Bancanote PROVA

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Incontro nazionale P.03 coordinatori dei Git Il capitale cresce P.05 ma si può fare di più La marea nera di Bp P.06 e gli investimenti etici La Fondazione vuole P.08 fare goal all’illegalità Nuove norme P.11 per il microcredito Mille cooperative P.09 in tre anni SETTEMBRE 2010 02 PERIODICO DI INFORMAZIONE, IDEE E PROGETTI DI BANCA ETICA www.bancaetica.it NE/PD0267/2008 Cari Soci, possiamo dire che i motori del nuovo Consiglio si sono scaldati. Abbia- mo avuto tre mesi estivi intensi in cui abbiamo fatto CdA distribuiti in ben nove giorni. Questo ovviamente è stato pesante, ma necessario; inevitabilmente i ritmi rallenteranno nei prossimi mesi, anche se il lavoro si sposterà nelle com- missioni, gruppi di lavoro e incarichi che abbiamo deliberato insieme. In CdA c’è un buon clima di lavoro. Stia- mo cominciando a fare bene squadra e ad avere idee più chiare sulle problematiche e opportunità di Banca Etica, del Gruppo, delle realtà partecipate e collegate. Stia- mo lavorando a una chiara definizione degli ambiti e dei limiti di intervento del CdA. Una particolare riflessione riguarde- rà gli ambiti di gestione tra struttura e consiglio delle caratteristiche originali e fondamentali di Banca Etica: la parteci- pazione dei soci e gli aspetti valoriali. Sulle realtà vicine a Banca Etica e sulla loro governance abbiamo iniziato a lavorare a partire da Innesco e dall’approfondimento e rilancio del progetto Costigliola, il centro di formazione sui Colli Euganei (PD) che sarà inaugurato il 30 ottobre! Infine l’obiettivo che ci siamo dati è di cer- care, con i resoconti del Consiglio, di dare una comunicazione trasparente, univoca e tempestiva sui lavori del CdA e i ritorni sono stati positivi. Nella recente riunione del 13 e 14 set- tembre abbiamo avuto occasione di impostare le basi per i macro obiettivi del 2011 a partire dal lavoro preparato Il neo-eletto CdA al lavoro per una nuova fase nella crescita di Banca Etica dalla struttura. Abbiamo quindi iniziato a predisporre una griglia di obiettivi strategici per rivedere il posizionamento della Banca e mettere a fuoco i punti su cui lavorare. La griglia sarà inviata dal 20 settembre ai portatori di interesse della banca (Comitato Etico, dipendenti, realtà collegate, GIT e soci fondatori) per conoscenza e per avere un ritorno, possibilmente entro fine novembre. Approfittando di BancanotE proverò a chiarirvi di seguito alcuni dei punti stra- tegici che abbiamo individuato per lavo- rare insieme al futuro della nostra banca. Inevitabilmente i primi punti su cui occorre agire riguardano la nostra strut- tura di impresa. Occorre dare un nuovo slancio per la capitalizzazione di Banca Etica. È un elemento fondamentale senza il quale i crediti e i nostri progetti si dovrebbero fermare. Dobbiamo far capire di più il valore mutualistico e di leva per l’economia civile che le “azioni” di Banca Etica rappresentano. Dobbiamo poi essere più efficienti nel fare banca. Abbiamo alcuni parametri importanti che dobbiamo “riallinea- re”, ma in pratica vuol dire che dob- biamo tornare a fare utili, sia per dimostrare che le nostre idee funzio- nano, sia perché è l’altro modo per raf- forzarci patrimonialmente. Il Consiglio è consapevole che per questi obiettivi occorre sia trovare nuove forme di entrate sia migliorare gli assetti orga- nizzativi interni. Su questo stiamo lavo- rando con la direzione: l’obiettivo è di migliorare il benessere interno, avere catene di responsabilità più chiare, defi- nire meglio come si creano prodotti innovativi e di ampia diffusione. Dal punto di vista del nostro posiziona- mento occorre valutare se definire una nuova mission di Banca Etica che supe- ri la fase costitutiva e ci aiuti a crescere sia come capitalizzazione, sia come motore di un’economia “altra” (civile/ responsabile/relazionale/solidale...). Questo implicherà una riflessione sulla responsabilità di impresa in termini sia propositivi che critici e un posizionamento più forte di cosa significhi per noi etica in economia. Con la comunicazione iniziere- mo una riflessione sulle opportunità delle nuove forme interattive di internet per favorire partecipazione e comunicazione delle nostre idee e prodotti. Infine (ma non per importanza!), voglia- mo valorizzare i meccanismi partecipa- tivi dei soci e delle reti di cui fanno parte. Vogliamo approfondire come potenziare la nostra presenza territoria- le, al di là dell’apertura delle filiali, attraverso una ridefinizione del ruolo e delle operatività dei Banchieri Ambu- lanti, dei GIT e lo studio di eventuali appoggi su altre reti finanziarie. Sono tanti obiettivi e tanto lavoro, per fortuna siamo all’inizio e sappiamo di avere con noi lavoratori e soci di qualità e grande motivazione! Ugo Biggeri Presidente di Banca Etica

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Incontro nazionale P.03coordinatori dei Git

Il capitale cresce P.05ma si può fare di più

La marea nera di Bp P.06e gli investimenti etici

La Fondazione vuole P.08fare goal all’illegalità

Nuove norme P.11per il microcredito

Mille cooperative P.09in tre anni

SETTEMBRE 2010 N° 02 PERIODICO DI INFORMAZIONE, IDEE E PROGETTI DI BANCA ETICA

www.bancaetica.it

NE/PD0267/2008

Cari Soci, possiamo dire che i motori delnuovo Consiglio si sono scaldati. Abbia-mo avuto tre mesi estivi intensi in cuiabbiamo fatto CdA distribuiti in bennove giorni. Questo ovviamente è statopesante, ma necessario; inevitabilmentei ritmi rallenteranno nei prossimi mesi,anche se il lavoro si sposterà nelle com-missioni, gruppi di lavoro e incarichi cheabbiamo deliberato insieme.In CdA c’è un buon clima di lavoro. Stia-mo cominciando a fare bene squadra e adavere idee più chiare sulle problematichee opportunità di Banca Etica, del Gruppo,delle realtà partecipate e collegate. Stia-mo lavorando a una chiara definizionedegli ambiti e dei limiti di intervento delCdA. Una particolare riflessione riguarde-rà gli ambiti di gestione tra struttura econsiglio delle caratteristiche originali efondamentali di Banca Etica: la parteci-pazione dei soci e gli aspetti valoriali.Sulle realtà vicine aBancaEtica e sulla lorogovernance abbiamo iniziato a lavorare apartire da Innesco e dall’approfondimentoe rilancio del progetto Costigliola, il centrodi formazione sui Colli Euganei (PD) chesarà inaugurato il 30 ottobre!Infine l’obiettivo che ci siamo dati è di cer-care, con i resoconti del Consiglio, di dareuna comunicazione trasparente, univoca etempestiva sui lavori del CdA e i ritornisono stati positivi.Nella recente riunione del 13 e 14 set-tembre abbiamo avuto occasione diimpostare le basi per i macro obiettividel 2011 a partire dal lavoro preparato

Il neo-eletto CdA al lavoro per unanuova fase nella crescita di Banca Etica

dalla struttura. Abbiamo quindi iniziatoa predisporre una griglia di obiettivistrategici per rivedere il posizionamentodella Banca e mettere a fuoco i punti sucui lavorare. La griglia sarà inviata dal20 settembre ai portatori di interessedella banca (Comitato Etico, dipendenti,realtà collegate, GIT e soci fondatori)per conoscenza e per avere un ritorno,possibilmente entro fine novembre.Approfittando di BancanotE proverò achiarirvi di seguito alcuni dei punti stra-tegici che abbiamo individuato per lavo-rare insieme al futuro della nostra banca.Inevitabilmente i primi punti su cuioccorre agire riguardano la nostra strut-tura di impresa.•Occorre dare un nuovo slancio per lacapitalizzazione di Banca Etica. È unelemento fondamentale senza il quale icrediti e i nostri progetti si dovrebberofermare. Dobbiamo far capire di più ilvalore mutualistico e di leva perl’economia civile che le “azioni” di BancaEtica rappresentano.

•Dobbiamo poi essere più efficienti nelfare banca. Abbiamo alcuni parametriimportanti che dobbiamo “riallinea-re”, ma in pratica vuol dire che dob-biamo tornare a fare utili, sia perdimostrare che le nostre idee funzio-nano, sia perché è l’altro modo per raf-forzarci patrimonialmente.

• Il Consiglio è consapevole che per questiobiettivi occorre sia trovare nuove formedi entrate sia migliorare gli assetti orga-nizzativi interni. Su questo stiamo lavo-

rando con la direzione: l’obiettivo è dimigliorare il benessere interno, averecatene di responsabilità più chiare, defi-nire meglio come si creano prodottiinnovativi e di ampia diffusione.

Dal punto di vista del nostro posiziona-mento occorre valutare se definire unanuova mission di Banca Etica che supe-ri la fase costitutiva e ci aiuti a cresceresia come capitalizzazione, sia comemotore di un’economia “altra” (civile/responsabile/relazionale/solidale...).Questo implicherà una riflessione sullaresponsabilità di impresa in termini siapropositivi che critici e un posizionamentopiù forte di cosa significhi per noi etica ineconomia. Con la comunicazione iniziere-mo una riflessione sulle opportunità dellenuove forme interattive di internet perfavorire partecipazione e comunicazionedelle nostre idee e prodotti.Infine (ma non per importanza!), voglia-mo valorizzare i meccanismi partecipa-tivi dei soci e delle reti di cui fannoparte. Vogliamo approfondire comepotenziare la nostra presenza territoria-le, al di là dell’apertura delle filiali,attraverso una ridefinizione del ruolo edelle operatività dei Banchieri Ambu-lanti, dei GIT e lo studio di eventualiappoggi su altre reti finanziarie.Sono tanti obiettivi e tanto lavoro, perfortuna siamo all’inizio e sappiamo diavere con noi lavoratori e soci di qualitàe grande motivazione! �

Ugo BiggeriPresidente di Banca Etica

RUBRICAPARTECIPARE

Sabato 22 maggio 2010, a Padova, si ètenuta l’Assemblea generale dei soci diBanca popolare Etica, con una parteci-pazione molto elevata: i soci votanti sonostati 5.185 (967 presenti fisicamente e4.218 per delega). I soci hanno cosìdimostrato una forte volontà di contri-buire in un momento molto delicato perla vita della banca: l’assemblea è statainfatti chiamata a rinnovare i componen-ti del Consiglio di Amministrazione e delCollegio sindacale. A ciò si aggiunga ilfatto che 4 consiglieri, e tra questi il pre-sidente Fabio Salviato, non si son potutiricandidare poiché avevano raggiunto ilnumero massimo dei mandati (4 per treanni). C’è stato quindi un passaggio diconsegne tra chi, Salviato, ha guidato labanca fin dai tempi della cooperativa“Verso la banca etica” ad oggi e il nuovopresidente Ugo Biggeri. Va inoltre consi-derato che il percorso “elettorale”, cheha avuto il momento culminante nell’as-semblea, era in realtà iniziato molti mesiprima con un notevole dibattito e soprat-tutto con numerosi momenti di incontrodei candidati al Consiglio con i gruppiterritoriali dei soci e i lavoratori dellabanca. Altro argomento significativo

della giornata è stata la presentazione,discussione e approvazione del bilanciod’esercizio, importante perché indicacon informazioni e numeri il modo concui Banca Etica sta affrontando la crisifinanziaria e i risultati che essa ha sapu-to raggiungere, grazie all’impegno deisoci, dei clienti, dei lavoratori, degliamministratori della stessa. Se la sostan-ziale tenuta economica del nostro istitu-to rappresenta un dato rassicurante, nonpossiamo però dimenticarci che moltisono ancora gli obiettivi da raggiungereper garantirne lo sviluppo: da un consi-stente aumento di capitale sociale aduna maggiore efficienza operativa; dauna più capillare presenza sui territori aun riconoscimento anche legislativodella finanza socialmente ed ecologica-mente responsabile, fino alla promozio-ne e al sostegno di nuove esperienze dieconomia civile e solidale.La grande partecipazione dei soci all’as-semblea ha però anche evidenziato alcu-ni problemi logistici: nonostante infattila notevole “batteria” di computer predi-sposti per la registrazione ed alcuniaccorgimenti, come la pre-registrazionevia internet, non siamo riusciti ad evita-

re le code. Tutto ciò rappresenta natural-mente uno stimolo a riprogettare il pro-cesso e le procedure che dovranno carat-terizzare le prossime assemblee.Riportiamo qui, ritenendolo particolar-mente significativo per Banca Etica,l’augurio che il prof. Stefano Zamagni,economista e presidente dell’Agenziaper le Onlus, ha voluto inviare ai soci diBanca Etica. Citando Platone ha detto:«Il solco è diritto solo se i due cavalli chetirano l’aratro vanno alla stessa velocità.I due cavalli per Banca Etica sonol’efficienza e la solidarietà. La ricercadell’efficienza aziendale sganciata dallaprospettiva solidale conduce all’efficien-tismo – ed allora Banca Etica non avreb-be più senso. D’altro canto, prassi solida-ristiche che non facessero i conti con ilvincolo dell’efficienza scadrebbero nelmero assistenzialismo – ed allora BancaEtica non sarebbe sostenibile. Solo se idue cavalli marciano alla stessa velocità,il solco di Banca Etica sarà diritto e con-durrà verso l’alto». �

Marco PiccoloResponsabile Ufficio socio-culturale

di Banca Etica

Assemblea affollata per la nomina del nuovo CdASabato 22 maggio, a Padova, la numerosa partecipazione dei soci testimonia la loro volontà di “esserci” e contare.

Registrazione dei soci

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I membri del nuovo CdA

Ecco la composizione del nuovo CdAdi Banca Popolare Etica:Ugo Biggeri, eletto presidente dal pri-mo CdA che si è riunito subito dopo laconclusione dei lavori e, in ordine alfa-betico:Luigi Barbieri, Renzo Canal,Rita De Padova, Anna Fasano,Giuseppe Gallo, Daniele Lorenzi,Franco Marzocchi, Sergio Morelli,Roberto Museo, Roberto Oliva,Sabina Siniscalchi, Giulio Tagliavini

Il bilancio 2009 di Banca Etica approvato in assemblea

Finanziamenti concessi da BE € 538.760.000 (+ 26% rispetto al 2008)

Finanziamenti concessi da BE per € 21.320.000 (+ 200% rispetto al 2008)investimenti in energie rinnovabili

Raccolta di risparmio presso BE € 627.801.000 (+ 11% rispetto al 2008)

Utili € 30.000

Appuntamenti de La Costigliola

La Costigliola – azienda agricola diBanca Etica alle pendici dei ColliEuganei – sta per dare avvio alle atti-vità del centro agrituristico/forma-tivo/culturale di riferimento per isoci di Banca Etica: sale convegni,ospitalità, ristorazione bio sono adisposizione a mezz’ora da Padova.Dopo la vendemmia del 26 settembre,è prevista la festa di inaugurazione, il30 ottobre! Per partecipare e/o capiremeglio cos’è La Costigliola visita il sitowww.lacostigliola.org e acquista il suovino “Incipit” in promozione fino al 31dicembre su www.buonmercato.org

PARTECIPARE

I GIT nel territorio:lavorare in rete per la finanza eticaÈ stata la splendida collina di Fiesole afare da cornice al corso “I GIT nel territo-rio: lavorare in rete per la finanza Etica”,appuntamento programmato dall’areasocio-culturale di Banca Etica e svoltosigli scorsi 10, 11 e 12 settembre. Contra-riamente a quanto spesso avviene inoccasione di riunioni e dibattiti, nella tregiorni formativa rivolta ai coordinatori edaltri soci interessati a proseguire il pro-prio impegno nella struttura organizzati-va del territorio, non vi è stata alcunanecessità di superare quella sorta diimbarazzo iniziale, non c’è stato motivodi dover invitare qualcuno a rompere ilghiaccio, tale era il desiderio di esserci epartecipare, al pari del piacere di con-frontarsi e condividere le proprie ideecon gli altri. Più di cinquanta i parteci-panti da tutta Italia, con l’obiettivo diriflettere sul ruolo dei GIT e ragionaresull’importanza – pur nella complessità –

di sviluppare reti sul territorio e di lavo-rare con modalità e strumenti di comu-nicazione adeguati. Da parte dei presen-ti non sono mancate le segnalazioni didifficoltà nel portare avanti iniziative eprogetti per i quali, inoltre, si rendenecessario coinvolgere e motivare altrisoci volontari, così come è emerso nonessere sempre facile dare risposte etempi certi a realtà interessate a finan-ziamenti e ad entrare in rapporto con laBanca. La condivisione dei limiti riscon-trati da ciascuno nell’operare quotidianonon ha però in alcun modo impedito cheemergesse spontaneo il forte desideriodi proseguire l’impegno ad andare oltrele eventuali difficoltà. Le sessioni dilavoro programmate sono state così datutti affrontate con attenzione e rinnova-ta energia, nella convinzione debba farsisempre più saldo e proficuo il rapportotra il livello operativo della Banca e la

diretta emanazione della sua anima,ovvero tutti quei soci che si muovonoattivamente nelle circoscrizioni perdivulgarne i principi ispiratori e le buoneprassi. Al centro dei momenti formativirealizzati con l’ausilio dell’organizzazio-ne MartiniAssociati è stato posto il lavo-rare in rete, con l’analisi degli aspetticritici più ricorrenti ma anche dellepotenzialità insite negli individui e neigruppi. Da programma, nella mattinatadi domenica si è unito ai partecipanti ilpresidente Ugo Biggeri, il quale ha con-diviso con i soci le prime impressionidell’attività del nuovo CdA della Banca,entrata nel vivo a poco più di tre mesioramai dalla sua costituzione. La lineadel massimo confronto e della partecipa-zione attiva sarà contemperata al megliocon la necessaria responsabilità delledecisioni da prendere, per procederelungo un cammino sì impegnativo maancor più bello e ricco di obiettivi da rag-giungere e scommesse da vincere. Unatre giorni, insomma, vissuta da parte ditutti nell’orizzonte di volerci essere evoler capire, in modo da poter dare ilproprio contributo in termini di pensieroe di volontà per il miglioramento dellarealtà in cui si è immersi. In fin deiconti... «il cambiamento non arriveràse noi lo ricerchiamo in qualche altrapersona o in qualche altra occasione.Noi siamo coloro che lo stavamo aspet-tando. Noi siamo il cambiamento checerchiamo» (Barack Obama, Chicago 5febbraio 2008). �

Alberto Tessariol GIT Treviso

Bene. Anzi male.All’alba di venerdì mi chiama PaoloMadeddu, coordinatore dei soci di Sassa-ri: il suo aereo ha quattro ore di ritardo.Un po’ di patema nell’andare a mia voltaall’aeroporto è comprensibile.Io arrivo regolarmente, ma Paolo mirichiama a metà mattina: è finalmentearrivato a Bologna, ma ha perso il treno;riuscirà alla fine ad arrivare a Firenzesolo a metà serata. Subito dopo mi chia-ma Gaetano Lauta, coordinatore dei socidi Cagliari: è sull’autostrada, ma blocca-to da un incidente; anche lui non sa

RUBRICA

quando arriverà. Quando giungo a Fieso-le scopro che Teresa Masciopinto, segre-tario dell’Area Sud della Banca, ha persola coincidenza da Catania e arriverà...boh, probabilmente domani.Inizio così questo resoconto del nostrocorso di formazione per coordinatori deisoci di Firenze, per ricordare, prima ditutto, che per fare questo corso una cin-quantina di coordinatori, tutti volontari,si sono mossi da varie parti d’Italia, chiandando incontro a traversie piccole egrandi, chi sacrificando un giorno diferie, e tutti rinunciando quanto meno aun fine settimana di meritato riposo, adaltri interessi, alla famiglia. È un segna-le, piccolo quanto si vuole ma indicativo,di quella rete dei soci, di quell’insiemedi passioni, dedizione, energie, volonta-riato, che è una delle grandi risorse dellanostra banca e della quale il gruppo deicoordinatori che si è riunito a Fiesole èla punta dell’iceberg.Cosa ci siamo riuniti a fare? Beh, sedevo dare una risposta di istinto, primadi tutto parlerei delle risate. È stato uncorso in cui non siamo semplicementestati bene insieme, molto più che l’annoscorso, ma in cui proprio si è riso molto,più ancora nei momenti di lavoro chenelle pause (che peraltro sono statemolto poche). Un clima allegro, rilassa-

to, molto libero. Ci siamo visti per ride-re: è poco? Secondo me, anche questovuol dire che un altro mondo è possibile.Naturalmente, ci siamo riuniti per lavo-rare, in particolare per studiare e acqui-sire strumenti di lavoro utili per i nostriGIT. Sotto questo punto di vista, il corsoera diviso in tre blocchi. Il primo, obiet-tivamente il più debole, anche perchéeravamo ancora occupati a... carburare,fino alla mezzanotte del venerdì: lo statodell’arte dei nostri GIT, pareri, dubbi,riflessioni, un po’ di disordine nelladiscussione, forse, ma già un buon clima.Un secondo blocco, sul lavoro di rete e lacomunicazione, col gruppo che avevaormai ingranato ed era lanciato: e qui,mentre il giorno prima ci era sembratointerminabile, alla sera del sabato cisiamo resi conto che il tempo non erabastato. È toccato riprendere il lavoro ladomenica mattina, sacrificando un po’ ilterzo blocco, la programmazione, glistrumenti di lavoro per i GIT, l’incontrocon Ugo Biggeri a conclusione del corso.Una metà dei partecipanti, in realtà, èrimasto oltre la fine del corso (secchio-ni!) per gli incontri di coordinamentodelle aree del nordovest e del centro.Cosa mi rimane? Non è facile da dire.Sicuramente i volti, le persone, ciascunadiversa e singolare. A ricordare la rete

dei soci di cui parlavo prima con le sueenergie e le sue peculiarità diverse nodoper nodo, che non possono essere uni-formate oltre un certo tanto. Porto viaanche una serie di riflessioni sulle meto-dologie, sulla partecipazione, sul mododi lavorare in gruppo, sulla comunica-zione ecologica. Molte cose le sapevogià, un po’ meno le vivevo, ma... rinfre-scarsele è stato utile. Infine porto vial’idea che per i GIT si avvicina, anzi è giàiniziato, un momento di cambiamentoepocale. I contorni di questo cambia-mento mi sembrano ancora indefiniti enon del tutto chiari, ma a Fiesole cisono state presentate prospettive estrumenti che indicano comunque chesi è avviato un processo di mutazione.Se dovessi definirne i contorni, direiche dovrebbe crescere la corresponsa-bilità interna ai GIT, la divisione deiruoli fra i soci e attenuarsi quella sin-drome di “solitudine del coordinatore”di cui abbiamo parlato, da una parte.Dall’altra attenuarsi il distacco fra reteoperativa e attività sociali, politiche eculturali dei soci. Fra un anno, a Fieso-le, sarà interessante vedere se i GITavranno raccolto la sfida. �

Roberto Sedda Referente SociArea Centro

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Si è svolto a Firenzeil 10, 11 e 12 settembre 2010l’annuale corso rivolto aicoordinatori dei GIT.Ecco i commenti “a caldo” di duepartecipanti al corso, testimonianzadi una importante esperienza dicrescita professionale e umana.

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Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica,nel momento conclusivo della tre giorniformativa di settembre 2010

Nell’immagine di pagina 5coordinatori e soci al lavoro.

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L’area Nord-Est in “camino” da FiareNon è stata una passeggiata ma un “cami-no” quello che una delegazione dell’areaNord-Est ha compiuto a fine giugno neiPaesi Baschi per incontrare i partner diFiare: gli amici baschi ci hanno infattipreparato una serie di riunioni e di visitedettagliate a dimostrazione della serietàdel loro impegno e della complessitàdella rete di riferimento.Siamo stati introdotti in un mondo similea quello di Banca Etica ma con propriepeculiarità che ci possono insegnarequalcosa di nuovo o riproporre buoneabitudini quasi dimenticate. La delega-zione ha potuto conoscere la struttura diFiare, le cifre, le difficoltà superatesenza polemizzare e le loro proposte peruna più efficiente collaborazione.L’aver raggiunto come agenzia di BancaEtica 2 mln di capitale, 24 mln di rac-colta, 1400 clienti, 13 mln di finanzia-menti concessi con praticamente unsolo strumento di risparmio e conl’obbligo di dover applicare la normati-va italiana dimostra la determinazionenel perseguire un progetto di finanzaetica: «Quella vera», ci ha confessatoJuan, il direttore.«Vogliamo essere strani», ci ha anche

detto, e strani lo sono veramente, alme-no quanto lo eravamo noi quando abbia-mo iniziato il percorso verso la BancaEtica, e la loro stranezza si è trasforma-ta in speranza quando abbiamo toccatocon mano le loro relazioni, il fatto chel’agenzia fosse sede di un Gas e che tantisoggetti del mondo solidale spagnolofacessero esplicito riferimento a Fiarecome soci, ma soprattutto come partnerdi progetti.Una diffusa rete di referenti in tutta lanazione e la dichiarata volontà di ripro-porre in Spagna la struttura territorialedei GIT (a settembre si è tenuta laprima riunione ufficiale delle 33 circo-scrizioni) garantiscono un sicuro trenddi sviluppo partecipativo nel territorio.Le visite alle realtà finanziate hannoconfermato l’impressione di grandecoinvolgimento di Fiare nei mondi diriferimento. A cominciare dalla Funda-cion Penascal, centro di formazione gra-tuito per giovani immigrati o studentiche hanno lasciato la scuola in seguitoad un “fracaso scolastico”, così vienechiamato il fallimento negli studi. Soste-nuta dal governo basco e finanziata daBanca Etica, organizza corsi di idraulica,

falegnameria, sartoria, cucina e il suc-cessivo inserimento lavorativo.La visita è proseguita con gli incontri alCentro Arrupe, dove è apparsa evidentela capacità di fare rete dei soci di Fiare,riuniti nella “Aliadas del Sur” e impegna-ti in collaborazioni sui temi dell’intercul-turalità, della cooperazione internazio-nale e del commercio equo.Un salto infine in Castiglia per visitare lacooperativa biologica La Montanuela,fornitrice di verdura e frutta ai Gas con ilsistema della biocesta. Qui la banca hafinanziato la costruzione dell’“invernadero”,il complesso di serre e refrigerazionedell’azienda.Cosa ci è rimasto di questa intensa espe-rienza: la forte determinazione degliamici di Euskadi a partecipare al progettodi Banca Etica con la carica della primaora, la certezza che il percorso europeo èimprescindibile perché siamo nella stessainsostenibile barca, ma soprattutto il pia-cere degli incontri con le persone e lavoglia di far entrare questi amici a pienodiritto nella casa comune.�

Claudio Ferrari Referente Soci -Area Nord-Est

Banca Etica ha raggiunto30 milioni di euro di capitale socialeUna crescita del 15% da inizio anno, grazie all’azionariato diffusoe al successo della campagna “Arriva a quota Mille”.

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Con i nuovi soci ammessi dal CdA a ini-zio settembre, Banca Popolare Etica havarcato la soglia dei 30 milioni di euro dicapitale sociale! Un punto di svolta signi-ficativo per una banca nata 11 anni facon la mission di offrire servizi finanzia-ri al mondo dell’associazionismo e chenel tempo è diventata punto di riferi-mento per una vasta platea di impresesociali e di risparmiatori responsabili intutto il Paese.

«La crescita del nostro capitale socialeha avuto un particolare slancio in unafase di crisi economica e finanziaria. Èper noi una tappa importante, ma certonon è un traguardo – ha detto Ugo Bigge-ri, neopresidente di Banca Popolare Etica.– Se possiamo dire di aver vinto la sfidadi dimostrare che una banca etica è pos-sibile, ora dobbiamo impegnarci perincrementare ancora i finanziamenti aiprogetti di imprese sociali, responsabili e