialmen-te per chi ha seguito le vicende della ca-scina e del Parco negli ultimi decenni. Per il momento si può però dire che l’at-tività sociale nella cascina e nel suo ter-ritorio non si è di fatto mai fermata; nel-la cappella-oratorio, infatti, si sono sus-seguite numerose iniziative culturali enel prato antistante l’ingresso principa-le si sono svolte parecchie manifesta-zioni, con particolare attenzione alla di-dattica; la cascina inoltre funge comepunto informativo per il Parco AgricoloSud.e come sede per l’associazione Par-co Ticinello, ricavata nell’edificio suddel complesso.

Dal punto di vista agricolo, nei campi sìcoltivano mais e frumento; diverse fo-raggere garantiscono poi l’alimentazio-ne del bestiame: si allevano così, all’a-perto, le vacche da latte, con una pre-senza di circa 130 capi che, tramite lesale di mungitura, producono una granquantità di latte. Questo latte può essere acquistato nel-la cascina, appena munto, grazie a undistributore automatico attivo dalle 7 dimattino fino alle 21,30. Il latte refrige-rato subito dopo munto, può esser con-sumato senza essere bollito; è così pos-sibile andare in cascina con un propriorecipiente, come si usava una volta, eportarsi a casa il latte fresco.All’interno di un piccolo edificio, prece-duto da un portico, vi è infine l’anticoforno del pane di epoca settecentesca,recuperato e restituito alla sua funzio-ne originaria dopo circa 70 anni di inat-tività.

Il forno e il locale che lo ospita manten-gono la loro tipologia originale construttura in mattoni pieni, tetto in cop-pi e travi in legno. La superficie interna del forno ha unaforma ellittica e permette la cottura delpane e degli alimenti per decine di per-sone; una volta ristrutturato, ha ripresola sua funzione finalizzata anche allasocializzazione e alla didattica.

Riccardo Tamarro

Ingredienti per 4 persone: 500 g ditortiglioni, 350 g di piccoli porcini, 50 g diparmigiano, 50 g di pecorino, due uova,sale, pepe nero, burro, una manciata diprezzemolo e di basilico freschi tritati.Preparazione: Cuocete i tortiglioni inacqua bollente salata. Nel frattempograttugiate il parmigiano e il pecorino,sbattete le uova con una presa di sale eun pizzico di pepe, tritate il basilico e ilprezzemolo.Pulite bene i funghi dalla terra, taglia-teli a fettine sottili e fateli rinvenire conuna noce di burro a fiamma viva. Sala-teli e pepateli. Fate in modo che tutti gliingredienti siano pronti contempora-neamente, nel momento in cui la pasta

verrà scolata. A questo scopo levate dal frigo in anticipoil burro (100 g), in modo che abbia il tem-po di diventare morbido. Scolate la pasta e adagiatela in una terri-na di servizio riscaldata, sul fondo dellaquale avrete disposto il burro a pezzetti.Subito dopo rovesciate sui tortiglioni leuova sbattute: mescolate rapidamente inmodo che queste si rapprendano un pocoal calore della pasta. Quindi unitevi i fun-ghi, i due formaggi e le erbe aromatiche econtinuate a mescolare finché tutto saràben amalgamato. Insaporite ancora conuna buona macinata di pepe e servite su-bito, ben caldo, questo appetitoso piatto.

Anna Muzzana

La Scapigliatura ebbe un estremoepigono in Emilio Gola, nato aMilano nel 1851. Dopo aver stu-

diato al Politecnico milanese, lau-reandosi in ingegneria, si cimentanella pittura seguendo gli insegna-menti di Sebastiano De Albertis. Èconsiderato però un pittore aristocra-tico dai critici, dilettante dai colleghipittori, ma non così all’estero dove ot-tiene soddisfazioni vincendo una me-daglia d’oro all’esposizione di Monacodi Baviera e una d’argento all’esposi-zione mondiale di San Francisco; inol-tre, in altre città, diverse onorificenze. Nella sua produzione artistica si di-stinguono due periodi: il primo è lega-to alla Scapigliatura e al lirico luminismo della tradizione lombarda, conprevalenza di grigi e qualche nota di

nero probabilmente ispiratagli dal fran-cese Manet, periodo cosiddetto dei na-vigli, dei torrenti, dei colli della Brianza,dei ritratti di artisti e aristocratici. Golairrobustisce la sua pittura nelle raffigu-razioni dei navigli, dove i soggetti si per-dono nel grigiore e nelle nebbie lombar-de. Nelle località brianzole dipinge ca-stagni che stemperano le ramaglie neicieli autunnali, o evidenzia le acque ter-se del torrente Molgora. Nel secondo periodo la sua tavolozza sifa più accesa e vibrante, con pennellatefluide e sfrangiate, quali appaiono spe-cialmente nelle sue marine di Venezia edi Alassio e anche nei dipinti di nudi. La pennellata si fa più larga, corposa eriassuntiva, libera il colore da ogni gri-giore fumido, rendendolo più netto. Il li-rismo del suo temperamento pittorico,

pur sempre aggrappato alla realtà, loporta infatti a dipingere immancabil-mente dal vero. Non a torto fu conside-rato il maggior rappresentante dell’im-pressionismo lombardo. Conosce l’Im-pressionismo francese, è un grandeestimatore di Manet, l’unico degli im-pressionisti a interessarlo.Il suo percor-so documenta una continuità di svolgi-mento tra i modi di Tranquillo Cremonae di Daniele Ranzoni e la pittura del pri-mo Novecento lombardo. Restano sma-glianti le immagini della scuola lombar-da dell’Ottocento, le spiagge infuocatedal sole d’agosto, le marine dal blu cupobalenanti di argentei riflessi, le profon-dità dei cieli estivi. Ultima espressionedi una pittura divenuta larga, generosa,fervida nel lirismo vibrante che la per-vade animandola di un ardente palpito

di vita. E’ considerato l’ultimo grande artistadel 1800 lombardo, i pittori della primagenerazione del XX secolo guardano al-l’opera di Emilio Gola con grande inte-resse.L’artista si spegne nella sua cittànatale, Milano, nel dicembre del 1923.(Continua)

Roberto Landoni www.robertolandoni.it

Aristofane: “Sostenete quelli che cerca-no di farvi sentire qualcosa di ineditoe conservate i loro pensieri: riponete-

li nella cassapanca come le mele cotogne,così i vostri pensieri odoreranno di intelli-genza per tutto l’anno”. La lettura di questa frase di Aristofane mi haportato a fare alcune considerazioni. Oggi viviamo in una società in cui il denaro,e non certo la cultura, costituisce il valoreprincipale.Esclusivamente da interessi di tipo economico dipende infat-ti il modello della nostra società, il quale è fondato sul consu-mismo culturale e sull’adeguamento a processi omologantidell’intera popolazione. Insieme alla televisione, i giornali, la pubblicità e le modestesse tendono a proporre e a farci accettare un modello di vi-ta che possa rispondere alle necessità del mercato. Quandoleggiamo un giornale siamo continuamente sollecitati ad ap-poggiare una precisa posizione, sia essa politica, sociale oeconomica. È vero che possiamo scegliere che tipo di giorna-le leggere o operare il confronto tra più giornali, ma resta co-munque difficoltoso percepire il meccanismo di manipolazio-ne che spesso si esercita nella formulazione della notizia inmodo sottile e persuasivo.La frase di Aristofane si rivela oggi straordinariamente attua-le proprio per la situazione di sostanziale condizionamento acui siamo sottoposti. Tale condizionamento non è grave sol-tanto perché limita, senza che ce ne accorgiamo, la nostra ca-

pacità di scelta e insieme la nostra capacitàcritica, ma ancora di più lo è perché, limi-tando tali capacità essenziali della menteumana, ne blocca l’intelligenza, lo sviluppo,la curiosità. Per questo Aristofane consigliadi custodire dentro di noi, come in una cas-sapanca le mele cotogne, le parole che han-no stimolato una nostra reazione, perché èsolo da tale reazione che si sviluppano l’in-telligenza e la capacità critica dell’indivi-duo. Ciò detto, credo comunque che non si

possa ritenere la televisione interamente responsabile di talemodello omologante, perché anche ogni singolo individuoche decide di adeguarvisi è ugualmente responsabile. A questo proposito, per sviluppare un giudizio critico sullerealtà, per saper sempre scegliere personalmente, uno deimodi più efficaci è quello di accostarsi e affidarsi più fre-quentemente alla lettura. Leggere aiuta a comprendere ilmondo in cui viviamo per il semplice fatto che ogni lettura,dal romanzo al saggio, può aprirci continuamente orizzontidiversi, presentarci un modo di osservare le cose a cui nonsiamo abituati, farci sentire appunto “qualcosa di inedito” chenon è necessariamente legato alle leggi commerciali dei no-stri giorni. Direi leggere soprattutto scrittori classici, che hanno saputoparlare e scrivere in modo tale da non poter essere mai di-menticati, ma invece riposti e conservati, ancora come le me-le cotogne, nella dispensa dell’umanità, perché questa possa“profumare” sempre di intelligenza.

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Cascina Campazzo, quando agricoltura e ruolo sociale vanno a braccetto

A cura della Fondazione Milano Policroma

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La Scapigliatura: Emilio Gola

Emilio Gola “Nevicata” Milano, Collezione privata

������La ricetta del mese

Tortiglioni del pecoraro�������� ������������di Anna Muzzana

Profumo di mele cotogne

Errata Corrige

Nel titolo della rubrica d’arte dedicata al-la Scapigliatura, pubblicata nel numeroscorso, segnaliamo un errore: il nome delpittore è Daniele Ranzoni e non Roberto.Ce ne scusiamo con i lettori e con il cura-tore della rubrica, Roberto Landoni.

Dal 5 al 7 febbraio si terrà l’ottava edizione di Identità Golose 2012, il congresso internaziona-le di Cucina e Pasticceria d’Autore. Quest'anno il tema è Oltre il mercato. Tra le novità, due sa-le adibite per degustazioni e uno spazio più ampio dedicato alle aziende espositrici. Per gli ap-passionati, un’occasione irrinunciabile: la prima edizione del Milano Food&Wine Festival(apertura sabato 4 febbraio). Le cucine saranno per la prima volta a vista, con la possibilità,per i visitatori, di avvicinare oltre 80 fra i migliori cuochi, pasticcieri e artigiani attesi da tuttoil mondo. Per info: www.identitagolose.it

Giuseppe Lippoli

Identità golose a Milano

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le rubriche14 ANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 ���������

1.1.1959Fidel Castro guida la rivolta all’Avana

La notte del 31 dicembre 1958 Ful-genzio Batista, attorniato dai suoifedelissimi, tentò di festeggiare ilsuo ultimo capodanno da dittato-re. Sapeva di avere le ore contate:la guerriglia contro un regime cor-rotto e despota stava per avere lameglio malgrado il forte divario

delle forze in campo e malgrado l’appoggio continuo degli Stati Uni-ti. Ma quando un popolo intero non ne può più di malversazioni, mi-seria e privazioni, diventa il più valido appoggio a qualunque formadi protesta. Fu così che il giovane avvocato Fidel Castro, uno deimaggiori protagonisti della rivolta cubana, poté entrare trionfanteall’Avana appena dopo la fuga di Batista nella Repubblica Dominica-na. Iniziava la grande epopea cubana, che dura tuttora, con luci edombre che misero in pericoloso conflitto le due grandi super poten-ze di allora: gli Stati Uniti con il tentativo d’invasione nella Baia deiPorci e Unione Sovietica, con l’installazione di missili terra/aria di-retti verso l’America.

24.1.1979Uccisione di Guido RossaChi era? Era un operaio specializzato, un sindacalista, un alpinistaappassionato di ascensioni, un fotografo. Era iscritto al Cai (ClubAlpino Italiano), lavorava presso la Italsider di Genova. Il partito alquale apparteneva (Pci) aveva invitato gli iscritti a vigilare contro ilterrorismo sia a destra che a sinistra. Dopo l’uccisione di Aldo Moro(1978) l’attività delle Brigate Rosse si era intensificata specie all’in-terno delle fabbriche dove ritenevano di avere appoggi logistici e so-stenitori. In Italsider operava un brigatista, Francesco Berardi cheGuido Rossa sorprende mentre tenta di distribuire volantini con lefamigerate risoluzioni delle Br. Denuncia il fatto ai Carabinieri i qua-li trovano all’interno dell’armadietto del Berardi, numerosi docu-menti compromettenti. Altri due delegati sindacali non affiancanoGuido Rossa nella denuncia e pertanto resta il solo a rendere testi

monianza durante il processo. Temendo una ritorsione dei brigatisti,il sindacato offre, per alcuni mesi a Rossa, una scorta formata daoperai volontari a cui lo stesso Rossa in seguito rinuncia. È il mo-mento della vendetta. Il 24 gennaio alle 6,35, Guido Rossa esce da ca-sa per recarsi al lavoro con la sua Fiat 850. Ad attenderlo un com-mando di 3 brigatisti. Gli sparano sei colpi uccidendolo. Da quel mo-mento, però, inizia lo sfaldamento dell’organizzazione terroristica chetroverà sempre meno appoggi soprattutto all’interno delle fabbriche.Guido Rossa è stato insignito di medaglia d’oro al valore civile.

27.1.1901Muore a Milano Giuseppe VerdiPerché quella paglia sparsa lungo la Via Manzoni e nelle strade adia-centi? Perché le carrozze a cavalli rallentano e quasi si fermano difronte al “Grand Hotel De Milan”? Da giorni Giuseppe Verdi è in ago-nia, non lo si vuole disturbare. Quando, a 87 anni, il suo cuore cede,si viene a sapere che il Maestro ha lasciato delle indicazioni per isuoi funerali: dovranno essere celebrati all’alba, senza sfarzo né mu-sica. Ma le sue ultime volontà non vengono rispettate. Non meno dicentomila persone seguono il feretro in silenzio come silenzioso è illoro pianto. Verdi ha lasciato, a tutto il mondo, le più belle musicheliriche e sinfoniche. Ma, in vita, ha anche incendiato gli animi di coloro che hanno lotta-to per la libertà della propria patria. Il canto sommesso degli ebreicacciati da Nabucodonosor, nel “Va pensiero...” ,“O signor che dal tet-to natio... “ ne “I Lombardi alla prima Crociata” (canto ricordato an-che dal Giusti nella celeberrima poesia “Sant’Ambrogio”), il coro del-l’Ernani “Si ridesti il Leon di Castiglia”, erano cori applauditi per piùminuti nei teatri italiani anche prima della proclamata Unità. VivaV.E.R.D.I. nascondeva l’acronimo di Viva Vittorio Emanuele Re d’Ita-lia. Verdi fu un patriota, convinto, sostenitore dei moti risorgimenta-li. Fu eletto deputato, nel collegio di Borgo San Donnino, dal 1861 al1865 e, successivamente, senatore dal 1874. In tutti i teatri del mon-do si rappresentano, tuttora con enorme successo, le opere verdiane,mentre in Italia l’interesse per la lirica è scarso e quasi nullo nei gio-vani. Peccato, è questione di allenamento musicale che i nostri medianon contribuiscono a diffondere.

29.1.1979Omicidio del magistrato Emilio AlessandriniImpegnato nella lotta al terrorismo soprattutto quello legato agli am-bienti della destra e della sinistra estremi, stava estendendo le proprieindagini al Sid (Servizio Informazioni Difesa) ramo dei servizi segretiche riteneva deviati e colpevoli anche della strage di piazza Fontana edell’uccisione di Roberto Calvi. Quella mattina aveva accompagnato ilpiccolo figlio a scuola prima di recarsi in Tribunale. Lo attesero in via-le Umbria e all’incrocio di via Muratori gli scaricarono addosso ottocolpi di pistola. Così muoiono i veri servitori dello Stato.

Accadde a gennaio���������������� Fatti di cronaca divenuti storia

A cura di Pinuccia Cossu

Nella nostra zona abita una persona che si occupa tutti i giorni di astri. È il professor Fabio Peri, astrofisico e Responsabile scientifico del Civico Pla-netario di Milano “Ulrico Hoepli”. Da questo numero, ogni mese, ci guiderà trapianeti, stelle e galassie, segnalandoci alcuni degli appuntamenti più inte-ressanti. Le osservazioni del cielo stellato si svolgono di solito nei pomeriggi dei finesettimana, per le scuole e le famiglie; mentre la sera di martedì e giovedì sitengono approfondimenti tematici dedicati agli appassionati. Cominciamocon un paio di affascinanti conferenze:Giovedì 26, ore 21.00 – Osservatori del cielo, druidi, sciamani e re: Astro-nomia ed Archeologia del potere. L’uso dell’Astronomia come strumento digoverno presso le culture antiche – Adriano Gaspani: “Così in Cielo, così in Ter-ra: la trasposizione del simbolismo cosmico sulla Terra”. Martedì 31, ore 21.00 – Miti e costellazioni orientali Chiara Pasqualini:“L’anno del Dragone”. Prezzo del biglietto: 3 euro intero; 1,50 euro ridotto.Per informazioni: 02 88463340 (lunedì-venerdì, ore 9:00-12:00), [email protected]

G. T.

“Occhio al cielo!”

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le rubricheANNO XVI NUMERO 01 GENNAIO 2012 15���������

TeatroDa giovedì 19 a domenica 22 da giovedì 26 a domenica 29– pre 20,45(alle 16 di domenica), Teatro Ringhiera, Romeo e Giulietta di W.Shakespeare. Traduzione testo di S. Quasimodo, regia Serena Sinigaglia,Compagnia Atir, Ingresso a pagamento.Venerdì 20 – ore 21, auditorium La Cordata, Tiremm innanz uno sguar-do sulla nostra storia. A cura di Clara Monesi, compagnia I rabdomanti.Ingresso libero.Venerdì 27 - ore 10, Centro Asteria, La banalità del male. Adattamentodal saggio di Hannah Arendt. Spettacolo teatrale di Paola Bigatto, Presenta-zione di Giuseppe Mari. Ingresso a pagamentoDomenica 29 - ore 11, Barrio’s Cafè, Il caffè lo preferiamo con il flauto.Storie vere ed inventate per meglio curiosare fra le note di musiche famose;dedicato ai bambini. A cura di: Danilo Faravelli e Francesco Marzano. In-gresso a pagamento.Venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 – ore 21, Maniaci d’Amore pre-senta Il nostro amore schifo. Spettacolo + aperitivo. Ingresso con tesserae/o a pagamento. Iscrizione on line altamente consigliata.Lunedì 30 - ore 21, Teatro Pim-Off, IN.CO. + La Voce del Corpo. Studioe spettacolo teatrale di Antonello Tudisco. A cura di PiM Spazio Scenico. In-gresso a pagamento.

ConcertiVenerdì 27 – ore 21, scuola media Arcadia, Maurizio Di Fulvio Trio(pro-gramma jazz). Ingresso libero.

ConferenzeMartedì 17 - ore 10, Centro Asteria, Auschwitz: quale speranza do-po un genocidio? Incontro con Nedo Fiano. Ingresso a pagamento.Domenica 22 – ore 15 Centro Asteria, Il Romantico Lombardo. Con-ferenza del ciclo “Milano Arte”. Ingresso a pagamentoVenerdì 20 – ore 9.30, Spazio del Sole e della Luna, tavola rotonda su Ado-lescenti e identità di genere. in cui saranno presentati obiettivi e percorsidel progetto “Identità femminile”, in corso di realizzazione a cui partecipano

l’istituto scolastico C. Varalli, la Società italiana di medicina dell’adolescen-za, la Clinica pediatrica di Novara e “Lei Web-RCS periodici. Interverrannoalla conferenza professori e preside del Varalli, rappresentanti del mondo delgiornalismo, della medicina, psicologia e delle istituzioni. Ingresso libero.Venerdì 27 – ore 21, Centro comunitario Puecher, Gli orrori dellaguerra. Presentazione del romanzo di Arturo Robertazzi Zagreb, Aìsara2011. Intervengono: l’autore, altri. Ingresso gratuito.Martedì 31 - ore 10, Centro Asteria, Incontro con ex deportati razziali,politici e militari. A cura di Andrea Binati. Ingresso a pagamento.

MostreDa giovedì 15 dicembre a mercoledì 18 gennaio negli orari di apertu-ra, Da Luca e Andrea, Entropia. Personale del pittore Simone Boscolo;curatori Fabrizio Gilardi e Alessandro Rizzo. A cura di Action Art. Ingresso li-bero.Da mercoledì 11 gennaio a mercoledì 25 gennaio negli orari di apertura,Biblioteca Fra’ Cristoforo, Segni e volti. A cura del Centro Diurno Di-sabili Itaca. Ingresso libero.Da giovedì 12 gennaio a sabato 28 gennaio negli orari di apertura.Hotel Grand Visconti Palace, L’Arte per la Cultura Sostenibile, mostracollettiva d’arte abbinata al concorso a tema omonimo. Ingresso libero.Da mercoledì 11 gennaio a domenica 29 gennaio negli orari di aper-tura, Galleria Zamenhof, Antologia 1999-2011. Personale del pittore Fa-bio Cuman. A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini- Ingresso libero.Da venerdì 2 dicembre a martedì 31 gennaio negli orari di apertura,Libreria Nuova Scaldapensieri. Fluctuat- Mostra fotografica di IvanoBorselli. Ingresso libero.Da martedì 10 gennaio a mercoledì 1 febbraio negli orari di apertu-ra, Biblioteca Chiesa Rossa, Illustrazioni delle mamme dell’ICAM Mostradelle mamme dell’Istituto a Custodia Attenuata per madri detenute. Ingres-so libero.Da mercoledì 18 gennaio a mercoledì 15 febbraio negli orari di aper-tura, Biblioteca Fra’ Cristoforo. Hidden face: visi reconditi di un inconscioMostra pittorica di Valter Valentino. Ingresso libero.

Riferimenti logisticiAuditorium La Cordata, via Zumbini 6, Atm 47, 74, 95. Barrio’s cafè, via Barona ang, via Boffalora, www.barrio.it.Biblioteca Chiesa Rossa, via San Domenico Savio 3, Atm M2, 3, 15,79, tel. 02/88465991.Biblioteca Fra’ Cristoforo, via Fra’ Cristoforo 6, Atm 59, 95, M2,www.comune.milano.it/biblioteche, tel. 02/88465806.Centro Asteria, piazza Carrara 17, Atm 3, 95, www.centroasteria.it, tel.02/8460919.Centro comunitario Puecher, via Ulisse Dini 7, Atm 15, 3 M3, tel.02/8266379.Da Luca e Andrea, Alzaia Naviglio Grande 34, Atm 9, M2, info: [email protected], www.actionart.jimdo.com.Galleria Zamenhof, Via Zamenhof 11, Atm 3, 15, 90, 91, www.galleria-zamenhof.com, tel. 02/83660823.Hotel Grand Visconti Palace, viale Isonzo 14, Atm 90, 91, 92, M3, S9,tel. 02/540341.Libreria Nuova Scaldapensieri, via Don Bosco davanti al n° 39, Atm34, 77, M3, info: tel. 02/56816807 www.nuovascaldapensieri.it.Scuola media Arcadia, via dell’Arcadia 24, Atm 15, 3, 79.Ristorante 400, via Campazzino 14 Milano tel . 02/89517771 e-mail: [email protected] del sole e della luna (x Casa della Pace) via Ulisse Dini 7,Atm 15, 3 M3. tel. 02/88458500.Teatro Pim-Off, via Selvanesco 75, ATM 3, 15, www.pimoff.it, tel.02/54102612.Teatro Ringhiera, via Boifava 17, Atm 3, 15, M2, www.atirteatro.it, tel.02/88458500Van Ghè ambulatorio d’arte, via via Bastia, 15, Atm M3, 24,www.van-ghe.it

Riccardo [email protected]

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Mese di gennaio 2012 A cura della Fondazione Milano Policroma

Fino a maggio cinque compagnie si alterneranno sul palcoscenico del teatrodi viale Lucania«Il palcoscenico si salverà solo grazie al teatro amatoriale» diceva Jean Vi-lar, il fondatore del celebre Théâtre National Populaire francese, pensando-lo non solo come una grande fucina di idee e di qualificati interpreti, ma an-che di competenti spettatori che ogni sera riempiono le platee dei teatri. Quelli cioè che non solo siano in grado di comprendere la trama, ma anchedi cogliere elementi della regia, particolari della costruzione del caratteredel personaggio e altre sottigliezze del mestiere. Dello stesso parere sembrano essere anche gli organizzatori della rassegnanazionale del teatro amatoriale “Camminando attraverso la voce” la cui se-sta edizione quest’anno ha trovato accoglienza presso il Politeatro (www.il-politeatro.org) di viale Lucania, 18. «La nostra idea è certamente quella didare voce e visibilità a chi fa teatro per passione. Ma non solo. Siamo con-vinti che questo tipo di manifestazione sia un’ottima occasione per avvicina-re in modo originale e divertente il pubblico di periferia a questa forma d’ar-te, a volte considerata un po’ elitaria». Parola di Luigi Ariotta, il direttore ar-tistico della manifestazione che da ottobre a maggio ospiterà otto compagnieprovenienti da varie regioni del paese. «I gruppi che saliranno sul palco sonostati selezionati dopo un’attenta visione di 152 dvd da parte della giuria pre-sieduta da Ombretta De Biase, drammaturga e regista teatrale, e costituitada sette esperti del settore tra cui Giacinto Sica, presidente del Circolo Filo-logico» continua Ariotta, che al festival rappresenta l’Uilt (Unione italiana li-bero teatro) di cui è il consigliere nazionale. «Molte volte dare la preferenza a uno piuttosto che all’altro è stato davverodifficile. Ma, potendo dare lo spazio solo a uno spettacolo al mese, l’abbiamodovuto fare e vi posso assicurare che le compagnie che vedrete sono davve-

ro le migliori».Dunque, niente professionisti per tutta la durata del festival. Ma non è il ca-so di lasciarsi condizionare da questa “restrizione”. Il teatro amatoriale di og-gi non è più quel “gruppo dell’oratorio” che molti si ricordano ancora. Tantoè vero che non di rado capita di vedere sul palco dei cosiddetti dilettanti chenon hanno nulla da invidiare a coloro che lo fanno per lavoro. Forse perché,rispetto al passato, avvicinarsi all’arte teatrale è diventato molto più sempli-ce. Numerose scuole offrono corsi di tutti i livelli e frequentarli è diventatoormai d’obbligo anche per chi vuole fare teatro solo per passione. «In più -aggiunge Ariotta - laddove gli attori lo fanno per diletto il teatro da sempreha un grande vantaggio. Può permettersi di far recitare le persone senza por-si dei limiti in termini numerici (che oggigiorno è considerato un lusso). Equesto spesso fa ritrovare sul palco quell’atmosfera di magia e di allegro gio-co che sempre più di frequente viene tralasciata per una serie di motivi». Ricordiamo anche che il teatro amatoriale da sempre si presta molto per gliambiziosi chi mirano in alto. La compagnia torinese “Tedacà”, vincitrice del-la rassegna dell’anno scorso, ne è un esempio. «Me ne sento particolarmen-te fiero perché ci teniamo molto a dare lo spazio a persone di talento» con-clude Ariotta orgoglioso. Ma anche se questo passaggio non accade, nessunproblema. Perché quello di cui un amatore sente un vero bisogno è recitare.Tanto meglio se non davanti a una platea vuota. Prossimo spettacolo l’11 febbraio, quando andrà in scena “Il matrimonio...nella buona e nella cattiva sorte” recita la compagnia “Gli scampoli” di Bra(Cn). Seguiranno: “Lavorare è un vizio” (10/3, compagnia “Gatte da pela-re”), “È successo un 48” (14/4, compagnia “Entrata di sicurezza”) e “il Piace-re dell’onestà” (5/5, compagnia dell’Eclissi).

Olga Romanova

GLI SPETTACOLI SI TERRANNO FINO A MAGGIO

Festival del Teatro amatoriale al Politeatro

Questo volume ha una storia affascinante, che si può sintetizzare così:dal web alle pagine del libro. Tutto comincia nel 2007 quando Germa-na Pisa legge che in Spagna il premier Zapatero ha lanciato un appel-

lo “Salviamo le parole in via di estinzione”. Le piace l’idea e a sua volta ladiffonde fra gli amici: Alfredo Tamisari la coglie e prende lo spunto da quel-l’articolo per ideare il Dizionario delle parole perdute. Mandano un appello in rete, con un vincolo: chi vuole rammentare unaparola caduta in disuso può farlo scrivendone un ricordo personale, unaneddoto, una curiosità, un episodio. «Perché ogni parola ha un’anima,incarna un vissuto, il vissuto di chi l’ha usata – dicono i curatori – dun-que perdere una parola significa far cadere nell’oblio una pluralità dimessaggi, cancellare sfumature e diversità». In tanti hanno mandato le

parole a loro care per farle rivivere, un tenero tentativo di tenersele an-cora nel cuore, quelle parole, perché ricordano l’infanzia, un evento, unperiodo sereno o triste della propria vita. Delle quasi 1350 parole giunte in redazione questo volume ne raccoglieuna significativa selezione. Non è esagerato definirlo testo storico. Un glossario tratto dalla vita quo-tidiana, un lavoro collettivo svolto fra sconosciuti, che hanno narratouna miriade di piccole grandi storie vissute in altri tempi, e le hanno ge-nerosamente donate ai lettori. Un libro che si può aprire a caso, ed eccoche alla lettera D troviamo “duplex”: «Un tempo, un’unica linea telefo-nica poteva essere condivisa fra due utenti che vi accedevano uno allavolta – e dopo avere descritto la sua prima dichiarazione d’amore fatta

attraverso quell’apparecchio, l’autore conclude – senz’altro si chiac-chierava meno di oggi, e neppure c’erano gli sms». E che cos’è il “baliati-co”? Oggi si chiama nido, in tempi andati al baliatico venivano ospitati ifigli piccoli delle tabacchine, ossia le operaie della Manifattura Tabac-chi. E poi “pidocchiera”, no, niente a che vedere con i pidocchi, ma eraun maglioncino di lana blu unisex e si portava sotto l’eskimo negli annisettanta. E via sfogliando le pagine ci vengono incontro tante parole ra-re, bizzarre, avvincenti, commoventi, divertenti, un alternarsi di ricordi,di emozioni, di storie a noi restituite attraverso preziosi frammenti di vi-ta. Parole salvate dai ricordi. Edizioni EmmeTi, pp. 436, 22 euro

Lea Miniutti

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Nelle pagine del tempo. Le parole salvate dai ricordi a cura di Alfredo Tamisari

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