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1 ASSISTENZA AL PAZIENTE CON PATOLOGIA MENTALE DOTT.SSA PAOLA MOSCA LA PERSONA MENTALMENTE SANA HA: EFFICIENTE PERCEZIONE DELLA REALTA’ Saper interpretare la realtà circostante Saper valutare le proprie reazioni Non fraintendere le persone Non sfuggire davanti hai compiti difficili CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO Essere fiduciosi nelle proprie capacità di controllarsi (pulsioni aggressive e sessuali) Conformarsi volontariamente alle norme sociali AUTOSTIMA ED ACCETTAZIONE Sentirsi a proprio agio tra gli altri Essere spontanei nelle situazioni CAPACITA’ DI INSTAURARE LEGAMI AFFETTIVI costruire e mantenere legami affettivi essere sensibili ai sentimenti altrui PRODUTTIVITA’. Entusiasmo della vita Operosità in abilità produttive Nessuna fatica per le richieste quotidiane I CRITERI CHE IDENTIFICANO UN COMPORTAMENTO ANORMALE SONO: DEVIAZIONE DALLE NORME STATISTICHE DEVIAZIONE DALLE NORME SOCIALI COMPORTAMENTO NON ADATTIVO (quando ha effetti nocivi sull’individuo) ANGOSCIA PERSONALE (considera l’anormalità in termini soggettivi di angoscia dell’individuo) NESSUNA DI QUESTE DEFINIZIONI CONSIDERATE ISOLATAMENTE FORNISCE UNA DESCRIZIONE ESAUSTIVA O QUANTOMENO SODDISFACENTE DI COMPORTAMENTO ANORMALE. QUANDO, DUNQUE, POSSIAMO PARLARE DI SALUTE MENTALE E QUANDO DI MALATTIA MENTALE?

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ASSISTENZA AL PAZIENTE CON PATOLOGIA MENTALE

DOTT.SSA PAOLA MOSCA

LA PERSONA MENTALMENTE SANA HA:

EFFICIENTE PERCEZIONE DELLA REALTA’

Saper interpretare la realtà circostante

Saper valutare le proprie reazioni

Non fraintendere le persone

Non sfuggire davanti hai compiti difficili

CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO

Essere fiduciosi nelle proprie capacità di

controllarsi (pulsioni aggressive e sessuali)

Conformarsi volontariamente alle norme sociali

AUTOSTIMA ED ACCETTAZIONE

Sentirsi a proprio agio tra gli altri

Essere spontanei nelle situazioni

CAPACITA’ DI INSTAURARE LEGAMI AFFETTIVI

costruire e mantenere legami affettivi

essere sensibili ai sentimenti altrui

PRODUTTIVITA’.

Entusiasmo della vita

Operosità in abilità produttive

Nessuna fatica per le richieste quotidiane

I CRITERI CHE IDENTIFICANO UN COMPORTAMENTO ANORMALE SONO:

DEVIAZIONE DALLE NORME STATISTICHE

DEVIAZIONE DALLE NORME SOCIALI

COMPORTAMENTO NON ADATTIVO (quando ha effetti nocivi sull’individuo)

ANGOSCIA PERSONALE (considera l’anormalità in termini soggettivi di angoscia dell’individuo)

NESSUNA DI QUESTE DEFINIZIONI CONSIDERATE ISOLATAMENTE FORNISCE UNA DESCRIZIONE

ESAUSTIVA O QUANTOMENO SODDISFACENTE DI COMPORTAMENTO ANORMALE.

QUANDO, DUNQUE, POSSIAMO PARLARE DI SALUTE MENTALE E QUANDO DI MALATTIA MENTALE?

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LA SALUTE MENTALE E’ LA CAPACITA’ DELL’INDIVIDUO DI:

stabilire soddisfacenti e mature relazioni

partecipare alle modificazioni dell’ ambiente

risolvere i propri conflitti

addattarsi elasticamente alle situazioni rendendo sopportabili le frustrazioni della vita

avere una buona immagine di se’

IN BASE ALL’EVENTUALE PRESENZA DI UNO O PIU’ SEGNI O SINTOMI, POSSIAMO FARE UNA

DISTINZIONE TRA:

PERSONE MALATE: quando presentano in modo persistente sintomi o comportamenti che rientrano nelle classiche

categorie di diagnosi.

PERSONE SANE:

con una vera salute mentale

senza una vera malattia mentale (con stato psichico precario)

CLASSIFICAZIONE DEI DISTURBI MENTALI:

PSICOSI:

Alterazione della personalità;

Frattura con la realtà

adattamento sociale compromesso

IN PASSATO

NEVROSI:

Personalità non compromessa

Rapporto con la realtà mantenuto

Conflittualità interna ed esterna

DAL 1994 IL DSM-IV CLASSIFICA I DISTURBI IN:

d. schizofrenici

d. dell’umore (depressione e mania)

d. della personalita’

d. da abuso e dipendenza da sostanze

d. del comportamento

d. dell’ ansia

d. delirante (paranoide, di gelosia, erotico, di grandiosità, mistico)

altri

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MALATTIA MENTALE

UNO SGUARDO AL PASSATO

ANTICHI

CINESI EGIZIANI EBREI

LA PERSONA CON DISTURBO MENTALE ERA POSSEDUTA DA SPIRITI MALIGNI

RIMEDI:

I fase: preghiera, incantesimo, magia, purganti

II fase: flagellazione, privazione di cibo, abbondante sanguinamento

IPPOCRATE ( V sec. a. C.)

RIGETTA LA DEMONOLOGIA

LA MALATTIA MENTALE E’ UN FENOMENO NATURALE, CON LA ROTTURA DELL’EQUILIBRIO TRA I

LIQUIDI CORPOREI

RIMEDI

piacevoli: bagni calmanti, massaggi, dieta appropriata

non piacevoli: salassi, purganti, limitazioni meccaniche

questa visione progressista si arresto’ nel medioevo con il ritorno di primitive superstizioni e convinzioni demoniache.

i malati venivano curati con:

pratiche di tortura

digiuni forzati

percosse

condanne a morte

LEGGE N. 36 DEL 1904

“ LEGGE SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI. DISPOSIZIONE SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI.

CUSTODIA E CURA

istituiva l’ospedale psichiatrico

prevedeva il ricovero obbligatorio solo per i matti pericolosi

la legge fu immediatamente contestata perche’:

provvedimento di polizia

inadeguata

trasformava l’ospedale in carcere

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prevedeva l’internamento temporaneo o definitivo

NELLA SECONDA META’ DEL NOVECENTO INIZIO’ A SVILUPPARSI UN ATTEGGIAMENTO

TERAPEUTICO GRAZIE A:

MALARIOTERAPIA

INSULINOTERAPIA

1) TERAPIE BIOLOGICHE E FARMACOLOGICHE ELETTROSHOCK

LITIO CARBONATO

ANTIDEPRESSIVI

2) CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE, PSICOANALISI, SCIENZE PSICOSOCIALI

LEGGE N. 431 DEL 1969

“PROVVIDENZE PER L’ASSISTENZA PSICHIATRICA”

abolizione iscrizione al casellario giudiziario

ricovero volontario

istituzione dei “centri d’igiene mentale (cim)

LEGGE DI RIFORMA PSICHIATRICA N. 180 DEL 1978

“ACCERTAMENTI E TRATTAMENTI SANITARI VOLONTARI E OBBLIGATORI”

abolizione del ricovero coatto per pericolosita’ e pubblico scandalo

istituzione dei ”servizi psichiatrici di diagnosi e cura” (spdc) per il ricovero

divieto di ricovero negli ospedali psichiatrici

passaggio della gestione al servizio sanitario nazionale (ssn)

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ACCERTAMENTI E TRATTAMENTI SANITARI

di norma volontari, quando si realizzano con il consenso della persona

obbligatori , riguardano l’intero ambito medico e non solo l’area psichiatrica

ESISTONO TRE FORME D’INTERVENTO:

ASO (accertamento sanitario obbligatorio): si effettua quando una persona si rifiuta di sottoporsi ad un controllo

medico; l’accertamento viene proposto da uno psichiatra con l’indicazione delle motivazioni del provvedimento e il

luogo dell’effettuazione (spdc,csm,dsb);una copia viene inviata al sindaco che ne emana l’ordinanza: solo a questo

punto l’aso puo’ essere realizzato

TSO EXTRAOSPEDALIERO O A DOMICILIO: si effettua su proposta di un medico che ne indica i motovi e la

durata; permette all’equipe assistenziale di seguire il paziente a domicilio

è l’ultima forma di ricovero coercitivo

esistente nel nostro paese

TSO OSPEDALIERO restrizione temporanea della libertà di un cittadino

evento straordinario

IL TSO SI REALIZZA IN PRESENZA DELLE SEGUENTI CONDIZIONI:

esistenza di alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi

rifiuto del paziente a curarsi

impossibilita’ ad effettuare trattamenti extraospedalieri

PROCEDURA PER L’EFFETTUAZIONE DEL TSO

I passo: proposta di un medico

II passo: convalida da parte di un medico del servizio sanitario nazionale

III passo: invio di entrambi i certificati al sindaco del comune dove viene effettuato il tso

IL SINDACO:

1) emette la ordinanza

2) notifica entro 48 ore al giudice tutelare (che verifica le motivazioni e vigila sui diritti del malato)

DURATA DEL TSO

il tso ha una durata temporale di sette giorni

al termine puo’ essere cessato o prorogato se il medico lo ritiene necessario

in entrambi i casi i certificati vanno inviati al sindaco (che emette l’ordinanza di proroga di tso) e al giudice

tutelare

il tso puo’ anche cessare prima dei sette giorni e trasformarsi in ricovero volontario

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DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE

venne istituito nel 1994 con il progetto

OBIETTIVO 1994/96 “TUTELA DELLA SALUTE MENTALE”

esso e’ la risposta istituzionale al problema psichico

e’ l’organizzazione assistenziale piu’ adatta a soddisfare i bisogni di salute mentale

e’ considerata la piu’ idonea a garantire l’unitarieta’ degli interventi e la continuita’ terapeutica

OBIETTIVI DEL DSM

presa in carico dei pazienti con gravi disturbi psichiatrici, ma anche con disturbi di personalita’ e con

dipendenze da sostanze

promuovere la salute mentale in un determinato territorio e non solo preoccuparsi di erogare cure

attuare un intervento non solo prettamente sanitario, assumendosi una responsabilita’ piu’ globale a livello

preventivo, curativo e riabilitativo

garantire una continuita’ terapeutica realizzata dal collegamento fra le strutture sanitarie e gli altri servizi

presenti sul territorio

IL DSM E’ INOLTRE CARATTERIZZATO DA:

presa in carico globale del paziente e della sua famiglia

si trova a cavallo di diverse aree istituzionali, in una zona di confine con i servizi sanitari distrettuali, i servizi

sociali, il tribunale e il carcere

L’INTERA ATTIVITA’ ASSISTENZIALE SI ESPLICA NECESSARIAMENTE ATTRAVERSO UN LAVORO

D’EQUIPE, CHE E’ CONDIZIONE FONDAMENTALE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

L’ASSISTENZA EROGATA DAL DSM SI REALIZZA IN DIVERSI CONTESTI:

ambulatoriale

a domicilio

in ospedale

in strutture intermedie

l’idea portante di questo approccio all’assistenza psichiatrica e’ che l’attivita’ di tutela della salute mentale deve

identificarsi con il territorio, con lo spostamento dell’intervento dall’ospedale direttamente nel tessuto sociale

I PRINCIPALI SERVIZI DEL DSM SONO:

CSM (CENTRO DI SALUTE MENTALE): e’ la sede organizzativa e di coordinamento dell’intera attivita’ del

dipartimento.

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Gli interventi sono:

farmacologico

psicoterapico: incontri individuali e di gruppo

terapeutico-riabilitativo: attivita’ e strategie riabilitative con lo scopo di sviluppare le competenze personali e

sociali per il reinserimento sociale

il csm e’ aperto 12 ore al giorno, svolge attivita’ ambulatoriale e a domicilio, quest’ultima sia programmata che urgente

CENTRO DIURNO DI RIABILITAZIONE PSICHIATRICA

e’ ubicato nel territorio

si svolgono attivita’ e programmi riabilitativi per pazienti che hanno parziale autonomia

si realizzano gruppi di animazione, di discussione, di pittura, di musicoterapia o attivita’ piu’ semplici

COMUNITA’ TERAPEUTICHE RIABILITATIVE PROTETTE

sono a carattere abitativo

per utenti che hanno bisogno di interventi riabilitativi e assistenziali di lunga durata

con diverse caratteristiche in base alle patologie dei pazienti e dei livelli assistenziali necessari

COMUNITA’ TERAPEUTICHE E GRUPPI APPARTAMENTO

sono a carattere residenziale

per pazienti che non possono vivere nel contesto familiare e non hanno un sufficiente grado di autonomia

scopo e’ restituire un adeguato grado di autonomia per il reinserimento in famiglia e nella sicieta’

SERVIZIO PSICHIATRICO DI DIAGNOSI E CURA

si trova all’interno dell’ospedale generale

per pazienti acuti e sub-acuti in regime di ricovero volontario o coatto

si effettuano interventi urgenti

si formulano le prime diagnosi, si impostano terapie e sipianificano progetti terapeutici in collaborazione con

gli operatori del territorio

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LA SOFFERENZA PSICHICA

GUARIGIONE

O

COMPENSO

la malattia mentale e’ un evento che si fonde con l’esistenza della persona, determinando un processo d’ adattamento

interno ed esterno

c’e’ da puntualizzare che:

la guarigione non e’ solo la scomparsa dei sintomi

la guarigione non e’ solo un semplice ritorno allo stato precedente alla malattia

la dimensione salute e la dimensione malattia sono fortemente intrecciate fra loro

la guarigione non e’ solo un cambiamento interno, ma anche una modificazione delle relazioni esterne

Non si parla dunque di guarigione, ma di ritorno alla normalita’ dovuto ad un periodo di compenso, in cui c’e’ un

riadattamento tra esigenze esterne ed esigenze interne.

Non si puo’ parlare neppure di cronicita’, intesa come processo involutivo e irreversibile, ma piuttosto di vulnerabilita’

soggettiva che fa cadere l’uomo in un nuovo episodio psicotico successivamente ad un evento stressante.

La vita di queste persone e’ caratterizzata da una serie di tentativi e successivi fallimenti tali da alimentare frustrazione

ed impotenza che portano ad un progressivo allontanamento dalle altre persone.

Nel contempo, le persone che sono in relazione con l’individuo attuano un processo di rifiuto nei confronti di

quest’ultimo.

Si crea cosi’ una spirale viziosa che porta l’individuo ad allontanarsi e ad essere allontanato dall’ambiente di

appartenenza.

Con il perdurare di questa situazione, la persona finisce con lo stabilizzarsi in un ruolo sociale estremamente povero di

relazioni umane e di stimoli, mostrandosi chiuso a qualsiasi possibilita’ di cambiamento.

Tutto questo e’ cio’ che accade a coloro che sono definiti erroneamente pazienti psichiatrici cronici.

Il paziente psichiatrico puo’ essere recuperato, anche se parzialmente, se si dispongono di tutti i mezzi, delle strutture e

degli strumenti per aumentare le competenze sociali dell’individuo.

Esiste la cronicita’ individuale in una fetta di pazienti definiti come “revolving door”, poiche’ presentano un numero

abbastanza elevato di ricoveri durante l’anno:essi alternano periodi di relativo benessere a periodi in cui eventi

stressanti modificano il loro equilibrio psichico e tendono a rifugiarsi di volta in volta all’interno del reparto, che e’

visto come l’unico luogo nel quale rifiugiarsi e difendersi dal resto della collettivita’.

questo si verifica quando c’e’ una carente rete di collegamento con la dimensione sociale.

La programmazione e il coinvolgimento dei pazienti nelle attivita’ sono finalizzate al recupero delle loro capacita’ da

utilizzare nell’ambiente, altrimenti gli utenti del servizio hanno comportamenti validi solo nella realta’ del servizio

psichiatrico e la dimissione e’ vissuta come un fallimento.

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Il trattamento, i servizi e le strutture sono importanti, ma sono insufficienti se non sono sostenuti da una valida

relazione interpersonale.

con essa:

si riducono l’emarginazione e l’isolamento

si instaurano significativi legami con gli operatori

le parole che utilizziamo, i gesti che mostriamo e l’espressione del volto possiedono incredibili potenziali, favorendo

l’ambiente terapeutico di cui il paziente ha bisogno.

MEDICINA GENERALE

L’ATTENZIONE SI RIVOLGE AL CORPO FISICO, TRALASCIANDO GLI ASPETTI RELAZIONALI

PSICHIATRIA

PRIVILEGIA IL MONDO MENTALE E SI RIVOLGE AL VISSUTO

SI POSSONO INSTAURARE TRE TIPI DI RAPPORTI TRA GLI OPERATORI E IL PAZIENTE:

atteggiamento psicoterapico: relazione che si sviluppa nel presente, in una situazione momentanea

intervento psicoterapico: relazione che si sviluppa in un periodo di tempo relativamente limitato, con un

obiettivo ben preciso

processo psicoterapico: rapporto strutturato tra psicoterapeuta e paziente, richiede competenza tecnica ed e’

riservata esclusivamente ad uno psichiatra o uno psicologo

E’ IMPORTANTE CHE L’OPERATORE SIA ADEGUATAMENTE PREPARATO PER EVITARE

L’IMPROVVISAZIONE E IL TECNICISMO, ENTRAMBI DANNOSI PER LA COMUNICAZIONE

TERAPEUTICA

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L’OPERATORE E IL PAZIENTE PSICHIATRICO

RELAZIONE D’AIUTO: rapporto tra una persona che fornisce aiuto ed un’altra che la riceve.

l’operatore utilizza se stesso attraverso atteggiamenti che si concretizzano nel modo di porsi e la sua capacita’ di

ascolto, di rassicurazione e di disponibilita’ assumono forti implicazioni terapeutiche e possono condizionare l’efficacia

dell’intervento stesso

LA RELAZIONE TRA OPERATORE E PAZIENTE PUO’ RIVELARSI UNA RELAZIONE TERAPEUTICA, IN

CUI L’OPERATORE OSCILLA TRA COINVOLGIMENTO E DISTACCO

QUESTA RELAZIONE CONSENTE UN MONITORAGGIO COSTANTE SIA DELLE FUNZIONI FISIOLOGICHE

SIA DI QUELLE SOCIALI

OGNI CONTATTO VERBALE E NON VERBALE PUO’ FORNIRE PREZIOSE INFORMAZIONI DI CUI DARE

RESOCONTO ALL’EQUIPE

L’OPERATORE DI AREA PSICHIATRICA E’ COLUI CHE:

svolge attivita’ finalizzate al soddisfacimento dei bisogni

riconosce le disabilita’ perse e fa leva sulle abilita’ presenti

ha la funzione peculiare di sostegno nella quotidianita’

accompagna in un percorso a tappe il paziente

BISOGNA MANTENERE LA GIUSTA DISTANZA

Un’eccessiva può angosciare il paziente

Un’eccessiva lontananza non permette di stabilire una relazione di aiuto

BISOGNA CONSIDERARE IL FATTORE TEMPO

e’ necessario rispettare i tempi necessari al paziente per instaurare un rapporto sufficientemente valido di fiducia, con

un atteggiamento di disponibilita’ e di costanza.

per l’operatore di salute mentale e’ necessario non entrare in merito al delirio, ma ascoltare con atteggiamento

comprensivo rivolgendo l’attenzione ai sentimenti.

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L’OSSERVAZIONE E’ UNA DELLE PRINCIPALI ATTIVITA’ NELL’ASSISTENZA DEI PAZIENTI

PSICHIATRICI

essa e’ da considerarsi duplice e speculare.

L’OPERATORE:

coglie i messaggi che il paziente esprime attraverso i comportamenti

osserva se stesso le proprie emozioni sentimenti e pensieri

L’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE, COMPRENDE DIVERSE FIGURE PROFESSIONALI, QUALI:

psichiatra

infermiere

psicologo

terapista della riabilitazione psichiatrica

operatore socio-sanitario

assistente sociale

la presa in carico

l’elaborazione del progetto terapeutico lavoro di equipe interdisciplinale

la realizzazione del progetto

FATTORE DI PER SE’ TERAPEUTICO

LE RISORSE E LE COMPETENZE PERSONALI DI CIASCUNO CREANO QUEL CLIMA TERAPEUTICO

ESSENZIALE PER CURARE ED ASSISTERE IL MALATO

LAVORO D’EQUIPE

DIMENSIONE ORGANIZZATIVA DIMENSIONE SIMBOLICA

Fissano incontri quotidiani il gruppo è contenitore dei vissuti degli operatori

Programmano le loro attività si affrontano le reazioni e le emozioni dei singoli

Discutono i programmi terapeutici

Si scambiano informazioni

Si supportano nelle scelte

MODELLO OPERATIVO CON DUPLICE VALENZA

facilita l’accostamento progressivo del paziente al trattamento frena le fantasie onnipotenti dei singoli.

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SCHIZOFRENIA ( dal greco “scissione della mente”);

DISTURBI DELL’UMORE (DEPRESSIONE E MANIA);

DISTURBO DELIRANTE

DISTURBO DI PERSONALITA’;

DISTURBO DA ABUSO E DIPENDENZA DA SOSTANZE;

DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO;

DISTURBO D’ANSIA

SCHIZOFRENIA

SCISSIONE PSICHICA

DISGREGAZIONE

IDENTITA’ PENSIERO AFFETTIVITA’

SCHIZOFRENIA

EPIDEMIOLOGIA: distribuzione indifferente nelle diverse aree geografiche e negli strati sociali; non differenze tra i

sessi; inizio fra i 15 e i 45 anni; incidenza tra lo 0,5% e l’1,5%

FATTORI SCATENANTI

fattori genetici

fattori neurochimici

fattori di neurosviluppo

fattori psicosociali (eventi di vita stressanti, fattori familiari e sociali, condizione socio-culturale svantaggiosa)

LA SCHIZOFRENIA E’

disturbi del pensiero

allucinazioni

risposte emozionali inadeguate

comportamento bizzarro

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FUNZIONE PSICHICA: PERCEZIONE

ALTERAZIONE/ DISTURBO: ALLUCINAZIONI

CARATTERISTICHE: quelle uditive sono le piu’ frequenti vengono sentiti suoni laddove non esistono realmente:

suoni di campanelli, sussurri, fischi, ma spesso sono voci che parlano in modo critico e

sprezzante, con commenti minacciosi e persecutori rare sono le allucinazioni visive, olfattive e

tattili

FUNZIONE PSICHICA: PENSIERO

ALTERAZIONE/ DISTURBO: FORMA E STRUTTURA

CARATTERISTICHE: perdita delle associazioni (in cui i pensieri non sono correlati tra loro) e neologismo (costituito

da parole con significato noto solo al paziente)

ALTERIONE/ DISTURBO: CONTENUTO DEL PENSIERO

CARATTERISTICHE: delirio, pensiero patologico, idea irrealistica dal contenuto anomalo, incongruo, bizzarro.

FUNZIONE PSICHICA: AFFETTIVITA’

ALTERAZIONE/ DISTURBO: INADEGUATA O INCONGRUA

CARATTERISTICHE: le emozioni espresse sono inadeguate alla situazione o al contenuto del pensiero

ALTERAZIONE/ DISTURBO: APPIATTIMENTO ESPRESSIONI AFFETTIVE

CARATTERISTICHE: indifferenza emotiva verso ambiente circostante e scarsa reattivita’ agli stimoli, sia

nell’espressione verbale che non verbale

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ALTERAZIONE/ DISTURBO: OSTILITA’ E DIFFIDENZA

CARATTERISTICHE: i pazienti sono estremamente sensibili a ogni percezione di offesa.

FUNZIONE PSICHICA: COMPORTAMENTO

ALTERAZIONE/ DISTURBO: COMPORTAMENTO BIZZARRO,MANIERISMI, POSTURA CATATONICA

CARATTERISTICHE: bizzarrie nell’aspetto e nell’abbigliamento, movimenti ripetitivi e afinalistici, a volte stravaganti

e inappropriati, stupor catatonico con espressioni mimiche fatue negativismo, mutacismo

FUNZIONE PSICHICA: COSCIENZA DELL’IO

ALTERAZIONE/ DISTURBO: DEPERSONALIZZAZIONE, DEREALIZZAZIONE

CARATTERISTICHE: c’e’ sentimento id estraneita’ dal proprio corpo, si sente cambiato, diverso, impersonale con

perdita di senso della realta’ e contatto tra cose e persone.

LA CURA DELLA SCHIZOFRENIA CONSISTE:

trattamento di tipo farmacologico con antipsicotici

trattamenti socioriabilitativi con interventi finalizzati al recupero dell’autonomia e dell’autosufficienza del

paziente

psicoterapia

GLI OBIETTIVI PRIORITARI DELL’ASSISTENZA SONO:

promuovere l’autonomia nelle attivita’ di vita quotidiana

creare un ambiente terapeutico

favorire l’interazione tra paziente e ambiente circostante

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LA SCHIZOFRENIA INTERFERISCE CON LA VITA QUOTIDIANA DELLA PERSONA

aspetto e igiene personale

alimentazione e assunzione di liquidi

sonno e riposo

eliminazione fecale e urinaria

funzionalita’ sensoriale e cognitiva

sessualita’

sicurezza personale

relazione interpersonale

CHI ASSISTE E’:

l’elemento di sostegno per il malato

la persona sulla quale riversare le ansie e ricevere rassicurazione e contenimento dell’angoscia

la figura che simboleggia funzioni di tipo materno o paterno

una figura significativa per il paziente

LA PRESENZA DELL’OPERATORE E’ FLESSIBILE NEL PASSAGGIO DALLA DIPENDENZA

ALL’AUTONOMIA DEL PAZIENTE

i tre momenti da gestire sono:

fase sostitutiva dell’io: “faccio al posto tuo”

fase di sostegno: “faccio con te”

fase dello stimolo all’autonomia: “non faccio io perche’ vedo che sei in grado di farlo tu”

E’ FONDAMENTALE CHE L’OPERATORE POSSIEDA LA COMPETENZA DI COGLIERE LO SCARTO TRA

CAPACITA’ E INCAPACITA’ DEL PAZIENTE A SODDISFARE PER SE’ E DA SE’ I PROPRI BISOGNI

FONDAMENTALI

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EPISODIO ALLUCINATORIO DEL PAZIENTE SCHIZOFRENICO

L’OBIETTIVO DELL’APPROCCIO RELAZIONALE E’ ORIENTARE IL PAZIENTE ALLA REALTA’ E

GARANTIRNE LA SICUREZZA

INTERVENTI DELL’INFERMIERE

1) osservare il paziente per identificare segni di allucinazione (risate fuori luogo, movimento labbra in assenza di

suoni, smorfie)

2) quando e’ possibile, stabilire il contenuto delle allucinazioni:“ cosa vede in questo momento?” “ cosa le dice la

voce?”

3) accertare la reazione del paziente alla allucinazione

4) riconoscere i sentimenti e le emozioni che il paziente prova rispetto al sintomo

5) offrire un fedback di sostegno: “so che tu vedi, ma io non lo vedo”

MOTIVAZIONI

1. il riconoscimento precoce aiuta a prevenire risposte aggressive del paziente all’imperativo dell’allucinazione

2. conoscere il contenuto puo’ aiutare a stabilire un livello di osservazione, necessario alla sicurezza del paziente

3. le allucinazioni possono spaventare o confondere il paziente che puo’ avere bisogno di una supervisione attenta

4. cio’ favorisce la fiducia e aumenta il senso di sicurezza e di realta’

5. puo’ aiutare a distinguere a riconoscere il reale dall’irreale

DISTURBO DELIRANTE

il disturbo delirante o paranoia e’ una patologia a se’ stante o espressione della schizofrenia o della psicosi maniaco-

depressiva.

Il sintomo predominante e’ la produzione di idee irrazionali nelle quali il malato crede fermamente, irremovibile a

qualsiasi tentativo di convincimento o di discussione

ESISTONO DIVERSI DELIRI IN BASE AI CONTENUTI:

deliri di persecuzione: di gelosia , di riferimento, di rivendicazione, erotomanico

delirio depressivo: di rovina, di colpa, nichilistico, ipocondriaco

delirio somatico: di trasformazione corporea, di influenzamento (eco, trasmissione del pensiero)

delirio di grandezza: erotico, mistico

L’OBIETTIVO PRINCIPALE E’ QUELLO DI AIUTARE IL MALATO A DISTINGUERE IL DELIRIO DALLA

REALTA’

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INTERVENTI DELL’INFERMIERE

1. cercare un rapporto diretto spiegando chi siamo

2. evitare di convincere il paziente con motivazioni razionali; ascoltarlo con atteggiamento comprensivo senza

nascondere la difficolta’ a comprendere

3. non entrare in merito al contenuto del delirio; fornire un ascolto attento e non investigativo, incoraggiandolo a

parlare

4. porre dei limiti ad argomenti ripetitivi e favorire quelli realistici

5. evitare di screditare o denigrare: non scherzare se dice cose bizzarre e non minimizzare

MOTIVAZIONI

1. chiamare il paziente per nome lo aiuta a mantenere il contatto con la realta’ e la sua identita’

2. un approccio di sostegno favorisce la fiducia, rivolgendo l’attenzione alle emozioni e alla angoscia del paziente

3. discutere del contenuto puo’ indurre il paziente a percepire l’operatore come una minaccia; evitare i contrasti

4. concentrarsi su aspetti della comunicazione o situazioni molto concrete aiuta la persona a distogliere il suo

pensiero

5. il delirio diminuisce il senso di inadeguatezza e mancanza di valore della persona

DISTURBI DELL’UMORE: DEPRESSIONE E MANIA

l’umore e’ l’espressione emotiva delle nostre attivita’ mentali

in ogni persona il tono dell’umore presenta delle oscillazioni dal ritmo piu’ vario

in un individuo il tono dell’umore maggiormente presente e’ definito come il temperamento dello stesso, al di

la’ di oscillazioni occasionali

Un paziente e’ affetto da disturbo dell’umore quando alcune emozioni predominano e persistono alterando e

influenzando le relazioni interpersonali

IL QUADRO CLINICO E’ CARATTERIZZATO DA:

inadeguatezza della reazione emotiva

il numero e la gravita’ dei sintomi che il malato presenta

la compromissione del funzionamento lavorativo e sociale

il tono dell’umore si altera in senso depressivo (con o senza ansia associata) e nel senso dell’euforia (mania)

si puo’ giungere a quadri clinici di estrema gravita’, con un significativo rischio suicidario

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I DISTURBI DELL’UMORE COMPRENDONO

DISTURBI DEPRESSIVI

DISTURBI BIPOLARI

I DISTURBI DEPRESSIVI SI DIVIDONO IN :

disturbo depressivo maggiore, in un episodio singolo o in piu’ episodi distanziati da almeno due mesi

disturbo distimico, stato pressoche’ costante e continuativo per almento due anni

depressione nas, fenomeni depressivi caratterizzati da sindromi parziali

CARATTERISTICHE DELLA DEPRESSIONE

Funzione psichica Alterazione/disturbo caratteristiche

percezione allucinazioni Nella depressione psicotica

possono comparire fenomeni

allucinatori che sostengono i

pensieri deliranti

pensiero Forma strutturale del pensiero L’ideazione è rallentata e la

concentrazione difficile, frequenti

idee negative e pensieri di morte

Contenuto del pensiero Il futuro è cupo, senso di

autosvalutazione, nelle forme

gravi deliri di rovina, colpa e

vergogna

affettività Congrua con il tono dell’umore Tendenza all’egocentrismo e al

narcisismo, che scoraggiano il

rapporto con gli altri

Comportamento/volontà Movimento rallentato Rallentamento generale

dell’attività motoria, aumento

dell’affaticabilità quotidiane,

diminuzione della libido, frequenti

i disturbi del sonno, sia insonnia

che ipersonnia

Conoscenza dell’io Sensazione di essere inutile e

incompetente, difficoltà di coping

(far fronte) alla situazione, il

suicidio spesso viene considerato

come unica soluzione.

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IL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE E’:

farmacologico, con antidepressivi;

psicoterapia, costituisce un valido sostegno

GLI OBIETTIVI PRIORITARI DELL’ASSISTENZA SONO:

promuovere la sicurezza fisica, con particolare attenzione al possibile suicidio;

assicurare la soddisfazione dei bisogni di base;

assicurare esperienze e interazioni che rivalutino l’autostima;

supportare la famiglia

LA PIANIFICAZIONE ASSISTENZIALE DEVE ESSERE DIRETTA A RAGGIUNGERE:

incolumita’ fisica del paziente;

adeguata soddisfazione dei bisogni di base;

adesione al programma terapeutico;

innalzamento dell’autostima;

espressione appropriata dei sentimenti con una certa progettualita’ per il futuro; riacquisizione della

responsabilita’ di se’ e dell’indipendenza

IL SINTOMO PIU’ FREQUENTE E’ LA REGRESSIONE

IL PERSONALE SI SOSTITUISCE ALL’IO DEL PAZIENTE PER ASSICURARE LA SODDISFAZIONE DEI

BISOGNI DI BASE

IL RAPPORTO CHE SI CREA E’ MOLTO STRETTO E IL PAZIENTE E’ PIU’ COLLABORATIVO SE SI SENTE

ACCETTATO E NON CRITICATO E SE SI COMPRENDE L’ANGOSCIA CHE LO PERVADE

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I DISTURBI BIPOLARI

i disturbi bipolari sono caratterizzati da oscillazioni dell’umore che vanno dalla profonda depressione all’astrema

euforia , intervallati da periodi di normalita’.

Quando i sintomi si presentano con rapide alternanze d’umore si parla di disturbo bipolare misto.

Quando la fase maniacale si presenta in modo lieve si parla di ipomania, in cui non e’ necessario il ricovero in ambiente

ospedaliero e non sono presenti spunti psicotici.

LA FASE MANIACALE E’ CARATTERIZZATA DA:

umore elevato, espanso o irritabile;

attivita’ motoria eccessiva e sfrenata;

presenza di spunti psicotici

il rischio e’ la conseguenza di un comportamento impulsivo: spese eccessive, viaggi stravaganti, attivita sessuali

incontrollate, rischi lavorativi e cosi’ via; possono essere compromessi matrimonio, lavoro, risparmi e reputazione.

La fase depressiva ha le stesse caratteristiche del disturbo depressivo.

Per formulare una diagnosi di disturbo bipolare e’ necessario che si siano verificati uno o piu’ episodi maniacali.

CARATTERISTICHE PSICOPATOLOGICHE DELL’ECCITAMENTO MANIACALE

Funzione psichica Alterazione/disturbo caratteristiche

percezione allucinazioni Fenomeni allucinatori che

sostengono i pensieri deliranti

pensiero Forma e struttura (incoerente) Fuga di idee, facilità alla

disidratazione, linguaggio

disorganizzato, incoerente e

accelerato (logorrea)

Contenuto del pensiero (delirio) Deliri di grandezza con sfumate

idee di riferimento o persecuzione

affettività Affettività congrua con il tono

dell’umore

Esaltazione ed euforia senza

plausibili motivazioni, irritabilità

alla limitazione dell’espansività

Comportamento/volontà Movimento, iperattività motoria comportamento giocherellone e

scherzoso, continua ricerca di

soddisfazioni, iperfagia o

inappetenza, perenne movimento,

isonnia

Conoscenza dell’io concetto di se’ grandioso, elevata

autostima, scarsa autocritica

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IL TRATTAMENTO DELL’EPISODIO MANIACALE CONSISTE IN:

sommonistrazione di farmaci stabilizzatori dell’umore (sali di litio) in associazione a neurolettici per l’effetto

sedativo e per gli spunti psicotici;

ricovero in ambiente ospedaliero, spesso in tso.

GLI OBIETTIVI DELL’ASSISTENZA SONO:

garantire la sicurezza;

assicurare la soddisfazione dei bisogni fondamentali;

favorire il contatto con la realta’;

aiutare il paziente a ristabilire un sonno regolare;

aiutare il paziente a ristabilire abitudini alimentari giuste.

L’ASSISTENZA IN FASE MANIACALE E’ UN COMPITO DIFFICILE PER L’OPERATORE DI AREA

PSICHIATRICA

FUNZIONE CONTENITIVA

delimitare il comportamento espansivo, definendo i confini (il reparto e’ il contenitore);

isolare da altri pazienti per smorzare i toni aggressivi e provocatori;

evitare competizioni simmetriche;

controllare gli eventuali effetti collaterali della terapia prescritta (ipotensione, tremore, febbre, vomito diarrea);

quando realmente necessario ricorrere all’uso di vincoli di contenzione meccanica.

FUNZIONE FILTRANTE

mantenere fermezza e pazienza in funzione del tempo di evoluzione e di risoluzione della crisi;

rimanere coerenti, non discutere, stabilire dei limiti sono aspetti essenziali per il successo di questo intervento

TUTTI I COMPORTAMENTI E GLI INTERVENTI DELL’EQUIPE CURANTE VERRANNO RICONOSCIUTI

DAL PAZIENTE UNA VOLTA SUPERATA LA FASE MANIACALE PER QUELLA DELL’ELABORAZIONE

DEPRESSIVA

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IL SUICIDIO

il suicidio e’ ”un qualsiasi atto umano volto a provocarsi intenzionalmente la morte”; si tratta di suicidio solo quando le

evidenze indicano che la morte e’ stata autoindotta e intenzionale.

NON TUTTI I GESTI SUICIDARI ESITANO IN SUICIDIO:

tentato suicidio: l’atto non determina la morte, c’e’ modesta intenzionalita’ e manipolazione degli altri;

mancato suicidio: l’esito non e’ la morte benche’ ci sia una marcata intenzionalita’ autosoppressiva

equivalenti suicidari: sono comportamenti in cui c’e’ una mascherata componente autolesiva

RICORDIAMO CHE:

alcune persone ricorrono alla morte, considerata unica soluzione ai loro problemi, e l’unica motivazione che li

spinge e’ smettere di vivere

altre persone non desiderano veramente morire, ma con il loro gesto cercano di comunicare sentimenti di

disperazione e chiedere l’aiuto degli altri

LE VARIABILI CHE CONDIZIONANO LA VOLONTA’ DEI PAZIENTI SONO:

caratteristiche di pre-degenza: situazioni stressanti, storia della famiglia, serieta’ della malattia;

ammissione al reparto: il ricovero, volontario o coatto, puo’ essere vissuto come un fallimento o come

l’occasione per lenire i loro problemi e ricevere aiuto;

percezione: il paziente puo’ interpretare in maniera diversa le intenzioni dell’operatore

LA PERCEZIONE E’ INFLUENZATA DA:

interazione con i professionisti, includendo tutte le relazioni che si instaurano tra il malato e il gruppo curante;

salvaguardie ambientali, considerando sia le misure strutturali che quelle procedurali;

terapie farmacologiche;

supporto esterno

FAVORIRE LA PREVENZIONE DEL SUICIDIO

interventi motivazioni

Interventi con i professionisti

1_ Intraprendere il colloquio in un ambiente protetto

1_ Scegliere un posto tranquillo e sicuro

2_ Mantenere un atteggiamento privo di giudizio e premuroso 2_ tale atteggiamento puo’ aumentare l’autostima del

paziente

3_ Osservare,mentre parla, l’espressione del viso, i gesti, lo

sguardo e il tono della voce

3_ cogliere le differenze tra la comunicazione verbale e

quella non verbale

4_ Incoraggiare a esprimere i suoi pensieri e sentimenti 4_ si mira a favorire un senso di fiducia tra le parti

5_ Mantenere il segreto professionale, ad eccezione che ci sia un

pericolo per la sua incolumità o degli altri

5_ le informazioni devono essere condivise dall’intera equipe

curante quando necessario

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interventi motivazioni

SALVAGUARDIE AMBIENTALI

1_ togliere dall’ambiente oggetti potenzialmente pericolosi

1_ controllare l’ambiente e’ l’intervento prioritario che non

va dato per scontato

2_ controllare gli oggetti contundenti che il paziente puo’ avere

con se’ e dopo i pasti assicurarsi che tutti gli oggetti vengano

rimessi al loro posto

2_ aumenta il senso di protezione della persona e garantisce

una certa sicurezza

TERAPIA FARMACOLOGICA

1_ collaborare alla somministrazione dei farmaci e

supervisionare che quelli per via orale vengano inghiottiti

1_ si rilevano tempestivamente eventuali effetti collaterali e

si e’ sicuri dell’effetiva assunzione della terapia

SUPPORTO ESTERNO

1_ osservare il comportamento del paziente e dei parenti

1_ raccogliere dati sui rapporti che il paziente sta vivendo

PARLARE CON IL PAZIENTE DEL RISCHIO, PERCHE’:

diminuisce nel paziente il desiderio di metterlo in atto;

se il suicidio e’ un modo di comunicare i sentimenti, verbalizzare fa emergere emozioni che allontanano l’atto;

da’ la possibilita’ di analizzare i fattori che hanno determinato la crisi.

AGGRESSIVITA’ E VIOLENZA

i comportamenti aggressivi e violenti possono far parte della sintomatologia di gran parte dei disturbi mentali.

IN LETTERATURA SI DISTINGUONO:

aggressione verbale, attraverso affermazioni che feriscono con l’umiliazione, il disprezzo e la minaccia di

violenza;

aggressione fisica o eterodiretta, con l’intenzione di far del male a oggetti o persone;

aggressione autodiretta, facendo di se stessi il bersaglio

in caso di condotte violente, l’intervento del personale puo’ divenire preventivo in modo da bloccare l’agito nella fase

dell’escalation del ciclo dell’aggressione, che comprende:

fase del fattore scatenante: stato di osservazione dell’espressivita’ della persona e allerta;

fase dell’escalation: aumenta lo stato di agitazione e il paziente minaccia a voce alta;

fase critica: fase dell’eccitamento massimo, concentrarsi sulla sicurezza e le scelte sono il contenimento, la

fuga o l’autoprotezione;

fase del recupero: l’operatore sostiene il paziente nell’elaborazione dell’accaduto;

fase della depressione post-critica: compaiono sentimenti di colpa, vergogna o rimorso

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LE TECNICHE DI INTERVENTO IN CASO DI CRISI SONO:

CONTENZIONE PSICOLOGICO-RELAZIONALE: attraverso una comunicazione chiara e adeguata si fa

comprendere al paziente cosa stia accadendo; questo approccio ha probabilita’ di successo nella prima e nella seconda

fase evitando cosi’ altre strategie a valenza coercitiva. il colloquio va fatto in presenza di altri operatori o dove questi ci

possano osservare, bisogna tenere una distanza di sicurezza dal paziente e interromperlo quando ci si sente in pericolo

TERAPIA FARMACOLOGICA: PER LA SEDAZIONE

VANTAGGI: e’ indicata quando fallisce la contenzione relazionale e se vi si ricorre precocemente puo’ evitare la

contenzione meccanica;

SVANTAGGI: si puo’ incorrere nel sovradosaggio o nell’abuso da parte degli operatori perche’ e’ la via piu’ rapida

per la tranquillizzazione del paziente; possono insorgere effetti collaterali e vanno monitorati i parametri vitali.

LA CONTENZIONE FISICA

e’ una procedura utilizzata per evitare che un paziente arrechi danno a se’ o ad altri; i mezzi di contenzione sono

applicati al corpo e allo spazio per limitare i movimenti volontati

l’attuazione di tale provvedimento assistenziale e’ giustificata dal solo interesse terapeutico e non deve assolutamente

avere valenza punitiva o custodialistica.

CIRCOSTANZE ECCEZIONALI GIUSTIFICANO IL RICORSO ALLA CONTENZIONE FISICA E SONO:

situazione di emergenza e di imminente pericolo;

auto- ed eterolesionismo;

protezione di presidi medicali;

pericolo di caduta nel tentativo di alzarsi o muoversi;

incoscienza o stato di ebrezza;

trasporto in barella;

nel pre- e post-operatorio;

mantenere la corretta posizione di un supporto ortopedico.

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REGOLE NELLA CONTENZIONE FISICA O MECCANICA

interventi motivazioni

1_ accertarsi della prescrizione medica (orale e scritta) 1_ la presrizione e’ un atto medico, vengono indicati:

motivazione, tipo di contenzione e durata

2_ porre i vincoli e posizionare il paziente con la presenza

di altro personale

2_ piu’ operatori garantiscono il controllo e la

sicurezza

3_ osservare il paziente ogni15-30 minuti rilevando i

parametri vitali

3_ si valuta la eventuale presenza di abrasioni o di

compromissione della circolazione

4_ garantire la possibilita’ di movimento ogni 2 ore per

10 minuti e valutare gli effetti dannosi della stessa

4_ se la situazione lo permette, il paziente deve

muoversi

5_ assistere il paziente nella soddisfazione dei bisogni di

base

5_ durante l’assunzione la posizione deve essere

comoda per evitare l’aspirazione di cibo e liquidi

6_ garantire il comfort e la sicurezza durante tutto il

periodo

6_ la sicurezza e’ l’obiettivo prioritario

7_ supportare e comprendere le emozioni e i sentimenti

del paziente in quella situazione

7_ per rendere la contenzione meno traumatica ed

invasiva, contenere il paziente sotto il profilo

psicologico ed emotivo con la rassicurazione e la

nostra proposta di aiuto

8_ valutare se diminuisce lo stato di agitazione e se il

paziente e’ pronto per la riduzione o la rimozione della

contenzione

8_ rimuovere un mezzo di contenzione per volta e

valutare la reazione del paziente per ridurre il rischio

di lesioni

LA CONTENZIONE FISICA

VANTAGGI:

riduce il dosaggio di farmaci e i probabili effetti collaterali

soddisfa il bisogno del paziente di essere bloccato, a volte si tranquillizza spontaneamete gia’ durante la

preparazione

SVANTAGGI:

alimenta angosce in altri pazienti e negli operatori

puo’ supportare il delirio persecutorio di alcuni pazienti

puo’ compromettere la relazione terapeutica

richiede la presenza costante di operatori sanitari

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I DISTURBI DI PERSONALITA’

la personalita’ e’ il modo di vivere, di sentire, di pensare, di agire e di reagire di una persona

la personalita’ e’ determinata da:

elementi biologici di tipo ereditario

elementi acquisiti durante il processo di apprendimento nell’ambiente di vita

eventuali patologie riconducibili alla personalita’ sono diagnosticabili solo in eta’ adulta.

DISTURBI DI PERSONALITA’

GRUPPO A STRANO

GRUPPO B DRAMMATICO

GRUPPO C ANSIOSO

GRUPPO A STRANO

Comportamenti bizzarri ed eccentrici

Paranoide

Schizoide

schizotipico

GRUPPO B DRAMMATICO

Comportamenti esibizionisti, impulsivi ed imprevedibili.

Antisociale

Borderline

Istrionico

narcisista

GRUPPO C ANSIOSO

Sentimenti di ansia e insicurezza

Evitante

Dipendente

Ossessivo-compulsivo

Passivo-aggressivo

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DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA’

instabilita’ emotiva, oscillazione dell’umore;

relazioni interpersonali instabili, con sentimenti esagerati e opposti;

identita’ personale compromessa, cosi’ come l’orientamento sessuale, gli scopi della vita, gli amici e il partner;

carente autocontrollo;

atti di minaccia con comportamenti autolesivi

CURA E ASSISTENZA DEL PAZIENTE BORDERLINE

La pianificazione della terapia e’ direttamente correlata al tipo di manifestazione psicopatologica;

La gestione del malato e’ difficile e complessa; l’operatore impatta continuamente con la loro ambivalenza

espressiva e comportamentale e tollerare questa alternanza non e’ affatto facile; il suo compito e’ quello di

coglierla, evidenziarla e ristabilire un equilibrio. La rielaborazione dei vissuti e’ possibile solo attraverso il

confronto e la supervisione all’interno dell’equipe curante

I DISTURBI DA ABUSO E DIPENDENZA DA SOSTANZE

sono il rapporto patologico che alcuni individui stabiliscono con determinate sostanze (caffeina, tabacco, alcol,

cannabinoidi, oppiacei)

L’ABUSO, o uso improprio,: e’ l’assunzione ripetuta di una sostanza (per almeno un mese) in quantita’ tale da

provocare problemi di uso somatico, psichico, relazionale e sociale dei quali la persona e’ consapevole

LA DIPENDENZA: oltre ai sintomi conseguenti all’abuso, sono presenti fenomeni di tolleranza e astinenza

LA TOLLERANZA, o assuefazione, e’ la diminuzione della sensibilita’ del soggetto alla sostanza, con

aumento del fabbisogno per ottenere gli effetti desiderati

L’ASTINENZA e’ l’insieme di sintomi che insorgono dopo l’interruzione o la forte riduzione dell’uso della

sostanza

L’ALCOLISMO

l’alcolismo, o etilismo, e’ una condizione morbosa che rappresenta la risposta patologica a varie condizioni di disagio

caratterizzato da un uso improprio di sostanze alcoliche

E’ UNA SORTA DI COMPENSAZIONE DOVUTA A’:

sindrome depressiva

sindrome ansiosa

disturbo di personalita’

stato di poverta’

deriva sociale e familiare

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INTOSSICAZIONE ACUTA DA ALCOL

LE MANIFASTAZIONI CLINICHE SONO:

STATO DI EUFORIA: con tasso tra i 50 e i 100mg/100ml;

STATO DI EBBREZZA: tra i 100 e i 200mg/ml, si ha innalzamento del tono dell’umore con irritabilita’ e

disforia, tono depresso, aumento del respiro e della frequenza;

STATO DI UBRIACHEZZA: livelli superiori a 200mg/100ml, con alito alcolico, disartria, atassia motoria e

diplopia;

UBRIACHEZZA PATOLOGICA: l’episodio insorge improvvisamente dopo qualche minuto dall’ingestione

di alcol e dura qualche ora; si accompagna ad agiti violenti o pantoclastici, deliri transitori, confusione

mentale, allucinazioni

LE COMPLICANZE DELL’ALCOLISMO SONO:

DELIRIUM TREMENS: insorge in soggetti alcol-dipendenti alcuni giorni dopo la sospensione o una marcata

riduzione; fluttazione dei livelli di vigilanza, con disorientamento nello spazio e nel tempo e agitazione

psicomotoria; possono essere presenti allucinazioni, ipertermia, sudorazione e stati convulsivi;

DEMENZA ALCOLICA: e’ una complicanza tardiva con progressivo deterioramento della memoria e delle

facolta’ cognitive;

ALLUCINAZIONE ALCOLICA: dopo 24-48 ore dall’interruzione del potus

IL TRATTAMENTO DELL’ALCOLISMO SI AVVALE DI:

FARMACOTERAPIA;

TRATTAMENTO AVVERSATIVO CON DISULFIRAM: si somministra per via orale e se viene ingerito

alcol compaiono vomito, nausea, vampate di calore, aumento di pressione e frequenza;

PERCORSI PSICOTERAPEUTICI;

GRUPPI DI SOSTEGNO (alcolisti anonimi fondata sul self help)

DISTURBI DELL’ANSIA

caratteristica centrale e’ l’insorgenza in modo incomprensibile ed improvviso di uno stato d’ansia senza un reale

oggetto o pensiero di pericolo Il fattore scatenante la reazione ansiosa non e’ l’oggetto in se’, ma cio’ che esso

rappresenta simbolicamente

LO STATO D’ANSIA SI MANIFESTA CON:

disagio;

senso di terrore

stato di allarme

aumento della pressione arteriosa

aumento della frequenza respiratoria

quando i sintomi si presentano massiccaimente e con grande intensita’ si parla di attacco di panico

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I DISTURBI D’ANSIA VENGONO DISTINTI IN:

disturbo acuto da stress;

fobia sociale;

agorafobia;

disturbo d’ansia generalizzata;

disturbo da attacco di panico;

disturbo ossessivo-compulsivo

APPROCCIO RELAZIONALE AL PAZIENTE ANSIOSO

OBIETTIVO: AIUTARE IL PAZIENTE A PADRONEGGIARE LA SITUAZIONE EMOTIVA

interventi motivazioni

1_ avere un atteggiamento calmo, quando si approccia il

paziente

1_ l’ansia e’ contagiosa e puo’ essere trasmessa al

paziente, cosi’ egli ha la sensazione di essere capito e

rassicurato

2_ allontanare persone presenti e diminuire gli stimoli

ambientali

2_ un ambiente troppo stimolante puo’ aumentare i livelli

di ansia

3_ rassicurare il paziente, comprendere la sua sofferenza e

restare accanto a lui

3_ la partecipazione affettiva dell’operatore in qualita’ di

ascoltatore rende la relazione piu’ profonda

4_ parlare con il paziente in modo semplice, chiaro e con

messaggi brevi

4_ quando l’ansia e’ intensa, il paziente comprende solo

le comunicazioni piu’ elementari

5_ collaborare nella somministrazione dei farmaci

ansiolitici e valutarne l’effetto

5_ monitorare l’azione dei farmaci ansiolitici per

controllare la riduzione dei sintomi

6_ fornire al paziente spiegazioni semplici su quanto si sta

facendo

6_ anche verbalizzare l’azione puo’ contenere l’ansia

7_ quando il livello di ansia e’ diminuito, incoraggiare il

paziente a parlare della sua esperienza

7_ puo’ far esprimere al paziente i fattori ansiogeni

responsabili del suo stato

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IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO

la caratteristica principale di questo disturbo e’ il “lavorio continuo”, sia sul piano mentale che su quello

comportamentale, per neutralizzare i contenuti mentali che turbano e dai quali ci si puo’ “sentire assediati”

IL CONTENUTO DEL PENSIERO PUO’ ESSERE:

un’idea, un’immagine, una parola, un ritornello

una paura (es. contaminazione o sporco)

un impulso

i sintomi raggiungono un’intensita’ tale da interferire marcatamente con la vita sociale e lavorativa

LA TERAPIA FARMACOLOGICA IN PSICHIATRIA

gli psicofarmaci non sono l’unico strumento di cura in psichiatria, ma rientra in una strategia d’intervento integrale per

rispondere alla richiesta d’aiuto di chi soffre

tutti i farmaci hanno effetti collaterali e rischi

la meta’ dei farmaci prescritti non vengono assunti

la compliance dei paziente permane un problema

FARMACO INDICAZIONE AZIONE EFF. COLLATERALI

Ansiolitico (benzodiazepine) Disturbo d’ansia, agitazione,

astinenza, preanestesia,

anticonvulsionante

In tutte le patologie dove c’è

una quota d’ansia più o meno

elevata

Eccessiva sudorazione

antidepressivi Disturbo depressivo, stati

depressivi

Miglioramento del tono

dell’umore a lungo termine

Ipotensione ortostatica,

aumento di peso, effetti

sulla funzione sessuale

Stabilizzatori dell’umore

(litio, carbomazepina, acido

valroico)

Disturbi dell’umore, epilessia,

convulsioni

Ridurre le oscillazioni

dell’umore

Nausea, vomito, tremori,

cefalea, aumento della

minzione, compressione

renale e della coscienza

(effetti legati a livelli

tossici)

Antipsicotici (tradizionali, di

nuova generazione)

Schizofrenia, eccitamento

maniacale

Riduzione di sintomi psicotici Ipotensione ortostatica,

compromissione epatica,

aumento di peso,

ginecomastia, galalettorrea,

scialorrea, disfunzioni

sessuali, rallentamento

motorio, acatisia.

Sindrome maligna,

discinesia tardiva

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LA GESTIONE DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA

durante la somministrazione della terapia farmacologica in psichiatria, spesso l’operatore puo’ incorrere in situazioni

come:

il rifiuto della terapia

la richiesta incessante di farmaci

la non compliance alla terapia

l’inizio di un trattamento e’ spesso il risultato di una contrattazione tra lo psichiatra e il malato

salvo particolari situazioni di necessita’, la terapia non deve essere imposta, ma discussa, cercando la collaborazione del

paziente.

IL RIFIUTO DELLA TERAPIA

in tale circostanza l’infermiere e l’oss fungono da mediatori tra il medico e il malato

il farmaco e’ vissuto dal paziente come un’invasione intollerabile e incontrollabile

LA VIA DI SOMMINISTRAZIONE RIVESTE MOLTA IMPORTANZA:

la via orale richiama la relazione con la figura materna, e’ di piu’ facile gestione, e’ preferita dal paziente se e’

in gocce

la via intramuscolare non e’ gradita al paziente peche’ ha una modalita’ piu’ penetrativa

la via endovenosa da’ una connotazione piu’ medicalizzata

se il rifiuto e’ netto, cercare di convincere il paziente senza toni imperativi

se il rifiuto persiste, aspettare il turno successivo o quando il paziente e’ piu’ tranquillo

evitare di somministrare la terapia all’insaputa del paziente, potrebbe diventare ostile, perdendo cosi’ la fiducia

RICHIESTA DI FARMACI

per alcuni pazienti i farmaci non bastano mai, perche’ attribuiscono al farmaco valenze positive e gratificanti

questi sentimenti possono condurre alla dipendenza

e’ importante non cedere alle continue richieste, ma ridefinirle e parlare con il malato sui motivi che lo portano ad avere

continuamente bisogno del farmaco

spesso la parola assume valenza farmacologica in grado di modificare i comportamenti

LA NON-COMPLIANCE ALLA PRESCRIZIONE MEDICA

IN PSICHIATRIA LA MANCATA COMPLIANCE HA A CHE FARE CON:

i vissuti del paziente come la sfiducia, l’ambivalenza, il rifiuto degli effetti inderiderati spiacevoli

lo stato di malattia che ne impedisce a volte l’assunzione

e’ comunque sempre importante informare il paziente in modo semplice, chiaro e corretto: rafforza la relazione di

fiducia e agevola la compliance.