Il Genere Dei Nomi

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Il genere dei nomi Adattato dal testo “Professione giornalista” (Sergio Lepri, Etas, RCS libri, 1999) e da “Come si scrive il Corriere della sera” (Bur, RCS libri, 2003).

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Il genere dei nomi

Adattato dal testo “Professione giornalista” (Sergio Lepri, Etas, RCS libri, 1999) e da “Come si scrive il Corriere della sera” (Bur, RCS libri, 2003).

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Il genere dei nomi

Adattato dal texto “Professione giornalista” (Sergio Lepri, Etas, RCS libri, 1999) e da “Come si scrive il Corriere della sera” (Bur, RCS libri, 2003).Il testo ha trovato conferme e stimoli in “La comunicazione e gli usi della lingua” di Francesco Sabatini (Loescher editore), “La lingua italiana di Maurizio Dardano (Zanichelli), la “Guida all’uso dell’italiano” di Tullio De Mauro (Editori riuniti), “La Crusca per voi” (“Foglio dell’Accademia della Crusca”), il “Manuale di stile” di Emanuela Piemontese (Il Mulino), le “Guidelines on non-sexist language” dell’Unesco.

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Il genere dei nomi

Ogni lingua è basata su un principio androcentrico e l’uomo è il parametro intorno a cui ruota e si organizza l'universo linguistico. Si dice "gli italiani", "gli americani", comprendendo uomini e donne.Si dice “l’uomo preistorico"; si dice "i diritti dell'uomo", si dice “l'uomo è misura di tutte le cose", si dice "a misura d'uomo", "l’uomo della strada".

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Il femminile dei nomi che indicano cariche e professioni

In Italia è stato pubblicato nel 1986 dalla Commissione nazionale per la parità donna-uomo, istituita presso la Presidenza del Consiglio, un testo di "raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana".In alcuni casi le soluzioni non sono difficili; in altri occorre inventare neologismi o nuove norme e attendere entrino nell'uso. A questo fine i media assolvono un ruolo determinante.

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Il femminile dei nomi che indicano cariche e professioni

Anche i grammatici sono giunti oggigiorno alla conclusione che ogni nome maschile ha ormai un suo corrispondente femminile.

Non esisteranno quindi più una signora direttore o una signora avvocato o avvocatessa ma, molto più semplicemente sarà sufficiente cambiare la desinenza finale maschile con quella appropriata femminile.

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Il femminile dei nomi che indicano cariche e professioni

I nomi che terminano in -o al maschile termineranno in -a al femminile: "notaio" e "notaia"; "deputato" e "deputata".I nomi che terminano in -tore e che hanno una regolare forma femminile in -trice come, ad esempio, "pittore" e "pittrice"; "senatore“ e "senatrice";

"procuratore" e"procuratrice"

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Il femminile dei nomi che indicano cariche e professioni

"uditore“ e "uditrice"; "amministratore unico“ e "amministratrice unica"; "direttore" e "direttrice"; "rettore" e "rettrice"; "ispettore" e "ispettrice"; "programmatore" e "programmatrice"; "operatore" e "operatrice. Ma non tutti i membri della Commissione sono d’accordo sull’uso del femminile specie se è stato usato finora per lavori gerarchicamente inferiori oppure collegati, per tradizione, al "ruolo"femminile.

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Maschile o femminile?

Talvolta sono alcune donne a preferire la qualifica al maschile: senatrici che amano essere chiamate "senatori", cosi come "direttori" le direttrici di giornale, quasi che la legittima conquista della parità rispetto all'uomo dovesse essere ratificata dalla parallela conquista del suo titolo al maschile. I casi più semplici riguardano i nomi "promiscui" cioè quelli con la stessa forma al maschile e al femminile.

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Maschile o femminile?

Come si fa già da tempo, si tratta solo di cambiare l’articolo: "il presidente", "la presidente"; "il preside", "la preside"; "il parlamentare", "la parlamentare"; "il vigile", "la vigile" (non "vigilessa") "urbana"; "un agente di polizia", "un'agente di polizia"; "il giudice", "la giudice"; "il capoufficio", "la capoufficio"; "il comandante", "la comandante".

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Maschile o femminile?

Anche i maschili in -ere hanno già dei femminili: "consigliera", "magazziniera", "infermiera", "portiera", "giardiniera". Si può accettare anche "ingegnera", "cancelliera" e così via.

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Solo maschile

Più difficili sono i casi in cui il nome maschile non ha fino a oggi un femminile di uso corrente. Ma alcuni vocabolari posseggono già queste voci: "architetta","medica","chirurga""critica", "esperta", "primaria" (che hanno il femminile negli eguali aggettivi); "sindaca" (c’è già "monaca"); difficilissimi i casi di "questore" (anche se c’è già "pastora") e soprattutto di

"ministra". Per "ministra" qualche giornale ha già cominciato ad

utilizzarlo.

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Solo maschile

Da evitare, comunque, sono i femminili costruiti con il suffisso -essa (avvocatessa, deputatessa, medichessa, vigilessa), salvo quelli già entrati da tempo nell'uso comune(dottoressa, poetessa, professoressa, sacerdotessa, studentessa).

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