Atos: «Recupereremo i pro tti»€¦ · Origin, accende i riflettori sul futuro della società e...

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Aziende & Mercati NEW BUSINESS, STRATEGIE, FINANZA 4. 26febbraio11marzo2007 pag.venticinque INFRACOM IT E INFOGROUP hanno siglato un’intesa per rendere disponibile eBaas Previdenza, modulo della Suite Previdenza - frutto dell’integrazione fra Wl-Bank di In- fracom IT e eBaas di Infogroup - per la gestione completa della previdenza integrativa e di tutte le relative problematiche previste dalla Finanziaria 2007. La società archivia un 2006 difficile e accende i riflettori sul reskill del business e delle risorse Atos: «Recupereremo i protti» «I l 2006 è stato un anno difficile, ma abbiamo adottato le necessarie contromisure per riprendere il cammi- no dello sviluppo, a cominciare da un cambiamento nel top management”. Bernard Bourigeaud, ceo di Atos Origin, accende i riflettori sul futuro della società e annuncia le strategie prossime venture. “Nonostante il mercato italiano sia altamente com- petitivo e difficile lo consideriamo estremamente importante. Ai nostri circa 500 key client intendiamo offrire servizi di qualità nelle tre aree che caratterizzano il nostro bu- siness: managed operation, servizi di outsourcing, system integration e consulenza”. Da piccola impresa francese, la Axime, Atos è diventata, tramite un processo di crescita interna ed esterna, una realtà europea da 5,5 miliardi con 47.700 dipendenti. “Siamo un gruppo europeo con una visione mondiale anche se realizziamo ancora più del 90% del nostro fatturato nel Vecchio Con- tinente. Siamo molto interessati al mercato asiatico dove prevediamo di espanderci con delle acquisizioni, la prima delle quali in India”, spiega Bourigeaud, il quale puntualizza che il più importante degli obiettivi triennali è il raddoppio del margine operativo. “Sappiamo di avere dalla nostra parte alcune chance in più rispetto alla concorrenza, composta pressoché esclusivamente da grossi nomi americani. Ci riteniamo più bravi di loro nella integrazione delle persone, più flessibili e soprattutto totalmente orientati ai clienti. Con i clienti miriamo a stabilire una ‘part- nership for life’”. Nel 2006 con circa 2.700 dipen- denti Atos Origin Italia - di cui da dicembre è presidente e ammini- stratore delegato Arnaud Ruffat - ha fatturato 275 milioni di euro, di cui il 70% nell’area del consulting e della system integration e il resto nelle ma- naged operation. Una segmentazione atipica rispetto a quella del gruppo che realizza più della metà dei ricavi nelle managed operation, ossia in attività ricorrenti, mentre nel nostro Paese sono le attività cosiddette non ricorrenti a fornire la maggior parte del fatturato. Quanto ai settori economici il maggior contributo al fatturato viene dall’industria con il 44% dei ricavi (la Fiat è uno dei principali clienti), seguita dalle telco (Telecom Italia e Wind sono altri key client), con il 30%, dalla PA (15%) e dalla finanza (9%). “Una situazione - annuncia Ruffat - che andremo a modificare svilup- pando delle sinergie di valore con i clienti strategici e dando maggiore impulso agli insediamenti di Pont Saint Martin e di Napoli. La priorità sarà il recupero di profittabilità che stiamo perseguendo con una riduzio- ne dei livelli manageriali, il riposi- zionamento su sei business unit e un programma di trasformazione o reskill della risorse umane. Il target resta la grande azienda ma con un’attenzio- ne particolare verso le medie imprese con una vocazione internazionale. Nel settore industriale Atos Origin Italia è Global competence center a livello di gruppo e in questo settore abbiamo come partner Sap e Hp”. Dei 2700 di- pendenti 400 hanno una formazione Sap e hanno lavorato a oltre 150 pro- getti di full implementation e innova- tion. Altre 740 persone lavorano nei due centri; quello di Pont Sain Martin ospita il principale polo di servizio e di governo delle attività It espletate in outsourcing. Quello di Pozzuoli si occupa di sviluppo software, con particolare riferimento alle Tlc. GIAN CARLOLANZETTI Il ceo Bourigeaud: «Abbiamo dalla nostra parte più chance rispetto ai concorrenti perché siamo più bravi nell’integrazione» Il 90% del fatturato in Europa ma l’azienda punta sull’Asia La «pure» security di Check Point P romettere ai clienti riduzione fino al 50% nei costi operativi relativi alla sicurezza e nello stesso tempo realizzare una marginalità prossima al 50%: è quanto afferma di poter fare Check Point, azienda israeliana presente da 8 anni in Italia attiva nel mercato della sicurezza su Internet. “È una prospettiva che non vale ovviamente per tutte le tipologie di aziende - chiarisce Andrea Rizzi, country manager di Check Point Italia -, ma essenzialmente per quel- le di dimensione entreprise. Essa si basa su una considerazione: oggi la sicurezza è una realtà frammentata, vi è poca progettazione, nel senso che lo spending non è pianificato, e i costi sono elevati per la mancanza di una gestione integrata della stessa”. “La nostra strategia, invece - conti- nua il manager - va nella direzione opposta perché siamo in grado di co- prire la maggior parte delle esigenze di sicurezza essendo un fornitore di ‘pure security’, con un approccio che privilegia la gestione unificata”. Nel 2006 l’azienda ha realizzato un fat- turato di 575 milioni di dollari, con un utile netto di ben 278 milioni, la metà dei ricavi, risultato assai raro di questi tempi nel settore dell’Ict ma anche in altri settori. “Non sarà sempre festa - aggiunge Rizzi -, ma almeno per 4 anni prevediamo di crescere a un buon ritmo per la mo- le di novità in vista”. In Italia, dove conta circa 3.000 clienti, la società è cresciuta nel 2006 a un tasso dimez- zato rispetto a quello del mercato, per effetto di un primo semestre debole a causa delle difficoltà incontrate sul mercato delle telco, tradizionale settore di sbocco dei suoi prodotti. Ma il ritorno a un sviluppo a doppia cifra è già nei programmi del corren- te anno. Sono due le novità principali a sostegno del ritrovato ottimismo: il potenziamento dell’offerta nel midmarket con una nuova linea di appliance per la gestione unificata delle minacce (Umt-1, Unified threat management) e la valorizzazione di due acquisizioni appena completate: l’americana Nfr Security, attiva nel segmento prevenzione minacce in tempo reale, e la svedese Pointsec, fornitore di soluzioni per la sicurezza dei dati. Tutti tasselli di una architet- tura sempre più completa. Gian.Lanz. Il country manager Andrea Rizzi: «Garantiamo costi bassi perché il nostro approccio privilegia la gestione unificata» Le strategie per il rilancio dell’azienda israeliana attiva nel mercato sicurezza Internet Anche lo stadio di Brescia si mette a norma grazie alle tecnolo- gie. La città ha scelto, per il Riga- monti, le tecnologie Zucchetti per l’impianto software e hardware dei tornelli, oltre alla rete di trasmissio- ne dei dati, per adeguarsi alle nuove regole che vogliono più controllati gli ingressi negli stadi. I lavori di adeguamento inizieran- no subito con l’obiettivo di installare i primi tornelli, regolati dal software Zucchetti di controllo accessi, en- tro la fine di febbraio. Lo stadio di Brescia è soltanto l’ultimo di una lunga serie di impianti che hanno adottato il sistema di controllo ac- cessi Zucchetti: lo Stadio Marassi di Genova, l’Olimpico di Roma, lo Stadio Artemio Franchi di Siena, lo Stadio Olimpico di Torino, lo Stadio San Filippo di Messina sono già stati meccanizzati e conseguen- temente dichiarati a norma secondo quanto previsto dal decreto Pisanu; oltre al Mario Rigamonti di Brescia, invece, saranno presto completati il Dino Manuzzi di Cesena, l’Artemio Franchi di Firenze e il Renato Dal- l’Ara di Bologna. Stadi, anche Brescia si fa hi-tech Alosys, qualità per grandi Tlc Outsourcing LA CURA DEL SERVIZIO per il «network outsourcing» di qualità: è questa la mission di ALOSYS S.p.a, società che affianca gli operatori di tele- comunicazioni nella progettazione, attivazione e gestione dei servizi di networking ai clienti. Focalizzata sull’area Ip-based, la società con sede a Roma (ma operante al Nord e Sud Italia) si candida come partner per for- nire servizi di eccellenza alle compagnie di tlc. Un ruolo cruciale in un mer- cato, quello dell’Ict, dove la concorrenza rende inevitabile la rincorsa ad alti standard qualitativi. ALOSYS S.p.a. ha già concluso importanti contratti di outsourcing con alcuni tra i maggiori player del settore, che riconoscono in Alosys un affidabile e professionale partner con cui sfidare le nuove frontie- re dei servizi di convergenza dei dati, video e fonia su IP.

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Aziende&MercatiNEW BUSINESS, STRATEGIE, FINANZA

N°4. 26febbraio11marzo2007 pag.venticinque

INFRACOM IT E INFOGROUP hanno siglato un’intesa per rendere disponibile eBaas Previdenza, modulo della Suite Previdenza - frutto dell’integrazione fra Wl-Bank di In-fracom IT e eBaas di Infogroup - per la gestione completa della previdenza integrativa e di tutte le relative problematiche previste dalla Finanziaria 2007.

La società archivia un 2006 difficile e accende i riflettori sul reskill del business e delle risorse

Atos: «Recupereremo i protti»«Il 2006 è stato un anno

difficile, ma abbiamo adottato le necessarie

contromisure per riprendere il cammi-no dello sviluppo, a cominciare da un cambiamento nel top management”. Bernard Bourigeaud, ceo di Atos Origin, accende i riflettori sul futuro della società e annuncia le strategie prossime venture. “Nonostante il mercato italiano sia altamente com-petitivo e difficile lo consideriamo estremamente importante. Ai nostri circa 500 key client intendiamo offrire servizi di qualità nelle tre aree che caratterizzano il nostro bu-siness: managed operation, servizi di outsourcing, system integration e consulenza”. Da piccola impresa francese, la Axime, Atos è diventata, tramite un processo di crescita interna ed esterna, una realtà europea da 5,5 miliardi con 47.700 dipendenti.

“Siamo un gruppo europeo con una visione mondiale anche se realizziamo ancora più del 90% del nostro fatturato nel Vecchio Con-

tinente. Siamo molto interessati al mercato asiatico dove prevediamo di espanderci con delle acquisizioni, la prima delle quali in India”, spiega Bourigeaud, il quale puntualizza che il più importante degli obiettivi triennali è il raddoppio del margine operativo. “Sappiamo di avere dalla nostra parte alcune chance in più rispetto alla concorrenza, composta pressoché esclusivamente da grossi nomi americani. Ci riteniamo più bravi di loro nella integrazione delle persone, più flessibili e soprattutto totalmente orientati ai clienti. Con i clienti miriamo a stabilire una ‘part-nership for life’”.

Nel 2006 con circa 2.700 dipen-denti Atos Origin Italia - di cui da dicembre è presidente e ammini-stratore delegato Arnaud Ruffat - ha fatturato 275 milioni di euro, di cui il 70% nell’area del consulting e della system integration e il resto nelle ma-naged operation. Una segmentazione atipica rispetto a quella del gruppo che realizza più della metà dei ricavi nelle managed operation, ossia in attività ricorrenti, mentre nel nostro Paese sono le attività cosiddette non ricorrenti a fornire la maggior parte del fatturato.

Quanto ai settori economici il maggior contributo al fatturato viene dall’industria con il 44% dei ricavi (la Fiat è uno dei principali clienti), seguita dalle telco (Telecom Italia e Wind sono altri key client), con il 30%, dalla PA (15%) e dalla finanza (9%).

“Una situazione - annuncia Ruffat - che andremo a modificare svilup-pando delle sinergie di valore con i clienti strategici e dando maggiore impulso agli insediamenti di Pont Saint Martin e di Napoli. La priorità sarà il recupero di profittabilità che stiamo perseguendo con una riduzio-ne dei livelli manageriali, il riposi-

zionamento su sei business unit e un programma di trasformazione o reskill della risorse umane. Il target resta la grande azienda ma con un’attenzio-ne particolare verso le medie imprese con una vocazione internazionale. Nel settore industriale Atos Origin Italia è Global competence center a livello di gruppo e in questo settore abbiamo come partner Sap e Hp”. Dei 2700 di-

pendenti 400 hanno una formazione Sap e hanno lavorato a oltre 150 pro-getti di full implementation e innova-tion. Altre 740 persone lavorano nei due centri; quello di Pont Sain Martin ospita il principale polo di servizio e di governo delle attività It espletate in outsourcing. Quello di Pozzuoli si occupa di sviluppo software, con particolare riferimento alle Tlc.

GIAN CARLOLANZETTI

Il ceo Bourigeaud: «Abbiamo dalla nostraparte più chance rispetto ai concorrentiperché siamo più bravi nell’integrazione»

Il 90% del fatturato in Europa ma l’azienda punta sull’Asia

La «pure» security di Check PointPromettere ai clienti riduzione

fino al 50% nei costi operativi relativi alla sicurezza e nello stesso tempo realizzare una marginalità prossima al 50%: è quanto afferma di poter fare Check Point, azienda israeliana presente da 8 anni in Italia attiva nel mercato della sicurezza su Internet.

“È una prospettiva che non vale ovviamente per tutte le tipologie di aziende - chiarisce Andrea Rizzi, country manager di Check Point Italia -, ma essenzialmente per quel-le di dimensione entreprise. Essa si basa su una considerazione: oggi la sicurezza è una realtà frammentata, vi è poca progettazione, nel senso che lo spending non è pianificato, e i costi sono elevati per la mancanza di una gestione integrata della stessa”. “La nostra strategia, invece - conti-nua il manager - va nella direzione opposta perché siamo in grado di co-prire la maggior parte delle esigenze di sicurezza essendo un fornitore di ‘pure security’, con un approccio che privilegia la gestione unificata”. Nel 2006 l’azienda ha realizzato un fat-turato di 575 milioni di dollari, con un utile netto di ben 278 milioni, la metà dei ricavi, risultato assai raro di questi tempi nel settore dell’Ict ma anche in altri settori. “Non sarà sempre festa - aggiunge Rizzi -, ma almeno per 4 anni prevediamo di

crescere a un buon ritmo per la mo-le di novità in vista”. In Italia, dove conta circa 3.000 clienti, la società è cresciuta nel 2006 a un tasso dimez-zato rispetto a quello del mercato, per effetto di un primo semestre debole a causa delle difficoltà incontrate sul mercato delle telco, tradizionale settore di sbocco dei suoi prodotti. Ma il ritorno a un sviluppo a doppia cifra è già nei programmi del corren-te anno. Sono due le novità principali a sostegno del ritrovato ottimismo:

il potenziamento dell’offerta nel midmarket con una nuova linea di appliance per la gestione unificata delle minacce (Umt-1, Unified threat management) e la valorizzazione di due acquisizioni appena completate: l’americana Nfr Security, attiva nel segmento prevenzione minacce in tempo reale, e la svedese Pointsec, fornitore di soluzioni per la sicurezza dei dati. Tutti tasselli di una architet-tura sempre più completa.

Gian.Lanz.

Il country manager Andrea Rizzi:«Garantiamo costi bassi perché il nostro approccio privilegia la gestione unificata»

Le strategie per il rilancio dell’azienda israeliana attiva nel mercato sicurezza Internet

Anche lo stadio di Brescia si mette a norma grazie alle tecnolo-gie. La città ha scelto, per il Riga-monti, le tecnologie Zucchetti per l’impianto software e hardware dei tornelli, oltre alla rete di trasmissio-ne dei dati, per adeguarsi alle nuove regole che vogliono più controllati gli ingressi negli stadi.

I lavori di adeguamento inizieran-no subito con l’obiettivo di installare i primi tornelli, regolati dal software Zucchetti di controllo accessi, en-tro la fine di febbraio. Lo stadio di Brescia è soltanto l’ultimo di una lunga serie di impianti che hanno adottato il sistema di controllo ac-cessi Zucchetti: lo Stadio Marassi di Genova, l’Olimpico di Roma, lo Stadio Artemio Franchi di Siena, lo Stadio Olimpico di Torino, lo Stadio San Filippo di Messina sono già stati meccanizzati e conseguen-temente dichiarati a norma secondo quanto previsto dal decreto Pisanu; oltre al Mario Rigamonti di Brescia, invece, saranno presto completati il Dino Manuzzi di Cesena, l’Artemio Franchi di Firenze e il Renato Dal-l’Ara di Bologna.

Stadi, anche Brescia si fa hi-tech

Alosys, qualità per grandi TlcOutsourcing

LA CURA DEL SERVIZIO per il «network outsourcing» di qualità: è questa la mission di ALOSYS S.p.a, società che affianca gli operatori di tele-comunicazioni nella progettazione, attivazione e gestione dei servizi di networking ai clienti. Focalizzata sull’area Ip-based, la società con sede a Roma (ma operante al Nord e Sud Italia) si candida come partner per for-nire servizi di eccellenza alle compagnie di tlc. Un ruolo cruciale in un mer-cato, quello dell’Ict, dove la concorrenza rende inevitabile la rincorsa ad alti standard qualitativi. ALOSYS S.p.a. ha già concluso importanti contratti di outsourcing con alcuni tra i maggiori player del settore, che riconoscono in Alosys un affidabile e professionale partner con cui sfidare le nuove frontie-re dei servizi di convergenza dei dati, video e fonia su IP.