Azimut, n.2 - 2012

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ISTITUZIONI Incontro con Giancarlo Sagramola, il nuovo sindaco di Fabriano ISTITUZIONI Incontro con Massimo Bacci, il nuovo sindaco di Jesi DESIGN Illuminare con i LED

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Il periodico del Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della provincia di Ancona

Transcript of Azimut, n.2 - 2012

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ISTITUZIONIIncontro con Giancarlo Sagramola, il nuovo sindaco di Fabriano

ISTITUZIONIIncontro con Massimo Bacci, il nuovo sindaco di Jesi

DESIGNIlluminare con i LED

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Periodico regionale a cura del Collegio dei Geometrie Geometri Laureati della Provincia di Ancona

Corso Garibaldi 91/a - 60123 Ancona (AN)[email protected] - www.geometrian.it

Anno XXXVI - N. 2/2012 Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 Comma 20/b Legge 662/96

Filiale di Ancona

PUBBLICAZIONE TRIMESTRALEReg. Trib. Ancona 8 Luglio 1975

Comitato di RedazionePressCom-Comunicazione IntegrataPiazza Ciabotti, 8 - 60035 Jesi (AN)Tel. 0731.215278 - Fax [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEFabio Bartolucci

COORDINAMENTO EDITORIALEDavide [email protected]

REDAZIONEPressCom srlRiccardo CollamatiDiego SbaffiRoberto CeccarelliTonino Ortolani

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:Donatella Vici, Massimiliano Giorgi, Prof. Ing. Pietro Palladino, Ing. Piercarlo Banci

CONSULENTI PER LA COMUNICAZIONEGianni Moreschi([email protected])

IMPAGINAZIONEStudio FLORIO - Via Aldo Moro, 3862010 Sambucheto di Montecassiano (MC)

STAMPA Industria Grafica Bieffe srlVia M. Guzzini - 62019 Recanati (MC)www.bieffesrl.com - [email protected]

CREDITI FOTOGRAFICIArchivio AZIMUT

PUBBLICITÁ CONCESSIONARIA AZIMUTPressCom - Piazza Ciabotti, 860035 Jesi (AN)Tel. 0731.215278 - Fax 0731.213352Emanuele [email protected]

Azimut viene inviato gratuitamente agli iscritti agli Albi Professionali del Collegio dei Geometri e Geo-metri Laureati della Provincia di Ancona, agli uffici decentrati del Genio Civile, agli uffici tecnici dei Comuni e delle Province, a tutti gli enti pubblici e a tutti coloro che hanno rapporti con la categoria. La collaborazione è aperta a tutti i singoli professionisti e agli organi rappresentativi di categoria. Manoscrit-ti, dattiloscritti, elaborati, disegni, fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Ogni au-tore risponde direttamente delle proprie affermazioni che non impegnano nè la redazione nè il Collegio. Gli scritti possono essere pubblicati anche siglati o anonimi, per desiderio degli autori i cui nomi resta-no comunque reperibili presso la redazione.

Inserzionisti:Alseo ..................................... 2

a di Cop.

D-Motica ............................... Pag. 2Microsoftware ....................... Pag. 3MA.PA. Cannelloni ................ Pag. 21Subissati ............................... 3a

di Cop.Sicap ..................................... 4

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Sommario24

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EditorialeIstituzioni Incontro con Giancarlo Sagramola, il nuovo sindaco di Fabriano

Istituzioni Incontro con Massimo Bacci, il nuovo sindaco di Jesi

Formazione Corso Tecnico Recupero e Restauro Immobili

Design Illuminare con i LED

Edilizia La riqualificazione degli immobili: così l'investimento sul mattone rimane il più sicuro

Edilizia Il Terremoto: realtà o fatalità

Edilizia Terremoto in Emilia: comunicato ufficiale del gruppo Sicap

Edilizia Salubry, il pannello che sconfigge la muffa

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Editoriale

EditorialeIl secondo numero di Azimut del 2012 si apre con due articoli sui nuovi sindaci di Fabriano e Jesi. Massimiliano Giorgi li ha incontrati chiedendo loro delle politiche che vogliono adottare nel settore dell'edilizia, dell'urbanistica e dei lavori pubblici. Il Prof. Ing. Palladino, recentemente ad Ancona per un seminario sull'illuminotecnica, ci mette a conoscenza delle tecniche per utilizzare al meglio la tecnologia led.Di seguito ospitiamo la prima parte, di tre complessive, di un articolo dell'Ing. Banci sulle tamponature che apre una rifl essione generale sugli eventi sismici, purtroppo quanto mai di attualità. Sul tema della riqualifi cazione in edilizia, Enfap (Ente Nazionale Formazione Addestramento Professionale) ci illustra un corso di Tecnico Recupero e Restauro Immobili che si è concluso in questi giorni. Collegati a questo tema gli articoli su Walls&Technology e Mengucci. Sicap torna sul recente terremoto in Emilia e sulla sicurezza dei prefabbricati industriali in calcestruzzo. Buona lettura!

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Anche Fabriano ha un nuovo sindaco, che si dovrà rimboccare le maniche per portare avanti le istanze più imminenti lasciate in corso d'opera dalla prece-dente amministrazione. Giancarlo Sagramola, che succede ai due mandati di Roberto Sorci (entram-bi PD) ha una visione chiara della situazione edili-zia e urbanistica della sua città: parte dei progetti in itinere, già fi nanziati, sono frutto del suo lavo-ro come vicepresidente della Provincia di Ancona.In sintesi, il programma di Sagramola punta ad ac-cresce la vivibilità della città, ponendo lo sguardo prima sulla manutenzione delle piccole cose, visto anche il pesante taglio dei conferimenti ai Comuni.Tre sono le grandi opere in corso, spiega il neosin-daco, per un costo complessivo previsto di 30 mln di euro: i lavori di rifacimento dell'alveo del fi ume Giano all'interno della città (per i quali sono stati stanziati 6 mln di euro), la realizzazione della “cittadella degli Studi” (che mira a diventare il campus più grande

del territorio provinciale, stanziati 19 mln di euro da fondi della Provincia) e la casa albergo e riposo, da realizzare in project-fi nancing con il Comu-ne di Fabriano (stanziati circa 5 mln di euro).Le strategie per l'edilizia e l'urbanistica di Fabriano, spiega Sagramola, “devono fare i conti chiaramente con un bilancio con tutti i tagli introdotti, che oggi ammontano a 2,2 mln di euro in meno. Dopo 5 mesi spesi in parsimonia, ora ci attende un lavoro delica-to di razionalizzazione delle spese, senza andare ad intaccare i servizi erogati e creare disagi per la cit-tadinanza e gli utenti”. La Cittadella degli Studi, l'o-pera attualmente più importante, prevede di realiz-zare in un'area di circa 95 mila mq (individuata nella Zona sud-est di Fabriano, nelle vicinanze di Santa Croce, a ridos-so della futura strada Collina-re) che ospiterà un polo didatti-co composto da tre scuole superiori (Li-ceo Scientifi co, con una super-fi cie di 4.087 mq; Liceo Clas-sico, circa 5 mila mq; l'Isti-tuo d'Arte, su 2.317 mq), due

Incontro con Giancarlo Sagramola, il nuovo sindaco di FabrianoLe priorità per urbanistica e edilizia

Massimiliano Giorgi

Giancarlo Sagramola, sindaco di Fabriano.Nuova sede comunale

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palestre e una piazza d'aggregazione (in prossimità dell'Itc Morea) ed il Centro per l'Impiego e la forma-zione. Il progetto è ora in fase di ideazione e studio e dovrebbe esser realizzato nel giro di un anno e mezzo.L'altro progetto di alto profi lo è quello del-la nuova biblioteca multimediale, realizzata con fondi FAS. Assimilabile all'avveniristica biblio-teca di Maiolati Spontini, non sarà solo un con-tenitore di libri, ma anche “uno spazio aperto – dice Sagramola – di promozione di attività cul-turali e destinato specifi camente ai giovani”.“Stiamo provvedendo per la risistemazione di al-cuni plessi scolastici, come la palestra del Borgo (121mila euro di spesa, impianto inagibile dal 2011, tornerà utilizzabile a settembre 2012, NdR) – prose-gue il sindaco – e parte del nuovo Palazzo Comunale. In sintesi, puntiamo al miglioramento e alla riqua-lifi cazione della città, con grande attenzione per le scuole in particolare”. La sistemazione di Palazzo del Podestà prevede una spesa di 800mila euro ai quali si aggiungono altri 200mila euro per l'amplia-mento degli spazi per l'esposizione della Pinacoteca.Fabriano, sul versante del settore edile, rispecchia il dato nazionale: molto invenduto, ora si sta muoven-do più che altro sulla ristrutturazione dell'abitativo, spiega Sagramola, “ma non si sta investendo molto qui a Fabriano. Serve ricostruire una politica abitativa diversa, anche se non sembra, allo stato attuale, che la situazione potrà cambiare di molto entro il 2012”.L'ultimo piano triennale 2011-13 prevedeva in-terventi per 66 mln di euro. Il bilancio previsio-nale 2012 (ancora in discussione al momento del-la pubblicazione) prevede invece solo 17 mln nel triennio. Facile dedurre che i pochi fondi dispo-nibili saranno utilizzati per alcuni interventi se-

lezionati accuratamente: il tutto si tradurrà in 12 interventi per il 2012, 8 per il 2013 e 6 nel 2014.Per fi nanziare il 26 interventi calendarizzati, il neo-assessore alle Opere pubbliche Claudio Alianello ha spiegato che ritiene abbastanza certo di poter realiz-zare entro i tempi previsti la stragrande maggioran-za di quanto inserito nei capitolati del bilancio: tutti i sussidi sono – a detta dell'assessore – praticamente certi, molti dei quali provenienti da altre istituzioni, Provincia e Regione Marche, oltre ai suddetti fondi FAS.Capitolo in retromarcia quello delle sei rotatorie previste, reinserite dalla precedente amministrazio-ne Sorci. Ad oggi non fi gurano più nell'elenco, rimos-se perché – pare – mancano di conformità urbani-stica, ma soprattutto perché non ci sono i 400mila euro complessivi previsti per la loro realizzazione. Si faranno, quin-di, solo se il Co-mune troverà gli adeguati sponsor privati, attraver-so la formula del project-fi nancing.

Fontana Sturinalto e Palazzo del Podestà Portale della chiesa di S. Agostino (1300)

Assessore alle Opere pubbliche Claudio Alianello

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Ridare a Jesi il suo decoro. Massimo Bacci, neoeletto sindaco della capitale della Vallesina riassume con poche parole le sue linee guida per l'urbanistica e l'edilizia. E nel poco tempo trascorso tra la realizza-zione di questa intervista (pochi giorni dopo la sua elezione, NdR) e la pubblicazione, per quel che era possibile avviare nell'immediato, sembra aver man-tenuto fede alle intenzioni: per chi come noi è a contatto con la gente comune, in queste settimane è capitato – con frequenza inaspettata – di sentire i commenti di apprezzamento per i molti interventi di manutenzione stradale e al verde pubblico.Piccoli interventi, che possono esser messi in opera in tempi brevi, ma comunque segnale che la nuova Giunta non è stata ad aspettare i tradizionali tempi burocratici per mettersi al lavoro.Bacci (eletto con una percentuale del 51,13% al bal-lottaggio, nella lista civica JesiAmo, col sostegno di una coalizione delle liste civiche Patto per Jesi e Insieme civico), diversamente da Fabriano, eredita una situazione da un'amministrazione di segno diver-so che durava da 37 anni. Quindi poter fare un censi-mento delle priorità e dei progetti in itinere non è un lavoro di immediata risoluzione.Quanto riferito da Bacci nel nostro incontro, lui stes-so l'ha ribadito pubblicamente nel discorso di insedia-mento del Consiglio Comunale, con un passaggio che ha strappato un lungo applauso da parte dei molti cittadini presenti: “Sogno di inaugurare una nuova azienda verde che nasca all’interno di un capannone oggi dismesso piuttosto che tagliare il nastro di un nuovo centro commerciale”.Spiegando le linee guida della sua Amministrazione per l'edilizia e l'urbanistica, Bacci stila un breve elen-

co di priorità. “Non sfruttare il territorio, utilizzando l'invenduto abitativo delle imprese”, dice il Sindaco di Jesi: “Per questo, stiamo parlando con gli impren-ditori, per valutare al meglio le possibilità. Stiamo anche cercando di trovare un accordo con l'ERAP perché acquisti questi immobili, per coprire la forte richiesta di edilizia sociale e pubblica di Jesi. Un'o-perazione che, non lo nascondo, ha anche lo scopo di ridurre un'ulteriore cementifi cazione della città”.

Incontro con Massimo Bacci, il nuovo sindaco di JesiLe priorità per urbanistica e edilizia

Massimiliano Giorgi

Massimo Bacci, nuovo sindaco di Jesi.

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Come già si è visto nelle prime settimane della sua amministrazione, Bacci sta studiando col suo asses-sorato all'Arredo urbano e al verde pubblico (delega affi data a Sergio Garofoli) una strategia per “ripen-sare l'arredo urbano e per il recupero del centro storico e delle periferie: in una parola sola – spie-ga – recuperare il Bello, per cancellare l'immagine di Jesi come di una città abbandonata a se stessa”.Alcuni progetti sembrano aver fatto il loro tempo. Un esempio per tutti, spiega Bacci, è quello della socie-tà Servizio Trasformazione Urbana (STU), un progetto di recupero della zona del Campo Boario - nuove co-struzioni di appartamenti, defi nite residenze popo-lari, ma con prezzi di mercato del 2007, a 2000 euro al metro quadro - che ormai Bacci defi nisce “anacro-nistico e che va rivisto, così come certe scelte della vecchia amministrazione. Ma vorrei esser chiaro: non daremo il via ad una revisione basa su precon-cetti. Prenderemo ciò che c'è di buono e scarteremo ciò che si è visto essere stato una scelta discutibile”.Bacci aveva fondato la sua campagna sul dialogo coi cittadini e a questo si affi da per defi nire le priorità nella realizzazione dei progetti futuri: “La richiesta più pressante è quella di ridare dignità all'arredo urbano. Operazioni magari di piccola entità, come lo sfal-cio dell'erba, riparare le buche delle strade e dei marciapiedi, riqualifi care i giardini pubbli-ci, in sintesi, risolvere prima le criticità più visibili. Penso sia stato questo uno dei motivi maggiori per cui la popolazio-ne ha decretato il fallimento della vecchia amministrazio-ne: trascurare i problemi che erano sotto gli occhi di tutti”.La domanda dalle 100 pistole, come al solito, si impone: dove trovare i fi nanziamenti, specie in un momento economico come questo? “Ci sono fondi – rispon-de il sindaco – derivanti da re-

sidui di spesa. Non molti, ma stiamo effettuando ricognizioni perchè i pochi residui vengano utilizza-ti al meglio. Tutti i fondi verranno utilizzati ed in questa fase siamo all'opera col lavoro ricognitivo”.Tra le voci del lavoro ricognitivo c'è anche la questione parcheggi: “Serve uno studio in tempi brevi, perché questo è un aspetto molto sentito dai cittadini e da-gli operatori del centro. Questo anche perché fi nora si sono fatte politiche volte a favorire un certo tipo di commercio. Invece, bisogna salvaguardare anche la piccola vendita, il cuore del commercio cittadino”.Come per altre realtà, anche a Jesi c'è il parados-so di una grossa necessità di unità abitative, ine-vasa da anni, e di un grande quantitativo di inven-duto. Per sbrogliare questa matassa, Bacci punta sull'ascolto: “Stiamo calendarizzando una serie di incontri con le categorie interessate. Non si trat-terà tanto di un gesto di governo partecipato, ma piuttosto di ascolto e valutazione delle idee e del-le soluzioni che vengono anche dagli altri. In que-ste situazioni viene sempre fuori una soluzione migliore di quella che si è pensata in partenza”.

Teatro Pergolesi

Jesi - Via Spaldi

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Si è sviluppato durante 5 mesi di lezioni il cor-so di TECNICO RECUPERO E RESTAURO IMMOBI-LI, un corso FSE gestito dall’ENFAP Marche e fi -nanziato dalla Provincia di Macerata attraverso il F.S.E. L'architetto Antonio Vitagliano ha tenuto la maggior parte delle lezioni professionalizzanti, ha collaborato nell'ideazione del corso e ha con-dotto la realizzazione delle lezioni laboratoriali.Le lezioni si sono svolte presso la sede della dit-ta Cast di Civitanova Marche e hanno visto la par-tecipazione di una classe di 15 alunni di diversa estrazione formativa: geometri, ingegneri, laure-ati in Accademia delle belle arti, di beni cultura-li e archeologia. Gli alunni erano all'80% ragazze.Durante le lezioni si sono affrontati diversi temi re-lativi al restauro e alla conservazione dei beni cul-turali: storia dell’architettura, tecnologia dei ma-teriali, tecnica delle costruzioni, disegno tecnico, consolidamento edilizio, restauro dei monumenti. Gli appuntamenti in aula sono stati accompagnati da sopralluoghi in diversi siti di interesse storico-artistico: Teatro Vaccaj di Tolentino (Visita al can-tiere), Quartiere Case di Terra Ficana, Macerata (documentazione grafi ca e rilevazioni fessurative e materiche), Casino di caccia Il Roccolo, Valcerasa di Treia (rilievo fotografi co, misurazioni, riprodu-zione grafi ca ). La classe si è quindi esercitata nella redazione di un progetto di restauro, costituito da rilievo, analisi storico artistica, progetto di consoli-damento, computo metrico dei lavori necessari, uti-lizzando i più recenti software di restituzione grafi ca.La fi ne del corso è stata contrassegnata da un’e-sperienza di laboratorio pratico rivolta alla cono-scenza ed applicazione delle tecniche murarie di restauro con calce dolce: per diverse giornate un

team di muratori, con la fattiva collaborazione de-gli alunni, ha allestito una quinta scenica in legno su cui applicare in opera intonaci e fi niture classi-che a base di calce bianca. Sono state eseguite raf-fi nate tecniche di intonaci a marmorino, bugnature rinascimentali con rilievi plastici e pittorici, fi nti mattoni, fi nti marmi, colonne ed elementi in ag-getto come cornici e mensole marcapiano; si sono potute sperimentare tecniche artistiche quali l’af-fresco, lo sgraffi to, stucchi decorati in foglia d’oro.Il laboratorio pratico è stato il momento di maggior coinvolgimento della classe, diretto dagli architetti

Corso Tecnico Recupero e Restauro Immobili(Esperto nelle tecnologie dei materiali del restauro conservativo)

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Antonio Vitagliano ed Antonio Pagnanelli di Macera-ta con la fondamentale collaborazione della ditta Nunzio Volatili di Monte San Giusto. Durante questo laboratorio gli alunni del corso gemello che Enfap Marche sta gestendo in provincia di Ancona hanno raggiunto i loro colleghi maceratesi potendo fruire di una esperienza fortemente professionalizzante.

Impressioni di alcuni partecipanti al corso:“Attraverso le uscite con i professori Antonio Vita-gliano e Antonio Pagnanelli abbiamo avuto conferma che con il recupero e il restauro degli immobili si restituisce valore al territorio e può essere fonte di sviluppo lavorativo”“Nonostante le varie peripezie affrontate, ringrazio i professori che sono riusciti a realizzare i laboratori e le uscite. Lezioni sono state utili per cultura per-sonale”

Il superamento con esito positivo dell’esame permet-te il rilascio dell’attestato di SPECIALIZZAZIONE di II Livello SH2.3.1 – TECNICO RECUPERO E RESTAURO IM-MOBILI valido ai sensi della Legge L. 845/1978 art. 14.

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Prof. Ing. Pietro Palladino

Nuove opportunità A partire da dieci anni fa l’industria optoelettronica ha cominciato a produrre Led di potenza per illumi-nazione funzionale. I media hanno propagandato l’u-so dei Led come una soluzione per consumare meno energia, ma tra i vantaggi offerti dalla tecnologia dello stato solido quello dell’alta efficienza non è certamente il più interessante. Inizialmente impie-gati per la segnalazione nelle apparecchiature elet-troniche civili e industriali, oggi è possibile guardare ai Led come soluzione ideale per una vasta gamma di applicazioni.Ma cos’è realmente cambiato da quando c’è il Led? Tralasciando per un momento i benefici che possono derivare da una lunga durata, il Led è innanzitutto un’opportunità che va considerata all’interno di un sistema. Con il suo impiego è possibile realizzare sce-nari dinamici, in quanto il Led si riaccende a caldo ed è facilmente regolabile. Non occorre necessaria-mente pensare ai cambi di colore, tecnica che risulta talvolta inopportuna o mal gestita: illuminazione di-namica significa poter disporre di un sistema con cui realizzare configurazioni differenti, che gestite da una centralina possono declinare molteplici scenari di luce in funzione di una specifica programmazio-ne. I campi d’applicazione vanno dall’illuminazione monumentale in esterno a quella di ambienti interni che richiedono una certa flessibilità delle scene lu-

minose. Con i Led si possono costruire apparecchi piccoli, facilmente occultabili, con fasci luminosi puntuali e precisi come colpi di pennello. Questa è certamen-te una rivoluzione nel lighting design. Configurazioni diverse e scenografie dinamiche si possono ottenere pilotando gli apparecchi con protocolli di comunica-zione (es. DMX512) ovvero con trasmissione d'infor-mazioni digitali dalla centralina a ogni singolo appa-recchio o a gruppi di essi.Si pensi ad esempio ad una chiesa o ad un museo. Supponiamo di installare 400 apparecchi e di sud-dividerli, per semplicità, in 80 gruppi di 5 apparec-chi ciascuno. Agli 80 driver che alimentano i singoli gruppi viene assegnato uno specifico indirizzo e li si collega tutti alla centralina. Ciascun driver, ovvero ciascun gruppo di 5 apparecchi, può essere acceso, spento, regolato nel tempo. Questo significa che a partire da un istante iniziale posso comunicare a cia-scun gruppo l’informazione di quando e come esso si deve accendere, spegnere o regolare. In pratica è possibile combinare gli 80 gruppi come si vuole, scri-vendo così infinite configurazioni, memorizzandole e richiamandole all’occorrenza con altrettanti tasti “preset”. In altre parole, un solo impianto hardware che consente di beneficiare di molteplici scene lu-minose. Questo è senza dubbio uno degli utilizzi più consoni per le sorgenti Led.

Illuminare con i LED

Illuminazione di una facciata liberty in via Senato a Milano. Potenza istallata nominale circa 500 W (cortesia Ferrara Palladino e Associati).

Design

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Miscelando i flussi generati da Led aventi diversa composizione spettrale si possono inoltre facilmen-te ottenere temperature di colore finali differenti. Ciò era fino a ieri parzialmente ottenibile con l’uso di fluorescenti ma prevalentemente per applicazioni d’illuminazione diffusa. Il Led, in quanto sorgente di dimensioni ridotte, consente - con l’ausilio di oppor-tuni riflettori o lenti secondarie - di proiettare luce bianca miscelata anche a distanze considerevoli.

Lo stato dell'arteAttualmente le efficienze dei LED possono raggiunge-re i 130 lm/W e la vita media può anche superare le 100.000 ore. La costruzione di LED di potenza con emissione nel blu o nell’ultravioletto (poi convertite dai fosfori) ha consentito di ottenere prodotti - led singoli o array - idonei per l’illuminazione d’interni. Il colore della luce emessa dai led bianchi è simile a quella emes-sa dalle lampade fluorescenti: tecnologie a fosfori remoti o a combinazione di led bianchi e rossi (es. tecnologie true white, prevaled, etc.) hanno consen-tito di raggiungere indici di resa cromatica elevati (CRI fino a 96). L’adozione di convogliatori ottici e di microriflettori permette di costruire apparecchi con un controllo ottico eccellente: i LED sono oggigiorno largamente impiegati per l’illuminazione d’accento e generale, sia in interni che in esterni. Sono inse-

riti come componenti singoli o moduli all’interno di apparecchi e disponibili anche in versioni “led lamp” con attacchi E14 e E27 o altro per la sostituzione di lampade a incandescenza o fluorescenti compatte.

I vantaggi e svantaggi della luce allo stato solido (SSL, solid state lighting) possono essere così riassunti:• il LED ha un’efficienza luminosa molto più elevata delle lampade fluorescenti compatte e di quelle a filamento;• il calore prodotto dal LED è inferiore a quello delle sorgenti a filamento e a scarica ed è trasmes- so per conduzione e non per irraggiamento. Ciò significa che la luce emessa non contiene radiazio- ne infrarossa e che il calore si trasmette attraverso la base del dispositivo. L’aspetto negativo risiede nel fatto che è indispensabile l’adozione di un dissipatore posizionato alla base del LED;• l’emissione avviene solo da un lato. Per ottenere un’emissione globale nello spazio è necessario mettere insieme più dispositivi. Diversamen- te dalle lampade a incandescenza o fluorescenti compatte, infatti, per realizzare una lampada “general service” è necessario mettere insieme un certo numero di Led e un diffusore che modifichi il solido fotometrico generato dai LED nudi o un’otti- ca secondaria per proiettarne il flusso in una dire- zione con un determinato angolo di apertura

Illuminazione del Campus Bovisa- Politecnico di Milano. Apparecchi custom a Led per un’illuminazione piacevole e razionale (cortesia Ferrara Palladino e Associati).

Illuminazione statica o dinamica con variabilità cromatica, Hotel ATA a Varese. (cortesia Ferrara Palladino e Associati)

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L’utilizzo dei LED richiede comunque quasi sempre l’impiego di un’ottica secondaria.• al contrario delle lampade tradizionali, i LED funzionano a bassissima tensione e possono per- tanto essere alimentati con batterie o energie rinnovabili (fotovoltaico, microeolico). Rispetto alle lampade normali, che lavorano a tensione di rete, i LED sono elettricamente più sicuri. Nel caso di sistemi Power Led si può arrivare a tensio- ni nell’ordine dei 100V e più (più LED connessi in serie). Per contro, necessitano di un alimentatore per renderli compatibili con la tensione di rete.• se inseriti in sistemi ben progettati i LED possono arrivare a funzionare anche centinaia di migliaia di ore prima che il fl usso emesso scenda al di sot- to di una soglia stabilita (solitamente si ci rife- risce al 70% del fl usso iniziale, L70). I LED non sof- frono di rotture improvvise, nel senso che esiste un tasso di guasto ma è molto basso: ecco perché per defi nirne la durata - in determinate condizio- ni di funzionamento - si fa riferimento al deprez- zamento e non al guasto. Si tratta ovviamente di dati misurati su un congruo lotto di di- spositivi, analogamente a quanto viene fatto per le lampade tradizionali. Dal punto di vista dei costi di manutenzione può essere quindi considerata una sorgente molto convenien- te. Molta attenzione deve però essere posta ai sistemi di alimentazione: diversamente dalle lam- pade a scarica, i LED non tollerano i picchi di ten sione (spikes), anche di brevissima durata.• i LED non soffrono shock meccanici (es. urti, vi-

brazioni). Sono pertanto particolarmente indica- ti per quelle applicazioni dove sono presenti sollecitazioni meccaniche continue o occasionali (es.outdoor, trasporti).• le dimensioni contenute permettono di progetta- re apparecchi compatti e di disporli in spazi ridot- tissimi (es. scaffalature, integrazione all’interno di elementi). In aggiunta, dato che i LED sono sorgenti con un’area emittente piccola, sono parti- colarmente adatti per pilotare lenti e rifl ettori. Essi realizzano infatti rendimenti ottici eccellenti e ottimi fattori di utilizzazione in quanto la ripar- tizione del fl usso avviene in modo molto preciso.• al contrario di tutte le lampade a scarica, i LED si riaccendono a caldo e raggiungono il fl usso nominale in pochissimo tempo. Non risentono delle basse temperature. Per quanto concerne la regola- zione del fl usso è suffi ciente ridurre la corrente di pilotaggio per diminuire il fl usso emesso. Per i LED a luce bianca si registra uno spostamento del punto di colore, anche se minimo. La gestione può essere operata con consolle centralizzata e driver indirizzabili (es, DMX), esattamente come avviene per le lampade a fi lamento ma con effi cienze e af- fi dabilità ben più elevate. La riaccensione imme- diata a caldo e la regolazione fi no a valori bassissi- mi del fl usso emesso ne consentono l’impiego per regìe luminose, anche dinamiche. La facilità di re- golazione consente infi ne di costruire sistemi con più LED a luce bianca e miscelarli tra di loro per ottenere temperature di colore diverse. Queste prerogative aprono scenari completamente nuovi per il lighting design.

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Illuminazione della chiesa di S. Stefano a Porto Rotondo. Circa 160 apparecchi a Led da 8 Watt gestiti da un sistema DMX realizzano molteplici scenari per questa splendida opera d’arte contemporanea (cortesia Ferrara Palladino e Associati).

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• non risentono in alcun modo della posizione di funzionamento, al contrario di molte lampade a scarica e delle stesse fluorescenti lineari.• l’emissione spettrale monocromatica propria dei LED consente l’eliminazione dei filtri colorati che solitamente si applicano alle lampade tradizionali per produrre luce colorata. La miscelazione di più LED monocromatici consente di ottenere spettri di emissione e quindi colori tra i più disparati. Ciò apre nuove frontiere nel lighting design. Per con- tro, allo stato attuale la produzione di luce bianca con i LED consente di ottenere prestazioni colori metriche simili a quelle delle lampade fluorescenti e non superiori (ciò è dovuto impiego dei fosfori).• l’assenza totale di emissione UV fa sì che i LED risultano particolarmente idonei per l’illuminazio- ne di tutti quegli oggetti sensibili al degrado fotobiologico (opere d’arte, sostanze organiche in genere, alimenti).• queste sorgenti consentono forti risparmi energe- tici e quindi una minore produzione di anidride carbonica. Diversamente dalle tradizionali lampa- de a scarica - fluorescenti incluse - i LED se disper- si nell’ambiente provocano un danno minimo per- ché non contengono mercurio, elemento altamen- te tossico e in grado di provocare gravi forme di inquinamento del suolo e delle acque.

Gli apparecchi a LedLa sorgente Led ha un comportamento termico diver-so dalle lampade convenzionali. Ciò si traduce in un differente approccio nel design del prodotto finale, fortemente condizionato da problemi di gestione del

calore. In altri termini, disponiamo di sorgenti di pic-cole dimensioni che consentono forme e volumi inno-vativi, ma il tutto deve essere concepito in modo che il componente funzioni in condizioni di stress minimo. Allo stato attuale, non esistendo protocolli confermati e condivisi sulle misure e sulle verifiche, si progettano e realizzano apparecchi che con buona probabilità non forniranno le prestazioni attese. Questa problematica esiste anche per le sorgenti convenzionali, ma pre-senta una criticità inferiore e soprattutto non tocca il costruttore direttamente in quanto l’apparecchio vie-ne nella maggioranza dei casi venduto senza sorgente. Senza dubbio uno dei vantaggi maggiori derivanti dall’uso del Led è il fatto di poter disporre di una sorgente modulare. Ciò si traduce in un dimensiona-mento più razionale di un impianto d’illuminazione, in quanto consente di lasciare alle spalle il vecchio concetto di “potenza di lampada” disponibile esclu-sivamente in taglie prefissate. Naturalmente il con-cetto di modularità è fortemente legato alla facili-tà con la quale è possibile regolare il flusso dei Led, diversamente da quanto avveniva per le sorgenti a scarica. La possibilità di usare il numero necessario di diodi fa sentire i suoi benefici nella produzione di apparecchi “custom”, ovvero per tutti quei prodotti creati su misura che richiedono un “pacchetto lumen” calibrato. I campi di applicazione che potranno bene-ficiare del concetto di modularità sono praticamente tutti, in considerazione anche del fatto che il Led può essere pilotato in corrente e quindi gli si può “chie-dere” di emettere più luce per periodi di tempo li-mitati – naturalmente senza danneggiarlo irreversibil-mente - evitando di impiegarne un numero maggiore.

Galleria stradale di Monte Veilino illuminata completamente a Led (cortesia Ruud Lighting).

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Investire sulla qualità delle case per fronteggiare la crisi. Una consapevolezza che può salvaguardare il valore del patrimonio edilizio italiano e frenare la crisi del settore immobiliare, che con un peso del 15% sul PIL nazionale, è uno di quelli che inci-de maggiormente sullo sviluppo economico italiano. Dopo il 2007, anno che ha fatto registrare il picco di attività e di occupazione, la contrazione ha rag-giunto livelli vicini al 25% tra il 2009 e il 2010 e oggi, a peggiorare lo stato di sofferenza del settore, si aggiungono rincari nelle spese energetiche e IMU. Eppure il mattone continua ad essere considerato il modo più sicuro per mettere il denaro al riparo dall’infl azione, come dimostra un’indagine commis-sionata da Plus 24 del Sole 24 Ore a IPR Marketing, sulle scelte fi nanziarie degli italiani. Nonostante la forte contrazione delle operazioni, il mercato im-mobiliare ha retto, fi no ad ora, dal punto di vista dei prezzi, che solo nella misura di piccoli ritocchi, ha fatto registrare un andamento verso il basso. Proprio in un momento così diffi cile come quello at-tuale, in cui regna l’incertezza, infatti, la casa di qua-lità rafforza la sua identità di investimento sicuro se ci si orienta verso immobili che rispondano a requi-siti di risparmio energetico, sostenibilità, sicurezza, ottima progettualità strutturale ed estetica, qualità delle tecnologie e dei materiali utilizzati. Tutti questi aspetti incidono sul prezzo di mercato, ma nel tempo garantiscono il valore del bene posseduto, rivalutan-dolo. Stesso discorso vale per il patrimonio edilizio già esistente, sul quale è importante però agire con op-portuni interventi di riqualifi cazione. A livello nazio-

nale la legge 192 del 2005 - che recepisce una diretti-va europea di tre anni prima - prevede l’attestato di certifi cazione energetica all’atto della compravendi-ta per le nuove costruzioni o per ottenere le detra-zioni fi scali su eventuali migliorie apportate all’im-mobile. La certifi cazione minima da avere è la classe “C”, voto intermedio in una scala che va “G” ad “A”In Italia l’80% delle case private rientra nel-la classifi cazione tra G e F, un patrimonio quin-di destinato ad impoverirsi se non si interviene.Questa consapevolezza sta spingendo molti proprie-tari di immobili a prendere in considerazione l’op-portunità di intervenire sulle proprie abitazioni per riqualifi carle, come rivela Paolo Mengucci, titolare di Mengucci Costruzioni (www.menguccicostruzioni.it), azienda di Castelfi dardo (AN) che è stata la prima a costruire e certifi care nel centro/sud Italia un’a-bitazione in "Classe Oro" secondo gli standard di CASACLIMA, organo certifi catore pubblico indipen-dente. Con la divisione Rigenera Casa, dedicata proprio alle ristrutturazioni, Mengucci ha registrato negli ultimi mesi un sensibile aumento di richieste.“L’investimento immobiliare ha una durata media di 15 anni, quindi è sicuramente uno di quelli che rie-sce a mantenere nel tempo il suo valore e ad accre-scerlo fi no quasi al raddoppio, ma a condizione che si tratti di immobili certifi cati” sottolinea Mengucci.“A questo proposito il settore delle riqualifi cazioni si sta rivelando molto interessante, soprattutto in consi-derazione della contingenza attuale. Molti possessori di case capiscono che il bene che posseggono è al ripa-ro da rischi se riesce a rispondere a precisi requisiti.

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La riqualifi cazione degli immobili: così l’investimento sul mattone rimane il più sicuro

Donatella Vici

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Riqualificare è il nuovo approccio che sostituisce il concetto di “ristrutturare”. “Un intervento di questo genere, infatti,” prosegue Mengucci “non serve solo per un restyling estetico della casa, ma anche per renderla più efficiente sia dal punto di vista delle performance energetiche, acustiche, del confort abitativo e rispondente alle norme antisismiche. Dalla qualità degli infissi, alla scelta dei materiali isolanti, della coibentazione di solai e pareti, di caldaie ultra efficienti, di pannelli solari termici e di tutto quanto la moderna tecnolo-gia edile offre, con la riqualificazione degli edifici esistenti si possono ottenere gli stessi vantaggi che si avrebbero da una nuova abitazione A volte basta-no poche modifiche e piccoli interventi per accre-scere di molto il valore di una casa.”Imprese specializzate come Rigenera Casa, sono in grado di affiancare i tecnici nell’iter degli interventi di riqualificazione, che richiedono specifiche com-petenze in materia ed esperienza. In particolare questo tipo di intervento si divide in tre fasi: l’ana-lisi della situazione con una squadra tecnica spe-cializzata che rileva, con strumentazioni particolari, criticità e possibilità. Ciò consente di passare alla seconda fase con il report della situazione e le rela-tive possibilità migliorative. Nella fase 3 si propone il tipo di intervento che può essere fatto in un’unica soluzione, oppure in fasi diverse, ma senza mai per-dere l’obiettivo di riqualificare in maniera efficace l’immobile. Dal un punto di vista della tenuta del valore, il mercato sta premiando edifici efficienti in classi energetiche alte. In media gli appartamenti energivori in classe G o F hanno una svalutazione che va dal 10 al 25% rispetto ad una abitazione ri-qualificata in classe C. Se poi la riqualificazione tiene conto dei parametri delle classi A o B, non solo il valore della casa non si

svaluta, ma si rivaluta oltre il 5%.Quindi riqualificare non solo vuol dire minori spe-se energetiche future e maggior confort abitativo, ma anche rimettere il bene nella carreggiata del-la rivalutazione immobiliare, cosa che non succede oramai più alle abitazioni che non rispettano certi parametri. “Un altro aspetto non trascurabile è la presa in ca-rico da parte dell’impresa della vendita dell’immo-bile.” spiega Paolo Mengucci “Ora che il mercato è in sofferenza e che le case non certificate non si vendono, l’impresa può provvedere prima alla sua riqualificazione per poi seguirne la vendita, che sarà molto più facile grazie agli interventi effettuati.” È il modo più sicuro per non rischiare di svendere il proprio patrimonio e per salvaguardare la rendita del capitale investito.

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Un esempio di ristrutturazione su un immobile: oltre al miglioramento estetico, l’intervento consente una riqualificazione secondo i parametri delle classi C, B o A, con rivalutazioni del patrimonio anche oltre il 5%. (Photo Atelier Chambre)

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Ing. Piercarlo Banci

PremessaSono trascorsi tre anni da quando ho iniziato la mia attività professionale a L’Aquila, dedicandomi allo studio di edifi ci danneggiati dal violento sisma del 6 Aprile 2009. Quando le immagini della ricostruzione sembravano oramai prevalere nei confronti di quelle, dramma-tiche, della città di L’Aquila ferita, un nuovo violen-tissimo sisma devasta parte dell’Emilia Romagna: e richiama tutti alla realtà.All’improvviso le emozioni riaffi orano e i ricordi tor-nano prepotenti alla mente:“…se mia moglie, terrorizzata, non avesse insistito perché, in piena notte, uscissimo da casa, ora non saremmo qui a raccontare quanto successo…”Sono le parole di chi, fi no a pochi attimi prima del crollo, era disteso sul letto.Il ricordo di quel pannello di tamponatura crollato sopra il letto, evoca altre drammatiche immagini: edifi ci “macinati” dal sisma (edifi ci nella quasi to-talità già fortemente degradati o costruiti con gravi carenze), palazzi in cemento armato “scarnifi cati” delle cortine esterne.Per non parlare poi di manufatti realizzati recente-mente (alcuni ancora non terminati) che hanno retto

bene al sisma, ma dai quali si è dissociato il paramen-to esterno in laterizio faccia a vista.Questa breve premessa, per rifl ettere insieme sull’importanza e sulla necessità di costruire gli edi-fi ci nel rispetto di regole precise e puntuali.Per troppo tempo il terremoto è stato considerato come qualcosa “che tanto non succede!” e anche quando capita vicino, il ricordo sfuma troppo presto, specie se non ci ha toccati direttamente. Allora le cattive abitudini, le disattenzioni, la super-fi cialità tornano spesso protagoniste del nostro ope-rato.I temi da approfondire sarebbero tantissimi.Qui mi voglio soffermare sul ruolo svolto dalle tam-ponature nelle strutture intelaiate e sui pericoli deri-vanti dal crollo delle stesse.

Tipi e funzioni delle tamponatureLe tamponature o tamponamenti sono le pareti di chiusura perimetrale di fabbricati costruiti con strut-tura portante generalmente in calcestruzzo armato o acciaio. La funzione è quella di separare lo spazio interno da quello esterno; hanno come unica funzio-ne statica quella di portare il proprio peso e l’azione del vento.

Il Terremoto: realtà o fatalità Impariamo a conviverci e a prevenirlo. Spunti di rifl essione

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Possiamo distinguerle in:• tamponature interrotte: quelle che chiu- dono "a filo" esterno della struttura;• tamponature passanti: quelle che passano da- vanti al lato esterno delle strutture sia orizzontali che trasversali;• tamponature semipassanti: (solo nel caso di mura- ture pluristrato) nelle quali uno strato esterno passa davanti alla struttura mentre uno strato in- terno poggia su questa e viene quindi interrotto.Possono essere:• non collaboranti - costruite dopo la maturazione della struttura intelaiata, in contatto con questa, ma senza connessioni; la resistenza al sisma è af- fidata al telaio.• collaboranti: confinate da elementi in c.a.; i cal- coli comprendono verifiche delle murature come elementi portanti nei confronti delle azioni oriz- zontali.• In questa breve esposizione ci occuperemo di “tamponature non collaboranti”.

Interazione struttura – tamponaturaCalcolare una struttura significa verificare che il mo-dello geometrico-matematico che abbiamo immagi-nato, riproduca il comportamento atteso di quella che sarà realizzata sotto l’azione dei carichi verti-cali e orizzontali cui sarà soggetta durante tutta la

sua vita, e che questo avvenga nei limiti di sicurezza imposti dalle norme.Il modello della struttura al computer è realizzato attraverso elementi finiti con cui, in generale, sche-matizziamo travi, pilastri, setti, ecc. Generalmente si modella solamente la struttura “nuda”, senza la presenza delle tamponature che, come già detto, sono non collaboranti.Invece esse contribuiscono in misura sostanziale all'irrigidimento, all'irrobustimento, alla capacità di dissipare energia, ma anche all'innesco dei mecca-nismi di crisi locali o globali della costruzione. Quin-di intervengono attivamente nella risposta sismica dell’edificio.Gli scenari come quelli visti in seguito al terremoto del 6 Aprile 2009 a L’Aquila, che non hanno fatto al-tro che confermare quanto già osservato in terremo-ti precedenti e che si sono tragicamente ripresentati dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna, mostrano in tutta a loro drammaticità l’importanza della sicurezza degli elementi non strutturali, quindi anche delle tamponature, La ricognizione dei danni post sisma evidenzia infat-ti come l’espulsione fuori piano delle tamponature possa esser causa di danni a cose, ferimenti di per-sone ed intralcio alle vie di fuga.I danni rilevati sottolineano anche un altro aspetto che spesso viene trascurato. Si è potuto verificare

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Ospedale San Salvatore a L’Aquila

Danni a partizioni Contenuto Danni a controsoffitti

Danneggiamenti non strutturali, compromissione della funzionalità

Espulsione totale e parziale delle tampo-nature d’angolo

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come costruzioni prive di danni strutturali, avessero diffusi danneggiamenti agli elementi non struttura-li (ricordate gli edifi ci appena costruiti a Fabriano, danneggiati dal sisma del 1997?!), tali da non per-mettere l’agibilità della costruzione e condurre ad elevati costi di riparazione. Ciò ha portato in alcuni casi a rendere vantaggiosa la demolizione e ricostru-zione, piuttosto che la riparazione degli edifi ci.Come non pensare poi agli edifi ci pubblici strategici o con notevole affollamento quali ospedali, scuole, università! Anche qui un riferimento all’ospedale o alla sede della facoltà di Ingegneria di L’Aquila è d’obbligo.Dall’esame dei danni di edifi ci colpiti dal sisma, si sono potute osservare, in relazione con la severità dell'azione sismica, le situazioni più disparate nel senso della sopravvivenza inaspettata della costru-zione all'evento o, viceversa, nel senso del danno subito in misura maggiore del previsto, fi no al crollo; situazioni sicuramente determinate dall'interazione delle strutture portanti con gli elementi di tampona-tura, siano essi pannelli prefabbricati o murari. Si possono riscontrare due correnti di pensiero op-poste sull’infl uenza delle tamponature nella risposta sismica e quindi sulle loro modalità di realizzazione.Secondo una, sia per motivi di economia di costru-zione sia per l'incertezza sull'impegno effettiva-mente richiesto dai terremoti, agli edifi ci conviene trarre profi tto da tutti gli elementi, strutturali e non strutturali, che possono contribuire in tal senso. Ne deriva che le tamponature dovrebbero essere rese sempre collaboranti con l'ossatura portante, asse-gnando loro il ruolo di una seconda linea di difesa contro gli eventi sismici severi.Secondo l’altra, l'effetto negativo delle tampona-ture prevale, poiché esse costituiscono un fattore di grande incertezza nella risposta sismica e sono in grado d'invalidare gli accorgimenti adottati per governare il meccanismo resistente. Quindi le tam-ponature dovrebbero essere sconnesse del tutto dall'ossatura strutturale, in modo da non alterarne il comportamento previsto in sede di progetto. Tra gli eventi negativi osservati, vale la pena citare:• il distacco dal telaio e la caduta delle tamponature per il cedimento degli ancoraggi nel caso dei pan- nelli prefabbricati ed a causa della scarsa rigidezza fuori dal piano e della cattiva connessione nel caso dei pannelli di mattoni;• la formazione di meccanismi di piano soffi ce, so-

prattutto nei piani intermedi ed inferiori, a causa della distribuzione irregolare in altezza delle tam- ponature;• la plasticizzazione dei pilastri per la presenza di un notevole sforzo di trazione dovuto dalle tamponature;• la crisi delle strutture con distribuzione planime- trica regolare degli elementi portanti ma con irre- golarità nella posizione delle tamponature;• la rottura localizzata e fragile di elementi portanti a causa della presenza di aperture irregolari nelle tamponature, delle fi nestre a nastro e dell'anco- raggio non adeguato della tamponatura, che ha portato a martellamenti;• la crisi funzionale delle strutture strategiche, qua- li ospedali, caserme università, che pur subendo un danno strutturale lieve hanno accusato però danni irreparabili delle tamponature, tali da impe- dirne l'uso. Per semplicità ed economia di costruzione, i pan-nelli di chiusura vengono realizzati quasi sempre a contatto con gli elementi strutturali, senza giunti di separazione ma anche senza connettori che garan-tiscano un collegamento affi dabile con l'ossatura.Infatti le tamponature tradizionali sono sovente co-stituite da elementi in laterizio (mattoni forati e/o a pasta porizzata) allettati su giunti di malta orizzon-tali, senza la presenza di legante nei giunti verticali. Gli spazi residui tra i pannelli di tamponamento e la struttura (pilastri e travi) spesso sono sigillati solo nel momento in cui si realizzano gli intonaci.

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Espulsione totale e parziale delle tamponature d’angolo Formazione di meccanismi di piano soffice nel piano intermedio

Espulsione totale e parziale delle tamponature

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In alcuni casi poi, pilastri e travi sono precedente-mente ricoperti da materiale isolante, al fine di eli-minare i ponti termici.È evidente invece come le tamponature di un edificio intelaiato (ma anche i tramezzi) siano integrate nella struttura, e raramente (praticamente mai) collegate ad essa.Allora diventa importante ed opportuno tenere a mente che le tamponature possono influenzare e in-fluenzano il comportamento della struttura. In particolare esse:• incrementano la rigidezza dell’edificio, con riduzio ne del periodo e conseguente incremento delle sol- lecitazioni di taglio alla base dovuto all’azione sismica • modificano la distribuzione della rigidezza laterale in pianta ed in elevazione • portano parte dell’azione sismica• migliorano la capacità dissipativa della struttura• hanno meno resistenza e capacità deformative del telaio e quindi collassano prima, presentando se- parazioni dalla struttura e fessurazioni a X• quando collassano, determinano una caduta di resistenza e rigidezza del telaio tamponato• se la distribuzione in pianta è fortemente irregolare si devono considerare gli effetti sulle sollecitazioni sismiche (eccentricità tra baricentro masse e rigi- dezze)• se la distribuzione in alzato è fortemente irregolare si devono considerare le concentrazioni dei danni ai piani con significative riduzioni dei tamponamenti

• se non sono estese per l’intera altezza dei pilastri, si devono considerare gli sforzi di taglio elevati sugli stessi.• se la struttura in c.a. è progettata male, le tampo- nature possono creare seri danni al telaio (puntone diagonale rigido che taglia pilastro e trave)• se la struttura è progettata bene (armature a taglio) la tamponatura contribuisce a determinare il com- portamento laterale globale dell’edificio.

In strutture intelaiate soggette ad azione sismica, le tamponature si danneggiano prima degli elementi strutturali perché hanno minore resistenza e defor-mabilità di questi. Usualmente esse si lesionano lungo le diagonali del pannello e dissipano una grande quantità di energia. Pertanto, nelle strutture intelaiate, le tamponature agiscono come una prima linea di difesa dell’edificio.La fessurazione del pannello conduce ad una riduzio-ne della resistenza e della rigidezza della tamponatu-ra e ad un trasferimento di carico dalle tamponature al sistema strutturale; questo, non più irrigidito dalle tamponature, allunga il proprio periodo di vibrazione, facendo diminuire gli effetti del sisma.

Gli effetti dovuti alla presenza di tamponature sulle strutture intelaiate devono essere valutati con molta prudenza, perché condizionati dall’alto grado di in-certezza relativo al loro comportamento, dovuto a:variabilità delle proprietà meccaniche delle tampo-nature;condizione di vincolo al telaio circostante;potenziale modifica della loro integrità durante l’uti-lizzo dell’edificio;grado non uniforme di danno durante l’evento sismico.

In virtù delle incertezze di comportamento delle tam-ponature, la sicurezza della struttura non può far fede sulle queste e solo la loro probabile influenza negativa deve essere presa in considerazione in fase di progetto.In generale, l’analisi è eseguita sulla struttura nuda (ovvero senza tamponature)

La normativaÈ solo a partire dalla OPCM 3274 del 2003, che la tam-ponatura e la sua sicurezza stanno ricevendo crescen-te (ma non ancora sufficiente) attenzione all’interno della Normativa Nazionale.

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Crollo tamponatura in laterizio di capannone industriale Plasticizzazione pilastro per la presenza di un notevole sforzo di trazione dovuto alle tamponature

Danneggiamento cortina esterna a vista, con tipica lesione a X

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Il D.M. Infrastrutture14/01/2008 (Norme tecniche per le costruzioni) obbliga infatti a svolgere la veri-fi ca di resistenza fuori dal piano delle tamponature: 7.2.3 – Criteri di progettazione di elementi struttu-rali “secondari” ed elementi non strutturali “…Con l’esclusione dei soli tamponamenti interni di spesso-re non superiore a 100 mm, gli elementi costruttivi senza funzione strutturale il cui danneggiamento può provocare danni a persone, devono essere ve-rifi cati, insieme alle loro connessioni alla struttura, per l’azione sismica corrispondente a ciascuno degli stati limite considerati”.Al punto 7.3.6.3 – Verifi che degli elementi non strut-turali e degli impianti, il DM 2008 prescrive: “Per gli elementi costruttivi senza funzione strutturale debbono essere adottati magisteri atti ad evitare collassi fragili e prematuri e la possibile espulsio-ne sotto l’azione di una forza orizzontale Fa, corri-spondente allo SLV”.La Circolare Ministeriale esplicativa n.617 del 2 feb-braio 2009 (Istruzioni per l’applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioni) al punto C7.3.6.3 specifi ca: “La prestazione consistente nell’evitare collassi fragili e prematuri e la possibile espulsione sotto l’azione della Fa delle tamponature di può ri-tenere conseguita con l’inserimento di leggere reti da intonaco sui due lati della muratura, collegate tra loro ed alle strutture circostanti a distanza non superiore a 500 mm sia in direzione orizzontale sia in direzione verticale, ovvero con l’inserimento di elementi di armatura orizzontale nei letti di malta, a distanza non superiore a 500mm”. Si può osservare che il metodo generale proposto dalla normativa presenta delle lacune che non per-mettono di valutare il reale livello di sicurezza delle tamponature, in relazione alle diverse zone sismi-che. La normativa infatti esplicita la procedura per il calcolo della sollecitazione, ma non quella per il cal-colo della resistenza fuori piano; è tuttavia evidente che i magisteri che vengono richiesti e proposti dal-le NTC2008 e dalla circolare 617, sono certamente migliorativi, anche se resta incerto come valutare l’esatto livello di sicurezza conseguito.

La Circolare tuttavia detta una soluzione semplice, evitando di fare troppi calcoli.Quanto prescritto dalle NTC 2008 è esplicitato all’in-terno della Circolare Ministeriale n.617 del 2 feb-braio 2009 (Istruzioni per l’applicazione delle Nuove norme tecniche per le costruzioni) che nell’appen-dice C8.A.9, “Indicazioni aggiuntive per gli elemen-ti non strutturali e gli impianti soggetti ad azioni sismiche”, recita quanto segue:”I danni causati dal terremoto ai componenti e ai sistemi non struttu-rali sono stati una fonte di grande preoccupazione per diverse decenni. Mentre ci sono stati notevoli miglioramenti nella risposta dei sistemi struttura-li resistenti alle forze laterali, i terremoti hanno continuato a rivelare la poca attenzione prestata all’ancoraggio e al controventamento dei compo-nenti e dei sistemi non strutturali. Persino nei casi in cui i terremoti hanno causato danni di piccola en-tità o addirittura nulli ai sistemi strutturali degli edifi ci, i componenti non strutturali hanno subito danni estesi, soprattutto a causa di un ancoraggio o controventamento impropri. I danni sismici alle in-stallazioni non strutturali non solo possono risultare costosi, ma possono anche rendere la struttura inu-tilizzabile per un periodo di tempo che può variare da alcune settimane a mesi.”Punto 7.3.7.2 – Verifi che degli elementi strutturali in termini di contenimento del danno agli elementi non strutturali “Per le costruzioni ricadenti in classe d’uso I e II si deve verifi care che l’azione sismica di progetto non produca agli elementi costruttivi senza funzione strutturale danni tali da rendere la costruzione temporaneamente inagibile.Nel caso delle costruzioni civili e industriali, qualora la temporanea inagibilità sia dovuta a spostamenti eccessivi interpiano, questa condizione si può rite-nere soddisfatta quando gli spostamenti interpiano ottenuti dall’analisi in presenza dell’azione sismica di progetto relativa allo SLD (v. § 3.2.1 e § 3.2.3.2) siano inferiori ai limiti di seguito indicati:a) Per tamponamenti collegati rigidamente alla struttura che interferiscono con la deformabilità della stessa

dr < 0.005 h

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Distacco tamponatura a pannelli prefabbricati

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b) Per tamponamenti progettati in modo da non subi-re danni a seguito di spostamenti di interpiano drp, per effetto della loro deformabilità intrinseca ovve-ro dei collegamenti alla struttura

dr ≤ drp ≤ 0.01 h… omissis …Dove dr è lo spostamento interpiano, ovvero la diffe-renza tra gli spostamenti al solaio superiore ed infe-riore, calcolati secondo § 7.3.3 o § 7.3.4…. Omissis ….”

Una breve bibliografia per approfondire quanto trat-tato:

• Manuale del mattone faccia a vista, Giorgio F. Brambilla. 2000 Edizioni Laterservice.• Modelli di analisi sismica tipo pushover per edifici in c.a – Tesi di laurea –Antonio di Criscio• Stima della resistenza a compressione delle tam- ponature – Felice Colangelo, Costruire in laterizio• Linee guida per riparazione e rafforzamento di elementi strutturali, tamponature e par- tizioni - Dipartimento della Protezione civile• Analisi sismica non lineare di edifi- ci in c.a. con tamponamenti in muratura – Tesi di Laurea – Laura Francesca Capra• Sistemi innovativi di rivestimento in la- terizio - Maria Chiara Torricelli, Luca Mar- zi, Claudio Piferi, Costruire in laterizio• Ancoraggi e graffaggi nei paramenti in la- terizio faccia a vista - Maria Chiara Torricelli, Luca Marzi, Claudio Piferi, Costruire in laterizio• Analisi di edifici danneggiati dall’evento sismico

dell’aprile 2009 nella città dell’Aquila e in alcuni centri minori limitrofi - Lorenzo Fanale, Marco Lepi di, Vincenzo Gattulli, Francesco Potenza, DISAT - UOIS• La risposta sismica dei telai con tampona- ture murarie - S. Biondi, F. Colangelo e C. Nuti (A cura di) - CNR-Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti - Roma, 2000, 179 pp.• Prescrizioni antisismiche e criteri di calco- lo: Interazione tra strutture e tamponamen- ti – Prof.Ing. Paolo Diotallevi, Ing. Luca Landi – Di partimento DISTART, sede di Tecnica delle Costru- zioni, Facoltà di Ingegneria Università di Bologna• Rapporto dei danni subiti dagli edifici a seguito dell’evento sismico del 6 aprile 2009 – Gerardo Mario Verderame, Iunio Iervolino, Paolo Ricci – Dipartimento Ingegneria Strutturale Università di Napoli Federico II• Rilievo fotografico durante sopralluogo del 23 e 28 maggio 2012 (dopo la prima sequenza si- smica del 20 maggio 2012) Marco Savoia, Lo- renzo Bacci – Università di Bologna; Loris Vin- cenzi – Università di Modena e Reggio Emilia

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Continua nel prossimo numero...

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Il più recente terremoto verifi catosi in Emilia Roma-gna ha colpito duramente il tessuto sociale e produt-tivo della zona anche a causa dei numerosi crolli di capannoni industriali.

Molte delle zone interessate dal terremoto sono state classifi cate a rischio sismico solo nel 2003 e quindi molti edifi ci sono stati realizzati privi dei necessari accorgimenti antisismici previsti dalla normativa.

Dopo un periodo di rifl essione siamo a tornare sull’ar-gomento poiché abbiamo assistito alla diffusione di informazioni a mezzo stampa e televisione per mezzo delle quali, tramite banali generalizzazioni, si pre-tendeva di dimostrare che tutti i prefabbricati indu-striali in calcestruzzo non sono strutture sicure.

Ad esempio, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 30 maggio 2012 (www.corriere.it/Pri-mo_Piano/Cronache/2012/05/30/pop_prefabbricati.shtml), si afferma che non è possibile realizzare col-legamenti tra travi e pilastri e che gli edifi ci prefab-bricati in calcestruzzo non sono progettati per resi-stere alle azioni sismiche.

La nostra azienda opera nella prefabbricazione indu-striale da oltre 60 anni in Toscana, Umbria, Lazio, Marche ed Abruzzo (tutte zone storicamente consi-derate sismiche) ed Emilia Romagna ed ha iniziato a considerare come fondamentali i collegamenti sismi-ci già dal terremoto di Ancona del 1972.

La Sicap ha sempre adottato tali collegamenti in tut-te le sue realizzazioni, anche al di fuori delle zone sismiche.

Diversamente quindi dai fabbricati crollati che sono stati mostrati e portati, per ignoranza o malafede, a modello di prefabbricati e diversamente da quanto affermato nel già citato articolo, nelle nostre strut-ture il collegamento sismico tra la trave ed il pilastro esiste e viene realizzato con barre in acciaio e bul-lonature.Non solo, nelle nostre tipologie tutti gli elementi che compongono il sistema sono strutturali e sono tutti vincolati tra di loro per mezzo di fi ssaggi in grado di trasmettere forze in tutte le direzioni dello spazio.

Questo permette di far si che ogni elemento del si-stema contribuisce alla resistenza dell’edifi cio ed alla corretta ed uniforme ripartizione delle forze create del terremoto in tutti i pilastri, evitando concentra-zioni in punti localizzati e collassi prematuri.

Abbiamo inoltre brevettato un sistema di INCASTRO trave pilastro per costruzioni multipiano che ha tro-vato applicazione nei fabbricati realizzati dalla pro-tezione civile all’Aquila nell’ambito del progetto C.A.S.E (Complessi Antisismici ed Ecocompatibili).

Abbiamo costruito adottando i nostri abituali stan-dard strutturali relativi ai collegamenti pilastro/tra-ve /copertura, anche in Emilia Romagna prima della classifi cazione sismica della Regione.

Edilizia Azimut

Terremoto in Emilia:comunicato uffi ciale del gruppo Sicap

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Durante i terremoti di Ancona (1972), Marche Umbria (1997), Abruzzo (2009), Emilia Romagna (2012), si è avuto conferma di quanto affermato poiché i fabbri-cati da noi realizzati non hanno subito danni.

Pertanto nessuno può generalizzare ed affermare che tutti gli edifici realizzati con prefabbricati industriali in calcestruzzo non sono sicuri nei confronti dei terre-moti (vedi la relazione del Prof. Giandomenico Tonio-lo www.reggioedili.net/tavolotecnico/documenti/doc_1339399375.pdf).Il problema esiste invece per tutti gli edifici con qualsiasi tecnica costruttiva siano essi stati realizzati(calcestruzzo o acciaio, in opera o prefab-bricati) ove non si è posta attenzione alla problema-tica sismica.

La cura, la standardizzazione del dettaglio costrutti-vo, i controlli di legge sui materiali e sulle procedure, tipici dei sistemi prefabbricati, consentono di elimi-nare i rischi che possono essere insiti nelle operazioni effettuate in cantiere.

Quindi anche i prefabbricati industriali, se adegua-tamente progettati, concepiti e realizzati, sono una valida proposta tecnica per la realizzazione di edifici, anche a più piani, per le più varie destinazioni d’uso anche in zona ad alto grado di sismicità.

Gli edifici realizzati con le nostre tipologie di prefab-bricati industriali in calcestruzzo possiedono una se-rie ulteriore di punti di forza:- la resistenza dei materiali e le tecnologie impiegate permettono di ottenere grandi spazi liberi ed eleva- ta altezza;- grazie alla massa propria offrono un migliore con- fort e vivibilità interna per via della superiore iner- zia termica;- grandi valori di portata e quindi ad esempio capa- cità di resistere alle forti nevicate grazie agli eleva- ti margini di sicurezza offerti;- naturale ed elevata resistenza al fuoco ed agli incendi;- resistenza a forti fenomeni climatici estremi quali grandinate, trombe d’aria ecc;- sicurezza totale nella pedonabilità dei tetti;- sono la base più sicura, solida ed affidabile per l’in- stallazione degli impianti fotovoltaici;- facilità e rapidità di montaggio garantiscono bassi

rischi e sicurezza dei cantieri, a garanzia quin- di della tutela degli operatori e committenti.

Questi edifici sono quindi un investimento solido e di sicuro rientro nel tempo.Ci teniamo a precisare che l’intento di questo articolo non è di approfittare della situazione per salire alla ribalta ma abbiamo ovviamente voluto difendere la bontà delle nostre soluzioni da banali generalizzazio-ni, potendo per ovvie ragioni dare voce alle nostre esperienze e non quelle di altri operatori.

In questo momento storico difficile per il nostro Pae-se, siamo felici di continuare a costruire per il tessuto economico italiano garantendo opere solide e sicure.Auguriamo all’Emilia Romagna in particolare e a tut-to il Paese di poter superare quanto prima le difficili prove che ci attendono.

EdiliziaAzimut22012

Schema di collegamento antisismico tipico sulla tipologia costruttiva Sideral PRO

La Prova vibrodinamica condotta in collaborazione con il Dipar-timento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Perugia ha misurato gli effetti sismici sul telaio ed ha quindi cer-tificato la efficacia dei collegamenti realizzati.

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La presenza di muffa e umidità in una stanza oltre a essere problema estetico, è causa di malattie e allergie; è oltremodo indice di una cattiva coiben-tazione con una conseguente dispersione di energiatermica.Walls&Technology,www.wallsandtechnology.com, azienda leader nel settore, ha brevettato e produce nella sua sede di Fano (PU) il pannello in polipropi-lene Salubry. Il prodotto è particolarmente indicato per problemi di muffa e umidità. La sua struttura alveolare con-sente un buon isolamento termico e la sua compo-sizione in polipropilene offre un'ottima impermea-bilità. Il rivestimento, oltre che conferire rigidità e resistenza al fuoco, facilita il montaggio e l'adesione alle superfi ci murarie.Il pannello ha una forte resistenza agli urti, è cal-pestabile ma allo stesso modo è elastico riuscendo a seguire le varie deformazioni del muro. Per la sua composizione è duraturo nel tempo, non è sensibile a sbalzi di temperatura ed in caso di incendio è au-toestinguente, non produce gas o vapori tossici, ed è completamente riciclabile.Avendo uno spessore di 6-10 mm, ha basso ingombro che ne facilita il montaggio sulle pareti, agevolando allo stesso tempo il ricollocamento di parti accesso-rie (prese di corrente, quadri).

Indagine termografi caSu una indagine termografi ca eseguita dal Dott. Da-niele Farina, della Geoinfoservice di Pesaro si è po-tuta rilevare la differenza di Delta termico misurato prima e dopo il montaggio del pannello;praticamente sulla parete in questione partendo da un delta termico di 0,7misurato prima della appli-

cazione del pannello, si è passati a un valore di 2,9 dopo l'applicazione, mantenendo le stesse situazioni climatiche; certifi cando che la differenza è imputa-bile alla installazione del pannello Salubry.Quindi, oltre a togliere la muffa e migliorare la sa-lubrità dell'ambiente, il pannello riequilibra la diffe-renza termica da interno a esterno.

Installazioneil montaggio del pannello non presenta particolari diffi coltà, ma è necessario seguire attentamente le fasi:• ripulire e igienizzare il muro,se è necessario aspor- tare parti distaccata o ammalorate;

• rendere il più possibile complanare il fondo;

• applicare il pannello con colla cementizia e fi ssaggi a muro;

• applicare una rete tessile sulle giunture;

• rasare il tutto con gesso o colla pronto per l'imbian- catura.

Il pannello Salubry è stato pensato e trova la sua col-locazione nell'edilizia di ristrutturazione,ma può essere utilizzato benissimo anche nella nuo-va edilizia, che vuole essere più attenta al risparmio energetico e alla salute delle persone.

Walls&Technology, per l'ampliamento della sua rete di vendita, seleziona agenti commerciali. Se interessati inviare una e-mail all'[email protected]

Salubry, il pannello che sconfi gge la muffa

Danno per muffa Danno per infi ltrazione

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PROGETTO SU MISURA Ogni costruzione è realizzata in base al progetto e ai desideri del cliente, lasciando massima flessibilità dal punto di vista architettonico. Una visualizzazione 3D permette di visionare un’anteprima della struttura.

ECOLOGIA E SALUTELa casa in legno è rispettosa dell’ambiente e delle persone che la abitano, il legno è tra i migliori materiali da costruzione naturali.

PROPRIETÀ MECCANICHELe case SUBISSATI sono realizzate interamente in legno lamellare, materiale con elevata resistenza a trazione/compressione/flessione, elasticità, basso peso specifico e di facile lavorazione con i nostri impianti a controllo numerico.

DURABILITÀLa casa in legno, se ben realizzata, è una costruzione che dura secoli e ne sono riprova le tantissime costruzioni in legno sparse in tutto il mondo che ancora si conservano perfettamente integre.

ANTISISMICA E RESISTENZA AL FUOCOLa resistenza delle case in legno ai terremoti è stata più volte collaudata in Paesi ad elevato rischio sismico come America e Giappone, dove si costruisce abitualmente in legno. Inoltre, adottando una serie di accorgimenti, si può ottenere un’ottima resistenza al fuoco.

ELEVATO RAPPORTO QUALITÀ PREZZOLa casa in legno, per il livello tecnologico offerto, i ridotti tempi di realizzazione, i costi certi ed i ridotti costi di mantenimento, si rivela decisamente superiore rispetto ad un’abitazione tradizionale.

VANTAGGI ECONOMICI E RAPIDITÀ DI MONTAGGIORisparmio energetico non indifferente in quanto si raggiungono valori di trasmittanza pareti e coperture inferiori a 0.19 W/mq K ed elevati valori di sfasamento da cui consegue che la casa risulta fresca d’estate e calda d’inverno, evitando inutili spese di riscaldamento e raffrescamento. Fattore non secondario la rapidità di costruzione della casa in legno: la durata media di un cantiere è di circa 90 giorni.

ATTESTAZIONE SOA

CATEGORIA OS32 CLASSE IV OS33 CLASSE II

1999/2009

SISTEMA QUALITà

CERTIFICAZIONE ISO 9001

SISTEMA DI GESTIONE AMBIENTALE

CERTIFICAZIONE ISO 14001

SISTEMA DI GESTIONE SICUREZZA E SALUTE

SUI LUOGHI DI LAVORO

CERTIFICAZIONE OHSAS 18001

chi ci abita lo savantaggi e qualità di una casa in legno Subissati

SUBISSATI s.r.l. Via F.lli Lombardi n. 2-6 S.P. Arceviese km 16,600 - 60010 Ostra Vetere (AN), Italy

Tel. 0039.071.96.42.00 – Fax 0039.071.96.50.01

www.subissati.it - download pdf case subissati

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Fatti di SOStaNZaSideral PrO | L’evoluzione della tipologia costruttiva Sideral www.grupposicap.it

Sideral PrO è il frutto di una tecnologia produttiva di ultimissima generazione che garantisce, grazie anche all’uso di materie prime di elevata qualità, una maggiore leggerezza a fronte di un incremento di prestazioni strutturali senza precedenti con conseguente abbattimento dei costi industriali.

ImpermealIzzazIone ed Isolamento teGolo sIderal

manto In allumInIo InattaccabIle daGlI aGentI atmosferIcI preaccoppIato a coIbentazIone In polIuretano

lucernarI a sHed con profIlI In allumInIo e speccHIature In polIcarbonato alveolare

coppella “strutturale” In c.a. precompresso assemblataIn stabIlImento con barrIeraal vapore e coIbentazIone.

I componenti di questa tipologia costruttiva sono tutti “strutturali” così da permettere la totale pedonabilità e la facile installazione di qualsiasi tipo di impianto. La doppia coibentazione consente la totale eliminazione dei ponti termici ed il facile raggiungimento dei valori di trasmittanza termica stabiliti dalla vigente normativa sul risparmio energetico. La tipologia SIDERAL PRO può essere dotata di lucernai zenitali oppure a shed, in grado di sfruttare e potenziare notevolmente la luce naturale proveniente dall’esterno. Resistenza al fuoco, sicurezza antintrusione, fonoassorbenza e semplicità di montaggio sono ulteriori plus della struttura.

Sideral PrO è funzIonaLItà, eStetIca e deSIgn.