BENI CULTURALI A CORIGLIANO CALABRO Le opere d'arte · 1762: Sacra Famiglia (firmato e datato),...

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BENI CULTURALI A CORIGLIANO CALABRO Le opere d'arte Schede a cura di Giorgio Leone itserratore I due "Menzele" della chiesa di S. Pietro SCHEDE TECNICHE SACRA FAMIGLIA Sede: Corigliano Calabro, Chiesa di S. Pietro (altare a destra) Arte napoletana sec. XVIII (seconda metà) Autore: Nicola Menzele (Tram 1729?: noto dal 1754 al 1789) Soggetto: Sacra Famiglia olio su tela, cm. 250 x 180 Iscrizioni: in basso a sinistra: Nic. Menzele / P. 1762 MADONNA DEL SOCCORSO Sede: Corigliano Calabro, Chiesa di S. Pietro (altare a destra Cappella del Purgatorio) Arte napoletana sec. XVIII (seconda metà) Autore: Nicola Menzele (Trarà 1729?: noto dal 1754 al 1789) Soggetto: Madonna del Soccorso olio su tela, cm. 250 x 180 Iscrizione: in basso a destra: Nic. Menzele/ P. 1763 Madonna del Soccorso Nell'antica chiesa di S. Pietro, sede di Prepositura, sono custoditi due dipinti firmati da Nicola Men- zele (Trani 1729?: doc. 1754-1789), tutt'ora esposti sugli altari origina- li di pertinenza delle confraternite di S. Giuseppe e della Madonna del Purgatorio. La prima pala, presentata su di un altare in muratura e stucco, ha il profilo superiore sagomato secondo un gusto tipicamente barocco che ri- pete quello della cornice anch'essa in stucco. Firmata e datata 1762, raffigura la Sacra Famiglia, ma i personaggi più verosimilmente sono atteggiati quasi come nella icono- grafia del "Riposo nella fuga in E- gitto": infatti sono inseriti in un am- biente naturalistico nel quale, fra zolle e cespugli, sono dei ruderi - e-

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BENI CULTURALI A CORIGLIANO CALABRO

Le opere d'arteSchede a cura di Giorgio Leone

itserratore

I due "Menzele" dellachiesa di S. Pietro

SCHEDE TECNICHE

SACRA FAMIGLIA

Sede:Corigliano Calabro, Chiesa di S.Pietro (altare a destra)Arte napoletana

sec. XVIII (seconda metà)Autore:

Nicola Menzele (Tram1729?: noto dal 1754 al1789)

Soggetto:Sacra Famigliaolio su tela, cm. 250 x 180

Iscrizioni:in basso a sinistra: Nic.Menzele / P. 1762

MADONNA DEL SOCCORSO

Sede:Corigliano Calabro, Chiesa di S.Pietro (altare a destra Cappelladel Purgatorio)Arte napoletana sec. XVIII

(seconda metà)Autore:

Nicola Menzele (Trarà1729?: noto dal 1754 al1789)

Soggetto:Madonna del Soccorsoolio su tela, cm. 250 x 180

Iscrizione:in basso a destra: Nic.Menzele/ P. 1763

Madonna del Soccorso

Nell'antica chiesa di S. Pietro,sede di Prepositura, sono custoditidue dipinti firmati da Nicola Men-zele (Trani 1729?: doc. 1754-1789),tutt'ora esposti sugli altari origina-li di pertinenza delle confraternitedi S. Giuseppe e della Madonna delPurgatorio.

La prima pala, presentata su diun altare in muratura e stucco, ha ilprofilo superiore sagomato secondoun gusto tipicamente barocco che ri-pete quello della cornice anch'essain stucco. Firmata e datata 1762,raffigura la Sacra Famiglia, ma ipersonaggi più verosimilmente sonoatteggiati quasi come nella icono-grafia del "Riposo nella fuga in E-gitto": infatti sono inseriti in un am-biente naturalistico nel quale, frazolle e cespugli, sono dei ruderi - e-

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iCserratore

lementi consueti a siffatta iconogra-fia: vittoria sul paganesimo - sem-plificati ed adattati all'uso "gerar-chico" della disposizione e presen-tazione del gruppo divino. In alto èraffigurato il Padre Eterno, circon-fuso di luce, che irrompe - impetuo-sità sottolineata dal profilo scurodella tenda raccolta a "sbuffo" daun putto sulla destra -, su di un tro-no di nubi sorrette da angeli.

Dall'analisi iconografica dellascena, risulta chiara la preminenzadi S. Giuseppe: Egli, infatti, è rap-presentato in adorazione del Bam-bino sorretto dalla Madre nel suogrembo. Questo atto di venerazionesembra essere ribadito dal gestostesso della Vergine che solleva unlembo del panno - quasi fosse inten-

Nicola Domenico Menzele nacqueprobabilmente a Trani (BA) verso il1729, da Vito e Nunzia Covelli. Daun documento del catasto onciario diTrani del 1754 i genitori infatti risul-tano residenti in quella città, mentre e-gli - annotato in quella registrazionecon la qualifica di "Pittore" - è già"commemorante a Napoli", apparte-nendo appunto alla "Congregazionedelli Signori Pittori".

In questa città (nella quale fors'an-che morì in una data ancora ignota,ma sicuramente posteriore al 1789), èsegnalato successivamente - in modocosì costante da non far supporre as-senze molto lunghe - sia per la presen-za di suoi dipinti (1759; 1769: distrut-ti), sia per la specificazione della loca-lità Napoli apposta accanto alla firmaed alla data di alcune tele inviate inPuglia ed in Calabria (1769, 1772,1789). Inoltre, nel Giornale di Cassadel Banco della Pietà di Napoli del1782 è stato rinvenuto un documentoche attesta un suo pagamento dell'affit-to della sua casa di abitazione, ubicataalla salita del Teatro Nuovo.

E' stato supposto - ed in modo al-quanto convincente - che l'apprendista-to dell'arte della pittura il Menzele losvolse presso la "bottega" -si usa iltermine con tutte le sfumature che es-so può acquisire nel riferimento stori-co al XVIII secolo - di Francesco DeMura (Napoli, 1696-1782): infatti, intutte le sue opere -specie in quelle pro-dotte tra la fine del VI e gran parte delVili decennio del '700 - è chiarissimol'influsso che subì dall'arte di questo

La sacra

famiglia

L'autore

Nicola DomenicoMenzele

celebre Maestro il quale, con la sua co-stante^capacità di rinnovamento, domi-nò l'intero panorama delle arti non solodel Mezzogiorno, ma dell'Italia tutta.

Il nitore del segno ed il colore "tuttoimprontato alla porcellanosa accademiademuriana" che si acclarono sui dipintidell'artista pugliese - e comunque sonopropri di tutta una "squadra" di pittori at-tivi a Napoli attorno alla metà del seco-lo ed anche dopo - rivelano l'aderenza aquella ventata di "classicismo "giunte aNapoli proprio attraverso il De Mura ap-pena rientrato da Torino e Roma. Esem-pi solari di questo sono proprio quelle o-pere elaborate dal Menzele nell'arco ditempo prima indicato; questa condizioneperdurerà anche in seguito, benché in al-cuni dei suoi lavori bisogna denunciarela sclerotizzazione del segno grafico edel timbro coloristico.

Se nei dipinti eseguiti per Corigliano(1762 -1763) e nel Miracolo di S. Nico-la nella chiesa omonima di San Severo(1769) sono stati ravvisati riferimenti amodelli del De Mura, in altre tele sonolampanti le citazioni dello stesso - veree proprie repliche se non copie: il San

Giovanni Battista nella grande tela da-tata 1773, custodita nella matrice diFiumefreddo Bruzio (CS), è identicoa quello eseguito dal De Mura attornoal 1760 ed oggi appartenente alla Col-lezione della Cassa di Risparmio diCalabria e di Lucania. L'Annunciazio-ne del 1774, realizzata per la chiesa diS. Francesco di Paola della stessa cit-tadina del cosentino, è a metà stradala replica e k copia - parziale e conaggiunte - del dipinto omonimo delDe Mura custodito nella Pinacotecaprovinciale di Bari, ma di proprietàdella Pinacoteca di Capodimonte.

Nonostante questi aspetti - che inparte avvalorano il giudizio di pittore"fedele seguace e ripetitore" - è im-portante rilevare, come altri hanno fat-to, che Nicola Menzele, nella culturaartistica tardo barocca del "Regno diNapoli", svolge un ruolo importanteproprio per la diffusione di quei mo-delli pittorici che alimentarono e con-cretizzarono "una sostanziale omoge-neità di orientamenti pittorici intornoai non pochi dipinti (...) del Solime-na e del De Mura importati da Napo-li". La prova diretta è nella richiestadei suoi dipinti da parte della commit-tenza artistica di tutto il Meridione i-taliano, ma i canali di irraggiamentosono ancora da verificare: Calabria,Molise, Puglia e naturalmente, conNapoli, la Campania.

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Madonna del Soccorso. Particolare

ta a svelare il "frutto del suo seno"per presentarlo al riverente padreputativo. Questa qualità di S. Giu-seppe - titolare della Confraterni-ta proprietaria dell'altare - è sotto-lineata anche dalla assialità stabi-lita percettivamente con la visionedell'Eterno: direttrice che potrebbealludere proprio al suo ruolo parti-colarissimo nell'economia della Re-denzione.

L'altro quadro - dalla sagoma i-dentica a quella del dipinto prece-dente - è posto sull'altare marmo-reo della Cappella della Madonnadel Soccorso o del Purgatorio, sedeprivilegiata della Confraternitaad Ella intitolata.

La tela raffigura la Vergine, sedu-ta su nuvole - con veste rossa, mantoazzurro e velo chiaro - che regge sul-la gamba destra il Figlio nudo, ada-giato su di un panno bianco che inparte lo copre. Fra la gloria di nubiche contorna il gruppo volteggianoin vari atteggiamenti dei piccoliangeli: in alto, tre di loro, in pose a-crobatiche, reggono - ma forse gioca-no - con un ampio drappo che apro-no a mo' di baldacchino.

Alla destra della Madonna, inbasso, c'è un angelo - senza ali però,quasi fosse in realtà un'anima elet-ta coperta da un ampio svolazzodel manto della Vergine "auxiliumchrìstianorum"- che, disteso sullenubi - in un azzardato e ben riuscitoscorcio prospettico - tende le brac-cia per liberare dalle fiamme un'a-nima, mentre le altre ancora attén-

Le opere conosciutedi Nicola Menzele

1759: Cristo davanti a Caifa (firmato e datato), Napoli, Seminario Maggioredi Capodimonte (già in S. Maria Cappella vecchia).

1762: Sacra Famiglia (firmato e datato), Corigliano Calabro, chiesa di S.Pietro.

1763: Madonna del Soccorso (firmato e datato), Corigliano Calabro, idem.1768 - 69: Pitture per S. Aniello a Napoli (distrutte 1944).1769: San Nicola fa dono della dote a tre fanciulle povere (firmato e datato

Napoli), S. Severo, chiesa di S. Nicola.1772: Ritratti per il Duca di Termali (ubicazione sconosciuta).

S. Francesco di Paola in adorazione dei Sacri Cuori (firmato e datatoNapoli), Fiumefreddo Bruzio, chiesa di San Francesco di Paola.Annunciazione o Dubbio dì S. Giuseppe (firmato e datato)Fiumefreddo Bruzio, chiesa Matrice.

1773: Sacro Cuore di Gesù fra i Santi Francesco Saverio e LuigiGonzaga (firmato e datato), Fiumefreddo Bruzio, idem.Madonna con Bambino fra i Santi Giovanni Battista, Nicola, Biagioe Michele (firmato e datato), Fiumefreddo Bruzio, idem.

(Del catalogo delle opere del pittore compilato da altri studiosi si espinge inquesta sede, il dipinto custodito sempre nella stessa chiesa di Fiumefreddo rap-presentante la Madonna del Rosario, datato da alcuni 1770, più verosimilmen-te appartenente ad altra personalità dell'orbita solimenesca, affine a quella di L.Antonio Olivieri - Manina Franca: 1686 - 1752).1774: Annunciazione (firmato e datato), Fiumefreddo Bruzio, chiesa di S.

Francesco di Paola.Madonna con Bambino e S. Francesco d'Assisi (firmato e datato),Tram, chiesa di S. Giovanni Lionello.

1775: Consegna dello scapolare a S. Simone Stock (firmato e datato), Trani,chiesa del Cannine.Presentazione di Maria al Tempio (firmato e datato) Barletta,Cattedrale.

1776: Madonna delle Grazie fra i Santi Domenico e Rosa (firmato e datato),Melilo, chiesa parrocchiale.

1777: Ultima cena (firmato e datato), Belmonte (Cs), chiesa parrocchiale.Battesimo di Gesù (siglato), Paola (Cs), Santuario di S. Francesco.Gesù fra i dottori (siglato NM e datato), Paola, idem.Madonna del Carminefra i Santi Domenico e Francesco di Paola(firmato e datato) Tropea (CZ), chiesa di S. Giuseppe.

1779: Battesimo di Gesù (firmato e datato), S. Severo, chiesa di S. Giovanni.1780: Ultima cena (firmato e datato), S. Severo, chiesa di S. Nicola.

(Nella stessa chiesa sono stati ascritti al Menzele due dipinti senzafirma e data: L'Annunciazione e la Pietà).

1785 - 86: Pitture per la chiesa di S. Lorenzo a S. Severo1789: Incredulità di S. Tommaso (firmato e datato Napoli) Tropea, Cattedrale.

Madonna del Rosario (firmato e datato) Tropea, Cattedrale(nella stessa cittadina, nell'oratorio gotico è ricordato un Ecce Homodel quale non si è potuto prendere visione).

Bibliografia: C. T. DALBONO, Storia della pittura in Napoli dalla fine del 1600 anoi, Napoli, 1859, p. 109; A. GAMBACORTA, Arte a S. Severo nel secolo XVIII, in Noti-ziario storico archeologico. Anno 1979, San Severo, 1979, p. 68 e seg; L. GALANTE - R.POSO, Questioni artistiche pugliesi, Galatina, 1985, p. 29; V. PUGLIESE, DipingereSan Nicola. L'arte pugliese tra scuole, commentì e limiti, in // segno del culto. San Nico-la: arte, iconografia e religiosità popolare, Bari, 1987, pp. 91 - 92; M. PASCULLI FER-RARA, Episodi di decorazione a San Severo: i dipìnti di N. Menzele in relazione a tut-ta la sua produzione, in 5° Convegno sulla preistoria, protostoria, storia della Daunia(San Severo: 9 -11 die. 1983), San Severo, 1988, pp. 155 e seg. .

dono supplici. L'anima liberata,che è quasi interamente fuori dalfuoco, è rappresentata di spalle:nella sua impostazione segue la spi-rale - configurazione della libera-zione stessa - impostata dal braccioteso della Madre - largo gesto di in-tercessione - e sviluppata attraver-so la concatenazione delie braccia

dell'angelo senza ali.Lo stato di conservazione delle

due opere è pessimo: vernici ingial-lite, tela lacerata, diffuse mancan-ze di strato pittorico, spesso stratosudicio e varie ridipinture miste ascolature di colla e vernici, dovutead interventi coi quali in passato siè cercato di porre rimedio a danni

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provocati, più che dalla normale a-zione del tempo, dalla nagligenzadegli uomini (bruciature causatedai ceri e poco attenta protezionedurante lavori di pulitura e tinteg-giatura dell'edificio).

Tali condizioni - è bene precisarlo -non permettono di cogliere appienola giusta gradazione delle tinte deidipinti e pertanto non garantisconola loro corretta lettura formale; ben-ché sia possibile, nonostante tutto,cogliere quel "demuranesimo" di ba-se che contraddistingue l'attivitàdi Nicola Menzele, e che sarebbeancor più evidente qualora la super-ficie pittorica fosse libera dalle su-perfetazioni or ora accusate.

Il colore porcellanato - che si puòintuire attraverso le abrasioni del-le vernici e supporre per la conoscen-za di altre opere dello stesso pitto-re - è tipico dell'accademia demu-riana settecentesca alla quale ap-partenne appunto l'autore delledue tele di Corigliano. Queste, neisingoli elementi figurativi, hannovari rimandi, pur non potendo indi-care un prototipo specifico, a compo-sizioni di Francesco De Mura (Na-poli: 1696-1782): dalla volta dipin-ta nel Palazzo Reale di Napoli con"La Gloria dei Prìncipi" (dipintatra il 1737 e il 1738) a queUa dellachiesa dei SS. Severino e Sossio nel-la stessa città con la "Visione diSan Benedetto" (1738-1746: N. SPI-NOSA in Civiltà del 700 a Napo-li. 1734-1799, catalogo della mo-stra, Firenze, 1979 p. 194 scheda n.89), alle perdute decorazioni del Se-dile del Porto di Napoli (1755-1757), fino a quelle condotte semprenel Palazzo Reale napoletano, an-ch'esse malauguratamente distrut-te, in occasione delle nozze di Ferdi-nando IV (1763-1768: N. SPINOSAin Civiltà... cit. p. 202 scheda 95).

Inoltre, per il "tipo" della Madon-na con Bambino adottato per la Sa-cra Famiglia si segnala la dipen-denza, - benché in questa sia rove-sciata - dalla "Madonna con S. Gre-gario Magno" dipinta sempre dalDe Mura, in questo stesso ultimo pe-riodo, per il Convento di Barletta(M. Pasculli Ferrara, Aggiunta pu-gliese a F. De Mura, in "Napoli No-bilissima", 1981, p. 58) e che vennein seguito usato anche in altre ope-re,

Le tele di Corigliano, allo stato

La Sacra Famiglia • Particolare

attuale delle conoscenze, sono fra leprimissime opere conosciute dell'ar-tista pugliese: seguono quella data-ta 1759 e custodita a Napoli nel Se-minario Maggiore di Capodimonte(D. M. Pagano in G. A. Galante Gui-da sacra della città di Napoli, ri-stampa a cura di N. Spinosa, Napo-li, 1985, p. 262), e precedono il Mira-colo di S. Nicola esposto sul soffit-to della chiesa dedicata all'anoni-mo santo a S. Severo (V. PUGLIE-SE, Dipingere San Nicola. L'artepugliese tra scuole, commenti e limi-ti, in // segno del culto. San Nicola:arte, iconografìa e religiosità popo-lare, Bari, 1987, p. 91-92), dove nelcoacervo di figure in volo sono da no-tare alcuni modelli già utilizzati aCorigliano.

E' logico supporre che le tele in e-same siano state eseguite in Napolistessa dietro commissione delle ri-spettive Confraternite per l'esposi-zione sui propri altari, sicuramentepredisposti nei lavori di rifacimen-to - o completa ricostruzione - chel'edificio subì nei secoli XVII eXVIII. Infatti, l'anno 1759 da alcu-ni considerato come quello conclusi-vo dei lavori (G. PATARI, Cennostorico su Corigliano Calabro, Cori-gliano C. 1891, p. 45), in realtà - es-sendo la data opposta specificamen-te alla pittura murale raffigurante"San Pietro"- precisa soltanto il pe-riodo in cui erano in corso le operedi completamento della decorazio-ne interna della chiesa. Ed in talianni dovette essere espletata la ri-

chiesta al Menzele dei due dipinti:contemporaneamente, piuttosto chein due momenti per la vicinanza cro-nologica fra le due opere (1762-1763). Purtroppo la dispersione de-gli Archivi delle Confraternite ci-tate non permette maggiore preci-sione cronologica né tantomeno suchi compì l'atto o su chi fu il trami-te tra i richiedenti ed il pittorestesso, benché non manchino diver-se testimonianze che comprovano inquell'epoca i contatti tra Coriglia-no e la città di Napoli. Nello stes-so indirizzo - è negli anni stessi - sisvolse la commissione dell'arredoarchitettonico della Cappella delPurgatorio: altare e balaustratamarmorea, cancellato bronzeo sono,infatti, di elaborazione napoleta-na.

Bibliografia:

G. AMATO, Crono-istoria di CoriglianoCalabro, Corigliano C., 1884, p. 89; Inventa-rio degli oggetti d'arte d'Italia. II. Cala-bria, a cura di A. Frangipane, Roma, 1933,p.169; E. BARILLARO, Calabria. Guida arti-stica ed- archeologica, Cosenza, 1972, p. 15ò;A. GAMBACORTA, Arte a San Severo, nelsècolo XVIII, in Notiziario storico archeolo-gico. Anno 1979, San Severo, 1979, p. 69; Basi-licata. Calabria. Guida d'Italia del TourìngClub italiano, Milano, 1980, p. 380; M. PA-SCULLI FERRARA, Episodi di decorazionea San Severo: i dipinti di N. Menzele in rela-zione a tutta la sua produzione, in 5° Conve-gno sulla preistoria, protostoria, storia del-la Daunia (San Severo: 9-11 die. 1983), SanSevero, 1988, p. 157; T. GRAVINA CANA-DE', Giosafatte in Val di Crati. Contributoalla storia dei benedettini ed alla conoscen-za di alcune chiese in Corigliano Calabro,Corigliano C. 1988, p. 86,91.