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NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE PENSIONATI DELL’ISTITUTO BANCARIO ITALIANO NOTIZIE DI SEGRETERIA Invitiamo coloro che ancora non lo avessero fatto a voler provvedere, per esigenze contabili, al rinnovo delle quote associative per il 2014. Per l’anno 2014 le stesse sono rimaste invariate: € 25,00 per i Soci pensionati ed esodati, € 20,00 per coniugi o figli, € 25,00 per gli ex I.B.I. tuttora in servizio. I versamenti effettuati tempestivamente consentono di meglio programmare l’attività sociale centrale e delle singole Sezioni. Le quote possono essere versate direttamente presso i rispettivi Capi Sezione o attraverso bonifico bancario, indicando nella causale il cognome e nome del versante, per consentirne l’abbinamento. I bonifici bancari possono essere appoggiati sul c/c che l’Associazione intrattiene presso la Cassa dei Risparmi di Milano e della Lombardia (ora Banca di Imola) – Milano IBAN: IT63 Y050 8001 600C C046 0001 375 (che non percepisce dalla Associazione alcuna spesa) o presso Intesa Sanpaolo spa IBAN: IT22 S030 6901 6161 0000 0007 115. Quote maggiorate son ben gradite per le nostre esigenze finanziarie. NOTIZIE DI REDAZIONE !!!!!!ATTENZIONE!!!!!! APIBI NOTIZIE PER VIA TELEMATICA Ci farai risparmiare e riceverai prima il giornale inviando il tuo indirizzo e-mail al segretario: [email protected] È attivo il sito web della nostra Associazione. Vi invitiamo a visitarlo e a segnalarci eventuali proposte e/o osservazioni. Il link è: www.apibi.it NOTIZIE DALLE SEZIONI MILANO. Una Santa Messa di suffragio per tutti i nostri cari defunti, verrà celebrata lunedì 3 novembre 2014 alle ore 18 nella Chiesa di S. Tomaso in Via Broletto 29 a Milano. Numerosi i mezzi pubblici per raggiungere la Chiesa, siamo quindi sicuri della massima partecipazione. Associazione Pensionati ISTITUTO BANCARIO ITALIANO APIBI La Vostra Voce n. 3/14 - settembre 2014

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NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE PENSIONATI DELL’ISTITU TO BANCARIO ITALIANO

NOTIZIE DI SEGRETERIA

Invitiamo coloro che ancora non lo avessero fatto a voler provvedere, per esigenze contabili, al rinnovo delle quote associative per il 2014. Per l’anno 2014 le stesse sono rimaste invariate : € 25,00 per i Soci pensionati ed esodati, € 20,00 per coniugi o figli, € 25,00 per gli ex I.B.I. tuttora in servizio. I versamenti effettuati tempestivamente consentono di meglio programmare l’attività sociale centrale e delle singole Sezioni. Le quote possono essere versate direttamente presso i rispettivi Capi Sezione o attraverso bonifico bancario, indicando nella causale il cognome e nome del versante, per consentirne l’abbinamento. I bonifici bancari possono essere appoggiati sul c/c che l’Associazione intrattiene presso la Cassa dei Risparmi di Milano e della Lombardia (ora Banca di Imola) – Milano IBAN: IT63 Y050 8001 600C C046 0001 375 (che non percepisce dalla Associazione alcuna spesa) o presso Intesa Sanpaolo spa IBAN : IT22 S030 6901 6161 0000 0007 115. Quote maggiorate son ben gradite per le nostre esigenze finanziarie.

NOTIZIE DI REDAZIONE

!!!!!!ATTENZIONE!!!!!! APIBI NOTIZIE PER VIA TELEMATICA

Ci farai risparmiare e riceverai prima il giornale inviando il tuo indirizzo e-mail al segretario: [email protected]

È attivo il sito web della nostra Associazione. Vi invitiamo a visitarlo e a segnalarci eventuali proposte e/o osservazioni. Il link è: www.apibi.it

NOTIZIE DALLE SEZIONI MILANO. Una Santa Messa di suffragio per tutti i nostri cari defunti, verrà celebrata lunedì 3 novembre 2014 alle ore 18 nella Chiesa di S. Tomaso in Via Broletto 29 a Milano. Numerosi i mezzi pubblici per raggiungere la Chiesa , siamo quindi sicuri della massima partecipazione.

Associazione Pensionati

ISTITUTO BANCARIO ITALIANO

APIBI La Vostra Voce n. 3/14 - settembre 2014

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Come negli anni passati a Milano è stato rinnovato l’abbonamento ai Concerti per la Stagione 2014/2015 che si terranno a partire dal 9 ottobre presso la Sala Verdi del Conservatorio di Milano alle ore 21. Seguirà informativa dettagliata. E’ stata programmata una visita guidata alla Mostra Marc Chagall – una retrospettiva 1908-1985 per il 14/11/2014 alle ore 14,50. La visita durerà 75 minuti. Seguirà locandina con i dettagli.

BENVENUTO AI NUOVI SOCI Milano: Venditto Antonio, Aguzzi Orsola

EVENTI LIETI

Siamo lieti di poter annunciare che il 14 agosto 2014 nella chiesa di San Quirico e Giulitta in Villa Minozzo sono state celebrate le nozze di Diamante (60° anniversario) di Fornaroli Emanuele e Ermellina Fiocchi, ai quali è stata donata una pergamena per tale ricorrenza, qui allegata, firmata dal santo Padre, Papa Francesco . Nel complimentarci e augurare loro tanta salute e felicità penso e spero, ... chissà se anche noi ci arriveremo … ????

UN SALUTO E UN RICORDO Con tristezza segnaliamo la scomparsa dei nostri Soci: MELZI Francesco e MARIUCCI Walfredo della sezione di Milano Ai famigliari le più sentite condoglianze da parte della redazione di “APIBI – Notizie”.

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I vostri scritti

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Il faudal (per chi non lo sapesse è il nome in piemontese del grembiule)

Storia del grembiule di Renato CORIANO

Ti ricordi del grembiule di tua nonna? Il primo scopo del grembiule delle nonne era di proteggere i vestiti sotto ma inoltre serviva da guanto per ritirare la padella bruciante dal forno. Era meraviglioso per asciugare le lacrime dei bambini e in certe occasioni per pulire le loro faccine sporche. Dal pollaio il grembiule serviva a trasportare le uova e talvolta i pulcini. Quando i visitatori arrivavano il grembiule serviva a proteggere i bambini timidi. Quando faceva freddo la nonna se ne imbacuccava le braccia. Questo buon vecchio grembiule faceva da soffietto, agitato sopra il fuoco a legna. È lui che trasportava le patate e la legna secca in cucina. Dall’orto esso serviva da paniere per molti ortaggi: dopo che i piselli erano stati raccolti era il turno dei cavoli. A fine stagione esso era utilizzato per raccogliere le mele cadute dell’albero. Quando dei visitatori arrivavano in modo improvviso era sorprendente vedere la rapidità con cui questo vecchio grembiule poteva dar giù la polvere. All’ora di servire i pasti la nonna andava sulla scala ad agitare il suo grembiule e gli uomini nei campi sapevano all’istante che dovevano andare a tavola. La nonna l’utilizzava anche per posare la torta di mele appena uscita dal forno sul davanzale a raffreddare: ai nostri giorni sua nipote la mette là per scongelarla. Occorrerà un bel po’ d’anni prima che qualche invenzione o qualche oggetto possa rimpiazzare questo vecchio buon grembiule. In ricordo di queste nostre nonne inviate questa storia a quelli che sanno ed a quelli che potranno apprezzare la “Storia del grembiule della nonna”!!

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RECENSIONI di Federica Zucconi

Sitchin Zecharia. Spedizioni nell'altro passato. I viaggi delle cronache terrestri. Piemme 11 euro Se i miti e le storie di antiche culture lontane tra loro nel tempo e nello spazio mostrano sconvolgenti similitudini, è perché non si tratta affatto di creazioni fantastiche, ma della confusa memoria di fatti realmente accaduti. Zecharia Sitchin ne è certo: le saghe degli antichi Greci e quelle del popolo di Israele, i racconti dei Sumeri e quelli della Mesoamerica, le leggende degli Egizi e quelle del Libano, riverberano fino a noi la storia dei primi viaggiatori che sbarcarono sulla

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Terra e delle loro guide. Da Creta alla valle del Sinai, da Giza al Messico, da Istanbul alla Siria e alla Giordania, le spedizioni del professor Sitchin ci guidano fino al cuore del nostro passato più remoto. Piccolo Francesco. Il desiderio di essere come tutt i. Einaudi 18 euro I funerali di Berlinguer e la scoperta del piacere di perdere, il rapimento Moro e il tradimento del padre, il coraggio intellettuale di Parise e il primo amore che muore il giorno di San Valentino, il discorso con cui Bertinotti cancellò il governo Prodi e la resa definitiva al gene della superficialità, la vita quotidiana durante i vent'anni di Berlusconi al potere, una frase di Craxi e un racconto di Carver... Se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo all'indietro la strada è ben segnalata, una scia di intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli: il filo dei nostri giorni. Francesco Piccolo ha scritto un libro che è insieme il romanzo della sinistra italiana e un racconto di formazione individuale e collettiva: sarà impossibile non rispecchiarsi in queste pagine (per affinità o per opposizione), rileggendo parole e cose, rivelazioni e scacchi della nostra storia personale, e ricordando a ogni pagina che tutto ci riguarda. "Un'epoca - quella in cui si vive - non si respinge, si può soltanto accoglierla". Francesco Pecoraro, La vita in tempo di pace, Ponte alle Grazie euro 16,80 L'ingegner Ivo Brandani è sempre vissuto in tempo di pace. Quando il libro comincia, il 29 maggio 2015, Ivo ha sessantanove anni, è disilluso, arrabbiato, morbosamente attaccato alla vita. Lavora per conto di una multinazionale a un progetto segreto e sconcertante, la ricostruzione in materiali sintetici della barriera corallina del Mar Rosso: quella vera sta morendo per l'inquinamento atmosferico. Nel limbo sognante di un viaggio di ritorno dall'Egitto, si ricompongono a ritroso le varie fasi della sua esistenza di piccolo borghese: la decadenza profonda degli anni Duemila, i soprusi e le ipocrisie di un Paese travolto dal servilismo e dalla burocrazia, il sogno illusorio di un luogo incontaminato e incorruttibile, l'Egeo. E poi, ancora indietro nel tempo, le lotte studentesche degli anni Sessanta, la scoperta dell'amore e del sesso, fino ad arrivare al mondo barbarico del dopoguerra, in cui Brandani ha vissuto gli incubi e le sfide della prima infanzia. Chirurgico e torrenziale, divagante e avvincente, "La vita in tempo di pace" racconta, dal punto di vista di un antieroe lucidissimo, la storia del nostro Paese e le contraddizioni della nostra borghesia: le debolezze, le aspirazioni, gli slanci e le sporcizie, quel che ci illudevamo di essere e quel che alla fine, nostro malgrado, siamo diventati.

< §§§§§§§§§§ > UNA ROSA

di Adriano Schivalocchi

Una rosa di un giardino s’era inchinata al mio passare. Stupito mi fermai ed ella a tratti tutta si schiuse dolcemente come volesse narrarmi il segreto di sua vita.

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Io, Bartaliano … (e Coppiano)

L’atleta Bartali mi aveva sempre colpito per quella tenacia fisica e fortezza d’animo, che lo portava a gareggiare e molte volte a primeggiare, sia con importanti colleghi stranieri del ciclismo che con gli italiani ormai “anziani”, grandi miti che stavano svanendo al suo arrivare (Binda, Guerra, Olmo, Leoni e tanti altri) e nuovi che arrivavano alla ribalta durante e dopo la guerra - basta uno per tutti - tal Fausto Coppi, rispettato rivale in sella, rispettato amico e avversario (politico) nella vita. Recentemente, a fine luglio, è stata riproposta in TV la storia della sua vita sui pedali e giù da questi. Anche per me è stato sorprendente scoprire alcuni aspetti inediti o sottaciuti che gli erano accaduti, oppure altri “travisati”, come la vicenda del passaggio della borraccia tra lui e Coppi. La simpatia, quella vera, per Bartali nasce un po’ per caso, ma decisamente, quando da piccolino al mare cominciai a giocare a “biglie” con gli amici sulle piste di sabbia. Le biglie, se ricordate, erano quelle palline di plastica, più o meno grandi, che si lanciavano con l’indice (o il medio) trattenuto dal pollice e che poi veniva fatto scattare per imprimere la forza necessaria. Quando si iniziava una gara, le biglie dovevano essere tutte della stessa dimensione, perché altrimenti qualcuno restava favorito. La biglia aveva una metà sferica colorata, l’altra metà era trasparente, ma spesso diventava opaca per l’uso e l’incocciare in qualcosa di resistente come una pietra o altre biglie. All’interno, visibile dall’esterno, si scorgeva la foto del ciclista col suo cognome (perché non tutti riuscivano a riconoscere bene le foto, specie noi bambini). Le biglie non si potevano aprire, e, pur resistenti, potevano solo rompersi: allora, a chi gli capitava, finito il gioco! Due o più partecipanti non potevano giocare con lo stesso ciclista/biglia, per cui ogni bambino aveva una serie di nomi diversi da proporre ogni volta, e quindi una buona dose di biglie di riserva da portare sulla pista. Raramente venivano ammessi dal capo-pista ciclisti uguali ma con biglie di colore diverso. Anch’io naturalmente avevo la mia scorta. E la prima volta che giocai proposi alcuni nomi che andavano per la maggiore in quel momento, ma i bambini più grandi li avevano già tutti accaparrati – “sic”, “ubi maior minor cessat” o meglio “non passat”-. Guardai gli ultimi rimasti nel sacchettino e vidi tra lo sparuto gruppo il nome che mi aveva avvinto per le sue gesta compiute anche in età non più giovanile – e un anno di differenza nello sport, molte volte conta! -.

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Propongo quindi Bartali senza indugio: <<Va bene?>>. <<Sì.>> (sogghigno del capo-pista, nonché arbitro senza licenza: Carneade, pardon, Bartali, chi era costui?). Partiamo! Grande sforzo e precisione per lanciare le biglie. L’abbiamo detto: un anno di differenza conta, figuriamoci quando in questo “sport” hai davanti gente con tre - quattro anni in più, più esperti, più forti, più tutto. Beh, grande battaglia e alla fine finisco secondo! Secondo? Impossibile, io? Non può essere, forti come sono loro, sarà un caso! Io secondo a un pelo dal primo, per una curva presa male, o meglio, che si era “scassata” (spiego: si era in parte frantumata e alterata) e non avevano voluto sistemarla prima che io tirassi (anzi fu fatto solo dopo di me, per vedere se c’era qualcuno che riusciva a superarmi. Eh già, che ti aspetti, non si può far vincere un principiante!). Però, Bartali! Sei proprio una forza della natura, porti buono: non ti cambio – ora si dice “squadra che vince non si cambia”, ma non è poi vero sempre -. L’indomani altra pista nuova, la vecchia se l’era portata via chissà dove la marea. Meno male, almeno non c’è più quella curva maledetta. In effetti, c’erano tante piste da gioco lungo tutta la spiaggia ed i vari stabilimenti balneari, ma posso parlare solo di quella in cui giocavo io. Il tempo era perfetto allora, non come adesso che non sai mai se vai in spiaggia col cappotto. Nuova gara. <<E tu, sempre Bartali?>> Io: <<Lui, sempre lui, fortissimamente lui>> (avevo parodiato l’Alfieri e non lo sapevo), e tra l’altro non so cosa ho detto al posto di “fortissimamente”, piccolo quale ero. Partenza. Durissima, più dura di ieri, ma alla fine lui, il mio ormai “intramontabile” BARTALI arriva davanti a tutti (l’ho scritto maiuscolo perché per la prima volta è arrivato davvero primo, ieri invece ci hanno fregato). E con buona distanza dal secondo. E vai!!!! Il connubio “Schivalocchi – BARTALI” o meglio “BARTALI – Schivalocchi” (è giusto che sia così: per primo chi corre, dopo chi lancia, e in effetti il lanciatore-vincitore veniva poi identificato molte volte col nome del corridore) diventa un mito da battere. E no cari miei, quell’anno lì e pure i successivi non ce n’è per nessuno su quella pista. Bartali è sempre lì, sempre molto dura, sempre battaglie strenue – come nella sua vera vita -, ma primo, a far ricordare il suo nome B-A-R-T-A-L-I ai miei amici estivi. E il premio? Sempre un bel “fico secco”. Magari! Almeno vincevi davvero qualcosa. No, raramente l’unico premio era vincere una biglia degli avversari, una di quelle che i perdenti davano di malavoglia al vincitore perché così si riduceva la riserva, non perché avevano perso, quello poteva starci, oggi a me domani a te … . Però un grande vantaggio c’era sicuramente per chi vinceva: poteva decidere, nella partita seguente, se tenere quel corridore che aveva vinto o cambiare biglia e quindi ciclista, così gli altri dovevano adattarsi. Successivamente io cambio pure le spiagge coi miei genitori, giro l’Italia con le mie biglie, cambiano un po’ le regole di gioco che trovo, ma a parte le prime due gare di prova per inserimento e di adattamento è sempre lui, anzi LUI, BARTALI, che vince e mi convince sempre, sempre per il solito bel premio, niente o quasi, anche se l’impegno che mettevamo ogni volta tutti noi bambini era come quello delle gare ufficiali coi ricchi premi. Ma la vittoria più GRANDE (maiuscolo) è stata quella volta (l’unica) che giocai con due biglie a testa. Io non volevo mai partecipare quando si giocava, raramente, con due biglie, eh già, mica avevo due Bartali uguali! Ma quella volta tentai, dovetti esercitarmi non poco con l’altra biglia, e chi la usava mai quella? In effetti però un vantaggio io l’avevo già: uno dei miei giochi preferiti a casa era la gimkana tra i mobili coi “tollini”, cioè i tappi di metallo

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di vari colori delle bottiglie di vetro delle bibite. Eh sì, che allenamento! Non la stessa cosa, ma quasi, molto simile e utile. Stavolta una regola in più. Le due biglie per singolo concorrente dovevano arrivare entrambe al traguardo e si sommavano le due posizioni. Se una tua biglia usciva di pista, perdevi anche l’altra biglia: eliminato. Difficilissimo! E quindi non potevi rischiare nemmeno con la seconda biglia, che molti come me non conoscevano bene, non sapevano come reagiva in curva – eh sì ogni biglia ha il proprio “bilanciamento”, da studiare di volta in volta -. Si parte. Attento qui, occhio là. Bene! Bartali è arrivato, sempre primo, non poteva essere diversamente, però solo di poco al di là del traguardo: percorso difficilissimo, specie all’arrivo. Ora c’è quell’amico milanese che mi attacca, tira: la sua prima biglia passa davanti alla mia, prima per poco. Peccato, divento secondo con il mio Bartali, strano. Tocca agli altri giocatori, male tutti. Ora tocca alla mia seconda biglia. Tiro: è terza, a un nonnulla da Bartali (secondo, “sic”)! E vai! Ora tocca al milanese. Se la sua seconda biglia mi supera al traguardo e mi ruba il secondo o il terzo posto vince lui, ma se arriva quarta dobbiamo andare allo spareggio. Chissà che regole tireranno fuori per gli spareggi. Non l’hanno neanche previsto, tanto sanno che il percorso è micidiale e, come detto, le seconde biglie le conoscono in pochi. La battaglia è solo tra me e lui. Te lo ripeto: tira adagio, fratello milanese, qui è insidioso, al massimo spareggiamo, tipo calci di rigore o monetina. E va beh, non ascoltarmi, ben ti sta: fuori! Hai perso anche il primo posto (davanti al mio Bartali, mi sembrava così strano). STRA-VITTORIA. Mio il primo e secondo posto senza possibilità per gli altri concorrenti. Primo lo sappiamo, è BARTALI (sempre maiuscolo, ma stavolta hai rischiato Ginetto) e secondo: COPPI (va beh, maiuscolo pure lui, ma sì, e poi mi piaceva anche lui, un altro Bartali che non si tira indietro, ma differente in stile e storia personale … ). Abbiamo vinto, anzi stravinto, surclassato, insieme siamo i più forti. Insieme sì, stavolta … ma che stress! Però, da adesso il mio Bartali torna a correre da solo! Basta rischiare così. Purtroppo, col tempo, come tutti i giochi vengono accantonati perché arrivano altri giochi, anche le biglie persero man mano il loro mordente nei giochi di spiaggia e anche perché “devi studiare” – ma perché i genitori si ostinano sempre a far studiare i vari “campioni”? Boh! -. E le biglie, o quel che ne rimaneva dopo tutte le battaglie, dimenticate in qualche cassetto, finirono chissà dove – chissà se mai le rivedrò! -. Anche LUI purtroppo, il mio GINETTACCIO, e l’altro, Coppi, un grande atleta anche lui, un grande curriculum, ma con me solo secondo, a un soffio… P.S.1. Avrei voluto chiamarlo, ma con rispetto, solo BART , tanto le ALI ai piedi e alle gambe ce le aveva già.

Grande, grandissimo, INTRAMONTABILE .

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P.S.2. Eureka! Rovista qui rovista là, ho ritrovato alcune biglie (ormai irriconoscibili). Però manca LUI. E Coppi. Peccato… (sic transit gloria mundi)

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Piacevoli, strani ricordi di Liliana Dal Gobbo

Nell’ultimo anno di lavoro in Intesa fummo convocati per una riunione in una stupenda sala all’ultimo piano del Palazzo delle Colonne in via Verdi. Rimasi colpita oltre che dagli affreschi, il cui autore allora non conoscevo, dal fatto che la sala si affacciasse sul tetto

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giardino con splendide rose profumate. Da lì si poteva ammirare una fetta del Duomo con la Madonnina. La sala incuteva un certo timore per cui in quel momento non mi curai degli affreschi perché preoccupata dallo scopo dell’incontro che era ai più sconosciuto. Dopo qualche anno una cara amica, Nicoletta Colombo, critica d’arte, che molti di voi hanno conosciuto alla visita guidata alla Mostra sull’800 a Novi Ligure, mi disse di essere stata chiamata da Cariplo per scrivere un catalogo su alcune opere patrimonio della Banca. Ebbene in quel catalogo, compilato da Nicoletta Colombo, ho trovato la risposta ai miei ricordi. Il “Bollettino d’informazioni” nel 1941 parla di un << magnifico salone coperto da una cupola, rivestita di splendidi mosaici disegnati da Achille Funi: una delle parti più artistiche del Palazzo, sia per le finiture e le opere d’arte in essa raccolte […], sia per la magnifica visione panoramica che da quest’altezza si gode sulla città. Le pareti, rivestite in marmo verde, sono osservate dallo splendido soffitto composto dal laboratorio di Giuseppe Salietti capace di far brillare i colori e le figure su fondo oro degli antichi mosaici ravennati. Anche il pavimento è di gran pregio, formato da una trama di marmi colorati che assumono l’aspetto di varie figure geometriche. >>. Chi era Achille Funi? Ferrarese di nascita ma milanese di adozione (1890 – 1972) fu fondatore, insieme a Sironi e ad altri 5 pittori, del nucleo originario del ‘900 milanese ampliatosi poi in Novecento italiano. Aveva firmato con Sironi, Campigli e Carrà il “Manifesto della pittura murale” nel 1933. Era di stampo classico per sostanza e cultura ma aperto al dialogo con la modernità. Negli anni giovanili aveva partecipato a Futurismo nella sua declinazione più mitigata. Sono tornata in quella sala due o tre anni fa in occasione della Giornata del FAI. Ho ricordato con una certa nostalgia quel giorno lontano in cui ebbi l’occasione di vedere la Sala per la prima volta ma non vi ho detto come poi andò a finire. C’era stato un errore di comunicazione: la riunione non avrebbe dovuto svolgersi lì ma in una sala molto più modesta con nessuna vista sul Duomo e nessun soffitto affrescato. Pazienza. Con i miei colleghi mi recai nella nuova sede stabilita ma per lo meno avevo avuto l’opportunità di ammirare un luogo d’arte veramente eccezionale. Se nelle prossime giornate del FAI è prevista una visita guidata al Palazzo delle Colonne Cariplo, vi consiglio di non lasciarvela sfuggire.

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Pierino PIERINO E LA LUMACA.

- Ciao Pierino, che bella lumaca al guinzaglio che hai. - Eh, ne avevo una più bella ma mi è scappata …

PIERINO E LA LUNA. - Signora maestra, è vero che ogni mese c’è la luna nuova? - Certo, Pierino. - E quella vecchia dove la buttano?

PIERINO E I PESCI. - Papà, perché i pesci sono muti? - Pierino … prova tu a parlare con l’acqua in bocca.

PIERINO A SCUOLA. - Pierino com’è andato il tuo primo giorno a scuola? - Bene. Ho scritto sul quaderno.

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- Cosa hai scritto? - Che ne so. Non so leggere …

PIERINO AL TELEFONO. - Pronto? Casa Cavalli? - No. Qui è casa Vacca. - Mi scusi. Ho sbagliato stalla.

Indovina…

… Come si chiama il figlio di Alì Babà? Alì Bebè. … Cosa fa una pulce che racconta una bugia? Le cresce il naso e diventa Pidocchio.

Elemento donna

Elemento chimico: Donna Simbolo: Dn Scopritore: Adamo Massa Atomica: accettata sui 53.6 Kg, può variare dai 40 ai 200 Kg. Occorrenze: si trova in abbondanza in tutte le aree temperate. Proprietà Fisiche: a) La superficie è usualmente ricoperta da una pellicola colorata. b) Si surriscalda per nulla, e diventa gelida senza nessuna ragione conosciuta. c) Si scioglie se sottoposta a particolari attenzioni. d) Diviene amara se non utilizzata correttamente. e) Si trova in natura in vari stati, da quello puro a quello grezzo. f) Diviene malleabile se si applica una pressione nei punti giusti. Proprietà Chimiche: a) Stringe legami di tipo forte con Oro, Argento e una vasta gamma di pietre preziose. b) Assorbe una grande quantità di sostanze costose. c) Può esplodere spontaneamente senza ragione o avviso preventivo. d) Anche se insolubile nei liquidi, la sua attività aumenta considerevolmente se saturata con alcool. e) Ha un grande potere moneta-riducente. Usi Comuni: a) Usata moltissimo come ornamento, specialmente nelle macchine sportive. b) Può essere di grande aiuto per rilassarsi. Esame Spettrografico: a) Possono trovarsi in natura con una colorazione che va dal rosato al giallo paglierino al marrone scuro. b) Qualunque sia il suo colore originale, diventa verde se accostata a soggetti migliori del suo stesso elemento. Potenziali Pericoli: a) Può essere dannosa, eccetto che in mani esperte. b) E' illegale possederne più di un esemplare; con difficoltà, è possibile tenerne più di una, a patto che si trovino in luoghi differenti e che non possano venire in contatto tra di loro.

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Ricordi …

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Arrivederci al prossimo numero!