BERENGARIO DA CARPI · scheletri, che rappresentano la morte, e uomini nudi ed emaciati, sui corpi...
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BERENGARIO DA CARPI
Il medico del Rinascimento
Nel 1518 Jacopo Berengario da Carpi pubblica il pri-
mo di tre volumi fondamentali nella storia dell’ana-
tomia e della medicina. In quegli anni la medicina fa
un portentoso balzo in avanti grazie alla conoscenza
e alla rappresentazione del corpo umano, con la na-
scita di quella che noi oggi chiamiamo anatomia. Be-
rengario è uno dei protagonisti di questa innovazione,
che ha riflessi e intersezioni con la rappresentazione
del corpo umano in una certa produzione artistica del
tempo (soprattutto disegni e stampe), come è naturale
se consideriamo che non solo non vi era una netta
distinzione tra uomini d’arte e di scienza, ma anche
che è proprio in quegli anni che la scoperta del corpo
come straordinario prodigio della natura diventa una
molla di studio e ricerca fortissima.
Berengario da Carpi, Commentaria a Mondino, Bologna 1521 muscolatura addominale, c. 82 recto (Biblioteca multimediale Loria, Carpi)
Il contesto nel quale si sviluppano la figura e l’attività
di Berengario è strettamente connesso all’università
di Bologna. Meta o semplicemente crocevia degli iti-
nerari di studenti e maestri provenienti da ogni parte
dell’Europa, Bologna, nel basso Medioevo, garantiva
un’ampia e rapida circolazione delle idee, configu-
randosi come un potente centro d’irradiazione della
conoscenza e come sede nella quale le fonti del sape-
re codificate nei rari testi circolanti erano più acces-
sibili che altrove. Per questo lo Studio bolognese di-
venta un luogo di apprendimento dei testi antichi, ma
anche di profonda innovazione, fino al tempo in cui
vi giunge Berengario da Carpi. Frequentatore dello
Studio bolognese dapprima come studente e, succes-
sivamente, come lettore di chirurgia, ebbe modo di
apprendere metodi e insegnamenti dai maggiori ma-
estri dell’epoca attivi nell’area padana, da Girolamo
Manfredi a Gabriele Zerbi, fino ad Alessandro Achil-
lini. Ed è qui che si sviluppano le pratiche dissettorie
di cui Berengario sarà un grande innovatore.
Avicenna, Canon Medicinae, manoscritto miniato del XV secolo particolare con lezione universitaria (Biblioteca Universitaria, Bologna)
Berengario da Carpi, Commentaria a Mondino, Bologna 1521 particolare del frontespizio con scena di dissezione (Biblioteca multimediale Loria, Carpi)
Andrea Vesalio, De humani corporis Fabrica, Basilea 1543 – particolare di capolettera con putti che dissezionano un cane (Biblioteca Universitaria, Bologna)
L’ispezione dei cadaveri venne inizialmente praticata
a fini giudiziari, per stabilire cause di morti sospet-
te o violente; solo successivamente venne introdotta
nell’ambito dell’attività universitaria e assunse una
funzione eminentemente didattica, di ausilio nell’in-
segnamento dell’anatomia, a partire dal 1316 col bo-
lognese Mondino de’ Liuzzi. Da lì in poi, avvolta da
un alone di leggenda, di sfida a proibizioni e anatemi
del potere ecclesiastico, la dissezione anatomica me-
dievale e rinascimentale diventa in realtà una pratica
accettata anche dalla chiesa cattolica a scopo didatti-
co. Insieme alla vista dunque entrava in gioco il tatto,
attraverso la mano che impugnando il rasoio tagliava
sapientemente la carne, ispezionava e toccava le pro-
fondità del corpo per mostrarne e analizzarne i singo-
li frammenti: la dissezione si avviava a diventare un
mezzo di controllo e di correzione della parola scritta,
un preciso strumento d’indagine.
La presunta segretezza e clandestinità della disse-
zione anatomica è ampiamente smentita dall’usanza
delle “anatomie pubbliche”, sorta di “spettacolo”
dalle valenze scientifiche, culturali e civili, che ini-
ziò a prendere piede negli ultimi anni del Quattro-
cento per poi svilupparsi pienamente nel secolo suc-
cessivo e tramontare nell’età dei Lumi. A un tempo
appuntamento filosofico, festa scientifica, momento
di riflessione morale e di rappresentazione social-
mente accettata e apprezzata, l’horridum spectaculum
dell’anatomia pubblica fu rappresentato dapprima in
spazi provvisori, montati di volta in volta e, a partire
dagli ultimi decenni del Cinquecento, in teatri mo-
nofunzionali stabili, come quello di Padova (1595)
e quello di Bologna (1638). È il bolognese Alessan-
dro Benedetti, nel 1502, a definire per le anatomie
la struttura spettacolare del teatro con gradinate, che
poi verrà adottata anche come aula didattica.
Giovanni Filippo Tommasini, Gymnasium patavinum, Udine 1654 il teatro anatomico di Padova (Biblioteca Bertoliana, Vicenza)
Il teatro anatomico di Padova
Scuola emiliana, sec. XVII, Ritratto di Berengario da Carpi, olio su tela (Musei di Palazzo dei Pio, Carpi)
Jacopo Barigazzi, detto Berengario da Carpi, nasce intor-
no al 1460 nella città dei Pio, figlio di un medico che fre-
quentava la corte dei signori, dove forse con Alberto III
studia insieme ad Aldo Manuzio. Berengario poi compie
gli studi di medicina a Bologna laureandosi nel 1489.
Carattere forte e uomo dai comportamenti sopra le righe,
dal 1500 lo sappiamo a Bologna, dove dal 1502 e per i
successivi 25 anni diventa lettore presso lo Studio, ama-
to dagli studenti, ma discusso dai colleghi. Negli stessi
anni, in particolare dopo il 1506 (anno in cui riceve la
cittadinanza bolognese), Berengario diventa medico di
gran fama, inventore di alcuni rimedi medicali quali la
cura per la sifilide, cercato da principi e papi in tutta
Italia. In quegli anni ricopre anche cariche pubbliche,
dal 1508 è medico del Reggimento di Bologna per gli
ammalati di peste e dal 1510 è nominato primario dell’o-
spedale di San Giobbe. Dal 1528 lo ritroviamo tra Carpi,
Modena e Ferrara, dove diventa chirurgo di Alfonso II
d’Este. Muore nella stessa Ferrara il 24 novembre 1530.
Il primo libro illustrato pubblicato da Berengario è il
De fractura calvae nel 1518, in cui sono rappresenta-
ti gli strumenti chirurgici da usare per le lesioni del
cranio. Una sorta di tavola degli strumenti, ordinati
e classificati, di utilità per i medici che debbano in-
tervenire su questa parte del corpo. Nel giro di tre
anni - 1521, 1522, 1523 – Berengario con un ritmo
piuttosto impressionante pubblica i tre volumi che
rivoluzionano l’illustrazione anatomica: i Commen-
taria a Mondino e le due edizioni delle Isagogae. I
Commentaria sono forse frutto di una gestazione du-
rata dal 1514, quando pubblica l’Anathomia Mundini
(priva di illustrazioni). Nei due anni successivi pub-
blica le Isagogae, due edizioni di una breve silloge
dei Commentaria, ritenuti troppo complessi per gli
studenti. Sono libri che non solo contengono studi
nuovi e originali, ma richiedono grande impegno e
competenze perché corredati per la prima volta da
illustrazioni anatomiche mai viste, come il cuore, il
cervello e l’utero.Berengario da Carpi, Isagogae breves, Bologna 1523 il cuore, carta 32 verso (Biblioteca multimediale Loria, Carpi)Nelle pagine seguenti, l’apparato riproduttivo femminile, carta 23 verso
Nel momento in cui Berengario pubblica le sue ope-
re, lo sviluppo degli studi anatomici arriva a con-
vergere con quello dell’arte rinascimentale in un
singolare intreccio fra i due campi del sapere. Fin
dal Quattrocento l’arte ha infatti messo al centro dei
propri interessi e delle proprie ricerche la raffigura-
zione del corpo umano, oltre che dello spazio in cui
esso si muove. I medici che stanno aggiornando le co-
noscenze sull’anatomia insistono sull’importanza del
tatto accanto alla vista e sulla necessità di toccare
letteralmente con mano l’oggetto del proprio sapere.
Se a ciò si aggiunge la crescente abilità nel disegno
acquisita dagli artisti nell’ultimo secolo, che i medi-
ci riconoscono, chiamandoli a fissare in immagini le
conoscenze anatomiche al fine di comunicarle, si ha
chiaro che l’arte gioca un ruolo primario nel conte-
sto di questi studi. Leonardo, Pollaiolo, Vico, Ghisi,
Dente e Agostino Veneziano sono tra i protagonisti di
questa rivoluzione.
Enea Vico, L’accademia di Baccio Bandinelli, particolare, 1535 circa (Gabinetto disegni e stampe della Pinacoteca Nazionale, Bologna)
Antonio del Pollaiolo, Battaglia dei nudi, 1465 circa (Biblioteca Palatina, Parma)
Un viaggio parallelo tra illustrazioni anatomiche e
opere d’arte. In entrambi i casi si mettono in scena
scheletri, che rappresentano la morte, e uomini nudi
ed emaciati, sui corpi dei quali si leggono gli esiti
degli studi sulla muscolatura, sui nervi e sui tendi-
ni. L’utilizzo di temi letterari e filosofici e i richiami
simbolici e allegorici a temi escatologici, uniti alle
ambientazioni dettagliate e alle scene ricche di pa-
thos, restituiscono la vitalità ai cadaveri che erano
dissezionati e disarticolati dai medici e anatomisti
del Cinquecento. Gli artisti li fanno rivivere, ridando
nel loro agire vita e movimento. Poi i nudi: la staticità
delle pose dei nudi di Pollaiolo fa pensare a un “aba-
co” per lo studio di modelli anatomici umani, mentre
in Domenico Campagnola è una vera e propria sce-
na di lotta all’ultimo sangue, dove uomini e animali,
scompostamente intricati, sono avvinghiati divenen-
do quasi un tutt’uno. Il movimento è l’elemento alla
base della composizione, esattamente come nelle il-
lustrazioni di Berengario troviamo lo studio dei mu-
scoli nei corpi fermi e in quelli in movimento.
Marco Dente, Gli scheletri, particolare, inizio XVI secolo (Gabinetto disegni e stampe della Pinacoteca Nazionale, Bologna)
Dalle illustrazioni anatomiche di Berengario e degli
altri medici, passando attraverso Leonardo e gli ar-
tisti di ambito emiliano e lombardo, l’approdo a una
rappresentazione più realistica del corpo umano (e in
particolare del viso) e a una più profonda indagine
psicologica che troveremo nella pittura emiliana a
partire dalla fine del Cinquecento si sviluppa anche
attraverso le figure caricaturali che proprio in questi
stessi anni prendono piede nell’arte ‘non ufficiale’
(ceramiche, stampe, oggetti di cosiddetta arte mino-
re). La caricatura in particolare si sviluppa nell’ac-
centuazione esasperata di alcuni tratti dei volti fi-
siognomicamente significativi: fronte, naso, labbra e
mento. Ciò che colpisce è anche lo sguardo, che è lo
sguardo di un ‘semplice’, un ‘idiota’, a testimoniare
come, sulla scia dell’invenzione leonardesca, queste
caricature sottintendessero anche un’analisi psico-
logica, come nel caso delle ceramiche carpigiane e
delle stampe di Brambilla.
Giovanni Ambrogio Brambilla, Caricature degli dei, XVI secolo (Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, Firenze)
Marco Basaiti, Giovane uomo nudo sdraiato sul ripiano di un sarcofago Inizi XVI secolo (Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, Firenze)
BERENGARIO DA CARPIIl medico del Rinascimento
CARPIMusei di Palazzo dei Pio14 settembre - 16 dicembre 2018
Assessore alla CulturaSimone MorelliDirigente del Settore CulturaDiego TartariCuratela e organizzazione della mostraManuela Rossi e Tania PrevidiSegretaria amministrativaIsabella Bizzoccoli, Fabio CapiluppiAllestimentoPaolo Giovanardi e Marco PantaleoniProgetto graficoFabrizio Ascari
PrestatoriAccademia Nazionale di Arti, Scienze e Letteratura, Modena; Accademia Na-zionale Virgiliana, Mantova; Archivio di Stato, Bologna; Archivio Generale Arcivescovile, Bologna; Archivio Storico comunale, Carpi; Biblioteca civica Bertoliana, Vicenza; Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Bologna; Biblio-teca comunale Passerini-Landi, Piacenza; Biblioteca Estense Universitaria, Modena; Biblioteca multimediale “Arturo Loria”, Carpi; Biblioteca Palatina, Parma; Biblioteca Teresiana, Mantova; Biblioteca Universitaria, Bologna; Collezione Alfonso Garuti, Carpi; Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi, Firenze; Gabinetto Disegni e Stampe della Pinacoteca Nazionale, Bologna; Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria estense, Modena; Istituto ortopedico Rizzoli, Bologna; Musei di Palazzo dei Pio, Carpi; Museo civico d’Arte medievale, Bologna
INIZIATIVE COLLATERALIMusei di Palazzo dei Pio in collaborazione con Archivio storico comunale e Biblioteca multimediale Arturo Loria
14-15-16 settembre 2018Festivalfilosofia sulla VeritàAperture straordinarie del Palazzo dei Pio, ore 10-23 (domenica 16, ore 10-20)7 ottobre 2018, ore 17visita guidata alla mostra28 ottobre 2018, ore 17*Dentro il corpo… cosa troviamo?spettacolo per bambini 9-11 anni e famiglie4 novembre 2018, ore 17I libri di Berengario tra arte e anatomia, incontro in mostra10 novembre 2018, ore 17 – Raccontare il corpo**…ch’ un marmo solo in sé non circoscriva. Michelangelo e il corpo nuovo17 novembre 2018, ore 17 – Raccontare il corpo**Un morbido marmo. GianLorenzo Bernini e la meraviglia del Barocco24 novembre 2018, ore 17 – Raccontare il corpo**Le mystére Picasso. Un potente corpo disfatto25 novembre 2018, ore 17Tre corpi, tre storie, letture di Simone Maretti
* Su prenotazione (50 persone)** L’incontro si tiene presso la sala dei Cimieri in Archivio
i musei
festivalfi losofi a verità
Con il patrocinio di
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere ScientificoOrtopedico Rizzoli di BolognaIstituto
CARPIMusei di Palazzo dei Pio14 settembre - 16 dicembre 2018
Inaugurazione venerdì 14 settembre, ore 19
Orari di aperturaGiovedì, sabato, domenica e festiviore 10-13 e 15-19Martedì, mercoledì, venerdìore 10-13Lunedì chiuso
Info e prenotazioniMusei di Palazzo dei PioPiazza dei Martiri 68 - CarpiTel. 059/[email protected] Palazzodeipio.it/imusei
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