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Atlante dei SIC della Atlante dei SIC della Provincia di Bergamo Provincia di Bergamo Fondazione Lombardia per l’Ambiente www.regione.lombardia.it LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.

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I Siti di Importanza Comunitaria della provincia di Bergamo.

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Atlante dei SIC dellaAtlante dei SIC dellaProvincia di BergamoProvincia di Bergamo

Fondazione Lombardia perl’Ambiente

www.regione.lombardia.it

LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.

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Mauro Perracino

ATLANTE DEI SIC

DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

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Fondazione Lombardia per l’AmbientePiazza Diaz 7 - 20123 Milano

tel. +3902806161.1 fax [email protected] www.flanet.org

Via Taramelli, 12 - 24125 Milano

Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l’Ambiente

Presidente: Paolo ColombaniVicepresidente: Marcela Adriana Mc LeanConsiglieri: Maurizio Arena, Adriana Baglioni, Nicola Francesco Bellizzi, Giovanni Bottari, MarcelloFontanesi, Massimo Donati, Marcela Adriana Mc Lean, Paolo Mantegazza, Lorenzo Ornaghi,Oronzo Raho, Angiolino Stella

Direttore: Fabrizio PiccaroloCoordinatore scientifico: Antonio Ballarin DentiPresidente del Comitato scientifico: Marcello Fontanesi

Responsabili di progettoPietro Lenna – Regione Lombardia, DG Qualità dell’AmbienteG. Matteo Crovetto – Fondazione Lombardia per l’AmbienteCoordinamentoRiccardo Falco – Fondazione Lombardia per l’Ambiente

Testi: Mauro PerracinoReferaggio scientifico: Giuseppe Bogliani, Francesco Sartori, Guido TosiProgettazione grafica: Tania FeltrinImpaginazione: Mauro PerracinoCoordinamento editoriale: Riccardo FalcoFotografie: Luigi Andena, Mita Breda - FAB, Riccardo Falco, Andrea Mondoni, Mauro Perracino,Mino Piccolo, Fabio Pupin, Edoardo Razzetti, Giovanni Santamaria, Giulia Vercesi.Cartografia: Andrea Salvadori

Le foto aree utilizzate sono relative al volo 2003 della Compagnia Generale di Riprese Aeree. Illoro utilizzo è stato autorizzato dalla Regione Lombardia.

Stampa: Arti Grafiche Fiorin, Sesto Ulteriano (S. Giuliano Milanese)

Per la citazione di questo volume si raccomanda la seguente dizione:Perracino M., 2010. Atlante dei SIC della Provincia di Bergamo. Regione Lombardia e FondazioneLombardia per l’Ambiente, Milano.

© 2010 Fondazione Lombardia per l’AmbienteProprietà letteraria riservataNessuna parte di questo volume può essere riprodotta o utilizzata sotto nessuna forma, senza per-messo scritto, tranne che per brevi passaggi in sede di recensione e comunque citando la fonte.

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PREFAZIONE

PRESENTAZIONE

I SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

IT2060001 - VALTORTA E VALMORESCA

IT2060002 - VALLE DI PIAZZATORRE - ISOLA DI FONDRA

IT2060003 - ALTA VAL BREMBANA - LAGHI GEMELLI

IT2060004 - ALTA VAL DI SCALVE

IT2060005 - VAL SEDORNIA - VAL ZURIO - PIZZO DELLA PRESOLANA

IT2060006 - BOSCHI DEL GIOVETTO DI PALINE

IT2060007 - VALLE ASININA

IT2060008 - VALLE PARINA

IT2060009 - VAL NOSSANA - CIMA DI GREM

IT2060010 - VALLE DEL FREDDO

IT2060011 - CANTO ALTO E VALLE DEL GIONGO

IT2060012 - BOSCHI DELL’ASTINO E DELL’ALLEGREZZA

IT2060013 - FONTANILE BRANCALEONE

IT2060014 - BOSCHETTO DELLA CASCINA CAMPAGNA

IT2060015 - BOSCO DÈ L’ISOLA

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INDICE

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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PREFAZIONE

L’eccessivo sfruttamento delle ricchezze naturali da parte dell’uomo, conseguente alle mo-dalità di sviluppo economico globale, sta mettendo a dura prova la capacità del nostropianeta di continuare ad assorbire l’inquinamento generato e di fornire risorse sufficienti

e qualitativamente adeguate.

Per sanare il “debito ecologico” che la nostra società ha accumulato bisogna da subito invertirequesta tendenza, avviando scelte impegnative ma indispensabili. È quindi necessario interveni-re, a tutti i livelli, per limitare gli squilibri generati dall’uso non sostenibile del territorio e ridurrei potenziali rischi per la biodiversità. Arrestare la perdita di biodiversità e porre in essere glistrumenti adeguati per conservarla ed accrescerla è una delle sfide più impegnative a cui si devefar fronte e Regione Lombardia, negli ambiti di competenza, sta da tempo operando per fornireun proprio rilevante contributo.

In particolare, fin dal 1995, la Regione sta agendo per realizzare sul proprio territorio una partesignificativa di una rete continentale denominata Rete Natura 2000, composta da Siti di Impor-tanza Comunitaria (SIC) e da Zone di Protezione Speciale (ZPS), importante strumento che l’Unio-ne europea ha individuato attraverso la Direttiva Habitat per porre in essere un sistema coerentedi aree destinate alla conservazione della diversità biologica.

Attualmente in Regione Lombardia sono presenti 193 SIC, ossia i siti individuati per la presenza ditipologie di habitat e di specie vegetali e faunistiche di interesse comunitario e quindi ritenutemeritevoli di una attenta conservazione e 66 ZPS, ossia i siti individuati in quanto importanti luo-ghi di nidificazione o rifugio per l’avifauna, ai sensi della Direttiva 79/409/CEE, per una superficietotale di 372.000 ha, che corrisponde al 15,6 % del territorio regionale. L’individuazione di ReteNatura 2000 è avvenuta ricercando un ottimale livello di coerenza con il sistema regionale deiParchi e delle Riserve naturali che a far tempo dai primi anni settanta sono gradualmente statiistituiti fino ad interessare una significativa porzione del territorio lombardo, pari ad oltre il 25%.

Oggi, circa il 50% dei SIC e delle ZPS è collocato all’interno del sistema delle aree protette regio-nali, mentre la rimanente parte, in un contesto come quello lombardo, fra i più densamenteabitati in Europa, ha trovato la sua prioritaria localizzazione in ambito montano che anche perquesta ragione merita una particolare attenzione da parte della società lombarda.

Dando seguito al volume generale, a scala regionale, che ha raccolto e messo a disposizione ditutti i cittadini lombardi le informazioni fondamentali per conoscere la componente SIC di ReteNatura 2000 attraverso una raccolta organica delle fondamentali informazioni e la proposizionedi una gradevole veste grafica, si è ritenuto opportuno procedere alla pubblicazione, optandoper una maggiore incidenza della componente informatica, dei volumi riguardanti le singoleprovincie lombarde al fine di dettagliare la notevole mole di dati e immagini disponibili econseguentemente fornire la possibilità di conoscere in modo più approfondito le singole realtàdel variegato territorio regionale.

Regione LombardiaL’Assessore alla Qualità dell’Ambiente

Massimo Ponzoni

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PRESENTAZIONE

Fondazione Lombardia per l’AmbienteIl Presidente

Paolo Colombani

La Regione Lombardia è ricca di aree protette e di biodiversità: oltre il 20% del suo territo- rio è tutelato sotto forma di parchi e aree protette. Tale ricchezza le è valso il riconoscimen- to, da parte dell’UE, di ben 175 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che, assieme alle

Zone di Protezione Speciale (ZPS), costituiscono i Siti della Rete Natura 2000. Tale siti sono deiveri “scrigni” delle ricchezze naturalistiche e ambientali della nostra regione e, in quanto tali,vanno valorizzati e tutelati al massimo. Prima ancora però vanno conosciuti, non soltanto dagliaddetti ai lavori, ma da tutti i cittadini e potenziali fruitori.

A tale scopo la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, su incarico della Regione Lombardia, harealizzato un Atlante dei SIC lombardi articolato in un volume generale che ne descrive habitat especie fondamentali e in 11 volumi, uno per ciascuna provincia lombarda, che descrivono singolar-mente i vari SIC, evidenziandone le caratteristiche salienti e le specificità.

È dunque con grande piacere e soddisfazione che presento questo libro, ringraziando l’autore/gliautori, ma anche il personale della nostra Fondazione che lavora nel settore “Aree protette e bio-diversità” nonché gli esperti che l’hanno revisionato scientificamente.Sfogliando queste pagine il lettore è stimolato a tuffarsi nella natura e a visitare personalmenteluoghi tanto belli e ricchi di Natura: habitat, piante e animali.Se questo avverrà o se almeno il lettore comprenderà l’importanza di preservare luoghi tanto bellie ricchi di naturalità… avremo raggiunto lo scopo che ci eravamo proposti.

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I SITI DI IMPORTANZA COMU-NITARIA DELLA PROVINCIA DIBERGAMO

Il territorio della Provincia diBergamo, compreso nella por-zione centro-orientale dellaLombardia, si estende imme-diatamente a sud della provin-cia di Sondrio ed è delimitatoa est e a ovest, rispettivamen-te, dalle province di Milano eBrescia.Il territorio bergamasco è fisi-camente suddividibile in trezone distinguibili per specifi-che caratteristiche: la pianura,il territorio delle valli e dellemontagne e la zona dei laghi,nel dettaglio Iseo ed Endine.La pianura, a sud del capoluo-go, è a sua volta divisibile inuna porzione settentrionale,l’alta pianura o pianura asciut-ta, caratterizzata da terrenimorenici, permeabili, e unaporzione meridionale, dellabassa pianura o pianura irri-gua, caratterizzata da terreniargillosi, impermeabili, ricchidi risorgive e fontanili. Proprioqueste naturali “sorgenti dipianura” permettono l’esisten-za di relitti ambienti acquaticie umidi e di una fitta rete dicanali irrigui necessaria per leampie distese di seminativiche dominano il paesaggio. Ifiumi che attraversano longi-tudinalmente la pianura ber-gamasca, Adda, Oglio e Serio,disegnano ambienti e paesag-gi del tutto particolari, ovespiccano i caratteri naturaliscampati alle espansioni agrico-

le e urbane cui l’area è stata sottoposta sin dalperiodo dei romani. La seconda zona, quelladelle valli e delle montagne, è caratterizzatadalla presenza delle due valli principali dellaprovincia bergamasca: la stretta e tortuosa ValBrembana e la più ampia Val Seriana. Da esse,da cui prendono il nome gli omonimi fiumi chevi scorrono, si dipartono altre valli più piccolema non per questo meno suggestive come lavalle Imagna, la Val di Scalve e la Val Taleggio.In questi territori non mancano paesaggi an-cora intatti e suggestivi, con torrenti, boschi eprati ove le strutture antropiche ben si armo-nizzano nel contesto ambientale naturale.Infine, la zona dei laghi è caratterizzata da sug-gestivi centri storici, in alcuni casi anche di ori-gine medioevale, a cui si affiancano importantirealtà di interesse naturalistico, quale la “Val-le del Freddo”, biotopo regionale costruito dagrotte carsiche caratterizzate dalla presenzadi correnti di aria fredda che favoriscono losviluppo di una flora solitamente rinvenibilesolo a quote maggiori.Sul territorio provinciale, inoltre, sono statiindividuati 15 Siti di Importanza Comunita-ria (SIC), con un’estensione totale di oltre36.953 ettari, pari a circa il 13,4 % della su-perficie provinciale, che corrisponde a quasi275.000 ettari.Da ricordare che il SIC IT2060006 - Boschi delGiovetto di Paline, a cavallo dei confini pro-vinciali, insiste anche sul territorio della pro-vincia di Brescia.Di seguito si propone l’elenco dei SIC presen-ti nella provincia di Bergamo:

•IT2060001 – Valtorta e Valmoresca•IT2060002 – Valle di Piazzatorre – Isola di

Fondra•IT2060003 – Alta Val Brembana – Laghi Ge-

melli•IT2060004 – Alta Val di Scalve•IT2060005 – Val Sedornia – Val Zurio – Pizzo

della Presolana•IT2060006 – Boschi del Giovetto di Paline

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

•IT2060007 – Valle Asinina•IT2060008 – Valle Parina•IT2060009 – Val Nossana – Cima di Grem•IT2060010 – Valle del Freddo•IT2060011 – Canto Alto e Valle del Giongo•IT2060012 – Boschi dell’Astino e dell’Alle-

grezza•IT2060013 – Fontanile Brancaleone•IT2060014 – Boschetto della Cascina Campagna•IT2060015 – Bosco dè l’IsolaIn provincia di Bergamo sono presenti 29habitat di interesse comunitario (allegato Idella Direttiva 92/43/CEE), di cui 6 indicaticome prioritari (*), ossia quegli habitat che ri-schiano di scomparire nel territorio degli StatiMembri e per la cui conservazione la Comu-nità ha una responsabilità particolare.Di seguito, si riporta l’elenco degli habitat pre-senti nei SIC del territorio bergamasco:

•4070 – *Boscaglie di Pinus mugo e Rhododen-dron hirsutum (Mugo-Rhododendretum hirsuti)

•6210 – Formazioni erbose secche seminatu-rali e facies coperte da cespugli su substratocalcareo (Festuco-Brometalia) (* notevole fio-ritura di orchidee)

•6230 – *Formazioni erbose a Nardus, ricchedi specie, su substrato siliceo delle zone mon-tane (e delle zone submontane dell’Europacontinentale)

• 7220 – *Sorgenti petrificanti con formazionedi travertino (Cratoneurion)

• 4060 – Lande alpine e boreali• 5130 – Formazioni a Juniperus communis su

lande o prati calcioli•6150 – Formazioni erbose boreo-alpine silicee•6170 – Formazioni erbose calcicole alpine e

subalpine•6410 – Praterie con Molinia su terreni calcarei,

torbosi o argilloso-limosi (Molinion caeruleae)•6430 – Bordure planiziali, montane e alpine

di megaforbie idrofile•6510 – Praterie magre da fieno a bassa altitudi-

ne (Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis)•6520 – Praterie montane da fieno

•7140 – Torbiere di transizione e instabili•8110 – Ghiaioni silicei dei piani montano fino

a nivale (Androsacetalia alpinae e Galeopsietalialadani)

•8120 – Ghiaioni calcarei e scistocalcarei mon-tani e alpini (Thlaspietea rotundifolii)

•8210 – Pareti rocciose calcaree con vegetazio-ne casmofitica

•8220 – Pareti rocciose silicee con vegetazio-ne casmofitica

•8310 – Grotte non ancora sfruttate a livelloturistico

•9110 – Faggeti del Luzulo-Fagetum•9130 – Faggeti dell’Asperulo-Fagetum•9150 – Faggeti calcicoli dell’Europa centrale

del Cephalanthero-Fagion•9160 – Querceti di farnia o rovere subatlanti-

ci e dell’Europa centrale del Carpinion betuli•9170 – Querceti di rovere del Galio-Carpine-

tum•9180 – *Foreste di versanti, ghiaioni e valloni

del Tilio-Acerion•91E0 – *Foreste alluvionali di Alnus glutino-

sa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnionincanae, Salicion albae)

•91F0 – Foreste miste riparie di grandi fiumia Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ul-menion minoris)

•91K0 – Foreste illiriche di Fagus sylvatica(Aremonio-Fagion )

•9410 – Foreste acidofile montane e alpine diPicea (Vaccinio-Piceetea)

•9420 – Foreste alpine di Larix decidua e/o Pinuscembra

Nelle prossime pagine, per ognuno dei 15 SICpresenti sul territorio provinciale, sono ripor-tate una serie di informazioni di carattere ge-nerale (superficie, altitudine, ente gestore,proprietà, cartografia CTR di riferimento ecc.)e indicazioni di maggior dettaglio, in ordineall’ambiente fisico, al paesaggio vegetale, aglihabitat di interesse comunitario e all’ambienteumano. Inoltre, sono riportate le specie di in-

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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RingraziamentiUn sentito ringraziamento va a coloro che hanno messo gratuitamente a disposizione le proprie fotografie, in particolare:Giulia Vercesi, Giovanni Santamaria, Fabio Pupin, Riccardo Falco, Andrea Mondoni, Edoardo Razzetti, Mita Breda - FAB,Mino Piccolo e Luigi Andena. Si ringrazia, in particolare, lo Studio Phytosfera per il contributo fornito, sia nella fase diredazione dei testi, sia di impaginazione della pubblicazione.

teresse comunitario elencate nell’Allegato Idella Direttiva 79/409/CEE e nell’Allegato IIdella Direttiva 92/43/CEE. Si propone ancheun’analisi dell’attuale stato di conservazionedei diversi SIC e le misure o le norme che nefavoriscono la preservazione.

Infine, sono riportate le principali attività le-gate alle gestione oltre all’eventuale possibi-lità di fruizione. Le schede risultano corre-date da mappe e fotografie che assumono unruolo di completamento nella descrizione delSIC.

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

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VALTORTA E VALMORESCAIT 2060001

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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Coordinate: Longitudine E 09 34 52 - Latitudine 46 00 44

Altitudine (m s.l.m.): 738 (min) - 2.370 (max)

Superficie (ha): 1.682,42

Comune: Averara, Cusio, Mezzoldo, Santa Brigida

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C3b5, C4b1, C3a5

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: parte pubblica e parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

L’area del SIC appartiene al settore centro-oc-cidentale del versante meridionale delle AlpiOrobie ed è posto sul versante idrografico de-stro del ramo di Mezzoldo del fiume Brembo.Il perimetro del sito si articola dal confine pro-vinciale a nord fino al centro abitato di Val-moresca a sud e dalle pendici del Dosso Gam-betta a est fino al monte Valletto a ovest. Lavalle, solcata dal torrente Mora, ha un orien-tamento nord-sud con uno sviluppo altitudi-nale di oltre 1.500 metri.

La presenza di ripidi gradienti altitudinali, lamorfologia tormentata che rispecchia l’alter-nanza delle formazioni geologiche, l’intensorimodellamento glaciale e l’erosione fluvialesono tutti fattori che concorrono ad aumenta-re la diversità ambientale dell’area, dove lamolteplicità di condizioni microclimatiche hapermesso l’insediamento di un ricco mosaicovegetazionale.

1.2 Paesaggio vegetale

Il sito possiede una buona varietà di specie edi habitat che appartengono sia alle serie di-namiche naturali proprie delle aree delle fa-sce altitudinali subatlantica – boreale – alpica,

sia alle serie che risentono del-le attività antropiche e, in par-ticolare, del pascolamento.Ricca di corsi d’acqua e di la-ghi, tra cui spicca il Lago Val-mora, l’area della Valtorta eValmoresca presenta una gran-de varietà di habitat: le forma-zioni forestali, presenti soprat-tutto nella parte meridionaledel SIC, si alternano ai pratid’altitudine della porzionesettentrionale, alle torbiere ditransizione, alle aree adibite apascolo, alla vegetazione tipi-ca delle pareti rocciose e allecomunità igrofile.

1.3 Habitat di interessecomunitario

Tra gli habitat elencati nell’Al-legato I della Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9410 – Si tratta di porzionidi foresta a dominanza di abe-te rosso (Picea excelsa (Lam.)Link) e abete bianco (Abies albaMiller) mentre, in alcune zone(quelle alte e interne della val-le), diventano più frequenti i

Larice (foto Giovanni Santamaria).

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

larici (Larix decidua Miller).6230 – Queste formazioni erbose secche sono

praterie secondarie derivanti dalle pratiche di

decespugliamento e pascolo e coincidono conle comunità di cervino (Nardus stricta L.), comequelle sommitali del Montù-Dosso Gambetta

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

e quelle di fondovalle dello Stallone-Malga diPonteranica.

9110 – Presenti in particolare nella porzionesud del sito, i boschi misti di latifiglie a faggio(dominante) con acero montano (Acer pseudo-platanus L.), frassino maggiore (Fraxinus excel-sior L.), felce aquilina (Pteridium aquilinum (L.)Kuhn) e mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.),si sviluppano alle quote inferiori del solcovallivo, condizionati più dalle pratiche colturaliche dai limiti microclimatici ed edafici.

4060 – Nelle aree ripide e poco accessibili,in quelle marginali alle aree di pascolo, neipressi di malghe in stato di abbandono, si svi-luppano cespuglieti, molto ricchi floristica-mente, a rododendro (Rhododendron ferrugi-neum L.), ginepro (Juniperus nana Willd.) e mir-tillo nero, formazioni che sono in espansionegrazie alla diminuzione della pressione antro-pica.

6150 – I versanti scoscesi silicei della parte

settentrionale del sito sono occupati da prateried’altitudine a festuca a fiore scabro (Festucascabriculmis (Hackel) Richter ssp. luedii). Spes-so in alternanza con affioramenti rocciosi, que-ste formazioni si presentano con una fisiono-mia a gradoni a causa del sentieramento dapascolo e della cespitosità propria di questaspecie.

6430 – Presenti con estensioni limitate a cau-sa della regimazione del torrente e dellacaptazione delle acque per scopi energetici(deviate in quota con la diga del Lago di Val-mora), queste comunità igrofile ad alte erbevantano una flora ricca di specie indicatrici ela significativa presenza della specie endemi-ca salvastrella orobica (Sanguisorba dodecandraMoretti), presente in pochi settori del corsomedio-alto del torrente Mora.

8110 – Sviluppate soprattutto nei ghiaionidel monte Triomen e del monte Valletto e incorrispondenza del Montù e del Mincucco,

Rododendro (foto Giovanni Santamaria).

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queste cenosi sono caratterizzate da specieadattate al disturbo gravitativo come felcettacrespa (Cryptogramma crispa (L.) R. Br.),doronico del granito (Doronicum clusii (All.)Tausch) e acetosa soldanella (Oxyria dygina (L.)Hill). Ove le condizioni edafiche lo consenta-no, l’evoluzione dinamica comprende cappel-lini di Schrader (Agrostis schraderana Becherer)con una serie di specie di suoli umidi o pro-prie delle vallette nivali.

8220 – Si tratta di popolamenti discontinuipoveri di specie, tra cui, comunque, si anno-verano quelle specializzate nei confronti dellecondizioni estreme del substrato (fessurazioni,nicchie), sia quelle che hanno il propriooptimum ecologico in altri habitat e che si adat-tano alla discontinuità della superficie rupe-stre. Da segnalare la presenza della specie en-demica erba regina (Telekia speciosissima (L.)Less).

6520 – Conservate attraverso interventi atti-vi, queste praterie di origine secondaria sonodiffuse all’interno del sito in modo piuttosto

puntiforme, soprattutto lungo il fondo vallenella zona meridionale. Qui trovano spazioottime foraggiere come dente di leone ramoso(Leontodon autumnalis L.), trifoglio pratense(Trifolium pratense L.) e trifoglio ladino (Trifo-lium repens L.).

9420 – Legate a substrati irregolari con mas-si ricoperti da strati di suolo poco profondi e,quindi, inadatti ai pascoli, queste formazionisono ben osservabili nelle conche tra il monteMincucco e il Passo del Verrobbio.

7140 – Questo habitat, che nel sito è pre-sente con alcuni tra i principali esempi ditorbiere della catena orobica, si sviluppanella parte nord del sito, dove sono osserva-bili specie come carice fosca (Carex fusca All.(= Carex nigra (L.) Reichhard)), tricoforo ce-spuglioso (Trichophorum caespitosum (L.)Hartman), carice dello Stretto di Magellano(Carex irrigua Wahlenb.), pennacchi guainati(Eriophorum vaginatum L.), pennacchi a fo-glie strette (Eriophorum angustifolium Honc-keny), drosera a foglie rotonde (Drosera ro-

Silene (foto Mauro Perracino).

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tundifolia L.), carice migliacea (Carex paniceaL.), giunco nodoso (Juncus articulatus L.), vi-ola palustre (Viola palustris L.) e specie sor-gentizie e di torrente come sassifraga stellata(Saxifraga stellaris L.) e billeri rotondifoglio(Cardamine asarifolia L.).

1.4 Ambiente umano

Nel tratto inferiore della valle, il grado di ur-banizzazione è ridotto e, per ora, limitato aidue principali insediamenti di Caprile e Val-moresca. Nella porzione settentrionale, l’inter-vento antropico si concretizza nella presenzadella strada di valico (verso Passo S. Marco) anord-est, degli impianti di risalita (Piani del-l’Avaro) ai limiti sud-ovest del sito e delle in-frastrutture connesse allo sfruttamento idricoai fini energetici (bacino idroelettrico, strade estrutture di servizio).

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

La presenza di una buona varietà di ambien-ti naturali e di una variegata composizionevegetazionale ha favorito una notevole ric-chezza di specie ornitiche. Tra i tetraonidi sisegnala il francolino di monte (Bonasa bona-sia), schivo e di difficile osservazione, stazio-nante per lo più in boschi misti ricchi di ce-spugli in corrispondenza dei margini di pa-scoli e radure, il fagiano di monte (Tetraotetrix) a quote leggermente più elevate,coturnice (Alectoris graeca) e la pernice bian-ca (Lagopus mutus), specie di elevato valorenaturalistico che attraversa da anni un graveregresso numerico.

2.2 Altre specie importanti

L’area presenta un’interessante faunaerpetologica: tra le specie di interesse con-servazionistico sono presenti il biacco(Hierophis viridiflavus), il colubro liscio(Coronella austriaca) e il saettone (Elaphe lon-gissima).

Tra le specie vegetali, si riscontrano alcunespecie endemiche: bupleuro stellato (Bupleu-rum stellatum L.), colombina gialla (Corydalislutea (L.) DC.), avena di Parlatore (Helictotri-chon parlatorei (Woods) Pilger), raponzolorupestre (Phyteuma hedraiantifolium R. Schulz),raponzolo di Scheuchzer (Phyteuma scheuchze-ri All.).

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Sassifraga stellata (foto Riccardo Falco).

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3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

La qualità del sito in generale risulta buona,anche grazie al ridotto livello di antropizzazio-ne, sebbene esso sia attraversato, nella parte alta,da una strada di valico nota e utilizzata soprat-tutto dai flussi turistici. I principali fattori dipressione per gli habitat derivano dagli impat-ti antropici collegati ai fenomeni indotti dallastrada, alla presenza di impianti di risalita e del-le infrastrutture connesse allo sfruttamentoidrico. La presenza di versanti ripidi e rupi este-se rende assai difficoltoso l’accesso in alcunezone dove, quindi, la vegetazione evolve incompleta spontaneità; in altre aree, invece, ipendii più dolci e di facile accesso hanno per-messo estensivi sfruttamenti finalizzati alla cre-azione di aree di pascolo.Eccellente appare il grado di conservazione deiboschi di conifere e di quelli di latifoglie, così

come quello dei festuceti, della vegetazione deighiaioni silicei, della vegetazione delle paretirocciose silicee e delle torbiere. Buono anche lostato di conservazione delle lande. I nardeti ri-sultano mediamente ben conservati grazie allapermanenza dell’attività pastorale, il cui abban-dono rappresenta un rischio per questatipologia di habitat che, essendo di origine se-condaria, tende spontaneamente a evolvereverso tipi di vegetazione più complessi mameno interessanti da un punto di vista floristico.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso all’interno delParco delle Orobie Bergamasche. Questo par-co, definito “parco montano forestale”, fu isti-tuito nel 1989 con Legge Regionale 56/89 e in-clude e tutela la parte bergamasca della cate-na delle Orobie.

3.3 Fruibilità

Oltre agli impianti sciistici invernali dei Piani

Drosera a foglie rotonde (foto Riccardo Falco).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

dell’Avaro, l’area del SIC presenta interesseturistico per i numerosi sentieri percorribili apiedi, come per esempio quello che da Averaraporta al rifugio Ca’ San Marco lungo la ViaMercatorum, la strada medievale che collega-va Bergamo con l’alta Val Brembana, impor-tante via di comunicazione tra la RepubblicaVeneta e i Grigioni fino al 1593, anno di aper-tura della Strada Priula. L’intero percorso pre-senta notevoli itinerari naturalistici e permet-te anche di visitare borghi storici di grandeinteresse.Sotto il Passo San Marco, la CasaCantoniera, voluta dalla Serenissima alla finedel Cinquecento, testimonia l’attenzione deiDogi per questa remota valle bergamasca.Un altro itinerario di interesse panoramico estorico è quello che congiunge il rifugio Ca’San Marco al Passo Verrobbio e che incontrale opere di fortificazione della Grande Guerra(la “Linea Cadorna”). La parte valliva sotto iPiani dell’Avaro e verso il Colletto, inoltre, pre-senta un’alternanza di affioramenti rocciosi,tratti boscati e pascoli, con punti particolar-mente panoramici, che nel complesso compon-gono un quadro di grande bellezza. Dal pun-to di vista storico e artistico, spicca la chiesa diS. Brigida, attuale santuario dell’Addolorata,che risale a prima del Duecento ed era l’unicaesistente in Valle Averana.

3.4 Gestione

Dal punto di vista forestale, date le caratte-ristiche dell’area, appare necessario un tipodi governo del bosco che favorisca la diver-sità ambientale, la ricchezza specifica ed lacomplessità strutturale. Le praterie seconda-rie contemplate nella Direttiva “Habitat”possono essere conservate solo con un ade-guato mantenimento dei fattori di origineantropica attinenti l’allevamento ovino e bo-vino che impediscano l’avanzata della fasciaboscata, già piuttosto estesa.Mantenimento delle pratiche pastorali, dun-que, ma anche una loro corretta gestione, attaa evitare il sovrapascolamento e l’eccessivocarico di animali, sono condizioni essenzia-li ai fini della conservazione delle praterie

d’alta quota. Inoltre, un’equilibrata gestionedel regime idrico è fondamentale per laconservazione delle comunità igrofile.In generale, nonostante la pressione antro-pica in questa area sia ancora piuttosto ri-dotta, è necessario considerare che eventua-li nuovi insediamenti ricettivi, nuove stra-de, ampliamenti degli impianti attuali di ri-salita potranno condizionare negativamen-te l’integrità attuale di ampi settori vallivi.Per quanto riguarda la fauna, appare impor-tante la limitazione del disturbo antropicoe, in particolare, del transito delle motoslitte.Nello specifico, per la conservazione dellepopolazioni di anfibi e di rettili, è necessa-rio tutelare l’habitat che caratterizza la val-le, evitando modifiche strutturali o inter-venti invasivi che possano alterare i fragiliequilibri delle zone umide poste a monte,tra il Lago di Valmora ed il Piano del-l’Acquanera.

Pennacchi guainati (foto Riccardo Falco).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Pennacchi a foglie strette (foto Riccardo Falco).

4. BIBLIOGRAFIA

Frattini S. (1997). Torbiere e altre zone umide nel Par-co dell’Adamello e nelle Orobie Bresciane. RegioneLombardia, Servizio Risorse Energetiche e Am-bientali e Tutela dell’Ambiente Naturale e Parchi.

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-

ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard SitoValtorta e Valmoresca. Aggiornamento 2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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VALLE DI PIAZZATORRE -ISOLA DI FONDRA

IT 2060002

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 43 23 - Latitudine 45 59 00

Altitudine (m s.l.m.): 600 (min) - 2.291 (max)

Superficie (ha): 2.512,99

Comune: Branzi, Isola di Fonda, Lenna, Moio de’ Calvi, Olmo alBrembo, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo,Valnegra.

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C3b5, C3c5, C4b1, C4b2, C4c1, C4c2

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: parte di proprietà pubblica, parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito è localizzato nell’ambito della ValleBrembana, a nord della Piana di Lenna e dellaconfluenza dei due rami del fiume Brembo (diMezzoldo ad ovest e di Carona a est), che nedelineano il perimetro. L’area si sviluppa at-torno al monte Torcola, dalle pendici delCostone a nord fino a spingersi agli abitati diPiazza Brembana e a Valnegra e dagli abitatidi Piazzatorre e Piazzolo a est fino alla localitàdi Isola di Fondra a ovest.

1.2 Paesaggio vegetale

Le zone sono caratterizzate da un’elevata di-versità ambientale con presenza di estese areeboscate anche a bassa quota: peccete nei ver-santi nord-occidentali, faggete e acero-tiglieti

su quelli sud-orientali. Più a nord, alle alte quo-te delle pendici del monte Secco, trovano spa-zio le cenosi calcofile (seslerio-sempervireti,firmeti, vegetazione dei ghiaioni alpini e dellerupi), mentre le zone centrali del sito, quellesu cui maggiormente incidono le attività turi-stiche, sono occupate da vegetazione erbaceaacidofila, quali i pascoli a cervino (Nardusstricta L.) e, in modo più localizzato, da am-bienti rupicoli silicei.Incrementano ulteriormente la diversità del sitoi prati da sfalcio che, tuttavia, soprattutto allequote maggiori, sono in stato di abbandono.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

9410 – Questi boschi sono i più diffusi al-l’interno del SIC, dove sono distribuiti in modouniforme sull’intera area, a eccezione della

Pecceta (foto Giovanni Santamaria).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

parte meridionale. Si tratta di boschi diaghifoglie a dominanza di abete rosso (Piceaexcelsa (Lam.) Link), con sporadica e localiz-zata presenza di altre specie arboree come ilfaggio (Fagus sylvatica L.) e l’abete bianco (Abiesalba Miller).

9110 – Localizzati nella parte meridionale delsito, questi boschi sono caratterizzati dalla pre-senza di faggio, raramente associato a abeterosso, larice (Larix decidua Miller) e castagno(Castanea sativa Miller). Lo stratoarbustivo più basso è dominatodal mirtillo nero (Vacciniummyrtillus L.), mentre nello stratoerbaceo si scorgono polipodio co-mune (Polypodium vulgare L.), fel-ce dei faggi (Phegopteris polypo-dioides Fee), brugo (Calluna vul-garis (L.) Hull), lonchite minore(Blechnum spicant (L.) Roth) esassifraga a foglie cuneate (Saxi-fraga cuneifolia L.).

6230 – Queste formazioni erbo-se a cervino (Nardus stricta L.)sono praterie secondarie d’altitu-dine derivanti dalle opere di ri-mozione della vegetazione le-gnosa con successivo sfruttamen-to a pascolo. Qui dominano ele-

menti graminoidi (Poaceae eCiperaceae) e, in misura mino-re, non graminoidi (soprattut-to Fabaceae, Asteraceae, Ra-nuncolaceae, Lamiaceae, Poli-galaceae, Brassicaceae).

9180 – Tipici dei pendii ripi-di di medio – basso versante edegli impluvi, soprattutto instazioni fresche con terreni ric-chi di humus, questi boschimisti sono dominati da frassi-no maggiore (Fraxinus excelsiorL.) e acero montano (Acerpseudoplatanus L.), talora ac-compagnati da tiglio selvatico(Tilia cordata Miller).

6170 – Tra le formazionierbacee su suolo calcareo, nel

sito si ritrovano i seslerio-sempervireti e ifirmeti. Nei primi si riscontrano sesleria comu-ne (Sesleria varia ( Jacq.) Wettst.), cariceverdeggiante (Cerex sempervirens Vill.), caricepiè d’uccello (Carex ornithopoda Willd.), cariceminore (Carex humilis Leyser), avena di Parla-tore (Helictotrichon parlatorei (Woods) Pilger).Dominati da carice rigida (Carex firma Host)sono, invece i firmeti, formazioni microtermepioniere molto significative per il loro valore

Rododendro irsuto (foto Mauro Perracino).

Rododendro ferrugineo (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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corologico-geobotanico e per la ricchezza di en-tità endemiche.

6520 – Mantenute con periodiche operazio-ni di sfalcio e concimazione, queste prateriesono diffuse all’interno del sito in modo piut-tosto puntiforme, soprattutto lungo il fondovalle nel settore centro-meridionale. Qui tro-vano spazio ottime foraggiere appartenenti inparticolare alle Poaceae, alle Fabaceae e alleAsteraceae.

8210 – Localizzate nella parte settentrionaledel sito, in particolare lungo le pendici delmonte Secco, queste cenosi sono proprie dellerupi soleggiate e di quelle strapiombanti. Sitratta di cenosi termofile e xerofile (Potentillioncaulescentis) in cui compaiono specie caratteri-stiche come erba regina (Telekia speciosissima(L.) Less.) e raponzolo di Scheuchzer (Phyteumascheuchzeri All.) e molte altre specie endemichee di particolare interesse.

9420 – Caratterizzate da uno stratopiuttosto rado di larici accompagnatotalvolta da abeti rossi, queste cenosi sisviluppano soprattutto lungo i versantidirupati sud-orientali del monte Tor-cola o, in alcuni casi, ricolonizzano lezone di pascolo abbandonate.

6430 – Diffuse soprattutto nella zonacentro-orientale del sito, in modo ridot-to e frammentario (e molto differenzia-to come quote), queste fitte e intricateboscaglie di ontano verde (Alnus viridis(Chaix) Dc.) occupano sovente gliimpluvi e i canaloni percorsi dalle va-langhe, comportandosi spesso comevegetazione pioniera. Nel sottobosco,ricca è la rappresentanza di diversespecie di felci.

8120 – Sebbene poco diffusa nel sito,la vegetazione dei detriti calcarei com-pare con interessanti entità endemiche,in alcune zone anche a basse quote, so-prattutto lungo i canali di valanga,dove il ristagno dell’acqua crea le con-dizioni ideali per aggruppamenti acavolaccio verde (Adenostyles glabra(Miller) DC.), doronico dei macereti(Doronicum grandiflorum Lam.) e doro-

nico di Colonna (Doronicum columnae Ten.).4070 – Diffusi nella porzione nord del sito,

questi boschi sono dominati da pino mugo(Pinus mugo Turra) accompagnato da rododen-dro irsuto (Rhododendron hirsutum L.). Com-pongono lo strato erbaceo numerose specieendemiche sudalpiche come primula glauce-scente (Primula glaucescens Moretti) e caricesudalpina (Carex austroalpina Becherer).

4060 – Le fasce di transizione tra il limitesuperiore delle foreste e le praterie d’altitudi-ne sono occupate da ridotti e frammentati con-sorzi a rododendri, a rappresentare la lentaricostruzione del bosco, o da altre specie qualii mirtilli (Vaccinium myrtillus L., V. uliginosumL., V. vitis-idaea L.), erica carnicina (Erica carneaL.) o da elementi residuali del bosco (abeterosso o larice).

8220 – Le pareti rocciose silicee presentanovegetazioni che, seppur molto rarefatte, sono

Raponzolo di Scheuchzer (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

caratterizzate da una ricchezza floristica mol-to elevata che annovera entità endemicherelittuali delle Prealpi Lombarde. Qui domi-nano raponzolo rupestre (Phyteuma hedraian-thifolium R. Schulz), primula irsuta (Primulahirsuta All.), billeri pennato (Cardamineresedifolia L.), androsace di Vandelli (Androsacevandellii (Turra) Chiov.), felcetta fragile(Cystopteris fragilis (L.) Bernh.), cappellini del-la silice (Agrostis rupestris All.) e cinquefogliafior d’oro (Potentilla aurea L.).

8110 – Si tratta di cenosi caratterizzate daspecie adattate al disturbo gravitativo, comecolombina gialla (Corydalis lutea (L.) DC.),romice scudato (Rumex scutatus L.), felcettacrespa (Cryptogramma crispa (L.) R. Br.),silene rupestre (Silene rupestris L.), billeripennato, linajola alpina (Linaria alpina (L.)Miller), doronico dei macereti, arabetta al-pina (Arabis alpina L.) e diverse specie delgenere Thymus.

1.4 Ambiente umano

All’interno del sito sono presenti pochi nucleiabitati localizzati lungo il versante sud-orien-tale, presso le località di Pusdosso, Cornelli eFoppa, e alcuni elettrodotti situati lungo i ver-santi meridionali e orientali.Molto sviluppata la rete sentieristica. Si osser-vano, inoltre, diverse piste forestali utilizzateanche come strade per raggiungere le abita-zioni in quota, oltre a piste da sci e impianti dirisalita, soprattutto lungo il versante nord-oc-cidentale del monte Torcola.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Nonostante la presenza di strutture che testi-moniano la presenza di attività antropiche, nelsito permangono caratteri di naturalità diffusa

Boscaglia a pino mugo (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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che permettono il rinvenimento di numerosespecie di avifauna a distribuzione boreoalpinae eurosibirica. Tra gli strigiformi si segnalano ilgufo reale (Bubo bubo), osservato nelle areeaperte nei pressi del monte Torcola, e la civettacapogrosso (Aegolius funereus), specie stretta-mente legata alla presenza del picchio nero(Dryocopus martius), in quanto assidua frequen-tatrice dei nidi da lui abbandonati. Si osserva,

inoltre, come la popolazione di falco pellegrino(Falco peregrinus) sembri manifestare un par-ziale recupero. Il fagiano di monte (Tetrao tetrix)vi viene osservato regolarmente al limite supe-riore della vegetazione forestale e nelle forma-zioni di ontano verde. Il limite superiore dellavegetazione, inoltre, è il sito di alimentazioneper i grandi rapaci, tra cui l’aquila reale (Aquilacrysaetos).

2.2 Altre specie importanti

Per quanto riguarda anfibi e rettili, la zona delsito più idonea, quella sommitale, è soggetta aprofonde trasformazioni finalizzate allo sfrut-tamento turistico. Tra le specie di interesse con-servazionistico compaiono il biacco (Hierophisviridiflavus), il colubro liscio (Coronella austria-ca) e la lucertola muraiola (Podarcis muralis).Tra i chirotteri, interessante la presenza delvespertilio di Daubenton (Myotis daubentoni),del pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) edel pipistrello di Savi (Hypsugo savii).Tra le specie vegetali si riscontrano alcune spe-cie elencate nei Libri Rossi nazionale e regio-nale oltre ad altre endemiche: arnica (Arnica

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

montana L.), primula glaucescente (Primulaglaucescens Moretti), vulneraria comune(Anthyllis vulneraria L. subsp. baldensis (Kerner)Becker), avena delle Alpi (Avenula praeusta(Rchb.) Holub), campanula dell’Insubria(Campanula elatinoides Moretti), carice sudal-pina, avena di Parlatore (Helictotrichon parla-torei (Woods) Pilger), laserpizio di Krapf(Laserpitium krapfii Crant subsp. Gaudinii

(Moretti)), laserpizio delle Dolomiti (Laser-pitium peucedanoides L.), pedicolare diBarrelier (Pedicularis adscendes Schleicher),raponzolo di Scheuchzer (Phyteuma scheu-chzeri All.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Grazie all’elevata varietà e alla discretastruttura dei singoli habitat, la qualità com-

plessiva del sito risulta buona. Eccellente, in par-ticolare, lo stato di conservazione delle cenosidelle pareti rocciose calcaree, silicee e di quel-le dei ghiaioni calcarei. Buono lo stato di con-servazione dei boschi di abete rosso, sebbenela presenza di impianti sciistici ne abbiano in-terrotto, in alcune zone, la continuità, innescan-do processi erosivi lungo i pendii e condizio-nandone la stabilità. Buona anche la valutazio-ne delle faggete, delle mughete, dei nardeti edegli aceri-frassineti e aceri-tiglieti, in certi casiin decisa espansione. Mediocre è, invece, lo sta-to di conservazione dei prati da fieno, proba-bilmente proprio a causa della loro dipenden-za dagli interventi di taglio e concimazione daparte dell’uomo.A incidere negativamente sul disturbo e sullaframmentazione degli habitat contribuiscono,soprattutto, la rete sentieristica, le piste fore-stali e gli elettrodotti localizzati lungo i ver-santi meridionali e orientali. La vulnerabilitàdel sito, infatti, è legata fondamentalmente alleattività turistiche sviluppate nelle località li-mitrofe: la presenza di impianti sciistici ha cau-sato l’innesco di processi erosivi anche impor-tanti.

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

In misura minore, anche le attività agro-silvo-pastorali tradizionali incidono negativamentesugli habitat, in quanto, se effettuate in modoeccessivo, tendono a impoverire la composizio-ne floristica, a innescare fenomeni erosivi e amodificare la fisionomia e la struttura delle ti-pologie vegetazionali.Anche l’abbandono delle attività tradizionali,tuttavia, è da considerarsi senza dubbio dan-noso per il sito, portando a una perdita di ti-pologie prato-pascolive (nardeti e prati dasfalcio) con l’ingresso di fanerofite. La sussi-stenza di questi ambienti è strettamente lega-ta al mantenimento stesso delle attività eco-nomiche tradizionali fondate sull’allevamen-to del bestiame.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso all’interno delParco delle Orobie Bergamasche. Questo par-

co, definito “parco montano forestale”, istitui-to nel 1989, include e tutela la parte bergama-sca della catena delle Orobie.

3.3 Fruibilità

Il sito è ricco di sentieri da percorrere a piediper raggiungere valli e cime (valle Torcola,monte Colle, monte Secco), ma anche le anti-che contrade di origine medievale che sorgo-no nei pressi di Isola di Fondra: Cornelli,Foppa, Forcella, Pusdasso, Via Piana, ai piedidel monte Torcola. Questi borghi conservanotraccia di abitazioni e chiese risalenti anche al1500.Oltre a Isola di Fondra e i suoi borghi antichi,ricordiamo Piazzatorre, divenuta importantestazione sciistica anche grazie ai collegamenticon i due rifugi sul monte Torcola, Moio de’Calvi, una volta residenza di villeggiatura dellanobile famiglia veneziana dei Calvi, Valnegra ePiazzolo.

Polipodio comune (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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3.4 Gestione

Considerato l’impatto delle attività turistichesul sito, appare utile individuare misurecautelative relativamente alla presenza degliimpianti sciistici e definire una migliore inte-grazione di impianti e piste esistenti con lanecessità di attivare interventi di ripristinoambientale che garantiscano una maggiore sta-bilità. Importante la salvaguardia delle diver-se tipologie di bosco nei suoi diversi aspettistrutturali, anche attraverso l’individuazionedelle aree meglio conservate e il loro indirizzoverso un’evoluzione naturale, con interventiridotti al minimo e comunque solo di tipoconservativo. Per quanto riguarda i nardeti, ènecessaria una gestione attenta e bilanciatadelle attività di pascolo: questi ambienti sono,infatti, mantenuti attraverso l’intervento antro-pico, ma la loro composizione floristica rischiaallo stesso tempo l’impoverimento se l’attivitàdi pascolo diventasse eccessiva. Anche le for-mazioni erbose calcicole necessitano azioni disalvaguardia (attuabili attraverso il conteni-mento della pressione zootecnica), soprattut-to in relazione al valore naturalistico e alla fun-zione di rallentamento dei processi erosivi sui

versanti. È consigliabile l’incentivazione dellepratiche agro-pastorali a basso impatto am-bientale ai fini del mantenimento della funzio-nalità degli habitat a pascolo e prato. Relati-vamente alla gestione faunistica, sarebberonecessari soprattutto interventi sui corpi idricimirati al miglioramento della qualità delle ac-que, alla conservazione e alla manutenzionedelle pozze ai fini della conservazione dellafauna anfibia.

4. BIBLIOGRAFIA

D’Auria G (2004). Stato e indicazioni di gestionerelative al SIC Valle di Piazzatorre-Isola di Fondra.

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Valledi Piazzatorre – Isola di Fondra. Aggiornamento2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Gufo reale (Foto Mino Piccolo)

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ALTA VAL BREMBANA -LAGHI GEMELLI

IT 2060003

Foto Riccardo Falco

Foto Riccardo Falco

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 50 23 - Latitudine 46 00 49

Altitudine (m s.l.m.): 1.550 (min) - 2.808 (max)

Superficie (ha): 4.251,42

Comune: Branzi, Carona, Gandellino, Valgoglio

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C3d5; C4d1; C4c1

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: parte pubblica e parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito si trova nella parte nord-orientale delbacino della Valle Brembana, lungo il ramo diCarona del fiume Brembo. Il perimetro, moltoampio, si estende dal confine provinciale anord fino ai Laghi Gemelli a sud e dalla Costad’Agnone a est, verso la Val Seriana, fino alPizzo dell’Orto a ovest. Il sistema roccioso co-stituito da Pizzo Cigola, monte Aga, Pizzo del

Diavolo, Poris e Grabiasca definisce il confinenord-orientale del sito. A nord, infatti, il sito ècircoscritto dalle creste spartiacque tra il baci-no brembano e quello valtellinese, a cui si ac-cede attraverso i Passi Venina e Cigola. A est,invece, il territorio è separato dal bacino dellaValle Seriana da vari Passi, tra cui quelli diValsecca, Reseda, Portala e Aviasco. L’area èdominata dal Pizzo del Diavolo di Tenda: quiha origine un ramo del fiume Brembo che, ali-mentato poi da varie sorgive e affluenti, for-ma un complesso bacino idrografico.

1.2 Paesaggio vegetale

L’importanza del sito è data dal-l’elevata diversità di habitat, incondizioni di buona conserva-zione: dalle formazioni forestalidi aghifoglie alle praterie natu-rali dei crinali e dei versanti piùacclivi, fino alle torbiere di tran-sizione e alla vegetazione dellepietraie e delle rupi silicee. Lamaggior parte del sito, tuttavia,si trova al di sopra delle forma-zioni forestali ed è occupato dapraterie alpine e subalpine. Este-se coltri detritiche ospitano sta-zioni di viola di Comolli (Violacomollia Massara) e androsacedei ghiacciai (Androsace alpina(L.) Lam.). Degni di nota i me-gaforbieti in cui spicca l’endemi-ca orobica salvastrella orobica(Sanguisorba dodecandra Moretti)e i varieti a festuca a fiore sca-bro (Festuca scabriculmis (Hac-kel) Richter), endemismo che ca-ratterizza i versanti sud occiden-tali dell’arco alpino.

1.3 Habitat di interessecomunitario

Tra gli habitat elencati nell’Al-legato I della Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:Immagine di uno dei diversi torrenti che solcano il sito (foto Riccardo

Falco).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

6150 – I versanti più acclivi e generalmentecon esposizione a mezzogiorno sono coloniz-zati da cenosi erbacee con grandi cespi difestuca a fiore scabro affiancati a formare unacopertura discontinua con aspetto a gradoni.

Alla specie dominante si accompagnano an-che raponzolo di Scheuchzer (Phyteumascheuchzeri All.), giunco delle creste (Juncustrifidus L.) e silene rupestre (Silene rupestris L.).

6230 – Presenti sui substrati silicei con leg-

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

gera pendenza, queste formazio-ni a cervino (Nardus stricta L.), allebasse quote, rappresentano ceno-si di sostituzione derivanti dalpascolamento di aree private del-l’originaria copertura boschiva.

8110 – Per questo habitat, mol-to diffuso nel SIC, si possono in-dividuare due tipologie vegetazio-nali: sui ghiaioni esposti a sud, ari-di e a struttura grossolana (MonteMadonnino e Monte Cabianca)trovano spazio specie come cavo-laccio lanoso (Adenostyles leu-cophylla (Vill.) Rchb.), doronico delgranito (Doronicum clusii (All.)Tausch), linajola alpina (Linaria al-pina (L.) Miller), millefoglio delgranito (Achillea moschata Wulfen),primula vischiosa (Primula latifoliaLapeyr.), cariofillata delle pietraie(Geum reptans L.), sassifraga retusa(Saxifraga retusa Gou.); sui ghiaionia struttura fine, umidi ed espostia nord, domina erba lucciola deighiacciai (Luzula alpino-pilosa(Chaix) Breistr.), accompagnata dasalice erbaceo (Salix herbacea L.),acetosa soldanella (Oxyria digyna(L.) Hill), doronico dei macereti(Doronicum grandiflorum Lam.) ealcune specie del piano nivale.

4060 – Presenti soprattutto nella zona nord ein quella ovest del sito, questi arbusteti a rodo-dendro rosso (Rhododendron ferrugineum L.), gi-nepro nano (Juniperus nana Willd.), mirtillo nero(Vaccinium myrtillus L.) e mirtillo falso (Vacciniumuliginosum L.) colonizzano gli espluvi dei ver-santi generalmente esposti a nord, nella fasciadi transizione tra i boschi e le praterie alpine.

9420 – Questi boschi alpini sono dominatida larice (Larix decidua Miller) in una strutturaaperta e luminosa in quota e con presenza si-gnificativa di abete rosso (Picea excelsa (Lam.)Link), invece, a quote basse. Nei tratti piùacclivi del versante nord del monte Cabiancaè presente in modo puntiforme di pino cembro

(Pinus cembra L.) e dell’orchidea listera mino-re (Listera cordata (L.) R. Br.).

8220 – Alle quote più elevate, sulle paretirocciose con condizioni ambientali estreme, sisviluppano due tipi di associazione con spe-cie rare e di pregio naturalistico con spiccatiadattamenti: la vegetazione delle pareti in am-bito subalpino, inquadrabile nell’associazioneAsplenio-Primula hirsutae, e quella delle paretiche si sviluppano a quote più elevate, che af-ferisce all’associazione Androsacetum vandelii.

6430 – Sui versanti umidi, negli impluvi, neipiedi delle pareti, sugli sfasciumi grossolani elungo i torrenti, si sviluppano arbusteti a on-tano verde (Alnus viridis (Chaix) Dc.). Accantoalla specie dominante, rododendro rosso, gine-

Genziana punteggiata (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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pro nano, martilli e specie erbacee di grande ta-glia come cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae(Gouan) Kerner), veratro comune (Veratrum al-bum L.), genziana punteggiata (Gentiana punctataL.), imperatoria vera (Peucedanum osthrutium (L.)Koch) e molte felci.

7140 – Si tratta di torbiere di transizione dif-fuse su tutta l’area sulle rive dei laghi e suipendii poco acclivi con acqua di scorrimento,tra i 600 e i 2.200 m di altitudine. Sebbene que-sto habitat sia caratterizzato da una grandevarietà di comunità vegetali con entità domi-nanti diverse in funzione della qualità delleacque, in generale presenza costante è quelladi ciperacee del genere Carex.

1.4 Ambiente umano

Gran parte del territorio è interessato dallapresenza di numerosi bacini idrici artificiali divarie capacità, dalle attività di sfruttamento del-

l’energia idrica e della relativa rete di infrastrut-ture di servizio e di strade. Il SIC è interessatoanche da attività di allevamento e attività turi-stico-ricreative: numerosi i sentieri da percor-rere e i rifugi presso cui sostare. Nei pressi delsito sorge Carona, una volta importante bacinominerario con un forno fusorio che già all’epo-ca romana lavorava per la cottura del materialeestratto dalla vene metallifere del monte Sassoe della zona di Carisole. Carona e Branzi sononote anche per la coltivazione delle cave dipiode, usate soprattutto per la copertura dei tettie come pietra ornamentale.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Tra le specie di interesse comunitario, nel SICsono state segnalate soltanto specie ornitiche.

Gemma di larice (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

2.2 Altre specie importanti

La zona del SIC è di notevole interesseerpetologico, con presenza delle specie ti-piche della catena alpina meridionale. Trai rettili, sono stati osservati colubro liscio(Coronella austriaca) e lucertola muraiola(Podarcis muralis), specie inclusa nell’Alle-gato IV della Direttiva “Habitat” ; la sua di-stribuzione raggiunge qui il limite massimo dialtitudine per la Lombardia (1970 m di quotapresso la diga del Fregabolgia). Tra gli anfibi,ricordiamo la salamandra nera (Salamandraatra), anch’essa inserita nell’Allegato IV dellaDirettiva 92/43/CEE, ben rappresentata soprat-tutto nella conca dei Laghi Gemelli.

Particolarmente diversificata è la zoocenosivertebrata dell’orizzonte alpino e nivale, in cuispicca la presenza regolare dell’aquila reale(Aquila chrysaetos) che, dopo un periodo mol-to critico legato anche alla diminuzione di mar-motte e alla persecuzione diretta, sta aumen-tano in consistenza. Buone le presenze nume-riche di galliformi, tra cui pernice bianca

(Lagopus mutus), coturnice(Alectoris graeca) e fagiano dimonte (Tetrao tetrix), queste ul-time due specie in regresso nu-merico su tutto l’arco alpino. Inparticolare, per la coturnice, lostato di conservazione negativoè stato aggravato, nel sito, dauna gestione venatoria pocooculata. Tra i mammiferi di im-portanza conservazionistica,sono presenti lo stambecco (Ca-pra ibex) e la lepre alpina (Lepustimidus).Tra le specie vegetali, si riscon-trano alcune specie endemiche:arabetta celeste (Arabis caeruleaAll.), assenzio genepì a spiga(Artemisia genepi Weber), bu-pleuro stellato (Bupleurum stel-latum L.), laserpizio di Krampf(Laserpitium krapfii Crantzsubsp. gaudinii), raponzolo mi-nore (Phyteuma globulariifoliumSternb. et Hoppe), raponzolorupestre (Phyteuma hedraiantifo-lium R. Schulz), raponzolo diScheuchzer, viola di Comolli.Altre specie importanti sonoaglio serpentino (Allium victo-rialis L.), androsace di Vandelli(Androsace vandellii (Turra)

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Erba lucciola (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Chiov.), carice puzzolente (Carex foetida All.),drosera foglie rotonde (Drosera rotundifolia L.),genziana porporina (Gentiana purpurea L.),listera minore, saussurea cordata (Saussureadiscolor (Willd.) DC), sassifraga rosulata (Saxi-fraga androsacea L.), sassifraga di Séguier (Sa-xifraga seguieri Sprengel), giuncastrello delletorbiere (Scheuchzeria palustris L.), primulairsuta (Primula hirsuta All.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

In generale, le condizioni di conservazionedegli habitat sono buone, anche grazie alla dif-ficoltà di instaurare attività antropiche. Otti-mo, in particolare, lo stato qualitativo deivarieti, della vegetazione dei ghiaioni silicei edei nardeti d’alta quota (medio quello deinardeti a quote inferiori). Buono anche lo sta-

to di conservazione delle lande alpine e deilariceti, che sono in espansione in seguito allacontrazione delle attività di allevamento. I pa-scoli occupano una superficie molto estesa, lamaggior parte della quale con un buon gradodi qualità naturale, a dimostrazione di unosfruttamento equilibrato. In alcuni casi, tutta-via, soprattutto in corrispondenza delle areepiù accessibili, esso può diventare troppo in-tensivo o dare luogo a fenomeni di degradoche possono innescare processi erosivi. Altrofacile bersaglio delle attività di pascolamento,se non controllate, sono le torbiere che posso-no essere danneggiate nel loro precario equi-librio.La frequentazione turistica è di un certo rilie-vo, ma sembra non dare luogo a un significa-tivo impatto ambientale, trattandosi soprattut-to di turismo escursionistico estivo. Il maggio-re fattore di vulnerabilità è legato alla presen-za di un’elevata concentrazione di bacini idrici

Raponzolo di Scheuchzer (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

artificiali connessi alla produzione di energiaidroelettrica e delle relative infrastrutture diservizio e strade.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso all’interno delParco delle Orobie Bergamasche. Questo par-co, definito “parco montano forestale”, istitu-ito nel 1989 con Legge Regionale 56/89, inclu-de e tutela la parte bergamasca della catenadelle Orobie.

3.3 Fruibilità

L’attività turistica legata altrekking estivo all’interno delsito è ben sviluppata e si basasu una fitta rete di sentieri erifugi utilizzati da tempo. E’possibile visitare buona par-te dei laghi percorrendo unsentiero che fa tappa, peresempio, al Rifugio LaghiGemelli, situato nei pressidella diga dei Laghi Gemelli,al Rifugio Fratelli Calvi, ac-canto al Lago Fregabolgia e alRifugio Longo, nei pressi delLago del Diavolo. Dai LaghiGemelli è possibile prosegui-re verso il Pizzo Farno o ver-so il Pizzo del Becco, la cimapiù frequentata della zona.

3.4 Gestione

Le buone condizioni di con-servazione degli habitat, leconnotazioni ambientali e ge-ografiche e il tipo di attivitàsvolte all’interno del sito nonrichiedono particolari e ur-genti interventi di gestione.Questo vale soprattutto per iboschi di larici, per gli habitatrocciosi del piano alpino, perle praterie a festuca, per gliarbusteti del piano subalpino,

per cui le linee di gestione devono perseguireuna conservazione passiva dell’habitat, rispet-tando l’espressione della dinamica naturale.Sono necessari, invece, controllo e regolamen-tazione delle attività di pascolo per la tuteladelle aree umide e dei nardeti, al fine di man-tenere una copertura vegetazionale continuae favorire la ricomparsa di specie di interessenaturalistico. Più in generale, è necessario evi-tare qualunque azione che possa innescare fe-nomeni erosivi come, per esempio, l’aperturadi strade in siti già soggetti a erosione.Al fine di conservare le popolazioni di anfibinell’area, sono necessari, inoltre, interventi sui

Uno dei laghi artificiali ricavati per la produzione di energia elettrica(foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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corpi idrici tesi al miglioramento della qualitàdelle acque, azioni di manutenzione delle poz-ze e delle torbiere, controllo delle variazionidi livello dei corsi d’acqua regolati da sbarra-menti artificiali e rigida tutela dei siti ripro-duttivi degli anfibi. Oltre a un monitoraggioperiodico dello status delle popolazioni, ap-pare necessario evitare qualsiasi alterazionedella qualità delle acque, vista la particolaresensibilità degli urodeli alle alterazioni chimi-co-fisiche, e l’immissione di specie d’ittiofaunapericolose per gli anfibi, considerato come si-mili immissioni hanno sterminato le ultime po-polazioni di tritone alpestre (Triturus alpestris)presenti in zona. Relativamente all’avifauna,andrebbero regolamentate le attività escursio-nistiche durante la nidificazione o nel periodoinvernale, quando la situazione ambientale ègià critica, nonché l’attività venatoria, in parti-

colare per quanto riguarda il prelievo di fa-giano di monte e coturnice.

4 BIBLIOGRAFIA

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo Ser-vizio Aree Protette

Marchesi E. (2004) - Stato e indicazioni di gestio-ne relative al SIC Alta Val Brembana e Laghi Ge-melli

NATURA 2000 - Formulario standard Sito AltaVal Brembana e Laghi Gemelli. Aggiornamen-to 2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

Astranzia maggiore (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Scorcio del sito (foto Riccardo Falco).

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ALTA VAL DI SCALVEIT 2060004

Foto Riccardo Falco

Foto Riccardo Falco

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 10 09 45 - Latitudine 46 00 39

Altitudine (m s.l.m.): 793 (min) - 2.687 (max)

Superficie (ha): 7.052,837

Comune: Azzone, Schilpario, Vilminore di Scalve

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 D3a4; D3a5; D3b4; D3b5; D4a1; D4b1

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: prioritariamente pubblica e solo in parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito della Alta Val di Scalve è situato al li-mite nord-orientale della provincia bergama-sca, all’interno del più ampio comprensoriodella Valle Seriana. L’ampio perimetro del-l’area è definito in larga misura dal confineprovinciale a nord, a est e a sud, chiudendosia ovest in modo tale da escludere l’abitato diSchilpario. La litologia varia all’interno del-l’area, passando da zone conprevalenza di substrati carbo-natici sul versante sud ad areecon prevalenza di substratisilicei sul versante nord. La val-le, con morfologia movimenta-ta da numerose valli laterali aversanti acclivi e accidentati, èpercorsa dal fiume Dezzo, af-fluente di destra dell’Oglio, cheha sorgente presso il Passo deiCampelli.

1.2 Paesaggio vegetale

Nell’area, che è molto vasta e inbuona parte situata al di sopradel limite della vegetazioneforestale, si rinvengono tipolo-gie di habitat differenziate prin-cipalmente in funzione delgradiente altitudinale: si passadalle formazioni forestali di la-tifoglie, alle quote inferiori, allepraterie naturali dei crinali e deiversanti più acclivi. La varietàdi tipi litologici, poi, comportaun’ulteriore diversificazioneambientale, con incremento del-la biodiversità complessiva: nel-l’area si alternano praterie alpi-ne e subalpine, pascoli, forestedi sempreverdi, boscaglie, areerocciose, foreste di caducifoglie,praterie umide, torbiere.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9410 – In queste formazioni, al dominanteabete rosso (Picea excelsa (Lam.) Link) si accom-pagnano uno strato arbustivo generalmenterado e povero di specie, uno strato erbaceovariabile in relazione al livello di ombreggia-mento (per lo più mirtillo nero (Vacciuniummyrtillus L.), sparviere dei boschi (Hieraciumgr. sylvaticum (L.) L.), erica carnicina(Erica

Scorcio di ambiente naturale del sito (foto Riccardo Falco).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

carnea L.) e verga d’oro comune (Solidago vir-gaurea L.) e una importante componentebriologica.

6230 – Si tratta di praterie tipiche dei terreniacidificati con poca pendenza e soggetti dalungo tempo al pascolamento del bestiame.Qui domina il cervino (Nardus stricta L.), cui siaccompagnano specie a basso valore di coper-tura come carice verdeggiante (Carex sempre-visrens Vill.), cariofillata montana (Geummontanum L.), campanula barbata (Campanulabarbata L.) e cinquefoglia fior d’oro (Potentillaaurea L.).

6150 – Presenti in prevalenza sul versantesettentrionale della valle, queste praterie aci-dofile a dominanza di festuca a fiore scabro(Festuca scabriculmis (Hackel) Richter) siinsediano soprattutto su pendii acclivi.

6430 – Si tratta di arbusteti a ontano verde(Alnus viridis (Chaix) Dc.) insediate nei piani

montano e subalpino, preferenzialmente supendii acclivi, su versanti umidi ed ombrosi,negli impluvi, nei canaloni percorsi dalla va-langhe.

9130 – All’interno del SIC, le faggete si svi-luppano soprattutto sul versante meridiona-le, in corrispondenza di substrati a matricecarbonatica, in particolare nella porzione sud-ovest, dove l’altimetria risulta più favorevole.Al faggio (Fagus sylvatica L.), si accompagna-no l’abete rosso, l’abete bianco (Abies albaMiller), l’acero montano (Acer pseudoplatanusL.) e coperture mediamente ridotte a livelloarbustivo ed erbaceo.

4060 – Nella fascia di transizione tra lepraterie d’altitudine e la vegetazione forestale,si sviluppano arbusteti dove rododendro ros-so, ginepro nano e mirtilli sono associati a nu-merose specie erbacee presenti anche neinardeti (con cui questo habitat è in stretta con-

Campanula dell’arciduca (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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nessione dinamica) e una ricca componentelichenico-muscinale.

8210 – Presente soprattutto a quote elevatesul confine sud-orientale del sito, questohabitat è costituito da specie con grande capa-cità adattativa alle condizioni estreme, comeasplenio ruta di muro (Asplenium ruta-murariaL.), cinquefoglia penzola (Potentilla caulescensL.), colombina gialla (Corydalis lutea (L.) DC.),felcetta fragile (Cystopteris fragilis (L.) Bernh.),raponzolo di Scheuchzer (Phyteuma scheuchzeriAll.) e numerose specie endemiche.

6170 – Queste praterie rade, che colonizza-no aree a morfologia aspra a quote elevate,sono dominate da ciperacee come carice rigi-da (Carex firma Host) e carice verdeggiante egraminacee come sesleria comune (Sesleria va-ria (Jacq.) Wettst.), cui si associano camedrioalpino (Dryas octopetala L.), primula galuce-scente (Primula glaucescens Moretti), astro fal-sa pratolina (Aster bellidiastrum (L.) Scop.),poligono viviparo (Polygonum viviparum L.),

biscutella montanina (Biscutella laevigata L.) ebriofite come Tortella tortuosa e Campyliumchrysophyllum.

8110 – Concentrate nella porzione settentrio-nale del sito, queste formazioni sono caratte-rizzate da specie erbacee perenni di piccolataglia, con copertura rada e discontinua: tra diesse spiccano erba lucciola dei ghiacciai (Luzulaalpino-pilosa (Chaix) Breistr.), arenaria biflora(Arenaria biflora L.), linajola alpina (Linaria al-pina (L.) Miller), doronico dei macereti(Doronicum grandiflorum Lam.), acetosa solda-nella (Oxyria dygina (L.) Hill) e altre essenze dipregio dal punto di vista geobotanico, comeranuncolo glaciale (Ranunculus glacialis L.) eandrosace (Androsace spp.).

8120 – Sui ghiaioni di natura carbonatica, lo-calizzati sul versante meridionale della valle,la vegetazione ha carattere discontinuo ed èdominata da specie camefite reptanti comecamedrio alpino, salice retuso (Salix retusa L.),salice reticolato (Salix reticulata L.), erba stor-

Genzianella (foto Giovanni Santamaria).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

na rotundifolia (Thlaspi rotundifolium (L.)Gaudin). Tra le altre specie di pregio papave-ro alpino (Papaver rhaeticum Leresche), ranun-colo alpestre (Ranunculus alpestris L.).

8220 – Le pareti rocciose silicee si trovanonella porzione nord dell’area: qui si osservanospecie capaci di adattamenti a condizioni estre-me come numerose sassifraghe e rappresen-tanti dei generi Sedum, Semprevivum e Andro-sace. Ruolo fondamentale nella colonizzazio-ne della roccia è svolto, inoltre, dalle compo-nenti muscinale (genere Grimmia) e lichenica(generi Acarospora, Rhizocarpon e Umbilicaria).

9180 – I boschi a tiglio-acero-frassino si svi-luppano soprattutto in piccole aree circoscrit-te agli impluvi e alle forre nella fascia dellafaggeta. Lo strato arbustivo ha copertura pocoelevata e comprende diverse specie dellafaggeta, mentre ricco e abbondante è lo stratoerbaceo, con dominanza di felci come felce

femmina (Athyrium filix-foemina (L.) Roth), fel-ce maschio (Dryopteris filix-mas (L.) Schott),felce delle querce (Gymnocarpium dryopteris (L.)Newman) e felce dei faggi (Phegopteris polypo-dioides Fee).

9420 – Questi boschi a larice (Larix deciduaMiller), radi e luminosi, si insediano su pendiirupestri o detritici e sono caratterizzati da unostrato arbustivo abbondante e diversificato si-mile a quello dei rodoro-vaccinieti, da una fa-scia erbacea ricca di graminacee e da una com-ponente lichenico-muscinale simile a quelladelle peccete.

6520 – Localizzate soprattutto nella parteoccidentale del sito, queste praterie da fieno,strutture secondarie derivanti dalla rimozio-ne dell’originaria copertura boschiva, sonocaratterizzate dall’abbondanza di graminacee.

4070 – Diffuse soprattutto nel piano subal-pino, queste boscaglie sono dominate da pino

Primula (foto Giovanni Santamaria).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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mugo (Pinus mugo Turra) e, in subordine, darododendro irsuto (Rhododendron hirsutum L.).La loro distribuzione è simile a quella dellepraterie calciofile, alle quali sono strettamen-te legate e con cui condividono molte specieerbacee e muscinali.

7140 – Limitato alla porzione nord del sito,in corrispondenza dei piccoli bacini lacustri odi pendii percorsi da acqua di scorrimento,queste torbiere sono caratterizzate dalla pre-senza di numerose specie del genere Carex eda alcune briofite.

1.4 Ambiente umano

Nelle vicinanze del sito si trovano insediamentiresidenziali a carattere turistico: attorno aSchilpario, per esempio, nella zona di Passo diCampelli, sono presenti alcune infrastrutture,seppur limitate, legate agli sport invernali. All’in-terno del SIC, invece, non esistono impianti di ri-salita e sono abbastanza limitate le attività discialpinismo. In questa valle, che fin dai tempi deiromani veniva sfruttata per l’estrazione del ferro,

per anni la vita degli abitanti è rimasta legata al-l’attività economica dell’industria mineraria. An-cora oggi, ai Fondi di Schilpario, sono visibili iresti delle baracche allestite vicino alle minieredove gli uomini si trasferivano durante l’inverno.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Data la varietà di habitat presenti, il sito è carat-terizzato da un’avifauna ricca e diversificata. Gliambienti forestali ospitano la civetta capogros-so (Aegolius funereus), la cui presenza, oltre adessere legata a quella del picchio nero (Dryocopusmartius) di cui spesso utilizza le cavità, è indicedi una struttura ancora ben diversificata del bo-sco, con presenza di elementi arborei di grandidimensioni. Il francolino di monte (Bonasa bona-ria) abita le aree in cui il bosco diventa misto,con aghifoglie e latifoglie, il gufo reale (Bubo bubo)le pareti di fondovalle, l’albanella reale (Cyrcuscyaneus) frequenta le zone di prateria. Nelle aree

Marmotta (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

più elevate sono ancora visibili alcuni individuidi pernice bianca (Lagopus mutus). È presenteanche la coturnice (Alectoris greca), fasianide cheha avuto una dinamica estremamente negativanegli ultimi anni su tutto l’alpino e che necessitadi una gestione venatoria estremamente ocu-lata. Interessante, a livello floristico, la presenzadella scarpetta di venere (Cypripedium calceolus

L.), una delle orchidee italiane piùminacciate per l’eccessiva raccolta.

2.2 Altre specie importanti

Considerata la vastità del territorio,la fauna presente appare partico-larmente ricca, sia a livello qualita-tivo che quantitativo. Per quanto ri-guarda l’erpetofauna, tra le speciepiù interessanti dal punto di vistaconservazionistico vi è la salaman-dra nera (Salamandra atra), specieinclusa nell’Allegato IV della Diret-tiva 92/43/CEE, presente soprattut-to nella zona del Pizzo Camino e delCimone della Bagozza, dove vive inprossimità degli sfasciumi calcarei e

nei campi carreggiati. Inseriti nell’Allegato IVdella Direttiva 92/43/CEE sono anche il colubroliscio (Coronella austriaca) e la lucertola muraio-la (Podarcis muralis). Tra i mammiferi di interes-se conservazionistico sono presenti lo stambec-co (Capra ibex), il capriolo (Capreolus capreolus),il camoscio (Rupicapra rupicapra), la lepre alpi-na (Lepus timidus), la marmotta (Marmota mar-

mota), la martora (Martesmartes) e, come chirottero-fauna, la nottola di Leisler(Nyctalus leisleri), il pipi-strello albolimbato (Pipi-strellus kuhli) e il pipistrellonano (Pipistrellus pipistrel-lus).

3. PROTEZIONE E CON-SERVAZIONE

3.1 Stato di conser-vazione

Considerato il grado diantropizzazione relativa-mente ridotto, lo statocomplessivo di conserva-zione degli habitat risultabuono o eccellente, soprat-tutto per quanto riguarda

SB

SB

M

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Pianoro localizzato nella parte sommitale del SIC (foto Riccardo Falco).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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le tipologie arbustive ed erbacee, generalmen-te situate a quote tali da renderle di difficile ac-cesso e, quindi, meno soggette al disturbo an-tropico. Sul territorio insistono ancora attivitàdi allevamento e silvicoltura, praticate secondomodalità a ridotto impatto ambientale, anchegrazie ai limiti imposti dalla morfologia del luo-go, favorendo, così, il mantenimento di un ele-vato livello di naturalità complessiva. In gene-rale, il principale fattore di vulnerabilità del sitoè rappresentato dalla sua notevole estensionee dalla facilità d’accesso. Possibili fattori di ri-schio sono l’espansione di insediamenti resi-denziali, a carattere turistico, soprattutto neidintorni di Vilminore e di Schilpario, così come

lo sviluppo degli sport invernali nel-la zona compresa tra Schilpario e ilPasso di Campelli.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso all’in-terno del Parco delle Orobie Berga-masche. Questo parco, definito“parco montano forestale”, istituitonel 1989 con Legge Regionale 56/89,include e tutela la parte bergamascadella catena delle Orobie.

3.3 Fruibilità

La valle è attraversata dalla stradastatale 294, via d’accesso al sito at-traverso il Passo del Vivione che,tuttavia, in alcuni mesi dell’anno,non è percorribile.Per quanto riguarda gli sport inver-nali, all’interno del SIC non esisto-no impianti di risalita (localizzati,invece, nelle località limitrofe) esono abbastanza limitate le attivitàdi scialpinismo. Nel periodo estivo,invece, il turismo si concentra lun-go i sentieri che portano, ad esem-pio, al rifugio Tagliaferro e alle val-lette della zona (Pizzo Camino,Cimone della Bagozza).

3.4 Gestione

Le attività tradizionali di allevamento e selvicol-tura all’interno del sito sono praticate, nel com-plesso, secondo modalità a ridotto impattoambientale. Appare necessario, invece, un con-trollo degli impatti derivanti dalle attività turi-stiche tradizionali, con particolare riferimentoagli insediamenti abitativi e agli impianti sciisti-ci, e il blocco di nuove costruzioni all’internodel sito.In particolare, ai fini conservazionistici dell’er-petofauna, è auspicabile una serie di interventisui corpi idrici volti al miglioramento della qua-lità delle acque, alla conservazione e alla ma-nutenzione delle pozze e delle torbiere, al con-trollo delle variazioni del livello dei bacini e dei

Strada forestale interna al SIC (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

corsi d’acqua regolati da sbarramenti artificialie alla tutela dei siti riproduttivi delle specie. Èimportante, inoltre, evitare alterazioni deglihabitat (derivanti, ad esempio, da attività dibonifica) e immissioni pericolose nei laghetti na-turali di specie ittiche pericolosi per le specieprioritarie di anfibi. Eventuali misure corretti-ve sulla gestione faunistica in merito all’erpe-tofauna potrebbe derivare da monitoraggi pe-riodici sullo status delle popolazioni, dei preda-tori, degli habitat e della qualità chimico-fisicadelle acque.Per quanto riguarda l’avifauna, è fondamenta-le una regolamentazione dell’attività venatoria,in particolare in merito al prelievo di fagiano dimonte e coturnice. Al fine di facilitare la tuteladella fauna, andrebbero individuate delle areedove indirizzare l’evoluzione del bosco in modo

naturale, così da arrivare ad una situazione diforesta matura, disetanea, con radure createdalla caduta di alberi e ricco sottobosco.

3.5 Bibliografia

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito AltaVal di Scalve. Aggiornamento 2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

Zavagno F. (2004). Stato e indicazioni di gestionerelative al SIC Alta Val di Scalve

Il paese di Schilpario (foto Mauro Perracino).

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VAL SEDORNIA, VAL ZURIO,PIZZO DELLA PRESOLANA

IT 2060005

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 10 00 46 - Latitudine 45 56 57

Altitudine (m s.l.m.): 570 (min) - 2.521 (max)

Superficie (ha): 12.961,981

Comune: Ardesio, Castione della Presolana, Clusone, Colere,Fino del Monte, Gandellino, Gromo, Oltressenda Alta,Onore, Rovetta, Valbondione, Villa d’Ogna, Vilminoredi Scalve

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C3e5; C4e1; C4e2

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: parte privata, parte pubblica

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIEN-TALI

1.1 Ambiente fisico

Il SIC è localizzato nel bacinodella Val Seriana, posta sul ver-sante idrografico di sinistra delfiume Serio. Si tratta del SIC piùampio della provincia di Berga-mo: il suo confine a ovest e anord è definito in gran parte dalcorso del Serio e dai centri abita-ti che vanno da Rovetta fino aCastione della Presolana a sud,per poi salire verso nord in pros-simità del corso del fiume Dezzo.

1.2 Paesaggio vegetale

Considerata la sua ampia esten-sione, il sito è ricco di habitat di-versi: dalle foreste di semprever-di, alle praterie alpine e subalpi-ne, fino alle foreste di caducifo-glie, agli habitat rocciosi, alle fo-reste miste, alle boscaglie, lepraterie aride e quelle umide, levallette nivali. Notevole la com-ponente floristica, ricchissima dispecie rare ed endemiche, anchead areale ristretto a pochi massic-ci delle Prealpi Bergamasche, tan-to da rendere il sito il più ricco,tra quelli lombardi, di specie en-demiche a distribuzione esclusiva delle PrealpiLombarde calcaree.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

9410 – Si tratta di formazioni boschive do-minate da abete rosso (Picea excelsa (Lam.)Link), cui si associano orniello (Fraxinus ornusL.), frassino comune (Fraxinus excelsior L.) ecarpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) alle quotepiù basse e faggio (Fagus sylvatica L.) alle quote

più alte, a eccezione del versante meridionaledel Pizzo della Presolana.

6170 – Queste praterie presentano una note-vole diversificazione floristico-vegetazionale, inrelazione allo sviluppo altitudinale: firmeti acarice rigido (Carex firma Host) alle quote più alte(sull’altopiano carsico del Mare in Burrasca) o,alle quote più basse (sui versanti meridionali delPizzo della Presolana), praterie a dominanza dicarice verdeggiante (Carex sempervirens Vill.) esesleria varia (Sesleria varia (Jacq.) Wettst.) epraterie a dominanza di carice verdeggiante efestuca incurvata (Festuca curvula Gaudin).

Larici e pecci con licheni (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

8210 – Questo habitat presenta un’elevatadiversificazione: l’associazione caratteristicadelle rupi aride di bassa quota è il Potentillo-Telekietum. Vi sono, poi, ambienti rupestri conridotta luminosità ed elevata umidità, in cuiricadono le cenosi microterme del Cystopteri-dion.

8120 – Questo habitat è prevalentementerappresentato dagli sfasciumi alla base dellerupi del Pizzo della Presolana, Cima Ferrante,monte Vigna Vaga. Oltre i 1.900 m, sui versan-ti esposti a sud, si trovano cenosi a Thlaspionrotundifolii. Più in basso, le specie pioniereerbacee, proprie di detrito, negli orizzonti in-feriori si mescolano a legnose (fanerofite) con

specie proprie degli orizzonti alpino e subal-pino. Nelle aree secche si sviluppano, invece,praterie ad erba alta a dominanza di cannellaargentea (Achnaterum calamagrostis (L.) Beauv.).

6430 – Nei pressi della Cima Verde e nel-l’area più settentrionale del sito, ma anche suiversanti nord ed est della Vigna Soliva, si svi-luppano boscaglie a ontano verde (Alnus viridis(Chaix) Dc.) con abbondanza di megaforbiecome imperatoria vera (Peucedanum ostruthium(L.) Koch), romice di montagna (Rumexalpestris Jacq.), veratro comune (Veratrum albumL.), felci e specie tipiche del sottobosco dipecceta e abetina. Nelle boscaglie, in prossi-mità delle malghe e lungo i sentieri, diventa do-

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

minante il maggiociondolo di mon-tagna (Laburnum alpinum (Miller)Berchtold et Presl).

9420 – Questi boschi aperti sonodominati da peccio e larice (Larixdecidua Miller) e presentano un ar-ticolato e complesso strato arbusti-vo caratterizzato dalla presenza dirododendro irsuto (Rhododendronhirsutum L.), ginepro nano (Junipe-rus nana Willd.), rosa alpina (Rosapendulina L.), sorbo alpino (Sorbuschamaemespilus (L.) Crantz), sorbodegli uccellatori (Sorbus aucupariaL.). In alcune zone sono presentilariceti a parco, boschi con sotto-bosco a prato o a pascolo.

9110 – Presente sui versanti nord ed ovestdel monte Vigna Soliva, questo habitat è ca-ratterizzato da uno strato arboreo a faggio,abete rosso e abete bianco. Nello strato arbu-stivo si trova facilmente caprifoglio nero

(Lonicera nigra L.), mentre in quello erbaceosono comuni alcune specie indicative di asso-ciazioni, quali erba lucciola bianca (Luzulaluzuloides (Lam.) Dandy et Willm. = L. albida(Hoffm.) Lam. et DC), lattuga montana (Prenan-

Mirtillo nero (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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thes purpurea L.), sigillo di Salomone verticillato(Polygonatum verticillatum (L.) All.).

6230 – Presenti soprattutto nella parte set-tentrionale del sito, queste formazioni sonodominate dal cervino (Nardus stricta L.), cui siaccompagnano, a basse quote, specie comedente di leone dei graniti (Leontodon helveticusMérat), cinquefoglia tormentilla (Potentillaerecta (L.) Rauschel), carice verdeggiante,campanula barbata. A quote più alte, i nardetisono ricchi di essenze erbacee di pregio, tracui orchidee quali nigritella comune (Nigritellanigra (L.) Rchb. F.), manina rosea (Gymnadeniaconopsea (L.) R. Br.), orchide candida (Leucorchisalbida (L.) E. Meyer) e celoglosso (Coeloglossumviride (L.) Hartm.).

6210 – Si tratta di praterie a dominanza diforasacco eretto (Bromus erectus Hudson) esesleria comune, che si sviluppano su pendii

ripidi su suoli secchi. I seslerieti asciutti, a do-minanza di sesleria comune, si caratterizzanoper l’abbondanza di orchidee.

9150 – In questo habitat sono compresi bo-schi densi a fustaia e boscaglie di nuova rico-stituzione di faggio ceduo mescolato a acerodi monte (Acer pseudoplatanus L.), maggiocion-dolo di montagna, sorbo montano (Sorbus aria(L.) Crantz), nocciolo (Corylus avellana L.). Sonoinclusi, inoltre, ostrio – faggeti distribuiti nel-le zone intermedie tra la posizione in espluvioe l’esposizione nord dei versanti della ValZurio.

4070 – Sui conoidi detritici, sui macereti esui pendii rocciosi in ambiente rupestre, so-prattutto sul versante sinistro della Val Zurio,sono particolarmente diffuse, anche se conestensioni frammentate, le formazioni a pinomugo (Pinus mugo Turra). Nello strato arbu-

Potentilla erecta (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

stivo sono presenti il rododendro irsuto, sorboalpino, mirtillo rosso (Vaccinum vitis-idaea L.),mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) e ginepronano. Nello strato erbaceo, interessante la spe-cie endemica vedovina dubbia (Scabiosa dubiaVel.).

6520 – Presenti su suoli umidi e ricchi dihumus, in aree potenzialmente occupate dafaggete e orno-ostrieti, queste praterie vengo-no falciate una o due volte all’anno, per il man-tenimento della struttura a pascolo. Qui si tro-vano specie come avena pubescente (Avenulapubescens (Hudson) Dumort.), paleo odoroso(Anthoxanthum odoratum L.), festuca rossa(Festuca rubra L.), erba mazzolina comune(Dactylis glomerata L.), bambagione pubescente(Holcus lanatus L.), gramigna bionda (Trisetumflavescens (L.) Beauv.), astranzia maggiore(Astrantia major L.), tragoselino maggiore(Pimpinella major (L.) Hudson).

4060 – I rodoreti occupano i versanti conesposizione meridionale e intermedia in con-dizioni asciutte e povere di nutrienti, nella fa-scia tra il limite dei boschi e le praterie d’altaquota. Oltre ai rododendri (rododendro irsuto,rododendro rosso (Rhododendron ferrugineumL), in questi cespuglieti si ritrovano il ginepronano, mirtilli (mirtillo nero, mirtillo rosso,mirtillo falso (Vaccinium uliginosum L.)) ed eri-ca carnicina (Erica carnea L.) accanto a speciedi pascolo e, nelle formazioni più evolute, spe-cie arboree e arbustive.

9130 – Si tratta di boschi densi a fustaia eboscaglie di nuova ricostituzione di faggioceduo mescolato a acero di monte e maggio-ciondolo di montagna. Si sviluppano, soprat-tutto nella Val Zurio, su pendii con esposizio-ne nord ed intermedia, freschi e con suolievoluti.

8110 – Sotto le pareti del monte Vigna Soliva,

Rododendro ferrugineo (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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in ambito subalpino, su macereti a strutturagrossolana, si sviluppano formazioni litofilecon presenza di Silene acaulis, erba lucciola deighiacciai (Luzula alpino-pilosa (Chaix) Breistr.),felcetta crespa (Cryptogramma crispa (L.) R. Br.),cappellini della silice (Agrostis rupestis All.),silene rupestre (Silene rupestris L.), giunco del-le creste (Juncus trifidus L.).

9180 – Nel fondovalle della Val Zurio e aipiedi del versante ovest del monte VignaSoliva, si ritrovano foreste dominate da fras-sino maggiore, acero di monte e localmenteanche da tiglio selvatico (Tilia cordata Miller).

Particolarmente ricco è lo strato er-baceo, che comprende, oltre a nu-merose felci, barba di capra (Arun-cus dioicus (Walter) Fernald), gera-nio nodoso (Geranium nodosum L.),uva di volpe (Paris quadrifolia L.), ci-clamino delle Alpi (Cyclamen pur-purascens Miller), gigaro scuro(Arum maculatum L.), sigillo di Sa-lomone maggiore (Polygonatummultiflorum (L.) All.).

8220 – Le pareti rocciose delmonte Vigna Soliva, caratteriz-zate da condizioni ambientaliestreme, sono colonizzate daspecie con spiccati adattamentialla forte insolazione, alla man-canza di suolo e alle escursionitermiche: tra queste, primulairsuta (Primula irsuta All.), asple-nio settentrionale (Aspleniumseptentrionale (L.) Hoffm.), bu-plero stellato (Bupleurum stella-tum L.), semprevivo montano(Sempervivum montanum L.), sas-sifraga solcata (Saxifraga exarataVill.).

6410 – Si tratta di praterie a do-minanza di sesleria varia e mo-linia (Molinia arundinacea Sch-rank), diffuse soprattutto sulversante meridionale della cate-na occidentale della Presolana.Accanto alle due specie domi-

nanti, si trovano lilioasfodelo minore (Anthe-ricum ramosum L.), cannella comune (Cala-magrostis varia (Schrader) Host), vedovellealpine (Globularia nudicaulis L.), paleorupestre (Brachypodium rupestre (Host) R. etS.), carice sudalpina (Carex austroalpinaBecherer).

8310 – Nel sito sono presenti anche habitatdi grotta dove, dal punto di vista vegetazio-nale, si riscontrano patine algali, coperturebriofitiche o, al più, alcune felci nei puntiprossimi all’ambiente aperto ove giunge ab-bastanza luce.

Veratro bianco (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1.4 Ambiente umano

Il sito è circondato da numerosi centri abitati,tra cui spicca, per il turismo invernale, l’abita-to di Lizzola, con i suoi impianti di risalita, alconfine nord del SIC. Il fondovalle della ValZurio, invece, è oggetto di interventi mirati allosfruttamento idroelettrico.Numerosi i rifugi e le baite situati all’internodel sito, ove ci si può appoggiare durante itrekking di più giorni.Quando, nei primi anni ’70, l’ENI scoprì chela montagna di fronte a Spiazzi era ricca di ura-nio, iniziò a compiere ricerche in tutta l’AltaVal Seriana: i risultati identificarono la ValleSedornia come l’area più ricca di uranio. Così,fu costruita una strada poche decine di metripiù a sud dell’antico sentiero: questa, néasfaltata né lastricata, permette il transito diun veicolo alla volta e corre per i primi chilo-metri in un meraviglioso e fitto bosco.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

La notevole varietà di habitat presenti nel sitofavorisce anche la presenza di una ricca avi-fauna, soprattutto attorno alle peccete e alleabetine. Nelle vallette nivali, dove la nevepermane anche nei periodi estivi, è possibile in-contrare ancora rari individui di pernice bian-ca (Lagopus mutus), specie adattata alle condi-zioni climatiche estreme, con un piumaggiocompletamente bianco in inverno e zampepiumate usate come racchette da neve per faci-litare gli spostamenti nella stagione invernale.Significativa la presenza del tritone crestato(Triturus carnifex), che vive in alcune pozze nel-la zona più meridionale del sito, prevalente-mente sul versante sud del Gruppo Presolana-Monte Parè.

Riguardo alla linajola ber-gamasca (Linaria tonzigiiLona), specie stenoende-mita ad areale molto ri-stretto ed esclusiva delsettore bergamasco dellePrealpi Lombarde, si sot-tolinea che nell’area delSIC è presente una popo-lazione isolata, di consi-stenza estremamente li-mitata, sul Monte Ferran-te.

2.2 Altre specie im-portanti

Considerata la vastità delterritorio, la fauna pre-sente appare particolar-mente ricca, sia a livelloqualitativo, sia quantitati-vo. Per quanto riguardal’erpetofauna, tra le spe-cie più interessanti dalpunto di vista conserva-zionistico vi è la salaman-

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Rosa canina (foto Giulia Vercesi).

dra nera (Salamandra atra), specie inclusa nel-l’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE, larana rossa (Rana temporaria), la salamandrapezzata (Salamandra salamandra).Tra i rettili, è stata segnalata la presenza dibiacco (Hierophis viridiflavus), orbettino (Anguisfragilis), vipera comune (Vipera aspis), marasso(Vipera berus), lucertola vivipara (Zootoca vivi-para), colubro liscio (Coronella austriaca), lucer-tola muraiola (Podarcis muralis), queste ultimedue inserite nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE. La lucertola vivipara, inoltre, è inclu-sa nella categoria “a basso rischio” della ListaRossa italiana.Numerosi anche i mammiferi di interesse con-servazionistico, tra cui anche alcune specie diungulati, quali il capriolo (Capreolus capreolus),il camoscio (Rupicapra rupicapra) e il cervo(Cervus elaphus).Estremamente significativa la componente flo-ristica: si osservano, infatti, specie comecampanula dell’Arciduca (Campanula raineri

Perpenti), stella alpina (Leontopodium alpinumCass.), sassifraga di Vandelli (Saxifraga vandelliiSternb) e tra quelle endemiche, aglio d’Insubria(Allium insubricum Boiss. et Reuter), caglio delPizzo Arera (Galium montis-arerai Merxm. etEhrend.), laserpizio insubrico (Laserpitiumnitidum Zanted.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

La qualità degli habitat è, in generale, buonama risulta addirittura eccezionale nelle stazio-ni rupicole, nelle vallette nivali, nelle areecarsiche e nelle pietraie. Molte praterie sonostate sensibilmente modificate dal pascola-mento di ovini (praterie a carice verdeggiante,fetsuca incurvata, cervino) ma mantengono si-gnificative peculiarità floristiche ed ecologicheche le differenziano dalla vegetazione dei

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

nardeti. Questi ultimi presentano estensione li-mitata nel sito, nel dettaglio solo su alcunilitotipi marnoso-argillosi. Gli habitat petrofilidel sito sono il risultato di un delicato equili-brio tra attività di pascolo ovino non intensi-vo, mantenimento di suoli calcimagnesiaci suaree accidentate, assenza di copertura forestalee condizioni microclimatiche legate ai fenome-ni carsici. Variazioni delle attività pastorali tra-

dizionali e riscaldamento climatico possono de-terminare processi di riforestazione spontaneae riduzione degli habitat stessi.L’area è minacciata da progetti di svilupposciistico: le stazioni di linajola bergamasca ecaglio del Pizzo Arera, in particolare, sono mi-nacciate dagli interventi di realizzazione dellepiste di sci di Colere, che hanno comportato ladistruzione irreversibile di habitat carsici e di

Colubro liscio (foto Fabio Pupin).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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falde di detrito, oltre all’introduzione di specieesotiche competitive. Nella stagione estiva, inol-tre, questi insediamenti turistici hanno deter-minato un aumento nell’afflusso di escursioni-sti e l’apertura di nuovi sentieri.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso all’interno delParco delle Orobie Bergamasche. Questo par-co, definito “parco montano forestale”, istitu-ito nel 1989 con Legge Regionale 56/89, inclu-de e tutela la parte bergamasca della catenadelle Orobie.

3.3 Fruibilità

La valle è facilmente accessibile sia dagli Spiaz-zi di Gromo che da Gandellino ed è caratteriz-zato dalla presenza di una fitta rete di sentierie di numerosi rifugi. Tra i percorsi interessan-ti, il Sentiero dell’Alto Serio che percorre la ValSeriana nel suo alto corso ad un’altitudinemedia non eccessiva. Realizzato dalla Comu-nità Montana della Valle Seriana Superioreunendo antichi sentieri che collegavano i varipaesi del fondovalle, il sentiero è suddivisibilein più tappe, una delle quali interessa in modospecifico l’area del SIC. Altri sentieri percorri-bili sono quelli che portano al laghettoSpigorel, alle sorgenti del Sedornia o quellinella zona del Pizzo delle Presolana. Da vede-re anche lo splendido sentiero lastricato ed af-fiancato da muretti a secco e vecchio di unadozzina di secoli che porta al fondovalle nelComune di Gandellino e che è impreziosito nelsuo corso dalla cappella settecentesca dedica-ta a San Carlo Borromeo.

3.4 Gestione

Per quanto riguarda la gestione degli habitatprativi, è necessaria una pianificazione chepreveda la realizzazione di studi di dettagliofinalizzati al loro mantenimento. Fondamen-tale è, inoltre, la regolamentazione del caricodi bestiame in quegli habitat dove il pascolo èancora intensamente praticato. È consigliabileprevedere la designazione di zone speciali perla conservazione della linajola bergamasca. Inrelazione agli habitat forestali, invece, intra-prendendo un’opera di conversione ad altofusto, sarà possibile costituire boschi di latifo-glie maturi e stabili.Ai fini della conservazione delle specie dell’er-petofauna, sarà determinante la creazione,piuttosto che il mantenimento, delle pozze diabbeveramento dei bovini e di aree umide na-turali, quali le torbiere.

4. BIBLIOGRAFIA

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito ValSedornia, Val Zurio, Pizzo della Presolana.Aggiornamento 2004

Perego R., Ravazzi C., Marchesi E. (2004). Sta-to e indicazioni di gestione relative al SIC Val Zurio,Val Sedornia, Pizzo della Presolana

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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BOSCHI DEL GIOVETTO DI PALINEIT 2060006

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 10 08 09 - Latitudine 45 57 58

Altitudine (m s.l.m.): 1.025 (min) - 1.944 (max)

Superficie (ha): 596,57

Comune: Azione, Borno

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 D4a1; D4a2; D4b1; D4b2

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: E.R.S.A.F.

Proprietà: per la maggior parte pubblica, una piccola porzioneprivata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito è localizzato nel quadrante nord-orien-tale della provincia bergamasca e interessa inparte anche il territorio bresciano, estenden-dosi oltre lo spartiacque dei monti Planezzo eCostone, in territorio di Borno. Il versante bre-sciano è esposto prevalentemente a sud, men-tre quello bergamasco a nord-ovest. La riser-va appartiene al bacino idrografico del fiumeDezzo, affluente di destra del fiume Oglio.Dal punto di vista geologico, l’area sorge suformazioni sedimentarie del Triassico con pre-valenza di depositi argillo-marnosi facilmen-te erodibili che danno luogo a forme arroton-date e pendii poco acclivi e, per brevi tratti, sudepositi calcaero-marnosi meno degradabili eaffioranti nella zone più ripide. Alla litologiadel substrato roccioso si accompagnano estesidepositi superficiali glaciali e fluvio-glaciali e

depositi di versante (nel versante di Borno).

1.2 Paesaggio vegetale

La copertura vegetazionale dell’area è carat-terizzata da boschi, cespuglieti e praterie.Circa l’80% del territorio è costituito da boschid’alto fusto: dai limiti inferiori fino a 1.250-1.300 m, abete rosso (Picea excelsa (Lam.) Link)e abete bianco (Abies alba Miller) formano bo-schi misti eterogenei e con un ricco sottobo-sco; dove la presenza d’acqua si riduce e doveè maggiore il soleggiamento, prevale l’abeterosso, accompagnato da faggio (Fagus sylvaticaL.), frassino maggiore (Fraxinus excelsior L.),acero montano (Acer pseudoplatanus L.) e noc-ciolo (Corylus avellana L.). Dai 1.250-1.300 mfino ai 1.450-1.550 m, i boschi sono dominatidall’abete rosso, con limitate partecipazioni diabete bianco e larice (Larix decidua Miller).Ancora più in quota, fino al limite della vege-tazione arborea, l’abete rosso lascia il posto allarice e il bosco tende ad aprirsi diradandosi

Pecceta (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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formando radure ricche di sottobosco arbusti-vo. I cespuglieti caratterizzano soprattutto gliimpluvi più ripidi della Val Giogna e una di-screta fascia del versante nord, dove la nevepermane più a lungo. Le praterie (prati, pa-scoli e praterie secondarie) traggono per lo piùorigine dall’eliminazione artificiale del boscoa favore di aree adatte al pascolamento.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

6210* – Queste praterie magre di bassa quo-ta dei pendii assolati, caldi e rupestri, posso-no essere di origine naturale, ma possono an-che derivare da disboscamento e successivoabbandono dei pascoli. Si tratta di cenosi in-stabili, con presenze variabili di elementi del-la frangia termofila, per la tendenza a evolvereverso cenosi forestali attraverso gli stadi arbu-stivi intermedi. Tra le specie presenti, si pos-sono elencare forasacco eretto (Bromus erectusHudson), paleo rupestre (Brachypodiumrupestre (Host) R. et S.), campanula agglome-

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

rata (Campanula glomerata L.), garofano deiCertosini (Dianthus carthusianorum L.), salva-strella minore (Sanguisorba minor Scop.),vedovina selvatica (Scabiosa columbaria L.),orchide sambucina (Orchis sambucina L.),orchide macchiata (Orchis maculata L.) e altrespecie di orchidee.

6520 – Sul versante sud del sito si trovanopraterie montane da fieno, praterie seconda-rie ricavate dal dissodamento di faggete e bo-schi di conifere per l’ottenimento di superficida destinare al pascolamento e convertite inprati. Compongono queste formazioni speciecome gramigna bionda (Trisetum flavescens (L.)Beauv.), poligono bistorta (Polygonum bistortaL.), silene dioica (Silene dioica (L.) Clairv.),cumino tedesco (Carum carvi L.), salvia comu-ne (Salvia pratensis L.), tragoselino maggiore(Pimpinella major (L.) Hudson), paleo odoroso(Anthoxanthum odoratum L.), zafferano alpino(Crocus albiflorus Kit.), cerfoglio selvatico(Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm.), astranziamaggiore (Astrantia major L.).

91K0 – Si tratta di faggete prealpine che oc-cupano substrati carbonatici a quote compre-se tra 600 e 1.500 m, boschi destrutturati, ten-denzialmente aperti, con ingressione di spe-cie submediterranee e illiriche, spesso di inte-resse biogeografico e localmente rare. Nel sitol’aspetto fisionomico dell’habitat è alteratodalla presenza di aghifoglie come l’abete ros-so e il larice, la cui presenza è di origine antro-pica. Insieme al faggio, al carpino nero (Ostryacarpinifolia Scop.), all’orniello (Fraxinus ornusL.) e agli aceri (Acer spp.), si possono osserva-re agrimonia (Aremonia agrimonoides (L.) DC.),euforbia pendula (Euphorbia carniolica Jacq.),lucertolina fetente (Aposeris foetida (L.) Less.),dentaria (Cardamine spp.), carice argentina(Carex alba Scop.), tasso (Taxus baccata L.), agri-foglio (Ilex aquifolium L.), laureola (Daphnelaureola L.).

1.4 Ambiente umano

All’interno del sito non sono presenti centriabitati né strade asfaltate. A nord-ovest del-

Sottobosco della pecceta (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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l’area sorge Azzone, centro agricolo e di vil-leggiatura e, come tutta la valle di Scalve,un tempo famosa per le sue miniere di fer-ro, piombo e zinco; a sud e sud-est, in terri-torio bresciano, Palline (o Paline) e Borno,dove numerosi ritrovamenti di incisionirupestri, massi istoriati, punte di freccia eresti di suppellettili dimostrano come, giàin epoca preistorica, l’altopiano fosse popo-lato.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Peccete e abetine sono fra gli ambienti piùricchi di avifauna: nei boschi di coniferemeglio preservate sono presenti, infatti, lacivetta capogrosso (Aegolius funereus), la cuidiffusione è favorita anche dalla recenteespansione del picchio nero (Dryocopusmartius), di cui riutilizza le cavità degli al-beri da questi abbandonate, e la più rara ci-vetta nana (Glaucidium passerinum), segna-lata nella zona di Dosso. La fascia sommitaledei boschi (ricca di larici) e la sovrastantezona arbustiva (dominata da ontano verde(Alnus viridis (Chaix) Dc.), rappresentano in-vece l’habitat ideale del fagiano di monte(Tetrao tetrix). Alla quote più basse, trovano illoro habitat il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus)e il francolino di monte (Bonasa bonasia).

2.2 Altre specie importanti

Il sito è popolato da una ricca mammalofauna:

tra le specie di interesse conservazionistico, siriscontrano il capriolo (Capreolus capreolus), ilcervo (Cervus elaphus), la lepre alpina (Lepustimidus), la martora (Martes martes), il tasso(Meles meles), l’ermellino (Mustela erminea), ladonnola (Mustela nivalis), la faina (Martes foina)e lo scoiattolo (Sciurus vulgaris). Tuttavia, l’area

è famosa per la presenza di consistentipopolamenti di formica rufa (Formicalugubris), di notevole significato biologicoin quanto fondamentale per la lotta allespecie dannose per le cenosi boschive. Leformiche costruiscono i nidi (o acervi) aforma di cupola utilizzando diversi mate-riali, quali aghi di conifere, ramoscelli, gra-ni di terra, gocce di resina, così da forma-re una costruzione ideale per captare ilcalore del sole e per proteggere la colonia

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Orchidea sambucina (foto Mauro Perracino).

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dalla pioggia. Meno conosciuta è, invece, l’areadal punto di vista erpetologico: sono state ac-certate solo due specie, la rana rossa (Rana tem-poraria) e la lucertola muraiola (Podarcis mura-lis), inclusa nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE.Per quanto riguarda gli aspetti floristici, l’areaè caratterizzata dalla presenza di alcune spe-cie di importanza conservazionistica comecampanula barbata, campanula agglomerata,campanula di Scheuchzer (Campanula scheuch-zeri Vill.), campanula selvatica (Campanulatrachelium L.), ciclamino delle Alpi (Cyclamenpurpurascens Miller), felce certosina (Dryopte-ris carthusiana (Vill.) H. P. Fuchs), genzianaasclepiade (Gentiana asclepiadea L.), gigliomartagone (Lilium martagon L.), ranuncolo afoglia di platano (Ranunculus platanifolius L.),rododendro rosso (Rhododendron ferrugineumL.). Interessanti, infine, le specie endemichefestuca alpestre (Festuca alpestris R. et S.) e ave-na di Parlatore (Helioctotricon parlatorei(Woods) Pilger).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Essendo il sito inserito in una Riserva Natura-le, non sembrano esserci grandi minacce in gra-do di minare il mantenimento degli habitat.Tutte le cenosi sembrano essere in buono sta-to di conservazione, grazie all’attuale correttagestione dell’area che ben tutela le peccete: pa-scoli e sfalci sono confinati in poche aree delsito.Le praterie montane da fieno risultano parti-colarmente stabili se mantenute dall’attivitàumana. I principali fattori di rischio per que-sto habitat sono il pascolo non regolamentatoo eccessivo, l’abbandono delle attività colturalie l’invasione da parte del bosco e da parte del-le specie nitrofile in caso di eccesso di nutrien-ti. Le praterie magre di bassa quota, in evolu-zione verso forme di vegetazione arbustiva eforestale termofile, sono, invece, minacciate

Giglio martagone (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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principalmente dai fenomeni di erosione delsuolo e dall’imboschimento.

3.2 Stato di protezione

Il sito è inserito nella “Riserva Naturale Boschidel Giovetto di Palline”, nata nel novembre del1983 (L.R. 30/11/83 n. 86), anche se l’interesseper questi boschi, e soprattutto per i consisten-ti popolamenti di formica rufa, risale a moltianni prima.Sono stati, infatti, i molteplici studi condottidal prof. Pavan, dell’Università degli studi diPavia, sull’utilità delle formiche nel controllobiologico degli insetti dannosi per i boschi apermettere che l’area venisse dichiarata, nel

1980, “biotopo” ai sensi dellaL.R. 33/77 e, dopo pochi anni, afar tutelare il sito con la creazio-ne della Riserva “parziale bio-genetica”.

3.3 Fruibilità

Il sito è facilmente accessibileattraverso tre strade che parto-no, rispettivamente, da Azzone,Dosso e Croce di Salven: da que-ste si diramano sentieri e mu-lattiere che consentono al visi-tatore di cogliere gli aspetti piùsignificativi del territorio e diraggiungere il Passo del Gio-vetto.Visitando la Riserva, è possibi-le appoggiarsi ad alcune strut-ture come il Centro Visitatori diAzzone, la foresteria di Pallinedi Borno, con il suo piccolo la-boratorio, e il bivacco nei pres-si del Costone. Interessante,inoltre, il percorso didatticogeo-morfologico lungo la stra-da che da Azzone porta alla Ri-serva.

3.4 Gestione

I principali indirizzi gestionali riguardo lepraterie magre di bassa quota devono tendereal contenimento delle specie invasive, del-l’avanzata del bosco, del sovrappascolo e del-l’eccessiva frequentazione e raccolta della flo-ra, nonché alla limitazione delle modificazio-ni della copertura vegetale che possano inne-scare fenomeni erosivi.Per quanto riguarda le praterie montane dafieno, una corretta gestione dovrebbe garanti-re le tradizionali pratiche di concimazione, ir-rigazione e sfalcio, oltre a mirare al conteni-mento dell’invasione da parte della vegetazio-ne arbustiva e arborea.Per quanto riguarda gli habitat boschivi, unacorretta gestione, come quella attualmente vi-

Poligono bistorto (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

gente nella Riserva, tende a escludere i tagli araso e ad applicare i criteri della selvicolturanaturalistica finalizzati a ricostruire boschidisetanei, il più possibile misti, delle varie spe-cie ecologicamente adatte.Dove le condizioni non lo consentono, èconsigliabile il governo a ceduo, a salvaguar-dia di fenomeni di frana ed erosione. Apparenecessario attuare una rigida salvaguardia deimicrohabitat che ospitano le specie erbacee piùsignificative, cercando di ridurre le azioni chepossono innescare fenomeni di erosione, emantenere le radure e gli alberi vetusti, semonumentali.Al fine della conservazione della fauna di in-teresse conservazionistico, è necessario rego-lamentare gli accessi, i flussi turistici e le attivi-tà di fruizione sulla base delle caratteristiche divulnerabilità degli habitat. La Riserva nasce, in-fatti, con le finalità di salvaguardare i popola-menti naturali di formica rufa e sperimentare eadottare metodi di utilizzazione dei boschi e deipascoli finalizzati al raggiungimento della mas-

sima complessità e stabilità ambientale.Sonoconsigliabili monitoraggi sull’erpetofauna pre-sente, così da avere un quadro più approfondi-to sulla situazione delle specie e garantire even-tuali misure correttive. Nella gestione dei corpiidrici dovrebbe essere posta particolare atten-zione alla conservazione di pozze e torbiere, alcontrollo delle variazioni del livello dei bacini edei corsi d’acqua regolati da sbarramenti artifi-ciali e al controllo delle immissioni di specie it-tiche pericolose per gli anfibi. E’ opportuno,infine, un controllo dell’impatto della raccoltaa scopi gastronomici sulle popolazioni di ranarossa.

4. BIBLIOGRAFIA

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-

Dettaglio di acervo della formica rufa (foto Mauro Perracino).

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schi del Giovetto del Palline. Aggiornamento2004

Pagine del sito internet www.parks.it dedicate alla

Una delle strade forestali che arriva fino alla sommità del sito (foto Mauro Perracino).

Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Palline

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

VALLE ASININAIT 2060007

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 34 02 - Latitudine 45 54 46

Altitudine (m s.l.m.): 492 (min) - 2.006 (max)

Superficie (ha): 1.506,49

Comune: Camerata di Cornello, Cassiglio, San Giovanni Bianco,Taleggio, Vedeseta

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C4a2; C4a3

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: in parte privata in parte pubblica

Dati generali

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

L’area del SIC comprende la testata e il ver-sante orientale della Valle Asinina, fino allecime del Monte Venturosa e del MonteCancervo. La Valle Asinina taglia in due laValle Taleggio, gettando le acque dell’omoni-mo torrente in quelle del torrente Enna.

1.2 Paesaggio vegetale

L’alta valle è caratterizzata da ampie prateriee pascoli su calcare, con puntiformi, ma inte-ressanti, cenosi a ginestra stellata (Genista ra-diata (L.) Scop.). Lungo il versante orientale, sitrovano estesi boschi di latifoglie a dominan-za di faggio (Fagus selvatica L.). Le parti som-mitali del Monte Venturosa e del MonteCancervo, caratterizzate da una tormentatamorfologia a pinnacoli, torrioni e bastionate,presentano una vegetazione particolarmente

ricca di cenosi calcicole, con prateria a sesleriacomune (Sesleria varia (Jacq.) Wettst.) e cariceverdeggiante (Carex sempervirens Vill.), arbu-steti a pino mugo (Pinus mugo Turra) e rodo-dendro irsuto (Rhododendron hirsutum L.) e vi-stose specie rupicole. Queste ultime sonoriscontrabili anche a quote molto basse, lungole gole del torrente Enna, in un tratto di valle,al limite meridionale del sito, dove il calcare èprofondamente inciso a forra per effetto diun’intensa erosione fluviale.Alle quote più basse, si trovano numerosepraterie montane da fieno.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9150 – Questi boschi sono dominati dal fag-gio, al quale si associano, a quote inferiori,carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.) e sorbomontano (Sorbus aria (L.) Crantz), mentre, al

Faggeta (foto Giovanni Santamaria).

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

limite superiore, l’abete rosso (Picea excelsa(Lam.) Link).Lo strato arbustivo è rado e caratterizzato dal-la presenza di citiso insubrico (Cytisus emeri-

florus Rchb.), viburno (Viburnum lantana L.),corniolo sanguinello (Cornus sanguinea L.),dafne mezereo (Daphne mezereum L.), caprifo-glio peloso (Lonicera xylosteum L.), nocciolo

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comune (Corylus avellana L.). Nello strato er-baceo, prevalgono specie quali sesleria comu-ne, carice argentina (Carex alba Scop.), caricesudalpina (Carex austroalpina Becherer), melicadelle faggete (Melica nutans L.), paleo comune(Brachypodium pinnatum (L.) Beauv.), elleborobianco (Helleborus niger L.), cefalantera mag-giore (Cephalanthera longifolia (Hudson)Fritsch), erba trinità (Hepatica nobilis Miller),ciclamino delle Alpi (Cyclamen purpurascensMiller), lucertolina fetente (Aposeris foetida (L.)Less.), giglio rosso (Lilium bulbiferum L. subsp.Croceum), sparviere comune (Hieracium lache-nalii Gmelin), sparviere dei boschi (Hieraciumsylvaticum (L.) L.).

6230 - Diffusi soprattutto nelle aree pasco-late alla testata della Valle Asinina, questepraterie secondarie sono composte da elementigraminoidi (Poaceae e Ciperaceae) ed elementinon graminoidi (Fabaceae, Asteraceae, Ranun-

colaceae, Lamiaceae, Poligalaceae, Brassicace-ae). Si tratta di una cenosi particolarmente ric-ca di specie, tra cui spiccano cervino (Nardusstricta L.), avena pubescente (Avenula pubescens(Hudson) Dumort.).

6170 - Oltre il limite superiore del bosco (matalvolta anche a quote più basse), i suolicalcarei del sito sono ricoperti da formazionierbacee riferibili principalmente a seslerio-sempervireti e a firmeti. Nei primi, localizzatisoprattutto sui versanti acclivi con esposizio-ne meridionale o interemedia, si trovanosesleria comune, carice verdeggiante, vedovel-le alpine (Globularia nudicaulis L.), prunelladelle Alpi (Prunella grandiflora (L.) Scholler),eliantemo maggiore (Helianthemum nummula-rium (L.) Miller). I firmeti, presenti ad esem-pio sulle pendici del Monte Cancervo e delMonte Venturosa, sono formazioni microtermepioniere dominate da cuscinetti di carice rigi-

Elleboro nero (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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da (Carex firma Host), cui si associa silene d’Eli-sabetta (Silene elisabethae Jan), astranzia mino-re (Astrantia minor L.), rododendro cistino(Rhodothamnus chamaecistus (L.) Rchb.) eminuartia delle Grigne (Minuartia grignensis(Rchb.) Mattf.).

8210 – Pur avendo questo habitat coperturevegetali molto basse, in relazione all’inospita-lità del substrato, esso è caratterizzato, tutta-via, da una grande ricchezza floristica. Vi sitrovano specie legate in modo esclusivo allerupi, molte delle quali endemiche relittualidelle Prealpi Lombarde, quali asplenio ruta dimuro (Asplenium ruta-muraria L.), aspleniotricomane (Asplenium trichomanes L.), campa-nula dell’Insubria (Campanula elatinoidesMoretti), raponzolo chimoso (Physoplexiscomosa (L.) Schur), cinquefoglia penzola(Potentilla caulescens L.), ramno spacca sassi(Rhamnus pumilus Turra), silene sassifraga

(Silene saxifraga L.), minuartia delle Grigne,cinquefoglia delle Dolomiti (Potentilla nitidaL.), sassifraga di Vandelli (Saxifraga vandelliiSternb.).

6520 – Queste praterie da fieno, mantenutestabilmente con periodiche operazioni disfalcio e concimazione, sono presenti nel sitocon limitate estensioni, in particolare lungo ilfondovalle e le porzioni inferiori dei versantidella valle. Qui dominano ottime foraggiere,soprattutto Poaceae, Fabaceae e Asteraceae, cuisi affiancano salvia comune (Slavia pratensis L.),silene rigonfia (Silene vulgaris (Moench)Garcke), romice acetosa (Rumex acetosa L.),margherita tetraploide (Leucanthemum vulgareLam.) e fiordaliso nerastro (Centaurea nigre-scens Willd.).

8120 – Queste cenosi, pur essendo tipichedelle quote più elevate, si possono osservarenel sito anche a basse quote, lungo i canali di

Raganella italiana (foto Fabio Pupin).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

valanga nella zona del Monte Cancervo e delMonte Venturosa, in microambienti caratteriz-zati da condizioni di ristagno. Tra le speciepresenti, sono da menzionare cavolaccio ver-de (Adenostyles glabra (Miller) DC), valerianamontana (Valeriana montana L.), doronico deimacereti (Doronicum grandiflorum Lam.),doronico di Colonna (Doronicum columnaeTen.) e numerosi elementi propri anche di al-tre unità.Lungo i versanti sud e est del monte Cancervo,si trovano anche aggruppamenti riferibili alloStipion calamagrostidis, dove dominano cannel-la argentea (Achnaterum calamagrostis (L.)Beauv.), imperatoria austriaca (Peucedanumaustriacum (Jacq.) Koch) e romice scudato(Rumex scutatus L.).

4070 – Localizzate nella porzione nord-estdel sito, lungo le pendici del monte Venturosa,e in piccola parte nella porzione nord-ovest,nei pressi della Bocchetta di Regadur, questeboscaglie sono dominate dal pino mugo, cuisi accompagna rododendro irsuto. Nello stra-to arbustivo si trovano anche ginepro nano (Ju-niperus nana Willd.), salice stipolato (Salixappendiculata Vill.) e erica carnicina (Ericacarnea L.). Tra le specie erbacee, invece, si ri-scontrano primula glaucescen-te (Primula galucescens Moretti)e carice sudalpina.

8310 – Nella porzione del sitoa sud del Monte Cancervo,sono presenti due habitat digrotta. Dal punto di vista vege-tazionale, vi si riscontrano solopatine algali, coperture briofi-tiche o alcune felci nelle porzio-ni dell’habitat prossime all’am-biente aperto ove giungono leradiazioni luminose.

1.4 Ambiente umano

Sui versanti meridionali delMonte Cancervo sorge l’unicocentro abitato in modo perma-nente: l’agglomerato di Canti-glio. Lungo le porzioni inferio-

ri dei versanti della Valle Asinina sono presentialcuni abitati (Casa Roncalla, Cantello, BaitaPratolungo), generalmente in connessione conprati da sfalcio attivi o in abbandono. Più inquota, si trovano solo alcune baite legate aglialpeggi, tra cui Baita Regadur, Baita Rudera,Baita Baciamorti, Baita Venturosa, CasereCancervo, Baita Giovannon. Un elettrodottoattraversa, in direzione sud-ovest/nord-est, laporzione settentrionale del SIC, tra il fondo-valle della Valle Asinina e il Passo di Bacia-morti. Il confine sud del sito, infine, coincide,per molti tratti, con la carrozzabile della valleTaleggio.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Questo sito ha la connotazione tipica, almenodal punto di vista faunistico, delle aree di tran-sizione alpino-prealpine in cui convivono ele-menti boreoalpini ed eurosibirici con elemen-ti faunistici termofili di ambienti basso-mon-tani e planiziali.Buone le presenze avifaunistiche, tra cui spic-cano quelle degli accipitridi aquila reale (Aquilachrysaetos) e falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).

Averla piccola (foto Luigi Andena).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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L’aquila reale trova nelle pareti rocciosestrapiombanti i luoghi ideali per la nidifica-zione e nei rilievi sommitali del Monte Can-cervo e nelle ampie zone prative ottime zonedi caccia. Discrete anche le presenze deitetraonidi, tra cui spiccano la coturnice(Alectoris graeca) e il fagiano di monte (Tetraotetrix), che popola soprattutto l’Altipiano delCancervo e la zona del Passo Baciamorti. Gliambienti boschivi sono frequentati dalla civet-

ta capogrosso (Aegolius funereus), mentrenelle zone arbustive trovano rifugio alcu-ne coppie di averla piccola (Lanius collu-rio), specie meglio rappresentata in alcu-ne zone limitrofe al SIC. Interessanti, infi-ne, le segnalazioni riguardanti lo sverna-mento di rapaci diurni come l’albanellareale (Cyrcus cyaneus).

2.2 Altre specie importanti

L’area è di notevole importanza erpetologica:tra le specie di interesse conservazionistico,sono state censite, tra i rettili: il biacco(Hierophis viridiflavus), il saettone (Elaphelongissima), la lucertola muraiola (Podarcismuralis), il ramarro occidentale (Lacerta bilinea-ta), il colubro liscio (Coronella austriaca) e, tragli anfibi, la raganella italiana (Hyla intermedia),presente con una popolazione che dal fondo-valle raggiunge i 1.300 m di quota.

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Epatica (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Tra le specie ornitologiche di interesse conser-vazionistico, è stata inoltre segnalata la presen-za del corvo imperiale (Corvux corax) e del fal-co pellegrino (Falco peregrinus).Tra le specie vegetali inserite nelle Liste Ros-se, si osservano aglio d’Insubria (Alliuminsubricum Boiss. et Reuter), campanuladell’arciduca (Campanula raineri Perpenti), citisoinsubrico (Cytsius emerifolius Rchb.), meleagridealpino (Fritillaria tubaeformis Gren. et Godr.),raponzolo chimoso, primula glaucescente,silene d’Elisabetta e, tra quelle endemiche,campanula dell’Insubria, carice sudalpina,carice candida (Carex baldensis L.), euforbiainsubrica (Euphorbia variabilis Cesati), vedo-velle celesti (Globularia cordifolia L.), avena diParlatore (Helictotrichon parlatorei (Woods)Pilger), minuartia delle Grigne, raponzolo diScheuchzer (Phyteuma scheuchzeri All.),cinquefoglia delle Dolomiti (Potentilla nitida

L.), rododendro cistino, sassifraga di Host (Sa-xifraga hostii Tausch subsp. rhaetica (Kerner) Br.-Bl.), sassifraga di Vandelli (Saxifraga vandelliiStemb.), tarassaco delle Alpi (Taraxacumalpestre DC.), erba regina (Telekia speciosissima(L.) Less.), valeriana delle rupi (Valerianasaxatilis L.), viola di Duby (Viola dubyanaBurnat).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Sebbene in passato siano stati condizionatinella loro struttura a causa delle attività lega-te alle industrie metallurgiche del XVIII e XIXsecolo, i boschi di faggio presentano un buo-no stato di conservazione. Le modifiche delquadro energetico hanno portato, attualmen-te, alla diminuzione della pressione antropica

Asplenio ruta di muro (foto Giulua Vercesi).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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favorendo l’espansione dei boschi e l’invec-chiamento dei cedui. Eccellente lo stato diconservazione delle formazioni erbaceecalcicole (pur essendo minacciate però dal pa-scolo) e della vegetazione delle rupi carbo-natiche. Molto ben conservata è anche la ve-getazione dei ghiaioni calcarei e le boscagliea pino mugo. I nardeti, invece, presentano unmediocre stato di conservazione e così anchele praterie montane da fieno, considerata laloro bassa stabilità: la loro sussistenza è lega-ta al mantenimento delle attività economichetradizionali fondate sull’allevamento del be-stiame.La vulnerabilità complessiva degli habitat èlegata soprattutto alle attività agro-silvo-pa-storali tradizionali che, se con-dotte con eccessivo sfrutta-mento, incidono negativa-mente su alcuni habitat impo-verendoli, modificandone lastruttura e innescando feno-meni erosivi, ma d’altra par-te, se abbandonate o modifi-cate, incidono altrettanto ne-gativamente lasciando spazioall’ingresso di arbusti e alberie causando una perdita di ti-pologie erbacee. Altro elemen-to critico è la presenza dellacarrozzabile lungo il torrenteEnna. Le centraline idroelettri-che in disuso, rivestite attual-mente da felci e muschi, lun-go il torrente Enna, costitui-scono un impatto negativo li-mitato. Sono diffusi, invece,fenomeni di erosione, in par-ticolare nella porzione norddel sito.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compresoall’interno del Parco delleOrobie Bergamasche. Questoparco, definito “parco monta-no forestale”, istituito nel 1989

con Legge Regionale 56/89, include e tutela laparte bergamasca della catena delle Orobie.

3.3 Fruibilità

Il sito vanta una ricca rete sentieristica, anchese in parte in stato di abbandono con l’esclu-sione dei tracciati più frequentati, come il sen-tiero delle Orobie occidentali. Interessante ilpercorso segnalato che collega il passo diBaciamorti alla località Cantiglio, attraverso ilpasso di Grialeggio e le pendici occidentali delMonte Cancervo, nonché quello che collega lelocalità Pianca e Sottochiesa, esterne al SIC, epercorre tutta la porzione meridionale a mez-za costa.

Sorbo montano (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

3.4 Gestione

In relazione allo stato di conser-vazione degli habitat, appare ne-cessaria una regolamentazionedelle attività di pascolo, da cuicenosi come quella dei nardetitrarrebbero sicuro beneficio. Lagestione delle faggete deve ten-dere alla conversione all’alto fu-sto, all’incremento della diversi-tà floristica e all’individuazionedi aree da lasciare all’evoluzionenaturale.È opportuno, inoltre, tutelare leformazioni erbacee calcicole, peril loro elevato valore naturalisti-co e per l’importante funzione dirallentamento dei processi ero-sivi.Per quanto riguarda l’erpetofau-na, sono auspicabili, oltre a unmonitoraggio periodico dei po-polamenti, alcuni interventi mi-rati all’incremento degli habitatriproduttivi e, per gli anfibi inparticolare, azioni finalizzate almiglioramento della qualità del-le acque, al recupero e alla con-servazione delle pozze. Oltre allasensibilizzazione nei confrontidei turisti sul rispetto delle diver-se specie, è importante, inoltre,evitare l’immissione di specie it-tiche pericolose per gli anfibi e le alterazionidegli habitat.Una minaccia all’avifauna è rappresentata daattraversamenti di prati e pascoli a opera di stra-de agro-silvo-pastorali: questi interventi, se nonadeguatamente gestiti con opportune limitazio-ni negli accessi, possono avere impatti deleterisugli ecosistemi e rappresentare fonte di distur-bo per le esigue popolazioni di coturnice e fa-giano di monte, che qui trovano uno degli ulti-mi rifugi.

4. BIBLIOGRAFIA

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard sito Val-le Asinina. Aggiornamento 2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

Giglio rosso (foto Riccardo Falco).

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VALLE PARINAIT 2060008

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 43 19 - Latitudine 45 54 23

Altitudine (m s.l.m.): 470 (min) - 2.299 (max)

Superficie (ha): 2.224,93

Comune: Dossena, Lenna, Oltre il Colle, San Giovanni Bianco,Serina

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C4b2, C4b3, C4c2

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: parte pubblica e parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIEN-TALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito è ubicato in posizione inter-media nel più ampio bacino dellaValle Brembana, sul versante idro-grafico di sinistra del fiume Brem-bo. Solcata dall’omonimo torren-te, l’area è in gran parte situata aquote modeste e in esposizionesud e si estende dalle pendici delmonte Valbona a nord, fino a spin-gersi alle cime del monte Castelloe del monte Vaccaregio a sud, edalla Cima di Menna a ovest allafoce del torrente Parina nel fiumeBrembo a est.

1.2 Paesaggio vegetale

Data la particolare pendenza deiversanti, che decorrono verso laprofonda forra con numerosi balzie pareti rocciose, è l’ambienterupestre a prevalere nel sito, in cuile formazioni boschive si alterna-no a prati e radure. Nell’area, ingenerale, trovano spazio tipologieforestali proprie dell’orizzonte montano inferio-re in territorio carbonatico su pendii acclivi(ostrio-faggeti) e boscaglie xerofitiche caratte-rizzate da citiso insubrico (Cytisus emeriflorusRchb.), arbusto subendemico delle PrealpiLombarde. Nelle zone meno ripide, in partico-lare, si sviluppano i boschi di latifoglie, a domi-nanza di faggio (Fagus sylvatica L.), mentre neisettori sommitali del monte Valbona e Cima diMenna, si estendono praterie e pascoli magri.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9150 – Sono compresi in questo habitat i bo-schi densi a fustaia, boscaglie di nuova rico-

stituzione di faggio ceduo mescolato a acerodi monte (Acer pseudoplatanus L.), maggiocion-dolo di montagna (Laburnum alpinum (Miller)Berchtold et Presl), sorbo montano (Sorbus aria(L.) Crantz), nocciolo (Corylus avellana L.), cuisi aggiungono gli ostrio-faggeti, ampiamentediffusi nella valle. Alle quote più alte, il faggiodiventa dominante rispetto al carpino nero(Ostrya carpinifolia Scop.).

6170 – Presenti soprattutto nella parte nordest del sito, queste praterie presentano un’ele-vata ricchezza floristica. Dato il notevole svi-luppo altitudinale, è possibile distinguere, al-l’interno di questo habitat, praterie microtermed’altitudine, che si sviluppano su superfici ri-dotte e conservano il massimo grado di natu-ralità, e praterie delle quote inferiori, più ido-nee alle diverse forme di pascolo.

Silene d’Elisabetta (foto Andrea Mondoni).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

8210 –- La vegetazione rupicola all’internodel SIC presenta coperture modeste ma ricchedal punto di vista floristico e ben diversifica-te. L’associazione caratteristica delle rupi ari-de di bassa quota con esposizione a sud e in-termedia è il Potentillo-Telekietum speciosissimae(Sutter et Pirola 1962) Sutter 1969. Gli ambien-ti più freschi, invece, sono colonizzati soprat-

tutto da felcetta fragile (Cystopteris fragilis (L.)Bernh.) e valeriana delle rupi (Valeriana saxatilisL.). Sugli espluvi rocciosi caratterizzati damicromabienti più secchi, dominano sesleriacomune, erica carnicina (Erica carnea L.), citisoa foglie sessili (Cytisus sessilifolius L.), orniello(Fraxinus ornus L.) e vincetossico comune(Vincetoxicum hirundinaria Medicus), mentre

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

sulle cenge carice sudalpina (Carex austroalpinaBecherer), cannella comune (Calamagrostis va-ria (Schrader) Host) e gramigna altissima(Molinia arundinacea Schrank).

6210 – Queste praterie tipiche del substratocalcareo a dominanza di forasacco eretto(Bromus erectus Hudson) e sesleria comune sisviluppano sui pendii ripidi e in condizioniedafiche secche. Accanto alle specie dominan-ti, si trovano frequentemente carice minore(Carex humilis Leyser), vedovelle alpine (Glo-bularia nudicaulis L.), erica carnicina, laserpiziosermontano (Laserpitium siler L.), laserpizioinsubrico (Laserpitium nitidum Zanted.),laserpizio di Krampf (Laserpitium krapfii Crantzsubsp. gaudini), imperatoria austriaca (Peuce-danum austriacum (Jacq.) Koch), imperatoria diSchott (Peucedanum schottii Besser). Notevolela presenza di diverse specie di orchidee, tracui manina rosea (Gymnadenia conopsea (L.) R.Br.)), manina profumata (Gymnadenia odoratis-sima (L.) L. C. Rich), platantera comune(Platanthera bifolia (L.) Rchb.), orchide pallida

(Orchis pallens L.), orchide maschia (Orchismascula L.).

Aglio insubrico (foto Mauro Perracino).

Orchide maschia (foto Giulia Vercesi).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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9410 – Diffuso nella zona nord dell’area, que-sto habitat è rappresentato da formazioni bo-schive dominate da abete rosso (Picea excelsa(Lam.) Link) che si presentano in condizioniecologiche ed altitudinali molto varie, a segui-to delle pratiche di governo del bosco che, ne-gli anni, hanno favorito l’inserimento di questaspecie in contesti vegetazionali molto diversifi-cati. A seconda delle diverse condizioni, infat-ti, variano le specie che accompagnano l’abeterosso: soprattutto da faggio alle quote più ele-vate, da orniello, carpino nero e frassino comu-ne (Fraxinus excelsior L.) alle quote più basse.

8120 – La vegetazione pioniera dei detriticarbonatici incoerenti si presenta, all’internodel sito, sugli accumuli di detrito alla base dellerupi della Cima di Menna e lungo alcunicanaloni che incidono i versanti sulla sinistraidrografica all’imbocco della Valle Parina. Allequote più alte, sul versante meridionale della

Cima di Menna, si insediano specie apparte-nenti al Thlaspion rotundifolii: romice scudato(Rumex scutatus L.), peverina di Carinzia(Cerastium carinthiacum Vest.), erba storna ro-tundifolia (Thlaspi rotundifolium (L.) Gaudin),moehringia cigliata (Moehringia gr. ciliata(Scop.) D. Torre), minuartia austriaca (Minuar-tia austriaca (Jacq.) Hayek), papavero alpino(Papaver rhaeticum Leresche), linajola bergama-sca (Linaria tonzigii Lona).

4060 – Diffusi soprattutto nella zona nordest del sito, nella fascia tra il limite dei boschie le praterie d’alta quota, questi cespuglieti adominanza di rododendri (rododendro irsuto(Rhododendron hirsutum L.) e rododendro ibri-do (Rhododendron x intermedium) si sviluppa-no soprattutto nelle zone di espluvio. Accantoai rododendri, si trovano ginepro nano (Juni-perus nana Willd.), mirtillo nero (Vacciuniummyrtillus L.), erica carnicina, carice verdeggian-

Papavero retico (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

te, cervino (Nardus stricta L.) e, nelle fasi piùevolute, sorbo degli uccellatori (Sorbusaucuparia L.), larice (Larix decidua Miller) e pinomugo (Pinus mugo Turra).

6410 – Distribuite su substrati carbonatici,lungo versanti freschi esposti a nord, questepraterie sub-montane e montane sono carat-terizzate da coperture elevate di gramigna al-tissima, sesleria comune, lilioasfodelo minore(Anthericum ramosum L.), cannella comune,vedovelle alpine, paleo rupestre (Brachypodiumrupestre (Host) R. et S.) e carice sudalpina. Allebasse quote, sesleria comune domina sumolinia e, sulle pareti scoscese del fondovalle,forma i “seslerieti di forra”, caratterizzati dal-la presenza di elementi di Caricion austroalpinaee di Tofieldietalia e di specie rupicole sciafilecome raponzolo di Scheuchzer (Phyteumaschuechzeri All.), valeriana delle rupi (Valeria-na saxatilis L.), aquilegia di Einsele (Aquilegiaeinseleana F. Schultz).

9130 – Questo habitat comprende boschidensi a fustaia e boscaglie di nuova ricostitu-zione di faggio ceduo mescolato a acero dimonte e maggiociondolo di montagna, fagge-te mesofile diffuse sui pendii esposti a nord,freschi e caratterizzati da suoli bruni evoluti,a quote comprese tra i 1.000 metri ed il limitedel bosco.

8310 – Sui versanti del monteOrtighera, a nord del sito, è presen-te un habitat di grotta. Dal punto divista vegetazionale, vi si riscontra-no solo patine algali, coperture brio-fitiche o alcune felci nelle porzionidell’habitat prossime all’ambienteaperto ove giungono le radiazioniluminose.

1.4 Ambiente umano

All’interno del sito sono condottescarsissime attività antropiche, fattoancora più evidente se si considerala quasi totale assenza di manufattie percorsi sentieristici, che fa di que-st’area una delle meno compromes-se dal punto di vista ambientale e na-

turalistico della zona. Nessuna abitazione per-manente è compresa all’interno del perimetrodel SIC. Si segnala solo la presenza di una li-nea elettrica ad alta tensione nei pressi delmonte Ortighera, nella località di Lavaggio.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

La scarsa accessibilità per motivi di carattereviabilistico, rende l’area particolarmente adat-ta ad una discreta presenza di avifauna. Spic-cano numericamente i tetraonidi, tra cui il fa-giano di monte (Tetrao tetrix), ma interessante èanche la presenza dell’aquila reale (Aquilachrysaetos), del falco pellegrino (Falco peregrinus),del gufo reale (Bubo bubo) e del biancone(Circaetus gallicus), specie, in provincia di Ber-gamo, decisamente rara e localizzata.

2.2 Altre specie importanti

Nel sito è particolarmente significativa la com-ponente floristica, ricca di specie rare e di spe-cie endemiche delle Prealpi Meridionali, tra cuicampanula dell’arciduca (Campanula raineriPerpenti), stella alpina (Leontopodium alpinumCass.), sassifraga di Vandelli (Saxifraga vandellii

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Sternb), aglio d’Insubria (Allium insubricumBoiss. Et Reuter), citiso insubrico, euforbiainsubrica (Euphorbia variabilis Cesati), cagliodel Pizzo Arera (Galium montis-areraeMerxm. et Ehrend.), laserpizio insubrico,minuartia delle Grigne (Minuartia grigensis(Rchb.) Mattf.), silene d’Elisabetta (Sileneelisabethae Jan), erba regina (Telekia speciosis-sima (L.) Less.) e viola di Duby (Viola dubyanaByrnat).Ridotta la fauna anfibia, a causa della diffi-cile formazione di pozze in una zona cosìimpervia e accidentata.È presente, tuttavia,una specie di interesse conservazionistico:la salamandra nera (Salamandra atra), entitàalpina-dinarica, diffusa nelle parti alte del-la Valle Parina e della Cima di Menna.Per quanto riguarda i rettili, è stata segnalatala presenza della lucertola muraiola (Podarcismuralis) e del biacco (Hierophis viridiflavus), en-trambe incluse, così come la salamandra nera,nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Parte dell’importanza del sito è dovuta all’ec-cezionale espressione degli habitat di forra(boschi di forra, sorgenti pietrificanti, rupistrapiombanti), alla continuità delle formazio-ni forestali ed al ridotto impatto antropico, trai più bassi sul versante meridionale del rilievoorobico.In generale, la qualità degli habitat è buona,nonostante la vegetazione forestale si presentiin parte destrutturata a causa dei frequentiincendi e degli interventi di ceduazione cheostacolano il mantenimento di esemplari ma-turi: il soprassuolo, pertanto, è spesso coeta-neo e gli esemplari non raggiungono dimen-sioni e struttura adeguate a garantire la diver-sificazione dei microhabitat. Gran parte del SICè ubicato a quote modeste e in esposizione sud,condizioni che, infatti, predispongono l’area adincendi.Lo sviluppo di molinieti a seguito di incendi e

l’abbandono delle pratiche tradizionali di sfalciodel “fieno magro” hanno favorito lariforestazione spontanea. Tuttavia, i frequentiprelievi di legname, anche nelle zone percor-se da incendi, hanno limitato la rigenerazionedelle aree forestali, soprattutto non hanno fa-vorito né lo sviluppo di esemplari da seme, néil mantenimento di esemplari maturi o vetustidi grande importanza ecologica.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso all’interno delParco delle Orobie Bergamasche. Questo par-co, definito “parco montano forestale”, istitu-ito nel 1989 con Legge Regionale 56/89, inclu-de e tutela la parte bergamasca della catenadelle Orobie.

3.3 Fruibilità

A causa della bassa frequentazione e della suamorfologia, il sito presenta carattere di gran-de interesse sia dal punto di vista naturalisti-co sia sotto l’aspetto paesaggistico. Tra i sen-tieri che lo attraversano, quello che porta al-l’orrido Val Parina (segnavia CAI 259), è unsentiero scavato e molto esposto, con catenedi sicurezza in corrispondenza di canalini chescaricano. Esso risale la Val Parina correndosui binari dei carrelli che fino agli anni ’50 tra-sportavano il frutto del lavoro di miniera fino

Biancone (foto Luigi Andena).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

all’alta ferrovia che collega Bergamo a PiazzaBrembana. Non ci sono punti d’appoggio lun-go il cammino, né baite, bivacchi o rifugi, solocaverne naturali, gallerie artificiali e vecchieminiere abbandonate.Per ulteriori informazioni sulla fruibilità del-l’area, è possibile visitare il sito internetwww.vallibergamasche.info

3.4 Gestione

Al fine di pianificare la gestione degli habitatprativi, sarebbe opportuno compiere studi didettaglio volti alla caratterizzazione della di-namica in atto e sperimentare piani di inter-vento finalizzati al loro mantenimento.Per le aree in cui risulta ancora intensamentepraticato il pascolo, è necessaria una regola-mentazione del carico di bestiame, mentre, pergli habitat forestali sarebbe necessario intra-prendere un’operazione di conversione ad alto

fusto della gestione per la costituzione dei bo-schi di latifoglie. Appare opportuno anche tu-telare i boschi ad abete rosso qualora svolga-no un ruolo determinante nella protezione delsuolo.Per anfibi e rettili sono consigliabili attività dimonitoraggio specifiche sulle popolazioni esi-stenti, in particolare quelle prioritarie, e azio-ni di educazione ambientale volte alla sensi-bilizzazione della popolazione locale. Andreb-bero effettuati interventi di miglioramentodella qualità delle acque e azioni volte alla con-servazione, alla manutenzione e alla costruzio-ne di nuove pozze nonché alla tutela dei sitiriproduttivi.

4. BIBLIOGRAFIA

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-

Ginepro nano (foto Giulia Vercesi).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Val-le Parina. Aggiornamento 2004

Panorama da Corna Piana (foto Andrea Mondoni).

Perego R, Ravazzi C. (2004). Stato e indicazionidi gestione relative al SIC Val Parina

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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VAL NOSSANA - CIMA DI GREMIT 2060009

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 51 49 - Latitudine 45 54 03

Altitudine (m s.l.m.): 578 (min) - 2.512 (max)

Superficie (ha): 3.368,77

Comune: Ardesio, Gorno, Oltre il Colle, Oneta, Parre, Premolo

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C4c2; C4c3; C4d3

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco delle Orobie Bergamasche

Proprietà: in parte privata in parte pubblica

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il SIC Val Nossana-Cima di Grem si colloca nelbacino della Val Seriana, appena oltre PonteNossa, sul versante idrografico di destra del fiu-me Serio. Il perimetro si estende dalla pendicidel Pizzo Arera, a nord, fino alle Cime di Belloroa sud, dalla Cima di Grem, a ovest, fino allaCima di Vaccaro a est.Il substrato roccioso è costituito in gran parteda rocce carbonatiche piuttosto compatte,fratturate ma, in genere, poco carsificate.

1.2 Paesaggio vegetale

Questo sito è particolarmente significativo perla ricchezza floristica e per l’espressione divegetazioni peculiari degli ambienti di altaquota dei massicci carbonatici prealpini:vallette nivali, aree carsiche, praterie, rupi, pie-traie. Dal punto di vista paesaggistico, è signi-

ficativa la fascia di pascoli su calcare situata subasse pendenze e suoli neutri (Cima di Grem,Monte Golla, Cima di Leten, Altopiano diValmora). La copertura forestale è abbastanzaelevata: principalmente si ritrova carpino nero(Ostrya carpinifolia Scop.) nella parte medio-bassa della valle, faggio comune (Fagus sylvaticaL.) negli impluvi, abete rosso (Picea excelsa(Lam.) Link) nel fondovalle.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

6170 – Queste praterie calcicole presentanoun notevole sviluppo altitudinale, cui conse-gue una diversificazione floristico-vegetazio-nale che comprende praterie microterme d’al-titudine (firmeti) e praterie delle quote infe-riori, più idonee al pascolo. Negli orizzontialpino e subalpino, si sviluppano i firmeti, adominanza di carice rigida (Carex firma Host),

Le rigogliose aree boscate lungo i versanti del sito (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

cui si affiancano tajola comune (Tofieldiacalyculata (L.) Wahlenb.), festuca dei seslerieti(Festuca quadriflora Honck.)) e, talvolta, silened’Elisabetta (Silene elisabethae Jan).

9130 – Questo habitat comprende boschidensi a fustaia e boscaglie di nuova ricostitu-zione di faggio ceduo mescolato ad acero dimonte (Acer pseudoplatanus L.) e maggiocion-dolo di montagna (Laburnum alpinum (Miller)Berchtold et Presl), faggete mesofile diffuse suipendii esposti a nord, freschi e caratterizzatida suoli bruni evoluti. Queste ultime sono so-litamente ubicate a quote comprese tra i 1.000m e il limite del bosco, nel settore intermediodella valle e sul versante sud del Monte Golla.

9150 – Diffuso soprattutto nella zona sud-est dell’area, questo habitat comprende i bo-schi densi a fustaia, boscaglie di nuova rico-stituzione di faggio ceduo mescolato ad acerodi monte, maggiociondolo di montagna, sorbomontano (Sorbus aria (L.) Crantz), nocciolo(Corylus avellana L.), cui si aggiungono gliostrio-faggeti, ostrieti mesofili con partecipa-zione di faggio, tipicamente distribuiti nellezone intermedie tra la posizione in espluvio el’esposizione a nord dei versanti, tra 700 e 1.000m di quota.

8210 – La vegetazione rupicola all’internodel SIC presenta coperture modeste ma ricche

dal punto di vista floristico eben diversificate. Negli oriz-zonti altitudinali inferiori, do-minano erba regina (Telekiaspeciosissima (L.) Less.) e ra-ponzolo di Scheuchzer (Phy-teuma schuechzeri All.), oltre acampanula dell’Insubria (Cam-panula elatinoides Moretti) e,nelle porzioni a ridotta lumi-nosità ed elevata umidità, vi-ola gialla (Viola biflora L.),felcetta fragile (Cystopterisfragilis (L.) Bernh.) e valerianadelle rupi (Valeriana saxatilisL.). Sul versante sud dei mas-sicci dell’Arera e della Cimadel Fop, oltre i 2.100 m, sono

presenti frammenti di habitat di valletta nivaledove trovano spazio salici nani (Salix serpylli-folia Scop., Salix reticulata L., Salix retusa L.),

Bombina variegata (foto Edoardo Razzetti).

Ontano verde (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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arabetta alpina (Arabis alpina L.), erba-untabianca (Pinguicula alpina L.), poligono viviparo(Polygonum viviparum L.), carice abbronzata(Carex atrata L.) e soldanella comune (Solda-nella alpina L.).

8120 – Questo habitat si sviluppa, all’inter-no del sito, per lo più tra i 1.900 e i 2.200 m,sugli sfasciumi con esposizione prevalente-mente sud, alla base dellerupi del Pizzo Arera, dellaCima Valmora, della Cimadel Fop e del Monte Secco.

6520 – Limitato alla zonasud-est del sito, sul versan-te soprastante l’abitato diParre, questo habitat com-prende consorzi erbacei chesi instaurano in condizionidi abbondanti precipitazio-ni e con suoli umidi e ricchidi humus, occupando areein cui la vegetazione poten-ziale è rappresentata soprat-tutto da faggete o peccete.

4060 – Nella fascia tra il li-mite dei boschi e le prateried’alta quota, sui versanti conesposizione prevalentemen-

te meridionale e in condizio-ni piuttosto asciutte, questicespuglieti a dominanza dirododendri, quali rododen-dro irsuto (Rhododendronhirsutum L.) e rododendroibrido (Rhododendron x inter-medium), si sviluppano so-prattutto nelle zone di esplu-vio, dove si alternano allealnete.

6210 – Sui pendii ripidi incondizioni edafiche secche,soprattutto sul versante suddel monte Vaccaro, sono fre-quenti le praterie tipiche delsubstrato calcareo a domi-nanza di forasacco eretto(Bromus erectus Hudson) esesleria comune.

6410 – Distribuite sui versanti tra i 700 e i1.400 m, lungo gli impluvi con depositicolluviali di materiale fine e capaci di tratte-nere acqua, queste praterie submontane emontane sono caratterizzate da coperture ele-vate di gramigna altissima (Molinia arundina-cea Schrank), sesleria comune, lilioasfodelo mi-nore (Anthericum ramosum L.), cannella comu-

Cincia bigia (foto Luigi Andena).

Silene di Elisabetta (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

ne (Calamagrostis varia (Schrader) Host), ve-dovelle alpine, paleo rupestre (Brachypodiumrupestre (Host) R. et S.) e carice sudalpina.

9410 – Si tratta di formazioni boschive do-minate da abete rosso che si presentano in con-dizioni ecologiche ed altitudinali molto variein seguito delle pratiche di governo del boscoche, negli anni, hanno favorito l’inserimentodi questa specie in contesti vegetazionali mol-to diversificati. A seconda delle diverse condi-zioni microclimatiche, variano le specie cheaccompagnano l’abete rosso: faggio alle quotepiù elevate, orniello (Fraxinus ornus L.), carpinonero e frassino comune (Fraxinus excelsior L.)alle quote più basse, dove anche lo strato ar-bustivo può raggiungere coperture elevate.

4070 – Nelle aree instabili, sui pendii roccio-si, sui conoidi detritici e nelle zone in cui af-fiorano calcari della formazione del Calcare diEsino, si sviluppano boscaglie a pino mugo(Pinus mugo Turra), caratterizzate da un riccostrato arbustivo formato per lo più da rodo-dendro irsuto, sorbo alpino (Sorbus chameme-spilus (L.) Crantz), mirtillo rosso (Vacciniumvitis-idaea L.), mirtillo nero e ginepronano.

6430 – Diffuse nel piano subalpino, trai 1.600 e i 2.000 m, su litotipi argillosi emarnosi della Formazione di Gorno cheaffiorano alla base del massiccio del Piz-zo Arera, queste boscaglie a ontano ver-de (Alnus viridis (Chaix) Dc.) occupanoimpluvi e canaloni di valanga.

8310 – Il sito, soprattutto nella por-zione occidentale, è ricco di habitat digrotta.Dal punto di vista vegetazionale, vi si ri-scontrano solo patine algali, coperturebriofitiche o, al più, alcune felci nelle zoneove ci sia un minimo di luce in grado digarantire la sopravvivenza di queste spe-cie.

1.4 Ambiente umano

Nonostante sia una valleselvaggia e dalla significa-tiva naturalità, la Val Nos-

sana è facilmente accessibile percorrendo co-modi sentieri e appoggiandosi a numerosi ri-fugi e baite. L’area, sui versanti di Belloro eTrevasco, è ricca anche di miniere risalenti ad-dirittura all’epoca romana, sfruttate sino al se-colo scorso.Per quanto riguarda i dintorni, si segnala il ri-trovamento, nel 1962, presso la località diPremolo, di resti preistorici: ai piedi del Canald’Andruna, una tomba ha restituito gli sche-letri di sette persone con utensili in selce, sco-delle e collane di pietra risalenti a 3 mila anniprima di Cristo.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Grazie alla notevole diversificazione degli am-bienti naturali, l’avifauna del sito appare piut-tosto ricca e presenta diverse specie di impor-tanza comunitaria, come alcuni accipitridi efalconidi nidificanti o come i tetraonidi, tra iquali sono da menzionare il fagiano di monte

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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(Tetrao tetrix), il francolino di monte (Bonasabonasia) e il gallo cedrone (Tetrao urogallus).Abbastanza diffusa anche la coturnice (Alecto-ris graeca), così come rapaci notturni quali ilgufo reale (Bubo bubo) e la civetta capogrosso(Aegolius funereus).Nella zona della miniera Golla - Grem spiccala presenza dell’averla piccola (Lanius collurio).Significativa la presenza, nell’area sud-occi-dentale del sito, della bigia padovana (Sylvianisoria), raro silvide migratore con distribuzio-ne estremamente localizzata.Le popolazioni di entrambe le specie di anfibidi interesse comunitario presenti nel sito, purlocalmente significative, sono strettamente di-pendenti dalle attività agricole. Il tritone cre-stato (Triturus carnifex) raggiunge, sul monteGolla, la quota record, per le Alpi, di 1.675 m.

Tra le specie vegetali, particolaremenzione merita la linajola berga-masca (Linaria tonzigii Lona),steneoendemita ad areale molto ri-stretto, esclusiva del settore berga-masco delle Prealpi Lombarde: nelSIC è presente parte delle popola-zioni più numerose di questa spe-cie, soprattutto in Valle d’Arera enel Circo del Mandrone, valutabili,in base alle superfici interessate,attorno al 40-50% dell’intera con-sistenza di individui oggi viventidi questa specie.

2.2 Altre specie importanti

Tra le specie vegetali di importanzaconservazionistica, sono state segna-late campanula dell’arciduca (Cam-panula raineri Perpenti), stella alpi-na (Leontopodium alpinum Cass.),aglio d’Insubria (Allium insubricumBoiss. et Reuter), euforbia insubrica(Euphorbia variabilis Cesati), cagliodel Pizzo Arera (Galium montis-arerae Merxm. et Ehrend.), laserpizioinsubrico, minuartia delle Grigne(Minuartia grigensis (Rchb.) Mattf.),silene d’Elisabetta, erba regina e vi-

ola di Duby (Viola dubyana Byrnat).Ricca è anche la fauna anfibia che, oltre allespecie di interesse comunitario già menziona-ta, vanta la presenza della raganella italiana(Hyla intermedia) e della salamandra nera (Sa-lamandra atra), presenti soprattutto grazie a unacapillare diffusione di pozze e punti di abbeve-rata per bovini nella parte sud-occidentale, inprossimità delle Baite Camplano e sulle pendi-ci del monte Vaccaro.Tra i rettili si segnalano il biacco (Hierophis vi-ridiflavus), il colubro liscio (Coronella austria-ca), il colubro di Esculapio (Elaphe longissima),la lucertola muraiola (Podarcis muralis) e ilramarro occidentale (Lacerta bilineata).Ricchissima, infine, la fauna invertebrata, chevanta 50 specie endemiche.

Soldanella (foto Giovanni Santamaria).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il SIC è, tra quelli della Lombardia, uno deipiù ricchi di specie endemiche a distribuzioneesclusiva delle Prealpi Lombarde calcaree.Numerose sono anche le specie subendemiche,importanti anche per la caratterizzazione dipeculiari tipologie vegetazionali esclusive del-le Prealpi, come i firmeti, le vallette nivali o levegetazioni pioniere dei ghiaioni. Gli habitatpiù ricchi di specie endemiche, tuttavia, sonosoggetti a intensa attività morfo-genetica per la caduta di detriti evalanghe, oltre che minacciati dainvasivi progetti di impianti scii-stici. Inoltre, pur trattandosi dizone impervie, la conservazionedella flora degli habitat rupestridel SIC risulta attivamente minac-ciata dalla frequentazione da par-te degli escursionisti e, alle quotepiù basse, dai tagli eccessivi deiboschi o dagli incendi. L’area, in-fatti, è frequentata da un crescen-te afflusso di turisti, anche appa-sionati botanici, provenienti datutta Europa.

3.2 Stato di protezione

Il sito è interamente compreso al-l’interno del Parco delle OrobieBergamasche, istituito nel 1989 conLegge Regionale 56/89 per la tute-la della parte bergamasca dellacatena delle Orobie. Nel 2006, ilParco ha avviato un progetto incollaborazione con Legambiente econ il coordinamento scientificodella Stazione Sperimentale Regio-nale degli Anfibi del Lago d’Endi-ne con l’intento di effettuare inter-venti di riqualificazione suglihabitat della fauna anfibia e cen-simenti sulle specie presenti.

3.3 Fruibilità

Il territorio della Val Nossana, marginale peril turismo di massa, presenta spunti di note-vole interesse per le sue caratteristiche pecu-liari sotto l’aspetto naturalistico, paesaggisti-co, archeologico, storico, botanico e faunisti-co. L’area è ricca di rifugi, baite e sentieri, tracui quello che porta alla cima di Grem che, pas-sando attraverso prati, in primavera dotati distraordinarie fioriture, e aree in cui sono visi-bili i resti dell’attività mineraria condotta sinoal secolo scorso, conduce alla vetta. Dalla cimasi potrà godere di un panorama a 360 gradi

Ciclamino (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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dalle Alpi Orobie fino verso il Resegone e la Pia-nura Padana.

3.4 Gestione

L’elevato afflusso di turisti e la raccolta di esem-plari di piante, anche per scopi unicamentescientifici, sono attività che necessitano diregolamentazione.Per gli habitat della linajola bergamasca è op-portuno prevedere la designazione di zonespeciali di conservazione, al fine di tutelarequesta specie prioritaria. Si consiglia, inoltre,un rigoroso controllo del rispetto delle norma-tive in termini di protezione delle singole en-tità floristiche endemiche.Relativamente alla fauna, occorre attuare unamaggiore tutela nei confronti delle popolazio-ni anfibie che, pur essendo in buone condizio-ni, sono isolate geograficamente: creando cor-ridoi ecologici ed effettuando specifici inter-venti sugli habitat, sarà possibile garantire perqueste specie una naturale diffusione. Per laconservazione e la gestione dei corpi idrici,sono consigliabili il mantenimento delle atti-vità agricole e l’adozione di un piano di ma-nutenzione del sistema delle pozze d’abbeve-rata, importanti per la sopravvivenza degli an-fibi di interesse comunitario.La gestione forestale è molto importante an-

che per garantire la conservazione di alcunerealtà faunistiche legate ai boschi misti di co-nifere; le stesse aree aperte, usate dai rapacidiurni e notturni come territorio di caccia, sonoda conservare e tutelare. Per quanto riguardal’avifauna, infatti, le principali problematichegestionali riguardano le alterazioni ambienta-li in atto in zone interessate, negli ultimi de-cenni, dalla dismissione di pratiche tradizio-nali dell’economia montana, che comporta lasottrazione di habitat vitali per molte speciedegli ambienti aperti.

4. BIBLIOGRAFIA

AA.VV. (2006). Relazione sul censimento di po-polazioni di anfibi presso il SIC Val Nossana - Cimadi Grem. Campo internazionale di volontariatoambientale

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). “Rete Natu-ra 2000 – I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo” Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito ValNossana – Cima di Grem. Aggiornamento 2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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VALLE DEL FREDDOIT 2060010

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 10 00 15 - Latitudine 45 47 36

Altitudine (m s.l.m.): 346 (min) - 700 (max)

Superficie (ha): 72,45

Comune: Solto Collina

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C4e5

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Comunità Montana Alto Sebino

Proprietà: parte pubblica, parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

L’area del SIC è situata nel Comune di SoltoCollina, tra il lago di Pian Gaiano e il monteClemo.Dal punto di vista geologico, l’area è ubicatanella zona prealpina lombarda e fa parte, diconseguenza, delle Alpi Calcaree Meridiona-li, note anche come Complesso Subalpino. Leunità litostratigrafiche del substrato rocciosoprequaternario affioranti nel sito sono laDolomia Principale e il Calcare di Zorzino. Allalitologia del substrato si accompagnano diffu-si depositi superficiali rappresentati damorene, falde e conoidi di detrito, depositi al-luvionali e depositi lacustri. L’origine dell’areasi può far risalire all’epoca dell’ultima glacia-zione, la glaciazione würmiana.Dal punto di vista del rilievo, l’area del SICpuò essere suddivisa in tre zone: l’area del fon-dovalle, a ovest, caratterizzata da una stretta

fascia pianeggiante movimentata da dossi erilievi arrotondati modellati dall’azione glacia-le, la porzione orientale, altimetricamente piùelevata, con ampi pianori e blande ondulazio-ni dove si alternano doline e morene, e la fa-scia intermedia caratterizzata da un’incisionead andamento nord-est/sud-ovest definita dadue versanti asimmetrici a formare una picco-la valle (Valle del Freddo). Alla formazionemorfologica hanno concorso, unitamente,l’azione glaciale, l’erosione fluviale e l’attivitàcarsica.

1.2 Paesaggio vegetale

Il sito è caratterizzato da un particolare feno-meno microtermico che provoca l’emissione diaria fredda: quest’ultimo favorisce la persisten-za contingente di specie vegetali normalmen-te presenti a livelli altimetrici e vegetazionalisuperiori. La particolare geomorfologia deiversanti montuosi favorisce moti d’aria ascen-sionali che, associati alla presenza di buche –vere e proprie “bocche” da cui fuoriesce l’aria

Panoramica del sito (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

fredda conservata dal detrito – determinano leparticolari condizioni ecologiche del sito. I prin-cipali tipi di vegetazione del sito sono le forma-zioni boschive, gli arbusteti più o meno aperti, iprati, le zolle pioniere su detrito, i prati più omeno continui e le zolle pioniere interessate dafenomeno microtermo

La componente arborea è costituita da boschidi latifoglie calcofile termo-xerofile (orno-ostrieti).

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

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115

I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

5130 – Diffuso nella porzione nord del sito,alle quote più basse, questo habitat compren-de cespuglieti a ginepro comune (Juniperuscommunis L.) e sparsi affioramenti rocciosi ca-ratterizzati da specie termo-xerofile, eliofile ti-piche dei suoli denudati. Tra le specie più in-teressanti si segnalano lino montano (Linumtenuifolium L.), fumana comune (Fumanaprocumbens (Dunal) G. et G.), camedrio mon-tano (Teucrium montanum L.), sassifragiapannocchiuta (Trinia glauca (L.) Dumort.),fiordaliso vedovino (Centaurea scabiosa L.subsp. grinensis), piantaggine a foglie carenate(Plantago holosteum Scop.), ambretta illirica(Knautia illyrica Beck), timo goniotrico (Thymuspulegioides L.), dente di leone insubrico(Leontodon tenuiflorus (Gaudin) Rchb.),eliantemo maggiore (Helianthemumnummularium (L.) Miller subsp. obscu-rum), ranno spinello (Rhamnus saxatilisJacq.), melica barbata (Melica ciliata L.),specie del gruppo di lino delle fatepiumoso (Stipa pennata L.).

6510 – Gli arrenatereti si sviluppanolungo i margini nord-occidentali delSIC, nei pressi di un insediamento ru-rale. Si tratta di consorzi vegetalierbacei prodotti dall’uomo per sostitu-zione dell’originaria copertura forestalee finalizzati alla produzione di forag-gio: sono costituiti da specie relativa-mente esigenti in termini di nutrienti econ un buon valore foraggero, quali, trale più comuni, avena altissima (Arrhe-natherum elatius (L.) Presl), avena pu-bescente (Avenula pubescens (Hudson)Dumort.), loglio comune (Lolium peren-ne L.), millefoglio bianco-roseo (Achillearoseo-alba Ehrend), tragoselino maggio-re (Pimpinella major (L.) Hudson),fiordaliso nerastro (Centaurea nigrescensWilld.), bambagione pubescente (Hol-cus lanatus L.), carota selvatica (Daucuscarota L.), trifoglio pratense (Trifoliumpratense L.), prunella comune (Prunellavulgaris L.).

8210 – Il versante occidentale del

monte Na e la testata del Vallone dei Cani sonointeressate da fratture lungo cui si collocanorupi carbonatiche colonizzate, nelle cenge enelle discontinuità, da una vegetazione tra-sgressiva da altri contesti come quella tipica diFagetalia, Quercetalia e Geranion sanguinei. Sullesuperfici più nude si trovano elementi delPotentillion caulescentis, tra cui cinquefogliapenzola (Potentilla caulescens L.), raponzolo diScheuchzer (Phyteuma scheuchzeri All.) e l’en-demica erba regina (Telekia speciosissima (L.)Less.), le cui popolazioni qui sono localizzateai margini meridionali dell’areale di questa spe-cie e costituiscono l’aspetto più rilevante dellecenosi rupicole.

8120 – Sviluppato sulle pendici del monte

Ghiaioni calcarei (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Na tra i 350 e i 650 m, dove i versanti sonointeressati da sfasciumi lapidei fortemente in-stabili, il popolamento vegetale, esiguo e di-scontinuo, è costituito da specie tipiche delloStipion calamagrostis, quali motellina lucida (Li-gusticum lucidum Miller), romice scudato(Rumex scutatus L.), festuca dei ghiaioni(Festuca spectabilis Jan), canapetta a fogliestrette (Galeopsis angustifolia Ehrh.), a cui siaccompagnano elementi di orizzonti vegetalisuperiori, come biscutella montanina(Biscutella laevigata L.) e euforbia insubrica(Euphorbia variabilis Cesati), e altre provenien-ti dalla vegetazione di mantello e forestale, qualiorniello (Fraxinus ornus L.), crespino comune(Berberis vulgaris L.), clematide eretta (Clematisrecta L.) e laserpizio sermontano (Laserpitium

siler L.). Costante, inoltre, è la presenzadi camarezza comune (Centranthus ruber(L.) DC).

4070 – Nella zona centrale del sito, aquote basse e in prossimità dei fenome-ni di alitazione di aria fredda che deter-minano le condizioni microtermicheconsone allo sviluppo di specie alpine,si rinvengono boscaglie di pino mugo(Pinus mugo Turra) e rododendro irsuto(Rhododendron hirsutum L.). Qui, comedetto, si concentrano specie microtermi-che alpine quali iberidella alpina (Hu-tchinsia alpina (L.) R. Br.), coclearia dellerupi (Kernera saxatilis (L.) Rchb.), arabet-ta minore (Arabis pumila Jacq.), sassifra-ga di Host (Saxifrga hostii Tausch subsp.rhaetica), camedrio alpino (Dryas octope-tala L.), astro falsa pratolina (Asterbellidiastrum (L.) Scop.), ormino (Hormi-num pyrenaicum L.), carice rigida (Carexfirma Host), larice (Larix decidua Miller),abete rosso (Picea excelsa (Lam.) Link),salice stipolato (Salix appendiculata Vill.).

6210 – Diffusi nella porzione occiden-tale del sito, queste formazioni erbacee,dominate da forasacco eretto (Bromuserectus Hudson), sono in continuitàspaziale con i molinieti e con le forma-zioni a ginepro comune, con le quali con-divide molte specie e dalle quali si diffe-

renzia per una maggiore copertura e struttu-ra dello strato erbaceo e per una più elevatapresenza di specie di orchidee, per le quali ilsito tende ad assumere una notevole impor-tanza.

6410 – Si tratta di seslerio-molinieti eseslerieti di vallecola microtermica umida, in-teressati da nuclei di arbusti in fase di espan-sione, con erica carnicina (Erica carnea L.), tajolacomune (Tofieldia calyculata (L.) Wahlenb.),parnassia (Parnassia palustris L.).L’habitat ècompenetrato con le boscaglie a pino mugo erododendro irsuto ed è posto a una quota de-cisamente bassa. Qui trovano spazio alcunespecie endemiche insubriche e alpiche comeeuforbia insubrica, dente di leone insubrico,citiso insubrico (Cytisus emeriflorus Rchb.),

Sentiero che costeggia il SIC (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

ambretta sudalpina (Knautia transalpina (Christ.)Briq.), carice candida (Carex baldensis L.).

1.4 Ambiente umano

Questa valle, che ha assunto il nome “Valle delFreddo” solo in tempi recenti, fino a pochi annifa era conosciuta localmente come Valle delDiavolo o Valle del Mat Bünadol. Ai limiti norde ovest dell’area si trovano insiamenti residen-ziali e produttivi, mentre il perimetro della ri-serva è lambito dalla Strada Statale n. 42. Al-l’interno dei confini, sono presenti i resti delleattività di cava, oggi dismesse, e ampi frontidi cava in via di rinaturalizzazione, soprattut-to nella porzione occidentale e meridionale delsito.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

All’interno del SIC non si segnala la pre-

senza di particolari realtà faunistiche, salvo lapresenza dell’averla piccola (Lanius collurio), so-prattutto attorno alle radure del fondovalle epresso le zone marginali dei boschi, del nibbiobruno (Milvus migrans) e del falco pecchiaiolo(Pernis apivorus), frequenti nei fitti boschi dilatifoglie che ricoprono le pendici orientali delmonte Na.

2.2 Altre specie importanti

Nonostante uno spettro altitudinale di pochecentinaia di metri e una superficie ridotta, il sitopresenta una notevole varietà floristica. Que-sta rilevante diversità specifica è dovuta ingran parte alla copresenza, in un’area limita-ta, di numerose specie microtermiche alpine

Ingresso “Valle del Freddo” (foto Mauro Perracino).

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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attorno alle “bocche del freddo”, di una riccacomunità di entità macrotermiche e di un si-gnificativo contingente di specie endemicheinsubriche. Tra le specie di importanza con-servazionistica, infatti, sono state segnalatefiordaliso vedovino (Centaurea scabiosa L.),radicchiella di Froelich (Crepis froelichiana DC),citiso insubrico (Cytisus emeriflorus Rchb.),euforbia insubrica (Euphorbia variabilis Cesati),festuca dei ghiaioni (Festuca spectabilis Jan),ambretta illirica, ambretta sudalpina, dente dileone insubrico (Leontodon tenuiflorus (Gaudin)Rchb.), raponzolo di Scheuchzer (Phyteumascheuchzeri All.), sassifraga di Host (Saxifragahostii Tausch subsp. rhaetica), erba regina(Telekia speciosissima (L.) Less.) e stella alpina(Leontopodium alpinum Cass.).Dal punto di vista erpetologico, il sito presen-ta una fauna limitata a poche specie, tra le quali

sono da menzionare il biacco (Hierophis viri-diflavus), il colubro di Esculapio (Elaphe lon-gissima), il colubro liscio (Coronella austria-ca) e la lucertola muraiola (Podarcis muralis).Sono presenti anche alcune specie interes-santi della mammalofauna, come il caprio-lo (Capreolus capreolus), il riccio europeo(Erinaceus europeus), la faina (Martes foina),la donnola (Mustela nivalis) e lo scoiattolo(Sciurus vulgaris).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il sito rappresenta uno degli esempi più si-gnificativi e conosciuti nelle Prealpi Lombar-de di stazione di specie vegetali microter-miche a quota particolarmente bassa (intor-no a 400 m). Circa una trentina di specie ti-piche della fascia boreale e alpica originanoun’articolata copertura vegetale a cui si com-penetrano lembi di prateria alpina, arbuste-ti a rododendro irsuto e pino mugo e zollepioniere dei detriti calcarei. Le speciemicroterme si concentrano in una depressio-ne, lunga circa 600 m, posta al centro del SIC:questa è, appunto, la Valle del Freddo. La

varietà ambientale dell’area, inoltre, è accresciu-ta dalla presenza di vegetazione casmofitica del-le rupi calcaree con specie endemiche, da nu-clei di vegetazione dei detriti carbonatici insta-bili e da una copertura arbustiva e arborea do-minata da consorzi di latifoglie termo-xerofilecalcicole. L’abbandono delle pratiche dellosfalcio e del pascolo negli spazi aperti più asciut-ti ha permesso la ripresa della naturale evolu-zione vegetale, con una progressiva riduzionedegli spazi aperti particolarmente ricchi di spe-cie vegetali e animali di interesse naturalistico.Per quanto riguarda la caratteristica peculiaredel sito, rilievi effettuati negli ultimi anni sem-brano indicare una riduzione del fenomeno dialitazione di aria fredda delle “bocche” posi-zionate alla base del detrito di falda del MonteNa, nella depressione centrale, ove si svilup-pano preferibilmente le specie microtermiche

Trifoglio dei prati (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

alpine. Relativamente al disturbo antropico, in-fine, il sito è soggetto a una significativafruizione didattica che interessa l’area, in par-ticolare, tra la fine della primavera a la primaparte dell’estate.

3.2 Stato di protezione

Il primo botanico a esplorare quest’area, attor-no al 1939, fu Guido Isnenghi, che poté con-statare la presenza delle specie floristiche tipi-che d’alta montagna.Quando, nel 1953 e nel 1973, l’apertura di duecave minacciò quest’oasi vegetale, nacque ilNucleo Ecologico Alta Val Cavallina (N.E.A.V.C.),un’associazione locale impegnata nella salva-guardia della Valle. Grazie all’attività di que-sta associazione e all’appoggio degli enti loca-li, la Giunta Regionale della Lombardia chiu-se definitivamente le due cave nel 1976. Dopoessere stata individuata come “biotopo” dellaRegione Lombardia nel 1981, oggi il SIC rica-

de interamente nei confini della Riserva Natu-rale Orientata Valle del Freddo, istituita con L.R.86/83 e successivamente regolamentata conprovvedimento regionale del 1985. Dal 2006 lagestione dell’area è passata dall’ERSAF (EnteRegionale per i Servizi all’Agricoltura e alleForeste) alla Comunità Montana Alto Sebino.La Riserva ricade anche all’interno dei confinidel Parco Locale di Interesse Sovralocale (PLIS)denominato dell’”Alto Sebino”, gestito anch’es-so dalla Comunità Montana dell’Alto Sebino.

3.3 Fruibilità

Le zone A (Zona del Freddo) e B (Zona del Pro-cesso Microclimatico) della Riserva sonovisitabili solo a piedi e con l’accompagnamen-to della guida durante le visite organizzatedall’associazione Italia Nostra – sezione di Ber-gamo. L’accesso alla restante parte del territo-rio, invece, è libero.Lungo il sentiero didattico sono state realizza-

Cava cessata all’interno del sito (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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te diverse aree di sosta per i visitatori conun’adeguata dotazione di cartelli informativi ebacheche didattiche. Inoltre, è stato allestito unCentro Espositivo dalla Comunità MontanaAlto Sebino, in collaborazione con il Museo diScienze Naturali di Lovere.Per avere informazioni sull’area e sulle modalitàdi prenotazione delle visite guidate, è possibilevisitare il sito internet della Riserva www.parks.it/riserva.valle.del.freddo, o quello della Provinciadi Bergamo, www.provincia.bergamo.it

3.4 Gestione

Il singolare fenomeno microclimatico che carat-terizza il sito richiede, senza dubbio, una parti-colare attenzione e una rigorosa protezione del-l’ambiente. In quest’ottica, si suggerisce l’esten-sione dell’area di rispetto e la predisposizionedi misure di contenimento per la fruizione del-l’area, controllando le vie d’accesso e di comu-nicazione interna. Le bocche di alitazione del-l’aria fredda devono essere oggetto di manu-tenzione affinché ne venga impedita l’ostruzio-ne, anche da parte della stessa vegetazione.Auspicabile, inoltre, è la realizzazione di nuovisentieri e percorsi naturalistici articolati in modoche l’offerta fruitiva ed educativa non insistasolo sul cuore della riserva, ma anche sui pratiaridi, sulle lande calcaree, i ghiaioni e gli affio-

ramenti rocciosi. Vista la forte frammentazio-ne tra SIC, fondovalle e versante occidentaledella Val Cavallina, è necessario uno stretto rap-porto tra ente gestore e istituzioni locali e pro-vinciali in modo che gli indirizzi pianificatorisiano sempre accompagnati da opere di com-pensazione che possano ricostituire o rafforzarela rete ecologica. La scelta di istituire un ParcoLocale di Interesse Sovralocale (PLIS) nelle areeadiacenti al SIC (individuate dal PTCP) permet-te, inoltre, di dotare l’area di un’adeguata fa-scia di conservazione nelle aree adiacenti.

4. BIBLIOGRAFIA

AA.VV. (1992). Riserva Naturale Regionale Val-le del Freddo - Studio interdisciplinare e pianodella riserva. Regione Lombardia, Azienda Re-gionale delle Foreste

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). Rete Natura2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo. Provincia di Bergamo, Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Val-le del Freddo. Aggiornamento 2004

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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CANTO ALTO E VALLE DEL GIONGOIT 2060011

Foto Riccardo Falco

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 39 12 - Latitudine 45 45 53

Altitudine (m s.l.m.): 375 (min) - 1.146 (max)

Superficie (ha): 564,78

Comune: Ponteranica, Sorisole, Villa d’Almè

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C5b1

Regione biogeografica: Alpina

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco dei Colli di Bergamo

Proprietà: in parte pubblica in parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIEN-TALI

1.1 Ambiente fisico

Questa valle, solcata dal torrenteGiongo, è localizzata nel più am-pio bacino della Val Brembana,posta sul versante idrografico si-nistro del Fiume Brembo. Il peri-metro si articola dalle pendici delCanto Alto, a nord, fino al MonteLumbric, a sud, e dalle pendicidel Monte Solino, a est, fino alMonte Giacoma, a ovest. Al suointerno piccole vallette incise damodesti corsi d’acqua a caratteretorrentizio rendono il paesaggiovariamente articolato. Il sito è par-ticolarmente ricco dal punto divista geologico: sui monti attor-no al Canto Alto affiorano le roc-ce più antiche del Parco dei Collidi Bergamo, appartenenti al Trias-sico e al Giurassico.

1.2 Paesaggio vegetale

Il sito, dal punto di vista vegeta-zionale, presenta un’ampia gam-ma di habitat boschivi, dallefacies più mesofile a quelle piùtermofile in relazione alle diver-se esposizioni dei versanti e allecondizioni di umidità. I versanti sono princi-palmente caratterizzati da boschi di latifoglie,a prevalenza di castagno (Castanea sativaMiller), carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.)e roverella (Quercus pubescens Willd.), e da ar-busteti, a cui si intervallano superfici a prato epascolo in forte diminuzione a causa dell’ab-bandono delle tradizionali attività agro-silvo-pastorali. Nel dettaglio, sul versante del mon-te Luvrida si sviluppa un bosco mesofilo ceduoinvecchiato ad alto fusto, lungo i versanticollinari esposti a settentrione, generalmentepiù umidi e freschi, si segnalano boschi ad ace-ro montano (Acer pseudoplatanus L.) e frassino

comune (Fraxinus excelsior L.), lungo i versan-ti esposti a sud troviamo boschi, radi e di al-tezza limitata, principalmente formati da orno-ostrieti a cui si associa la roverella. L’ambienterupestre si individua quasi unicamente in valledel Giongo e in Valle Baderem.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9170 – Dominati da quercia rovere (Quercuspetraea (Mattuschka) Liebl.) e carpino comune

Cratoneurion (foto Riccardo Falco).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

(Carpinus betulus L.), questi boschi si svilup-pano sui due versanti della Valle del Giongo,si compenetrano con l’Acero-Frassineto nelfondovalle e sfumano nell’Ostrio-Querceto sulversante orografico destro.Nello strato arboreo, accanto alle specie do-minanti, si possono trovare il cerro (Quercus

cerris L.), castagno e sorbo torminale (Sorbustorminalis (L.) Crantz).

9180 – Queste formazioni arboreo-arbusti-ve sono dominate da frassino comune e aceromontano e si sviluppano, soprattutto nelfondovalle e nelle principali diramazioni, incontesti microclimatici freschi e caratterizzati

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

da buona disponibilità di acqua e nutrienti.Alle specie dominanti si accompagna uno stra-to erbaceo ricco di specie mesofile tipiche delTilio-Acerion, quali barba di capra (Aruncusdioicus (Walter) Fernald), e di specie del Fagione del Fagetalia: geranio nodoso (Geraniumnodosum L.), uva di volpe (Paris quadrifolia L.),ciclamino delle Alpi (Cyclamen purpurascensMiller), gigaro scuro (Arum maculatum L.), fel-ce maschio (Dryopteris filix-mas (L.) Schott),sigillo di Salomone maggiore (Polygonatummultiflorum (L.) All.).

6210 – Diffuse alle quote più elevate, al con-fine nord orientale del sito, queste formazio-ni erbacee, dominate da forasacco eretto(Bromus erectus Hudson), sono caratterizzate

da elementi del Festuco-Brometea, qua-li caglio zolfino (Galium verum L.),paleo rupestre (Brachypodium rupestre(Host) R. et S.), trifoglio montano (Tri-folium montanum L.), stregona gialla(Stachys recta L.), prunella delle Alpi(Prunella grandifora (L.) Scholler),fiordaliso vedovino (Centaurea scabio-sa L.). Inoltre, sono presenti specie delMesobromion, quali sonaglini comuni(Briza media L.), ononide spinosa(Ononis spinosa L.), orchide (Anacamp-tis pyramidalis (L.) L.C. Rich.), e delBrometalia, quali forasacco eretto,sferracavallo comune (Hippocrepiscomosa L.), camedrio montano (Teu-crium montanum L.). Numerose sono lespecie di orchidee.

6510 – In aree con pendenza limita-ta, sul versante esposto a sud dellavalle del Giongo, sono presenti gliarrenatereti, consorzi vegetali erbaceiprodotti dall’attività dell’uomo per so-stituzione dell’originaria coperturaforestale e finalizzata alla produzionedi foraggio.

8210 – Sulle pareti rocciose della par-te settentrionale del sito, la coperturavegetale è modesta ma ricca di entitàfloristiche che consentono di inquadra-re la cenosi nel Potentillion caulescentis.

Sulle pareti con buona esposizione si insedial’associazione Potentillo-Telekietum, con la pre-senza di raponzolo di Scheuchzer (Phyteumascheuchzeri All.), erba regina (Telekia speciosis-sima (L.) Less.), cinquefoglia penzola (Potentillacaulescens L.) e sesleria comune (Sesleria varia(Jacq.) Wettst.).

6410 – Si tratta di prateria dominate da gra-migna altissima (Molinia arundinacea Schrank)e lilioasfodelo minore (Anthericum ramosumL.), cui si accompagnano prunella delle Alpi,cerretta comune (Serratula tinctoria L.), enulascabra (Inula hirta L.), carice glauca (Carexflacca Schreb.), laserpizio sormontano (Laser-pitium siler L.), garofano selvatico (Dianthussylvestris Wulfen) garofano di Séguier (Dian-

Corso d’acqua interno al SIC (foto Riccardo Falco).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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thus seguieri Vill.), geranio sanguigno (Gera-nium sanguineum L.). Queste formazioni si svi-luppano in alcune radure che si aprono nellaboscaglia, in corrispondenza di aree diimpluvio, sul versante destro della ValleBaderem.

7220 – All’interno della Valle del Giongo,sono presenti alcune sorgenti pietrificanti, inprossimità della quali le rocce calcaree, in con-dizioni di ombra e umidità, sono coperte datappeti di muschi e alghe nei quali dominanospecie appartenenti al genere Eucladium, ac-compagnate da Cratoneuron commutatum eHymenostylium ssp. Al di sopra, si sviluppanocapelvenere comune (Adiantum capillus- venerisL.), asplenio tricomane (Asplenium trichomanesL.) e, talvolta, specie sciafile come geranio no-doso e felce maschio.

8310 – Nella porzione ovest del sito, sonopresenti tre habitat di grotta. Dal punto di vi-sta vegetazionale, vi si riscontrano solo patinealgali, coperture briofitiche o alcune felci nel-

le porzioni dell’habitat più prossime all’am-biente aperto ove giungono le radiazioni lu-minose.

1.4 Ambiente umano

A causa di una fitta rete sentieristica e dellavicinanza con la città di Bergamo, un’ampiaporzione di territorio del SIC è interessata daun intenso flusso turistico; tuttavia sia la Val-le Baderem sia la Valle del Giongo sono scar-samente frequentate dagli escursionisti: quiinfatti si riscontrano condizioni di maggioreintegrità ambientale e isolamento.La valle è attraversata da una fitta rete di per-corsi, alcuni dei quali di antica origine, checollegavano i centri affacciati verso la pianu-ra con località poste oltre il Canto Alto -Poscante, la Val Seriana e Olera. Oltre al trac-ciato delle mulattiere, all’edificazione di di-more e alla trasfomazione dei boschi, sono di-versi i manufatti che oggi punteggiano la Val-le del Giongo.

Prati presenti nel sito (foto Riccardo Falco).

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127

I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse co-munitario

L’avifauna del sito è legata almantenimento delle aree agrico-le e degli ecotoni, utilizzati comearee di caccia da parte dei rapa-ci diurni e dell’averla piccola(Lanius collurio). Quest’ultima,nel dettaglio, si è drasticamenteridotta negli ultimi anni, localiz-zandosi in poche località carat-terizzate dall’attività agricole,così come l’ortolano (Emberizahortulana). Le pareti calcaree,praticamente inaccessibili, sono estremamen-te importanti per la nidificazione dei rapacidiurni, tra cui il nibbio bruno (Milvus migrans),il biancone (Circaetus gallicus) e il falco pecchia-

iolo (Pernis apivorus). Riguardo all’erpetofauna,si segnala la presenza del tritone crestato(Triturus carnifex), presso i Prati Parini, e

dell’ululone dal ventre giallo (Bombina va-riegata), specie rara e localizzata, le cui po-polazioni sono al limite occidentale di di-stribuzione per quanto riguarda il settoremeridionale delle Alpi. Questa specie si ri-produce in un’unica stazione isolata, sot-to il Canto Alto.I corsi d’acqua del fondovalle ospitano ilgambero di fiume (Austropotamobiuspallipes).

2.2 Altre specie importanti

L’area riveste una notevole importanzaerpetologica: infatti, sono presenti diversespecie di interesse conservazionistico siatra gli anfibi, quale la raganella italiana(Hyla intermedia), localizzata soprattutto

sui versanti meridio-nali del SIC, in ValleBaderem, sia tra i ret-tili, quali il biacco (Hie-rophis viridiflavus), ilcolubro di Esculapio osaettone (Elaphe lon-gissima), il ramarro oc-cidentale (Lacerta bili-

M

MBM

MMB

SBM

M

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Problemi di erosione legati al pascolamento sui versanti (foto MauroPerracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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neata), il colubro liscio (Coronella austriaca) e lalucertola muraiola (Podarcis muralis).Il sito è ricco anche di mammiferi di rilevanteimportanza conservazionistico, quali capriolo(Capreolus capreolus), riccio europeo (Erinaceuseuropeus), ghiro (Glis glis), faina (Martes foina),tasso (Meles meles), moscardino (Muscardinusavellanarius), donnola (Mustela nivalis), scoiat-tolo (Sciurus vulgaris), pipistrello albolimbato(Pipistrellus kuhli), pipistrello nano (Pipistrel-lus pipistrellus) e orecchione comune (Plecotusauritus).Molto interessante è anche la componente flo-ristica, ricca di gigli, orchidacee, genziane,campanulacee. Da segnalare, in particolare, la

specie endemica sassifraga di Host(Saxifraga hostii Tausch subsp. rhaeti-ca).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Benché ubicato in prossimità diun’area ad alta densità di urbanizza-zione, il sito è caratterizzato da eleva-ti livelli di diversità ambientale e hamantenuto un elevato grado di natu-ralità. In particolare, l’area boschiva ècaratterizzata da popolamenti chepresentano pochi segni di alterazio-ne, invecchiati e non degradati, conottime potenzialità per l’evoluzione afustaia climax.Le praterie aride rischiano di scom-parire a causa della naturale tenden-za al rimboschimento dopo l’abban-dono dell’attività pastorale.I querceti di rovere presentano un gra-do di naturalità modesto e uno statodi conservazione che, risentendo delsuccedersi di estati secche e degli in-terventi antropici di ampliamento distrade o di cure selvicolturali nonappropriate, hanno favorito l’ingres-so di specie esotiche.Buono il grado di conservazione de-

gli arrenatereti, mentre quello dei molinietidella Valle Baderem, in parte, è compromessodall’abbandono della attività umane cui era-no oggetto. Da segnalare, inoltre, l’elevatissimapressione venatoria esistente nelle aree limi-trofe al sito.Nonostante tutto questo, tuttavia, l’area, nelsuo complesso, non sembra correre rischi im-mediati.

3.2 Stato di protezione

Il SIC coincide con i confini dell’omonima Ri-serva Naturale facente parte del Parco dei Collidi Bergamo, istituita nel 1977 a scopo forestale,faunistico e geomorfologico.

Ciclamino (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

3.3 Fruibilità

Il sito presenta una ricca rete sentieristica. IlCanto Alto, in particolare, è una cima moltofrequentata sia per la facilità d’accesso e la vi-cinanza alla città, sia per il notevole panora-ma che si può godere dalla sua cima nelle gior-nate migliori. La via d’accesso più diretta almonte è quella dall’abitato di Sorisole ma è re-golarmente raggiunta anche da Monte di Nese.Per informazioni sui sentieri e, in generale, sul-l’area della Riserva, è possibile visitare il sitodel Parco dei Colli di Bergamo all’indirizzowww.parcocollibergamo.it

3.4 Gestione

La conservazione degli habitatpresenti nel sito è fortemente di-pendente dalla regolamentazio-ne di alcune attività, come quel-la selvicolturale, che andrebbe fi-nalizzata alla riconversione deicedui a fustaie e all’eliminazio-ne di specie esotiche. Per limita-re il disturbo antropico, è neces-sario, inoltre, disciplinare l’acces-sibilità e la fruizione del sito, l’at-tività speleologica e quella alpi-nistica sulle pareti rocciose, al-meno nei periodi di nidificazio-ne dei rapaci. Un’ulteriore prio-rità della gestione dell’area deveessere quella della conservazio-ne degli spazi aperti asciutti fi-nalizzata al mantenimento del-l’habitat di fioritura di un cospi-cuo numero di specie di orchi-dee.Per quanto riguarda la fauna, siauspica una rigida tutela dei sitiriproduttivi degli anfibi di inte-resse prioritario e, in particola-re, un’adeguata manutenzione,al fine di evitare l’interramentoe il prosciugamento, delle sedi diriproduzione dell’ululone dalventre giallo: sarebbe opportu-

no, a questo proposito, anche creare una seriedi pozze che costituiscano una rete continuacosì da non creare sottopopolazioni isolate traloro. Anfibi e rettili necessitano di un moni-toraggio periodico dello status delle popola-zioni.Il previsto ampliamento delle vicine cave dicalce si prevede che apporterà un notevole di-sturbo, soprattutto alla fauna: sarebbe auspi-cabile, di conseguenza, la creazione di un’ade-guata fascia di rispetto. Viene suggerito, infi-ne, di considerare la possibilità di ripristinareil divieto di caccia al valico del Canto Basso,

Strada che fiancheggia il sito (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

130

soprattutto considerata l’importanza di que-sta area per la migrazione dell’avifauna.

4. BIBLIOGRAFIA

AA.VV. (2004). Stato e indicazioni di gestione re-lative al pSIC Canto Alto e Valle del Giongo

NATURA 2000 - Formulario standard Sito

Canto Alto e Valle del Giongo. Aggiornamen-to 2004

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). Rete Natura2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo. Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

Gheppio (foto Mino Piccolo).

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BOSCHI DELL’ASTINO EDELL’ALLEGREZZA

IT 2060012

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 38 18 - Latitudine 45 42 26

Altitudine (m s.l.m.): 248 (min) - 370 (max)

Superficie (ha): 49,71

Comune: Bergamo

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C5b2

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Consorzio Parco dei Colli di Bergamo

Proprietà: sia pubblica, sia privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito sorge in una piccola valle dei Colli diBergamo, nel quadrante nord occidentale delComune di Bergamo. Il perimetro si articolalungo i boschi omonimi aventi come riferimen-ti territoriali l’ex monastero di Astino e la Ca-scina Allegrezza. Il substrato è prevalentemen-te di natura colluviale arenaceo, con elevatafrazione micacea.

1.2 Paesaggio vegetale

Il sito è caratterizzato da alcuni habitat di rile-vante importanza naturalistica propri di unambito lievemente collinare e divenuti piutto-sto rari nel resto della Pianura Padana. Dalpunto di vista vegetazionale, l’area compren-de, essenzialmente, i querceti misti a farnia(Quercus robur L.), rovere (Quercus petraea (Mat-tuschka) Liebl.) e cerro (Quercus cerris L.), i trat-

ti di bosco igrofilo a ontano nero (Alnus gluti-nosa (L.) Gaertner), nel bosco dell’Allegrezza,e i tratti di bosco umido a salice bianco (Salixalba L.), nell’area adiacente al querceto diAstino.In alcune aree di limitata estensione sono pre-senti comunità erbacee a gramigna liscia(Molinia coerulea (L.) Moench) e paleo silvestre(Brachypodium sylvaticum (Hudson) Beauv.) cheanticipano il graduale processo di rimboschi-mento spontaneo a seguito dell’abbandonodelle coltivazioni.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9160 – Questi boschi, ampiamente diffusiall’interno del SIC, sono caratterizzati dallapresenza di farnia, rovere e cerro, con carpinocomune (Carpinus betulus L.) e orniello (Fraxi-nus ornus L.). In più zone, grazie alla gestione

Immagine del bosco che caratterizza il SIC (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

forestale e all’abbandono delle aree coltivateadiacenti, queste cenosi risultano moltoevolute in struttura e composizione. Localmen-te, le querce sono accompagnate da speciearboree quali platano comune (Platanus hybridaBrot.), robinia (Robinia pseudacacia L.), castagnocomune (Castanea sativa Miller), olmo comune(Ulmus minor Miller). I nuclei più rappresen-tativi, grazie all’esposizione nord-occidentalee alla scarsa frequentazione, sono quelli loca-lizzati nel bosco dell’Astino e nella sezionecentrale e basale del bosco dell’Allegrezza,dove le componenti meso-igrofile dei quercetisono favorite da un terreno soggetto ad affio-

ramenti umidi. I tratti boschivi di espluvio etermicamente più favoriti sono contraddistin-ti, invece, da specie come viburno (Viburnumlantana L.), corniolo maschio (Cornus mas L.),erba perla azzurra (Buglossoides purpurocaerulea(L.) Johnston).

91E0* – Sono ricompresi in questo habitat iboschi igrofili a ontano nero del boscodell’Allegrezza e i boschi a salice bianco delbosco dell’Astino. In primi, collocati in un’areaparticolarmente ricca d’acqua con falda super-ficiale, si compenetrano in modo irregolare conil querceto dei versanti circostanti e, ai limitiinferiori, vengono in contatto con le siepi di

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

robinia e rovo (Rubus sp.). Qui si sviluppanoequiseto massimo (Equisetum telmateja Ehrh.),valeriana palustre (Valeriana dioica L.), giaggio-lo acquatico (Iris pseudacorus L.), miglio ondu-lato (Oplismenus undulatifolius (Ard.) Beauv.)e, in un’area leggermente rilevata, gramignaaltissima (Molinia arundinacea Schrank). Nelbosco umido adiacente il querceto di Astino,invece, domina il salice bianco, in relazione al-l’evoluzione spontanea più eliofila evidenzia-ta a partire dagli anni Settanta, quando lasuperficie, interessata da accumulo di ma-teriali edili e argillosi, è stata ricolonizzatadalla vegetazione. La tutela e la conserva-zione di questo habitat, sia per la compo-nente vegetazionale che locaratterizza sia per quellafaunistica a esso associato,si configura come una del-le azioni prioritarie (*) se-condo quanto riportatonel documento “Interpre-

tation Manual of European Union Habitats(EUR 25)”.

1.4 Ambiente umano

Posto in un contesto fortemente antropizzato,il sito è stato, nel tempo, fortemente modifi-cato dall’intervento dell’uomo attraverso la co-struzione di edifici rurali, terrazzamenti, stra-de, muretti a secco, campi e canali artificiali.Il sistema delle acque è composto dalla RoggiaCurna che, derivata dalla Roggia Morlana,presso il Convento dei Cappuccini a Bergamo,aggira il Colle della Banaglia lambendo il mar-gine meridionale della Valle dell’Astino. Al-l’interno del SIC, nella porzione occidentale,è presente un unico edificio: la Cascina Alle-grezza.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

La componente faunistica risulta particolar-mente ricca e ben differenziata, pur essendosolo una la specie ornitica inserita nell’Allega-to I della Direttiva 79/409/CEE. Date le carat-teristiche del sito, ben rappresentata è la fau-na legata agli ambienti acquatici, tra cui spic-cano due specie di interesse comunitario: iltritone crestato (Triturus carnifex) e la rana diLataste (Rana latastei).Interessante anche la presenza del Cervo vo-lante (Lucanus cervus), le cui larve si sviluppa-no nel legno tarlato, soprattutto delle vecchie

MB

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Anemone (foto Giulia Vercesi).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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querce, e della Cerambice della quercia (Ce-rambix cerdo).

2.2 Altre specie importanti

L’area presenta una fauna erpetologica piut-tosto ricca e diversificata: oltre alle specie diimportanza comunitaria, vi si possono trova-re popolazioni di raganella italiana (Hyla in-termedia), e rospo (Bufu bufo). Tra i rettili, sonopresenti il biacco (Hierophis viridiflavus), ilcolubro di Esculapio o saettone (Elaphe longis-sima), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata)e la lucertola muraiola (Podarcis muralis). Perquanto riguarda i mammiferi, tra le specie diinteresse conservazionistico sono state segna-late riccio europeo (Erinaceus europaeus), ghiro(Glis glis), faina (Martes foina), tasso (Melesmeles), moscardino (Muscardinus avellanarius),donnola (Mustela nivalis), pipistrello albolim-bato (Pipistrellus kuhli), pipistrello nano (Pipi-strellus pipistrellus). Molte le specie floristicheprotette e quelle molto rare, quali mestolacciacomune (Alisma plantago-aquatica L.), anemo-

ne bianca (Anemone nemorosa L.), brugo (Callunavulgaris (L.) Hull), cefalantera maggiore(Cephalanthera longifolia (Hudson) Fritsch),colchico d’autunno (Colchicum autumnale L.),giunchina comune (Eleocharis palustris (L.) R. etS.), elleborine palustre (Epipactis palustris(Miller) Crantz), pennacchi a foglie larghe(Eriophorum latifolium Hoppe), agrifoglio (Ilexaquifolium L.), orchidea maculata (Orchis macu-lata L.), pungitopo (Ruscus aculeatus L.), dentedi cane (Erythronium dens-canis L.), giaggioloacquatico, campanelle comuni (Leucojumvernum L.), listera maggiore (Listera ovata (L.)R. Br.), orchidea screziata (Orchis tridentataScop.), latte di gallina comune (Ornithogalumumbellatum L.), sigillo di Salomone maggiore(Polygonatum multiflorum (L.) All.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il carattere relitto di questi boschi, la loro rari-tà e la particolarità di alcune zone, quali quel-

Pungitopo (foto Giovanni Santamaria).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

la allagata, dove si riproducono diverse spe-cie di anfibi, o la prateria acidofila con brugo(Calluna vulgaris (L.) Hull) o la depressioneumida, fanno di questo sito un’area di alta qua-lità e funzionalità a livello ecologico e, pertan-to, degno di attenta protezione. Per quanto ri-guarda i querceti, la gestione degli ultimi de-cenni e il relativo abbandono delle aree colti-vate adiacenti hanno permesso, in più punti,un’evoluzione tesa alla ricostituzione di comu-nità molto evolute da un punto di vista strut-turale e compositivo. Anche le aree terrazzateo meno gestite a pascolo o vigneto sono in fasedi avanzata riforestazione. Il molinieto diCarpiane e la depressione umida sono minac-ciate sia dall’evoluzione spontanea in sensoforestale, sia dalle modificazioni nella dispo-nibilità di acqua nell’impluvio riconducibili aderivazioni, prelievi e drenaggi.Gli habitat presenti nell’area soffrono princi-palmente degli effetti negativi dovuti alla vi-cinanza della città di Bergamo, nel dettaglio ildisturbo antropico, causato dall’insufficiente

regolamentazione della fruizione, soprattuttonei confronti delle componenti erbacee e ani-mali. Altro importante fattore di vulnerabilitàè rappresentato dall’ingresso di specie vege-tali esotiche e dalla banalizzazione floristicacausata dal calpestio e dal rimaneggiamentodel suolo. Fattore di rischio particolare perl’avifauna è rappresentato dalla presenza diuna linea elettrica a media tensione nei pressidell’ex monastero di Astino.

3.2 Stato di protezione

I due boschi sono protetti, all’interno del Parcodei Colli di Bergamo, come Riserve NaturaliOrientate, istituite allo scopo di sorvegliare eorientare scientificamente l’evoluzione della na-tura in queste aree. Il Parco è stato istituito nel1977 al fine di salvaguardare e valorizzare l’ equi-librio tra la natura e la presenza antropica.

3.3 Fruibilità

Per quanto riguarda il bosco dell’Astino, l’ac-cesso è piuttosto difficoltoso e i sentieri pre-senti sono poco evidenti e frequentati. Il bo-sco dell’Allegrezza, al contrario, si contraddi-stingue per l’accessibilità e per la ricca rete di

Dente di cane (foto Giulia Vercesi).

Cervo volante (foto Fabio Pupin).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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percorsi, costituita da numerosi camminamen-ti che permettono di percorrere l’area in ognidirezione. Particolarmente interessante la stra-da sterrata che attraversa il sito, collegandoAstino alla sella di Madonna del Bosco e, so-prattutto, all’ex monastero dell’Astino. Per ave-re informazioni sul sito è possibile visitare il sitodel Parco all’indirizzo www.parcocollibergamo.it.

3.4 Gestione

La qualità dei boschi presenti è strettamente di-pendente dalla gestione forestale, che deve es-sere finalizzata alla ricostruzione di un boscomisto disetaneo caratterizzato da esemplari digrande taglia. Per migliorare ulteriormente laqualità dei querceti, è necessario permettereun’evoluzione quanto più possibile naturale, li-mitando i prelievi di esemplari di robinia e ca-stagno. Nel bosco dell’Allegrezza la manuten-zione dei percorsi si dovrebbe limitare rigida-mente a pochi tratti importanti di attraversa-mento, lasciando all’evoluzione spontanea i per-corsi residuali. Meno preoccupante, da questopunto di vista, il bosco dell’Astino, dove l’ac-

cesso, come detto, è relativamente difficoltosoe non sono presenti sentieri stabili. Al fine difavorire la conservazione delle componentiigrofile, invece, è consigliabile ridurre il drenag-gio e favorire l’allagamento e il ristagno dell’ac-qua. Per la tutela delle popolazioni di rana diLataste, è necessario il mantenimento dellescoline e dei fossati situati nella piana di Astino,importanti per la riproduzione della specie.Appare utile, inoltre, effettuare monitoraggiperiodici sulle popolazioni delle specie priori-tarie oltre a creare e mantenere un corridoio eco-logico che permetta il passaggio della piccolafauna tra i due boschi dell’Astino e dell’Alle-grezza, attualmente separati da zone non bo-scate. Riguardo all’avifauna, è auspicabile laconcertazione di azioni volte a ridurre il rischiodi elettrocuzione e impatto derivanti dalla pre-senza della linea elettrica. È consigliabile, inol-tre, pianificare gli interventi di recupero degliedifici dismessi al fine di tutelare siti di nidifi-cazione di rapaci, eventualmente mettendo adisposizione cassette nido sul perimetro deglistessi edifici in ristrutturazione.

Miglio ondulato (foto Mauro Perracino).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-schi dell’Astino e dell’Allegrezza. Aggiorna-mento 2004

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). Rete Natura2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in pro-

vincia di Bergamo. Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

Rinaldi G. (2004). Stato e indicazioni di gestionerelative al pSIC Boschi dell’Astino e dell’Allegrezza

Cartellonistica che delimita il sito (foto Mauro Perracino).

L’ex monastero di Astino (foto Riccardo Falco).

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FONTANILE BRANCALEONEIT 2060013

Foto Mauro Perracino

Foto Mino Piccolo

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 39 57 - Latitudine 45 31 17

Altitudine (m s.l.m.): 117 (min) - 119 (max)

Superficie (ha): 11,82

Comune: Caravaggio

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C6b1

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Riserva Naturale Fontanile Brancaleone

Proprietà: parte pubblica, parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito sorge a nord del Comune di Caravaggio,appena oltre la ferrovia che collega Milano conBrescia, tra gli abitati di Pagazzano e Vidalen-go. Tutta l’area, il cui perimetro si articola apartire dalle numerose teste fino a compren-dere l’unica asta del fontanile, è attraversatadalla Roggia Basso, che riceve le acque dalfontanile stesso e dalla Roggia Sopra e prose-gue poi il suo corso verso Caravaggio. La Ri-serva appare, così, suddivisa in tre zone: anord-est vi è la Fontana Brancaleone propria-mente detta, a nord-ovest la Fontana Bassa e,a sud-ovest, la Fontana Nuova. Il sito sorge suterreni fluvioglaciali sabbiosi e ghiaiosi scar-samente cementati. Questo fontanile si origi-na dalla seconda falda ed è, quindi, caratte-

rizzato da un apporto di acque abbastanzaprofonde e da un regime idrico pressoché co-stante.

1.2 Paesaggio vegetale

Localizzato su un suolo ricco di acqua, nono-stante l’attuale assenza di fenomeni di risorgi-va dovuto all’abbassamento della falda super-ficiale, la vegetazione del sito è formata daspecie igrofile e meso-igrofile. Le specie vege-tali presenti hanno una diversa distribuzioneall’interno delle varie zone della risorgiva, so-prattutto in funzione della corrente d’acqua:nella testa del fontanile, dove le acque sonopiù tranquille, le essenze si diversificano, se-condo fasce concentriche, a partire dalle polle,mentre, lungo l’asta, dove la turbolenza è mag-giore, esse si distribuiscono, secondo fasceparallele, a partire dalle rive e procedendoverso il centro. Tutt’attorno al fontanile, cre-

Ambiente umido (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

144

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

sce una rigogliosa vegetazione, che assume lecaratteristiche delle antiche foreste che popo-lavano la Pianura Padana prima delle bonifi-che.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

91E0*– Questo habitat è caratterizzato dauno strato arboreo composto principalmenteda pioppi canadesi d’impianto (Populus cana-densis L.), pioppi neri (Populus nigra L.), salicibianchi (Salix alba L.) e ontano nero (Alnus glu-tinosa (L.) Gaertner), cui si associano platani(Platanus hybrida Brot.), olmi (Ulmus minorMiller), aceri campestri (Acer campestre L.) efarnie (Quercus robur L.).Nello strato arbustivo spicca la presenza di

nocciolo (Corylus avellana L.), sanguinello(Cornus sanguinea L.), biancospino (Crataegusmonogyna Jacq.), cappel di prete (Euonymuseuropaeus L.), sambuco (Sambucus nigra L.),salice ripaiolo (Salix eleagnos Scop.), oltre a di-versi rovi (Rubus caesius L. e Rubus ulmifoliusSchott). Formano lo strato erbaceo colonie vi-stose di aglio orsino (Allium ursinum L.) accom-pagnate da vetriola comune (Parietaria offici-nalis L.), ellera terrestre (Glechoma hederacea L.),pervinca minore (Vinca minor L.), felce aquilina(Pteridium aquilinum (L.) Kuhn).Nonostante la scomparsa del fenomeno dellerisorgive, nelle zone di bassura e in qualchecapofonte permangono stagionalmente pozzed’acqua nelle quali permangono relitti di ve-getazione igrofila a cariceto e fragmiteto. Piut-tosto elevata è, invece, la presenza di specieesotiche infestanti, come la robinia (Robinia

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145

I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

pseudacacia L.), l’ailanto (Ailanthus altissima(Miller) Swingle), l’acero americano (Acernegundo L.), e specie esotiche inselvatichitecome la vite vergine (Parthenocissus quinque-folia (L.) Planchon) e la vite comune (Vitisvinifera L.).La tutela e la conservazione di questohabitat, sia per la componente vegetaziona-le che lo caratterizza sia per quella faunisti-ca a esso associato, si configura come unadelle azioni prioritarie (*) secondo quantoriportato nel documento “InterpretationManual of European Union Habitats (EUR 25)”.

1.4 Ambiente umano

La Riserva è inserita in un contesto ambien-tale prevalentemente agricolo, dominato daestese monocolture cerealicole e foraggere.Storicamente sembra che questa roggia siastata scavata tra la prima e la seconda metàdel ‘300, al fine di alimentare una fitta retedi canali che venne poi potenziata nei cin-quanta anni successivi, concludendosi conla bonifica delle “Mose Vescapine”, poste traMariano e Masano, avvenuta nel 1375. Inpassato le acque del fontanile venivano so-prattutto utilizzate per mantenere i prati a“marcita”, tecnica colturale che consentivadi ottenere fino a nove sfalci annui.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

In un contesto fortemente caratterizzato daagroecosistemi a conduzione intensiva,come quello di questo SIC, l’avifauna pre-sente è legata principalmente agli elementidi continuità quali siepi, filari e piccolispazi incolti. Una sola specie èinserita tra quelle di importan-za comunitaria: il martin pesca-tore (Alcedo atthis), specie legataai corsi d’acqua e alle zone umi-de ricche di specie ittiche e ca-ratterizzate da una buona qua-

lità delle acque. Specie molto importante nel-l’area è la rana di Lataste (Rana latastei), quiestremamente isolata rispetto al contesto am-bientale.Numerosissimi gli insetti, tra cui Cervo volante(Lucanus cervus), le cui larve si sviluppano nel

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Salice bianco (foto Giovanni Santamaria).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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legno tarlato, soprattutto delle vecchie quer-ce: per questo motivo, con la progressiva scom-parsa dei boschi di quercia, la specie si è an-data sempre più rarefacendo.

2.2 Altre specie importanti

Il sito rappresenta uno degli ultimi angoli dellaValle Padana dove si sono rifugiate specie ani-mali e vegetali un tempo numerose ma ormaiscomparse o in via d’estinzione in più aree.L’erpetofauna è caratterizzata dalla presenzadella lucertola muraiola (Podarcis muralis), in-clusa nell’Allegato IV della Direttiva 92/43/CEE,e della raganella italiana (Hyla intermedia).Da segnalare anche la presenza del barbagian-ni (Tyto alba). Per quanto riguarda la compo-nente floristica, sono state segnalate due spe-cie di interesse conservazionistico: sedano d’ac-qua (Apium nudiflorum (L.) Lag.) e crescionedei Pirenei (Nasturtium officinale R. Br.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il sito, collocato sulla fascia dei fontanili chedivide l’alta pianura dalla bassa pianura, rive-ste un particolare valore in quanto caratteriz-zato dalla presenza di un bosco ripariale.Con l’appiattimento del paesaggio agricolo ela perdita di elementi naturali, i fontanili sonodiventati elementi paesaggistici unici e, quin-di, aree di notevole importanza didattica e ri-creativa che necessitano di tutela.Tra i principali fattori di vulnerabilità del sito,compaiono gli emungimenti perpetuati a sca-pito delle falde idriche e le conseguenti modi-ficazioni del regime idrico delle acque sotter-ranee, oltre all’inquinamento delle acque do-vuto, per lo più, a scarichi fognari e zootecni-ci. L’eutrofizzazione, la diffusione di speciearboree o arbustive esotiche, la caccia in aree

Cappel di prete (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

confinanti, gli interventi di taglio non razio-nali e l’agricoltura intensiva minacciano ulte-riormente questo complesso sistema difontanili.I maggiori rischi per la conservazione dell’avi-fauna di quest’area sono associati al progres-sivo degrado del territorio, legato soprattut-to alla crescente invadenza di nuovi insedia-menti produttivi e di grandi infrastrutture via-bilistiche.Nel sito, inoltre, sono state segnalate due spe-cie di crostacei anfipodi del genere Niphargusche rappresentano una rarità da tutelare.

3.2 Stato di protezione

Il sito è ricompreso interamente nella RiservaNaturale Fontanile Brancaleone, istituita conDelibera del Consiglio Regionale del 5 febbra-io 1985 n. 1894. ente gestore Comune diCaravaggio.L’istituzione della Riserva è avvenuta conte-stualmente a quelle a protezione dei fontanili

Rana di Lataste (foto Edoardo Razzetti).

“Sorgenti della Muzzetta” e “Fontanile Nuo-vo”, entrambe nella provincia di Milano.

3.3 Fruibilità

Il Fontanile Brancaleone, come molti altrifontanili padani, racchiude, su una piccola su-perficie, un patrimonio di specie vegetali e ani-mali notevole.Per avere informazioni sulla Riserva, è possi-bile consultare il sito del Comune di Caravag-gio, ente gestore della Riserva, all’indirizzowww.comune.caravaggio.bg.it.

3.4 Gestione

Al fine di una migliore tutela degli habitat,sarebbe auspicabile l’acquisizione delle areeprivate interne alla Riserva Naturale, così dapoter operare liberamente con interventi e conuna regolamentazione più efficace. Il fontanilenecessita per il suo mantenimento di periodi-che operazioni di asportazione della vegetazio-ne eccedente che, altrimenti, andrebbe a occu-

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Martin pescatore (foto Mino Piccolo).

pare completamente e a occludere gli alvei del-la testa e dell’asta. Occorre, in particolare, pia-nificare un’attività di pulizia dei tratti invasi daspecie esotiche infestanti, effettuando tagliselettivi in modo da tutelare al meglio il sotto-bosco. La difesa delle sponde del corso d’acqua

dovrebbe avvenire attraverso impianti di saliciarbustivi, talee e astoni reperibili in loco durantele operazioni di manutenzione e taglio.Per quanto riguarda il fontanile, sarebbe oppor-tuno verificare la possibilità di ripristinarne lafunzionalità e, sicuramente, effettuare un costan-

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

te controllo degli scarichi oltre che vietare il pre-lievo di acque per scopi irrigui nelle zone umidedella Riserva e nei corsi d’acqua minori circo-stanti. Per la tutela dell’erpetofauna, è necessa-rio creare corridoi biologici di collegamento conaltre zonee idonee allo sviluppo delle comunità,oltre a realizzare piccoli stagni per la riprodu-zione delle specie prioritarie.Il mantenimento delle fasce boscate e l’eventua-le impianto di siepi o alberature nella zona po-trebbe migliorare il microhabitat della rana diLataste. Per la tutela delle specie ornitiche asso-ciate alle limitate zone umide, appare fondamen-tale mettere in atto tutti gli accorgimenti finaliz-zati a contrastare il degrado di questo delicatoecosistema.

4. BIBLIOGRAFIA

Furlanetto D., Opuscolo Fontanile Brancaleone.Provincia di Bergamo, Assessorato al Turismo,con la partecipazione di Italia Nostra - BG

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). Rete Natura2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo. Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Fon-tanile Brancaleone. Aggiornamento 2004

Pagine del sito del Comune di Caravaggiowww.comune.caravaggio.bg.it

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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BOSCHETTO DELLA CASCINACAMPAGNAIT 2060014

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 52 50 - Latitudine 45 28 06

Altitudine (m s.l.m.): 93 (min) - 103 (max)

Superficie (ha): 5,33

Comune: Pumenengo

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C6d2, C6d3

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco dell’Oglio Nord

Proprietà: in parte pubblica, in parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito sorge nell’estrema porzione orientaledella bassa pianura bergamasca, lungo il ver-sante idrografico di destra del Fume Oglio. Sitratta del più piccolo SIC della provincia diBergamo: sviluppandosi lungo il piccolo bo-schetto posto a poca distanza dalla CascinaCampagna, è situato nel punto di passaggiofra la pianura alluvionale recente dell’Oglio eil più alto livello fondamentale della pianura.Il passaggio tra i due livelli, nel dettaglio, èrappresentato da una serie di scarpate di dif-ferente altezza. La morfologia superficiale èfondamentalmente pianeggiante, con qualchepiccolo avvallamento e deboli ondulazioni do-vute ad accumuli di ghiaia e ciottoli.Il sito si sviluppa su un substrato geologicocostituito da depositi alluvionali di originequaternaria, su un suolo sabbioso-ghiaioso conorizzonte umifero mediamente di 10-20 cm.

Nella parte nord, in corrispondenza del bosco,la litologia di superficie è costituita da ghiaiegrossolane, clasti arrotondati e smussati chepossono raggiungere anche i 10 cm di gran-dezza.Rilevante è la presenza del fontanile denomi-nato “Fontana vecchia”, da cui prende origineil Cavo Molinaro.

1.2 Paesaggio vegetale

Questo bosco, isolato in mezzo ai coltivi e ca-ratterizzato dalla presenza di farnia (Quercusrobur L.) e carpino comune (Carpinus betulusL.), rappresenta uno degli ultimi lembi dell’an-tica copertura forestale che interessava tuttala Pianura Padana.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE è stato segnalato nel sito:

9160 – L’unico habitat presente nel sito è rap-presentato da un querco-carpineto in cui, ac-canto alle specie tipiche dominanti (querce e

Uva turca (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

carpino), si riscontra la presenza di ciliegio(Prunus avium L.), orniello (Fraxinus ornus L.),sanguinello (Cornus sanguinea L.), viburnolantana (Viburnum lantana L.), pruno selvatico(Prunus spinosa L.), ligustro (Ligustrum vulgareL.), sambuco (Sambucus nigra L.). A queste spe-cie si aggiungono le infestanti robinia (Robiniapseudacacia L.) e indaco bastardo (Amorphafruticosa L.).Nello strato erbaceo sono diffuse, soprattutto,pungitopo (Ruscus aculeatus L.) e clematideeretta (Clematis recta L.), mentre edera (Hederahelix L.), caprifoglio comune (Lonicera caprifo-lium L.) e tamaro (Tamus communis L.) sono lespecie più comuni nello strato lianoso.

Lo strato arboreo, discontinuo ma in alcunitratti discretamente denso nella parte rivoltaa nord lascia spazio a una piccola radura.

1.4 Ambiente umano

Il boschetto è incluso in un contesto agricoloantropizzato nel quale la presenza di monocol-ture cerealicole e foraggere risulta fortementepredominante.L’agroecosistema in cui il sito è inserito ha con-sentito un tale isolamento del bosco da per-mettere la conservazione di una popolazionedi farnie non ibridate di notevole pregio che,spontaneamente, cresce e occupa la quasi to-talità dell’area del SIC.

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Oltre al vicino Comune diPumenengo, attorno al sito sisviluppano piccoli agglomera-ti e cascine.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse co-munitario

Le caratteristiche di pregiodelle farnie presenti nel boscosono senza dubbio interessantidal punto di vista naturalisti-co ma, nonostante questo, la li-mitata estensione dell’area nonè in grado di incidere in modosignificativo sulla natura e sulla varietà del-l’avifauna. La presenza più significativa, se-gnalata nei periodi di nidificazione, è la sem-pre più rara averla piccola (Lanius collurio).Varia, invece, è la diversificazione dell’ittiofau-na, relativamente alla quale sono state segna-late 6 specie di interesse comunitario.

2.2 Altre specie importanti

A causa delle limitate dimensioni dell’area, nonsono molte le specie dell’erpetofauna interes-santi dal punto di vista conservazionistico pre-senti nell’area: tra di esse, infatti, si segnala solola lucertola muraiola (Podarcis muralis), inclu-sa nell’allegato IV della Direttiva 92/43/CEE.

Il sito vanta una ricca componente floristicacostituita da una notevole percentuale di spe-cie rare o rarissime, tra cui anemone gialla(Anemone ranuncoloides L.), capelvenere comu-ne (Adiantum capillus-veneris L.), campanulabolognese (Campanula bononiensis L.), campa-nula serpeggiante (Campanula rapunculoides L.),cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia(Hudson) Fritsch), ciclamino delle Alpi(Cyclamen purpurascens Miller), dente di cane(Erytronium dens-canis L.), bucaneve (Galanthusnivalis L.), ruscolo pungitopo (Ruscus aculeatusL.), sassifraga bulbifera (Saxifraga bulbifera L.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

L’importanza del sito risiede, oltre chenella presenza di un lembo di forestaplaniziale lombarda (Querceti di tipoStellario-Carpinetum), nel fatto che essoè costituito da un insieme di ambientinaturali in un contesto fortementeantropizzato. Attorno al SIC insistononumerosi elementi di disturbo, tra cuilo sfruttamento intensivo del territorioda un punto di vista agricolo e la pre-senza di numerosi insediamenti. I prin-cipali fattori negativi che minacciano la

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Particolare del sito (foto Fabio Casale).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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conservazione degli habitat, infatti, sono lega-ti alla presenza antropica soprattutto in rela-zione alle attività agricole. Il nucleo boscato èminacciato, inoltre, nella sua integrità da unpunto di vista botanico dalla presenza di spe-cie esotiche e di infestanti. Nonostante questo,però, il bosco, risulta ben sviluppato e in buo-no stato di conservazione. È stata segnalata,inoltre, la presenza di esemplari di farnia diparticolare pregio per forma e bellezza. Inte-ressante è, infine, l’insolita presenza di nume-rose specie di funghi appartenenti a generi e

specie molto rari o as-senti in pianura.

3.2 Stato di prote-zione

Il sito è compreso nellaRiserva Naturale Bo-schetto della CascinaCampagna, istituita nel1991 e inclusa nel Par-co Regionale dell’OglioNord.

3.3 Fruibilità

L’area è posta nel terri-torio del Comune diPumenengo, a poca di-stanza dalla CascinaCampagna, la cui stra-da di servizio ne costi-tuisce anche l’accessopiù comodo. Di formaallungata e parallela alFiume Oglio, l’area pre-senta diversi elementidi pregio naturalistico egeomorfologico. Per ul-teriori informazioni, èpossibile consultare ilsito internet dell’entegestore, il Parco del-l’Oglio Nord, all’indiriz-zo www.parcooglionord.it.

3.4 Gestione

Nonostante lo stato di conservazione comples-sivo dell’area risulti discreto, vi sono alcunecriticità da affrontare, soprattutto riguardo lafrequentazione e il comportamento sconside-rato e incivile dei visitatori. A tal proposito,vista la difficoltà di garantire un’adeguata vi-gilanza, sarebbe consigliabile una chiusura delfondo almeno ai mezzi motorizzati associataa una maggiore presenza di cartelli riportantii divieti esistenti e a un controllo costante daparte di personale autorizzato.

Dente di cane (foto Giulia Vercesi).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Per quanto riguarda la gestioneforestale, al fine di ampliarel’area del querco-carpineto, sa-rebbe opportuno operare la rac-colta di semi di alberi, arbusti epiante erbacee tipiche e in rare-fazione, così da poterli riutiliz-zare per interventi di riqualifica.Inoltre, risulta necessario proce-dere a una graduale eliminazio-ne delle specie esotiche infestan-ti, come la robinia, e a un con-trollo mirato dello sviluppo del-l’edera.Per quanto riguarda l’erpetofau-na, appare opportuno crearecorridoi ecologici con il FiumeOglio in modo da rendere pos-sibili scambi faunistici tra que-sto biotopo, attualmente in con-dizioni di isolamento. Attraver-so il prelievo razionale delle ac-que di falda e la corretta depu-razione di quelle di scarico, saràpossibile, infine, garantire lapresenza e la buona qualità del-le acque sorgive al fine di favo-rire la frequentazione dell’avi-fauna maggiormente legata allapresenza del fontanile.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulariostandard Sito Boschetto dellaCascina Campagna. Aggiornamento 2004

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). Rete Natura2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in pro-vincia di Bergamo. Provincia di Bergamo - Ser-vizio Aree Protette

Rospo smeraldino (foto Fabio Pupin).

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

Zanotti E. (2004). Stato e indicazioni di gestionerelative al pSIC Boschetto della Cascina Campa-gna

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BOSCO DE’ L’ISOLAIT 2060015

Foto Mauro Perracino

Foto Mauro Perracino

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 53 09 - Latitudine 45 25 50

Altitudine (m s.l.m.): 42 (min) - 87 (max)

Superficie (ha): 91,554

Comune: Torre Pallavicina

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 C6d3

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: marzo 2004

Ente gestore: Parco dell’Oglio Nord

Proprietà: parte pubblica, parte privata

Dati generali

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Localizzato all’estremità sud orientale della pro-vincia di Bergamo, a cavallo con le province diBrescia e di Cremona, il sito si estende lungo illetto e i terrazzi fluviali del Fiume Oglio per iltratto tra la Cascina Neghelli a nord e la CascinaIsolabella a sud. L’area comprende un tratto delfiume caratterizzato da un andamento a canaliintrecciati con depositi alluvionali a granulome-tria mediamente grossolana. Dal punto di vistalitologico, prevalgono depositi alluvionali dimedia dimensione, con sabbia nelle zone in cuila corrente fluviale è meno intensa.

1.2 Paesaggio vegetale

L’ambiente del SIC è caratterizzato da habitat

tipici delle aree fluviali planiziali a falda su-perficiale con una morfologia in costantemutamento in relazione ai fenomeni di pie-na del Fiume Oglio.Sono presenti formazioni boschive di diver-sa fisionomia: dal greto cespugliato al salice-to a salice comune (Salix alba L.), fino a giun-gere al bosco a pioppo nero (Populus nigra L.)e al bosco misto di farnia (Quercus robur L.) epioppo nero.Il ricco sottobosco presenta uno strato arbu-stivo tipico dei boschi igrofili e delle forma-zioni arboree progressivamente più affran-cate dalla presenza dell’acqua.Gli ambienti acquatici evidenziano un’accen-tuata zonizzazione vegetale con canneto adominanza di cannuccia di palude (Phragmi-tes australis (Cav.) Trin.), tifeto a lisca mag-giore (Typha latifolia L.) e frammenti dimagnocariceto.

Ambiente umido (foto Mauro Perracino).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

1.3 Habitat di interesse comunitarioTra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

91F0– Questo habitat è quello maggiormen-te rappresentato nel sito ed è caratterizzato daun mosaico di associazioni che si alternano inbase al cambiamento delle condizioni geope-dologiche e idriche del territorio. Caratteriz-zano questi boschi ripariali misti specie qualifarnia, olmo comune (Ulmus minor Miller),pioppo nero, pioppo canescente (Populuscanescens (Aiton) Sm.), platano comune (Plata-

nus hybrida Brot.), salice comune, salice ripaiolo(Salix eleagnos Scop.), ontano comune (Alnusglutinosa (L.) Gaertner), acero campestre (Acercampestre L.). Ricco anche lo strato arbustivo,in cui compaiono nocciolo (Corylus avellana L.),biancospino (Crataegus monogyna Jacq.),ligustro (Ligustrum vulgare L.), sambuco(Sambucus nigra L.), sanguinello (Cornussanguinea L.), pruno selvatico (Prunus spinosaL.), rosa selvatica (Rosa canina L.), frangola(Frangula alnus Miller), viburno lantana(Viburnum lantana L.), oppio (Viburnum opulus

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

L.), crespino (Berberis vulgaris L.), caprifoglio(Lonicera caprifolium L.), rovo bluastro (Rubuscaesius L.). Lo strato erbaceo è dominato daanemone bianca (Anemone nemorosa L.) e ane-mone gialla (Anemone ranuncoloides L.). Tra lespecie particolarmente interessanti, si posso-no citare ranno spinello (Rhamnus saxatilisJacq.), dente di cane (Erythronium dens-canis L.),campanelle comuni (Leucojum vernum L.),billeri di Mattioli (Cardamine hayneana Welw.),ruscolo pungitopo (Ruscus aculeatus L.), cam-panula selvatica (Campanula trachelium L.),eliantemo maggiore (Helianthemum nummula-rium (L.) Miller), vedovelle dei prati (Globula-ria punctata Lapeyr.), sferracavallo comune(Hippocrepis comosa L.).

91E0* – Localizzate nella porzione sud-ovestdel sito, questi boschi ripariali alluvionali sonocostituiti principalmente da salice bianco,pioppo nero, ontano, platano e olmo. Il salice-to d’alto fusto confina a nord con una lanca invia di prosciugamento ed è alternato a radure

periferiche popolate soprattutto da gramina-cee e cespugli radi. Nella fascia che circondale lanche, si sviluppano lisca maggiore, can-nuccia di palude, riso selvatico (Leersiaoryzoides (L.) Swartz.), diverse carici (Carexspp.), coltellaccio maggiore (Sparganiumerectum L.), salcerella comune (Lythrum salicariaL.), erba-sega comune (Lycopus europaeus L.),menta d’acqua (Mentha aquatica L.). Accanto aesse, tra le specie più comuni nel saliceto, visono salice da ceste (Salix triandra L.), sangui-nello, sambuco, nocciolo, rovo, ortica comune(Urtica dioica L.), forbicina peduncolata (Bidensfrondosa L.), nappola italiana (Xanthium italicumMoretti), vetriola comune (Parietaria officinalisL.), scagliola palustre (Typhoides arundinacea(L.) Moench), verga d’oro maggiore (Solidagogigantea Aiton), cespica annua (Erigeron annuus(L.) Pers.).Da anni la cenosi è danneggiata dall’invasio-ne dell’infestante sicios (Sicyos angulatus L.). Ipiccoli popolamenti a ontano nero si svilup-

Svasso maggiore con una preda (foto Mino Piccolo).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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pano con modeste estensioni in lievi depres-sioni del terreno, per lo più in aree una voltaoccupate dai meandri fluviali o ai piedi di scar-pate morfologiche che distinguono le valli flu-viali dal livello fondamentale della pianura.Nel sottobosco sono comuni salice cenerino(Salix cinerea L.), frangola, sambuco, oppio,sanguinello, rovo, mentre lo strato erbaceo ècomposto da fitte colonie di equiseto massi-mo (Equisetum telmateja Ehrh.).La tutela e la conservazione di questo habitat,sia per la componente vegetazionale che locaratterizza sia per quella faunistica a esso as-sociato, si configura come una delle azioniprioritarie (*) secondo quanto riportato neldocumento Interpretation Manual ofEuropean Union Habitats (EUR 25).

1.4 Ambiente umano

Il sito è circondato da una serie dicascine che ne seguono il confine. Learee circostanti sono coltivate secon-do le normali rotazioni agrarie, men-tre verso nord alcuni appezzamentisono stati trasformati in pioppeto ra-zionale.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comuni-tario

Data la notevole diversificazione am-bientale, il sito costituisce un’impor-tante area di rifugio per diver-se specie di uccelli. I greti delfiume, in particolare, sono fre-quentati dalle più comuni spe-cie di ardeidi svernanti, qualiairone cenerino (Ardea cinerea)e garzetta (Egretta garzetta), perle quali questo ambiente ad ac-que basse e poco fluenti costi-tuisce un ideale territorio di ali-mentazione. Anche la nitticora(Nycticorax nycticorax) è spesso

presente nei mesi di migrazione, mentre piùrade sono le segnalazioni invernali ed estive.La vegetazione che colonizza le rive dellelanche rappresenta un ottimo rifugio per il ta-rabusino (Ixobrychus minutus), oltre a rappre-sentare un idoneo territorio di caccia delmartin pescatore (Alcedo atthis).Numerosi i rapaci diurni, tra cui l’albanellareale (Circus cyaneus) specializzata nella cac-cia in ambienti aperti, il falco di palude (Circusaeruginosus), il falco pecchiaiolo (Pernis apivo-rus) e l’albanella minore (Circus pygargus). Ilsottobosco e la presenza del corso d’acqua edelle falde affioranti rendono quest’area parti-colarmente idonea per la rana di Lataste (Rana

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

latastei). Importante anche la presenza di un’al-tra specie di interesse comunitario, il tritonecrestato (Triturus carnifex).

2.2 Altre specie importanti

Tra i mammiferi di importanza conservazio-nistica, sono stati segnalati all’interno del SICil riccio europeo (Erinaceus europaeus), il ghiro(Myoxus glis), la faina (Martes foina), il tasso(Meles meles), la donnola (Mustela nivalis), iltoporagno d’acqua (Neomys fodiens), il pipi-strello albolimbato (Pipistrellus kuhli) e il pipi-strello nano (Pipistrellus pipistrellus).Il sito vanta anche un’erpetofauna diversifica-ta: tra gli anfibi di importanza conservazioni-stica, compaiono il rospo comune (Bufo bufo),rana verde minore (Rana kleptonesculenta) e la raganella italiana(Hyla intermedia). Tra i rettili è se-gnalata la presenza del ramarrooccidentale (Lacerta bilineata), del-la lucertola muraiola (Podarcismuralis), della biscia dal collare(Natrix natrix helvetica), dellanatrice tassellata (Natrix tessella-ta) e del biacco (Coluber viridifla-vous).Interessante anche la presenza dialcuni invertebrati come Halipluslineatocollis, Laccophilus hyalinus,Peltodytes rotundatus, Potamo-nectes depressus elegans, Agabusdidymus. Discreto anche il nume-ro di specie vegetali di importan-za conservazionistica, tra cui, tut-tavia, non compaiono specie néendemiche né inserite nelle listerosse.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIO-NE

3.1 Stato di conservazione

L’importanza del sito derivaprincipalmente dalle specie ani-mali presenti e, subordinatamen-

te, dalla vegetazione forestale. Il bosco, sebbe-ne alterato dalla presenza delle specie esoti-che e infestanti, appare ben sviluppato e inbuono stato di conservazione e rappresentauno dei pochi elementi naturali in un conten-to fortemente antropizzato.Attorno al sito insistono, infatti, numerosi ele-menti di disturbo, tra cui lo sfruttamento in-tensivo del territorio a scopo agricolo e la pre-senza di numerosi insediamenti. L’area risen-te degli effetti negativi indotti dalle opere didifesa dell’alveo o regimazione fluviale effet-tuate ammassando blocchi di roccia calcarealungo le sponde del corso d’acqua, restringen-do l’alveo e impedendo la sua naturale evolu-zione.

Cefalantera maggiore (foto Giulia Vercesi).

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ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Ulteriori fattori di rischio per la conservazio-ne degli habitat e della fauna locale sono rap-presentati dall’inquinamento delle acque, acausa di scarichi fognari e zootecnici, oltre allapratica dell’attività venatoria in aree confinanti.

3.2 Stato di protezione

Il sito coincide con la Riserva Naturale Orien-tata Bosco de l’Isola, nella quale sono compre-se porzioni di territorio delle province diBergamo, Brescia e Cremona. L’area è intera-mente inclusa nel Parco Regionale dell’OglioNord.

3.3 Fruibilità

Di forma allungata e parallela al Fiume Oglio,l’area presenta diversi elementi di pregio na-turalistico e geomorfologico.Per informazioni, è possibile consultare il sitointernet dell’ente gestore, il Parco dell’OglioNord, all’indirizzo www.parcooglionord.it.

3.4 Gestione

All’interno del sito, la vigilanza è scarsa eaffidata a pochi agenti del Corpo Forestaledello Stato e alle Guardie Ecologiche Volon-tarie (GEV): appare dunque auspicabile la no-mina di nuove GEV per intensificare il con-trollo sul territorio e ridurre il disturbo an-tropico impedendo il transito di mezzi a mo-tore non autorizzati.Rispetto all’ambiente fluviale, è necessarioimpedire le arginature artificiali e, laddoveesse fossero davvero necessarie, intervenireper diminuire l’impatto ambientale con tec-niche di ingegneria naturalistica.È importante anche non alterare la qualitàdelle acque, evitare il prosciugamento dellepozze, controllare le variazioni di livello dibacini e corsi d’acqua e l’immissione di spe-cie ittiche pericolose per gli anfibi presenti. Aquesto proposito è indispensabile l’esecuzio-ne di monitoraggi sulle popolazioni attual-

Rospo comune (foto Fabio Pupin).

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I SIC DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

mente poco conosciute di anfibi e rettili pre-senti nel sito. Anche per la conservazionedell’avifauna, è importante adottare azioni fi-nalizzate all’ampliamento dell’alveo in alcu-ni tratti, alla creazione di aree perifluviali edi zone umide e alla rivitalizzazione dellelanche, nonché il mantenimento invernaledelle stoppie nei campi di cereali coltivati cosìda incentivare la presenza di prede e la rego-lare frequentazione dell’area da parte dei ra-paci.

Rana esculenta (foto Fabio Pupin).

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-sco de l’Isola. Aggiornamento 2004

Lorenzi M., Ferlinghetti R. (2006). Rete Natura2000 - I Siti di Importanza Comunitaria in provin-cia di Bergamo. Provincia di Bergamo - ServizioAree Protette

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia - Edizioni Eda-gricole, Bologna

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Finito di realizzarenel mese di marzo 2010.

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ISBN 978-88-8134-080-4

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