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betania in forma www.villabetania.org N. 5 ANNO II GIUGNO 2013 UN OSPEDALE DI QUALITÀ di Antonio Sciambra Direttore Sanitario Ospedale EvangelicoVilla Betania EDITORIALE P er essere un ospedale di “qua- lità” occorre che alcuni concetti siano contemporaneamente presenti: la qualità gestionale (espressa dall’Organizzazione), la qualità pro- fessionale e relazionale (espressa dagli operatori) e quella percepita (dal malato e dai familiari ). Bisogna essere ben organizzati, bravi tecnicamente e nel comunicare, ma occorre anche (e soprattutto) fornire un’assistenza che sia recepita come di “qualità” da parte del fruitore. Al di là, infatti, degli sforzi che fanno i medici o i manager per conseguire la massima efficienza, occorre che i pazienti av- vertano di essere trattati “bene”, da ogni punto di vista, medico, umano, psicologico, logistico e da un punto di vista del comfort. Se i malati o i fa- miliari non “percepiscono” di essere trattati con “qualità”, secondo i loro desideri e intenzioni, a nulla, o a poco, valgono gli sforzi professionali e “tecnici”, per essere giudicati come un ospedale di qualità. Nel nostro Ospedale cerchiamo, in- nanzitutto, di avere una qualità orga- nizzativa. Rispettiamo le norme, i re- quisiti di spazio, il numero dei posti letto ed i percorsi diagnostici più ef- ficienti e veloci. Curiamo inoltre l’aggiornamento tec- nologico delle nostre attrezzature e chiediamo a tutti i nostri collaboratori (medici, biologici, tecnici radiologi, ostetriche, caposala, infermiere, addetti amministrativi) di essere sempre pre- parati ed aggiornati da un punto di vista professionale. Pensiamo anche che debbano essere dei buoni co- municatori, gentili e attenti alle esigenze “complessive” del malato. Soprattutto pensiamo che la qualità “giusta “ sia quella ricevuta e percepita dal paziente e dai suoi familiari. Nella nostra struttura “il paziente è al centro delle nostre attenzioni”. segue a pagina due A VILLA BETANIA IL PREMIO BUONA SANITÀ 2013 PRIMO PIANO I l prestigioso riconoscimento è stato assegnato all’Ospedale Evangelico Villa Betania per essere riuscito “a coniugare le esigenze di risparmio con quelle imprescindibili di efficienza e di attenzione ai bisogni dei cittadini”. Consegnato mercoledi 20 marzo presso Città della Scienza al Direttore Generale del- l’Ospedale Pasquale Accardo, è attribuito dall’Associazione “Buona Sanità”, guidata da Maria Rosaria Rondinella, in collabo- razione con il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e sotto il patrocinio della Curia Arcivescovile di Napoli, della Regione Campania e dell’Ordine dei Medici di Napoli. Anche in tempi di spending review l’Ospedale è riuscito ad attivare iniziative umanitarie come il progetto “Prendiamoci cura di Lei”, per la diagnosi e prevenzione del tumore cervico-vaginale, rivolto alle donne extracomunitarie non in regola. ESPERIENZA E TECNOLOGIE PER CURARE I “PROBLEMI DI CUORE” periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania all’interno: Le attività dell’ospedale iniziano a definirsi. Difficoltà e speranze pag. 4 Come le tecnologie hanno cambiato diagnosi e chirurgia dell’occhio pag. 6 1969 -1974: Gli anni dopo la nascita Intervista ad Antonio Lupo direttore UOC Oculistica Le tecnologie e la cardiologia interventista hanno cambiato il modo di curare le malattie cardio-vascolari come racconta Nicolino Esposito, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna

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betaniainformawww.villabetania.org

N. 5 ANNO II GIUGNO 2013

UN OSPEDALEDI QUALITÀ di Antonio SciambraDirettore Sanitario Ospedale Evangelico Villa Betania

EDITORIALE

Per essere un ospedale di “qua-lità” occorre che alcuni concettisiano contemporaneamente

presenti: la qualità gestionale (espressadall’Organizzazione), la qualità pro-fessionale e relazionale (espressa daglioperatori) e quella percepita (dalmalato e dai familiari ). Bisogna essereben organizzati, bravi tecnicamentee nel comunicare, ma occorre anche(e soprattutto) fornire un’assistenzache sia recepita come di “qualità” daparte del fruitore. Al di là, infatti,degli sforzi che fanno i medici o imanager per conseguire la massimaefficienza, occorre che i pazienti av-vertano di essere trattati “bene”, daogni punto di vista, medico, umano,psicologico, logistico e da un puntodi vista del comfort. Se i malati o i fa-miliari non “percepiscono” di esseretrattati con “qualità”, secondo i lorodesideri e intenzioni, a nulla, o apoco, valgono gli sforzi professionalie “tecnici”, per essere giudicati comeun ospedale di qualità. Nel nostro Ospedale cerchiamo, in-nanzitutto, di avere una qualità orga-nizzativa. Rispettiamo le norme, i re-quisiti di spazio, il numero dei postiletto ed i percorsi diagnostici più ef-ficienti e veloci.Curiamo inoltre l’aggiornamento tec-nologico delle nostre attrezzature echiediamo a tutti i nostri collaboratori(medici, biologici, tecnici radiologi,ostetriche, caposala, infermiere, addettiamministrativi) di essere sempre pre-parati ed aggiornati da un punto divista professionale. Pensiamo ancheche debbano essere dei buoni co-municatori, gentili e attenti alle esigenze“complessive” del malato. Soprattutto pensiamo che la qualità“giusta “ sia quella ricevuta e percepitadal paziente e dai suoi familiari. Nellanostra struttura “il paziente è alcentro delle nostre attenzioni”.

segue a pagina due

A VILLA BETANIA IL PREMIOBUONA SANITÀ 2013

PRIMO PIANO

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato all’OspedaleEvangelico Villa Betania per essere riuscito “a coniugare leesigenze di risparmio con quelle imprescindibili di efficienza

e di attenzione ai bisogni dei cittadini”. Consegnato mercoledi20 marzo presso Città della Scienza al Direttore Generale del-l’Ospedale Pasquale Accardo, è attribuito dall’Associazione“Buona Sanità”, guidata da Maria Rosaria Rondinella, in collabo-razione con il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e sottoil patrocinio della Curia Arcivescovile di Napoli, della RegioneCampania e dell’Ordine dei Medici di Napoli. Anche in tempi dispending review l’Ospedale è riuscito ad attivare iniziativeumanitarie come il progetto “Prendiamoci cura di Lei”, per ladiagnosi e prevenzione del tumore cervico-vaginale, rivolto alledonne extracomunitarie non in regola.

ESPERIENZA E TECNOLOGIEPER CURARE I “PROBLEMI DI CUORE”

periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

all’interno:

Le attivitàdell’ospedaleiniziano adefinirsi.Difficoltà esperanzepag. 4

Come letecnologiehanno cambiatodiagnosi echirurgiadell’occhio

pag. 6

1969 -1974: Gli anni dopola nascita

Intervista ad Antonio Lupodirettore UOC Oculistica

Le tecnologie e la cardiologia interventista hanno cambiato il modo di curare lemalattie cardio-vascolari come racconta Nicolino Esposito, direttore dell’UnitàOperativa Complessa di Medicina Interna

Qual è la patologia cardiaca percui i pazienti ricorrono più fre-quentemente all’Ospedale?Le patologie più frequentemente trat-tate sono le sindromi coronaricheacute (infarto miocardio, angina insta-bile), le aritmie minacciose per la vita,l’edema polmonare acuto, l’emboliapolmonare, lo shock cardiogeno.Com’è cambiata la cardiologianegli ultimi anni?Negli ultimi anni l’avvento della car-diologia interventistica ha letteralmentemodificato il trattamento delle sindromicoronariche acute. Nelle strutture cheposseggono un laboratorio di emodi-namica, esse vengono trattate preva-lentemente, previo esame coronaro-grafico, in maniera “invasiva”, cioè conPTCA primaria (angioplastica coronaricapercutanea) ed eventuale impianto diStent. Strutture come la nostra cheancora non posseggono un laboratoriodi emodinamica, le stesse patologie letrattano o farmacologicamente, conl’impego di Trombolitici o Inibitori delfattore IIb/IIa, oppure, previa attivazionedel sistema di emergenza territoriale,attraverso un rapido trasferimentopresso un laboratorio di emodinamica.Per quanto riguarda invece le aritmiee le bradiaritmie vengono trattate conimpianto di Pace maker temporaneo(anche nella nostra UOS) e definitivopresso laboratori di elettrofisiologia.La tachiaritmie, vengono trattate neilaboratori di elettrofisiologia, previoSEF (studio elettrofisiologico) endo-cavitario, o con la tecnica dell’ablazionecon radiofrequenze o in casi particolari,attraverso l’impianto di defibrillatori(AICD).

Le malattie cardio-circolatoriesono spesso associate a cattivi stilidi vita. A cosa bisogna stare attentie quali le indagini da fare per mo-nitorare il proprio stato di salute?Le malattie cardiovascolari riconosconoun’eziologia multifattoriale, cioè piùfattori di rischio (età, sesso, pressionearteriosa, abitudine al fumo di sigaretta,diabete, colesterolemia) che contri-buiscono contemporaneamente alloro sviluppo. I fattori di rischio sonostati identificati ed è stata dimostratala reversibilità del rischio, pertanto lamalattia cardiovascolare è oggi pre-venibile. I fattori di rischio cardiovascolare sidividono in modificabili (attraversocambiamenti dello stile di vita o me-diante assunzione di farmaci) e nonmodificabili (età, sesso maschile, nelladonna il rischio aumenta sensibilmentedopo la menopausa, familiarità).I fattori di rischio modificabili sono:Fumo, la Pressione arteriosa, Co-lesterolemia totale, Diabete. Il rischio che ogni persona ha di svi-luppare la malattia cardiovascolare di-pende dall’entità dei fattori di rischio;il rischio è continuo e aumenta conl’avanzare dell’età, pertanto non esisteun livello a cui il rischio è nullo. Tuttaviaè possibile ridurre il rischio cardiova-scolare o mantenerlo a livello favore-vole abbassando il livello dei fattorimodificabili attraverso lo stile di vitasano.Come? Smettendo di fumare, se-guendo una sana alimentazione cheprevede un regolare consumo dipesce, un limitato consumo di grassidi origine animale, povera di sodio

(contenuto nel sale) e ricca di fibre(verdura, frutta, legumi) mantiene aun livello favorevole la colesterolemiae la pressione arteriosa. Svolgendoattività fisica. Controllando il peso.Due posti letto di Villa Betaniasono riconosciuti dalla RegioneCampania come posti di UTIC edinseriti nel piano dell’emergenzaterritoriale. Cosa significa?L’Unità Operativa Complessa di Te-rapia Intensiva Coronarica (UTIC) diVilla Betania è costituita da 2 postiletto, attrezzati per il monitoraggiodei parametri vitali e di tutti i piùmoderni metodi di somministrazionedelle terapia infusive ed è dotata diun box di controllo con la relativacentrale di monitoraggio, con la pos-sibilità di memorizzare e di analizzarei dati acquisiti dai monitor posti aletto del paziente. Come UTIC siamo inseriti nel pianodi emergenza territoriale, possiamoricevere, dunque, dal 118 il pazienteche abbia indicazione a trombolisi si-stemica o ad accogliere il pazienteche non abbia trovato posto pressol’UTIC viciniore. Ciò avviene attraversoun collegamento telefonico diretto conil 118Qual è la caratteristica distintivadalla cardiologia di Villa Betaniarispetto ad altri ospedali?Il personale che opera in questa strut-tura è costituito da uno staff di medicie da personale infermieristico di sup-porto altamente qualificato, che poneattenzione sia agli aspetti diagnosticiterapeutici dei pazienti che afferiscono,ma soprattutto ai risvolti psicologiciche ne conseguono.

N. 5 ANNO II GIUGNO 2013

ESPERIENZA E TECNOLOGIEPER CURARE I “PROBLEMI DI CUORE”Le scelte che facciamo, essendo

tra l’altro un ospedale di ma-trice religiosa evangelica e no

profit, vengono effettuate in funzioneesclusiva del benessere del malatoe delle sue esigenze. Il malato e lacura adeguata sono le uniche moti-vazioni che ci guidano, prima dellevalutazioni economiche o tecnolo-giche. Anzi qualche volta, pur di curarebene i pazienti, accettiamo anche difornire prestazioni che non ci ven-gono riconosciute o che ci sono ri-conosciute in parte. Ad esempio,ben 18 anni fa, abbiamo scelto diavere una Terapia Intensiva Neonatale(al posto della Pediatria che ci offrivala Regione) perché la TIN era, ed èun’esigenza prioritaria per l’assistenzaa madre e neonato, pur essendomeno remunerativa di un repartodi pediatria. Ci teniamo ad essereun ospedale di “qualità” per il malatoe per i suoi familiari. Moltissimi sonoi pazienti che decidono di “ritornare”a Villa Betania o che consigliano agliamici di utilizzare la nostra struttura:ben il 52 % dei nostri malati provieneda altre Asl regionali e di questi il2%, addirittura, da altre regioni. Nel nostro Ospedale cerchiamo di“personalizzare” la permanenza ospe-daliera in funzione delle esigenzedel malato. Cercando di rendererapidi ed efficaci i percorsi diagnostici,così come – ad esempio - ci sfor-ziamo di far vivere questa esperienzasanitaria nel modo più umano enaturale possibile. Abbiamo ridottoal minimo possibile (ma spesso az-zerato) le liste di attesa. Umanizza-zione, correttezza, tempestività, at-tenzione al malato, efficienza, be-nessere, appropriatezza delle cure:a Villa Betania non sono solo slo-gan!

EDITORIALEsegue dalla prima pagina

PRIMO PIANO

Intervista a Nicolino Esposito Direttore UOC di Medicina Interna

Nata nel 1998 come logicaevoluzione e normale com-pletamento dell’attività cli-

nica svolta dal Reparto di Medicinainterna, la struttura di Cardiologia èstata creata dato il crescente aumentodi ricoveri per patologie Cardiova-scolari. Guidata dal dottor NicoloEsposito, nel 2000 ottiene il ricono-scimento di Unità Operativa Com-plessa, oggi è classificata come Unitàoperativa semplice e può contaresu un team di cinque specialisti car-diologi. Fortemente orientata al pa-ziente critico, attualmente il “reparto”

di Cardiologia dispone di sei postiletto tutti con monitoraggio centra-lizzato, riconosciuti dalla RegioneCampania come posti di UTIC edinseriti nel piano dell’emergenza ter-ritoriale. A supporto dell’attività clinica,nella struttura si effettuano le principaliattività diagnostiche cardiologichenon invasive: ECG, Monitoraggio ECGHolter, ECG da sforzo al treadmill,Ecocardiografia mono, bidimensionale,color e color doppler, Ecografia Tran-sesofagea, Eco stress farmacologico.L’UOS di cardiologia già da moltianni lavora in regime di collaborazione

con strutture di III livello di emergenza(Ospedale Monaldi, Università Fe-derico II, Seconda Università degliStudi di Napoli), per le procedurediagnostiche ed interventistiche car-diologiche: coronarografie, angiopla-stiche percutanee coronariche, val-vuloplastiche, studi elettofisiologicied eventuali ablazioni, impianti di pa-cemaker definitivi, chiusure di auricolee altro. Ha inoltre stretti contatticon le principali cardiochirurgie dellaregione Campania per i principali in-terventi cardiochirurgici.

Ètornata la primavera, le bellegiornate, gli alberi in fiore, icampi colorati…che bello!

Che bello? Chiedetelo alle personeallergiche! L’allergia, termine chederiva dal greco: “allos” (diverso)e “ergon” (effetto), è una rispostadel sistema immunitario a particolarisostanze (allergeni). Gli allergenisono sostanze normalmente pre-senti nell’ambiente in cui viviamoe possono essere introdotte nel-l’organismo attraverso la respira-zione (pollini, acari, muffe, derivatiepidermici di animali), l’ingestione(alimenti, farmaci), il contatto conla cute (nichel), o attraverso la viainiettiva (farmaci, insetti).Le allergie dipendono fondamen-talmente dalla predisposizione ge-netica dell’individuo, ma vengonoaccentuate da fattori ambientali eanche dai cambiamenti climatici.Ne è affetto il 20-35% della popo-lazione ed è in aumento tra i bam-bini. Quando un allergene vieneintrodotto nell’organismo di unsoggetto allergico si lega ad anticorpispecifici (IgE) presenti sulla superficiedi determinate cellule (mastociti):questo legame provoca una seriedi eventi che portano alla libera-zione di sostanze pro-infiammatorieche, a seconda dell’organo o del-l’apparato in cui vengono rilasciate,determinano diversi sintomi: agliocchi: prurito, lacrimazione, rossore(congiuntivite); al naso: prurito,starnutazioni continue, naso checola, naso chiuso (rinite); ai bronchi:tosse, affanno, respiro sibilante(asma); alla cute: prurito, rossore,macchie (orticaria, eczema); al si-stema gastroenterico: nausea, vo-mito, diarrea, dolori crampiformi.La terapia si basa fondamentalmentesu misure di prevenzione, l’uso difarmaci sintomatici per il controllodei sintomi, e cicli di immunoterapiaspecifica (il vaccino). Indispensabileil parere dello specialista.

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IL PUNTO

LE ALLERGIE CARDIOLOGIA

Il “reparto” di Medicina è il cuoredell’Ospedale. Tratta le patologiepiù diffuse, da quelle che riguar-

dano l’apparato cardiocircolatorio(scompenso cardiaco acuto e cronico,edema polmonare, malattia corona-rica, ipertensione arteriosa, valvulopa-tie), all’apparato respiratorio(insufficienza respiratoria acuta, bron-copolmoniti, bronchiti croniche riacu-tizzate, pleuriti, tumori polmonari),dall’apparato gastroenterico (epa-topatie croniche e cirrosi epatiche), alsistema nervoso centrale (stroke),al metabolismo (chetoacidosi diabe-tica, diabete scompesato, squilibri elet-trolitici), all’ematologia, cioè quelleche riguardano i problemi delsangue come le anemie.L’Unità Operativa Complessa di Me-dicina Interna diretta dal dott. NicolinoEsposito fa parte del Dipartimento diMedicina. Ad essa afferiscono tre Unità

operative Semplici: Oncologia, Endo-crinologia e Geriatria, nonchè il CentroAutonomo di Epatologia, guidato daldott. Antonio Sciambra, direttore sani-tario dell’Ospedale. Nella Strutturavengono ricoverati prevalentementepazienti provenienti dal Pronto Soc-corso, la cui continua ed incessante at-tività, su un territorio estremamentevasto e densamente popolato, saturapressocché costantemente i 30 postiletto di cui l’Unità dispone. Una criticitàche, negli anni, ha consentito di svilup-pare una particolare abilità ed espe-rienza nella gestione clinica di casiparticolarmente difficili, costituendo, difatto, un presidio sanitario più vicinoalla Medicina d’urgenza che alla Medi-cina interna propriamente intesa. L’Uoc di Medicina Interna, inoltre, oltrea provvedere abitualmente a “stabiliz-zare” quadri clinici a volte anche parti-colarmente instabili e minacciosi per

la vita dei pazienti (va sottolineatal’esperienza oramai pluriennale aquisitadal team sanitario in tema di Ventila-zione Meccanica non Invasiva), si oc-cupa di valutare il malato complesso,nella sua comorbidità, coordinando,quando necessario, l’intervento dellediverse figure specialistiche coinvolte,in una reciproca e proficua collabora-zione senza perdere di vista la centra-lità della persona. Questo approccioha consentito negli ultimi anni di svi-luppare competenze specialistichecome l’allergologia, la gastroenterolo-gia, l’endocrinologia, la diabetologia ela gediatria. La Struttura dispone, inol-tre, di particolari competenze nell’am-bito dell’ecografia internistica integratae dell’ecocardiografia, nonchè delle te-rapie complesse che richiedono fre-quente monitoraggio dei parametrivitali (Dobutamina, Dopamina, Levoi-mendan, Fenoldopam). Per mantenereelevati standard qualitativi assistenziali,accanto ad un costante aggiorna-mento professionale individuale ven-gono attuati periodici incontri diReparto (Journal Club), aperto allealtre Unità operative pressol’Ospedale, per la definizione, l’imple-mentazione e la verifica dei percorsidiagnostici e terapeutici, secondo le piùaggiornate linee guida internazionali.Tutto sempre all’insegna della massimaumanizzazione delle cure di tutto ilteam sanitario, ben consapevoli che lacomplessità delle patologie e delle rel-ative terapie praticate non potrebbemai compensare eventuali deficienzenel rispetto e nella considerazione perla persona prima che del corpo delpaziente.

MEDICINA INTERNA

di Angelo CecereAllergologo

Dott. Antonio SciambraDirettore Sanitario Ospedale Evangelico Villa Betania

Alla fine del 1968, dopo la na-scita, le attività dell’Ospedaleiniziano a definirsi. I primi

anni, con l’avvio dei reparti di Medicina,Chirurgia, Otorino, Oculistica e Or-topedia, sono i più difficili per la man-canza di risorse finanziarie. Oltre ledifficoltà economiche pesa anchel’incertezza giuridica, visto che l’Ospe-dale è al momento riconosciuto solocome “casa di cura”. L’organizzazioneè molto semplice anche se animatada forte spirito “comunitario”, i di-pendenti nel 1971 sono 53 ed i postiletto 94. Importante in questi anni èil contributo delle “diaconesse” te-desche e svizzere che operano nel-l’organizzazione e nella gestione sa-nitaria. Nel 1972 nell’ambito del re-parto di Ginecologia ed Ostetriciaviene istituito il Centro di Citologia eColposcopia che rappresenta un pre-zioso strumento di prevenzione con-tro i tumori dell’apparato genitalefemminile. Si organizzano i servizi di“radiologia” e di “laboratorio scienti-fico”. Pur risentendo ancora della di-mensione pionieristica degli inizi sidelinea l’offerta sanitaria che alla finedel 1974 è diventata significativa. Il

reparto di chirurgia generale – direttodal prof. Carlo Mauro- tra il 5 di-cembre 1968 il 1 gennaio 1974, ef-fettua ben 6227 interventi di cui lamassima parte mutuati Inam, ma vierano anche interventi operatori ese-guiti a titolo gratuito su infermi poverie privi di assistenza, come anche i ri-coveri. La medicina interna, direttada uno dei primi collaboratori diTeofilo Santi, il dottor Eugenio Maidaera d’ausilio per tutti gli altri reparti.Il reparto di oculistica diretto dal

prof. Ugo de Conciliis aveva avutouna costante crescita di ricoveri eanche per questo reparto vi era uncostante miglioramento negli impiantiche consentivano l’applicazione dellemetodiche chirurgiche più modernedel tempo, così come per l’Ortopediadiretta dai dottori Florio e De Lutio.Ma il reparto più importante perl’ospedale è quello di Ginecologiaed Ostetricia, allora diretto dal dott.Aurelio Lucchini, che realizza in quelperiodo più di 2000 ricoveri all’anno,

con una media di circa 1000-1500parti, e un numero di parti cesarei edi mortalità perinatale tra i più bassidella Campania. Dalla fine del 1968alla fine del 1974 circa 10.000 bambininascono a Villa Betania. Il reparto diGinecologia e Ostetricia svolge ancheuna importante campagna di educa-zione igienico- sanitaria della popo-lazione di Ponticelli e di screeningpreventivo. Se esiste incertezza giu-ridica e indeterminatezza organizzativa,non esiste invece difficoltà nel capireil senso forte ed i valori di fondo chesono alla base del lavoro e dellaattività sanitaria di Villa Betania: an-nuncio e solidarietà, speranza e carità,rinnovamento e condivisione dellasofferenza.

N. 5 ANNO II GIUGNO 2013

Poco tempo fa, effettuando unaricerca su internet, per caso hotrovato un libro dal titolo inte-

ressante ed intrigante allo stessotempo: “L’Ascolto che guarisce”. Iltesto, frutto di un importante convegnotenutosi ad Assisi, raccoglie i contributidi diversi operatori sanitari: medici,psicanalisti, psicoterapeuti, infermieri,assistenti sociali, operatori pastorali.Che hanno approfondito il tema nellesue diverse sfaccettature, ad esempio:L’ascolto che guarisce. L’ascolto cheferisce. L’ascolto che guarisce chi?

L’ascolto trascurato. Ascolto tradito.Ascolto mancato. Ascolto dirottato.L’ascolto che aiuta ad ascoltare. San-dro Spinsanti, psicologo, teologo morale,insegnante di etica e bioetica, riguardoal tema dell’ascolto dice due cose diestrema importanza. La prima: i prin-cipali imputati di un rapporto profes-sionale da cui l’ascolto è quasi escluso,sono i medici: i malati infatti hannol’impressione di essere traditi da colorodai quali si aspettano di essere ascoltatie che invece fanno tutt’altro che eser-citare l’ascolto. Anche i pastori in fatto

di ascolto sono fuggiaschi o irreperibili– il secondo aspetto - in quanto so-stituiscono l’attività circolare dell’ascoltocon quella unidirezionale della predi-cazione. Dietrich Bonhoffer nel testo“Vita Comune”, fa delle acute osser-vazioni sulla carenza nella pratica del-l’ascolto all’interno della comunità cri-stiana: Come l’amore di Dio incominciacon l’ascolto della sua Parola, così l’iniziodell’amore per i fratelli, sta nell’impararead ascoltarli. I cristiani, specialmente ipredicatori, credono di dover sempre“offrire” qualcosa all’altro, ritenendo ciòil loro unico compito. Dunque c’è carenzadi ascolto e ciò non è né un caso, néè un mistero, ma un comprensibileagire umano, in quanto ascoltare ildolore, le sofferenze, l’invocazioned’aiuto e il patire umano è faticoso,stancante, impegnativo, addirittura dan-noso per la propria incolumità psico-fisica. “Alzo gli occhi ai monti… dondemi verrà l’aiuto?”. Il pellegrino delSalmo 121, si domandava, come tantisi domandano quando sono nella di-stretta e in cerca d’aiuto, a chi rivolgerela propria domanda di soccorso. La

domanda, anzi le domande nasconoin ogni cuore, anche in quelli dei cre-denti, essi però sanno “in chi hannocreduto e riposto la loro fiducia” (Paolo).Il salmista in piena fiducia rispondealla sua domanda dicendo: “Il mioaiuto viene dal Signore che ha fattoil cielo e la terra”. C’è dunque unascolto che, prima di guarire, accoglie,risponde, trasforma, salva. È un ascoltoche non fallisce, perché è Dio in per-sona ad attuarlo. Come cappellanoospedaliero che si confronta giornodopo giorno con la sofferenza umana,posso testimoniare che riusciamo atrovare un “sano Ascolto”, efficace,quando rivolgiamo il nostro sguardoe il nostro cuore a Dio che, permezzo del suo figliuolo Gesù Cristo,ce lo dona, sperimentando la stessafiducia del profeta Geremia che pregò:“Guariscimi, SIGNORE, e sarò gua-rito. Salvami, e sarò salvo” (Gr 17,14).

ASCOLTO, GUARIGIONE E… “MA DIO HA ASCOLTATO;È STATO ATTENTO ALLA VOCE DELLA MIA

PREGHIERA. BENEDETTO SIA DIO, CHE NONHA RESPINTO LA MIA PREGHIERA

E NON MI HA NEGATO LA SUA GRAZIA”. (SL 66,19-20)

di Vincenzo PolverinoCappellano, Ospedale Evangelico Villa Betania

lapersona

SERVIZIO CAPPELLANIAInformazioni tel. 0815912452e-mail: [email protected]

La “visione “ cristiana dell’Ospedaleè esplicita e forte, ma senza maiirrigidimenti e forzature confes-sionali. “Il carattere di evangelicitàdel nostro Ospedale – come ri-cordava Teofilo Santi- deve espri-mersi soprattutto in una testi-monianza di coerenza all’evangeloche sia coerenza convinta, con-creta, quotidiana all’interno dellavita dell’Ospedale nonché all’in-terno delle relazioni umane chevi si instaurano”.

GLI ANNI DOPO LA NASCITA (‘69-‘74):DIFFICOLTÀ E SPERANZEdi Luciano CiricaVice Presidente Ospedale Evangelico Villa Betania

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Da un proficuoconnubio tra laF o n d a z i o n e

Evangelica e la So.La.Vi.è nato il progetto “ungesto per la Vita” conl’obiettivo di insegnarealle persone come com-portarsi in caso di ostru-zione delle vie aeree neibambini. La So.La.Vi. (Sostieni laVita) è una Onlus cheha lo scopo di diffonderela cultura della rianima-zione cardiopolmonare(RCP) e defibrillazione

precoce (DP) sia nell’etàadulta che pediatrica; spe-cializzata nella formazionesulle manovre salvavitanelle prime fasi di assi-stenza ad una personacolpita da un problemaacuto (trauma, primosoccorso aziendale etc.).Ogni anno la So.La.Vi.tiene corsi di formazionerivolti ai cittadini con loscopo di diffondere laconoscenze delle proce-dure d’emergenza: per il2013 ha puntato sullemanovre per la disostru-

zione delle vie aree nelbambino. L’ inalazione diun corpo estraneo, infatti,è tra le prime cause dimorte per i bambino. Icorsi sono stati promossie realizzati con la Fon-dazione Evangelica Be-tania attraverso l’Istitutodi Scienze Sanitarie Be-tania (ISSB). La scelta èstata dettata dal ruolostrategico sul territoriodell’Ospedale Villa Betaniaper l’elevato numero dinascite e quindi l’elevatonumero di coppie neo-genitori da formare, inuna zona a forte disagiosociale e con una elevata

densità di popolazioneinfantile. Il corso di ad-destramento, gratuito,dura 4 ore e si componedi una piccola parte teo-rica e di una formazionepratica su manichini perla simulazione delle tec-niche salvavita. Iniziato afebbraio il corso ha vistocrescere la partecipazio-ne in seguito ai recentiepisodi di bambini chehanno perso la vita persoffocamento dovuto al-l’inalazione di corpi estra-nei ma anche per soc-corsi in ritardo ed effet-tuati con manovre erro-nee.

di Maria Anna Stingone Responsabile Formazione e Aggiornamento

UN VERO GESTO PER LA VITA

La chiamata, o vocazione, di un cristianoè una chiamata di servizio, nel sensooriginario del termine del mettersi al

servizio. In questo troviamo il senso delleparole di cui sopra per cui l’amore di Cristoper l’essere umano, che gratuitamente lo li-bera, trova una corrispondenza in quest’ultimonell’essere uno specchio di quanto ricevuto.Le parole di Gesù in proposito sono elo-quenti: si ama Dio ma anche il prossimo.Per esemplificare i concetti esposti indicheròdieci punti, non esaustivi, su come si possaintendere il servizio cristiano.1) L’annuncio del vangelo senza servizio ri-schia di essere un puro esercizio culturale espirituale. Il servizio senza predicazionerischia di essere pura azione sociale e uma-nitaria.2) La Chiesa non può fare a meno delservire come modo di esprimere concreta-mente verso il prossimo l'amore manifestatoin Cristo.3) Il servizio, collegato all’annuncio delvangelo, può diventare un segno, indicando,oltre se stesso, la volontà di salvezza, di ri-conciliazione e di liberazione di Cristo.4) Il servizio considera l'uomo nella suaglobalità e nell'unità della sua condizionespirituale, culturale, sociale, fisica e materia-le.5) Il servizio tende alla liberazione dell'uomodai condizionamenti negativi della sofferenza,della debolezza, della malattia, dell'ignoranzae dell'oppressione, ma altresì vuole liberarel'uomo dalla sua arroganza, dall'egoismo,dall'orgoglio e dalla sete di potere.6) Lo scopo ultimo del servire non èsoltanto il recupero dell'equilibrio psicofisico, sociale e ambientale dell'uomo, mal'incontro con Cristo, il perdono dei peccati,la riconciliazione con Dio e i fratelli.8) L'uomo non può diventare un sempliceoggetto dell'azione di servizio della chiesa,ma per quanto possibile deve essere parte-cipe nella ricerca comune, in reciproca con-divisone, nel recupero di una piena dignitàe libertà.9) La Chiesa, nello spirito della vocazione diservizio che le è propria dovrà essere par-ticolarmente attenta all'uso del denaro edella sua provenienza. Se proviene dalle co-munità dei credenti deve essere amministratocon oculatezza e strettamente finalizzato alprogetto previsto e approvato dalle assem-blee. Se è denaro pubblico, in forza di con-venzione, dovrà usarlo limitatamente agliobiettivi stabiliti dagli accordi in vista delservizio per il pubblico. In entrambi i casi,dovrà richiedere e consentire verifiche econtrolli.10) Essendo il servire espressione globaledel servizio della Chiesa, ogni credente èservitore nella sua vita familiare, professionale(dentro e fuori le opere della Chiesa) e so-ciale. La Chiesa dovrà sviluppare la consa-pevolezza di tale vocazione, contro ognitentazione di deresponsabilizzazione e didelega, e curare una formazione permanenteper tale servizio.

pillole di eticaSPIRITO DISERVIZIOdi Giovanni NapolitanoBiologoUn chilo di pasta e pelati di

pomodori: sono gli ingre-dienti del pasto più eco-

nomico, che soddisfa la fame diadulti e bambini. Sono ormai tantele casalinghe che organizzano ilpranzo giornaliero limitandosi alminimo per fronteggiare la crisiche sta investendo le famiglie. So-pravvivere! Di questo si tratta.Molte “donne di casa” dei quartieriperiferici della zona est di Napolivivono all’interno della Città un’altraperiferia, ancora più scassata, ab-bandonata e senza alcuna atten-zione da parte delle istituzioni. Lapovertà di queste zone cominciacon la ricostruzione post terre-moto del 1980 (Legge 219) checreò diversi rioni di edilizia popo-lare dove ha primeggiato, sin dallanascita, sempre una situazione didegrado assoluto. Vivibilità zero.

Sul fronte scuola è diventato trop-po alto il numero dei ragazzi cheha più di 16 anni e non ha conse-guito la licenza di terza media,come anche la disoccupazione digiovani e di uomini del territoriofa registrare numeri preoccupanti.Ecco perché sono tanti gli adole-scenti che delinquono. Lavoroquasi niente. In questi luoghi, lamaggior parte delle famiglie e sin-goli chiedono riposte che ormaile istituzioni non sono in grado didare. Le organizzazioni laiche ereligiose dell’associazionismo e delvolontariato sono quelle più pros-sime a chi è in difficoltà: sonoquelle che portano interventi con-creti di solidarietà, di accoglienza,di ascolto, sono quelle che provanoa rispondere ai bisogni fondamen-tali barcamenandosi tra le esiguerisorse che hanno a disposizione.

Quando si dice che i valori dellafamiglia vanno salvaguardati, perchésono la base per costituire unabuona comunità civile, è giusto. Epoi? Se non si contrasta la povertàmateriale, rispondendo ai bisogniquotidiani che devono essere in-dividuati, non ci si può aspettarealtro. Ciò va fatto attraverso un’at-tenta lettura del territorio. Sel’ente pubblico non risponde piùalle necessità reali del cittadino indifficoltà, da che cosa cominciare?Per esempio l’ente pubblico nondeve essere lasciato da parte, anzidovrebbe essere maggiormenteresponsabilizzato e reso consa-pevole che le associazioni di vo-lontariato svolgono attività chenon sempre gli competerebbero.Lo stato deve in un certo modoessere messo con le spalle almuro. Ricostruire un nuovo welfarepotrebbe essere un segno di nuovasperanza per tanti cittadini e cit-tadine di questo territorio.

di Salvatore CortiniDirettore Centro sociale Nitti

QUESTIONE DI POVERTÀ

N. 5 ANNO II GIUGNO 2013

Quando e perché si forma la cataratta e comedi cura?Risposta. La cataratta è la progressiva e costanteopacizzazione del cristallino che interferisce o bloccadel tutto il passagio delle luce necessaria per una vi-sione nitida. Il cristallino è una lente naturale postaal di dietro dell’iride che serve a focalizzare le im-magini sulla retina.Per diversi motivi come l’età,itraumi e le malattie metaboliche il diabete, farmacio fattori ereditari il cristallino perde la sua traspa-renza.La cataratta può svilupparsi rapidamente ocome avviene di solito lentamente ed è caratteriz-zata dalla riduzione del visus e da un’alterazionedella percezione dei colori e stranamente a volteda miglioramento della visione da vicino. La terapiaè solo chirurgica. La tecnica utilizzata è la facoemul-sificazione: frammentazione ultrasonica del cristallinoche prevede di lasciare intatta la capsula lenticolareper cui è possibile l’inserimento di una lente artifi-ciale e quindi la possibilità di correggere difetti re-frattivi.In casi selezionati è possibile correggereanche l’astigmatismo e la presbiopia.Quando si deve ricorrere alla Chirurgia vi-treale e vitreo-retinica?La chirurgia vitreo retinica è indicata per la cura deldistacco di retina, nella retinopatia diabetica prolife-rante spesso complicata ad emovitreo,nel puckermaculare e nel foro maculare ed ancora negli edemimaculari trazionali,nella retinoschisi. I principali inter-venti sono il cerchiaggio ed il piombaggio, la vitrec-tomia 20, 23, 25,G con vitrectomi ad alta velocità

con mantenimento automatico della pressione en-doculare, ed ancora criopessia,fotocoagulazionelaser e pneumoretinopessia.Oggi tra televisione, computer, smartphone etablet gli occhi sono sempre sotto stress. Que-

sto può accentuare i problemi dell’occhio?Lo stress è la risposta dell’organismo ad uno stimolonegativo e si manifesta sotto forma di disagio. L’ap-parato visivo umano si è sviluppato nei millenni peradempiere a funzioni legate alla vita all’aria aperta.Le nuove abilità visive richieste dalla vita moderna,quali la guida la lettura e l’utilizzo del computer, con-nesse a condizioni di illumazione artificiale sono fat-tori di stress che possono comportareaffaticamento e degrado dell’organo visivo. Quanto le tecnologie hanno cambiato la chi-rurgia dell’occhio?Quando ho iniziato la mia attività professionale lostrumentario a disposizione dell’oculista era moltolimitato: lampada a fessura, tonometro oftalmosco-pio diretto ed indiretto il campimetro di Goldmann,gli occhialini a due ingrandimenti per la chirurgia.Oggi la diagnosi si basa sulle immagini catturate daapparecchiature molto sofisticate: i nuovi fluorangio-grafi, l’OCT, HRT microperimetria, Oct Visante, Ma-trix, i nuovi tonometri e pachimetri; ed ancora inchirurgia i microscopi operatori facoemulsificatori evitrectomi e laser portano a risultati eccellenti e aprecoce riabilitazione del paziente. La direzionedell’Ospedale Evangelico Villa Betania ha sempre se-guito con attenzione l’evoluzione dell’oculisticaprovvedendo costantemente all’aggiornamento deipresidi medico chirurgici in dotazione al reparto.

l’intervistaLe patologie degli occhi e della vista, accentuate negli ultimi anni dall’uso di computer e telefoni cellulari, checostringono a sforzi continui, e le relative cure sono una delle specializzazioni dell’Ospedale Villa Betania.Di grande aiuto le tecnologie impiegate nella diagnosi e nella chirurgia come racconta il dott. Antonio Lupo,Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica.

Le degenerazioni maculari com-prendono varie forme pato-logiche che si estrinsecano

con un danno alla parte centraledella retina (macula), deputata allavisione nitida. Sono principalmentelegate all'età o miopiche. Quella le-gata all'età si distingue a sua voltain forma secca, con lesioni denomi-nate drusen, costituite da accumulidi detriti cellulari situati sotto laretina e forma umida o essudativa,in cui si assiste alla formazione dineovasi anomali a partenza dallacoriocapillare, che determinanoemorragie, essudazione sierosa e,in fase terminale, cicatrizzazione,con conseguente distruzione deirecettori centrali. Oltre l’età sonofattori di rischio anche il fumo,l'ipertensione, l'esposizione ai raggiUV, l’ereditarietà.

La sintomatologia può essereinizialmente molto sfumata,soprattutto quando è colpitoun solo occhio. Tra i sintomipiù precoci si segnala la me-tamorfopsia (distorsione delleimmagini) nelle forme neova-scolari, e la riduzione del visuscentrale in tutte le forme. Gliesami per diagnosticare questapatologia sono quelli angio-grafici (fluorangiografia e an-giografia con verde indocia-nina) e la tomografia a lucecoerente (OCT) che dà un'im-magine in sezione degli stratiretinici. La terapia per curarele degenerazioni maculari si basaattualmente sulla iniezione endovi-treale di farmaci anti VEGF (bevaci-zumab, pegaptanib, ranibizumab). Iltrattamento laser classico è ormai

confinato ai soli casi di neovascola-rizzazione lontana dalla fovea, mentrela terapia laser con verteporfina(fotodinamica) è ancora usata inassociazione con la terapia endovi-treale.

Non si ricorre più alla chirurgica.La degenerazione maculare miopicasi distingue anch'essa in forma atro-fica e forma neovascolare. La malattiacolpisce per lo più i giovani conmiopia superiore alle sei diottrie.

COME LE TECNOLOGIE HANNO CAMBIATODIAGNOSI E CHIRURGIA DELL’OCCHIO

Le degenerazioni maculari

di Maurizio FiorenzaOculista

betaniainforma7

Col termine cataratta si intendel’opacizzazione del cristallino dell’oc-chio. Questa perdita di trasparenzaimpedisce alla luce di raggiungerenormalmente la retina, che comportaun progressivo annebbiamento dellavista, tale da rendere difficile lo svol-gimento delle normali attività quoti-diane. Altri sintomi sono un fastidioalla luce (fotofobia), disorientamento,e la percezione dei colori, come ilblu, alterata.

Le cause e la diagnosiSolitamente la cataratta è una con-seguenza del processo di invecchia-mento dell’occhio (cataratta senile),ma può essere dovuta anche allapresenza di diabete, l’uso prolungatodi farmaci (come il cortisone), traumiall’occhio, l’esposizione a radiazionio quella costante ai raggi ultravioletti,il glaucoma. A distanza di tempo dal-l’intervento chirurgico, invece, puòcomparire la cosiddetta cataratta se-condaria: si opacizza il sacco capsulare(il sacco in cui è viene impiantato ilcristallino artificiale). È sufficiente unasemplice applicazione di laser per ri-dare trasparenza e nitidezza in mododefinitivo. La diagnosi può essere fatta solodall’oculista con un esame appro-fondito dell’occhio, per valutare se isintomi riferiti siano dovuti all’opa-cizzazione del cristallino o possanodipendere da altre cause.

L’interventoL’asportazione della cataratta si svolge

soprattutto attraverso la facoemulsifica-zione, una tecnica chirurgica così diffusa alivello mondiale che risulta essere secondasolo al parto, in termini di frequenza diapplicazione. È una patologia dunque adaltissimo impatto sociale e la nostra strut-tura dove vengono eseguiti oltre 1500interventi all’anno riabilita in tal modo allavisione un numero ingente di pazienti. Servendosi di un microscopio operatorioper ingrandire i dettagli dell’occhio, l’oculistapratica, in genere, un’anestesia topica(cioè instilla gocce di anestetico nell’occhio),molto efficace e ben tollerata. Effettua,poi, una piccola incisione di 2-3 millimetri

nella cornea, e introduce una minuscolasonda ad ultrasuoni che frammenta easpira il cristallino opaco. Successivamenteviene introdotta e impiantata, al postodel cristallino rimosso, una lente intraoculareartificiale che non provoca rigetto, è didurata illimitata, non richiede cure o ma-nutenzione, consente un aspetto normalee non interferisce con la visione naturale.L’intervento dura in media dai 15 ai 40minuti ed è indolore. Al termine, l’occhioviene medicato con colliri antibiotici egeneralmente protetto con una bendao un paio di occhiali da sole.

CATARATTA, SE IL CRISTALLINODIVENTA OPACO di Patrizio MagliozziOculista

La diagnostica per immagini in oculistica harivoluzionato l’approccio alla individuazionee cura delle patologie dell’occhio. Diverse le

tecniche che vanno dalla Topografia corneale com-puterizzata, tra le più importanti, alla tomografiaottica a radiazione coerente (Oct), anteriore eposteriore, alla Fluoroangiografia. Topografia cornealeLa cornea è la più importante lente del sistemadiottrico oculare e minime alterazione della suasuperficie possono indurre cospicue variazionivisive. La topografia corneale computerizzata, trale indagini diagnostiche più diffuse, consente undettagliato studio della cornea sia qualitativo (che-ratoscopia) che quantitativo (oftalmometria). Conil Topografo si proiettano una serie di anelli chera-toscopici sulla cornea: la distanza tra gli anelli e leloro dimensioni vengono elaborate ed i valoridiottrici dei punti rilevati trasformati in colori. Ciòconsente di ottenere una vera e propria “mappacorneale” basata sull’utilizzo di una scala di colori

standardizzata. Questa tecnica è usata nelladiagnosi precoce del cheratocono, patologia ectasicacorneale molto diffusa, ormai diventata indispensabilein tutta la chirurgia refrattiva, ed ovviamente neltrapianto della cornea in tutte le sue varianti.Oct del segmento anteriore e posterioreUna tecnica diagnostica non invasiva è la Tomografiaottica a radiazione coerente (Oct), consente diottenere sezioni trasversali delle microstruttureoculari. La sezione tomografica del tessuto inesame ha un aspetto incredibilmente simile aquello di una sezione istologica che porta a consi-derare l’Oct una particolare forma di biopsiaottica. Importanti le applicazioni cliniche dell’Oct.Quella del “Segmento anteriore” consente divisualizzare il tessuto corneale e di evidenziarepresenza di opacità superficiali e/o stromali. Aquella del “Segmento posteriore”, si ricorre, adesempio, in presenza di retinopatia diabetica el’Oct risulta indispensabile per una precoce diagnosie di una corretta valutazione quantitativa dell’edema

maculare, compresa la diagnosi differenziale traedema trazionale e non consente, quindi, di stabilireil differente trattamento terapeutico.Fluoroangiografia (Fag)Introdotta negli anni ‘60 è considerata una pietramiliare nello studio delle affezioni del fondooculare. La fluoroangiografia è stato storicamenteil primo esame diagnostico disponibile, ma tutt’oggiè ancora ritenuta l’indagine basilare nella gestionedelle maculopatie. I più importanti trials clinicisulla degenerazione maculare senile essudativa sisono basati esclusivamente sull’aspetto fluoroan-giografico delle lesioni maculari, sia nella fase di ar-ruolamento del paziente, sia nella valutazione deltrattamento durante il follow up. L’ esame consistenell’utilizzo di una sostanza iniettata per via endo-venosa chiamata fluoresceina: in condizioni dinormalità, il colorante rimane confinato nel lumedei capillari, mentre si ha invece diffusione del co-lorante solo in condizioni patologiche che provo-chino una rottura della barriera.

Diagnostica per immagini in oculistica

Ospedale Evangelico Villa Betania

Comitato Direttivo

PRESIDENTE geom. Sergio Nitti

VICE PRESIDENTE dott. Luciano Cirica

TESORIERE Sig. Franco Paone

SEGRETARIOSig.ra Cordelia Vitiello

CONSIGLIERE past. Vincenzo Cicchetto

Collegio dei Revisori

PRESIDENTE dott. Giovanni De Pasquale

MEMBRI EFFETTIVIing. Paolo Olivierisig. Vincenzo Ermetto

Direzione

DIREZIONE GENERALEDott. Pasquale Accardo

DIREZIONE SANITARIADott. Antonio Sciambra

DIRETTORE AMMINISTRATIVODott. Paolo Morra

betaniainformaperiodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Villa Betania

Proprietario e editore: Fondazione Evangelica Betania,80147 Napoli, Via Argine, 604mail: [email protected]

Direttore: Luciano Cirica

Redazione: Pasquale Accardo, Salvatore Cortini, MartaD'Auria, Rosa Giannatiempo, GiovanniNapolitano, Sergio Nitti, Assia Piccolo, VincenzoPolverino, Antonio Maria Salzano, AntonioSciambra, Marianna Stingone, Cordelia Vitiello

Consulenza editoriale e redazionale: Npr Relazioni pubblichenprcomunicazione.it

Progetto grafico e impaginazione: Golden Agency, Napoli

Stampa: Russo Group, Volla (Napoli)

pubblicazione gratuita

di Ferdinando PersicoOculista

È in distribuzione lanuova carta dei servizidelle“Attività dei ServiziAmbulatoriali”, adisposizione di tutti e pertutti. Contiene l’elenco deimedici che svolgonoattività ambulatoriale, inregime convenzionato, direparto o inintramoenia,con i relativiorari. Una guida praticaper accedere ai nostriServizi ambulatoriali,diDiagnostica e diLaboratorio, per far sì chechiunque entri nellanostra Struttura abbia unaaccoglienza adeguata edun facile percorso.Il paziente è al centrodelle nostre attività e

vogliamo fare in modoche abbia accesso, inmaniera diretta edesaustiva, ai nostri serviziAbbiamo pensato dirinnovare questabrochure nella vestegrafica e nei contenuti esperiamo che risulti, d’orain poi, più chiara, piùsemplice e più facile nellaconsultazione.Ma soprattutto ciauguriamo che, ancheattraverso questa nuovacarta, ogni persona possacontinuare a trovare, nelnostro OspedaleEvangelico, la giustaassistenza e la continuacollaborazione di tutto ilpersonale sanitario.

informareper aiutareLA NUOVA CARTA DELLE “ATTIVITÀDEI SERVIZI AMBULATORIALI”

Dipartimento Materno-Infantile UOC Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale

FONDAZIONE EVANGELICA

BETANIA

OSPEDALE EVANGELICO VILLA BETANIA

Nascere sicuri!

I 18 anni della Terapia Intensiva

Neonatale-

sabato 8 giugno 2013 Città della Scienza - Napoli

La Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale Evangelico Villa Betania ha compiuto 18 anni e il reparto prematuri è ormai diventato “ma-turo” ed “adulto”. In tutti questi anni abbiamo assistito più di 1200 bambini, dal peso tra i 500 e i 1500 grammi e al di sotto di 30 settimane dietà gestazionale, che oggi sono diventati “grandi” e cresciuti. Nel celebrare questo evento,abbiamo pensato di organizzare una “festa”: un’occasione per incontrare i nostri “ex-piccoli” pazienti, i loro familiari, imedici e le infermiere che in questi anni hanno lavorato nel nostro reparto. Con questa festa, vogliamo ripercorrere la nostra storia , fatta soprattutto di emozioni, di ricordi e di esperienze indimenticabili. Ma vogliamo ancheincontrare la nostra grande famiglia della TIN e, insieme ai genitori e agli specialisti, cercare di raccogliere idee e suggerimenti per migliorarci e perrendere i futuri prematuri ancora più sicuri.Una Festa di Compleanno e una Festa della Vita