AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i...

27
AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO

Transcript of AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i...

Page 1: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO !

Page 2: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

ARA PACIS!Il 4 luglio del 13 a.C., il Senato decise la costruzione di un altare dedicato a tale raggiungimento in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale.!La dedica, cioè la cerimonia di consacrazione solenne, non ebbe però luogo fino al 30 gennaio del 9 a.C., data importante perché compleanno di Livia, moglie del princeps.!Il monumento era collocato con un'entrata sull'antica via Flaminia e una verso il Campo Marzio. Nel II secolo d.C. il livello della zona si alzò notevolmente e l'ara dovette essere circondata da un muro di mattoni: ormai sporgeva dal terreno solo a partire dai fregi figurati.!L'Ara Pacis è costituita da un recinto quasi quadrato (m 11,65 x 10,62 x h 3.68), elevato su basso podio, nei lati corti del quale si aprivano due porte, larghe 3,60 metri, a cui si accedeva da una rampa di nove gradini; all'interno, sopra una gradinata, si ergeva l'altare vero e proprio. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione a rilievo, esterno e interno. Nelle scene la profondità dello spazio è ottenuta mediante differenti spessori delle figure.!Quattro pilastri angolari corinzi, più altri quattro ai fianchi delle porte, sono decorati sull'esterno da motivi a candelabra e lisci all'interno. Essi sostengono l'architrave (interamente ricostruita, senza parti antiche) che, secondo le raffigurazioni monetarie, doveva essere coronata da acroteri.!L'Ara Pacis è un monumento chiave nell'arte pubblica augustea, con motivi di origine diversa: l'arte greca classica (nei fregi delle processioni), l'arte ellenistica (nel fregio e nei pannelli), l'arte più strettamente "romana" (nel fregio dell'altare). L'aspetto era quindi eclettico e la realizzazione fu certamente opera di botteghe greche.!L'aspetto politico-propagandistico è notevole, come in molte opere dell'epoca, con i legami evidenti tra Augusto e la Pax, espressa come un rifiorire della terra sotto il dominio universale romano. Inoltre è esplicito il collegamento tra Enea, mitico progenitore della Gens Iulia, e Augusto stesso, secondo quella propaganda di continuità storica che voleva inquadrare la presa di potere dell'imperatore come un provvidenziale ricollegamento tra la storia di Roma e la storia del mondo allora conosciuto. Non a caso Gaio e Lucio Cesari sono abbigliati come giovanetti troiani, così come è illuminante l'accostamento tra il trionfo di Roma e la Saturnia Tellus, l'età dell'oro.!!

!

Page 3: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 4: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

L'ara 1 « [Cu]m ex H[is[]ania Gal[liaque, rebu]s in iis provincis prosp[e]re [gest]i[s], R[omam redi] Ti. Nerone P. Qui[ntilio c]o[n]s[ulibu]s, ~ aram [Pacis A]u[g]ust[ae senatus pro]redi[t]u meo consa[c]randam [censuit] ad campam [Martium, in qua ma]gistratus et sac[er]dotes [et v]irgines V[est]a[les ann]iversarium sacrific]ium facer[e decrevit.] » « Quando tornai a Roma dalla Spagna e dalla Gallia [...] compiute felicemente le imprese in quelle provincie, il Senato decretò che per il mio ritorno si dovesse consacrare l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale. » (Res Gestae Divi Augusti, 12-2.)

L'Ara Pacis Augustae è un altare dedicato da Augusto nel 9 a.C. alla Pace, intesa come dea romana, e posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, luogo emblematico perché posto a un miglio (1.472 m) dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi). Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze dell'arte augustea ed intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana. Il 4 luglio del 13 a.C., infatti, il Senato decise la costruzione di un altare dedicato a tale raggiungimento in occasione del ritorno di Augusto da una spedizione pacificatrice di tre anni in Spagna e nella Gallia meridionale.

La dedica, cioè la cerimonia di consacrazione solenne, non ebbe però luogo fino al 30 gennaio del 9 a.C., data importante perché compleanno di Livia, moglie del princeps.

La scoperta dei primi blocchi scolpiti, appartenenti all'altare, risale alla metà del XVI secolo, in corrispondenza di Palazzo Fiano (già Peretti, ora Almagià). Solamente nel 1859 furono recuperati il rilievo di Enea e la testa di Marte del rilievo del Lupercale. Nei primi anni del XX secolo furono intrapresi scavi regolari, conclusi nel 1938 quando, ricomposte tutte le parti, l'altare fu collocato presso il Mausoleo di Augusto, a ridosso del lungotevere e ad una certa distanza dal luogo in cui il reperto fu originariamente ritrovato.

L'Ara Pacis è costituita da un recinto rettangolare (m 11,65 x 10,62 x h 3.68), elevato su podio, nei lati corti del quale si aprivano due porte, cui si accedeva da una scala; all'interno, sopra una gradinata, si ergeva l'altare vero e proprio. La superficie del recinto presenta una raffinata decorazione a rilievo. La superficie interna del monumento reca nel registro superiore corone (festoni) sorrette da bucrani, cioè crani di buoi con ghirlande, ed in quello inferiore scanalature verticali simulanti uno steccato. Questo steccato rievocherebbe le recinzioni presenti attorno agli altari romani più antichi nelle foreste sui colli attorno alla città di Roma intorno al 7-6 secolo a.C.

L’altare è costituito da un podio di quattro gradini sul quale poggia un basamento che presenta altri quattro gradini solo su un fronte. Sopra di essi è collocata la mensa utilizzata per le offerte delle spoglie di animali, stretta tra due avancorpo laterali. Le due sponde laterali presentano vasi a volute vegetali e leoni alati. La mensa occupa tutto lo spazio interno del recinto dal quale è separato da uno stretto corridoio il cui pavimento è leggermente inclinato verso l’esterno. L'altare è decorato con personaggi femminili sullo zoccolo, mentre nel fregio superiore che gira all'interno ed all'esterno della mensa vi è la raffigurazione di un sacrificio con le Vestali ed il pontefice massimo.

Decorazioni esterne I lati lunghi all'esterno, ai lati delle porte, i pannelli marmorei si possono dividere, come nell'interno, in lastre superiori e inferiori.

Nella parte bassa si ha un'ornamentazione naturalistica di girali d'acanto e, tra essi, piccoli animali (per esempio lucertole e serpenti). Possiamo notare un'eleganza che riconduce all'arte alessandrina e una finezza d'esecuzione. La natura viene infatti vista come un bene perduto, questo infatti è uno dei temi della poesia di quel tempo: basti pensare a Virgilio e Orazio. Nella sezione superiore dei lati lunghi troviamo la rappresentazione del Lupercale, la grotta dove la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo, ed il sacrificio di Enea ai Penati, entrambi di importanza artistica ben minore rispetto agli altri fregi. Infatti sulla fronte opposta vi sono la Pace o Tellus e la dea Roma, delle quali la saturnia tellus è la parte scultoreamente più prestigiosa dell'Ara Pacis. Sui lati brevi è raffigurata la processione per il voto dell'Ara, con la scena più importante sul fianco destro, con personaggi della famiglia imperiale (Augusto, Agrippa, Giulia, Tiberio, etc.): indossano tutti una toga (persino un bambino). La profondità dello spazio è ottenuta mediante la gradualità del rilievo. In tutta la decorazione manca una logica strutturale (ad esempio non c'è una netta distinzione tra le decorazioni naturalistiche e la sovrastante figurazione).

!

Page 5: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 6: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 7: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 8: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 9: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 10: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 11: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 12: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 13: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

La Colonna traiana innalzata per celebrare la conquista della Dacia da parte dell'imperatore Traiano, rievocando tutti i momenti salienti della guerra. Si tratta della prima colonna coclide mai innalzata. Era collocata nel Foro di Traiano, in un ristretto cortile alle spalle della Basilica Ulpia. !La colonna fu inaugurata nel 113, con un lungo fregio spiraliforme che si avvolge, dal basso verso l'alto, su tutto il fusto della colonna e descrive le guerre di Dacia (101-106), forse basandosi sui perduti Commentarii di Traiano e forse anche sull'esperienza diretta dell'artista. !La colonna aveva una funzione pratica, testimoniata dall'iscrizione, cioè ricordare l'altezza della sella collinare prima dello sbancamento per la costruzione del Foro ed accogliere le ceneri dell'imperatore dopo la sua morte. Inoltre il fregio spiraliforme ricordava a tutti le imprese di Traiano celebrandolo come comandante militare.!La Colonna rimase sempre in piedi anche dopo la rovina degli altri edifici del complesso traianeo e le fu sempre attribuita grande importanza: un documento del Senato medievale del 1162 ne stabiliva la proprietà pubblica e ne proibiva il danneggiamento.!La colonna è del tipo "centenario", cioè alta 100 piedi romani (pari a 29,78 m, 40,50 metri circa se si include l'alto piedistallo alla base e la statua alla sommità). L'ordine della colonna è quello dorico riadattato, come testimoniano alla sommità le scanalature sotto il fregio spiraliforme, il capitello decorato da un kematicon ionico e con la base a forma di corona su plinto. La colonna è costituita da 19 colossali blocchi in marmo lunense, ciascuno dei quali pesa circa 40 tonnellate ed ha un diametro di 3,83 metri. Essi vanno a comporre i 18 rocchi, la base, il capitello e l'abaco. In origine sulla sommità era collocata una statua bronzea di Traiano.!L'alto basamento è ornato su tre lati da cataste d'armi a bassissimo rilievo. Sul fronte verso la basilica Ulpia è presente un'epigrafe redatta sorretta da vittorie, che commemora l'offerta della colonna da parte del senato Agli angoli del piedistallo sono disposte quattro aquile, che sorreggono una ghirlanda di alloro. Al di sotto dell'epigrafe si trova la porta che conduce alla cella interna al basamento, dove vennero collocate le ceneri di Traiano e dove comincia una scala a chiocciola di 185 scalini per raggiungere la sommità. La scala venne illuminata da 43 feritoie a intervalli regolari, aperte sul fregio ma non concepite all'epoca della costruzione.!I 200 metri del fregio istoriato continuo si arrotolano a spirale intorno al fusto per 23 volte, come se fosse un rotolo di papiro o di stoffa, e recano circa 100-150 scene (a seconda di come si intervallano) animate da circa 2500 figure. L'altezza del fregio cresce con l'altezza, da 0,90 a 1,25 metri, in maniera da correggere la deformazione prospettica verso l'alto.!La narrazione è organizzata rigorosamente, con intenti cronistici. Seguendo la tradizione delle pittura trionfale vengono rappresentate non solo le scene "salienti" delle battaglie, ma esse erano intervallate dalle scene di marcia e trasferimenti di truppe (12 episodi) e da quelle di costruzione degli accampamenti e delle infrastrutture (ben 17 scene, rappresentate con estrema minuzia nei dettagli). In questa scansione degli eventi compaiono poi gli avvenimenti significativi dal punto di vista politico, come il consilium (scena 6), l'adlocutio (scene 11, 21, 33, 39, 52-53, 56, 77 e 100), la concessione degli ornamenta militaria, di legatio (ambascerie), di lustratio (sacrifici augurali), di proelium (battaglie o guerriglia), di obsidio, di ambascerie, di sottomissioni, di nemici catturati; a queste vanno aggiunte alcune scene più specificatamente propagandistiche, come le torture dei prigionieri romani da parte dei daci (scena 33), il discorso di Decebalo (104), il suicidio dei capi daci col veleno (scene 104 e 108), la presentazione della testa di Decebalo a Traiano (109), l'asportazione del tesoro reale (103).!!

Page 14: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

Le scene sono ambientate in contesti ben caratterizzati, con rocce, alberi e costruzioni: per questo sembrano riferirsi ad episodi specifici ben presenti nella mente dell'artefice, piuttosto che a generiche rappresentazioni idealizzate.!Non mancano notazioni più puramente temporali, come la mietitura del grano (scena 83) per alludere all'estate quando si svolsero gli avvenimenti della seconda campagna dell'ultima guerra: importante ruolo hanno tutti quei dettagli capaci di chiarire allo spettatore il momento e il luogo di ciascun avvenimento rappresentato, secondo uno schema il più chiaro e didascalico possibile.!Completava il rilievo un'abbondantissima policromia, spesso più espressiva che naturalistica, probabilmente con nomi di luoghi e personaggi, oltre a varie armi in miniatura in bronzo messe qua e là in mano ai personaggi (spade e lance non sono infatti quasi mai scolpite).!La figura di Traiano è raffigurata 59 volte e la sua presenza è spesso sottolineata dal convergere della scena e dello sguardo degli altri personaggi su di lui; è alla testa delle colonne in marcia, rappresentato di profilo e con il mantello gonfiato dal vento; sorveglia la costruzione degli accampamenti; sacrifica agli dei; parla ai soldati; li guida negli scontri; riceve la sottomissione dei barbari; assiste alle esecuzioni.!Un ritmo incalzante, d'azione, collega fra loro le diverse immagini il cui vero protagonista è il valore, la virtus dell'esercito romano. Note drammatiche, patetiche, festose, solenni, dinamiche e cerimoniali s'alternano in una gamma variata di toni e raggiungono accenti di particolare intensità nella scena della tortura inflitta dalle donne dei Daci ai prigionieri romani dai nudi corpi vigorosi, nella presentazione a Traiano delle teste mozze dei Daci, nella fuga dei sarmati dalle pesanti armature squamate, nel ricevimento degli ambasciatori barbari dai lunghi e fastosi costumi esotici, fino al grandioso respiro della scena di sottomissione dei Daci alla fine della prima campagna, tutta impostata sul contrasto fra le linee verticali e la calma solenne del gruppo di Traiano seduto, circondato dagli ufficiali con le insegne, e le linee oblique e la massa confusa dei Daci inginocchiati con gli scudi a terra e le braccia protese ad invocare la clemenza imperiale.!

Page 15: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

"Mercati di Traiano" costituiscono un articolato complesso architettonico che, utilizzando la duttile tecnica costruttiva del laterizi (cementizio rivestito da un paramento in mattoni), sfrutta tutti gli spazi disponibili, ricavati dal taglio delle pendici della collina, inserendo ambienti di varia forma ai differenti livelli del monumento. Tale articolazione permette di passare, con ampio respiro, dalla disposizione curvilinea dell'esedra alle spalle dei portici del Foro di Traiano, a quella rettilinea del tessuto urbano circostante.!Numerosi sono i collegamenti interni tra i vari livelli (scale, cordonate, ecc.), dando una sistemazione particolarmente organica e coordinata a un complesso sorto in condizioni di suolo così complesse.!La tecnica laterizia è notevolmente curata anche in senso decorativo: in particolare sulla facciata del "Grande emiciclo" un ordine di lesene inquadra le finestre del secondo piano, sormontate da esigui frontoni alternativamente triangolari, oppure arcuati e affiancati da due mezzi timpani triangolari ("timpano spezzato"). Questo partito decorativo, rimasto sempre in vista e disegnato da numerosi artisti rinascimentali, è realizzato con mattoni appositamente sagomati (che si ritrovano anche nelle cornici marcapiano in altre parti del complesso particolarmente curate). !Gli ambienti aperti sui percorsi esterni o interni avevano una struttura "modulare": coperti con volte a botte, erano dotati di un'ampia porta con soglia, architrave e stipiti in travertino, sormontata da una piccola finestra quadrata che poteva dar luce ad un soppalco di legno interno. Si tratta della forma tipica degli ambienti commerciali (tabernae), normalmente presenti al piano terra delle insulae romane: sono questi ambienti che al momento dello scoprimento hanno suggerito per il complesso una funzione commerciale ed hanno indotto ad attribuirgli il nome moderno di "Mercati" di Traiano.!In tutto il complesso gli ambienti erano prevalentemente coperti da volte in muratura, dalle forme più semplici delle volte a botte, alle semicupole che coprono gli ambienti di maggiori dimensioni, al complesso sistema di copertura della "Grande aula", con sei volte a crociera appoggiate su pilastri allargati con mensole in travertino e fiancheggiata al piano superiore da ambienti che ne contenevano le spinte laterali, collegati alla struttura della volta da archi che permettevano il passaggio nel corridoio antistante.!Le pavimentazioni utilizzano ampiamente, soprattutto nelle parti scoperte, l'opus spicatum (mattoni di taglio disposti a spina di pesce), a cui spesso veniva sovrapposto un secondo strato pavimentale in mosaico monocromo nero di piccole tessere di selce: la sovrapposizione di due strati contribuiva ad assicurare l'impermeabilizzazione degli ambienti sottostanti.!La funzione commerciale, in passato attribuita al complesso, era stata messa in correlazione con le preoccupazioni di Traiano circa la precaria situazione annonaria della città: i cosiddetti Mercati di Traiano erano stati interpretati come punto finale di un gigantesco sistema di rifornimento della capitale, che venne assicurato anche con la costruzione del porto di Traiano a Fiumicino.!La presenza di numerosi ambienti in forma di tabernae, in particolare lungo i percorsi esterni, non è tuttavia necessariamente indice di una funzione commerciale del complesso: anche le vie basolate che ne costituiscono i percorsi esterni sono infatti accessibili prevalentemente mediante scale che superano i dislivelli, e pertanto non erano percorribili dai carri necessari per il trasporto delle merci.!Il monumento doveva piuttosto costituire una sorta di "centro polifunzionale", dove si svolgevano attività pubbliche soprattutto di tipo amministrativo. La distribuzione degli ambienti, i loro collegamenti e l'articolazione dei percorsi interni dovevano dipendere dalle diverse funzioni delle stanze, come uffici o archivi, in stretto collegamento con il complesso forense.!Negli ambienti del "Corpo centrale" doveva aver sede il procurator Fori Divi Traiani, citato in un'iscrizione recentemente rinvenuta, e preposto probabilmente all'amministrazione e alla gestione del complesso monumentale.!

!

Page 16: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 17: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

FORO DI TRAIANO!Eretto per ordine dell'imperatore con il bottino ricavato dalla conquista della Dacia, e inaugurato, secondo i Fasti Ostiensi, nel 112 d.C., il foro si disponeva parallelamente al Foro di Cesare e perpendicolarmente al Foro di Augusto. Il progetto della struttura è presumibilmente opera dell'architetto Apollodoro di Damasco .!La struttura, che misurava complessivamente 300 m di lunghezza e 185 di larghezza, comprende la piazza forense, la Basilica Ulpia, un cortile porticato con la Colonna Traiana, le due biblioteche e, secondo alcune ricostruzioni ottocentesche, il tempio del Divo Traiano e di Plotina incorniciato da un portico ricurvo nel lato terminale.!

Page 18: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 19: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

BASILICA ULPIA!La basilica fu costruita tra 106 e 113, data dell'inaugurazione del Foro di Traiano.!Oltre alle funzioni forense e commerciale, nella basilica aveva anche luogo, secondo la Forma Urbis, l'attività di manomissione degli schiavi dell'Atrium Libertatis, che fu distrutto per fare spazio alla basilica stessa.!Gli scavi effettuati sotto i crolli delle volte delle navate laterali hanno evidenziato che alcune parti della Basilica erano rimaste in piedi fino al XII secolo. L'area della Basilica venne scavata agli inizi del XIX secolo, durante l'occupazione napoleonica di Roma nel settore centrale. L'estremità occidentale delle navate fino all'attacco dell'abside venne scavata negli anni trenta e un settore dell'abside orientale è stato rimesso in luce da scavi condotti dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma in anni recenti sotto il palazzo Roccagiovine.!Si trattava della più grande basilica: le sue misure erano 170 metri di lunghezza (120 metri senza absidi) e 60 metri di larghezza.!La basilica si affacciava, sopraelevata su tre gradini in marmo giallo antico su uno dei lati della piazza, di fronte alla monumentale facciata che faceva da sfondo alla colossale statua equestre di Traiano.!La facciata era almeno in parte aperta con un colonnato di ordine corinzio, con fusti scanalati in marmo giallo antico come i gradini, ed era articolata in tre avancorpi sporgenti, quello centrale tetrastilo, a quattro colonne, e i due laterali con due colonne, con fusti in marmo pavonazzetto, come quelli del colonnato, più piccolo, dei portici laterali. Al di sopra dei colonnati correva un attico decorato con statue di Daci in marmo bianco che si alternavano a pannelli con rilievi di cataste di armi, simili a quelli presenti sul basamento della Colonna Traiana. I Daci sorreggevano un coronamento, che sporgeva sopra le sculture e correva anche sugli spazi intermedi, dove erano iscritti i nomi delle legioni che avevano partecipato alle campagne daciche (ne restano frammenti di architravi con iscrizioni). Il motivo riprendeva quello analogo dell'attico delle facciate dei portici laterali, con Daci in pavonazzetto alternati a clipei (scudi) con forse ritratti di personaggi di rango imperiale della storia di Roma.!Le immagini sulle monete ci mostrano che al di sopra dell'attico gli avancorpi ospitavano sculture, probabilmente in bronzo dorato, raffiguranti quadrighe con Vittorie. Si era ipotizzato che qui si trovasse originariamente anche il grande fregio traianeo riciclato in quattro tronconi nell'arco di Costantino!

Page 20: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 21: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

IL PANTHEON!Di tutti gli edifici antichi di Roma il Pantheon è quello meglio conservato: ciò si deve alla donazione che ne fece l’imperatore bizantino Foca a Papa Bonifacio IV e alla successiva trasformazione della struttura in chiesa col nome di S. Maria ad Martyres nel 609 d.C.!La prima costruzione, realizzata tra il 27 e il 25 a.C. è dovuta ad Agrippa nel quadro della ristrutturazione di tutto il quartiere del Campo Marzio. Gli scavi effettuati alla fine del XIX secolo hanno portato alla scoperta di un edificio più antico di forma rettangolare (m 19,82 x 43,76) con la facciata sul lato lungo. Una seconda fase risale a Domiziano dopo l’incendio del 80 d.C.!

Page 22: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

La terza fase, quella attuale, si data ai primi anni del regno di Adriano, come da una notizia del tardo biografo dell’imperatore e soprattutto dai bolli laterizi, che la fissano tra il 118 e il 125 d.C. L'iscrizione che si può ancora leggere sull’architrave recita: M•AGRIPPA•L•F•COS•TERTIVM•FECIT ("Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò”; il terzo consolato di Agrippa risale appunto all'anno 27 a.C. Tuttavia Cassio Dione Cocceiano lo elenca con la basilica di Nettuno e il Gymnasium Laconiano tra le opere di Agrippa terminate nel 25 a.C.!

Page 23: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 24: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

La ricostruzione adrianea modificò totalmente l’edificio primitivo: la facciata era preceduta da piazza molto più lunga dell’attuale ed era inquadrata da portici laterali. La visione frontale mostrava un tempio periptero: il tamburo della rotonda deviniva quasi invisibile. Oggi invece il tamburo alto m 30,40 è ben visibile con la sua larga massa. !La rotonda poggia su una massiccia costruzione, costituita da un anello di calcestruzzo largo m 7,30. La muratura si va alleggerendosi man mano che si sale in alto, in particolare nella cupola dove vengono impiegati lapilli vulcanici. La cupola è decorata da cinque ordini di cassettoni, che si ristringono fino all’apertura circolare, larga quasi 9 metri.!

Page 25: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.

TEMPIO DI VENERE!Precedentemente si trovava in questo sito l'atrio della Domus Aurea di Nerone, dove era collocato il colosso dell'imperatore, un'enorme statua bronzea alta 35 metri più la base. Quando Adriano decise la costruzione del tempio, procedette a ridedicare la statua al dio Sole e la fece spostare, con l'aiuto di ventiquattro elefanti. I saggi archeologici al di sotto del tempio hanno trovato i resti di una ricca casa di età repubblicana.!L'architetto del tempio fu lo stesso imperatore. La costruzione, iniziata nel 121, fu inaugurata ufficialmente da Adriano nel 135 e finita nel 141 sotto Antonino Pio. L'opera venne aspramente criticata dall'architetto imperiale Apollodoro di Damasco, che pagò con la vita la sua audacia. Cassio Dione Cocceiano narra così la vicenda: (Adriano) gli fece recapitare i disegni del tempio di Venere e Roma per fargli vedere come una così grande opera potesse essere realizzata anche senza il suo aiuto, e chiedendogli cosa gli sembrasse del progetto dell'edificio. Nella sua risposta, come primo punto, l'architetto dichiarò che si sarebbe dovuto costruire il tempio su di un piano sopraelevato, di modo che esso avrebbe potuto meglio dominare la Via Sacra dalla sua posizione rialzata, e che si sarebbero potuti così creare sottostanti locali capaci di accogliere macchine teatrali da tener nascoste, rendendo possibile la loro introduzione nell'adiacente teatro (Colosseo) senza che nessuno le vedesse in anticipo. Come secondo punto, a proposito delle statue delle dee, disse che erano troppo grandi per l'altezza delle loro celle. "Di fatto," osservò, "se le dee volessero alzarsi dai loro troni per uscire dal tempio, sarebbero impossibilitate a farlo." Quando egli scrisse tutto questo ad Adriano così, senza mezzi termini, l'imperatore ne fu irritato, e a maggior ragione dispiaciuto, essendo ormai troppo tardi per poter rimediare agli errori in cui era caduto, e incapace di contenere la sua rabbia e il suo rincrescimento, lo fece uccidere. Sempre lo stesso autore spiega che i rapporti dell'architetto con l'imperatore erano pessimi fin da quando, molti anni prima, mentre Apollodoro parlava di architettura con Traiano, egli si era rivolto ad Adriano, che lì presente l'aveva interrotto con alcune osservazioni, invitandolo ad andarsene e aggiungendo: "Tu di queste cose non capisci niente." !Il Tempio era posto su un podio che misurava 145 metri in lunghezza e 100 metri in larghezza, il peristilio misurava 110 x 53 metri ed era formato da 10 x 21 colonne. Due doppi colonnati sui lati lunghi cingevano poi l'area sacra, con dei propilei al centro. Alcune delle colonne in granito della prima fase adrianea tutt'ora esistenti facevano parte di questi portici.!La peristasi del tempio è scomparsa e ne resta solo traccia in pianta, dove sono state collocate siepi di bosso e comprendeva originariamente dieci colonne sui lati brevi (tempio decastilo) e ventidue sui lati lunghi.!Lo stilobate con gradini seguiva uno stile tipicamente greco, come in auge al tempo di Adriano. Il tempio consisteva in due cellae adiacenti, orientate simmetricamente verso l'esterno con la parete di fondo adiacenti. Originariamente non avevano abside ed avevano una copertura piana a travi lignee: le attuali absidi e le volte furono aggiunte dal restauro di Massenzio. Ognuna delle celle ospitava la statua di una dea: Venere, la dea dell'amore e fondatrice della gens Iulia, in quanto madre mitologica di Enea, e Roma, la dea che personificava lo Stato romano, ambedue sedute su un trono.!La cella occidentale, dove si trovava la statua di Roma, venne inglobata nell'ex convento di s. Francesca Romana, che oggi ospita l’Antiquarium del Foro. Grandi colonne in porfido ne scandiscono le pareti e fiancheggiano l'abside. È visibile un tratto di pavimento originale e una parte del basamento in laterizio della statua. Altre colonnine in porfido poste su mensole inquadrano le nicchie dove erano collocate altre statue, secondo uno schema decorativo tipico dell'epoca imperiale.!La cella orientale, visibile dall'esterno, è peggio conservata, ma resta una parte degli stucchi del catino absidale.!!

Page 26: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.
Page 27: AUGUSTO, TRAIANO E ADRIANO...l'ara della Pace Augusta presso il Campo Marzio e dispose che in essa i magistrati, i sacerdoti e le vergini vestali celebrassero un sacrificio annuale.