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Il Nuovo Corriere della Ottobre/Dicembre 2019 AIUTACI A MANTENERE IN VITA LA RIVISTA “NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDE” PAGANDO SOLO

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Il Nuovo Corriere della

Ottobre/Dicembre 2019

AIUTACI A MANTENERE IN VITA LA RIVISTA“NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDE”PAGANDO SOLO

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Anno 4 n. 5 - Ottobre/Dicembre 2019Sped. in abb. post. Tab. D aut. DCO/DCCosenza/127/2003 valida dal 14-3-2003

Sede Redazione:870645 Corigliano Cal. Scalo (CS)

Via Nazionale, 57tel. (+39) 0983 885.985cell. 392 46 22 722

E-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE:Antonio Benvenuto

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:Antonio Benvenuto, Salvatore Arena,Fabio Pugliese, Franco Liguori, Rita Beni-gno, Mario Vicino, Luigi Visciglia, ElmoreBenvenuto, Francesco Verardi, FilomenaGreco, Elmore Benvenuto, Elisa Scutellà,Luigi Franzese, Salvatore Perrone, AdrianoMazziotti, Cristian Fiorentino, FrancescoDi Napoli.

FOTOGRAFIE: Salvatore Visca

CONTRIBUTO SPEDIZIONE 15,00SOSTENITORE 30,00

IBANIT43 G010 0580 6900 0000 0002 365

Benvenuto AntonioCorigliano Calabro (Scalo)

AVVISO

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FOTO di COPERTINA: CoriglianoCalabro - Piazza del Popolo

SOMMARIO

NON V’HA LIBROSÌ CATTIVO

CHE NON ABBIA QUALCOSA DI

BUONO

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· Salvatore Amendola è deceduto

· Auguri di Graziano a Stasi

· Incontro Stasi con Ilir Meta

· Bene solo per i Rossanesi!

· Convegno ICSAIC sul popolarismo nel sud

· Francesco A. Battista Arena

· Ricordando Francesco A. Battista Arena

· L’addio a Luigi Algeri

· Nuovo libro su Alfonso Magnanimo Cassano

· Theodora di Rossano

· Incontro positivo con Paola De Micheli

· Riconoscimento per Franco Liguori

· Crescono le adesioni alla “MAGNA GRECIA”

· Nuovo piano Fondi Pesca

· I Brettii: i tardi discendenti degli Enotri

· Agenzia Nazionale contro i sinistri stradali

· Soddisfazioni del Sindaco Mazza

· Occupazioni e lotte in San Demetrio Corone

· Poesia

· Soldato

· Premio Valente: i nomi dei vincitori

· Difendiamo la lingua italiana

· CALABRESI ULTRACENTENARI

· Non consegnamo Villapiana alla criminalità

· Essere genitori oltre le sbarre

· La 106 uccide i cittadini

· I centri storici: risorsa a Km 0

· Approvato il piano di dimensionamento scolastico

· Il cordoglio di Oliverio per Franco de Luca

· Finita la pausa commissariale a Cassano

· Magna Grecia: il silenzio della politica

· Terme sibaritide patrimonio della Calabria

· Elezioni Regionali in Calabria

· Poesia

· Poesia

· Presentazione di due Libri

Attendiamo il vostro pareresulla rivista. Grazie

SALVATOREAMENDOLA ÈDECEDUTO

Dopo una lungamalattia, nonostantel’assistenza medica e

del Personale,Salvatore Amendola èvenuto a mancare ainipoti, alla sorella

Rosetta, ai parenti eamici.

Cresciuto nella scuoladegli Ortale, è riuscito

ad affermarsi nelsettore dei tessuti edell’abbigliamentoaprendo modernilocali persino allo

Scalo di Corigliano eRossano.

Con SalvatoreAmendola scompareuna bella figura di

imprenditore.

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IL MESSAGGIO DI AUGURI DI GIUSEPPEGRAZIANO AL NEO SINDACO FLAVIO STASIÈ il messaggio che Giuseppe Graziano, candidato della coalizione “Il Sindaco che Unisce”, trasmetteal neo eletto sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi.

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Lunedì 10 Giugno 2019 – Accetto con grande rispetto l’esito delle urneche a seguito del Ballottaggio hanno permesso di dare a Flavio Stasi e alla sua Maggioranza l’onore e l’oneredi guidare Corigliano-Rossano e a noi il delicato compito di rimanere vigili e attenti, dall’Opposizione, al de-mocratico andamento del governo della cosa pubblica. Ringrazio, di cuore, tutti gli elettori che hanno ripostocon convinzione la loro fiducia nella mia persona, da candidato sindaco, e nella nostra proposta program-matica volta a rendere efficiente, moderna ed europea la nostra Città ed il suo territorio. A Flavio Stasi gliauguri di buon lavoro affinché da oggi la protesta lasci spazio alla proposta per un Comune che finalmenteha tutte le carte in regola per rivendicare autonomia, diritti e servizi. Corigliano-Rossano è un sogno che hocontribuito a realizzare con l’impegno civico e politico e con il sostegno di tutti i cittadini.L’auspicio – aggiunge Graziano – è che il Primo cittadino già da oggi inizi a lavorare per aggredire e risolverele tante emergenze che affliggono il vasto territorio comunale. Che metta mano allo stato di degrado in cuiversano tutte le contrade, da Apollinara a Pantano Martucci passando per le aree dell’entroterra; che si occupicon celerità delle grandi problematiche interne come la sicurezza delle strade, la carenza idrica e il sistemadi depurazione; che sia subito autorevole nei tavoli interistituzionali per rivendicare la leadership di Cori-gliano-Rossano nell’affrontare e risolvere le questioni aperte della sanità, della mobilità e della giustizia.Non poteva essere diversamente l’augurio che fa Graziano al neo sindaco della grande città Corigliano-Rossano.Stante però alle voci da noi raccolte le cose non vanno per il giusto ruolo. Infatti è in atto una raccoltadi firme per abolire la legge sull FUSIONE. Ci auguriamo che le acque rientrino nell’alveo giusto evitando pa-radossi. Il sindaco Stasi deve adottare un sistema di raccolta di opinioni prima ancora di qualsiasi decisione.

PLATACI: IL SINDACO FLAVIO STASI HAINCONTRATO IL PRESIDENTE DELLAREPUBBLICA DI ALBANIA, ILIR METAGiovedì 7 novembre 2019 – Il Sindaco Flavio Stasi e l’assessore al turismo TizianoCaudullo hanno incontrato il Presidente della Repubblica di Albania Ilir Meta, in occasione dellavisita istituzionale in corso a Plataci.Stasi e Caudullo nell’incontro hanno fatto presente l’importanza di un gemellaggio tra Corigliano-Rossano e Berat, in Albania. Entrambe le due città custodiscono due copie di codex purpureusappartenenti al gruppo dei manoscritti onciali greci risalenti al VI secolo circa e precisamente al primo travasi presso il Museo del Codex nel Centro Storico) e il secondo presso l’Archivio Na-zionale di TIRANA), tutti e due riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio universale dell’uma-nità e inseriti nel Registro della Memoria del mondo.Al Presidente Meta, , è stata consegnata una riproduzione su tela della Tavola dei Canoni delCodex,dopo aver espresso la sua sua disponibilità e apprezzamento per la richiesta del gemel-laggio.Anche in questa occasione, considerata la vicinanza dei Paesi Albanesi a Corigliano, ilsindaco Stasi avrebbe dovuto invitare personalità di Corigliano.Sono piccole cose che provocano l’amarezza istituzionale.

BENE SOLO PER I ROSSANESI!CORIGLIANO-ROSSANO (Cs), Mercoledì 11dicembre 2019 – Eventi di Natale, dopo l’ac-censione nei giorni scorsi delle luminarie edegli alberi nelle principali piazze dellaCittà, prosegue domani, giovedì 12 dicem-bre, la programmazione socio-culturale pro-mossa dall’Amministrazione Comunale conle associazioni ed i privati. Dalle ore 19 inPiazza Steri, nel centro storico di Rossano,si aspetta Santa Lucia, degustando la coccìa

e gli altri piatti della tradizione.Per l’evento, patrocinato e sostenuto dall’Am-ministrazione Comunale, sono previsti giochi,animazioni, musica e baby dance per bambini,spettacoli di magia e giocoleria con il fuoco,bolle di sapone e di fumo, l’arrivo di Babbo Na-tale con i regali e musica popolare.(Fonte: Comune di Corigliano-Rossano (Cs) –Comunicazione Strategica/Istituzionale LeninMontesanto – Comunicazione & Lobbying)

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di Franco Liguori

INTERESSANTE CONVEGNOSUL “POPOLARISMONEL MEZZOGIORNO”ORGANIZZATO DALL’ICSAIC

Il 13 novembre 2019, all’Università della Ca-labria, su iniziativa dell’Istituto Calabrese per laStoria dell’Antifascismo e dell’Italia contempo-ranea (ICSAIC), in collaborazione con l’IstitutoLuigi Sturzo e il Dipartimento di Scienze Politi-che e Sociali dell’UNICAL, si è svolto un inte-ressante convegno sul tema : Alla Scuola diDon Sturzo: il popolarismo nel Mezzogiorno, acent’anni dall’appello ai Liberi e Forti. L’inizia-tiva s’inseriva nel programma di manifestazionicelebrative dell’anno sturziano che si sonosvolte, in varie parti del Paese, nel corso di que-sto 2019, centenario della fondazione del Par-tito Popolare ad opera di Don Luigi Sturzo(1919). Ideatore ed organizzatore dell’impor-tante evento culturale è stato il presidente del-l’ICSAIC, Paolo Palma, giornalista e storicodell’Italia contemporanea, già parlamentare ecapo della segreteria politica del P.P.I. al tempodel segretario Gerardo Bianco, coadiuvato daldinamico direttivo dell’istituto cosentino, delquale fanno parte, tra gli altri, il prof. VittorioCappelli, direttore, e il giornalista-scrittore Pan-taleone Sergi, già presidente dell’istituto stesso.Anche a scorrere semplicemente i nomi deglistudiosi che sono intervenuti, si comprende su-bito che si è voluto dare alla trattazione deltema oggetto del convegno, il “popolarismo”,un taglio non prettamente regionalistico-cala-brese, ma piuttosto meridionalistico, riservandoattenzione anche alle vicine regioni della Basi-licata, della Puglia, della Campania. Lo ha dettochiaramente il presidente Palma, nel suo inter-vento introduttivo, in cui ha affermato, tra l’al-

tro, che l’evento della fondazione del PartitoPopolare conserva ancora oggi tutta l’impor-tanza evidenziata dallo storico FedericoChabodnel lontano 1950, perché “ha sanato il traumadella breccia di Porta Pia e inserito a pieno ti-tolo le masse cattoliche nella vita della na-zione”. Lo stesso presidente si è chiesto, al di làdella suggestione del titolo del convegno, se ivari partiti popolari meridionali siano stati gui-dati effettivamente da “allievi di don Sturzo” ose, invece, non sia il caso di tener presente chenon mancassero nel partito popolare “tante re-altà clerico-moderate” che egli chiama “animeche diventeranno clerico-fasciste e metteran-noin minoranza Sturzo al momento della for-mazione del governo Mussolini”. A questi suoiinterrogativi hanno dato adeguate risposte i re-latori della giornata di studio ad Arcavacata, daRoberto Pasquale Violi, dell’Università di Cas-sino, la cui relazione ha riguardato “Il partitopopolare italiano nel Mezzogiorno”,a Daria DeDonno, dell’Università del Salento, che hasvolto un brillante intervento sul tema della“Difficile rappresentanza del P.P.I. in Puglia”,parlando di “un partito senza leader”. Un altrointervento molto interessante è stato quello diGiuseppe Palmisciano, della Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia meridionale (Napoli), cheha parlato di “Popolarismo, Chiesa e Mezzo-giorno”. E’ emerso dai sopracitati interventi cheun quadro complesso e variegato caratterizzala realtà politico-sociale delle regioni del Mez-zogiorno nell’epoca che precede la nascita delpopolarismo sturziano, e che, tra la fine dell’Ot-tocento e gli inizi del Novecento, erano già natediverse associazione di ispirazione cristianacon l’intento di unire le forze dei cattolici,anche se la direttiva papale del “non expedit”,giudicando “non conveniente” l’impegno deicattolici, nella vita politica del nuovo Stato ita-liano, ostacolava ogni forma di organizzazionepolitica o partitica. Particolare interesse hannosuscitato nel pubblico presente le relazionisvolte dagli studiosi calabresi, nella seduta po-meridiana del convegno, tutte incentrate, comeera giusto che fosse, ad illustrare momenti e fi-gure del popolarismo sturziano nella nostra re-gione e, più in particolare, nella provincia diCosenza. Giuseppe Ferraro, dell’Università di

L'intervento del presidente Palma

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San Marino, ha relazionato sugli antecedenti delpopolarismo sturziano in Calabria e sullaGrande guerra vista come “laboratorio politico”.A proposito di quest’ultima egli ha detto che “imoniti di Benedetto XV a favore della pace edel ruolo universale del magistero della Chiesanon furono sempre ascoltati, anzi vennero piùvolte disattesi. “L’episcopato calabrese, in par-ticolare, assunse, a volte, una posizione di so-stegno allo sforzo militare italiano” ha affermatoFerraro, portando l’esempio dell’arcivescovo diSanta Severina, mons. Carmelo Puija, e del ve-scovo di Cariati, mons. Giovanni Scotti, che inpiù occasioni evidenziarono i vantaggi che laguerra avrebbe potuto procurare alla popola-zione. Interessante è stato anche l’intervento dimons. Leonardo Bonanno, vescovo di SanMarco Argentano-Scalea, che ha parlato di“Don Luigi Nicoletti e il clero cosentino nellastagione del popolarismo”, illustrando la figurae l’opera del dotto sacerdote, giornalista e poli-tico sangiovannese, che dedicò tutta la sua vitaa sostenere le istanze dei cattolici nella vita so-ciale del paese. Don Nicoletti partecipò alla na-scita del partito popolare nel 1919, ne fusegretario per la provincia di Cosenza; dalle pa-gine del settimanale diocesano “Parole di Vita”fece una dura opposizione al fascismo e, dopola Liberazione (1943), fu tra i fondatori della De-mocrazia Cristiana a Cosenza e nella sua pro-vincia, imponendosi come una figurapreminente tra i cattolici calabresi impegnati inpolitica. Puntuale e ricco di spunti di riflessionecritica è stato l’intervento di Vittorio Cappelli,docente dell’UNICAL e direttore dell’ICSAIC,che ha relazionato sul tema: “I fratelli De Car-dona: il prete e il comunista”. Lo studioso ca-strovillarese ha rivisitato, alla luce di ineditidocumenti, i trascorsi politici della famiglia mo-ranese dei De Cardona, alla quale appartene-vano Carlo e Nicola, svelando alcuneinformazioni che smentiscono quegli storici (traquesti L. Intrieri) che videro una linea di conti-nuità tra le posizioni “progressiste” e a favoredelle classi sociali più deboli, di Carlo e di Ni-cola, e quelle delle generazioni precedenti dellaloro famiglia, che furono tutt’altro che liberali evicine al regime borbonico. Altri interventi sonostati quelli di Lorenzo Coscarella, membro deldirettivo dell’ICSAIC, e di Vincenzo AntonioTucci, direttore dell’Archivio Diocesano di Co-senza. Il primo ha relazionato su “La nascita delPartito Popolare a Cosenza”, affermando che“anche in Calabria la nascita del nuovo partitovenne accolta con entusiasmo da quella partedel mondo cattolico attiva da decenni su piùfronti” e che “il nome di don Carlo De Cardona,sacerdote di Morano Calabro operante per

lungo tempo a Cosenza, è un po’ il simbolo diciò che ha rappresentato il movimento cattoliconella provincia di Cosenza. De Cardona infattifondò casse rurali, Leghe del Lavoro, circoli gio-vanili”, sottolineando sempre nei suoi discorsie nelle sue conferenze l’importanza dell’azionee della cooperazione.Il direttore dell’Archiviodiocesano cosentino (Tucci) ha relazionato sultema: “Chiesa, vescovi e politica nel Cosentinonel 1919”, fornendo interessanti notizie e spuntidi riflessione sulla situazione politica ed eccle-siastica cosentina nell’anno in cui si data la na-scita del Partito Popolare. C’è da augurarsi,come ha detto il presidente dell’ICSAIC PaoloPalma, all’apertura dei lavori, che gli interes-santi contributi forniti dagli studiosi intervenuti,possano presto confluire in un volume di atti delriuscito convegno. Un convegno che ha certa-mente approfondito alcuni importanti temi delpopolarismo in Calabria e nel resto del Mezzo-giorno, e che lo stesso Palma, molto opportuna-mente, ha voluto dedicare a quattro “grandistorici calabresi che hanno aperto le prime pistedella ricerca su questi temi e hanno ben meri-tato della cultura storiografica nazionale: Anto-nio Guarasci, Pietro Borzomati, Maria Mariotti,Luigi Intrieri”.

Don Luigi Sturzo

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di Salvatore Arena

Ho riservato per ultimo il “profilo” che l’affettuosoamico Giuseppe Arcidiacono dedicò a mio padre suil Corriere della Sibaritide del marzo 1977 –Anno II-n.3- diretto da Antonio Benvenuto.Quando si è parlato dei personaggi precedenti, mi èpiaciuto intervenire perché facevano parte anchedella mia esistenza. La stessa cosa non posso fare dimio padre, in quanto correrei il rischio di essere fuor-viato dall’amore filiale. Di lui ne scrisse anche il suo affettuoso amico e com-pagno di studi liceali e universitari, avv. VincenzoChiodi. Ne prendo a prestito un “pezzo di un arti-colo”: “Scrivere di Battista Arena è per me un dovereche scaturisce da un’amicizia nata tra i banchi dellascuola e durata una vita intera. Vorrei possedere lequalità necessarie per tracciare un profilo degno dellasua personalità; per scrivere le frasi più idonee a cele-brare la sua bontà, il suo altruismo, la sua generosità,il concetto dell’amicizia, il senso di responsabilitàdella sua missione educativa e, in sommo grado,l’amore verso la famiglia. Pensando con ricordo il tempo trascorso affioranotanti episodi di solidarietà. Da quando, loquace escherzoso, coi capelli al vento, con i grandi occhi at-tenti era sempre il primo a prodigarsi per i compagnidi scuola meno dotati a quando, negli anni del go-liardico fervore romano, soccorreva l’amico in diffi-coltà o assisteva il collega infermo”. Per quanto mi concerne, aggiungo soltanto che miopadre partecipò alla Seconda Guerra Mondiale e subìterribili e interminabili bombardamenti aerei.Al rientro fu nominato Presidente di Sezione dell’As-sociazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi inGuerra, sodalizio al quale si dedicò per oltre tren-t’anni. Indi, passò il testimone a me. Da giovane feceil penalista.Fu tra i fondatori della sezione DC di Corigliano.Amico intimo del più volte ministro On. Avv. Gen-naro Cassiani. Ha fatto in modo che il ministro avesseun’attenzione particolare per Corigliano e la sua ma-rineria. Quando la DC incominciò a cambiare il volto,si allontanò dalla politica, dedicandosi all’insegna-mento e al giornalismo.Dal Presidente Einaudi, nel 1952, fu nominato tra iprimi Cavalieri al Merito della Repubblica Italiana.Ha lasciato centinaia di articoli di attualità e di storiapatria. Ha scritto molto sullo scempio urbanistico che si an-dava verificando nel nostro paese. Fraterno amico di Alberto Graziani, dell’avv. Vin-

c e n z oChiodi, deld o t t o rFrancescoCimino ,DirettoreGeneraleal MiUR,del giorna-lista ItaloDragosei edel dott.GiuseppeFino.Amico edestimatoredei cosen-tini donLuigi Ni-coletti, didon Euge-nio Serra-valle e deipresidi Al-fonso Converso e Giallombardo. E’ stato sempre le-gato ai suoi compagni del liceo classico di SanDemetrio Corone.Fu allievo del preside prof. Fortunato Bruno e da que-sti fu chiamato ad insegnare storia e filosofia al liceoscientifico fin dalla sua istituzione. E di Bruno divenneanche collaboratore. Aiutato dal suo già citato generoso fraterno amicodott. Francesco Cimino, ha lottato perché il liceoscientifico di Corigliano, il primo istituito nel 1938nella nostra Provincia, da legalmente riconosciuto at-traversasse tutti i passaggi necessari per giungere nel1961 alla statizzazione. Altro interessamento spiegò,più tardi, per l’istituzione del liceo classico e per lasua destinazione autonoma a Corigliano. Erano,quelli, i tempi in cui s’investiva nella scuola e nellacultura.Dopo la morte del preside Bruno si adoperò con tutte le sueforze perché allo stesso venisse intitolato il Liceo Scientifico.Ci sono voluti degli anni, ma c’è riuscito. Dagli articoli chescrisse al riguardo e che sono a testimoniare gli eventi, si ca-pisce come le nostre amministrazioni comunali anche neitempi passati abbiano inventato mille scuse per cercare di …oscurare le figure di quegli uomini che, come FortunatoBruno, hanno lasciato a noi tutti un’eredità inestimabile.

FRANCESCO A. BATTISTAARENA

Il prof. Arena con i suoi allievi

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Fu triste la riunione al liceo classico, quella sera. Lapiccola adunanza era di mestizia, la conversazionesommersa: una sedia, forse la meglio qualificata,vuota. Ma il vuoto veniva da tutto, da di dentroanche. Poiché vi sono cose ed uomini, voci che –assenti- si denunziano da sé.Ci consolò la costatazione dei frutti di un impareg-giabile annoso, appassionato lavoro di docente, ilriprodursi di questo negli allievi poiché in essiavendo profuso il sapere, egli docente vi rivive. Lepoche belle parole del prof. Gammetta dissero dilui l’essenziale ed il duraturo: la grande umanità,l’amore per tutto e per tutti, specie per il suo paese.Avendo sofferto, egli dotato da gran carica diamore, istintivamente capiva, aiutava, sollevava,amava. Si può dire che in tal senso pregava; non èinfatti l’amore preghiera il fare il bene essere in Dio?Figlio del tempo eroico della cultura umanisticache tutto permeava come formazione e non no-zione, fu allo Studio romano allievo del Ferri; madi questo positivista prese il rigore culturale, ladensa dottrina soltanto connaturando una Scuolaagnostica, per cui l’attività di penalista veniva fuori,mirabilmente, da duecomponenti nettamentediverse ma da lui egre-giamente armonizzate. Edal cuore limpido, dalpalpito ardente, dallepassioni greche della suaanima, il <<patos>>;quello buono quelloclassico, parla della no-stra gente antica. E que-sto era nelle arringhe,non dimenticabili, di unForo che onorò; nellepiazze, caldi, eccelsi;nella cattedra, campoche egli scoprì si puòdire accidentalmente,ma che lo rivelò a sé ed agli altri.Di lui si dirà e si scriverà. Taluni non passano, nonlo possono poiché rivivono. E’ l’accenno ad unfatto d’oggi che proviene da un’azione passata, èun foglio che viene sottomano, è un ricordo in unaconversazione d’amici o da allievi, certo è che ri-torna ciò che fu e diventa attuale. E di ciò vogliamodire qualcosa, noi che l’avemmo vicino in tanteansie, in tanti episodi, in tante chiare necessarie edecisive battaglie per Corigliano per l’Idea.Spirito libero dell’accademia romana al meglio delsuo splendore, non tollerò prepotenze o limiti alpensiero, all’azione; aderì al movimento cattolico-sociale nelle rovine del posguerra, combattè aspree lunghe lotte perché si affermasse in Corigliano ilpartito dei cattolici; fu candidato al Consiglio Pro-vinciale nel nostro collegio; fu responsabile diri-

gente, fervente nell’opera, nella parola, nelloscritto. Ed ai punti cruciali in cui un uomo ed unmovimento responsabili si collaudano si provanoa sé ed agli altri dimostrò il noto deciso carattere:l’appoggio alla migliore delle nostre amministra-zioni comunali, a quella presieduta dall’avv. Ca-racciolo, e nel durar di questa alle lotte per tuttauna serie di opere fatte e non fatte.La strada Sila, che richiese passione, amore per lapropria prima patria, coraggio a trovarsi soli controtutti, oggetti (addirittura!...) di tentativi di scomuni-che; l’esproprio dell’Ariella e Valli per un’applica-zione delle leggi delle casi popolari rapida e unarealizzazione di una nuova Corigliano, lavoro tre-mendo, fatto di volontà decisa e di cuore; lavoroperso come ancora molti sulla strada che ci rimaseinnanzi e che altri volle percorrere credendo e di-cendo di fare di meglio ma che in effetti si tramutònella più grande sciagura che abbia mai colpito ilcomplesso sociale ed umano del nostro paese con-segnando il tutto alla speculazione dei pochi, al-l’orrore architettonico, alla pericolosità degli edifici,all’inganno ed alla sofferenza dei tanti, tantissimi

concittadini… Non è farpolemica commemo-rando il fatto solenne diun trapasso che tuttora ciangustia nelle lacrime: èrendere merito e giustiziaa chi disinteressatamentefece, pensò, operò, com-battè. Poiché di questi di-sinteressati si tesse lastoria dei fatti positivi,delle opere che si fanno,dei popoli che cammi-nano, del progresso ches’avanza nei programmiche si attuano senza ter-giversazioni, compro-messi, strappi alla

coscienza., corruzione e rapidi arricchimenti, tra-dimenti infine!Abbiamo voluto ricordare così il professore l’avvo-cato e l’amico; abbiamo voluto ricordare per que-ste cose lasciando ad altri l’evidenziare le tanterimanenti. Poiché di lui molto si potrà dire e scri-vere e tutto di bene essendo stata la legge del benela sua legge.E l’accumularsi di tanta benefica umanità nell’ar-dore di un lavoro costante per un quarantennio, anostro avviso, lo privilegia nel saluto estremo, sin-tesi di vita, voce di commiato: potrà infatti, dire conDavide <<Torna anima mia, nella pace perché nelSignore hai fatto del bene; Egli ti ha sottratta allamorte… Sarò, adunque, accetto nella regione deiviventi>>. (Salmi, 114 – 7 8 9).

Giuseppe Arcidiacono

RICORDANDOIL PROF AVV. FRANCESCO A. BATTISTA ARENA

172 - 1950. Il ministro Gennaro Cassiani (alla sinistra dimons. Rizzo) in una visita a Corigliano.

In alto Riccardo Misasi, il prof. Arena, Alfonso Tramontie Giuseppe Arcidiacono

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di Salvatore Arena

Il 5 novembre scorso si è spento a CoriglianoRossano –Area Urbana di Corigliano-, nel cen-tro storico, Luigi Algieri, il 97enne reduce dellaSeconda Guerra Mondiale, uscito vivo daicampi di sterminio nazisti.Tutta la città ha voluto rendere gli onori, com-preso il sindaco Flavio Stasi, a chi, appena ven-tenne, fu avviato a combattere in Grecia.Senonchè, quando il suo reggimento era giàalle porte di Atene, fu colto dall’armistiziodell’8 settembre 1943. A questo punto i soldatitedeschi, sentendosi traditi si scagliarono controgli Italiani: molti furono fucilati sul posto e altri,tra cui il nostro Luigi Algieri, vennero deportatiad Auschwitz e rinchiusi nei campi di sterminioe destinati al lavoro coatto.Quando l’artigliere Algieri viene liberato dagliAmericani nell’aprile 1945 ritorna in patria.Scampato alle violenze naziste per volere diDio, nonostante le incancellabili ferite nel suoanimo, si è dedicato al lavoro e alla famiglia. Per anni ha dovuto tenere dentro di sé le bruttecose patite e viste. Ciò perché il clima politiconon era ancora maturo per aprirsi alla con-danna di quei misfatti. E quando, in età avan-zata, capì che poteva parlare fu felice di fare iprimi approcci con il pubblico e con i ragazzidelle scuole.Nei suoi discorsi ha parlato sempre di pace, delrispetto delle persone, del ripudio delle guerre.I ragazzi lo ascoltavano con estrema attenzione.Mi voleva bene e non partecipava ad alcunamanifestazione se non con me al suo fianco. Commovente l’omelia di don Gaetano Fede-rico, parroco della Chiesa di S. Antonio.

Al termine della cerimonia religiosa, ho volutoporgere l’estremo saluto al mio amico. Trascrivoqui di seguito quanto pronunciato: “Mio carissimo Luigi,il 4 Novembre scorso ti ho atteso nella Chiesadi San Francesco, pur sapendo che non ti potevimuovere. Per anni siamo andati assieme adonorare i Caduti, e, negli ultimi tempi, dal palcodelle Autorità, sei intervenuto e hai saputo par-lare, ai ragazzi in modo particolare, invitandolia tenersi lontani dalle guerre, a lottare per lapace, ad amare l’altro.Ti ho atteso. Il tuo posto, virtualmente, è stato,comunque, vicino al mio. Ma non pensavo lon-tanamente che te ne saresti andato in silenzio.Tu Medaglia d’Onore, Benemerito della Se-zione Carabinieri in congedo di Corigliano,dopo molti anni sei riuscito a confessarmi la tra-gedia da te vissuta allorchè nella SecondaGuerra Mondiale fosti chiamato alle armi per fi-nire nei peggiori lager nazisti, ad Auscwitz eBocum.Quante violenze hai dovuto subire per aver ser-vito la Patria in armi. Quante cose brutte haivisto: le camere a gas, le fucilazioni in massa,le uccisioni dei bambini strappati alle mamme.E al tuo ritorno a Corigliano per molti anni nonsi è potuto parlare di quanto tu e gli altri avevatesofferto. Sì, perché abbiamo vissuto un certo pe-riodo in cui la storia ci impediva di ricordarel’Olocausto.Poi, venne il momento di poter raccontare ilpassato e tu, convinto dal tenente Langella deicarabinieri e da me, hai capito che bisognavamettersi al servizio della società e dei giovani

L’ADDIO A LUIGI ALGIERIDEPORTATO NEI CAMPI DISTERMINIO NAZISTI

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spiegando le irripetibili brutture patite e metten-doli in guardia da avventure politiche del ge-nere.L’anno scorso, a Febbraio, sei venuto con mealla scuola media statale Erodoto dove i ragazziti hanno ascoltato con grande interesse. Ed èstato l’ultimo regalo che hai fatto alla gioventùdi Corigliano.Dopo tutte le vicissitudini passate sei stato unlavoratore esemplare ed un padre di famiglia ec-cezionale.Non è un caso che tu sia partito verso l’Eternitànel giorno successivo a quello della celebra-zione dei Caduti in Guerra. Adesso sei con loronella dimora degli eroi.Tengo a sottolineare che sei stato una vittima in-consapevole della pagina più triste e nefastadella Nostra Storia del ‘900. Hai combattuto in Grecia e, dopo l’armistiziodell’8 settembre 1943, i tedeschi hanno co-stretto te e i tuoi compagni a deporre le armicon la promessa – risultata falsa- che vi avreb-bero mandato in Italia.Invece, vi stiparono in carri bestiame senzamangiare e senza bere e dopo due giorni e duenotti di viaggio vi trovaste davanti ai cancelli diquello che io definisco il più grande campo disterminio di tutti i tempi. Da quel momento hai

vissuto in prima persona l’Olocausto sorrettodalla fede in Dio. E Dio ti ha protetto: ti ha fattoritornare a casa perché un giorno potessi gridarea tutti che certi crimini non possono essere piùconsentiti. Le guerre, infatti, portano solo morte,distruzione e nefandezze.E tu hai assolto al compito di essere un amba-sciatore di pace.Caro amico Luigi, ti unirai adesso ai tuoi com-pagni di viaggio e di sventura che sono volati inCielo qualche tempo fa; e lì, sull’attenti, rispon-derai all’ultimo contrappello.Da ex militare a militare ti saluto come si fa coni grandi soldati: ONORE ALL’ARTIGLIERELUIGI ALGIERI, MEDAGLIA D’ONORE, RE-DUCE DAI CAMPI DI STERMINIO NAZISTI”.A seguire le note del silenzio. Così Luigi Algieri,accompagnato da un prolungato applauso, siavviava verso La Casa Eterna.A noi tutti e ai famigliari in particolare rimane ilricordo di un Uomo che ha sofferto molto perdifendere l’Italia in guerra rimanendo intrappo-lato in vicende storiche più grandi di lui e dinoi. Non solo: è stato grande perché ha lasciatoun messaggio di amore che deve affratellare ipopoli e tenerli lontani dai disastrosi eventi bel-lici.

Alle TERME di Cassano si è svolto un EventoCulturale nella presentazione del libro su AL-FONSO IL MAGNANIMO CASSANO – Con-tinuare ad essere punto di riferimento territorialeper la promozione del patrimonio identitario eculturale raccontato intorno alle eccellenze edai protagonisti della CALABRIA e del Mezzo-giorno è sempre conveniente partecipare.È conquesto spirito e con questa missione – dichiaral’Amministratore Domenico LIONE – cheTERME SIBARITE continua ad impreziosire l’of-ferta di servizi e cure termali con iniziative edeventi culturali insieme alle numerose campa-gne di sensibilizzazione e di prevenzione. Que-sta è – scandisce – la nostra idea ed il nostroimpegno concreto di responsabilità sociale. Per

la struttura pronta ad inaugurare la stagione ter-male 2019 il prossimo LUNEDÌ 20 MAGGIO,educazione alla salute, servizi di qualità e pro-mozione culturale camminano di pari passo.ALFONSO IL MAGNANIMO – Il Re del Rina-scimento che fece di Napoli la capitale del Me-diterraneo. È, questo il titolo del saggio diGiuseppe CARIDI che sarà presentato SABATO18 MAGGIO, alle ORE 17,30 nella SALA IGEA,all’interno del complesso di via delle TERME,nel centro storico. L’evento patrocinato daTERME SIBARITE, sarà coordinato da LeonardoALARIO, presidente dell’Istituto di Ricerca e diStudi di Demologia e di Dialettologia (IRSDD)di CASSANO

NELLE TERME SIBARITIDE:PRESENTATO IL LIBRO SU ALFONSO ILMAGNANIMO DI CASSANO

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THEODORA DI ROSSANO(FINE SEC. IX - 28/11/980)28/11/2019 : 1039° ANNIVERSARIODI UNA SANTA ROSSANESEDIMENTICATAdi Francesco Filareto

Viviamo in un tempo di smemorati. Il pensierounico dominante educa, ma è meglio dire dis-educa alla rimozione della memoria storica col-lettiva. Viviamo sommersi in un presentismoconsumistico, arido, egoistico, angosciante, in-felice. Siamo come degli alberi imponenti, masenza radici, esposti noi e quelli che verrannoallo “spaesamento”, al disorientamento, allaperdita del senso dell’identità culturale di ap-partenenza e alla perdita di un progetto di vitaper il futuro. Muoversi fuori dal coro, contra-stare tutto ciò, resistere è impresa molto arduae ancora più ardua è la reattività e più ardua an-cora è l’inversione di tendenza. Ma, senza me-moria della nostra vicenda umana collettiva epersonale, del nostro “villaggio vivente nellamemoria” (Ernesto De Martino), non c’è cono-scenza e, quindi, non c’è amore per la propriacittà, per la propria comunità civile, e non c’è,di conseguenza, l’orgoglio di sentirsi parte di uninteresse generale e di un bene comune. Chiusinel nostro “particulare”, individualistico e fami-listico, conduciamo una vita arida, insoddisfa-cente, inutile agli altri e a se stessi, anonima,senza lasciare tracce di noi stessi. Ripetiamogli errori e gli orrori del passato. Non parteci-piamo alla vita politica, cessiamo di essere cit-tadini attivi, ci dimettiamo da cittadini attivi,diventiamo qualunquisti, soggetti di spirito di ri-nuncia, di rassegnazione, di paranoia. Non so-steniamo le persone perbene che testimoniano,con coraggio e servizio, l’eticità, la coerenza,l’impegno tra e per gli altri. Ci asteniamo datutto o ci affidiamo per le rappresentanze istitu-zionali a individui impresentabili.Ciò nonostante, ci sono ancora testimonianzedignitose, autorevoli, credibili, che alimentanola “resistenza civile” (Giancarlo Costabile) e lasperanza che l’impossibile diventi possibile.Tra queste ci sono gli uomini di cultura o, permeglio precisare, di “cultura organica”, ossia dicultura che si incrocia con l’impegno etico e ci-vile per cambiare e migliorare la nostra societàdi appartenenza. Questi uomini-persone, con-

tro ogni convenienza personale e familiare,sono chiamati a parlare, a fare coscienza, ascuotere le coscienze, a muoversi contro cor-rente, a essere “bastian contrari”, “ribelli posi-tivi, ricostruttori di buona comunità” (PinoAprile), profeti di speranza e di prospettive dirinnovamento. Perché la cultura, quella vera econcreta, è e dev’essere legata alla vita e all’im-pegno nel nostro qui ed ora.In questo quadro e con queste finalità facciamomemoria di una rossanese vissuta nel secolo X,Theodora, nella ricorrenza del suo 1039° anni-versario, nella speranza di salvarla dalla sme-moria, dalla dimenticanza e di restituirla allaconoscenza dei suoi concittadini di Rossano edella città nuova di Corigliano-Rossano.Ricostruire le notizie sulla vita e sull’opera diTheodora non è cosa facile. Le poche informa-zioni, dirette e di prima mano, le possiamo ri-cavare da una fonte letteraria importantissima,la biografia o “Bìos” di San Nilo, scritta, tra il1035 e il 1045 nella Badia di Grottaferrata, dalrossanese San Bartolomeo 1, che conobbe nellasua prima permanenza a Rossano la Nostra.Theodora nasce intorno alla fine del secolo IX(poco più di uno o due decenni prima del 910,anno di nascita di Nilo), “da nobili e onesti manon troppo agiati genitori Eusebio e Rosalia”, aRossano, dove trascorre tutta la sua vita, fino al“28 novembre 980”, anno della sua morte.Sappiamo che, inizialmente, è, in qualità dimonaca, consigliera e guida materna di Nilo,infatti, il “Bìos” ci informa che: ella “amava ilsanto Padre Nilo, sin da quand’era giovanetto,

1 Ὁ Ἅγιος Βαρθωλομαῖος ὁ νέος, “ Βίος καὶ)ολιτεία τοῦ ὁσίου )ατρὸς ἡμῶν Νείλου τοῦΝέου” , testo originale greco e studio introduttivoa cura di P. G. Giovanelli, Badia di Grottaferrata1972; Giovanelli G. (a cura di), San Nilo di Rossanofondatore di Grottaferrata” (Traduzione in italianocon note esplicative), Grottaferrata 1966; AA. VV.,Atti del Congresso Internazionale su S. Nilo di Rossano(28/9-1/10/1986), Rossano-Grottaferrata 1989.

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11quasi un proprio figliuolo”. Ma, quando Nilo sifa monaco e acquista fama di saggezza e san-tità, accetta, con umiltà, di diventare discepoladel suo discepolo. Una doppia novità, rivolu-zionaria per quei tempi di omofobia o di diffi-denza verso le donne, segnatamente da partedel Monachesimo, che nelle donne vedeva glistrumenti del maligno e alle donne vietava per-sino l’ingresso nei Monasteri. Nilo e Theodoraanticipano, per scelta di vita e comunanza difede vissuta, di circa due secoli, i due Santiumbri, Francesco e Chiara.Il “Bìos” ci informa di uno scambio di “lettere”tra Nilo e Theodora su una questione umanarilevante. Nel 945 circa, un umile e poverocontadino, il ventenne Stefano, anch’egli rossa-nese, perso il padre, decide di monacarsi e diseguire Nilo; lascia, perciò, il suo lavoro, la suacittà, ma lascia anche la mamma e la sorellasenza sostentamento e protezione. Nilo, che al-lora si trova nella zona ascetica del Mercurion(sulle pendici del Pollino) e conduce un’ascesisolitaria, anacoretica ed eremitica, nella grottadi S. Michele, è restio ad accogliere la richiesta,che avrebbe potuto creare proseliti e distoglierlodal suo rapporto diretto e personale con l’Asso-luto (altri, infatti, verranno dopo: Giorgio e Bar-tolomeo di Rossano, Proclo di Bisignano ecc.).Ma, “non riuscendo a farlo recedere dal suoproposito”, lo accoglie come suo discepolo e,nello stesso tempo, “crede giusto di prendersisollecitudine” della mamma e della sorella diStefano. Perciò, mosso dalla carità e dalla mi-sericordia, Nilo indirizza alcune “sue lettere”,le più antiche di cui ci dà notizia il “Bìos”, maa noi non pervenute, alla “Madre Theodora”,allora Badessa Superiora del Monastero mon-tano dell’Arenario, detto anche di Sant’Opoli,con le quali le fa richiesta di accogliere e ospi-tare le due familiari di Stefano, bisognose di unricovero e di aiuto spirituale e materiale. La ri-chiesta di affidamento della mamma e della so-rella di Stefano viene favorevolmente accolta daTheodora, che dà loro ospitalità nel Monasteroda lei diretto, uno dei numerosi Monasteri dellafamosa Montagna Santa (òros àghion) di Ros-sano; e lì le due donne, che ricevono spesso levisite di Stefano “nel tempo delle mietiture”, vi-vono alcuni anni serenamente e “in pace” finoalla conclusione della loro esistenza terrena. Ipassi del “Bìos” ci fanno intendere, abbastanzachiaramente, che Nilo è il fondatore di quelMonastero, che si trovava sulla montagna di

Rossano e aveva due reparti, uno per monaci el’altro per monache. Quest’ultimo egli affida aTheodora, che ne è la Badessa o Superiora.Detto Monastero era ubicato al “Varco del Ri-nacchio” o nella contrada di “Ceradonna” (ter-mine che unisce due parole: la prima greca“kùria” e la seconda latina “domina”, aventi lostesso significato di “la Signora”, ossia Theo-dora) oppure nella zona della “Vadda era Pa-tissa” (ossia “la Valle della Badessa”, Theodora).Alcuni anni dopo, intorno al 970, Nilo, con-vince Theodora e le sue monache ad abban-donare il Monastero per due buoni motivi:perché esso è in montagna, lontano dal consor-zio umano, dove il clima per alcuni mesi al-l’anno è particolarmente rigido e l’ambiente èdifficile, e soprattutto perché è esposto alle fre-quenti devastanti incursioni dei Saraceni isla-mici (che, poco dopo, lo saccheggeranno e lodistruggeranno). Nilo le fa trasferire a Rossano,nella Grecìa, nel quartiere più antico della città,precisamente nel Monastero femminile e an-nesso Oratorio di S. Maria Anastasìa. I due immobili (Oratorio e Monastero) furono“edificati a sue spese”, intorno alla metà del Xsecolo, da “Eufràsio o Euprassio, creato dai Ba-sileis di Bisanzio Giudice d’Italia e di Calabria”(ossia Governatore), che allora “dimorava a Bi-sanzio”. L’Oratorio (che probabilmente inglobauna precedente costruzione ed era utilizzato daimonaci delle sottostanti Laure per la loro ascesicomunitaria) e il Monastero sono destinati a“un Ascetario di sacre vergini” e affidati alla “di-rezione di un monaco di nome Antonio”. Que-sti, però, in pochi anni, riduce l’Oratorio e ilMonastero in “precarie e disastrose condizioniper l’incuria di lui”. Prossimo alla morte, “si ri-volge” a Nilo, “lo costituisce procuratore di tuttii suoi beni” e lo incarica di risanare e riqualifi-care quegli immobili. E Nilo, poco dopo il970, anno di un terremoto che si abbatte sullacittà, lascia il Monastero di S. Adriano (nell’at-tuale S. Demetrio Corone), il primo da lui fon-dato, e fa ritorno nella sua città natale perrifondare e “ricostituire” sia l’Oratorio e sia l’at-tiguo Monastero. Egli “intitola” entrambi a S.Maria Anastasìa, li destina a “tutte le verginidisperse” della città e del territorio, alle vedovedi Rossano nonchè alle monache del Monasterodell’Arenario, trasferitesi nella città, e li affidaalla direzione di “una Superiora”, la sua allievala Badessa Teodora, che in quel Monasterotrascorre il resto della sua vita e dove viene

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12“seppellita” il 28 novembre 980. Passa altro tempo “da Bisanzio giunge a Ros-sano, con grande fasto e ostentazione, Eufràsio(o Euprassio), il Giudice imperiale d’Italia e diCalabria”, accolto trionfalmente da tutte le au-torità politiche e religiose della città e del do-minio bizantino. Ma, “dopo tre anni muore e ilsuo corpo fu deposto nel Monastero delle ver-gini di S. Anastasìa”, dove viene sepolto.Ignoriamo, a causa di inesistenza di fonti nar-rative e documentarie, qual è la vicenda storicadei due manufatti bizantini nei decenni e secolisuccessivi. Verosimilmente, all’indomani dellalatinizzazione forzata della Chiesa e della Dio-cesi di Rossano (1460-1462), imposta dal Papae dall’Arcivescovo Matteo Saraceno, l’anticoOratorio di S. Anastasìa cambia il suo nomenell’attuale San Marco, viene ingrandito con uncorpo di fabbrica aggiunto e diventa una Chiesaparrocchiale aperta al pubblico fino ad anni re-centi; invece, il Monastero di S. Anastasìa vieneprivatizzato e trasformato in una civile abita-zione, ora di proprietà Nola. Bartolomeo, il biografo di Nilo, con poche maefficaci pennellate, ci lascia un profilo forte diTheodora, “tale di nome e di fatto” (il termine

greco significa infatti “dono di Dio” o “colmadi doti divine”), “una vergine molto vene-randa”, “vegliarda santa e molto prudente esaggia”, una donna forte che fa una scelta difede radicale e anticonformista di “un genere divita ascetico assai rigido”. Ella si caratterizzacome testimonianza di religiosità autorevole ecredibile, tanto da fare scrivere a Bartolomeo:“non so se Rossano ne abbia generata un’altrasimile a lei”.Aggiungo, non so quanti a Rossano la ricor-dano. Ne fa memoria qualche calendario,come quello del Convento dei Frati MinoriCappuccini “S. Maria delle Grazie” dellaChiesa di S. Pio di Pietralcina (S. Giovanni Ro-tondo), che oggi, 28 novembre, la ricorda comela “Santa Theodora di Rossano”. Ne fa me-moria il settimanale “la Domenica” distribuitonelle Chiese d’Italia il 27 novembre. Ne fac-ciamo memoria anche noi con il presente brevearticolo e con la lettura di questo articolo, ri-cordandola - anche - per essere la prima donnadi Rossano a emergere dalle nebbie della storiae a occupare un posto nella storiografia dellacittà e della Regione.Rossano, 28/11/2019.

POSITIVO L'INCONTRO CON ILMINISTRO DEI TRASPORTI PAOLADE MICHELI

Il commissario straordinario dell’Autorità por-tuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, ha in-contrato il Ministro per le Infrastrutture e iTrasporti, Paola De Micheli. Nel corso dell’incontro, Agostinelli ha illustratoal Ministro le attività di rilancio e di infrastrut-

turazione, che l’Ente ha messo in campo per ga-rantire allo scalo calabrese di tornare ad assu-mere una posizione leadership nelMediterraneo. Si è, quindi, soffermato sull’im-portanza del gateway che però, nonostante siastatorealizzato, rimane inattivo a causa dell’as-senza di collegamento tra l’infrastruttura por-tuale e la rete ferroviaria italiana. A conclusione della riunione, il commissariostraordinario Agostinelli ha invitato il MinistroDe Micheli a conoscere personalmente ilporto di Gioia Tauro, nell’ambito della sua vi-sita istituzionale, fissata per martedì prossimoin Calabria. L’arrivo del Ministro a GioiaTauro è previsto nel pomeriggio di martedì.

da fonte portuale

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IMPORTANTI RICONOSCIMENTI PER LOSTORICO FRANCO LIGUORI

Lo studiosoFranco Liguori,appassionatocultore di studistorici sullaCalabria an-tica,moderna econtempora-nea, è stato in-s i g n i t orecentementedi due impor-tanti nomine:“delegato cor-r i sponden tete r r i to r i a le”dell’Istituto Ca-labrese per laStoria dell’An-

tifascismo e dell’Italia Contemporanea (ICSAIC)e dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Ita-liano, che si vanno ad aggiungere a quella dimembro della Deputazione di Storia Patria perla Calabria, prestigiosa istituzione culturale,della quale fa parte fin dal lontano 1987. Lau-reato in Lettere classiche all’Università di Roma“La Sapienza”, con tesi in Storia della MagnaGrecia, Liguori ha insegnato materie letterarienei licei per un quarantennio, affiancando al-l’attività dell’insegnamento un costante impe-gno negli studi storico-culturali sulla Calabria,collaborando a riviste di cultura regionale, tracui “Il Serratore”, “Calabria letteraria”, “NuovoCorriere della Sibaritide”, “Mondiversi”,“Nuove Lettere Meridionali”, “Rivista calabresedi storia del ‘900”, ”Rivista storica calabrese”,“Il bene comune-Arte, cultura e civiltà per ilterzo millennio”. Dal gennaio 2016 è presi-dente della Sezione regionale calabrese dellaSocietà Italiana per la Protezione dei Beni Cul-turali (SIPBC Onlus), un’associazione non lu-crativa di utilità sociale, che opera nel settoredella tutela, promozione e valorizzazione deibeni archeologici, storico-artistici ed ambien-tali, e in tale ruolo ha organizzato e continuaad organizzare, in sinergia col Polo Musealedella Calabria ed altri istituti che si prefiggonole stesse finalità, incontri di studio e convegnisu temi riguardanti i beni culturali calabresi.Partecipa frequentemente a non pochi conve-gni di storia e cultura calabrese, relazionando

sui temi più svariati. Oltre ad un gran numerodi articoli e di saggi apparsi su vari periodiciculturali regionali, Liguori ha al suo attivo di-verse pubblicazioni, tra le quali si ricordano:“Cariati nella storia. Vicende di un comunedella Calabria ionica dalle origini ai nostrigiorni”, scritto in collaborazione col fratello Ro-mano ed edito nel 1981, volume insignito del“Premio letterario Città di Cirò Marina” per lamonografia storica; “Cariati, la formidabilerocca dei Ruffo e degli Spinelli” (guida archeo-logica e storico-artistica della cittadina ionica,edita nel 2013) ; “Stefano Patrizi, un riformatoredel Settecento”(2004) saggio storico-letterariosul celebre giurista cariatese del XVIIIsecolo;“Sybaris tra storia e leggenda”(2004),saggio storico-archeologico e guida agli scavi eal Museo della celebre città magno greca; “Gre-cia e Magna Grecia, il cammino degli dei”,libro edito nel 2000 a Roma e tradotto anchein inglese e in greco : una guida storico- archeo-logica alla scoperta della Calabria magnogreca,con prefazione del celebre archeologo Ema-nuele Greco; “Locri Epizefiri, una città dellaMagna Grecia”, saggio storico-culturale editoin Grecia ed inserito negli Atti di un convegnointernazionale di studi storico-archeologicisvoltosi ad Agrinion (Grecia) nel 2002, al qualel’autore ha partecipato in veste di relatore, inrappresentanza dell’Italia; “Luigi Siciliani, unpoeta e scrittore calabrese tra classicità e deca-dentismo”, monografia critico-letteraria, editanel 2011, sul poeta e scrittore nativo di Cirò,amico di Giovanni Pascoli, vincitrice del Pre-mio Letterario Nazionale di Calabria e Basili-cata, per la saggistica, nel 2012. Per i suoi studie la sua produzione saggistica, Liguori ha rice-vuto diversi premi letterari: il “Sybaris-MagnaGraecia” per il giornalismo meridionale, nel1982; Il “Premio Crathis” per la saggistica sto-rica, nel 2006; il “Premio Internazionale SilvanaLuppino” nel 2018, per il suo impegno di ope-ratore culturale in difesa dei beni archeologicidella Calabria magno greca; il “Premio Eccel-lenze di Calabria”, Sezione Cultura/Studi sto-rici, nel 2013. Al prof. Liguori, assiduocollaboratore del “Corriere della Sibaritide” findal lontano 1981,facciamo i migliori auguri peri prestigiosi incarichi culturali appena affidatiglied auguriamo buon lavoro !

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CROTONE: CRESCONO LE ADESIONI PER LA“MAGNA GRECIA”

Cresce l’attenzione attorno al Comitato “MagnaGraecia”. Nella seconda uscita pubblica, ospi-tata presso la sala delle adunanze del Comunedi Crotone, si è registrata una straordinaria cor-nice di pubblico, qualificato e attento. Più di 50le adesioni assunte tra amministratori locali, as-sociazioni, persone fisiche. Altrettanto apprez-zata dal Comitato la partecipazione massiva deirappresentanti della carta stampata, dei giorna-listici operanti nel settore radiotelevisivo e deisocial, che hanno partecipato alla conferenzastampa tenuta per l’occasione un’ora prima dal-l’inizio della presentazione ufficiale. Un ringra-ziamento il Comitato lo rivolge al Comune diCrotone per l’ospitalità prestata.Grande successo di pubblico, dunque, ed en-tusiasmo per l’iniziativa intrapresa dal Comi-tato. Ribaditi i punti salienti: riequilibrio deldato demografico delle 5 province esistenti; at-tuazione dei principi di pari dignità tra aree ter-ritoriali calabresi; lotta al centralismoattribuibile alle classi dirigenti espressione deicapoluoghi di provincia e di regione sprovvistedi una visione lungimirante dell’intero sistemaCalabria; rivendicazione dei diritti costituzio-nali calpestati, quali il diritto a una giusta edequa mobilità pubblica, a un più efficiente ser-vizio sanitario, al ripristino di una giustizia diprossimità, al rilancio del sistema produttivo, tu-ristico, agricolo. Le due aree della Sibaritide edel Crotoniatide sono vittime di un vero e pro-prio atto di cannibalismo socio-economico-pro-duttivo.Il tracollo di Crotone e di Corigliano Rossanonasce da una cabina di regia ben precisa. Nellacittà di Pitagora vi erano tutte le condizioni af-finché, la stessa, potesse divenire un vero puntodi riferimento per l’intero sistema Calabria. E in-vece, è stata ridotta ad area depressa, fanalinodi coda per qualità della vita nella classifica na-zionale delle 107 province italiane, per tasso didisoccupazione e per produttività. Dati assurdideterminati da un atteggiamento di vero ostru-zionismo perpetrato da una classe dirigentecentralista miope, avvitata su se stessa, e sprov-vista di una visione politica di ampio respiro.Tutti fermi di fronte a un atteggiamento delloStato inqualificabile che propone l’industria pe-sante, compromettendo le sorti vocazionali deidue territori, da un lato Pertusola (Crotone), dal-l’altro ENEL (Corigliano Rossano), determi-nando di fatto la morte in eterno di prestigiosearee sulla costa ad alta vocazione turistica.

Oggi, in quelle aree, sussiste un ammasso dimateriale ferroso e abbandonato, mai rimosso,e senza giungere ad alcuna bonifica. Una cabina di regia che tende ad ucciderel’economia del versante jonico rivierasco: sonostati citati, non a caso – nel corso dell’incontro– i processi storici ed attuali della rete infrastrut-turale. Cenni sullo scempio della tratta ferratajonica, i cui lavori di elettrificazione Taranto-Metaponto- Sibari- Cosenza si completarononegli anni Ottanta, isolando il tratto Sibari- Cro-tone. Strategia che, per via della evoluzionetecnologica di Trenitalia, provocava la soppres-sione di convogli e stazioni ferroviarie. Lostesso disegno criminale è in atto per la statale106 jonica: finanziata la tratta Roseto-Sibari a4 corsie e già pronto il collegamento Sibari –Firmo. Mentre per il segmento Sibari- Crotoneè prevista la realizzazione di rotatorie. Tuttoquesto ha sortito l’effetto di una morìa gradualedei territori del crotoniatide e in larga partedella Sibaritide. Verificando le condizioni del-l’arteria è constatabile visibilmente come lavera priorità fosse proprio la tratta Sibari-Cro-tone.Occorre, al contrario, accelerare il processo dielettrificazione della tratta ferrata, battersi perun 106 a 4 corsie sulla Sibari-Crotone, dare at-tuazione alle vie del mare, e consentire il rag-giungimento dello scalo aereo di Crotone inpoco tempo, così da rilanciare l’importante in-frastruttura e garantire un servizio efficienteall’utenza dell’alto jonio. Con la costituzione della Provincia della MagnaGraecia – a parere del Comitato – sussistono lecondizioni per uscire dell’ isolamento. Moltodipende dai cittadini e dalla capacità di far sen-tire il peso della mobilitazione attorno a questoprogetto. Tutti sono chiamati in causa: gli im-prenditori, i sindacati, i professionisti, il mondodella scuola, la Chiesa, la politica, i giovani.Crotone e Corigliano Rossano, due grandi cittàdalle notevoli potenzialità, si presentano concaratteriste inquietanti: la desertificazione asso-luta delle vie principali delle due città, stazioniferroviarie chiuse, commercianti con l’acquaalla gola, imprese al collasso, ospedali piegatiad offrire i servizi minimi essenziali. Costo dellavita per ciascun cittadino alle stelle, per viadelle politiche nefaste del centralismo. La nuova Provincia della Magna Graecia cam-bia volto all’esistente! L’introduzione di due“co-capoluoghi” si traduce in maggiore autore-

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FONDI PESCAPROTAGONISTE LE COMUNITÀ LOCALI. EVENTO A CORIGLIANO-ROSSANOPROMOSSO DAL FLAG

volezza e prestigio nei rapporti di forza con lealtre realtà della stessa Calabria.Il potere decisorio politico-istituzionale non piùin mano al centralismo ma alla MAGNA GRAE-CIA, solo così si potrà combattere la parte cul-turale di assoggettamento politico abbattendoogni steccato di tipo localistico e ragionando inottica di inclusività sussidiaria tra i due “co-ca-poluoghi” e le loro rispettive aree di pertinenzanella grande e unica area vasta “MAGNAGRAECIA”. Disegnare una nuova portualità, immaginare levie del mare, stipulando convenzioni con com-pagnie di navigazione per garantire collega-menti Sibari/Corigliano-Rossano/Crotone eviceversa, e avviare rapporti anche commerciali(via mare) con la Puglia mediante l’impiego dialiscafi. E, contestualmente, rendere navigabileil Crati, così da tradurre in indotto politiche tu-ristiche sul fronte Cosenza-jonio. Tra i primi risultati immediati un ospedale di ec-cellenza HUB (requisito minimo di abitanti300mila), una direzione sanitaria provinciale

autonoma ed azienda ospedaliera, una centraleoperativa autonoma del 118. Con questa futuraorganizzazione cesserebbe lo svilente eserciziodi sindaci e parlamentari che mendicano alleistituzioni l’aumento di un singolo medico inpronto soccorso o in altre divisioni. L’avvocato Antonio Senatore – amministrativi-sta del Foro di Roma- ha spiegato come, al finedi raggiungere l’obiettivo, sia necessario perve-nire alla deliberazione dei Consigli comunali,seguiti dai pareri non vincolanti di Regione eParlamento. Puntare, infine, su un brand turi-stico che culturalmente ruoti attorno alla storiadella MAGNA GRAECIA, così da intercettarel’attenzione internazionale.Prossime tappe: redazione di un progetto illu-strativo da consegnare ai sindaci, ai presidentidei consigli comunali e a tutti i consiglieri co-munali; istituzione in ogni comune di singolipresidi di sensibilizzazione. Il tutto accompa-gnato da una adeguata campagna.

da Fonte Comitato

CORIGLIANO ROSSANO (Cs), Mercoledì 11Aprile 2019 – Sviluppo locale, offrire uncontributo concreto alla redazione dellanuova programmazione Fondo Europeo pergli Affari Marittimi e la Pesca dell’UE(FEAMP) 2021-2027, facendo toccare conmano, a chi è chiamato a definire percorsie pianificare interventi, le problematicheche interessano il settore della piccolapesca costiera. Allo stesso tempo, far cono-scere da vicino le potenzialità e le ambi-zioni che il territorio ha tutte le carte inregola per esprimere.Sottende questi obiettivi l’invito a parteciparead iniziative di sensibilizzazione ad hoc sul ter-ritorio, rivolto agli eurodeputati RosannaConte, membro della Commissione pesca eGiuseppe Ferrandino, Vicepresidente Com-missione pesca, tra i principali sostenitori delladeroga alla pesca di vongole dal diametro di 22millimetri nell’Adriatico, da Cataldo Minò,Presidente del Flag I Borghi Marinari dello

Jonio. Gli eurodeputati italiani, con i quali Minò si èconfrontato a Bruxelles sulle questioni e proble-matiche di questo territorio, si sono detti dispo-nibili ad incontrare i pescatori dell’importantemarineria di Corigliano-Rossano a Schiavonea,insieme a quelle di tutta la cosa jonica. La datasarà concordata con il vicesindaco di Cori-gliano – Rossano con delega al Porto ClaudioMalavolta. L’opportunità data dal CLLD (Community-LedLocal Development) – sottolinea Minò ringra-ziando Conte e Ferrandino per la sensibilità di-mostrata – è a 360 gradi, perché riguarda lestrategie per lo sviluppo, dal basso, delle areeurbane, delle zone costiere e delle aree rurali.Di questo si è parlato anche in occasione del-l’incontro, svoltosi nei giorni scorsi a Bruxelles,in occasione della tre giorni dedicata al mo-dello di sviluppo locale guidato dalla comunità(CLLD).

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I BRETTII SONO I TARDI DISCENDENTI DEGLIENOTRI, ASSOGGETTATI DAI LUCANI NELCORSO DEL V SEC. A.C.QUESTA IPOTESI EMERGE DAL LIBRO “STORIA E CULTURA DEI BRETTII” DIP.G. GUZZO PRESENTATO A CORIGLIANO DALLA SIPBC-CALABRIA.

Si è svolta con successo la manifestazione, or-ganizzata dalla Sezione Regionale calabresedella SIPBC (=Società Italiana per la protezionedei Beni Culturali), per la presentazione del re-cente saggio storico-archeologico “Storia ecultura dei Brettii”, uscito nel 2019 pressol’editore Rubbettino Autore del libro è uno deipiù stimati archeologi e storici antichisti italianidi oggi, conosciuto ed apprezzato anche al-l’estero: il prof. Pier Giovanni Guzzo, Acca-demico Linceo, che, su invito di Franco Liguori,presidente della SIPBC calabrese, è venuto aCorigliano, per presentare il suo libro sull’anticapopolazione italica che ebbe il suo momentodi maggiore affermazione politica nella Cala-bria dell’età preromana (IV-III sec.a.C.). L’incon-tro culturale si è tenuto nella Sala Conferenze,gremita di un attento uditorio, dell’’Associa-zione “Mondiversi”, a Corigliano-Rossano, areaurbana Corigliano Scalo. Tra i presenti c’eranoanche i rappresentanti di varie associazioni cul-turali del territorio, come il Rotary Club “CariatiTerra Brettia” (D. Pirillo, G.Minò, G.Policastri),la FIDAPA di Corigliano-Rossano (I.Romano),l’Associazione per la Storia e l’Archeologiadella Sibaritide (T.Masneri), l’Associazione “Ca-riati,borgo medievale” (A.Passavanti). Dopo ilsaluto dell’Amministrazione Comunale di Cori-gliano-Rossano, portato dall’assessore alla Cittàdella Cultura e della Solidarietà, dott.ssa Dona-

tella Novellis (archeologa),aintrodurre l’argomento delconvegno e a tracciare unprofilo biografico-professio-nale nonchè dell’attività disaggista e storico della Cala-bria magnogreca, di Pier Gio-vanni Guzzo, è stato il prof.Franco Liguori, che ha svoltoanche il compito di modera-tore del dibattito culturale. Li-guori, che conosce Guzzo damolti anni,dopo aver ricor-dato il periodo giovanile(primi anni ’70) della sua atti-vità di archeologo, in cui fuimpegnato negli scavi per lamessa in luce di Sibari, hadetto di aver recensito nellontano 1983, un importante

libro dal titolo “Le città scomparse della MagnaGrecia”, nel quale il noto archeologo già mani-festava il suo interesse per le popolazioni indi-gene (non greche) dell’Italia meridionale, come,appunto i Brettii, sui quali ebbe a pubblicarenel 1989 una fondamentale monografia editada Longanesi (“I Brettii-Storia e archeologiadella Calabria preromana”). Dei Bretti – hadetto Liguori – Guzzo “è tornato ad occuparsi,a distanza di trent’anni, per fare il punto dellaquestione, sulla base della mole di studi e di im-portanti ritrovamenti archeologici che, in questitre ultimi decenni, hanno arricchito in qualchemodo la conoscenza dell’antico popolo”.“Questo lucido e approfondito saggio diGuzzo” – egli ha concluso – “è il coronamentodi un’indagine lunga e appassionata che partedagli anni Settanta e arriva fino ad oggi, fa-cendo di lui il maggiore studioso in assoluto deiBrettii, che, secondo la nuova ipotesi avanzataproprio in questo libro, sarebbero i tardi discen-denti degli Enotri,assoggettati dai Lucani nelcorso della loro espansione dagli Appenninialle coste già nel corso del V sec.a.C.” Il librodi Guzzo- ha detto ancora Liguori – ci svelatanti aspetti dell’antico popolo italico che, peri suoi tratti identitari e culturali, può essere con-siderato “progenitore” dei Calabresi d’oggi. Adillustrare il libro su un piano più strettamentescientifico,sono stati due stimati docenti del-

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UN’AGENZIA NAZIONALE PER CONTRASTARE ISINISTRI STRADALI IN ITALIA.RICHIESTA DELL’ING. FABIO PUGLIESE, PRESIDENTE “BASTAMORTI SULLA 106”.

l’UNICAL : Armando Taliano Grasso, professoredi Topografia antica, e Antonio Battista Sangi-neto, che insegna Metodologia della ricerca ar-cheologica. Taliano Grasso,di Cariati, inparticolare, si occupa dei Brettii da molti annied è autore di non pochi studi e ricerche sull’ar-gomento, tra cui si ricordano i saggi “Testimo-nianze brettie nell’area di Cariati” (1989),“Sistemi di fortificazioni, controllo e occupa-zione territoriale nella Sibaritide meridionale inetà ellenistica” (1990), “La Sila Greca-Atlantedei siti archeologici” (2000), “Il parco archeo-logico di Cariati e Terravecchia” (2005). Sangi-neto, invece, e’ studioso dei paesaggi agrari eurbani in epoca romana. Uno dei suoi libri piùnoti è “Roma nei Bruttii” (2013), un documen-tato studio storico-archeologico sulla Calabriaal tempo dell’occupazione romana. Entrambi idocenti dell’UNICAL hanno fornito interessantispunti per l’interpretazione del libro di Guzzo,che si è confrontato con loro nel corso dellaesposizione delle loro relazioni. Lo stessoGuzzo si è mostrato felice di poter illustrareall’uditorio presente le sue riflessioni storico-fi-lologiche sui Brettii e le ultime interessanti e in-novative ipotesi avanzate nel suo recente librosull’antico popolo progenitore dei Calabresid’oggi. Al termine dell’interessante incontro cul-

turale, ha ripreso la parola, nella veste di con-duttore, il prof. Liguori, che, ha voluto omag-giare Pier Giovanni Guzzo, e i due relatori, anome e per conto della Sezione Calabria dellaSIPBC, con alcune raffinate targhe-ricordo, condediche personalizzate, che hanno sullo sfondodue note testimonianze archeologiche brettie,entrambe provenienti dal territorio di Cariati: ilbronzetto raffigurante Heracles e la corazza delguerriero brettio della tomba di loc.Salto. A pre-miare Guzzo è stato lo stesso Liguori, nella suaveste di presidente della SIPBC calabrese. Sal-vatore De Luca e Francesca De Luca, vice-pre-sidenti, hanno premiato Armando TalianoGrasso e Antonio Battista Sangineto. Un omag-gio floreale è stato offerto all’assessore Dona-tella Novellis. Il presidente Liguori si è dettopienamente soddisfatto dell’ottima riuscita dellamanifestazione, per la quale ha ricevuto le con-gratulazioni del presidente della SIPBC nazio-nale, dr. Paolo Giorgio Ferri, oltre che dellostesso Guzzo, che lo ha ringraziato, e si è dettodisponibile a intervenire ad altre iniziative cul-turali della SIPBC calabrese.

(Comunicato-stampa SIPBC-Sezione Regio-nale Calabria)

Presso la Commissione Trasporti della Cameradei Deputati l’Associazione “Basta VittimeSulla Strada Statale 106”, ha propostol’istituzione di una Agenzia Nazionale perl’incidentalità stradale in Italia.Potrebbe considerato un Ente capace non solodi raccogliere in modo univoco i dati sull’inci-dentalità e la mortalità stradale ma anche i vo-lumi di traffico e le criticità infrastrutturali

presenti su tutte le strade italiane. Il tutto al finedi poter conoscere e studiare, nella sua to-talità e complessità, in ogni suo aspetto, unfenomeno che altrimenti sarà difficile con-trastare consentendo, inoltre, di far com-prendere se è anche necessario intervenireanche su aspetti relativi al miglioramentodel sistema sanitario locale.

SODDISFAZIONI DEL SINDACOUMBERTO MAZZAIl sindaco, Umberto Mazza, esprime la sua sod-disfazione per il finanziamento di 60° mila euroelargiti dalla regione Calabria, per manuten-zione della viabilità e aree attrezzate. Sociale eAmbienti i due ambiti per i quali la regione hasostenuto e sui quali 10 giovani, precettori di

mobilità potranno offrire la loro prestazione.Le domande per candidarsi scadono il 31 gen-naio. Gli interessati potranno recarsi al Comuneper maggiori informazioni.

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Adriano D’Amico, con la recente pubblica-zione del saggio su L’occupazione delle terreuna grande epopea contadina (Calabria Lette-raria editrice, 2019) ha tracciato un minuziosoed analitico quadro delle lotte contadine in SanDemetrio Corone con tutti i risvolti e le impli-cazioni di carattere sociale, antropologico econ le connesse vicende giudiziarie, illustrateattraverso la pubblicazione e l’analisi degli attigiudiziari. Quello, raccontato ed analizzato neltesto, è solo uno degli innumerevoli e simili epi-sodi che si svolsero nella Calabria ed in tutto ilMezzogiorno d’Italia subito dopo la conclu-sione del sanguinoso secondo conflitto mon-diale e che, nell’insieme, costituirono una verae propria epopea contadina, esaltata anche nel-l’arte e nella letteratura.Nella provincia di Cosenza, i punti più caldidelle lotte contadine per la terra erano la Valledel Crati con Bisignano, S. Sofia, S. Demetrio,S. Cosmo, Vaccarizzo, S. Giorgio, Terranova,Spezzano Albanese; la Piana di Sibari con Ros-sano, Corigliano e Cassano; il Basso e l’AltoJonio; la fascia silana e presilana comprendenteAcri, S. Giovanni in Fiore, Longobucco, Spez-zano della Sila e gli altri Comuni contermini. Leprime occupazioni delle terre, effettuate subitodopo lo sbarco in Calabria delle truppe alleatee la liberazione dai tedeschi, ebbero il caratteredella spontaneità e naturalmente erano ancheespressione del disagio dei ceti popolari per legenerali condizioni di basso tenore di vita, didisoccupazione generalizzata, di vera e propriamiseria, acuite e rese drammatiche dagli eventibellici, dal ritorno dei reduci, dalla carenza deigeneri di prima necessità. L’inchiesta parlamen-tare sulla miseria in Italia renderà noto che inCalabria le condizioni di miseria colpivano inquel periodo particolarmente i ceti popolari cheappena riuscivano a rimediare un pasto algiorno, non sempre sufficiente al bisogno fisio-logico. Nei paesi, le ricostituite Camere del La-voro e le organizzazioni sindacali svolserol’importante funzione di guidare le agitazionipopolari nei binari della legalità. Il movimento

contadino che sempre più diventava impo-nente, servendosi delle norme dei famosi de-creti Gullo, chiedeva l’assegnazione delle terreincolte alle singole cooperative, ma contestual-mente si batteva per la riforma agraria che fi-nalmente riconoscesse al ceto contadino ildiritto alla terra e spezzasse la catena del lati-fondo, funzionale solo al parassitismo del nota-bilato agrario ed allo sfruttamento delle classisubalterne.Anche a San Demetrio Corone – similmente aquel che era avvenuto in tanti altri paesi – con-tadini e braccianti avevano costituito la coope-rativa Stella Rossa che era lo strumentogiuridico indispensabile per richiedere l’asse-gnazione di terre incolte o malcoltivate. Va,però, debitamente sottolineato che il movi-mento contadino sandemetrese aveva local-mente una particolare forza ed un sostegnoautorevole in due dirigenti prestigiosi del p.c.i.,l’avvocato Angelo Corrado e Giustina Genca-relli. Il primo, sin da giovane, aveva aderito aal partito comunista, aveva scontato il confinoa Nuoro insieme a Pietro Mancini e FaustoGullo ed era segretario dello stesso Gullo al mi-nistero dell’Agricoltura. Giustina Gencarelli ap-parteneva alla borghesia umanisticasandemetrese; era figlia di Francesco Genca-relli, uno dei maggiori esperti di politica agrariameridionali, già presidente del Consiglio Pro-vinciale di Cosenza, nel cui seno, insieme albattagliero sacerdote Don Luigi Nicoletti ed aisocialisti Muzio e Luigi Graziani, aveva costi-tuito il gruppo consiliare di opposizione al fa-scismo che il 13 ottobre 1924 aveva fattovotare al Consiglio Provinciale l’ordine delgiorno in cui si esplicitava la “radicale opposi-zione verso il governo e il regime fascista”. Giu-stina, già al declinare degli anni trenta del ‘900,ancora giovanissima, aveva promosso in S. De-metrio una efficace attività di assistenza alle fa-miglie povere con la somministrazione digeneri alimentari e di vestiario. Nell’immediatosecondo dopoguerra, sarà tra le fondatrici e,poi, responsabile dell’Unione Donne Italiane

OCCUPAZIONE DELLE TERRE ELOTTE CONTADINE IN SANDEMETRIO CORONE

di Domenico A. Cassiano

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(U.D.I.) a Cosenza e – unica donna in Calabria– candidata alla Assemblea Costituente, dallaquale Palmiro Togliatti si farà affiancare nei suoicomizi a Catanzaro e Cosenza. Il testo esplicita e chiarisce quali erano i terminidel conflitto di classe a S. Demetrio, peraltro,non dissimili da quelli degli altri paesi calabresie meridionali: da una parte contadini e brac-cianti, che irrompevano finalmente nella storia,sostenuti dai partiti di sinistra, dal sindacato eda pochi intellettuali progressisti e, dall’altra, ilblocco del notabilato agrario con le annesseclientele e ramificazioni, il clero, polizia e ma-gistratura, che in generale, nelle agitazioni agra-rie, erroneamente ravvisavano solo il pericolodella “sovversione rossa” delle istituzioni statali,incapaci, per un radicato pregiudizio di classe,di cogliervi il grido di protesta e di richiesta diquella riforma agraria, sempre promessa dalleclassi dirigenti e mai attuata.La ricostruzione e narrazione del movimentosandemetrese di occupazione delle terre delmarzo 1950, condotta sulla base delle fonti giu-diziarie (rapporto dei Carabinieri, interrogatori,provvedimento istruttorio del locale Pretore, im-pugnativa del Procuratore della Repubblica,successivo processo e sentenza di condanna), ècertamente idonea alla chiara comprensionedel fatto. Non è tuttavia inopportuna una ulte-riore chiosa sulla condotta ambigua della magi-stratura, che sostanzialmente evidenziava unaevidente continuità con il recente passato inter-pretando ed applicando le disposizioni norma-tive in contrasto con la Costituzione e con laprassi della riconquistata democrazia. Nel caso,infatti, il Pretore, dopo l’accurata istruttoria, sen-tenziò il 19 dicembre 1951 di non doversi pro-

cedere perché non ricorreva l’ipotesi della abu-siva occupazione di terreni. Quando, però, a se-guito dell’accoglimento della impugnativa dellasentenza da parte del Procuratore della Repub-blica del Tribunale di Rossano, Troncelliti, do-vette celebrare il processo penale,contraddicendosi, con la sentenza dell’11 ago-sto 1952, affermò la responsabilità dei preve-nuti, condannando i pretesi responsabili dellamanifestazione a due mesi di reclusione ed allamulta di £. 10.000 e tutti gli altri a pene minori.La Magistratura celebrò innumerevoli processicontro i contadini ed i dirigenti delle camere dellavoro, non riuscendo a capire che le occupa-zioni contadine erano per lo più simbolichedelle secolari aspirazioni al possesso della terrae di protesta per la mancata riforma agraria.Fino a quando tale dato storico ed oggettivo nondiventò faticosamente evidente e chiaro, l’erratainterpretazione della norma penale fu strumen-tale ed in danno esclusivo dei ceti popolari; intal modo, la stessa Magistratura dimostrò ogget-tivamente di schierarsi dalla parte del bloccoagrario conservatore e reazionario.Il testo riveste una particolare importanza per-ché ricostruisce un episodio della microstorialocale all’interno di quel grande movimento po-polare riformatore e di rottura del tradizionaleassetto fondiario, che aveva messo in crisi igruppi dirigenti e che fu uno degli avvenimentipiù rivoluzionari della storia italiana del se-condo dopoguerra secondo lo storico ameri-cano S. G. Tarrow. Nel contempo, nell’attualitàdominata dalla progressiva perdita dell’identitàstorica, è assai utile per recuperare il bisogno disapere chi siamo e da dove veniamo.

Emigrano i figli della Magna Grecia5 Novembre 2019

Con tristezza il castello Ducale guarda la ferrovia,una calca umana affolla i binari illuminati,voci, brusii,rumori,risate di triste allegria,aleggiano in quell’aria nereggiata.Non c’e’ gioia in queste partenze,con occhi lucidi,in silenzio piangono i cuori,solo barlumi di speranza nei loro pensieri.I giovani emigrano !Non hanno più valigie di cartone,computer nello zaino,telefonino fra le mani.Trasmigrano fra coraggio e disperazionePer una terra senza radice,

dove la loro speranza germoglierà,in altri luoghi porteranno il loro sapere,in terra straniera saranno avvalorati.Colto il loro intelletto, pieno d’ingegno e conoscenza.Fertile il loro seme nell’ardua bellezza giovanile.Esuli, lontano dalla matrigna terra natia,liberi, nasceranno i figli dei Sibariti.In questa terra di servilismo clientelare,solo i lecchini,gli adulatori,gli accoliti,i servi,i raccomandati,gusteranno i frutti della fertile Magna Grecia,riscaldandosi al tiepido sole,bagnandosi nelle fresche acque.Nella terra dell’oblio, non c’è futuro e sviluppo.

Luigi Visciglia

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di Mario Vicino

SOLDATO

Mattia Preti, Taverna (Cz) 1613-La Valletta,Malta 1699Olio su tela, cm. 130x1001633-1635Rende (Cs), Museo Civico

Il dipinto rappresenta un soldato in armatura –con elmo munito di piume, asta di alabardanella mano sinistra e sciarpa allacciata sul petto– nell’atto di chinarsi per posare alcune monetesu un piano sul quale si trovano due pagnotte,tagliate sul bordo sinistro della tela, la cui pre-senza potrebbe indicare la derivazione da unluogo di mercato all’interno del quale, il pittoreavrebbe svolto lo studio dell’armigero in co-

stume contemporaneo.La ricercatezza della figura e il compiuto equi-librio nel calmo movimento rendono evidenteil riferimento alla “manfrediana methodus” ealla pittura caravaggesca nordica, con l’aggiuntadei rimandi – nella proprietà del colore e nel-l’accuratezza relativa alla resa della luce – agliemiliani Lanfranco e Guercino e ai venezianiGiorgione e Veronese.L’opera fu con certezza realizzata per un colle-zionista che – nel primo lustro degli anni trentadel Seicento era ancora attratto dal soggetto del-l’uomo in arme e dal bagliore di caravaggescamemoria.Il Soldato trova i paragoni più stringenti con letele che raffigurano “giochi” e “concerti”, e di-fatti è stato considerato parte di una simile com-posizione, cioè un pezzo di una scena moltogrande a due o tre figure. A livello formale offreconfronti con la Vocazione di San Matteo delKunsthistorisches Museum di Vienna, con ilGiovane di Wellesley e con il Concertino di Na-poli. Opere queste che hanno ricevuto data-zione tra la metà degli anni trenta del Seicento,i primi due, e la metà degli anni quaranta, ilterzo, ma che prescindendo dalle datazionisono strettamente uniti dalla temperie caravag-gesca che li caratterizza e, nello specifico, dallasomiglianza dell’alabardiere del quale si discutecon il San Matteo di Vienna, che sembrerebbeperfino il medesimo modello. Per tali motivi ilSoldato di Rende può essere fondatamente col-locato leggermente prima degli anni centrali delquarto decennio.Comunque è il caso di precisare che MattiaPreti, teatralizza e compone il prototipo di Ca-ravaggio, e lo ripropone, lo attualizza, lo ridi-scute, insomma lo rimette in gioco.

Mattia Preti, Soldato, Rende (Cs), Museo Civico.

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PREMIO VALENTE: I NOMI DEI VINCITORIDELLA IV EDIZIONE ARTE E CULTURA, FILOROSSO. PROGRAMMAZIONE MERCOLEDÌ 18AL SAN MARCO CONCERTO CHITARRE

DIFENDIAMO LA LINGUA ITALIANA

CALABRESI ULTRACENTENARI

CORIGLIANO-ROSSANO (Cs), Eventi di Na-tale, continua la programmazione socio-culturale promossa dall’AmministrazioneComunale con privati e associazioni. - OggiGiovedì 19 dicembre torna il Premio Nazio-nale Vincenzo Valente promosso, tra glialtri, dal Centro di Valorizzazione intitolatoe dedicato al grande e noto compositoredella musica napoletana, della macchietta edell’operetta di origini coriglianesi. Ad es-sere premiati saranno gli alunni delle scuoleche hanno partecipato da tutta Italia allaquinta edizione del Concorso. È quanto fa sapere l’assessore alla Città Euro-pea Tiziano Caudullo esprimendo soddisfa-zione per la partecipazione che i diversiappuntamenti stanno riscuotendo su tutto il ter-ritorio comunale.Educazione alla lettura, tradizione, fede, arte,cultura e valorizzazione del patrimonio identi-tario. Continuano ad essere, questi, gli ingre-dienti del cartellone delle feste.Da venerdì 20 a lunedì 23 nel Palazzo delleFiere del centro urbano di Schiavonea, sarannoallestiti i mercatini di Natale, artigianato ed eno-gastronomia.

Sabato 21 invece, i bambini potranno assisteread uno spettacolo unico, dalle tradizioni anti-che, la rappresentazione con i burattini di Jo-gale e il vento, a cura dell’associazioneLudoteca il Sasso nello Stagno, che verràospitato dal Teatro Amantea Paolella. In ViaDante Alighieri, alle ore 20 a è inprogramma Piazza dei Sapori, evento musi-cale ed enogastronomico a cura delgruppo Città Nova.Domenica 22 i festeggiamenti inizieranno almattino, appuntamento alle 11.30 a Piazza Vit-torio Emanuele con Matinèè Musicale a curadi Bandistica città di Corigliano-Rossano,alle 17 in Piazza Steri sarà protagonista la soli-darietà con l’evento promosso dall’associa-zione FISRA e dal Comitato di VialeMichelangelo, alle 19 in Piazza Salotto a Cori-gliano, l’Associazione Delfinea regalerà aibimbi della città un momento magico, un pic-colo viaggio alla scoperta di Babbo Natale. -(Fonte: COMUNE DI CORIGLIANO-ROSSANOda fonte Lenin Montesanto Comunicazione &Lobbying)Fonte: – Lenin Montesanto Comunicazione &Lobbying)

Si riscontra un periodo critico per la lingua diManzoni, ossia quella italiana.La gioventù indossa sempre di più magliette conparole citazioni estere e sopratutto in lingua in-glese.Così,senza dolo. propaganda la lingua inglese.Non è giusto e opportuno per noi della vecchia

guardia sopportare tale innocuo ma deleteriodato di fatto per la nostra lingua. questa è unaproblematica che va, evidenziata nella nostragioventù, in modo da persuaderla a cambiaremetodologia , ossia indossare magliette con pa-role della lingua italiana.

Elmore Benvenuto

Con molto dispiacere si comunica che nei 4 ospedali dellaSibaritide (Cariati, Rossano, Corigliano e Trebisacce) sonostati ridotti alcuni servizi, grazie alla “veggenza” di alcunementi, toccate dalla mano santa.

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«NON VOGLIAMO CONSEGNAREVILLAPIANA NELLE MANI DELLACRIMINALITÀ ORGANIZZATA»Non vogliamo rassegnarci e non lo faremo.Non vogliamo consegnare Villapiana nellemani della criminalità organizzata.Sono gravi i problemi di sicurezza che interes-sano il territorio del Comune di Villapiana acausa di un dilagante fenomeno di immigra-zione delinquenziale arrogante e pervasiva, cherischia di soffocare le potenzialità di sviluppodel nostro territorio da sempre impegnato, gra-zie ad una popolazione sana ed operosa, suambiziosi progetti di crescita, divenuti veri epropri attrattori turistici e commerciali.Alla riunione del Comitato Provinciale perl’Ordine e la Sicurezza pubblica, all’indo-mani del delitto Portoraro, avevamo fortementerichiesto una maggiore e più incisiva presenzadelle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine, risul-tando essere chiaro fin da allora, che quell’omi-cidio potesse costituire la premessa annunciatadi chissà quali “progetti di espansione e di in-sediamenti di gruppi criminali” con prevedibilegravissimo danno all’immagine turistica di Vil-lapiana ed alla tranquillità sociale della nostraoperosa comunità civile.Purtroppo le aspettative di una incisiva e più ca-pillare presenza delle forze dell’Ordine sul ter-ritorio non hanno avuto il seguito desiderato. Inpiù pare si voglia abolire la Caserma dei Ca-rabinieri di Villapiana, accorpandola a quelladi Sibari-Cassano.Questa eventualità è stata confermata come de-cisione assunta dal Comando Generale del-l’Arma dei Carabinieri e che potrebbe essereattuata in qualsiasi momento.È una decisione non condivisibile, che suone-rebbe come una insopportabile beffa nei con-fronti della comunità di Villapiana, da semprecittadina laboriosa, lontana e distante da ogniforma di cultura mafiosa, sfregiata e ferita dal-l’episodio criminale del delitto di mafia del 6giugno 2018 ed oggi, incomprensibilmente ab-bandonata ed indifesa persino dalle Istituzioni,che vorrebbero eliminare anche l’ultimo seppurpiccolo presidio di legalitàcostituito dalla Ca-serma dei Carabinieri di Villapiana.

Il Comune di Villapiana, per quanto di propriacompetenza, seppur limitata, già da tempo sta

agendo per cercare di contrastare questi feno-meni di ingerenza criminale: ha infatti appro-vato il progetto esecutivo per l’installazione sulterritorio di un sistema avanzato di videosorve-glianza composto da 80 telecamere da colle-gare a quelle delle altre forze dell’Ordine ed haprogrammato una maggiore dotazione in orga-nico di Vigili urbani per un più efficiente presi-dio del territorio.La Giunta Municipale di Villapiana, dopo unapposito avviso di manifestazione di interesseper l’acquisizione di immobili da destinare asede per la costruzione della nuova Casermadei Carabinieri (con deliberazione N. 197 del27 novembre 2019), dichiarata immediata-mente esecutiva, si è assunta anche l’oneredella realizzazione, in ragione del mante-nimento e potenziamento della Stazionedei Carabinieri di Villapiana.È forte la preoccupazione per il rischio di un ir-reparabile ed ingiustificato isolamento ed ab-bandono della mia comunità dinanzi aldilagare di gruppi delinquenziali, interessati efortemente determinati a soggiogare un territo-rio, quello di Villapiana, da sempre “estraneo”a logiche criminali e vocato unicamente allacrescita economico-sociale ed allo sviluppo tu-ristico, ricettivo ed ambientale, che dall’anno2018 può fregiarsi anche del prestigioso rico-noscimento della “Bandiera Blu”.Abbiamo incontrato il consigliere regionale,Carlo Guccione, il presidente della Provin-cia, Franco Iacucci ed il sottosegretario allaDifesa, Giulio Calvisi. Proprio a Calvisi ab-biamo affidato le nostre preoccupazioni, anchea lui abbiamo chiesto di non abbandonare e de-ludere un territorio sano come quello di Villa-piana.A lui chiediamo di fermare l’iter per la chiusuradella Caserma dei Carabinieri. Anche a lui ab-biamo manifestato la volontà immediata di co-struire, entro quattro mesi, una nuova caserma.

Villapiana, 17 Dicembre 2019

da fonte: Il sindaco di Villapiana, Paolo Montalti

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ESSERE GENITORI OLTRE LE SBARREIl progetto genitorialità al carcere diCatanzaro

LA STRADA STATALE 106 UCCIDE ICITTADINI

Disegni, giochi, merenda a base di dolci. Sem-bra una giornata come tante tra genitori e figliquella che si svolge la mattina del 16 dicembre;il luogo in cui si svolge però è il carcere di Ca-tanzaro.Questo momento di socialità in vista del Nataleè una tappa del progetto Genitorialità portatoavanti dall’Istituto in collaborazione con l’asso-ciazione Universo Minori, presieduta da RitaTulelli.La direttrice della Casa Circondariale AngelaParavati spiega: “Il progetto intende elaborare eridefinire i valori, le emozioni ed i pensieri deidetenuti rispetto al proprio ruolo genitoriale.Le attività di gruppo sono state tenute settima-nalmente fin da ottobre da risorse qualificate,tra cui la psicologa Maria Teresa Villì, dell’asso-ciazione Universo Minori, con l’obiettivo di ac-crescere la relazione emotiva tra detenuti e figlie sono state quindi una preparazione all’incon-tro di oggi. Il ruolo di genitore, seppur limitatodalla detenzione, deve rimanere sempre attivo

e vigile ed è spesso la motivazione migliore perun reinserimento sociale onesto.”La presidente Rita Tulelli ha ringraziato la di-

rezione dell’Istituto “per una collaborazione cheva avanti da anni e che è l’esempio dei risultatiproficui che istituzioni e realtà del terzo settorepossono raggiungere attraverso un cammino co-mune”.Il progetto proseguirà nel corso dei prossimi

mesi sempre con la finalità di creare una mag-giore connessione emotiva con il contestoesterno, anche attraverso l’analisi dei valori edei pensieri disfunzionali.L’obiettivo è condurre i detenuti a conoscere

le emozioni principali (rabbia, paura, tristezza,gioia), sapere come e quando si presentano,quali effetti hanno sul corpo e sui pensieri, rico-noscerle in sé e negli altri.Esprimere correttamente le proprie emozioni

è un traguardo in un processo di crescita e so-cializzazione, che aiuterà a saperle gestire cor-rettamente nel contesto sociale

A RIDOSSO DELLA GIORNATA MON-DIALE “IN RICORDO DELLE VITTIMEDELLA STRADA ISTITUITA DALL’ONU”L’ASSOCIAZIONE PROMUOVE UNA CON-FERENZA STAMPA ’SU PROPOSTA DEL PRESIDENTE ING. FABIOPUGLIESEIn occasione della Giornata Mondiale istituitadall’ONU (Organizzazione delle NazioniUnite), dedicata a tutte le Vittime della Strada,l’Associazione “Basta Vittime Sulla StradaStatale 106” ha organizzato, presso l’HotelGuglielmo di Catanzaro Centro, una confe-renza stampa.L’Associazione INVITA tutti gli organi di infor-mazione presenti in Calabria e confida chepossa esserci la massima partecipazione atteso

che ritiene che i contenuti inediti e straordi-nari che verranno presentati sono tali e tantida rendere certamente unica, storica ed im-portante questa iniziativa.L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Sta-tale 106” conferma, infatti, anche tramite questainiziativa, la volontà di onorare e ricordare levittime della strada Statale 106 in Calabria,il dolore dei familiari, dei parenti e degli amiciche resta in tutti ancora vivo ed, insieme, in-tende denunciare le condizioni di degradoin cui ancora oggi versa una infrastrutturaobsoleta che merita di essere ammoder-nata senza rinunciare a scrivere, come sempre,una pagina utile che possa consentire a tuttiuna più facile ricerca della verità.

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I CENTRI STORICI DI CORIGLIANO EROSSANO:UNA RISORSA A CHILOMETRI ZERO

I due centri storici di Corigliano e Rossano pos-siedono peculiarità paesaggistiche, architetto-niche, artistiche e storiche uniche, di granderilevanza e in gran parte ancora incontaminate,fruibili e diversificate.Nel contempo, sebbene risulti elevata la ric-chezza di tali risorse sia in riferimento al turi-smo culturale che all’aspetto identitario dellanostra Città, i due centri storici sono semprestati visti come un peso dalle varie Amministra-zioni Comunali che si sono succedute per in-voluzione culturale e incapacità di gestirerisorse complesse, quale può essere un beneculturale. Gli stessi cittadini continuano ad ab-bandonare quei luoghi per mancanza di servizie degrado generale.Il Centro Storico di Corigliano, tralasciando al-cuni quartieri periferici di recente realizza-zione, dopo la rimozione di alcune abitazionie manufatti non contestualizzabili o fatiscenti,può ritenersi una testimonianza storica di unperiodo che va dal Medioevo all’Ottocento. Bi-sogna dare forza a questa peculiarità, rivitaliz-zando i vari rioni riportandoli alle lorooriginarie caratteristiche e rendendoli fruibili.Col termine “fruibili” si deve intendere che de-vono essere ricettivi (albergo diffuso), attrattivie consumabili dal punto di vista culturale e delbenessere interiore.Lo stesso può dirsi del Centro Storico di Ros-

sano il quale possiede una ricca storia Bizantinae del Monachesimo, ben conservata e già am-piamente valorizzata, che se messa in rete conquanto offerto dal punto di vista storico da Co-rigliano si produrrebbe un plusvalore eccezio-nale per entrambi i Centri.

Da qui l’idea-progetto di come rendere pos-sibile tutto ciò, che può sintetizzarsi in al-cuni punti.Ogni Rione dovrà identificarsi con un determi-nato periodo storico (es. Seicento, Settecento,Ottocento), con la creazione di attività artigia-nali e culinarie, moda, spettacoli, teatro, con-vegni a tema specifici di quel periodo.Creare un sistema bibliotecario diffuso checoinvolga non solo gli Archivi Storici e le Bi-blioteche Pubbliche ma anche le ricche Biblio-teche di alcuni privati, come ad esempio quellaappartenente al compianto architetto MarioCandido.Proporre alle Scuole Medie Inferiori e Superioridella Città di inserire nelle attività didattichecurriculari un’ora settimanale incentrata sullaricchissima Storia socio-economica e culturaledi Corigliano Rossano.Proporre e coordinare Borse di Studio Univer-sitarie su temi inerenti la valorizzazione dei dueCentri Storici.Definire un Protocollo d’Intesa con l’Universitàdella Calabria che preveda la possibilità di svol-gere attività laboratoriale pratica o tirocini for-mativi per gli studenti frequentanti il Corso di

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Laurea Magistrale in Valorizzazione dei Si-stemi Turistico Culturali (LM-49) presso i no-stri due Centri Storici.Promuovere un Turismo Studentesco tramiteproposte articolate di vacanze studio o di alter-nanza scuola-lavoro, sia nei periodi scolasticiche in quelli estivi. Tali vacanze studio, natural-mente, dovranno essere incentrate su quelle at-tività culturali di tipo laboratoriale e creativespecifiche dei due Centri Storici.Creare un Sistema Informativo Territoriale mi-rato per la gestione dei due Centri Storici.Creare un Centro di Coordinamento di Progetto,composto da personale qualificato e compe-tente, col compito di gestire il Progetto: moni-torare, valutare, proporre e promuovere apartire dalle finalità e dagli obiettivi prefissi. Ilpersonale può essere individuato/proposto siada soggetti pubblici che da soggetti privati iquali contribuirebbero alla realizzazione delProgetto stesso, tramite accordi stilati.I soggetti che farebbero uso di questi beni sa-rebbero, sicuramente, non solo i cittadini di Co-rigliano Rossano ma, in particolare, scolareschedi ogni provenienza, studiosi, turisti interessatianche alla cultura, famiglie, associazioni.Le maggiori aree di intervento saranno, quindi,i due Centri Storici, ma, attraverso un sistema digestione integrato, tutte le varie risorse di naturastorico/culturale ricadenti sul territorio della

città di Corigliano Rossano dovranno esserne in-teressati (es. Thurio, Quadrato Compagna, TorreStellata, Patire).

Tutto ciò comporterebbe: un definitivo recu-pero, salvaguardia e valorizzazione dei dueCentri Storici; la loro rivitalizzazione con incre-mento del numero di cittadini residenti e con lanascita in loco di attività artigianali, ricettive ecommerciali; la creazione di Centri di Promo-zione Culturale; la creazione di un’immaginePOSITIVA e BELLA della nostra Città; il recuperodell’identità territoriale della comunità; la crea-zione di centinaia di posti di lavoro, sia in am-bito tecnico-manutentivo che professionale,specialmente per i più giovani.

Verrebbero coinvolti: tutti gli Uffici Comunali,sia nella fase progettuale che realizzativa del-l’idea, poiché si tratta di intervenire su tutti gliaspetti socio-economici e strutturali dei dueBorghi. Di grande rilievo diventerà la collabo-razione col mondo della Scuola e dell’Univer-sità.Protocolli d’intesa andrebbero poi creati conl’Arcidiocesi Rossano-Cariati, poiché molti beniarchitettonici e non che ricadono nei due Bor-ghi storici sono di proprietà della Chiesa.Altri rapporti chiari e ben definiti dovranno es-sere avviati col mondo imprenditoriale in ge-nere, con quelli di promozione turistica inparticolare, e con la Regione Calabria. Le risorse Economiche a cui accedere sareb-bero: Tassa di Soggiorno; Fondi PON, POR;Fondi privati; Defiscalizzazione.Le risorse Persone Fisiche coinvolte sarebbero:personale interno agli Uffici Comunali; Perso-nale competente del mondo della Scuola edell’Università; Associazioni; Imprese turistiche,artigianali e commerciali; Sindacato, Clero.

Francesco Sommario

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CONSIGLIO PROVINCIALE, APPROVATO ILPIANO DI DIMENSIONAMENTO SCOLASTICOE ISTITUITE LE COMMISSIONI CONSILIARIIN AULA IL SALUTO DI BENVENUTO DEL PRESIDENTE ALNUOVO DIRIGENTE DEL SETTORE FINANZIARIO, DOTT.BONAVENTURA ZUMPANO

Il Consiglio Provin-ciale odierno si èaperto con le comuni-cazioni del PresidenteIacucci, che ha infor-mato i presenti sullasituazione finanziariadell’Ente, con unabuona notizia «si at-tende a giorni ilsaldo da parte dello

Stato del fondo di riequilibrio 2018, un ri-sultato importante ottenuto grazie all’impe-gno dell’UPI e di tutti i Presidenti diProvincia; inoltre, un emendamento alla Fi-nanziaria chiede al Parlamento la dilazione delrimborso dell’anticipazione di liquidità, che seapprovato darà respiro a tutti gli Enti locali».Un caloroso benvenuto è stato quindi riservatoda Franco Iacucci al neo dirigente del SettoreBilancio e Programmazione dell’Ente, «profes-sionista di grande valore, che ben conosce laProvincia di Cosenza per esserne stato un di-pendente e che svolgerà molto bene il ruolo af-fidatogli».Due i punti principali discussi e approvatinell’Assise provinciale: l’approvazione delPiano di Dimensionamento Scolastico e pro-grammazione dell’offerta formativa della pro-vincia di Cosenza, anno scolastico 2020/2021;e l’istituzione delle Commissioni consiliari, alfine di assicurare la piena funzionalità del Con-siglio stesso.Per quanto attiene il Piano di Dimensiona-mento Scolastico, l’indirizzo adottato e condi-viso dal Consiglio Provinciale è stato quello digovernare il processo di razionalizzazione dellarete scolastica attraverso scelte tese alla salva-guardia dei territorio, finalizzate esclusivamenteal miglioramento organizzativo della rete sco-lastica tenendo conto delle peculiarità, dellevocazioni e attitudini economiche, produttive,culturali e sociali delle aree territoriali della Pro-

vincia di CosenzaRelativamente al primo ciclo di istruzione, sonostate approvate le seguenti modifiche: i Comunidi Mongrassano e Fagnano Castello hannoespresso la volontà di consolidare l’Autonomiascolastica dell’IC Fagnano Castello, per cui Ilsottodimensionato IC di Mongrassano va a con-fluire nell’IC di Fagnano Castello con un fortetrend storico di decremento delle iscrizioni).Tali richieste, ampiamente condivise dal terri-torio interessato, producono la creazione di unUnico Istituto Comprensivo Fagnano CastelloMongrassano con un numero di alunni pari a711. In merito alla programmazione dell’Offerta For-mativa, l’istruttoria delle istanze pervenute èstata eseguita cosi per come disciplinato dallenorme vigenti in materia nonché dalle LineeGuida per il quinquennio 2017-2018/2022-2023 della Regione Calabria. Approvati 27nuovi indirizzi di studio per le Istituzioni scola-stiche di secondo grado; inoltre, in riferimentoalle singole articolazioni degli indirizzi conalunni pari a zero sono poi stati soppressi, su ri-cognizione dell’Ufficio Scolastico Regionaledella Calabria, solo gli indirizzi e le articola-zioni non attive da più di tre anni scolastici con-secutivi. Approvata infine la richiesta deiComuni di Campana e Mandatoriccio, di mo-difica dello stato giuridico dell’istituto Scola-stico CSIC849003 da Istituto OmnicomprensivoStatale a Istituto Comprensivo Statale.Al riguardo delle Commissioni consiliari, nellemore dell’approvazione del nuovo Regola-mento del Consiglio che dovrà disciplinareanche la materia, sono state temporaneamentecostituite le seguenti: 1. Affari Generali e Per-sonale; 2. Pianificazione Territoriale - Am-biente; 3. Pubblica Istruzione - Politiche Socialie del Lavoro; 4. Bilancio e Programmazione; 5.Lavori Pubblici, Viabilità; 6. Edilizia Scolastica- Trasporti; 7. 1^ Commissione Consiliare Spe-ciale “Controllo e Garanzia. Le stesse sono for-

Rita Benigno

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IL CORDOGLIO DI OLIVERIO PER LASCOMPARSA DI FRANCO DE LUCA

“Ho appreso con profondo dispiacere la notiziadella morte di Franco De Luca. Con Franco hoavuto un rapporto di amicizia sincera e comune

militanza politica. L’ho conosciuto negli anni’80, nel suo impegnodi consigliere regionale e di dirigente politiconel vibonese. Ho avuto modo di apprezzare ilsuo rigore morale, la sua competenza nell’af-frontare i problemi delle comunità e dei territoridi cui si sentiva fiero rappresentante, la grandeumanità che caratterizzava la sua personalitàed il suo agire. La Calabria ed il vibonese, ma in primo luogogli amici ed i familiari perdono una bella per-sona. Mi mancheranno i suoi suggerimenti edil suo legale e disinteressato sostegno”.E’ quanto afferma il Presidente della Regione,Mario Oliverio.

mate da n. 7 (sette) componenti, con la rappre-sentanza in ognuna di tutti i gruppi consiliaricon componenti designati dal rispettivo Capo-gruppo.Il Consiglio Provinciale ha inoltre approvato la ratificadelle variazioni al Bilancio di Previsione 2019, chenon alterano l’equilibrio finanziario in quanto partitedi giro iscritte in entrata e in uscita; approvata infine

anche la dismissione delle quote della Provincia diCosenza nella Società Partecipata ALESSCO s.r.l.(Agenzia Locale per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibiledella Provincia di Cosenza s.r.l.), per mancanza deirequisiti di legge essenziali per la detenzione dellestesse.

FINITA LA PAUSA COMMISSARIALE ACASSANO ALL’IONIOE’ finita, al Comune di Cassano, la pausa com-missariale, con tre amministratori, insediatisi,qualche anno fa, dopo lo scioglimento del con-siglio comunale per presunta mafia. Ibn questolasso di tempo i tre commissari di nomina Pre-fettizia, Muccio, Pacchiarotti e Guida, hannolasciato un segno tangibile ed indelebile delloro passaggio alla guida del Comune sibarita.Ultimamente, mentre si aspettavano le elezionidel 10 novembre scorso, coloro che hannoavuto il piacere di sedere sulla ambita poltronadi Sindaco, non hanno lesinato energie, e sisono spesi in favore della ridente cittadina cas-sanese. Ultimamente-i sostituti del primo citta-dino-hanno provveduto, intervenendo con laProvincia di Cosenza, a fare bitumare ed asfal-tare l’importante arteria provinciale che collega

Cassano a Castrovillari. E’ stata rifatta in alcunipunti anche la segnaletica stradale; puntualeogni giorno la nuova raccolta differenziata, toc-casana per l’ambiente. Vivo apprezzamento,quindi, per i dinamici amministratori che ci la-sciano nelle mani del nuovo Sindaco, visibil-mente soddisfatti per avere dato un contributo,se pur per breve tempo, alla Città di Cassano.Adesso si auspica un vero e totale cambiamentocon il nuovo primo cittadino che, come dissequalche vecchio volpone della Politica “è sem-pre meglio di qualunque Commissario”. Giovaricordare che la Città di Cassano, ultimamenteè balzata su tutti i giornali per i grandi talenti inambito artistico, musicale, matematico e lette-rario.

Luigi Franzese

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MAGNA GRAECIA : IL SILENZIODELLA POLITICA. I PARTITIPRIGIONIERI DEL CENTRALISMOIl comitato segue l’andamento del dibattito po-litico in vista dell’appuntamento elettorale dirinnovo degli organismi di governo regionale.Talk televisivi, dibattiti sui social, prese di posi-zione sulla carta stampata, compaiono i solitiritornelli senza contenuto e promesse sprovvistedi ogni copertura finanziaria. Il comitato perl’istituzione della Provincia della Magna Grae-cia non aveva dubbi che sarebbe stata una bat-taglia difficile da portare avanti poiché moltadella classe dirigente jonica non è libera e vivequesta proposta come una lotta ai capoluoghistorici. Il comitato continua a ribadire che i ca-pisaldi della proposta sono solo ed esclusiva-mente di rafforzamento dell’intero sistemaCALABRIA. Una provincia forte ed autorevolecon la formazione di due nuovi capoluoghi (Corigliano Rossano e Crotone) non può che tra-dursi in fattore di crescita per la Calabria e perl’erario regionale. Nuovi flussi turistici, ripresadell’economia, rilancio dello scalo aeropor-tuale, rafforzamento del sistema trasportisticosui tre vettori naturali (gomma, rotaia, via mare),capacità di intercettare nuovi fondi comunitaririspetto a una proposta di turismo culturale diampio respiro, rilancio del sistema sanitario chepotenzi servizi e prestazioni arrestando l’emor-ragia della mobilità passiva. La nuova provinciadella Magna Graecia ha i numeri per farlo, coni suoi circa 420mila abitanti. A questa proposta

della elevazione jonica a due capoluoghi lungol’asse della Sibaritide e del Crotoniatide la PO-LITICA TACE, nonostante gli sforzi profusi daicomponenti del comitato nell’ambito delle at-tività di coinvolgimento e di sensibilizzazione.Il comitato è un soggetto neutro, equidistanzeda ogni espressione partitica. Ha preso attodell’adesione ufficiale del candidato Carlo Tansiche condivide le posizioni contro quella poli-tica centralista che ha ucciso l’economia del-l’area jonica. E rimaniamo in attesa di nuoveadesioni. Spiace tuttavia, dover constatare latotale assenza di un dibattito politico su questaproposta, che produce solo benefici per la col-lettività, il che prefigura come sia dominante ilcondizionamento e le pressioni del centralismostorico sull’area jonica. I cittadini rispondonoaderendo alla pagina facebook. Ma occorremaggiore grinta, energia e coraggio. Siamo auna svolta, non possiamo né dobbiamo restarealla finestra. Basta con la cultura di chi resta aguardare, mandando avanti gli altri per poi in-cassare i benefici quando si raggiungono i risul-tati. E’ da codardi! Sono in programma nuovemanifestazioni al fine di continuare la campa-gna di sensibilizzazione. Prossima tappa a Ca-riati, in corso di perfezionamento le modalità disvolgimento. L’appello è rivolto a tutti i citta-dini. La vera forza delle idee cammina sullegambe degli abitanti di questo territorio

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TERME SIBARITE PATRIMONIO DELLA CALABRIAIL BILANCIO DEL 2019 E I PROGETTI PER IL 2020

I QUATTRO CANDIDATI A PRESIDENTEDEL CONSIGLIO REGIONALE CALABRIA

Per il Presidente Mimmo Lione la stagionetermale 2019 si è chiusa complessivamentecon un + 4% di presenze rispetto allo stessoperiodo dell’anno precedente. Oltre 2200cicli di inalazioni; vicini a 1300 trattamentidi fanghi e bagni terapeutici. Sono 5500 piùo meno le prestazioni erogate nel 2019.Resta la Calabria il principale territorio diprovenienza dei nostri ospiti; seguono laLombardia, la Basilicata, il Molise, il Lazioe la Campania. Corigliano-Rossano rappre-senta il bacino di utenza di più importantedella provincia di Cosenza. Il range di etàpiù consistente che si rivolge alle Terme Si-barite è quello compreso tra i 61 e gli 81anni. Inalazioni e sordità rinogena le curepiù richieste.Sono, questi, i numeri più importanti del posi-tivo bilancio di Terme Sibarite illustrato dal-l’Amministratore Unico Mimmo Lione,ospitato nel Salone Igea dello storico stabili-

mento termale nel Centro Storico di Cassanoallo Jonio.Prima di Lione sono intervenuti il Vicesindacodi Cassano allo Jonio Antonino Mungo, il Con-sigliere Regionale delegato alle Terme Sibarite-GiuseppeGiudiceandrea, la Dirigentescolastica dell’istituto d’istruzione superioreErodoto di Thurii di Cassano allo Jonio AnnaLiporace, il Presidente dell’Istituto di Ricerca edi studi di Demologia e di Dialettologia di Cas-sano allo Jonio, Leonardo Alario, il Presidentedel Rotary di Cassano Leonardo Di Cicco el’imprenditore Mario Brogna gestore dell’Hoteldelle Terme. A portare il saluto e l’apprezza-mento del Sindaco Gianni Papasso e dell’Am-ministrazione Comunale, insieme alvicesindaco c’erano anche gli assessori Anna-maria Bianchi e Leonardo Sposato ed il Pre-sidente del Consiglio Comunale PasqualinoNotaristefano

Il nuovo Consiglio regionale risulta così composto:Domenico Creazzo (voti 8.033), Giuseppe Neri(7.378), Giovanni Arruzzolo (8.6499), DomenicoGiannetta (6.483), Nicola Paris (6.058), Clotilde Mi-nasi (2.288 ), Giacomo Pietro Crinò (4.222), NicolaIrto (12.568), Marcello Anastasi (1.072), Filippo Man-cuso (6.456), Pietro Raso (4.709), Domenico Tallini(8.008), Sinibaldi Esposito ( 10.281), Filippo Maria Pie-tropaolo (4.160), Vito Pitaro (5.024 ), Libero Notaran-gelo (6.045), Luigi Tassone (5.351), Francesco Pitaro(3.717), Flora Sculco (6.043), Domenico Bevecqua

(7.521), Carlo .454), PieGuccione (6.263), GrazianoNatale (4.752), Giuseppe Aieta, Pierluigi Caputo(5.775), Gianluca Gallo (12.053), Antonio De Caprio(3.782), Pietro Santo Molinaro( 5.613), Luca Morrone(8.110), Giuseppe Graziano (4.877 )I più votati:NICOLA IRTO, GIANLUCA GALLO, BALDO ESPO-SITO, GIOVANNI ABBUZZOLOLUCA MORRONE,DOMENICO CREAZZO, DOMENICO TALLINI,PINO GENTILE, GIUSEPPE MATTIANI, MIMMO BE-VECQUA.

Carlo Tansi 7,22 % 7,35 %

30,14 % 55,29 %Pippo Callipo Jole Santelli

Francesco Aiello

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La favola dell’utopia5 Ottobre 2019

Il sonno è ristoratore del corpo,trasporta la mente con fantasia nel regno utopistico del sogno.Figure senza corpo si animano.Omero ! Il cantore che con la mente vede.Calcante ! Figlio di Testore,indovino,veggente che tutto prevede.Passeggiano in uno spazio senza tempo.Dimmi ! Indovino Calcante :perché l’uomo insegue ricchezza e potere,quando il suo tempo di vita è cosi breve ?Solo il Fato o colui che tutto muove sa.Tutte le divinità religiose convoca Omero,nel palazzo d’oro costruito da Zeus sopra le nuvole.Horus ! Il Dio Sumero,con tono deciso :noi viviamo nella fantasia partorita dall’uomo per placare le sue paure e speranze.Zeus ! Chiama Astrea ! Dea della giustizia,Atena ! Dea della sapienza e delle arti,Calliope ! Figlia mia, Dea della poesia.Solo Calcante risponde : la Cultura, la Giustizia,la Sapienza,reggono i pilastri sociali,l’ignoranza umana li ha soppresse.Con dolore e rabbia si strappa le vesti Zeus;ordinando : drappeggiate di lutto l’Olimpo,arpe,liuti,cetre,tacciano,con fiochi luci illuminate il Pantheon.Nella sala ombrosa,irruppe Demetra,la Dea Madre,figlia di Crono e Rea,sorella di Zeus.Nelle mani regge fasci di grano e papaveri, “ nutrimento e oppio” ;con eloquenza e tribolazione:l’umanità vive in uno stato di servilismo,gestita e governata da un potere Oligarchico,eletto e accettato democraticamente, da una società senza senso civico.I popoli hanno i governi che si meritano,in base alla loro cultura o ignoranza;al loro grado di civiltà o di servilismo; di grandezza o di decadimento.Gli spazi sociali sono occupati con disonestà e corruzione da :Mafie,Lobby,Associazioni non profit,gestori della vita sociale.Le assunzioni nella Pubblica Amministrazione sono spartite in modo clientelare.Le donne sono merce di scambio,usate come concubine,cortigiane asservite ai giochi vaginali e uterini del potere.Si definiscono liberisti i nuovi colonialisti,con il loro strapotere distruggono con genocidi crudeli,divorandosi popoli e culture per omologare tutto e tutti.Piange d’umane lacrime il grande spirito di Manitù,ricordando il genocidio degli Indiani d’America.Hanno trasfigurato la realtà in un mondo virtuale,dove lo stereotipo pubblicitario è il modello di vita.La Giustizia è al servizio del potere di turno.La povertà dilaga fra le pieghe di una ricchezza disumana.I valori morali,un lontano ricordo filosofico.Hanno riempito di scorie radioattive le viscere della terra,inquinando e producendo cibo avvelenato.La donna! Dona la vita nel suo piccolo grembo:la custodisce,la preserva e la partorisce,per la continuazione della vita;anche i figli dell’uomo verranno contaminati.Zeus! L’uomo deve essere fermato.Tutte le divinità religiose sono concorde.

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Una fitta coltre di nebbia scese sulla terra,dove l’oblio avvolse tutta l’umanità.Morfeo! Dio del sonno,strinse tutta l’umana gente fra le sue braccia,estirpando dal DNA, il tarlo:del potere,del possesso,della ricchezza,rasserenando il cuore umano dalla sua arroganza.Un lento risveglio soleggiato riscalda l’umanità,visi sereni,sorrisi gioiosi allietano l’aria festosa.Finalmente c’è festa nel paese dell’utopia.Piangono i ricchi e ridono i garzoni,solo quando dal cielo piovono salsicce e torroni.La marcia trionfale dell’Aida allieta il clima festoso.In sogno,nel sogno è la bellezza e felicità sociale.Con passo lento,la luna cede il passo al sole,in lontananza il canto strillante del gallo,piccoli rumori,rintocchi di campane,il gorgoglio aromatico del caffè.Tommaso! Tommaso! Tommaso Moro,il caffè è pronto.P.S. Sir Thomas More nacque a Londra.Italianizzato divenne Tommaso Moro,con la sua utopia,descrisse una società ideale.

Luigi Visciglia

MANI15 Novembre 2019

Mani di un giovane vecchio,mani: rugose, callose, grandi, accoglienti.Mani che parlano, che hanno vissuto,lavorato, accarezzato,confortato un animale ferito.Queste la mani !Quelle di “ mio padre “.

Rosanna De Vincenti

PRESENTAZIONE DI DUE LIBRI:FRANCESCO FABIO VALENTI E PIERGIOVANNI GUZZOPresso la sala del carcere di Catanzaro, presenteil garante nazionale per i diritti dei detenuti,sarà presentato il libro di ricette dal titolo“Dolci” di Francesco Fabio Valenti, editore“Città del sole Edizioni”. La manifestazione èstata curata anche dalla collaborazione delleCamere Penali di Catanzaro.

Il secondo libro “Storia e cultura dei brettii” (Ru-bettino 2019) di Pier Giovanni Guzzo, verràpresentato nella sala conferenze Associazione“Mondiversi” con il seguente programma:Franco Liguori (introduce e coordina), Dona-tella Novellis (saluti), Armando Taliano Grassoe Antonio Battista Sancineto (interventi). Saràpresente l’autore

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