BABELE O GERUSALEMME? -...

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16 GIUGNO 2019: Nº 1300 NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO - P.zza XXV Aprile, 13 – 21040 GERENZANO (Va) Tel. 02-968 81 05 - Mail: [email protected] 1 Negli ultimi cinquant'anni la popolazione delle città si è accresciuta in modo esponenziale, sicché oggi la maggior parte degli uomini e delle donne del mondo abita la città, le megalopoli, a tal punto che si può affermare di essere ormai in presenza di una grande città globale. Le popolazioni abbandonano inesorabilmente le campagne e gli spazi rurali per convergere verso queste immense città che sono luogo di trasformazione di identità, di vita, di visioni e di stili: un vero e proprio laboratorio della nuova umanizzazione. Questo nostro secolo è iniziato come epoca delle città ed è difficile prevederne gli esiti e le direzioni. La città è una realtà sorta per proteggere l'umanità e per favorire processi di umanizzazione nella socialità. Ciò si oppone al pericolo di un nomadismo che de-situa l'uomo e non gli permette di custodire, lavorare e “regnare” sulla terra; si oppone all'assolutezza del clan che fornisce un'identità imprigionata nello spazio della somiglianza e della parentela; si oppone all'isolamento derivante da uno scambio raro e dal difficile incontro con gli altri. La città è stata ed è il luogo per eccellenza della costruzione e della manifestazione dell'umanità, il luogo più fecondo per l'esaltazione dell'ethos, proprio perché costruire una città significa fare un'opera architettonica etica, che plasma il rapporto delle persone tra loro. Ma di fronte al fenomeno “città” i cristiani, che la abitano e partecipano da concittadini alla sua edificazione, quale relazione sanno tessere e che postura devono tenere? La città è una realtà che da almeno tre millenni registra il confronto dei credenti nel Dio di Abramo con essa e con ciò che essa rappresenta nel mondo. Non è facile delineare questo rapporto vissuto in modo differente nelle epoche e nelle aree culturali diverse. Si potrebbe affermare che la città porta sempre il segno dell'ambiguità e che il giudizio su di essa oscilla tra la condanna della città violenta e omicida e l'invocazione della città della pace, una città futura che sembra poter discendere solo come dono dall'alto. I credenti, dunque, sono sempre abitanti della città ma vivono al suo interno la condizione di pellegrini e viandanti, e pur non avendo esenzioni nei suoi confronti, non si identificano mai con la città che abitano. In questo breve contributo potrò solo fare allusioni ad alcune città che nella Bibbia acquistano un valore emblematico e, di conseguenza, possono offrire un messaggio eloquente per il nostro oggi. Va subito constatato che nelle prime pagine della Bibbia la città appare sotto un segno negativo. È Caino, l'omicida fratricida, il primo costruttore di una città, che chiama Enoch, come il figlio che aveva generato (cf. Gen 4,17). In questa affermazione vi è un'impronta cupa, originata da una cultura che giudicava negativamente il fenomeno dell'urbanizzazione e l'abbandono della vita nomade. La città permette un'epifania del male, della violenza, molto più della vita nomade o di campagna, quindi è subito assimilata alle realtà dei bassifondi, delle periferie infernali, dell'organizzazione della malavita e del vizio. Nelle città nascono le arti, si sviluppa l'artigianato, ma si instaura anche più facilmente la prostituzione (cf. Gen 4,21-22). Per questo è stato possibile ripetere tristemente: “Dio fece il primo giardino, Caino fece la prima città”. Proprio in questa visione pessimistica della città, sempre all'interno dei primi capitoli della Genesi, per denunciare il peccato sociale viene descritta la costruzione da parte degli uomini della città di Babel, “porta di Dio” (cf. Gen 11,1-9). Babele è la città che si rivolta contro Dio, la città idolatrica che vuole occupare il cielo, negare il Dio vivente e celebrare l'uomo; è la città totalitaria e autosufficiente, la megalopoli che, invece di sottomettere la terra, scala il cielo; è la città dell'alienazione, che crea schiavi, oppressi e nega ogni alterità e diversità. Questa città, che sappiamo avere la massima incarnazione nell'impero totalitario di Babilonia, assume nella Bibbia un valore simbolico: i profeti la condannano, le indirizzano “guai” e avvertimenti, ne predicano la distruzione. I credenti dovranno dunque sempre opporsi a Babele, incarnata nel potere totalitario e violento dei babilonesi, degli assiri, dei sovrani ellenisti e dell'imperialismo romano… Per Isaia, Geremia e gli altri profeti, fino all'Apocalisse di Giovanni, la città di Babele/Babilonia riunisce in sé tutte le perversioni della storia e le alienazioni dell'umanità oppressa. Ma di fronte a Babilonia ecco l'annuncio della città della giustizia e della pace, Gerusalemme, la città di Dio perché da lui voluta, dotata di una vocazione centripeta per tutti i popoli e le genti, vocazione alla comunione, all'unità, alla fraternità: è “la città di Dio con gli uomini” (cf. Ap 21,3). Per quattrocento anni Gerusalemme è stata la città del Messia, quella in cui Dio aveva posto la sua presenza nel tempio costruito da Salomone. Venne poi distrutta dai BABELE O GERUSALEMME? UNA RIFLESSIONE DI ENZO BIANCHI IN OCCASIONE DEL FESTIVAL BIBLICO 2019 Domenica scorsa abbiamo celebrato la festa di Pentecoste. La discesa dello Spirito santo sulla Chiesa nascente è narrata dagli Atti degli Apostoli come una sorta di “Babele al contrario”. Là le lingue erano state oggetto di divisione fra gli uomini, nella Pentecoste il dono delle lingue riunifica tutti gli uomini nell'unico nuovo popolo di Dio. Il recente Festival biblico (2-26 maggio 2019) di Vicenza sul tema: “Polis: città dell'uomo, città di Dio” ha portato vari autori a confrontarsi su questa interessante tematica. Vi riporto un contributo, proprio su Babele o Gerusalemme. Il vostro Parroco, don Franco Motta

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Page 1: BABELE O GERUSALEMME? - parrocchiagerenzano.itparrocchiagerenzano.it/wp-content/uploads/2019/06/campanella-1300.pdf · che nella Bibbia acquistano un valore emblematico e, di conseguenza,

16 GIUGNO 2019: Nº 1300

NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO - P.zza XXV Aprile, 13 – 21040 GERENZANO (Va)

Tel. 02-968 81 05 - Mail: [email protected]

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Negli ultimi cinquant'anni la popolazione delle città si è accresciuta in modo esponenziale, sicché oggi la maggior parte degli uomini e delle donne del mondo abita la città, le megalopoli, a tal punto che si può affermare di essere ormai in presenza di una grande città globale. Le popolazioni abbandonano inesorabilmente le campagne e gli spazi rurali per convergere verso queste immense città che sono luogo di trasformazione di identità, di vita, di visioni e di stili: un vero e proprio laboratorio della nuova umanizzazione. Questo nostro secolo è iniziato come epoca delle città ed è difficile prevederne gli esiti e le direzioni.La città è una realtà sorta per proteggere l'umanità e per favorire processi di umanizzazione nella socialità. Ciò si oppone al pericolo di un nomadismo che de-situa l'uomo e non gli permette di custodire, lavorare e “regnare” sulla terra; si oppone all'assolutezza del clan che fornisce un'identità imprigionata nello spazio della somiglianza e della parentela; si oppone all'isolamento derivante da uno scambio raro e dal difficile incontro con gli altri. La città è stata ed è il luogo per eccellenza della costruzione e della manifestazione dell'umanità, il luogo più fecondo per l'esaltazione dell'ethos, proprio perché costruire una città significa fare un'opera architettonica etica, che plasma il rapporto delle persone tra loro.Ma di fronte al fenomeno “città” i cristiani, che la abitano e partecipano da concittadini alla sua edificazione, quale relazione sanno tessere e che postura devono tenere? La città è una realtà che da almeno tre millenni registra il confronto dei credenti nel Dio di Abramo con essa e con ciò che essa rappresenta nel mondo. Non è facile delineare questo rapporto vissuto in modo differente nelle epoche e nelle aree culturali diverse. Si potrebbe affermare che la città porta sempre il segno dell'ambiguità e che il giudizio su di essa oscilla tra la condanna della città violenta e omicida e l'invocazione della città della pace, una città futura che sembra poter discendere solo come dono dall'alto. I credenti, dunque, sono sempre abitanti della città ma vivono al suo interno la condizione di pellegrini e viandanti, e pur non avendo esenzioni nei suoi confronti, non si

identificano mai con la città che abitano.In questo breve contributo potrò solo fare allusioni ad alcune città che nella Bibbia acquistano un valore emblematico e, di conseguenza, possono offrire un messaggio eloquente per il nostro oggi. Va subito constatato che nelle prime pagine della Bibbia la città appare sotto un segno negativo. È Caino, l'omicida fratricida, il primo costruttore di una città, che chiama Enoch, come il figlio che aveva generato (cf. Gen 4,17). In questa affermazione vi è un'impronta cupa, originata da una cultura che giudicava negativamente il fenomeno dell'urbanizzazione e l'abbandono della vita nomade. La città permette un'epifania del male, della violenza, molto più della vita nomade o di campagna, quindi è subito assimilata alle realtà dei bassifondi, delle periferie infernali, dell'organizzazione della malavita e del vizio. Nelle città nascono le arti, si sviluppa l'artigianato, ma si instaura anche più facilmente la prostituzione (cf. Gen 4,21-22). Per questo è stato possibile ripetere tristemente: “Dio fece il primo giardino, Caino fece la prima città”.Proprio in questa visione pessimistica della città, sempre all'interno dei primi capitoli della Genesi, per denunciare il peccato sociale

viene descritta la costruzione da parte degli uomini della città di Babel, “porta di Dio” (cf. Gen 11,1-9). Babele è la città che si rivolta contro Dio, la città idolatrica che vuole occupare il cielo, negare il Dio vivente e celebrare l'uomo; è la città totalitaria e autosufficiente, la megalopoli che, invece di sottomettere la terra, scala il cielo; è la città dell'alienazione, che crea schiavi, oppressi e nega ogni alterità e diversità. Questa città, che sappiamo avere la massima incarnazione nell'impero totalitario di Babilonia, assume nella Bibbia un valore simbolico: i profeti la condannano, le indirizzano “guai” e avvertimenti, ne predicano la distruzione. I credenti dovranno dunque sempre opporsi a Babele, incarnata nel potere totalitario e violento dei babilonesi, degli assiri, dei sovrani ellenisti e dell'imperialismo romano… Per Isaia, Geremia e gli altri profeti, fino all'Apocalisse di Giovanni, la città di Babele/Babilonia riunisce in sé tutte le perversioni della storia e le alienazioni dell'umanità oppressa.Ma di fronte a Babilonia ecco l'annuncio della città della giustizia e della pace, Gerusalemme, la città di Dio perché da lui voluta, dotata di una vocazione centripeta per tutti i popoli e le genti, vocazione alla comunione, all'unità, alla fraternità: è “la città di Dio con gli uomini” (cf. Ap 21,3). Per quattrocento anni Gerusalemme è stata la città del Messia, quella in cui Dio aveva posto la sua presenza nel tempio costruito da Salomone. Venne poi distrutta dai

BABELE O GERUSALEMME?

UNA RIFLESSIONE DI ENZO BIANCHI IN OCCASIONE DEL FESTIVAL BIBLICO 2019

Domenica scorsa abbiamo celebrato la festa di Pentecoste. La discesa dello Spirito santo sulla Chiesa nascente è narrata dagli Atti degli Apostoli come una sor ta d i “Babele a l contrario”.Là le lingue erano state oggetto di divisione fra gli uomini, nella Pentecoste il dono delle lingue riunifica tutt i gli uomini nell'unico nuovo popolo di Dio.Il recente Festival biblico (2-26 maggio 2019) di Vicenza sul tema: “Polis: città dell'uomo, città di Dio” ha portato vari autori a confrontarsi su questa interessante tematica.Vi riporto un contributo, p r o p r i o s u B a b e l e o Gerusalemme.

Il vostro Parroco, don Franco Motta

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SANTISSIMA TRINITA' (Gen 18,1-10a; 1Cor 12,2-6; Gv 14,21-26)

ore 8.30: S. Messa ( def.ti Fam. ZAFFARONI e GARBELLI)

ore 10.00: S. Messa dei ragazzi ore 11.30: S. Messa ( def.ti GIANNI PIETRO MARIO e

CERIANI FELICITA; def.ti FRANCHI PEPPINO e PONZONI IRIS)

ore 15.00: Battesimi ( EDOARDO, GIOVANNI, LEON ed EVELYN)

ore 18.00: S. Messa ( def.ti ORTELLI ANGELINA e PELLEGRINI PAOLO; def.ti RUGGERI AMALIA e Fam. PAGANI MARIO; def.ti

CELANO FRANCESCO, PIGOZZI LIVIO e BORGHI LUIGIA)

Per le vocazioni (Es 1,1-14; Lc 4,14-16.22-24)ore 7.00: S. Messa ore 8.30: S. Messa( def.to SCALIA SALVATORE; def.ti

PEDROTTI AMBROGIO e GALLI GIANNA)

Messa della XI settimana per annum(Es 2,1-10; Lc 4,25-30)

ore 8.30: S. Messa( def.ti BORGHI GIUSEPPE, RESTELLI MARIA, LUIGI, ANGELA e ALDO)

ore 18.00: S. Messa ( def.ti MACCHI FELICE e BASCIALLA RITA; def.ti TRUGLIA ROSARIA, LONGO SALVATORE e MARIA TERESA; def.ti BORGHI CESARE e ANGELA)

Ss. PROTASO E GERVASO (Sap 3,1-8; Ef 2,1-10; Lc 12,1b-8)

ore 7.00: S. Messa ore 8.30: S. Messa

SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO (Gen 14,18-20; 1Cor 11,23-26; Lc 9,11b-17)

ore 8.30: S. Messa ore 10.30: S. Messa per gli Oratoriore 21.00: S. Messa ( def.ti TASSONE GIUSEPPE,

LUCIANO, BRUNO, RAFFAELE e MICHELA; def.ti ALAMPI GIUSEPPE e SANTO)

domenica 16 GIUGNOdomenica 16 GIUGNOdomenica 16 GIUGNO

lunedi 17 GIUGNOlunedi 17 GIUGNOlunedi 17 GIUGNO

martedi 18 GIUGNOmartedi 18 GIUGNOmartedi 18 GIUGNO

mercoledi 19 GIUGNOmercoledi 19 GIUGNOmercoledi 19 GIUGNO

GIOVEDI 20 GIUGNOGIOVEDI 20 GIUGNOGIOVEDI 20 GIUGNO

Programma della settimanaProgramma della settimanaProgramma della settimana

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babilonesi nel 587 a.C. e poi ancora ricostruita secondo la profezia e la volontà del suo Signore, per essere segno di una città che scende dall'alto, il cui architetto e costruttore è solo Dio (cf. Eb 11,10). L'ultima parte del libro di Isaia (cf. Is 56-66) contiene un canto profetico alla nuova Gerusalemme, città ombelico di tutta la terra, luogo di incontro per tutte le genti e tutte le culture, che vi riconosceranno la presenza dell'unico Signore, il Vivente, il Dio di Israele.L'Apocalisse di Giovanni, chiusura e sigillo di tutta la rivelazione biblica, dedica significativamente gli ultimi suoi capitoli al giudizio su Babilonia (cf. Ap 17-20) e alla venuta gloriosa della Gerusalemme celeste (cf. Ap 21-22): una città gloriosa, dove il sole non tramonta; dove non ci sono più né morte, né pianto né violenza; dove Dio asciuga le lacrime dagli occhi degli esseri umani e abita per sempre con loro, insieme all'Agnello, vittima nella storia ma vivente e regnante in questa città santa che accoglie tutta l'umanità.Nel frattempo, i credenti vivono predisponendo tutto per l'avvento di questa Gerusalemme che scende dal cielo, cioè del regno di Dio. Vivono nelle città che sono toccate loro in sorte; vivono da stranieri e pellegrini (cf. Eb 11,13; 1Pt 2,11), senza essere esenti in nulla dalla solidarietà e dalla compagnia con gli uomini; vivono dando la testimonianza della loro partecipazione alla vita della città terrena, la polis, ma sapendo che la loro cittadinanza è nel cielo (cf. Fil 3,20). Sì, i cristiani abitano a Babele, ma si oppongono all'idolatria che la ispira; abitano a Sodoma, ma resistono alla tentazione di non ospitare, anzi di divorare e sfruttare gli stranieri che giungono nelle città; abitano a Babilonia e a Roma, ma indicano cammini per una convivenza bella, buona e pacifica. E fanno questo fino a pagare un caro prezzo: accettano, se necessario, di essere cacciati dalle città, di essere perseguitati al loro interno. La loro vocazione di cristiani, infatti, impedisce loro di disertare, di isolarsi dalla città terrena che è sempre Babilonia e, insieme, Gerusalemme.

Domenica 16: ore 15.00 Santi BattesimiMartedì 18: ore 21.00 CdA Asilo Berra (Asilo) ore 21.00 Presentazione Vacanza Campestrin ai

genitori (Oratorio)Giovedì 20: ore 21.00 Festa liturgica del Corpus DominiMessa, cui seguirà l'adorazione personale (fino alle 22.30)Domenica 23: CORPUS DOMINI ore 10.00 Santa Messa Solenne ore 21.00 Processione eucaristica del Corpus Domini

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S. Luigi Gonzaga (Es 4,10-17; Lc 4,42-44)ore 7.00: S. Messa ore 7.30: Esposizione dell'Eucarestia per l'adorazione personaleore 8.30: S. Messa (def.to BORGHI LUIGI; def.ti PAGANI LUIGI e CASTELNUOVO RENATA; def.to MOGNONI ENRICO; def.ti M ONTI PIERMARIO e SANTINO)ore 15.00: Ora della Misericordia

Messa in onore della B.V. Maria (Lv 8,1-13; Eb 5,7-10; Lc 4,16-22)

ore 8.30: S. Messa( def.to Padre PIGOZZI LUIGI)ore 18.00: S. Messa( def.to BORGHI FEDRIK; def.ti

GARBELLI VIRGINIO e VOLONTERI ANTONIA; def.ti GHIRIMOLDI JACOPO, SANDRA e PINI ROSA; def.ti BORGHI MARIO, DE SERVI TERESA, FRANCESCO e Figli)

2° DOPO PENTECOSTE – CORPUS DOMINI(Sir 18,1-2.4-13; Rom 8,18-25; Mt 6,25-33)

ore 8.30: S. Messa ( def.ti ZONI ANGELINA, ANGELO e RESTELLI ETTORINO)

ore 10.00: S. Messa dei ragazzi( def.ti Fam. QUARTI e MERAVIGLIA)

ore 11.30: S. Messa ( def.ti BORGHI ANGELO e MOGNONI DIONIGIA; def.ti COLOMBO ATTILIO e VANZULLI LUIGINA)

ore 18.00: S. Messa ( def.to MINGO GIUSEPPE)ore 21.00: PROCESSIONE EUCARISTICA del “CORPUS DOMINI” Percorso : Chiesa, Einaudi, 1° Maggio, don

Sturzo, Inglesina, Fagnani, Duca degli Abruzzi, P.zza XXV Aprile, Oratorio, Chiesa

N.B. Se vi necessita del materiale per decorare di ROSSO E BIANCO l'esterno delle abitazioni lungo il percorso, potete rivolgervi alle Suore

VENERDI 21 GIUGNOVENERDI 21 GIUGNOVENERDI 21 GIUGNO

SABATO 22 GIUGNOSABATO 22 GIUGNOSABATO 22 GIUGNO

DOMENICA 23 GIUGNODOMENICA 23 GIUGNODOMENICA 23 GIUGNO

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PER RIPRENDERE IN SETTIMANA ….

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 21-26È instancabile Gesù nel richiamarci al suo amore. Nel Vangelo di oggi continua a ribadire il profilo di chi lo ama: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama”.Si tratta non solo di accogliere teoricamente perché è bello e ci piace quanto dice il Signore, ma di “osservarlo”, cioè di metterlo in pratica. E quanto Egli ci dice è un comandamento solo: “amatevi come io vi ho amato”.Va sottolineato che qui, ad indicare il 'comandamento' dell'amore, è usato il plurale “i miei comandamenti”, proprio perché l'amore è declinato nella pluralità delle situazioni umane, nel complesso intreccio dell'esistenza: non è un manto che ricopre tutto o generalizza tutto, ma è uno sfaccettarsi di luce calda in ogni momento e con ogni persona.Non è facile entrare in vera relazione con l'altro/a, perché ciò comporta uscire da se stessi e acquisire lo sguardo dell'altro/a, mettersi dalla parte di…, capire, conoscere, chinarsi, rispettare, imparare….Per questo c'è il richiamo al movimento della relazione, che indica la pienezza (il 3 dice sempre 'pienezza', 'completezza') e il dinamismo della vita di Dio, al suo intervento per mezzo dello Spirito, che è la presenza del Suo amore, per ricordarci “tutto” ciò che ha detto il Signore Gesù, e per “insegnarci ogni cosa”.È bella questa parola -“insegnare”-, vuol dire 'porre dei segni', aprire una sequela più ravvicinata e convinta, accorgerci di Dio come presenza appassionata e intensa (“verremo e prenderemo dimora”).Come a dire che siamo abitati e alimentati da questo Amore, e, nella misura in cui ce ne rendiamo coscienti, a nostra volta possiamo rientrare in questo avvincente movimento di un Amore indicibile e perennemente vivo.Mi pare che se ci lasciamo condurre dalle parole di Gesù a portare il mistero della vita di Dio, mistero di relazione e di vitalità inesauribili, nella nostra vita di ogni giorno, nell'orizzonte di relazioni calde e ad altezza di sguardo e di sorriso, tutto ciò che poteva sembrarci freddo e lontano si trasformi in una vibrazione di luce e di calore. Di amicizia profonda e sensazione di essere finalmente compresi ed appagati.

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Caritas Parrocchiale, sede in P.zza XXV Aprile, 1 - tel 380-3762008 - [email protected] Centro di ascolto: Mercoledì h 17.30-19

Suore Cottolengo: Via don Pargoletti, 1 02-21069673

Visita il sito della tua Parrocchia: www.parrocchiagerenzano.it

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