Betty Vivian

In copertina

IL BAGNASCIUGATecnica: Olio su telaDimensione: 70x50

testo/bio

Nata a Treviso nel 1973, architetto, fin dall’infanzia il suo avviamento al disegno e alla pittura è incoraggiato e influenzato dal padre, anch’egli pittore, e dalla madre.

Vince a 6 anni il suo primo concorso di disegno, indetto dalla Provincia di Treviso, e si dedica assiduamente al disegno e al fumetto fino agli anni della maturità, collaborando anche con

le Istituzioni a progetti grafici di rilievo.

Nei primissimi anni dell’università scopre l’amore per la pittura ad olio, esprimendo le sue prime opere per il primo modulo dell’esame di Disegno e Rilievo, e per la pittura ad acquerello,

anche sotto l’influenza dell’artista amica di famiglia Giò Ferrante.

Con il marito ed i quattro figli si trasferisce in Brasile alcuni anni, maturando esperienze e sensibilità che incoraggiano la sua dedizione alla pittura.

Oggi Betty vive e lavora nella sua città natale, ma il ricordo, la “saudade” del vissuto brasiliano prevale nettamente nella sua opera, ispirandone i temi e i colori.

L’artista si esprime soprattutto con la pittura ad olio e con l’acquerello, prediligendo soggetti formali e ambientazioni paesaggistiche a cui affida il compito di esprimere, attraverso

ricorrenti simbolismi, il suo ricco vissuto di emozioni.

Le sue opere sono rappresentate da colori vivi, trasparenti, quasi liquidi, e da caratteristiche colature che l’artista sfrutta e controlla con maestria.

Il paesaggio (soprattutto tropicale) è usato come pretesto per trasmettere alcune metafore care all’artista, così che gli immancabili soggetti umani rappresentati vengono immersi in atmosfere quasi fantastiche, oniriche: qui le figure si insinuano silenziose e vagano solo

apparentemente senza un ruolo preciso, sempre attirando lo sguardo dello spettatore.

L’artista ama esprimersi anche nel campo fotografico, scultoreo, del fumetto e dell’illustrazione per l’infanzia, avendo frequentato i corsi del Maestro Indra Capek ed altri illustri Maestri presso

la Scuola Internazionale di Illustrazione per l’infanzia di Sarmede (TV).

Betty Vivian. Simbolismo iridato

Betty Vivian, pittrice e architetto che vive e lavora a Treviso, ha coltivato la sua intensa passione per l’arte fin dall’infanzia. Durante la sua carriera ha sviluppato un suo originale registro stilistico, molto ap-prezzato da critica e pubblico, che l’ha portata ad esporre le sue opere in manifestazioni nazionali ed internazionali. Il fare pittorico di Betty Vivian si fonda su una trasfigurazione della realtà, una modulazio-ne dei dati sensibili al fine di estrarre, dalla realtà stessa, ciò che non è immediatamente percepibile. Se tiriamo in ballo il termine “estrarre” è chiaro che ci si riferisce ad un tipo di procedimento espressionista. In realtà, però, la natura delle opere di Betty Vivian è molto diversa, rifuggendo l’asperità e la conci-tazione tipica dell’Espressionismo per usare un linguaggio più dimesso, diremmo sussurrato. Per questo le sue evocazioni, sottili ed eteree, hanno più a che fare con il Simbolismo, in un’accezione tuttavia moderna. Come il caposcuola Gauguin anche la suggestione simbolista di Betty Vivian nasce dal fa-scino per l’esotico, ma, nel caso della nostra pittrice, il suo eden è un Brasile trasognato. Betty Vivian ha vissuto diversi anni nel paese sudamericano e questa esperienza ha segnato in modo indelebile la sua pratica pittorica, conformandola alla restituzione di un mondo tropicale trasfigurato nell’immagine del ricordo, della memoria, della saudade. Dal punto di vista formale tutto ciò viene tradotto in una tecnica raffinatissima. Il colore, molto diluito e dalle velature trasparenti, viene steso o fatto colare per lunghe strisce sottili. Tutto ciò crea una peculiare iridescenza che avvolge tutto il mondo rappresentato da Betty Vivian. Un mondo che appare costantemente ammantato dal velo leggero della memoria, rilucente di bagliori diafani e opachi che la tecnica di questa artista riesce a rendere con grande efficacia. Si vedano, ad esempio, la suggestiva regia luministica notturna di “Notturno a Trancoso”, o le rifrazioni acquatiche e policrome di “La Barena” e “Ritorno a Caraiva” per avere un’idea dell’origi-nalità con la quale Betty Vivian sa gestire le vibrazioni luminose e cromatiche. Vi è un continuo gioco di rifrazioni e riverberi che suggerisce una realtà altra, una realtà che va oltre la semplice percezio-ne sensoriale, legata all’elaborazione dell’inconscio, alla trasformazione per mezzo della memoria. In questo modo possiamo spiegarci i colori intensi e le figure fantasmatiche che si muovono eteree in “Il girotondo”, “Gli esploratori” e “Il bagnasciuga”. Questa patina evocativa rimane costante nel fare artistico di Betty Vivian, anche quando le modalità rappresentative sembrano più vicine alla resa del dato fenomenico. Come nei ritratti “Ragazzo pataxo” e “Bambino pataxo” e, soprattutto, in “Giorno fortunato”, nel quale il soggetto, pur immediato e realistico, prende vita in una leggera sfasatura della forma, frutto di un pittoricismo molto attento e ricercato. L’uso del dripping ribadisce l’intento evoca-tivo dell’estetica adottata giungendo, in alcuni casi, ad esiti propriamente informali. Come nell’opera “Il richiamo”, nella quale le sperimentazioni sul colore diluito e lasciato colare sulla tela si uniscono alla

potenza segnica del linguaggio scritto.

opere

NOTTURNO A TRANCOSOTecnica: Olio su telaDimensione: 40x20

BAMBINA PATAXOTecnica: Olio su telaDimensione: 40x40

GIORNO FORTUNATOTecnica: Olio su telaDimensione: 50x70

GLI ESPLORATORITecnica: Olio su telaDimensione: 80x120

IL GIROTONDOTecnica: Olio su telaDimensione: 80x120

IL RICHIAMOTecnica: Olio su telaDimensione: 100x120

LA BARENATecnica: Olio su telaDimensione: 100x100

RAGAZZO PATAXOTecnica: Olio su telaDimensione: 40x40

RITORNO A CARAÌVATecnica: Olio su telaDimensione: 120x80

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