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RION, XXI (2015), 2 929 Rinnovato il comitato scientifico della «Rivista Italiana di Onomastica». Dal 2016 il comitato scientifico della «Rivista Italiana di Onomastica», che ha compiuto in questo 2015 venti anni di pubblicazioni, sarà allargato a 13 componenti, per moltiplicare le competenze in un settore disciplinare in gran- de crescita come le scienze onomastiche e per andare incontro alla maggiore internaziona- lizzazione del periodico realizzato in Italia. Gli studiosi che hanno accolto l’invito ad essere parte del comitato sono Maria Giovan- na Arcamone (Pisa), già confondatrice della rivista e componente il consiglio scientifico dal 1995 al 2005, presidente di ICOS (Inter- national Council of Onomastic Sciences) dal 2005 al 2008, presidente dell’Associazione “Onomastica & Letteratura”, direttore della collana di volumi “Nominatio”, a lungo do- cente del corso di Onomastica a Pisa (unico in Italia fino al 2006); Pierre-Henri Billy (Pa- ris), ricercatore dell’Università Sorbonne di Parigi, già coordinatore della «Nouvelle Re- vue d’Onomastique» della Société française d’Onomastique; e Alda Rossebastiano (Tori- no), fondatrice del Centro Studi di onoma- stica piemontese e co-autrice del Dizionario di Toponomastica. I nomi geografici italiani (Torino, UTET 1990) e del dizionario storico ed etimologico I nomi di persona in Italia (ivi, 2005) e direttore delle collane “Onomastica” e STILEDIA (Storia dell’Italiano. Lessicologia e Dialettologia). I tre nomi si aggiungono a quelli di Paolo D’Achille (Roma), Dieter Kremer (Leipzig/Trier), André Lapierre (Ot- tawa), Ottavio Lurati (Basel), Carla Marcato (Udine), Paolo Poccetti (Roma), Giovanni Ruffino (Palermo), Wolfgang Schweickard (Saarbrücken) e Luca Serianni (Roma). I compiti principali del comitato scientifi- co consistono nel valutare le proposte di pub- blicazione inviate degli autori, motivando le decisioni; e nel contribuire alla vita della rivi- sta con suggerimenti d’indirizzo, segnalazio- ni, individuazione di colleghi e studenti ad- dottorati o anche solo laureati in grado di re- digere saggi di onomastica, indirizzandoli – nei limiti del possibile e dell’opportuno – alla «Rivista Italiana di Onomastica». Prof. Maria Giovanna Arcamone, Uni- versità degli Studi di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, Semina- rio di Filologia germanica, via Santa Maria 36, I-56126 Pisa – T. 050.2215156 – Fax 050. 2215158 – E-mail: [email protected]. Prof. Pierre-Henri Billy, Université Pa- ris-I Sorbonne, CNRS, UMR 8589, LAMOP , 7, rue Guy Môquet – BP 8 F-94801 Villejuif cedex – E-mail: [email protected]. Prof. Alda Rossebastiano, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Lin- gue e Letterature straniere e Culture moder- ne, via Sant’Ottavio 20, I-10124 Torino – T. 011.6703689 – Fax 011.6703773 – E-mail: [email protected]. Prof. Enzo Caffarelli, via Tigrè 37, I-00199 Roma – T. 06.86219883 – Fax 06. 8600736 – E-mail: [email protected]. Presentato il DEMIM al Senato italiano e in Argentina. Altre presentazioni del DEMIM (Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Attività Information is provided on onomastics courses held in University faculties; national and international research projects; studies being prepared by single researchers; associations’ and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press.

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RION, XXI (2015), 2929

Rinnovato il comitato scientifico della«Rivista Italiana di Onomastica».

Dal 2016 il comitato scientifico della «RivistaItaliana di Onomastica», che ha compiuto inquesto 2015 venti anni di pubblicazioni, saràallargato a 13 componenti, per moltiplicare lecompetenze in un settore disciplinare in gran-de crescita come le scienze onomastiche e perandare incontro alla maggiore internaziona-lizzazione del periodico realizzato in Italia.Gli studiosi che hanno accolto l’invito ad

essere parte del comitato sono Maria Giovan-na Arcamone (Pisa), già confondatrice dellarivista e componente il consiglio scientificodal 1995 al 2005, presidente di ICOS (Inter-national Council of Onomastic Sciences) dal2005 al 2008, presidente dell’Associazione“Onomastica & Letteratura”, direttore dellacollana di volumi “Nominatio”, a lungo do-cente del corso di Onomastica a Pisa (unicoin Italia fino al 2006); Pierre-Henri Billy (Pa-ris), ricercatore dell’Università Sorbonne diParigi, già coordinatore della «Nouvelle Re-vue d’Onomastique» della Société françaised’Onomastique; e Alda Rossebastiano (Tori-no), fondatrice del Centro Studi di onoma-stica piemontese e co-autrice del Dizionariodi Toponomastica. I nomi geografici italiani(Torino, UTET 1990) e del dizionario storicoed etimologico I nomi di persona in Italia (ivi,2005) e direttore delle collane “Onomastica”e STILEDIA (Storia dell’Italiano. Lessicologia eDialettologia). I tre nomi si aggiungono aquelli di Paolo D’Achille (Roma), DieterKremer (Leipzig/Trier), André Lapierre (Ot-tawa), Ottavio Lurati (Basel), Carla Marcato(Udine), Paolo Poccetti (Roma), Giovanni

Ruffino (Palermo), Wolfgang Schweickard(Saarbrücken) e Luca Serianni (Roma).I compiti principali del comitato scientifi-

co consistononel valutare le proposte di pub-blicazione inviate degli autori, motivando ledecisioni; e nel contribuire alla vita della rivi-sta con suggerimenti d’indirizzo, segnalazio-ni, individuazione di colleghi e studenti ad-dottorati o anche solo laureati in grado di re-digere saggi di onomastica, indirizzandoli –nei limiti del possibile e dell’opportuno – alla«Rivista Italiana di Onomastica».

’Prof. Maria Giovanna Arcamone, Uni-versità degli Studi di Pisa, Dipartimento diFilologia, Letteratura e Linguistica, Semina-rio di Filologia germanica, via Santa Maria36, I-56126 Pisa – T. 050.2215156 – Fax 050.2215158 – E-mail: [email protected].

’Prof. Pierre-Henri Billy, Université Pa-ris-I Sorbonne, CNRS, UMR 8589, LAMOP, 7,rue Guy Môquet – BP 8 F-94801 Villejuifcedex – E-mail: [email protected].

’ Prof. Alda Rossebastiano, Universitàdegli Studi di Torino, Dipartimento di Lin-gue e Letterature straniere e Culture moder-ne, via Sant’Ottavio 20, I-10124 Torino –T. 011.6703689 – Fax 011.6703773 –E-mail: [email protected].

’ Prof. Enzo Caffarelli, via Tigrè 37,I-00199 Roma – T. 06.86219883 – Fax 06.8600736 – E-mail: [email protected].

Presentato il DEMIM al Senato italianoe in Argentina.

Altre presentazioni del DEMIM (DizionarioEnciclopedico delle Migrazioni Italiane nel

Attività

Information is provided on onomastics courses held in University faculties; national andinternational research projects; studies being prepared by single researchers; associations’and institutes’ activities; essays and proceedings of conferences and congresses now in press.

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Mondo) sono state organizzate nella prima-vera 2015. Il 7 maggio presso la “Sala Cadu-ti di Nassirya” del Senato della Repubblica,con gli interventi di Tiziana Grassi (direttoredell’opera), Delfina Licata (Fondazione Mi-grantes), Concetta Mirisola (INMP – Istitutonazionale promozione salute migranti) eFlavia Cristaldi (“Sapienza” Università diRoma), per riflettere in particolare sull’inse-gnamento della storia dell’emigrazione ita-liana nelle scuole per la formazione della co-scienza collettiva delle nuove generazioni.Il 19 maggio il Dizionario, che contiene

numerose voci e un’ampia appendice dedi-cata all’onomastica – nomi e cognomi, topo-nimi, odonimi, nomi commerciali, vedi quila Bibliografia onomastica italiana 2014 allepp. 963-87, oltre a varie entrate e a un’ap-pendice più genericamente linguistica, è sta-to presentato presso l’Istituto Italiano diCultura di Buenos Aires in collaborazionecon l’Ambasciata italiana in Argentina e aMar del Plata in collaborazione con il CTIM(Comitato Tricolore Italiani nel Mondo).Il 3 luglio nuova presentazione del Dizio-

narionel corso dell’Assemblea degli Stati Ge-nerali dell’associazionismo degli italiani nelmondo (“Verso un Forum delle associazionidegli italiani nel mondo”), presso il CentroCongresso Frentani di Roma, alla presenza dinumerosi studiosi e autorità nazionali.Il 29 aprile l’opera era stata presentata

nella sede centrale della Società “Dante Ali-ghieri”, uno degli sponsor scientifici del DE-MIM, con ampio spazio agli aspetti linguisticie onomastici del Dizionario, con interventitra gli altri di Enzo Caffarelli e di TizianaGrassi, direttore editoriale e direttore di pro-getto del DEMIM, e inoltre di Alessandro Ma-si e di Massimo Arcangeli in rappresentanzadella “Dante Alighieri”; nell’occasione eranostati esposti i documenti originali relativi al-le migrazioni conservati nell’Archivio Stori-co della Società in piazza di Firenze a Roma.Il 22 settembre si svolge un altro evento di

presentazione del volume, ospite l’Ambascia-ta Italiana presso la Santa Sede (Palazzo Bor-

romeo a Roma): una tappa significativa per a-nalizzare l’impegno della Chiesa e dei religio-si sulle questioni delle migrazioni e che si in-terseca con la consegna della copia del DEMIM

a Papa Francesco nel 2014; tra gli interventi,il presidente e il direttore generale della Fon-dazione Migrantes della CEI, Mons. Gueri-no Di Tora e Mons. Gian Carlo Perego, l’am-basciatore presso la Santa Sede Daniele Man-cini, l’ambasciatore Cristina Ravaglia diret-tore generale degli Italiani all’Estero e Politi-che Migratorie del Ministero degli AffariEsteri, Piero Bevilacqua storico dell’emigra-zione italiana, oltre a Tiziana Grassi e ad En-zo Caffarelli (quest’ultimo in particolare suicognomi degli italiani emigrati, a partire daBergoglio, e sull’onomastica nei culti e nelleassociazioni degli italiani all’estero).In data ancora da definire, alla “Sapienza”

Università di Roma e all’Istituto Centrale deiBeni sonori e audiovisivi (ex Discoteca diStato) del Ministero per i Beni e le Attivitàculturali, a cura del direttore dell’IstitutoMassimo Pistacchi e di Italo Moscati, sonoprevisti altri incontri con al centro dell’at-tenzione il Dizionario Enciclopedico delleMigrazioni Italiane nel Mondo, edito a Romanel 2014 dalla SER ItaliAteneo.Per le porzioni onomastiche e linguistiche

del DEMIM hanno collaborato tra gli altri Fe-derico Croci (Genova), Vitalina Maria Frosi(Caxias do Sul), Cosimo Palagiano (Roma),Elena Papa (Torino), Massimo Pittau (Sassa-ri), Alda Rossebastiano (Torino), FiorenzoToso (Sassari), Massimo Vedovelli (Siena), ol-tre a Enzo Caffarelli e Tiziana Grassi (Roma).

’ Prof. Enzo Caffarelli, via Tigrè 37,I-00199 Roma – T. 06.86219883 – Fax 06.8600736 – E-mail: [email protected].

Bellinzona: etnici e toponimi al corsodel CDE.

Anche nell’edizione 2015 (24 agosto-4 set-tembre), il corso estivo di dialettologia e lin-

RION, XXI (2015), 2 930

Rivista Italiana di Onomastica

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guistica storica organizzato dal Centro didialettologia e di etnografia di Bellinzona hadedicato spazio all’onomastica, per com-plessive 10 ore di lezione.Marina Castiglione (Università di Paler-

mo) ha presentato e discusso il DASES (Dizio-nario Atlante dei Soprannomi etnici in Sicilia),ideato e diretto con Michele Burgio; il dizio-nario si propone un’analisi dei materiali in pro-spettiva linguistica, percettiva e sociologica e sifonda su un capillare impianto geolinguistico.Il soprannome etnico è infatti legato alla spa-zialità e la geolinguistica consente di coglieredinamiche geografiche dello scambio antro-ponimico e di valutare quali centri siano reci-procamente coinvolti e quali restino esclusi.Alcuni soprannomi etnici, inoltre, sugge-

riscono interessanti riflessioni di dialettolo-gia percettiva, fondandosi su scibolleth lingui-stici che costituiscono, a partire da isoglossespecifiche o tratti salienti, il motore primariodella percezione dell’altro. Il tema riguarda,infine, la teoria sociologica degli stereotipi epermette di tassonomizzare categorie pro-duttive ai fini dell’identificazione dell’altro ealla costruzione etnocentrica dell’identità(“Identificare il vicino, tra insulti mirati e for-mule stereotipiche” il titolo del minicorso).Matteo Rivoira (Università di Torino),

collaboratore dell’Atlante Toponomastico delPiemonte Montano (ATPM) e caporedattoredell’Atlante Linguistico Italiano (ALI), si è in-vece occupato dello studio dei nomi di luo-go, che, motivati e trasparenti nel momentoin cui vengono attribuiti, tendono a fossiliz-zarsi e ad attenutare, quando non a perdere,il proprio contenuto semantico (“La topo-nomastica: principi e metodi dello studio deinomi di luogo”). I toponimi rimangono diconseguenza al riparo perlopiù dai fenomenidi innovazione che interessano il lessico,mentre vedono attivarsi fenomeni evolutiviinnescati da processi di rimotivazione e rein-terpretazione paretimologica.Rivoira ha analizzato la tradizione degli

studi toponomastici europei, che ha storica-mente individuato come principale obietti-

vo la ricostruzione del significato e della mo-tivazione perduti dei nomi di luogo attestatinei documenti. Per la toponomastica di tra-dizione orale l’approccio è parzialmente dif-ferente, poiché una buona parte dei nomiraccolti è ancora trasparente e motivata.

’Dr. Lidia Nembrini, Centro di dialet-tologia e di etnografia, v.le Stefano Franscini30a, CH-6501 Bellinzona – T. +41.91.8141450 – Fax +41.91.8141459 – E-mail:[email protected] – Web: www4.ti.ch/decs/dcsu/ac/cde/cde/.

A Verona presentato Il latino dei primisecoli di Giovanni Rapelli.

Nel 2013 Giovanni Rapelli ha pubblicato Illatino dei primi secoli (IX-VII a.C.) e l’etrusco(SER ItaliAteneo, Roma, dove sono affronta-te due questioni di grande interesse: il forteinflusso linguistico esercitato dagli indigenietruschi di Roma sui sopraggiunti pastori la-tini e la presenza nella lingua etrusca di duestrati ben identificabili, uno di tipo anatoli-co-caucasico (più antico) e l’altro di tipo in-doeuropoide. Accanto all’analisi vari antro-ponimi che consolidano la tesi della profon-da penetrazione della lingua e della cultura e-trusca a Roma, nel volume un notevole rilie-vo assumono quei toponimi della provinciaveronese e delle aree vicine che l’A. ritiene diorigine etrusca; come sono, secondo Rapelli,Sóna (Verona), (Badia) Calavéna (Verona)con Calvéne (Vicenza) e Chiavénna (Son-drio), Malcésine (Verona), Tremósine (Bre-scia), Pèrgine (Trento), Squaranto (Verona),Vipiteno (Bolzano), Faséna (Verona), Tórbe(Verona), (pagus) Arusnatium (parte dell’at-tuale Valpolicella); inoltre Clitumnus, Roma,Palatium, (Porta) Ratumena, Tiber, Quirina-lis, (Porta) Fenestella; lo stesso Verona vienericondotto all’etrusco, ma attraverso percor-si differenti da altri fin qui formulati.Il 25 maggio 2015 il volume è stato pre-

sentato a Verona, presso l’Accademia di Agri-

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Attività

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coltura Scienze e Lettere di Verona, con la par-tecipazione, oltre all’autore, del presidente e-merito dell’Accademia Vittorio Castagna, deldialettologo Marcello Bondardo e del lingui-sta dell’Università di Genova Guido Borghi,che ha analizzato e discusso l’opera di Rapelli.L’evento ha richiamato un folto pubblico.Dopo aver presentato la struttura dell’o-

pera e gli aspetti fonologici tecnici (questio-ni delle “alternanze” etrusche, delle “sonoriz-zazioni” e dell’origine di /f/ e delle consonan-ti lunghe latine), sottolineando l’importanzadi nuovi confronti con l’antico eteo (ka-ra-a-pi ‘divora’: lat. crāpula) ed etimologie cheimplicano una fonetica storica di tipo ancheanatolico (lat. lupa < indoeuropeo √*leubh-‘amare’), Guido Borghi ha proposto unoschema generale della dossografia sugli etru-schismi del latino, descrivendola come com-presa fra due posizioni coerenti estreme, unacostituita dalle tesi dell’Autore (origine tirre-nica di tutte le isoglosse, anarietà dell’etru-sco), l’altra da un massimalismo indoeuro-peistico (ereditarietà dei lessemi latini, ana-tolicità di almeno una componente dell’e-trusco, italicità degli antroponimi, celticitàdei toponimi in Etruria Padana e Rezia) illu-strabile con esempi lessicali (fīcus = grecosỹkon < indoeuropeo *dʱ[h₁]i-ŭ-hₐiu-ko- ‘cheha forza vitale da succhiare’), antroponimici(Duīlius: lituano dvỹlas ‘dalla testa nera’),teonimici (Cuslanus: greco akou[s]- ‘udire’,lēnós ‘truogolo’; Feluennis: gallese ffyll ‘sel-vaggio’), etnonimici (Raetus: sanscrito rai-tika- ‘d’ottone’) e toponimici (cenomanico*Vērōnā < indoeuropeo *ueiHro-ponahₐ ‘fiu-me curvo’ e la serie iberno-galloromanzo-padana in -à(te) e sim. come Colà se da galli-co *Kŏllātŭs < indoeuropeo *koslo-h₁iahₐtus‘guado dei noccioli’ o Sandrà se da *Samatu-rāti- < *smhₐtu-prăhₐti- ‘forte della riunio-ne’). La discussione si è poi estesa a un possi-bile strato indoeuropeo nella toponomasticavicino-orientale (Gerusalemme, Bayrūt, Ba-bilonia &c.).

’Dr. Giovanni Rapelli, via Giovan Bat-tista Bodoni 35, I-35131 Verona – E-mail:

[email protected] – Web: www.giovannirapelli.it.

’ Prof. Guido Borghi, Università degliStudi di Genova, Dipartimento di Scienzedell’Antichità, del Medioevo e Geografico-Ambientali, Sezione di Scienze del Linguag-gio e Culture Comparate, via Balbi 4,I-16126 Genova – E-mail: [email protected].

’ Società Editrice Romana (SER), p.zzaCola di Rienzo 85, I-00192 Roma –T. 06.36004654 – Fax 06.36001296 –E-mail: [email protected] – Web:www.editriceromana.com.

La rivista dell’ANCI (Comuni italiani)ha chiuso.

Con il numero di gennaio-febbraio 2015 hacessato le pubblicazioni dopo 58 anni di vita«AR. AnciRivista. Periodico istituzionale As-sociazione Nazionale Comuni Italiani», lavoce dei Comuni d’Italia che si è occupataampiamente di toponomastica, odonoma-stica e antroponomastica. La decisione è sta-ta presa dalla dirigenza dell’Associazioneperché il mezzo cartaceo non è più ritenutoidoneo agli obiettivi del periodico.La lungimiranza di Danilo Moriero, che

ha condotto la rivista dal 1997 come vicedi-rettore e dal 2001 come direttore responsa-bile, e la collaborazione di Enzo Caffarelli,direttore della «Rivista Italiana di Onomasti-ca», hanno garantito al mensile (in alcuneannate: bimestrale) la presenza di 50-100 pa-gine annuali di argomento onomastico, unrecord assoluto tra le testate italiane e inter-nazionali non specializzate.Il periodico dell’ANCI, avvalendosi anche

dei servizi delle anagrafi comunali e della ban-ca dati di SEAT Pagine Gialle Italia, nonchédella stretta collaborazione con la RION, hapubblicato le analisi più approfondite e attua-li sulla distribuzione e diffusione dei cognomi

RION, XXI (2015), 2 932

Rivista Italiana di Onomastica

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e dei prenomi in Italia, con particolare atten-zione all’onomastica degli stranieri residentinel nostro Paese, grazie soprattutto al numerospeciale presentato a Padova nell’aprile 2012in un incontro presieduto dal sindaco FlavioZanonato, con vasti echi politici oltre che me-diatici; inoltre ha presentato i risultati delle e-laborazioni sulla diffusione, le scelte e l’evolu-zione degli odonimi in Italia; studi etimologi-ci su nomi di Comuni e frazioni, idronimi e o-ronimi, agionimi e nomi commerciali, nomipropri geografici lessicalizzati, ecc., accompa-gnati da curiosità varie come il significato deicognomi dei ministri del Governo italiano odei sindaci dei maggiori Comuni. Uno spazioinnovativo è stato dedicato al “tesoro onoma-stico” complessivo di alcune città. Numerosesono state infine le analisi antroponomasti-che regione per regione.Dal 1997 al 2015 sono risultati quasi 150

gli articoli e le inchieste firmate da Enzo Caf-farelli e pubblicate da «AR. AnciRivista». I ma-teriali apparsi sul periodico sono stati regolar-mente diffusi attraverso le agenzie di stampa, iquotidiani e i periodici, contribuendo ad ac-crescere l’interesse e la competenza in materiasia del grande pubblico sia tra gli amministra-tori, come testimonia la ricchissima docu-mentazione ancora consultabile in rete.

’Dr. Danilo Moriero, ANCI (Associazio-ne Nazionale dei Comuni Italiani), via deiPrefetti 46, I-00186 Roma – T. 06.68009352– E-mail: [email protected]; [email protected] – Web: www.anci.it.

’ Prof. Enzo Caffarelli, via Tigrè 37,I-00199 Roma – T. 06.86219883 – Fax 06.8600736 – E-mail: [email protected].

Oltre 40 autori per un manuale oxfor-diano.

La Oxford University Press si accinge a pub-blicare nei primi mesi del 2016 un manualedi onomastica coordinato da Carole Hough

(Glasgow), The Oxford Handbook of Namesand Naming. I 43 autori impegnati sono tut-ti studiosi di àmbito anglosassone e scandi-navo, con pochissime eccezioni. L’opera èsuddivisa in sette sezioni: la prima è dedicataall’onomastica teorica e, dopo l’introduzio-ne della curatrice, propone: WILLYVANLAN-GENDONCK / MARK VAN DE VELDE, Namesand grammar; STAFFAN NYSTRÖM, Namesand meaning; ELWYS DE STEFANI, Namesand discourse.La seconda parte concerne la toponoma-

stica: SIMONTAYLOR,Methodologies in place-name research; CAROLE HOUGH, Settlementnames; SVANTE STRANDBERG, River names;PETER DRUMMOND, Hill and mountainnames; PEDER GAMMELTOFT, Island names;JULIA KUHN, Rural names; BERTIE NEETH-LING, Street names. A changing urban land-scape; STEFAN BRINK, Transferred names andanalogy in name-formation.La terza sezione è dedicata all’antropono-

mastica, etnonimi compresi, così come gli a-spetti antropologici e genealogici, con ED-WIN D. LAWSON, Personal naming systems;KATHARINA LEIBRING, Given names in Euro-pean naming systems;PATRICKHANKS / HAR-RY PARKIN, Family names; EVA BRYLLA, By-names and nicknames; ADRIAN KOOPMAN,Ethnonyms; ELLEN S. BRAMWELL, Personalnames and anthropology; GEORGE RED-MONDS, Personal names and genealogy.La quarta parte del volume riguarda l’o-

nomastica letteraria: GRANT W. SMITH,Theoretical foundations of literary onomastics;BERTIE NEETHLING, Names in songs. A com-parative analysis of Billy Joel’s We Didn’t StartThe Fire and Christopher Torr’s Hot Gates;BIRGIT FALCK-KJÄLLQUIST, Genre-based ap-proaches to names in literature; KARINA VAN

DALEN-OSKAM, Corpus-based approaches tonames in literature; PAUL CAVILL, Language-based approaches to names in literature.La socionomastica è protagonista della

quinta sezione, che comprende anche glipseudonimi e i nomi commerciali, conTERHI AINIALA, Names in society; EMILIA

RION, XXI (2015), 2933

Attività

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ALDRIN, Names and identity; GUY PUZEY,Linguistic landscapes;LAURAKOSTANSKI, To-ponymic attachment; IRMA TAAVITSAINEN /ANDREAS H. JUCKER, Forms of address;KATARZYNAALEKSIEJUK, Pseudonyms;PAULASJÖBLOM, Commercial names.Nella sesta parte si discute dei rapporti tra

onomastica e altre discipline, linguistiche eno: RICHARD JONES, Names and archaeology;SERGE BRÉDART, Names and cognitive psy-chology; MARGARET SCOTT, Names anddialectology; PEDER GAMMELTOFT, Namesand geography; GILLIAN FELLOWS-JENSEN,Names and history;RICHARDCOATES, Namesand historical linguistics; BERIT SANDNES,Names and language contact; ANDREASTEUTSCH, Names and law; ALISON GRANT,Names and lexicography e KAYMUHR, Place-names and religion. A study of Early ChristianIreland.La sezione conclusiva si occupa di altri ti-

pi di nomi (zoonimi, astronimi, nomi di vei-coli, crematonimi): GUY PUZEY, Aircraftnames;KATHARINALEIBRING, Animal names;ADRIAN KOOPMAN, Names of dwellings;RICHARDCOATES, Railway locomotive namesand train names; MALCOLM JONES, Shipnames.

’ Prof. Dr. Carole Hough, University ofGlasgow, Faculty of Arts, School of English& Scottish Language & Literature, 12 Uni-versity Gardens, Glasgow G12 8QQ –T. +44.141.3304566 – E-mail: [email protected] – Web: www.gla.ac.uk/departmentes/englishlanguage/staff/caroleahough.

’ Oxford University Press, Great Cla-rendon Street, Oxford OX2 6DP – T. +44.1865.556767 – Fax +44.1865.556646 –E-mail: [email protected] – Web:www.ox.ac.uk/about/organisation/oxford-university-press.

Lleida-Lérida: ripete il corso di Ono-mastica e tradizione classica nelMedioevo.

Si è tenuto dall’8 al 10 luglio 2015, nel-l’àmbito della formazione di base trasversaledell’Università estiva di Lleida-Lérida (UDL),il corso “Pensament, onomàstica i tradicióclàssica en el món clàssic i medieval”, ideatoe coordinato da Josep Antoni Clua Serenadel Dipartimento di Filologia classica, fran-cese e ispanica. Docenti: Montserrat Cam-pus Gaset, Natalia Palomar, Carles GarrigaSans, Lucia P. Romero Mariscal. Al centrodell’attenzione la tragedia classica.Si tratta di un approfondimento interdi-

sciplinare sul mondo medievale che analizzain modo propedeutico questioni di pensiero,di lingua (soprattutto antroponomastica etoponomastica) e di tradizione classica. Nelluglio 2010 erano stati protagonisti i toponi-mi e gli antroponimi, in particolare delle ter-re di Lleida e della bassa Ribagorza occiden-tale, con docenti Joan J. Busqueta, Josep An-toni Clua Serena, Joan Salvadó Monturiol,Moisés Selfa Sastre, Carlos A. Rizos e XavierTerrado Pablo. Queste le lezioni (se ne ripor-tano i titoli dal programma ufficiale in spa-gnolo e non in catalano): La fijación de lostopónimos en los condades catalanes: origen ytransposición; El enraizamento de los nombresclásicos en la onomástica de la Ribagorza; Cur-so de onomástica en las tierras de Lleida; Reper-torio onomástico en los condados catalanes:nombres griegos, bíblicos, latinos y germánicos;La onomástica como espejo de la mentalidad yde la cultura medievales; La onomástica en unmunicipium romano de la Ribagorza.L’attività didattica era rivolta agli studen-

ti della Facoltà di Lettere e Scienze dell’Edu-cazione e al pubblico in generale, considera-to l’approccio divulgativo dei docenti (stori-ci, filologi e linguisti).

’ Prof. Josep Antoni Clua Serena, Uni-versitat de Lleida, Departament de Filologíaclàssica, francesa i hispànica, plaça VictorSiurana 1, E-24003 Lleida-Lérida – T. +34.

RION, XXI (2015), 2 934

Rivista Italiana di Onomastica

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973.702107 – E-mail: [email protected];[email protected] – Web: www.filcef.udl.cat/professors/clua.html.

Un progetto per la toponimia delQuindío (Colombia).

L’Universidad del Quindío, piccolo diparti-mento nel territorio centro-occidentale del-la Colombia, ha avviato una ricerca, impor-tante anche sotto il profilo metodologico perl’intera America Latina, al fine di sistematiz-zare il corpus toponimo dell’area e descriverele motivazioni linguistiche, storiche e cultu-rali dei processi di denominazione, dalle ori-gini all’attualità. Il progetto è guidato daCarlos Alberto Castrillón, Álvaro EduardoCano Betancur e Luz Márbel Rincón Lon-doño, docenti di Spagnolo e Letteratura del-l’ateneo colombiano.Queste le tappe del progetto: “Acopio de

los topónimos y sus variaciones según los tes-timonios de los fundadores, la literaturaescrita y los datos aportados por historiadoresy habitantes del lugar”; “Análisis de la forma:como la toponimia se integra en la narrativahistórica y en las crónicas de los primerosaños de la colonización”; “Recopilación par-cial de la toponimia popular (apelativos, va-riaciones y etimologías populares)”; “Con-frontación de los datos históricos con la no-menclatura actual que proviene de fuentestécnicas y oficiales”; “Confrontación de lasmotivaciones con el imaginario de los gru-pos sociales implicados en el proceso de asi-gnación y transformación de los topóni-mos”; “Análisis de los procesos de transfor-mación y derivación postoponímica (alóni-mos, apelativos y gentilicios en la toponimiamayor)”; “Estudio de los fenómenos asocia-dos con la etimología popular”; “Elabora-ción de una taxonomía completa de la topo-nimia de la Hoya del Quindío, según el mo-delo de Camps y Noroña (1984, 1989)”;

“Estudio de las visiones de mundo involucra-das en los procesos de nominación: Percep-ción de los hablantes acerca de los topónimosmás comunes, tanto en el uso cotidiano comoen los imaginarios que se revelan en la narra-tiva histórica y en las crónicas de fundación”.Si tratta di un progetto interdisciplinare,

con il concorso della storia, della geografia,della sociologia oltre che della linguistica,nel quale hanno un ruolo fondamentale lostudio dell’atto della nominazione e la moti-vazione, nonché la metodologia e la tassono-mia. In proposito la ricerca analizza i nomisecondo due grandi categorie: l’origine natu-rale o culturale del toponimo – antropotopó-nimo, arqueotopónimo, fitotopónimo, zoo-topónimo, etnotopónimo, hidrotopónimo, oro-topónimo, geotopónimo, topotopónimo, prag-matopónimo, hibrido o mixto, hierotopónimo(hagiotopónimo, mitotopónimo, teotopóni-mo); e l’origine linguistica: europea (ispani-ca, non ispanica), amerindia, afroamericana,ibrida o mista, esonimica.Gli esiti della ricerca confluiranno in un li-

bro di Estudios sobre toponimia del Quindíocon questi temi principali: 1. “Taxonomía delos topónimos del Quindío”, comprensivodell’inventario completo e di uno studio par-ziale delle fonti di denominazione; 2. “Moti-vación e ideología en la coronimia delQuindío”, dove si terrà conto delle cronachestoriche di viaggiatori, colonizzatori e letteratie si raccoglieranno le percezioni dei parlantisui significati affettivi e l’immaginazione sto-rica associata a ciascun nome, come risultatodell’appropriazione dell’uso dei nomi di luo-go”; 3. “Hidronimia y oronimia del Quindío”;4. “Los nombres de los barrios de Armenia yCalarcá”, dove si analizzeranno i processi cul-turali attraverso i quali varie tradizioni si sonosovrapposte e si descrivono le divergenze tra u-so quotidiano e denominazioni amministrati-ve; 5. “La derivación postoponímica”, per stu-diare gli aspetti linguistici e pragmatici dell’as-segnazione e dell’uso degli etnici o gentilizi e lefrizioni, anche qui, tra appellativi popolari eforme ufficiali; 6. “Aspectos lingüísticos de la

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toponimia del Quindío”, dove si presenteran-no gli aspetti linguistici (formali, semantici epragmatici), con particolare attenzione ai pro-cessi di denominazione dei centri urbani e ru-rali nelle relazioni affettive che si stabilisconofra toponimi e cittadini.Si legge ancora nella presentazione del

progetto da parte dei tre accademici delQuindio: «La toponimia es una estrategia enel deseo colonizador de nuevos territorios yculturas, en la que intervienen intereses per-sonales, sociales, económicos, políticos y re-ligiosos. Se coloniza nombrando lo nuevo yremplazando el nombre de lo antiguo paraconjurar la presencia de voces discordantes.Por ejemplo, los topónimos de raíz indígena,con independencia lingüística o hibridadoscon la tradición hispana, están ahí para re-cordarnos la complejidad cultural de la re-gión y la pervivencia del pasado. Los híbri-dos ideológicos y lingüísticos son huellas deuna tensión que se petrificó en el topónimopero que, al desmontarla en el análisis, evi-dencia una interacción cultural que está en lagénesis de la conformación histórica de lasgentes del departamento. La hibridación semanifiesta también en la complejidad de lasmotivaciones y en las transformacionesmorfológicas, en las que conviven diversastradiciones.«En el recorrido histórico por los topóni-

mos, sus cambios y transformaciones, es cla-ra y muy dinámica la tensión entre ideología,cultura y lengua. Sin embargo, las compleji-dades toponímicas tienden a desaparecer enlos procesos de afirmación de los topónimosactuales, a tal punto que de las nominacionesque yuxtaponían y mezclaban lo lingüístico,lo religioso, lo etnográfico, lo histórico, sóloperduran unas pocas. Al quedar en la histo-ria, los topónimos antiguos conservan lashuellas de las interacciones culturales que lesdieron origen pero su valor simbólico tiendea opacarse. [...] Por contraste, las marcas másnotables en la toponimia menor (veredas, si-tios y poblados) de este departamento del EjeCafetero son la pervivencia de la tradición

mariana, la utilización del santoral católico,el recuerdo de héroes y personajes, la transfe-rencia de topónimos de otras culturas y luga-res, al igual que la presencia de lo que Rohlfsdenomina “terminología del mundo vegetal,del agua y de la montaña”. Esto parece mos-trar la alta tendencia descriptiva del medioambiente en la toponimia quindiana y sucarácter reflejo con respecto de la cultura his-pana, pues los topónimos de origen indíge-na corresponden a denominaciones tardías,como actos de reconocimiento a una tradi-ción olvidada y de poco peso cultural.«En los procesos de nominación admini-

strativa, que no pasan por el imaginario po-pular, se tiende a la arbitrariedad, como o-curre con los nombres de los nuevos barrios,lo que genera tensiones toponímicas que ge-neralmente se resuelven por la dinámica deluso lingüístico. Se concluye, además, que pa-ra los hablantes las historias y leyendas que seesconden detrás de cada topónimo resultanmás valederas que los datos verificables acer-ca de las motivaciones de los fundadores ynominadores».

’ Proff. Carlos Alberto Castrillón, Álva-ro Eduardo Cano Betancur, Luz MárbelRincón Londoño, Universidad del Quindío,carrer 15 calle 12 Norte, Armenia (Quindío)– T. +57.6.7359300 – E-mail: [email protected] – Web: http://academiadehistoriadelquindio.blogspot.it/.

Le attività degli onomasti britannicie irlandesi.

La SNSBI (Society for Name Studies in Bri-tain and Ireland) comunica periodicamentele attività dei suoi associati. In àmbito antro-ponomastico, Aengus Ferguson studia i co-gnomi irlandesi e il fenomeno della loropseudotraduzione in irlandese; Ian Fraserprosegue nelle indagini sui nomi di tradizio-ne orale nella Scozia gaelica; Chris Lewis sioccupa di nomi personali e identità cultura-

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le nell’Inghilterra tra il X e il XIII secolo; KenTucker di prenomi e nomi di famiglia nelleForsyte Chronicles di John Galsworthy; Jen-nifer Scherr di nomi femminili tra il 1500 e il1850 (con Gywneth Nair); Duncan Probertè impegnato nello studio dei primi cognomiinglesi, ha collaborato al FaNUK (la banca da-ti dei cognomi del Regno Unito, curata daRichard Coates e da Patrick Hanks) e ha pre-parato il saggio Peasant names and bynamesin late-eleventh-century Burt St Edmunds peril periodico della SNSBI «Nomina». In àmbito toponomastico (Inghilterra) si

segnalano: Keith Briggs con una ricerca suFelixstowe e altri nomi di santi composti constōw nel Suffolk, in corso di pubblicazione in«Nomina», e con saggi in preparazione su to-ponimi francesi, sugli elementi scandinavinella toponimia del Suffolk e sul formante to-ponimico Purte; Jean Cameron con i micro-toponimi del villaggio Thurgarton nel Not-tinghamshire e con un saggio, insieme a PaulCavill, su altri nomi di luogo della medesimacontea; Linda Corrigan con le prime attesta-zioni di toponimi in Cumbria e nel nord delLancashire; John Freeman con un dizionariodei toponimi dell’Herefordshire per la collanadel “Survey of English Place-Names” (EPNS);Carole Hough con i toponimi dello Stafford-shire per un dizionario divulgativo sempre nelquadro delle pubblicazioni dell’EPNS.Inoltre, Susan Laflin studia i toponimi del-

lo Shropshire, specie quelli composti con-ford;Chris Lewis i microtoponimi di alcuneparrocchie del Sussex; David Mills i nomi diluogo del Dorset per l’EPNS, oltre ad aver cura-to una nuova edizione del dizionario della to-ponimia urbana londinese per l’Oxford Uni-versity Press; Richard Morgan si occupa deitoponimi gallesi e inglesi e in particolare quel-li dello Shropshire; Oliver Padel dei nomi diluogo della Cornovaglia; David N. Parsonsdei toponimi del Suffolk per l’EPNS e di un di-zionario di toponomastica inglese per l’Insti-tute of Name Studies di Nottingham; JenniferScherr lavora con Colin Turner a un diziona-rio divulgativo della toponimia del Somerset,

per l’EPNS; Diana Whaley, ancora per l’EPNS, auna ricerca sui toponimi della Cumbria.In àmbito scozzese si distinguono Ian

Fraser con le sue ricerche sui nomi di tradi-zione orale; Maggie Scott con la recente pub-blicazione sull’identità linguistica di Edin-burgo; e Simon Taylor con i cinque volumidei Place-names of Fife. Tra gli studiosi galle-si, varie indagini sono in via di realizzazioneda parte di Deric John e di Richard Morgan,il secondo con un dizionario dei toponimidel Galles.In campo irlandese, Aengus Finnegan è

impegnato con i nomi della contea di West-meath, con i nomi delle isole minori e conun’indagine sui toponimi come testimo-nianza degli antichi dialetti delle terre dimezzo d’Irlanda; Michael Ansell ha organiz-zato una banca dati di elementi toponimicigaelici; Liam Ó hAisibéil studia i nomi diluogo del nord del Connacht, gli elementitopografici generici del territorio, nonchél’antroponimia del XVI-XVIII secolo; PaulTempan gli oronimi irlandesi e britannici, ledenominazioni topografiche nelle più anti-che mappe dell’Irlanda (XVI-XVII secoli) esi occupa inoltre di odonimi.La SNSBI, a proposito di onomastica gene-

rale e altri interessi, segnala infine Jean Ca-meron per la collezione di fitotoponimi; PaulCavill per i toponimi nella poesia in anticoinglese, specie in The Battle of Brunamburh;Tom Ikins per i toponimi durante l’occupa-zione romana; Veronica Smart ancora unavolta per i nomi coniati sulle monete in parti-colare del sec. X; mentre Shaun Tyas collezio-na moderni nomi commerciali con richiamimedievali e Carole Hough ha coordinato unmanuale di onomastica per la Oxford Uni-versity Press (vedi qui alle pp. 935-36).

’ Society for Name Studies in Britainand Ireland (SNSBI), c/o Mrs. Julia Stanbridge,E-mail: [email protected]; c/o Dr.Linda Corrigan, E-mail: [email protected] – Web: www.snsbi.org.uk.

’ Prof. Dr. Carole A. Hough, Universityof Glasgow, English Language, School of

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Critical Studies, College of Arts, 12 Univer-sity Gardens, Glasgow G12 8QQ – T. +44.141.3304566 – Fax +44.141.3303531 –E-mail: [email protected] –Web: www.snsbi.org.uk.

I nomi propri nella prospettiva se-miotica.

Alla Conferenza semiotica internazionale or-ganizzata dalla Facoltà di Filologia dell’Uni-versità di Łódź, ospite d’onore Umberto Eco(24-27 maggio 2015), il direttore del Dipar-timento di Italianista dell’ateneo polacco,nonché presidente della Commissione di O-nomastica slava del Comitato Internazionaledegli Slavisti, Artur Gałkowski, ha presenta-to uno studio su onomastica e semiotica.L’analisi è partita dalla considerazione che

i nomi propri sono segni linguistici in gradodi instaurare una relazione polidirezionale:dal nome all’oggetto tramite il concetto, dalconcetto al nome tramite l’oggetto, dall’og-getto al concetto tramite il nome e dal nomeal concetto tramite l’oggetto; inoltre assumo-no il ruolo di espedienti culturali capaci diordinare gli spazi, la percezione del mondo,della società e di sé stessi in un contesto, non-ché gli effetti delle capacità creative materia-li, intellettuali e spirituali dell’uomo. Infinesono portatori di significati e di valori deco-dificabili in base alle informazioni che con-tengono e alle convenzioni che li sostengonoe li guidano nella comunicazione.Secondo lo studioso, con un nome proprio

esprimiamo “senza parole”, ovvero con un so-lo segno linguistico e simbolico, ciò che si po-trebbe dire usando una descrizione estesa, o ri-dotta all’essenziale, a condizione che mittentee ricevente condividano una certa dose di sa-pere enciclopedico e la competenza nel pro-cesso di decodificazione di un dato onimo. Lalettura semiotica dei nomi propri specificinonché dei loro insiemi, sostiene Artur

Gałkowski, crea reti di informazioni e mondisignificativi che possono servire per la siste-mazione onomastica interna, ma anche percontribuire all’organizzazione culturale deglielementi della realtà e del pensiero umano.

’Prof. Artur Gałkowski, Zakład Italiani-styki, Katedra Filologii Romańskiej, Uniwer-sytet Łódzki, ul. Sienkiewicza 21, PL-90-630Łódź – E-mail: [email protected] – Web:www.onomastyka.uni.lodz.pl; www.italiani-styka.uni.lodz.pl; www.semiotica.uni.lodz.pl.

Nuovo sito web per l’American NameSociety.

L’American Name Society (ANS) ha comple-tamente rinnovato il proprio sito Internet.Tra le pagine consultabili: “conference infor-mation”, “calls for papers”, “news about namesand naming from around the world”, ecc.Dal sito si può accedere direttamente alla ca-sa editrice (Maney Publishing di Phila-delphia) del trimestrale dell’ANS «Names. AJournal of Onomastics» (vedi qui a p. 865) eagli indici della rivista per i volumi dal nº 1 al15, dal 16 al 30 e dal 31 al 45 (l’ultimo persoggetto o nome e per autore), nonché agliindirizzi webdi altre associazioni e di vari pe-riodici di onomastica.Una sezione riporta le notizie (organizza-

te per mese di pubblicazione), alcune dellequali riguardano le attività specifiche del-l’ANS, come il concorso “Name of the Year”,per il 2014 vinto dal toponimo Ferguson, e ilpremio ANSESA (American Name Society E-merging Scholar Award), assegnato nel 2015a David Robertson della University of Victo-ria, studioso di storia delle lingue di contattonell’area nord-ovest del Canada, che ha dedi-cato la sua tesi di dottorato a Naming Chi-nook Jargon (il premio consiste in una picco-la somma di denaro e nell’assistenza di un ri-cercatore esperto per favorire la pubblicazio-ne del testo in «Names»).

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Rivista Italiana di Onomastica

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L’American Name Society organizza ognianno due appuntamenti in gennaio: l’unotradizionale, con l’assemblea dei soci, daqualche anno in collaborazione con la Lin-guistic Society of America; e l’altro come ses-sione speciale del congresso internazionaledella Modern Language Association (vediqui alle pp. 926-27).Fondata nel 1951 per promuovere l’ono-

mastica, lo studio e la pratica dei nomi negliStati Uniti e al di fuori, l’Associazione si defi-nisce «a non-profit organization that seeks tofind out what really is in a name, and to inve-stigate cultural insights, settlement history,and linguistic characteristics revealed innames. Focusing on the understanding ofnames in all forms, the Society providesmembers with several vehicles for the discus-sion and publication of onomastic theory,views and concepts». Il sito annuncia anche i vincitori

dell’“Award for Best Article in Names: AJournal of Onomastics”; per l’annata 2014della rivista la giuria formata da Michael Mc-Goff, John Algeo e Kemp Williams ha pre-miato ROBERT URBATSCH, Alphabetical Ef-fetcs on Political Careers («Names», 62, 4, pp.229-38). Negli anni precedenti il riconosci-mento è andato a: 2013, CHRISTOPHER L.ROBINSON, What Makes the Names of Middle-earth So Fitting? Elements of Style in Name-craft of J.R.R. Tolkien («Names», 61, 2, pp.65-74); 2012, STANLEY BRANDES, Dear RinTin Tin: An Analysis of William Safire’s Dog-Naming Survey from 1985 («Names», 60, 1,pp. 3-14); 2011, CAROL G. LOMBARD, TheSociocultural Significance of Niitsitapi PersonalNames: An Ethnographic Analysis («Names»,59, 1, pp. 42-51); 2010, MAŁGORZATA

RUTKIEWICZ-HANCZEWSKA, Proper Namesin the Polish Global Reality («Names», 58, 3,pp. 159-68); e 2009, DENISHUSCHKA / JÜR-GENGERHARDS / GERTG. WAGNER,NamingDifferences in Divided Germany («Names»,57, 4, pp. 208-28). Dal gennaio 2015 il Consiglio esecutivo

dell’ANS è formato da Iman M. Nick (Univer-

sität Köln), presidente; Carol Lombard (U-niversity of Free State, South Africa), primovicepresidente; Christine De Ville (NotreDame of Maryland University), secondo vi-cepresidente; Dorothy Robbins (LouisianaTech University) segretario; Michael Mc-Goff (Binghamton University, State Univer-sity of New York), tesoriere; Donna L. Lil-lian (Appalachian State University), presi-dente uscente; Frank Nuessel (University ofLouisville), direttore di «Names»; Lisa Rad-ding (Ethnic Technologies, South Hacken-sack, New Jersey), information officer; Saun-dra Wright (California State University atChico) e Mirko Casagranda (Università del-la Calabria).

’ American Names Society, c/o Prof.Michael F. McGoff, Vice Provost for Plan-ning and Budget, State University of NewYork at Binghamton, Binghamton, NewYork 13902-6000 – T. +1.607.7772143 –Fax +1.607.7774831 – E-mail: [email protected]; [email protected] – Web: www.americannamesociety.org.

’Dr. Iman M. Nick (Iman Makeba La-versuch), Universität Köln, PhilosophischeFakultät, Englisches Seminar, Albertus Ma-gnus Platz, D-50923 Köln – E-mail:[email protected].

Argentina: proposte di legge per pre-servare i toponimi storici.

Presentata dal deputato Alberto Asseff delPartido Nacionalista Constitucional UNIR, lalegge “Preservación y memoria de la onomás-tica” intende promuovere la valorizzazionedell’identità culturale e dell’habitat delle po-polazioni originarie dell’Argentina, ricono-scendo inoltre il diritto di tali persone a par-recipare ai processi di denominazione dellelocalità e dei paesaggi naturali.Nei “fundamentos” che accompagnano la

proposta si legge tra l’altro che «en muchas re-

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giones del país, se custodian vivas las antiguastradiciones, bellas artesanías, celebraciones yceremonias, que nos ayudan a profundizar ennuestras raíces. Por ello es menester otorgarun marco legal de protección, para evitar per-der la valiosa solvencia que poseemos ennuestro haber colectivo, recuperar las extra-viadas y traducir ambas a nuestro idioma pa-ra poder ampliar nuestro espectro visible yaumentar el caudal de tradiciones. La pluri-vocalidad, que encarna la diversidad cultural,debe ser conocida y reconocida real y prácti-camente. El rescate del acervo histórico, so-cial, y cultural, debe sostenerse cabalmenteen todo el territorio nacional. La riqueza lin-güística de nuestros pueblos no debe ser olvi-dada, por el contrario, es menester transmi-tirla y revalorizarla como garantía de la pro-moción de la reciprocidad cultural y bilin-güe. El desarrollo de tradiciones culturalesprehispánicas, permite vigorizar la progresivaparticipación de todos los actores sociales, locual rebosa a su vez, en engrandecer el bagajecultural del conjunto de la sociedad».Parte di questo patrimonio culturale pre-

sipanico è rappresentato dai toponimi. Eccoi principali articoli della proposta di legge;art. 1: «El objetivo de la presente ley es la sal-vaguarda de la memoria histórica de los pue-blos originarios, la preservación del acervocultural heredado y el reconocimiento del a-porte étnico consagrado en la construcciónde la identidad nacional»; art. 2: «La Repú-blica Argentina ampara, resguarda y tutela ellegado de los pueblos originarios a través dela memoria onomástica geográfica, respe-tando las voces que históricamente han exte-riorizado los nombres de lugares, en particu-lar: a) Los topónimos que se utilizan para dis-tinguir territorios naturales, sean regiones,montañas, sierras, islas, accidentes geográfi-cos, ríos, lagos, lagunas y otros, en todo elterritorio nacional; b) Los topónimos que seutilizan para identificar territorios artificia-les de uso público como ciudades, calles, pla-zas y similares, en todo el territorio nacio-nal»; art. 3: « Prohíbase la mudanza de nom-

bre de lugares, sitios, espacios naturales o ar-tificiales, nombrados actualmente en lenguaindígena»; art. 4: « Procúrese la recuperaciónde los topónimos tradicionales que perdurenen la memoria social colectiva, que hayan si-do alterados o rebautizados»; art. 5: «En ladesignación de los lugares a los cuales hacenreferencia los puntos a) y b) del artículo 2° dela presente, se dará preferencia a la denomi-nación en lengua originaria, si ésta existiera»;art. 6: «Los carteles indicativos deberán con-tar con la traducción en castellano del nom-bre en lengua originaria a los fines de promo-ver el conocimiento cultural de los significa-dos topónimos»; art. 7: «La autoridad de a-plicación será el Ministerio de Interior de laNación, concurrente con las competenciasterritoriales de las provincias y municipios.El Ministerio del Interior, en coordinacióncon el de Defensa de la Nación, por interme-dio del Instituto Geográfico Nacional, regla-mentará la presente ley, y en cada caso deberállevar un Índice de los topónimos originariosen uso que deberá actualizarse a nivel Muni-cipal, Provincial y Nacional».Si prevede inoltre la creazione di un orga-

no consultivo permanente nel quali possanoessere presentate le istanze delle popolazioniindigene, in accordo con il Consejo de Parti-cipación Indígena (CPI).La deputata Olga Elizabeth Guzmán

(Movimiento Popular Neuquino) ha pre-sentato la proposta con il nome “Preserva-ción y memorias de la onomástica geográficanacional”. La stessa legge è stata proposta an-che in àmbiti locali.

’Diputado Alberto Emilio Asseff, www.unirargentina.com.ar/; www.uniargentina.com.ar/diputado-asseff-proyecto-de-ley-para-preservar-toponimia-historica/.

’Diputada Olga Elizabeth Guzmán, Rio-bamba 25, piso 9º, oficina 933, Ciudad deBuenos Aires – T. +54.11.41277433 – E-mail:[email protected] – Web: http://olgaguzman.blogspot.it/p/contacto.html.

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Rivista Italiana di Onomastica

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In breve...

Un volume in memoria di Giulia PetraccoSicardi. In occasione della scomparsa di Giu-lia Petracco Sicardi, linguista, dialettologa eonomasta (1923-2015), sarà dedicato allasua memoria un volume di scritti di quantitra colleghi e allievi le furono più vicini nelsuo lungo insegnamento all’Università degliStudi di Genova. L’invio dei contributi è fis-sato entro il 15 dicembre 2015. La raccoltasarà curata da Rita Caprini, che ha firmatoanche il ricordo di Giulia Petracco Sicardinella «Rivista Italiana di Onomastica», XXI(2015), 1, pp. 435-37 ([email protected]).

Corso di genealogia a Modena. Dal 4 feb-braio al 24 aprile 2015 si è svolto a Modenaun nuovo ciclo del corso di genealogia “Da teai tuoi antenati”, organizzato da FamilySearche dell’Archivio di Stato di Modena in dodiciincontri. In programma comprendeva, tra ivari temi, “Storia dei cognomi – Le quattrogenerazioni”, “Gruppo familiare – Diariopersonale”, “Storia familiare – Come cercarei parenti nel mondo”, “Come leggere i docu-menti antichi”, “L’uso del computer nella ge-nealogia”, “Lo stemma di famiglia” (<www.asmo.beniculturali.it>, [email protected]).

Epigrafia, papirologia e onomastica al-l’Università “Magna Grecia” di Catanza-ro. Nell’anno accademico 2014-2015 il cor-so di Epigrafia e Papirologia giuridica pressol’Università degli Studi “Magna Grecia” diCatanzaro (UMG) è stato dedicato all’analisidi documenti di contenuto giuridico o di al-tra natura ma muniti comunque di un’altarilevanza ai fini della ricostruzione e dellaconcreta applicazione dell’ordinamento giu-ridico romano. Il corso comprendeva anchel’argomento “I Calendari gli albi, i Fasti con-solari, le Res Gestae, le iscrizioni parietali, l’o-nomastica latina, i cursus epigrafici”. Tenutoda Orazio Licandro ([email protected]),

rientrava tra le attività del Dipartimento diScienze giuridiche, storiche, economiche esociali (<www.dipartimento-dsgses.it/web/index.php?p=insegnamento&permalink=2014-07-22-epigrafia_e_papirologia_giuridica_(i_modulo)>).

L’evoluzione del Nomenclátor geográficobásico della Spagna. La prima versione delNomenclátor geográfico básico de España (NGBE)è stata prodotta dal Registro Central de Car-tografía dell’Institut Geográfico Nacional(IGN) per regolare il sistema cartografico na-zionale secondo quanto disposto dalla legge1545 del 2007 ed è stato pubblicato nel2013. Secondo la definizione dell’IGN, «unNomenclátor es un catálogo ordenado detopónimos con información sobre su ubica-ción, el tipo de entidad geográfica y cual-quier otra información descriptiva o defini-dora de cada topónimo». Attualmente è incorso di realizzazione la seconda versione delNomenclátor geográfico básico che rappresen-terà il risultato del confronto fra la toponi-mia dell’opera nazionale e le informazionitoponomastiche, relative alla normalizzazio-ne o all’ufficializzazione dei nomi di luogo,fornite dai Nomenclátores delle varie Comu-nità Autonome. Anche le successive pubbli-cazioni dell’NGBE saranno il risultato delconfronto tra gli Enti statali e le ComunitàAutonome e si avrà per i vari toponimi unadoppia prospettiva, generale e autonomista.Si tratta dunque di un progetto ambiziosoche raccoglie organismi e competenze varieper ottenere un corpus toponimico dell’inte-ra Spagna normalizzato e/o ufficializzato, ar-monizzato al massimo livello (<www.ign.es/ign/layoutIn/actividadesToponimia.do>).

Toponomastica e storia del lessico roman-zo: speciale dei «Quaderns de Filologia».La rivista filologica dell’Università di Valen-cia dedica un numero speciale (20 del 2015)della serie “Estudis Lingüístics” al tema “To-ponímia i Història del Lèxic Romànic”, con

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contributi di studiosi di varie nazioni. La mi-scellanea è a cura di Emili Casanova (Valen-cia), Germà Colón (Basel) e Dieter Kremer(Leipzig/Trier) e sarà pubblicata entro la finedel 2015. Il periodico è diretto da BegoñaPozo Sánchez, con segretario di redazioneSergio Maruenda Bataller ([email protected]).

Uno studio sui cambiamenti dei toponimispagnoli nel 1916. La «Gaceta de Madrid»promulgava nel luglio 1916 un decreto realeche modificava il nome di 573 municipi spa-gnoli al fine di evitare la straordinaria e dan-nosa confusione provocata dall’esistenza di1.020 casi di omonimia comuni tra i 9.266comuni presenti all’epoca nella nazione. Ildecreto raccoglieva il lavoro realizzato da al-meno dieci anni in seno alla Real SociedadGeográfica da un gruppo presieduto dal geo-grafo, storico e scrittore Manuel de Foronday Aguilera, marchese di Foronda, titolo chericevette, insieme ad altri meriti, per questaazione di normalizzazione toponimica. AllaIV Jornada de la Comisión Especializada deNombres Geográficos (Valladolid, 14 aprile2015, <www.jcyl.es/jornadatoponimia>),Fernando Arroyo Ilera dell’UniversidadAutónoma di Madrid ha presentato una ri-cerca sul decreto quasi centenario, indivi-duando le strategie di cambiamento dei no-mi di luogo, legate alla tradizione e ai costu-mi locali, ai precedenti storici, all’aspetto delterreno e alla collocazione del sito, in alcunicasi con le rettifiche richieste successivamen-te dai municipi interessati.

Il municipio della Coruña finanzia il re-cupero dei toponimi. Il 15 ottobre 2014 ilpresidente della Deputazione della Coruñaha siglato un accordo con la Asociación Cul-tural Alexandre Bóveda (<http://acalexandreboveda.org>) che prevede il finanziamentoper un importo di 20 mila € del progetto direcupero, analisi e divulgazione della toponi-mia minore della città galiziana (in parte spa-

rita o via di estinzione a causa dell’espansioneurbanistica) e del suo distretto. Sono previsteanche conferenze e tavole rotonde, una mo-stra fotografica e la pubblicazione di un libro.

Premiato Joan Veny dall’Institut Carto-gràfic i Geològic. Il “Premi d’Honor de lesLletres Catalanes 2015” è stato assegnatodall’Institut Cartogràfic i Geològic de Cata-lunya (ICGC) al filologo maiorchino JoanVeny i Clar per il suo contributo nel campodella dialettologia e della geolinguistica, àm-biti nei quali il suo insegnamento e le sue ri-cerche hanno dato un importante contribu-to al trattamento delle informazioni toponi-miche specie in riferimento alla cartografia.Joan Veny, professore emerito di FilologiaCatalana dell’Università di Barcellona, ha le-gato il proprio nome in particolare all’AtlesLingüístic del Domini Català (ALDC), condi-retto con Lídia Ponsi Griera, avviato da An-toni Maria Badia i Margarit ed edito a par-tire dal 1998 (<http://aldc.espais.iec.cat>)e in àmbito onomastico al volume Onomàs-tica i dialectologia (Barcelona, Publicacionsde l’Abadia de Montserrat 1996). In occasio-ne dell’assegnazione del premio, l’ICGC hapubblicato nella «Revista Catalana de Geo-grafia» un articolo in suo onore su forme evarianti dialettali della toponimia catalana(MIQUEL PARELLA, La composició del toponí-mia de Catalunya. Els genèrics dels topònimscatalans i la seva distribució dialectal, XX[febrer 2015], 51; in rete: <www.rcg.cat/articles.php?id=331>).

Due giornate per ricordare Albert Ma-nent. Il 14 aprile 2015, a un anno dallascomparsa, e il successivo 21 aprile l’Audito-rio del Museo d’Història de Catalunya diBarcellona ha ospitato il ricordo di AlbertManent i Segimon, noto agli studiosi di ono-mastica come fondatore e presidente dellaSocietat d’Onomàstica catalana, ma anchelinguista a tutto campo, americanista, pa-triota, attivista, storico della Chiesa e della

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Guerra civile, biografo e poligrafo. Hannoorganizzato il Centre d’Història Contem-porània e la Plataforma per la Llengua(<www.plataforma-llengua.cat/>).

In preparazione il 1º numero dell’annua-rio catalano «Onomàstica». Uscirà entro lafine del 2015 il numero d’esordio della nuo-va rivista scientifica realizzata dalla Societatd’Onomàstica catalana (<www.onomastica.cat>). Il periodico è diretto da Albert Turull,segretario della Società, con in redazioneSanti Arbós, Ventura Castellvell e Vicent Te-rol. A far parte del comitato redazionale in-ternazionale della rivista è stato invitato En-zo Caffarelli (Roma), direttore della «RivistaItaliana di Onomastica». Tra gli altri compo-nenti: Terhi Ainiala (Helsinki), GlazildaBlažienė (Tallinn), Pierre-Henri Billy (Pa-ris), Oliviu Felecan (Baia Mare), ArturGałkowski (Łodź), Jean Germain (Louvain-la-Neuve), Carole Hough (Glasgow), PeterJordan (Wien), Helen Kerfoot (Ottawa),André Lapierre (Ottawa), Olga Mori (Mün-ster), Staffan Nyström (Uppsala), CosimoPalagiano (Roma), Thomas Schneider(Bern), Grant Smith (Seattle), oltre a nume-rosi studiosi spagnoli, specie catalani. Il pe-riodico catalano offre articoli, recensioni,schede, notizie e indicazioni bibliografiche.

Progetto di recupero dei nomi geograficidi Castilla-La Mancha. L’attività di raccol-ta dei toponimi della comunità autonomaCastilla-La Mancha si è avviata con un pro-getto pilota nel quale si è formato il gruppodi lavoro, si è sviluppata una piattaforma tec-nologica e si è svolta la ricerca sul campo incollaborazione con 26 municipi. I nomi diluogo raccolti ammontano a più di 5 mila,quelli recuperati dalle fonti documentali aquasi 4.700, di cui oltre 2.100 rintracciabilisul territorio. Il progetto, presentato a Valla-dolid nell’aprile 2015 alla IV Jornada de laComisión Especializada de Nombres Geográ-

ficos (“La toponimia en el mundo actual entreel patrimonio cultural y el dato georreferen-ciado”, <www.jcyl.es/jornadatoponimia>) daManuel López Castro ed Emilio Nieto Balle-ster, mira a standardizzare i toponimi dell’a-rea, per quanto in Castilla-La Mancha la di-stanza dal castigliano standard riguardi que-stioni di importanza relativa (distinzione tra/s/ e /z/, confusione /ll/ e /y/, scambio /b/ e/v/, dileguo di /d/ intervocalica), che tuttaviaminacciano la trascrizione corretta dei nomidi luogo.

Concorsi e premi per studi di toponoma-stica spagnola. Ivo García Álvarez ha vintoil I “Concurso de Recogida de ToponimiaOral” organizzato dall’associazione leonese“El Teixu” per valorizzare la cultura del Bier-zo legata all’àmbito asturleonese e a quellogallegoportoghese. Il premiato, un minatoredi Igüeña autore della ricerca Toponimia me-nor de Quintana de Fuseros, aveva già pubbli-cato analoghi repertori del medesimo terri-torio (<www.diariodeleon.es/noticias/bierzo/teixu-premia-trabajo-habla-quintana_946472.html>). Nuria Ménguez Rodríguezha vinto il III “Concurso de recogida de To-ponimia Concha de Lama”, organizzato dal“Club Xeitu” in collaborazione con l’Institu-to Leonés de Cultura, con la raccolta Topo-nimia del Lumajo, piccolo centro del Valle deLaciana (provincia di León). Nel 2013 erastata premiata Adriana García Martínez conla Toponimia de Montrondo e nel 2012 avevaconseguito il riconoscimento Ignacio PrietoSarro con la Toponimia de La Majúa (<www.xeitu.es/>).

Una bibliografia selettiva di onomasticacatalana. Il Centre de Documentació dellaDirecció General de Política Lingüística del-la Generalitat de Catalunya ha pubblicato inrete una rassegna selettiva di Onomastica ca-talana, toponímia i antroponimia I (1992-1999) seguita da un’analoga Onomastica ca-talana, toponímia i antroponimia II (2000-

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Attività

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2012), consultabili rispettivamente agliindirizzi <http://llengua.gencat.cat/web/.content/docs_del_centre_de_documentacio/bibliografies_selectives/arxius/select_onomasticai.pdf> e <http://llengua.gencat.cat/permalink/135ae27f-5380-11e4-8f3f-000c29cdf219>. Ciascun repertorio si ar-ticola in “Revistes”, “Articles de revista”,“Llibres”, “Capítols de llibre”, “Documentsinèdits”.

L’Acadèmia Valenciana de la Llengua peril Carxe (Múrcia). Una pubblicazione sullatoponimia valenzana della comarca delCarxe nella provincia di Múrcia è tra i pro-grammi dell’Acadèmia Valenciana de laLlengua (AVL). La ricerca è stata realizzata daEsther Limorti dell’Università di Alicante.Sono stati raccolti e repertoriati 374 toponi-mi, di cui 204 del comune di Jumella, 99 diIecla e 71 di Favanella, che rappresentano«un clar exemple de la pervivència del valen-cià més enllà de les terres d’Oriola». La ricer-ca rientra infatti in un progetto pilota avvia-to dall’AVL nel 2005 per un’intensa attività diinsegnamento del valenzano in una comarcadi frontiera come il Carxe (<www.racocatala.cat/forums/fil/176946/valenci-viu-comarca-murciana-carxe>).

Casar de Cáceres: i cittadini chiamati acorreggere la mappa. In concomitanza conle ricerche toponimiche sul campo condottenell’àmbito del progetto “Tajo InternacionalII (Zona Sur)” da parte del governo dell’Ex-tremadura, è stata realizzata una mappa topo-grafica e toponimica del territorio municipa-le di Casar de Cáceres, comune di quasi 5 mi-la abitanti. Una foto aerea della zona, con inomi di luogo sovraimpressi, è rimasta espo-sta nel Salón do Actos del Comune affinchétutti gli interessati potessero esaminarla e for-nire indicazioni opportune per correggere ointegrare il repertorio (<www.casardecaceres.com/noticias/mapa_topografico_y_toponi-mico_de_casar_de_caceres_519>).

Il Museo do Pobo Gallego per la toponi-mia di Silleda. Nel corso dell’anno scolastico2014-2015 l’Instituto “Pintor Colmeiro”di Silleda (<www.edu.xunta.es/centros/iespintorcolmeiro/>), mobilitando la propriacomunità educativa, ha realizzato il progettodidattico di ricerca “Antonio Fraguas: Paisaxelendaria e toponímica do Concello de Sille-da”, diretto da Xoán Carlos García Porral. Sil-leda è un comune di 9 mila abitanti nella pro-vincia di Pontevedra. L’attività è stata finan-ziata dal Museo do Pobo Gallego di Santiagode Compostela (<www.museodopobo.es>).Il repertorio raccolto è consultabile in rete at-traverso il servizio Google Maps.

Studio bioantroponimico sui cognomicatalani. Uno studio dell’Institut de Biolo-gia Evolutiva (IBE), ente formato dall’Uni-versitat “Pompeu Fabre” (UPF) di Barcellonae dal Consejo Superior de InvestigacionesCientíficas (CSIC) spagnolo, ha analizzato irapporti fra genetica e cognomi catalani se-guendo il cromosoma Y in un campione disaliva di 2.500 volontari. Lo studio cercavarisposta al perché esistono nomi di famigliarari e nomi di famiglia frequenti (<www.vilaweb.cat>). Si è avuta la conferma che co-gnomi largamente diffusi, come Ferrer, Soler,Vidalo Serra sono poligenetici, ossia origina-tisi più volte nel tempo e nello spazio, men-tre i portatori di tipi rari come Balasch, Llacho Melis discendono da un unico avo. Il lavo-ro è stato realizzato con il patrocinio dellaSecció de Ciències Biològiques dell’Institutd’Estudis Catalans e i risultati sono statipubblicati nell’«European Journal ofHuman Genetics» (<www.nature.com/ejhg/index.html>).

L’inventario toponimico della Chartreu-se. Tra le attività scientifiche di ricerca realiz-zate e in via di realizzazione da partedell’ARC5 “Culture, Sciences, Sociétés etMédiations” nelle Rhône-Alpes (<www.arc5-cultures.rhonealpes.fr/>) si segnala un “In-

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ventaire toponymique de la Chartreuse”. Ilprogetto, triennale, consiste in uno studiocompleto dei toponimi del Massif de Char-treuse condotto da vari ricercatori coordina-ti da un comitato di docenti universitari. L’a-cronimo ARC sta per Communautés de re-cherche académique. Il massiccio dellaChartreuse (Chatrôssa in francoprovenzale)si trova nei territori dell’Isère e della Savoia,nella regione Rodano-Alpi.

Le ricerche dell’ARSSAT nel Trégor storico(Bretagna). L’Association pour la rechercheet la sauvegard des sites archéologiques duTrégor (ARSSAT) si occupa di storia, archeolo-gia e salvaguardia del patrimonio del Trégor,una delle nove province storiche della Breta-gna (Bro-Dreger in lingua bretone), corri-spondente a parti degli odierni dipartimentiCôtes-d’Armor e Finistère. Al suo interno, ilGroupe Toponymie raccoglie ed elabora i to-ponimi del territorio, mettendoli a disposi-zione del pubblico; nel 2014-2015 l’attività èstata centrata sul comune di Louargat; la me-todologia di lavoro comprende indagini sulcampo, ricerche in archivi e biblioteche e con-sultazioni in rete, analisi delle varianti dei nomidi luogo, oltre a incontri di sensibilizzazione edivulgazione della materia ([email protected]; <http://arssat.info/lassociation/>).

Il nuovo atlante dei cognomi inglesi del-l’Ottocento. Il British 19th Century Sur-name Atlas è un CD-ROM interattivo chemostra la distribuzione territoriale di tutti icognomi e prenomi registrati nel censimen-to del 1881 relativo a Inghilterra, Scozia eGalles; l’atlante informatizzato consente laricerca di oltre 400 mila forme cognomina-li e varianti e di 160 mila prenomi; permet-te inoltre di individuare singoli elementiche formano cognomi e liste di nomi di fa-miglia caratteristici di particolari contee; lemappe possono essere stampate o esportatein altri programmi. La prima edizione delSurname Atlas uscì nel 2003, la seconda è

del marzo 2015 e presenta vari aggiorna-menti, tra i quali: l’aggiunta di mappe di di-stretti scozzesi; nuove tavole dei nomi di fa-miglia più frequenti in ciascuna contea; u-na mappatura più dettagliata delle coste delterritorio e alcuni correttivi apportati aiconfini tra i vari distretti e le contee; nume-rose migliorie riguardanti aspetti squisita-mente informatici (<www.archersoftware.co.uk/satlas01.htm>).

Concluso l’“Essex Place-names Project”.Il progetto pluriennale relativo alla raccoltadei toponimi della contea storica inglese del-l’Essex è stato sostenuto dal Council for Brit-ish Archaeology, dall’Essex Society for Ar-chaeology and History, dall’Essex HeritageTrust e da altri enti e iniziative (compresa u-na lotteria). La banca data che ne è risultatacontiene, come si legge nel rapporto dell’Es-sex Record Office (<www.essex.ac.uk/history/esah/essexplacenames>), «names offields, roads, inns, houses, farms, manors,places, rivers, streams, woods, etc., andnames of owners, tenants, landlords, partiesto agreements etc, recorded from historicdocuments such as Tithe Awards, RentalAgreements, Surveys, Maps, Rolls, Inquisi-tions, Deeds, Charters». Il database è ora adisposizione di storici, archeologi, linguisti,filologi e genealogisti. La speranza è che l’o-pera «will lead to identification and distribu-tion of archaeological sites and historicbuildings, will enable analysis of place-names as an indicator of early settlement,landholding and agricultural practices, willrefine more precisely descriptive words andword-elements given by early settlers totopographical features, enable family histo-rians to trace back owners and occupiers ofland».

Toponomastica e archeologia a Londra e aCambridge. L’Istituto di Archeologia del-l’University College London (UCL) e il Brit-ish Museum hanno organizzato anche nel

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2014-2015 – dal 15 ottobre al 3 giugno – il“Medieval Seminar” (<www.ucl.ac.uk/archaeology/>). La serie degli incontri si èconclusa con la toponomastica, a cura diJayne Carroll dell’Università di Nottingham,sul tema The ingtūn place-names of Shropshirethinking through questions of chronology. L’In-ternational Summer Schools dell’Universitàdi Cambridge (Institute of Continuing Edu-cation) ha dal suo canto promosso dal 5 lu-glio al 15 agosto 2015 numerosi seminari,tra i quali due di archeologia, guidati da Ni-cholas James, che si sono occupati anche ditoponimi: Britain before history e Historyeverywhere: Roman and medieval Britain(<www.ice.cam.ac.uk/intsummer>).

Corso sui toponimi all’Università di Lei-cester. La School of English del Diparti-mento di Inglese dell’Università di Leicesterha organizzato nel secondo semestre dell’an-no accademico 2014-2015 un corso sugli“English Place Names” tenuto da PhilipShaw. L’insegnamento è consistito in sessio-ni intensive introduttive alla formazione deitoponimi e alle tecniche di studio dei nomidi luogo, e in sessioni informatiche dedicateall’uso del GIS. I risultati attesi erano il pos-sesso da parte degli studenti di: «a sound un-derstanding of the main processes of place-name formation in England; the ability toconduct research on place-names using arange of printed and electronic resources,and, where appropriate, by observations inthe field; the ability to deploy place-nameevidence effectively in identifying and ex-ploring linguistic, historical and geographi-cal patterns» (<www2.le.ac.uk/departments/english/undergraduate/modules/english-place-names-1>).

Premio annuale della Society for NameStudies in Britain and Ireland. Anche per il2015 la Society for Name Studies in Britainand Ireland (SNSBI) assegna un premio di100 sterline al miglior saggio di toponoma-

stica o antroponomastica relativo a Inghil-terra, Galles, Irlanda, Scozia, Isola di Man oChannel Island. La giuria è formata dal pre-sidente della Società, dai due vicepresidenti edal direttore della rivista «Nomina», dovel’articolo premiato potrebbe essere pubblica-to. Tra i vincitori degli scorsi anni: HARRIET

LESLIE (Glasgow), A Study of the child-naming practices of the Scottish quakers be-tween 1700 and 1825 ed ex-aequo ELEANORRYE (Nottingham), A quantitative compari-son of Scandinavian linguistic influences onthe minor names of North Stainley and Nun-with (West Yorkshire) and Hurworth,Neasham and Sadberge (County Durham),nel 2012; GERRY SMITH (Liverpool), Place-naming and space-knowing: an analysis of twoIrish poems, nel 2011; RACHEL HAMILTON

(Glasgow), Names and meaning: a study oftransparency in personal names, nel 2010;SHEILAYOUNG (Aberdeen), Names of oil andgas fields in central and northern sectors of theNorth Sea and part of the Atlantic margin, nel2008; JACOB KING (Edinburgh), A discus-sion of the derivation of ‘Lochy’ in Adomnan’s“The Life of Saint Columba”, nel 2004; ALI-SON GRANT (Glasgow), A new approach toinversion compounds in northwest England,nel 2002; LINDA CORRIGAN (Manchester),Old English and Scandinavian place-names ofthe Kendal barony in Westmoreland, nel 1995(<www.snsbi.org.uk/essay_prize.html>).

2016, anno della “Irishness”. L’Irlanda si ac-cinge a celebrare un anno di eventi legati allastoria dell’isola negli ultimi 10 mila anni,puntando l’attenzione in particolare sulle in-fluenze dell’ambiente sulla cultura e sui rap-porti tra uomo e ambiente. Promosso dal go-verno di Dublino, il programma comprendeanche l’impegno dei gruppi locali perché di-ventino parte integrante della “landscape ce-lebration”. Si legge nella presentazione della“Irishness” 2016: «Placenames, old maps andoral traditions can be brought to the fore andplaced alongside several seminal books on the

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cultural traditions based around the environ-ment and the academic works on the earlyIrish environmental laws (Brehon Laws)».L’appello non è limitato alle comunità rurali,ma è esteso agli abitanti di grandi e piccole cit-tà irlandesi (<www.goldeneagletrust.org/index.php?option=com_k2&view=item&id=834:2016-celebrations&Itemid=198>).

Cognomi britannici: il FaNUK diventaFaNBI. Nel 2014 si è concluso il progettoquinquennale FaNUK (Family Names of Uni-ted Kingdom), diretto da Richard Coates(Bristol – [email protected]) e daPatrick Hanks (Brno/Bristol – [email protected]) con il completamentodi una prima banca dati dei 45 mila nomi difamiglia più diffusi in Gran Bretagna e Irlan-da (almeno 100 portatori). L’acquisizione dinuovi dati ha consentito di portare a 60 milale voci, con almeno 20 portatori e con una si-gnificativa presenza di cognomi di recenteimmigrazione, specie indiani e cinesi. Il nuo-vo progetto è il Dictionary of Family Namesin Britain and Ireland, in acronimo FaNBI,che sarà pubblicato dalla Oxford UniversityPress nel 2017 in formato cartaceo e digitale;sarà accessibile in rete da parte di istituzionieducative e biblioteche pubbliche, nonchéacquistabile dai privati (<www1.uwe.ac.uk/cahe/research/bristolcentreforlinguistics/researchatbci/fanuk.aspx>).

Le attività della Welsh Place-Name Society(WPNS). Accanto alla conferenza annuale (nel2014 celebrata a Swansea il 4 ottobre e pro-grammata per il 3 ottobre 2015 a Llanelwed),la Cymdeithas Enwau Lleoedd Cymru-WelshPlace-Name Society (WPNS) organizza incon-tri con esperti in varie località del Galles([email protected] – <www.cymdeithasenwaulleoeddcymru.org/>).Questo il calendario del primo semestre 2015:il 31 gennaio DAVIDTHORNE, Rhai enwau cyf-fredin, anghyffredin a rhyfeddol yn Sir Gaerfyrd-din [Some Common, Uncommon and Extra-

ordinary Carmarthenshire Names]; il 7 feb-braio RICHARD MORGAN, Place-names in thenorthern Marches; il 17 febbraio GARETH BE-VAN, Enwau Lleoedd Aberaeron [AberaeronPlace Names]; il 25 febbraio DAVIDTHORNE,Caeau cyffredin, anghyffredin; il 4 marzo HY-WELWYNOWEN, History, landscape and place-names in north Wales; il 23 aprile ancora HY-WEL WYN OWEN, Swyn enwau; il 30 aprileDAVIDTHORNE, Rhai enwau lleoedd ac enwaurhai pobl; il 12 maggio ancora DAVIDTHORNE,Dyrnaid o enwau [A handful of name].

Ricordo di Richard R. Randall. Il geografostatunitense Richard R. Randall è morto aWashington il 14 marzo 2015, all’età di 89anni. Laureatosi alla George WashingtonUniversity, addottorattosi alla Clark Univer-sity, ha lavorato per la Defense MappingAgency (ora National Geospatial-IntelligenceAgency) ed è stato membro delle maggiori as-sociazioni di geografi, segretario esecutivodell’U.S. Board on Geographic Names (BGN)e a lungo attivo nell’UNGEGN, il Gruppo di e-sperti delle Nazioni Unite per i nomi geogra-fici. Tra i suoi libri, Place Names: How TheyDefine the World and Moredel 2001. Nella suaattività si era interessato soprattutto a come itoponimi influenzino molti aspetti della vitadelle persona, e a come diventino elementi es-senziali del vocabolario quotidiano, ingre-dienti di musica, letteratura, nonché impor-tanti sotto l’aspetto diplomatico e militare.

Toponimia urbana e i Mystères de Mon-tréal.L’Urban Studies Program dell’Univer-sità di Pennsylvania ([email protected])prevede ogni primavera un seminario per ilaureati. Nel 2015 il tema conduttore è stato“Urban Toponymy and Crime in HectorBerthelot’s Mystères de Montréal (1879-1881)”, studio condotto da Adam Cutchindel Dipartimento di Lingue romanze. Nel-l’opera di Berthelot, parzialmente ispirata aiMystères de Paris di Eugène Sue, proliferanogli spazi urbani con le relative denominazio-

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Attività

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ni, offrendo lo spunto per analisi di onoma-stica letteraria.

Il documentario Toponimia di JonathanPerel. Un lungometraggio del regista Jo-nathan Perel (già autore di El predio, Los mu-rales, 17 Monumentos, Tábula rasa, Las aguasdel olvido) si chiama Toponimia (2015, 82min.). L’opera si occupa di alcuni centri nelterritorio occidentale della provincia argen-tina di Tucumán, fondati dal governo milita-re alla metà degli anni 70 nel quadro del pro-getto “Operativo Independencia”, che mira-va ad eliminare la guerriglia nella zona. Co-me si legge nella presentazione, «los nombreseligidos para esos pueblos provinieron demilitares de distinto rango muertos en en-frentamientos con la guerrilla. Con una mi-nima presentación histórica, limitada al re-paso de los documentos oficiales, Perel se a-boca al registro de la actualidad de los pue-blos y apela a una estética tan austera comorigurosa: planos fijos de quince segundos.De esa manera, muestra cómo el tiempo ero-sionó ese intento de imposición semánticahistórica, así como las naturaleza y el olvidosiguen borrando las huellas de la utopia queuna vez allí se intentó» (<www.filmaffinity.com/es/film435447.html>).

Il progetto di toponimia indigena delQuerétaro. Nel febbraio 2015 è stato pre-sentato il volume Toponimia indígena deQuerétaro siglo XVI, opera di María ElenaVillegas Molina, Rosa Brambila Paz e JuanCarlos Saint Charles Zetina. Lo studio rien-tra nelle attività di recupero e valorizzazionedelle lingue náhuatl e otomí della regionecentro-settentrionale del Messico. La ricer-ca, interdisciplinare ma centrata sulla lingui-stica, condotta per sette anni, ha permesso dienucleare 246 toponimi indigeni, tratti so-prattutto da documenti del Cinquecento,quando gli spagnoli avviarono la colonizza-zione della Nueva España (<www.municipiodequeretaro.gob.mx/>).

Leiden: l’onomastica armena come fonteper gli studi iranistici. Nell’àmbito dellaScuola estiva dell’Università di Leiden, pro-gramma di Iranistica 2015, si è tenuto il semi-nario “Armenian as a source for Iranian studies”(<www.hum.leiden.edu/summerschool/programmes-2015/iranian.html>). Il calen-dario dell’ateneo olandese prevedeva in pro-posito: “The place of Armenian in the Indo-European language family: relationship withIndo-Iranian and Greek”; “The develop-ment of the Proto-Indo-European phone-mic system in Armenian and Iranian”; “Themethodology of distinguishing native Ar-menian words from Iranian loans”; “Arme-nian contributions to Iranian lexicology”;“The specific value of Armenian dialect datato the study of the Iranian lexicon”, “Gram-matical and word-formative issues”; “Voca-bulary: semantic fields”; “Place names”;“Personal names”, “Names of deities andmythical beings”.

A Varsavia master di onomastica lettera-ria. L’Istituto di Lingua Polacca dell’Univer-sità di Varsavia (Facoltà di Studi polacchi) hapromosso il master “Onomastics in Ancientand Contemporary Literature” (<https://usosweb.uw.edu.pl/kontroler.php?_action=actionx:katalog2/przedmioty/pokazPrzedmiot(prz_kod:3003-A964HJ1)&lang=2>), destinato a studenti interessati al-la storia della letteratura e al linguaggio lette-rario e in particolare alla creazione di nomipropri nella narrativa e nella poesia. Il masterè così articolato: “Introductory class: historyof language and history of literary language– subject of research and methodology”;“Onomastics as discipline combining vari-ous domains of humanistic knowledge”;“Literary onomastics as one of methods ofexploring language layer of a literary work”;“Proper names in literary works of variousepochs: The Old-Polish period, Romanti-cism, Positivism, 20th-century literature (re-alism, avant-garde)”; “Proper names and

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generic determinant of literary works: dra-ma, prose, poem”; “State of research on liter-ary onomastics. Bibliography of Polish ono-mastics: literary onomastics”; ecc.

Un convegno ricorderà gli studi di EwaRzetelska-Feleszko. Ewa Rzetelska-Feleszkoè stata una delle più apprezzate studiose slavedi onomastica. Per ricordare la preziosa ope-ra scientifica della studiosa polacca (1932-2009 – vedi il profilo curato da AleksandraCieślikowa in RION, XV [2009], 1, pp. 393-94), Artur Gałkowski (Łódź – [email protected]) e altri linguisti progettano un conve-gno, probabilmente per il dicembre 2016,due mesi dopo la 20ª edizione del MiOKO. Laconferenza nazionale polacca e internaziona-le, si celebrerà a Cracovia sul tema generale“Onomastica. Neoumanistica. Scienze so-ciali”, con un taglio fortemente interdiscipli-nare; organizza l’Istituto della Lingua polaccacon il Dipartimento di Onomastica attual-mente diretto da Barbara Czopek-Kopciuch.

In rete i video della conferenza di onoma-stica ebraica (Ramat-Gan, marzo 2015).Alcune relazioni tenute nel corso del 12ºCongresso internazionale di Onomastica e-braica presso la Facoltà di Studi ebraici del-l’Università Bar-Ilan in Israele (cfr. RION,XXI [2015], 1, pp. 319-20) sono integralmen-te ascoltabili in rete (<http://e-onomastics.blogspot.it/2015/04/>). Si tratta di PHILIPPACHERKMAN LIBERMAN, Jewish Onomastics,Cairo Geniza and Westward Migration;GRANT SMITH, The Semiotic of Antonio andShylock; ALEXANDER BEIDER, Etymology ofJewish Surnames from Maghreb; FELICIAWALDMAN, Sephardic Names in Late 19th

and Early 20th Century Bucharest; ELODI DI

VITO, Hebrew Names in Phoenician Inscrip-tions; JOHANNES CZAKAI, The Galician Kon-skription of 1785: The First Jewish Name Reg-ulation; AREN M. MAEIR, Philistine Namesand Terms Once Again: A Recent Perspective;YIGAL BLOCK, A Jewish Name in a Babylon-

ian Toponymy of 425. I video hanno una du-rata media di quasi 20 minuti e sono in lin-gua inglese.

Laurea al merito “odonomastico” per Lé-vis in Québec. Ogni anno la Commissionde toponymie del Québec, che ha celebratonel 2012 un secolo di vita, assegna una sortadi laurea honoris causa al comune che presen-ti il dossier toponimico di maggior qualità.Nel marzo 2015 è stata premiata Lévis, dovesono cambiati 515 nomi di aree di circola-zione dopo la fusione in unico comune, nel2003, di dieci municipalità. Secondo laCommissione, Lévis ha saputo valorizzare lastoria e l’identità del territorio grazie a unprogetto meticolosamente pianificato dallaDirection de l’urbanisme della città (<www.arts-ville/org/bulletins-communiques/categorie/themes/prix/>). Nel 2014 era sta-to “lauréate du Mérite du français en to-ponymie” il comune di Bonaventure, che a-veva legato la gran parte delle denominazio-ni di 60 nuove aree di circolazione all’Acadia,regione storica del Canada orientale. Nel2013 il riconoscimento era andato al comu-ne di Drummonsville, capace di armonizza-re l’odonimia urbana dopo l’accorpamentodi vari municipi e imporre un centinaio dinuovi nomi ispirati a fatti notevoli del pro-prio passato.

Adelaide: corso estivo di lingua e topono-mastica Kaurna. La Summer School 2015della Faculty of Humanities and SocialSciences, Department of Linguistics dell’U-niversità australiana di Adelaide, ha organiz-zato dal 5 al 16 gennaio il corso “Reclaiminglanguages: A Kaurna case study” ([email protected]; <www.adelaide.edu.au/kwp>). Il kaurna è la lingua indigenadell’area di Adelaide, parlata correntementefino al 1860 circa e poi via via scomparsa. Ilcorso si è avvalso della collaborazione delKaurna Warra Pintyanthi, gruppo di inse-gnanti, linguisti e appassionati di tale lingua,

RION, XXI (2015), 2949

Attività

Page 22: Attività - GfN: Deutsche Gesellschaft für Namenforschung e.V. · di Toponomastica. I nomi geografici italiani (Torino,UTET1990) e del dizionario storico ed etimologico I nomi di

e prevedeva nel programma uno spazio per itoponimi. Le organizzazioni aborigene re-clamano per esempio i nomi Tarntanyanggaper Victoria Square, Karrawirra Pari per Ri-ver Torrens o Warriparingga per Sturt River.

Nuovo direttore per l’Australian NationalPlacenames Survey. Alla direzione dell’ANPS(Australian National Placenames Survey) è dal2015 Dymphna Lonergan, docente del Di-partimento di Inglese dell’Università “Flin-ders” di Adelaide ([email protected]). Sebbene nata a Dublino, la stu-diosa vive in Australia dal 1972 ed è esperta ditoponomastica australiana, oltre che dell’in-fluenza della lingua irlandese sull’inglese diAustralia. Le sue più significative pubblicazio-ni in campo onomastico sono Australia’s Irishplace names («Australasian Journal of Irish Stu-dies», 9 [2009], pp. 111-29) e Place names: a

tool for finding the Irish in South Australia(«Journal of the Historical Society of SouthAustralia», 37 [2009], pp. 113-16).

L’addio a Marie Dorsey.Pochi mesi primadel suo centesimo compleanno, il 23 mag-gio 2015 è mancata Marie Dorsey, apprez-zata storica e geografa canadese, esperta ditoponomastica, specie dello Stato dell’Al-berta. In veste di ricercatrice degli archividella città di Edmonton aveva redatto ilprimo grande repertorio di oltre cento sitistorici dell’Edmonton River Valley, occu-pandosi successivamente di altri territori(Raven River, Castel Mountain, Mt. Mit-chener, ecc.). Membro del Canadian Per-manent Committee on GeographicalNames, Marie Dorsey era stata insignitadell’Edmonton Historical Award e di nu-merosi altri premi.

RION, XXI (2015), 2 950

Rivista Italiana di Onomastica

Maria Giovanna Arcamone (Pisa)Brahim Atoui (Oran, Algeria)Francesco Avolio (L’Aquila)Marino Bonifacio (Trieste) Guido Borghi (Genova)Ana Isabel Boullón (Santiago de Compostela)Donatella Bremer (Pisa)Luisa Caiazzo (Napoli)Andrea Cantile (Firenze)Rita Caprini (Genova)Emili Casanova i Herrero (València) Laura Cassi (Firenze)Furio Ciciliot (Savona)Paola CotticelliKurras (Verona)Zsuzsanna Fábián (Budapest)Oliviu Felecan (Baia Mare)Lydia Flöss (Trento)Vitalina Maria Frosi (Caxias do Sul)ArturGałkowski (Łódź)

Consuelo GarcíaGallarín (Madrid)Tiziana Grassi (Roma)Peter Jordan (Wien)Dieter Kremer (Leipzig/Trier)Edwin D. Lawson (Fredonia, NY)Sylvie Lejeune (Bouliac)Alberto Manco (Napoli)Cosimo Palagiano (Roma)Giovanni Rapelli (Verona)Stella Retali-Medori (Corte)Matteo Rivoira (Torino)Alda Rossebastiano (Torino)Laura Rota (Pisa)Francesco Sestito (Roma)Gérard Taverdet (Fontaine-lès-Dijon)Joan TortDonada (Barcelona)Stefano Vassere (Bellinzona)Silvia Verdiani (Torino)Mats Wahlberg (Uppsala)

The Editorial Staff of RION expresses thanks for the valuable cooperation in the following sections:“Materiali bibliografici”, “Incontri” and “Attività” especially to: