Berti Dante e l'Islam

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    indice generale

    DANTE E LISLAM

    Giordano Berti - scrittore, saggista, direttore dell'Istituto di Ricerca sulle Arti e il Folclore A. GRAF" diBologna

    In questa miniatura turca del XVI sec. monaci cristiani ristorano Maometto in viaggio in Siria (Istambul,museo Topkapi)

    Il rapporto tra il divino poeta e la gente turpa ha fatto scrivere fiumi dinchiostro, ma

    la questione delle fonti arabo-musulmane della Divina Commedia non risolta. A ottantanni

    dalle prime stupefacenti rivelazioni di Asn-Palacios necessario fare il punto sulla situazione.

    Nel 1919 un sacerdote spagnolo, Don Migul Asn-Palacios, dotto islamista, docenteallUniversit di Madrid, pubblic i risultati di una sua lunga ricerca:La EscatologiaMusulmana en la Divina Comedia. In sintesi, lavorando su testi arabi fino ad allora quasi

    sconosciuti in Occidente, Asn-Palacios rilev la somiglianza tra numerosi elementisimbolici presenti nella Commedia dantesca e certi racconti arabi sullAldil, in particolarequello del miraj, lascensione al cielo di Maometto. Addirittura, lo studioso spagnolo arriv

    ad affermare che lo spirito stesso della Commedia di ispirazione musulmana.

    In realt, un possibile legame tra la Commedia e la letteratura araba era stato giipotizzato dallabate spagnolo J. Andrs (1782) le cui vaghe intuizioni furono poi

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    raccolte dal letterato italo-francese A. F. Ozanam (1839) e riformulate dallo storico dellereligioni E. Blochet (1901). Nessuno per, fino ad Asn-Palacios, aveva individuato

    precise concordanze del capolavoro dantesco con opere di origine musulmana. Troppochiara la mentalit del poeta, ispirata alla Scolastica cristiana e in particolare a S.

    Tommaso dAquino; troppo netti i giudizi negativi riguardo al fondatoredellislamismo espressi da Dante nellInferno(vedi Scheda 1). E poi bisogna considerare

    che il poeta si vantava di discendere da Cacciaguida (1147 ca.) il quale, stando al resocontodantesco, aveva combattuto per riaffermare il diritto cristiano alla Terrasanta ed era mortoper mano di quella gente turpa, cio i musulmani ( Paradiso, XV, 139-148). Perci lopera

    del sacerdote spagnolo venne accolta con scetticismo dagli studiosi danteschi, a quellepocaancora fortemente condizionati da pregiudizi cristiano-centrici.

    Comunque, le teorie di Asn-Palacios ebbero il merito di aprire le porte a un filone diricerca fino a quel tempo trascurato. Tra i tanti studiosi va citato almeno lorientalistaG. Gabrieli che, pur essendo contrario alle nuove teorie, nel suoDante e lOriente(1921)

    distrusse una serie di luoghi comuni sulla presunta incomunicabilit tra cristiani emusulmani in epoca medioevale. Negli anni seguenti, numerosi critici sottolinearono chi la

    debolezza, chi la forza probatoria del materiale raccolto inLa escatologia musulmana, maentrambe le posizioni sembravano equivalersi. Su un altro versante gli studiosi di

    esoterismo, in testa a tutti R. Gunon con un capitolo del suo Lesoterisme de Dante(1932),

    accolsero favorevolmente le tesi del sacerdote spagnolo in nome di una presunta iniziazionetemplare del poeta fiorentino, da cui sarebbero derivate conoscenze ermetiche, pitagoriche egnostiche; ma queste precisazioni non hanno alcun peso storico. Solo nel secondo

    dopoguerra lopera di Asn-Palacios cominci a essere vista sotto una nuova luce allorchun altro orientalista spagnolo, J. Muoz-Sendino, e un italiano, E. Cerulli, rivelaronolesistenza due codici, conservati uno alla Biblioteca Bodleiana di Oxford e laltro alla

    Nazionale di Parigi, contenenti una versione francese e una latina del miraj maomettano,rispettivamente intitolateLivre de lEschiele MahometeLiber Scalae Machometi. Ma a questo

    punto si rende necessario parlare del viaggio ultraterreno del Profeta dellIslam.

    Particolare di un dipinto attribuito a Soltn Mohammad (XVI sec.) raffigurante l'ascesa al cielo del Profeta

    Dal miraj alLibro della Scala di Maometto

    Nel Corano esistono due riferimenti allisra, il viaggio notturno di Maometto (Sura 17:1e Sura 53:5), che sulla base di alcuni detti e ai relativi commenti ispirarono la leggenda del

    miraj, lascensione al cielo del Profeta. La versione pi antica risale al sec. IX: eccone unbreve resoconto. Una notte Maometto viene svegliato dallAngelo Jibrail e portato a

    Gerusalemme a cavallo della giumenta Buraq. Entra nel Tempio e vede una scala fatta conpietre preziose, vi sale sopra e durante lascesa incontra gli angeli guardiani dai quali riceve

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    Nuove prove a favore di Asn-Palacios

    A dare nuovo slancio alle teorie di Asn-Palacios giunsero, come si accennato pi sopra, glistudi di Muoz-Sendino e Cerulli, entrambi pubblicati nel 1949 e basati sulla scoperta di due

    versioni delLibro della Scala di Maometto. I due manoscritti furono eseguiti, com scritto in entrambisul primo foglio, da un certo Bonaventura da Siena il quale tradusse la versione castigliana eseguita nel1264 da Abraham Alfaquim, un medico ebreo, per volont di re Alfonso X il Saggio (1284). Il testo

    latino, tra laltro, anche inserito in una miscellanea filosofico-scientifica conservata alla BibliotecaVaticana. Le due versioni, francese e latina, giunsero probabilmente in Italia prima della fine del

    Duecento. Tra laltro, si trova una espressa citazione del Libro della Scala in un poemetto enciclopedico,Il Dittamondo, scritto tra il 1350-60 dal poeta toscano Fazio degli Uberti.

    Sulla base di queste scoperte, Muoz-Sendino non esit a affermare che la Commediaprese comemodello ilLibro della Scala di Maometto. Daltra parte Cerulli, dopo avere rilevato analogie puntuali o

    strutturali tra le due opere, riafferm giustamente la confluenza nel testo dantesco di fonti diverse, nonsolo musulmane, ma anche miti greci, vicende bibliche, narrazioni apocrife, testi agiografici, visioni di

    monaci; ma su questo argomento occorrerebbe un articolo a se stante. Comunque, Cerulli arriv adammettere uno degli elementi dimitazione pi rilevanti notati a suo tempo da Asn-Palacios, e cio il

    concetto di ascesa dellanima individuale nei regni ultraterreni, come allegoria della purificazionegraduale delluomo; un elemento, questo, che fin dal sec. VIII costituisce il motivo di fondo di

    numerosi racconti mistici ispirati al mirajdi Maometto (vedi Scheda 3). A uno di questi racconti siispir certamente unopera cristiana redatta in Spagna, o forse in Sicilia, alla fine del sec. XII, e resa

    nota da M. T. DAlverny inLes prgrinations de lme dans lautre monde(1940-42). Lanonimoredattore, che aveva molta familiarit con la filosofia neo-platonica e con i commenti avicenniani

    ad Aristotele, prospettava unascensione al Paradiso dellanima, dopo la morte, e una discesaallInferno. Lascensione consiste in due stazioni di dieci gradi ciascuna che rappresentano una

    progressiva purificazione interiore e poi la visione dei dieci cori angelici, corrispondenti alloschema avicenniano delle Dieci Intelligenze. Anche la discesa allInferno divisa in dieci gradi,

    cio le consuete dieci sfere astronomiche, che per sono rette da spiriti malefici.

    Questa informazione serv a Cerulli per dimostrareulteriormente che nel primo Duecento si era giunti,anche nel mondo cristiano, alla concezione di un

    viaggio filosofico dellanima nellOltretomba del tuttodiverso dalle modeste trovate dei cantori popolari che

    sogliono essere indicati come precursori di Dante.

    quindi possibile che Dante avesse letto una versione

    delLibro della Scala, tra le tante che circolavano in Europaalla sua epoca, o quantomeno che ne avesse conosciuto un

    sunto o una rielaborazione cristianeggiante.

    Qualche precisazione necessaria

    In seguito alle nuove ricerche svolte da Cerulli epubblicate nel 1972, la confluenza nel testo dantesco dielementi tratti dalla letteratura musulmana non pi

    unipotesi ma un fatto accettato, con le dovuteprecisazioni, da quasi tutti gli studiosi di Dante. Da qui

    ad affermare che la Commediadantesca sia unarielaborazione delLibro della Scala ce ne passa.

    Miniatura con i sette cieli del Paradisoislamico

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    In effetti, come ho appena accennato, esistevano nel Medioevo altre narrazioni similialLibro della Scala, in certi casi precedenti e comunque da esso indipendenti. Basti pensareallApocalisse di Paolo (scritta intorno al 431 e conosciuta anche come Visione di San Paulo),alla Visione di Alberico dei Settefrati (1130 ca.), allaNavigazione di San Brandano (sec. VII), alla

    Visione di Tugdalo (sec. XII), oltre a vari poemetti in volgare composti ai tempi di Dante, comeLa Gerusalemme celeste e Babilonia, citt infernaledi Giacomino da Verona, o comeIl Libro delle

    tre scritturedi Bonvesin de la Riva, o anche ilLibro dei Vizi e delle Virt di Bono Giamboni.Anche queste opere vanno messe nel novero delle fonti certe della Commedia, senza tentare

    di fornire giudizi sulla priorit di questa o dellaltra in quanto, ed bene precisarlo, loperadi Dante dimostra conoscenze molto pi vaste, oltre a un respiro poetico non riscontrabile

    nel testo musulmano e neppure nelle pie visioni dei monaci cristiani.

    SCHEDA 1:

    MAOMETTOE ALNELLINFERNODANTESCO

    I riferimenti principali di Dante al mondo islamico si trovano nel Canto XXVIIIdellInferno, dove appaiono Maometto (633), il fondatore della religione islamica, e il

    suo genero Al Ebn Abi Talid (660), fondatore di una setta che si staccdallortodossia musulmana. I due personaggi sono posti da Dante nella bolgia deiseminator di scandalo e di scisma, cio degli eretici, per avere determinato con le

    loro idee unulteriore divisione religiosa tra i popoli. Una credenza diffusa nelMedioevo vedeva in Maometto un cristiano che aveva abiurato la propria fede;

    secondo unaltra versione, riportata neLottimo commento alla Commedia, scritto forsedal volgarizzatore fiorentino Andrea Lancia, contemporaneo di Dante, Maometto

    sarebbe stato un cardinale che aveva aspirato a divenire papa. Altre leggende,facevano del profeta dellIslam un licenzioso e un impostore.

    La punizione riservata a Maometto nella Commedia riguarda comunque il suo

    operato in ambito religioso. La descrizione dantesca brutale, violenta, con rime aspree perifrasi che ne degradano ancor pi la figura. Maometto appare squarciato in due,dal mento fino allano; gli intestini gli pendono tra le gambe; il suo cuore pareva el

    tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia. Alla vista di Dante, poi, Maomettosi apre il petto con le mani per meglio chiarire la sua pena e invita il poeta a osservare

    Al, il cui volto spaccato in due dal mento alla fronte (InfernoXXVIII, 22-31). Insostanza, rispetto a quella di Al, la punizione di Maometto pi atroce perch agli

    occhi di un cristiano appare pi grave la lacerazione religiosa da lui prodotta. IlProfeta spiega poi a Dante che i dannati di quella bolgia sono costretti a percorrere

    una dolente strada durante la quale le ferite si rimarginano, finch non appare un

    demone armato di spada che crudelmente sottopone ciascuno al medesimo supplizioassegnatogli (XXVIII, 34-40).

    Limmagine di Maometto seviziato allinferno da demoni feroci avr un certoseguito nellarte medievale; va ricordato almeno il particolare dellaffresco diGiovanni da Modena (1410 ca) nella Cappella Bolognini della chiesa di San

    Petronio, a Bologna; unimmagine che proprio in queste ultime settimane stataoggetto di contestazioni da parte della Comunit Islamica del capoluogo emiliano.

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    SCHEDA 2:

    I GRANDIMUSULMANINEL LIMBODANTESCO

    Dante, attraversando il Limbo in compagnia di Virgilio, incontra molti uominivirtuosi vissuti al di fuori della cristianit tra cui i patriarchi dIsraele, i poeti

    Omero, Ovidio e Lucano, eccetera . Secondo la concezione medioevaledellAldil, precisata da S. Tommaso dAquino, le anime dei giusti non cristiani

    scese al Limbo dopo la liberazione operata da Cristo aspetteranno laggi ilGiudizio finale, ma poi saliranno al cielo pienamente redente. La presenza dei

    nemici musulmani in un luogo di redenzione non dimostra una apertura diDante riguardo alla religione di Allah, ma pi semplicemente il suo rispetto per

    uomini che hanno dimostrato un autentico valore. Tra questi vi Saladino (InfernoIV, 129), cio Salah ad-Din (1138-1193), il cui nome significa integrit della religione.Sultano dellEgitto, prima di venire ricordato dalla tradizione popolare come un feroce

    guerriero, conosciuto dai suoi contemporanei come esempio di liberalit religiosaverso i cristiani ed esempio di persona virtuosa; la munificenza di Saladino viene

    ricordata da Dante pure nel Convivio, IV, 11.

    Nel Limbo dantesco vi sono pure due grandi filosofi musulmani, Avicenna eAverro (Inferno IV, 143-144), accanto ai maggiori pensatori greci. Su di essi bisognaspendere qualche parola. Avicenna, nome latinizzato di Abu Ali al-Husain ibn-Sina

    (980-1037), noto nellOccidente medioevale per due scritti di caratteremedico-filosofico, il Canone e ilLibro della guarigione. Il primo unenciclopediamedica che riprende i principi di Ippocrate e Galeno e li uniforma alle teorie

    biologiche di Aristotele. Tradotto in Occidente gi nel sec. XI, il Canone resta fino alsec. XVI uno dei principali testi nelle facolt di medicina. Il Libro della guarigione

    costituisce una summa filosofica dellaristotelismo che ha importanti riflessi in ambitoteologico sia nel mondo musulmano che in quello latino. Come per Aristotele, anche

    per Avicenna la realt il risultato di un processo emanativo che parte da Dio, ilSomme Bene, e si sviluppa in dieci Intelligenze celesti a Lui sottostanti i Dieci cieli

    aristotelici , che per Avicenna sono entit angeliche; la decima Intelligenza ilprincipio formativo delle anime umane e del mondo sublunare; quindi lintelligenza

    umana un semplice frammento dellIntelligenza suprema, e condividendone lanatura aspira a ricongiungersi con il Sommo Bene. Evitando ulteriori approfondimenti

    filosofici, va detto che il pensiero di Avicenna viene accolto da Dante tramite S.Tommaso dAquino, che per elimina ogni idea emanatista; basta leggere il Conviviodantesco specie il trattato II, IV-VI per rendersi conto di quanto Dante condivida

    tali idee.

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    Veniamo ad Averro, nome latinizzato del filosofo arabo-spagnolo Abul WalidMohammad Ibn Rushd (1126-1198). A lui si devono alcuni fondamentali Commenti

    alle opere di Aristotele, che nellOccidente latino gli valsero il titolo di grandecommentatore. Verso il 1195 i dottori della Legge lo condannarono allesilio per le

    sue dottrine, ma poco prima della morte fu riabilitato. Le origini dellaverroismolatino risalgono alle traduzioni latine dei Commenti redatte da Michele Scoto (1235

    ca.), probabilmente durante il suo soggiorno a Palermo (1228-1235), in qualit diastrologo alla corte dellimperatore Federico II di Svevia. Averro respinse la teoriaavicenniana della derivazione del mondo da Dio per emanazione; inoltre confut la

    psicologia avicenniana ritenendola non conforme allinsegnamento di Aristotele.Averro sostenne infatti che lintelletto agente coincide con lIntelligenza motrice dellaDecima sfera; solo questa immateriale e immortale, mentre i singoli uomini e i lorointelletti sono mortali; ne consegue che grazie alla scienza e non allascesi mistica

    mistica, che lintelletto pu ricongiungersi a Dio.

    Nel mondo arabo laverroismo ebbe una diffusione limitata, mentre ebbenumerosi seguaci nel mondo cristiano, nonostante le polemiche sulla sua teoriadella doppia verit, che in realt non sostenne mai, confutata da Bonaventura eTommaso dAquino. comunque interessante notare come Dante mostrasse di

    apprezzare entrambi i filosofi musulmani, nonostante la loro presuntaincociliabilit.

    Maometto che discende all'inferno ed incontra gli adulteri condannati ad essere appiccati sopra il fuoco ardente.

    (da un manoscritto persiano del XV sec. della Biblioteca Nazionale di Parigi)

    SCHEDA 3

    Il miraj nella letteratura islamica

    Tra il IX-XIII secolo leggenda del mirajdi Maometto viene rielaborata da molti misticimusulmani, primo fra tutti il sufi persiano Bistami (870 ca.) della cui esperienza

    mistica si narra nelLibro della Luce(X secolo). Il filosofo arabo-andaluso Ibn Sina, oAvicenna (1037) nelRacconto di Hayy Ibn Yaqzan immagina che la sua anima

    visionaria incontri la propria controfigura celeste con la quale compie un viaggionellOriente mistico. Un altro sufi persiano, il poeta Sanai (1150 ca.), nel Camminodegli uomini verso il loro ritorno racconta le vicissitudini di un uomo che attraversa il

    cosmo sotto la guida di una misteriosa figura, simbolo dellIntelligenza. Meriterebbeben pi che un accenno ilLibro della prova del poeta persiano Attar (1200 ca.), masoprattutto non vanno dimenticate le opere del mistico arabo-andaluso Mohiddin Ibn

    Arabi (1240) a cui si debbono almeno due miraj: il Libro del viaggio notturno verso lamaest del Generoso eLAlchimia della felicit, che sotto molti aspetti ricalcano il viaggio

    celeste di Maometto.

    Questa seconda opera vista da Asn-Palacios come una delle possibili fonti islamiche

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    del Paradisodantesco, ma la scoperta delLibro della Scala di Maometto far cadere taleipotesi. Vale comunque la pena riportare i fatti principali del racconto di Ibn Arabi.Nel prologo, lautore spiega che ogni individuo pu raggiungere la perfezione, e diconseguenza la felicit, solo adeguando il proprio essere al Principio supremo. La

    vicenda mostra due protagonisti, un adepto della teologia e un seguace della filosofiache, usciti dalla prigionia della natura elementare, compiono assieme un mirajattraverso le dieci sfere celesti, ciascuna delle quali dominata da unintelligenza

    angelica e da un profeta: Luna-Adamo, Mercurio-Ges, Venere-Giuseppe, Sole-Enoc,Marte-Aronne, Giove-Mos, Saturno-Abramo. Ma mentre il primo pellegrino riceve a

    ogni tappa linsegnamento dei profeti, il secondo pu conversare solo con le

    intelligenze angeliche sottoposte ai profeti. Il discepolo della filosofia costretto afermarsi all settima sfera mentre ladepto prosegue lascesa sino allAlbero del Loto,dove comprende il significato dei fiumi del Paradiso; poi sale nel Cielo delle Stelle

    Fisse popolato da cori angelici e anime sante che procedono verso Dio. Nel Cielo delloZodiaco ladepto investito da una luce cos forte che lo manda in estasi; quindi

    penetra in una nube mistica e cade nuovamente in estasi ascoltando un concertoangelico.

    Maometto che incontra gli angeli alle porte del Paradiso(da un manoscritto persiano del XV sec. della Biblioteca Nazionale di Parigi)