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Atlante dei SIC della Atlante dei SIC della Provincia di Milano Provincia di Milano Fondazione Lombardia per l’Ambiente www.regione.lombardia.it LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.

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Atlante dei SIC dellaAtlante dei SIC dellaProvincia di MilanoProvincia di Milano

Fondazione Lombardiaper l’Ambiente

www.regione.lombardia.it

LOMBARDIA. COSTRUIAMOLA INSIEME.

Mauro Perracino

ATLANTE DEI SIC

DELLA PROVINCIA DI MILANO

Fondazione Lombardia per l’AmbientePiazza Diaz 7 - 20123 Milano

tel. +3902806161.1 fax [email protected] www.flanet.org

Via Taramelli, 12 - 24125 Milano

Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l’Ambiente

Presidente: Paolo ColombaniVicepresidente: Marcela Adriana Mc leanConsiglieri: Maurizio Arena, Adriana Baglioni, Nicola Francesco Bellizzi, Giovanni Bottari, MarcelloFontanesi, Massimo Donati, Marcela Adriana Mc Lean, Paolo Mantegazza, Lorenzo Ornaghi,Oronzo Raho, Angiolino Stella

Direttore: Fabrizio PiccaroloCoordinatore scientifico: Antonio Ballarin DentiPresidente del Comitato scientifico: Marcello Fontanesi

Responsabili di progettoPietro Lenna – Regione Lombardia, DG Qualità dell’AmbienteG. Matteo Crovetto – Fondazione Lombardia per l’AmbienteCoordinamentoRiccardo Falco – Fondazione Lombardia per l’Ambiente

Testi: Mauro PerracinoReferaggio scientifico: Giuseppe Bogliani, Francesco Sartori, Guido TosiProgettazione grafica: Tania FeltrinImpaginazione: Mauro PerracinoCoordinamento editoriale: Riccardo FalcoFotografie: Luigi Andena, Pietro Angelo Nardi, Mauro Perracino, Mino Piccolo, Fabio Pupin,Giovanni Santamaria e Giulia VercesiCartografia: Andrea Salvadori

Le foto aree utilizzate sono relative al volo 2003 della Compagnia Generale di Riprese Aeree. Illoro utilizzo è stato autorizzato dalla Regione Lombardia.

Stampa: Arti Grafiche Fiorin, Sesto Ulteriano (S. Giuliano Milanese)

Per la citazione di questo volume si raccomanda la seguente dizione:Perracino M., 2010. Atlante dei SIC della Provincia di Milano. Regione Lombardia e FondazioneLombardia per l’Ambiente, Milano.

© 2010 Fondazione Lombardia per l’AmbienteProprietà letteraria riservataNessuna parte di questo volume può essere riprodotta o utilizzata sotto nessuna forma, senzapermesso scritto, tranne che per brevi passaggi in sede di recensione e comunque citando la fonte.

PREFAZIONE

PRESENTAZIONE

I SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA DELLA PROVINCIA DI MILANO

IT2050001 – PINETA DI CESATE

IT2050002 – BOSCHI DELLE GROANE

IT2050003 – VALLE DEL RIO PEGORINO

IT2050004 – VALLE DEL RIO CANTALUPO

IT2050005 – BOSCHI DELLA FAGIANA

IT2050006 – BOSCO DI VANZAGO

IT2050007 – FONTANILE NUOVO

IT2050008 – BOSCO DI CUSAGO

IT2050009 – SORGENTI DELLA MUZZETTA

IT2050010 – OASI DI LACCHIARELLA

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INDICE

Pag.

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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PREFAZIONE

L’eccessivo sfruttamento delle ricchezze naturali da parte dell’uomo, conseguente alle mo-dalità di sviluppo economico globale, sta mettendo a dura prova la capacità del nostropianeta di continuare ad assorbire l’inquinamento generato e di fornire risorse sufficienti

e qualitativamente adeguate.

Per sanare il “debito ecologico” che la nostra società ha accumulato bisogna da subito invertirequesta tendenza, avviando scelte impegnative ma indispensabili. È quindi necessario interveni-re, a tutti i livelli, per limitare gli squilibri generati dall’uso non sostenibile del territorio e ridurrei potenziali rischi per la biodiversità. Arrestare la perdita di biodiversità e porre in essere glistrumenti adeguati per conservarla ed accrescerla è una delle sfide più impegnative a cui si devefar fronte e Regione Lombardia, negli ambiti di competenza, sta da tempo operando per fornireun proprio rilevante contributo.

In particolare, fin dal 1995, la Regione sta agendo per realizzare sul proprio territorio una partesignificativa di una rete continentale denominata Rete Natura 2000, composta da Siti di Impor-tanza Comunitaria (SIC) e da Zone di Protezione Speciale (ZPS), importante strumento che l’Unio-ne europea ha individuato attraverso la Direttiva Habitat per porre in essere un sistema coerentedi aree destinate alla conservazione della diversità biologica.

Attualmente in Regione Lombardia sono presenti 193 SIC, ossia i siti individuati per la presenza ditipologie di habitat e di specie vegetali e faunistiche di interesse comunitario e quindi ritenutemeritevoli di una attenta conservazione e 66 ZPS, ossia i siti individuati in quanto importanti luo-ghi di nidificazione o rifugio per l’avifauna, ai sensi della Direttiva 79/409/CEE, per una superficietotale di 372.000 ha, che corrisponde al 15,6 % del territorio regionale. L’individuazione di ReteNatura 2000 è avvenuta ricercando un ottimale livello di coerenza con il sistema regionale deiParchi e delle Riserve naturali che a far tempo dai primi anni settanta sono gradualmente statiistituiti fino ad interessare una significativa porzione del territorio lombardo, pari ad oltre il 25%.

Oggi, circa il 50% dei SIC e delle ZPS è collocato all’interno del sistema delle aree protette regio-nali, mentre la rimanente parte, in un contesto come quello lombardo, fra i più densamenteabitati in Europa, ha trovato la sua prioritaria localizzazione in ambito montano che anche perquesta ragione merita una particolare attenzione da parte della società lombarda.

Dando seguito al volume generale, a scala regionale, che ha raccolto e messo a disposizione ditutti i cittadini lombardi le informazioni fondamentali per conoscere la componente SIC di ReteNatura 2000 attraverso una raccolta organica delle fondamentali informazioni e la proposizionedi una gradevole veste grafica, si è ritenuto opportuno procedere alla pubblicazione, optandoper una maggiore incidenza della componente informatica, dei volumi riguardanti le singoleprovincie lombarde al fine di dettagliare la notevole mole di dati e immagini disponibili econseguentemente fornire la possibilità di conoscere in modo più approfondito le singole realtàdel variegato territorio regionale.

Regione LombardiaL’Assessore alla Qualità dell’Ambiente

Massimo Ponzoni

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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La Regione Lombardia è ricca di aree protette e di biodiversità: oltre il 20% del suo territo-rio è tutelato sotto forma di parchi e aree protette. Tale ricchezza le è valso il riconoscimen- to, da parte dell’UE, di ben 175 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che, assieme alle

Zone di Protezione Speciale (ZPS), costituiscono i Siti della Rete Natura 2000. Tale siti sono deiveri “scrigni” delle ricchezze naturalistiche e ambientali della nostra regione e, in quanto tali,vanno valorizzati e tutelati al massimo. Prima ancora però vanno conosciuti, non soltanto dagliaddetti ai lavori, ma da tutti i cittadini e potenziali fruitori.

A tale scopo la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, su incarico della Regione Lombardia, harealizzato un Atlante dei SIC lombardi articolato in un volume generale che ne descrive habitate specie fondamentali e in 11 volumi, uno per ciascuna provincia lombarda, che descrivonosingolarmente i vari SIC, evidenziandone le caratteristiche salienti e le specificità.

È dunque con grande piacere e soddisfazione che presento questo libro, ringraziando l’autore/gli autori, ma anche il personale della nostra Fondazione che lavora nel settore “Aree protette ebiodiversità” nonché gli esperti che l’hanno revisionato scientificamente.Sfogliando queste pagine il lettore è stimolato a tuffarsi nella natura e a visitare personalmenteluoghi tanto belli e ricchi di Natura: habitat, piante e animali.Se questo avverrà o se almeno il lettore comprenderà l’importanza di preservare luoghi tantobelli e ricchi di naturalità… avremo raggiunto lo scopo che ci eravamo proposti.

PRESENTAZIONE

Fondazione Lombardia per l’AmbienteIl Presidente

Paolo Colombani

Il territorio milanese, quasi inte-ramente compreso nel settore dimedia pianura padana, è situatoimmediatamente a sud dei siste-mi dei laghi Maggiore e Como, edè delimitato a est e a ovest, rispet-tivamente, dai fiumi Adda eTicino.Dal punto di vista geologico il ter-ritorio è costituito da depositifluvioglaciali localmente interrottida depositi alluvionali affiorantiin prossimità dei corsi d’acqua.Dal punto di vista paesistico sipossono individuare, partendo danord, tre fasce fondamentali: lacollina, che corrisponde alla zonadell’alta Brianza, l’alta pianuraasciutta, che corrisponde alla piùdensa area urbana e la pianurairrigua, che corrisponde alla partesettentrionale della vasta pianache si estende fino al Po e che ècaratterizzata dal grande valoreagricolo dei suoli.La zona collinare è caratterizzatada terrazzamenti e ripiani artificialiper la coltivazione dei pendii e dauna struttura insediativa impernia-ta su piccoli nuclei raccolti attornoa edifici storici, anche se semprepiù forte appare la tendenza versoun’edilizia a bassa densità e ad altoconsumo di suolo.L’alta pianura è costituita da ter-reni porosi nei quali l’acqua si in-filtra: è perciò una zona tenden-zialmente poco fertile.La pianura irrigua è straordinaria-mente ricca di acque superficialiche, assorbite dalle rocce porose a

nord, affiorano nella fascia meridionale dandoluogo al fenomeno delle risorgive. L’abbondan-za di acque superficiali ha favorito lo sviluppoagricolo tipicamente estensivo di questa zona.Ancora forte appare il principio insediativodelle grandi cascine che costituiscono l’elemen-to strutturante del paesaggio agrario, così comeancora fitto e riconoscibile è il reticolo idrogra-fico minore. La crescita urbana si è limitata al-l’espansione dei centri maggiori, senza crearefenomeni di conurbazione; tutta la fascia dellabassa pianura è infatti connotata dal paesag-gio agricolo che prevale tuttora sul paesaggiourbano tipico delle aree più a nord.Alla luce di quanto detto, si può facilmenteintuire come, nel tempo, il territorio milaneseabbia subito una graduale riduzione degliambienti naturali a favore di una sempremaggiore necessità di superfici agricole dacoltivare o della veloce espansione dei poliurbani di medie e grosse dimensioni.Tuttavia, nel territorio provinciale non mancanoambiti naturalistici e faunistici, fontanili e spaziboscati residuali, parchi e aree verdi direcupero. Attualmente, la maggior parte degliambienti di interesse naturalistico sono legatia corsi d’acqua principali e minori o ad areeumide relitte sottratte alle opere di bonifica,generalmente salvaguardati da istituti diprotezione a vario livello.In questo contesto, nell’ambito del progettoRete Natura 2000, sono stati individuati 10Siti di Importanza Comunitaria (SIC), conun’estensione totale di oltre 2.562 ettari, pari acirca il 1,3 % della superficie totale della pro-vincia di Milano, che corrisponde a oltre198.000 ettari.Di seguito si propone l’elenco dei SIC trattatinel territorio provinciale:•IT2050001 – Pineta di Cesate•IT2050002 – Boschi delle Groane•IT2050003 – Valle del Rio Pegorino•IT2050004 – Valle del Rio Cantalupo•IT2050005 – Boschi della Fagiana•IT2050006 – Bosco di Vanzago

I SITI DI IMPORTANZA COMUNI-TARIA DELLA PROVINCIA DI MI-LANO

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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•IT2050007 – Fontanile Nuovo•IT2050008 – Bosco di Cusago•IT2050009 – Sorgenti della Muzzetta•IT2050010 – Oasi di Lacchiarella

Non bisogna poi dimenticare che i SICIT2080002 - Basso corso e Sponde del Ticino eIT2010014 - Turbigaccio, Boschi di Castelletoe Lanca di Bernate, che ricadono , rispettiva-mente, nelle province di Pavia e Varese, essen-do localizzati a cavallo dei confini provinciali,insistono anche sul territorio provinciale mi-lanese.In provincia di Milano sono presenti 11 habitatdi interesse comunitario (allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE), di cui 2 indicati comeprioritari (*), ossia quegli habitat che rischianodi scomparire nel territorio degli Stati Membrie per la cui conservazione la Comunità ha unaresponsabilità particolare.Di seguito si riporta l’elenco degli habitatpresenti nei SIC del territorio milanese:

•3130 – Acque stagnanti, da oligotrofe amesotrofe, con vegetazione dei Littorelleteauniflorae e/odegli Isoëto-Nanojuncetea

•3140 – Acque oligomesotrofe calcaree convegetazione bentica di Chara spp.

•3150 – Laghi eutrofici naturali con vegetazio-ne del Magnopotamion o Hydrocharition

•3260 – Fiumi delle pianure e montani convegetazione del Ranunculion fluitantis eCallitricho-Batrachion

•3270 – Fiumi con argini melmosi con vegeta-zione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p.

•4030 – Lande secche europee

•6210 – Formazioni erbose secche seminatu-rali e facies coperte da cespugli su substratocalcareo (Festuco-Brometalia) (* notevole fiori-tura di orchidee)

•9160 – Querceti di farnia o rovere subatlanti-ci e dell’Europa centrale del Carpinion betuli

•9190 – Vecchi querceti acidofili delle pianuresabbiose con Quercus robur

•91E0* – Foreste alluvionali di Alnus glutinosae Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnionincanae, Salicion albae)

•91F0 – Foreste miste riparie di grandi fiumi aQuercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor,Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia(Ulmenion minoris)

Nelle prossime pagine, per ognuno dei 10 SICpresenti sul territorio provinciale, sono ripor-tate sia una serie di informazioni di caratteregenerale (superficie, altitudine, ente gestore,proprietà, cartografia CTR di riferimento ecc.),sia indicazioni di maggior dettaglio, in ordineall’ambiente fisico, al paesaggio vegetale, aglihabitat di interesse comunitario e all’ambienteumano. Sono inoltre riportate le specie di inte-resse comunitario elencate nell’Allegato I del-la Direttiva 79/409/CEE e nell’Allegato II dellaDirettiva 92/43/CEE. Inoltre, si propone un’ana-lisi dell’attuale stato di conservazione dei SIC ele misure o le norme che ne favoriscono la pre-servazione. Infine, sono riportate le principaliattività legate alle gestione, oltre all’eventualepossibilità di fruizione.Le diverse schede risultano corredate da map-pe e fotografie che assumono un ruolo di com-pletamento nella descrizione del SIC.

RingraziamentiUn sentito ringraziamento va a coloro che hanno messo gratuitamente a disposizione le proprie fotografie, in particolare: GiuliaVercesi, Giovanni Santamaria, Fabio Pupin, Mino Piccolo, Pietro Angelo Nardi e Luigi Andena. Si ringrazia anche AnnaGallotti e lo Studio Phytosfera per il contributo fornito, sia nella fase di redazione dei testi, sia in quella di impaginazione dellapubblicazione.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

PINETA DI CESATEIT 2050001

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Dati generali

Coordinate: Longitudine E 09 05 21 - Latitudine 45 35 40

Altezza (m s.l.m.): 184 (min) - 201 (max)

Superficie (ha): 181,80

Comuni: Cesate, Garbagnate Milanese e Solaro

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B5a4; B5a5

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta come SIC: giugno 1995

Data di conferma come SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco Regionale delle Groane

Proprietà: per circa la metà di proprietà privata, pubblica la restanteparte

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AM-BIENTALI

1.1 Ambiente fisico

La pineta di Cesate sorge nelterritorio dell’Alta Pianuramilanese compreso tra i Co-muni di Solaro, Cesate e Gar-bagnate Milanese, immersain un tessuto paesaggistico dimatrice agricola verso est eurbano-industriale verso iconfini nord, sud e ovest.Il suolo è di tipo ferrettizzato,caratterizzato, cioè, da un’ele-vata percentuale di argilla conossidi ed idrossidi di ferro,ed è impostato su substratofluvio-glaciale mindelliano.In questo tipo di terreno, aeccezione di poche zone doveil suolo è più ricco e l’humusmigliore, l’impasto media-mente pesante e l’accentuatogrado di lisciviazione causa-no un forte ristagno d’acquae un impoverimento di saliminerali che consente solo lasopravvivenza di specie oli-gotrofe.

1.2 Paesaggio vegetale

Caratterizzano il sito cenosiboschive (con boschi misti dilatifoglie), aree a brughiera, prati igrofili, cam-pi coltivati (soprattutto nella porzione sud),aree in fase di rimboschimento e una piccolazona umida. Elemento di particolare pregiodell’area è un biotopo incluso, peraltro, anchein un Progetto LIFE Natura risalente al 1996 :Stagno Manuè. Circa la metà degli ecosisteminaturali presenti sono costituiti, però, da bo-schi ad alto fusto di pino silvestre (Pinussylvestris L.) e latifoglie miste.Accanto a essi trovano spazio le brughiere,

ormai rarissime e mantenute soltanto grazieall’intervento di taglio degli arbusti da partedell’uomo che impedisce che raggiungano ilnaturale stadio evolutivo finale del boscoacidofilo.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

Esempio di area boscata presente nel sito (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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9190 – Questo bosco è caratterizzato, in par-ticolare nella porzione settentrionale e in quellacentrale del sito, da consorzi misti di farnia(Quercus robur L.), betulla (Betula pendula Roth)e pino silvestre, nello strato arboreo, e dafrangola (Frangula alnus Miller) e corniolo(Cornus sanguinea L.) in quello arbustivo. A li-vello erbaceo, costante è la presenza dellamolinia (Molinia arundinacea Schrank), a cui siaggiungono cappellini delle praterie (Agrostistenuis Sibth.), felce aquilina (Pteridium aquili-num (L.) Kuhn) e alcune esotiche come fitolacca

(Phytolacca americana L.) e verga d’oro (Solida-go canadensis L.). La tipologia più matura diquesto bosco, quella dove domina la farnia, sitrova soprattutto nella parte sud-ovest e inquella nord-est del sito.

4030 – Si tratta di lande a dominanza dibrugo (Calluna vulgaris (L.) Hull), a cui si ac-compagnano le ginestre (Genista tinctoria L. ,Genista germanica L.) e frangola. All’interno delsito, nella maggior parte dei casi e in partico-lare nella porzione meridionale, la brughierarisulta ben conservata e povera di specie

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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arboree. Nella zona centrale, invece, sitrova una brughiera arborata dove be-tulle, pioppi tremoli (Populus tremula L.)e pini silvestri occupano lo strato arbu-stivo, testimoniando la tendenza dellacenosi a evolversi come bosco acidofilo.Nella porzione meridionale del sito,sono presenti piccoli relitti boscati chebordano i campi coltivati: nella maggiorparte dei casi sono robinieti destrutturatidi scarso valore naturalistico, in quantocaratterizzati dalla preponderante pre-senza di specie esotiche come: robinia(Robinia pseudacacia L.), la quercia rossaamericana (Quercus rubra L.), il ciliegiotardivo (Prunus serotina Ehrh.) e lafitolacca americana (Phytolacca america-na L.). Interessante è, inoltre, il piccoloStagno Manuè, formatosi in corrispon-denza di una depressione in cui si os-serva un periodico accumolo di acquadurante l’anno. Qui compaiono glisfagni, tra cui Sphagnum auriculatumSchimp., scomparso dalle altre zone dipianura, erba vescia (Utricularia vulgarisL.), nella parte centrale dello stagno,giunchina (Eleocharis carniolica Koch) esalice rosmarinifoglio (Salix rosmarinifo-lia L.). Accanto allo sfagneto, che costitu-isce la fascia più esterna dello stagno, sitrova il prato igrofilo caratterizzato damolinia e diverse specie di giunco (Juncusbulbosus L., Juncus conglomeratus L.), mentre al-l’interno compare il tifeto, con Typha latifolia L.e gramignone (Glyceria fluitans (L.) R. Br.).

1.4 Ambiente umano

Il sito si estende in un ampio territorio forte-mente antropizzato: all’interno della zona sonopresenti numerose ville, soprattutto lungo lastrada pedonale che taglia il bosco in senso est-ovest, nella porzione centrale e in quella nordoccidentale del sito. Oltre alle strade e allerecinzioni di alcuni fabbricati, ulteriore fontedi disturbo è rappresentata dalla presenza diun elettrodotto che taglia il bosco in sensonord-ovest.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

L’abbondanza di pino silvestre accentua alcu-ne caratteristiche “alpine” dell’area e favori-sce la presenza di specie legate alle conifere.Le specie ornitiche inserite nella Direttiva 79/409/CEE e legate agli ambienti umidi, come iltarabusino, sono presenti nell’area con pochis-sime coppie, legate a specchi d’acqua moltopiccoli e con livelli irregolari.Nelle pozze, è segnalata la presenza della spe-cie endemica padana rana di Lataste e del tri-tone crestato, entrambe con popolazioni nu-

Sentieri presenti all’interno dell’area protetta (foto AnnaGallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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merose e in buona salute. Caratteristica degliambienti acquatici è anche la giunchina dellaCarniola (Eleocharis carniolica Koch), specie ve-getale molto rara. Le zone boscate sono in gra-do, invece, di ospitare, anche dal punto di vi-sta entomologico, una fauna silvicola stenoto-pa e microterma, che attualmente è scompar-sa nella pianura lombarda o frammentata inisole relitte ad alto rischio di estinzione locale.Importante appare, dunque, la conservazione,all’interno delle aree boscate, del legno morto(necromasse), sul quale si compie lo sviluppolarvale di moltissimi coleotteri.

2.2 Altre specie importanti

Negi ultimi rilevamenti faunistici nell’area,sono state censite 163 specie, di cui 8 di insetti,6 di anfibi, 6 di rettili, 120 di uccelli e 23 dimammiferi. Per quanto riguarda l’avifauna, sesi allarga il campo considerando anche le spe-cie non strettamente incluse nell’Allegato Idella Direttiva 79/409/CEE, si può affermareche l’area ospiti buoni popolamenti, con an-che molte specie migratrici. Tra i gruppi me-glio rappresentati, vi sono i picidi (tra cuiDendrocopos major e Picus viridis) e gli ardeidi.Interessante è anche la presenza di alcune spe-cie di anfibi e rettili endemiche dell’Italia (Hylaintermedia) o in forte regresso, soprattutto nel-le aree di pianura, a causa delle modificazioniambientali di origine antropica (Rana dalmati-

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

na, Lacerta viridis (=bilinea-ta), Vipera aspis). In partico-lare, molte di esse trovanol’idoneo ambiente di ripro-duzione nello Stagno diManuè. La presenza nelsito di mammiferi di inte-resse comunitario, invece, èlegata soprattutto agli am-bienti aperti ed ecotonali.Tra le specie più interes-santi a livello conservazio-nistico, Pipistrellus pipistrel-lus, Pipistrellus kuhlii,Hypsugo savii, Myoxus glis,Crocidura suaveolens, Mu-

stela nivalis, Martes foina, Erinaceus europaeus.Sono presenti anche il moscardino (Muscardi-nus avellanarius), specie ritenuta indicatrice del-le buone condizioni degli habitat boschivi, elo scoiattolo (Sciurus vulgaris), reintrodotto a

Cervo volante (foto Fabio Pupin).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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partire dal 1986 nel Parco delle Groane, dovevive in competizione con l’esotico scoiattologrigio (Sciurus carolinensis), purtroppo semprepiù diffuso in Lombardia. Nel sito sono pre-senti, infine, due specie vegetali estremamen-te rare in pianura: Salix rosmarinifolia L. eGentiana pneumonanthe L., protette, rispettiva-mente, da IUCN Regionale e Nazionale e dauna normativa Regionale.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

L’importanza conservazionistica del sito è datadal fatto che rappresenta, insieme al resto delParco delle Groane, l’ultimo lembo relitto dibosco di latifoglie acidofilo. Proprio questocarattere di relittualità, dovuto alla tipologiadi suolo e all’intenso sfruttamento del territo-rio da parte dell’uomo, rende necessaria la tu-tela di questo bosco per il suo valore intrin-seco.Dal punto di vista vegetazionale, infatti, i dueaspetti di maggior pregio del sito sono sicura-

mente i pino - querceti e la brughiera. Situa-zioni di brughiera così ben conservata nonsono riscontrabili in nessun’altra area in pro-vincia di Milano, se non nel vicino SIC “Bo-schi delle Groane”.I principali fattori di criticità del sito sono rap-presentati dalla naturale vulnerabilità deglihabitat di brughiera che, senza interventi mi-rati, rischia di scomparire, e dall’isolamentoecologico in cui si trova la Pineta, circondatada campi coltivati e aree urbanizzate.Altre cause di compromissione della vegeta-zione sono l’elevata fruizione antropica, lega-ta alle attività del tempo libero, la presenza diabitazioni sparse e l’antropizzazione diffusasul territorio, tutti fattori che, oltre ad aumen-tare il disturbo in termini di rumore e calpe-stio, tolgono spazi alla vegetazione semi natu-rale e contribuiscono alla diffusione delle spe-cie esotiche e ruderali. Nonostante questo,però, anche se Robinia pseudacacia L., Prunusserotina Ehrh., Quercus rubra L., Spirea sp. ePhytolacca americana L. sono presenze presso-ché costanti in questi boschi, non si riscontra-no cenosi in cui esse siano dominanti o in cuiformino consorzi puri.

Ramarro (foto Mauro Perracino).

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3.2 Stato di protezione

Come il vicino, ma non collegato, SIC “Bo-schi delle Groane”, questo sito è interamenteinserito all’interno del Parco Regionale delleGroane, istituito nel 1976, dove compare comeRiserva Naturale Orientata. Pertanto, la ge-stione dell’area è attuata dal Consorzio diGestione del Parco Regionale delle Groane.Nonostante i confini “permeabili” del SIC el’elevata pressione antropica del territorio cir-costante rendano difficoltoso il controllo co-stante e uniforme su tutta l’area, un buon li-vello di tutela formale ed effettiva è garantitodalla presenza del Parco e del servizio di vigi-lanza effettuato dalle Guardie Ecologiche Vo-lontarie.Dal 1984, il Parco è dotato di un Piano di Co-ordinamento Territoriale che disciplina l’usodelle aree e ne gestisce i piani di interventoper la conservazione.

3.3 Fruibilità

Sono numerosi i sentieri che conducono al-l’interno del sito, tutti organizzati secondouno schema circolare. Vi si può accedere dal-la XIV Strada di Cesate che introduce imme-diatamente nel bosco: da qui, il sentiero ci-clopedonale conduce alla scoperta delle bel-lezze e delle singolarità del territorio del bo-sco naturale più vicino a Milano. Diverse pas-serelle permettono l’attraversamento di zoneche con le piogge tendono a trasformarsi inpiccole paludi, diventando habitat ideale perinsetti e anfibi.Se, invece, l’accesso avviene dal centro diCesate, per Via dei Martiri, si incontrano untratto di bosco piuttosto rado e zone di rin-novo naturale di specie vegetali pioniere do-vute al disboscamento avvenuto durante l’ul-tima guerra e a vari incendi. Un sentiero adanello e una passerella in legno permettono

Laghetto di Manuè (Foto Anna Gallotti).

Dettaglio della rete sentieristica presente nel parco(foto Anna Gallotti).

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la fruizione della zona del La-ghetto Manuè, che rappresentauno degli angoli più preziosi esuggestivi del Parco delle Groa-ne: uno stagno che permette ilproliferare di una ricca vegeta-zione e la presenza di diverse erare specie animali, quali il tri-tone crestato italiano e la rana diLataste. Per avere informazionisui percorsi pedonali e ciclabiliche si snodano all’interno delSIC, sulle attività proposte dalParco, sugli orari e sui periodimigliori per le visite, si può visi-tare il sito www.parcogroane.it.

3.4 Gestione

L’assenza in questa porzione di territorio diveri e propri corridoi ecologici limita il flussodi specie provenienti dalle aree verdi limitro-fe che potrebbe, invece, garantire un maggio-re grado di biodiversità.Appare necessario, dunque, intervenire conazioni di riqualificazione ambientale finaliz-zate al mantenimento e al miglioramento del-la qualità e della continuità degli ecosistemipresenti. Il monitoraggio e il controllo dellespecie esotiche rappresentano, in questo sen-so, una delle priorità.Data la loro particolarità vegetazionale efaunistica, sarebbe utile, inoltre, proseguirecon progetti di conservazione e tutela dellearee umide dello Stagno di Manuè e delle areedi brughiera. La brughiera, infatti, è stretta-mente legata alla naturale oligotrofia del suo-lo ma è mantenuta anche dall’intervento dieventi naturali (incendi) e antropici (tagliselettivi, pascolamento degli ovini).L’intento del Parco è proprio quello di consen-tire il mantenimento della brughiera attraver-so il ripristino dell’attività di pastorizia degliovini, svolta in modo controllato, e il taglio pe-riodico e selettivo delle specie arboree earbustive. Anche la fruibilità dell’area da par-te della cittadinanza deve essere gestita, attra-verso una corretta manutenzione dei sentieri,

ciclabili e pedonali, e lo sviluppo delle attivitàdi educazione ambientale, ponendo particolareattenzione, tuttavia, alla regolamentazione pri-maverile ed estiva, in modo da arrecare il mi-nor disturbo alla fauna. A questo proposito, èauspicabile il passaggio da una gestione im-postata su interventi una tantum con la realiz-zazione di singoli progetti, a una gestionefaunistica più specifica che individui prioritàe azioni sul lungo periodo, a partire da un co-stante monitoraggio delle specie.In ultimo, la scarsità d’acqua rende particolar-mente importante, ancora più che nei Boschidelle Groane, la conservazione di pozze tempo-ranee, fossi e stagni, tutte zone utili alla faunacome luogo di nidificazione e come fonte di cibo.

4. BIBLIOGRAFIA

Gariboldi A., Belardi M., Gentilli A., Scali S.,Farina F., De Carli E., Pilon N. (2004). Inqua-dramento ambientale, monitoraggio e indicazionigestionali per la fauna dei siti di interesse comu-nitario della provincia di Milano - Pineta di Cesate(IT2050001) - Relazione tecnica di gestione (fau-na)”.

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Pi-neta di Cesate - aggiornamento 2004.

Il laghetto di Manuè e la pineta presente nei dintorni (foto AnnaGallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Gheppio (foto Mino Piccolo).

“Relazioni tecniche monitoraggio habitat neiSIC provincia di Milano” - 2004.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-

gricole, Bologna.

Sito internet ufficiale del parco delle Groanewww.parcogroane.it.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

BOSCHI DELLE GROANEIT 2050002

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

20

Coordinate: Longitudine E 09 06 54 - Latitudine 45 38 40

Altitudine (m s.l.m.): 205 (min) - 262 (max)

Superficie (ha): 726,317

Comune: Barlassina, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno,Cogliate, Lazzate, Lentate sul Seveso, Misinto, Seveso,Solaro

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B5a3, B5a4, B5b3, B5b4

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco Regionale delle Groane

Proprietà: in parte di proprietà pubblica, in gran parte privata

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Dal punto di vista geologico, il SIC Boschi delleGroane è situato nell’alta pianura milanese, co-stituita da terrazzi fluvioglaciali del periodomindelliano. A causa dell’antichità del substra-to e della lisciviazione dei sali minerali dovu-ta alla forte piovosità, il suolo è caratterizzatoda un’elevata percentuale di argilla, con ossi-di e idrossidi di ferro. Un suolo con questecaratteristiche è contraddistinto da frequentiristagni d’acqua superficiali, ossia da unapercolazione insufficiente e, conseguentemen-te, da una perdita in nutrienti che influenzafortemente il tipo di vegetazione che vi si svi-luppa spontaneamente.

1.2 Paesaggio vegetale

L’area è caratterizzata da una notevole varietàecosistemica: si tratta soprattutto di cenosiboschive, aree a brughiera e prati meso-igrofi-

li, ma vi compaiono anche aree arbustate, pra-ti falciati, vegetazioni idrofitiche delle zoneumide, canneti e tifeti. Qui si può trovare unodei rari casi di bosco acidofilo di latifoglie tut-tora presente nell’alta pianura milanese, unavegetazione relitta costituita da betulla, farnia,rovere e pino silvestre. Altrettanto caratteristi-ca è la presenza della brughiera, habitat estre-mamente rarefatto in natura e comprendentealcune specie protette, come Salix rosmarinifo-lia L. (protetto a livello regionale) e Gentianapneumonanthe L. (inserita nella lista rossa IUCNcome specie vulnerabile).Piccole aree rimboschite sono presenti nellaparte est del sito, vicino a Seveso e in prossi-mità della strada che collega Ceriano Laghet-to con Cesano Maderno.Sebbene il sottobosco non sia particolarmentericco di specie, il valore di questi habitat risie-de nel carattere di relittualità che essi rivesto-no e nell’importanza a livello di conservazio-ne delle specie: in aree così densamente sfrut-tate come quelle in cui si inserisce il SIC, lapresenza di queste specie è fondamentale aifini conservazionistici.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

9190 – Tipico di questi suoli, il bosco mistoa farnia (Quercus robur L.), betulla (Betulapendula Roth) e pino silvestre (Pinus sylvestrisL.) risulta concentrato soprattutto nella partecentrale e meridionale del sito, a nord-est diCeriano Laghetto.Intorno alla zona dell’ex polveriera, la bru-ghiera è contornata da boschi acidofili domi-nati da pino silvestre e betulla. Nella porzio-ne nord di un frutteto privato si trova la Ri-serva Naturale dei Boschi di Ceriano: in que-sti boschi acidofili dominano le farnie, moltoalte rispetto alle altre cenosi (fino a 20-22 metrid’altezza).Più a nord, presso il Comune di Cogliate, sitrova, invece, la Riserva Naturale dei Boschidi Sant’Andrea, un pino-querceto costituito da

Attraversamento in un area boscata (foto AnnaGallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

esemplari centenari di farnie e roveri (Quercuspetraea (Mattuschka) Liebl.) accanto a pinisilvestri e betulle.

4030 – Le brughiere sono concentrate soprat-tutto nella parte centrale e meridionale del sito,presso i Comuni di Seveso e Solario. Partico-larmente ben conservate sono le cenosi attor-no alla ex polveriera, quelle a sud presso Solaroe quelle presenti nelle ex cave di argilla di

Seveso.3130 – Questa cenosi, rara in pianura e lega-

ta alle zone umide con acque oligotrofe, è pre-sente nella zona nord del sito, presso le ex cavedi argilla di Lentate, dove è stata istituita unaRiserva Naturale Orientata (Progetto LIFE1996). Qui, in prossimità della aree fangosesommerse, si trovano salcerella (Lythrumportula (L.) D. A. Webb), giunchina (Eleocharis

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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acicularis (L.) Roemer & Schultes), crescione(Rorippa palustris (L.) Besser) e, nelle zone confanghi umidi fuori cava, gipsofila (Gypsophilamuralis L.), grazziella (Gratiola officinalis L.) egiunchina ovata (Eleocharis ovata (Roth) R. Br.).

9160 – In una piccola porzione della zonanord ovest del sito, sotto la Riserva Naturaledei Boschi di Sant’Andrea, dove il suolo èmeno lisciviato e, probabilmente, leggermen-te rialzato rispetto ai terrazzi fluvioglacialitipici della zona, si sono affermate speciemeno acidofile rispetto a quelle presenti ne-gli altri boschi. Oltre agli habitat menzio-nati dalla Direttiva 92/43/CEE, è stata se-gnalata nella zona di Lentate la presenzadi canneti caratterizzati da cannuccia dipalude (Phragmites australis (Cav.) Trin. ExSteudel) stabilitisi in prossimità delle bor-dure fangose delle ex cave, il cui valorenaturalistico è da ricondursi prevalentemen-te alla funzione di rifugio per l’avifauna.

1.4 Ambiente umano

L’area del SIC è inserita in un contesto piutto-sto urbanizzato: un complesso mosaico pae-saggistico formato da zone densamente abi-tate, cascine, strade, campi coltivati, industrie,piste ciclabili e sentieri pedonali che creano unalto livello di accessibilità al sito. Ulteriori se-gni della presenza umana sono le ex cave diargilla, ora colonizzate da vegetazione di bru-ghiera o da prati meso-igriofili (molinieti), ilfrutteto privato che sorge nella parte centraledel sito e il quagliodromo del Comune diSeveso. Nei pressi della sede del Parco, inol-tre, sorge una ex polveriera di cui sono ancorabene visibili la recinzione e alcune vecchie co-struzioni. Il SIC è attraversato da quattro stra-de asfaltate che lo tagliano in direzione est–ovest e ne interrompono la continuità: la piùgrossa è la Strada Statale 527 (denominata“Bustese”). Un elettrodotto sopraelevato del-l’alta tensione, infine, attraversa il sito nei pres-si di Cogliate.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

I boschi delle Groane rappresentano unatipologia forestale tipica dell’alta pianura esono caratterizzati dalla presenza di specieornitiche con diversa origine biogeografica econ una dinamica demografica molto diversache spazia dalle specie tipiche di Alpi e Prealpialle specie dei boschi di pianura, fino a quelle

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie caratterizzante la brughiera: Calluna (fotoAnna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

24

legate agli ambienti acquatici o agli ambientiagricoli residuali.La situazione delle specie ornitiche di interes-se comunitario appare complessa e piuttostodelicata: si tratta, infatti, di poche specie, conpopolazioni piccole, isolate e vulnerabili, a ec-cezione della popolazione di succiacapre (Ca-primulgus europaeus) che fa parte di un gruppopiù ampio comprendente anche alcune cop-pie nidificanti nel vicino Parco della Brughie-ra Briantea.

Tra i mammiferi, una delle specie di interesseprioritario di maggiore rilevanza conserva-zionstica è il vespertilio maggiore (Myotismyotis), ritenuta in declino in tutto il suo arealedi distribuzione.Non sono state segnalate specie di pesci inclu-se nell’Allegato II della Direttiva Habitat: leuniche specie presenti nell’Oa-si di Lentate sono alloctone ederivanti da introduzioni a sco-pi alieutici. Le popolazioni ditritone crestato (Triturus carni-fex) e di rana di Lataste (Ranalatastei), invece, sono in buonostato di salute, svolgendo unruolo importante nella conser-vazione delle specie a livello re-gionale.

2.2 Altre specie impor-tanti

Oltre alle specie di interessecomunitario, sono presenti nelSIC altre specie di interesseconservazionistico come, tra gliinvertebrati, Cychrus italicus,

molto raro, tipico di ambienti di pianura,Cordulegaster boltoni o il raro lepidotteroMaculinea alcon, che depone le uova sui fioridi genziana (Gentiana pneumonanthe L.) dellaquale si nutre fino alla prima muta. Completala metamorfosi nutrendosi delle larve della for-mica Myrmica ruginodis o M. tulinae .Interessante è anche la presenza di alcune spe-cie di anfibi e rettili endemiche dell’Italia, inforte regresso soprattutto nelle aree di pianu-ra a causa delle modificazioni ambientali di

origine antropica.Per quanto riguarda l’avi-fauna, questi boschi ospi-tano una discreta biodiver-sità, con comunità orniti-che abbastanza peculiariper la Provincia di Milano.Tra i gruppi con popola-zioni più consistenti, iPicidi e gli Ardeidi.

La presenza nel sito di mammiferi di interesseconservazionistico è legata soprattutto alla pre-senza di habitat aperti ed ecotonali, in cui tro-vano spazio specie come Pipistrellus pipistrel-lus, Pipistrellus kuhlii, Hypsugo savii, Muscardi-nus avellanarius. Sono presenti anche lo scoiat-tolo (Sciurus vulgaris; questo rappresenta uno

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Foppa di San Dalmazio (foto Anna Gallotti).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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degli ultimi siti di pianura in cui questa specieè rimasta) e il moscardino (Muscardinus avella-narius), specie ritenuta buona indicatrice dellecondizioni degli habitat boschivi e della fram-mentazione del paesaggio.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Sebbene lo stato di conservazione dei boschiacidofili non sia ottimale, a causa del disturboantropico e dell’invadenza di specie esoticheinfestanti, le cenosi appaiono ben caratteriz-zate per la presenza di specie distintive (be-tulla, farnia , rovere, pino silvestre). La zona ècaratterizzata da un’elevata diversità ambien-tale, con la presenza di numerose zone umidedi ottima qualità e ampie zone boschive com-prendenti alcuni habitat di interesse comuni-tario che, in assenza di future pesanti altera-zioni ambientali di origine antropica, posso-no garantire una buona stabilità anche dellepopolazioni faunistiche.Il più importante fattore di vulnerabilità diquest’area è rappresentato dal pericolo di in-cendio, per causa dolosa o accidentale, che sipuò verificare soprattutto nella zona della bru-ghiera durante i periodi primaverili e inver-nali. Ulteriore minaccia è l’invasione di specie

esotiche, dal momento che il sito è circondatoda abitazioni, campi ed industrie che consen-tono una rapida circolazione delle speciealloctone. Le quattro strade che attraversanoil sito e gli elettrodotti rappresentano un ulte-riore elemento di vulnerabilità, interrompen-do la continuità della vegetazione e costituen-do fonte di pericolo anche per le specie ani-mali.

3.2 Stato di protezione

Come il vicino, ma non collegato, SIC “Pinetadi Cesate”, questo sito ricade interamente al-l’interno del Parco Regionale delle Groane, isti-tuito nel 1976. Pertanto, è gestito congiunta-mente dal Consorzio dei Comuni aderenti alParco, dal Comune di Milano e dalla Provin-cia di Milano.All’interno dell’area vi sono diversi biotopi piùpiccoli sottoposti ad un maggiore grado di tu-tela e a progetti di intervento speciali, come leRiserve Naturali dei Boschi di Sant’Andrea, diLazzate e di Ceriano Laghetto, il Bosco delCurato nel Comune di Cogliate, la Ca’ del Re,a sud, nel Comune di Solaro, la Riserva Natu-rale Orientata dello Stagno di Lentate. Tuttiquesti siti rappresentano le aree di maggiorvalore naturalistico all’interno del SIC, tantoche molti di essi sono stati interessati dai variinterventi previsti dal Progetto LIFE Natura

1996 “Recupero ambientale dei SIC in-clusi nel Parco Regionale delle Groane”.

3.3 Fruibilità

Appena ristrutturato, il Centro Parcodell’ex Polveriera, nel Comune di Solaro,copre una superficie di 700 m2, ospitanumerosi uffici e una sala polifunziona-le: rappresenta un punto di riferimentoper il pubblico ma anche un luogo di ri-ferimento per il sistema dei parchi ditutta Europa, grazie alla partecipazionedel Consorzio alla Federazione dei Par-chi naturali e nazionali d’Europa e al-l’inserimento delle Groane nella rete dei

Sede del Parco delle Groane (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

26

siti di importanza comunitaria. Alla sede vi sipuò comodamente giungere in bicicletta o inauto dalla strada statale Saronno-Monza. Pres-so la sede del Parco, è attivo il noleggio dellebiciclette: carta turistica alla mano, il visitato-re può percorrere le numerose piste ciclabili escoprire i luoghi di maggiore interesse.Per avere informazioni sui percorsi pedonalie ciclabili che si snodano all’interno del SIC,sulle attività proposte dal Parco, sugli orari esui periodi migliore per le visite, ci si può ri-volgere al Centro Parco o visitare il sitowww.parcogroane.it.

3.4 Gestione

Il SIC, come già detto in precedenza, risultainserito all’interno del Parco delle Groane chene definisce i vincoli di tutela e salvaguardia.Esistono, tuttavia, obiettivi di gestione che ri-guardano in modo più specifico il sito e chedevono essere orientati alla riqualificazioneambientale al fine di aumentare il valore na-turalistico dell’area e garantirne una sosteni-bile fruizione pubblica (manutenzione dei sen-tieri, attività di educazione ambientale).Tra gli habitat maggiormente delicati eassoggettabili a danneggiamenti vi è la bru-ghiera, che tende a dipendere strettamente dal-la manutenzione dell’uomo attraverso il taglioselettivo degli arbusti ed il pascolo.Per quanto riguarda la fauna, è auspicabile ilpassaggio da una gestione impostata su inter-venti una tantum, attraverso la realizzazionedi singoli progetti, come i già citati ProgettiLIFE Natura dell’Unione Europea, a una ge-stione faunistica più programmata che permet-ta di individuare priorità e azioni per il lungoperiodo, partendo da un’attività concertata dicostante monitoraggio delle specie.

Particolare della rete sentieristica presenteall’interno del Parco (foto Anna Gallotti).

4. BIBLIOGRAFIA

Gariboldi A., Belardi M., Gentilli A., Scali S.,Farina F, De Carli E., Pilon N. (2004). Inqua-dramento ambientale, monitoraggio e indicazionigestionali per la fauna dei siti di interesse comuni-tario della provincia di Milano – Boschi delle Gro-ane (IT2050002) – Relazione tecnica di gestione(fauna)”.

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-schi delle Groane – aggiornamento 2004.

“Relazioni tecniche monitoraggio habitat neiSIC provincia di Milano” - 2004.

Sito internet ufficiale del parco delle Groanewww.parcogroane.it.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

VALLE DEL RIO PEGORINOIT 2050003

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 17 44 - Latitudine 45 39 58

Altitudine (m s.l.m.): 192 (min) - 288 (max)

Superficie (ha): 122,283

Comune: Besana in Brianza, Correzzana, Lesmo e Triuggio

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B5c3

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco della Valle del Lambro

Proprietà: parte privata e parte pubblica

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito sorge nel tratto meridionale del ParcoRegionale della Valle del Lambro e compren-de la fascia boscata lungo la Valle del RioPegorino, nei pressi dei Comuni di Lesmo eTriuggio.L’area sorge su depositi morenici del periodomindelliano, caratterizzati da materiali di ori-gine glaciale molto alterati con aree ondulateformate da conche e dorsali poco rilevate. Acausa dell’antichità del substrato e della lisci-viazione dei sali minerali do-vuta alla forte piovosità, an-che qui, come nella vicinaValle del Rio Cantalupo, ilsuolo è ferrettizzato, caratte-rizzato cioè da un’elevatapercentuale di argilla, conossidi e idrossidi di ferro, areazione subacida. In alcunipunti, inoltre, affiora il “cep-po lombardo”, un conglome-rato di origine alluvionaleprecedente alla glaciazioneMindel: si pensa che esso rap-presenti la prima facies con-tinentale dopo l’emersionedella pianura padano – vene-ta tra la fine del Terziario el’inizio del Quaternario.

1.2 Paesaggio vegetale

Sono due le principali cenosiche caratterizzano questosito: la vegetazione dei corsid’acqua e il bosco misto dilatifoglie a querce e carpinibianchi. Più del 90% del ter-ritorio è occupato da forestedi caducifoglie, mentre laparte restante è interessata dacolture cerealicole estensive(incluse le colture in rotazio-

ne con maggese regolare) e corpi d’acqua in-terni.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

9160 – In questi boschi mesofili, seppure inmolte parti compromessi, si rileva la presenzasporadica di carpino bianco (Carpinus betulusL.), farnia (Quercus robur L.), ciliegio selvatico(Prunus avium L.), aceri (Acer pseudoplatanus L.e Acer campestre L.), biancospino (Crataegusmonogyna Jacq.), sambuco (Sambucus nigra L.).Specie nemorali di pregio presenti in alcuni

Campanelle (foto Mauro Perracino).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

30

tratti della fascia boscata sono le geofite scilla(Scilla bifolia L.), geranio (Geranium nodosum L.),dente di cane (Erythronium dens–canis L.), cam-panelle (Leucojum vernum L.), elleboro(Helleborus viridis L.), pulmonaria (Pulmonariaofficinalis L.), primula (Primula vulgaris L.).Sono state osservate, inoltre, salvia (Salviaglutinosa L.), boccaro (Asarum europaeum L.),carici (Carex pilosa Scop.) e potentilla (Potentillasterilis (L.) Garcke), queste ultime due specieimportanti anche per l’inquadramento fitoso-

ciologico dell’habitat. In alcune zone, in parti-colare in prossimità del corso d’acqua, si tro-vano boschetti con farnie e carpini bianchi digrosse dimensioni e con un sottobosco tenutomolto pulito, tanto che lo strato erbaceo e quel-lo arbustivo risultano quasi completamente as-senti.

3260 – All’interno della zona del Parco dellaValle del Lambro vi è la potenzialità per l’af-fermazione del Ranunculion fluitantis Neuh., al-leanza propria delle vegetazioni di acque cor-

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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renti. In realtà, a causa del-l’inquinamento delle acque,si riscontra una scarsa varie-tà floristica: si possono trova-re specie come nasturzio(Nasturtium officinale R. Br.),lenticchia d’acqua (Lemna mi-nor L.), gamberaja (Callitrichestagnalis Scop.) e l’esotica pe-ste d’acqua (Elodea canadensisMichx.).Molti querco-carpineti ridottia piccoli relitti, soprattutto inprossimità del corso d’acqua,sono spesso circondati daboscaglie e sottobosco domi-nati soprattutto da specieesotiche come la robinia (Ro-binia pseudacacia L.), la vergad’oro (Solidago canadensis L.), la fitolacca (Phyto-lacca americana L.), la vite del Canadà (Parthe-nocissus quinquefolia (L.) Planchon) e l’acetosella(Oxalis fontana Bunge).Altrove, lungo i margini del bosco, in prossi-mità dei campi coltivati, domina il castagno(Castanea sativa Miller), ma la presenza di que-sta specie è da attribuire all’azione antropicache ha favorito la sua diffusione a scapito delbosco misto originario a querce e carpini. Qui,il sottobosco è più povero rispetto al querco-

carpineto e annovera solo poche specie acido-file come la felce aquilina (Pteridium aquilinum(L.) Kuhn) e la viola (Viola riviniana Rchb.).Anche l’alloctona quercia rossa americana(Quercus rubra L.) tende a colonizzare breviaree in prossimità dei campi coltivati, ma piùspesso entra a far parte del corteggio floristicodi tutte le tipologie boscate presenti. Con co-perture discrete in molti tratti del bosco, è pre-sente anche il ciliegio tardivo (Prunus serotinaEhrh.), altra specie infestante alloctona .

1.4 Ambiente umano

L’area è inserita in una matri-ce agricola e urbana e è cir-condata da campi coltivati,prevalentemente a mais, e daalcuni nuclei abitati dellefrazioni Corrazzana e Cano-nica che arrivano a toccare iconfini del SIC.Alcuni filari e piccoli relittiboscati, seppur discontinui inalcuni tratti, attraversano icoltivi e fungono da collega-mento tra il SIC e quello vici-no della “Valle del Rio Can-talupo”.

Pulmonaria (foto Giulia Vercesi).

Aree boscate attorniate da campi (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

32

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Non sono presenti nel sito specie ornitiche elen-cate nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE.

Da sottolineare è, invece, la presenza del gam-bero di fiume, frutto di una reintroduzioneattuata nell’ambito di un Progetto LIFE Natu-ra concluso nel settembre 2004. Si osserva chele popolazioni di gambero di fiume sono a ri-schio in tutta Europa per molteplici cause: ol-tre al pericolo delle malattie, questa specie èparticolarmente sensibile ad alcuni inquinan-ti (in particolare, ad alcuni ioni metallici dirame, zinco e cromo) e all’azione di molecolea base di piretro utilizzate comunemente comeantiparassitari in agricoltura.La meccanizzazione delle pratiche agricole,inoltre, ha portato alla scomparsa di moltihabitat idonei al gambero, creando canali diirrigazione dai profili regolari eprivi di vegetazione.Ai fini della conservazione del-l’Austropotamobius pallipes è nato,quindi, il progetto LIFE Natura “Ilgambero d’acqua dolce”, che havisto Unione Europea, RegioneLombardia, Parco del Ticino e Par-co della Valle del Lambro impe-gnati nella ricostruzione di popo-lazioni stabili di questo crostaceoattraverso interventi di reintrodu-zione di riproduttori e attraversola realizzazione di un allevamen-to di gamberi in condizioni semi-naturali in una grossa vasca mes-sa a disposizione dal Parco delTicino.

2.2 Altre specie importanti

Oltre alle specie di interesse comunitario,sono presenti nel SIC alcune specie di un cer-to interesse conservazionistico come lo spar-viero (Accipiter nisus), il picchio rosso maggiore(Dendrocopos major) e il picchio muratore (Sitta

europaea).Tra gli anfibi, sono pre-senti nel sito la specieendemica Hyla interme-dia e la Rana synkleptonesculenta, tra i rettili,Coluber (=Hierophis) viri-diflavus, Elaphe longissi-

ma e Anguis fragilis. Tra i mammiferi di inte-resse conservazionistico, compaiono la croci-dura minore (Corcidura suaveolens), il riccio(Erinaceus europaeus), la faina (Martes foina), ladonnola (Mustela nivalis), il ghiro (Myoxus glis),il tasso (Meles meles), il toporagno comune(Sorex araneus), il toporagno nano (Sorexminutus), il pipistrello albolimbato (Pipistrel-lus kuhlii) e gli orecchioni (Plecotus sp.). L’areadel SIC rappresenta, inoltre, uno dei pochissi-mi siti relitti della pianura milanese dove è pre-sente lo scoiattolo (Sciurus vulgaris). Per quan-to riguarda le specie floristiche, si rileva la pre-senza di alcune essenze interessanti quali ilmughetto (Convallaria majalis L.), dente di cane

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Gambero di fiume (foto Pietro Angelo Nardi).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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(Erythronium dens–canis L.), pungitopo (Ruscusaculeatus L.), cefalantera (Cephalantheralongifolia (Hudson) Fritsch.), agrifoglio (Ilexaquifolium L.), ciclamino (Cyclamen purpura-scens Miller) e gli anemoni (Anemone nemorosaL., Anemone ranunculoides L.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il sito rappresenta uno dei pochi lembi relittidi vegetazione boschiva ancora presenti nellafascia collinare della provincia di Milano. Iprincipali fattori di vulnerabilità sono rappre-sentati dall’ invasione delle specie infestanti(alloctone, ruderali o nitrofile), dai problemiconnessi alla qualità e alla disponibilità delleacque, dalla fruizione pubblica e dal parzialeisolamento della cenosi in seguito all’elevatogrado di urbanizzazione, alla mancanza divere e proprie reti di connessione con le areeverdi limitrofe. Le cenosi presenti sono forte-mente compromesse in molti tratti in seguitoall’intervento dell’uomo e alla forte espansione

delle specie esotiche. Nonostante ciò, sirilevano, in particolare nella parte centra-le del sito, in prossimità del Rio Pegorino,lembi di vegetazione ancora in sufficien-te condizione di conservazione con spe-cie nemorali protette, indice di un certogrado di naturalità che va tutelata. Il loromantenimento risulta comunque impor-tante dal momento che essi costituisco-no la base ecositemica del corridoio eco-logico che collega la pianura alle areecollinari meglio conservate.Le caratteristiche chimico-fisiche delleacque del Rio, compromesse anche dascarichi abusivi, non favoriscono la pre-senza di flora e fauna invertebrata.Il tratto del corso d’acqua che percorreil territorio del SIC presenta, infatti, indue punti scarichi che vengono convo-gliati direttamente nel Rio, con conse-guenti impatti negativi sul macroben-thos e sulle biocenosi acquatiche. Il sito

Sparviero (foto Luigi Andena).

Vegetazione lungo il Rio Pegorino (foto Anna Gal-lotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

34

è fortemente minacciato dal continuo interven-to antropico che ha sottratto spazio agli habitatcon le coltivazioni e con l’espansione dell’ur-banizzazione diffusa. Tracce di pascolamentoe di sfruttamento del bosco sono tuttora pre-senti all’interno del sito, oltre a chiari segni diun’ intensa fruizione pubblica.

3.2 Stato di protezione

Come il vicino SIC “Valle del Rio Cantalupo”,il sito Natura 2000 è interamente compreso nelParco Regionale della Valle del Lambro, pre-cisamente nella sua porzione più meridiona-le. Quest’ultimo fu istituito, con Legge Regio-nale n. 82 del 16 settembre 1983, a tutela deglielementi naturali di un vasto territorio che vadalla città di Monza sino ai laghi di Alserio ePusiano, attraverso le colline brianzole e lun-go le anse del fiume Lambro.Il sito, di conseguenza, si giova dei vincoli am-bientali e delle forme di tutela previste enormate per l’area protetta a livello regionale.

3.3 Fruibilità

I boschi del Rio Pegorino sono utilizzati daparte della cittadinanza come spazio per il tem-

po libero. Il Parco organizzavisite guidate per le scuole. Èpossibile percorrere interes-santi itinerari in bicicletta,come quello, suggestivo, chefiancheggia le valli del RioPegorino e del Rio Cantalu-po. Per informazioni sui per-corsi, si rimanda al sitointernet ufficiale del Parcodella Valle del Lambro:www.parcovallelambro.it.

3.4 Gestione

Dato lo stato di parziale de-grado del sito, un’accuratagestione del bosco può faci-litare l’incremento di specie

arboree ed arbustive proprie dell’habitat ori-ginario ed il contenimento delle specie infe-stanti ed indesiderate.Uno dei principali problemi gestionali riguar-da il controllo delle specie esotiche: la crescitaincontrollata del robinieto ha ormai pratica-mente compromesso le cenosi originarie e lariqualificazione risulta difficoltosa. Il control-lo delle altre specie alloctone è altrettanto pro-blematico: la quercia rossa soffoca completa-mente il sottobosco e, al contrario della robi-nia, non contribuisce nemmeno al migliora-mento del terreno.Il ciliegio tardivo, infine, crea un humus in-compatibile con la sopravvivenza delle specieerbacee autoctone.Considerata la difficoltà di attuare interventidi riqualificazione definitivi (incrementatadal fatto che il sito è soggetto a continue con-taminazioni floristiche da campi coltivati,parchi e giardini privati, che consentono ilflusso di specie esotiche), l’intervento più ef-ficace sarebbe il taglio degli esemplari piùvecchi di specie esotiche, immediatamente se-guito dalla piantumazione di specie autoctoneper evitare che l’area liberata venga coloniz-zata nuovamente da esemplari di robinia. Seb-

Rio Pegorino (foto Anna Gallotti).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

35

bene la manutenzione dei sentieri sembri bengestita, appare opportuno un piano di gestio-ne che tenga conto sia della necessità, da partedei cittadini, di usufruire di questi spazi, siadella salvaguardia degli habitat relitti.Alla luce della presenza di alcuni tubi discarico civili, è necessario un costante ed at-tento controllo della qualità delle acque,oltre che il monitoraggio della sua disponi-bilità che deve garantire il deflusso mini-mo vitale per la sopravvivenza delle speciepresenti. Come per il sito Valle del Rio Can-talupo, anche in questo caso sono necessaristudi, approfondimenti e censimenti sullafauna e sulla flora, così da acquisire infor-mazioni più dettagliate sulla situazione del-le specie al fine di una più corretta gestionedel sito.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Val-le del Rio Pegorino - aggiornamento 2004.

“Relazioni tecniche monitoraggio habitat neiSIC provincia di Milano” - 2004.

Rovelli P. (2000). Formazioni boschive dell’AltaPianura Padana inquadrabili nella potenzialità delCarpinion betuli Issl.31 em. Oberd.53 - Dottora-to di Ricerca in Geobotanica, XIII Ciclo, Uni-versità di Pavia.

Parco Regionale della Valle del Lambro ,“Proget-to di conservazione - Il gambero d’acqua dolce”.

Sito internet ufficiale del Parco della Valle delLambro www.parcovallelambro.it.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

VALLE DEL RIO CANTALUPOIT 2050004

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

38

Coordinate: Longitudine E 09 16 48 - Latitudine 45 39 44

Altitudine (m s.l.m.): 200 (min) - 282 (max)

Superficie (ha): 70,136

Comune: Triuggio

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B5c3

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco della Valle del Lambro

Proprietà: in parte pubblica in parte privata

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Questo SIC è costituito dalla fascia boscata chesegue la piccola valle del Rio Cantalupo, conorientamento nord-sud, a est dei Comuni diSovico e Triuggio. Dal punto di vista geologi-co, il territorio è caratterizzato da depositimorenici del periodo mindelliano costituiti damateriali di origine glaciale molto alterati, conaree ondulate formate da conche e dorsali pocorilevate. L’antichità del substrato e la liscivia-zione dei sali minerali dovuta alla fortepiovosità hanno reso questo suolo ferrettizza-to, ossia caratterizzato da un’elevata percen-tuale di argilla, con ossidi e idrossidi di ferro areazione subacida.

1.2 Paesaggio vegetale

Le tipologie vegetazionali riscontrabili all’in-terno del sito sono essenzialmente due: il bo-sco mesofilo ed il bosco meso-acidofilo, tipicodei terrazzamenti fluvio-glaciale del periodomindelliano. In conseguenza dell’interventoantropico, si possono, inoltre, osservare ceno-si boschive caratterizzate da specie alloctonee aggruppamenti di cedui invecchiati, un tem-po utilizzati per ricavarne legna. Non apparesignificativa, invece, la vegetazione propria diacque correnti, sia a causa della limitata esten-sione del Rio Cantalupo, sia per le condizionichimico-fisiche dell’acqua.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

9190 – Caratteristico dei suoli acidie poveri di nutrienti, questo habitatsi sviluppa soprattutto nella porzio-ne del sito altitudinalmente più ele-vata, quella non interessata dallo sca-vo del corso d’acqua e in cui, quindi,è presente il substrato originario.Farnia (Quercus robur L.), rovere(Quercus petraea (Mattuschka) Liebl.)),betulla (Betula pendula Roth), pinosilvestre (Pinus sylvestris L.), frangola(Frangula alnus Miller) e, con coper-ture modeste, castagno (Castaneasativa Miller) sono le specie che com-pongono lo strato arboreo ed arbusti-vo, mentre felce aquilina (Pteridiumaquilinum (L.) Kuhn), erba lucciola(Luzula nivea (L.) Lam. et DC.) e moli-nia (Molinia arundinacea Schrank) do-minano quello erbaceo.

9160 – Tipici dei suolo maturi, bendrenati e ricchi di humus, questi bo-schi misti di latifoglie mesofili si svi-luppano sul terreno alluvionale dellearee più prossime al corso d’acqua,dove il suolo è più ricco di nutrienti.All’interno del sito, questa cenosi tro-va spazio soprattutto nella zona cen-

Area boscata nel sito (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

40

trale e in piccole aree isolate dove i boschi nonsono ancora stati modificati in modo eccessi-vo dall’intervento umano. Qui si sviluppanofarnia, carpino bianco (Carpinus betulus L.),cigliegio (Prunus avium L.), acero (Acer pseu-doplatanus L.), ligustro (Ligustrum vulgare L.),cappel di prete (Euonymus europaeus L.) neglistrati arboreo e arbustivo e sigillo di Salomo-ne (Polygonatum multiflorum (L.) All., geranio(Geranium nodosum L.) e vinca (Vinca minor L.)per quanto riguarda lo strato erbaceo.

Numerose sono le specie esotiche diffuse al-l’interno dell’area: quercia rossa americana(Quercus rubra L.), spirea del Giappone (Spiraeajaponica L.), verga d’oro del Canada (Solidagocanadensis L.), fitolacca (Phytolacca americanaL.), vite americana (Parthenocissus quinquefolia(L.) Planchon) e acetosella minore (Oxalis fon-tana Bunge). Nella zona nord occidentale, inol-tre, sono presenti impianti di pino strobo(Pinus strobus L.) e quercia rossa. In alcunezone, la robinia (Robinia pseudacacia L.) ha so-

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

41

stituito completamente il boscooriginario, costituendo formazio-ni indipendenti con elevate coper-ture di rovi (Rubus sp.). Il ciliegiotardivo (Prunus serotina Ehrh.) sipresenta in consorzi puri solo inpochi casi, nella parte centro-oc-cidentale del sito, ma tende a in-sediarsi nello strato basso e altoarbustivo anche nelle cenosi me-glio conservate.

1.4 Ambiente umano

Collocato in un’area altamenteantropizzata tra i Comuni diSovico e Triuggio e le frazioni diTregasio e Canonica, il sito è cir-condato da campi coltivati soprat-tutto a cereali, cascine o nuclei abitati sparsi.L’area appare, in molti tratti, compromessa dal-l’azione dell’uomo, che un tempo utilizzavaquesti boschi per ricavarne legna. Sono anco-ra evidenti, in alcune porzioni del sito, anchetracce di pascolamento.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Unica specie ornitica riportata nell’Allegato Idella Direttiva 79/409/CEE presente nel sito èl’averla piccola, specie migratrice regolare e

nidificante, il cui declino numerico è in granparte imputabile all’uso dei pesticidi ed allascomparsa delle siepi. Legata agli ambientiacquatici è, invece, l’altra specie di interesse

comunitario, il gambero di fiume, crostaceoche necessita di acque correnti, ad elevato con-tenuto di ossigeno e con una ricca vegetazio-ne acquatica. Le popolazioni di gambero di fiu-me sono a rischio in tutta Europa per diversecause che hanno portato sia a una riduzionenumerica delle diverse popolazioni sia ad unaloro notevole frammentarietà.

2.2 Altre specie importanti

Nell’area del SIC sono state censite 60 speciedi fauna vertebrata, di cui 22 di mammiferi.Oltre a quelle incluse nell’Allegato I della Di-rettiva 79/409/CEE e dell’Allegato II della Di-rettiva 92/43/CEE, sono presenti alcune specie

di interesse conservazionisti-co come il picchio rosso mag-giore (Dendrocopos major), l’al-locco (Strix aluco), il picchioverde (Picus viridis) e il picchiomuratore (Sitta europaea). Trai mammiferi, si possono cita-re alcuni insettivori come ilriccio (Erinaceus europaeus), iltoporagno comune (Sorex ara-

neus), il toporagno nano (Sorex minutus) e lacrocidura minore (Corcidura suaveolens), spe-cie legata alla vegetazione marginale degliambiti agricoli e agli incolti, ma tollerante nei

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Dettaglio di una area boscata all’interno del sito (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

42

confronti delle aree urbanizzate. Sono presen-ti anche il ghiro (Myoxus glis) e, tra i mustelidi,la faina (Martes foina), specie adattabile e fles-sibile, e la donnola (Mustela nivalis), tipica dellezone ripariali e delle fasce coltivate ricche disiepi e filari. Tra i chirotteri, sono stati censitiil vespertilio mustacchino (Myotis mystacinus),che predilige gli ambienti aperti con la presen-za di pochi alberi e le aree lungo i corsi d’ac-qua, il pipistrello albolimbato (Pipistrelluskuhlii), legato agli ambienti antropizzati, e gliOrecchioni (Plecotus sp.). Tra gli anfibi, si se-gnala la presenza della raganella italiana (Hyla

intermedia). Sebbene non si riscontrino speciebotaniche di interesse prioritario, si può tutta-via segnalare la presenza di alcune specie im-portanti come il mughetto (Convallaria majalisL.), baccaro (Asarum europaeum L.), dente dicane (Erythronium dens–canis L.), pungitopo(Ruscus aculeatus L.), cefalantera (Cephalantheralongifolia (Hudson) Fritsch).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

L’importanza conservazionistica del sito risie-de nel fatto che esso sorge in una zona inten-samente sfruttata dall’uomo, sia per le colti-vazioni sia per l’urbanizzazione e rappresen-ta uno dei pochi lembi boscati tuttora presentinell’area di bassa collina della Provincia diMilano. Va sottolineata, infatti, la rarità deiboschi misti di latifoglie mesofili che, data lafertilità dei suoli su cui si sviluppano, sono statiin gran parte eliminati e sostituiti con coltiva-zioni agrarie. In effetti, pur non essendo habitatparticolarmente ben conservati, i boschi della

Averla piccola (foto Luigi Andena).

Gambero di fiume (foto Pietro Angelo Nardi).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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Valle del Rio Cantalupo rappresentano unagrande risorsa potenziale: essi fungono da ba-cino di riserva per specie botaniche e da rifu-gio per specie faunistiche e, soprattutto, svol-gono un’importante funzione di corridoio eco-logico che unisce la pianura alle aree collinarisovrastanti meglio conservate (provincia diLecco). In molti tratti i boschi appaiono, co-munque, parzialmente degradati a causa del-l’ingresso di specie esotiche infestanti, dellascarsa qualità e disponibilità di acque superfi-ciali e dell’azione dell’uomo, legata soprattut-to alla fruizione dell’area per il tempo libero edell’utilizzo, in passato, come riserva di legnada ardere. Tuttavia, la fruizione antropica peril tempo libero, sebbene abbastanza intensa an-che a causa della limitata dimensione del SIC,

non sembra causare gravi danni, a ecce-zione di sporadici eventi di utilizzo dimotociclette, di eccessivo calpestio inalcuni periodi dell’anno e del disturboarrecato dalla presenza stessa di sentie-ri o strade sterrate in termini di conti-nuità ecosistemica.

3.2 Stato di protezione

Come il vicino SIC “Valle del RioPegorino”, questo sito è interamentericompreso nella parte meridionale delParco Regionale della Valle del Lambro,istituito con Legge Regionale n. 82 del16 settembre 1983 a tutela di un territo-rio vasto che va da Monza sino ai laghidi Alserio e Pusiano, passando attraver-so le colline brianzole e le anse del fiu-me Lambro ed è, quindi, soggetto ai vin-coli ambientali e alle forme di tutela pre-viste dall’area protetta.

3.3 Fruibilità

I boschi appartenenti al SIC sono utiliz-zati da parte della cittadinanza, soprat-tutto nei tratti verso i crinali e le bordu-re esterne, come spazio per il tempo li-bero, per passeggiate, per fare jogging oitinerari in bicicletta, come quello, sug-gestivo, che percorre le valli del Rio

Pegorino e del Rio Cantalupo. Per informazio-ni sui percorsi, si rimanda al sito internet uffi-ciale del Parco della Valle del Lambro:www.parcovallelambro.it.

3.4 Gestione

Una corretta gestione del sito deve compren-dere, dove possibile, il contenimento delle spe-cie esotiche, infestanti e ruderali attraverso iltaglio periodico e il rimboschimento selettivocon specie autoctone. Così come per il sito Valledel Rio Pegorino, considerata la difficoltà diattuare interventi di riqualificazione definiti-vi nei confronti delle specie alloctone (anche acausa delle continue contaminazioni floristi-che provenienti da campi coltivati, parchi e

Rete sentieristica interna al sito (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

44

giardini privati), l’intervento più efficace è iltaglio degli esemplari più vecchi, che dovreb-be essere immediatamente seguito dallapiantumazione di specie autoctone, così daevitare che l’area liberata venga colonizzatanuovamente da esemplari di robinia. Essendostata segnalata la presenza di tubi di scaricoche confluiscono direttamente nel corso d’ac-qua e considerato il rischio di compromissio-ne della sopravvivenza di molte specie ad essolegate a causa della presenza di sostanze in-quinanti, è necessario, inoltre, il controllo edil monitoraggio della qualità delle acque. Nel-l’ambito della gestione della fruibilità pubbli-ca, è opportuno un piano che tenga conto del-la necessità da parte dei cittadini di usufruiredi questi spazi, ma anche della salvaguardiadegli habitat relitti, molto spesso troppo de-gradati. Appare utile, infine, implementarestudi volti all’acquisizione di informazioni

maggiormente dettagliate sulla situazionequali-quantitativa delle specie floristiche.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Val-le del Rio Cantalupo – aggiornamento 2004.

AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitorag-gio habitat nei SIC provincia di Milano.

Rovelli P. (2000) – Formazioni boschive dell’AltaPianura Padana inquadrabili nella potenzialità delCarpinion betuli Issl.31 em. Oberd.53 – Dottora-to di Ricerca in Geobotanica, XIII Ciclo, Uni-versità di Pavia.

Sito internet ufficiale del Parco della Valle delLambro: www.parcovallelambro.it.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Esempio di area boscata all’interno del sito (foto Anna Gallotti).

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

BOSCHI DELLA FAGIANAIT 2050005

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 08 50 06 - Latitudine 45 25 33

Altitudine (m s.l.m.): 99 (min) - 118 (max)

Superficie (ha): 1044,028

Comune: Boffalora Sopra Ticino, Magenta, Robecco sul Naviglio

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A6d3 - A6d4

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco Lombardo della Valle del Ticino

Proprietà: per la maggior parte è privato, solo una porzione èpubblica

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito sorge nella depressione valliva del Fiu-me Ticino, nell’area della cosiddetta Pianadiluviale recente costituita da alluvioni fluvialirecenti e attuali. Qui, dove il fiume incomin-cia a mutare il suo andamento da intrecciato ameandriforme, il territorio assume unamorfologia prevalentemente “piatta”, sebbe-ne non manchino arginelli e basse scarpate. Li-bero da argini e cementificazioni delle spon-de, il fiume è, in questa zona, libero di divaga-re, inondando gran parte delle terre ricompre-se nella Riserva durante i periodi di piena,mantenendo, quindi, un ecosistema fluviale di-

namico. La grande varietà e continuità dihabitat, il buono stato di conservazione, la pre-senza di ecosistemi caratteristici dell’alta pia-nura lombarda (brughiera, risorgive e fonta-nili) conferiscono a quest’area un rilevante inte-resse naturalistico. Grazie alla ricchezza delleacque, alla diversa composizione e tessitura deisuoli, al rapporto storico tra uomo e foreste, iboschi della Fagiana acquistano, infatti, un ele-mento di elevato valore nell’ambito della Pia-nura Padana. La morfologia e le caratteristi-che ambientali dell’area permettono di osser-vare, procedendo dal fiume verso l’interno,tutti i principali ambienti tipici degli ecosiste-mi planiziali originari.

1.2 Paesaggio vegetale

Sebbene l’elemento vege-tazionale più importanteall’interno del SIC sia rap-presentato dai boschi, nonmancano esempi di vege-tazione acquatica ed anfi-bia, di cenosi di greto, dipraterie umide e secche, dibrughiere. Percorrendol’area lungo un ipoteticotransetto dal fiume versol’interno, si possono osser-vare tutti i principali am-bienti tipici degli ecosiste-mi planiziali originari.Le aree boscate, in genera-le, sono l’elemento caratte-rizzante il sito: si passa dasituazioni dominate dallapresenza querce (Quercusrobur L.), carpini (Carpinusbetulus L.) e olmi (Ulmusminor L.) a realtà di minorpregio floristico costituitein prevalenza da specieesotiche, soprattutto robi-nia (Robinia pseudacacia L.)e ciliegio tardivo (Prunusserotina Ehrh.).La foresta di querce è sen-Canale Delizia (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

48

za dubbio la formazione più interessante inquanto relitto di una copertura vegetale che

un tempo caratterizzava la maggior parte del-la pianura padana.

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I della Di-rettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

91F0 – Questo habitat è costituito da boschidominati da querce e carpini, con frequentepresenza di olmi e ciliegi a grappoli (Prunuspadus L.). Questi boschi, frequentemente espo-sti alle piene del fiume, sono piuttosto estesiall’interno del SIC, occupandone gran partedella superficie.

9160 – Ristrette a una piccola porzione del-l’area, dove si sviluppano su suoli acidi,argillosi, con falda freatica a profondità varia-bile tra 2 e 3 metri, si trovano le foreste mesofilea dominanza di roveri (Quercus petraea(Mattuschka) Liebl.) e carpini bianchi (Carpinusbetulus L.), dal punto di vista fitosociologicoriferibili all’alleanza Carpinion betuli.

91E0* – Questo habitat, rappresentato daalneti di falda a ontano nero (Alnus glutinosa(L.) Gaertner), è presente come bordura lungole diramazioni del fiume, come formazione co-lonizzante le isole fluviali o in corrisponden-za di aree palustri interrate, a testimonianzadella presenza di meandri fluviali abbando-nati. All’interno dell’area, questo tipo di vege-tazione si sviluppa su suoli molto umidi,torbosi e spesso imbevuti d’acqua per la pre-senza di una falda spesso affiorante.

3260 – Si tratta di un tipodi vegetazione acquaticache tende a svilupparsi inalcuni corsi d’acqua, soprat-tutto esternamente alle areeboscate e comprende le for-mazioni a Ranunculus sp.,Potamogeton sp. e Callitrichesp. Tale habitat è distribui-to per lo più lungo il canaleDelizia, un corso d’acquaalimentato dalla acque delTicino e da numerose risor-give e che presenta elevatecaratteristiche di naturalità.

3270 – Questi pratelliterofitici nitrofili colonizza-no i greti sabbioso – limosi

del corso principale del fiume e sono caratte-rizzati da diverse specie del genere Polygoniume Bidens, ma anche di nappola italiana (Xan-thium italicum Moretti), saponaria comune(Saponaria officinalis L.), gramigna (Agropyronrepens (L.) Beauv.) e verga d’oro maggiore (So-lidago gigantea Aiton). Queste cenosi presen-tando il loro massimo sviluppo in tarda esta-te, quando il greto emerge.

6210 – Si tratta di boscaglie e arbustetimesoxerofili, formazioni costituite da uno stra-to erbaceo con alberi e arbusti più o meno radiche si sviluppano su substrati molto drenanti.Le radure sono colonizzate da pratelli terofiticixerofili caratterizzati dall’abbondanza di liche-ni, dalla presenza di nebbia maggiore (Airacaryophillea L.), camedrio comune (Teucriumchamaedrys L.), tesdalia (Teesdalia nudicaulis (L.)R. Br.) e paléo (Vulpia myuros (L.) Gmelin) Datal’aridità del substrato che caratterizza le areedove tende a svilupparsi questo habitat se neosserva il massimo sviluppo in primavera,appena dopo le piogge.

4030 – Questo tipo di habitat è presente suuna percentuale molto ridotta del territorio(meno dell’1%), in particolare nella parte me-ridionale del SIC. Si tratta di vegetazione checolonizza le zone di radura all’interno delle bo-scaglie mesoxerofile: calluna (Calluna vulgaris(L.) Hull), citiso (Cystus scoparius (L.) Link) e

Centro visitatori (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

50

diverse specie del genere Genista sono le spe-cie presenti con maggior frequenza.

1.4 Ambiente umano

Per quanto riguarda l’uso del suolo, oltre allacoltura cerealicola, sono presenti nel sito im-pianti legnosi e radi insediamenti antropici.All’inizio del secolo scorso, la Fagiana era unadelle più famose riserve di caccia della pianu-ra lombarda.Gli eventi bellici, con la completa distruzionedella lussuosa villa padronale, avvenuta nelgennaio 1945, nel corso di un raid aereo cheaveva come obiettivo la distruzione del pontedi Boffalora, ne hanno segnato il futuro, por-tandola a un lento degrado durato fino all’isti-tuzione del Parco di cui oggi fa parte. Oggi,all’interno del SIC sorge il Centro Visite “LaFagiana”, sede di gran parte delle attività ope-rative dell’Ente Parco, nonché area attrezzataper ricevere i turisti.Qui sorge anche il Centro Recupero Fauna

Selvatica LIPU, dotato di ambulatorio attrez-zato per la cura dei selvatici in difficoltà.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Il sito vanta una ricca avifauna costituita daspecie di interesse comunitario: numerosi gliaironi, tra cui compare l’airone bianco mag-giore (Egretta alba) , ma anche diversi rapaci.Si segnala la presenza del cavaliere d’Italia(Himantopus himantopus) e della moretta tabac-cata (Aythya nyroca), specie minacciata a livel-lo globale a causa del disturbo diretto e del-l’inquinamento delle acque. All’interno del sitosono in corso progetti di reintroduzione di spe-cie quali la lontra (Lutra lutra), la testugginepalustre (Emys orbicularis), la trota marmorata(Salmo marmoratus) ed il pigo (Rutilus pigus).Particolare interesse assume la lontra (Lutralutra), specie gravemente minacciata a livello

Martin pescatore (foto Mino Piccolo).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

51

europeo, presente nella valle delTicino fino all’inizio degli anni ’80,almeno nella parte più meridionaledel fiume, per cui, nella Riserva LaFagiana è stato avviato un progetto direintroduzione. A tal fine sono stati co-struiti due recinti: uno specifico perla riproduzione e uno dotato diferitoie per consentire al visitatore diosservare il timido animale senza ar-recare disturbo.

2.2 Altre specie importanti

Alla grande ricchezza di habitat cor-risponde un’ancora maggiore ricchez-za e varietà di specie animali e vege-tali. Sono presenti, infatti, diverse spe-cie vegetali rare o minacciate come,per esempio, il gladiolo piemontese(Galdiulus imbricatus L.) oltre ad alcu-ne specie di orchidee. Alcune specie

sono incluse nelle Li-ste Rosse nazionali e/o della Regione Lom-bardia, come l’erbasaetta (Sagittaria sa-gittifolia L.), mentrealtre sono indicatricidi elevata qualità am-bientale, in particola-re relativamente agliecosistemi acquatici(come Nymphaea albaL., Nuphar luteum (L.)S. et S., Ranunculussp.).Ricco è il popola-mento ornitico che,oltre alle specie inse-rite nella Direttiva79/409/CEE, annove-ra specie inserite nel-le liste rosse IUCNcome: piro-piro pic-colo (Actitis hypoleu-cos), porciglione(Rallus acquaticus),

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

52

barbagianni (Tyto alba), civetta (Athena noctua),gufo comune (Asio otus), allocco (Strix aluco),picchio verde (Picus viridis). Si annovera an-che la presenza di alcune specie di chirotteriche, in generale, assumono lo status di vulne-rabili o minacciate a livello europeo come, peresempio, il vespertilio di Daubenton (Myotisdaubentoni) e la nottola di Leisler (Nyctalusleisleri), la cui conservazione è legata a una mag-gior preservazione degli ambienti d’elezioneoltre ad un utilizzo sempre più limitato diantiparassitari in agricoltura.Un altro mammifero che popola questositoi èil topolino delle risaie (Micromys minutus), lecui popolazioni lombarde sono concentrateproprio nella fascia planiziale, lungo il corsodei principali fiumi, dove sono presenti habitatcon vegetazione idonea alla costruzione delnido.Altre specie di particolare interesse conserva-zionistico sono l’endemica raganella (Hyla in-termedia) e, tra i pesci, il gobione (Gobio gobio).Appare interessante evidenziare come da qual-che anno il capriolo sia tornato a popolare que-sti boschi grazie a un progetto di reintrodu-zione promosso dal Parco in accordo con i Bo-schi di Carrega (Appennino parmense): dal1991 al 1996 sono stati rilasciati 89 caprioli, 36

dei quali sono da considerare come i fondatoridella popolazione che oggi vive in queste aree.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

I boschi di querce, carpini e olmi e le boscagliea salici e ontano nero sono molto importantiin quanto relitti della vegetazione forestaleplaniziale padana, altrove quasi completamen-te scomparsa a causa dell’antropizzazione delterritorio. Essi presentano nel SIC una discre-ta estensione e una certa continuità ecosiste-mica in un contesto come quello della PianuraPadana, dove l’elevata frammentazione am-bientale ha ridotto altri tipi di habitat a piccolie isolati residui. Le cenosi a dominanza di spe-cie esotiche, invece, rappresentano un fattoredi degrado che banalizza e impoverisce le di-versità locali. L’invasione di specie alloctonerappresenta, infatti, uno tra i fattori che in-fluenzano negativamente gli ecosistemi, insie-me alle modifiche del sistema idrografico. Iprincipali elementi di disturbo all’interno delsito sono di origine antropica e riguardano so-prattutto l’afflusso turistico, la raccolta di fun-ghi, la presenza di una vicina raffineria con il

conseguente inquinamento del-l’aria. Gli habitat più vulnerabilisono quelli acquatici, minacciatidall’inquinamento, i pratelliterofitici xerofili, talvolta oggettodi impianti boschivi e soggetti al-l’invasione di arbusti, e le aree oc-cupate da Calluna vulgaris (L.)Hull, anch’esse soggette all’inva-sione di specie arbustive.Ulteriore elemento di criticità perla vegetazione palustre e riparialeè la presenza della nutria (Myo-castor coypus), specie alloctona ingrado di causare vari danni attra-verso l’intensa brucatura dei ger-mogli e degli steli e l’attività discavo per la costruzione delletane.

Ambiente acquatico con nannufero e ninfea bianca (foto MauroPerracino).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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3.2 Stato di protezione

L’area dei boschi della Fagiana è inserita inte-ramente come Riserva Naturale Orientata al-l’interno del Parco Regionale Lombardo dellaValle del Ticino e dentro i confini della fasciaa Parco Naturale. Nata come riserva di cacciaintorno al 1808 grazie a Vittorio Emanuele II,in poco tempo divenne una delle più impor-tanti riserve della zona arricchendosi diforesterie, costruzioni di servizio, cammina-menti e opere idrauliche per alimentare lanchee stagni di sosta per le anatre.Nel 1974, con l’istituzione del Parco del Ticinoe la definitiva abolizione della caccia, cessò to-talmente l’attività venatoria. La riserva venneacquistata in gran parte, nel 1984, dal Parco eulteriori superfici sono in via di acquisizione.

3.3 Fruibilità

Il turista che raggiunge i boschi della Fagianavi può trovare un gran numero di informazio-ni, soprattutto grazie ai pannelli didattici, alle

esposizioni e alle bacheche che propongono inmodo schematico la realtà naturalistica delParco. La Fagiana è dotata di un piccolo mu-seo – laboratorio che si avvale della consulen-za scientifica del Museo di Scienze Naturali diMilano. Particolare interesse assume una saladestinata ad incubatoio ittico realizzata nel-l’ambito di un Progetto LIFE Natura cofinan-ziato dalla Direzione Generale Qualità del-l’Ambiente della Regione Lombardia e dal-l’Unione Europea. Questa struttura è dedica-ta alla schiusa delle uova e all’allevamentodegli avannotti, con particolare riguardo aisalmonidi e ciprinidi. Presso il Centro Visita-tori è allestita anche un’area di sosta con spa-zio verde dotato di tavoli e panche. Anche ilCentro Recupero Fauna Selvatica LIPU è do-tato di un’area aperta al pubblico costituita daun percorso didattico con voliere ambientate,da un osservatorio sopraelevato e da un mu-seo interattivo.I mesi primaverili e quelliautunnali sono quelli più indicati per le visite,anche se vagando per questi boschi si posso-

Voliera del centro di recupero della fauna selvatica (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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no trovare motivi di interesse e suggestione inogni stagione. Tra i percorsi da segnalare, unodi quelli più significativi è quello dedicato ainon vedenti, che si snoda attraverso la vegeta-zione per circa 1.500 metri con una segnaleti-ca dedicata consente di riconoscere le più si-gnificative specie che costituiscono le cenosiforestali.Per ricevere le informazioni necessarie alla vi-sita dell’area si può visitare il sito internet delParco all’indirizzo www.parcoticino.it.

3.4 Gestione

Obiettivo fondamentale della gestione del-l’area deve essere la riqualificazione ambien-tale dal punto di vista vegetazionale, al fine digarantire la qualità e la struttura degli ecosi-stemi presenti, che sono espressione del dina-mismo naturale del Ticino.

Il problema gestionale più evidente a livellovegetazionale all’interno del SIC è rappresen-tato dall’invasione di specie esotiche, soprat-tutto legnose, che degradano i boschi natura-li. Dal momento che l’eliminazione di tali spe-cie risulta molto difficile, la migliore strategiarisulta essere quella di lasciare evolvere natu-ralmente le cenosi boschive invase da robiniae ciliegio tardivo, che insieme all’ailanto (Ai-lanthus altissima (Miller) Swingle) sono le spe-cie alloctone più diffuse, senza intervenire contagli. Esse, infatti, essendo specie eliofile, ten-dono ad insediarsi soprattutto proprio dovesi creano delle aperture.La presenza di specie infestanti esotiche risul-ta, poi, ancora più accentuata nei piani erba-ceo – arbustivi: l’indaco (Amorpha fruticosa L.),gli amaranti (Amaranthus chlorostachys Willd.)e la verga d’oro maggiore (Solidago giganteaAiton) sono ormai molto diffuse soprattuttonegli ecosistemi di greto.Grazie alle aree attrezzate presenti, al CentroVisite e al Centro Recupero Fauna Selvatica,l’area in esame rappresenta, inoltre, un luogoricreativo importante, molto frequentato sia dascolaresche e gruppi organizzati sia daun’utenza più generica. Obiettivo gestionaleè senza dubbio quello di favorire una correttafruizione e una buona gestione dei visitatori,in modo che non venga pregiudicata la quali-tà naturalistica del sito. Questo è possibile at-traverso la manutenzione dei sentieri ciclabilie pedonali, il controllo del divieto di raccoltadi specie vegetali, le attività di educazione am-bientale e la realizzazione di percorsi perdisabili. In merito a quest’ultimo punto, è ne-cessario specificare che, per la morfologia ab-bastanza piatta del territorio e per la ricchez-za di strutture già esistenti, l’area si prestamolto a tali fini e che, in effetti, in parte giàesistono infrastrutture specifiche attrezzate perquesta tipologia di fruitori.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-schi della Fagiana - aggiornamento 2004.

Esempio di cartello allestito per il percorsodidattico per non vedenti (foto Anna Gallotti).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitoraggiohabitat nei SIC provincia di Milano.

Bogliani G., (2004). I mammiferi del Parco delTicino. Consorzio Parco Lombardo della Valledel Ticino.

Gariboldi A., (2001). Gli uccelli del Parco del

Ticino. Consorzio Parco Lombardo della Valledel Ticino .

Sito internet ufficiale del Parco del Ticinowww.parcoticino.it.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Gruccione (foto Mino Piccolo).

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

BOSCO DI VANZAGOIT 2050006

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 08 58 20 - Latitudine 45 31 09

Altitudine (m s.l.m.): 157 (min) - 164 (max)

Superficie (ha): 192,658

Comune: Arluno, Pogliano Milanese, Vanzago

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 A6e1; A6e2

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: WWF Italia

Proprietà: totalmente privata

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il Bosco di Vanzago è situato nelle zona nord-ovest della Provincia di Milano, nell’Alta Pia-nura milanese, tra i Fiumi Olona e Ticino. Dalpunto di vista geologico, il sito sorge su unsubstrato costituito da depositi di ghiaie e sab-

bie fluvio - glaciali del Qua-ternario, attribuibili al perio-do della glaciazione Wurm.Dagli inizi del 1900, il sito siè arricchito d’acqua graziealla rete irrigua del CanaleVilloresi, che deriva le sue ac-que dal fiume Ticino.La presenza di un forte in-treccio di piccoli corsi d’ac-qua e bacini artificiali garan-tisce la diversificazione de-gli habitat consentendo l’in-gresso di specie caratteristi-che di zone umide e terreniigrofili.

1.2 Paesaggio vegetale

Il territorio del SIC è caratterizzato dall’alter-nanza di aree prative polifite in cui sono stateseminate leguminose e graminacee, campi col-tivati, incolti, zone a bosco e piccole zone umi-de. Il bosco, però, è l’ecosistema più preziosodell’oasi e rappresenta a tutti gli effetti unavegetazione relitta: al di fuori, l’oasi è circon-data da campi coltivati, filari boscati e piccolinuclei abitativi. Le condizioni geologiche e cli-

matiche del sito hanno per-messo lo svilupparsi di unbosco planiziale a latifoglie,caratterizzato dall’associazio-ne vegetale originale di far-nia-rovere -carpino. Vi si pos-sono trovare esemplari di far-nia (Querus robur L.) e rovere(Quercus petraea (Mattu-schka) Liebl.) di età conside-revole, veri e propri monu-menti naturali che caratteriz-zano la parte più suggestivadel bosco.Nella porzione nord-ovest,in una fascia piuttosto ri-stretta confinante con il ba-cino posto più a nord, alcu-ni anni fa è stata effettuatauna piantumazione di abeti

Lago Nuovo (foto Anna Gallotti).

Aree boscate inframezzate da prati (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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rossi (Picea excelsa (Lam.) Link). Le formazio-ni a robinia sono concentrate soprattutto lun-go le fasce boscate ai margini dell’oasi, mentreun piccolo castagneto (Castanea sativa Miller),con essenze piantate precedentemente alla ge-stione WWF, si trova nella parte ovest del sito.Derivate da precedenti piantumazioni sonoanche le farnie e i pini silvestri (Pinus sylvestrisL.), a volte anche di altezze considerevoli, checompongono i pino-querceti, nel cui sottobo-sco crescono soprattutto felce aquilina (Pteri-dium aquilinum (L.) Kuhn), fitolacca (Phytolac-ca americana L.) e graminacee come Moliniaarundinacea Schrank e Agrostis tenuis Sibth.

Vicino agli specchi d’acqua, infine, si sviluppala vegetazione palustre, soprattutto nel bacinoLago Nuovo, dal quale emerge un isolotto co-lonizzato da ontani, salici bianchi e da un fittocanneto. Tra i due bacini artificiali, compaionoi saliceti: boscaglie con alberi non molto alticomposti da Salix alba L., Salix cinerea L., oltre apioppi (Populus alba L.), frassini (Fraxinus excel-sior L.) e sambuchi (Sambucus nigra L.).

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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9160 – Questo tipo di vegetazione propriodella pianura e delle fasce collinari è divenutarara in alcune zone in seguito al rimaneggia-mento effettuato dall’uomo. Lo strato arboreoè dominato dall’infestante robinia (Robiniapseudoacacia L.) e dalle querce (farnia e rove-re); raramente sono presenti carpini bianchi(Carpinus betulus L.) e aceri (Acer campestre L. eAcer pseudoplatanus L.). Sporadica è la presen-za di specie arbustive autoctone come il sam-buco (Sambucus nigra L.), il nocciolo (Corylusavellana L.) e il biancospino (Crataegus mono-gyna Jacq.). Quasi inesistente è anche lo stratoerbaceo, sebbene permangano alcune specie si-gnificative dal punto di vista conservazioni-stico tra cui l’anemone dei boschi (Anemonenemorosa L.), il campanellino di primavera(Leucojum vernum L.), la pervinca (Vinca minorL.) e il sigillo di Salomone (Polygonatum multi-florum (L.) All.), oltre ad alcune specie tipichedei substrati acidofili come la felce aquilina(Pteridium aquilinum (L.) Kuhn), la gramignadi Parnasso (Maianthemum bifolium (L.)Schmidt) e il mughetto (Convallaria majalis L.).In alcuni tratti, le specie esotiche (Robinia pseu-dacacia L., Prunus serotina Ehrh., Ailanthus al-tissima (Miller) Swingle e Phytolacca americanaL.) hanno determinato la de-strutturazione del bosco e unnotevole abbassamento dellabiodiversità floristica.

3150 – Questo ambiente haun’estensione abbastanza li-mitata all’interno del sito e siconcentra in prossimità deidue bacini artificiali. Qui tro-vano spazio specie idrofiteradicanti al fondo e con fogliesommerse come i potamoge-ti (Potamogeton perfoliatus L.e Potamogeton nodosus Poiret)e fanerofite non radicanti alfondo come le lenticchie(Lemna minor L., Lemna tri-sulca L. Spirodela polyrhiza(L.) Schleid.).

Oltre ai due habitat elencati nella Direttiva 92/43/CEE, sono state rilevate altre due importantitipologie vegetazionali. In piccole aree in pros-simità dei bordi dei due bacini, si sviluppanocomunità povere di specie in cui domina Nym-phaea alba L.. Nella fascia di oscillazione deidue bacini, l’irregolarità dell’apporto idrico delcanale di alimentazione crea le condizioniottimali per lo sviluppo dei canneti a cannuc-cia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin.).

1.4 Ambiente umano

Il sito è inserito in un contesto caratterizzatoda Comuni densamente popolati e con un altogrado di antropizzazione. La rete viaria è no-tevole e i Comuni limitrofi (Rho, Nerviano,Pogliano, Pregnana, Cornaredo, Pero) costitu-iscono una delle aree a più alta concentrazio-ne di attività industriale dell’intero hinterlandmilanese. Nel sito sono presenti tre nuclei difabbricati: la Cascina Gabrina, la Corte Bran-chi e il Centro Visite. In una posizione piùdefilata vi è la torretta d’osservazione delRoccolo, antico impianto per la cattura di uc-celli tipico della Lombardia; tale struttura è atestimonianza della precedente gestione vena-toria e, oggi, solo dimora sicura di ghiri, balie

Sede del Centro Recupero Fauna Selvatica (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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nere, pettirossi, sparvieri e colombacci. Il ter-ritorio del SIC rappresenta ciò che rimane deigrandi boschi di caccia dei Visconti e degliSforza. La realtà visibile oggi è in buona partefrutto di un intervento di riqualificazione am-bientale operato negli anni da Ulisse Cantoni,originario proprietario della tenuta, che portòavanti l’antica tradizione della riserva privatadi caccia creando i due laghetti per attirare leanatre oltre a introdurre i primi caprioli a finivenatori.Nel 1977 il Commendator Cantoni nel suo te-stamento decise di lasciare il suo bosco al WWFItalia con l’espressa volontà di istituirneun’area protetta, meta di visite e luogo di stu-dio e ricerche. Il WWF ereditò il possedimen-to e iniziò a pianificarne la gestione, affinchéesso tornasse a espri-mere al meglio la suabellezza e le sue po-tenzialità. Oggi nel-l’oasi si praticanostudi sui metodi dicoltivazione biologi-ca compatibili conun’area protetta: si at-tua la rotazione del-le colture senza l’uso

di diserbanti o concimi chimici, si pro-duce il miele e si coltivano mais, riso,avena, segale e foraggio per un totaledi quasi 50 ettari di terreno. All’inter-no del sito vi è, infine, un piccolo alle-vamento sperimentale per la reintro-duzione della vacca di razza varzese,dove gli animali possono pascolare li-beramente in circa 4 ettari di prato ar-borato.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comuni-tario

Il sito è caratterizzato da una riccaentomofauna: sono state censite 158 specie, trale quali 25 lepidotteri e 16 odonati. Oltre al tri-tone crestato e al pelobate fosco, ospite d’ecce-zione del sito, e in particolare degli ambientid’acqua bassa, è la testuggine palustre, ormaiestinta in molti bacini della Pianura Padana epresente nell’oasi in seguito alla fortunata rein-troduzione di alcuni esemplari negli anni Ot-tanta e Novanta.Nelle zone adiacenti ai bacini fanno capolinonumerosi aironi: nelle ultime stagioni fredde,in particolare, è comparso anche l’airone bian-co maggiore. Si possono osservare, inoltre, du-rante la migrazione, il falco pescatore, il falcodi palude e alcuni esemplari di nibbio bruno,che frequentano regolarmente gli stagni del-l’area per l’alimentazione.

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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Martin pescatore mentre si pulisce il piumaggio (foto Mino Piccolo).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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2.2 Altre specie importanti

Per quanto riguarda i vertebrati, tra le 345 spe-cie censite, oltre a una ricca avifauna, si segnalala presenza di una buona chirotterofauna. Gliambienti umidi sono dimora per numerosespecie di mammiferi, tra cui donnola (Mustelanivalis), faina (Martes foina), tasso (Meles meles),ghiro (Myoxus glis), topo quercino (Eliomysquercinus), moscardino (Muscardinus avellana-rius) e una buona popolazione di caprioli (Ca-preolus capreolus), simbolo della riserva. Da cin-quant’anni il capriolo è tornato, infatti, a po-polare la riserva e ora, grazie a una popolazio-ne in salute e ben protetta, ha iniziato una co-lonizzazione spontanea delle campagne limi-trofe.La faina è tornata a popolare il bosco dal 1987quando alcuni esemplari sono sta-ti liberati dal Centro Recupero Ani-mali Selvatici.Interessante è il panorama rappre-sentato dai chirotteri nella riserva:è stata accertata, infatti, la presen-za della nottola (Nyctalus notula),del pipistrello nano (Pipistrellus pi-pistrellus), del pipistrello albolim-bato (Pipistrellus kuhli) e del pipi-strello di Nathusius (Pipistrellusnathusii).Tra anfibi e rettili, si possono ritro-vare alcune specie importanticome raganella (Hyla intermedia),rana verde (Rana synklepton esculen-ta), tritone punteggiato (Triturusvulgaris), rana agile (Rana dalmati-na), biacco (Coluber viridifalvus),biscia dal collare (Natrix natrix),lucertola muraiola (Podarcis mura-lis), ramarro occidentale (Lacertaviridis (= bilineata)).Una fauna ittica eterogenea è ospi-tata soprattutto nelle acque più os-sigenate del Lago Vecchio: tra lespecie più interessanti, Salariafluviatilis.Tra gli invertebrati, si segnala ilCarabus glabratus, coleottero carabi-

de tipico dei boschi collinari, la cui presenzain Pianura Padana è frammentaria e limitataalle aree boschive di alta pianura. Ma l’ambien-te umido è soprattutto la dimora degli odonati:16 specie censite, tra cui Sympetrum depressiu-sculum, specie una volta molto comune in Pia-nura Padana ma che da diversi anni si è ridot-ta drasticamente a causa dell’immissione dipesticidi nelle risaie.In ambito floristico, sono presenti alcune spe-cie indicate come a basso rischio nella listaIUCN Regionale, come ad esempio: coltellac-cio (Sparganium erectum L.), lisca (Schoenoplec-tus lacustris (L.) Palla), lenticchia (Spirodelapolyrhiza (L.) Schleid.), potamogeto (Potamege-ton nodosus Poiret), lenticchia d’acqua (Lemnatrisulca L.) e altre tutelate dalla L.R. 33/77, come

Giaggiolo (foto Mauro Perracino).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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la ninfea bianca (Nymphaea alba L.) e il giag-giolo (Iris pseudacorus L.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

A causa dell’invasione delle specie esotiche cheimpediscono lo sviluppo del sottobosco, il sitoappare scarsamente rappresentativo sottol’aspetto fitosociologico. Nonostante ciò, l’areamantiene una certa importanza sotto l’aspettoconservazionistico per il valore di relittualitàdel bosco, tuttora uno dei pochi esempi di bo-sco planiziale ancora presenti nella pianuramilanese. In generale, le cenosi inserite neglihabitat non si trovano in un buon stato di con-servazione, nonostante i visibili miglioramen-ti determinati dalla puntuale gestione forestalee in particolare dal controllo delle infestantiesotiche. Da un lato, quindi, si assiste a unatrasformazione positiva delle cenosi, dall’altro,tuttavia, tale evoluzione è solo all’inizio e nonpresenta ancora la dominanza delle specie chedovrebbero essere potenzialmente presenti nelbosco. La vulnerabilità maggiore per l’area ri-siede nell’invasione delle specie alloctonemolto competitive, soprattutto in cenosi aper-

te: la loro diffusione è favorita dal fatto che iloro semi sono zoocori e, quindi, appetibilidall’ornitofauna. A conferma del valore conservazionistico delsito, è interessante aggiungere che, insieme alvicino Parco del Roccolo, il bosco di Vanzagoè stato inserito tra le aree prioritarie per la bio-diversità a seguito del progetto “Rete ecologi-ca della Pianura Padana lombarda”, attivatodalla Regione Lombardia in collaborazione conla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, alfine di identificare le aree a maggiore natura-lità ed evidenziarne criticità e opportunità perla realizzazione delle relative connessioni bio-logiche.

3.2 Stato di protezione

La prima norma di protezione del Bosco WWFdi Vanzago fu quella di “Riserva locale” nel1979; successivamente, nel 1985, l’area venneclassificata come “Riserva Naturale Parzialeforestale e zoologica”, ai sensi della deliberadel Consiglio Regionale 2113 del 27 marzo1985. L’ente gestore, nonché proprietario, è ilWWF Italia che, per la manutenzione del sito,le tecniche di coltivazione e la ricerca, usufrui-sce di personale proprio, di obiettori di coscien-

za e volontari.L’oasi è strutturata su tre areeconcentriche: la più interna,il vero cuore del bosco, pro-tetta da un muro di cinta cre-ato per la tranquillità di pian-te e animali, una seconda,recintata con rete metallica euna più esterna, aperta e sen-za vincoli, percorribile a pie-di o in bicicletta.

3.3 Fruibilità

Presso l’oasi vengono effet-tuate numerose attività di-dattiche, sia in aula sia neiboschi. Lungo il percorso divisita, che è interamente per-corribile anche dai portatoriCartellone divulgativi presenti nel SIC (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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di handicap, si trovano alcuni punti di avvi-stamento e tabelloni esplicativi. Dal CentroVisite ci si sposta attraverso i boschi per rag-giungere il primo bacino d’acqua (Lago Nuo-vo) e il secondo (Lago Vecchio), si fiancheg-giano i coltivi biologici, le arnie e i boschi delRoccolo, per una durata di circa due ore di vi-sita. Presso il Centro Visite, vi è il CentroRecupero Animali Selvatici (CRAS), qualepunto di riferimento per animali feriti e la Sta-zione Sperimentale Locale.Per maggiori informazioni si può contattarela Riserva al numero telefonico 02/9341761 ovisitare il sito www.boscowwfdivanzago.it.

3.4 Gestione

Il sito gode di un buon piano di gestione, lacui attuazione si sta rivelando fruttuosa per ilmiglioramento delle condizioni ecologiche del-l’area. Infatti, sebbene l’area sia invasa da eso-tiche spontaneizzate (robinia, ailanto, ciliegiotardivo, fitolacca) con un’accorta gestioneforestale si stanno rinaturalizzando diversi set-tori boscati. Il Piano Forestale prevede lapiantumazione periodica di specie autoctonee la rimozione delle specie esotiche più peri-colose, al fine di abbassarne il tasso riprodut-tivo. In particolare, si sottolinea l’attento lavo-ro di manutenzione dei querco – carpineti, inparte soffocati dalle infestanti, e il taglioselettivo delle specie alloctone altamentecompetitive: in alcune zone, ora, si rinvengo-

no querceti quasi puri con farnie o roveri, an-che di diametro considerevole. La gestioneagricola delle zone coltivate, indirizzata a for-me di agricoltura biologica, ha determinato,inoltre, negli agroecosistemi, un notevole mi-glioramento qualitativo testimoniato anchedall’entomofauna presente.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-sco di Vanzago – aggiornamento 2004.

AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitoraggiohabitat nei SIC provincia di Milano.

Piano della Riserva Naturale “Bosco WWF diVanzago”. BURL n° 28, 1° supplemento stra-ordinario, luglio 1996.

Bogliani G., Agapito Ludovici A., Arduino S.,Brambilla M., Casale F., Crovetto G.M., FalcoR., Siccardi P., Trivellini G. (2007). Aree priori-tarie per la biodiversità nella Pianura Padana Lom-barda. Fondazione Lombardia per l’Ambientee Regione Lombardia.

Sito internet ufficiale dell’oasi di Vanzagowww.boscowwfdivanzago.it.

Sito internet del Comune di Vanzagowww.comune.vanzago.mi.it.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

FONTANILE NUOVOIT 2050007

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 00 26 - Latitudine 45 27 42

Altitudine (m s.l.m.): 130 (min) - 133 (max)

Superficie (ha): 39,513

Comune: Bareggio

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B6a3

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco Agricolo Sud Milano

Proprietà: in parte pubblica in parte privata

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il Fontanile Nuovo comprende una risorgivae un’asta di fontanile che sfruttano la superfi-cialità della falda freatica ed è parte della fittarete di canali artificiali che caratterizzano ilParco Agricolo Sud Milano. Costituita da dueteste che si congiungono in un’unica asta, que-sta risorgiva è ben conservata e si sviluppa insenso nord-sud in un’area densamente urba-nizzata e sfruttata per le coltivazioni.Dal punto di vista geologico, l’area si collocanel livello fondamentale della pianura, carat-terizzato in prevalenza da ghiaie e sabbie diorigine fluvio – glaciale, la cui deposizione èattribuita al periodo wurmiano. L’acqua priva

di inquinanti è un ottimo habitat per la vege-tazione acquatica, la cui biodiversità, tuttavia,risulta essere piuttosto bassa, probabilmentea causa degli interventi antropici del passato edell’isolamento ecologico del sito.

1.2 Paesaggio vegetale

Le zone di principale interesse all’interno delSIC sono quelle delle due teste e dell’asta delfontanile. Si susseguono, tuttavia, diverse ti-pologie vegetazionali, partendo dall’ambien-te acquatico verso quello terrestre: la vegeta-zione algale, quella idrofitica, quella dei pratistabili, la vegetazione arbustivo - lianosa deimargini boschivi e la vegetazione forestale disostituzione. In generale, gli habitat elencatidalla Direttiva 43/92/CEE possono essere sud-divisi a comporre principalmente due cenosi:

i boschi meso-igrofili e la vegetazione diacque ferme e correnti.Alcune specie arboreo-arbustive presen-ti sono state piantumate in base a quan-to previsto dal Piano di Gestione delParco Agricolo Sud Milano, contribuen-do alla diffusione delle specie autoctonecaratteristiche dei querco - carpineti dipianura.

1.3 Habitat di interesse comunita-rio

Tra gli habitat elencati nell’Allegato Idella Direttiva 92/43/CEE sono stati se-gnalati nel sito:

3150 – Questo habitat è segnalato nel-l’area con una presenza poco significa-tiva: potenzialmente, infatti, per le ca-ratteristiche chimiche delle acque, do-vrebbe svilupparsi attorno alle due te-ste del fontanile, ma effettivamente lalenticchia d’acqua spatolata (Lemnatrisulca L.) è l’unica specie segnalata traquelle rappresentative dell’habitat.

3260 – Anche in questo caso, si puòsolo ravvisare le potenzialità di questohabitat nell’area, dal momento che nonsono state osservate le specie proprie piùZona di transizione tra la parte boscata e quella con campi

(foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

caratteristiche; sono presenti, tuttavia, cerato-fillo comune (Ceratophyllum demersum L.) eceratofillo sommerso (Ceratophyllum submer-sum L.), tipiche del taxon e Berula erecta (Hud-son) Coville. Questo habitat, per cui è segna-lata una scarsa significatività all’interno delSIC, si sviluppa lungo l’asta del fontanile.

9160 – Si tratta di boschi dalla vegetazioneparzialmente destrutturata che circondano leteste e l’asta del fontanile per una lunghezzamediamente non superiore ai 20 metri. Carat-

terizzano questo habitat poche specie arboreee arbustive come carpino bianco (Carpinusbetulus L.), farnia (Quercus robur L.), acero (Acercampestre L.), ciliegio (Prunus avium L.), noc-ciolo (Corylus avellana L.), viburno (Viburnumopulus L.), sambuco (Sambucus nigra L.),biancospino (Crataegus monogyna Jacq.). Nelsottobosco, poche e rarefatte specie nemorali,come la pervinca (Vinca minor L.) e la scilla(Scilla bifolia L.).

3140 – Grazie alle condizioni chimico – fisi-

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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che dell’acqua, altro habitat presente nel SIC èquello riferito alla classe Charetea fragilisFukarek ex Krausch, con le alghe Chara spp. eNitella spp.Sporadicamente, accanto agli habitatboschivi, si sviluppano specie arboree edarbustive igrofile come ontano comune(Alnus glutinosa (L.) Gaertner), salici (Salixalba L., Salix cinerea L.), pioppi (Populusnigra L., Populus tremula L., Populus albaL.), presenti, tuttavia, con una coperturatale da non consentire di definire un rife-rimento fitosociologico preciso. È segna-lata, inoltre, una discreta co-pertura di specie alloctonecome per esempio la cremesi-na (Phytolacca americana L.) ela vite del Canadà (Partheno-cissus quinquefolia (L.) Plan-

chon). All’interno del robinieto, si trovano pic-cole macchie arbustate con sambuco (Sambucusnigra L.) e rovi (Rubus spp.).

1.4 Ambiente umano

L’area del SIC è localizzata nella parte meri-dionale del territorio comunale di Bareggio, trail Canale Scolmatore di nord ovest e il confinecon il Comune di Cusago.Tra le due teste del Fontanile, la più antica èquella di minori dimensioni, che è stata scava-ta intorno ai primi decenni del XVII secolo; latesta più grande, invece, risale al 1882. Il sito ècaratterizzato dalla presenza di habitat semi-naturali inseriti in una matrice di zone colti-vate.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Il valore del SIC è legato in particolare alle ce-nosi acquatiche e alla povertà di ecosistemi na-turali nel territorio circostante, che fanno diquest’ area uno dei principali elementi d’attra-zione per le specie selvatiche presenti e di pas-saggio, per la sosta, per l’alimentazione e perla riproduzione. Il sito rappresenta, infatti, unambiente di rifugio di notevole importanza permolte specie animali, soprattutto per l’avifau-na che risulta legata alle diverse tipologie am-

Vinca minore (foto Giulia Vercesi).

Scilla bifolia (foto Giulia Vercesi).

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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bientali. In particolare, è legata agli ambientiacquatici la maggior parte delle specie inseri-te nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE edi quelle (pesci ed invertebrati) citate nell’Al-legato II della Direttiva 92/43/CEE.

2.2 Altre specie importanti

Oltre a quelle elencate dalla Direttiva 79/409/CEE, l’avifauna del sito è rappresentata ancheda alcune specie di interesse conservazionisti-co come lo sparviero (Accipiter nisus), la civet-ta (Athene noctua), l’allocco (Strix aluco), il bar-bagianni (Tyto alba) e il picchio verde (Picusviridis). Nel sito si ritrovano poche specie dimammiferi, tra cui le più comuni sono la vol-pe (Vulpes vulpes) ed il coniglio selvatico(Oryctolagus cuniculus). In questa area, inoltre,trova la vegetazione idonea alla costruzionedel suo nido il topolino delle risaie (Micromysminutus), specie tendenzialmente in declino acausa della generale riduzione delle zone umi-de. L’erpetofauna, invece, si contraddistingue

per la presenza di alcune specie importanticome la biscia dal collare (Natrix natrix), il

Biscia dal collare (Ffoto Fabio Pupin).

Martin pescatore (foto Mino Piccolo).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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ramarro (Lacerta bilineata), il colubro diEsculapio (Elaphe longissima). Tra gli anfibi,interessanti dal punto di vista conservazioni-stico sono, invece, la rana verde (Rana esculen-ta), la raganella italiana (Hyla intermedia) ed ilrospo smeraldino (Bufo viridis). Tra le specieittiche più rappresentative e più diffuse nelleacque del fontanile, ne compare una di inte-resse comunitario: il ghiozzo (Padogobiusmartensii). Tra le specie vegetali di interesseconservazionistico, si possono citare la cam-panula selvatica (Campanula trachelium L.), lalenticchia d’acqua spatolata (Lemna trisulca L.)e il ceratofillo (Ceratophyllum demersum L.).

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

A causa della loro limitata estensione, che lerende particolarmente sensibili alle minime va-riazioni ecologiche, le cenosi forestali sonopiuttosto destrutturate e parzialmente degra-date, poiché esposte all’intrusione di specieesotiche e ruderali. Tra i principali fattori divulnerabilità del sito compaiono, infatti,innanzitutto l’invasione delle specie esotichee il livello di inquinamento delle acque. In ag-giunta a ciò, la mancanza di un vero e propriobacino di riserva (bosco o parco) e di corridoiecologici (siepi e filari ben strutturati) in gra-do di mantenere un afflusso di specie vegetalinemorali di pregio rende piuttosto difficolto-sa la riqualificazione dei boschi e la fascia dirispetto lungo il Fontanile non è sufficiente aimpedire l’ingresso di specie ruderali.Il sistema del fontanile è inserito in un conte-sto agricolo condotto con pratiche intensiveche in parte possono influenzare lo sviluppodelle fitocenosi naturali in conseguenze all’usodi diserbanti e/o fertilizzanti chimici. L’origi-ne artificiale di questa risorgiva impedisce unmantenimento dello stato attuale degli habitat,dal momento che, in assenza di periodici in-terventi gestionali, la testa del fontanile ten-derebbe ad interrarsi. Nonostante tutto que-sto, il sito conserva elementi di naturalità, so-

prattutto nell’area della testa del fontanile, ca-ratterizzata da specie proprie della vegetazio-ne di risorgiva.

3.2 Stato di protezione

Segnalato per la prima volta nel 1971 come areada tutelare nella “Carta dei Biotopi d’Italia”predisposta dal CNR in collaborazione con ilMinistero dei Lavori Pubblici, il sito venne,successivamente inserito nell’elenco deibiotopi e geotopi da sottoporre a tutela stilatodalla Regione Lombardia. Solo nel 1983, conla L.R. n. 86, vennero dettate le norme per l’isti-tuzione dei parchi regionali e delle riserve na-turali: il Fontanile Nuovo compariva nell’alle-gato A, lettera b della legge.L’area è stata, in seguito, classificata come Ri-serva Naturale “parziale biologica” con deli-bera del Presidente del Consiglio Regionale del15 novembre 1984 n. III/1799 e la sua gestioneè stata affidata alla Provincia di Milano. Con

Testa del fontanile (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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l’istituzione del Parco Regionale Agricolo SudMilano (L.R. 24/890), la gestione della Riservaè stata, infine, trasferita al Parco. Oggi, pertan-to, l’area fa parte del Parco Regionale AgricoloSud Milano ed è, quindi, soggetta ai vincoliambientali ed alle forme di tutela previste dal-l’area protetta.

3.3 Fruibilità

L’ingresso principale della Riserva si trova nel-la parte nord del sito: da qui si può accedereai sentieri che, con l’aiuto di alcuni cartelli di-dattici, portano il visitatore a scoprire la faunae la flora di quest’area. Le guide di Girambientee le Guardie Ecologiche Volontarie organiz-zano visite guidate all’interno del sito, doveci si può avvicinare alla fauna cercando di ar-recare il minor disturbo grazie a un capannodi osservazione, tre punti di sosta ed avvista-mento e un “quadrato permanente” per l’os-servazione dell’evoluzione naturale della ve-getazione.Ulteriori informazioni utili alla visita del SICsi trovano sul sito internet ufficiale del Parcoal seguente indirizzo: www.provincia.milano.it/parcosud/index.jsp

3.4 Gestione

Il Piano di Gestione, finalizzato a salvaguar-dare la riserva e a garantire una sua correttagestione, prevede la progressiva acquisizionedelle aree attorno al fontanile per assicurarneun effettivo controllo gestionale. Ovviamen-te, alla base della conservazione dei valori eco-logici del fontanile, sta il mantenimento di unabuona qualità dell’acqua e delle temperaturetipiche della sorgiva più superficiale. Devonoessere, pertanto, attuate tutte le azioni volte a

impedire l’immissione di acque degradate e acontrollare costantemente la loro qualità. Pergarantire un regolare affioramento di acquadal sottosuolo, è necessario ripulire periodi-camente (e solo quando ve ne sia reale neces-sità) il fondo delle teste e dell’asta della risor-giva.Al fine di mantenere il più possibile intatti gliecosistemi presenti, è consigliabile un taglioselettivo delle robinie, accompagnato dapiantumazione di specie autoctone, e un con-tenimento della Phytolacca americana L. edell’Ambrosia artemisifolia L. È necessario, inol-tre, garantire collegamenti tra il sito e le ceno-si adiacenti (Bosco di Cusago e Bosco diRiazzolo), affinché sia consentito un flusso dispecie autoctone animali e vegetali.Sarebbe opportuno, infine, lasciare almeno unaparte della testa e del tratto superiore dell’astanon accessibile ai visitatori, in modo tale dacreare una zona non disturbata, idonea alla ni-dificazione di specie ornitiche anche molto elu-sive.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Fon-tanile Nuovo - aggiornamento 2004.

AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitoraggiohabitat nei SIC provincia di Milano.

Parco Regionale Agricolo Sud Milano - ”Rap-porto di gestione 2003”.

Sito internet ufficiale del Parco Regionale Agri-colo Sud Milano www.provincia.milano.it/parcosud/.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

BOSCO DI CUSAGOIT 2050008

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 00 31 - Latitudine 45 26 52

Altitudine (m s.l.m.): 126 (min) - 127 (max)

Superficie (ha): 13,15

Comune: Cusago

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B6a3

Regione biogeografica: continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco Agricolo Sud Milano

Proprietà: interamente di proprietà privata

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

L’area del SIC rappresenta una piccola porzio-ne di territorio inserita all’interno di una ma-trice prettamente agricola, nella zona ovest diMilano, delimitata da fontanili (Fontanile Nuo-vo Gabuzzi a nord), canali irrigui (RoggiaSoncino a sud) e strade non asfaltate. Non lon-tano, poi, sono presenti altri fontanili storici,tra cui il Fontanile Gadola ad est ed il FontanileGarata ad ovest. Dal punto di vista geologico,il sito è caratterizzato da ghiaie e sabbiepleistoceniche (Diluvium recente), con ciottoliscarsamente cementati tra loro. La fascia dei

fontanili lungo la quale si sviluppa il sito, in-fatti, segna il passaggio da un substrato piùgrossolano, con grossi detriti poco coesi traloro, ad un substrato costituito da materialefine, come le argille.

1.2 Paesaggio vegetale

L’ecosistema naturale del SIC è molto omoge-neo ed è costituito da un bosco di latifoglie che,nel periodo bellico, era utilizzato per ricavarelegna e che poi, col passare del tempo, ha su-bito una contrazione dovuta all’espansione deicoltivi.Oggi, il sito è di grande importanza da un pun-to di vista naturalistico, essendo caratterizza-to da un ambiente piuttosto rarefatto nella Pia-

nura Padana: il querco-carpi-neto. Ora, infatti, l’area si pre-senta come un bosco ceduo in-vecchiato e non più sfruttatodall’uomo, con un’alta coper-tura dello strato arboreo carat-terizzato da diversi alberischiantati e poche ridotte radu-re. Sebbene risulti ecologica-mente isolato dalle altre ceno-si boscate, questo ambienteconserva molte specienemorali di pregio, comearnica (Doronicum pardaliancheL.) e fisospermo (Physosper-mum cornubiense (L.) DC.), en-trambe protette a livello regio-nale in quanto piuttosto rare,a testimonianza dell’elevatogrado di maturità del bosco edella condizione di relittualità.

1.3 Habitat di interessecomunitario

Tra gli habitat elencati nell’Al-legato I della Direttiva 92/43/CEE sono stati segnalati nel sito:

9160 – Questa cenosi si pre-senta, all’interno del sito, benstrutturata e caratterizzata daParticolare dell’area boscata presente nel sito (foto Anna

Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

uno strato arboreo costituito da farnie (Quercusrobur L), roveri (Quercus petraea (Mattuschka)Liebl.) e carpini bianchi (Carpinus betulus L.)anche di grandi dimensioni, oltre che da spo-radici esemplari di ciliegio selvatico (Prunusavium L.) e castagno (Castanea sativa Miller).Lo strato arbustivo è ricco e costituito da sam-buco (Sambucus nigra L.), nocciolo (Corylusavellana L.), biancospino (Crataegus monogynaJacq. e Crataegus oxyacantha L.), prugnolo(Prunus spinosa L.) e rari esemplari di olmo(Ulmus minor Miller). Accanto a essi, nello stra-to arbustivo e in quello lianoso, compaionorovi (Rubus sp.) e edera (Hedera helix L.). A li-vello erbaceo, ampie distese di geofite tappez-zano il suolo andando a costituire una situa-zione piuttosto omogenea; tra le specie di mag-gior interesse vi sono: anemone dei boschi

(Anemone nemorosa L.), geranio nodoso (Gera-nium nodosum L.), scilla (Scilla bifolia L.), sigil-lo di Salomone (Polygonatum multiflorum (L.)All.), dente di cane (Erythronium dens–canis L.),campanellino di primavera (Leucojum vernumL.), oltre alla presenza di alcuni carici, tra cuila carice pelosa (Carex pilosa Scop.).

1.4 Ambiente umano

L’intorno del sito è caratterizzato dai due pic-coli centri abitati di Cisliano e Cusago, da cam-pi coltivati, cascine, fontanili e rogge. Il sito,inoltre, è situato nelle vicinanze del SIC “Fon-tanile Nuovo”, a cui è indirettamente collega-to attraverso una serie di corridoi ecologici, inalcuni casi depauperati della loro funzione, co-stituiti da percorsi carrozzabili bordati da filari

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

e da canali irrigui connessi da una rete di roggee fontanili.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Il sito non è particolarmente ricco di specie diimportanza comunitaria. Tra queste, si segna-la la presenza di ardeidi gregari comenitticora (Nycticorax nycticorax), sgarzaciuffetto (Ardeola ralloides) e garzetta(Egretta garzetta), nonché del martin pe-scatore (Alcedo atthis), specie un tempoassai comune e oggi in diminuzione acausa dalla minor disponibilità di ade-guati siti riproduttivi e dell’inquinamen-to delle acque che condiziona la dispo-nibilità di cibo, oltre che dell’averla pic-cola (Lanius collurio), ancora abbastan-za diffusa negli ambienti adatti, benchéin diminuzione a causa della banalizza-zione degli habitat, in particolare diquelli agrari, e della progressiva ridu-

zione delle zone di cespuglieti na-turali.

2.2 Altre specie importanti

Tra le specie di interesse conser-vazionistico, vi è una buona pre-senza di uccelli e chirotteri tipicidegli ambienti forestali. Tra i pri-mi, si segnalano barbagianni (Tytoalba), picchio verde (Picus viridis),sparviero (Accipiter nisus), picchiorosso maggiore (Dendrocoposmajor), airone cenerino (Ardeacinerea) e cincia bigia (Parus palu-stris).Ricca anche la mammalofauna:oltre a una buona rappresentan-za di chirotteri (Hypsugo savii,Eptesicus serotinus, Pipistrelluskuhlii, Pipistrellus nathusii, Pipi-strellus pipistrellus, Plecotus sp.), ilcui numero appare in continua

contrazione a causa della sistematica scompar-sa degli ambienti d’elezione, sono presentianche crocidura ventre bianco (Crociduraleucodon) e crocidura minore (Crocidurasuaveolens), arvicola terrestre (Arvicola terre-stris), moscardino (Muscardinus avellanarius),faina (Martes foina), donnola (Mustela nivalis),toporagno nano (Sorex minutus), toporagno co-mune (Sorex araneus) e toporagno d’acqua(Neomys fodiens); questa specie è in regresso

Campanellino (foto Giulia Vercesi).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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nelle aree planiziali e molto difficile da osser-vare in natura. Si segnala, infine, la presenzadella puzzola (Mustela putorius), assente in granparte del territorio milanese e concentrata soloin alcune zone, in particolare nei boschi dellaparte meridionale del Parco Agricolo Sud Mi-lano, in vicinanza dei corsi d’acqua.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Nonostante le modeste dimensioni dell’area ela presenza di campi e centri abitati nelle zone

limitrofe, il bosco appare abbastanza ben con-servato, grazie soprattutto al grado di tutelacui è stato sottoposto e al fatto che si tratta diuna proprietà privata recintata.Il principale valore ecologico del sito, oltre aessere un’”isola” di naturalità in un contestofortemente modificato e banalizzato, è rappre-sentato dalla compattezza dell’ecosistemaboschivo.La maggiore vulnerabilità all’interno del sitoderiva dall’isolamento ecologico a cui l’area èsottoposta, dal momento che, come già dettoin precedenza, le zone naturalmente vegetatehanno assunto un carattere solo residuale (a

Airone cenerino (foto Luigi Andena).

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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eccezione del Bosco di Riazzolo). Tra i princi-pali elementi di disturbo all’interno dell’area,rientrano senza dubbio l’utilizzo di diserbantie concimi chimici negli adiacenti campi colti-vati e lo scarico di rifiuti in prossimità dei ca-nali irrigui.

3.2 Stato di protezione

L’area del SIC, pur essendo interamente di pro-prietà privata, risulta soggetta a vincoli e tute-le particolari in quanto inserita all’interno delParco Agricolo Sud Milano. Con l’approvazio-ne del P.T.C. del Parco, con D.G.R. n. 7/818 del3 agosto 2001, venne individuata la Riserva Na-turale Orientata “Bosco di Cusago”.

3.3 Fruibilità

L’area è interamente di proprietà privata e didifficile accesso. Per avere informazioni sul-l’area e sulla possibilità di accedervi si puòcontattare la sede del Parco Agricolo Sud Mi-lano o visitare il sito www.provincia.milano.it/parcosud/index.jsp.

3.4 Gestione

Trattandosi di un’area privata e inaccessibileal pubblico, gli interventi gestionali, effettuatiin collaborazione con il proprietario dell’area,devono fare in modo che l’isolamento sia utilealla conservazione della cenosi. Poiché la con-servazione del bosco dipende anche dal bassogrado di disturbo antropico, occorre mante-nere e migliorare la recinzione che delimita ilsito in modo da impedirne l’accesso. Sebbenela presenza di specie alloctone sia contenuta,appare necessario monitorare il loro status edeventualmente attuare degli interventi che necontrastino una potenziale diffusione. Al finedi mantenere la compattezza dell’ecosistemaboschivo, è necessario evitare tagli o apertureeccessive di radure che ne possano frammen-tare l’unità strutturale e di superficie. All’in-terno dell’area, inoltre, sono presenti schiantidi alberi morti e fogliame lasciati al suolo checonsentono un riciclo della materia, humifican-do il terreno e permettendo anche la soprav-vivenza di insetti e microorganismi fondamen-tali per l’equilibrio ecosistemico, oltre a con-

Cincia bigia (foto Luigi Andena).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

82

tribuire al mantenimento della complessitàdell’ecosistema. Tale tipo di gestione appareindicato alla preservazione dell’assetto attua-le, per cui interventi di pulizia del sottoboscoe l’eventuale rimozione della legna devono es-sere attuati solo nei casi in cui l’integrità delsito risulti in qualche modo compromessa. Al-l’interno del bosco si effettuano saltuariamen-te attività di educazione ambientale che, tut-tavia, devono essere svolte in modo da non ar-recare disturbo al precario equilibrio di que-sto ecosistema. Si suggerisce, pertanto, di con-sentire l’accesso a un numero limitato di visi-tatori e di mantenere, comunque, una porzio-ne di area non accessibile al pubblico, così dasalvaguardarla in modo rigoroso.

4. BIBLIOGRAFIA

Corbetta F., Zanotti Censoni A.L. (1981). Il bo-sco relitto di Cusago – Not. Soc. It. Fitosoc. 17:27-33.

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Bo-sco di Cusago – aggiornamento 2004.

AA.VV. (2004) Relazioni tecniche monitoraggiohabitat nei SIC provincia di Milano.

Sito internet ufficiale del Parco Agricolo SudMilano www.provincia.milano.it/parcosud/index.jsp.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Ingresso del sito, che per la maggior parte risulta cintato (foto Anna Gallotti).

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

SORGENTI DELLA MUZZETTAIT 2050009

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 21 53 - Latitudine 45 27 37

Altitudine (m s.l.m.): 104 (min) - 110 (max)

Superficie (ha): 136,101

Comune: Settala, Rodano e Pantigliate

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B6d2; B6d3

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Parco Agricolo Sud Milano

Proprietà: in parte pubblica e in parte privata

Dati generali

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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1. CARATTERISTICHE AMBIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Il sito sorge nel settore orientale della Provin-cia di Milano, presso i Comuni di Rodano,Settala e Pantigliate.Il territorio è situato nell’ambito della mediapianura lombarda, all’interno della fascia deifontanili, con una morfologia pianeggiante ti-pica del “livello fondamentale della pianura”.La struttura litologica è costituita da un com-plesso alluvionale di sabbia e ghiaia per circa40 m di profondità, alternato a lenti argillose.Al di sotto di questi strati argillosi, si trova unostrato fortemente impermeabile riferibile al-l’orizzonte che separa la falda freatica più pro-fonda da quella superficiale: presentando varipunti di discontinuità, essa permette il contat-to e la contaminazione tra le due falde.

Il fontanile “sorgenti della Muzzetta” è il piùgrande fontanile della Provincia di Milano. Ledue teste del fontanile, la maggiore (il fontanile“Molino Prevosta”) posta più ad ovest e la mi-nore (il fontanile “Testino” o “testa dellaVallazza”) più ad est, sono scavate a una pro-fondità massima di circa 1,80 m rispetto al pia-no campagna e si congiungono in un’unica astacirca 100 m più a valle. La loro portata è moltovariabile, in funzione del livello della falda cheè influenzato a sua volta, oltre che dagli even-ti climatici, anche dai prelievi di acque ad usoindustriale.

1.2 Paesaggio vegetale

Dal punto di vista ecosistemico, attorno allatesta e all’asta del fontanile e alla roggiaMuzzetta si sviluppa una fascia di vegetazio-ne naturale igrofila e ripariale. L’importanzanaturalistica del sito, infatti, risiede nella pre-senza della risorgiva, che è ben conservata erappresentativa anche sotto l’aspetto vegeta-zionale.Sono presenti specie caratteristiche sia dellacenosi di acque ferme, nelle teste del fontanile,sia della cenosi di acque correnti, lungo l’asta.Oltre alle cenosi acquatiche, sono presenti,però, anche lembi relitti di boschi igrofili(ontaneti) ancora piuttosto ben conservati,ambienti naturali residui inseriti in un ampiocontesto agricolo.Nel suo complesso il sito è adatto non solo aospitare specie animali e vegetali di interesseconservazionistico, ma anche alla loro circola-zione, dal momento che rappresenta un otti-mo collegamento tra diversi tipi di habitat (col-tivi, fasce boscate, filari).

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

91E0* – Si tratta di un raro e valido esempiodi vegetazione planiziale igrofila, tipica dellefasce adiacenti i corsi d’acqua, dove il terrenoè ricco d’acqua non stagnante. Nello stratoDettaglio della intricata vegetazione che circonda

il corso della Muzzetta (foto Anna Gallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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arboreo, l’ontano nero (Alnus glutinosa (L.)Gaertner) è accompagnato da olmi (Ulmus mi-nor Miller), aceri (Acer pseudoplatanus L.) e fras-sini (Fraxinus excelsior L.). Tra gli arbusti più ca-ratteristici, compaiono rovi (Rubus sp.), ligustro(Ligustrum vulgare L.), sambuco (Sambucus nigraL.), frangola (Frangula alnus Miller), biancospino

(Crataegus monogyna Jacq.), ciliegio selvatico(Prunus avium L.), luppolo (Humulus lupulus L.),tamo (Tamus communis L.) ed edera (Hedera helixL.). Tra le erbacee: Carex brizoides L., Anemonenemorosa L., Asarum europaeum L., Filipendulaulmaria (L.) Maxim. e la rara felce Thelypteris pa-lustris Schott.

Habitat della Direttiva 92/43/CEE

I SIC DELLA PROVINCIA DI MILANO

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La tutela e la conservazione di questohabitat, sia per la componente vegeta-zionale che lo caratterizza sia per quellafaunistica a esso associata, si configura-no come azioni prioritarie (*) secondoquanto riportato nel documento “Inter-pretation Manual of European UnionHabitats (EUR 25)”.

3260 – Questo habitat tipico dell’astadei fontanili, all’interno del sito si pre-senta piuttosto povero di specie e, per-tanto, non molto significativo dal puntodi vista della composizione floristica,probabilmente a causa dell’eccessivoaduggiamento causato dallo stratoarboreo che costeggia il corso d’acqua.L’eccessiva ombra, infatti, consente soloa poche specie idrofile di sopravvivere:tra esse, la sedanina d’acqua (Berulaerecta (Hudson) Coville), la veronica(Veronica beccabunga L.), la gamberaia(Callitriche stagnalis Scop.) e la rarabrasca (Groenlandia densa (L.) Fourr.). Raggruppati nei punti maggiormentesoleggiati, si trovano comunità monos-pecifiche con ceratofillo (Ceratophyllumdemersum L.) e con la briofita Fontinalisantypiretica, a cui si accompagnano spe-cie ripariali come tifa (Typhoides arundi-nacea (L.) Moench.) o la mestolaccia(Alisma gramineum Lej).

3150 – Si tratta di vegetazioni di acque fer-me proprie delle teste dei fontanili, caratteriz-zate da macrofite acquatiche che risentono del-l’andamento dei cicli stagionali e dei periodidi arricchimento di nutrienti delle acque. NelFontanile Molino, in particolare, si sviluppa-no numerose piante idrofile come il crescioned’acqua (Nasturtium officinale R. Br.), la mentad’acqua (Mentha aquatica L.), la mestolacciacomune (Alisma plantago – aquatica L.), carici(Carex acutiformis Ehrh.), le lenticchie d’acqua(Lemna minor L., Lemna minuta Kunth e Lemnatrisulca L.), il morso di rana (Hydrocharismorsus–ranae L.). Accanto ad esse anche l’eso-tica peste d’acqua (Elodea canadensis Michx.),giunchi (Juncus effusus L., Juncus articulatus L.,Juncus inflexus L.), il poligono (Polygonium mite

Schrank), la tifa (Typhoides arundinacea (L.)Moench), e gli equiseti (Equisetum telmatejaEhrh. e Equisetum arvense L.).

3140 – Questo habitat si sviluppa soprattut-to nelle porzioni delle teste dei fontanili mag-giormente esposte al sole. Oltre alle alghe delgenere Chara, sono presenti altre comunitàalgali caratterizzate dalla presenza dei generiRhizoclonium, Nitella, Zigema, Microspora.Oltre ai quattro habitat elencati nella Diretti-va 92/43/CEE, è stata rilevata la presenza diun’altra importante tipologia vegetazionale: lavegetazione erbacea a grandi carici apparte-nenti al Magnocaricion. Si tratta di vegetazionieliofitiche presenti ai bordi delle rive delle te-ste e delle aste dei fontanili, con ridotti nucleia carici (Carex acutiformis Ehrh., Carex pendulaHudson, Carex remota L.) e canne (Phragmitesaustralis (Cav.) Trin. e Typha latifoglia L.).

Vegetazione lungo il corso della Muzzetta (fotto AnnaGallotti).

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

88

Vi sono, poi, piccole aree boscate relitte consalici (Salix alba L., Salix caprea L., Salix cinereaL., Salix purpurea L.), pioppi (Populus alba L.,Populus nigra L., Populus canescens (Aiton) Sm.)e robinie, che costeggiano alcuni tratti delleaste dei fontanili.Nel tratto iniziale del Fontanile Molino, infine,si trova un boschetto con farnie (Quercus roburL.), ontani neri, ciliegi selvatici, salici e, rara-mente, olmi. Si tratta di un bosco destruttura-to, dove l’invasione di rovi ed ortiche (Urticadioica L.) lascia poco spazio a specie arbustiveed erbacee come viburno (Viburnum opulus L.),biancospino, pervinca (Vinca minor L.) e alcunegraminacee, tra cui il paleo silvestre (Brachypo-dium sylvaticum (Hudson) Beauv.).

1.4 Ambiente umano

Gli ambienti naturali residui del sito sono in-seriti in un ampio contesto agricolo: negli ulti-mi 30 anni le monocolture, per lo più cereali-cole, si sono andate sostituendo alle colture

invernali foraggiere legate all’irrigazione deisuoli con l’acqua dei fontanili (le cosiddette“marcite”).In questo modo, è andata riducendosi la natu-rale alimentazione della falda superficiale li-bera e si è arrivati all’abbandono funzionaledelle teste di fontanile. Si sono impoveriti, così,anche i popolamenti faunistici, soprattuttoquelli ornitici, per i quali le marcite costitui-vano un importante ambiente per la sosta e perl’alimentazione.Nelle zone circostanti il perimetro del SIC, in-vece, si trovano alcune cascine storiche di no-tevole pregio architettonico.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Nonostante la scomparsa delle marcite, impor-tante ambiente per l’alimentazione dell’avifau-na, le caratteristiche del sito favoriscono, co-

Rana di Lataste (foto Edoardo Razzetti).

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munque, la presenza di specie di interesse co-munitario legate agli ambienti umidi come ilmartin pescatore, che nidifica in prossimità dicorsi d’acqua di varia portata, zoneumide, canali e fossi, l’albanella rea-le, legata ad ambienti pianeggianticon vegetazione erbacea, acquitrinie zone umide, il tarabusino, chenidifica nei canneti delle zone umi-de della Pianura Padana.A causa delle alterazioni subite dal-l’area negli anni passati, sono, inve-ce, scomparse le specie più rare e in-teressanti dell’erpetofauna lombardadi pianura, come il pelobate fosco(Pelobates fuscus insubricus) e la ranadi Lataste (Rana latastei). Tra le spe-cie elencate nella Direttiva 92/43/CEE, rimane il tritone crestato.

2.2 Altre specie importanti

L’area rappresenta un importanteambiente di rifugio per molte specieanimali, soprattutto in considerazio-ne dell’elevato grado di antropizza-zione delle zone circostanti. Sono sta-te censite 131 specie di vertebrati, tracui 61 solo di uccelli. La componen-te più numerosa e visibile è, dunque,costituita dall’avifauna, presente condiverse specie legate all’ambienteacquatico, agli ambienti aperti ed agliambienti boschivi. Tra i frequentato-ri di questi boschi vi sono il picchioverde (Picus viridis) e il picchio rosso

Specie inserite nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE maggiore (Dendrocopos major). Diuna certa consistenza sono anchele popolazioni di rapaci notturnie diurni: tra quelli di interesseconservazionistico sono presen-ti la civetta (Athene noctua) e l’al-locco (Strix aluco). I mammiferisono rappresentati da poche spe-cie, tra cui emergono la crocidu-ra ventrebianco (Crocidura leuco-don), la faina (Martes foina), ladonnola (Mustela nivalis), il ric-

cio (Erinaceus europaeus) e alcuni chirotteri: ilpipistrello di Savi (Hypsugo savii) e il pipistrel-lo albolimbato (Pipistrellus kuhlii).

Lucertola muraiola (foto Fabio Pupin).

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Anfibi e rettili sono rappresentati da speciecome biacco (Coluber (= Hierophis) viridiflavus),colubro di Esculapio (Elaphe longissima),ramarro occidentale (Lacerta viridis (=bilineata)),natrice tassellata (Natrix tassellata), lucertolamuraiola (Podarcis muralis), biscia dal collare(Natrix natrix), tritone punteggiato (Triturusvulgaris) e rana verde (Rana synklepton esculen-ta).Nell’ambito dell’ittiofauna, si segnala la pre-senza del ghiozzo padano (Padogobius mar-tensii). Sono presenti, infine, alcune specie ve-getali particolarmente interessanti, comeAlisma gramineum Lej., considerata critica se-condo la lista della IUCN Regionale, Cera-tophyllum demersum L., Glyceria maxima(Hartm.) Holmberg, Groenlandia densa (L.)Fourr., Thelypteris palustris Schott, Sparganiumerectum L., tutelati dalla IUCN Regionale comespecie minacciate a basso rischio e, infine, ilgiglio dorato (Hemerocallis lilio - asphodelus L.),endemismo est-alpico.

3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il sito, che rappresenta uno dei pochi ambien-ti semi – naturali rimasti in un contesto forte-mente antropizzato, è ricco di tipologie vege-tazionali che appaiono, in generale, ben con-servate, abbastanza ben strutturate e poco al-terate dall’invasione delle specie esotiche. Bendifferenziate e ricche di specie, anche per lacorretta manutenzione effettuata nel tempo,sono, per esempio, le cenosi dei laghi eutrofici(habitat 3150). I boschi igrofili appartenenti allatipologia di habitat 91E0 appaiono, invece, for-temente compromessi a causa dello sfrutta-mento del territorio e delle opere di regima-zione che l’uomo attua in prossimità dei corsid’acqua. Considerata la sua rarità in pianura,la tutela di questo habitat è, perciò, prioritariaai fini conservazionistici.

Rana verde (foto Fabio Pupin).

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Le campagne di monitoraggio effettuate neglianni sulla qualità delle acque di falda hannorilevato la presenza di sostanze azotate, anchese entro gli standard di legge, e di un progres-sivo accumulo di nitrati nelle acque più pro-fonde. La presenza di tali inquinanti sembrapossa essere imputata principalmente aldilavamento delle superfici agricole circostan-ti, trattate con fertilizzanti azotati o concimiorganici, e agli scarichi di reflui urbani ed in-dustriali. Altro importante fattore di criticitàdell’area è rappresentato dall’isolamento eco-sistemico legato all’urbanizzazione delle areelimitrofe alla risorgiva. Le industrie, le abita-zioni e i campi coltivati che circondano l’areaimpediscono alle cenosi non solo di evolversi,ma in alcuni casi anche di mantenersi. Da nondimenticare, infine, i possibili danni arrecatidal pascolo occasionale di ovini nel-le parti più esterne del sito e le pro-blematiche legate all’interramento ealla manutenzione delle teste e del-l’asta del fontanile.

3.2 Stato di protezione

L’area del SIC è inserita come Riser-va Naturale all’interno del Parco Re-gionale Agricolo Sud Milano. La pri-ma segnalazione delle “sorgenti del-la Muzzetta” come sito da tutelare ècontenuta nella “Carta dei biotopid’Italia” del 1971, nell’ambito del“Programma di Ricerche Territorialisulle aree naturali da proteggere”predisposto da CNR e Ministero deiLavori Pubblici. In seguito, la Regio-ne Lombardia inserì quest’area come“Biotopo” all’interno dell’elenco del-la L.R. 33/77 e istituì un vincolo defi-nitivo, quello di Riserva Naturale,con la L.R. 86/83. Dopo essere stataclassificata come “parziale biologica”con deliberazione del Consiglio Re-gionale n. 111/800 del novembre1984, la Riserva venne inserita all’in-terno dei confini del neonato Parco

Regionale di cintura metropolitana “ParcoAgricolo Sud Milano” (L.R. 24/90). Un’ultimafase di riperimetrazione dei confini della Ri-serva e della fascia di rispetto è, infine, avve-nuta nel 2002.

3.3 Fruibilità

Le guide dell’Ufficio Girambiente e le Guar-die Ecologiche Volontarie del Parco effettua-no visite guidate nel SIC. Nei pressi della ri-serva si trova un ex asilo, attuale sede delleGuardie Ecologiche Volontarie. Per ricevere in-formazioni sull’area e sugli aspetti organizza-tivi rispetto alle visite guidate, si può contat-tare l’Ufficio Girambiente (02-7740.3533) o vi-sitare il sito internet del Parco Agricolo SudMilano: www.provincia.milano.it/parcosud/index.jsp.

Ingresso della riserva (foto Anna Gallotti).

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3.4 Gestione

In un’area così fortemente caratterizzata dallapresenza dei fontanili, una priorità gestionaleè rappresentata, senza dubbio, dalla loro ma-nutenzione per evitarne l’interramento, da cuidipende la sopravvivenza degli habitat acqua-tici. È necessario, quindi, il controllo periodi-co delle teste del fontanile, la verifica dell’as-senza di scarichi lungo tutto il tratto e alcuniinterventi di pulizia e rimozione di eventualiostacoli lungo l’asta per evitare fenomeni diinterramento.Gli ecosistemi naturali residui all’interno delsito si presentano suddivisi in particelle abba-stanza isolate tra loro o connesse in modo nonsempre sufficiente a garantire un collegamen-to stabile tra le biocenosi locali. Al fine di con-trastare gli effetti negativi tipici dell’isolamen-to cui le cenosi sono sottoposte, dunque, è au-spicabile la ricostruzione e il rinfoltimento disiepi, filari e parcelle arboreo – arbustive. Dalmomento che, però, questi corridoi potrebbe-ro essere sfruttati anche dalle specie esoticheinvasive, essi devono essere studiati con mol-

ta attenzione al fine di evitare la compromis-sione delle cenosi. Per aumentare il collega-mento funzionale tra le zone coltivate e quellea vegetazione naturale, può essere opportu-no, inoltre, creare fasce di margine lasciate aincolto erbaceo e/o non trattate chimicamen-te, con diserbanti e insetticidi.

4. BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Sor-genti della Muzzetta – aggiornamento 2004.

AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitoraggiohabitat nei SIC provincia di Milano.

AA.VV. (2003). Rapporto di Gestione. Parco Agri-colo Sud Milano.

Dipartimento di Biologia Animale Universitàdi Pavia (2002). Piano di gestione della RiservaNaturale “Sorgenti della Muzzetta”. Relazioninaturalistiche, Parco Agricolo Sud Milano.

Pignatti S. 1982. Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Foto Anna Gallotti

Foto Anna Gallotti

OASI DI LACCHIARELLAIT 2050010

ATLANTE DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA IN LOMBARDIA

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Coordinate: Longitudine E 09 10 15 - Latitudine 45 19 33

Altitudine (m s.l.m.): 93 (min) - 94 (max)

Superficie (ha): 36,70

Comune: Lacchiarella

Cartografia di riferimento: CTR 1:10.000 B7b1

Regione biogeografica: Continentale

Data di proposta SIC: giugno 1995

Data conferma SIC: dicembre 2004

Ente gestore: Comune - Parco Agricolo Sud Milano

Proprietà: la maggior parte pubblica e solo una parte minoritariaprivata

Dati generali

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1. CARATTERISTICHE AM-BIENTALI

1.1 Ambiente fisico

Bosco alle porte di Milano,l’Oasi di Lacchiarella sorge inuna zona povera dal punto divista delle biocenosi e costi-tuisce, pertanto, uno degliultimi residui di ecosisteminaturali circondati da una va-sta matrice territoriale agrico-la e urbanizzata. All’internodel sito, il Cavo Belgioioso, laRoggia Marabbia (in parteinterrata) e vari fossi minoridi raccordo (anch’essi in par-te interrati) formano una retedi piccoli corsi d’acqua artificiali in collega-mento con il resto della rete idrica superficia-le secondaria, costituita da fossi e colatori condirezione di scorrimento prevalente nord-ovest/sud-est.Il sito sorge su un tipo di suolo caratterizzatoda depositi ghiaiosi e sabbiosi appartenenti alcomplesso alluvionale del Diluvium recenteche costituisce il livello fondamentale dellapianura lombarda a sud di Milano.Il primo livello di falda è molto superficialeed è stato scoperchiato da un’antica attivitàestrattiva che ha originato l’attuale laghettoadiacente al sito.

1.2 Paesaggio vegetale

L‘area del SIC, inserita in un contesto agricolosempre più occupato da infrastrutture e inse-diamenti, è caratterizzata da vegetazioneboschiva (pioppeti, saliceti, boschi mesofili)che si alterna a zone cespugliate dominate darovi (Rubus sp.), prugnoli (Prunus spinosa L.) erose canine (Rosa canina L.) e vaste aree a pra-to selvatico, con incolti erbacei e arbustivi inespansione e con residue unità igrofile sem-pre più asciutte, a testimonianza di una ten-denza evolutiva, accentuatasi negli ultimi anni,

di transizione da un ecosistema umido, o quan-to meno idrofilo, a uno più asciutto.Nel sito si rinvengono habitat piuttosto degra-dati in seguito non solo all’invasione della ro-binia (Robinia pseudacacia L.) nelle cenosi bo-schive, ma anche per l’affermazione di forma-zioni a rovo (che spesso formano coperturepiuttosto fitte) nelle zone di boscaglia o di ra-dura.Mentre per i boschi è possibile ravvisare co-munità fitosociologicamente definite (saliceti,querco-carpineti), all’interno delle radure nonè possibile individuare alcun taxon fitosocio-logico preciso.Gli ecosistemi umidi, ancora sufficientemen-te presenti sino a una decina di anni fa, sonoormai notevolmente ridotti e interrati, fatto-re che ha determinato una notevole riduzio-ne di specie faunistiche legate a questi tipi diambienti.

1.3 Habitat di interesse comunitario

Tra gli habitat elencati nell’Allegato I dellaDirettiva 92/43/CEE sono stati segnalati nelsito:

91E0* – Questo habitat, definito come prio-ritario per la sua rarità e per l’estrema fram-

Particolare della rete sentieristica presente nel sito (foto Anna Gallotti).

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Habitat della Direttiva 92/43/CEE

mentazione in cui si trova, ricopre quasi lametà del territorio del SIC ed è caratterizzatoda importanti esemplari di salici arborei, comeSalix caprea L., Salix alba L., Salix viminalis L.accanto a frassini (Fraxinus excelsior L.) e ontanineri (Alnus glutinosa L. Gaertner), tipici di ce-nosi igrofile su suoli poco drenanti.La tutela e la conservazione di questo habitat,sia per la componente vegetazionale che lo ca-ratterizza sia per quella faunistica ad esso as-sociata, si configura come una delle azioniprioritarie (*) secondo quanto riportato nel

documento “Interpretation Manual of EuropeanUnion Habitats (EUR 25)”.

9160 – Questa cenosi, presente con una pic-cola porzione all’interno del sito (nell’area asud - est), è costituita da farnie (Quercus roburL.) piuttosto giovani affiancate da rovi e, piùraramente, da carpini bianchi (Carpinus betulusL.). Si riscontra anche la presenza dell’invasivarobinia. Nel sottobosco, floristicamente pove-ro, crescono specie come: pervinca (Vinca majorL.), anemone dei boschi (Anemone nemorosa L.)fra le erbacee e rosa selvatica (Rosa arvensisHudson), ligustro (Ligustrum vulgare L.),

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corniolo (Cornus sanguinea L.) e biancospino(Crataegus monogyna Jacq.) tra le arbustive.Oltre agli habitat menzionati nella Direttiva 92/43/CEE, ne sono stati rilevati altri significati-vi, come quello dei fragmiteti, distribuiti so-prattutto nella porzione centrale del sito, inprossimità delle rogge. Accanto alla cannuc-cia di palude (Phragmites australis (Cav.) Trin.),dominante e con elevate coperture, popolanoquesti canneti il poligono (Polygonum miteSchrank) e ortica (Urticadioica L.), tutte specie svilup-patesi su un suolo igromorfouna volta adibito marcite.Al fine di consentire la diffu-sione della rana di Lataste(Rana latastei), nella parte piùmeridionale dell’area è stato,inoltre, recentemente creatoun piccolo stagno presso cuisi sviluppano specie tipichedi acqua ferma come la len-ticchia d’acqua (Lemna minorL.), la ninfea (Nymphaea albaL.) e il millefoglio d’acqua(Myriophyllum verticillatumL.). Nella parte nord-est delsito, infine, si osservanosaliceti misti a pioppi (Po-

pulus alba L., Populus tremulaL.) e, in alcuni casi, pioppetidi vecchio impianto, cenosiinizialmente artificiali su cuisi è andata sviluppando unavegetazione igrofila interes-sante dal punto di vista con-servazionistico.Nella parte centrale del SIC,lontano dai canali irrigui, sisviluppano prati magri, unavolta regolarmente sfalciati eora occupati da specie adat-tate a terreni sabbiosi e dre-nanti: si tratta di specie piut-tosto comuni tra cui agrimo-nia comune (Agrimonia eupa-toria L.), aristolochia (Aristo-

lochia clematitis L.), assenzio (Artemisia vulga-ris L.), carota (Daucus carota L.), cespica(Erigeron annuus (L.) Pers.); accanto ad esse,nello strato arbustivo, specie eliofile (Berberisvulgaris L., Prunus spinosa L., Rosa canina L.,Rubus sp.) mentre, poco più a sud, nelle radu-re arbustate, si osserva una vegetazionesciafila.I canali irrigui, infine, consentono lo sviluppodi specie igrofile in forma sporadica come la

Dettaglio di ontano nero (foto Mauro Perracino).

Lenticchia d’acqua (foto Giulia Vercesi).

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lenticchia d’acqua (Lemna minor L.) e la len-ticchia (Spirodela polyrrhiza (L.) Schleid.), pro-tetta dalla IUCN Regionale, e il giaggioloacquatico (Iris pseudacorus L.) tutelato dallaL.R. 33/77.

1.4 Ambiente umano

Il sito si trova in un contesto fortementeantropizzato: oltre alla S.P. Binasco-Mele-gnano, molto trafficata, e la strada comuna-le Lacchiarella-Villamaggiore, nei pressi del-l’oasi sorgono impianti sportivi e per il tem-po libero, come il laghetto di pesca sporti-va, molto frequentato e dotato di impiantodi illuminazione notturna, la piscina comu-nale posta nei pressi dell’ingresso, il boccio-dromo, il bar ed i parcheggi. A poche centina-ia di metri, poi, è presente un ex deposito diidrocarburi chiuso da anni ed in attesa di bo-nifica.

2. SPECIE DI INTERESSE

2.1 Specie di interesse comunitario

Da almeno un decennio non é stata più con-fermata la nidificazione della bigia padovana(Sylvia nisoria), per la quale l’Oasi di Lacchia-rella costituiva l’unico sito riproduttivo dellaprovincia di Milano.Il sito è, invece, importante come area di sostae svernamento per molte altre specie ornitichemigratrici e svernanti. Non sono segnalate spe-

cie elencate nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE.

2.2 Altre specie importanti

Aree così diversificate dal punto di vista ve-getazionale (prati magri, radure, boschi) rap-presentano il punto di forza di questo SIC, fat-tore che tende a favorire l’insediamento di di-verse specie animali, determinando un gradodi biodiversità piuttosto elevato, soprattuttoin relazione alla limitata superficie e al conte-sto territoriale circostante, fortemente trasfor-mato e urbanizzato.Per quanto riguarda l’avifauna, si segnala lapresenza di picchio verde (Picus viridis), airo-ne guardabuoi (Bubulcus ibis) e pendolino(Remiz pendulinus). Tra i mammiferi, sono pre-senti specie di interesse conservazionisticocome il riccio (Erinaceus europaeus), la crocidu-

ra ventre bianco (Crocidura leucodon) e lacrocidura minore (Crocidura suaveolens), lafaina (Martes foina), la donnola (Mustelanivalis), il toporagno comune (Sorex ara-neus) e alcuni chirotteri (Pipistrellus kuhlii,Pipistrellus pipistrellus, Plecotus sp.).Da sottolineare, inoltre, per quanto riguar-da gli anfibi censiti nell’area, la presenzadella specie endemica Hyla intermedia. Nonsono presenti altri elementi botanici di pre-gio, fattore soprattutto riconducibile allecontinue contrazioni a causa delle coltiva-zioni e dell’urbanizzazione.

Uccelli inseriti nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE

Area in fase di ripopolamento da parte della rana diLataste (foto Anna Gallotti).

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3. PROTEZIONE E CONSERVAZIONE

3.1 Stato di conservazione

Il valore del SIC non risiede tanto nel grado diconservazione delle singole cenosi, che si pre-sentano piuttosto degradate, quanto piuttostonella buona diversità ecosistemica e struttu-rale. Il fatto che l’area rappresenti uno degliultimi residui di vegetazione spontanea suffi-cientemente estesa e strutturata in tutto ilcomprensorio circostante e goda di un discre-to collegamento ecologico, grazie alla reteidrica superficiale minore, ha permesso la co-lonizzazione della stessa da parte di numero-se specie animali e vegetali, con alcunesegnalazioni molto localizzate per la provin-cia di Milano. La vulnerabilità del sito è legatasoprattutto alla sua posizione e alle limitatedimensioni: la confinante presenza della stra-de Binasco – Melegnano e Lacchiarella –Villamaggiore (con numerose piccole discari-che) e la presenza degli impianti sportivi giàdescritti, espongono questo SIC ai conseguen-ti disturbi e fattori di degrado. La progressivariduzione di ambienti umidi e lo sviluppo dirovi e altre specie erbaceo – arbustive invasive

ne sta, inoltre, riducendo ilgrado di diversità. La scarsagestione ecosistemica in cuisi trova gran parte dell’oasista favorendo le naturali fasidi interramento e di svilup-po della vegetazione arbusti-va, con l’invasione di rovi edortiche. Ovviamente un inter-vento di manutenzione trop-po incisivo rischia di alterarela naturale evoluzione dellecenosi, ma in questo caso al-cuni interventi di taglio selet-tivo potrebbero aiutare a con-tenere l’invasione delle spe-cie infestanti e a mantenerealcuni habitat particolarmen-te delicati in quanto soggetti

a evoluzione, come i prati e le radure arbu-state.

Picchio rosso maggiore (foto Luigi Andena).

Sentieri presenti nel bosco (foto Anna Gallotti).

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3.2 Stato di protezione

Per anni, grazie alla delibera G.R. n. IV/40193del 28/02/1988, l’area è stata tutelata come PLIS(Parco Locale di Interesse Sovracomunale),fino a quando, nel 1990, è stata inserita com-pletamente all’interno del neonato Parco Re-gionale Agricolo Sud Milano. In questo conte-sto, inoltre, l’area è stata proposta come Riser-va Naturale nell’ambito del Piano Territorialedi Coordinamento del Parco.

3.3 Fruibilità

L’oasi naturalistica, non accessibile al pubbli-co, costituisce circa l’80% del sito ed è delimi-tata ad est e a sud dalla strada comunaleLacchiarella - Villamaggiore, a nord dalla S.P.Binasco - Melegnano ed ad ovest dal CavoLeonino. Tutta l’area è recintata e l’accesso èconsentito solo tramite visite guidate preven-tivamente stabilite, gestite dall’amministrazio-ne comunale di Lacchiarella in collaborazionecon una cooperativa. La porzione di oasivisitabile dal pubblico è minima e comprendei boschi mesofili, meso – igrofili, un breve trattodei canali che attraversano il territorio e la ra-dura di arbusti dove è situato un capanno perl’avvistamento degli uccelli. Lungo il percor-so sono stati realizzati pannelli esplicativi epunti d’osservazione per la fauna. Per preno-

tare le visite guidate, è necessario rivolgersiall’Ufficio Ecologia del Comune diLacchiarella.Sul sito internet del Comune(www.comune.lacchiarella.mi.it) si possonoreperire informazioni sull’area e il calendariodi apertura dell’Oasi con visite guidate e la-boratori didattici nel bosco.

3.4 Gestione

La gestione dell’area, che fa capo all’ammini-strazione comunale di Lacchiarella in strettacollaborazione con il Parco Agricolo Sud Mi-lano, riguarda fondamentalmente la fruibilitàpubblica e la manutenzione dell’oasi. La ma-nutenzione dell’area è, attualmente, concentra-ta soprattutto nelle zone aperte al pubblico(nella zona est); la parte ovest, invece, non ac-cessibile ai visitatori, è poco gestita e, per que-sto, più soggetta all’invasione delle specieinvasive, come rovi e robinie, che spesso im-pediscono alla vegetazione potenziale di svi-lupparsi. Per mantenere il valore ambientaledel sito, le sue peculiarità e la sua diversifica-zione a livello di cenosi, appare necessariaun’attenta e costante gestione finalizzata almantenimento di uno stadio seriale comples-sivo “giovane” e al contenimento delle specieinfestanti (soprattutto robinia, fitolacca,

Solidago gigantea Aiton, Am-brosia artemisiifolia L. o Galin-soga ciliata (Rafin.) Blake).Questa gestione, ovviamen-te, dovrebbe essere attuatacon tempi e modi tali da nonarrecare disturbo alla faunain riproduzione. Compatibi-li con la conservazione dellecenosi appaiono le attività dieducazione ambientale, so-prattutto se condotte con al-cuni accorgimenti atti a mi-nimizzare il disturbo (limita-re il numero di visitatori pervisita guidata, consentire l’ac-cesso solo su percorsi defini-ti). Al fine di ridurre l’impat-Capanno per l’osservazione della fauna selvatica (foto Anna Gallotti).

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to delle attività antropiche, anche di tipo ri-creativo (rumori, luci, polveri), potrà essere ne-cessaria, infine, la creazione di fasce arboreo -arbustive di protezione perimetrale o l’infolti-mento di quelle già esistenti.

3.5 BIBLIOGRAFIA

NATURA 2000 - Formulario standard Sito Oasidi Lacchiarella – aggiornamento 2004.

AA.VV. (2004). Relazioni tecniche monitoraggiohabitat nei SIC provincia di Milano.

Pignatti S. (1982). Flora d’Italia. Edizioni Eda-gricole, Bologna.

Sito internet ufficiale del Parco Agricolo SudMilano www.provincia.mi.it/parcosud/index.jsp.

Sito internet del Comune di Lacchiarellawww.comune.lacchiarella.mi.it.

Finito di realizzarenel mese di marzo 2010.

ISBN 978-88-8134-101-6

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