AYOUBOWA SRI LANKA - VIAGGI AVVENTURE NEL … · E la scatola magica? ... poco voluto: eppure è...

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.................. ....................................................... Avventure nel mondo 1 | 2013 - 119 . TACCUINO DI VIAGGIO | Sri Lanka I vili cimeli escono dalla valigia e prendono posto negli angoli della casa, prossimi della memoria. La statua in legno di quel pescatore mai visto sotto il Baobab in salotto, continenti lontani si avvicinano... l’elefante a bordo vasca... il quadro un po’ più su, più a destra... un po’ più in qua in questa parete ancora orfana di anticaglie. E la scatola magica? Si conclude così un altro viaggio tanto bramato in quello Sry Lanka poco voluto: eppure è stato stupore, tenerezza, rabbia...ora malinconia. Ero consapevole che non mi avrebbero “illuminata” quei Buddah, icona già di precedenti viaggi in Oriente, così come non si sarebbe rinnovata l’emozione di un giro in tuc tuc o il colpo d’occhio dell’arancio di quei monaci: spiritualità, sensazioni, colori da recuperare nella memoria mai diventata oblio. Ma la luce della giungla, il profumo delle spezie, i colori delle orchidee; il sorriso, le mani giunte, i longhi; la corsa delle scimmiette, il piumaggio dei papagallini, il mesto sguardo dell’elefante; il caldo, l’acquazzone, la polvere: quanto ricercavo. Le macchie del leopardo, il piccante del curry, l’essenza del te...tanto desideravo scoprire. E sopra ogni esperienza, capire l’incomprensibile paradosso di un saluto così nobile, mendace auspicio, quell’augurio di lunga vita “ayubowa”, mani umilmente giunte al petto, scambiato all’incontro, di un popolo vissuto nello scontro, per 20 anni. Criminali, terroristi... Buddisti, induisti... Cingalesi, indiani... Leoni contro tigri. Frutto dell’ albero del pane. Viaggio in aereo sonnacchioso, incontro con sconosciuti, pulmino. Traffico, tartarughe albine, acquazzone in una barchina curiosa di fauna locale: viaggio bagnato sarà un viaggio fortunato? Le intricate mangrovie non ci offrono riparo così lo troviamo sotto il tetto di un monastero isolato, dove un giovane monaco solitario, cupido di compagnia, ci racconta lo scandire lento delle sue giornate: è il nostro primo incontro con un popolo che ama il contatto e raccontarsi. Comincia così il tour in quella terra che 7000 anni fa si separò definitivamente dall’India divenendone la lacrima e futura terra di lacrime, dolci e sorrisi, salati. Portoghesi, olandesi, britannici si alternano nel lasciare le loro tracce, avidi di spezie e di te. Papaya. Sfugge Galle, sfuggono i pescatori, acquazzone... sfuggono anche i Leopardi e lo scoiattolo gigante, neppure i pavoni ci salutano con una ruota ma in quel trafficatissimo safari Elefanti, Cinghialotti, Bufali, Coccodrilli, Cicogne dal collo nero e Varani non latitano. Polvere rossa e gippone fuori uso: il leopardo non si decide a sbranarci... desiderio svanito. Frutto vellenossso. La giornata è scandita dai matrimoni: tessuti rossi, pizzi bianchi, impreziositi di gioielli ma non di sorrisi, è un momento triste per la famiglia che vede la figlia lasciare la casa. E si che il matrimonio è stato combinato, o si sono forse conosciuti tramite gli annunci matrimoniali della domenica, mettendo ben in evidenzia il proprio segno zodiacale? Sospettiamo sia stato l’astrologo ad imporre gli scatti delle foto alle sette del mattino. Mangostine. Il pulmino si arrampica, curva dopo curva, foto alla cascata, foto piantagione di te, foto venditore pannocchie bollite... il trekking non ha meta, tiriamo fuori il pile, qualcuno si scalda intrappolato in una botte effetto sauna: lo chiamano massaggio Ayurveda. Guaiava. Il fioraio scende, curva dopo curva, un mazzo di fiori rossi scandisce il nostro rientro da Nuwara Eliya: divora a grandi passi la montagna, ci intenerisce il suo fiatone e acquistiamo due fiori. Tanta tenacia va premiata? Banane rosse. Ammiriamo le palme, le canne di bamboo, le piante medicinali e le sgargianti orchidee dell’orto “btonaico”. Oggi è domenica e il giardino diventa parco per i locali, così nel tentativo di rubare scatti privati ad una famiglia di cingalesi, ci stringiamo forte a delle musulmane per una foto di gruppo mentre più in la degli indiani fotografano noi che fotografiamo: questa commistione di culture è quasi più affascinante di quella delle piante conservate in questa esplosione di verde. Arrivarono nell’VIII secolo via mare, grandi commercianti in cerca di nuove mercanzie, chi importati per la lavorazione del tè dai colonialisti, noi in aereo, curiose spie, il cui unico business è un piacere di scoperta. Succo di Cocco. Kandy è piacevole: passeggiamo senza meta per le vie della città, la lingua pizzica di troppi biscotti al ginger. Dopo la danza del serpente, dei guerrieri e dei dragoni copriamo spalle e ginocchia e a piedi nudi respiriamo il profumo dei fiori di loto, offerta a Buddah di tanti pellegrini di bianco vestiti. La musica dei tamburi scandisce l’aprirsi di quella porta attraverso cui occhi fedeli spiano li, dove è conservata la reliquia del sacro dente. Atmosfera suggestiva: turisti indiscreti, con i nostri flash, dissacriamo un po’. Pioggia dai pipistrelli è benedizione per qualcuno, non ci salva la protezione di Giove che si mimetizza tra le stelle e illumina questa strada troppo buia: il maestro deve cercarci una cometa più radiosa. Zenzero. Il giardino delle spezie è uno scrigno di umorismo: nello svelarci i poteri delle piante la nostra guida ci apre i TACCUINO DI VIAGGIO | Sri Lanka AYOUBOWA SRI LANKA Da uno Sri Lanka Solo gruppo Francesca Carbone Testo e foto di Marika Rigo

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TACCUINO DI VIAGGIO | Sri Lanka

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03 Rosslin Chapel04 guardia scozzese05 suonatore di cornamusa

I vili cimeli escono dalla valigia e prendono posto

negli angoli della casa, prossimi della memoria. La statua in legno

di quel pescatore mai visto sotto il Baobab in salotto, continenti lontani si avvicinano... l’elefante a bordo vasca... il quadro un po’ più su, più a destra... un po’ più in qua in questa parete ancora orfana di anticaglie. E la scatola magica?Si conclude così un altro viaggio tanto bramato in quello Sry Lanka poco voluto: eppure è stato stupore, tenerezza, rabbia...ora malinconia.Ero consapevole che non mi avrebbero “illuminata” quei Buddah, icona già di precedenti viaggi in Oriente, così come non si sarebbe rinnovata l’emozione di un giro in tuc tuc o il colpo d’occhio dell’arancio di quei monaci: spiritualità, sensazioni, colori da recuperare nella memoria mai diventata oblio. Ma la luce della giungla, il profumo delle spezie, i colori delle orchidee; il sorriso, le mani giunte, i longhi; la corsa delle scimmiette, il piumaggio dei papagallini, il mesto sguardo dell’elefante; il caldo, l’acquazzone, la polvere: quanto ricercavo. Le macchie del leopardo, il piccante del curry, l’essenza del te...tanto desideravo scoprire.E sopra ogni esperienza, capire l’incomprensibile paradosso di un saluto così nobile, mendace auspicio, quell’augurio di lunga vita “ayubowa”, mani umilmente giunte al petto, scambiato all’incontro, di un popolo vissuto nello scontro, per 20 anni.

Criminali, terroristi...Buddisti, induisti... Cingalesi, indiani...

Leoni contro tigri.Frutto dell’ albero del pane.Viaggio in aereo sonnacchioso, incontro con sconosciuti, pulmino. Traffico, tartarughe albine, acquazzone in una barchina curiosa di fauna locale: viaggio bagnato sarà un viaggio fortunato? Le intricate mangrovie non ci offrono riparo così lo troviamo sotto il tetto di un monastero isolato, dove un giovane monaco solitario, cupido di compagnia, ci racconta lo scandire lento delle sue giornate: è il nostro primo incontro con un popolo che ama il contatto e raccontarsi.Comincia così il tour in quella terra che 7000 anni fa si separò definitivamente dall’India divenendone la lacrima e futura terra di lacrime, dolci e sorrisi, salati.Portoghesi, olandesi, britannici si alternano nel lasciare le loro tracce, avidi di spezie e di te.Papaya.Sfugge Galle, sfuggono i pescatori, acquazzone... sfuggono anche i Leopardi e lo scoiattolo gigante, neppure i pavoni ci salutano con una ruota ma in quel trafficatissimo safari Elefanti, Cinghialotti, Bufali, Coccodrilli, Cicogne dal collo nero e Varani non latitano. Polvere rossa e gippone fuori uso: il leopardo non si decide a sbranarci... desiderio svanito.Frutto vellenossso.La giornata è scandita dai matrimoni: tessuti rossi, pizzi bianchi, impreziositi di gioielli ma non di sorrisi, è un momento triste per la famiglia che vede la figlia lasciare la casa. E si che il matrimonio è stato combinato, o si sono forse conosciuti tramite gli annunci matrimoniali della domenica, mettendo ben in evidenzia il proprio

segno zodiacale? Sospettiamo sia stato l’astrologo ad imporre gli scatti delle foto alle sette del mattino. Mangostine.Il pulmino si arrampica, curva dopo curva, foto alla cascata, foto piantagione di te, foto venditore pannocchie bollite... il trekking non ha meta, tiriamo fuori il pile, qualcuno si scalda intrappolato in una botte effetto sauna: lo chiamano massaggio Ayurveda.Guaiava.Il fioraio scende, curva dopo curva, un mazzo di fiori rossi scandisce il nostro rientro da Nuwara Eliya: divora a grandi passi la montagna, ci intenerisce il suo fiatone e acquistiamo due fiori. Tanta tenacia va premiata? Banane rosse.Ammiriamo le palme, le canne di bamboo, le piante medicinali e le sgargianti orchidee dell’orto “btonaico”. Oggi è domenica e il giardino diventa parco per i locali, così nel tentativo di rubare scatti privati ad una famiglia di cingalesi, ci stringiamo forte a delle musulmane per una foto di gruppo mentre più in la degli indiani fotografano noi che fotografiamo: questa commistione di culture è quasi più affascinante di quella delle piante conservate in questa esplosione di verde. Arrivarono nell’VIII secolo via mare, grandi commercianti in cerca di nuove mercanzie, chi importati per la lavorazione del tè dai colonialisti, noi in aereo, curiose spie, il cui unico business è un piacere di scoperta.Succo di Cocco.Kandy è piacevole: passeggiamo senza meta per le vie della città, la lingua pizzica di troppi biscotti al ginger. Dopo la danza del serpente,

dei guerrieri e dei dragoni copriamo spalle e ginocchia e a piedi nudi respiriamo il profumo dei fiori di loto, offerta a Buddah di tanti pellegrini di bianco vestiti. La musica dei tamburi scandisce l’aprirsi di quella porta attraverso cui occhi fedeli spiano li, dove è conservata la reliquia del sacro dente. Atmosfera suggestiva: turisti indiscreti, con i nostri flash, dissacriamo un po’. Pioggia dai pipistrelli è benedizione per qualcuno, non ci salva la protezione di Giove che si mimetizza tra le stelle e illumina questa strada troppo buia: il maestro deve cercarci una cometa più radiosa.Zenzero.Il giardino delle spezie è uno scrigno di umorismo: nello svelarci i poteri delle piante la nostra guida ci apre i

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AYOUBOWA SRI LANKADa uno Sri Lanka Solo gruppo Francesca Carbone

Testo e foto di Marika Rigo

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Sri Lanka

sensi alle più sonore risate... il conto arriva dopo... “no gratis” peccato: è una parola che a noi piace tanto...Hopper.Ci accolgono spassose scimmiette: sicuramente conoscono dove si nascondono le oltre 80 grotte di Dambulla; noi ci accontentiamo di vederne 5; il Buddah sdraiato nella posizione Parinirvava, ci concentriamo per ricordare occhio chiuso, semi aperto: dorme, è morto? Disteso nella sua lunghezza di 15 metri analizziamo cuscino fiore di loto e piedi fiore di loto. Immagino il dipintore di occhi prepararsi alla cerimonia: sono le 5 del mattino e con pennello e specchio in mano si arrampica sulla scaletta. Ha un grande onore e onere: pieno di doni è colui che da lo sguardo e quindi la vita a Buddah, concede vista, verità, presenza ma non può guardare direttamente il volto della statua. Inverosimilmente gli rivolge le spalle e attraverso il riflesso dello specchio porta a compimento il suo lavoro. Tamarindo.Syringira è così suggestiva, ne respiriamo tutta l’atmosfera, annaspando gradino dopo gradino: non ci intimoriscono i notevoli metri d’altezza di questa fortezza/palazzo, poi divenuto monastero. Superiamo i giardini acquatici, ci perdiamo nella hall, andiamo alla ricerca degli errori nei dipinti delle ninfe celestiali, le aspra .3 mani, 6 dita... percorriamo il muro dello specchio dove poi le scimmiette in fila indiana rifletteranno la loro coda e finalmente arriviamo alle maestose zampe di leone, resto di uno intero, custode e simbolo di come le verità del buddah fossero potenti quanto il ruggito di un leone. Vorremmo capire cosa ricordano le fondamenta rimaste sulla cima, dopo i 1000 e ho perso il conto quanti gradini scalati, ma siamo rapiti da un paesaggio infinitamente smeraldo e più maestoso della fiera che ci ha accolto. Si perdono lo sguardo e lo spirito.Caglio di bufala.Polonnaruwa è tanta storia in poche pietre rimaste ma il cui fasciano meriterebbe più del tempo dedicatagli: d’altra parte questa è stata la capitale dello Sry Lanka dal 11° al 13° secolo a.c. e quei bassorilievi nascondono un patrimonio che ci sfugge davanti agli occhi. Non abbiamo mai tempo. Scatto le foto, sfioro le pietre, respiro

l’atmosfera, cerco di visualizzare i fantasmi che si aggirano tra queste mura: sono buddisti che si inginocchiano a recitare il mantra, sono induisti che legano un nastro attorno al linga di Shiva, c’è chi si riunisce nella sala del concilio, chissà cosa avranno retto tutte quelle colonne.Curry.Scimmiette, scimmiette e ancora scimmiette: Anaradhapura è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità e noi abbiamo modo di capire il perchè c’è chi la definisce la “nona meravigliosa del mondo”. Re Pandukabhaya lanciò il progetto ma prima degli architetti consultò gli indovini e ne uscì una città dall’organizzazione tanto complessa quanto efficiente: ospedali, cisterne, piazze del mercato, monasteri... E poi stupa, dentro ai quali nuovi buddah conservano i doni dei pellegrini (almeno 7, sette le cose di cui necessitano, disse Sema: delle vesti, un rasoio, una ciotola per il riso... ) e poi bellissime e “pressiose” moonstone: elefante nascita, cavallo malattia, leone decadimento, mucca morte... o forse no? Sena ce lo ripeti per la centesima volta? Oca: animale intelligente perchè separa acqua dal latte…mmm vabbeh....Patate dolci.Mihinhale sfida la nostra paura dell’altezza, il nostro senso dell’equilibrio e il nostro bisogno di beatificazione: ennesimo paio di calzini da buttare e ci arrampichiamo. Se non l’enorme Buddah bianco, il rinnovato paesaggio merita tutto l’orgoglio di essere arrivati fin lassù.Frangipane.Trincomalle è meta davvero sospirata: Passeggio sulla spiaggia e calpesto la sabbia dove sono esplose bombe; forse qualche granello è ancora sporco di sangue. Mi si avvicinano dei locali e non hanno belle intenzioni; reagisco, mi arrabbio …. stanno minando la mia serenità e libertà... la mia..che inopportuna. Loro si nascondono dietro sorrisi ma hanno le stesse debolezze degli altri popoli: droga e prostituzione sono meno evidenti che in altri paesi orientali ma sono presenti anche qui. Questo è il confine, oltre sono ancora case distrutte, autobus divelti e bunker nascosti sotto terra per oltre 4 piani, così da confidenze sulla spiaggi da chi voleva fare solo uno “small business”.

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PappadamsCogliamo i primi raggi di sole e andiamo a pesca di foto nel villaggio vicino: ordinate treccine lucidate con olio di cocco affondano le scarpe nella sabbia, linde nelle loro uniformi candide - in contrasto con le baracche da cui escono - e zainetto unicef in spalla. Sono lunghe e ben pettina queste chiome, come quelle delle soldatesse viste in qualche immagine, fucile in mano, mi domando se fossero le loro sorelle o impossibili madri. Altri scolari, più piccini, hanno invece un’uniforme rossa; penso siano coetanei dei bimbi rapiti in un orfanotrofio dalle tigri tamil e fatti diventare soldati. Sdentati pescatori raccolgono le reti, c’è chi già si affretta a stendere il pesce a essiccare – lo veglierà tutta la notte, avvolto in un lenzuolo - Un vecchio, o forse non lo è, il viso così segnato, incalza a invitarci a bere del succo di cocco: provvederà lui ad arrampicarsi sulla palma a coglierlo; un altro ci invita per un teh, addolcito con il latte, e ci propone il suo segreto alternativo business: sta sera saremo tutti a cena da lui, Caronte ci farà attraversare il guado e ci rimpinzeremo di barracuda, tonno e riso. Guardo il volto di questo gente: fingo di fotografare il paesaggio ma vorrei cogliere un segno del loro vissuto. Vittima o assassino? Loro chiamano i cingalese criminali, questi altri definiscono i tamil terroristi. Hanno siglato una pace su carta ma gli animi sono ancora in conflitto. Forse non solo quelli se ancora oggi, a Ginevra si manifesta per la liberazione di questi territori dall’esercito e se varie organizzazioni internazionali

per i diritti civili diffidano da vane promesse di solidarietà e unità. Forse c’è dell’altro se un territorio, oramai di pace, ha un posto di blocco ad ogni chilometro; se ancora oggi “asia News.it” scrive di episodi di assassini, di irruzioni violente nelle case e di misteriose sparizioni. Si guarda attorno il cingalese dal nome così dolce mentre mi racconta il suo punto di vista, orecchi indiscrete, occhi attenti. Retaggio del passato, quando non bisognava far traspirare nessun pensiero: troppa gente scomparsa solo per qualche sospetto... Bombe, esplosioni, cianuro, avvelenamenti... quante volte risentirò queste storie... Ricordo Terzani raccontare dell’isola folle: già, quando è cominciata la nostra abitudinaria indifferenza? Forse abbiamo peccato di sensibilizzazione poichè gli stessi giornalisti che avrebbero dovuto riportarci i fatti sono stati fatti tacere, per sempre. La nostra guida ci rassicura, “ora no problemi, tutto ok”, ma io ricordo di un rapporto 2011 di Amnesty International che non ha nulla di rassicurante in merito a detenzioni, torture, sparizioni a scopo di riscatto e molte altre pagine di terrore.Ho un nodo alla gola: raccolgo corallo morto sulla spiaggia e lo restituisco al suo elemento naturale. Quello che non hanno fatto infinite battaglie lo ha compiuto il mare: quando si è ritirato per poi abbattersi in tutta la sua altezza su queste coste. Al rientro i pescatori pensavano di aver perso la rotta: dove erano finite le loro case? I poveri averi, i preziosi affetti: nel mare... di dolore. Noi lo abbiamo conosciuto come tzunami.

Vedo quelle abitazioni i cui mattoni sono stati donati dall’estero e mi vergogno di aver dato un contributo così piccolo. Un pescatore ci ringrazia: il motore della sua barca è stato donato dall’Italia. C’è ancora tanto da fare. Lassie.Ci regaliamo ancora un po’ di sabbia e onde: condividiamo la spiaggia con tanti bimbi voglioso di scatti fotografici mente le mamme indiane fanno il bagno vestite, mentre le mamme musulmane restano sulla spiaggia vestite. Noi occidentali accaldate nei nostri bikini sembriamo davvero fuori luogo e troppi occhi puntati addosso ce lo confermano. Arrak.E’ l’ultima alba a Trinco. C’è chi tenta di recuperare tanto sonno perduto, chi è partito alla ricerca di “dolpini”... io guardo il sole sorgere immersa nell’acqua già calda. Il mare è calmo, la spiaggia è tutta per me, solo in lontananza una fila di pescatori, uniti da una corda in vita, faticosamente si apprestano a tirar su le reti: un passo dopo l’altro, preciso, univoco, una coreografia da rispettare.Guardo le palme, sorrido alla mucca che prima di me si è stesa a prender il sole, mi scanso al guizzare di un pesce … e penso che davvero questo viaggio è stato “meravigliosso” e “spesiale”. Comprendo anche che non sarebbe stato tale senza i tre moschettieri che ci hanno accompagnato: una guida tanto timida quanto tenera, il cui ciondolare di testa e mano mi strappano ancora un sorriso; un aiutante infinitamente paziente e capace e un autista che non ha bisogno di parole per essere rievocato. Ancor più non sarebbe stato tanto vivace divorare a passo lento i 1800 km percorsi senza il ricordo della generosa con tendenze a fare Oktober fest ogni di Francesca, dell’organizzatore con tendenze omicide (tra due dita a orecchie di coniglio) Fabrizio, del gentilissimo con tendenze al gota Mauro, della riservata con tendenze all’acquisto sfrenato Barbara, della determinata con tendenze a comunicare con il corpo Marina, della duplice con tendenze a farci diventare padrini e madrine adottivi Francesca, dell’intraprendente con tendenze alla trattativa Michele, dell’allegra

con tendenze ad ammaliare autisti Daniela, dell’enigmatica con tendenze all’imposizione delle mani Valeria, della poliglotta con tendenze a raccattare suore a caso Michela, del simpatico con tendenze alla pesca fallimentare Ugo, della spassosa con tendenze allo scatto folle Ilaria, dell’ ironico con tendenze all’indescrivibile Luciano.Allora... AYOUBOWA SRY LANKA