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Piano industriale per l’illuminazione pubblica Stato dell’arte e proposta di lavoro

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Piano Industriale Illuminazione Pubblica Il tema dell’illuminazione pubblica è rilevante anche per l’industria dell’energia e dell’ICT: emerge infatti un crescente interesse delle imprese e degli istituti finanziari per la realizzazione di sistemi di illuminazione più efficienti ed intelligenti, capaci di liberare risorse attraverso i risparmi generati (es. Monza e Varese, Regione Veneto, Prato, Rimini, Londra, ecc.)

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica

Stato dell’arte e

proposta di lavoro

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Stato dell’arte e proposta di lavoro

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LED per l’illuminazione Ricarica batterie Videosorveglianza Internet WiFi Gestione parcheggi Rilevamento ambientale ….

~ 1.1 mld € È la spesa complessiva annuale con i valori di consumo attuali

~ 300 mln € È il risparmio annuo potenziale realizzabile tramite efficienza nei consumi e nelle spese di gestione

Esistono 21 normative diverse per 21 Regioni e Province Autonome

L’esigenza di sicurezza batte l’inquinamento luminoso

Serve un Piano Industriale per definire una visione strategica nazionale e per attirare gli investitori

Bisogna individuare servizi che remunerino gli investimenti per la rete di illuminazione pubblica digitale

6 TWh È il consumo annuo di energia elettrica per l’illuminazione pubblica in Italia

Consumo elettrico annuo complessivo di una città di 1 mln di abitanti

=

La sostenibilità del Piano passa per lo spostamento della catena del valore dalla filiera del carbonio alla green e digital economy

Occorre individuare trend tecnologici eccellenti (sensoristica e Internet delle Cose) e renderli commercializzabili

È auspicabile estendere su tutte le Regioni le scelte sul LED fatte da Abruzzo, Sardegna e Veneto

Il Veneto ha stanziato 800.000 € per contenere l’inquinamento luminoso

Exec

uti

ve

sum

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Piano industriale per l’illuminazione pubblica

Stato dell’arte e proposta di lavoro

A cura del Centro di Competenza per le Smart Community di Between spa che riunisce esperti e docenti universitari. L’obiettivo del Centro è approfondire le conoscenze, i metodi e gli strumenti per diffondere l'innovazione tecnologica e di business nella dimensione urbana, intesa come città diffusa e comunità intelligente. Referenti Gianluca Di Pasquale e Antongiulio Bua. Novembre 2012.

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INDICE

Premessa........................................... .......................................... 6

Stato dell’arte ................................... ........................................... 8

La normativa .................................................................... 8

Funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni ............... 9

Classificazione Aree ....................................................... 10

Le tecnologie .................................................................. 12

Incentivi .......................................................................... 13

Il piano industriale, proposta di lavoro .......... ......................... 16

Allegati .......................................... ............................................ 18

Resoconto della Commissione Bilancio .......................... 18

Resoconto della Commissione Ambiente ....................... 21

Articoli rilevanti ............................................................... 23

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Premessa

In Italia il consumo totale di energia elettrica per l’illuminazione ammonta a 50,8 TWh all’anno, di cui 6 TWh (circa il 12%, che è pari al consumo complessivo annuo di energia elettrica di una città di circa 1 milione di abitanti) risultano essere utilizzati per l’illuminazione pubblica. I 9 milioni di punti luce disseminati sul suolo nazionale, con una densità di 380 elementi per km2 urbanizzato, generano una spesa complessiva superiore al miliardo di euro, di cui il 70-80% è costituito dal costo dell’energia e il restante da quello della manutenzione. L’utilizzo di nuove tecnologie per la gestione della rete di illuminazione potrebbe portare a risparmiare quasi il 30% della spesa attuale, liberando dunque risorse per quasi 300 milioni di € da reinvestire in ulteriori progetti di innovazione1. In Europa l’Italia occupa le ultime posizioni per quanto riguarda l’efficienza dell’illuminazione pubblica: ha infatti un rapporto di punti luce procapite del 25% superiore alla media (Italia 0,15 PL/ab - Germania 0,11 - UE 0,12) e un consumo pro capite annuo per l’illuminazione pubblica quasi doppio (Italia 100 KWh/anno – Germania 42 – UE 51)2. L’esigenza di intervenire sul tema dell’illuminazione pubblica nasce quindi dalla necessità di contenerne la spesa, razionalizzando il consumo energetico, unita all’emergere di istanze, provenienti dal mondo delle associazioni, che auspicano una riduzione dell’inquinamento luminoso. Nel mese di Ottobre 2012, a fronte della proposta dell’Associazione Cielo Buio, è stata presentata la bozza del DDL Stabilità contenente un articolo riguardante la riduzione di spesa per l’illuminazione delle amministrazioni pubbliche tramite misure di moderazione dell’utilizzo e di ammodernamento degli impianti (art. 7, comma 25, denominato anche “Operazione Cieli Bui”). L’articolo è stato oggetto di discussione della Commissione Ambiente della Camera e poi della Commissione Bilancio che lo ha alla fine soppresso. In sede consultiva tuttavia è stata ribadita l’importanza della materia ed è emersa la necessità di trattarla in modo più approfondito e in sede più appropriata. Il tema dell’illuminazione pubblica è rilevante anche per l’industria dell’energia e dell’ICT: emerge infatti un crescente interesse delle imprese e degli istituti finanziari per la realizzazione di sistemi di illuminazione più efficienti ed intelligenti, capaci di liberare risorse attraverso i risparmi generati (es.: Monza e Varese, Regione Veneto, Prato, Rimini, Londra, ecc.) Questo è testimoniato in vari territori da progetti e sperimentazioni che mirano a:

• migliorare le performance degli enti locali e degli operatori energetici tramite: - soluzioni illuminotecniche che consentono di diminuire i consumi energetici, assicurando

maggior efficienza (es: lampade a LED e dispositivi di moderazione del flusso luminoso); - soluzioni tecnologiche che permettono di monitorare lo stato della rete in remoto e quindi di

diminuire i costi di gestione e manutenzione della stessa (es: telecontrollo);

• creare opportunità di investimento per le imprese e valore per i cittadini tramite: - nuovi servizi ICT che rendono i pali della luce “elementi urbani intelligenti”, generando

contenuti informativi di pubblica utilità e garantendo maggior sicurezza e tutela ambientale (es.: pannelli di infomobilità, telecamere di sicurezza, controllo livello di inquinamento,…);

- nuovi servizi energy che si appoggiano alla rete di illuminazione pubblica, ampliandone le funzioni (es.: ricarica delle biciclette o delle auto elettriche).

1 Elaborazione Between su dati Enea, Istat e Terna. 2 Elaborazione Between su dati Commissione Europea.

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A supporto di queste iniziative si nota l’emergere di nuovi modelli e strumenti finanziari che permettono di superare i vincoli imposti dal patto di stabilità e dalle scarse risorse economiche delle pubbliche amministrazioni locali. Alla luce di questa analisi, risulta evidente come il livello di attenzione dei media, dell’industria, della società e della politica in merito al tema dell’illuminazione pubblica sia in aumento e quindi anche la possibilità di concentrare sforzi e progettualità per accelerare il processo.

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Stato dell’arte La normativa Tutte le Regioni, ad eccezione di Calabria e Sicilia, sono dotate di una normativa che regolamenta l’illuminazione pubblica e che risale al periodo compreso tra il 1998 e il 2010. In base alle rispettive leggi regionali, i Comuni dovrebbero dotarsi di uno strumento di pianificazione dell’illuminazione (Piano Regolatore dell’Illuminazione Comunale (PRIC) o Piano dell’Illuminazione Comunale (PIC)) per raggiungere i due obiettivi principali, ossia la riduzione dell’inquinamento luminoso e dei consumi.

Data Legge Regionale

Finalità

Strumento di pianificazione dell'illuminazione pubblica

Riduzione

inquinamento luminoso

Riduzione consumi

Abruzzo 03/03/2005 Non specificato

Basilicata 10/04/2000 Si parla di PIC ma non lo si disciplina

Calabria

Campania 25/07/2002 PIC

Emilia Romagna 29/09/2003

Friuli Venezia Giulia 18/06/2007 PIC

Lazio 13/04/2000

Liguria 29/05/2007 Regolamento dell'illuminazione

Lombardia 27/03/2000 PIC, PRIC

Marche 24/07/2002 PRIC

Molise 22/01/2010 PRIC

Piemonte 24/03/2000 PRIC

Puglia 23/11/2005 Piani comunali per il risparmio energetico e la riduzione dell'Inquinamento luminoso

Sardegna 29/11/07 (DGR) Piano d'illuminazione pubblica

Sicilia

Toscana 21/03/2000 Piano comunale dell'illuminazione pubblica

Umbria 28/02/2005 Piano per l'illuminazione

Veneto 07/08/2009 PICIL (piano dell'illuminazione comunale per il contenimento dell'Inquinamento luminoso)

Valle d'Aosta 28/04/1998

Bolzano (prov. autonoma)

Trento (prov. autonoma) 03/10/2007 Piano comunale di intervento per la riduzione dell’inquinamento luminoso

Le diverse leggi regionali sono eterogenee nella definizione di:

• funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni; • aree prioritarie di intervento; • tecnologie da utilizzare; • modalità di finanziamento per realizzare e adattare gli impianti.

Esistono tuttavia delle disposizioni di tipo generale, previste dalla maggior parte delle regioni, che prevedono:

• il rispetto dei requisiti definiti dalle norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) e del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano);

• l’adeguamento della luminosità ai livelli minimi previsti dalle normative tecniche di sicurezza;

Sì No Assente

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• il divieto di usare fasci di luce di qualsiasi tipo e modalità, diretti verso il cielo; • l’impiego di apparecchi che conseguano impegni ridotti di potenza elettrica e che minimizzino

costi e interventi di manutenzione.

Funzioni proprie di Regioni, Province e Comuni Tutte le Regioni esercitano funzioni di coordinamento e controllo in merito all’illuminazione pubblica, tuttavia alcune sono dotate di ulteriori compiti:

• l’Abruzzo e la Sardegna si impegnano a redigere un rapporto annuale delle iniziative a risparmio energetico;

• l’Abruzzo, il Lazio, le Marche, il Piemonte, la Toscana, l’Umbria e la provincia autonoma di Trento prevedono un regolamento a parte per la riduzione dell’inquinamento luminoso;

• l’Abruzzo, la Lombardia e la Puglia emanano anche i criteri di applicazione della legge regionale sull’illuminazione pubblica.

Il livello di controllo provinciale è presente in circa metà delle regioni e in alcuni casi (Friuli Venezia Giulia e Veneto) prevede la definizione di accordi di programma tra le Province e i rispettivi Comuni.

Infine, i singoli Comuni hanno il compito di elaborare i piani d’adeguamento per i nuovi impianti e per quelli esistenti e di identificare le fonti pericolose per la viabilità stradale e autostradale (questo solo in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna e Veneto). I comuni di Abruzzo e Emilia Romagna hanno inoltre il compito di redigere un abaco, un documento nel quale devono essere indicati, zona per zona, le tipologie dei sistemi e dei singoli corpi illuminanti ammessi tra cui i progettisti e gli operatori energetici potranno scegliere quali installare.

Funzioni delle Regioni Funzioni delle Province Funzioni dei Comuni

Coordinamento e controllo

Rapporto annuale iniziative risparmio

energetico

Regolamento per riduzione inquinamento

luminoso

Emanazione criteri

d'applicazione della legge

Controllo Accordi di

programma con i comuni

Abaco

Piani d'adeguamento

per nuovi impianti

Piani d'adeguamento degli impianti

esistenti

Individuazione fonti pericolose per la viabilità

Abruzzo

Basilicata

Calabria Campania

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Umbria

Veneto

Valle d'Aosta

Bolzano (Prov. Aut.)

Trento (Prov.Aut.)

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Classificazione Aree I criteri che regolamentano l’illuminazione pubblica si differenziano in base al tipo di area considerata. Si individuano infatti elementi urbani soggetti a disposizioni (strade, piste ciclabili, impianti sportivi, insegne, monumenti), zone di particolare tutela e protezione (osservatori astronomici e parchi naturali) e aree derogate alla legge.

Elementi urbani soggetti a disposizioni

Zone di particolare tutela e protezione

Deroghe alla legge

• Strade

• Piste ciclabili esterne ai centri urbani abitati

• Impianti sportivi

• Insegne

• Monumenti ed edifici

Aree che si trovano ad un determinato raggio di distanza da:

• Osservatori astronomici professionali e non

• Aree naturali tutelate Alle quali è data priorità d’intervento

• fari costieri

• insediamenti militari

• impianti d’illuminazione delle carceri, caserme, porti, aeroporti

• sorgenti di luce strutturalmente schermate che non possono diffondere luce verso l’alto ( porticati, gallerie e sottopassi, logge)

• impianti con carattere di temporaneità e provvisorietà

• sorgenti che vengono spente entro un certo orario (es. dopo le 20 o 22)

• impianti di entità modesta che non emettano un certo livello di flusso luminoso

Le aree naturali e gli osservatori sono regolamentate da tutte le Regioni, invece gli elementi urbani considerati variano molto a seconda della regione. Le osservazioni principali che emergono dall’analisi svolta sono che:

• solo l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna specificano per tutti i cinque elementi urbani (sono le uniche Regioni che normano anche le piste ciclabili);

• l’Emilia Romagna e la Liguria prevedono caratteristiche particolari solo per impianti sportivi e monumenti;

• la Basilicata e la provincia autonoma di Trento sono gli unici a non sancire direttive specifiche, ma propongono solo degli elementi di carattere generale;

• il Piemonte, la Toscana, l’Umbria e la Valle d’Aosta invece rimandano alle norme dell’Ente Italiano di Unificazione e del Comitato Elettrotecnico Italiano oppure al rispettivo regolamento regionale di prevenzione dell’inquinamento luminoso.

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ELEMENTI URBANI SOGGETTI A DISPOSIZIONI

Strade Piste ciclabili

esterne ai centri urbani

Impianti sportivi Insegne Monumenti ed

edifici

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana rimanda al Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso; richiede il rispetto delle norme

dell'UNI e del CEI

Umbria rimanda al regolamento regionale di prevenzione dell'inquinamento luminoso

Veneto

Valle d'Aosta rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)

Bolzano (Prov. Aut.)

Trento (Prov.Aut.)

Per ciascuno degli elementi urbani suddetti, le singole Regioni definiscono successivamente i loro criteri specifici in materia di:

• direzione del flusso luminoso • valori medi di luminanza • intensità luminosa massima • gradi d’orientamento • resa cromatica • efficienza • orari di spegnimento o riduzione della potenza

Per massimizzare l’efficacia dell’azione sui sistemi di illuminazione pubblica e individuare le zone di intervento prioritarie, sarebbe auspicabile una mappatura delle aree urbane e extraurbane che permetta di comprendere appieno le peculiarità territoriali e le regolamentazioni vigenti.

Sì No Casi particolari Assente

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Le tecnologie Attualmente non esistono degli standard tecnologici uniformi, infatti ogni territorio fornisce indicazioni generali e non vincolanti per quanto riguarda le tecnologie da adottare sia dal punto di vista della gestione del flusso luminoso (es: dispositivi di moderazione e sensori di movimento), sia da quello del tipo di lampade (es.: lampade al sodio ad alta o bassa pressione, LED, lampade agli alogenuri,…). Dal quadro nazionale emerge che:

• a livello di gestione del flusso luminoso: - tutte le Regioni, ad eccezione della Basilicata e della provincia autonoma di Trento, indicano

l’utilizzo di dispositivi per la moderazione del flusso luminoso; - solo la Lombardia prevede l’uso di sensori di movimento per l’accensione degli impianti;

• a livello di tipo di lampade: - i sistemi di segnalazione a LED sono suggeriti unicamente da Abruzzo, Sardegna e Veneto,

tre regioni che presentano una normativa più recente rispetto alle altre Regioni (rispettivamente 2005, 2007 e 2009);

- le lampade che vengono maggiormente suggerite sono quelle al sodio ad alta o bassa pressione;

- altre tipologie di lampade sono suggerite solo in pochi casi, prevalentemente per un loro utilizzo negli impianti sportivi (lampade agli alogenuri) o in piccoli impianti (lampade elettroniche a basso consumo).

TECNOLOGIE

Dispositivi di moderazione del flusso luminoso

Sensori di movimento per

l'accensione dell'impianto

Sodio ad alta o bassa pressione

Sistemi di segnalazione a

LED (strade)

Lampade agli alogenuri

Lampioni fotovoltaici

autoalimentati

Lampade elettroniche a

basso consumo

A fluorescenza compatte e al sodio a luce

bianca

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettronico Italiano (CEI)

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana rimanda al Piano Regionale di Prevenzione dell'Inquinamento Luminoso; richiede il rispetto delle norme dell'UNI e del CEI

Umbria rimanda al regolamento regionale di prevenzione dell'inquinamento luminoso

Veneto

Valle d'Aosta rimanda alle norme dell'Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettronico Italiano (CEI)

Bolzano (Prov. Aut.)

Trento (Prov. Aut.)

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Dal quadro regionale emerge quindi il bisogno di una maggiore chiarezza e consapevolezza da parte delle amministrazioni territoriali sullo stato dell’evoluzione tecnologica in campo illuminotecnico e sulle potenzialità di risparmio che le singole soluzioni offrono. Risulta quindi necessaria un’azione di coordinamento tra l’offerta di prodotti per il risparmio energetico e la domanda al fine di favorire lo sviluppo di un sistema di progettazione coerente in grado di generare maggiori risparmi e di garantire il massimo livello di efficienza.

Incentivi La legge regionale definisce tramite una norma finanziaria gli oneri di applicazione a carico del Bilancio della Regione, indicando a volte la voce di bilancio a cui attingere. Tra questi oneri figurano i contributi regionali da destinare ai Comuni, di cui vengono spesso specificate la tipologia (es: adeguamento degli impianti di illuminazione esistenti, realizzazione di nuovi impianti e predisposizione dei piani comunali di illuminazione); l’ammontare (in termini % sulla spesa ritenuta ammissibile); e i Comuni prioritari. Tutte le Regioni, ad eccezione di Emilia Romagna, Puglia, Sardegna e provincia autonoma di Trento, prevedono una norma finanziaria per la gestione dei costi derivanti dagli interventi in materia di illuminazione pubblica. Lombardia e Piemonte costituiscono un caso a parte perché vi provvedono tramite altri provvedimenti di legge, quali ad esempio le leggi di bilancio. La finalità principale a cui devono essere poi destinati i contributi regionali stanziati ai Comuni è l’adeguamento degli impianti esistenti, tuttavia Friuli Venezia Giulia e Veneto li assegnano anche per supportare la realizzazione di nuovi impianti e per incentivare la redazione di piani comunali per l’illuminazione pubblica. Tali contributi, se specificato, di solito non possono superare in ammontare il 50% della spesa ritenuta ammissibile per la realizzazione dell’intervento e vengono concessi in via prioritaria ai Comuni il cui territorio ricade in aree protette (ad esempio vicino agli osservatori o ai parchi naturali) o che si sono già dotati di regolamenti per la lotta all’inquinamento luminoso. Si nota dunque la tendenza delle Regioni a intervenire:

• in Comuni piccoli, dove l’incentivo a intervenire per gli operatori dell’industria è limitato rispetto all’investimento richiesto;

• in zone da tutelare dal punto di vista ambientale • in zone che sono già avanzate dal punto di vista regolatorio e organizzativo in tema di

illuminazione pubblica.

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NORMA FINANZIARIA E CONTRIBUTI REGIONALI AI COMUNI

Presenza

norma

Indicazione Voce del

Bilancio della Regione a cui

attingere

Presenza contributi

Tipologia contributi

Ammontare Comuni prioritari

Redazione piani comunali IP

Realizzazione impianti

Adeguamento impianti

Abruzzo non specificato non specificato

Basilicata

Calabria

Campania

non > 50% della spesa ritenuta ammissibile

a)comuni con propri regolamenti per inquinamento luminoso b)comuni nelle zone protette

Emilia Romagna

non specificato non specificato

Friuli Venezia Giulia

non specificato non specificato

Lazio

non > 50% della spesa ritenuta ammissibile

a)comuni con propri regolamenti per inquinamento luminoso b)comuni il cui territorio ricade zone protette

Liguria

non specificato non specificato

Lombardia Successivo provvedimento di legge

Marche non > 50% della spesa

ritenuta ammissibile e non > di 15k euro

a)comuni nelle zone protette b) comuni con popolazione < 5mila abitanti

Molise non > 50% della spesa

ritenuta ammissibile e non > di 20k euro

comuni che hanno già provveduto all'adeguamento in materia di risparmio energetico e lotta all'Inquinamento luminoso

Piemonte Leggi di bilancio

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana non > 50% della spesa

ritenuta ammissibile e non > di 30mln lire

a)comuni nelle zone degli osservatori b)comuni nelle aree naturali protette

Umbria

non > 60% della spesa ritenuta ammissibile

non specificato

Veneto

non specificato non specificato

Valle d'Aosta

Bolzano (Prov. Aut.)

Trento (Prov. Aut.)

non specificato non specificato

Sì No Casi particolari Assente

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Sono inoltre previste delle sanzioni amministrative (per punto luce o per impianto) di importo variabile nel caso si realizzino, utilizzino o modifichino impianti di illuminazione non conformi alla normativa. Le sanzioni sono comminate dalle autorità pubbliche competenti (polizia municipale, sindaco, Regione) ai titolari o ai gestori degli impianti non a norma, ed i proventi derivanti devono poi essere reinvestiti dai Comuni per l’adeguamento delle strutture esistenti. Dall’analisi svolta, risulta evidente un trend che vede le sanzioni sempre più definite per punto luce non adeguato, al posto che per impianto (soluzione prevista solo dalle leggi regionali più datate), e con un ammontare che varia tra i 100 e i 1000€, raggiungendo picchi di 1500€ (Puglia) nel caso i punti luce siano fonte di notevole inquinamento luminoso.

SANZIONI

Ammontare

Motivazioni

Per punto Luce Per Impianto

Abruzzo 260-1030 euro Realizzazione impianti di illuminazione pubblica o privata in difformità alla

legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg,

Basilicata

500.000-5mln lire per ciascun impianto Installazione o modifica di impianti di illuminazione senza autorizzazione o in difformità alla legge, previa diffida ad adeguarsi entro 30gg

Calabria

Campania 250-500 euro (per impianti fino 30 PL) 1000-5000 euro (oltre 30 PL)

Installazione o modifica di impianti di illuminazione senza autorizzazione o in difformità alla legge. Adeguamento entro 90gg

Emilia Romagna

500-2500 euro

Realizzazione di impianti di illuminazione pubblica e privata in diffromità alla legge. Adeguamento entro 60gg dalla notifica

Friuli Venezia Giulia

200-600 euro o 400-1200 se fonti di alto inquinamento luminoso

Realizzazione o utilizzo di impianti di illuminazione in difformità alla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 60gg

Lazio

500.000-2 mln euro Installazione, modifica o mancato adeguamento degli impianti nei termini previsti dalla legge, previa diffida a provvedere all'adeguamento entro 30gg

Liguria 200-500 euro Realizzazione nuovi impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere

all'adeguamento entro 60gg

Lombardia 400.000-1,2 mln lire o 700.000-2 mln lire se

fonti di notevole inquinamento luminoso Utilizzo impianti o sorgenti di luce non conformi alla legge, qualora non li modifichi entro 60 gg

Marche 260-1030 euro Installazione, modifica o mancato adeguamento degli impianti di illuminazione

esterna, previa diffida a provvedere entro 60gg

Molise 200-600 euro Realizzazione di impianti di illuminazione pubblica e privata in diffromità alla

legge, previa diffida a provvedere entro 6 mesi

Piemonte

250.000-2,5 mln lire Utilizzo di impianti o sorgenti luminose non conformi alla legge, previa diffida a provvedere entro 60gg

Puglia 250-650 euro o fino a 1500 euro per fonti di inquinamento luminoso

Realizzazione impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere entro 60gg

Sardegna

Sicilia

Toscana

500.000-10 mln lire Installazione o modifica di impianti di illuminazione esterni senza autorizzazione o in difformità alla stessa

Umbria 250-600 euro

Realizzazione e utilizzo impianti non conformi alla legge

Veneto 260-1030 euro Realizzazione impianti in difformità alla legge, previa diffida a provvedere entro

60gg

Valle d'Aosta

1-3 mln lire Impiego di impianti o sorgenti luminose non conformi alla legge, previa diffida a provvedere entro 45gg

Bolzano (Prov. Aut.)

Trento (Prov.Aut)

100-1000 euro Violazioni delle prescrizioni del piano provinciale o dei piani comunali

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Il piano industriale, proposta di lavoro

L’analisi dello stato dell’arte dell’illuminazione pubblica italiana mostra come gli enti locali ritengano la materia rilevante, ma manchi una visione strategica nazionale per il settore che permetta di coordinare i diversi livelli amministrativi, salvaguardando allo stesso tempo la loro autonomia decisionale. I tentativi più recenti del Governo di intervenire sul tema dell’illuminazione pubblica (art. 7, comma 25 del DDL Stabilità) hanno avuto scarsa efficacia poichè non hanno tenuto in considerazione la normativa pregressa emanata dalle Regioni e non sono stati supportati da un’accurata valutazione dei costi-benefici degli interventi, che approfondisse gli aspetti tecnico organizzativi richiesti e gli impatti sulla sicurezza sociale e stradale. Alla luce di queste considerazioni, emerge dunque la necessità di sviluppare un Piano Industriale che favorisca investimenti su larga scala volti a migliorare le performance dei sistemi di illuminazione pubblica e a produrre servizi a valore per il cittadino, in una logica win-win per gli attori pubblici e privati coinvolti.

Le reti di illuminazione pubblica dovranno infatti garantire:

• risparmi per le amministrazioni locali tramite l’utilizzo di lampade più efficienti, di strumenti per la regolazione delle luci e di sistemi di telecontrollo che permetteranno di diminuire i consumi energetici e i costi di manutenzione. Inoltre l’uso di pali multifunzionali permetterà di ridurre il livello di palificazione delle città e i costi ad esso associati.

• efficienza nella gestione della produzione di energia tramite lo sviluppo di smart grid e di sistemi di smart metering che consentiranno di bilanciare domanda e offerta di energia, ottimizzando la produzione in base alle condizioni della rete e alle caratteristiche dei consumi.

• efficienza nell’up-grade della rete in quanto la diminuzione dei consumi e degli sprechi energetici e la gestione intelligente dell’esistente consentirà di pianificare meglio gli investimenti per incrementare la capacità produttiva.

L’efficientamento della spesa energetica libererà risorse e, se adeguatamente gestito, potrebbe generare ricavi aggiuntivi, determinati da nuove opportunità di business. La rete di illuminazione pubblica infatti andrà oltre la sua tradizionale funzione e diventerà un’infrastruttura di supporto per la fornitura di servizi a valore aggiunto per i cittadini e i visitatori, tra cui a titolo esemplificativo:

• servizi relativi alla mobilità come i pannelli di infomobilità e la possibilità di ricaricare i veicoli elettrici;

• servizi business to business che siano di pubblica utilità e che tutelino la sicurezza e l’ambiente, quali l’accesso al WiFi veloce per i negozianti, gli impianti pubblicitari, la videosorveglianza e il controllo ambientale;

• servizi di prossimità legati all’Internet delle Cose come i servizi di illuminazione on demand, che permettano all’utente di aumentare la luminosità di una strada in base alle sue esigenze, o gli hotspot WiFi, che consentano di accedere a una serie di servizi e applicazioni mobile cittadini.

Un ruolo chiave per la realizzazione di questi scenari sarà giocato dagli istituti finanziari con i quali si dovranno elaborare nuovi modelli di sostenibilità economica e finanziaria, permettendo di affrontare i vincoli normativi e garantendo tempi ragionevoli per il rientro degli investimenti.

Dal punto di vista operativo, per sviluppare il Piano Industriale sarà necessario:

• analizzare le practice nazionali e internazionali, facendo emergere lo stato dell’arte;

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• delineare servizi paradigmatici di alto valore per il cittadino che uniscano la componente energy e quella ICT e che aprano nuove opportunità di business per gli operatori industriali, permettendo loro di generare ricavi aggiuntivi;

• collaborare con le Regioni per raccogliere informazioni sulle barriere imposte dalle normative e sulle opportunità offerte dalle peculiarità dei singoli territori e delle loro esigenze principali;

• mappare le aree di intervento prioritarie in termini di inquinamento luminoso e potenzialità di risparmio energetico;

• identificare i trend tecnologici in atto (es.: sensoristica, Internet of things, ecc.) e gli standard tecnici e capire come la rete di illuminazione pubblica ne potrebbe beneficiare;

• avviare un tavolo di dialogo con i principali portatori di interesse, ossia i player del mondo dell’energia, le Amministrazioni Pubbliche e gli operatori digital;

• analizzare l’offerta di prodotti e servizi e costruire un catalogo tra cui le amministrazioni locali potranno scegliere le soluzioni più adeguate alle loro esigenze;

• definire i criteri di fattibilità economica e analizzare gli impatti organizzativi del Piano: • comprendere come gli interventi di efficientamento energetico potranno creare nuovi posti di

lavoro della green economy per la filiera dei partner locali delle aziende nazionali e internazionali.

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Allegati

Resoconto della Commissione Bilancio

Venerdì 9 novembre 2012

XVI LEGISLATURA BOLLETTINO

DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Bilancio, tesoro e programmazione (V)

COMUNICATO Pag.10-12

Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, fa presente che gli emendamenti relativi ai commi 25 e 26 sono stati esaminati con molta attenzione e che, alla fine, i relatori hanno deciso di presentare l'emendamento 7.205, identico all'emendamento Cambursano 7.4, soppressivo dei commi 25 e 26 dell'articolo 7, poiché nella valutazione degli emendamenti emerge un parere unanime del Parlamento sulla non convinzione circa la bontà della norma, ritenendo inoltre che un intervento correttivo non avrebbe raggiunto lo scopo di migliorare la norma che presenta molti aspetti problematici relativi alla sicurezza dei cittadini, delle strade ed altro.

Renato BRUNETTA (PdL), relatore per il disegno di legge di stabilità, ricorda che, dopo la presentazione del disegno di legge di stabilità, si è aperto un grande dibattito non solo in Parlamento ma nel Paese. In particolare, fa presente di non aver letto alcuna analisi che suffragasse in positivo l'impostazione data dal Governo riguardo l'analisi economica dei costi-ricavi e l'analisi sociale dei costi-benefici di un'operazione di tale portata, che ritiene a somma negativa. Ricorda inoltre anche il dibattito di grande interesse avvenuto in Commissione che ha prodotto il diffuso convincimento che si tratti di materia certamente rilevante, trattata però in maniera insufficiente nel provvedimento in esame. Pertanto, fa presente che la proposta dei relatori è quella di abrogare i commi 25 e 26 dell'articolo 7, lasciando maggiore spazio alle autonomie e ad una riflessione di carattere tecnico di maggiore portata rispetto al contenuto della legge di stabilità.

Massimo BITONCI (LNP) ritiene grave il fatto che i relatori di maggioranza sconfessino l'operato del Governo in una azione di riduzione dei costi per lo Stato, dichiarando che la sua forza politica di opposizione ne prende atto. Ricorda peraltro di aver già presentato l'emendamento 7.41 di soppressione delle lettere a) e b) del comma 25 avente la medesima finalità.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, ricorda che i relatori hanno espressamente dichiarato di essersi fatti interpreti della volontà comune della Camera.

Lino DUILIO (PD) chiede di sapere per quale motivo il Governo abbia dato parere favorevole sull'emendamento soppressivo.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO ricorda che il Governo non ancora espresso il suo parere sull'emendamento 7.205 dei relatori.

Simonetta RUBINATO (PD) ritiene che, rispetto alla soppressione dei commi 25 e 26 dell'articolo 7, sia più utile una buona formulazione, come quella recata dall'emendamento Margiotta 7.71, ed anzi potrebbe risolversi nello spreco di un'occasione come quella rappresentata dalla possibilità di indurre le amministrazioni locali ad individuare modalità di ammodernamento degli impianti e dei dispositivi di illuminazione per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza energetica, conseguendo notevoli risparmi.

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Paola DE MICHELI (PD), intervenendo sull'emendamento 7.205 dei relatori, concorda sulla necessità di approfondire la complessiva problematica, che verte su un tema delicato sia per quanto riguarda la sicurezza delle strade sia per quanto riguarda le competenze degli enti locali.

Renato CAMBURSANO (Misto), intervenendo sull'emendamento 7.205 dei relatori, osserva come dalle misure per lo spegnimento o l'affievolimento delle fonti d'illuminazione pubblica previste dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, non si possano raggiungere che miseri risultati di risparmio, a fronte di molto maggiori costi sociali, anche in termini di rischio di incidenti stradali, di guisa che il saldo finale può dimostrarsi addirittura negativo. Ritiene, pertanto, che occorre riscrivere la norma in esame in modo più appropriato, offrendo la disponibilità a ritirare il suo emendamento 7.4 e proponendo che la materia sia trattata nell'ambito di un provvedimento che riguardi in modo più razionale tutta la materia, attualmente all'esame del Senato.

Roberto SIMONETTI (LNP) osserva che chiunque abbia esperienza di amministrazione locale non possa che essere contrario alle previsioni indicate nell'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, che, tra l'altro, incidono sull'autonomia decisionale degli enti locali in modo inappropriato. Sottoscrive, pertanto, l'emendamento 7.205 dei relatori.

Andrea LULLI (PD) ritira il suo emendamento 7.142, preannunciando il suo voto favorevole sull'emendamento 7.205 dei relatori. Osserva, tuttavia, come, anche da una osservazione dell'Europa dallo spazio, si possa cogliere la differenza tra la Germania e gli altri Paesi nordici, moderatamente illuminati, e l'Italia che, invece, appare come una illuminatissima corona. Rileva, quindi, come l'eccesso di illuminazione costituisca per l'Italia un problema reale per cui, anche se la norma recata dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame è scritta male, è bene che il problema si ponga per evitare di continuare in uno spreco inutile di risorse.

Claudio D'AMICO (LNP) osserva, con riguardo alle disposizioni contenute nell'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, che si tratterebbe di una ulteriore cancellazione dello spirito federalista portato avanti dal precedente Governo, in quanto sono gli amministratori locali a dover decidere dove diminuire l'illuminazione pubblica. Esprime soddisfazione per il fatto che il Parlamento abbia avuto uno scatto di orgoglio che si è concretizzato nella presentazione dell'emendamento 7.205 dei relatori, auspicando che si possa procedere così anche per altre materie contenute nel provvedimento in esame.

Il sottosegretario Gianfranco POLILLO osserva che il Governo intende difendere le misure recate dall'articolo 7, commi 25 e 26, del provvedimento in esame, in nome di una visione di sobrietà dei consumi che andrà coerentemente perseguita anche nei prossimi anni. Concorda, tuttavia, con le osservazioni dell'onorevole Lulli circa la necessità di tali misure nonché l'opportunità di migliorare il testo della norma, rimettendosi quindi alle valutazioni della Commissione.

Pier Paolo BARETTA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, tiene a precisare come l'emendamento 7.205 presentato dai relatori non intenda sottovalutare il problema sottostante, quanto piuttosto prendere atto che l'esame di tali norme, non aventi effetti finanziari ricollegati alla manovra di bilancio, non debba svolgersi dinanzi alla Commissione bilancio. Invita, quindi, il Governo e la Commissione di merito a riprendere il tema, ribadendo che l'esame da parte della Commissione bilancio di tali norme non appare la sede più appropriata.

Lino DUILIO (PD) ribadisce l'opportunità che in sede di esame della legge di stabilità siano trattate solo le norme che abbiano effetti finanziari, non invece norme vagamente pedagogiche, in relazione alle quali non si comprende quali risparmi potrebbero comportare.

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La Commissione approva, quindi, gli identici emendamenti 7.205 dei relatori e Cambursano 7.4, intendendosi assorbiti tutti gli altri emendamenti riferiti alle medesime norme.

Giancarlo GIORGETTI, presidente, sospende quindi brevemente la seduta.

La seduta, sospesa alle 16.50, è ripresa alle 17.05.

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Resoconto della Commissione Ambiente

Giovedì 25 ottobre 2012

XVI LEGISLATURA BOLLETTINO

DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

ALLEGATO

Pag.112 -113

ALLEGATO 6

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013) (C. 5534-bisGoverno).

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015 (C. 5535 Governo).

Tabella n. 9: Stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'anno finanziario 2013 e per il triennio 2013-2015.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

La VIII Commissione, esaminato lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Tabella n. 9) e le connesse parti del disegno di legge di stabilità; rilevato che: lo stato di previsione del Ministero dell'ambiente ha visto negli ultimi una continua e costante contrazione delle risorse ad esso destinate e che il disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2013 reca uno stanziamento complessivo di competenza di 490,2 milioni di euro, che registra, rispetto al dato dell'assestamento, un'ulteriore diminuzione di 54,7 milioni di euro (pari al 10 per cento); in tale ambito, desta preoccupazione la riduzione delle risorse in taluni settori cruciali, in particolare, nella bonifica dei siti inquinati e nella difesa del suolo, attesa l'importanza di tali politiche per la qualità dell'ambiente e la prevenzione del rischio idrogeologico; nel corso degli anni, infatti, è stato drasticamente ridotto lo stanziamento di cui all'articolo 2, comma 240, della legge n. 191/2009 (legge finanziaria 2010) destinato ai piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico e le recenti delibere CIPE n. 6 e n. 8 del 2012 hanno stanziato risorse rispettivamente per interventi volti a fronteggiare il dissesto idrogeologico nei territori del Centro Nord e del Mezzogiorno, di cui appare necessario assicurare l'integrale erogazione; il Governo, in diverse occasioni e, da ultimo, in occasione del decreto legge n.129 del 2012 recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto, ha accolto atti di indirizzo che lo impegnavano a reperire le necessarie risorse per interventi di tutela del territorio da rischio idrogeologico, ripristinando anche l'ammontare degli stanziamenti originariamente previsti per gli interventi citati e poi distolte per interventi di attuazione del Protocollo di intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto; sottolineata l'esigenza di rivedere l'attuale governance degli interventi per la difesa del suolo, in particolare, ponendo fine alle gestioni commissariali di cui all'articolo 17 del decreto legge 30 dicembre 2009, n. 195; considerato l'articolo 7, comma 25, che demanda ad un decreto del Presidente del Consiglio la definizione di misure per lo spegnimento ovvero l'affievolimento dell'illuminazione pubblica nelle ore notturne, per finalità di contenimento della spesa pubblica, di risparmio energetico, nonché di

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razionalizzazione e di ammodernamento delle fonti di illuminazione medesima; ritenuto altresì che il richiamato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dovrebbe concentrarsi in via esclusiva sull'individuazione di modalità di ammodernamento degli impianti o dispositivi di illuminazione esistenti in modo da introdurre tecnologie innovative e di pervenire progressivamente a una maggiore efficienza energetica, stante l'opportunità di mantenere comunque l'illuminazione durante le ore notturne per varie esigenze, quali quelle di sicurezza e di valorizzazione dei beni culturali rilevato che il provvedimento in esame non reca alcun intervento di stabilizzazione delle detrazioni per interventi di efficientamento energetico previste solo fino al 30 giugno 2013 dal decreto legge n. 83 del 2012, nonostante i benefici che tali detrazioni hanno fino ad ora prodotto in termini di sviluppo economico, sostegno alla piccola e media impresa ed emersione del lavoro non regolare; rilevata infine l'opportunità che alla stabilizzazione delle detrazioni per interventi di efficientamento energetico si accompagni anche l'estensione della misura medesima anche agli interventi di consolidamento antisismico degli edifici,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con le seguenti condizioni: 1) si provveda a stanziare ulteriori risorse finanziarie nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare da destinare alle regioni per interventi di carattere ambientale, in particolare per interventi di bonifica dei siti inquinati e di tutela del territorio contro il rischio idrogeologico e, nel contempo, ad assicurare l'immediata e integrale erogazione di cassa delle risorse già stanziate recentemente in tale ambito e deliberate dal CIPE; parimenti si ripristini l'ammontare delle risorse originariamente previste per gli interventi contro il rischio idrogeologico e poi distolte per interventi di attuazione del Protocollo di intesa per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto; 2) si verifichi la possibilità di ridurre gli stanziamenti per l'adempimento di accordi internazionali in materia ambientale, destinando prioritariamente le risorse così recuperate a interventi di bonifica dei siti inquinati e per la difesa del suolo; 3) si garantisca la conclusione delle gestioni commissariali che operano ai sensi dell'articolo 17 del decreto legge n. 195 del 2009, prevedendo espressamente che le stesse non sono suscettibili di proroga o di rinnovo oltre il termine previsto dal medesimo articolo 17; 4) l'articolo 7, comma 25, siano soppresse le lettere a), b) e c); 5) si inserisca una disposizione che renda permanente, o in subordine, prolunghi fino al 31 dicembre 2013 la misura della detrazione di imposta per interventi di efficientamento energetico degli edifici (cosiddetto 55 per cento); parimenti per favorire il miglioramento della qualità e della sicurezza del patrimonio edilizio nazionale, si preveda la suddetta agevolazione fiscale anche alle opere di consolidamento antisismico; 6) si adottino con urgenza le necessarie iniziative per bonificare le discariche illegali e incontrollate di rifiuti nelle diverse regioni italiane al fine di superare la procedura di infrazione europea.

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Articoli rilevanti IBM, UMPI E UNICREDIT PRESENTANO UN PROGETTO DI ILL UMINAZIONE PUBBLICA INTELLIGENTE / informazione.it Fonte: informazione.it Data: 30 ottobre 2012 Autore: nd IBM, UniCredit e Umpi annunciano la presentazione di una soluzione innovativa per i nostri centri urbani, capace di generare consistenti risparmi per la Pubblica Amministrazione, avviando progetti d'innovazione per le città attraverso nuovi strumenti finanziari che permettano il superamento dei vincoli normativi - patti di stabilità - e delle sempre più scarse risorse economiche a disposizione della PA. L'idea prende origine dalla volontà di individuare un modello di città a costo zero, ossia una città che può investire in innovazione grazie al risparmio derivante dall'innovazione stessa. Si tratta di una piattaforma portante di monitoraggio e pianificazione in grado di crescere ed allargarsi al sistema città. L’impianto di illuminazione intelligente, che rivoluziona il tradizionale palo della luce distribuito capillarmente sul territorio urbano, diventa un vero e proprio terminale: un sistema tecnologicamente avanzato in grado di illuminare quando, come e dove serve, di comunicare ad alta velocità, come una vera e propria rete LAN, e di offrire una vasta gamma di servizi a valore aggiunto, quali il telecontrollo e la tele gestione dell’illuminazione pubblica, la ricarica dei veicoli elettrici, i display informativi stradali, il controllo dei livelli di inquinamento, la gestione degli asset lineari e non delle città, il controllo del traffico cittadino e infine, la sicurezza personale sulle nostre strade, con un impatto positivo sul contesto ambientale. La possibilità di creare nuove risorse attraverso i risparmi generati e di abilitare nel contempo le Smarter City grazie a Minos System, offre attraverso le tecnologie Umpi una grande opportunità per le amministrazioni di poter attivare tutta una serie di servizi innovativi per i cittadini e per gli utenti. Umpi, azienda leader mondiale nelle tecnologie powerline, forte dell’esperienza sul campo e della competenza dei propri laboratori di R&D, mette così a disposizione il proprio know how per una modello totalmente auto sostenibile e implementabile da subito grazie all’utilizzo delle reti elettriche esistenti: una rete di servizi pronti da connettere per aumentare i livelli di servizio. Da parte sua UniCredit è in questo progetto in coerenza con il suo impegno nella crescita sostenibile, nella protezione dell’ambiente e nell’utilizzo razionale delle risorse energetiche. Impegno che ha dato vita, fra l’altro, a Officine Verdi, la joint venture Unicredit - WWF, società per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Per questo progetto il team di Project Commodity Finance della Banca ha ideato una struttura finanziaria volta a sostenere investimenti in efficienza energetica (illuminazione pubblica) in un più ampio piano di razionalizzazione dei costi per i Comuni di Italia. L’operazione prevede la costituzione di una società veicolo ad hoc (SPV). Il vantaggio per l’ente locale nascerà dal risparmio derivante dal minor consumo energetico e dal minor costo di manutenzione. Un risparmio complessivamente superiore al canone che verrà versato alla SPV. Infine, l’intervento potrebbe beneficiare dei Titoli di efficienza Energetica/certificati bianchi previsti dal contesto normativo attuale. Data la valenza strategica per il sistema Italia si prevede il coinvolgimento di enti istituzionali quali Cassa Depositi e Prestiti e Sace.

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La realizzazione di un progetto di illuminazione intelligente, si inserisce tra le iniziative Smarter Planet di IBM ed in particolare tra le soluzioni che l’azienda propone da anni per aiutare le città e le pubbliche amministrazioni a migliorare la qualità della vita urbana, incrementare i livelli di sicurezza e preservare la sostenibilità, grazie all’uso più intelligente della tecnologia. Il sistema consente di effettuare il telecontrollo e la telegestione di tutti i componenti che costituiscono qualunque impianto di illuminazione pubblica. Grazie all’integrazione con la suite IBM Maximo Enterprise Asset Management, inoltre, garantisce la gestione operativa e la pianificazione di interventi manutentivi su tutti gli asset. Permette di gestire i processi operativi nel pieno rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro, divenendo uno strumento di supporto alla programmazione degli acquisti e ai cicli di manutenzione. In una città di medie dimensioni, con circa 30.000 punti luce dislocati sull’intero territorio, attuare un progetto di efficientamento energetico, e quindi adottare un sistema di illuminazione urbana intelligente, significa poter assolvere tutte le esigenze in termini di illuminazione e poter conseguire un risparmio energetico annuo superiore al 40%, nonché un risparmio legato alla spesa manutentiva pari al 30%, nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di inquinamento luminoso e quindi in un’ottica di sviluppo sostenibile.

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SMART LIGHTING A MONZA E VARESE / rinnovabili.it Fonte: rinnovabili.it Data: 31 ottobre 2012 Autore: nd D’ora in avanti i pali della luce non serviranno più solamente per illuminare le strade cittadine, ma saranno investiti di un ruolo sempre più smart che ben si adatta alle città del futuro. Grazie a un protocollo d’intesa siglato tra la Regione Lombardia ed Enel Sole, infatti, parte la sperimentazione che offrirà ai cittadini pali della luce intelligenti e multifunzione, capaci cioè di ricaricare le batterie di un’auto elettrica, connettersi alle rete in modalità wi-fi e adempiere a una serie di funzioni che renderanno i centri urbani sempre più efficienti e intelligenti. La sperimentazione interesserà Monza e Varese e prevede l’installazione di veri e propri smart lighting in alcune aree delle due città; in quelle che sono servite con la banda ultra larga, poi, le prestazioni degli innovativi pali della luce diventano ancora più performanti. Oltre all’impiego della tecnologia LED, i pali saranno infatti dotati di sistemi di telecontrollo, per poter gestire guasti e malfunzionamenti e regolare il flusso luminoso nelle ore notturne, di sistemi di videosorveglianza, per aumentare la sicurezza dei cittadini e fornire informazioni in tempo reale sul traffico urbano, di sensori, per il monitoraggio ambientale e meteorologico, e di pannelli a messaggio variabile per segnalazioni immediate a tutti gli automobilisti: tutte soluzioni che consentiranno di abbattere i costi di manutenzione della rete. Soddisfatto l’Assessore all’Ambiente, Energia, Reti, Sistemi verdi e Paesaggio, Leonardo Salvemini, per il quale è fondamentale stimolare sinergie su questi temi tra gli assessorati, al fine di offrire servizi efficienti e all’avanguardia a cittadini e amministrazioni. Per questo Salvemini intende convocare un tavolo interassessorile «affinché infrastrutture e tecnologia procedano di pari passo, perché un ambiente più pulito passa anche da un migliore gestione delle risorse».

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IL LAMPIONE INTELLIGENTE È GIÀ TRA NOI / il Sole24Ore Fonte: il Sole24Ore Data: 28 ottobre 2012 Autore: Elena Comelli

L'associazione CieloBuio lo sostiene da anni: l'Italia, dopo la Spagna, è il Paese più sprecone d'Europa per illuminazione pubblica, con un miliardo di spesa contro 220 milioni nel Regno Unito e 330 in Germania. Tanto che il suo appello a spegnere la luce è piaciuto al Governo, che l'ha inserito nella legge di stabilità (anche se poi ne è uscito in settimana). «Nell'immediato risparmieremo senza investire. Nel lungo periodo, però, puntiamo su tecnologie innovative, come i led. Con un sogno di sviluppo industriale: rendere l'Italia esportatrice di sistemi elettronici per l'illuminazione pubblica», ha spiegato il commissario ai tagli, Enrico Bondi. Ma il suo sogno, per una volta, è già realtà. E non occorre nemmeno spegnere la luce. «A parità d'intensità luminosa e di ore d'illuminazione, il sistema di lampade a led Archilede consente di tagliare oltre il 50% dei consumi e ancora di più riducendo l'emissione della luce, grazie all'intelligenza interna del lampione, nelle ore in cui non è effettivamente necessaria», spiega Giovanni Maria Pisani, direttore generale di EnelSole. Il sistema prodotto da Enel insieme a I Guzzini è stato già installato in 1.600 comuni italiani, per un totale di oltre 92.400 apparecchi venduti, che si traduce in un risparmio di energia di 24 gigawattora l'anno, equivalente a spegnere l'illuminazione pubblica di una città come Bologna. E la nuova generazione di Archilede, che verrà presentata a Ecomondo, la fiera del clean-tech di Rimini, taglia ancora di un altro 25% i consumi. Ma il sistema dell'Enel, pur avendo riscosso enorme successo, non è l'unico in Italia a rendere possibile un'illuminazione intelligente. C'è Minos, il sistema smart della Umpi di Cattolica, una delle realtà più efficaci della green economy italiana e partner di Telecom Italia per la piattaforma SmartServices. Minos, capace di trasformare un palo della luce in un centro servizi articolatissimo oltre che di tagliare i consumi, è stato installato in un centinaio di comuni italiani, ma riscuote parecchio successo anche all'estero. E c'è Arianna, una piccola impresa padovana che produce sistemi ottici innovativi, che contribuiscono all'altissima efficienza dei suoi tre diversi lampioni. Wi-fi Con la tecnologia powerline, che utilizza la rete di alimentazione elettrica come mezzo di trasmissione dati, i lampioni possono diventare antenne wi-fi, per offrire servizi di connettività locale Sicurezza Grazie all'installazione di telecamere, i lampioni possono diventare una rete di videosorveglianza per la prevenzione dei furti e supportare servizi di telesoccorso per il salvataggio e la sicurezza Traffico Gli appositi sensori possono fornire informazioni in tempo reale sul traffico e sono in grado di memorizzare e classificare il numero di veicoli distinguendo le fasce orarie e la tipologia del mezzo Ricarica elettrica Una nuova piattaforma consente la gestione della ricarica per biciclette, scooter e veicoli elettrici, con la possibilità di monitorare ogni utente in tempo reale e di sapere dove, quando e quanto sta ricaricando il veicolo online

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RISPARMIO ENERGETICO NELL'ILLUMINAZIONE PUBBLICA TR A LE PRIORITÀ DELLA GREEN ECONOMY ITALIANA / illuminotecnica.com Fonte: illuminotecnica.com Data: 12 novembre 2012 Autore: nd È stato presentato a Rimini a Ecomondo, fiera dello sviluppo e dell'economia sostenibile, l’esito del lavoro e dell’impegno dei gruppi tematici sulla Green Economy. Gli Stati Generali hanno aperto la discussione sulle 70 proposte fatte di fronte al ministro Clini, presente. Ecco cosa è emerso. In Italia è necessario: - adottare misure di fiscalità ecologica; - accrescere il contributo delle assicurazioni per la gestione del rischio ambientale; - sviluppare il riciclo dei rifiuti e abbattere lo smaltimento in discarica; - predisporre una strategia nazionale per il rilancio della filiera delle biomasse; - favorire l'occupazione giovanile nelle filiere agricole. Ma non solo. Gli Stati Generali della Green Economy hanno messo in cantiere anche la necessità di rendere obbligatoria la massima efficienza elettrica nell'illuminazione pubblica. Certo, dopo la debacle e l’annullamento dell’operazione Cieli Bui, non è facile prevedere un futuro roseo per il risparmio energetico applicato all’illuminazione pubblica. Sono quindi 70 le proposte “verdi” partorite in questi mesi dai gruppi di lavoro. La speranza degli addetti ai lavori è che queste proposte possano aiutare il paese a uscire dalla crisi economica e ad affrontare anche quella ambientale-climatica. Ciò che è necessario è che le istituzioni incontrino queste proposte. L’intervento del Ministro Clini a Rimini cosa significa? Dobbiamo pensare che il Governo è davvero interessato al tema del risparmio nell’illuminazione pubblica oppure dobbiamo prendere la bocciatura di Cieli Bui come un messaggio negativo a tal proposito? Ecco cosa ha detto, in sostanza, il Ministro Clini: “Negli anni è avvenuta una sedimentazione di troppe norme nate per difendere l'ambiente che invece ha portato al risultato opposto. Abbiamo opere per l'ambiente che non vengono fatte - o rallentate di anni - per motivi ambientali; blocchi e ritardi causati da localismi e mancanza di una visione complessiva”. Dunque, ci sono troppe regole. È necessario, comunque, per il Ministro, scegliere la direzione della Green Economy. C’è sempre più domanda di tecnologie che puntano a ridurre i consumi di risorse, energia, territorio e gli investimenti in tecnologie e sistemi sostenibili sono strategici per dare all’economia italiana un ruolo competitivo nel Mondo. Per Clini il Governo, nei limiti delle politiche di bilancio, “ha aperto finestre per avviare un processo virtuoso e sostenibile”.

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REGIONE DISTRIBUISCE TRA LE PROVINCE IL FONDO INQUI NAMENTO LUMINOSO / trevisotoday.it Fonte: trevisotoday.it Data: 10 gennaio 2012 Autore: nd Su relazione dell'assessore all'Ambiente Maurizio Conte, la Giunta regionale ha disposto che saranno le Province a individuare i Comuni destinatari degli interventi di contenimento dell'inquinamento luminoso. In particolare, il fondo è teso al risanamento degli impianti esterni di illuminazione pubblica.

La somma complessiva impegnata a favore delle Province venete è di ottocentomila euro, ripartito in base alla densità demografica. "Dal 2009 il Veneto è dotato di una legge regionale - spiega l'assessore Conte- che promuove la riduzione dell'inquinamento luminoso e ottico e dei consumi energetici da esso derivanti. Sono obiettivi che devono essere perseguiti dai Comuni in stretta collaborazione con le Province".

Di qui la scelta della Regione di individuare le Province come ente di riferimento per i Comuni che siano in grado di poter garantire progetti concreti in materia di inquinamento luminoso. Per la segnalazione delle situazioni previste e per ottenere l'eventuale assegnazione delle risorse regionali, le amministrazioni comunali dovranno rivolgersi, dunque, agli enti provinciali.

Alla Provincia di Treviso sono stati assegnati 143.840 euro. A Belluno il fondo è di 34.480 euro, a Padova 150.480 euro, a Rovigo 41.520 euro, a Venezia 139.760 euro, a Vicenza 140.960 euro e a Verona 148.960 euro.