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Quanti bambini lavorano in Italia? E nel mondo? Che lavori fanno? Chi li assume? In quali Paesi vivono? A queste, e a molte altre domande, cerca di rispondere questo fascicolo, destinato ai bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo: i coetanei dei tanti, tantissimi bambini lavoratori che in tutto il mondo costruiscono palloni e gio- cattoli, lavorano nei campi e nelle miniere, partecipano a guerre o vengono venduti per pochi soldi. Proprio perché ci rivolgiamo a un pubblico di giovanissimi, abbiamo preferito partire dalle testimonianze, veri e propri racconti di vita che costituiscono l’ossatura del fascicolo. Saranno sempre i bambini e i ragazzi a parlare. Con loro percorreremo tre Paesi in cui Cesvi lavora da anni per la tutela dei minori: India, Perù e Zimbabwe. E, naturalmente, l’Italia. I ragazzi delle nostre scuole potranno in- contrare i loro compagni e compagne che lavorano, e che sono ben felici di raccontare a qualcuno le loro esperienze di vita! E impareranno tante cose: a condurre un’intervista, a scrivere un “pezzo” giorna- listico, a effettuare una semplice ricerca sul campo, a leggere un grafico, a ricono- scere tutti i diritti negati a ragazzi e ragazze, come loro. Bambini sfruttati. Diritti negati. Isa Maranesi presentazione

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Quanti bambini lavorano in Italia? E nelmondo? Che lavori fanno? Chi li assume?In quali Paesi vivono? A queste, e a moltealtre domande, cerca di rispondere questofascicolo, destinato ai bambini e ragazzidella scuola dell’obbligo: i coetanei deitanti, tantissimi bambini lavoratori che intutto il mondo costruiscono palloni e gio-cattoli, lavorano nei campi e nelle miniere,partecipano a guerre o vengono vendutiper pochi soldi.Proprio perché ci rivolgiamo a un pubblicodi giovanissimi, abbiamo preferito partiredalle testimonianze, veri e propri raccontidi vita che costituiscono l’ossatura del

fascicolo. Saranno sempre i bambini e iragazzi a parlare. Con loro percorreremotre Paesi in cui Cesvi lavora da anni per latutela dei minori: India, Perù e Zimbabwe.E, naturalmente, l’Italia.I ragazzi delle nostre scuole potranno in-contrare i loro compagni e compagne chelavorano, e che sono ben felici di raccontarea qualcuno le loro esperienze di vita!E impareranno tante cose: a condurreun’intervista, a scrivere un “pezzo” giorna-listico, a effettuare una semplice ricercasul campo, a leggere un grafico, a ricono-scere tutti i diritti negati a ragazzi e ragazze,come loro.

Bambini sfruttati.Diritti negati.

Isa Maranesi

presentazione

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BAMBINI SFRUTTATI. DIRITTI NEGATI

Indice

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I principi internazionali di riferimento 3

Scheda A

Bambini: un mestiere difficile 4Scheda BLe Case del Sorriso 10

Scheda CLaboratorio: come leggere le fotografie 24

Scheda DIn quali settori lavorano i bambini? 26

Scheda EItalia: quale situazione? 28

SEZIONE FOTOGRAFICA

Inserto a colori staccabile 15

Questa unità didattica è nata nell’ambito dellacampagna internazionale Stop Child Labour– School is the best place to work promossada Cesvi insieme alle altre ong del networkeuropeo Alliance2015 e ai Sindacati olandesi.La campagna crede che:

- Lo sfruttamento del lavoro minorile neghiai bambini il diritto all’educazione.

- Tutte le forme di sfruttamento siano inac-cettabili.

- I Governi, l’Unione Europea, le Organizza-zioni Internazionali, le aziende e i consu-matori debbano lavorare insieme per fer-mare lo sfruttamento del lavoro minorile.

- Gli standard di lavoro vadano rispettati erafforzati per eliminare lo sfruttamento.

L’obiettivo principale di questa unità di lavoroè fornire agli insegnanti della scuola italianauno strumento utile per costruire un percorsodi conoscenza e approfondimento sul temadello sfruttamento del lavoro minorile e aiutarecosì i propri alunni a scoprire le diverse ecomplesse realtà in cui sono coinvolti bambinie ragazzi come loro.

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Il testo fondamentale in materia è la Conven-zione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adole-scenza (CRC, Convention on the Rights ofthe Child) approvata dall’Assemblea Generaledell’ONU nel Novembre 1989. L’Italia l’haratificata nel 1991 e oggi 192 Stati sono partedella Convenzione.È composta da un Preambolo, che fa riferi-mento alla Dichiarazione Universale dei DirittiUmani del 1948, e da 54 articoli che enuncianola tipologia dei diritti (1 – 41) e le norme difunzionamento.Tra questi si riconosce l’ articolo 32 contro losfruttamento economico e contro il lavoroche lede la salute e l’educazione dei minori.Art. 32Gli Stati parti riconoscono il diritto del fan-ciullo di essere protetto contro lo sfruttamentodel lavoro economico e di non essere costrettoad alcun lavoro che comporti rischi o siasuscettibile di porre a repentaglio la suaeducazione o di nuocere alla sua salute o alsuo sviluppo fisico, mentale, spirituale, moraleo sociale.Altri due importanti articoli della Convenzione(art. 28 e 29) sono dedicati al dirittoall’educazione.Art. 28Gli Stati parti riconoscono il diritto del fan-ciullo all’educazione e, in particolare, al finedi garantire l’esercizio di tale diritto in misurasempre maggiore e in base all’uguaglianzadelle possibilità:- rendono l’insegnamento primario obbliga-

torio e gratuito per tutti- incoraggiano l’organizzazione di varie forme

di insegnamento secondario sia generaleche professionale, che saranno aperte eaccessibili a ogni fanciullo, e adottanomisure adeguate come la gratuitàdell’insegnamento e l’offerta di una sov-venzione finanziaria in caso di necessità

- garantiscono a tutti l’accesso all’insegna-mento superiore con ogni mezzo appropria-to, in funzione delle capacità di ognuno

- fanno in modo che l’informazione el’orientamento scolastico e professionalesiano aperti e accessibili a ogni fanciullo

- adottano misure per promuovere la rego-larità della frequenza scolastica e la dimi-

I principi internazionalidi riferimento1

nuzione del tasso di abbandono della scuolaArt. 29Gli Stati parti convengono che l’educazionedel fanciullo deve avere come finalità:- favorire lo sviluppo della personalità del

fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltàe delle sue attitudini mentali e fisiche, intutta la loro potenzialità

- sviluppare nel fanciullo il rispetto dei dirittidell’uomo e delle libertà fondamentali edei principi consacrati nella Carta delleNazioni Unite

- sviluppare nel fanciullo il rispetto dei suoigenitori, della sua identità, della sua linguae dei suoi valori culturali, nonché il rispettodei valori nazionali del Paese in cui vive,del Paese di cui può essere originario e delleciviltà diverse dalla sua

Altri due fondamentali riferimenti internazionalisono le Convenzioni 138 e 182 dell’Organizza-zione Internazionale del Lavoro (ILO).La Convenzione 138 del 1973 fissa i criteriche regolano l’impiego della manodoperaminorile: stabilisce che l’età minima di ammis-sione al lavoro non possa essere inferiore all’etàprevista per il completamento della scuoladell’obbligo e in genere non inferiore ai 15anni.La Convenzione 182 del 1999 proibisce leforme peggiori di sfruttamento quali la schia-vitù, la vendita e tratta di minori, il lavoroforzato, il reclutamento nei conflitti armati, laprostituzione, il traffico di stupefacenti, ecc.);sollecita quindi i legislatori nazionali ad indivi-duare ogni forma di sfruttamento del lavorominorile affinché venga al più presto eliminata.

In Italia, la legge 977 del 1967 ha fissato l’etàminima di ammissione al lavoro a 15 anni: trai 15 e i 18 anni il lavoro è permesso ma nonin attività pericolose, pesanti e dannose perla salute. Il principio di fondo è che l’età minimaper l’ammissione al lavoro è fissata al momentoin cui il minore ha concluso il periodo diistruzione obbligatoria.La Legge Finanziaria del 2007 ha introdottoalcune modifiche al sistema scolastico: unodei provvedimenti più significativi è quellorelativo all’innalzamento dell’obbligo scolasticoai 16 anni.

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la sua vita è stata identica a quella dimigliaia di bambini in India e in tante altreparti del mondo. Poi, la scuola, la possibilitàdi un futuro diverso, la libertà.

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finito un corso di recupero e ho superatol’esame della 7ª classe. Andrò a vivere inuna casa di accoglienza del governo, perchésono orfana e frequenterò l’ottava classe.Così potrò scegliere un altro lavoro4.

SANDYBA:LA BAMBINA DELLAPIANTAGIONE DI COTONE

Mi chiamo Sandyba, ho appena compiutoquattordici anni. Non sono mai stata a scuolaperché ho lavorato per sei anni in una pian-tagione per la produzione dei semi di cotone.Lavoravo per circa nove ore al giorno, eanche di più. Dovevo impollinare i fioriunendo la parte maschile e femminile. Ognigiorno cercavo le piante pronte perl’impollinazione. Nella piantagione lavora-vano con me altre 50 bambine, le lavoratricipiù piccole avevano circa otto anni. Dellepersone girano per i villaggi per reclutare lebambine presso le famiglie povere.Venivamo pagate 20 rupie al giorno, il nostrolavoro era pesante e noioso. Ho smesso di lavorare a tredici anni e sonovenuta al centro di MVF3 a studiare. La miavita è cambiata in meglio, il lavoro non mipiaceva, era pesante e non potevo impararea leggere e scrivere o giocare. Ho appena

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vedi nota n.2

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Nel mondo i bambini (tra 0 e 14 anni) sonopiù di due miliardi: la maggior parte vive neiPaesi poveri. Nella fascia d'età tra i 5 ed i 14anni i bambini dei Paesi poveri sono circa unmiliardo e, di questi, un gran numero lavora,anche a tempo pieno.Attenzione: quando parliamo di bambiniintendiamo i minori, cioè tutti coloro chenon hanno ancora compiuto i 18 anni di età!Insomma, essere bambini nel mondo puòessere un mestiere difficile!

TANTI BAMBINI LAVORANO

Secondo i dati pubblicati dall’ILO (Organiz-zazione Internazionale del Lavoro) nel 2006,nel mondo ci sono 218 milioni di minori chelavorano, con una significativa riduzione(dell’11%) nel periodo compreso tra il 2000e il 2004: la stima globale precedente erainfatti di 246 milioni! La stragrande maggio-ranza dei bambini (addirittura il 69%) lavorain agricoltura.

Molti bambini che lavorano sono facilmentevisibili: questo vale, ad esempio, per i bambinidi strada del Brasile o dell’Africa, o di Paesipiù vicini a noi come la Russia o la Romania;altri, come i lavoratori domestici, si vedonomeno: sono più nascosti, ma anche più indi-fesi.

TANTI BAMBINI SONO SFRUTTATI

In molti casi il lavoro dei bambini viene sfrut-tato (occupati a tempo pieno in età precoce,sono mal retribuiti o addirittura sono sfruttatisenza alcun compenso, e vivono in condizioniinsostenibili) mentre sono ben 126 milioni ibambini che devono affrontare lavori rischiosie le peggiori forme di sfruttamento. E cioè?Secondo la Convenzione 182 dell’ILO, conquesta espressione intendiamo tutte le formedi schiavitù, compresa quella per debiti, lavendita o tratta dei minori, il reclutamentodei bambini soldato nelle guerre, la prostitu-zione, il traffico di stupefacenti.

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nel mondo ci sono almeno 300000bambini soldato. Il problema è più gravein Africa: il rapporto presentato nell'aprile2006 parla di 120000 bambini soldato.

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11 anni, ci dissero che stava arrivando lapace in Liberia e ne fui felice. Ho smesso diessere un soldato dopo 5 anni di combatti-menti nella macchia. Sono stato il primobambino soldato ad essere smobilitato nellacontea di Lofa quando le Nazioni Unitehanno aiutato il processo di smobilitazione.Mi sentivo così bene al pensiero di smetteredi combattere”. Oggi John ha 18 anni. Va ascuola da quando ha lasciato il fronte a seguitodi un Programma finanziato dall'UNICEF peril reinserimento dei bambini soldato.John oramai è alle superiori e sogna di diven-tare medico un giorno. "Mi è stato chiestodi combattere di nuovo, ma ho rifiutato"dice John. "La mia istruzione è troppo im-portante per me". [Fonte: Unicef]

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LA STORIA DI JOHN:IL BAMBINO SOLDATO

“Avevo già visto la guerra prima... da vicino.Talmente tanta morte e distruzione. La primavolta è successo nel 1991. Fu quando i ribellivennero al nostro villaggio” dice John, unragazzo alto dal parlare dolce. Viene dallaLiberia, una nazione africana recentementeuscita da una guerra civile durata ben 14anni. "Presero mio padre e lo misero in cella.Poi mi chiesero se volevo andare con loro.Ho detto di sì, perché volevo proteggere miopadre, ero sicuro che altrimenti lo avrebberoucciso. Avevo 6 anni. Mi presero e portaronovia assieme a molti altri bambini, molti deiquali erano più grandi di me. Ci portarononella foresta per l'addestramento militare.Eravamo circa 175 e l'addestramento duravatre mesi. Poi ci spedirono a combattere sulfronte. L’ho fatto per 5 anni. Ci davano moltedroghe per farci sentire forti e coraggiosi eper eseguire i loro ordini su qualsiasi cosa.Poi nel dicembre 1996, quando avevo oramai

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CHE COSA È LO SFRUTTAMENTODEL LAVORO MINORILE?

Non tutti i lavori svolti dai bambini sonouguali. La Convenzione sui Diritti dell’Infan-zia e dell’Adolescenza (CRC) parla del lavorominorile nell’Art 32.1. Gli Stati riconosconoil diritto al fanciullo di essere protetto controlo sfruttamento economico e di non esserecostretto ad alcun lavoro che comporti rischio sia suscettibile di porre a repentaglio lasua educazione o di nuocere alla sua saluteo al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale,morale e sociale. Quindi l’Art. 32 sostiene ildiritto dei bambini a non essere sfruttati inlavori che danneggiano la salute e ostacolanoo impediscono l’istruzione, lo sviluppo e illoro benessere. Quando i bambini sono co-stretti a lavorare per molte ore nei campi,nelle fabbriche e per strada, diminuisce o siimpedisce la loro possibilità di frequentare lascuola e la capacità di apprendimento, e sicompromette così il loro futuro.

Gli Stati riconosconoil diritto al fanciullo di essere

protetto contro losfruttamento economico edi non essere costretto adalcun lavoro che comporti

rischi o sia suscettibile diporre a repentaglio la suaeducazione o di nuocere

alla sua salute o al suosviluppo fisico, mentale,

spirituale, morale e sociale.

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DOVE LAVORANO I BAMBINI?

I bambini e le bambine che lavorano sonosparsi in tutto il mondo, ma si concentranosoprattutto in Asia e nel Pacifico: qui ce nesono 123 milioni (ma si tratta di una delleregioni più popolate del mondo!).Nell’Africa Sub-Sahariana (cioè la fetta diAfrica sotto il deserto del Sahara, la regionepiù povera di questo continente) sono inveceal lavoro circa 50 milioni.Forse vi sembrerà poco, in realtà lavora quasiil 30% dei minori, un numero che non vieneraggiunto in nessun altro continente, nem-

meno in Asia, dove i minori che lavoranosono circa il 20-25%. In America Latina lavoracirca il 5-10% dei bambini al di sotto dei 15anni, e non pochi sono ragazzi di strada; maquesto dato è in diminuzione secondo l’ILO.Stando alle inchieste di molte associazioni, illavoro minorile esiste anche nei paesi indu-strializzati; il fenomeno è presente negli StatiUniti e in Europa dove stanno aumentandole forme peggiori di sfruttamento come iltraffico di bambini, l’accattonaggio, il coin-volgimento in attività illegali.Come si vedrà più avanti questo sta succe-dendo anche in Italia.

• Prova a cercare su un vocabolario, megliose etimologico, il significato della parolabambino. Da quale antico termine provie-ne? Che cosa significava in origine?

• Il termine bambino ha significato cose edetà diverse nel corso del tempo.

Che cosa si intende per bambino, oggi?Discuti in classe, insieme ai compagni eall’insegnante.

• Che cosa si intende per bambino nellealtre culture? Ragiona con i compagni ele compagne della tua classe che proven-gono da culture diverse.

• In ogni Paese il lavoro è illegale se svoltoal di sotto dell’età minima prevista, che èin genere quella dell’obbligo scolastico (inItalia: 16 anni); al di sopra di questa età,il lavoro può essere irregolare, il cosiddettolavoro nero (per esempio, se non rispettale norme di sicurezza, se va oltre un certonumero di ore al giorno, se non è giusta-mente retribuito ecc).

Sapresti fare degli esempi di lavoro illegalee di lavoro nero di cui siete a conoscenza?

Prova a rispondere• Facciamo un rapido calcolo: complessi-

vamente, facendo un conto alla buona,quanti sono - in percentuale - i bambiniche lavorano rispetto al totale dei bam-bini del mondo?

• Sapresti fare lo stesso calcolo per l’Italia?Ti basti sapere che, secondo l’ISTAT, inItalia ci sono circa 10 milioni e mezzo diminori tra 0 e 18 anni; e 8 milioni circatra 0 e 14 anni.

• È sempre più marcata la differenza traPaesi ricchi e Paesi poveri; ma non man-cano aree povere all’interno di Paesiricchi, e viceversa. Suggeriamo una sem-plice e speriamo divertente attività: sullalavagna voi alunni sistemate tutti i Paesidel mondo che vi vengono in mente,divisi in 4 colonne: Paesi poveri - Paesiricchi - Paesi poveri con aree ricche -Paesi ricchi con aree povere. Poi, verifi-cate le vostre informazioni: da quali fontile avete tratte (TV, giornali, scuola, ecc)?Di quali Paesi non siete sicuri? Su qualiavete opinioni contrastanti? Indicatelitutti in modo diverso.

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SFRUTTAMENTO DEL LAVOROMINORILE E POVERTÀ

C’è una stretta relazione tra povertà e sfrut-tamento del lavoro minorile, e spesso lefamiglie devono chiedere a tutti i compo-nenti, anche ai più piccoli, di darsi da fareper poter sopravvivere.Insomma, il lavoro minorile è una conse-guenza ineluttabile della povertà? Non sem-pre. A volte può addirittura alimentarla:infatti, favorisce l’abbassamento dei salarie quindi la disoccupazione degli adulti.Ma, ovviamente, la povertà resta il nemicoprincipale da sconfiggere. Nel 2000, 189capi di stato e di governo hanno adottatola Dichiarazione del Millennio, con l’obiettivodi eliminare la povertà e favorire la pace, idiritti umani e l’ambiente. Sradicare la po-vertà estrema, ovvero dimezzare entro il2015 il numero di persone che vivono conmeno di 1 dollaro al giorno è ovviamenteuno degli obiettivi più importanti.

PIÙ SCUOLA, MENO LAVOROPER I BAMBINI

Secondo l’ultimo rapporto Unicef (dicembre2007) circa 93 milioni di bambini non vannoa scuola, due terzi di questi sono bambine.Per contrastare lo sfruttamento del lavorominorile è fondamentale rendere obbliga-toria e gratuita almeno la scuola primaria,anche nelle zone rurali, dove sono soprat-tutto le bambine a non frequentare la scuolaperchè lontana dal loro villaggio.Occorre dunque che tutti i bambini abbianola possibilità di recarsi a scuola, liberamentee gratuitamente. Solo così potranno costruirsiuna vita migliore, otterranno un lavoro piùqualificato e si interromperà finalmente ilciclo della povertà.Anche nelle situazioni di emergenza, cometerremoti, tsunami, disastri, occorre ridurreal minimo l’interruzione dei servizi scolastici,perché la scuola non è solo luogo di appren-dimento ma anche di protezione dalla trattae dalle malattie.

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seguito si riportano le storie e le testimonianzedi alcuni bambini e giovani che fanno riferi-mento alla Case del Sorriso in India, Perù eZimbabwe.

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Da anni Cesvi ha individuato e messo inpratica una propria strategia di intervento peraffrontare la grave situazione di abbandonoe mancanza di protezione che coinvolge ibambini e giovani dei Paesi poveri.Le “Case del Sorriso” rappresentano il filoconduttore dei progetti del Cesvi per promuo-vere i diritti dei bambini e dei giovani chevivono in condizioni di emarginazione e disa-gio. Le Case dunque non sono solo il luogofisico in cui vengono erogati servizi, ma ilcentro di coordinamento di tutti gli interventia livello psicologico e sociale, educativo elegale. Sono luoghi di socializzazione e nondi ghettizzazione: ogni casa fa da "ponte"rispetto alla comunità di provenienza deibambini e dei ragazzi e costituisce un supportoper il loro inserimento nella società civile. Di

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il territorio dove sorgono le fabbriche di mattoni ècaratterizzato dalla presenza di un fiume dove cisono i depositi della materia prima necessaria: l’argilla.Ci sono risaie, bananeti e palmeti, sovrastati daciminiere altissime che punteggiano il paesaggio.Nella regione, ci sono circa 2000 fornaci.Le famiglie e i bambini vivono in condizioni disumane:senza servizi igienici, in case fatiscenti, annesse allafornace, con un solo locale, buie e malsane.

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INDIA. PICCOLI SCHIAVI PER DEBITINELLO STATO DEL TAMIL NADU

L’India, come forse saprai, è un grande Paesefederale, composto cioè di tanti Stati, checomprendono, tutti insieme, più di 1 miliardodi persone! Uno di essi é lo stato del TamilNadu, nell’India meridionale. Cesvi in Indiaha ben 10 Case del Sorriso: 3 case di acco-glienza e 7 centri diurni. Una delegazione delCesvi in visita nel Paese ha incontrato moltibambini lavoratori. (Prova a cercare il TamilNadu su una carta geografica).

Le famiglie sono in condizioni di schiavitùper debiti contratti con il proprietario dellafornace, delle risiere o nel villaggio d’origine.Si tratta di somme comprese tra 5000 e 25000rupie. Tieni presente che ci vogliono 54 rupieper fare 1 euro; ma in India il denaro ha unvalore molto diverso…L’indebitamento è spesso dovuto a un’annatanegativa per la siccità, malattie, catastrofinaturali. Vi sono delle leggi che proibisconoil lavoro forzato, ma normalmente non ven-gono rispettate, se non per brevi periodi dopole ispezioni. Funziona il sistema del cosiddettolavoro “a cottimo” (la retribuzione è in base

alla quantità di prodotti forniti) quindi piùmembri della famiglia lavorano, più mattoniproducono. Il salario viene assegnato allafamiglia. Donne e bambini non escono quasimai dall’area della fabbrica e non percepisconodirettamente alcun compenso.I bambini lavorano con la famiglia anche atempo pieno; molti di loro perciò frequentanola scuola solo quando sono al villaggio. Inoltre,i genitori analfabeti non sono sempre consa-pevoli dell’importanza dell’educazione.Quando i genitori sono anziani o inabili allavoro, i figli ereditano il debito, che cresceper gli interessi e molto difficilmente puòessere estinto.

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anche in altri paesi del mondo i bambinisono sfruttati nella fabbricazione dei mat-toni: ad esempio in Darfur, una regione delSudan duramente colpita da guerre e care-stie. I bambini schiavi hanno tra i sei e itredici anni, sono deportati dai villaggidistrutti, vengono calati in fosse oltre i duemetri di profondità per scavare nella rossaterra umida. Altri piccoli schiavi alimentanole cataste di tronchi di acacia per cuocerei mattoni5.(Prova a cercare il Darfur su unacarta geografica).

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NELLE FORNACI DI MATTONI

Nella prima fabbrica di mattoni ci sono 45famiglie, con 105 persone che hanno menodi 18 anni. I bambini, radunati nella stanzadove stanno frequentando un doposcuola,sono seduti per terra a gambe incrociate,alzano lo sguardo attenti, curiosi e sorridenti.

Nelle fornaci di mattoni e nelle risiere dovenon esiste il doposcuola, i bambini non hannoalcuna forma di assistenza educativa e/osanitaria e nessun aiuto per l’iscrizione in unascuola governativa.

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Come ti chiami?Mi chiamo Marimuthu, figlio di Muriyandi.

Da che villaggio provieni?Il nome del mio villaggio è Sethur.

Quanti anni hai?Ho compiuto undici anni.

Mi parli della tua famiglia..Ci sono i miei genitori, una sorella piùgrande che è sposata e due fratelli più grandidi me, io sono il più piccolo.

Che lavoro fanno i tuoi genitori?Mio padre lavora qui alla fornace, mia madreè bracciante agricola ma lavora anche qui.

Lavorano altre persone in famiglia?Lavoriamo tutti: mio padre, mia madre enoi tre figli.

Come viene retribuito il vostro lavoro?La famiglia prende un salario unico di circasettecento rupie alla settimana.

Mi parli del tuo lavoro?Noi bambini e bambine usiamo una zappaper spaccare la terra che è molto dura, lamescoliamo con l’acqua, la sbricioliamo, laimpastiamo e formiamo dei blocchi.Li passiamo ai genitori che lavorano ancorail blocco, poi lo mettono nello stampo e

LA PAROLA A I BAMBIN I LAVORATORI

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danno la forma ai mattoni crudi. Spingoanche la carriola per trasportare l’argillacon cui si fabbricano i mattoni, li liscio e,insieme agli altri, li metto nel magazzino.Ma prima devono essere cotti nella fornace.

Come si svolge la tua giornata?Mi alzo all’alba perché fa meno caldo e illavoro è meno faticoso, si continua fino aquando il sole diventa insopportabile. Poimangiamo qualcosa. Adesso però frequentoil doposcuola e mi piace molto.

Che cosa pensi di questo lavoro?Mi piace lavorare con la mia famiglia. Aiutoperché il mio lavoro è indispensabile perla nostra sopravvivenza e così facciamopiù mattoni… Senza lavoro non si mangia.

Hai frequentato la scuola?Al mio villaggio stavo frequentando laquarta elementare, ma non posso rimanerelì da solo quando i miei genitori vannolontani per cercare lavoro.

Quanto dura la stagione lavorativa?Circa 8 mesi… dipende dalle piogge, poitorniamo al villaggio.

Che cosa mangi di solito?Riso bianco e un po’ di verdura.

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La stanza-scuola è anche un punto di ritrovo e didiscussione dove i bambini e le bambine possonoincontrarsi, giocare, ricevere nozioni igienico-sanitarie, conoscere i loro diritti per migliorare laqualità della loro vita, nei limiti del possibile.

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sposarci troppo presto a quindici anni oancora più giovani, in genere ci sposiamotra i 19 e i 20 anni.

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Sotto una tettoia al riparo dal sole cocente,le ragazze rispondono quasi in coro o assen-tendo con gesti del capo agli operatori delCesvi.

Abitate tutte all’interno di questa risiera?Siamo nate e siamo sempre vissute in questoposto.

Come mai siete tutte ragazze… e i maschi?I bambini, e alcune bambine, sono a scuola.

Come si svolge la vostra giornata?Svolgiamo tutte le attività legate alla lavora-zione del riso, insieme alle nostre famiglie,senza un orario fisso, notte e giorno, quandoè necessario. Molte di noi si occupano anchedelle faccende di casa e di cucinare. Ci sonodei lavori molto pesanti, abbiamo i piedipieni di tagli e molto spesso male alla testa(tutte mostrano i piedi con tagli numerosi eprofondi).

Non uscite mai dalla risiera?Raramente, per fare la spesa, qualcuna perandare a scuola, ma Jeeva Jyothi6 sta orga-nizzando una gita al mare di una giornata esiamo molto contente… non vediamo l’ora!

Secondo voi, ci sono dei cambiamenti nellavostra vita?Fortunatamente, non siamo più costrette a

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nell’area a Nord di Chennai, la capitale del TamilNadu vi sono circa 200 risiere. Una parte dellefamiglie è nata qui; altre sono originarie di villaggianche lontani ed emigrano periodicamente allaricerca di lavoro.

Lo sai che...RISIERA DI KATTANAIKAM NAGAR: UN GRUPPO DI RAGAZZE LAVORATRICI

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IL DIRITTO ALLA PARTECIPAZIONE

I bambini e i ragazzi lavoratori ritengono moltoimportante partecipare alle attività della co-munità per cercare di migliorare la loro vita.Molti di loro sono membri del Parlamento deiBambini. “Nel Parlamento discutiamo insiemei nostri problemi, facciamo proposte, parteci-piamo a forme di protesta e di mobilitazione.Protestiamo per le condizioni di lavoro e divita, per la mancanza di servizi igienici e disistemi di aerazione quando la temperaturasupera i 40° tra aprile e agosto”. Inoltre esisteuna sezione della Banca Asiatica dei Bambiniper lo Sviluppo (CDB)7 gestita dai ragazzi stessicome una cooperativa con l’aiuto degli adulti.I bambini lavoratori e di strada possono pro-teggere i soldi risparmiati, chiedere prestitisolo per motivi seri e documentati, abituarsia gestire i soldi in modo responsabile permigliorare le loro condizioni di vita (istruzione,salute).

MURIGAMMA, PRIMO MINISTRONEI RITAGLI DI TEMPO

Murigamma, una ragazzina molto seria, è ilPrimo Ministro in carica del Parlamento deiBambini. Uno dei suoi compiti è controllareche i vari ministri non litighino, ma sianopropositivi. La sua casa è dentro il recinto dellarisiera come tutte le altre, allineate in unalunga fila. C’è una piccola finestra traforata,alcuni poster di attori e divinità; la temperaturaall’interno è soffocante. “Mi chiamo Murigam-

ma e ho 15 anni, in questa casa viviamo in seipersone: i miei genitori e quattro figli. Ho trefratelli e tre sorelle più grandi, alcuni sposati.Sono nata in questo posto, sono vissuta semprequi. Mi piacerebbe tanto poter studiare eimparare un altro lavoro, ma devo lavorare inquesta risiera con il resto della mia famiglia.Non ricevo un compenso personale, ma ilsalario è di 150 rupie al giorno per tutta lafamiglia. Anche alla mia amica Hima, che haquattordici anni, piacerebbe studiare ancora,ma sono in cinque in famiglia e lei è la mag-giore. Il mio è un lavoro pesante, in base allenecessità partecipo a tutte le attività: pulire ilriso, stendere i mucchi sull’aia a seccare, ritirarloo ricoprirlo quando piove, riempire i sacchiper il trasporto e la vendita...Mi devo occupare anche dei lavori domestici.Non posso mai uscire, ogni tanto vado a farela spesa al mercato più vicino.Dobbiamo comprare tutto anche il riso, i soldisono appena sufficienti per le necessità quoti-diane, quindi il debito non finirà mai. Abbiamol’acqua, naturalmente non nelle case, ma nonci sono bagni e dobbiamo fare i nostri bisogniall’aperto, anche di notte. Anche le mie amiche,che lavorano con le loro famiglie, preferirebberosmettere di fare questo lavoro e andare ascuola. Siamo sedici famiglie e viviamo tuttein queste condizioni con gli stessi debiti, glistessi salari e gli stessi problemi di salute.Mangiamo sempre riso al curry, lenticchie equalche verdura..”

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SARASWATHY, NOVE ANNIE GRANDI RESPONSABILITÀ

Nel villaggio di Thudaripettai, vivono 76famiglie per lo più in condizioni di povertà edi disagio sociale. Camminando tra le capanne

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assistite da Don Bosco8 ecco una bambinaseguita da un gruppetto di quattro bimbiancor più piccoli di lei. Sembra una chiocciacon i suoi pulcini. Sono i suoi fratellini esorelline con i vestitini laceri, i capelli sporchi,gli occhi sgranati.

Come ti chiami?Saraswathy, ho nove anni.

Questa è la tua casa?Sì, ci abitiamo in sette. Mio padre, la suaseconda moglie e cinque figli. Mia madre èmorta.

Come mai non sei a scuola?Non vado a scuola perché devo curare i mieifratellini e lavorare.

Non sei mai andata a scuola?Sì solo per due anni, ho smesso in secondaelementare.

Nessuno dei tuoi fratelli e sorelle va a scuola?Sì, ho un fratello che frequenta la quartaelementare.

Tu sei la più grande?No, ho un fratello più grande che lavora inuna fabbrica tessile.

Quanti anni ha?Non lo so… forse quattordici.

Quale è il lavoro di tuo padre?Mio padre fa il bracciante agricolo e miamadre è domestica nella casa del padronedi una fabbrica tessile. Quando non devocurare i miei fratelli vado a lavorare con leiper aiutarla.

Chi cura i tuoi fratellini quando lavori?Partecipano alle attività di Don Bosco.

sette

Saraswathy mostra la sua capanna, l’esternoè fatiscente, quasi in rovina, l’unico spaziointerno è buio e malsano.

Osserva l’immagine

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IL MIO SOGNO?LASCIARE QUESTO LAVORO

Solaianna è un’amica della Casa del Sorrisodi Ekta9 conosciuta dalle animatrici, raccontala sua storia. Si trova nel suo villaggio soloperché ha una mano ferita, in via di guarigio-ne.

“Mi chiamo Solaianna. Vivo in un villaggio,ho 15 anni e ho interrotto la scuola circa unanno fa.La mia famiglia è composta da mia madre,una sorella più grande che sta terminandodi studiare e un fratello più piccolo chefrequenta la settima classe.Lavoro in una fabbrica tessile. Circa diecigiorni fa mi sono ferita mentre utilizzavo untelaio meccanico per tessere il cotone.Un anno fa sono arrivati degli uomini al miovillaggio che chiedevano ai genitori se aves-sero una figlia da mandare alla fabbricatessile.Mia madre purtroppo ha acconsentito: mihanno portato molto lontano (circa 200chilometri credo). Guadagno 1000 rupie almese, ma 500 le trattengono per vitto ealloggio. Siamo duecento ragazze di etàcompresa tra i 12 e i 20 anni, dormiamo in15 per stanza e ci sono solo quattro bagni.Non abbiamo mai il permesso di uscire,dobbiamo comprare il necessario in un ne-gozio interno. Riesco a mandare a casa solo300 rupie al mese, perché 200 mi servonoper le medicine o per l’olio per i capelli.Lavoriamo circa 9 ore al giorno e alla serapossiamo guardare la televisione.I dirigenti della fabbrica hanno detto che selavoriamo per tre anni senza alcun tipo diinterruzione, riceveremo un compenso extradi 20000 rupie, dobbiamo garantire di nonfare vacanze e di non sposarci (80% delleragazze non resiste per un tempo così lungoe non riceve di conseguenza questo compen-so). Adesso sono a casa perché mi sono ferita

alla mano e mi hanno decurtato questi 10giorni di salario. Succede anche quandovengo a trovare la famiglia. Sono necessarialmeno due giorni a causa della lontananza.Questo lavoro è faticoso e non mi piace,questa vita non mi piace ma mia madre diceche per il momento non posso smettere,perché lavora saltuariamente come braccianteagricola per 50 rupie al giorno e per arroton-dare ha un piccolo punto vendita di thé.Il mio sogno? Lasciare questo lavoro.

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Siamo duecento ragazze dietà compresa tra i 12 e i 20

anni. Non abbiamo mai ilpermesso di uscire, dobbiamocomprare il necessario in un

negozio interno

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“Ho iniziato a lavorare a 13 anni e non hopotuto continuare la scuola. Ho frequentatofino alla prima media. Ho lavorato semprecome collaboratrice domestica, prima nellacasa di una donna anziana, dove facevo lepulizie, cucinavo, e avevo cura di lei.Ho lavorato sempre nelle case, talvolta mimaltrattavano e mi pagavano molto poco.Non ho mai smesso di lavorare.Adesso, con l’aiuto della Casa del Sorriso,ho imparato un nuovo lavoro: faccio dolcie gelati, così posso vivere tranquilla e man-tenere mio figlio Jonathan Oswaldo. Inizioa lavorare alle 8 e termino alle 15, mi riposoun giorno alla settimana. Qui rispettano imiei diritti.Mia mamma cura il bambino quando sonoal lavoro. Due dei miei fratelli frequentanola scuola”.

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PERÙ. LAVORO DOMESTICO.CAMBIAR VITA

Gissele vive a Lima, capitale del Perù, doveabita un terzo della popolazione totale delPaese. Gran parte della popolazione è emi-grata dalle campagne a causa della povertàestrema. A Lima ci sono ufficialmente piùdi 6000 bambini che vivono in strada.(Prova a cercare il Perù su una carta geo-grafica).

La gente del quartiere di Gissele vive incondizioni di grave povertà e mancanza diservizi (acqua potabile, condizioni igieniche,luce). Giselle ha ventidue anni ed un bam-bino di quattro anni. Vive con la sua famigliacomposta da otto fratelli e i genitori.Racconta...

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Le Case del SorrisoZimbabwedieci

ZIMBABWE. VIVERE IN STRADA

Per i ragazzi e ragazze di strada di Harare,capitale dello Zimbabwe, la città è un postomolto difficile per vivere. (Prova a cercare loZimbabwe su una carta geografica).Durante la giornata sono esposti a innume-revoli rischi e scomodità: non hanno un postofisso dove dormire, riposarsi, lavarsi, e sonoesposti a tutti i tipi di abusi verbali, psicologicie fisici. Tra gli stessi ragazzi di strada ci sonocasi di sfruttamento, così che i più grandi siapprofittano dei più piccoli, facendoli lavorareper loro. Devono lavorare o fare qualsiasicosa per guadagnarsi la vita, perdendo l’op-portunità di frequentare la scuola e di averein futuro la possibilità di un lavoro dignitoso.Ecco le testimonianze di alcuni ragazzi chefrequentano l’associazione Streets Ahead,che collabora con la Casa del Sorriso di Harare.

Il raccoglitore di bottiglieMi sveglio alle 9 di mattina (dormo vicinoal Crown Plaza Hotel) e incomincio a cercarebottiglie di plastica. Dopo che ne ho raccoltoun buon numero, le porto alla ditta che lericicla. I prezzi variano da ZIM$ 100010 aZIM$ 15000, in una mattina posso fare circaZIM$ 300000. Quando è ora di pranzo, vadoalla sede di Streets Ahead, dove possiamofare il bagno, mangiare... Verso le 15 ritornoin strada a cercare bottiglie, per avere soldiper la sera e cercare dove dormire. Il proble-ma viene quando i ragazzi più grandi voglio-no prendersi i nostri soldi… aspettano checi addormentiamo, per picchiarci e levarcii soldi... Mi domandate per la scuola?L’ho lasciata da tempo…Forgot, 13 anni

Il cercatore di metalliMi alzo molto presto, perché così possotrovare più pezzi di metallo: rame, acciaio,ecc. Quando trovo dei cavi elettrici, primabrucio la parte in plastica per poi estrarre il

metallo. Per 20 chili di metallo mi paganocirca ZIM$ 400000. Se lavoro tutto il giornoe non vado alla Casa del Sorriso, possoguadagnare più di ZIM$ 1000000.Io vado a Streets Ahead quando ho tempo,aiuto a pulire, gioco al pallone e lavo i mieivestiti. Dopo ritorno a Mbare, il quartieredove abito, rincomincio a cercare metalloper fare abbastanza soldi per la cena, seposso vedo un film nel cinema del quartiere.Vado a letto alla 1 di mattina...Obidient, 15 anni

Il guardiano di macchineArrivo a Streets Ahead verso le 8 di mattinaper aiutare a pulire la Casa del Sorriso, ilbagno, la cucina e il patio, dopo partecipoalle attività sportive e mi piace vedere filmse posso anche riposare. La sera faccio ilguardiano di macchine fuori da una discote-ca. Lavorando tutta la sera, prendo ZIM$1500000/2000000. Dopo mezzanotte, se cisono persone ubriache, gli porto via il por-tamonete... o gli levo le catene.… Quandoprendo una catena d’oro, posso guadagnarecirca ZIM$ 6000000.Edson, 12 anni

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Per svolgere i seguenti esercizi prenderel’inserto fotografico centrale (pag. 15-19)di questa unità didattica. È un’attività dasvolgere tutti insieme.

1) Cominciate con il dare un’occhiata attentaa tutte le foto. Quando tutti le avrannoviste, chiudete il fascicolo e provate a…ricordare. Che cosa si vedeva in ognisingola foto? Con la guida dell’insegnante,potrete divertirvi a ricostruire ogniimmagine. Chi di voi ha più memoriavisiva?

2) E adesso, ognuno di voi sceglierà la “sua”fotografia e se ne annoterà il numero suun foglietto. Provate a riflettere: perchéavete scelto proprio quella foto? Per i suoicolori? Per l’immagine particolarmenteben riuscita? Per ciò che significa?

3) È il momento di rendere pubblica la vostrascelta: ciascuno di voi rivelerà al resto dellaclasse qual è stata la sua scelta, e perché.

4) Formate delle coppie con compagni ecompagne che hanno fatto la vostra stessascelta; se ci saranno coppie “dispari”, que-ste si metteranno d’accordo sulla foto: lasceglieranno insieme.

5) Provate a “descrivere” in non più di 30righe che cosa si vede nella vostra

fotografia. Che cosa vedete? Qual è ilsoggetto principale? Quanti anni ha?Che cosa sta facendo? Che cosa si vedeintorno al soggetto? Perché avete sceltoproprio questa fotografia?

6) E ora, scrivete una breve didascalia (inlinguaggio tecnico si chiama “dida”) perla fotografia, nella quale cercherete diriassumere le informazioni più importantiche sarete riusciti ad avere (esempio:bambino che porta l’acqua, Africa).

7) Traendo spunto dalla foto prescelta,costruite, con l’aiuto della vostra fantasia,una breve storiella alla quale potrete darela forma che preferite: un breve raccontoin terza persona, in prima persona, undialogo, oppure un’intervista; o immagi-nate di trascrivere un nastro registratocon le parole che il bambino, o labambina, in questione avrà affidato alregistratore…

• Quanti anni hai? Come ti chiami?

• Come è composta la tua famiglia?

• Che lavoro fanno i tuoi genitori, fratelli,sorelle...?

• Che tipo di lavoro svolgi? Descrivi iltuo lavoro…(usi attrezzi, è pericoloso,ci sono sostanze nocive, è noioso, pe-sante, piacevole…)

• A quanti anni hai iniziato a lavorare?

• Ricevi denaro per questo lavoro?

• Vi sono altri bambini e/o bambine chelavorano con te?

• Il tuo lavoro ti consente di andare ascuola? Se vai a scuola, è faticosolavorare e studiare?

• Ritieni giusto che un bambino debbalavorare?

• Quanto tempo dedichi al gioco?Quali giochi ti piacciono?

• Se non lavori più, perché hai smesso?Ti ha aiutato qualcuno a smettere?Hanno chiesto la tua opinione?Sei più contento ora o prima?

Puoi utilizzare alcune di questedomande o altre che ti vengono inmente per intervistare persone delletua famiglia (genitori, nonni…) perverificare se hanno avuto esperienzedi lavoro da piccoli.

Per produrre

Puoi anche immaginare di fare queste domande o altre che ti vengono in mente:

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Laboratorio:come leggere le fotografiedue

• Individua le azioni che stannosvolgendo i bambini nelle fotodell’inserto. Scrivi sul quaderno in qualisettori sono occupati i bambinilavoratori.

• Osserva attentamente ogni fotografia.A tuo parere, da quale regione delmondo proviene? Da quali particolarilo deduci?

E ora... prova a rispondere• Osserva con attenzione la carta di Peters

e colora sulla carta tutti i seguenti Paesi:Thailandia, Filippine, India, Nepal,Bangladesh, Nigeria, Perù, Pakistan,Bolivia, Brasile, Egitto, Indonesia, Sudan,Zimbabwe, Romania, Italia, Regno Unito.

Il lavoro minorile è presente in tutti icontinenti?

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LAVORO MINORILE: I SETTORI

Servizi 22%

Industria 9%

Agricoltura69%

La maggior parte dei minori che lavorano(circa il 70%) sono impiegati in agricoltura,dalle piccole coltivazioni familiari allepiantagioni di banane, caffè, cacao, the,canna da zucchero, tabacco. I bambini sonocostretti ad orari di lavoro lunghi, con attrezziprogettati per un fisico adulto. Spesso devonotrasportare pesi eccessivi e manovrareattrezzature pericolose e pesanti o attrezzitaglienti. Sono inoltre esposti al rischio dipesticidi tossici, polveri, alte temperature.Bambine e ragazze costituiscono una grandefetta della forza lavoro nelle campagne. Essesono particolarmente svantaggiate, poichéal lavoro nei campi spesso sono costrette adaggiungere anche le faccende domestiche.Anche la pesca può essere un’attivitàparticolarmente pericolosa.Ci sono poi le attività economiche delle città,in cui rappresentano una parte importantei bambini di strada. Visibili ma non protetti,essi svolgono mille attività: venditori di cibo,lavavetri, lustrascarpe, cercatori di rifiuti,riparatori di gomme…Nei Paesi europei, i bambini di stradaprovengono principalmente dall’Europadell’Est e dal Marocco.Servizi domestici: la maggioranza è costituitada bambine di 12-17 anni, ma ci sono anche

bambini e bambine di 5-6 anni. Spessosubiscono abusi sessuali: si trovano infattilontani dalla famiglia e dagli affetti, incompleta balia dei datori di lavoro. Moltibambini sono impiegati nel settore turistico-alberghiero, come camerieri, facchini,lavapiatti; sempre esposti al rischio di esserevittime di traffici illeciti e turismo sessuale.Il lavoro nelle miniere o nelle cave è ad altorischio, perché spesso i bambini sono impiegatiin lavori che richiedono sforzi enormi per laloro età (per esempio trasporto di pesi), congravi danni per lo sviluppo. Il lavoronell’edilizia (per esempio nelle fabbriche dimattoni) costringe i minori a lavorare incondizioni pericolose. Ci sono molti bambiniche lavorano nelle fabbriche; da quelle perl’esportazione (giocattoli, tappeti, vestiti,scarpe, palloni) alle aziende locali dove siproduce per il mercato interno (vestiti, fuochiartificiali, incensi, gioielli…).Il lavoro a domicilio coinvolge bambini ebambine con forme di sfruttamento chearrivano fino alla schiavitù per debiti. Adesempio, migliaia di piccoli tessitori trascorronolunghe ore ai telai, fabbricando tappeti conle loro piccole mani, particolarmente adattea intrecciare i fili. Ecco il percorso della lungastrada dei tappeti.

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[Fonte: ILO]

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Le ditte di esportazione si servono di

intermediari locali chedistribuiscono lavoro a domicilio

alle famiglie con telaio(anche i bambini)

ai laboratori con telai(anche i bambini)

ATTENZIONE:GIOCATTOLI PERICOLOSI!

Molti giocattoli ed anche i palloni per ilgioco del calcio che si trovano nei nostrinegozi vengono fabbricati in Asia.L’80% della produzione di palloni è a Sialkotin Pakistan, ma anche in India e Nepal.In questi paesi migliaia di bambini cucionopalloni in condizioni di grave sfruttamentoe in ambienti malsani.Molti piccoli lavoratori non vanno a scuolae si ammalano.Avrai sentito dire che in Italia e in altri Paesimolti giocattoli sono stati ritirati dalcommercio perché pericolosi: essi infattinon danneggiano soltanto i bambini che licostruiscono - nelle fabbriche di giocattolisono stati trovati bambini al lavoro - maanche i loro coetanei che li acquistano.

Altroconsumo (un’associazione chepromuove i diritti dei consumatori) harealizzato con il patrocinio della Commissio-ne Europea un'inchiesta sui giocattolipericolosi in Italia e in Europa, passando inesame bambole, pupazzi, peluche, giocattoliin legno, piccoli giochi da manipolare e

mordere, macchinine, giocattoli elettrici,gadget… Risultato: 15 giocattoli venduti inItalia sono risultati pericolosi. Le ragioni:problemi meccanici, come il distacco dipiccole parti; grave pericolosità di sostanzechimiche presenti come il piombo; carentiinformazioni sulle caratteristiche del prodotto(così i genitori non vengono avvertiti deirischi).Oltre la metà di queste importazioni vienedalla Cina.[Fonte: Altroconsumo]

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[Fonte: ICN11]

• Da dove provengono i tuoi giocattoli?Da quale Paese o area del mondo?Potrai saperlo guardando le etichettepresenti sulle confezioni, oppurerecandoti nel più vicino negozio digiocattoli (ma anche la cartoleria sottocasa può andare bene…).

• Quali sono i Paesi dove si fabbricanopiù giocattoli? Suggeriamo – perciascuno di essi – di costruire unapiccola “scheda informativa” con tuttele notizie che potrai raccogliere.

Prova a rispondere

In quali settorilavorano i bambini?

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Il Italia, lo sfruttamento del lavoro minorile èun fenomeno nazionale ed è presente sia inaree economicamente disagiate che in altre areddito più alto. Il quadro è molto vario espazia dai bambini che lavorano qualche orae che frequentano la scuola, ad altridecisamente sfruttati. Accanto alla povertà ealle necessità economiche è necessarioconsiderare anche la povertà culturale e ladispersione scolastica.In Italia, secondo l’ISTAT (Istituto nazionale distatistica), lavorano 144000 bambini tra i 7 ei 14 anni; e di questi, 31500 sono daconsiderarsi veri e propri casi di sfruttamento!Ma per l’Ires (e per la CGIL) la cifra è di 400mila bambini; questa stima è confermata ancheda un’indagine realizzata dall’Istituto NazionaleConsulenti del Lavoro nel 2007 e dal rapportopubblicato da Telefono Azzurro Eurispes nelNovembre 2007.Le differenze tra queste stime dimostrano cheil fenomeno nel nostro Paese è ancora pocoanalizzato ma che esiste eccome, comedimostrano le testimonianze che seguono.

C’ERANO UNA VOLTAESAM E ANUARSono poco più che bambini, e sono soli. Hannolasciato il loro paesino in Nord Africa perfuggire dalla miseria.I loro genitori si sono indebitati per farli arrivarein Europa. Si chiamano Esam ed Anuar, e inpoco meno di un mese hanno fatto e vistocose che non avrebbero mai immaginato.Hanno attraversato il deserto, sono finiti inLibia dove sono stati sfruttati ed ancheviolentati. Hanno attraversato il canale di Siciliacon altri disperati a bordo di barche e gommoni.Sono stati ospitati nei Cpt10 e in un castellonel cuore della Sicilia. Poi sono fuggiti in trenoverso il nord Italia e sono scomparsi.Spariti. Inghiottiti in un grande buco nero,come tanti loro coetanei finiti in mano a bandedi connazionali che vivono da tempo a Roma,Torino, Milano, Brescia, Bergamo, che li fanno

entrare nel giro dello spaccio della droga, dellerapine, della ricettazione.(da La Repubblica, 26 novembre 2006)

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escheda Italia:quale situazione?

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Sono poco più che bambini, esono soli. I loro genitori si sono

indebitati per farli arrivare inEuropa, con il miraggio di una

vita migliore. Hannoattraversato il canale di Siciliacon altri disperati a bordo di

barche e gommoni.E poi sono spariti, finiti in manoa bande di connazionali che li

avviano sulla strada dellacriminalità

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• Quelli che hai letto sono tre brevi “pezzi”giornalistici, i primi due ambientati aMilano, il terzo a Napoli. Leggili piùvolte con attenzione, e rifletti: comeiniziano? Che linguaggio utilizzano?Sottolinea le espressioni quali “Sergio,occhi grandi, qualche brandello di sognoe una specie di lavoro” o “abbracciatia delle fisarmoniche più grandi di loro”.Le frasi sono lunghe o corte? C’è qualcheinserto di lingua parlata? Ci sono paroledialettali?

• Prova a costruire un breve “pezzo”giornalistico. Alla fine del lavoro, tu e ituoi compagni avrete realizzato un pic-colo “dossier” (da pubblicare, magari,sul giornale della scuola) sul tema “Illavoro minorile in Italia”.

• Racconta, oralmente o per iscritto, epi-sodi e storie di vita di cui sei a conoscen-za, e che ricordano le storie che aveteletto insieme.

• Fai un elenco – il più completo possibile– di tutti i lavori dei bambini. Cominciacon i lavori raccontati nelle storie di vitaprecedenti, poi vai avanti; nell’elencopotranno stare tutti i lavori dei bambiniche conosci direttamente, o di cui haisentito parlare...

• Sai che cos’è una “rassegna stampa”?È semplice, e si può fare in classe. Prova,per esempio, ad organizzare in classeuna rassegna stampa sullo sfruttamentodel lavoro minorile. Scegli con i tuoicompagni i giornali da leggere, e perogni notizia compilate una griglia: cisaranno la data, il Paese in cui si è veri-ficato il fatto, un breve riassuntodell’episodio, e, alla fine, non mancheràun vostro commento.

Prova a rispondere

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Italia:quale situazione?

LE LUNGHE NOTTIDEI PICCOLI ACCATTONI SUI NAVIGLIHanno sette, otto, dieci anni. Per ore giranotra tavolini con la mano tesa. A mezzanotteconsegnano i soldi al racket11 che usa imendicanti bambini. Troppo piccoli permandarli a rubare, potrebbero essere i fratellidei baby ladri rom12 della Centrale. Abbracciatia una fisarmonica più grande di loro,inteneriscono con disarmanti sorrisi e perfinocon allegria. In una decina, per tutta la seratavanno su e giù tra le strade e i bar all'aperto[…]. La bambina indica una pallina colorata."Vuoi questa? Non preferisci un euro?". "Dieuro dammene almeno due". Arrivanoquando scende la sera. Allungano la manotra i tavolini in riva al Naviglio per chiedereuna moneta. Sono così piccoli che fannotenerezza: sette, otto, dieci anni al massimo.Femmine e maschi, uno sguardo ingenuo eun unico compito: raccattare più soldi possibilida passare ai genitori che, nascosti sull'altrasponda, li tengono d'occhio da lontano. Dasettimane, un gruppo di piccoli rom ha invasola zona dei Navigli. Da Porta Genova allaDarsena, battono su e giù le vie affollate, siintrufolano fra i tavolini distesi ordinatamentesulla strada, abbracciati a delle fisarmonichepiù grandi di loro o semplicemente usando lapotentissima arma del sorriso che spiazza.Perché la povertà di un bimbo è più efficacedi quella di un adulto.di Oriana Liso e Teresa Monestiroli(La Repubblica, 27 luglio 2007)

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vedi nota n.15

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In una delle storie di vita che hai trovatoin questa pubblicazione sotto forma diinterviste, pezzi giornalistici, racconti,ecc, rintraccia qualcuno dei seguentidiritti dei bambini rispettati e non.

E ora...

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SCUGNIZZO E SOLO AL MONDO:“IO CAMPO COSÌ”Di soprannome lo chiamano Pezzetto perchéè un pezzetto d’uomo e non tanto perché,piccolo e magro, dimostra ancor meno dei suoi13 anni. In realtà si chiama Sergio, occhi grandi,qualche brandello di sogno e una specie dilavoro, anzi due, come aiuto parcheggiatoreabusivo e come tuttofare (dietro compenso)per i negozianti in un vecchio quartiere di Napoli.La scuola abbandonata già alle elementari. Sistringe nelle spalle ossute quando gli si fa notareche, alla sua età, non dovrebbe stare per stradacon ogni tempo e ad ogni ora. “Che aggia fa?”chiede, ma più che una domanda è laconstatazione rassegnata di un destino che nonsi può cambiare. “Non tengo padre. Se ne èscappato che io tenevo cinque anni e un altropoco non me lo ricordo neanche come è fatto– racconta. – Ci ha lasciato a me e a mia madre.E mo’ stiamo io e lei ma per modo di dire. Ioa mia madre non la vedo quasi mai e ognunoci facciamo i fatti nostri. Lei se ne va da unaparte e io me ne vado da un’altra, tanto quandoci vediamo ci appiccichiamo solamente. Io peròdevo campare e mi arrangio.” Così per vivere,come dice lui, lontano dalla madre per nonlitigare, fa piccoli lavoretti e commissioni, dallepulizie allo scarico delle merci, piantandosidall’alba fuori ai negozi “perché – dice – laconcorrenza è forte”. A casa, un basso umidoe buio, ci torna per dormire e solo se gli va. Lasua passione sono le auto: Sergio sa guidare daquando aveva nove anni e in pratica il suoprimo mestiere è stato quello di aiutante di unparcheggiatore abusivo che l’ha preso abenvolere e gli ha insegnato i trucchi delmestiere. Ha provato a mettersi in proprio manon è facile, le “piazze” sono tutte assegnatee lui è troppo giovane e ancora senza protettoriche contano. “Magari nella sfortuna uno puòtenere un poco di ciorta”, si consola pensandoad un angolo di strada improvvisamente liberodove fare fisso il guardamacchine.(V. Chian. Avvenire, 13 giugno 2007)

BAMBINI SFRUTTATI. DIRITTI NEGATI

escheda Italia:quale situazione?

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il diritto di vivere

il diritto di avere un nome e unanazionalità

il diritto di conoscere i genitori evenire accudito da loro

il diritto a non essere discriminatoper il colore della pelle, della lingua,della religione

il diritto di partecipare e di poter direciò che si pensa

il diritto di essere informato e di averedei giornali, programmi radiofonicie televisivi adeguati all’età

il diritto alla privacy

il diritto di essere protetto daimaltrattamenti e dalla violenza

il diritto di avere una buona salute edi ricevere cure mediche

il diritto all’educazione: la scuola deveessere obbligatoria e gratuita

il diritto ad avere del tempo libero edi giocare

il diritto di essere protetto contro laguerra

il diritto di essere protetto da ognitipo di sfruttamento. Nessunbambino, bambina, ragazzo oragazza deve fare lavori pericolosi oche impediscano loro di crescere beneo di studiare

il diritto di essere protetto dalla droga

Page 31: Bambini sfruttati. Diritti . · PDF fileL’obiettivo principale di questa unit à di lavoro è fornire agli insegnanti della scuola italiana uno strumento utile per costruire un percorso

BAMBINI SFRUTTATI. DIRITTI NEGATI

TESTICesvi, Eliminazione del lavoro minorile, lineeguida, Bergamo, 2006Unicef, La condizione dell’infanzia nel mondo2007, Roma, 2006A. Megale, A. Teselli, Lavori minorili e percorsia rischio di esclusione sociale, Ires, Ediesse, Roma,2006Caritas, Unicef, Uscire dall’Invisibilità - bambinie adolescenti di origine straniera, Comitato italianoUnicef, Roma, 2006F. Mazzucchelli (a cura di), Viaggio attraverso idiritti dell’infanzia e dell’adolescenza, F. Angeli,Milano, 2006M. Cutillo (a cura di), Il lavoro minorile e i bambinidel mondo, Emi, Bologna, 2005D. Invernizzi, Cittadini under 18, collana Crescen-do, Emi, Bologna, 2004Compass, Manuale per l’educazione ai dirittiumani, con i giovani, sapere 2000, Roma, 2004Caritas (a cura di), Non chiamatemi soldato, EGA,Ed Gruppo Abele, Torino, 2002S. Montevecchi, Vite sospese, Emi, Bologna, 2002F. D’Adamo, Storia di Iqbal, EL, 2001 (per ragazzi)K. Bales, I nuovi schiavi, Feltrinelli, Milano, 2000P. Tavella, Gli ultimi della strada, Mondadori,Milano, 2000G. Paone, A. Teselli (a cura di ), “Lavoro e lavori

Bibliografia

minorili”, inchiesta CGIL, Ediesse, Roma, 2000D. Invernizzi, D. Missaglia, “I bambini a studiarei grandi a lavorare” Ediesse, Roma, 1999 (coninterviste in video cassetta e apparato didattico)D. Invernizzi, Bambini e adolescenti lavoratorinel Nord e nel Sud del mondo, Fratelli dell’Uomo,Milano, 1998ILO, Progetto Scream (materiale didattico reperibileanche online)R. Fontana, Il lavoro vietato, ed. SEAM, Roma,1995

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SITI INTERNETwww.altromercato.itwww.amnesty.itwww.campaignforeducation.orgwww.cesvi.orgwww.ecpat.itwww.ilo.orgwww.12to12.orgwww.italianats.orgwww.manitese.itwww.minori.itwww.stopchildlabour.itwww.savethechildren.itwww.unicef.itwww.volint.it

1. pag.3 Principi internazionali di riferimento. Fonte:Linee Guida Cesvi n. 2 Eliminazione del lavoro minorile.2. pag.4 foto cotone. Fonte: Galleria Amint della Florad'Italia.3. MVF: MV Foundation, organizzazione fondata da ShanthaSinha, lavora in diversi Stati dell'India per l'eliminazione del lavorominorile e la promozione di un'educazione primaria pubblica,di qualità e a tempo pieno per tutti. Sito: www.mvfindia.in4. Testimonianza raccolta da Daniela Invernizzi, Missione Cesvi,giugno 2007, Andhra Pradesh, India. Per approfondire:www.indianet.nl/index.htlm5. Reportage di G. Visetti, La Repubblica, 19/10/076. Jeeva Jyothi, partner Cesvi e ong attiva in India dal 1994 nellapromozione, protezione e sviluppo dei diritti con un attenzioneparticolare sul lavoro minorile e sui bambini di strada.7. La CDB è stata fondata dalla ong Butterfly che si occupa dibambini dal 1989 a Delhi, India.8. Don Bosco Ambu Illam, partner Cesvi, è un’associazionesituata nel Salem e Tamil Nadu in India, lavora per riabilitare

bambini di strada e bambini lavoratori.9. Ekta, partner Cesvi, è un centro per donne stabilito nel 1990;punta ad una società giusta attraverso uno sviluppo sostenibile,democrazia decentralizzata, promozione e protezione dei dirittiumani.10. I ZIM$ 500.000 per 1 USD$11. Indian Committee for the Netherlands, una organizzazionenon governativa indipendente basata sulla solidarietà e appoggioalla popolazione svantaggiata in India.12. CPT: centro di permanenza temporanea; si tratta di strutturedi accoglienza per stranieri.13. Racket: organizzazione della malavita che pratica l’estorsione,intimidazione e violenza.14. Rom: letteralmente “persona umana”. Con questo vocabolosi intende un gruppo etnico, che insieme ad altri, viene di solitochiamato con i termini di zingari, o gitani. Sono originari dell’Indiae dal IX secolo si sono sparsi in tutto il mondo.15. pag.29 foto - Fonte: www.spazioindifeso.it. FamigliaRom, Campo di Opera (Mi). Fotografia di Roberto Re.

note

Page 32: Bambini sfruttati. Diritti . · PDF fileL’obiettivo principale di questa unit à di lavoro è fornire agli insegnanti della scuola italiana uno strumento utile per costruire un percorso

Redazione:ISA MARANESI

DANIELA INVERNIZZIConsulente CESVI sui Diritti dell’Infanzia

Autrice delle interviste in India

Coordinamento editoriale:LYLEN ALBANI

Graficae Impaginazione:INSTUDIO SRL

Per le fotografie si ringrazianoMonika BulajValeria Turrisi

Giovanni DiffidentiCristina Francesconi

Giovanni PorzioStefano Piziali

Daniela InvernizziLivio Senigalliesi

Roberto Re

Stampa:LITOSTAMPA ISTITUTO GRAFICO

Finito di stamparedicembre 2007

BAMBINI SFRUTTATI.DIRITTI NEGATI.

I edizione

IL VIAGGIO DEL CACAO

LA FAVELA PARLA

TRAME DI VITA NELLA MEDINA

IO GIOCO COSÌ

BENTORNATI IN THAILANDIA

ACQUA AMARA

IMMAGINI

CARTE, NUMERI, GENTE

CAPIRSI AL VOLO

FACCIAMO LA PACE?

IL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE

BANANE SCATENATE

IL CAFFÉ DALLA A ALLA Z

GEMELLIAMOCI!

BAMBINI SFRUTTATI. DIRITTI NEGATI.

CollanaTrecentosessantagradi

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Questa pubblicazione è stata realizzatanell’ambito della campagna

internazionale Stop Child Labour –School is the best place to workfinanziata dall’Unione Europea