Asta 779 - ASTA/MOSTRA "MARILYN FOREVER" 21 OPERE DI OMAR RONDA CON L’ARTISTA E IL PROF. P....

OMAR RONDAMARILYN FOREVER

PALAZZO MEETING ART - Corso Adda, 7 - 13100 Vercelli - tel. 0161 2291-2292 - www.meetingart.it

OMAR RONDAASTA/MOSTRA 779Sarà presente l’artistae il Prof. Philippe DaverioAsta/Mostra con Banditore virtuale

DOMENICA 8 GIUGNO 2014DALLE ORE 17,00 ALLE 20,00

MARILYNFOREVER

Riflessioni e opere diOmar Ronda

poesie diMarilyn Monroe

e diPierpaolo Pasolini

MARILYN FOREVER

Sono passati molti anni dalla scomparsa di Marilyn Monroe, allora avevo 15 anni e come tutti i miei coetanei ne ero invaghito. In quell’estate del 1962 (5 agosto) quando Ma-rilyn muore in un modo che ancora oggi appare misterioso, qualche cosa si spezzò in me, conobbi la morte per la prima volta, divenni improvvisamente più adulto, assaporai la tristezza e un vuoto che prima non avevo mai provato. L’immagine perfetta, allegra, spensierata e sublime che costruivano di lei i film americani venne infranta dalla cronaca trasmessa dalle televisioni in bianco e nero e dalle sue immagini che rendevano ancor più tragico l’evento. Marilyn fu davvero la prima grande emozione della mia esistenza di ra-gazzo, il primo vero dolore, la sofferenza sorda di chi perde una persona cara e che ancor di più vede crollare uno dei miti della propria giovinezza. Allora la morte della piccola Marilyn sembrò davvero una cosa grave e gettò in crisi un’intera generazione, ma forse allora nessuno avrebbe potuto immaginare che da quella morte sarebbe nata addirittura la leggenda di tutte le leggende: “IL MITO MARILYN MONROE“. Allora conservavo sulla libreria della mia cameretta una foto, incorniciata, ritagliata da un giornale. Quella foto mi ha accompagnato per tutti gli anni a venire. Credo che siano questi i motivi che mi hanno spinto a realizzare questa serie di opere. Ho usato le immagini più belle e significative per bloccare nelle memoria un volto, l’icona più bella e mitica del mondo moderno: MA-RILYN MONROE. Ho lavorato ininterrottamente per un intero anno sul volto di Marilyn, ho capito artisti come Giorgio Morandi o Roman Opalka che hanno portato avanti una logica monotematica per tutta la vita, ho capito che non c’è un limite alla ricerca, che le possibilità sono infinite anche se gli spazi sono stretti ed angusti. Se un giorno qualcuno si ricorderà di me e del mio lavoro vorrei che non potesse disgiungerlo dalle immagini che ho dedicato a Marilyn. Ho viaggiato moltissimo nella mia vita, ho conosciuto razze diver-se, altri colori della pelle, altre culture e religioni, molti modi di vivere e di esistere, ma in ogni angolo del mondo Marilyn Monroe è una leggenda buona, un sogno mai sopito, un motivo di gioia, un sorriso, un ricordo positivo, quasi vivo.

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1 OMAR RONDAPortula (Bi) 11/09/1947

Marilyn frozen, 2013plastic + foto cm. 30x30, firma, titolo a anno al retro, dichiarazione d’autenticità dell’artista su foto.BASE D’ASTA: 1.500 e STIMA: 3.000/4.000 e





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LA BELLEZZA

Mi piace pensare che attraverso la mia tecnica FROZEN si possano bloccare per l’eternità un’immagine, un volto, un pensiero, le emozioni, la bellezza. E proprio la bellezza mi af-fascina, la bellezza e la magia di un momento, di un istante, la gioia, la felicità, l’attimo. Mi piace credere che queste immagini rimangano ibernate nel tempo per migliaia di anni, forse per sempre. Ho pensato anche di racchiudere e inglobare immagini di persone as-sieme alle molecole dei loro corpi in modo che oltre all’immagine si potesse conservarne per sempre anche lo spirito vitale.

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LA SCOPERTA DELLA NATURA E DELL’ARTE

Da ragazzo abitavo a Portula, un piccolo centro sulle prealpi Biellesi, in Piemonte. Mi piaceva stare solo e camminare nei boschi, per i sentieri. In inverno calpestavo la neve e la sentivo scric-chiolare sotto i piedi, mi divertivo a scrutare le pozzanghere congelate, le pulivo e le lucidavo con la mano e soffiavo via dalla loro superficie ghiacciata la neve residua. Le pozzanghere congelate furono in mio primo incontro con l’arte, la campagna era un vero e proprio museo all’aperto. Sotto lo strato sottile del ghiaccio trasparente delle pozzanghere scoprivo rami, foglie, fili d’er-ba, cortecce, sassolini, bolle d’acqua e d’aria, a volte piccoli insetti e persino una lucertola, un giorno trovai una pagina di un quaderno e provai a leggerne il contenuto. Mi piaceva pensare che il ghiaccio potesse fermare quelle immagini per l’eternità.Nel febbraio del 1987 decisi che dovevo prendere pieno possesso della mia vita, abbandonai ogni attività considerata produttiva e mi dedicai anima e corpo a scoprire la creatività che dormi-va in me. Passai circa tre anni a sperimentare materiali e tecniche, a leggere e a scrivere, a capire dove andare, che fare e perché. Nel 1990 visitando una stamperia di materie plastiche scopersi queste materie, duttili, colorate plasmabili, fu una vera e propria folgorazione, capii che il futuro era in quelle materie così infinitamente diverse e manipolabili. Le immagini delle pozzanghere congelate mi tornavano in mente, era un pensiero costante, fermare per sempre nel tempo le im-magini e le emozioni. Una mattina qualunque mentre provavo e riprovavo nuovi materiali trovai la soluzione a tutte le mie ricerche, una materia trasparente, una plastica simile al ghiaccio, un modo per ibernare immagini, forme, colori, la poesia, la vita. Nacquero così i primi FROZEN timidi e trasparenti. Oggi ho imparato a governare la materia, a capirla e a ottenerne risultati soddisfacenti, ho la coscienza di aver creato una nuova iconografia e una forma solo mia, unica e riconoscibile tra miliardi di altre forme. Ogni giorno nel mio studio scopro nuovi traguardi, vivo nuove avventure e sperimentazioni senza fine. Le materie e gli oggetti che mi interessano, le immagini e i volti delle persone che motivano la mia esistenza. Ho realizzato le opere di questa mostra grazie alla curiosità che mi stimola in ogni istante della giornata, i ricordi e le emozioni di quand’ero ragazzo, il rispetto sconfinato per la natura, l’amore platonico per Marilyn ma so-prattutto per quello reale e concreto per mia moglie Mariella, compagna della mia vita e ispira-trice costruttiva del mio lavoro.








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I SOGNI DEGLI ARTISTI

Gli artisti sognano e con le loro opere cercano di rendere concreti i propri sogni, gli artisti sono dei visionari, persone che vivono spesso lontani dalla realtà. Molti artisti hanno una lucidità vici-na a quella dei geni, basti pensare a Picasso o a Warhol, altri sono geniali nelle loro sfera creativa e catastrofici nella gestione delle loro vite. Molte vite degli artisti sono esistenze bruciate, segna-te dalle delusioni, dalle frustrazioni, dalle passioni, dai disastri amorosi, dalla droga, dall’alcol e dagli eccessi. Gli artisti non vogliono padroni e raramente quelli veri si piegano a regole e a imposizioni. Gli artisti non dovrebbero essere tormentati da questioni fiscali, non dovrebbero essere trattati come geometri o architetti, gli artisti veri sono un patrimonio dell’umanità, molte delle nostre città d’arte e molti di noi vivono ancora oggi e vivranno per sempre grazie alle opere che artisti del passato hanno realizzato per mecenati lungimiranti. Gli artisti devono sognare, de-vono creare e non dovrebbero scendere a compromessi con le miserie, la burocrazia e gli orpelli quotidiani. L’imbecillità dei politici e l’avidità di mercanti senza scrupoli hanno costretto artisti geniali a rinunciare ai propri sogni in nome della produzione, del bieco commercio e delle ga-belle fiscali. Molti artisti non sognano più e sono proni di fronte a un sistema che li rende schiavi di loro stessi e del proprio nichilismo.

MARILYN, PER NON FAR SPEGNERE I SOGNI

Ogni giorno è una lotta a non soccombere, la vita è dura e mi devo ingegnare a sopravvivere nella giungla delle scartoffie, nella sempre continua scoperta delle bassezze umane, nello sfor-zo costante a superare ostacoli, a raggiungere obiettivi, a non mandare tutti a quel paese, a non fuggire lontano dalle grane e dalle beghe, dalle meschinità di chi ti trovi di fronte in ogni minuto della giornata. Ma io personalmente ho inventato il mio modo di sognare, di catalizzare tutto il bene e il giusto della vita in un solo simbolo, di convogliare l’amore, la fedeltà, l’amicizia, le gioie, gli attimi degni di essere vissuti, l’aria fresca, il sole caldo, il mare azzurro, le montagne innevate, la voce di mia madre e il sorriso di un amico, l’affetto, la stima, il rispetto, le soddisfa-zioni di guardare un’opera che ti è riuscita bene. Ho concentrato tutto il positivo sull’immagine di Marilyn Monroe. Quando guardo una foto di Marilyn vedo il suo sorriso e la sua dolcezza a volte disarmanti, l’ingenuità del suo volto sempre tenero e dei suoi occhi sempre limpidi e puliti.

Omar Ronda






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Di tanto in tantofaccio delle rime

ma non prendetevelacon me.

All’inferno, so benissimoche non si vende;

quel che voglio direè quel che ho in testa.

Dipingere i piattidipingere i desideri

con i pensieriche volano via

prima che muoiae pensare

con l’inchiostro.

Marilyn Monroe






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16/A OMAR RONDAPortula (Bi) 11/09/1947




16/A

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Il mio involucro invecchiama io devo ancora nascere.

Marilyn Monroe

Trentacinque anni vissuticon un corpo estraneo

trentacinque annicon i capelli tintitrentacinque annicon un fantoccio.

Ma io non sono Marilynio sono Norma Jean Baker

perché la mia animavi fa orrore

come gli occhi delle ranesull’orlo dei fossi.

Marilyn Monroe






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Come sono belliquegli uccelli che volano.

Perché li uccidono?Un uccello non ha scampo

quando vola.E’ crudele uccidere chi

non ha scampo.

Marilyn Monroe

Del mondo antico e del mondo futuroera rimasta solo la bellezza, e tu,

povera sorellina minore,quella che corre dietro ai fratelli più grandi,

e ride e piange con loro, per imitarli,e si mette addosso le loro sciarpette,

tocca non vista i loro libri, i loro coltellini,tu sorellina più piccola,

quella bellezza l’avevi addosso umilmente,e la tua anima di figlia di piccola gente,

non hai mai saputo di averla,perché altrimenti non sarebbe stata bellezza.

Sparì, come un pulviscolo d’oro.Il mondo te l’ha insegnata.

Così la tua bellezza divenne sua.Dello stupido mondo anticoe del feroce mondo futuro

era rimasta una bellezza che non si vergognavadi alludere ai piccoli seni di sorellina,al piccolo ventre così facilmente nudo.

E per questo era bellezza, la stessache hanno le dolci mendicanti di colore,

le zingare, le figlie dei commerciantivincitrici dei concorsi a Miami o a Roma.

Sparì, come una colombella d’oro.Il mondo te l’ha insegnato,

e così la tua bellezza non fu più bellezza.Ma tu continuavi ad essere bambina,

sciocca come l’antichità, crudele come il futuro,e fra te e la tua bellezza posseduta dal potere

si mise tutta la stupidità e la crudeltà del presentete la portavi sempre dietro come un sorriso tra le lacrime

impudica per passività, indecente per obbedienza.Sparì come una bianca ombra d’oro

la tua bellezza sopravvissuta del mondo antico,richiesta dal mondo futuro, posseduta

dal mondo presente, divenne così un male.Ora i fratelli maggiori finalmente si voltano,

smettono per un momento i loro maledetti giochi,escono dalla loro inesorabile distrazione,e si chiedono: “ E’ possibile che Marilyn,

la piccola Marilyn ci abbia indicato la strada ? “Ora sei tu, la prima, tu la sorella più piccola, quella

che non conta nulla, poverina, col suo sorriso,sei tu la prima oltre le porte del mondoabbandonato al suo destino di morte.

Pierpaolo Pasolini

STAMPATipografica Derthona - Tortona (Al)

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