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Bollettino Astronomico 409 / 2017

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Bollettino Astronomico

409 / 2017

Bollettino di informazione astronomica nr. 409/2017

Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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OSSERVATORIO ASTRONOMICO e PLANETARIO

G.Galilei 28019 SUNO (NO)

Tel. 032285210 / 335275538

www.osservatoriogalilei.com [email protected]

Mercoledì 17 Maggio 2017, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del terzo mercoledì di ogni

mese, vi sarà una serata dedicata alle proiezioni al planetario e, in caso di condizioni meteo favorevoli,

osservazioni al telescopio . In caso di cattivo tempo sarà in uso il solo planetario.

La Luna, sarà in fase calante con illuminazione del 60.1% - sorge alle 02:01 permetterà le osservazioni di oggetti

deboli del profondo cielo nella prima parte della notte. Si potranno vedere le costellazioni primaverili e parte

delle estive. Il pianeta Giove sarà visibile per tutta la notte. Saturno sorgerà nella seconda parte della notte

rendendosi di fatto difficilmente osservabile in quanto molto basso sull’orizzonte.

CALENDARIO LUNARE DI MAGGIO

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IL CIELO DEL 17 MAGGIO 2017 (a cura di Oreste Lesca)

RECENSIONI (a cura di Corrado Pidò)

GLI ANNI DELLA LUNA

1950-1972: l'epoca d'oro della corsa allo spazio

Paolo Magionami Edizione: Springer Verlag; 2009 Brossura – Pag. 257 - € 8,46 ISBN-10: 8847010977 Il 4 ottobre 1957 il "bip bip" cosmico del primo satellite artificiale della Terra

apre ufficialmente l'era spaziale. La notizia fa il giro del mondo più velocemente

del satellite stesso suscitando meraviglia e perplessità, stupore e ammirazione.

Per gli Stati Uniti la sconfitta è cocente e l'immagine della superpotenza più

progredita del mondo crolla di fronte alla voce metallica del "compagno di

viaggio" russo. Sotto lo spettro di una guerra nucleare incalza un'epoca

straordinaria per la conquista dello spazio, segnata non solo dalle memorabili

imprese degli astronauti, ma anche dal grande entusiasmo popolare che vede

la conquista della Luna, Marte e le stelle traguardo ormai a portata di mano. I

formidabili satelliti sovietici scalzano Sophia Loren dalle copertine dei rotocalchi di costume, i cosmonauti

irrompono nelle pagine dei fotoromanzi e Topolino viene messo in soffitta per far posto a razzi e astronavi. Inizia

una storia nella storia, ripercorsa con le parole e le immagini di un tempo che è stato, utilizzando i toni di quegli

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anni così pieni di fermenti e tensioni, di fantasia e di scienza, fino a rivivere il passo più grande di tutti, quello

compiuto da Neil Armstrong in una calda estate di luglio di quarant'anni fa.

Dalla quarta di copertina:

Il 4 ottobre 1957 il bip bip cosmico dello Sputnik il primo satellite artificiale a ruotare attorno alla Terra, apre

ufficialmente l’era spaziale. La notizia del lancio comunicata dalla Tass fa il giro del mondo più velocemente del

satellite stesso suscitando perplessità, meraviglia, stupore, ammirazione.

Per gli Stati Uniti la sconfitta è senza precedenti. L’immagine della superpotenza tecnologicamente più avanzata

del mondo crolla di fronte al bip bip cosmico del “compagno di viaggio “ russo.

Sotto lo spettro di una guerra nucleare, inizia un’epoca straordinaria per la conquista dello spazio, segnata dalle

grandi, storiche, tappe come quella di Yuri Gagarin o di Valentina Tereshkova ma anche dal grande entusiasmo

popolare che vede la corsa alla Luna, Marte e le stelle traguardo ormai a portata di mano.

I formidabili satelliti sovietici scalzano Sophia Loren dalle copertine delle riviste di costume, Yuri Gagarin irrompe

tra le pagine dei fotoromanzi, John Glenn e soci firmano per Life un contratto milionario senza aver fatto nulla;

razzi e astronavi spingono in soffitta Topolino. Inizia una storia nella storia, tratteggiata e ripercorsa utilizzando

le parole di quel tempo, riscrivendo le vicende della conquista dello spazio con i toni tipici di un’epoca di fermenti

e tensioni, dominata dalla Guerra Fredda ma anche dal desiderio di raggiungere le stelle.

PERSONAGGI Ilario Altobelli (a cura di Silvano Minuto)

(Treia, 1560 – Treia, 31 ottobre 1637) è stato un astronomo italiano.

Nacque a Montecchio, ora Treia, nelle Marche, nell'estate del

1560 e il 29 maggio 1575 vestì il saio di frate minore conventuale.

Ordinato sacerdote nel 1585, dal 1587 studiò a Roma nel Collegio

di San Bonaventura e si laureò in teologia l'8 dicembre 1591 nel

capitolo provinciale di Fermo.

Dal 1599 al 1605 fu rettore e professore di matematica dello

Studio di Verona: di qui, fu tra i primi a osservare, il 9 ottobre

1604, la stella - poi chiamata SN 1604 o Supernova di Keplero -

della quale informò il Galilei, allora insegnante a Padova, che sul

fenomeno tenne tre lezioni: la posizione della stella pareva

contraddire le ipotesi cosmologiche correnti del sistema

tolemaico, ponendosi fuori dell'ottava sfera.

L'Altobelli passò poi negli Studi di Rimini, di Fermo e, dal 1610, di

Ancona. Col Galileo si mantenne in corrispondenza,

congratulandosi per la pubblicazione del Sidereus nuncius ove lo

scienziato pisano annunciava la scoperta di quattro satelliti di

Giove: gli scrisse anche di sue ipotesi sulla costituzione della Via Lattea e gli richiese delle nuove lenti per il

proprio cannocchiale. Le sue lettere sono pubblicate nell'Edizione nazionale delle opere di Galilei.

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QUADRANTI SOLARI I quadranti solari del Castello di Masino - (a cura di Salvatore Trani)

(prima parte) Il castello di Masino, sopra Caravino, si trova su una collina morenica nel Canavese.

Nell'XI secolo un lontano antenato della famiglia Valperga acquistò la fortezza che occupava questo luogo. La

famiglia dei conti Valperga, come quella dei San Martino e dei Castellamonte hanno sempre asserito di

discendere direttamente da re Arduino d’Ivrea (figura n. 1).

Figura n. 1: Lato ovest del Castello con alcuni quadranti solari.

Nel XVI secolo il Castello venne quasi totalmente demolito e ricostruito, trasformandosi così in dimora signorile.

Gli interni, composti da saloni e camere private, sono splendidamente affrescati e arredati con mobili originali

del Seicento e Settecento (figure n. 2, n. 3, n. 4, n. 5) Attualmente il Castello è gestito Dal Fondo Ambiente

Italiano (FAI) che, nel 1988, l’ha acquistato dall’ultimo erede dei conti Valperga, Luigi Valperga di Masino, grazie

anche all’intervento di generosi sottoscrittori.

Il Castello è circondato da un immenso parco ricco di piante e fiori, percorso da comodi viali e nel quale è

collocato un labirinto di siepi (fig. n.6).

(Seconda parte segue nel bollettino 410)

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Figura n. 2: Sala della musica

Figura n. 3: Salone del gioco

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Figura n. 4: Sala delle tre finestre

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Figura n. 5: Camera detta “degli ambasciatori di Spagna”

Figura n. 6: Il parco

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DIARIO ASTRONOMICO (a cura di Silvano Minuto)

Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015

1924 Riprendono le osservazioni a partire dal 20 maggio. Sono descritti i pianeti Giove, Saturno e in particolare

Marte che presenta caratteristiche molto interessanti e una luminosità il 25 settembre molto brillante che

stanca rapidamente la vista. Da rimarcare una osservazione di Capella fatta il 31 luglio a Viserba.

Parte 54- 1924

20 Maggio 1924. 23h. Oss. di Saturno. L’aspetto caratteristico del pianeta è facilmente riconoscibile con tutti gli

oculari, e specialmente interessante con quelli da 69 e 86 ingr., sebbene anch’essi non riescano a mostrare

dettagli. Titano, ben visibile. è discosto ad W. (cannocchiale di 54mm).

1 Luglio 1924. 23h - 23h 15m. Oss. di Giove. Cann. di 54mm; ingr. 45, 69 e 86. Due dei satelliti sono visibili ai lati

del pianeta, abbastanza vicini, e un terzo più brillante, più discosto ad Est con una deviazione a Sud. Con tutti gli

oculari il disco mostra le due fascie tropicali, di cui la boreale, un po’ irregolare, più oscura dell’altra, che però

appare molto più larga e si mostra distintamente doppia.

3 Luglio 1924. 23h 5m - 23h 15m. Oss. di Giove. Dei satelliti il IV è ad W; il III ad Est; il I e il II pure ad Est, uno dei

quali vicinissimo al lembo del pianeta, un po’ più a Sud della fascia tropicale australe. Sul disco si riconoscono

distintamente le apparenze osservate il 1°: le regioni polari appaiono grigie, specialmente le boreali, più estese,

che sembrano limitate da una fascia più oscura (cann. di 54mm; ingr. 45, 69 e 86).

4 Luglio 1924. 23h 5m - 23h 15m. Oss. di Giove. Delle fascie la tropicale boreale è la più appariscente: l’australe,

pure larga, è meno intensa. Essa non appare doppia, ma un’altra fascia più stretta e più oscura è visibile a Sud

di essa, nettamente separata. Uno dei satelliti è ad W e tre ad Est, uno dei quali abbastanza prossimo al pianeta,

di fronte alla fascia tropicale boreale (cann. di 54mm; ingr. 86).

31 Luglio 1924. 22h 10m. Cielo sereno; mare calmo (Viserba). Capella, prossima all’orizzonte, si riflette in uno

specchio d’acqua tranquillo; immagine brillante, assai sensibilmente allungata. Inoltre nel mare dal quale tale

bacino è separato da una striscia di sabbia, è visibile il riflesso dell’astro come una striscia di luce larga e debole

ma distintamente visibile. Riosservata a 23h 50m, si è veduto lo stesso aspetto, anche più distintamente per la

maggior altezza. Un pianeta brillante come Venere o Giove darebbe un riflesso molto più brillante, e perciò

osservazioni di questo genere non hanno nulla di eccezionale.

12 Settembre 1924. 23h 25m - 23h 50m. Oss. di Marte. Chiaro di Luna (Luna piena). La calotta polare, assai

ridotta di dimensioni, sembra visibile, ma senza poterne avere assoluta certezza. Attira invece immediatamente

l’attenzione una macchia oscura allungata, visibile nella parte superiore del disco, che sembra presentare

l’aspetto di due macchie riunite in un angolo largamente aperto, col vertice in basso. La si scorge facilmente

(anche con 69 ingrandimenti. Immagine abbastanza buona, con intervalli di agitazione) (cann. di 54mm; ingr.

86).

14-15 Settembre 1924. 23h 55m - 0h 10m. Oss. di Marte. Chiaro di Luna. Se non è una strana illusione, la calotta

polare, ancorché non molto appariscente, è però sicuramente visibile. Sul disco si riconosce facilmente la

macchia osservata il 12 che appare essersi alquanto spostata verso destra. Immagine abbastanza buona. Cann.

di 54mm; ingr. 86.

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16 Settembre 1924. 23h 25m - 23h 40m. Oss. di Marte. Una macchia oscura, di forma generale allungata, è

visibile nell’emisfero australe. La calotta polare biancastra, si presenta in condizioni di osservazione simili a

quelle del 14.15. Cielo di più in più offuscato.

18 Settembre 1924. 19h 30m. Il cielo è ancora abbastanza illuminato, ma numerose stelle sono visibili e

s’incomincia a scorgere la Via Lattea. Giove e Marte , visibili presso a poco alla stessa altezza sull’orizzonte,

rivaleggiano in splendore, superando di molto tutti gli astri visibili. Antares, visibile presso Giove, più basso, è in

suo confronto quasi un astro insignificante. I due pianeti sono fra loro troppo discosti perché si possa

confrontare facilmente lo splendore e il colore, potendosi osservare solo alternativamente. Tuttavia Marte

appare nettamente superiore. Giove è giallo chiaro; Marte fortemente aranciato.

18 Settembre 1924. 23h 15m - 23h 35m. Oss. di Marte. Riosservata la bianca calotta polare. Una macchia oscura

allungata è sempre visibile nella parte più australe del disco, ma meno facilmente che nelle prime osservazioni.

23 Settembre 1924. 22h 50m - 23h 0m. Oss. di Marte. Immagine abbastanza confusa. Calotta polare. Il disco

mostra una macchia oscura, ma riesce impossibile afferrarne la forma precisa.

25 Settembre 1924. 22h 45m - 23h. Oss. di Marte. Cielo oscuro. Il pianeta mostra un’immagine brillante che

stanca rapidamente la vista, e alquanto confusa. La calotta polare è abbastanza distintamente visibile. Sul disco

si nota una macchia oscura la cui parte più impostante si trova un po’ ad W del centro del disco, ma sempre un

po’ vagamente per l’insufficienza dello strumento e le condizioni dell’osservazione.

6 Ottobre 1924. 22h 5m - 22h 25m. Oss. di Marte. Una macchia grigia, vasta ma non molto oscura, copre gran

parte del disco, presentando nella parte inferiore l’aspetto di un angolo col vertice in basso, ciò che permette di

identificarla facilmente con Syrtis Maior. Una piccola plaga chiara tondeggiante (Hellas) sembra visibile a Sud.

7 Ottobre 1924. 22h - 22h 15m. Chiaro di Luna. Osservazione di Marte. Stesse osservazioni del 6.

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COMETE: C2015 V2 (Johnsons) - (a cura di Marco Pelasco)

Immagine della cometa c2015 V2, facilmente osservabile in Ercole sopra M13 anche con buon binocolo in cieli

bui. Potrebbe nei prossimi giorni aumentare notevolmente la luminosità ed è possibile reperirnee le effemeridi

in tempo reale al seguente URL: https://theskylive.com/c2015v2-tracker

Dati Orbitali

Orbit eccentricity 1.00147604

Orbit inclination 49.87534975°

Perihelion distance 1.63708017 AU - 244,903,708 km

Aphelion distance n.d.

Semi-major axis n.d.

Orbital period n.d.

Date of perihelion transit 2017-Jun-12 09:31:39 2,457,916.8970 JD (giorno giuliano)

Argument of perihelion 164.90008460495°

Longitude of the ascending node 69.855854687827°

Mean anomaly -0.012258371101955°

Mean motion 0.00002668°/giorno

Closest approach to Earth* 2017-Jun-05

Distance of closest approach* 0.81102449 AU - 121,327,537 km

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INQUINAMENTO LUMINOSO (a cura di Silvano Minuto)

L’inquinamento luminoso è un fenomeno in netta ascesa, che sta coinvolgendo regioni sempre più ampie. La

sua crescita è stata ampiamente documentata dagli scienziati dell’Università Complutense di Madrid, i quali

hanno creato un progetto denominato “Città di notte” in cui sono state raccolte immagini catturate dalla

Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il risultato è allarmante, visto che l’inquinamento luminoso sta

coinvolgendo sempre più persone in tutto il mondo e portando con sé importanti cambiamenti, sia per l’uomo

che per gli animali.

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STELLARIUM SCRIPTING (a cura di Roberto Brisig )

Terzo appuntamento di una serie di articoli, iniziata con il bollettino 407/2017 dedicati alla programmazione degli scripts di Stellarium dove si cercherà di illustrare alcune peculiarità e possibilità del programma cercando di ovviare alla scarsa documentazione di Stellarium sull’argomento limitandosi a mettere a disposizione semplicemente il repertorio dei comandi senza alcuna descrizione specifica.

Introduzione

Il noto programma di simulazione astronomica Stellarium può essere pilotato, oltre che dai comandi del mouse con le icone del display e dai numerosi comandi da tastiera (ricordiamo che sono elencati nella finestra di aiuto, richiamabile con F1) anche con dei programmi editabili in un file detto Script.

Questi script contengono una sequenza di istruzioni che permette a Stellarium di presentare in modo automatico qualsiasi situazione astronomica, senza

alcuna necessità di digitare alcunchè sulla tastiera o usare il mouse, così da poter replicare a volontà le presentazioni con essi preparati.

Gli script sono dei file di testo scritti secondo il linguaggio ECMAscript (noto anche come JavaScript) che dà al programmatore l’accesso a tutte le peculiarità di questo linguaggio quali istruzioni condizionali, cicli, variabili, manipolazione di stringhe, ecc.

L’interazione con Stellarium è data mediante l’uso di una collezione di istruzioni specifiche che permettono di effettuare ogni e qualsiasi azione del programma. Il repertorio completo di queste istruzioni è disponibile all’indirizzo www.stellarium.org/doc/0.15.0/scripting.html

Stellarium è liberamente scaricabile alla pagina: http://www.stellarium.org/it/ ed è disponibile per le piattaforme Windows, MacOS e Linux.

In questo capitolo vengono elencati i comandi principali contenuti nella classe StelMainScriptAPI utilizzati per le operazioni di carattere generale. Molti di questi comandi sono attivabili direttamente da tastiera o dalle varie finestre di configurazione di Stellarium. Questi comandi sono tutti preceduti dalla parola chiave core. Il repertorio completo di queste istruzioni è disponibile all’indirizzo www.stellarium.org/doc/0.15.0/scripting.html

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Settaggi del display

setGuiVisible(b)

Visibilità delle barre dei comandi.

Valore di b : true = visibile ; false = nascoste

setMountMode(mode)

settaggio del tipo di montatura.

mode può essere "equatorial" oppure "azimuthal"

setNightMode(b)

settaggio del modo di vision del display

Se b = false la visione è normale.

Se b = true la visione è notturna: l’immagine del display è virata in gradazioni rosso scuro

Questo esempio potrebbe rappresentare una serie di istruzioni di inizializzazione di uno script.

setProjectionMode(id)

Definizione del sistema di proiezione cartografica

id sarà scelto fra uno dei seguenti sistemi:

• ProjectionPerspective

• ProjectionEqualArea

• ProjectionStereographic

• ProjectionFisheye

• ProjectionHammer

• ProjectionCylinder

• ProjectionMercator

• ProjectionOrthographic

setDiskViewPort(b)

Questa istruzione riduce la visione ad un disco della dimensione minore del display, nascondendo tutta la parte attorno ad

essa.

b può essere true (attivata) oppure false (disattivata).

Se attivata, unitamente al sistema di proiezione Fisheye o Stereographic (vedere l’istruzione precedente,

setProjectionMode), si otterrà una immagine proiettabile in cupola.

setSkyCulture(id)

Definizione del sistema di costellazioni in base alla cultura e alle tradizioni

id sarà scelto secondo la lista della finestra F4 - Tradizioni

setFlagGravityLabel(b)

Questa istruzione imposta l’allineamento del le etichette degli oggetti all’orizzonte più vicino, anche in caso di proiezione

in cupola.

Se b = true le etichette sono allineate, se b = false l’allineamento è disattivato

core.goHome();

core.setGuiVisible(false);

core.setMountMode(“equatorial”);

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setMilkyWayVisible(b)

Impostazione della visibilità della via lattea

Se b = true la via lattea è visibile, se b = false la via lattea è nascosta

setMilkyWayIntensity(i)

Impostazione della luminosità della via lattea

Il parametro i può assumere un valore da 0 (luminosità minima) a 10 (luminosità massima)

Vari

wait(t)

Pausa nella esecuzione dello script per il tempo t (in secondi).

Attenzione! L’istruzione interrompe esclusivamente l’esecuzione dello script.

Se vi è uno scorrere del tempo in corso questo non verrà interrotto e si dovrà provvedere a delle istruzioni specifiche

come nell’esempio seguente:

waitFor(dateStr, spec)

Pausa nella esecuzione dello script durante l’evoluzione del tempo di simulazione fino al raggiungimento del

tempoindicato dai parametri.

dateStr può assumere uno dei seguenti formati:

• ISO p.e. "2008-03-24T13:21:01"

• un valore relativo p.es. " + 4 days", " -2 weeks" usando le seguenti unità di tempo: seconds,

minutes, hours, days, weeks, months, years.

spec definisce il riferimento orario “local” oppure “utc”.

pauseScript()

Pausa nella esecuzione dello script fino alla digitazione da tastiera del comando 'Ctrl-D,R' o equivalente o da un comando

da barra dei comandi.

Questa istruzione è attiva solo a partire dalla versione 0.15.1

Exit()

Uscita dallo script

quitStellarium()

Chiusura di Stellarium

debug(s)

core.setTimeRate(3600); // velocità del tempo iniziale

...

core.setTimeRate(0); // arresto dello scorrere del tempo

wait(30); // pausa di 30 secondi

core.setTimeRate(3600); // ripristino della velocità precedente

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Stampa del messaggio s nella finestra Output dell’editore di testo.

Usato in fase di prigrammazione per il debugging.

output(s)

Stampa del messaggio s nel file <USERDIR>/output.txt

Usato in fase di prigrammazione per il debugging.

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ASTROFOTOGRAFIA Il colore del cielo notturno", (a cura di Alessandro. Segantin)

Questo scatto di M42, è stato ottenuto da un luogo di osservazione abbastanza buio. La qualità dell’’immagine è perè compromessa dall'inquinamento luminoso, che produce il classico colore rosso-marrone.

Il colore del cielo notturno

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il cielo notturno non è nero. Anche nel punto di osservazione più buio del mondo, è ancora facile distinguere il cielo e l’orizzonte. Il cielo è in realtà abbastanza luminoso da siti con un leggero inquinamento luminoso.

Per l'astrofotografia del profondo cielo, dobbiamo esporre a lungo per ottenere il giusto compromesso tra dettaglio dell’immagine e rumore termico della reflex. Il risultato non sarà un cielo nero. Infatti, se si espone in modo da rendere il cielo nero o addirittura, si tenta di renderlo ancora più nero in post-elaborazione, come risultato si avrà, per contro, una perdita dei dettagli più deboli e degli oggetti che sono appena sopra la soglia di fondo cielo.

Il problema è che queste prolongate esposizioni rivelano il vero colore del cielo notturno, che di solito è un rosso-mattone. Questa colorazione deriva da quello che viene comunemente chiamato "cielo in primo piano". Il colore del “cielo in primo piano” è dovuto alla presenza dell'atmosfera terrestre, e a causa dell'inquinamento luminoso nelle aree urbane e suburbane. Anche nei siti di osservazione più bui del mondo, il cielo può avere un colore marrone-rossastro o talvolta verde, dovuto alla naturale luminescenza dell'atmosfera terrestre. La luce degli oggetti del cielo profondo devono attraverasare l'atmosfera terrestre, quindi l’informazione luminosa viene addizionata della luminescenza atmosferica che ne altera ed il colore di fondo.

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Sottrazione dell’inquinamento luminoso

Per correggere questa fastiodiosa colorazione presente nelle immagini notturne, è necessario procedure alla sottrazione utilizzando (in questo specific caso,Adobe PhotoshopTM. A livello teorico, le operazioni di sottrazione andrebbero operate utilizzando curve di luminanza lineari (inalterate) , ma la pratica conferma che tale operazione può essere applicate anche dopo operazioni e riduzioni non lineari (ad esempio operazioni di Stretch logaritmici o gaussiani)

Regolazione del punto nero in Adobe Photoshop.

Fare doppio click sullo strumento contagocce e impostarlo su 35,35,35, quindi fare clic su un'area priva di stelle di fondo cielo.

Procedura

1. Selezionare lo strumento contagocce dalla tavolozza degli strumenti e modificare la dimensione del campione a 31 in media 31.

2. Richiamare la finestra dei livelli dal menu a discesa (Immagine> Regolazioni> Livelli).

3. Fare doppio clic sul contagocce nero a sinistra.

4. Nella finestra Color Picker (Target Shadow Color), impostare i valori R, G, B a 35,35,35 e fare clic su OK.

5. Ora basta cliccare su una zona di cielo priva di stelle o nebulosità.

6.

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Questo metodo rimuoverà il fastidioso colore rosso-marrone del cielo in primo piano sottraendolo dall'immagine, con conseguente equalizzazione e scurimento del fondo cielo.

La stessa immagine di M42 come sopra, con l'inquinamento luminoso sottratto.

Tratto dalle News di Sky and Telescope, autore Jerry Lodriguss

Traduzione di Alessandro Segantin

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Astronomy Picture of The Day (APOD) - 22 aprile 2017 (a cura di Silvano Minuto)

è un archivio redatto a partire dal 1995 da Robert Nemiroff e Jerry Bonnell. L’archivio APOD contiene la più

grande raccolta di immagini astronomiche ed ognuna di esse è corredata da una breve descrizione fatta da

esperti. Per visionare l’archivio basta digitare in internet la sigla “APOD” e di seguito l’indice

Immagine della sonda Cassini

La telecamera della sonda Cassini viene indirizzata verso il sistema solare interno. Nella parte superiore si vede l’anello A, in basso è visibile la Terra e la Luna (a sinistra) distanti 1,4 miliardi di chilometri.

Bollettino di informazione astronomica nr. 409/2017

Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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FLY ME TO THE MOON Il cratere "Wolf", (a cura di Davide Crespi)

Nella regione del mare Nubium possiamo osservare il cratere "Wolf", una formazione distrutta e deformata di 26Km con versanti poco scoscesi su cui si trovano piccoli rilievi a sud e ad est. Le Pareti sono poco elevate e danneggiate dall'intrusione di Wolf B a sud. Il fondo piatto riempito di lava e piccoli crateri comunica a sud con il Mare Nubium. La sua formazione potrebbe risalire al periodo Pre-Imbriano (da -4.55 miliardi di anni a -3.85 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è 1 giorno dopo il primo quarto oppure all’ultimo quarto.

(segue)

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Alcuni dati: Longitudine: 16.626° West

Latitudine: 22.786° South

Faccia: Nearside

Quadrante: Sud-Ovest

Area: Regione del Mare Nubium

Origine del nome:

Dettagli: Maximilian F. J. C. Wolf

Astronomo tedesco del 19° secolo nato in Germania

Nato a Heidelberg nel 1863

Morto a Heidelberg nel 1932

Fatti notevoli: Inventore nel 1891 di un metodo fotografico per la ricerca degli asteroidi che gli ha

permesso di scoprirne più di 40.

Autore del nome: Krieger / König (1912)

Nome dato da Langrenus: Robervalis

Nome dato da Hevelius: Insula Carpathos

Nome dato da Riccioli: Munosius

Nella foto una ripresa amatoriale del cratere "Wolf" e una foto dell’epoca di Maximilian F. J. C. Wolf. Lo

strumento minimo per poter osservare questa formazione è un rifrattore da 60mm.

Hanno collaborato: Silvano Minuto, Roberto Brisig, Corrado Pidò, Davide Crespi, Vittorio Sacco, Salvatore Trani

Oreste Lesca, Marco Pelasco, Alessandro Segantin

Immagine di copertina : Luna al primo quarto (Oreste Lesca – Osservatorio G.Galilei)

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