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betania in forma www.villabetania.org periodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Betania N. 21 ANNO VI LUGLIO 2017 CAMPANIA CONTRO IL FUMO di Luciano Cirica Presidente Fondazione Evangelica Betania EDITORIALE La Campania deve diventare la regione più virtuosa contro il fumo. Oggi è invece la regione d'Italia con la più alta percentuale di fumatori, pari al 22,2% della popolazione dai 14 anni in su. Anche per colpa del fumo l’aspettativa di vita in Campania è più bassa della media italiana. Il fumo riduce la vita di chi fuma e anche di chi respira il fumo passivo degli altri. Non avremmo mai pensato di dover dedicare un numero del nostro giornale al fumo. Ma siamo stati co- stretti, perché le statistiche sanitarie della nostra regione ci hanno allarmato: in Cam- pania fumano oltre 1,2 milioni di persone! Con crescente percentuale delle donne e dei giovani. L’uso di tabacco nell'età giova- nile è un fenomeno in continuo aumento. Nel nostro paese, l’età media in cui un adolescente dichiara di aver fumato la prima sigaretta è 13 anni. Ci sono almeno 10 ragioni per smet- tere di fumare o per non cominciare mai: 1. Il fumo provoca tumori, al polmone, na- turalmente. Ma non solo. Secondo le stime dell’Organizzazione della sanità, il 90%-95% dei tumori polmonari è do- vuto al fumo di tabacco. In Italia, il fumo è responsabile di circa 30mila morti l’anno. 2 Il fumo è una delle maggiori cause di malattia cardiovascolari e respiratorie. L’incidenza di malattie dell’apparato car- diovascolare nei fumatori è superiore al 70% rispetto ai non fumatori. Nei forti fumatori (due pacchetti o più al IL FUMO È LA PRIMA CAUSA DI MORTE IN ITALIA PRIMO PIANO all’interno: MALATTIE CARDIOVASCOLARI E FUMO p.7 IL CUORE E IL FUMO FUMO E GRAVIDANZA: PERCHÈ VALE LA PENA SMETTERE? prosegue a pag. 2 QUANDO IL FUMO DIVENTA DIPENDENZA TERAPIE POSSIBILI p.4 DIPENDENZA ETERAPIE prosegue alla pag. 3 l 10% delle donne fumatrici continua a fumare nel corso della gravidanza, perchè proba- bilmente non immagina nep- pure lontanamente tutti i risvolti che questa “abitudine” può avere sul proprio bambino e sul decorso della gravidanza stessa. Già prima del concepimento, si cor- rela ad un effetto nocivo sugli organi ripro- duttivi sia della donna (riduce la funzionalità ovarica e può causare menopausa pre- coce), sia degli uomini (riduce la motilità degli spermatozoi e quindi riduce la fertilità, con il doppio del rischio di sterilità), se- condo quanto riportato dalla Society Americana per la medicina della riprodu- zione. Non solo, dopo il concepimento, le sostanze contenute nelle sigarette possono causare diverse patologie. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che il con- sumo di tabacco uccida ogni anno 6 milioni di persone nel mondo. Mentre in Europa ogni anno muo- iono circa 700.000 persone. (Praticamente una città grande come Francoforte). Il fumo è la prima causa di morte in Italia. Più delle malattie cardiovascolari, più dei tu- mori della sfera genitale, sia maschile che femminile, più delle malattie degenerative legate all’età. Purtroppo il fumo è anche la causa di alcune patologie neonatali, perché molte, troppe, donne in gravidanza e du- rante l’allattamento fumano. Nel mondo il tabacco provoca più decessi di alcol, Aids, droghe, incidenti dei mezzi di trasporto e criminalità. Nel 2014 (ultimi dati Istat dispo- nibili) il fumo ha provocato oltre 83.000 morti generando malattie incurabili delle vie respiratorie, infatti i polmoni e le vie aeree sono i primi organi danneggiati dal tabagismo. Poi seguono le complicanze cardiovascolari, perché gli effetti più deva- stanti sono sulla circolazione del sangue e L prosegue a pag. 5 I di Annalisa Agangi Ginecologa conseguentemente sulla pressione, l’ossi- genazione dell’organismo e anche sul cer- vello e sulla sessualità. Ne parliamo con Francesco Messina, pediatra, specializzato in neonatologia, che ha esercitato al San- tobono prima di dedicarsi alla neonatologia e TIN presso l’Ospedale Evangelico Beta- nia dove oggi è Direttore Scientifico della Fondazione Evangelica Betania. INTERVISTA A FRANCESCO MESSINA DIRETTORE COMITATO SCIENTIFICO OSPEDALE EVANGELICO BETANIA

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betaniainformawww.villabetania.orgperiodico di informazione dell’Ospedale Evangelico Betania

N. 21 ANNO VI LUGLIO 2017

CAMPANIACONTRO IL FUMOdi Luciano CiricaPresidente Fondazione Evangelica Betania

EDITORIALE

La Campania deve diventare la regione piùvirtuosa contro il fumo. Oggi è invece laregione d'Italia con la più alta percentualedi fumatori, pari al 22,2% della popolazionedai 14 anni in su. Anche per colpa delfumo l’aspettativa di vita in Campania è piùbassa della media italiana. Il fumo riduce lavita di chi fuma e anche di chi respira ilfumo passivo degli altri. Non avremmo maipensato di dover dedicare un numero delnostro giornale al fumo. Ma siamo stati co-stretti, perché le statistiche sanitarie dellanostra regione ci hanno allarmato: in Cam-pania fumano oltre 1,2 milioni di persone!Con crescente percentuale delle donne edei giovani. L’uso di tabacco nell'età giova-nile è un fenomeno in continuo aumento.Nel nostro paese, l’età media in cui unadolescente dichiara di aver fumato laprima sigaretta è 13 anni.

Ci sono almeno 10 ragioni per smet-tere di fumare o per non cominciaremai: 1. Il fumo provoca tumori, al polmone, na-

turalmente. Ma non solo. Secondo lestime dell’Organizzazione della sanità, il90%-95% dei tumori polmonari è do-vuto al fumo di tabacco. In Italia, il fumoè responsabile di circa 30mila mortil’anno.

2 Il fumo è una delle maggiori cause dimalattia cardiovascolari e respiratorie.L’incidenza di malattie dell’apparato car-diovascolare nei fumatori è superioreal 70% rispetto ai non fumatori. Neiforti fumatori (due pacchetti o più al

IL FUMO È LA PRIMA CAUSADI MORTE IN ITALIA

PRIMO PIANO

all’interno:

MALATTIECARDIOVASCOLARIE FUMO

p.7

IL CUORE E IL FUMO

FUMO E GRAVIDANZA: PERCHÈVALE LA PENA SMETTERE?

prosegue a pag. 2

QUANDO IL FUMODIVENTADIPENDENZA TERAPIEPOSSIBILI

p.4

DIPENDENZA E TERAPIE

prosegue alla pag. 3

l 10% delle donne fumatricicontinua a fumare nel corsodella gravidanza, perchè proba-bilmente non immagina nep-

pure lontanamente tutti i risvolti chequesta “abitudine” può avere sul propriobambino e sul decorso della gravidanzastessa. Già prima del concepimento, si cor-rela ad un effetto nocivo sugli organi ripro-duttivi sia della donna (riduce la funzionalitàovarica e può causare menopausa pre-coce), sia degli uomini (riduce la motilitàdegli spermatozoi e quindi riduce la fertilità,con il doppio del rischio di sterilità), se-condo quanto riportato dalla SocietyAmericana per la medicina della riprodu-zione. Non solo, dopo il concepimento, le

sostanze contenute nelle sigarette possonocausare diverse patologie.

Organizzazione Mondiale dellaSanità (OMS) stima che il con-sumo di tabacco uccida ognianno 6 milioni di persone nel

mondo. Mentre in Europa ogni anno muo-iono circa 700.000 persone. (Praticamenteuna città grande come Francoforte). Ilfumo è la prima causa di morte in Italia. Piùdelle malattie cardiovascolari, più dei tu-mori della sfera genitale, sia maschile chefemminile, più delle malattie degenerativelegate all’età. Purtroppo il fumo è anche lacausa di alcune patologie neonatali, perchémolte, troppe, donne in gravidanza e du-rante l’allattamento fumano. Nel mondo iltabacco provoca più decessi di alcol, Aids,droghe, incidenti dei mezzi di trasporto ecriminalità. Nel 2014 (ultimi dati Istat dispo-nibili) il fumo ha provocato oltre 83.000morti generando malattie incurabili dellevie respiratorie, infatti i polmoni e le vieaeree sono i primi organi danneggiati daltabagismo. Poi seguono le complicanzecardiovascolari, perché gli effetti più deva-stanti sono sulla circolazione del sangue e

L’

prosegue a pag. 5

I

di Annalisa AgangiGinecologa

conseguentemente sulla pressione, l’ossi-genazione dell’organismo e anche sul cer-vello e sulla sessualità. Ne parliamo conFrancesco Messina, pediatra, specializzatoin neonatologia, che ha esercitato al San-

tobono prima di dedicarsi alla neonatologiae TIN presso l’Ospedale Evangelico Beta-nia dove oggi è Direttore Scientifico dellaFondazione Evangelica Betania.

INTERVISTA A FRANCESCO MESSINA DIRETTORE COMITATOSCIENTIFICO OSPEDALE EVANGELICO BETANIA

giorno) la mortalità sale addirittura al200%-300% rispetto ai non fumatori.La nicotina aumenta la pressione san-guigna e il battito cardiaco, provoca lacostrizione dei vasi delle braccia e dellegambe e causa la formazione di coagulio trombi che ostruiscono i vasi sangui-gni. Aumenta di conseguenza, il rischiodi infarto.

3. Il fumo provoca una riduzione dellafertilità e delle funzioni erettili.

4. Il fumo rende più brutti, accelera l’in-vecchiamento della pelle.

5. Il fumo e danni al cervello. Diversi studihanno mostrato che il tabagismo, conl’andare del tempo, aumenta il rischiodi problemi mentali.

6. Fumo in gravidanza. Il fumo è da evitaresempre e ancor di più in gravidanza. Ilconsumo di tabacco, infatti, danneggial’apparato riproduttivo femminile, pro-vocando menopause più precoci dicirca due anni nelle fumatrici a causa dimodifiche nella produzione di ormonisessuali. Fumare in gravidanza com-porta un aumento del rischio diaborto, di partorire bambini nati mortie può causare un ritardo di crescita edi sviluppo mentale e polmonare nelnascituro.

7. Il fumo intacca i sensi del gusto e del-l’olfatto, perché determina trasforma-zioni irreversibili nella mucosaorofaringea, in particolare lingua, ton-sille e palato.

8. Il fumo attacca il sistema immunitario ecausa danni profondi al codice gene-tico, intaccando oltre trecento genicoinvolti nella funzionalità del sistemaimmunitario.

9. Fumo e Ingrassamento. È opinione co-mune che smettendo di fumare si in-grassi. In realtà, è vero il contrario: ilfumo (anche quello passivo) aumentala resistenza all’insulina, innescando unmeccanismo biochimico che, a suavolta, fa sì che il corpo continui a ingras-sare.

10.Fumo e Sonno. Fumare comprometteanche la qualità del sonno. Soprattuttoper le donne. La frequenza di insonniaè direttamente proporzionale allaquantità e al tipo di sigarette fumate, epiù o meno doppia rispetto ai non fu-matori. Le over 40 che smettono di fu-mare hanno un miglioramento delsonno e riducono il rischio di soffriredi insonnia.

EDITORIALEsegue da pag. 1

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Ospedale Evangelico Betania

Comitato Direttivo

PRESIDENTE dott. Luciano Cirica

VICE PRESIDENTE dott.ssa Cordelia Vitiello

TESORIERE pastore Vincenzo Cicchetto

SEGRETARIOpastore Leonardo Magri

CONSIGLIERE dott.ssa Velica Cocca

Collegio dei Revisori

PRESIDENTE dott. Nicola Treves

MEMBRI EFFETTIVIing. Paolo Olivierisig. Vincenzo Ermetto

Direzione

DIREZIONE GENERALEDott. Pasquale Accardo

DIREZIONE SANITARIADott. Antonio Sciambra

DIREZIONE AMMINISTRATIVADott. Paolo Morra

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Proprietario e editore: Fondazione Evangelica Betania80147 Napoli, Via Argine, 604mail: [email protected]

Direttore: Luciano Cirica

Redazione: Pasquale Accardo, Salvatore Cortini, RosaGiannatiempo, Giovanni Napolitano, AssiaPiccolo, Vincenzo Polverino, Antonio MariaSalzano, Antonio Sciambra, Marianna Stingone,Cordelia Vitiello, Patrizio Magliozzi. AngeloCecere, Vittorio di Maio, Ernesto Claar, FrancescoMessina, Gennaro Guerra, Giacomo Negri,Emanuela Riccio

Consulenza editoriale e redazionale: BRANDMAKER

Progetto grafico e impaginazione: Golden Agency, Napoli

Stampa: Russo Group, Volla (Napoli)

pubblicazione gratuita

N. 21 ANNO VI LUGLIO 2017

e sigarette alternative stanno con-quistando sempre più persone.Complice l’assenza o il basso con-tenuto di nicotina. E anche il ri-

sparmio economico. Ma i dubbi restano sullaloro effettiva innocuitàÈ boom di negozi e adepti. La sigaretta elet-tronica (e-cig) ha fatto breccia tra i fumatoripentiti. Secondo infatti l’Anafe (Associazionenazionale fumo elettronico) il fatturato delsettore, a fine 2013, arriva a quota 350 milionidi euro. Mentre Euromonitor International,una società fidelizzata allo studio del mercato,parla di 2 miliardi di dollari, per il giro di affari,a livello mondiale.Poi, ci sono anche i risvolti occupazionali. Ilmercato del fumo vaporizzato qui da noi, almomento, assicura un posto di lavoro a circa1.500 persone. E in questi numeri non è con-siderato l’indotto. Quanti sono i suoi estima-tori? Due milioni, e il dato comprende già chine fa uso e chi, lo afferma un recente son-daggio Doxa, è disposto a volerla provare. LaDoxa aggiunge che in Italia il 7,3 per centodelle persone ha già sperimentato la nicotinavaporizzata. Così il mercato si trova di frontea una crescita senza limiti e lo rafforza il fattoche anche alcune grandi ditte produttrici ditabacco hanno acquistato marchi di sigarettee sigari elettronici. La ragione? Ci sono milionidi persone che vorrebbero farla finita con ladipendenza dal «pacchetto» e sono poten-ziali clienti: le multinazionali del tabaccoamano «mangiare» in qualsiasi piatto. Sem-pre secondo dati Doxa, in Italia ammontanoa 13 milioni e mezzo (33,2 per cento maschie 22,5 per cento femmine). Non si contanoi giovani che amano le «bionde». Ci viene inaiuto, ancora una volta, la Doxa: un ventennesu 3 e una ventenne su 4-5. E gli ex fumatori?Toccano quota 6 milioni: più numerosi i ma-schi. Una fotografia impietosa che mostraquanto sia ancora forte la spinta al fumo.Il finto tabaccoMa c’è l’altro lato della medaglia. C’è chi vor-rebbe farla finita, da solo, a riuscire a spegnerel’ultima sigaretta. «È stato difficilissimo, hosmesso e ricominciato non so quante volte.Notti insonni, corsi: poi la sigaretta tornava aessere la mia compagna di vita. Improvvisa-mente, è scattata la luce: non le ho più ac-cese, dopo un corso di gruppo per smetteredi fumare organizzato dalla Lega Vita e Salute.Da quando ho detto addio al fumo la miavita è cambiata: sto meglio, respiro bene eriesco a fare una bella camminata senza es-sere “offeso dal “fiatone” e senza sentirequella strana morsa al centro del petto», as-sicura con forza professionista lombardo.E lui non è una mosca bianca. Le statistiche,per quanto possa sembrare strano, rivelanoche un buon 70 per cento di chi vuole smet-tere ci riesce senza aiuti. C’è da dire, però,che la possibilità di avvalersi di una finta siga-retta tenta parecchio. Qualcuno si domandacosa ci sia di sbagliato nell’inalare da una si-garetta vapore acqueo o, al massimo, solo unpo’ di nicotina, quali danni possa scatenare. Einfatti è in questo senso che nascono deiproblemi.Mentre sulle ricariche senza nicotina non c’èin fondo gran dibattito, sulla versione «con»i dubbi si moltiplicano. Per l’European Respi-ratory Society «gli effetti sulla salute sono an-cora poco indagati. Non si può escludere deltutto che determinino infiammazioni ai bron-

chi. Fanno capolino danni evidenti alla fun-zione respiratoria che la Società ha presen-tato all’ultimo congresso che si è tenuto,recentemente, a Vienna».E inoltre non è il caso di trascurare il fattoreportafoglio. La maggior parte dei clienti dellae-cig ha fatto questa scelta per motivi eco-nomici. Facciamo alcuni conti.Il kit e-cig ha, mediamente, un costo che vadai 33 agli 84 euro. I flaconi (hanno una du-rata di circa sei giorni) costano intorno ai 6euro l’uno. Paragonato al costo di un pac-chetto da venti di sigarette, circa 4-5 euro,consumato in un giorno, in un mese un fu-matore tradizionale «brucia» 150 euro. Chise lo fa durare tre giorni se la cava con 50.«Con le sigarette elettroniche, anche se sisceglie il kit più caro, non si superano gli 84euro», ci racconta il gestore di un negozio aMonte Mario, quartiere di Roma nord, cheperò preferisce mantenere l’anonimato, «ese i flaconi hanno una durata di sei giorni, inun anno il risparmio è più che evidente. Chifuma un pacchetto al giorno risparmia 1.356euro e chi è meno vizioso arriva a 300».Meglio non iniziareChi non ci guadagna di certo sono i Mono-poli di Stato: le stime evidenziano che il calodel consumo di tabacco faccia perdere al-l’erario 3 miliardi di euro l’anno. Come chesia, al di là dei dubbi e delle riserve salta fuoriche se si riesce a smettere con il fumo, ci sisente meglio e si risparmia. Il successo dellae-cig è tutto qui. Ma è vera gloria? C’è da direche una sentenza definitiva sulla materia nonè stata ancora pronunciata.Tutti gli specialisti su un punto sono d’ac-cordo: «Chi non ha mai fumato è bene chenon pensi alla e-cig». Ma è certo che ci sonodue partiti contrapposti. Da una parte, chiconsiglia la sigaretta elettronica per farla finitacon il fumo, anche perché innocua; dall’altrachi mette in guardia dai possibili rischi.Alcuni studi affermano che la sigaretta elet-tronica permetterebbe una riduzione delconsumo di nicotina di circa il 55 per cento;altri, invece, avanzano notevoli dubbi sullabontà del nuovo mezzo.Qualche perplessità l’ha mossa nei mesiscorsi Girolamo Sirchia, che quando nel 2003era Ministro della salute varò la legge anti-fumo nei locali pubblici. «Per le e-cig mancauna sperimentazione adeguata. Nell’attesache ciò avvenga sarebbe giusto considerareil prodotto un presidio medico-chirurgico,cosa che attualmente non è. È dannosa? Il va-pore che libera può irritare i polmoni, ma icarcinogeni non ci sono».

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Mando in fumo l’elettronicaTRATTO DA

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Il fumo influenza negativamente anchei sensi e altre funzioni organiche? Direi proprio di sì. Innanzitutto il gusto el’olfatto perché produce effetti irreversibilisulla mucosa orofaringea. Non assapore-remo più il vero gusto del vino o della birra,di un alimento, le sottili differenze tra unavarietà di un frutto e un altro. E poi ci sonotutte le ripercussioni sul piacere e la sessua-lità. Sia per l’uomo che per la donna, con iltempo si manifestano disfunzioni dell’appa-rato genitale e riproduttivo, nel primo casocon rischio di impotenza, per la donna, in-vece, sono diversi i problemi associati, tracui la menopausa precoce.

Ma i danni maggiori della dipendenzada fumo di sigarette sono quelli sul si-stema cardio circolatorio. Fumare rappresenta il principale fattore dirischio per le malattie cardiovascolari chepoi si ripercuotono su altre patologie, tracui anche quelle legate all’alimentazione. IlTabagismo rappresenta un importante fat-tore di rischio per la malattia ischemica car-diaca (64% negli uomini, 60% nelle donne).Aspetto importante per contrastare il“vizio” può essere utilizzare lo Sport comeantidoto al fumo, specie nei giovani. Asso-ciato ad un corretto stile di vita, lo sport,oltre a contrastarne gli effetti negativi, puòaiutare a smettere di fumare. È stato dimo-strato che i ragazzi che praticano l’attivitàsportiva con una certa regolarità, riesconopiù facilmente a ridurre l’uso abituale dellasigarette, e anche ad eliminarle del tutto.Lo stesso effetto positivo, viene ritenutoutile, a tutte l’età, per una attività motoriaadeguata, alle condizioni fisiche ed allo stiledi vita di ciascuno di noi.

PRIMO PIANO

l fumo è la prima causa di mortein Italia. Più delle malattie cardio-vascolari, più dei tumori dellasfera genitale, sia maschile che

femminile, più delle malattie degenerativelegate all’età. Purtroppo il fumo è anche lacausa di alcune patologie neonatali, perchémolte, troppe, donne in gravidanza e du-rante l’allattamento fumano. Nel mondo iltabacco provoca più decessi di alcol, Aids,droghe, incidenti dei mezzi di trasporto ecriminalità.

Ne parliamo con Francesco Messina, pe-diatra, specializzato in neonatologia, che haesercitato al Santobono prima di dedicarsialla neonatologia e TIN presso l’OspedaleEvangelico Betania dove oggi è DirettoreScientifico della Fondazione Evangelica Be-tania.

Dott. Messina, nonostante le campa-gne contro il fumo degli ultimi anni,anche con immagini forti, i fumatoricontinuano ad aumentare così come lepatologie e la morte da fumo. Qualisono le ripercussioni sull’organismo? Il fumo influenza negativamente diversefunzioni biologiche. Innanzitutto altera il si-stema respiratorio e comporta un’altera-zione dello scambio gassoso conconseguente peggioramento dell’ossigena-zione. Da questi due aspetti dipendonomolte delle patologie, anche tumorali, pro-vocate dal fumo nel medio e lungo pe-riodo. Uno studio recente del Center forDisease Control and Prevention ameri-cano (Cdc) afferma su dati certi che “ilfumo può causare tumori quasi ovunque”,non solo all’apparato respiratorio. Gli or-gani e gli apparati più a rischio, oltre ai pol-moni, sono l’intestino, in particolare colone retto, l’esofago, i reni, la laringe, il fegato, ilpancreas, lo stomaco, dove finisce la granparte dei residui del fumo assieme ai pol-moni, la trachea e i bronchi. Ben il 91%delle morti per cancro ai polmoni e del55% delle donne è causato dal fumo. Pur-troppo il tabagismo crea una dipendenzasia psicologica che farmacologica (legataalla nicotina), infatti nonostante in Italiasono molti gli ex fumatori, stimati in circa12,5 milioni (di cui 7,9 uomini e 4,5 milioni

donne), pur essendo aumentati i tentatividi smettere di fumare, bisogna tenereconto che l’80% di chi ha fatto un tentativo,ha fallito. Altro dato allarmante è l’aumentodel fumo tra i giovani, confermato da unaricerca condotta, recentemente, sui giovanistudenti italiani, ha dimostrato che circa il23,4 % di questi, ha l’abitudine di fumare,con l’aggravante che il 7,6 % dei giovani in-tervistati fuma tutti i giorni.

Quanto incide il fumo sulle malattie esulle cause di morte? Una morte su tre, tra i 35 e i 65 anni derivada patologie oncologiche prodotte dalfumo. Praticamente il 30% dei decessi ècausato dal fumo! Un altro effetto impor-tante che molti sottovalutano è l’invecchia-mento precoce. Fumare accelera inmaniera decisa il processo di degenerazionecellulare. Così come non sono da sottova-lutare gli effetti sul cervello e sulle attivitàcerebrali. Secondo il Ministero della Salute“il vizio del fumo, se protratto per lungotempo, aumenta notevolmente il rischio diun declino mentale”. Può incidere negativamente, inoltre, nei rap-porti sociali. Pensate al cattivo odore del-l’alito, così come il colorito dei denti e per igrossi fumatori, il fumo che “impregna” gliambienti, gli indumenti, possa provocare fa-stidio ed incomprensione nei conviventi oin quelli con cui ci relazioniamo.

Il dato allarmante è l’aumento della dif-fusione del fumo tra i giovani ed in par-ticolare le donne, che noninterrompono di fumare neanche ingravidanza e durante l’allattamento. Purtroppo, in questo caso, la situazione èdivenuta un’emergenza, di cui si parla poco.Gli effetti del fumo sul feto sono divenuti laprincipale causa delle patologie neonatali.Senza parlare delle donne che fumano du-rante l’allattamento. Le mamme devonostare attente durante la gravidanza sia chesiano fumatrici (fumo attivo) sia che sianoin ambienti dove qualcuno fuma (fumopassivo). Gli studi epidemiologici hanno di-mostrato che gli effetti del fumo attivo sul“feto” sono molteplici, con drammatiche

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segue da pag. 1

IL FUMO È LA PRIMA CAUSA DI MORTE IN ITALIA

conseguenze come l’aumento considere-vole della possibilità di aborto, la nascitaprematura, il ritardo di crescita ponderalee non ultimo l’aumento della mortalità pre-natale. D’altra parte è stato dimostrato cheanche il fumo passivo può essere nocivo siaal feto che al neonato prima ed al bambinoquando cresce; alcuni lavori scientifici met-tono in correlazione la Sindrome dellamorte improvvisa in culla (SIDS) con ilfumo passivo, tanto che anche l’OMS la ri-tiene una delle possibili cause, inoltre è statadimostrata anche la correlazione con molteinfezioni acute che, poi, possono avere trale conseguenze anche diverse forme di ma-nifestazioni allergiche. Secondo una ricercadell’Ospedale Bambino Gesù di Roma del2014, un bambino su cinque (20%), che ac-cede agli Ambulatori per problemi Respi-ratori (Tosse o Broncospasmo), presentaproblemi legati al fumo passivo di sigaretta.

ll fumo influenzanegativamente diversefunzioni biologiche.Innanzitutto altera ilsistema respiratorio ecomportaun’alterazionedello scambio gassosocon conseguentepeggioramentodell’ossigenazione

INTERVISTA A FRANCESCO MESSINA DIRETTORE COMITATO SCIENTIFICO OSPEDALE EVANGELICO BETANIA

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N. 21 ANNO VI LUGLIO 2017

uesto numero di BetaniaInformaè dedicato al tema del fumo, ar-gomento complesso e spinosis-simo che oltrepassa la sfera

personale, sconfinando sia in quella psico-logica: «fumare, magica panacea che con-sente di sopportare meglio le difficoltàesistenziali» (Fabrizio de Jorio - Psicotera-peuta), sia dottrinal-religiosa. Fumare è irra-gionevole, nocivo, una abitudine insana.Questa presa di posizione, ancor prima cheessere personale, è gridata e denunciata datutto il mondo clinico-accademico, dal-

l’OMS e granparte dell’uni-verso religioso.Quest ’u lt imoaspetto lo esa-mineremo piùavanti. Intanto ri-badiamo duecose: diventaredipendenti dalvizio del fumo èpiù facile diquanto non si

creda: «Non serve infatti dire “una sigarettae basta” perché ne basta già una per met-tere in moto il meccanismo sfruttato dallanicotina al fine di piegare al proprio volereil nostro corpo e di conseguenza la nostramente» (La Stampa Salute). Secondo poi,è acclarato che l’uso del tabacco è micidialein ogni senso, infatti è causa di decessi più

di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omi-cidi e suicidi messi insieme (Ministero dellaSalute). Nonostante questo sterminio siasotto gli occhi di tutti e tutte, il numero deifumatori è in continua crescita, in partico-lare quello delle fumatrici, cresciuto del 60%negli ultimi 20 anni. La diffusione del fumoda tabacco, sciaguratamente, è da anni unadelle più grandi sfide di sanità pubblica dellastoria. L’OMS l’ha definita come la piùgrande minaccia per la salute nella RegioneEuropea, difatti l’uso del tabacco è causanota di almeno 25 malattie, tra le qualibroncopneumopatie croniche ostruttive edaltre patologie polmonari croniche, cancrodel polmone e altre forme di cancro, car-diopatie, vasculopatie, rappresentando ungrave problema per la salute nel mondo.Il nostro paese in fatto di lotta al fumo e tu-tela dei non fumatori è all’avanguardia inEuropa. La prima norma in questo senso ri-sale al 1975, la Legge n. 584 dell’11 novem-bre 1975, che vietava di fumare indeterminati locali, sui mezzi di trasportopubblico, in alcuni luoghi, tra cui le corsie

degli ospedali, le aule scolastiche, le sale d’at-tesa delle stazioni, i locali chiusi adibiti a pub-blica riunione. In fatto di limitazioniantifumo, rivoluzionaria e innovativa è lalegge varata il 1° gennaio di quest’annonegli Stati Uniti, la quale estende il divietodi fumo anche nelle case popolari. Insommail tabacco, conosciuto tra gli antichi popoliprecolombiani come “il cibo degli dei”, hafinito per divenire uno dei più pericolosi kil-ler per la salute dell'uomo. Come già detto,l’uso del tabacco oltre ad essere un tema

complesso e articolato per la salute olisticae l’economia pubblica mondiale, è oggettodi accesi dibattiti “dottrinal-religiosi”. In par-ticolare, nei riguardi di sacerdoti e pastori,bollati - quando fumatori - come peccatoriimpenitenti ed inescusabili. In ambito evan-gelico grande clamore fece una dichiara-zione del “principe dei predicatori”, tutt’ogginon perdonatagli da una grossa parte deglievangelici più conservatori: «Intendo fu-marmi un buon sigaro alla Gloria di Dioprima di andare a letto» (Charles Spur-

geon). Anche in casa cattolica sono molti idubbi, sia sulla liceità, sia sulla peccaminositàdel fumare: «Caro Padre Angelo, mi sonosempre chiesto se fumare sia un peccato,penso che lo sia e credo che non possa es-sere buona una cosa in quanto danneggia ilnostro corpo, tempio dello Spirito Santo».Risposta del sacerdote: «Secondo la moralecattolica tradizionale il fumo in quanto talenon è un male morale.Viene detto “vizio” perché crea dipendenza.Un modico uso del tabacco non è da con-figurarsi come un male morale. Può diven-tarlo quando si sa che reca danno alla salutepropria o altrui e quando si viene a spen-dere una cifra così consistente che si po-trebbe destinare per scopi più nobili».Fumare è peccato, o un trascurabile vizio?Credo che ogni vizio incontrollabile corre ilrischio di configurarsi come un peccato.Non credo che fumare sia – di per sé –peccato, perché: “Tutto è puro per i puri”,però può diventarlo quando si è consape-volmente posseduti dal “vizio”, esponendoil proprio corpo a contrarre tutta una seriedi malattie irreversibili. In conclusione, persdrammatizzare, consentitemi una citazione:«Smettere di fumare è la cosa più facile delmondo. Lo so perché l’ho fatto migliaia divolte.» (Mark Twain).

di Vincenzo PolverinoCappellano

“OGNI COSA MI È LECITA, MA NON OGNI COSA È UTILE, MA IO NON MI LASCERÒDOMINARE DA NULLA”. (1COR 6,12)

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Non serve infatti dire una sigarettae basta perché nebasta già una permettere in moto ilmeccanismo di dipendenza

denza, rendendo spesso complesso il pro-cesso di “disintossicazione”: in tal senso, avolte può risultare necessario un supportopsicologico. Secondo una prospettiva si-stemico-relazionale il tabagismo, come ledipendenze in genere, evidenzia una rela-zionalità compromessa, un funzionamentoemotivo precario che trova il propriosfogo attraverso la sigaretta: non solo l’ele-mento neurofisiologico della nicotina, in-fatti, ma tutto il pool comportamentale,sociale, rituale che accompagna i momentidi fumo. Una metodologia utilizzata in di-verse Regioni è il Gruppo dei Fumatori inTrattamento(GFT), adatto a gruppi dimedia grandezza, da 15 a 25 fumatori perseduta e strutturato in tre fasi: Prepara-

zione, Trattamento Intensivo e Manteni-mento. Tra i trattamenti farmacologici, inparticolare sono diffusi trattamenti a basedi nicotina (NRT). L’approccio cognitivo-comportamentale è di solito sviluppatocon terapie di gruppo basate su auto-os-servazione e mutuo-aiuto. Si possono ci-tare tra le terapie utilizzate anche approccidiversi quali l’ipnosi, l’agopuntura, il self-help, tuttavia al di là dello specifico approc-cio vi è oggi una consapevolezza per cuiuna dipendenza da fumo strutturata possaaffrontarsi al meglio con una sinergia traterapie farmacologiche e/o sostitutive e unsostegno psicologico (individuale o digruppo) per affrontare le dinamiche radi-cate di dipendenza.

Un giovane su tre è un fumatore: i datiISTAT (2016) evidenziano come il piccodi fumatori sia nella classe di età 25-34anni per gli uomini e in quella 55-59 perle donne. La dipendenza da nicotina, oltread innescarsi sull’aumentata attività dei “re-cettori nicotinici” presenti sulla superficiedelle cellule nervose, la si osserva ancheda una prospettiva psicologica. Diversistudi hanno evidenziato una correlazionetra dipendenza da nicotina, attacchi di pa-nico e depressione (Bifulco, 2016; Ba-khshaie et al., 2016). Vi sono meccanismiemotivi, inconsci e relazionali che contri-buiscono al mantenimento della dipen-

QUANDO IL FUMO DIVENTADIPENDENZA: TERAPIE POSSIBILIdi Serena Ripa e Denise Leandritirocinanti Istituto di Psicoterapia Relazionale

LA DIPENDENZADA NICOTINA SI PUÒ CURARECON UNASINERGIA TRA TERAPIEFARMACOLOGICHEE UN SOSTEGNOPSICOLOGICO

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tificiale e protegge dagli effetti negativi delfumo passivo. Per ridurre al minimo gli effettinegativi si dovrebbe provare a: - ridurre il numero di sigarette fumate; - cercare di far passare almeno 90 minuti

prima di allattare; - evitare di fumare in casa o in macchina;- coprire i capelli mentre si fuma, cambiarsi

d’abito, lavarsi mani e viso subito dopo inmodo da ridurre l’esposizione al fumodel neonato. Il fumo infatti penetra neitessuti, nei capelli e nella pelle.

o stress di una neo mamma puòraggiungere livelli astronomici ec’è chi si rifugia nel fumo comevalvola di sfogo. La nicotina però

passa nel latte materno, se ne ritrovanotracce fino a tre ore dopo aver fumato. Lasua concentrazione dipende dall’intervallodi tempo trascorso tra l’ultima sigaretta e lapoppata e dalla quantità di sigarette fumate.La sua presenza nel latte ne modifica lacomposizione, diminuiscono le quantità diiodio, di vitamine e di acidi grassi che hanno

un ruolo importantissimo nello sviluppo co-gnitivo e visivo del neonato. I neonati le cuimadri fumano hanno più probabilità di svi-luppare una vasta gamma di problemi di sa-lute: la nicotina può alterare il ritmo e laqualità del sonno ed avere conseguenze ne-gative sullo sviluppo comportamentale esull’apprendimento, aumenta il rischio di co-liche, malattie respiratorie e SIDS. Studi suanimali hanno dimostrato una riduzione delnumero delle cellule beta pancreatiche conconseguente alterazione dell’omeostasi glu-

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FUMARE IN ALLATTAMENTO FA MALE AL MIO BIMBO?

cidica, un aumento del rischio di obesità edisfunzioni endocrine a carico della tiroidee del surrene. I figli di madri fumatrici sonopiù inclini a diventare fumatori da adulti; èprobabile che l’esperienza precoce delgusto del tabacco possa contribuire ad au-mentare l’appeal della sigaretta. A dispettodi ciò, la Committee On Drugs dell’AAPnon considera il fumo di sigaretta tra le con-troindicazioni all’allattamento al seno perchéil latte materno, anche se presenta nicotina,dà comunque maggiori benefici del latte ar-

di Giovanna MontesanoNeonatologa TIN

La nicotina passa nellatte materno, se neritrovano tracce finoa tre ore dopo averfumato. Lasua concentrazionedipendedall’intervallodi tempo trascorsotra l’ultima sigaretta ela poppata e dallaquantità di sigarettefumate

segue da pag. 1

erchiamo insieme di creare unaclassifica delle complicanze dafumo.

1) Il fumo è una sostanza cancerogena,cioè che può causare l'insorgenza ditumori e non possono essere esclusealcune malformazioni.

2) Il monossido di carbonio che si ottienedalla combustione attraversa la pla-centa e riduce l'apporto di ossigeno alfeto. Come effetto, i feti crescono dimeno e i neonati hanno maggiori rischidi essere di basso peso alla nascita.

3) Secondo i dati del Centro Di Con-trollo e prevenzione americano dellemalattie (C.D.C.) è aumentato il ri-schio di aborti precoci e tardivi (cioèdopo le 20 settimane) e di morte inutero del feto.

4) Secondo alcuni ricercatori, il fumo in-terferisce con la motilità tubarica edaumenta il rischio di gravidanza extrau-terina.

5) Gli anomali impianti placentari ed il di-stacco di placenta, e quindi le compli-canze che ne possono conseguire,

come la morte del feto, sono più fre-quenti.

6) Secondo i dati del C.D.C., è aumentatoil rischio di parto prematuro.

7) Infine, la nicotina interferisce con il nor-male sviluppo del sistema nervosocentrale del feto.

La buona notizia è che se la donna smettedi fumare appena si accorge di essere in-cinta, il nascituro avrà la stessa probabilità dinascere sano di un feto la cui madre non hamai fumato!

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FUMO E GRAVIDANZA: PERCHÈ VALE LA PENA SMETTERE?di Annalisa AgangiGinecologa

La nicotinainterferisce con ilnormalesviluppo delsistema nervosocentrale del feto

N. 21 ANNO VI LUGLIO 2017

COMPLICANZE DEL FUMO NEL PREOPERATORIO ED IN ANESTESIAdi Luciano AbbruzzeseDirettore UOC di Anestesia e Rianimazione

l fumo può determinare unaserie di complicanze nel peri-operatorio.Non mi soffermerò a parlare dei

danni cronici legati al fumo di sigaretta chesono noti a tutti: aterosclerosi, patologie re-spiratorie, neoplasie, invecchiamento pre-coce...Chi fumando ha già avuto danni organici haun rischio maggiore chirurgico e anestesio-logico rispetto ad altri pazienti ma è altret-tanto vero che il fumo è causa di aumentodi complicanze anche in pazienti che nonhanno patologie importanti.Il fumo, riducendo l'apporto di ossigeno aitessuti, rallenta la normale cicatrizzazionedelle ferite e aumenta la possibilità di infe-zione delle stesse e di infezioni respiratoriepost-operatorie.Per le anestesie subaracnoidea ed epidurale,per i blocchi di nervi e per le locali, la so-spensione del fumo è comunque consigliatama non necessaria in modo assoluto, anzi inalcune situazioni queste tecniche sono la so-luzione per pazienti con problemi respiratoricronici o acuti. Mi riferisco quindi essenzialmente all'aneste-sia generale, in cui il paziente non è in gradodi respirare in modo autonomo e viene col-legato ad un ventilatore meccanico che in-suffla aria nei polmoni.Il fumo determina infiammazione delle vieaeree, rende il muco denso e ne impediscela normale espulsione; inoltre determinaun’anormale chiusura delle piccole vie aeree.Tutti questi fenomeni, soprattutto in ope-randi che non hanno ancora patologie del-l'apparato respiratorio, sono ampiamente

reversibili con la sospensione del fumo per4 settimane, ed anche nei pazienti affetti dabronchite cronica e enfisema si assiste ad unnetto miglioramento.Quando il paziente viene collegato al venti-latore meccanico il flusso di aria nei polmoniviene reso difficoltoso dalla presenza dimuco e dall'ostruzione delle piccole vieaeree. Quindi non solo il paziente non ha ilsangue ossigenato normalmente ma il ven-tilatore stesso ha difficoltà a insufflare aria inpolmoni con vie aeree di calibro ridotto. Inoltre molti interventi vengono oggi praticatiin laparoscopia, insufflando gas in addome; inaltri casi vengono effettuati col paziente in

una posizione particolare “inclinato con latesta in basso” e ancora negli interventi dichirurgia dell'obesità, l’addome è molto au-mentato di volume: tutto ciò porta a rimpic-ciolire i polmoni, rendendo più complessa laventilazione, specie nel paziente obeso.In conclusione chi deve smettere di fumaree quanto tempo prima?Come già detto il tempo ideale sono 4 set-timane, e tutti coloro che devo essere sot-toposti ad un'anestesia generale dovrebberosmettere di fumare.In alcuni casi si effettua un test spirometricopre-operatorio per valutare il reale dannolegato a patologie respiratorie e al fumo.

Quindi devono tassativamente smettere difumare:• Pazienti con patologie respiratorie come

bronchite cronica, enfisema e asma• Pazienti con patologie cardiache impor-

tanti • Pazienti obesi• Pazienti con alterazioni spirometriche

moderate-gravi.Laddove il paziente non riesca a sospendere

il fumo, le alternative sono:• Un'anestesia non generale: subaracnoi-

dea, plessica, locale con o senza seda-zione

• Se ciò non è possibile e l'intervento nonè indispensabile, soprassedere all'inter-vento stesso; esempio è la chirurgia ba-riatrica: non è pensabile che per evitarepatologie future, specie in un giovane, siesponga il paziente a rischi attuali perchéil paziente non riesce a sospendere ilfumo

• Se l'intervento è indispensabile, il pa-ziente verrà comunque preparato e poisottoposto all'intervento accettando unrischio comunque maggiore legato pro-prio al fumo.

Concludo dicendo che i consigli e le prescri-zioni dell'anestesista sono dettate non daopinioni personali ma da linee guida inter-nazionali e nessuno come l'anestesista è vi-cino al paziente nell'esperienza a voltedrammatica di un intervento chirurgico. Ilrapporto cordiale e di fiducia che instaure-rete con lui, affidandovi alla sua umanità eprofessionalità, vi renderà meno arduo e pe-noso questo momento particolare della vo-stra vita.

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CARCINOMA AI POLMONI, I FUMATORISONO 25 VOLTE PIÙ A RISCHIO

alle più recenti statistiche, risultache il carcinoma del polmone èla prima causa di morte per tu-more in Italia, con un aumento

del rischio nei forti fumatori di almeno 25volte. Ne consegue che tutta la classe me-dica è chiamata a ricordare i rischi a cui siespone il fumatore di tabacco ed anche lepersone a lui vicino, per il fumo passivo.La patologia neoplastica di certo è l'eve-nienza più grave, può capitare che nei fuma-tori vengano tollerate le altre patologie,apparentemente meno gravi, anch’esse inforte relazione con il tabagismo. Nella bron-copneumopatia cronica ostruttiva, c'è un in-teressamento dei polmoni e bronchi edeventualmente una progressione anche indanni più gravi, come enfisema e polmonite.I reperti dell’enfisema e della bronchite cro-nica in età senile sono gli stessi che si riscon-trano in soggetti più giovani, in particolare ilradiologo deve evitare di porre diagnosi dienfisema in età senile di fronte a quadri di

diffusa iperdiafania dei campi polmonari, si-tuazione che può dipendere anche dalla fi-siologica involuzione delle strutturemuscolari toraciche che riduce l’attenua-zione dei raggi X.Si può affermare che la radiografia è poco

sensibile nella diagnosi delle forme di gravitàlieve-moderata di enfisema/bronchite cro-nica, risultando normale in oltre il 40% deipazienti.La TC ad alta risoluzione si è dimostrata piùadeguata nella diagnosi dell’enfisema “anato-

mico”, consentendo una precisa documen-tazione del tipo di enfisema prevalente (cen-trolobulare, panlobulare o parasettale) edella sua distribuzione nei lobi.La diagnosi di riacutizzazione si basa sull’au-mento della dispnea e delle secrezioni, in talicasi il radiogramma standard, integrato se

possibile dal confronto con precedentiesami, risulta spesso sufficiente per rispon-dere ai quesiti del clinico; il ricorso alla TC,con iniezione endovenosa di mezzo di con-trasto, è utile solo nel sospetto di una pato-logia tromboembolica polmonare e nellacaratterizzazione dei noduli.

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di Andrea Abete direttore UOC di Diagnostica per Immagini

Si può affermare che la radiografia è pocosensibile nella diagnosidelle forme di gravitàlieve-moderata di enfisema/bronchitecronica

loro efficacia è modesta nell’indurre la ces-sazione del fumo sebbene possano essereconsiderate una strategia valida per alcunepersone. Circa il 6% degli ex fumatori chehanno utilizzato e-sigarette recidivanodopo un mese, un altro 6% dopo un anno.Quasi la metà degli utilizzatori sia di ta-bacco sia di e-sigarette hanno smesso difumare dopo un anno, il che indica che illoro utilizzo potrebbe essere efficace nellaprevenzione delle ricadute e nella cessa-zione del fumo. Tuttavia, le prove definitivesulla loro efficacia sono limitate a causa delpiccolo numero di studi clinici finora effet-tuati. I benefici della cessazione del fumosono ampiamente dimostrati: in particolareil rischio cardiovascolare in ex fumatori èintermedio tra quello dei fumatori attualie i non fumatori.

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l fumo è un fattore di rischio perla malattia cardiovascolare(CVD). Il 30% di tutti i mortidelle malattie coronariche

(CHD) ogni anno sono attribuibili al fumodi sigaretta, con il rischio di essere forte-mente dose-dipendente. Il fumo di siga-retta è il fattore di rischio più modificabilee da solo contribuisce alla morbilità e mor-talità prematura negli Stati Uniti ed in Eu-ropa. Numerosi studi prospettici hannodimostrato una sostanziale diminuzionedella mortalità cardiovascolare per gli exfumatori rispetto ai fumatori. Questa dimi-nuzione del rischio si verifica relativamentepresto dopo la cessazione del fumo, e au-menta con il tempo. Nell’edizione 2016delle linee guida europee sulla prevenzionedelle malattie cardiovascolari si è ribaditoche il principale e più importante inter-vento preventivo per ridurre il rischio dicontrarre malattie cardiovascolari è l’asten-sione dal fumo. Inoltre, si conferma cheanche il consumo di bassi quantitativi di ta-bacco, così come fumare pipa, sigari, siga-rette leggere e anche il fumo passivoaumentano i fattori di rischio cardiovasco-lare. In termini molto crudi e diretti lenuove linee guida affermano che: il fumo èun disturbo di dipendenza letale. Un fuma-tore, nell’arco della sua vita ha una proba-bilità del 50% di morire a causa del fumo,e in media perderà dieci anni di vita. Il fumoè una causa accertata di una pletora di ma-lattie croniche, ed è responsabile per il 50%di molte morti evitabili, metà delle quali acausa di malattie cardiovascolari. Nei fuma-tori con meno di cinquanta anni il rischiorelativo di incorrere in malattie cardiova-scolari è cinque volte superiore rispetto ainon fumatori. Vediamo qual è la situazionenel nostro paese. In Italia fumano circa 12milioni di persone, circa 30 non fumano enon hanno mai fumato, circa 8 hanno fu-mato in passato ma hanno smesso stabil-

mente. Negli ultimi 50 anni la percentualedi uomini che fumano si è ridotta mentrela percentuale di donne fumatrici è aumen-tata. La media tra uomini e donne è di circail 24%. Non meno drammatica è la situa-zione nei giovani. In genere a 15 anni fumacirca il 20% dei ragazzi mentre a 23 anniquesta percentuale sale al 26%, un valoresuperiore a quello degli adulti. Questo datoè molto preoccupante. Si calcola che in Ita-lia muoiano ogni anno circa 80.000 per-sone per una malattia prodotta dal fumodi sigaretta. Se dividiamo per 365 (cioè peri giorni dell'anno) tale cifra otteniamo il va-lore di 220 persone. Le principali malattieprodotte dal fumo sono il cancro del pol-mone, le malattie infiammatorie cronichedell'apparato respiratorio (la bronchitecronica) e le sindromi coronariche acutecon l'infarto miocardico acuto in prima fila.

MALATTIE CARDIOVASCOLARI E FUMO

Possiamo affermare che il numero di tu-mori del polmone prodotti dalle sigaretteè di circa 24.000 ogni anno. Un numero didecessi analogo avviene per infarto mio-cardico prodotto dal fumo. Il fumo provocala morte della metà delle persone che fu-mano. In altre parole se guardiamo ungruppo di persone che fumano metà diloro morirà di una malattia prodotta dalfumo. Ci sono poi delle persone partico-larmente sensibili al danno prodotto dalfumo. Questi individui che rappresentanocirca un sesto (16%) di tutti i fumatori mo-riranno in un periodo di vita compreso tra35 e 69 anni per una malattia prodotta dalfumo con una perdita di vita media di circa20 anni. Ma perché il fumo fa male? Il fumosi genera per combustione delle foglie ditabacco e della carta che le contiene. Sonostate individuate alcune migliaia di sostanzeall'interno del fumo di sigaretta ma in realtàsolo di una minima parte di esse si cono-scono gli effetti. La nicotina ha un ruoloparticolare nel fumo di sigaretta. È la so-stanza che genera la dipendenza. Il fuma-tore non riesce a smettere di fumare acausa della presenza della nicotina. Il fumonon è semplicemente una causa di mortema bensì, come sottolinea l'OrganizzazioneMondiale della Sanità è la PRIMA causa dimorte rimovibile del mondo occidentale.In alcuni casi le malattie sono ben note main altri casi sono insospettabili e sono stateidentificate solo recentemente come adesempio la riduzione della potenza virilenel maschio o l'effetto "invecchiamento"della pelle nelle donne. Altro argomentoda considerare è il fumo passivo che con-tribuisce all’aumento del rischio di malattiecardiovascolari. L’esposizione sul posto dilavoro e/o negli ambienti familiari, aumentail rischio cardiovascolare di circa il 30%.Con riferimento alle sigarette elettroniche(e-sigarette), le linee guida segnalano che la

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di Nicolino Espositodirettore UOC di Medicina e Cardiologia

UN FUMATOREIN MEDIAPERDERÀ DIECIANNI DI VITA

Le principalimalattie prodottedal fumo sono ilcancro delpolmone, lemalattiedell’apparatorespiratorio e lesindromicoronariche acute

N. 21 ANNO VI LUGLIO 2017

Il fumo danneggia il rendimento sportivo di Enzo Pasquarellimedico dello sport

l fumo uccide”. Frase lapidariadal contenuto talmente inequi-vocabile da non poter dar aditoa nessun’altra interpretazione

che non sia ciò che essa stessa dice: “Sefumi, muori”.Campeggia su tutti i pacchetti di sigarette,spesso corredata da immagini deterrenti.Eppure il fumo entra oggi nelle giornate dimilioni di persone ed è parte integrantedello stile di vita di adulti e purtroppoanche di giovanissimi, uomini e donne, la cuipercentuale per quest’ultime è per di piùstatisticamente aumentata secondo le rile-vazioni più recenti. Se quindi non basta col-legare il concetto di rischio di morte aquella del fumo, ancor meno possono il ri-chiamo a patologie specifiche derivanti dalfumo come cancro, cardiopatie, sterilità ealtro che possono insorgere in seguito alconsumo giornaliero di sigarette.Se questo vizio è diffuso a macchia d’oliofra la gente comune, a prescindere dalsesso, l’età, lo stato sociale e culturale, nep-pure quell’ambito che dovrebbe essere unsettore asettico, “privilegiato” e lontano daquesta realtà è immune da questo pericolo:il mondo dello sport. Eppure sport e fumosono realtà inconciliabili e del tutto incom-patibili. Siamo infatti avvezzi a collegarel’esercizio e la pratica sportiva (sia agoni-stica che non) ad abitudini a ritmi d’esi-stenza naturali, ad uno stile di vita sano, aduna dieta igienica ed un regime alimentarecorretto e salutare, ma troppo spesso pur-troppo lo sport nella nostra società si ac-compagna alla deleteria abitudine del fumo. Il fumo, soprattutto in grandi proporzioni,danneggia infatti il rendimento dell’atleta, neriduce le prestazioni compromettendo inprimis la capacità polmonare e rende il sog-getto meno resistente allo sforzo fisico. Gli

effetti più dannosi del fumo sono da rile-varsi soprattutto negli sport aerobici (comenuoto, atletica leggera, ciclismo) che neces-sitano nella loro pratica di un apporto no-tevole di ossigeno e quindi dei polmoni chesono il primo bersaglio della nicotina e dellealtre sostanze tossiche. Ed il calo delle pre-stazioni si evidenzia in modo inequivocabilenelle corse, nelle salite in bicicletta, nell’uti-lizzo di tutto il potenziale muscolare del-l’atleta allorquando quest’ultimo inizia adintrodurre nel suo organismo nicotina. Sen-sazione di affaticamento precoce ed asteniasono i primi segnali di questo processoche, se non viene bloccato con la sospen-sione di tale vizio, produce i suoi effetti ne-gativi progressivamente. Gli effetti a brevetermine del fumo nello sportivo sono:

1) L’ossigeno non raggiunge in manieraadeguata i muscoli e si produce intos-sicazione da monossido di carboniocon blocco parziale dell’emoglobina

2) Diminuisce il flusso ematico ai muscoli,al cervello e all’apparato cardiovasco-lare

3) Riducendo il metabolismo aerobico siinnesta più rapidamente il meccanismoanaerobico con formazione precocedell’acido lattico che compromette ilproseguimento della prova sportiva

4) La nicotina aumenta la frequenza car-

diaca e la pressione arteriosa determi-nando sovraccarico cardiaco e del si-stema circolatorio.

Gli effetti a lungo termine del fumo nellosportivo sono:

1) Riduzione cronica della funzionalità re-spiratoria con incremento della tosse edell’escreato, con aumento di infezioni,determinando ostruzioni bronchialifino all’asma da sforzo

2) Alterazioni del ritmo cardiaco sia a ri-poso che sotto sforzo

3) Aumento della probabilità di incorreread infortuni ed aumento del tempo diguarigione dei traumi sportivi

4) Difficoltà a controllare il proprio pesoforma

5) Aumento del rischio di contrarre neo-plasie polmonari, gastriche e renali.

In conclusione soltanto la corretta informa-zione sui rischi cui si va incontro ed il senso

di responsabilità di atleti e di allenatori pos-sono arginare e contrastare tale fenomeno.Il mio ricordo di adolescente e giovane cal-ciatore dilettante va al mio primo misterche ci destinava alla panchina nel caso ciavesse scoperto nell’atto di fumare e que-sto mi ha formato e mi ha sempre tenutolontano da tale vizio.Forse una speranza è riposta in una sanaeducazione e formazione dei giovani (atletie non) affinché questa triste abitudinescompaia dallo sport e dalla vita dell’uomo.

“I Gli effetti più dannosidel fumo sono darilevarsi negli sportaerobici chenecessitano di unnotevole ossigeno

Il fumo danneggia il rendimentodell’atleta,riducendone le capacità polmonarie la resistenza allosforzo fisico

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