Aveva 21 anni, in Afganistan era arrivata da poche ...

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Transcript of Aveva 21 anni, in Afganistan era arrivata da poche ...

Page 1: Aveva 21 anni, in Afganistan era arrivata da poche ...

In braccio un bimbo che culla come fosse un fiore. Alle spalle l'aeroporto di Kabul.

E nel suo account Insta-gram sotto la tenera im-magine un solo pensiero, semplice e ora struggen-te: «I love my job», «Amo il mio lavoro». Nicole Gee, da Roseville (Cali-fornia), con i suoi occhio-ni azzurri con i 21 anni da poco compiuti è volata nel cielo di Kabul. Il suo lavoro che amava tanto era fare il soldato: marine da pochi giorni inviata in Af-ghanistan per aiu-tare la grande fuga dai talebani. Era a pochi metri dall'at-tentatore suicida che si è fatto esplo-dere in aeroporto, e quel cucciolo in braccio è stato forse uno degli ultimi che è riuscita a mettere in salvo. Anche poco pri-ma di saltare in aria lo aveva fatto insieme ad al-tri marines ventenni co-me lei: un fagotto umano da portare dentro l'aero-porto e fare imbarcare su uno degli ultimi aerei di-retti in Kuwait con il pre-zioso carico da salvare, e poi di corsa di nuovo lì all'esterno per afferrarne un altro.

Chissà quanti di loro le debbono la vita: Nico-le a Kabul è stata manda-ta all'ultimo, solo di rin-forzo per l'operazione rientro. Per questo era ar-rivata in Kuwai a fine lu-glio, e il 2 agosto scorso da lì aveva postato sorpre-sa, orgogliosa e felice, le immagini della cerimo-nia con cui era stata appe-na promossa sergente, sull'attenti mentre un uf-ficiale dei marines legge-

va le motivazioni della sua promozione sul cam-po, ricevendo poi i gradi sul bavero della giacca mimetica. Ma pochi gior-ni prima era in Oman e Arabia Saudita a cavalca-re con la sua divisa un cammello. E qualche set-timana prima aveva pure avuto la licenza per le va-canze in Europa: Spagna e poi Grecia, forse gli ulti-mi istanti di spensiera-tezza e libertà.

Degli undici marine che hanno perso la vita a Kabul due erano donne. E tutti ragazzini: David Lee Espinoza, ispanico di Rio Bravo (Texas), ap-pena ventenne. E poi Ryan Knauss dal Ten-nessee, 23 anni; Rylee McCollum dal Wyo-ming, 20 anni. Hunter Lopez, anche lui califor-niano: 22 anni. Karem Nikoui, da Norco (Cali-

fornia), 20 anni. E l'altra ragazza: Jo-hanny Rosario di Lawrence (Mas-sachusetts), dall'alto dei suoi 25 anni. Umberto Sanchez, dall'In-diana: 22 anni. E dal Nebraska veni-va Daegan Wil-liam-Tyeler con i suoi 23 anni. E an-cora Jared Sch-mitz, 20 anni, e quel che restava di lui è stato rico-

nosciuto solo da papà Mark. Come Maxton Max Soviak che con i suoi 22 anni veniva dall'Ohio. Il più anziano in grado e in età di tutti loro era un ragazzone ton-do dell'Ohio, il sergente maggiore Taylor Hoo-ver, che se ne è andato con i suoi 31 anni. Volti e nomi che segneranno più ancora di altri la storia americana.

Degli 11 marine caduti a Kabul due erano donne. E tutti

ragazzini: David Lee Espinoza 20 anni; Ryan Knauss, 23;

Rylee McCollum,20; Hunter Lopez,22: Karem

Nikoui,20;Johanny Rosario,25; Umberto Sanchez, 22; Daegan

William-Tyeler, 23; Jared Schmitz, 20; Maxton Max

Soviak, 22: Taylor Hoover, 31 anni

In braccio un bimbo che culla come fos-se un fiore. Alle spalle l'aeroporto di Ka-bul. E nel suo account Instagram sotto la tenera immagine un solo pensiero, sem-plice e ora struggente: “I love my job”, “Amo il mio lavoro”. Nicole Gee, da Rose-ville (California), con i suoi occhioni az-zurri con i 21 anni da poco compiuti è vola-ta nel cielo di Kabul. Il suo lavoro che ama-va tanto era fare il soldato: marine da po-chi giorni inviata in Afghanistan per aiu-tare la grande fuga dai talebani. Era a po-chi metri dall'attentatore suicida che si è fatto esplodere in aeroporto, e quel cuccio-lo in braccio è stato forse uno degli ultimi che è riuscita a mettere in salvo. Anche poco prima di saltare in aria lo aveva fat-to insieme ad altri marines ventenni co-me lei: un fagotto umano da portare den-tro l'aeroporto e fare imbarcare su uno de-gli ultimi aerei diretti in Kuwait con il pre-zioso carico da salvare, e poi di corsa di nuovo lì all'esterno per afferrarne un al-

tro. Chissà quanti di loro debbono la vita:

Nicole a Kabul è stata mandata all'ulti-mo, solo di rinforzo per l'operazione rien-tro. Per questo era arrivata in Kuwai a fi-ne luglio, e il 2 agosto scorso da lì aveva po-stato sorpresa, orgogliosa e felice, le im-magini della cerimonia con cui era stata appena promossa sergente, sull'attenti mentre un ufficiale dei marines leggeva le motivazioni della sua promozione sul campo, ricevendo poi i gradi sul bavero della giacca mimetica. Ma pochi giorni prima era in Oman e Arabia Saudita a ca-valcare con la sua divisa un cammello. E qualche settimana prima aveva pure avu-to la licenza per le vacanze in Europa: Spagna e poi Grecia, forse gli ultimi istan-ti di spensieratezza e libertà.

Degli undici marine che hanno perso la vita a Kabul due erano donne. E tutti ra-gazzini: David Lee Espinoza, ispanico di Rio Bravo (Texas), appena ventenne. E poi Ryan Knauss dal Tennessee, 23 anni; Rylee McCollum dal Wyoming, 20 anni.

Hunter Lopez, anche lui californiano: 22 anni. Karem Nikoui, da Norco (Califor-nia), 20 anni. E l'altra ragazza: Johanny Rosario di Lawrence (Massachusetts), dall'alto dei suoi 25 anni. Umberto San-chez, dall'Indiana: 22 anni. E Dal Nebra-ska veniva Daegan William-Tyeler con i suoi 23 anni. E ancora Jared Schmitz, 20 anni, e quel che restava di lui è stato rico-nosciuto solo da papà Mark. Come Max-ton Max Soviak che con i suoi 22 anni ve-niva dall'Ohio. Il più anziano in grado e in età di tutti loro era un ragazzone tondo dell'Ohio, il sergente maggiore Taylor Hoover, che se ne è andato con i suoi 31 anni. Volti e nomi che segneranno più an-cora di altri la storia americana.

DI FOSCA BINCHER

______ © Riproduzione riservata _____

Aveva 21 anni, in Afganistan era arrivata da poche settimane salvava bimbi all’aeroporto

«Si ritorna solo andando via»: cosa ri-mane di dieci giorni in Sicilia? Mi ri-mane la conoscenza indubitabile che le Egadi sono meravigliose. Che Pa-lermo è sempre Palermo con il suo caos, le parole urlate, la sua unicità, la bellezza, i suoi odori. Mi rimane il sapore del cannolo di Spinnato: bed-da matri quanto è buono!

Mi rimane la consapevolezza che la Sicilia non è solo mare. Che quando il mare lo guardi da un’altura ti lascia senza fiato e ti riempie gli occhi di meraviglia indici-bile.

Mi rimangono i trekking e i tanti chilometri macinati. Mi ri-mane il ristorante al tramonto sul mare, a Trapani, le busiate alla tra-panese e il cous cous di pesce fritto che ti fanno venire voglia di ritornar-ci domani. Che la tradizione culina-ria è superlativa e generosa in que-

sta terra e, se capitate in un ristoran-te che vi serve porzioni alla Cracco, stiate pur certi di essere nel posto sbagliato.

Che la Caponata è buona ad ogni ora, anche a colazione inzuppa-ta nel cappuccino ma meglio con il pa-ne locale. Che in Sicilia si mangia troppo bene, ma anche troppo. E che alla mia bilancia non piace questo po-st. Che il trekking sull’isola di Maret-timo, lungo il sentiero di punta Tro-ia, è uno dei più belli mai fatti e che nella Grotta del Cammello, a cui si accede solo dal mare, c’ho lasciato il cuore oltre che il costume, dopo un tuffo. Mi rimangono i tanti sposta-menti, i due giorni in bici e le sveglie presto al mattino con una valigia che pesava troppo.

Che le suggestive calette di Le-vanzo, con le sfumature di azzurro e turchese, sono salvifiche e ti rimetto-no in pace col mondo. Che a San Vito lo Capo la brioche al gelato non è brio-

che al gelato se non contenente mez-zo chilo di gelato che strasborda dal soffice impasto. Che il Pistacchio e le Mandorle hanno un sapore e un pro-fumo inconfondibili. Che la vera Gra-nita la mangi solo in Sicilia e che le varie imitazioni andrebbero bandi-te.

Le colazioni: mi rimane il ri-cordo di colazioni irripetibili al-trove. Che la degustazione di vini a Marsala mi ha tolto le parole di boc-ca – e anche un po’ l’equilibrio - e l’ha riempita di sapori unici. Che lo street-food a Favignana mette a du-ra prova anche il colesterolo più vir-tuoso.

Mi rimangono le suggestive ca-lette caraibiche sulle quali vorre-sti restare per sempre. E che le Graf-fe alla ricotta e le Cassatelle fritte do-vrebbero vietarle ai più golosi per-ché dopo la prima non ti fermi più. Mi rimane una foto all’alba su Favi-gnana durante il trekking al Castel-

lo di Santa Caterina, mentre cerco di immortalare il momento. Che l’Aran-cina è TANTA ROBA, come direbbe una mia amica con il suo accento to-scano e che in questa terra la frittura è un’Arte.

Che la Genovese a Erice, dovrebbe diventare patrimonio dell’umanità. E che Erice è un piccolo bijou.

Che la Riserva dello Zingaro è così suggestiva che vale la pena attraver-sarla tutta, nonostante il sole cocen-te nell’ora di punta e il peso di 4 litri di acqua sulle spalle.

Che la Sicilia è come le ciliegie: un posto tira l’altro e non vorresti andar-tene più.

Mi rimane il cielo azzurro e terso, il profumo del mare, il sole caldo sul-la pelle, la voglia di ritornare e la cer-tezza che i viaggi più belli sono quelli in cui ridi tanto, dormi poco, mangi troppo e cammini per chilometri con uno zaino sulle spalle.

Nicole Gee, una giovane marine Usa, stringe con affetto un bimbo afgano che, tra le sue braccia, si sente sicuro anche senza la

mamma e in mezzo a una selva di armi. Il bambino è poi sopravvissuto all’attentato dell’aeroporto di Kabul. Nicole no.

Anche se diceva: «Amo questo mio lavoro».

DI FOSCA BINCHER

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Nicole, la marine salva bambini È stata falciata con altri coetanei dai terroristi suicidi

La Sicilia è come le ciliegie, un posto tira l’altroI viaggi più belli sono quelli in cui dormi poco, mangi troppo e cammini per chilometri

DI VITTORIA PERRI

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Nicole, la marine salva bambiniÈstata falciata con altri coetanei dai terroristi suicidi

AVEVA21ANNI, INAFGANISTANERAARRIVATADAPOCHESETTIMANESALVAVA IBAMBINIALL’AEROPORTO

CRONACAAPERDIFIATODIUNVIAGGIO INUN’ISOLAMERAVIGLIOSA

Martedì 31 Agosto 2021 7PRIMO PIANO