Bilancio Sociale 2007
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AnffasTrentino Onlus
Bilancio Sociale2007
ANFFAS TRENTINO ONLUS sede di Trento via G. B. Trener 8telefono 0461 407511 internet www.anffas.tn.it email [email protected]
PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE Komunicazione, via roggia 26 rovereto (tn)telefono 0464 423691 internet www.komunicazione.it email [email protected]
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di Anffas; il secondo, perché con questo documentoAnffas Trentino onlus ha aperto una strada inedita diconfronto con i diretti fruitori delle nostre azioni: i ra-gazzi stessi e le loro famiglie. In quest’ottica il Bilan-cio Sociale diventa non solo rendiconto di progetti,di programmi, di attività e di risultati, ma anche im-pegno a dialogare con tutti i nostri collaboratori e in-terlocutori in maniera sempre più aperta,trasparente e costruttiva per realizzare insieme i no-stri più alti obiettivi. Un riconoscente e doveroso rin-graziamento va a tutte le persone che si sonoimpegnate con straordinaria professionalità e grandeimpegno a sviluppare e a scrivere questo preziosodocumento.
Maria Grazia Cioffi BassiPresidente Anffas Trentino onlus
Quando cinque anni fa costruimmo il primo bilanciosociale, esso era per noi uno strumento di comuni-cazione innovativo, poco conosciuto e non eravamoancora del tutto consapevoli delle enormi potenzia-lità che esso offriva. Oggi Anffas Trentino ha co-scienza dell’importanza di rendicontare in manieratrasparente e dettagliata il suo operato, con l’obiet-tivo di creare un rapporto sempre più solido e ma-turo con i propri interlocutori e con tutta lacomunità. Fermarsi a riflettere su cosa fa Anffas ecome lo fa, obbliga tutti noi a crescere, a maturarecompetenze nuove e a pensare, nel senso più ampiopossibile, a come realizzare al meglio la nostra mis-sione. Alla crescita dimensionale, infatti, corri-sponde una maggiore responsabilità che investe lanostra capacità di incidere in modo sempre più deci-sivo sulla qualità di vita delle persone che stiamogestendo e curando (e di saperlo rendicontare). Ècon particolare orgoglio, dunque, che presento que-sto nuovo Bilancio Sociale per due motivi: il primo,perché questo bilancio è il frutto dell’opera del per-sonale interno, segno tangibile che esso è divenutofinalmente strumento integrato nel modus operandi
PRESENTAZIONE
Questo quarto bilancio sociale rappresenta il conso-lidamento di un percorso iniziato nel 2004 e cheaveva come obiettivo principale quello di far cre-scere gradualmente tutta l’organizzazione verso unaconsapevolezza sempre più matura e coerente delruolo di ANFFAS TRENTINO nella comunità civile esociale della nostra provincia. Fin dall’inizio ci era-vamo resi conto che un bilancio sociale poteva e do-veva essere soprattutto una strada sulla qualecamminare assieme, personale e famiglie, ospitidelle varie strutture e professionisti esterni, Asso-ciazione e struttura operativa. Nei diversi anni ab-biamo cercato di rappresentare sempre piùprecisamente quello che per noi significava l’approc-cio alla disabilità, il rapporto con i genitori e con gliutenti, il progetto educativo e di vita, l’accompagna-mento quotidiano nella crescita del singolo individuoall’interno di contesti di gruppo, la relazione con ilcontesto esterno.
In questo bilancio sociale abbiamo cercato di raf-forzare la partecipazione dell’organizzazione alla co-struzione del documento, dando spazio in primoluogo a coloro che sono i destinatari ultimi del-l’azione di ANFFAS TRENTINO Onlus, gli ospiti dellevarie strutture, con i loro vissuti e le loro emozioni,con le loro speranze e le loro, legittime, richieste.
Un’organizzazione, tuttavia, vive anche grazie acoloro che vi spendono tempo lavorativo, costi-tuendo, senza retorica, un vero “capitale” di cono-
scenze, di competenze, di passione e professiona-lità. Il capitolo dedicato al “capitale intellettuale”vuole dare riconoscimento all’opera, spesso silen-ziosa, di tantissime persone che hanno sceltoquest’ambito di lavoro come una vera e propria vo-cazione.
Abbiamo cercato di dare più spazio inoltre ai no-stri volontari, risorsa preziosissima ed insostituibile afianco di ANFFAS TRENTINO.
Ribadiamo, infine, nel capitolo dedicato alla ri-classificazione e distribuzione del “valore aggiunto”,che la spesa sociale non è costo improduttivo mavero e proprio investimento, poiché contribuisce acreare ricchezza ed a sviluppare l’economia trentina.Crediamo sia un ragionamento importante, alla lucedella nuova legislatura provinciale che inizia, per laquale auspichiamo davvero un’attenzione sempremaggiore alla persona, specialmente a quella più indifficoltà, ed al suo benessere, attuale e futuro.
In conclusione desidero rivolgere un ringrazia-mento sentito e particolare da parte della DirezioneGenerale a tutti coloro che hanno collaborato alla re-dazione di questo bilancio sociale, tappa importantedi una strada da percorrere assieme, di una crescitada accompagnare giorno per giorno.
Maurizio Cadonna
UN CAMMINO DA PERCORRERE ASSIEME
presentazione
introduzione
i principi di riferimentoI presupposti dell’attività educativaIl manifesto istituzionaleIl progetto educativoL’educazione della persona con disabilità: diversità ed integrazione nel progetto educativo La ricchezza di una pluralità di approcci
gli stakeholderDefinizione e classificazione e rappresentazione
GLI STAKEHOLDER INTERNIIl personaleGli utentiLe famiglieI volontari
GLI STAKEHOLDER ESTERNI
identita’ aziendaleLa storiaIl sistema di corporate governanceLa missionIl modello organizzativo
nota metodologica
Il Processo partecipatoIl dialogo con gli stakeholderGli standard di riferimentoLe novità
INDICE3
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la relazione socialeI Principali concettiIl concetto di performance e la scelta degli indicatori
SERVIZI RESIDENZIALINuova Casa SerenaLa Meridiana Le Comunità Alloggio
SERVIZI DIURNICentri Socio EducativiCentri Socio OccupazionaliIl Paese di Oz Il progetto Per.LaServizio di Assistenza ScolasticaServizio di Educativa Domiciliare
le attivita’ accessorieEventiRaccolta Fondi
dati economiciProduzione e distribuzione del valore aggiuntoLa teoria del Capitale Intellettuale
SERVIZI DI SUPPORTOAssistente socialeAssistenza sanitariServizio SAI?Soggiorni Estivi
bibliografia di riferimento
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INTRODUZIONE
Anche quest’anno Anffas ha elaborato il proprio Bilancio Sociale: si tratta di un docu-mento sempre più indispensabile per comunicare le attività, la qualità e i risultati chel’Associazione realizza nei sui servizi.
Una delle prime responsabilità di Anffas è infatti l’impegno a perseguire e renderepubblica la propria mission, rendendo conto ai propri stakeholder e fornendo un’infor-mazione chiara sugli scopi che persegue, sulle finalità, sui tempi e sulle modalità di at-tuazione delle iniziative da sostenere.
Ancora una volta l’elaborazione del testo di bilancio è per Anffas qualcosa di piùche un semplice resoconto dell’attività: è un importante momento di formazione e dicrescita per il management e il personale; attraverso gli incontri, i focus group, gliscambi di informazione, è possibile compiere delle valutazioni per poi elaborare lenuove linee di sviluppo dei servizi in un’ottica di miglioramento continuo. Il Bilancio So-ciale è quindi un supporto per i processi gestionali, che facilita il processo interno dicomunicazione, di gestione e legittimazione della propria azione. Si è consolidato neltempo come “pratica di apprendimento organizzativo, di diffusione della cultura e deivalori fondativi istituzionali, ben più efficacemente di altre prassi formativetradizionali”1, consentendo la valorizzazione dei contributi di tutte le persone chehanno preso parte al processo di costruzione del documento.
Coerentemente dunque con il percorso iniziato con la pubblicazione del primo Bilan-cio, il documento mantiene in gran parte la struttura per sezioni che ormai lo caratte-rizza dalle precedenti edizioni.
Questo fa sì che il lettore esperto si trovi di fronte ad un documento facilmente frui-bile, in cui si sa già orientare e dove può facilmente reperire le notizie e le informazioniche maggiormente lo interessano. Per coloro che invece si avvicinano per la primavolta alla realtà di Anffas, oltre alla nota metodologica, il bilancio presenta comunqueuna chiara suddivisione in capitoli per aree tematiche:
CHI E’ ANFFAS con i capitoli sull’Identità aziendale, I principi di Riferimento, Glistakeholder;CHE COSA FA ANFFAS con i capitoli La Relazione Sociale, Le attività accesso-rie; NUMERI DI ANFFAS con il capitolo Dati economici.
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1 Anffas Trentino Onlus, Bilancio Sociale 2006
NOTA METODOLOGICA
IL PROCESSO PARTECIPATOL’elaborazione del documento è stata caratterizzata da un’operazione di coinvolgi-mento e consultazione dell’intera compagine dei collaboratori di Anffas, di coloro cioèche materialmente nell’esercizio quotidiano del proprio ruolo e delle proprie funzioni,concorrono a perseguire la mission aziendale.
Sono stati quindi coinvolti fin dall’inizio tutti i responsabili di settore e di strutturaoperativa, semplice e complessa. Un coinvolgimento che ha richiesto energie e impe-gno da parte di tutta l’organizzazione: nella vita quotidiana infatti gli addetti ai lavorisono concentrati generalmente sull’operatività (”le cose da fare”), le emergenze ed ibisogni degli utenti, cosicché il momento dedicato alla riflessione rimane sempre resi-duale.
Lo sforzo richiesto è stato comunque accolto favorevolmente: sia da chi già da anniconosce le opportunità correlate all’adozione del bilancio sociale, vero e proprio stru-mento sintetico di gestione dell’azienda non profit, sia da chi si è visto coinvolto per laprima volta. Proprio questi ultimi, infatti, hanno apprezzato il sentirsi protagonisti enon solo spettatori.
Dopo tre edizioni in cui la funzione di direzione e di gestione del processo era stataaffidata a un professionista esterno all’Associazione, quest’anno si è deciso di intra-prendere un percorso di autonomia nella stesura del documento, proprio perché il Bi-lancio Sociale è un documento di crescita interna, dove si possono anchesperimentare modelli partecipativi e informativi innovativi. Pertanto, il coordinamentodei lavori è stato affidato a Elena De Gasperi e a Anna Maria Proli (Area Qualità), conla supervisione di Maurizio Pangrazzi.
Hanno preso parte al processo partecipato di costruzione del bilancio sociale: Mau-rizio Cadonna, Mauro Fedrizzi, Massimiliano Deflorian, Anna Maria Proli, Elena De Ga-speri, Francesca Predelli, Tiziana Carli, Elisabetta Torzi, Annachiara Marangoni, TizianoGomiero, Elisa De Bastiani, Carla Pontara, Elisabeth Weger, Tiziana Menegatti, Gian-luca Primon, Silvia Decarli, Linda Pizzo, Carlo Dalmonego, Alberto Cortelletti, MassimoZeni, Andrea Bosetti, Marco Scarazzini, Cristina Menegatti, Madalena Tamanini, Da-niela Ropele, Maria Chiara Giorgi, Antonella Aste, Gianni Rizzi, Ferrrari Stefania, OscarZuccotti, Lorenzo Passamani, Luca Vareschi, Elena Chini, Sonia Ciorli.
IL DIALOGO CON GLI STAKEHOLDERL’altra dimensione che pervade il processo di costruzione del bilancio sociale è quellarivolta verso l’esterno ovvero l’interazione e l’interlocuzione con la rete degli stakehol-
NOTA METODOLOGICA 11
der, una pluralità di relazioni con una molteplicità eterogenea di soggetti che intenzio-nalmente e strategicamente sono presidiate dall’Associazione.
Dare voce agli stakeholder è un impegno che Anffas si è posta fin dall’inizio, nellaconvinzione che sia necessario dialogare sistematicamente con la rete locale percreare rapporti duraturi tra portatori d’interesse e Associazione, per soddisfare leaspettative reciproche, consolidare il consenso sulle finalità da perseguire e la legitti-mazione del proprio agire, per promuovere la costruzione di un linguaggio comune.
Lo scopo del dialogo non risponde quindi ad una logica strumentale di controllo eprevenzione di eventuali conflittualità, ma alla ricerca di un dialogo costante e dura-turo in cui si vince in due2. In quest’ottica sono stati promossi momenti strutturati diconfronto con una selezione di stakeholder significativi con i quali si è instaurato undialogo costruttivo.
Anffas è peraltro ben consapevole della rilevanza della sua presenza e della sua at-tività sul territorio provinciale, non già esclusivamente per gli evidenti risvolti sociali,ma anche per i benefici di natura economica che restituisce al territorio, quelle “ester-nalità positive” di cui si dà conto a proposito della riclassificazione del valore aggiunto.
Quindi il conoscere e gestire le relazioni permette di perseguire la mission all’in-terno di una comunità che legittima le azioni di ANFFAS attraverso la condivisione deivalori che la muovono.
LE NOVITA’Pur mantenendo una strutturazione simile alle edizioni passate, sono stati introdottidei cambiamenti, frutto di maturazione e acquisizione di maggior consapevolezza daparte dell’equipe che si occupa del bilancio.
Dopo la descrizione dell’identità aziendale, si passa all’ormai consueto capitolo de-dicato agli stakeholder, quest’anno ancora più corposo. Maggior spazio è infatti dedi-cato ai due stakeholder interni primari: da una parte gli utenti, dall’altra le famiglie.
Questa scelta è stata fatta partendo da una riflessione sulla mission, la quale pre-vede che l’Associazione faccia confluire i suoi sforzi per “promuovere il benesseredella persona con disabilità e della sua famiglia, attraverso attività….[..]”.
Se nelle edizioni passate ci si è concentrati soprattutto su quell’ “attraverso” , de-scrivendo dettagliatamente le attività e i progetti di ANFFAS, in questa edizione sisono volute spendere maggiori energie nel valutare qual è effettivamente l’impattosul benessere della famiglia prodotto dall’attività di ANFFAS, verificando se la famigliastessa è consapevole del ruolo di partner attivo che ha rispetto all’intervento di AN-FFAS.
Ecco perché sono stati strutturati momenti di dialogo con alcune famiglie, per cer-care di capire la loro percezione dell’operato di Anffas.
In secondo luogo, proprio perché al centro di Anffas vi è l’utente, si sono creatianche dei momenti di dialogo con i singoli utenti, come testimonianza diretta degli in-terventi educativi, riabilitativi, pedagogici attuati dall’equipe di riferimento.
Siamo consapevoli che questo è solo un primo passo verso la costruzione di unostrumento sempre più adeguato a dare spazio all’espressione di sé degli utenti. Le in-terviste, pur nei diversi stili narrativi che le contraddistinguono, rappresentano unafase del lavoro che Anffas sta compiendo, anche attraverso il bilancio sociale, per do-
12 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
2 La logica,infatti, con cuisi sono utilizzati gli stru-menti di confronto e dia-logo con gli stakeholder sirifà a quell’approccio dellateoria del gioco che glistudiosi di managementchiamano win-win: en-trambe le parti vincono,ottengono qualcosa.
tarsi di strumenti di monitoraggio e valutazione delproprio operato con gli utenti, nella direzione trac-ciata dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui dirittidelle persone con disabilità e ben sintetizzata dalloslogan “niente su di noi senza di noi”.
Per quanto riguarda la descrizione delle attività edei servizi caratterizzanti, il documento mantieneuna costante preoccupazione metodologica rispettoalla chiarezza e all’esaustività della documentazionedi ciò che ANFFAS realizza, offre, propone e so-stiene in termini di servizi per la disabilità intellettivae relazionale: ciò equivale a dare conto di come sipersegue la propria mission.
Una maggior chiarezza è stata perseguita attra-verso la sinteticità della descrizione dei servizi (ri-prendendo il già consolidato schemainput-output-outcome).
Nel tradizionale capitolo dedicato al valore ag-giunto è stata introdotta un’analisi innovativa se-condo la teoria del Capitale Intellettuale, redatta daFrancesca Predelli, laureanda presso la Facoltà diEconomia dell’Università di Trento.
Il tema centrale di questo recente approccio è ladeterminazione della conoscenza come Capitale In-tellettuale, inteso come tutto quel materiale intellet-tuale (sapere, informazioni, proprietà intellettuale,esperienza) che può essere impiegato per crearericchezza per l’organizzazione che lo detiene. Se-condo questa teoria, il Capitale Intellettuale deveessere individuato e gestito dall’organizzazione alloscopo di essere valorizzato attraverso una sua cor-retta misurazione, resa possibile da particolari indicicontabili.
GLI STANDARD DI RIFERIMENTO Il bilancio sociale 2007 di Anffas Trentino Onlus èstato redatto nel rispetto delle indicazioni determi-nate dai seguenti standard nazionali e internazionali:
Global Reporting Iniziative, Linee guida sul re-porting di sostenibilità, 2002.
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GBS Gruppo di studio per il bilancio sociale,Principi di redazione del bilancio sociale,aprile 2001
AccountAbility Institute of social an ethicalaccountability, Stakeholder EngagementStandard, settembre 2005
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IDENTITA’ AZIENDALE
LA STORIAAnffas (Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli, Adulti Subnormali) è la prima asso-ciazione italiana sorta a tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro fami-glie.
Si è costituita nel 1958 come associazione nazionale, per iniziativa di alcuni geni-tori: molte infatti erano le famiglie che si ritrovavano sole ad affrontare un problemamolto più grande di loro, in un ambiente indifferente e spesso ostile.
Era quindi necessario unirsi per cercare un modo per sconfiggere la tendenza allarassegnazione e recriminazione, per non sfuggire al silenzio e all’isolamento, per co-struire un futuro per i propri figli. Era inoltre fondamentale assumersi la responsabilitàdi individuare strade possibili da percorrere per cercare di suscitare nella comunità at-teggiamenti differenti verso le persone in situazioni di disagio. L’unico modo per nonsentirsi deboli era quello di trovare altre famiglie con cui condividere le difficoltà e concui ricercare soluzioni ai problemi.
La sezione di Trento viene fondata nel 1965. Nel 1966, viene effettuata la prima riu-nione tra i genitori e organizzato un dibattito pubblico per evidenziare e coinvolgere lacittadinanza nel problema della cura e del recupero dei ragazzi disabili e in quest’occa-sione arriva il primo sostegno economico per l’associazione appena costituita.
L’obiettivo principale che veniva perseguito era quello di superare la logica del-l’emarginazione e dell’assistenza e pretendere che anche le persone con abilità limi-tate fossero riconosciute come soggetti di diritti. Si voleva dunque puntare su ciò cheil bambino può fare e non sulla sua minorazione, impegnandosi nel riconoscere e valo-rizzare miglioramenti anche minimi e scoprire in lui nuove abilità. Le famiglie richiede-vano numerosi interventi e, come primo passo, fu costruita la scuola maternaspeciale. In seguito i ragazzi con disabilità sono stati inseriti nelle classi normali dellascuola pubblica, ed è così stato possibile realizzare esperienze di integrazione. Nel1967 venne inaugurato il primo centro socio-occupazionale, per risolvere il problemadei ragazzi in età post-scolare, e nel 1969 venne aperta la prima comunità alloggio.
All’inizio degli anni ’70, venne così chiusa una prima fase preparatoria del progettopredisposto dai genitori, il quale si prefiggeva di assicurare il pieno diritto di cittadi-nanza ai disabili, richiamare l’impegno dell’intera collettività per superare i pregiudizi,promuovere informazioni per costruire sensibilità, accettazione, rispetto dei disabili,promuovere e concorrere alla messa a punto di leggi e regolamenti.
I punti di forza dell’associazione ormai consolidata, erano il radicamento territorialeche coinvolgeva le risorse locali, e la famiglia come protagonista assoluta della produ-
IDENTITÀ AZIENDALE 15
zione di un bene comune, con le sue capacità di relazione e di funzione solidaristicanegli interventi formali ed informali.
Nel 1981, viene costituito il Centro Piccoli Down, in seguito rinominato “Il Paese diOz”, primo centro in provincia ad occuparsi della riabilitazione dei bambini con Sin-drome di Down con un approccio inter-relazionale, che si prende cura del figlio e dellafamiglia, coinvolgendoli con terapisti ed educatori nel cammino verso la costruzione diun futuro migliore.
Il percorso fatto è stato lungo e ha richiesto grande impegno, le istituzioni, inizial-mente scettiche, sono state sensibilizzate ad affrontare il problema delle persone condisabilità, e sono state sempre più coinvolte nel cammino di Anffas. I dati che di annoin anno sono stati raggiunti sottolineano l’aspetto evolutivo dell’attività, che risultacosì aperta alla ricerca e alla sperimentazione, alla nascita di nuove relazioni e rap-porti, nuove alleanze e collaborazioni, riformulando programmi e regole, con l’atten-zione comune verso il potenziamento delle possibilità dei ragazzi e al consolidamentodell’esperienza fatta.
L’associazione nel corso della propria esperienza ha cambiato la propria denomina-zione in “Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o rela-zionale”, mantenendo comunque l’acronimo storico.
Nel 2000 è riconosciuta Onlus e da ottobre 2002, Anffas Nazionale ha optato peruna forma organizzativa più funzionale ed adeguata ai tempi, divenendo una federa-zione di 183 Associazioni autonome e indipendenti, legate tra loro da un patto di soli-darietà che ne connota le caratteristiche e ne delinea i valori e i principi ispiratori diriferimento: i diritti di cittadinanza, il sostegno alle famiglie e la solidarietà tra le per-sone.
La sezione di Trento è composta da 46 unità operative distribuite sul territorio diTrento città e Provincia.
Anffas Trentino onlus rappresenta oggi una realtà concreta nel territorio, aperta alcambiamento e pronta ad intraprendere le sfide della modernità, rimanendo tuttaviasalda nel suo principio originario: essere un’associazione di famiglie. L’associazionetrae la maggiore ispirazione proprio dal valore che la famiglia esprime come primariaforma di società. Lo stare insieme, il considerare tutti quali membri di un’unica entità,dove la diversità viene vissuta come una ricchezza e dove tutti sono risorsa che contri-buisce al benessere generale, è il principale motivo che sostiene la sua opera quoti-diana. La difesa dei diritti dei più deboli e la ricerca della dignità di cui ogni persona hadiritto, sono i motivi per i quali giorno dopo giorno Anffas Trentino onlus, attraversoservizi concreti e tangibili, diffonde una cultura di solidarietà, orientata alla costruzionedi una “società civile”.
16 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
IL SISTEMA DI CORPORATE GOVERNANCEAssemblea dei sociAnffas Trentino onlus conta 415 soci (al 31 dicem-bre 2007) che costituiscono l’Assemblea, la qualeelegge il Presidente dell’associazione, definisce ilnumero ed elegge i membri del Consiglio Direttivo.Le assemblee sono ordinarie e straordinarie. L’As-semblea ordinaria è convocata almeno una voltaall’anno, entro il 30 aprile dell'anno successivo aquello di competenza per l’approvazione del contoconsuntivo. Le assemblee sono convocate, in ognicaso, qualora particolari esigenze lo richiedano e co-munque quando ne faccia richiesta almeno unquinto più uno dei soci aventi diritto di voto. L’As-semblea, legalmente convocata e costituita, rappre-senta l’universalità dei soci. Le sue deliberazionilegalmente adottate obbligano tutti gli associatianche se non intervenuti.
L’Assemblea ordinaria:
elegge il Presidente dell’Associazione, cheassume la carica di Presidente e compo-nente del Consiglio Direttivo;
definisce il numero ed elegge i membri delConsiglio Direttivo;
delibera sul programma di attività dell’Asso-ciazione e sui regolamenti per il suo funzio-namento;
IDENTITÀ AZIENDALE 17
LA MISSION
“PROMUOVERE IL BENESSERE DELLA PERSONA CON DISABILITÀ INTELLETTIVA E RELAZIONALE E
DELLA SUA FAMIGLIA, ATTRAVERSO ATTIVITÀ EDUCATIVE ED ABILITATIVE, FINALIZZATE ALL'ASSI-STENZA E ALLA FORMAZIONE, SVOLTE IN APPOSITE STRUTTURE, DIFFERENZIATE IN BASE A BI-SOGNI ED ETÀ, ALLO SCOPO DI FAVORIRNE L'INTEGRAZIONE SOCIALE E DIFFONDERE UNA REALE
CULTURA DI ACCETTAZIONE DELLA DIVERSITÀ”.
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approva, sentito il parere del collegio dei re-visori dei conti, il conto consuntivo;
elegge il Collegio dei Revisori dei Conti;
stabilisce, su proposta del Consiglio Diret-tivo, l’importo annuale delle quote associa-tive;
delibera su ogni altro argomento che nonrientri nella competenza dell’Assembleastraordinaria;
elegge il rappresentante dei Soci all’Assem-blea dell’Associazione Anffas Nazionale conle modalità definite nel regolamento;
delibera obbligatoriamente l’adozione dellaCarta dei Servizi comprensiva dei livelli mi-nimi di qualità in conformità dello schemapredisposto dall’Anffas Nazionale.
L’Assemblea straordinaria delibera sulle mo-dificazioni statutarie, sullo scioglimento esulla conseguente devoluzione del patrimo-nio sociale.
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Consiglio DirettivoIl Consiglio Direttivo è attualmente composto da 9 membri.
I membri eletti hanno diritto ad un solo voto. Non è ammesso il voto per delegao per corrispondenza. Possono partecipare alle riunioni del Consiglio i membri delCollegio dei Revisori dei Conti. Può partecipare alle sedute del Consiglio Direttivosenza diritto di voto qualsiasi persona che per competenze o compiti scientifici oamministrativi sia stata invitata dal Presidente.
I membri del Consiglio Direttivo durano in carica quattro anni e sono rieleggibili.Il Consiglio Direttivo elegge nel suo seno il Vice Presidente, il Tesoriere ed il Segre-tario.
Le riunioni del Consiglio Direttivo sono convocate, di norma con cadenza bime-strale, dal Presidente, di sua iniziativa o su richiesta di almeno tre consiglieri.
Il Consiglio è validamente costituito con la presenza di almeno la metà più unodei suoi membri.
Le deliberazioni del Consiglio vengono assunte con il voto favorevole della mag-gioranza dei presenti. In caso di parità, prevale il voto del Presidente.
Il Consiglio Direttivo ha tutte le facoltà ed i poteri necessari per il consegui-mento dei fini dell’Associazione e per la gestione ordinaria e straordinaria dell’As-sociazione stessa che non siano dalla legge o dallo statuto espressamenteriservati all’Assemblea. Può delegare alcune funzioni ad un Ufficio di Presidenza,appositamente costituito.
La PresidenzaIl Presidente presiede il Consiglio Direttivo, rappresenta l’associazione davanti aterzi ed in giudizio e firma in nome dell’associazione. Può adottare a tutela dell’as-sociazione eventuali provvedimenti di ordinaria amministrazione in caso di neces-sità ed urgenza, salvo riferirne al Consiglio Direttivo per la necessaria ratifica.
L’Ufficio di presidenzaDato l'aumento della complessità dell'associazione (aumento delle sedi operative,del numero di servizi offerti e del numero del personale dipendente) si è reso op-portuno, per snellire le procedure decisionali, creare l'”Ufficio di Presidenza”, alquale sono delegate competenze decisionali nella gestione ordinaria.
Il collegio dei revisori dei conti Il Collegio dei Revisori dei Conti è formato da tre membri che in generale hanno ilcompito di vigilare sull’amministrazione dell’associazione verificando la regolaritàdella gestione dei fondi e accertando la correttezza del rendiconto annuale.
18 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Di seguito si dà rappresentazione dell’assetto istituzionale dell’Associazione.
IL MODELLO ORGANIZZATIVOLa struttura organizzativa dell’Associazione, considerata come sistema, è abbastanzacomplessa. Dal punto di vista gerarchico si interfaccia con il piano istituzionale, e se-gnatamente con l’Ufficio di Presidenza, in via ordinaria tramite la Direzione Generale.Sotto il profilo funzionale il modello prevede tre distinte Direzioni:
la Direzione Generalela Direzione dei Servizila Direzione di Casa Serena
Dalla Direzione Generale dipendono funzionalmente i seguenti settori di attività:volontariatofund raisingcomunicazionequalità
Afferiscono alla Direzione Generale alcune prerogative:i rapporti istituzionalii rapporti con la sede nazionale.
A supporto della Direzione Generale agisce la Segreteria di Presidenza e di Direzione.
Il Centro residenziale “Nuova Casa Serena” è una struttura divisionale di Anffas, cheha sede, organico e funzioni specifiche. La Direzione di Casa Serena agisce in autono-mia organizzativa.
IDENTITÀ AZIENDALE 19
Figura 1 Assetto istituzionale
ASSEMBLEA DEI SOCI
DIREZIONE GENERALE
UFFICIO DI PRESIDENZA
COLLEGIO DEI REVISORI DI CONTIPRESIDENTECONSIGLIO DIRETTIVO
1.2.3.
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––
Dalla Direzione dei servizi dipendono funzionalmente:i Centri socio-educativii Centri socio-occupazionaliil Centro abilitativo Paese di Oz (con il correlato progetto Cresciamo in-sieme)le Comunità alloggioil servizio di assistenza scolasticail servizio di assistenza educativa domiciliareil servizio relazioni esterne (e il correlato servizio per i soggiorni estivi)il progetto Per.La con i correlati settori della formazione professionalespeciale, dell’inserimento lavorativo (tirocini formativi, accompagnamentoall’inserimento lavorativo, riqualificazione)
A supporto della Direzione dei Servizi agiscono i servizi gestionali generali (ammini-strazione del personale, economato, contabilità e amministrazione, economato, in-formatica, segreteria generale).
Afferiscono inoltre alla Direzione dei servizi, con funzioni di consulenza a valereprevalentemente sui servizi territoriali, lo staff psico-pedagogico, l’assistenza sani-taria e l’assistenza sociale.
Da ottobre 2007 dato l’aumento della complessità aziendale (aumento del numerodi sedi operative, maggior differenziazione dei servizi), sono state introdotte nuovefigure di coordinamento:
Coordinatore di struttura operativa complessa, che comprende più centri o co-munità, il quale è gerarchicamente sovraordinato a tutti coloro che lavoranonella struttura complessa ed è responsabile del buon funzionamento dellastessa. Esso svolge diversi compiti, tra i quali citiamo quello di impostare il la-voro nella struttura complessa per attuare le linee decise da Anffas Trentino,secondo il modello condiviso con l’Azienda. Dà inoltre indicazioni ai respon-sabili di struttura operativa semplice per l’attuazione della programmazioneeducativa ed operativa, verificando periodicamente la qualità del lavoro svolto.Egli affianca i responsabili di struttura semplice nei momenti critici e di diffi-coltà e negli incontri con le famiglie. Infine, organizza incontri con i responsa-bili di struttura semplice e con il Direttore dei Servizi.Vice coordinatore di struttura operativa complessa: attua le deleghe di fun-zioni attribuite dal Coordinatore, le quali sono riferite all’organizzazione, airapporti con una particolare struttura operativa, i servizi di supporto e gli in-contri con i Servizi Pubblici e le famiglie. Infine egli sostituisce il Coordina-tore in caso di assenza.Responsabile di struttura operativa semplice: è sovraordinato alle personeche lavorano nella struttura operativa semplice. Egli è responsabile dell’ap-plicazione dei programmi di lavoro, delle attività svolte o da svolgere edell’attuazione delle indicazioni ricevute, nonché della documentazione am-ministrativa e della corretta e puntuale consegna della medesima. E’ inoltrel’interlocutore diretto con le famiglie e del Genitore Responsabile, e parte-cipa agli incontri convocati dal Coordinatore.
20 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
–––––
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1.
2.
3.
IDENTITÀ AZIENDALE 21
I PRINCIPI DI RIFERIMENTO
I PRESUPPOSTI DELL’ATTIVITÀ EDUCATIVAPer un’istituzione come Anffas, che vanta una storia di quarant’anni di presenza quali-ficata sul territorio, il riferimento a solidi capisaldi della propria azione costituisce unaresponsabilità e un dovere etico, ancor prima che un ideale regolativo e culturale uni-ficante.
In precedenza già si era avuto modo di fornire diffusamente le ragioni della neces-saria correlazione tra prassi pedagogico-educativa e fondamenti antropologici di riferi-mento, all’interno di un quadro giustificativo non già logico-deduttivo, madialogico/dialettico tra riferimenti epistemologici, azione intenzionale e assiologia. Quibasti quindi richiamare che la mission di Anffas Onlus Trentino è di natura eminente-mente educativa. È pertanto necessario procedere ad un’esplicitazione rigorosa di ciòche sta all’origine dell’esperienza e della vita associativa. I tre paragrafi che seguonointendono proprio riassumere – pur nei limiti dettati dalla natura di un documentocome il bilancio sociale – i tratti identitari dell’Associazione.
IL MANIFESTO EDUCATIVO ISTITUZIONALE Il riferimento valoriale, che Anffas adotta per il raggiungimento dei suoi scopi, èespresso dalla teoria semantica della persona e trova fondamento tra gli altri nel per-sonalismo cristiano di Mounier e Maritain3. Questa visione antropologica costituisce lacornice di riferimento all’interno della quale prende corpo il progetto educativo e più ingenerale verso il quale tendono in modo sinergico tutti i servizi che vengono propostiper ogni ospite di Anffas Trentino onlus.
Il soggetto affetto da handicap è persona, cioè una “struttura di desiderio”, poichéogni uomo, per il fatto stesso di esistere, afferma nella sua vita un significato per cuivale la pena vivere4, e come tale ha il diritto di essere aiutato a realizzare tutte le suepotenzialità, che vanno sempre inquadrate all’interno di un progetto di vita comples-sivo.
In modo sintetico possiamo identificare, in chiave esistenziale, il desiderio di felicitàcome il motore di ogni agire umano. Tutte le forme umane nascono da questo feno-meno, da questo dinamismo costitutivo dell’uomo. Il desiderio accende il motoredell’uomo, indicando in questo modo quel complesso di esigenze ed evidenze origina-rie che sono innate ed inestirpabili. In tale contesto la prima attività educativa (e-du-
I PRINCIPI DI RIFERIMENTO 23
3 Citiamo solo a titoloesemplificativo JacquesMaritain, L’Educazione alBivio, ed. La Scuola, Bre-scia 20004 G. Chiosso, Teoriedell’educazione e dellaformazione, MondadoriUniversità, pagg.126-128
cere trarre, condurre fuori, far emergere) consiste nel facilitare e nel fare emergerel’espressività di questo elemento costitutivo, quindi disegnare un profilo funzionaleche tenga conto di questo dinamismo.
Immediatamente dopo, la prassi educativa deve tradursi in un accompagnare5
la persona che ci è affidata in un percorso che deve configurarsi come un’introdu-zione alla realtà totale e che, quindi, può e deve partire dall’intervento individuale,ma deve poi tradursi nel massimo di integrazione sociale possibile in quel mo-mento e che deve essere sempre guidato da una intenzionalità6 ben chiara. La per-sona a partire dalla propria condizione (fisica, economica, sociale, psicologicaecc.) è concepita come titolare di diritti e doveri che confluiscono nella sua voca-zione alla realizzazione integrale della propria personalità e che si accresce dalla di-mensione individuale/personale a quella comunitaria in un percorso diallargamento concentrico delle esperienze.
La proposta differenziata e progressiva di esperienze (che costituisce il fulcrodell’attività educativa) per essere fatta propria dal soggetto deve essere mediata,aiutandolo così a coglierne il significato.
L’accompagnamento/mediazione non sono intesi come applicazione di attività odi strategie educative, ma come un’arte che si adatta alle singole circostanzed’esercizio e alle diverse tipologie di relazione che vi possono essere; non vi è in-fatti alcun apprendimento culturale che non sia mediato da un altro da sé (genitori,insegnanti, colleghi, coetanei, libri, “media”, ecc.) e necessariamente varia in con-siderazione dell’età, delle condizioni della persona e delle circostante concrete ocircostanze d’esercizio (sociali, economiche ecc.) in cui si svolge l’azione educa-tiva.
Lo strumento di analisi per definire le tappe di un percorso autentico di sviluppodella persona è rappresentato non da un singolo, ma dall’equipe multidisciplinare7
a cui è affidata la persona, allargata alla famiglia e a tutti gli attori che sono coin-volti nel processo educativo, con la consapevolezza che ogni persona sfugge persua natura ad una definitorietà esaustiva e che rimane un “punto di fuga8” chedovrà essere rispettato se non si vuole ridurre la portata di ogni singolo individuo.
Di conseguenza, deve esserci la consapevolezza di dover contrastare il rischioinevitabile di una logica semplificatoria o schematica che porti ad una applicazioneideologica ed astratta di strategie. Occorre tentare continuamente sintesi appros-simative e transitorie e che hanno il loro punto di espressione e strumento privile-giato nella relazione interpersonale tra il soggetto e chi di volta in volta svolge lefunzioni educative (genitore, insegnante, educatore, terapeuta ecc.).
Sinteticamente potremo affermare che il tentativo che viene perseguito èquello di approcciare la persona a partire da ciò che c’è (non da ciò che manca),cercando di valorizzare al massimo le positività che si riscontrano e potenziare omantenere questi aspetti allargandoli al massimo delle possibilità.
Per raggiungere tale scopo generale, possono essere quindi utilizzate tutte le di-verse metodiche e attività terapeutiche e riabilitative che possano avere una rica-duta positiva e che devono trovare una loro coerenza complessiva d’interventoall’interno del progetto educativo.
24 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
5 Il concetto di pedagogia eti-mologicamente inteso derivadalla parola greca compostada “pais” (fanciullo) e “ago-gòs” (accompagnatore); nellalingua latina il “paedagogus”era il precettore che accompa-gnava a scuola il fanciullo.6 Senza un fine, un telos, unaprecisa finalità educativa, chenon può essere posta in ter-mini astratti o utopici, non sipuò dare una lettura unitariadell’esperienza e si rischia diproporre un insieme di azionidisordinate, contradditorie ocasuali che anche nel linguag-gio comune identifichiamocome “diseducative” , cfr. C.Xodo, Introduzione alla Peda-gogia, in Studium Educationis,n.1, CEDAM, Padova, 1996,pag. 126 e seguenti.7 Nelle pratiche educative di-venta importante tenere contonon solo delle aspettative per-sonali dell’ospite, che sono fat-tori motivanti, ma anchedell’analisi delle aspettative dichi presta aiuto come fattori dipromozione fondamentali nellarelazione d’aiuto; cfr., E. Giuset altri, Psicologia sociale deipoteri: formazione della perso-nalità e processi socioriabilita-tivi, in Studium Educationis,n.1, CEDAM, Padova, 1996,pag. 96 e seguenti.8 In questo ambito è intesocome lo specifico irriducibile acui esplicitamente o implicita-mente ogni pratica o teoria pe-dagogica fanno riferimento eche può ben connotarsi comeil “misterioso” differenziale cheesiste in ogni persona, cfri F.Tonnies, Comunità e Società,Milano 1963, pag. 218.
IL PROGETTO EDUCATIVO Far emergere le qualità della persona con disabilitànon è cosa semplice, occorre dialogare con nume-rose discipline (interdisciplinarità) e con numerosiattori (familiari, scuola, assistenti sociali, personalemedico-sanitario ecc.) per oltrepassare i moltepliciostacoli che si presentano. Questo significa neces-sariamente operare una serie di compromessi, inter-pretare i frammenti di vita e prendere inconsiderazione i casi concreti nella loro unicità e di-versità, senza dimenticare nello sfondo di ogni pro-getto che ogni soggetto tende alla felicità e allarealizzazione di sé. Ciò che occorre tenere presenteè che ogni atto educativo è unico, quindi il progettoè dinamico, si rinnova continuamente. E’ necessaria-mente un progetto storico e non ideale, in cui il me-todo è imposto dalla persona che si ha di fronte, perla quale si cerca di mettere in rete tutte le risorsedisponibili.
Il tentativo è quello di cercare di condividere il bi-sogno che la persona affidata all’Anffas in quel mo-mento esprime o viene colto come emergente. Ogniprogetto dovrà quindi tenere conto delledisposizioni9 della persona e nelle sue finalità andràad operare prioritariamente in un’area o più aree (af-fettiva, motoria, relazionale ecc.) a seconda del bi-sogno individuato e delle risorse esistenti(circostanze d’esercizio) tramite lo strumento dellemappe logico-disposizionali10 .
L'EDUCAZIONE DELLA PERSONA CON DI-SABILITÀ: DIVERSITÀ ED INTEGRAZIONENEL PROGETTO EDUCATIVOLe linee guida a cui tende l'inserimento di un sog-getto con particolari difficoltà iniziano a divenire in-tegrazione solo quando l'educatore e la strutturariescono a poter accogliere il nuovo arrivato in modomolto flessibile.
Per l'adozione del progetto pedagogico è neces-sario l'intervento dei genitori e questo ruolo è pecu-liarmente rilevante in un’associazione di genitoricome Anffas Trentino, in virtù della concezione che livede come responsabili primi e naturali dell'educa-zione dei propri figli e in conseguenza del ruolo inso-stituibile che svolgono di nesso continuativo lungo
I PRINCIPI DI RIFERIMENTO 25
9 La disposizione si può generalizzare a tutte le persone, in quantonasce dall'aver acquisito delle capacità implicate logicamente da altresottodisposizioni che sono sotto potenzialità di una capacità più com-plessa. Evidenziare le sottodisposizioni significa avere conoscenze di or-dine scientifico riguardo il funzionamento del cervello relativamenteall'età in cui si sta operando; quindi fare in modo di riuscire a costruireuna mappa logico-disposizionale (mette in relazione fra loro le disposi-zioni) che preveda la disposizione da assumere a finalità e i pre-requisitidi partenza. Seguirà la scomposizione in sottodisposizioni secondo leimplicazioni logiche (analisi delle conoscenze neurofisiologiche, neurolo-giche, muscolari, cinestetiche ed evolutive che ci consentano di ricono-scere le implicazioni che sorgono tra una disposizione e le altresottodisposizioni). Si lavora sulle capacità, potenzialità e non sul deficit. 10 Le mappe logico disposizionali sono lo strumento adottato per ope-rare azioni educative efficaci e per raggiungere una o più finalità e sipongono a pieno titolo nel progetto educativo individualizzato; attraversola lettura della mappa adeguata alla situazione di handicap la si traducein catena attuativa (in azione). La mappa va letta dal basso verso l'alto,così si notano le disposizioni da acquisire e le catene attuative, cioè leazioni didattiche da intraprendere per raggiungere le disposizioni supe-riori. Tale strumento offre un quadro organico delle disposizioni che indi-rizzano l'azione educativa e indica l'ambito di riferimento per laprogettazione.
tutto il progetto di vita di una persona con disabilità. Attraverso la diagnosi funzionale vengono evidenziate le potenzialità del sog-
getto; questa aiuta gli educatori a ridefinire il progetto pedagogico e scoprire levie di accesso ad un certo obiettivo.
La programmazione periodica nelle strutture tende ad avvicinarsi alle condizionimigliori data la situazione concreta in cui quella persona è inserita. Il referente pe-dagogico che è coinvolto nel progetto ha il compito di verificare insieme alle altrecomponenti della struttura dell’associazione (genitori responsabili, personale tec-nico ecc.) anche la presenza di quelle condizioni di esercizio che riguardano glispazi, il personale necessario, la presenza degli strumenti da poter utilizzare, non-ché le caratteristiche professionali degli educatori che sono necessarie all'attua-zione.
Gli educatori hanno il ruolo prioritario di creare un tono ed un clima educativoadeguato, organizzando l'attività quotidiana in considerazione degli spazi e tempipiù idonei. Per ottenere questo è indispensabile una capacità d'incontro sul pianopersonale e professionale che consenta all’atto educativo di essere creativo, eduna formazione permanente che consenta di evidenziare i problemi e collaborareper la loro soluzione.
L'inserimento gradualmente si trasforma in integrazione, integrare significa im-mettere il portatore di disabilità in un processo comune di progressiva maturazioneindividuale e sociale; fargli condividere le esperienze comuni in un contesto di con-fronto reciproco e di scambio; porlo in condizioni di confrontarsi con gli altri siapure con modalità proprie; coinvolgerlo in una rete di rapporti personali; superarela tendenza a interpretarlo esclusivamente in funzione del suo deficit; fargli viverein modo positivo la presenza dei soggetti "normali" in quanto offrono sostegno neimomenti di particolare difficoltà.
L'integrazione, così intesa, ha la funzione anche di fare accettare la diversitàpersonale come occasione o punto di partenza del proprio processo educativo emomento di confronto per alimentarlo continuamente ed arricchirlo.
Essa implica un allargamento concentrico: l'integrazione degli attori coinvolti nelprogetto di vita (operatori, insegnanti, medici, fisioterapisti, logopedisti, ecc.); l'in-tegrazione delle istituzioni operanti nel territorio (scuola, strutture sociali, sanitarieed assistenziali, famiglia, mondo del lavoro, istituzioni pubbliche); l'integrazione nelcampo sociale più vasto che riguarda tutta la collettività.
LA RICCHEZZA DI UNA PLURALITÀ DI APPROCCINon è difficile intuire che per un’Istituzione delle dimensioni di Anffas Trentino lagestione della complessità organizzativa sia un tema delicato ed estremamenteimpegnativo. Ciò è vero sia a riguardo della programmazione, pianificazione e pre-sidio dei processi organizzativi che veicolano le prestazioni di servizio, sia a ri-guardo del contenuto delle prestazioni medesime.
L’ottimizzazione del modello organizzativo è infatti solo una parte – ancorché ri-levante – della funzione di governo di un’azienda il cui “core business” è di naturaeducativa e pedagogica. La vera differenza la fa la capacità di ricondurre a sistemauna pluralità di attività aventi contenuto immateriale e perciò stesso afferenti, nella
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maggior parte dei casi, alla responsabilità con cui ilpersonale interpreta il proprio ruolo. Non è quindi uncaso che il management abbia dato via negli annipassati a un diffuso processo di esplicitazione e con-divisione dei fondamenti valoriali di riferimento del-l’Istituzione. Tale iniziativa non ha una valenzaastrattamente normativa, ma nasce da una reali-stica considerazione della genesi e della fenomeno-logia dei comportamenti organizzativi.
In estrema sintesi ciò sta a significare che – so-prattutto da parte di coloro che hanno un ruolo di di-rezione delle attività (coordinatori, responsabili) o diessenziale sovraesposizione sul piano della relazioned’aiuto con persone in stato di bisogno (educatori) -l’azione concreta o è dettata dalla chiarezza e dallaconformità ai principi aziendali, oppure è espres-sione di un proprio punto di vista, magari correttoma non assimilabile alla cultura aziendale. Emergequindi potenzialmente un conflitto tra orientamentioperativi attesi e atteggiamenti e comportamenti or-ganizzativi concretamente agiti, che non è di sem-plice soluzione. Si ha a che fare – nei fatti – nonsolo con azioni e comportamenti, ma anche con ca-tegorie ermeneutiche, prassi, linguaggi e riferimenti.
L’aver messo a punto un Manifesto Educativo isti-tuzionale risponde a una logica di massima valoriz-zazione dei contributi professionali di ciascuno. IlManifesto infatti costituisce la cornice dei fonda-menti valoriali irrinunciabili di Anffas; pertanto nonha natura di paradigma scientifico, che per defini-zione estromette dal suo dominio tutto ciò che gli èincompatibile o che non vi rientra. Di contro alla par-zialità (spesso dogmatica) dei paradigmi scientifici,Anffas ha voluto fare chiarezza sul diritto di cittadi-nanza – nei suoi processi e nelle sue attività di servi-zio – dei vari approcci e metodi che la ricercascientifica e la stessa prassi quotidiana mettono adisposizione, con l’unico vincolo del rispetto dellapropria concezione antropologica.
Ed è in aderenza a questa prospettiva che l’Istitu-zione intende incoraggiare l’espressione delle pro-prie professionalità interne che proprio in quantoportatrici di competenze e conoscenze di alto profiloapportano al sistema un valore aggiunto di grandequalità che si ripercuote sul benessere delle personecon disabilità.
Per consentire una rispondenza reale alle diverseesigenze e necessità di sostegno delle persone chevengono seguite nell’associazione sono utilizzati di-versi approcci. Questi non sono alternativi o compe-titivi, ma complementari e cercano di adattarsi allepersone o ai “momenti delle persone” e sono untentativo di risposta continuamente sottoposto a ve-rifica.
I PRINCIPI DI RIFERIMENTO 27
GLI STAKEHOLDER:
DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONEL'individuazione e la scelta degli stakeholder rappresentano un passaggio fondamen-tale per la valutazione delle relazioni già esistenti e di quelle che si vogliono attivarecon la propria comunità.
Letteralmente stakeholder ("to hold a stake") significa possedere o portare un inte-resse, un titolo, inteso (quasi) nel senso di un "diritto". In sostanza, lo stakeholder è unsoggetto (una persona, un'organizzazione o un gruppo di persone) che ritiene di dete-nere un "titolo" per entrare in relazione con una determinata organizzazione. Un sog-getto le cui opinioni o decisioni, i cui atteggiamenti o comportamenti, possonooggettivamente favorire od ostacolare il raggiungimento di uno specifico obiettivo del-l'organizzazione.
Gli stakeholder rappresentano quindi una molteplicità complessa e variegata di"soggetti portatori di interesse della comunità".
Per rilevare le categorie degli stakeholder è necessario analizzare il contesto e lacollettività di riferimento che l'Amministrazione si trova a governare.
Dopo questa fase di "mappatura dell'esistente" occorre individuare gli stakeholderche si vogliono coinvolgere nell'ambito dell'intervento considerato.
Anffas secondo una procedura ormai consolidata ha realizzato una matrice identifi-cando gli stakeholder PRIMARI (quelli che rivestono una rilevanza particolare) e SE-CONDARI (quelli che intrattengono con Anffas un rapporto non occasionale, macomunque non così decisivo alla sussistenza/ sviluppo) dell’associazione), INTERNI(appartenenti ai confini giuridici dell’Associazione) ed ESTERNI (facenti parte del net-work ambientale e territoriale di ANFFAS).
GLI STAKEHOLDER 29
Gli Stakeholder interni
Personale dipendente Le tabelle che seguono e i commenti ai dati presentati sono finalizzati a dare contodella politica adottata dall’Associazione nei confronti dello stakeholder più “strategico”e decisivo per un’organizzazione che si occupa di servizi per persone in difficoltà: ilpersonale dipendente.
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esterni Provincia Autonoma di TrentoEnti gestoriFederazione Trentina dellaCooperazioneAziende che ospitano stage etirociniDonatoriAltre organizzazioni non profitAnffas NazionaleSindacatiIstituti Comprensivi di scuolaelementare e media Azienda Provinciale per i Ser-vizi SanitariAgenzia del LavoroConsulenti e collaboratori
CircoscrizioniBancheComunità /cittadiniMass mediaINPSINAIL Proprietari di immobili
Progetto Per.LaCentri Socio EducativiPaese di OzComunità AlloggioCasa SerenaAssistenza Scolastica
2311315738560
donne uomini totalesettore
33163197810770
1050452210
organico 2007
primari
interni
secondari
Assemblea dei sociConsiglio DirettivoUfficio di PresidenzaPersonale dipendenteUtenti / FamiglieGenitori responsabiliVolontari
ConsulentiRevisori dei conti
Come si evince dalla tabella le dimensioni aziendali sono notevoli, 470 sono le personein pianta organica, di cui 369 donne e 101 uomini, che rappresentano rispettivamenteil 78,51% e il 21,49% del totale. E’ presente quindi una netta prevalenza del personalefemminile che si distribuisce in tutti i settori operativi di Anffas Trentino, con una mag-gioranza nei Centri Socio Educativi. Questo dato conferma la tendenza dell’intero com-parto del terzo settore provinciale e costituisce un modello senza paragoni per unacosì marcata differenza di genere nelle aziende trentine.
Attraverso questa seconda tabella si possono leggere i dati relativi all’anzianità dei di-pendenti presso l’Associazione, ovvero il numero di anni da cui sono stati assuntinell’azienda. Si nota dunque che la percentuale più consistente, circa il 51%, si riferi-sce al personale che è presente in Anffas Trentino fino ad un massimo di 5 anni.
Questo si spiega considerando da un lato il fatto che ben 7 centri sono stati apertinegli ultimi 5 anni, con l’assunzione quindi di nuovo personale. Dall’altro occorre consi-derare che il personale dipendente del settore Assistenza Scolastica, (66 educatorinell’anno scolastico 2006-2007), è legato alle Convenzioni stipulate con gli istituti sco-lastici e pertanto restano in servizio da settembre a giugno (cioè per la durata dellaconvenzione). Di conseguenza, tale valore va a confluire ed aumentare il numero dipersonale con pochi anni di anzianità.
GLI STAKEHOLDER 31
369 101 470totale
78,51 21,49 100,00totale in %
FormazioneCentri Socio EducativiPaese di OzComunità AlloggioCasa SerenaAssistenza Scolastica
16617513966
fino a 5 anni da 6 a 10anni
oltre 10 anni
settore
1165514503
637713181
anzianità
240 82 148totale
51,06 17,45 31,49totale in %
totale
33163197810770
470
100,00
La tabella mostra la suddivisione dei contratti a tempi pieno e part time nei vari settorioperativi. I dati riportati indicano come 156 donne su un totale di 369, godano di uncontratto part time, insieme ad un numero più esiguo di uomini, solo 22 su 101.
L’Associazione si pone concretamente in linea con gli orientamenti comunitari e na-zionali in materia di pari opportunità e più nello specifico delle misure organizzative abeneficio della conciliazione tra famiglia e lavoro.
32 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
FormazioneCentri Socio EducativiPaese di OzComunità AlloggioCasa SerenaAssistenza Scolastica
1390232742
DTP
DPart T
totaledonne
settore
2311315738560
102313411158
rapporto part time-tempo pieno
213 156 369totale
totale generale
33163197810770
470
74623210
UTP
UPart T
totaleuomini
1050452210
3422110
79 22 101
D evolutoD baseC evolutoC baseB evolutoB baseA
31974950
maschi femmine totalecontratti
393733457237
082826048187
livello giuridico funzionale
La tabella sottolinea i livelli contrattuali, di tipo giuridico funzionali, presenti in AnffasTrentino e la loro suddivisione tra donne e uomini. La distribuzione del personale ri-spetto all’inquadramento mette in luce una forte concentrazione in corrispondenza dellivello C base, che si riferisce al personale impiegato nei vari servizi residenziali e se-miresidenziali.
Si evidenzia come, fatto salvo il livello top (livello D Evoluto) che risulta appannag-gio del genere maschile, che a livello middle (livelli D Base e C Evoluto) esiste unanetta prevalenza del personale femminile, ciò segnala che sia le funzioni di coordina-mento sia quelle di presidio delle varie unità di servizio sono svolte prevalentementeda donne.
Questi dati mettono in risalto uno stile aziendale particolarmente attento e sensibile
a una serie di fattori che interagiscono con il principio dell’offerta di pari opportunità per tutti sul luogo di lavoro,con l’attenzione alle dimensioni correlate alla conciliazione tra lavoro e famiglia, e ancora con l’abbattimentodelle barriere di genere nei percorsi di sviluppo verticale delle carriere.
Sintetizziamo ora i dati relativi alla formazione del personale. Dalle tabelle sottostanti è possibile leggere i nu-meri relativi ai soggetti coinvolti nell’attività di formazione e alle quantità di ore erogate, rispettivamente per icorsi di formazione interna e per quelli di formazione esterna. Nello specifico, per quanto riguarda i primi, essi sisuddividono in diverse tipologie di corsi che i dipendenti sono tenuti a frequentare in maniera obbligatoria. Lascelta di raggruppare gli anni in bienni è conseguente al fatto che la alcuni corsi finiscono l’anno successivo aquello d’inizio.
GLI STAKEHOLDER 33
primo soccorsoemergenza/incendioigiene alimentare e HACCP
tecnico-legislativoprivacy
688
1323640
2003-2004
2005-2006
2007-2008
corsi obbligatori
4280
12228476
4965301441032484
formazione interna
572 2686 626totale 152 570 233
ore erogate soggetti coinvolti
2003-2004
2005-2006
2007-2008
17242910
1070367119
12413936150121
formazione sanitariaformazione psichiatricaigienegestione PEG
gestione delle personecorso irsr relazioneformazione logopedia e psi-comotricita’formazione neuropsichiatricauso tecnologie per la disabilita’corso animazioneBLS
6250203000
00
500
corsi non obbligatori
80056402
3150
0224
000
95007520028
240
080256
725 1433 1905totale 55 151 136
25051500
00
1000
324708350
014
000
380251004
20
0864
1297 4119 2531totale formazione interna
207 721 369
Come anticipato nell’introduzione, quest’anno gliutenti sono stati interpellati direttamente.
La scelta di far esprimere il più possibile il gradi-mento e la descrizione dei servizi offerti a chi neusufruisce direttamente, ovvero gli ospiti delle strut-ture e le relative famiglie, rientra nell’ottica indicatadalla Convenzione dei Diritti delle persone con Disa-bilità del 2006. Questo testo, adottato da parte dellaAssemblea generale delle Nazioni Unite in data 13dicembre 2006, prevede che il controllo e l’attua-zione di tutte le attività che riguardano le personecon disabilità devono includere la partecipazionedelle stesse. Con uno slogan questo è stato tradottocon la seguente espressione: “niente su di noi senzadi noi”, che esplicita il diritto di ogni persona di par-
34 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
soggetti coinvolti 1831137
2006
formazione esterna
2007
2871799ore erogate
GLI UTENTILa seguente tabella riassume gli interventi attuati da ANFFAS nelle singole tipologie di servizio:
Casa SerenaCentro La MeridianaComunità AlloggioCentro Socio EducativiCento Socio OccupazionaliPaese Di Oz:
Area TerapeuticaProgetto PonteCresciamo Insieme
Progetto Per.LaInserimento Lavorativo- Ri-qualificazione Professionale-AccompagnamentoAssistenza ScolasticaEducativa Domiciliare
servizio numero utenti
6014 7515339
106242737
22994
---
623totale
tecipare alla stesura del proprio progetto di vita, se-condo le capacità della stessa.
Questo cambiamento culturale e legislativo delquadro di riferimento generale invita ad un ripensa-mento di alcuni modelli che hanno ispirato la praticae gli approcci alle persone con disabilità. Il tema del-l’interazione dialettica e del controllo reciproco inmateria di scelte si pone in modo cruciale tra le per-sone con disabilità, le famiglie e tutto il personale dicura, assistenza e formazione. Tutte queste figuredevono necessariamente interagire, mettendo lapersona disabile al centro e coinvolgendola nell’af-frontare qualsiasi decisione e progettazione.
L’èquipe di lavoro – insieme alla persona interes-sata – si impegna a progettare e determinare ilmodo migliore di sostenere il soggetto negli am-bienti di vita comunitari e ha l’obiettivo finale di mi-gliorarne la qualità di vita, intesa in senso olisticocome aumento del benessere individuale e sociale.L’obiettivo centrale degli interventi si sposta per-tanto dai livelli di funzionamento della persona,verso la qualità di vita della stessa, definendo il tipoe la quantità di supporto necessario al soggetto perraggiungere il livello ottimale di qualità di vita perso-nale.
In quest’ottica diventa fondamentale e prioritariala capacità di far esprimere i desideri e le esigenzeoriginarie di ogni persona, qualsiasi sia la sua condi-zione prima o durante qualsiasi nostra progettazioneo intervento. Le interviste rientrano pertanto in unametodologia che cerca di tradurre anche in un bilan-cio di ricaduta sociale in termini di cambiamento,
questa spinta partecipativa. Il coinvolgimento delsoggetto disabile nella stesura del proprio progettodi vita contribuisce inoltre a farlo sentire protagoni-sta nel processo di progettazione e di attuazionedelle attività. Sentirsi importanti e valorizzati nelleproprie capacità – quali esse siano – significa sen-tirsi in grado di vivere un ruolo attivo nella comunitàdi appartenenza e dovrebbe diventare un diritto/do-vere anche a livello politico.
Di qui l’impegno per tradurre questo diritto di par-tecipazione attiva in realtà, con la proposta di inter-viste alle persone che usufruiscono dei servizi.
Attraverso domande aperte o più dirette, la per-sona disabile è chiamata a valutare soggettiva-mente la propria esperienza in ANFFAS: come si staal centro diurno, nelle comunità alloggio? Come siaffronta la quotidianità, i conflitti di ogni giorno ecosa invece dovrebbe essere cambiato e migliorato?
Sono state fatte interviste a utenti rappresentativi diquasi tutti i servizi (dalla comunità, ai centri diurni,agli inserimenti lavorativi), senza tuttavia partire dauno schema di intervista rigido, e senza seguire unmetodo stabilito a priori. Questo proprio per cercaredi andare incontro il più possibile al singolo indivi-duo, lasciando a lui/ lei la possibilità di esprimersi li-beramente.
Nonostante questo, in alcuni casi si sono otte-nute risposte dai contenuti molto ridotti, rispetto allaricchezza interiore della persona, che rivelano l’ele-vato grado di dipendenza con l’intervistatore. La vo-lontà tuttavia era quella di non intervenireeccessivamente per non alterare l’espressività delragazzo/a.
Ecco perché alle interviste è stata premessa unabreve introduzione per dare al lettore informazioniche gli permettano di collocare la persona intervi-stata, senza però tralasciare lo scopo primario del-l’intervista: dar voce agli utenti diretti di ANFFAS.
E’ emerso una volta di più che sono persone chespesso fanno fatica a parlare di sé, a raccontarsi,anche quando hanno tutte le capacità espressivenecessarie.
Spesso si dice che una delle categorie non valu-tabili nelle persone disabili sia quella temporale, main realtà dall’analisi dei contenuti si apprezza una
GLI STAKEHOLDER 35
considerevole percezione sia del tempo nella suaaccezione dinamica che contingente, in rapportocon i diversi ambienti di vita. Ogni persona, seppurin maniera semplice ha dimostrato di aver interioriz-zato l’evolversi dei ritmi e di avere una storia perso-nale che non è solo scritta nelle schede dei servizisociali o del PEI, ma ci viene rappresentata in ma-niera personale, come un pittore che muove sullatela il suo pennello. Dai ricordi, ma anche dai detta-gli irrilevanti si costruisce la storia di vita degli ospiti,il loro passato che riaffiora spesso dalle frasi ripe-tute di continuo o da comportamenti bizzarri. Dallerisposte apprese si traduce una consapevolezza disé e del contesto relazionale, alle volte complesso euna sorta di maturità che non è sempre e solo adat-tabilità.
Se per alcuni con l’entrata nel CSE si sono apertele porte della speranza, per altri invece si sono ri-dotte le possibilità affettive e rinforzato quel di-stacco dai legami famigliari determinante per losviluppo psicoaffettivo. Ma la non accettazione diquel distacco è vissuto con grande problematicità.La “risposta semplice” allora diviene la punta dell’iceberg dell’individuo, per questo si è pensato di for-nire una breve presentazione degli ospiti voluta-mente spogliata del vissuto esperienziale e deitravagli che ci accomunano nel percorso di vitacome essere umani, proprio per sottolineare la pro-fonda accettazione delle proposte che si sono dimo-strate radicali per alcuni (lasciare la famiglia e viverein comunità).
In ogni persona intervistata quindi si svela unaconsapevolezza dell’esserci in quel luogo e conquelle persone, ma stride la sottigliezza della pro-spettiva futura, quel desiderare che stenta a farsistrada nella mente di queste persone. La sensazioneè quella di un eterno presente costituito da fatti pre-vedibili, che azzera l’angoscia del futuro, uno scor-rere lento, anche nei significati da pensare. Lanovità è gestita e resa commestibile a tutti, attra-verso una fine arte dialogica che potenzia le risorsedell’individuo e rende stabile il contesto di vita. Al-lora si può anche godere delle chiacchiere tra si-gnore, o dell’amico che passa a salutare e porta ibiscotti e non disintegrarsi di fronte ad una telefo-nata che non arriva mai.
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Piccolo con una cresta di capelli ormai rada,sguardo impertinente diritto negli occhi, testardooppositore.
La prima parola di fronte ad ogni proposta è No,ed è no al 99% delle cose che gli vengono richieste,ma è solo uno schermo protettivo, da vero bullo eras del quartiere vuole essere lui a dire l’ultima pa-rola su tutto quello che accade attento a tutto ciòche succede.
Se si supera la barriera dei no e si entra in rela-zione con lui è uno sguardo tenero e un sorriso ac-cattivante quello che si svela si coglie attraverso lerughe di una fronte che, impietosa, rivela l’età di uneterno ragazzino con gli anni di un nonno.
Lo spettacolo di chi vuole dire io a tutti i costi eche ha imparato questa modalità per affermarsi(pour se poser s’oppose), se si coglie la sua inten-zione allora la stretta di mano diventa cordiale, lesue manie degli amabili scherzi e facendoti chinarela testa mentre ti sfiora le labbra sulla guancia tidice “bacino adesso Nooo!”. Seduttivo soprattuttocon il gentil sesso e con chi ha ruoli gerarchiciquando entri nelle grazie regala sempre un ammic-camento complice.
LUCAcentro La Meridiana
"Come stai?""Un po’ meio""Hai male da qualche parte?""no, prima male di stomaco (nei giorni precedentiera indisposto per un mal di stomaco)"“Ti piace andare a passeggio?""no, dopo""Il sabato vai a teatro? (frequenta il laboratorio diteatro)""no, non c'è teatro" sbadiglia e ripete "no, non c'è,stà lì, stà lì"“Hai fatto la doccia questa mattina?""si, si con papà Carlos" .... "non c'è, non c'è""Cosa vuoi ora fare?""niente, niente"“Ti piace Lucia?""poco, piace Lucia""Chi è la tua morosa?""non c'è""Chi dorme in stanza con te?""Gigi, e poi non so niente""Ti piace in questo posto?(ndr il centro e comunità)""si, piace"
FEDE
RICO
CSE
Esile nella figura, sguardo ridente dietro agli occhiali spessi, rapidi movimenti dellemani, Federico sta tra i flussi di parole, attento a carpire tutti i significati per poi com-mentarli con la mamma. Buon amico di tutti, fa stare sull’attenti quello che si avvicinacon troppa non chalance a quel limite invisibile che egli stesso ha disegnato in mezzoalle cose. Se penso ad un entusiasta della vita mi viene lui nella mente, quello del bic-chiere sempre mezzo pieno, nonostante tutto. Timido al primo assalto, si lascia poiandare nella confidenza di tutti i giorni che sa vedere sempre nuovi e diversi.
Da quanto tempo frequenti l’Anffas? Tanti anni.Compiti e tante altre.Quale tra queste preferisci?.Scrivere al computer.
Chi non conosce Alessio, che se potesse starebbeal bar a chiacchierare tutto il giorno di cose amene,un vero viveur ... Ogni occasione per scambiare pa-role è raccolta come perla preziosa e ricordata conpiacere. La sua voce forte fa commuovere, quando atesta bassa prende le sue valige per l’ennesimoviaggio e borbotta come una pentola in ebollizioneminacce a chi ha mancato in qualche informazione.Poi si stropiccia un po’ le mani e il volto si apre in unsorriso largo che ti fa capire che lui ti ha già perdo-nato.
Quali attività fai al centro? Falegnameria, uscite, ginnastica, piscina, fisiotera-pia, musica e gite.Quale tra queste preferisci?.Musica e piscina.Come ti trovi con i compagni? Benone.Come ti trovi con gli operatori/volontari? Benone.Hai degli amici qui al centro? Si, Dennis, Walter, Rita, Rosetta, Debora, Beatrice,Maria.
Sara delle cose da riordinare in posti inconsueti,quella che ti guarda triste ma poi ti parla dolce deisuoi desideri, di quello che vorrebbe ma non può, etutto in lei esprime quel desiderio mai realizzato:dalla cintura che troppo stretta stringe il suo corpo,a quegli occhi un po’ sognanti che si abbassano pernon far entrare la realtà tutta intera. Sara “dei vor-rei ma non posso” racconta di sé in maniera inspe-rata e apre una finestra alla quale tutti possonoaffacciarsi. Lei che sa definirsi e definire, ha colto illimite della sua realtà e tenta sempre di ingannarlo.
Ti piace il centro? Si, mi piace molto.Quali attività fai al centro? Pittura, falegnameria, cucito, gite e tante altre.Quale tra queste preferisci?.Preferisco la pittura.Come ti trovi con i compagni? Bene, anche se a volte si litiga e siamo nervosi.Dennis, perché è calmo e non c’è da litigare.Ti stufi un po’ al centro?. Nel pomeriggio mi viene l’abbiocco, ma perché èora di riposare.
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ALESSIOCSE
SARACSE
Porre domande in maniera diretta non risulta essere quindi una modalità adatta nellamaggior parte dei casi. Oltre ad avere conoscenza della storia e del vissuto personale,è indispensabile creare un contesto adeguato che metta la persona a proprio agio,permettendole di esprimere tutta la sua. Questo spesso accade nel gruppo, con per-sone che condividono gli stessi spazi, gli stessi riferimenti.Ecco perché nel caso di alcuni ospiti della comunità alloggio si è deciso di fare un’in-tervista di “gruppo”.
Ne è uscita una chiacchierata ricca di informazioni, dove dalle parole traspaiono leesperienze e il vissuto dei ragazzi in comunità.
FABIO, ELISA, SERENA, CLAUDIOComunità Alloggio
Questa intervista è realizzata grazie alla collabora-zione di una giovane psicologa all’inizio del tirocinioprofessionale presso Anffas; in accordo con l’équipepropone a un gruppo-comunità di sei persone, chestanno portando avanti l’esperienza del vivere in-sieme, di incontrarsi con loro per conoscere la vitadella comunità attraverso le voci e i racconti di chi lavive in prima persona. Per favorire un clima di libertàdi pensiero e di espressione non sono presenti glieducatori, mentre viene inserita una figura di osser-vatore che trascrive il dialogo. All’inizio dell’intervi-sta si comunica che il loro contributo servirà per farconoscere il percorso che si costruisce in comunitàad altre persone interessate. Il dialogo crea un climadi vivace partecipazione nel gruppo e chi non prendela parola esprime comunque con lo sguardo e la po-stura un forte interesse.
Come hai conosciuto la comunità?FABIO: Prima di abitare qui ero in un’altra comu-
nità: non mi ricordo come l’ho conosciuta, ormaisono tanti anni…
ELISA: E’ il mio secondo anno che vivo qui. Quandosono entrata per la prima volta mi sentivo strana:non sapevo dove erano le cose che mi potevano ser-vire, dove potevo mettere i vestiti… ma ho imparatotutto in fretta e presto mi sono sentita a mio agio.
Prima di fare questa esperienza, come ti immagi-
navi la comunità quando ne sentivi parlare?ELISA: Non conoscevo niente di queste comunità
e non avevo voglia di conoscerle. Ma qui mi hannocambiata: sono diventata una persona diversa, per-fino il mio carattere è migliorato, sono più disponi-bile, prima non riuscivo a regolarmi con alcune cose,ora sì.
SERENA: Ho iniziato da poco questa vita. Questaesperienza mi aiuta a maturare in alcuni desideri cheavevo nel cuore. Diciamo che è stato duro accettaretutto questo, c’erano grossi problemi a casa e ancheper questo ho capito più chiaramente che volevo co-struire la mia strada, il mio cammino. Lo so che que-sto è un percorso lungo e venire a vivere incomunità mi aiuta a tracciare giorno per giorno que-sto percorso. Grazie ai miei compagni e agli opera-tori qui mi sento veramente bene, c’è un bel clima diaccoglienza. Io vado a casa venerdì e sono contentadi andarci ma a volte penso già che lunedì rientroqui e mi sento serena.
Vuoi raccontare com’è la tua giornata qui in ap-partamento?
FABIO: Lo dico io perché sono il primo ad alzarmila mattina, per il lavoro. La sera mi preparo i vestiticosì la mattina faccio in fretta a prepararmi, perchédevo prendere due autobus. Sono contento di que-sta autonomia che ho imparato. Come punto di rife-rimento abbiamo gli operatori: per andare dal
medico, per le spese, per le cose della casa. Dopo illavoro e la mensa con i miei colleghi torno qui e miriposo, ascolto musica… poi metto a posto la miastanza o vado al gruppo sportivo o al Cresciamo In-sieme, dipende dal pomeriggio.
ELISA: E io invece vado al Centro di MadonnaBianca dopo il lavoro. Lì sono tutti simpatici, sonomiei amici! Poi arriviamo tutti qui alle 4 e 30, fac-ciamo merenda, ci raccontiamo… poi facciamo ungiro in città o qui vicino, facciamo qualche spesa. Ilsabato e la domenica abbiamo più tempo e aiutiamoa fare le pulizie in casa. Ma io e il Fabio abbiamoanche il gruppo del teatro, pensiamo a quello!
Quando c’è un compleanno organizziamo unafesta qui tra noi e andiamo a mangiare la pizza, noninvitiamo persone esterne perché poi facciamo altrefeste con gli altri amici.
Ma qui ognuno pensa alle sue cose, ai suoi inte-ressi o vivete insieme, discutete e vi organizzatecome gruppo?
ELISA: Qui siamo un bellissimo gruppo e tutti par-tecipiamo. Vuoi che te li presenti? Lui è Mirco ed è ilnostro pittore. Vado a prenderti i suoi disegni, vuolefarli vedere: sai che lui ha fatto delle mostre e la Se-rena col computer ha fatto il catalogo delle opere? Equesta è la Serena, la dottoressa: quando noi la seraguardiamo qualche film alla televisione lei va nellasua camera e si legge libri, ha una voglia matta dileggere… E lei è Miriam, è mia amica e ha sempretanti giornali: è la nostra giornalaia. Io e Fabio siamolavoratori veri ma siamo anche attori: partecipiamoa un bellissimo gruppo di teatro.
CLAUDIO: Lei è una grande attrice!FABIO: Dai che la fai commozionare!ELISA: Noi discutiamo: per esempio ci mettiamo
d’accordo su cosa mangiare a cena e poi si va alPoli. La cena la preparano gli operatori però noi pre-pariamo la tavola e poi sparecchiamo e carichiamola lavastoviglie. Poi per guardare la televisione sisceglie a turno il programma.
Come si rapportano con voi gli operatori? E voi,che rapporto avete con loro?
ELISA: Qui ho trovato un po’una famiglia. Grazieagli operatori ho trovato un lavoro. Loro ti stanno vi-
cino, insegnano come vestirsi quando si esce, comeparlare con gli altri, con i colleghi. Io ho avuto pro-blemi con i miei e loro qui mi hanno ridato la vita, mihanno dato una nuova vita. Qui all’Anffas vedi genteche ha problemi e ognuno è aiutato ad avere altrepossibilità.
FABIO: Io mi sono trovato bene con gli operatori equi ho trovato tanti amici. Qualche volta però non ètutto tranquillo, se sbaglio mi riprendono… All’inizioio rimango male… ma poi riesco a sopportarlo.
ELISA: Ma lo fanno per il tuo bene! Non saresti lapersona che sei, che ha un lavoro!
Da quando vivi qui in comunità ti senti una per-sona più adulta o più ragazzina?
ELISA: Tutti noi ci sentiamo grandi, più responsa-bili.
Cosa significato ha comunità? Secondo voi è ilnome giusto per chiamarla?
ELISA: La comunità per me è vivere insieme,come in famiglia, e fare amicizia. La comunità è unacasa dove si vive insieme in allegria. Se non ci fos-sero le comunità come avrei fatto a conoscere loro?
Che cosa ti riesce difficile qui in comunità? Sefosse possibile cambiare qualcosa, cosa cambiere-ste?
SERENA: E’ difficile capire cosa c’è da cambiare, avolte ognuno di noi è un po’ più chiuso in se stesso,ma poi all’improvviso qualcuno ci aiuta a recuperareil buon umore e a crescere insieme.
Avete realizzato qualcosa di speciale insieme?ELISA: Ho conosciuto davvero tanti amici che
fanno parte dell’Anffas e del Cresciamo Insieme: perme è bellissimo sentire che mi chiamano per nome,mi aspettano, mi fanno partecipare ad ogni cosa.
SERENA: Io ho vissuto un momento particolareche mi è rimasto nel cuore. La sera prima del giornodi Santa Lucia l’operatrice ci aveva proposto di la-sciare in soggiorno un piccolo piatto per i regali scri-vendo su di un biglietto il nome di ognuno. Mamentre stavamo parlando Claudio prendeva con sé isei biglietti: poco dopo abbiamo visto i sei piatti e intutti il suo unico nome!
GLI STAKEHOLDER 39
In altri casi, pur messi in una realtà di gruppo, le risposte sono comunque state sinte-tiche. Molto direbbero i messaggi non verbali emersi durante il dialogo: sguardi, gesti,movimenti…ma possiamo solo limitarci a riportare quanto detto, cercando almeno diimmaginare per esempio queste due signore, impegnate a fare due chiacchiere….
40 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Francesca e Caterina sono due signore (e alle si-gnore non si chiede mai l’età!) che frequentano ilLaboratorio Sociale da molti anni. Dal 2004 abitanopresso la Comunità Alloggio.
La vita di Francesca e Caterina è sicuramentecambiata da quel giorno. Pur ritornando spesso infamiglia per il fine settimana o in occasione di festee ricorrenze, hanno intrapreso un percorso nuovo in-sieme agli altri compagni che vivono con loro. Il per-corso è stato finora ricco di nuove esperienze, digioia, allegria, di momenti di condivisione, ma anchedi qualche scaramuccia o discussione quando, adesempio, la TV era già occupata e il programmapreferito stava per iniziare!
La Comunità è proprio questo, un luogo dove siimpara a confrontarsi con gli altri e a conoscere me-glio se stessi grazie anche all’aiuto degli educatori,alla presenza della famiglia e attraverso l’importanteintegrazione sul territorio.
Da quanto tempo frequentate la Comunità di Locca?F.: da 5 anni. Da 20 anni sono al Laboratorio (Labora-torio Sociale)C.: mi sembra da 4 anni e da 33 sono al Laboratorio
FRANCESCA, CATERINAComunità Alloggio
Cosa fai in Comunità Alloggio?F.: mi piace aiutare le operatrici a fare da mangiare,la spesaC.: a me piace spazzare, aiutare in cucina e a sten-dere
Qual è la cosa che ti piace di fare di più?F.: le uscite. Domenica scorsa siamo andati a casada un volontario a fare festa. Abbiamo ballato e gio-cato a tombola.Cosa hai imparato in Comunità?F.: le regole, come comportarsiC.: a stare insieme
Come ti aspettavi la Comunità?F.: me la immaginavo più piccola, invece ha tantestanzeC.: sì è vero ci sono tante persone
Avete delle idee, delle proposte?F.: sarebbe bello avere una piscina da mettere ingiardinoC.: mi piacerebbe avere più giochi
Situazioni e risposte diverse emergono in interviste a utenti che affrontano interventiindividualizzati, come i percorsi di inserimento lavorativo. Sono persone più abituate aparlare di sé, a confrontarsi con altre persone in contesti lavorativi, a volte concorren-ziali. Riescono ad esprimere maggior consapevolezza della dimensione del sé, e rie-scono ad avere una percezione sul proprio futuro.
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Anche in altri contesti le risposte risultano essere più ampie: sitratta di contesti dove i soggetti hanno sviluppato maggior auto-nomia nell’esprimersi, nel parlare di sé, grazie anche alle attività acui partecipano, ai progetti mirati attivati.
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Elisabetta, ragazza ventunenne fin da subito riesce a trasmetterevitalità e positività insieme ad una carica di entusiasmo.
Molto contenta di essere stata scelta, è disponibile a raccon-tarsi e le sue risposte denotano un grande coinvolgimento ed in-vestimento rispetto ad ogni sua esperienza.La sua curiosità e il desiderio di approfondire l’hanno portata afare lei stessa delle domande e a cercare delle argomentazioni.
Cosa vieni a fare qui al Paese di Oz?Vengo a fare attività con gli amici del centroVengo anche per stare con il mio moroso
Perché vieni al Paese di Oz?Mi piace il centro è molto bello, perché si fanno molte cose diver-tenti con gli amici a cui voglio bene
Da quanto tempo stai seguendo un percorso all’interno del Pro-getto Per.La di Anffas?Beh sono ormai parecchi mesi che sono nel progetto Per.La. È ilprimo progetto che faccio con voi.
Le informazioni che hai ricevuto sul corso sono state chiare.Sì, mi hanno spiegato che cosa bisogna fare per andare a lavoraree per guadagnare soldi.
Puoi descrivere il tuo percorso?Beh mi ero rivolta all’agenzia del lavoro per andare a lavorare el’operatrice dell’agenzia mi ha presentato voi del progetto Per.Laproponendomi di fare il vostro corso. L’idea mi è piaciuta. Poi hofatto degli incontri a Trento e ho iniziato lo stage in azienda.
Sei contenta del percorso che stai facendo?Sì sono contenta mi piace molto lo stage, mi torvo bene con i col-leghi e spero di lavorare lì anche dopo. Ho avuto dei colloqui con il coordinatore dove gli parlo delle diffi-coltà che incontro
hai dei consigli da darci?Secondo me dovreste avere più fiducia in noi e concederci mag-giore autonomia
Luisa accetta volentieri di rispondere a qualchedomanda riguardante le attività del centro e lepersone che lo frequentano. Ride, ironizza quandomi ascolta e si sorprende delle domande che lepongo: per lei è ovvio e chiaro il perché viene quial centro!
Cosa vieni a fare qui al Paese di Oz?Stare con gli amiciImparare come si lava, mettere a posto la cucina,avere una buona istruzione su come si va in stradae si paga
Perché vieni al Paese di Oz?Ci aiuta a crescere, a diventare grandiVedi sopra
A cosa ti è servito e che cosa ha imparato?Ho imparato a pagare con i soldi, a conoscere unpo’ i pericoli in strada, le difficoltà ( attraversare lestrade..)
Come ti trovi qui al Paese di Oz?Bene, molto bene
Quali sono le cose, le attività che ti piacciono dipiù?Eva e Adamo e il ballo
Quali sono le cose, le attività che invece ti piac-ciono di meno?Non ce ne sono
Ci sono cose/attività che ti piacerebbe fare alPaese di Oz e che non fai? Quali sono?Va bene così
LUISAProgetto Ponte
A cosa ti è servito e che cosa hai imparato?Ho imparato diverse attività, ho imparato ad orga-nizzare delle feste e delle giteMi è servito per essere più grande e anche moltoresponsabile nei miei sentimenti
Come ti trovi qui al Paese di Oz?Bene, molto bene, perché è molto bello e diver-tenteMi piace fare tante cose con gli amici: ridere,scherzare
Quali sono le cose, le attività che ti piacciono dipiù?Equipe, ragazzi, igiene, cura e bellezza e mi piace-rebbe fare il giornalino
Quali sono le cose, le attività che invece ti piac-ciono di meno?Viaggiando con arte non lo faccio più, yoga manon lo faccio più
Ci sono cose/attività che ti piacerebbe fare alPaese di Oz e che non fai? Quali sono?Mi piacerebbe rifare il video autobiograficoMi piacerebbe fare danza in coppia
LE FAMIGLIECome si è modificata nel tempo la percezione del disagio nella famiglia? Quanto la fa-miglia ha sentito vicino le istituzioni nel percorso di vita? In che maniera è cambiato ilrapporto tra la famiglia e l’Anffas?
Queste e molte altre sono le domande che si pone la famiglia nel corso della pro-pria esperienza di vita e per le quali spesso le istituzioni vengono interpellate per for-nire risposte concrete. Anffas quest’anno ha cercato di scoprire le immagini e i vissutidelle famiglie all’interno del rapporto con l’istituzione. Questo interesse non è nuovoper l’Anffas, ma questa volta si è scelto un modo più diretto per analizzare aspettianche piuttosto complessi di questo rapporto.
Il porsi come ambiente dinamico di offerta di servizi ci ha condotto negli anni a ri-flettere sul ruolo, la storia, le dinamiche della famiglia, cercando, anche attraverso unalettura trasversale, di cogliere i bisogni reali che affiorano nell’arco evolutivo dei gruppifamiliari. L’analisi del vissuto è un passaggio riservato e personale di ogni individuo,ma spesso accade che la storia venga svelata da necessità imprevedibili, e allora siscorge un panorama inaspettato, fatto di aspettative deluse, sogni realizzati, scom-messe ancora in gioco, un luogo dove gli individui si fermano a riflettere, a ricordare.Ciò che affiora è un sentimento carico di emozioni da raccogliere e restituire come te-stimonianze di vita, vere e attualissime perché esclusive di quella memoria genealo-gica che è più forte di ogni possibile cambiamento.
A fronte di questa scelta, Anffas ha proposto l’intervista come strumento conosci-tivo rivolgendosi ad alcune famiglie rappresentative della complessa realtà del disagiopsico-fisico ponendole quali soggetti all’interno di un momento di riflessione condivisa.
Ecco perché, pur avendo predisposto una traccia di domande, all’intervistatore èstata lasciata la libertà di adattarle all’interlocutore (per metterlo a suo agio) e di ag-giustarle in base allo sviluppo dell’intervista.
Nello specifico le domande intendevano esplorare la modificazione della relazionetra la famiglia e l’associazione durante il trascorrere del tempo. A questo propositosembrava importante conoscere da quanto tempo la famiglia interagiva con l’associa-zione e la modalità di accoglienza del proprio parente. Guardare alle origini dell’acco-glienza diventa un gesto di raccordo tra passato e presente, non solo per la famiglia.
Come è arrivato suo figlio all'Anffas?
GLI STAKEHOLDER 43
58%12%
12%
18%Amici e conoscenti
Servizio Sociale
Ricerca personale
Non c’era altro
Da quanto tempo frequenta l'Anffas?
A questo momento di presentazione seguiva una riflessione introspettiva sul vissutorelazionale che conduceva i soggetti interessati a prendere in esame alcuni ricordi per-sonali e bilanciarli al momento attuale. Le domande poste andavano verso un aspettodi comprensione della propria esperienza e ad un confronto tra passato e momentoattuale.
È emerso che tutti gli intervistati al momento dell’ingresso in ANFFAS erano alla ri-cerca di un aiuto, un sostegno, con uno specifico interesse per un possibile inseri-mento lavorativo nel caso si trattasse dell’ingresso nel settore della FormazioneProfessionale.
Un risultato particolarmente significativo è stato che alla domanda “Che cosa le halasciato il percorso fatto?”: la totalità ha risposto”Tranquillità, sicurezza, serenità”.
Cosa stavate cercando come familiari quando vi siete rivolti ad Anffas?
44 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
24%
13%
25%
25%
13% 2 meno di 5
2 tra 5 e 10
2 tra 10 e 20
2 tra 20 e 30
2 più di 30
10% Un sostegno, un aiuto, unappoggio
La possibilità di realizzareun inserimento lavorativo
Successivamente l’intervistatore si allontanavadall’area introspettiva per valutare la reale cono-scenza della famiglia di tutte le persone coinvoltenella presa in carico della persona e della periodicitàdegli incontri. Questo aspetto voleva mettere in evi-denza se vi sia stata o meno la reale partecipazionedi Anffas al cambiamento e come la famiglia abbiainteriorizzato l’effettiva personificazione degli inter-venti specialistici. La famiglia ha realmente visto ericonosciuto nel volto delle persone responsabili delprogetto di vita, l’aiuto auspicato? Con quanta co-stanza questo aiuto si è mantenuto nel tempo? Neimomenti più delicati la famiglia ha individuato inquelle figure degli effettivi punti di riferimento?
Conosce tutte le persone dell'equipepsico-socio-pedagogica?
Un altro aspetto che l’intervista voleva mettere in ri-lievo era il fatto che ANFFAS è prima di tutto un’as-sociazione di famiglie. Si voleva capire se le famigliesono consapevoli di questa appartenenza e delle po-tenzialità in essa racchiusa.
Tuttavia in questo caso molte famiglie dichiaranoche non ci sono occasioni e momenti favorevoli perl’incontro e il confronto con gli altri familiari e chesarebbe auspicabile un intervento di ANFFAS a que-sto proposito.
GLI STAKEHOLDER 45
70%
12%
18%
Sì
Poco l’assistente sociale
Poco gli specialisti
Relazione con altri familiari
Non è mancato poi uno sguardo rivolto agli effettivi aspetti di criticità manifestatisi nelcorso degli anni e di come la famiglia abbia riconosciuto nell’associazione un interlocu-tore attento/disattento, presente/assente. La riflessione scendeva ancora per consi-derare l’effettiva sensazione di sentirsi compreso nei propri bisogni di individui posti inun gruppo famigliare carico di un bagaglio considerevole di angoscia e timore.
Ci sono stati momenti di criticità?
Al fine di aiutare la famiglia a sintetizzare un concetto simbolico sull’associazione sisono invitati i soggetti a formulare uno slogan libero che definisse Anffas. L’idea delloslogan gettato al volo come titolo della propria esperienza di vita è stato il tentativo disintetizzare in un pensiero realtà complesse e diversificate, e seppur con qualche diffi-coltà, sono emersi spunti interessanti.
46 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
52%32%
16%Non ho rapporti, non miinteressano
Non ci sono occasioni pertrovarsi
Si dovrebbero creare delleoccasioni per condividereemozioni ed esperienze,aiutarsi, scambiarsi
50%
20%
10%
20%
No
Si ma raffrontati con il dia-logo
Sì, scarsa attenzione allefamiglie
Sì al momento dell’inseri-mento
• Anffas è una famiglia!• Se mia figlia è contenta lo sono anch’io• Gruppo super speciale! Gruppo sopra le righe• I tempi sono maturi• Insieme accettandosi e condividendo• L’unione fa la forza• Siamo una grande famiglia• Anffas mi dà serenità• Diamo spazio anche ai grandi• Regalate ai bambini radici profonde, da grandi avranno le ali (Tagore)• Associazione vitale per i problemi dei disabili
Le ultime domande ritornavano all’area introspettiva, dove si invitava la famiglia a ri-flettere sulle proprie scelte e valutare, in vista di un immaginario cambiamento, il gra-dimento degli orientamenti scelti, magari inventando cambiamenti su misurasull’assetto organizzativo e professionale dell’associazione.
L’intervista proposta non è stata esaustiva della ricchezza di elementi e situazioniche caratterizzano la famiglia, ma è stata comunque un primo passo verso un’analisidella percezione del proprio stato e ruolo rispetto ad un ambiente istituzionale dive-nuto nel tempo sempre più complesso come Anffas. Sarebbe curioso spingersi oltre larealtà e la memoria verso un luogo immaginario, dove la famiglia inventa una propriadimensione ideale per scoprire quali aspettative si attendono.
GLI STAKEHOLDER 47
Traccia intervista alle famiglieAPPROCCIO E ASPETTATIVECome siete venuti a conoscenza di Anffas?Da quanti anni fate parte di Anffas?Come familiari cosa stavate cercando quando vi siete rivolti ad Anffas?Cosa credevate importante allora per il futuro di vostro figlio?Come è cambiata la relazione con Anffas nel corso del tempo?
RAPPORTO E RELAZIONE CON L’EQUIPEIn questi anni avete avuto modo di confrontarvi con gli educatori e gli specialistidell’area psicologica e pedagogica sulle risorse e i limiti della persona, sui cambia-menti osservati? E’ stato utile per voi questo confronto?Come viene realizzato concretamente?Avete riscontrato continuità nei rapporti con l’equipe psico-socio-educativa?
RELAZIONE CON ALTRI FAMILIARICosa è stato per voi l’incontro con altre persone con disabilità e con altri familiari?Per voi è un confronto costruttivo, che ha cambiato in qualche misura il vostro mododi pensare?
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZAPotreste indicare dei punti di forza e di debolezza riscontrati in Anffas?
GLI STAKEHOLDER 49
I VOLONTARIIl volontariato rappresenta un valore aggiunto inquanto è complementare al lavoro del personale di-pendente perchè instaura con l’utente un rapportodi amicizia, assolvendo così ad una funzione di inte-grazione sociale e spesso di ponte di comunicazionetra le strutture e la comunità. Con questo non sivuole negare l’apporto in termini di supporto alle fi-gure educative che in questi anni il volontariato harappresentato per l’Associazione e che in taluni casiha varcato quel sottile confine che separa il volonta-riato dal lavoro salariato. Ciò che rende tanto labilequesta linea di confine non è solo la differenziazionedelle mansioni, che deve esistere tra volontari e di-pendenti, quanto la motivazione che muove l’Asso-ciazione e lo spirito che caratterizza l’azione delvolontario. In altre parole il volontario non deve es-sere un’estensione del lavoratore dipendente madeve avere invece un proprio ruolo, armonizzato conquello degli educatori ma ben definito. Quando sonosoddisfatte queste condizioni il ruolo del volontariatodiviene realmente un valore aggiunto che va a mi-gliorare l’offerta dei servizi e dunque anche la vitadegli utenti.
Le Aree d’intervento del progetto• Il reclutamento• La formazione • La gestione organizzativa• L’innovazione
Le fasi del progetto:1. Conoscenza della realtà associativa 2. Analisi dei bisogni della realtà associativa3. Analisi dei bisogni dei volontari4. Pianificazione degli interventi 5. Inizio fase operativa6. Monitoraggio dei risultati (in itinere ed in faseconclusiva)
L’organigramma del progetto Concorrono alla realizzazione del Progetto diverse fi-gure con ruoli complementari:• Un Responsabile di Progetto che ha la funzione diprogettare, coordinare e mantenere la linea giuda
Come familiari sentite che in Anffas ci si do-vrebbe dotare di altri strumenti per migliorare iservizi alla persona e alla famiglia?Ci sono stati momenti in cui non vi siete piùtrovati in sintonia, o avete avvertito un contra-sto con le scelte educative dell’equipe o co-munque non vi siete sentiti abbastanzacoinvolti? In questi momenti vi siete sentiti tu-telati e ascoltati da Anffas?Cosa o chi vi ha aiutato a risolvere questa si-tuazione?
IMPATTO SUL BENESSERE DELLA PERSONAA distanza di anni dall’avvio di una relazionecon Anffas come rete di servizi alla crescita ealla cura della persona disabile, come valutateglobalmente l’apporto dato alla persona e alsuo progetto di vita?Cosa vi portate via dall’esperienza e dal per-corso vissuto con Anffas?
degli interventi• Un’Equipe di Coordinamento composta da 3 membri, che ricopre la funzione ammi-nistrativo-direzionale del progetto prendendo parte alla progettazione annuale e coo-perando nel corso dell’anno all’organizzazione delle diverse iniziative.• Una Equipe teatrale con funzioni di progettazione e conduzione dei laboratori di tea-tro nell’ambito del Progetto Itinerari di Teatro Integrativo composta da due collabora-tori assunti e due volontari.• 32 Educatori di riferimento per i volontari con funzioni di:
- collegamento tra Equipe di Coordinamento e le varie Strutture Operative- gestione interna dei volontari e analisi dei loro bisogni nelle diverse Strutture
- portavoce delle richieste dei volontari all’interno dell’Equipe Educativa della Struttura Operativa
- accoglienza delle nuove leve all’interno della Struttura
Le aree del volontariatoL’identificazione di tali aree si è resa necessaria al fine di rendere più efficiente la ge-stione della risorsa volontaristica, potendo meglio differenziare anche l’offerta forma-tiva ad essa rivolta.
• Area educativa: identifica tutte le attività di sostegno fornite dal personalevolontario agli educatori nelle diverse proposte educative delle Strutture. Adessa afferiscono:
- L’area dell’attività all’interno delle strutture operative- L’area dei soggiorni estivi/invernali- L’area delle attività esterne (Sabato Teatro, Judo, ecc.)
• Area Fund Raising: individua tutte le attività ed eventi destinati alla raccoltadi fondi.
- Collaborazione con le diverse iniziative per la raccolta fondi (L’iniziativa“Un morso un sorso”, La lotteria di Pasqua, ecc.)
• Area Organizzativa: individua tutte le attività a carattere organizzativo svoltein collaborazione con l’Equipe del progetto per la gestione delle diverse aree edi eventi organizzati dall’Associazione.• L’area della formazione: identifica tutte le proposte a carattere formativo or-ganizzate dall’associazione indirizzate sia all’interno che all’esterno dell’associa-zione stessa.
- Il progetto FCV (formazione continua per i volontari)- Il corso di formazione generale con cadenza triennale
• L’area della sensibilizzazione: individua eventi informativi e di sensibilizzazionepromossi sia all’interno che all’esterno dell’associazione. Fanno parte di que-st’area i progetti:
- Itinerari di Teatro Integrativo- Sabato teatro
• L’area dell’innovazione: è un’area trasversale che raccoglie progetti e inizia-tive sperimentali promossi da volontari con competenze specifiche che si co-niugano positivamente con i bisogni dell’associazione.
50 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Volontariato: un confronto tra il 2005 e2007L’AUMENTO DEL NUMERO DI VOLONTARI
Prima di commentare il grafico è doverosa una pre-messa di carattere metodologico. L’introduzione diun sistema che permettesse il censimento precisodei volontari trovò applicazione formale nel 2005 masolo con il 2006 esso cominciò ad essere usato conuna certa costanza da tutte le strutture.
Questo spiega, almeno in parte, l’impennata divolontari che si è registrata nel 2006. Molti di loroinfatti avevano già aderito alla pratica del volonta-riato ma non risultavano immediatamente identifica-bili in quanto non erano mai stati registrati. Unaricerca statistica condotta sulla base dei dati acces-sibili ha ridotto il divario tra il 2005 ed il 2006 a circadel 15% attestando il numero dei nuovi ingressi aquota 75 unità. Il grafico riporta i dati accertati nontenendo conto di questo fattore di dispersione.Resta comunque da evidenziare una buona ripresadel volontariato dovuta in gran parte alla buona riu-scita del Corso per i Volontari tenutosi alla fine del2005 e che verrà riproposto ogni 3 anni.
Il grafico mostra il numero di volontari coinvoltinel periodo 2002 – 2007; la linea gialla segna l’iniziodel progetto Liberamente Insieme.
È necessario chiarire che i dati riportati si riferi-scono al numero totale di soggetti che hanno pre-stato volontariato durante l’anno,indipendentemente dalla durata e dal numero di oreprestate complessivamente. Per comprendere qualesia l’apporto che quotidianamente i volontari offrono
è necessario fare riferimento ad indagini più appro-fondite. Nell’anno 2007 per esempio, solo il 33% deivolontari ha garantito un’apprezzabile continuità diservizio durante gli otto mesi richiesti annualmente.
LA DIMINUZIONE DELL’ETÀ MEDIA DEI VOLONTARI
Il grafico mostra le distribuzione delle diverse fascedi età dei volontari di Anffas Trentino Onlus nel2006. Rispetto al 2006 vi è stata una drastica dimi-nuzione percentuale delle persone ultra sessantacin-quenni; in realtà il loro numero assoluto è rimastoquasi invariato a fronte di un incremento effettivo dicirca 75 unità di età compresa tra i 40 ed i 65 annid’età. Le persone ultra sessantacinquenni hannoquasi tutte una lunga esperienza di volontariato erappresentano il gruppo storico dell’Associazione,che numericamente si è sempre mantenuto attornoalle 80 unità.
In termini generali si può comunque affermareche in questi anni, grazie all’ingresso di volontari vi èstato un ringiovanimento del settore anche se i gio-vani continuano ad essere una minoranza.
GLI STAKEHOLDER 51
350
300
250
200
150
100
50
0 2002 2003 2004 2005 2006 2007
2002; 182
2003; 224
2004; 204
2005; 225
2006; 3242007; 330
- - - - - -
-
-
-
-
-
-
-
CRESCITA DEL VOLONTARIATO DAL 2004 AL GIUGNO 2007
Dott. Gianluca Primon 56
4%6%
12%
16%
44%
18%
15 - 19
20 - 29
30 - 39
40 - 49
50 - 65
ETÀ DEI VOLONTARI 2006
Questi dati ci obbligano ad una attenta riflessione, soprattutto se rapportati a quellinazionali che, anche se in misura modesta, mostrano una maggiore partecipazione delmondo giovanile nel volontariato in campo assistenziale.
Un’attenta analisi fa notare come, a fronte del cospicuo numero di giovani che ognianno si avvicinano al volontariato in Anffas, quelli che proseguono l’attività per più diqualche mese siano in numero esiguo. A fronte di questa considerazione nel 2005 èstata condotta un’analisi che ha messo in evidenzia come tale risultato sia dovutospesso alla sovrapposizione di fattori esterni e interni all’associazione.
IL VOLONTARIATO APPANNAGGIO DELLE DONNE.Nonostante il passaggio dal 2005 al 2006 suggerisse una lieve ripresa del volontariatomaschile, tra 1i 2006 ed il 2007 si registra una situazione pressoché invariata che evi-denzia la preponderanza della fascia femminile. Il divario fra il tasso di occupazionefemminile rispetto a quella maschile non può essere attribuito a maggiore disponibilitàdi tempo. I fattori da considerare possono essere diversi e meritano un approfondi-mento a parte. Sono comunque sintetizzabili nel seguente modo: il tipo di attività spe-cifica proposta potrebbe essere erroneamente percepita come attività assimilabile adaltre storicamente considerate più confacenti al mondo femminile, come l’insegna-mento di base, l’attività paramedica e di assistenza in genere; in tal caso si rende-rebbe opportuna una pragmatica campagna di informazione correttiva, che puntil’attenzione su aspetti maggiormente attraenti per la corrente formazione e formamentale maschile (per esempio le attività sportive, che sui maschi potrebbero eserci-tare generalmente una maggiore attrazione). Da sottolineare come la figura maschilerivesta un importante ruolo a livello educativo ed operativo.
Nella società attuale, improntata ad una diminuzione drastica delle nascite e ad unallontanamento mentale della donna dai tradizionali concetti di famiglia, il soggettofemminile sente una maggiore predisposizione per attività di socializzazione; questoelemento, unito ad una possibile oggettiva mancanza di sbocchi condivisibili con i ma-schi nella occupazione del tempo libero, può costituire la spinta principale che porta ladonna ad affluire più facilmente nel mondo del tipo di volontariato proposto.
In conclusione, se a titolo di esempio l’attività di assistenza ai disabili fosse propo-sta con riferimento ad attività sportive, è prevedibile che la ripartizione maschi – fem-mine sarebbe ribaltata.
DISTRIBUZIONE DEI VOLONTARI NELLE DIVERSE AREE DI IMPIEGO
Per rispondere adeguatamente a nuovi bisogni sono state create oltre alle tradizionali,due nuove aree: l’area della Raccolta fondi e quella dell’innovazione. Con l’istituzionedella prima si sono introdotti nuovi corsi di formazione per i volontari che operano inquesto importante settore. Il corso, oltre a fornire degli strumenti pratici, aveva comeintento quello di contribuire a diffondere una più corretta immagine di questa forma divolontariato. Il raggiungimento di tale obiettivo sembra confermato dall’impegno pro-fuso dai volontari nelle occasioni finalizzate alla raccolta fondi quali quella autunnaledenominata “Un morso ed un sorso”. La seconda Area è nata invece per salvaguar-dare e valorizzare i progetti sviluppati da volontari che mettono le loro competenzeprofessionali specifiche a servizio dell’Associazione (Sportello legale, progetto artisticoecc.)
52 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
In accordo con le ricerche effettuate che, tra lemotivazioni più importanti del volontariato in Anffas,identificano la volontà di trascorrere del tempo a di-retto contatto con le persone disabili, i dati eviden-ziano una netta preferenza dei volontari per l’Areaeducativa.
Del tutto normale è invece la ridotta partecipa-zione all’ area organizzativa e all’area innovazioneproprio in virtù della loro specificità e delle compe-tenze richieste.
LA DISTRIBUZIONE DEI VOLONTARI NELLE DIVERSE AREE OR-GANIZZATIVE E TERRITORIALI
Uno degli aspetti più evidenti è la differenza esi-stente tra le sedi dislocate delle varie zone dellaprovincia e quelle situate in città. Ma si evidenziauna maggior facilità di reclutamento ed una mag-giore continuità di servizio nella maggior parte delleperiferie rispetto alla città. È evidente che le diversecaratteristiche del tessuto sociale esistenti neigrandi centri urbani e nelle piccole comunità locali,influiscono pesantemente sulla capacità delle asso-ciazioni di mettere in comunicazione i singoli citta-dini e le loro strutture operative per creare nuovesinergie. Cercando di sintetizzare la ricerca ed azzar-dando un’ipotesi che travalica il rigore metodologicodelle ricerche sociali, si potrebbe sostenere chenelle periferie la presenza di reti informali più solidee di un senso di appartenenza alla comunità più
marcato rispetto alla città, facilitano il coinvolgi-mento di nuovi volontari ed aggiungono maggioreefficacia anche nei confronti dei giovani.
IL FUTURO DEL VOLONTARIATO DEVE PASSARE ATTRAVERSO
UNA SUA RI-VALORIZZAZIONE
In ultima analisi si propone una riflessione suquale ruolo dovrà assumere in futuro il Progetto Li-beramente Insieme per rispondere alle esigenze divalorizzazione del volontariato a cui è chiamato a farfronte.
Un punto imprescindibile è il mantenimento diquella libertà che consente al volontariato di goderedi quelle capacità di risposta immediata ai bisogni,di estrema flessibilità e di continua innovazione non-ché ovviamente di gratuità che lo rendono uno stru-mento fondamentale all’interno di una Associazionecome la nostra. Valorizzare il volontariato all’internodi una Associazione come Anffas Trentino, significatutelare queste peculiarità, riconoscendo anzituttol’inapplicabilità di modelli economico-organizzativimutuati in toto dalla gestione delle imprese non-pro-fit ed incentivando la ricerca di nuove soluzioni ge-stionali più flessibili ed adeguate.
Queste considerazione ci hanno consentito di in-dividuare un aspetto di ulteriore miglioramento nellarealizzazione di un importante strumento, un organi-smo preposto a dare voce nei confronti della Asso-ciazione e delle Istituzioni per contribuire a definirele strategie che lo riguardano. In risposta a tale ne-cessità e in accordo con Anffas Trentino Onlus nel-l’obiettivo di valorizzare il Volontariato, il 02 aprile2008 è nata l’Associazione denominata LiberamenteInsieme per Anffas Trentino, ma questo sarà temadel prossimo bilancio sociale.
GLI STAKEHOLDER 53
Dott. Gianluca Primon
32
LE AREE DI IMPIEGO DEI VOLONTARI 2007
82%
11%5%
2%Area Educativa
Area Soggiorni
Area Sensibilizzazione
Area Organizzativa
54 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Gli Stakeholder esterni
LA VOCE DEGLI STAKEHOLDER ESTERNIPer quanto riguarda gli stakeholder esterni lo staffha anzitutto costruito un’apposita scheda per rile-vare una serie di variabili ritenute significative perconsentire agli interlocutori di esprimere una valuta-zione il più possibile completa.
Le dimensioni soggette a valutazione hannopreso in considerazione:
il profilo dello stakeholderla tipologia e il contenuto del rapporto conAnffasla rilevanza strategicagli aspetti di criticitàle possibili nuove opportunità da considerarela valutazione complessiva
Circa i criteri adottati per l’individuazione degli sta-keholder da coinvolgere, si è considerato anzitutto dirispettare la classificazione di rilevanza individuatadurante il processo di mappatura11. Assunto comecriterio guida la volontà di dare voce a un numero ri-
levante e qualificato di stakeholder, si sono nuova-mente coinvolti i responsabili di struttura e/o servi-zio, affidando loro il mandato di realizzare delleinterviste – guidate da una scheda messa a puntodallo staff – a una serie di stakeholder ritenuti signi-ficativi.
In tale modo sono stati raggiunti più obiettivi: si è riconosciuto e sottolineato il ruolo deci-sivo svolto dai responsabili nel presidio di unaserie rilevante di relazioni sul territorio checoinvolgono, per il tramite di questa funzionedi interfaccia, l’Associazione stessa;sono state raggiunte in maniera trasparenteun numero estremamente significativo di per-sone che fanno parte a vario titolo del sistemaAnffas;al di là dei dettami che la metodologia dellescienze sociali imporrebbe per la realizzazionedi consultazioni di questo tipo (con riguardo alrigore epistemologico), si è avuta la possibilitàdi far interagire (su un piano di ridotta asim-metria di ruolo) una serie di testimoni qualifi-cati e in grado di esprimere posizioni evalutazioni assolutamente preziose ai fini dellaredazione del bilancio sociale12.
GLI STAKEHOLDER 55
1.2.
3.4.5.6.
•
•
•
11 Per mappatura si intende una ricognizione educativa dei vari sta-keholder cui fa seguito una loro classificazione per importanza.12 Va da sé che l’adozione integrale dei paradigmi metodologicidelle scienze sociali nelle fasi di acquisizione delle valutazioni daparte degli stakeholder rimane un obiettivo che nel tempo l’Istitu-zione intende perseguire.
IL METODO DI CONSULTAZIONEA conferma della strada intrapresa con le precedenti edizioni del bilancio sociale circale modalità di coinvolgimento degli stakeholder, sia sotto l’aspetto qualitativo chequantitativo, si è utilizzata una metodologia in grado di coniugare l’efficienza del per-corso di costruzione del documento e la qualità delle informazioni.
Nella consultazione delle varie categorie di stakeholder è stato adottato uno stru-mento (vedi tabella) che permettesse di incrociare la valutazione dello stakeholder suuna particolare area di attività con quella del personale Anffas di riferimento . In que-sto modo è stato possibile acquisire i punti di vista dei vari interlocutori dell’Associa-zione e verificarne la corrispondenza ovvero la distanza con le percezioni espresse delpersonale Anffas sui punti di forza del rapporto, sugli aspetti di criticità, sulle possibilinuove opportunità da considerare.
56 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Persona fisica/cittadinoTestimonialRappresentante diIstituzione/Pubblica amministra-zionePoliticoReferente tecnico amministra-tivoReferente tecnico operativoRappresentante aziendaleAzienda profitAzienda non profitFamiliare di utenteFornitore Altro
profilo dello stakeholder
1.2.3.
4.5.
6.7.8.9.10.11.12..
Esplicitare in che rapporto staAnffas con l’interlocutore e chetipo di scambio avviene tra leparti
tipologia e contenutodel rapporto
Funzionalità del ruolo dello stke-holder nella gestione del pro-cesso
rilevanza strategicadello stakeholder
Segnalare quegli aspetti del rap-porto che presentano o hannopresentato delle difficoltà
aspetti di criticità
SCHEDA MATCHING STAKEHOLDER - PERSONALE ANFFAS
Le interviste sono state curate dal personale di An-ffas più direttamente in contatto con lo stakeholderindividuato, in particolare dai responsabili dei servizie i responsabili di struttura.
L’esito di questo tipo di consultazione, come giàrimarcato, seppur metodologicamente forse nonperfettamente conforme ai criteri della ricerca so-ciale, è stato particolarmente interessante per le in-dicazioni che ha fornito ad Anffas sia in termini dicoinvolgimento degli stakeholder sul territorio che didiffusione della cultura della valutazione partecipata:in alcuni casi si sono attivati dei tavoli di confrontotra l’associazione e gli stakeholder individuati che ri-marranno attivi non solo per il bilancio sociale.
Lo strumento diventa così sempre più partecipatoe non occasionale, ciò a conferma del fatto chequando ci si predispone in maniera seria e non for-male ad adottare strumenti di rendicontazione e va-lutazione del proprio operato, e si ha quindi benchiaro che esporsi alla valutazione significa mettersiin gioco ma anche predisporsi al miglioramento, ledifficoltà e la perfettibilità degli strumenti diventano
condizioni transitorie e non ostacolanti un reale pro-cesso accountability oriented.
GLI STAKEHOLDER 57
Indicare quali eventuali correttiviintrodurre per ottimizzare la col-laborazione
possibili nuove oppor-tunità da considerare
Formulare una valutazione com-plessiva della relazione
valutazione
STAKEHOLDER COINVOLTISono stati coinvolti complessivamente 40 stakeholder, appartenenti a varie categorie,così come documentato dalla tabella seguente:
TABELLA STAKEHOLDER COINVOLTI PER CATEGORIA
58 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Collaboratore Fornitore di Servizi Formativi
categoria Stakeholder n
Formatore attività artistica 1
Fornitore
Direttore Supermercato Poli sede viaGramsciServizio Ristorazione “Risto3” dipendenteSupermercato Poli via FermiOperatori cooperativa La RuotaAddetti ai TrasportiAddetto alla vendita SupermercatoAldebraFERRUZZI SERVIZIPULICOOPServizio Ristorazione (Ristorante)
12
Fornitore serviziAddetto servizio PiscinaLaboratorio Ceramica MeranoPresidente Cooperativa La Ruota
3
Parter Istituzionale
Assistenti SocialiDirigente Servizio Politiche Sociali ed Abita-tive PATCoordinatore Scuole dell’InfanziaServizio Istruzione PAT- Responsabile areaBESDirigente Servizio Trasporti PATRappresentante APSSComune di Trento - servizio attività socialiReferente dell’Area per l’inserimento lavo-rativo di persone disabili dell’Agenzia delLavoro della Provincia Autonoma di Trento
9
Partner attività Volontari
Animatore ParrocchiaAssociazione Anziani La casotaPresidente Federazione Vigili del Fuoco Vo-lontari – Protezione CivileResponsabile unità logistica operativa delServizio Protezione civile della PATVolontaria Compagnia Teatro InegrativoVice Sovrintendente Polizia di statoSindaco comune di Fornace
7
La valutazione complessivaLe persone intervistate hanno espresso una valuta-zione positiva sul loro specifico rapporto con Anffas,con punte di massima soddisfazione rilevate tra co-loro che svolgono attività di volontariato a favoredell’Associazione.
Da parte dei partner istituzionali e operativi èstato messo in evidenza che grazie al progressivoconsolidamento delle relazioni trovare le soluzioniquando si manifestano difficoltà organizzative e/o dicomunicazione tra le parti diventa più agevole.
Le cose da migliorare e nuove opportunitàAlla luce delle criticità segnalate dagli stakeholderche più sistematicamente si interfacciano con la
struttura di Anffas, è stato possibile sintetizzare unaserie di miglioramenti che riguardano aspetti opera-tivi importanti, in particolare rispetto alle modalità dicomunicazione e di condivisione della progettazionenel lavoro di rete.
Gli interventi degli stakeholder hanno segnalato ericonosciuto numerosi fattori di solidità, esperienzaed efficacia che contrassegnano sia Anffas Trentinocome istituzione, sia la professionalità del personaleche quotidianamente consente a tutti i servizi sulterritorio di funzionare.
GLI STAKEHOLDER 59
Partner operativo
Direttore Ente scolastico Assistente sociale Cooperativa La ReteCoordinatore Area BES istituto TeseroInsegnante scuola superioreUniversità del Tempo LiberoRappresentante azienda tirocinioTutor Aziendale Tirocini
9
Tirocinante Tirocinante Assistente Sociale 1
totale 40
A testimonianza del fatto che il Bilancio Sociale èun’occasione per creare importanti momenti di con-fronto al fine di migliorare l’ attività di ANFFAS edarne nuovi impulsi, riportiamo alcuni spunti di rifles-sione emersi nell’incontro con il dirigente del ServizioPolitiche Sociali ed Abitative della Provincia Auto-noma di Trento, dott. Luciano Malfer.
Qual è la natura del rapporto esistente con ANFFAS?Il rapporto è principalmente di natura economico-fi-nanziaria e di pianificazione. Il servizio ha un compitodi governance del sistema di Welfare trentino, ruoloche andrà poi modificandosi con l’entrata a regimedelle Comunità di Valle,con la riforma legge 13.
Che tipo di scambio avviene tra le parti?Il modello di welfare trentino si avvale dello scambiocontinuo tra il terzo settore, da sempre portavocedei nuovi bisogni emergenti e il servizio sociale.Anffas rileva il bisogno, il servizio valuta le risorse di-sponibili, mediando anche con altri stakeholder e te-nendo conto dell’equilibrio del sistema.Per garantire l’organizzazione e l’equità nella distri-buzione delle risorse, la PAT ha inserito nei requisitiper l’accreditamento (il cui regolamento è in fase didefinizione) proprio il Bilancio Sociale, quale stru-mento di rendicontazione.
Che rilevanza strategica attribuisce ad ANFFAS?L’importanza strategica di Anffas per il Servizio staproprio nelle sue dimensioni. E’ una realtà con una
LUCI
ANO
MAL
FER
distribuzione capillare sul territorio, con servizi diffe-renziati per rispondere alle diverse esigenze del-l’utenza, con numeri che la identificano come unamedio-grande impresa.Ecco perché ANFFAS può e deve proporsi comepromotore di azioni innovative che abbiano una rica-duta positiva su tutto il sistema, diventando nodostrategico del lavoro in rete, in una logica di WOR-KFARE.
Segnalare quegli aspetti del rapporto che presen-tano o hanno presentato delle difficoltàCome detto prima le dimensioni, la complessità deimodelli e dei servizi offerti rischiano di rallentare An-ffas che dovrà lavorare sull’ottimizzazione della ge-stione, creando anche nuovi modelli organizzativi pergarantire non solo l’efficacia ma anche l’efficienzadel servizio offerto.
Indicare quali eventuali correttivi introdurre per otti-mizzare la collaborazioneContro il rischio di autoreferenzialità, Anffas do-vrebbe attivarsi per potenziare maggiormente l’atti-vità di rete con gli altri enti del terzo settore: passi inquesta direzione sono stati ad esempio l’adesionealla Federazione Trentina della Cooperazione.
Formulare una valutazione complessiva della rela-zione
Ottima.In trentino il terzo settore è responsabile e compe-tente, Anffas ha un grande potenziale da sviluppare,nella direzione di un welfare non solo come redistri-buzione di reddito, ma anche come insieme di inve-stimenti strategici. Valorizzando la capacità degliutenti e della rete, creando più coesione nella comu-nità, si crea valore; la spesa sociale diventa da im-produttiva a spesa per investimento.
LA RELAZIONE SOCIALE
I PRINCIPALI CONCETTII servizi attivati da ANFFAS sono stati ampiamente illustrati nelle edizioni precedentidel Bilancio Sociale. Nella Carta dei Servizi, aggiornata nel maggio 2008, inoltre vi èuna puntuale descrizione dei servizi, delle sedi operative e degli standard che ven-gono garantiti nell’erogazione del servizio stesso.
In questa sede quindi ci limitiamo a sintetizzare il “cuore” dell’Associazione attra-verso il consolidato schema input, output, outcome.
LA RELAZIONE SOCIALE 61
INPUTSono le risorse a disposizione dell’organizzazione: materiali, immateriali, umane,economiche, ecc., che “entrano” in ciascun processo.
OUTPUTSono i volumi di prestazioni misurabili delle singole attività dell'azienda, in uscita daciascun processo. L'output è il prodotto di ogni singola prestazione ed è misurabilenel momento stesso in cui termina l'attività, in quanto rappresenta il risultato imme-diato delle attività che concorrono al raggiungimento degli obiettivi specifici: beni,servizi, decisioni, direttamente generati nella fase operativa.
INDICATORI DI OUTCOMEÈ il risultato vero e proprio delle attività, lo stato finale dell'utente dal punto di vistadel suo benessere personale (considerato sotto l'aspetto sanitario, relazionale, fi-sico, psichico, ecc.) in un determinato arco di tempo. Per outcome si intende l'esitodi lungo periodo generato dalla fornitura del servizio sullo stato di benessere dell'as-sistito e valutato, per quanto possibile, sulla totalità degli aspetti della personalitàdell'utente ed è personalizzato. L'outcome rileva l'efficacia complessiva di un inter-vento rispetto a un preciso stato iniziale dell'utente.
IL CONCETTO DI PERFORMANCE E LA SCELTA DEGLI INDICATORIIl “cuore” di un bilancio sociale è costituito dalla presentazione dei risultati che unente ha ottenuto nel corso dell’anno soggetto a valutazione e dalla comparazione diconformità e adeguatezza di tali esiti in relazione al perseguimento della propria mis-sion.
Questo assunto ne contiene un altro, da cui in realtà dipende: se la rendicontazionesociale è da intendersi come la modalità forse più promettente per descrivere esausti-vamente la performance globale di un’azienda non profit, allora la natura della missionne determina la gerarchia dei contenuti.
In altri termini, se la mission è assimilabile alla bussola del management, la perfor-mance aziendale dovrà comunque essere coerente con le sue prescrizioni, che pos-sono essere di volta in volta economiche, finanziarie, sociali, educative, culturali, ecc.
Nel caso di Anffas Trentino Onlus abbiamo a che fare con una rilevante eteroge-neità e gravità di bisogni nell’ambito della disabilità intellettiva e relazionale a cui l’As-sociazione è chiamata a far fronte. La mission è l’aumento del benessere dei disabili edelle loro famiglie.
La complessità operativa comporta allora una razionalizzazione del sistema, cioèl’adozione sistematica di metodologie di programmazione, verifica e valutazione.
Grazie all’affinamento degli strumenti implicati nella prassi educativa e alla loroadozione, si rendono praticabili percorsi di qualità e di miglioramento continuo.
Il bilancio sociale – per il tipo di informazioni di cui si alimenta – è allora da consi-derarsi lo strumento elettivo di sintesi della rappresentazione performance diun’azienda non profit: esso presuppone, a monte, un sistema di monitoraggio delle at-tività e dei servizi e dei relativi strumenti, nonché di un apparato concettuale di cate-gorie ed indicatori idonei a rappresentare gli esiti in relazione alla progettualità e, più ingenerale, all’intenzionalità pedagogico-educativa.
In un’azienda non profit, fermo restando il vincolo dell’equilibrio economico e finan-ziario, il concetto di performance riguarda in primis l’adeguamento ovvero la massimaapprossimazione al conseguimento degli obiettivi iscritti nella mission, che nel caso diAnffas sono di natura educativa.
Occorrono quindi indicatori specifici, adatti a descrivere l’andamento di fenomenimolto particolari, poiché di natura immateriale e, soprattutto, irriducibili ad una tradu-zione quantitativa, quali il cambiamento dello stato di benessere di persone con disa-bilità intellettiva e relazionale.
Com’è evidente, non è certo semplice esprimere con dei concetti, per quanto“scientifici” e affinati siano, cambiamenti che afferiscono spesso a una pluralità con-comitante di dimensioni intervenienti, e in tal senso i responsabili psicopedagogicisono stati investiti di una responsabilità per certi versi delicata.
A loro è stata evidentemente demandata la responsabilità – facendo tesoro delleindicazioni provenienti degli strumenti ordinari con cui tengono sotto controllo le con-dizioni delle persone loro affidate, di esprimere la sintesi dei risultati conseguiti me-diante l’utilizzo di concetti intelligibili anche dai non addetti.
A latere va peraltro osservato che è proprio il continuo affinamento dei concetti concui si descrivono i fenomeni rilevati, reso possibile dalla sistematicità del processo diprogettazione - sperimentazione/azione – verifica, che porta all’incremento delle cono-scenze, delle buone prassi, e quindi delle competenze degli operatori.
62 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
I servizi
I Servizi che Anffas offre sul territorio si dividono in:Servizi residenzialiServizi diurniServizi di supporto
Fanno parte della prima tipologia:il Centro Residenziale “Nuova Casa Serena” di Cognola (TN)il Centro Pilota “La Meridiana” di Trentole Comunità Alloggio
Fanno parte della seconda tipologia:I Centri Socio Educativi (CSE)I Centri Socio Occupazionali (CSO)Il Centro Abilitativo per l’Età Evolutiva “Il
Paese di Oz”La Formazione Professionale Speciale ed il Servizio Inserimenti Lavorativi (Progetto PER. LA)L’Assistenza ScolasticaL’Assistenza Educativa Domiciliare
Fanno parte della terza tipologia:I Soggiorni EstiviIl Servizio di Assistenza SanitariaIl Servizio di Assistenza Sociale
LA RELAZIONE SOCIALE 63
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nuovcasaseren
I servizi residenziali
CENTRO RESIDENZIALE “NUOVA CASA SERENA”Nuova Casa Serena è il centro residenziale di Anffas Trentino onlus che opera a Co-gnola di Trento e si occupa di persone con grave e gravissima disabilità psico-fisica inetà evolutiva ed adolescenziale, attraverso un servizio residenziale (persone in carico24 ore al giorno). L’obiettivo del servizio è quello di promuovere il benessere della per-sona e della sua famiglia attraverso un intervento globale e integrato, finalizzato allacura e alla riabilitazione dell’individuo. Lo scopo ultimo del Centro è quello di favorire emantenere la miglior qualità di vita possibile, in un contesto attento agli aspetti affet-tivi e relazionali, attraverso l’attivazione di tutte le potenzialità presenti nella persona.
Il Centro residenziale Nuova Casa Serena è situato in via alle Campanelle, n° 50, aCognola (Trento). La struttura, di recente costruzione, ospita 60 persone con disabilitàpsico-fisica intellettiva e relazionale con età media di 26 anni (dai 6 anni in avanti) edha una capienza di 60 posti letto.
64 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Risorse materiali
InputPersonale
Infermeria Cucina/mensaLavanderiaManutenzione10 Residenze2 Nuclei ad alta intensità assistenziale4 Aule per le attività (di attivazione co-gnitiva, di strategie educative, del la-boratorio musicale, del laboratoriogruppo natura).1 Sala polifunzionale (del gruppo ani-mazione)1 Piscina per terapia e una vasca afarfalla (per le attività riabilitative)1 Stanza attrezzata per la psicomotri-cità1 Palestra 2 Box di fisioterapia1 Ambulatorio dentistico1 Ambulatorio medico
553336 assistenti educatori7 assistenti e 14 Oss4 responsabili di attività
1 responsabile di attività
1 responsabile di attività
2 psicomotriciste part-time
2 fisioterapiste1 dentista e 1 igienistaMedico di base e 8 consulenti
va
n
Totale di 1085 interventi di gruppo e di 436 individuali, cioè 1521 al mese (pari a13689 interventi in 9 mesi di attività)
LA RELAZIONE SOCIALE 65
Tipologia di attività
OutputPersone con disabilità coin-volte mensilmente in attività
laboratorio musicalegruppo naturagruppo animazionefeste, cinema, uscite:
strategie educativeattivazione cognitivagruppo pentatlonfisioterapiapsicomotricità
203 (di cui 30 interventi individuali)205 (53 individuali)230 quasi 9000 l’anno (tra utenti e geni-tori, amici, parenti…)288 (20 individuali)240 (48 individuali)224 (58 individuali)216 (168 individuali)133 (di cui 59 individuali)
Area sanitaria
Indicatori di Outcome
• per ospiti con gravi problematiche fisiche e respiratorie:numero di giorni con febbrenumero di ricoveri in Pronto Soccorsonumero di visite di emergenzanumero di crisi respiratorie
• per ospiti con problematiche di RM e gravi turbe del comportamentonumero di terapie al bisognonumero di crisi epilettichenumero di ricoveri in Pronto Soccorsonumero di giornate di frequenza alle attività
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Area Assistenziale e Abilitativa
raggiungimento e/o mantenimento di autonomie personali (alimentazione,vestirsi e svestirsi, igiene personale, controllo sfinterico)
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Area educativa
assenza o diminuzione dei “comportamenti problema”, come disturbi delsonno, crisi auto e etero aggressive, stereotipie, compulsioni, rituali…ricerca autonoma della relazione e della vicinanza con i compagniaumento delle autonomie nella sperimentazione e nella capacità di soste-nere incarichi e mansioni al di fuori del contesto della residenzapresenza/assenza di comportamenti oppositivi (prima, dopo o durante)presenza/assenza di comportamenti di chiusura livello di partecipazionetempi di attenzione e tenuta sul compito
-
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66 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Indicatori di carattere generale
numero e costanza di presenza delle famiglie nei momenti di incontri (for-mali ed informali) e di socializzazione incremento dei momenti di condivisione della famiglia e dei referenti delPEIcoinvolgimento e interesse del servizio socialepresenza costante dei referenti ai momenti di verifica dei progettipresenza di familiari all’interno della struttura presenza e costanza nell’attività di volontariato all’interno del Centroinviti spontanei ad iniziative da parte di realtà sociali esternerichiesta di conoscenza della realtà di Casa Serenamantenimento di rapporti sereni e costruttivi coi referenti (famiglie) nella di-scussione del progetto;coinvolgimento e interesse del servizio sociale;coinvolgimento della comunità di Cognola con un’integrazione sempremaggiore col territorio;gestione immediata e conoscenza approfondita da parte del personaledell’ospedale S. Chiara in caso di ricovero degli ospiti di Casa Serena;conoscenza di Casa Serena all’esterno e al di fuori del contesto degli “ad-detti ai lavori”;riconoscimento di competenze acquisite nel tempo e knowhow specifico.
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lamerid
CENTRO PILOTA “LA MERIDIANA”In linea con la popolazione generale, la popolazione affetta da disabilità intellettiva (In-tellectual disabilities, ID) in generale e da sindrome di Down (Down Syndrome, DS) inparticolare, sta rapidamente invecchiando, con un maggiore rischio di sviluppare unademenza simile alla malattia di Alzheimer. L'età media di esordio delle manifestazionidi una demenza in soggetti DS si situa tra i 51 - 54 anni di età, e dalla letteratura di-sponibile risulta che quasi la totalità delle persone con DS di età superiore a 40 annimostra le tipiche alterazioni neuropatologiche della AD e, anche se non sempre è evi-dente la demenza in vita, alcuni studi riportano che dal 50 al 75% delle persone conDS sviluppano questa malattia nella mezz'età.
Inoltre alcuni recenti studi hanno confermato che individui con un alto QI, un alto li-vello di educazione, di stato occupazionale o partecipazione in attività piacevoli hannoun rischio ridotto di sviluppare AD, condizioni che si rovesciano in presenza di personecon disabilità intellettiva.
Da tre anni è operativo il Centro Pilota "La Meridiana", un Centro integrato dedicatoa soggetti Down e ID di età adulta avanzata voluto da Anffas Trentino Onlus per dareuna prima risposta alla problematica della disabilità anziana. Il Centro, attraverso unambiente riabilitativo e con personale appositamente preparato, ha l'obiettivo di ritar-dare, per quanto possibile, l'insorgere del morbo di Alzheimer ed il decadimento cogni-tivo delle persone con disabilità intellettiva e relazionale accolte.
LA RELAZIONE SOCIALE 67
Risorse umane impiegate
InputRisorse strutturali e strumentali
2 Coordinatori2 Assistenti educatori6 Oss1 Assistente di comunità2 Volontari del Servizio Civile6 Volontari (per il centro diurno)
Macchina fotografica digitale e tele-camera Impianto stereo per musicoterapia re-cettiva ed attività motoriaVasca a farfallaPallestraTerrazzo attrezzato a giardino conarea coltivabileImpiego di risorse esterne: piscina,bocciodromo, campo di atletica, ani-mali per la pet-therapyAnimale presente in struttura e atti-vità assistita con il cavallo
Attività
OutputFrequenza
Acquaticità in vasca protettaAttività motoria all’aperto nei parchipubblici (estate) o in palestra (in-verno)
2 ospiti 1 volta in settimana1 ospite una volta in settimana
68 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Atletica leggera presso il campo Conio in palestra (inverno)Gioco delle bocce presso il boccio-dromo della VelaPet TherapyFisioterapia di mantenimentoCura e mantenimento del giardino
Stimolazione sensoriale in pallestra
Stimolazione cognitivaMusicoterapia recettivaUtilizzo di strumenti di valutazionediagnostica e di verifica standardizzati
Attività assistita con il cavallo
1 ospite 1 volta in settimana
2 ospiti una volta in settimana
1 ospite una volta in settimanaA seconda delle esigenze degli ospitiQuotidiana, a seconda dello statodegli ospitiTutte le volte che un ospite lo ritienenecessarioQuotidianamente con tutti gli ospiti4 volte in settimana con 4/6 ospitiA seconda dello strumento, del-l’ospite e della sua evoluzione tempo-rale6/8 ospiti in due riprese setttimanali
Indicatori di OutcomeRiduzione e monitoraggio dei BPSDSostegno emotivo e figure di attaccamentoMantenimento delle abilità residueMiglioramento/mantenimento dei processi attentivi e selettiviFacilitazione nella rievocazione di ricordi ed esperienze autobiografiche Miglioramento del tono dell’umore e suo consolidamentoMantenimento di un rapporto di socialità con l’esterno Validazione di strumenti differenziali per la diagnosi differenzialeValutazione dell’efficacia degli interventi non farmacologici e implementa-zione buone prassi.Teach center
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comuallog
LE COMUNITÀ ALLOGGIO Le Comunità Alloggio propongono a livello territoriale una rete di servizi di accoglienzaresidenziale, organizzati in unità abitative autonome per piccoli gruppi di persone che -strutturando spazi e tempo del vivere insieme - danno vita a relazioni di tipo comunita-rio. Le persone con disabilità sono seguite da operatori che, a turno, mantengono unapresenza continua nell’appartamento, creando un clima di accoglienza, familiarità epartecipazione. La composizione dei gruppi di persone residenti tende a, a risponderea criteri di sufficiente omogeneità nelle esigenze individuate e nei profili funzionali; nelcontempo, modera la prossimità di individui che entrino troppo in risonanza con le ri-spettive componenti di fragilità. I gruppi appartamento si strutturano attorno alla ge-stione della vita quotidiana, nei suoi aspetti privati e di apertura al sociale. Quando illivello di autonomia delle persone lo consente, l’operatore promuove nel singolo e nelgruppo percorsi di corresponsabilità nella gestione degli impegni domestici e nelle ini-ziative per il tempo libero. La comunità è pensata inoltre per vivere l’esperienza di resi-denzialità in un contesto normalizzante, aperto alle risorse del territorio e alle varieopportunità di scambio.
Il Servizio è rivolto a persone con disabilità giovani e adulte già inserite nei centridiurni dell’Anffas o della Cooperativa Laboratorio Sociale e appartenenti a nuclei fami-liari privi di genitori, con genitori anziani o con genitori in difficoltà nel rispondere ai bi-sogni del figlio (in forma temporanea o stabile). La Comunità Alloggio può rispondere,inoltre, alle persone disabili che comunicano l’esigenza di superare la rete dei legamifamiliari anche nell’esperienza abitativa, sperimentandosi - anche per brevi periodi - innuovi ambienti di vita.
Grande importanza viene data alla socializzazione e all’interazione/integrazione coltessuto sociale. La relazione con l’esterno è vista come apporto vitale per il benesseree la realizzazione della persona che vive in Comunità.
Viene favorita la partecipazione alla vita del quartiere e del paese e alle propostedelle associazioni e della parrocchia. Il gruppo degli operatori ricerca, favorisce emedia l’interazione con i vicini di casa e con le risorse del territorio.
Attualmente le Comunità Alloggio di Anffas Trentino Onlus sono 11, disposte sugran parte del territorio trentino.
LA RELAZIONE SOCIALE 69
70 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Città/Paese
InputDescrizione struttura
Trento
Trento
Trento
Trento
Trento
Concei
Cavalese
Fiera di Pri-mieroVilla Agnedo
Tione
Appartamento in condominio, 1° piano, terrazzoAppartamento in condominio, 2°piano, ascensoreAppartamento 1° piano, sbarrierato,terrazzi
Appartamento piano terra, sbarrierato
Appartamento 3° piano, sbarrierato,terrazzoCasa indipendente su due piani congiardinoAppartamento presso il centro servizi,attiguo al centro socio educativoAppartamento in edificio storico
Casa singola al primo piano
Casa indipendente posta su tre piani,comprendente anche il centro socioeducativo, con giardino
Indirizzo
Via S. Marco
via Perini
via Fermi 23/c-Scala A - Int.4via Fermi 23/c- Scala E - Int.51via Paludi
Lo. Locca
via Libertà
via Colaor
V.S.B. Verginedella Mercedevia Filzi
N° utenti8
8
8
8
7
8
7
7
7
7
N° operatori
5
6
5
5
5
8
5
5
5
7
Tipologia di intervento
Output
Cura della persona nella promo-zione dell’autonomia personale
Cura dell’ambiente abitativo
Promozione del benessere psi-cofisico
attivitàIgiene personale
Scelta, cambio e pulizia dell’ab-bigliamentoScelta e preparazione dei pasti;assistenza nella consumazioneAssistenza notturnaPulizia quotidiana dell’apparta-mento (personale addetto)Riordino dell’ambientePersonalizzazione degli spaziprivatiInterventi relazionali come daprogetti LGRMonitoraggio della salute acura dell’assistente sanitaria
frequenzaQuotidiana e quando necessa-rio
quotidiana
quotidianaquotidiana
quotidiano
periodico
Quotidiano, continuo
Settimanale
totale 75 56
LA RELAZIONE SOCIALE 71
Supporto all’èquipe della comu-nità
Promozione delle autonomiesociali
Consulenze specialisticheUscite in ambiente naturalisticoCoordinamento e supervisionepsicologica del lavoro educativodegli operatoriCoordinamento organizzativoAcquisti personali e per la co-munità Partecipazione ad eventi sociali(feste, ritrovi, uscite al bar, risto-rante etc.)Partecipazione ad eventi cultu-rali (concerti, cinema, etc.)
Secondo i bisogniQuotidiana, quando possibile
quindicinalequindicinale
quotidiano
settimanale
mensile
Potenziamento delle capacità di prendersi cura della propria persona
Indicatori di Outcome
Soddisfazione nel rispondere personalmente ai propri bisogni con le competenze acquisiteconoscenza del proprio corpo e dell'esigenza di tutelare e promuovere la salute nelle scelte alimen-tari e di abbigliamento, nel movimento e nello stile di vitaesperienza dello spazio abitativo come luogo anche privato in cui ritrovarsi, personalizzando l'am-biente e adattando i complementi d'arredo alle esigenze particolarisenso della proprietà privata e dei beni in comune, con la possibilità di organizzare le proprie cose inmodo fruibile; realizzazione di acquisti personaliaumento dell'interesse per la cura del proprio aspetto e per la scelta e cura dell'abbigliamento
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•
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•
Attivazione responsabile nel proprio ambiente di vitamovimento nell'appartamento in sicurezza, nella facilitazione e della più ampia autonomiaapprezzamento delle parti comuni e private nell'appartamentocoinvolgimento nei lavori domestici, nel riconoscimento dell'apporto di tutticondivisione di alcune regole di convivenza e collaborazione
••• •
Crescita in un percorso di autonomia dalla famiglia di origine e di formazione di un'identitàassimilazione di esperienze di distacco dal nucleo familiare per sperimentarsi in modo diverso, sullosfondo di altre relazioni affettive e socialivalorizzazione della storia personale e delle espressioni culturali di riferimentorafforzamento del senso di sé come persona autonoma, che si conosce nelle risorse e limiti perso-nali, nel confronto con i compagni e in un dialogo con le figure significative coinvolgimento della persona nella gestione creativa del tempo libero, valorizzando interessi e capa-cità e contribuendo a migliorare il clima emotivo del gruppo
•
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•
Integrazione sociale nel contesto territoriale individuazione di spazi di partecipazione e riconoscimento esterno, che sostengono il senso di ap-partenenza sociale della persona ricerca di collegamenti di reciproca valorizzazione con servizi culturali e realtà associative del territo-rio, studiando le forme possibili di presenza e integrazionepartecipazione a esperienze di espressività e di festa, anche con la collaborazione di volontari, cre-ando tra le persone coinvolte una relazione di fiducia reciproca
•
•
•
centrsocioeduc
I servizi diurni
I CSE CENTRI SOCIO EDUCATIVIIl Centro Socio Educativo è un servizio diurno che, attraverso la presa in carico dellapersona e l’attivazione di percorsi individualizzati, ha come obiettivo ultimo quello dimantenere e/o potenziare le abilità residue della persona accompagnandola nel per-corso di adultità. Si occupa dei bisogni primari (alimentazione; cura fisica; etc.) e se-condari (istruzione; socializzazione; gioco; etc.) dei propri utenti. Tali servizi sonoguidati dalla volontà di superare il semplice approccio assistenziale all’utente e favo-rire il suo inserimento in una più ampia rete sociale.
LA RELAZIONE SOCIALE 75
Città/Paese
Input
TrentoTrentoTrentoTrentoTrentoTrentoTrentoArcoBorgo ValsuganaFiera di PrimieroPozza di FassaTioneCavaleseLomaso
Indirizzovia Gramscivia Onestinghelvia Paludi (sud)via Paludi (nord)via Perinivia VoltaC.so 3 Novembrevia CapitelliP.zza RomaniVia San Francesco, 69via Romavia Filzivia LibertàFr.Campo Lomaso
N° utenti1214148813101220851784
N° assistenti educatori776557571252952
Tipologia diintervento
Output e OutcomeOutput
INTERVENTI EDUCATIVI
Attivitàdidattica
Attività motoria
Attività occupa-zionali (tecnico-manuali,grafico-pittori-che)
Indicatori di Outcome
Mantenimento delle abilitàscolastiche e di comunica-zione• Mantenimento delle abilitàgrosso motorie • Mantenimento delle abilitàfino motorie• Gratificazione personale at-traverso la Realizzazione dioggetti ed elaborati artigianali
Frequenza DurataAlmeno 2 voltealla settimana
Almeno 2 voltealla settimanaAlmeno 2 voltealla settimana
15/30 minuti
30/45 minuti
15/30 minuti
totale 153 84
76 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Attività di fale-gnameria
Attività di infor-matica
Attività artisticae musicale
Attività di sti-molazione sen-soriale
Almeno 2 voltealla settimana
1/2 volte allasettimana
almeno 1 voltaalla settimana
almeno 3 voltealla settimana
30/45 minuti
15/30 minuti
15/30 minuti
15/30 minuti
• Mantenimento/potenzia-mento dei tempi di atten-zione • Mantenimento delle abi-lità pre-lavorative• Mantenimento/potenzia-mento dei tempi di atten-zione• Prerequisiti (secondo ilP.E.I: controllo della po-stura; orientamento nellospazio, etc)• Requisiti (uso CD rom;uso tastiera)• Mantenimento delle abi-lità scolastiche e di comu-nicazione• Mantenimento/potenzia-mento dei tempi di atten-zione• Permanenza dello statodi benessere della persona• Mantenimento/potenzia-mento dei tempi di atten-zione• mantenimento/potenzia-mento dei tempi di atten-zione
Terapia assistitacon gli animali
Musicoterapia
Educazione fi-sica e nuoto
Psicomotricità
1 volta alla set-timana
1 volta alla set-timana
Almeno 1 voltaalla settimana
1 volta alla set-timana
45/60 minuti
15/30 minuti
30/45 minuti
15/30 minuti
• Permanenza dello statodi benessere della persona• Indicatori diversificati aseconda del P.E.I. (orien-tarsi in spazi aperti, accudi-mento dell’animale)• Permanenza dello statodi benessere della persona• Indicatori diversificati aseconda del P.E.I. (ad. es.aumento delle verbalizza-zioni)• Mantenimento delle abi-lità motorie, contenendo leregressioni• Permanenza dello statodi benessere della persona• Indicatori diversificati aseconda del P.E.I.
INTERVENTI TE-RAPEUTICI E RI-BILITATIVI
LA RELAZIONE SOCIALE 77
Igiene della per-sona
Alimentazione
Cura dell’abbi-gliamento
Tutti i giorni
1/2 volte algiorno
Almeno 1/2volte alla setti-mana
15/30 minuti
15/60 minuti
15/30 minuti
• Mantenimento della curae del benessere della per-sona incrementando le sueautonomie • Mantenimento dellostato di benessere dellapersona incrementando lesue potenzialità• Permanenza dello statodi benessere della persona• Indicatori diversificati aseconda del P.E.I.
INTERVENTI ASOSTEGNO DEL-L’AUTONOMIAPERSONALE
centsocioccu
78 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
I CSO CENTRI SOCIO OCCUPAZIONALII Centri Socio-Occupazionali (CSO) di Anffas Trentino sono centri diurni le cui finalitàsono quelle di favorire l’acquisizione e/o il mantenimento delle abilità tecnico-manualidei propri ospiti attraverso lo svolgimento di attività atte a favorire lo sviluppo delle au-tonomie personali, la coscienza e l’apprezzamento del lavoro svolto, nonché il rinforzoe la crescita dell’autostima.
Il servizio è rivolto a giovani-adulti che dopo aver ultimato il percorso scolastico eaver intrapreso un percorso formativo professionale, non hanno potuto impiegarsi inambito lavorativo. Le persone inserite nei CSO devono possedere un discreto grado diautonomia ed essere dotate di abilità minime nello svolgimento di piccole consegne.
Città/Paese
Input
ArcoBorgo ValsuganaCavaleseFiera di PrimieroLomasoTrento
Indirizzovia Gazzolettivia Temanzavia Libertàvia S. FrancescoFr.Campo Lomasovia Suffragio
N° utenti71342210
N° assistenti educatori542115
Tipologia diintervento
Output e indicatori di OutcomeOutput
INTERVENTI EDUCATIVI
Attività
Attività Didat-ticaAttività motoria
Attività occupa-zionali (tecnico-manuali,grafico-pittori-che)Attività di “Be-auty Farm”(cura della per-sona)Attività artisticae musicaleUscite finaliz-zate
Indicatori di Outcome
• Aumento dei tempi di la-voro e di tenuta al compito• Aumento della collabora-zione e dell’interesse per leattività proposte• Aumento della socializza-zione con gli altri compo-nenti del gruppo• Aumento dell'integra-zione all'interno delle dina-miche relazionali tra gliutenti• Aumento delle autono-mie sociali e lavorative• Rispetto delle regole fon-damentali per la convi-venza di gruppo• Aumento della consape-
Frequenza Durata
Almeno 2 voltealla settimanaAlmeno 2 voltealla settimanaAlmeno 3 voltealla settimana
Almeno 2 voltealla settimana
Almeno 1 voltaalla settimanaAlmeno 1 voltaalla settimana
15/30 minuti
30/45 minuti
15/45 minuti
30/60 minuti
15/30 minuti
30/60 minuti
totale 39 18
LA RELAZIONE SOCIALE 79
Terapia assistitacon gli animaliMusicoterapia
Educazione fi-sica e nuotoArte- terapia
Psicomotricità
Almeno 1 voltaalla settimanaAlmeno 1 voltaalla settimanaAlmeno 1 voltaalla settimanaAlmeno 1 voltaalla settimanaAlmeno 1 voltaalla settimana
30/60 minuti
15/45 minuti
30/45 minuti
30/45 minuti
15/30 minuti
volezza dei propri statiemotivi• Aumento delle autono-mie relative al soddisfaci-mento dei bisogni primari• Acquisizione delle auto-nomie previste dal PEI
INTERVENTI TE-RAPEUTICI E RI-BILITATIVI
Igiene della per-sonaAlimentazione
Cura dell’abbi-gliamento
Almeno 3 volteal giornoAlmeno 2 volteal giornoAlmeno 1 voltaal giorno
10/15 minuti
15/30 minuti
15/30 minuti
INTERVENTI ASOSTEGNO DEL-L’AUTONOMIAPERSONALE
paesdi oz
CENTRO ABILITATIVO PAESE DI OZIl Centro Abilitativo per l’Età Evolutiva “Il Paese di Oz” è una struttura dell’Anffas Tren-tino Onlus che accoglie bambini, ragazzi e giovani adulti affetti da patologie organichedi varia natura, generalmente con ritardo mentale associato.
L’obiettivo che si intende perseguire per ogni singolo utente è l’espressione dellesue massime potenzialità all’interno di una famiglia in grado di sostenerlo con serenitàverso il raggiungimento di una buona qualità della vita. Il Servizio è organizzato in duearee, terapeutica ed educativa.
80 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
tre fisioterapi-stedue psicomo-tricistetre logopedi-steun terapistaoccupazionaleuna psicologae coordinatricedel Centrouna psicope-dagogistauna segretaria
neuropsichia-tra infantilefisiatrafoniatrapediatra
stanze per le terapiedei bambiniufficio della neurop-sichiatraufficio della psico-loga e della psicope-dagogistastanza per i colloquicon i genitorisala riunionisegreteriastanza per le attivitàdi ritrovo dei genitorisala d’attesa
materiale di giocoadeguato all’età ealle caratteristichedei bambinimateriale psicomoto-rio per lo svolgi-mento delle terapieausili per la posturadei bambiniausili per la comuni-cazionetest psicometrici, dilivello e di valuta-zione della comuni-cazionestrumenti informatici(PCI e software)testi specialisticisulle patologie pre-sentate dai bambinimateriale didatticoper le consulenzealle scuole
106 utentipresi in ca-rico30 prime vi-site22 nuoveprese in ca-rico6 dimissioni
Utenti Personaledel Centro
MaterialiConsulenti
esterniDotazione struttu-
rale del Centro
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InputArea terapeutica
LA RELAZIONE SOCIALE 81
Tipologia di interventoPercorsi Abilitativi /riabilitativiper i bambini
Attivitàterapie sia individuali che in gruppo difisioterapia o psicomotricitàlogopedia, terapia occupazionalevisite neuropsichiatrichevalutazioni cognitiveconsulenze alle scuole di ogni ordine egrado (almeno due incontri per bam-bino), e anche consulenze individualiagli insegnantiincontri settimanali in equipe e perio-dici tra gli operatori in preparazionedegli incontri con i genitori, con lescuole e per la verifica del progettopercorsi di Pet Therapyvisite fisiatrichevisite foniatrichevisite pediatrichevisite specialistiche presso l'Azienza Sa-nitaria con medici abituati a relazionarsicon bambini disabili (oculista, dentista,ecc)
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Supporto e consulenza per i ge-nitori e le famiglie
sostegno psicologico individuale e ingruppoconsulenze sul percorso di crescita deifigli e sulle problematiche educative,sia per quanto riguarda il figlio con di-sabilità che i fratellisostegno ai fratelli dei bambini utentidel Centroincontri periodici con i terapisti per con-divisione del progetto terapeutico escambio di informazioniaccompagnamento nei percorsi di ap-profondimento diagnostico o nelle con-sulenze specialistiche per i bambinieffettuate in strutture sanitarie di se-condo livelloconsulenze di tipo legale
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consulenza alle scuole di ogniordine e grado (dai nidi allescuole superiori)
Output
82 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Indicatori di Outcomepotenziamento della consapevolezza di sé e del mondo esterno e sviluppo dicapacità relazionaliacquisizione di competenze motorie adeguate alle specifiche potenzialitàsviluppo di abilità comunicative, sia in ricezione che in espressionesostegno alla crescita di un’identità separata, libera di esprimersi e, perquanto possibile, consapevole delle proprie potenzialità e dei propri bisogniacquisizione di comportamenti adattivi, quali le autonomie personali, sociali,domestiche, per quanto possibilepercezione da parte dei genitori di una rete di sostegno nel percorso di cre-scita dei figliincremento della situazione di benessere del bambino e della famiglia sia intermini di riduzione del disagio che di aumento della percezione di soddisfa-zione e integrazione familiare
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Area educativa
3 educatori1 pedagogista
2 educatori1 pedagogista
24 ragazzi tra i13 e i 16 anni
27 ragazzi tra i16 e i 28 anni
stanza per pranzi emerendesala ritrovo per atti-vità informali e ditempo liberolaboratorio per atti-vità artistiche-prati-chestanza per rilassa-mento e recuperoindividualeufficio educatori
cucina soggiornobagno che rappre-sentano i luoghidella routine quoti-dianastanza per attività dilaboratorio e ricrea-tiveufficio educatori conspazio per attività dicomputer
ProgettoPonte
Cresciamoinsieme
Personale UtentiDotazione struttu-
rale del Centro
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Input
LA RELAZIONE SOCIALE 83
“Progetto Ponte”attività volte ad aumentarel’autonomia di base medianteuscite aventi obiettivi speci-fici;attività volte a migliorare laqualità delle relazioni e dellavita affettivo-emotiva.
escursioni fuori città, almeno 1 all’anno,di 2-3 giorni;durante il periodo estivo, uscite giorna-liere e occasionalmente attività durantela settimana.
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Output
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Cresciamo insiemeInterventi atti a stimolare la ca-pacità:
di traslare e generalizzare nelquotidiano processi appresinel lavoro di gruppo;di gestire la routine quotidianain autonomia e sicurezza;di dare sostanza e significatopreciso ai gesti, alle azioni e aicomportamenti.di aprire nuovi spazi di rela-zione e di rielaborazione co-gnitiva-emotivadi gestire adeguatamente laroutni e quotidiana, raffor-zando la consapevolezza chepossono vivere delle espe-rienze da adulti.
offerta di attività legate alla gestione e al-l’organizzazione personale in autonomiae sicurezza della routine quotidiana, edelle situazioni, dei luoghi non strutturatitipici di una dimensione di vita adultaofferta di momenti di scambio, con-fronto e comunicazione rispetto a tema-tiche riguardanti identità, affettività esessualitàofferta di percorsi e laboratori culturaliper vivere l’arte e la cittàproposta annuale di un soggiorno inver-nale ed uno estivo come momento di at-tivazione ricreativa, socializzazione esperimentazione dell’autonomia
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Indicatori di OutcomeProgetto Ponte
acquisizione di strumenti e strategie per affrontare con serenità e autonomia il territorio e l’ambientesocialeacquisizione di competenze nella gestione di dinamiche relazionali di tipo amicale interiorizzazione di regole di comportamento adeguate ai diversi contesti sociali e relazionali (scuola-famiglia-amici-territorio)
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Cresciamo Insiemeacquisizione di consapevolezza rispetto al personale processo di crescita e cambiamentocapacità di generalizzare nel quotidiano i processi appresi durante le attività e proposte di gruppoapertura di spazi e possibilità di incontro e relazioni amicali significative capacità di dare sostanza e significato ai gesti, alle relazioni, ai comportamenti nelle relazioni di ami-cizia e/o amorose
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progper.
FORMAZIONE E INSERIMENTO LAVORATIVO (PROGETTO PER. LA)
Progetto PER.LAIl progetto Per.La. (Percorso Lavoro) è un insieme articolato di servizi che accompa-gnano la persona verso un possibile inserimento lavorativo a regime di mercato o in uncontesto protetto. Si rivolge a giovani adulti con disabilità intellettiva e relazionale chein uscita dai circuiti scolastici evidenziano delle potenzialità spendibili per ambire ad uneventuale inserimento lavorativo.
Esso ha l’obiettivo di portare gradualmente la persona all’acquisizione di abilità pra-tiche e relazionali, compatibili con la strutturazione di un’identità adulta e l’esercizio diun ruolo professionale.
Il percorso-lavoro inizia con l’accesso dell’allievo ad una delle sedi di formazioneprofessionale speciale, presso le quali ha modo di sperimentarsi in attività laboratorialiinterne e successivamente in brevi stage aziendali esterni. All’interno dei cinque annidi frequenza massima è possibile orientare la persona e la sua famiglia verso la sceltapiù confacente alle predisposizioni sviluppate, optando per un inserimento lavorativo aregime di mercato o protetto, finestre d’uscita del progetto stesso.
Sedi formative Per.La.I pre-requisiti di accesso sono rappresentati dalla presenza di potenzialità lavorative edi abilità sufficienti a giustificare l’intervento formativo, abilità documentate da rela-zioni della scuola, o da altro ente inviante.
LA RELAZIONE SOCIALE 85
Città/Paese
Input
Trento
Arco
Borgo Valsugana
CavaleseFiera di PrimieroPozza di FassaRovereto
Indirizzovia Menguzzato
via Gazzoletti
via Roma
via Libertàvia S.Francesco via RomaVia Veneto
N° utenti21
6
4
4312
N° docenti5 part time 8 full time1 part time2 full time2 part time1 full time2 full time1 full time2 full time2 part time
Risorse strutturali e strumentali Risorse umane
totale 39 23
86 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
FalegnameriaCucinaLegatoriaInformaticaSartoriaTeoriaArtigianatoCeramicaOrto floricoltura
All’esterno se-condo la dittaospitante
GinnasticaPiscina
Ogni allevo seguedi norma due atti-vità diverse nelcorso della giornatacon una frequenzache varia secondo ilPFI
Conseguente al PFIe agli accordi conl’azienda ospitante(da uno a quattroincontri la setti-mana)
Di norma una voltala settimana per at-tività
Mezza giornata(dalle due alle treore)
Mezza giornataper ogni incontro
Mezza giornataper ogni incontro
Laboratori
Stage
Motricità
Attività Frequenza Durata
Output
Tiplogia diintervento
Indicatori di Outcome differenziati per finestre d’uscita
Resistenza psicologica alle pressioni di ambiti produttivi - resisto alla frustra-zione, dilaziono la gratificazione, autovaluto il mio prodotto
Disponibilità alla collaborazione -condivido, non sfuggo
Capacità nella gestione delle relazioni - individuo le persone di riferimento, discrimino colleghi da superiori, non esigo l'amicizia
Autonomia negli spostamenti - uso il mezzo pubblico
Competenza nella gestione dell'imprevi-sto - mi fermo, se non so, e mi attivo con richieste, chiedo aiuto se necessa-rio con tempi e modi adeguati
Cent
ro s
ocio
occu
pazio
nale
Labo
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A
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Tabella 31 Indicatori per finestra di uscita
Servizio di inserimento lavorativo del progetto PER.LA.
Il servizio si colloca come tappa formativa finale del progetto Per.La. e si articola in uninsieme di interventi finalizzati ad inserire la persona nel mercato del lavoro.
Esso prevede:1. il tirocinio formativo2. l’accompagnamento all’inserimento lavorativo3. l’azione di mantenimento4. la riqualificazione professionale
1. TIROCINIO FORMATIVO
I percorsi individualizzati d’inserimento lavorativo rappresentano la tappa che precedel’inserimento lavorativo vero e proprio dell’allievo. Sono progetti finanziati dal FondoSociale Europeo, hanno la durata di un anno e la stessa persona può usufruire al mas-simo di due annualità. La metodologia del tirocinio si basa sulla “formazione in situa-zione”: l’allievo partecipa ad uno stage in aziende convenzionate sotto il costantemonitoraggio di un tutor che lo affianca e che ne facilita l’acquisizione delle mansionie lo supporta nella gestione di ogni problematica che può emergere nel contesto lavo-rativo. I percorsi prevedono la presenza di un coordinatore dei tirocini che supervisionai progetti, mantiene i contatti con le famiglie e le aziende fornendo, inoltre, un sup-porto agli allievi e ai tutor. Nell’ultimo anno di tirocinio inizia la collaborazione con la fi-gura del manager di rete che accompagnerà la persona e la sua famiglia durante ilpassaggio di ruolo da “allievo” a “neo-lavoratore”.
LA RELAZIONE SOCIALE 87
Sede territoriale
Input
CaldonazzoTrentoPergineArcoS. Michele all’Adige
AziendaScuola dell’infanzia di CaldonazzoScuola dell’infanzia TambosiAMNU SPAEurobrikoIstituto Agrario di S. Michele
Utenti11111
Tutor11111
Risorse strutturali e strumentali impiegate Risorse umane impiegate
Altre risorse1 Coordina-tore dei tiro-cini1 Segretariaamministrativa1 Contabile
Totale 5 5 3
OutputElaborazione di un Progetto Formativo Individualizzato per ciascun allievoAttività di formazione teorico/pratica con docenze mirateAzione di tutoraggio costante e individualizzata per ciascun allievoAzioni di supporto formativo, colloqui di orientamentoContatti con i referenti aziendali rispetto alla valutazione del percorsoColloqui con la famiglia rispetto ai problemi insorti e alle strategie individuate per risolverli
2. L’ACCOMPAGNAMENTO ALL’INSERIMENTO LAVORATIVO
L’accompagnamento all’inserimento lavorativo corrisponde a quella serie di azioni voltea concretizzare, a favore della persona diversamente abile, l’esperienza dl tirocinio for-mativo in assunzione, ai sensi della legge 68/99.
88 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Indicatori di Outcomericonoscimento e rispetto dell’ambiente lavorativoconoscenza degli strumenti utilizzati per il lavoroconsapevolezza delle mansioni affidate ed abilità nello svolgere compiti diversiriconoscimento e rispetto delle regolegestione dell’orario e delle feriecompetenza rispetto ai comportamenti attuabili in base al D. Lgs. 626/94esecuzione di compiti che richiedano movimenti fino-motoricomprensione dello scorrere del temporispetto dei tempi delle mansioni affidateoperazioni con piccoli calcoli, misurazioni, contiriconoscimento delle figure di riferimento e del loro ruolocollaborazione con i colleghicomunicazione di bisogni e difficoltàaccettazione delle critichecura della personaadattamento ad eventuali cambiamenticontrollo dell’emotività
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Output
accompagnamento alla trasformazione del ruolo, da tirocinante a lavoratore;consolidamento dell’autonomia rispetto alla gestione dell’ambito lavorativo;consapevolezza dell’esistenza di una rete di servizi sul territorio a cui far riferi-mento; consolidamento del processo lavorativo;riconoscimento del ruolo ricoperto e dei diritti/doveri collegati ad esso;mediazione rispetto ai servizi istituzionali coinvolti ed attivazione di opportuni facili-tatori (psicologo).
Tiplogia di intervento
Indicatori di OutcomeL’intervento di accompagnamento favorisce l’avviamento lavorativo della personacon disabilità (ai sensi della legge 68/99), aiutando il lavoratore a “saper fare” e a“saper essere”.
Ambito del saper fare o delle competenze operative:• affinamento capacità manuali;• consapevolezza delle mansioni affidate ed abilità nello svolgere compiti diversi;
3. L’AZIONE DI MANTENIMENTO
Oltre ad avviare la persona al lavoro, il servizio di inserimento lavorativo prevede dimettere a disposizione il manager di rete per realizzare un intervento di mantenimentoa favore di ciascuna situazione occupazionale.
LA RELAZIONE SOCIALE 89
•gestione delle mansioni assegnate;• rispetto per l’ambiente lavorativo e per gli strumenti utilizzati;• riconoscimento delle regole presenti sul posto di lavoro;• riconoscimento delle figure professionali in collaborazione e della loro autorità;• collaborazione con i colleghi;• gestione dell’orario e delle ferie
Ambito del saper essere o delle competenze personali e relazionali:• maturazione nella gestione delle relazioni interpersonali;• sviluppo dell’autonomia nella gestione del setting di lavoro;• maturazione della sfera psico-affettiva;• conoscenza del ruolo ricoperto;• riconoscimento della propria adultità;• capacità di individuare nella sfera lavorativa un ambito che permetta di aumen-tare la sua autonomia personale, economica, relazionale.
OutputPer favorire il mantenimento di ciascuna situazione occupazionale, il manager direte realizza:
verifiche regolari in azienda (variabili in termini di frequenza a seconda delle ne-cessità) e si confronta con il lavoratore stesso ed i colleghi referenti;interventi mirati, con gli opportuni accorgimenti, per la risoluzione di problemisegnalati dal lavoratore o dall’azienda; confronti sistematici con i famigliari del lavoratore per riferire sull’andamento eper sensibilizzarli rispetto ad una coerenza educativa;la tenuta di contatti con gli operatori referenti dei centri per l’impiego distribuitisul territorio provinciale, per tenerli informati sull’andamento nel tempo e se-gnalare eventuali situazioni problematiche;si può avvalere della collaborazione di uno psicologo per aiutare il lavoratore acanalizzare le problematiche concernenti la sfera personale in una sede appro-priata, rispetto alla necessità di preservare la dimensione del vissuto lavorativo.
•
•
•
•
•
4. LA RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
Nel tempo l’assetto lavorativo del dipendente con disabilità può diventare instabile pervarie ragioni: sostituzione dei colleghi, cambio di mansioni, spostamento di sede, ester-nalizzazione di alcuni servizi, calo di motivazione del lavoratore ecc.
90 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Indicatori di OutcomeL’intervento di mantenimento sostiene l’integrazione lavorativa della persona condisabilità già assunta, aiutandola a consolidare le competenze operative appresee ad utilizzare quelle personali e relazionali in maniera appropriata.
Ambito del “saper fare” o delle competenze operative:• consolidamento e mantenimento della capacità manuali;• elaborazione autonoma di strategie di problem solving rispetto alle mansioniapprese;• gestione più elastica delle mansioni assegnate e delle richieste;• rispetto delle figure professionali in collaborazione e della loro autorità;• maggiore collaborazione con i colleghi;• gestione il più possibile autonoma del proprio ruolo lavorativo e di tutti gliaspetti di contorno.
Ambito del saper essere o delle competenze personali e relazionali:• miglioramento delle relazioni interpersonali;• miglioramento nella gestione del setting di lavoro;• consolidamento della propria identità adulta di lavoratore.
Outputcontatti con i referenti aziendali rispetto alla valutazione dei problemi lavorativi insorti e confronto in iti-nere rispetto alla realizzazione dell’intervento “riparatore”;analisi della situazione lavorativa ed individuazione oggettiva degli aspetti problematici destabilizzanti;elaborazione di un progetto d’intervento mirato al sostegno del lavoratore e al ripristino di un nuovo as-setto occupazionale;azione di tutoraggio, limitata nel tempo, per aiutare la persona assunta a ritrovare la capacità di operareutilmente ed autonomamente;eventuale coinvolgimento della famiglia rispetto ai problemi insorti e alle strategie individuate per risol-verli;condivisione del progetto di riqualificazione con l’assistente sociale o con l’operatore che ha segnalato ilcaso o che è interessato ad essere coinvolto su quanto realizzato.
•
•
•
•
•
Indicatori di OutcomeL’intervento di riqualificazione professionale aiuta il dipendente con disabilità, che si trova in una situa-zione lavorativa considerata a rischio, a ritrovare una nuova stabilità, affinché lo stesso lavoratore possasempre garantire all’azienda il proprio apporto produttivo.Al contempo allevia il posto di lavoro rispetto all’incombenza di sostenere il proprio dipendente in diffi-coltà rispetto alla risoluzione di problemi importanti, che richiedono la disponibilità di personale esperto edi tempo.
LA RELAZIONE SOCIALE 91
ente pubblico (pato comune di tn)settore alimentareindustriasettore alimentareente pubblico (co-mune di tenna)ente pubblico (pato comune di riva)settore alimentareente pubblico (co-mune di villalaga-rina )settore alimentareindustriaente pubblico (co-mune di fiera diprimiero)ipabsettore alimentarescuola maternafederata
5
2221
2
11
111
111
2 MANAGER DIRETE
1 RESPONSABILEDEL SERVIZIO IN-
SERIMENTI
1 PSICOLOGO
C5
C5C5C4C4
C9
C9C10
C11C11C2
C2C6C6
Tipologia diAzienda
UTENTI LAVORATORI
Risorse umane coinvolte negliinterventi
Tabella riassuntiva degli INPUT per Interventi di accompagnamento –mantenimento – riqualificazione*
Comprensori
FIGUREDI SOSTEGNO
totale 22 utenti lavoratori
* Non rientrano nel computo totaledegli input le persone dimesse
assisscola
SERVIZIO DI ASSISTENZA SCOLASTICA
Dall'anno scolastico 2003-2004 Anffas è autorizzata a fornire al Sistema educativoprovinciale il Servizio di Assistenza scolastica rivolto ad alunni con bisogni educativispeciali.
Attraverso la stipula di specifiche convenzioni, i Dirigenti scolastici richiedono rap-porti di collaborazione e personale in possesso di specifici requisiti di professionalitàed esperienza da affiancare agli alunni nel percorso scolastico prescelto, allo scopo digarantire loro sostegno didattico ed educativo, assistenza personale e diritto all'inte-grazione e inclusione.
Gli alunni certificati ai sensi della legge 104/92 e/o con bisogni educativi speciali,iscritti e frequentanti 1. il primo ciclo dell'Istruzione provinciale, che comprende la scuola primaria e lascuola secondaria di primo grado (elementari e medie);2. il secondo ciclo dell'Istruzione provinciale, che comprende percorsi di istruzione su-periore e l'istruzione e formazione professionale.
LA RELAZIONE SOCIALE 93
94 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
221
2133312
1
11
113
11
11
11421453383324112122121111
1
Scuole Ele-mentari
ScuoleMedie
Input
AssistentiEducatori
Anno scolastico 2007 - 2008
TN 3TN 5TN 6TN 7Aldeno-MattarelloCembraIsera-RoveretoLadino di FassaLavis MoriRevòTuennoVillalagarinaEnaip di TeseroEnaip di TioneLiceo Scientifico Galilei - TnIst. d'Arte Vittoria - TnIst. Don Milani-Depero - RoveretoIst. Istr. Degasperi - BorgoIst. Istr. Filzi - RoveretoIst. Istr. Rosmini - TrentoI.T.C Fontana di RoveretoOpera Barelli di LevicoUniversità Popolare di TioneUniversità Popolare di Varone diRivaI.P.C. Battisti di Trento
Istituto Comprensivo
21 1170Totale
LA RELAZIONE SOCIALE 95
250102512491766575200755757110322435164036295824241514
25
82603468173481630942438201025266600255019381938371810247841224544136013789861897816816500455
675
145315544116528211222151241
2
N. Ore Settimanali
Monte OreAnnuali
Alunni Seguiti
Anno scolastico 2007 - 2008
Input
111111111111
1
Istitutisup./prof.Li
1605 535499913
96 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Individualizzazione dell’insegnamento pergli alunni con BESindividuazione di strategie e metodologiedidattiche che favoriscano l’apprendi-mento e l’integrazione
coinvolgimento attivo degli alunni dellaclasse nell’ottica dell’integrazionecollegamento e interazione tra PEI e pro-grammazione di classecollaborazione e mediazione tra tutte le fi-gure di riferimento e la famiglia
Assistenza nei bisogni fisici dell’alunno
Attivita’ educativa
Attività di integrazione ed
inclusione scolasticaAssistenza diretta del-l’alunno
Output
realizzazione di progetti ponte tra scuole diverse e tra scuole e Centri Anffassensibilizzazione in ambiente scolastico rispetto alla disabilitàinterventi a favore dell’integrazione di alunni disabili rispetto a tutti gli inter-venti scolasticiinterventi a favore dell’integrazione sociale per alunni disabili, rispetto alle op-portunità presenti sul territoriosviluppo di percorsi integrati tra scuola e Centri Anffas del territorio
Indicatori di Outcome•
•
•
•
•
•
•
•
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•
educdomi
ASSISTENZA EDUCATIVA DOMICILIARE
È un intervento di supporto all'azione educativa e allo sviluppo delle competenze geni-toriali di famiglie con minori certificati ai sensi della legge 104/92, con bisogni educa-tivi speciali, che vivono in situazioni di disagio, svolto presso il domicilio del minore daun educatore, mediante la costruzione di un rapporto significativo di fiducia con tutto ilnucleo familiare.
Compito essenziale del Servizio di assistenza educativa domiciliare è il sostegnoalle responsabilità familiari ed interviene tramite una serie diversificata di aiuti chevanno dal sollievo ai genitori nella gestione dei figli minori, all'attività educativa, allavalorizzazione delle abilità personali e sociali, all'orientamento e all'autonomia dei mi-nori, all'affiancamento nel lavoro scolastico.
Tale servizio opera anche in collegamento con la scuola di riferimento del minoreallo scopo di favorire ed incrementare l'integrazione dello stesso, condividere piena-mente lo stile educativo, rispondere ai bisogni di partecipazione attiva e per evitarepossibili fenomeni di emarginazione
Le categorie di soggetti che rientrano nei requisiti per poter usufruire di questo tipodi servizio sono estremamente varie e rappresentano molte forme di disagio:• minori con handicap sensoriale, fisico e/o psichico• minori disabili in età prescolare• minori in famiglie in stato di disagio socio-relazionale
LA RELAZIONE SOCIALE 97
L'impegno di Anffas in questo settore si è attivato nel corso dell’anno scolastico2005-2006 e ha riguardato il periodo scolastico e quello delle vacanze estive.Sono stati seguiti da assistenti educatori Anffas 4 ragazzi in età scolastica conle rispettive famiglie.
Input
sollievo alle famiglieintervento di sostegno scolasticosviluppo dell’autonomia personalesviluppo delle abilità sociali
Indicatori di Outcome• •• •
I servizi di supporto
I SOGGIORNI ESTIVI Anffas organizza ogni anno i soggiorni estivi che sono diventati un appuntamento fissoper la maggior parte degli utenti e delle loro famiglie. Si tratta anzitutto di un mo-mento di integrazione sociale, ma anche di sperimentazione di una propria autonomiaper ciascuna delle persone con disabilità. Lo sforzo richiesto per l’organizzazione deisoggiorni è notevole, poiché le esigenze e i bisogni degli ospiti sono molto diversificatiin ragione del tipo di disabilità, dello stato di salute e dell’età. La scelta della strutturaè quindi di primaria importanza per garantire un soggiorno di qualità e adatto a rispon-dere alle esigenze del singolo utente.
Anche se per un periodo ridotto, si intende offrire la possibilità di vivere un’espe-rienza al di fuori del contesto casalingo o residenziale abituale. In questo modo la per-sona con disabilità ha l’opportunità di sperimentare, con il sostegno dell’educatore,nuovi spazi e ambienti e una maggior autonomia nella cura di sé. Il soggiorno è inoltreanche l’occasione per offrire alle famiglie, che sostengono il carico assistenziale pertutto l’anno, la possibilità di un periodo di vacanza.
LA RELAZIONE SOCIALE 99
27391731282550
265273294278310297289
47474241453715
Volontari utentiEducatori esterni
Anno scolastico 2007 - 2008
Input
113123113141161165182
Educatori dipendenti
2001200220032004200520062007
Nel 2007 sono stati utilizzati 9 Villaggi in località di mare, 1 Residence in localitàdi lago, 6 Alberghi in montagna, 1 casa per ferie PAT, nonché 3 Comunità Allog-gio per una proposta di soggiorno protetta necessaria ad alcuni particolari allievi.
Output
SERVIZIO DI ASSISTENZA SOCIALE
Il servizio di Assistenza sociale si occupa di informare, orientare e accompagnare lepersone portatrici di disabilità e le loro famiglie ad un migliore utilizzo delle risorse mi-rando al raggiungimento di un maggior benessere possibile. E’ un servizio rivolto apersone disabili giovani, adulte, anziane e/o famigliari, inserite nei vari servizi semi-re-sidenziali e residenziali, o a coloro che ne fanno richiesta.
L’Associazione ha ampliato la gamma di servizi offerti, moltiplicando le sue strut-ture, aumentando sensibilmente il numero di utenti e ciò ha finito per ridefinire ancheil ruolo dell’assistente sociale dell’Anffas. Vi afferiscono tutte le attività connesse allavalutazione della domanda di accesso al servizio, alla decisione di attivazione del servi-zio stesso, alla progettazione e verifica degli interventi, in collaborazione con il Servi-zio Sociale di zona. Spetta al Servizio elaborare proprie strategie, consolidare il quadrodi una rete ampia di collaborazioni, mantenere rapporti di segretariato sociale con iComuni di Trento e Rovereto e con tutti i Comprensori della Provincia di Trento. L’assi-stente sociale presidia queste relazioni cercando di inserirsi in modo trasversale e fa-cendo rete nel progetto terapeutico-riabilitativo complessivo, nel rispetto delle diversecompetenze professionali, facilitando l’integrazione degli interventi e la presa in caricoglobale delle situazioni.
100 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
- sperimentazione di una propria autonomia per ciascuna delle persone con disa-bilità- costante e buona partecipazione del personale educatore, la cui presenza ga-rantisce qualità di assistenza all’allievo e favorisce la tranquillità della sua fami-glia.- opportunità di vacanza e di esperienza alternativa al quotidiano che permetteanche alle famiglie un periodo di sollievo - presenza di un numero sempre maggiore di volontari che offre garanzia di qua-lità a complemento e supporto del lavoro dell’educatore
Indicatori di Outcome
per richieste di inserimento residenziali o semi-residenziali a tempo determinato per richieste di inserimento residenziale o se-miresidenziale a tempo indeterminatoper richieste di verifiche di progetti in attoper richieste di verifiche a scadenza annualeper rinnovo del progetto in attoper richieste o confronti su problematiche fami-liari e relativi interventiper segnalazioni di nuovi ingressi per informazione o chiarificazione sui servizi of-ferti e sulle modalità di accessoper comunicazioni o modifiche nella situazione
Contatti telefonici – in-contri con ServizioSociale di zona
Output•
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LA RELAZIONE SOCIALE 101
familiare o parentale dell’utenteper incontri programmati e concordati pervalutazione del progetto o modificheconfronti o incontri per situazioni di bisognoo pronto intervento
direzione Anffas – direzione generale serviziinterniscuole o istituti comprensiviservizio salute mentaleservizio neuropsichiatria infantileservizio sanitario territoriale servizi, enti, cooperative che si occupano didisabilitàservizio sociale territoriale
attività di sostegno relazione di aiuto alle fa-miglie o all’utenteattività di partecipazione a giornate di studioo aggiornamentoattività di partecipazione a convegniattività in qualità di supervisore di tirocini delcorso di laurea in servizio socialeattività di documentazione, aggiornamentocartelle, comunicazioni scritte ai vari servizipartecipazione ad incontri d’equipe interna acadenza quindicinale /mensile partecipazione ad incontri con varie figureprofessionali interne al serviziopartecipazione ad incontri con varie figureprofessionali esterne al servizioattività di consulenza per condivisione pro-getti con altre figure professionali
Attività di segretariatosociale pratiche ammi-nistrative contatti te-lefonici o incontri
Servizi semiresiden-ziali / residenziali ealtre strutture Anffas
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102 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Indicatori di Outcome
Informazioni generali sulla struttura- servizi offerti–orari – modalità di accesso- procedure ammini-strative da attivare
Disponibilità all’ascolto e alla comprensione delproblema
Disponibilità e possibilità alla famiglia di espri-mersi
Rispetto della privacy e valorizzazione della per-sona
Presenza di relazioni di richiesta di inserimento daparte del Servizio Sociale di zona con informazionie specifica richiesta
Procedura di valutazione diagnostica ai fini del-l’idoneità all’inserimento
Accoglienza: fase diprimo contatto conutenti/famiglia attra-verso visite, incontri,colloqui per verifica re-quisiti ai fini di una va-lutazione di idoneitàper un possibile inseri-mento nei servizi An-ffas.
Valutazione risorse in rapporto ai bisogni emersi
Priorità di ingresso
Condivisione del progetto con la famiglia e il servi-zio sociale
Definizione e rispetto tempi modalità e luogo del-l’inserimento
Esplicitazione in fase progettuale della divisionedei compiti e dei ruoli nei confronti della famiglia
Indicazione dei referenti del progetto
Cambiamenti o aspettative dell’utente o della fami-gliaCambiamenti o aspettative del servizio
Inserimento Residen-zialeo Semiresidenziale:presa in carico instruttura comunitariao a carattere diurno at-traverso interventi mi-rati; costruzione diuna rete informativa edi collaborazione tra levarie figure professio-nali interne ed esterneal servizio.
Buon accompagnamento all’inserimento sia neiconfronti dell’utente che della famigliaPresenza di verifiche e valutazioni sul progetto pe-riodiche e concordatePrevisione di incontri specifici nel caso di turn-overdi operatori nel servizio sociale di zona al fine digarantire continuità e non disperdere la memoriastorica del caso
Verifiche annuali per ciascun utente con serviziosociale di zona per rinnovo o modifica progetto inatto
Continuità assisten-ziale: complesso di at-tività e interventi chemirano a garantire l’at-tuazione della presa incarico nel tempo dellapersona e del suocontesto familiare e lacontinuità del pro-getto educativo-assi-stenziale.
LA RELAZIONE SOCIALE 103
Proposte migliorative dell’intervento
Incontri programmati equipe tecnica di lavoroIncontri con direzione
Disponibilità alla semplificazione dei vari adempi-menti amministrativi
Disponibilità informazioni ascolto e sostegno
Favorire e sostenere attività di integrazione sociale
Aggiornamento documentazione cartelle nel ri-spetto della privacy e segreto professionale
Aumento livello di soddisfazione per l’incrementodi beni e servizi offertiAumento livello di soddisfazione per l’incrementodi risposte sempre più individualizzate e persona-lizzate
Aumento livello di benessere familiare e del-l’utente con diminuzione situazioni di problemati-cità o conflitto
Incremento della riflessione condivisa sulle strate-gie migliorative al soddisfacimento di nuovi biso-gniMaggiore personalizzazione e umanizzazione deirapporti interpersonaliMaggiore consapevolezza sull’autodeterminazionedelle scelte della famiglia o dell’utente
Maggiore disponibilità per attività di supervisione-tirocinio
Indicatori generali
SERVIZIO DI ASSISTENZA SANITARIA
Circa 20 anni fa Anffas ha incominciato ad offrire ai propri utenti qualche servizio sani-tario con la presenza di un’Assistente Sanitaria e di un Consulente Medico per farfronte ad alcune necessità di ordine generale e di aiuto per le famiglie in difficoltà (es.visite periodiche, vaccinazioni…).
Negli anni successivi questo tipo di assistenza è molto aumentato sia per l’acco-glienza di pazienti con aspetti medici sempre più rilevanti, sia per l’aumento di etàdegli allievi già inseriti, con il conseguente aumento di possibilità di patologie.
104 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
2 assitenti sanitarie14 Consulenti Medici3 Consulenti Specialisti (Fisiatra, Neurologo, Psichiatra)2 Fisioterapiste
Input
prenotazioni di visite specialistiche ed indagini diagnostiche, presso le strut-ture pubbliche, per gli ospiti delle Comunità Alloggio e per le famiglie in diffi-coltà.accompagnamento degli allievi, con maggiori problematiche comportamentalio per la difficoltà dei genitori anziani, a visite specialistiche (questo permetteai vari specialisti di avere come interlocutore del personale professionale).accompagnamento di allievi per prelievi ematici. Talora, per i casi di difficilegestione comportamentale, i prelievi vengono eseguiti dal personale sanitariodell’Anffas presso i Centri Diurni.mantenimento dei contatti con i vari specialisti, con il consulente medico econ i medici curanti dei vari allievi.cura dei contatti tra la famiglia e gli operatori per aspetti sanitari, con eventualiindicazioni ad entrambi anche dopo l’eventuale consultazione con il Consu-lente Medico.controlli periodici neurologici per l’epilessia.esecuzione secondo necessità di: clismi a caduta per patologie intestinali,controlli periodici della pressione arteriosa, terapie iniettive occasionali ed in-sulinoterapia, medicazioniVaccinazioni e relativa tenuta degli archivi (in particolare la campagna annualedi vaccinazione antinfluenzale, le vaccinazioni anti-epatite B, le vaccinazioni an-titetaniche estese a tutti i Centri della Provincia).Monitoraggio dei farmaci e del materiale di medicazione per le Comunità Al-loggio e per la preparazione nei soggiorni estivi in base alle indicazioni delConsulente Medico. Verifica periodica delle scadenze dei farmaci. Tenuta cartelle cliniche e Schede sanitarie per tutti i Centri della Provincia, conperiodici aggiornamenti.Interventi presso i Centri per urgenze lievi o per spiegazioni su tematiche di or-dine sanitario.Visite degli allievi su richiesta dei familiari che spesso preferiscono far vedere
Output•
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LA RELAZIONE SOCIALE 105
la persona con disabilità dal Consulente Anffas piuttosto che portarlo presso ilproprio Medico curante o chiedono ulteriore approfondimento.Relazioni mediche su richiesta dei familiari e certificazioni varie: per invaliditàcivile, per il riconoscimento dei diritti in base alla Legge 104/1992, per i sog-giorni, per attività ludico-ricreativa…Esecuzione di lavaggi auricolari per rimozione tappo di cerume o per otiti cro-niche.Visite e relative relazioni per eventuale futuro accoglimento preso i Centri An-ffas. Il tempo di attesa è in genere di 10-15 giorni dal momento della richiestada parte dell’assistente Sociale dell’Anffas. La decisione in merito all’inseri-mento è subordinata poi al giudizio da parte della Commissione Ingressi.Partecipazione ad eventuali incontri di Equipe all’interno dei Centri e Comunitàqualora si dovessero affrontare aspetti di tipo sanitario.Cura delle comunità Alloggio e focus sulla situazione: malattie, esami emato-chimici od indagini diagnostiche eventualmente da controllare, problemi di ali-mentazione, ecc.Organizzazione di Corsi di Informazione e di Aggiornamento su tematiche sa-nitarie: fisiopatologia per le più comuni patologie presenti, epilessia, malattiedella disabilità, cenni di fisiatria, tematiche di aspetto psichiatrico, educazionesessuale, igiene dentale, elementi di scienza dell’alimentazione, elementi difarmacologia per i farmaci più comunemente usati, elementi di Primo Soc-corso, BLS.
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ATTIVITA’ ACCESSORIE
EVENTI ED INIZIATIVELe finalità che muovono Anffas ad organizzare degli eventi sono molteplici:
Informare e sensibilizzare la popolazione sulle attività, i problemi e gli scopi del-l’Associazione. L’impegno è rivolto ad ottenere il massimo consenso e coinvolgi-mento. Si organizzano delle presentazioni dell’Associazione:- in località e strutture conosciute, accessibili e di passaggio pubblico - in periodi dell’anno che favoriscano l’affluenza - con una divulgazione pubblicitaria di qualità - con allestimenti tecnici ed artistici adeguati Esempi: mostre, spettacoli teatrali, pubblicazioni.
Favorire l’integrazione sul territorio degli allievi. L’obiettivo è l’integrazione so-ciale, l’ampliamento dei contatti e delle possibilità relazionali degli allievi attra-verso occasioni di attività e di incontro con gruppi, associazioni, scuole, volontario anche solo amici, attraverso opportunità che possono essere: feste, ricor-renze, iniziative istituzionali, ma anche occasioni di integrazione offerte dalla vitasul territorio.
Esempi: uscite, manifestazioni, ricorrenze, spettacoli, iniziative con scuole,gruppi, ecc.
Offrire occasioni istituzionali, associative, educative , formative, dimostrative, diincontro, di attività e di svago, agli utenti , alle famiglie, agli associati, a dipen-denti, volontari, collaboratori ecc… L’obiettivo primario è quello dell’interazione,del confronto, delle pubbliche relazioni attraverso proposte, iniziative ed occa-sioni di partecipazione che soddisfino, interessino e coinvolgano principalmentepersone, settori e realtà che agiscono e producono all’interno di Anffas.
Nel corso del 2007, ANFFAS TRENTINO Onlus ha consolidato ulteriormente la propriaattività di “organizzazione” di iniziative-eventi e manifestazioni o di “partecipazione”agli stessi.
Il 2007 si è contraddistinto per il consolidamento dei rapporti con il Comitato Olim-piadi del Cuore, fondato dal giornalista Paolo Brosio, che ha visto la partecipazione dialcuni allievi di ANFFAS TRENTINO alle Olimpiadi del Cuore 2007 di Madonna di Cam-piglio.
Il Comitato è divenuto Partner e Sostenitore dell’attività di ANFFAS TRENTINO già
ATTIVITÀ ACCESSORIE 107
a)
b)
c)
con la donazione di un pulmino, nonché con fondi raccolti in occasione di altre inizia-tive sociali che il Comitato ha promosso e continua a promuovere.
Nel mese di gennaio 2007, a seguito di un progetto sull’educazione stradale svilup-pato nel corso degli ultimi mesi 2006, è stato divulgato il CALENDARIO 2007 “12MESI con QUACKY per evitare le papere in strada”.
L’iniziativa ha visto una compartecipazione nella realizzazione fra ANFFAS TREN-TINO Onlus e la Polizia Municipale di Trento e ne è uscito un gioco/calendario, divul-gato in 8000 copie, per divertirsi ed imparare con le regole dell’educazione stradale.
Da sottolineare che alcuni allievi dei Centri ANFFAS hanno partecipato a lezioni dieducazione stradale, tenute dai Vigili della Polizia Municipale, all’interno di Classi delleScuole Elementari e Medie del Comune di Trento ed in buona sintonia con gli alunni.
Ecco il messaggio che la Polizia Municipale di Trento ha voluto evidenziare in questainiziativa.
“Anffas fa del proprio servizio un progetto educativo ed un progetto di vita e la Poli-zia Municipale che opera ogni giorno in divisa presso la propria comunità, è in sintoniacon queste finalità, fermamente convinta che con l’educazione alle regole, perseguitaanche con programmi dedicati ai bambini ed ai ragazzi, si lavora per assicurare ap-pieno l’inserimento di ognuno nella propria famiglia, nella propria scuola e nella propriacittà contribuendo a rafforzare la solidarietà tra le persone” .
Nei mesi di settembre a Trento e dicembre ad Aldeno è stata organizzata una nuovamostra, dal titolo PUNTO FOCALE, che ha presentato, attraverso la fotografia, opererealizzate da diversi allievi di ANFFAS TRENTINO Onlus che da più o meno tempo sonooccupati in un percorso di attività artistica all’interno dei Centri, coordinata da unesperto, attraverso la quale vengono sviluppati dei processi creativi e sviluppate le po-tenzialità del singolo allievo, migliorando il suo stato di benessere psico-fisico.
La mostra è stata particolarmente apprezzata e ha presentato un catalogo delleopere esposte ed anche un calendario per il 2008, molto richiesto, che la stessa Am-ministrazione Comunale di Trento ha sostenuto e utilizzato anche come proprio bi-glietto di auguri per le festività natalizie 2007.
Anche in questo caso è da sottolineare la presenza degli stessi allievi in alcuni oraridi apertura che hanno potuto interagire con il visitatore ed hanno ricavato ulteriore“benessere”dal sentirsi protagonisti attraverso la presenza diretta e nel vedere il pro-prio lavoro creativo raccolto e pubblicato in un catalogo ed in un calendario.
Sempre in tema di eventi ed iniziative va ricordato che il 2007 è stato anche l’annodei 20 anni della nascita di ANFFAS in Primiero, che è stata ricordata con 3 appunta-menti organizzati a Fiera di Primiero:
a settembre è stata organizzata l’iniziativa GALLEGIANDO, con gare in piscina ein bicicletta, particolarmente coinvolgente ed entusiasmante sia per gli allieviche per gli educatori, i volontari, gli stessi familiari ed i tanti collaboratori che vihanno partecipato;nel mese di ottobre il Centro e la Comunità Alloggio di Primiero sono rimastiaperti al pubblico per un giorno (iniziativa OPEN DAY) ed in contemporanea si ètenuto il convegno “vent’anni di passione per il reale” dove si è relazionato sulconcetto di educazione e sulle relazioni fra handicap e lavoro;nel mese di novembre il CORO della SAT ha tenuto poi un concerto, particolar-
108 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
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mente apprezzato, con il quale si è chiuso nelmodo più coinvolgente e toccante la ricorrenzadi questi vent’anni di attività di ANFFAS in Pri-miero.
Altra iniziativa particolarmente significativa e coin-volgente è stata attuata dalla realtà ANFFAS di Arcodove è stato predisposto un progetto musicale nelcorso del 2007 che ha curato la preparazione dibrani Natalizi, cantati e suonati dagli allievi ed edu-catori dei relativi Centri, nonché del laboratorio So-ciale.
Il progetto ha raggiunto l’obbiettivo della registra-zione di un concerto di 15 minuti che RAI 3 Regio-nale ha poi trasmesso prima di Natale.
A dicembre si è svolta la nona edizione della Mo-stra di presepi e lavori “UN REGALO PER UN RE-GALO” presso la Sala della Tromba a Trento e chenell’edizione di quest’anno ha riservato tutto lo spa-zio sia ai presepi che ai lavori degli allievi dei Centrie delle Comunità Alloggio. Inoltre gli allievi, per laprima volta, sono stati costantemente presentianche durante l’orario di apertura della mostra, acontatto diretto con il visitatore, grazie alla preziosapresenza degli educatori o dei volontari dell’Associa-zione.
Sempre a dicembre si è tenuto il concerto “CAN-ZONI PER LA VITA” del gruppo canoro internazio-nale Swingle Singers all’Auditorium S.Chiara,organizzato dalla Cooperativa Saniservice a favoredi ANFFAS TRENTINO Onlus. L’evento è stato moltoapprezzato sia per la qualità degli artisti e della pro-posta musicale che ha coinvolto molto pubblico, siaperché ANFFAS TRENTINO Onlus ha beneficato diun’ulteriore occasione di attenzione da parte dellaComunità Trentina intervenuta ad ascoltare il con-certo.
In relazione a quanto sopra esposto e con riferi-mento agli indicatori che ci derivano dalle semprepositive risposte, in termini di partecipazione e so-stegno, da parte di vari ambiti delle Istituzioni, delVolontariato e delle Aziende Trentine, possiamo con-statare che alcuni “Stakeholder”rappresentanoormai un punto di riferimento e di relazione costantenell’attività organizzativa di eventi ed iniziative enell’azione promozionale di ANFFAS TRENTINOOnlus.
Premessa la particolare attenzione a vari livelli,con patrocini e sostegni, da parte della Provincia Au-tonoma di Trento, della Regione Autonoma TrentinoAlto-Adige Sùdtirol e del Comune di Trento va poisottolineata la disponibilità di particolari Istituzioni,Servizi Pubblici e Sostenitori Privati che collaboranoin modo ormai consolidato ad uno più eventi dellaprogrammazione annuale di ANFFAS TRENTINOOnlus.
A tal proposito vogliamo ricordare:
Commissariato del Governo di Trento -Arma dei Carabinieri -Guardia di Finanza - Polizia di Stato Protezione Civile PAT - Servizio Conservazione della Natura e Va-lorizzazione Ambientale PATAssessorato e Ufficio Sport della PATCentri Stampa della Regione e della PAT – Consiglio Provinciale e relativo Ufficio Stampa Consiglio Regionale Assessorato Sport Comune di TrentoServizio Pubbliche Relazioni e Ufficio Stampa Comune di TrentoGruppi NUVOLA PAT Fanfara ANA Trento – ANA Sopramonte Federazione Provinciale Corpi VVFF Volontari PAT – VVFF Trento Comune di Fornace - ANA Fornace - VVFF Fornace Polizia Municipale di TrentoServizio Parchi e Giardini Comune di Trento - Cooperativa LaRuota - Comune di TerlagoRisto 3 – Litodelta – A&N Idee per Premiare – Nord StudioCasse Rurali Trentine – SAIT .
Inoltre è importante considerare che la collabora-zione di questi “Stakeholder” si suddivide in modocalibrato nell’organizzazione degli eventi in modoche ad un tipo di evento, specialmente se ripetuto dianno in anno, corrisponda la collaborazione, il soste-gno e/o l’intervento di quel particolare “Stakehol-der”.
Questo modo di considerare la collaborazione di-venta produttivo per pianificare le iniziative, per sud-dividere l’impegno collaborativo esterno e nongravare su “pochi”, per ampliare la rete di rapportied infine per valorizzare il singolo “Stakeholder”.
ATTIVITÀ ACCESSORIE 109
RACCOLTA FONDI
L’attività di fund raising è stata introdotta e resa sistematica a partire dal 2003, inquanto considerata come fondamentale opportunità per lo sviluppo. Infatti l’Associa-zione ha sempre ricevuto contributi ed aiuti da persone ed imprese, ora il fund raisingè diventata un‘attività strategica per l’organizzazione, con risorse umane dedicate.
Anffas Trentino onlus ha compreso quanto fosse importante cercare fonti di ap-provvigionamento di risorse economiche che integrassero i flussi finanziari che arri-vano dall’ente pubblico, che non riesce più a tenere il passo con lo sviluppo dei serviziche le persone con disabilità richiedono. L’attività di fund raising rappresenta quindiun’opportunità che viene offerta alla comunità per partecipare alla ricerca ed alla rea-lizzazione delle soluzioni ai problemi che affliggono moltissime persone in Trentino.
E’ questo che i nostri donatori desiderano, poter partecipare, poter dare il propriocontributo, nel modo e nella misura che ognuno decide liberamente, ma nella consa-pevolezza di essere utile a qualcosa o, meglio ancora, a qualcuno.
L’attività di fund raising non si riduce alla semplice raccolta di fondi, ma si correlaall’attività di comunicazione, che ha come obiettivo prioritario la costruzione di una re-lazione duratura con il donatore. E’ questo lo snodo culturale che sta alla base dell’atti-vità di fund raising: lo speciale rapporto che si crea tra il donatore (o sostenitore) edAnffas.
La comunicazione rappresenta per Anffas Trentino Onlus il canale principale attra-verso cui diffondere la conoscenza e sensibilizzare l’opinione pubblica e le imprese suiproblemi e sulle necessità delle persone con disabilità e le loro famiglie.
L’Associazione ha stabilito partnership solide con alcune delle imprese più attive eimportanti del territorio trentino quali i Supermercati Trentini e le Casse Rurali e tantealtre. Queste collaborazioni sono state di fondamentale importanza per aumentarel’esperienza e le competenze del personale. Tutto questo è stato possibile grazie all’in-dividuazione e implementazione di una strategia condivisa che ha come punto di riferi-mento il senso di appartenenza e di identità della comunità trentina e che ha trovatoconcretezza nel progetto: “I Trentini per i disabili trentini”.
In tutto questo un ruolo importantissimo hanno avuto i genitori ed i volontari chehanno sostenuto l’Associazione attraverso la donazione del loro tempo e senza i qualinon sarebbe stato possibile affrontare questa nuova sfida.
Nel Corso del 2007 l’Associazione ha continuato il proprio impegno nella sistematicaattività di raccolta fondi, incrementando i due fondi vincolati, già costituiti nel corsodel 2004, alimentando gli introiti netti dervianti da specifiche operazione di raccoltafondi:
FONDO ANFFAS FUTURA, istituito con l’obiettivo di raccogliere donazioni destinate alprogetto “Dopo di Noi” e quindi all’acquisto o ristrutturazione di strutture immobili perle nostre comunità alloggio;
FONDO ANFFAS OGGI, istituito con l’obiettivo di raccogliere donazioni destinate all’ac-quisto di attrezzature, arredi, automezzi e di sostenere le spese per il personale e peralcune attività.
110 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Sulle risorse raccolte in questi due fondi grava unvincolo temporale: possono essere utilizzate solo apartire dal periodo amministrativo successivo aquello in cui sono state raccolte.
Sempre nel corso del 2004 l’Associazione ha isti-tuito anche il “Fondo per acquisto attrezzature”, cheha l’obiettivo di raccogliere le offerte e i contributida parte di enti o privati cittadini finalizzati all’acqui-sto di attrezzature, arredi e automezzi ottenute nelcorso del periodo amministrativo: la raccolta di taliofferte e contributi avviene distintamente pressociascun centro dell’Associazione e non è oggetto diuna specifica campagna di raccolta fondi.
ATTIVITÀ ACCESSORIE 111
3.6695.831
3.443
96//
1.344
//
//
Fondo Anffas OggiFondo Anffas Oggi
Fondo Anffas Fu-turaFondo Anffas OggiFondo Anffas Oggi
Fondo Anffas Oggi
Fondo Anffas Fu-tura
Fondo Anffas Oggi
8.85312.167
3.136
1421.573
1.909
1.315 preferenzeespresse (gliimporti nonsono ancorastati comuni-cati dell’Agen-zia delleentrate)14.500
Uscite DestinazioneEntrate
Lotteria di PasquaUn morso e unsorso…di solida-rietàVaso della Fortuna
Aste su EbayPorta in tavola la so-lidarietàProgetto DAD(Down AlzheimerDesease)5 X MILLE
Offerte Generiche
Iniziativa
DATIECONOMICI
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DEL VALORE AGGIUNTO E ANALISI Nelle aziende non profit, soprattutto quelle volte alla produzione di servizi per la per-sona come Anffas Trentino Onlus, i dati economici spesso non forniscono un’esaustivadescrizione delle attività svolte, ma se adeguatamente rielaborati possono esprimere ilvalore sociale ed economico dell’Associazione.
In questo capitolo si illustra l’analisi svolta per calcolare e quantificare la grandezzaeconomica chiamata “valore aggiunto”. Esso rappresenta la ricchezza che l’attivitàaziendale crea a vantaggio dei suoi interlocutori e viene misurato tramite la riclassifi-cazione del Conto Economico.
Quest’anno accanto ai consueti schemi di analisi si è deciso di sperimentare ancheuna lettura dei dati contabili attraverso una nuova teoria, chiamata “Teoria del capitaleintellettuale”, come anticipato nell’introduzione.
Le imprese devono infatti porre sempre più attenzione nella gestione efficace di unnumero significativo di asset intangibili, spesso però le organizzazioni pur monitorandoquesti elementi, non riescono ad integrarli in maniera efficiente nel bilancio. Tutti glienti, soprattutto quelli non profit, dovrebbero impiegare nuovi modelli di rilevazionedella conoscenza, in grado di analizzare sia gli stock di informazioni, sia le interazionidi capitali umano, strutturale e relazionale.
La realizzazione di un bilancio sociale basato sulla teoria del capitale intellettualecomporta, quindi, un’attenta analisi dell’organizzazione aziendale dal punto di vistadella conoscenza.
Di seguito vi saranno due parti:
La misurazione del valore aggiunto di Anffas Trentino Onlus, nell’anno 2007, at-traverso l’analisi tradizionale della riclassificazione del Conto Economico e delloStato Patrimoniale e l’esame della sua distribuzione tra i differenti portatori di in-teressi, i quali, come nell’anno precedente, sono:
personale,comunità,stato,
DATI ECONOMICI 113
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azienda (utile o perdita dell’esercizio).Il raggruppamento delle voci nelle tre diverse categorie che compongono il capi-tale intellettuale di Anffas Trentino Onlus, ovvero:
capitale strutturale,capitale umano,capitale relazionale.
L’analisi dei dati ed una serie di grafici e tabelle, permettono di comprendere al megliocome sia possibile misurare e valorizzare il capitale intellettuale dell’Associazione.
114 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
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IL VALORE AGGIUNTO
17.709.175,85
48.900,40 33.814,31
18.847.226,45
68.096,59 35.954,96
2006 2007
RETTE CONTRIBUTI E FINANZIA-MENTIRIMBORSI DA UTENTIRIMBORSI DA DIPENDENTI
Valore della produzione caratteristica
Riclassificazione conto economimco a valore aggiunto
17.791.890,56 18.951.278,00 totale
174.838,77 1.005.012,38
271.896,04 84.459,37
1.539.677,16 188.581,99 23.844,44
285.630,55 70.639,38 30.391,11 80.971,07 70.885,58 57.933,82
210.696,80 1.084.646,88
308.694,77 93.639,65
1.615.632,18 182.194,30 14.545,40
283.326,75 69.772,13 47.886,64 86.414,63
196.315,23 63.162,45
SPESE PER ATTIVITA' SPESE PER MENSASPESE PER PULIZIEMANUTENZIONISPESE PER LOCALIUTENZE PER LOCALIATTIVITA' ISTITUZIONALEVIAGGI E TRASFERTEGESTIONE AUTOMEZZIATTIVITA' PROMOZIONALESPESE AMMINISTRATIVESPESE PER RETTEASSICURAZIONI
Costi di produzione e di gestione
3.884.761,66 4.256.927,81 totale
12.483.898,83 12.483.898,83 Valore della produzione caratteristica
DATI ECONOMICI 115
2006 2007Elementi finanziari estraordinari di reddito
- 73.074,31 130.736,77
3.574,09 275.011,73
3.754,17 - 120.162,12
53.606,91 - 15.532,41 - 4.855,01 - 5.970,00 - 2.957,48
- 48.657,37 152.827,02
965,65 376.236,40
4.098,81 - 72.595,14
49.969,06 - 16.129,69 - 3.574,09
- 5.914,52
ONERI FINANZIARI INTERESSI ATTIVIRIMANENZE FINALIPROVENTI DIVERSI DI ESERCIZIOPROVENTI DA TITOLISOPRAVVENIENZE PASSIVEPROVENTI STRAORDINARISPESE SU TITOLIRIMANENZE INIZIALIINDENNITA’ FREQUENZA ALLIEVIPERDITE E COSTI VARI
250.102,34 437.226,13 totale
14.151.261,24 15.131.576,32 Valore aggiunto globale lordo
Ammortamenti e accantonamenti
221.978,04
35.941,56
49.909,05 254.820,68 33.609,38 579.501,63 13.903,47
240.582,22
54.035,10
99.136,48
45.320,73 774.214,56
AMMORT. ORDINARI IMMOBILIZZ.MATERIALIAMMORT. ORDINARI IMMOBILIZZ. IM-MATERIALIAMMORTAMENTI ANTICIPATIALTRI ACCANTONAMENTIACCANTONAMENTI MIGLIOR.ATTREZZATURAACCANTONAMENTO CONGUAGLIORETTESVALUTAZIONE CREDITI
1.189.663,81 1.213.289,09 totale
12.961.597,43 13.918.287,23Valore aggiunto netto
116 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
Valore aggiunto dal 2002 al 2007
2002 2003 2004 2005 2006 2007
16.000.000,00
14.000.000,00
12.000.000,00
10.000.000,00
8.000.000,00
6.000.000,00
4.000.000,00
2.000.000,00
0,00
8.972.896,469.254.159,38
10.963.666,53
12.209.334,93 12.961.597,43
13.918.287,23
Destinazione Valore aggiunto globaleValorePersonale
9.405.617,63 2.485.245,31
640.667,41 16.564,12
195.040,00 350,00
6.296,62 10.799,11
RETRIBUZIONIONERI PREVIDENZIALI E ASSICURATIVIQUOTA E INDENNITÀ TFRCOSTI E ONERI PER FERIE NON GODUTEQUOTE E CONTRIBUTI LABORFONDCONTROLLI SANITARIRETRIBUZIONI PER LAVORO INTERINALECORSI DI AGGIORNAMENTO E CONVEGNI
12.727.451,96 totale
ValoreComunità
26.094,59
129.658,99 735.485,61 169.328,93
36.067,20 59.608,93
CONSULENZE E COLLABORAZIONIAMM.VE,LEGALI E NOTARILICONSULENZE MEDICHECOLLABORAZIONI INFERMIERISTICHECONSULENZE E COLLABORAZIONI PROFES-SIONALI E OCCASIONALICOMPENSI REVISORI E CERTIFICATORICOMPENSI E ONERI PERCO.CO.CO/OCCAS/PROGETTO
1.156.262,25 totale
DATI ECONOMICI 117
Stato 17.537,61
Utile non distribuito/perdita d'esercizio 17.035,41
13.918.287,23 totale
Confronto distribuzione del valore aggiunto tra gli anni 2006 e 2007Destinazione valore
aggiunto globale 2007 2008
PERSONALECOMUNITA'STATOUTILE NON DISTRIBUITO /PERDITA D'ESERCIZIO
12.727.451,96 1.156.262,25
17.537,61 17.035,41
91,44%8,31%0,13%0,12%
11.594.558,33 1.174.481,86
10.128,21 182.429,03
89,50%9%0,10%1,40%
13.918.287,23 100,00% 12.961.597,43 100,00%
Grafico Distribuzione valore aggiunto 2007
PERSONALECOMUNITÀSTATO
UTILE NON DISTRIBUITO/PERDITA D’ESERCIZIO
8,31%
91,44%
0,13%
0,12%
Dall’analisi dei dati del 2007 di Anffas Trentino Onlus, si evince che, come nell’annoprecedente, la quota più rilevante di Valore Aggiunto è destinata alla gestione del per-sonale dipendente (12.727.451,96 milioni di Euro, pari al 91,44%), che risulta essereaumentata rispetto al 2006 (11.594.558,33 milioni di euro, pari al 89,50%) dell’1,94%.Essa comprende le remunerazioni dirette, corrisposte al lavoratore direttamente dal-l’azienda e formate dagli stipendi e dalla quota relativa all’accantonamento, e indi-rette, corrisposte al dipendente tramite altri Enti e costituite dagli oneri sociali.
La quota destinata alle comunità (1.156.262,25 milioni di Euro, pari al 8,31%) com-prende tutte le collaborazioni professionali, infermieristiche e amministrative, le con-
sulenze mediche e legali, le collaborazioni occasionali e a progetto. Possiamo quindiosservare, come la quasi totalità del valore aggiunto sia destinato direttamente al per-seguimento della mission, fornendo i servizi che permettono il raggiungimento del be-nessere dell’utente. Infatti, le quote destinate allo Stato (0,13%) e all’utile nondistribuito (0,12%) sono trascurabili.
LA TEORIA DEL CAPITALE INTELLETTUALESecondo questa teoria si definisce e gestisce la conoscenza aziendale come “capitaleintellettuale”, che risulta composto da tutto quel materiale intellettuale come il sa-pere, i dati e le informazioni che pervengono all’impresa e l’esperienza che essa ha ge-nerato nel tempo. L’insieme di questi elementi deve essere misurato attraverso ilcalcolo di opportuni indici di natura contabile che ne permettono una gestione effi-ciente e una maggiore attenzione alla conoscenza come asset strategico.
Il capitale intellettuale risulta essere composto da tre differenti gruppi: le persone ocapitale umano, l’organizzazione o capitale strutturale e l’ambiente esterno o capitalerelazionale.
IL CAPITALE UMANOIl capitale umano è la primaria fonte dell’innovazione, “se il capitale intellettuale è unalbero, gli esseri umani sono la linfa che lo aiutano a crescere”13. E’ stato osservatoche un lavoro di routine richiedente poche e semplici capacità non genera né impiegacapitale umano, poiché in questi casi il lavoro può essere automatizzato. L’organizza-zione deve quindi impegnarsi nell’acquisire capitale umano utilizzabile in maniera red-ditizia, esso si crea nel momento in cui il talento dei lavoratori viene indirizzato adattività che generano innovazione.
Il capitale umano di un’azienda è composto da persone il cui talento e la cui cono-scenza creano prodotti e servizi concorrenziali. L’intensità del capitale umano risultamaggiore quanto più elevata è la percentuale di lavoro ad alto valore aggiunto svoltodai lavoratori.
IL CAPITALE STRUTTURALEIl capitale strutturale appartiene all’impresa ed in essa è riprodotto e condiviso nellaforma di tecnologie, invenzioni, dati, pubblicazioni e tutto ciò che può essere brevet-tato o coperto da copyright. Un’altra parte di capitale strutturale è costituita da ele-menti meno tangibili ma altrettanto importanti come la strategia, la cultura aziendale,procedure organizzative, ecc.
Il capitale strutturale è un elemento chiave dell’azienda in quanto la competitivitàaccresce il bisogno di conoscenza che migliora il lavoro e la produttività.
IL CAPITALE RELAZIONALEIl capitale relazionale, chiamato anche capitale clienti (portatori di interesse o stake-
118 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
13 Thomas Stewart ,“Ilcapitale intellettuale, lanuova ricchezza”, Pontealle Grazie 1999
holder ), è invece costituito dalle relazioni che intercorrono tra l’azienda e tutte le per-sone che acquistano prodotti o servizi. I clienti rappresentano il capitale più preziosoper l’organizzazione, ma spesso non sono conosciuti e a volte non partecipano alla vitaaziendale. Il capitale relazionale dovrebbe incentivare lo scambio tra stakeholder el’azienda allo scopo di rendere i servizi più efficaci.
Di seguito, vogliamo effettuare l’analisi dello Stato Patrimoniale e del Conto Econo-mico attraverso la teoria del capitale intellettuale. Per ognuno dei due resoconti sa-ranno analizzate le voci del capitale strutturale, del capitale umano e del capitalerelazionale.
STATO PATRIMONIALE
DATI ECONOMICI 119
CS CU CR
65,73
29,29
3,76
54,77
30,50
15,93
70,0060,0050,0040,0030,0020,0010,000,00
Stato patrimoniale e gruppi del capitale intellettuale
Il grafico rappresenta le percentuali per ciascunadelle tre categorie che formano il capitale intellet-tuale suddivise in attività e passività.
Il CAPITALE STRUTTURALE viene definito come ilpatrimonio di conoscenze prodotto dalle personeche si incorpora nell’organizzazione in modo stabilee diviene quindi accessibile a tutti i membri. Si di-vide in capitale intangibile (organizzazione, qualità,processi, progetti) e in capitale tangibile (strutture,tecnologie, sistemi informativi,..).
Per quanto riguarda Anffas Trentino Onlus, pos-siamo osservare come le quote maggiori del capi-tale strutturale siano costituite, per le attività dalleimmobilizzazioni finanziarie e materiali e, di conse-guenza, per le passività dai fondi ammortamento re-lativi a tali immobilizzazioni.
Con i dati della contabilità generale non si puòcalcolare il valore delle conoscenze intangibili.
Il CAPITALE UMANO consiste nell’insieme delleconoscenze, delle abilità e delle capacità dei dipen-denti. Dall’esame delle voci e dei valori delle passi-vità che compongono il valore di questo capitale,osserviamo che le voci più consistenti sono i debitiverso il personale ed il fondo trattamento di fine rap-porto di lavoro. Quest’ultima voce merita una consi-derazione più specifica. Essa rappresenta un’ ampiaquota di capitale umano sottoforma di retribuzionedel personale rinviata alla fine del rapporto di lavoroe che matura in proporzione alla durata del rapportostesso14.
Attività
Passività
14 Si noti che non si tiene conto degli stipendi in quanto calcolati nelConto Economico
E’ però possibile considerare questa voce anche come parte del capitale relazio-nale. Infatti la somma che l’azienda detiene per tutto il periodo lavorativo del dipen-dente può essere valutata come un investimento che il dipendente effettua neiconfronti dell’Associazione per la durata del contratto di lavoro. Il grafico evidenzia lepercentuali di composizione delle passività, sottolineando la quota relativa al fondotrattamento di fine rapporto di lavoro (37,62%).
Il CAPITALE RELAZIONALE è composto dal capitale derivante dalle relazioni conclienti, fornitori, pubblica amministrazione, cittadini, comunità locale e tutti gli stake-holder dell’Associazione. L’organizzazione grazie a tutte le sue relazioni è in grado diassumere un “valore aggiunto” nella corretta gestione del capitale relazionale inno-vando il proprio prodotto oppure servizio. Nel caso specifico, la voce crediti versoclienti va a formare quasi tutto il totale investito nelle attività, mentre, per quanto ri-guarda le passività, troviamo i valori più alti nelle voci debiti verso fornitori e altri de-biti.
CONTO ECONOMICO
120 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
CS CU CR
14,442,75
19,88
97,04
65,68
0,21
120,00100,0080,0060,0040,0020,000,00
Conto economico e gruppi del capitale intellettuale
Costi
Ricavi
Il CAPITALE STRUTTURALE di Anffas Trentino Onlus, suddiviso tra costi e ricavi, risultacostituito per la quasi totalità da costi. La voce più importante è spese per locali, se-guita dalle spese per l’attività e dagli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali.
Osservando la tabella relativa alla suddivisione del CAPITALE UMANO tra costi e ri-cavi, risulta evidente la superiorità della voce costo del personale. Gli altri valori sonodi molto inferiori e sono tutti collegati alla gestione del personale dell’Associazione.
Infine, osservando le numerosi voci che compongono i costi e i ricavi del CAPITALERELAZIONALE, possiamo evidenziare come, a differenza delle altre due categorie chevedevano i costi superare i ricavi, in quest’ultimo caso la quota relativa ai ricavi è dimolto superiore a quella dei costi, che è costituita dalla voce rette, contributi e finan-ziamenti. I costi sono invece collegati alle spese per mensa e vitto, alle consulenze ecollaborazioni e all’accantonamento del conguaglio delle rette.
DATI ECONOMICI 121
Ricavi Costi
CAPITALE STRUTTURALECAPITALE RELAZIONALECAPITALE UMANO
€ 536.260,87
€ 18.957.657,17
€ 41.456,90
CAPITALE STRUTTURALECAPITALERELAZIONALECAPITALE UMANO
€ 2.818.943,08
€ 3.879.892,30
€ 12.819.504,15
€ 19.535.374,94totale ricavi € 19.518.339,53totale costi
Utile € 17.035,41
Nello schema sono presenti ricavi e costi suddivisi nei tre gruppi del capitale intellet-tuale per far capire come l’Associazione consegua la totalità dei suoi ricavi grazie alcapitale relazionale, composto dalla somma delle rette pagate dalle famiglie degliutenti e dai finanziamenti ottenuti. In seguito, tali valori sono impiegati dall’aziendaprevalentemente per sostenere costi relativi al capitale umano, quindi per affrontaretutte le spese correlate ai dipendenti, e in quantità di molto inferiore per far fronte aicosti legati al capitale strutturale e relazionale.
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122 BILANCIO SOCIALE 2007 | ANFFAS TRENTINO
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DATI ECONOMICI 123
Dalla seguente tabella si possono desumere i flussi relativi alla relazione economica diAnffas Trentino Onlus con i suoi differenti interlocutori. Si osservano quindi l’insieme disoggetti che forniscono risorse all’Associazione, primo tra tutti il sistema pubblico, el’insieme dei destinatari di tali risorse, tra cui troviamo il personale dipendente ed iprofessionisti convenzionati, ai quali Anffas Trentino destina stipendi , compensi perprestazioni, contributi previdenziali e servizi. Tramite le risorse vengono inoltre acqui-stati beni e servizi dai partner e fornitori per il mantenimento e lo sviluppo della com-ponente intangibile e tangibile del capitale strutturale e per la crescita del capitalerelazionale.
Lo schema è rilevante per capire come Anffas Trentino raccolga un’ingente quantitàdi risorse dal sistema pubblico, ma anche dagli utenti e dalle loro famiglie, e che de-stini la totalità delle stesse per proporre e presentare all’utente opportuni e validi ser-vizi. Attraverso questo “circolo di risorse”, l’Associazione vuole quindi perseguireun’importante obiettivo: soddisfare al meglio le esigenze dell’utente ed offrirgli servizisempre più indicati per appagare i suoi bisogni e garantirne il benessere.
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
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BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO 125
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