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I l marciume del colletto è una del-le malattie più gravi della lattuga,in pieno campo e in serra, soprat-

tutto nel periodo autunnale e prima-verile. Gli agenti che lo causano sonoi funghi Sclerotinia sclerotiorum e Scle-rotinia minor, patogeni del terrenoestremamente polifagi che, oltre allalattuga, colpiscono anche indivia, cico-ria e numerose altre colture orticole:cavoli, carota, cetriolo, cipolla, fagio-lo, fagiolino, melone, pisello, pomo-doro, sedano, zucca, zucchino, ecc. La malattia può colpire la lattuga intutti gli stadi di sviluppo. In genere simanifesta in campo, a carico di cespiben sviluppati in prossimità della rac-colta. Solo nel caso di un elevato livel-lo di infezione del terreno e condizio-ni ambientali e colturali predisponen-ti, essa può causare una rapida mortedelle piantine, anche poco dopo il tra-pianto.

I SINTOMISulle piante più sviluppate il sintomoiniziale è rappresentato dall'avvizzi-mento delle foglie basali, che conferi-sce alle piante un aspetto stressato. Colprogredire dell'infezione dalle fogliepiù esterne, a contatto col terreno, ilsintomo si estende rapidamente a quel-le più interne, fino a interessare tuttele foglie del cespo, che si adagia com-pletamente al suolo. L'intera pianta può collassare in solitre giorni, in conseguenza della mar-cescenza dei tessuti del colletto, di par-te del fittone radicale e dei picciolifogliari. Sui tessuti colpiti, in condi-zioni di elevata umidità, il fungo pro-duce un abbondante micelio biancocotonoso sul quale, successivamente,si differenziano dei corpuscoli neri,denominati sclerozi, che rappresenta-no le strutture di conservazione delpatogeno.Lo sviluppo delle infezioni è favorito,per entrambi i funghi, da temperatu-re comprese fra i 12 e i 25 gradi centi-gradi e da livelli di umidità elevati.Entrambe le sclerotinie possono soprav-vivere, come micelio, su piante vive o,

in maniera saprofitaria, su tessuti vege-tali in decomposizione: inoltre, grazieagli sclerozi, possono conservarsi nelterreno fino a 10 anni anche in condi-zioni ambientali sfavorevoli.

METODI DI DIFESAPer un’efficace difesa della lattuga dalmarciume del colletto si devono adot-tare diversi metodi di lotta: agrono-

mica, chimica e biologica.Benché nessuna pratica agronomicapossa, da sola, garantire un adeguatocontrollo del marciume del colletto,l'integrazione di diverse tecniche col-turali contribuisce a contenere i dan-ni causati da Sclerotinia spp. sia attra-verso la riduzione dell’inoculo del pato-geno, sia con la creazione di condizioniambientali meno favorevoli allo svi-

AVVERSITÀ DELLE PIANTE/2

LATTUGA: come CONTENEREil MARCIUMEdel colletto

Le strategie piùefficaci per ridurre i danni della malattiacausata daSclerotinia spp.

80 • LUGLIO/AGOSTO 2006 •

SERGIO GENGOTTI Astra - Innovazione e sviluppo, Faenza (RA) Referente del CRPV per il Settore Difesa Orticole

Pianta di lattuga con il tipico micelio bianco di Sclerotinia spp. (Foto Gengotti)

Le strategie piùefficaci per ridurre i danni della malattiacausata daSclerotinia spp.

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luppo della malattia stessa.L’evoluzione del patogeno è sensibil-mente influenzata da tutte le praticheagronomiche che condizionano i para-metri micro-climatici, come l’umiditàdell’aria, in prossimità della coltura: lafertilizzazione azotata, l’irrigazione, ildrenaggio, l’arieggiamento delle serree la densità d'impianto. Tra le pratiche colturali efficaci nellaprevenzione del marciume del collet-to si ricordano l’avvicendamento del-la lattuga con colture poco suscettibi-li (ad esempio cereali, bietola e cipol-la); l’apporto di ammendanti organi-ci; l’aratura profonda; un adeguato dre-naggio del terreno; una fertilizzazioneazotata equilibrata; l’arieggiamentodelle serre e dei tunnel; la riduzionedella densità d'impianto; le irrigazio-ni moderate; il trapianto su prose rial-zate; la pacciamatura del terreno confilm plastico; l’eliminazione delle pian-te infette e dei residui alla raccolta; lasolarizzazione del terreno. Purtroppo il controllo della malattia,conseguibile per mezzo delle praticheagronomiche, è solo parziale. Ancheper quanto riguarda la scelta varieta-le, sebbene esista una certa variabilitànella sensibilità alla malattia fra lediverse cultivar di lattuga, non sono almomento disponibili varietà resisten-ti a Sclerotinia spp.

LE POTENZIALITÀ DELLA LOTTA BIOLOGICA

Tra i metodi alternativi all’impiego del-

la chimica, la lotta biologica presentapotenzialità interessanti, soprattuttose associata alla solarizzazione del ter-reno. Sono numerosi i microrganismipresenti in natura che si sono dimo-strati efficaci nei confronti di Scleroti-nia spp. in saggi di laboratorio: Coniothy-rium minitans, Sporidesmium sclero-tivorum, Trichoderma spp., Gliocladiumroseum, Trichothecium roseum, Fusa-rium spp., Mucor spp., Alternaria spp.,Epicoccum spp., Penicillium spp., ecc. Alcuni di questi microrganismi sonostati studiati anche in prove di campo,fornendo risultati interessanti anchese non sempre costanti, in quantoinfluenzati dalle condizioni di umiditàe temperatura. In Italia sono attual-mente registrati alcuni formulati com-merciali a base di Coniothyrium mini-tans (Contans) e Trichoderma harzia-num e T. viride (Remedier). Fra i numerosi vantaggi della lottamicrobiologica vanno menzionati ilridotto rischio di sviluppare fenome-ni di resistenza e la bassa tossicità neiconfronti dell'ambiente, degli opera-tori e dei consumatori. Allo stato attua-le, tuttavia, l'efficacia e l'applicabilitàdegli agenti di controllo biologico perla difesa della lattuga su scala com-merciale è ancora oggetto di dibattito.

IL RICORSO AI MEZZI CHIMICIPer tutto quanto detto sinora, il ricor-so ai mezzi chimici tramite irrorazio-ni al terreno e/o alle piante con fungi-cidi o la disinfezione del suolo con fumi-

ganti risulta indispensabile. Anche senon sempre risolutivo, il contributodella lotta chimica nel contenimentodella malattia può risultare spessosostanziale. L’impiego di diversi fun-gicidi, infatti, può limitare l'incidenzae la gravità del marciume, soprattuttose causato da Sclerotinia minor. Tra le sostanze attive attualmente impie-gabili su lattuga contro il marciumedel colletto vi sono dicloran, cyprodi-nil+fludioxonil, iprodione, procimido-ne e tolclofos-metile. Gli interventi fungicidi possono esse-re effettuati nel terreno prima del tra-pianto, oppure direttamente alle pian-te. I trattamenti fogliari devono esse-re diretti alla base delle giovani pian-te per proteggere il colletto e le fogliebasali, che rappresentano il principa-le punto d'ingresso del patogeno. Una sola applicazione post-trapiantonon sempre garantisce una protezioneadeguata; per questo motivo, sui ter-reni particolarmente infetti, si com-piono in genere 2 o 3 trattamenti a par-tire dal trapianto e con intervallo di 7-14 giorni, interrompendo in ogni casogli interventi prima che la vegetazionetenda a coprire il terreno, impedendola bagnatura del colletto delle piante. Pur nel rispetto delle dosi riportate inetichetta, onde permettere un’ade-guata infiltrazione dei fungicidi nelterreno a contatto col patogeno, duran-te l'intervento è opportuno adottarevolumi d’irrorazione elevati, non infe-riori a 1000 litri/ettaro, o, in alterna-tiva, eseguire una leggera irrigazioneper aspersione subito dopo il tratta-mento stesso.Fra gli inconvenienti della lotta chi-mica al marciume del colletto è dove-roso ricordare che applicazioni ripe-tute di fungicidi possono determi-nare una riduzione della loro effica-cia imputabile alla selezione di cep-pi del patogeno resistenti. Il rischiodi selezione di ceppi di funghi pato-geni resistenti è senza dubbio lega-to alla limitata disponibilità su lat-tuga e colture simili di sostanze atti-ve efficaci. La prossima registrazio-ne di nuove sostanze attive nei con-fronti del marciume del colletto per-metterà di ampliare la gamma dimolecole a disposizione degli agri-coltori e di adottare le più opportu-ne strategie antiresistenza. ■

• LUGLIO/AGOSTO 2006 • 81

Piante di lattuga colpite da Sclerotinia spp. (Foto Gengotti)