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Bibliografia

• Compendio DSC capitolo 9• Caritas in veritate 53-67• Berloffa Folloni, Alla radice dello sviluppo,

Guerini e associati

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PARTE PRIMA: I CRITERI

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L’UNITÀ DEL GENERE UMANO

UOMO NON CREATO ISOLATO

UOMO IN CONTESTO

Uno spazio vitale: gli assicura la libertà. Il giardino.

La comunità: il dono dell’aiuto simile a lui. La donna.

Il lavoro: la custodia del creato. Il comando di coltivare.

La disponibilità di alimenti: gli assicura il sostentamento/vita- gli alberi del giardino.

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L’UNITÀ DEL GENERE UMANO

Chiesa missione di restaurare e testimoniare l’unità dell’intera famiglia umana.

UNITÀ NELLA DIFFERENZA

Pericolo di indifferentismo.

QUESTA UNITA’ è l’esito di quel modello di unità che è la Trinità, è una unità nella comunione rispettosa delle peculiarità, è quindi una conquista della forza morale e culturale della libertà.

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EFFETTIVO BENE COMUNE UNIVERSALE

naturale tendenza degli uomini a

stringere relazioni

LA VERA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

ideologie antiumane negano la dignità della

persona umana considerata nell’unità delle sue dimensioni

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LA COMUNITÀ DELLE NAZIONI SI FONDA SUGLI STESSI VALORI CHE FONDANO LA CONVIVENZA

TRA GLI UOMINI:

SOLIDARIETÀ bene comune dei propri cittadini + bene comune di tutti i popoli

LIBERTÀ La sovranità nazionale -

Federalismo

FIDUCIA logica del

dono

VERITÀ identità – cultura

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VIA ISTITUZIONALE DELLA CARITÀ

Amare qualcuno è volere il suo bene e adoperarsi efficacemente per esso.

BENE INDIVIDUALEBENE COMUNE

bene di quel “noi-tutti”, formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in

comunità sociale.

Impegnarsi per il bene comune

prendersi cura

Avvalersi di quel complesso di istituzioni che strutturano giuridicamente, civilmente, politicamente, culturalmente il vivere sociale, che in tal modo prende forma di pólis, di città.

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VIA ISTITUZIONALE DELLA CARITÀ

l'impegno per il bene

comuneCarità

valenza

superiore

testimonianza della carità divina che, operando nel tempo, prepara l'eterno.

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PARTE SECONDA: VIA PRATICA

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ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI ED INTERGOVERNATIVE

VIA ISTITUZIONALE DELLA CARITÀ

una vera ed autentica famiglia umana

Onu (1945)

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AUTORITÀ PUBBLICA UNIVERSALE

per rispondere ai problemi di dimensione mondiale posti dalla ricerca del bene comune

l’idea di un’autorità universale che abbia un effettivo potere decisionale

COME

la sovranità dei singoli stati

Principio di sussidiarietà

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GLOBALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA

LO SVILUPPO È UN DIRITTO che ha come

rovescio il dovere di tutti verso tutti.

GLOBALIZZAZIONE DELLA POLITICA

Ovvero per poter esigere lo sviluppo come diritto è necessario che ciascuna comunità politica viva l’obbligo morale di far sviluppare le altre.

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IL DOVERE DI SOLIDARIETÀ

riconoscere l’esistenza di qualcosa che è “dovuto all'uomo perché è uomo”. logica del mercato

IL DEBITO ESTERO: origine complessa, la comunità internazionale non può trascurare una simile situazione: pur riaffermando il principio che il debito contratto va onorato, bisogna trovare le vie per non compromettere il fondamentale diritto dei popoli alla sussistenza ed al progresso.

Ai poveri si deve guardare « non come ad un problema, ma come a coloro che possono diventare soggetti e protagonisti di un futuro nuovo e più umano per tutto il mondo

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L’OPZIONE PREFERENZIALE DELLA CHIESA PER I POVERI

il figlio di Dio con l’incarnazione si è unito in certo modo ad ogni uomo perché questi venga redento e maturi il proprio compimento e quindi la propria dignità,

la chiesa mentre si vota alla causa di Gesù Cristo e ne annuncia l’opera di salvezza integrale, inevitabilmente e simultaneamente si vota alla causa dell’uomo e della pienezza della sua dignità, divenendo missionaria dei diritti umani, specie dei più poveri.

L’uomo vale per ciò che è e non per ciò che possiede, la sua opzione preferenziale per i poveri rivendica l’uguaglianza di

dignità e manifesta l’universalità della propria natura e missione, contribuendo a reintegrare il diseredato nella

fraternità umana e nella comunità dei figli di Dio.