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Ascom Servizi C.A.F. srl Monfalcone e Mandamento Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Friuli Venezia Giulia – Impresa Sociale L.r. 11/2011 Progetto CCN DI MONFALCONE Attuazione della fase di ricerca IMMAGINE E ATTRATTIVITÀ DEL CENTRO COMMERCIALE NATURALE DI MONFALCONE Report finale DICEMBRE 2013

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Ascom Servizi C.A.F. srl

Monfalcone e Mandamento

Istituto di Ricerche Economiche e Sociali

del Friuli Venezia Giulia – Impresa Sociale

L.r. 11/2011 Progetto CCN DI MONFALCONE

Attuazione della fase di ricerca

IMMAGINE E ATTRATTIVITÀ DEL CENTRO COMMERCIALE NATURALE

DI MONFALCONE

Report finale

DICEMBRE 2013

2

Indice

Introduzione 3

1 – Il campione degli intervistati 5

1.1 – Le caratteristiche socio-anagrafiche 6

1.2 – La provenienza territoriale 12

2 – La concorrenza della grande distribuzione 17

3 – La frequentazione del centro storico 25

4 – La varietà dell’offerta 35

5 – La qualità dei negozi e servizi 39

6 – Le politiche urbane e infrastrutturali 44

7 – Il fenomeno dell’immigrazione 49

8 – Le iniziative di promozione e animazione territoriale 56

Conclusioni 60

Bibliografia 64

Allegato n. 1 – Questionario per i frequentatori dei centri commerciali

Allegato n. 2 – Questionario per i frequentatori del centro storico

3

Introduzione

Il presente report di ricerca è il prodotto finale dell’indagine di marketing territoriale prevista dal proget-

to «Centro Commerciale Naturale di Monfalcone» (da ora in avanti CCN), presentato da Ascom Servizi

C.A.F. srl e approvato dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell’ambito delle finalità contemplate dai com-

mi 43, 44, 45, 46 e 47 della l.r. n. 11 d.d. 11 agosto 2011. Tale progetto persegue l’obiettivo generale di

promuovere la creazione di un polo di negozi e servizi di vicinato a gestione integrata nell’area centrale

della municipalità monfalconese, sostenendone il rilancio e lo sviluppo economico, urbanistico, ambien-

tale, culturale e ricreativo.

Il CCN promosso dal progetto è costituito dall’insieme delle attività commerciali, artigianali e di servizio

localizzate nelle direttrici principali della zona centrale di Monfalcone, caratterizzata dalla presenza di u-

na pluralità di negozi, esercizi, locali pubblici e strutture istituzionali, bancarie e direzionali. A tali attività

s’intende conferire una più solida organizzazione distributiva e ricettiva attraverso interventi di rivitaliz-

zazione che interessano, in particolare, il contesto urbano delimitato dalle seguenti arterie stradali e pe-

donali: Corso del Popolo, Viale San Marco, Via Bixio, Piazza Dante, Via Roma, Via Oberdan e Via San

Francesco.

Il progetto persegue tre obiettivi specifici coerenti con quello generale di sostenere la creazione di un

Centro Commerciale Naturale:

• rafforzare l’immagine e l’identità economico-culturale del CCN, diffondendone la valenza tra i citta-

dini di Monfalcone e i residenti dei Comuni limitrofi;

• aumentare l’attrattività, la fruibilità e la vivibilità del CCN, quale presupposto per incentivare gli ac-

quisti dei beni e servizi offerti;

• potenziare la sinergia e l’associazionismo tra gli operatori commerciali, culturali, artigianali, turistici e

del terziario localizzati nel centro storico.

L’indagine dell’IRES FVG si collega al primo dei tre suddetti obiettivi e contribuisce all’individuazione del-

le linee d’intervento per il rilancio e la valorizzazione degli esercizi di prossimità. Uno dei principali pre-

supposti dell’efficacia progettuale, infatti, è la disponibilità di dati e informazioni sull’immagine e attrat-

tività del CCN, così come esse sono percepite e valutate dal suo universo reale e potenziale di consuma-

tori. In quest’indagine, tale universo viene rappresentato da un campione totale (CT) di 505 soggetti in-

tervistati attraverso questionari anonimi presso due differenti luoghi di rilevazione: il centro commercia-

le Emisfero (CC) e il centro storico di Monfalcone (CS). Il report delinea le caratteristiche socio-anagrafi-

che e la provenienza territoriale dei cittadini interpellati e analizza, tramite i loro vissuti e opinioni, le se-

guenti tematiche commerciali, socio-economiche e amministrative:

• la concorrenza della grande distribuzione;

• la frequentazione del centro storico;

• la varietà dei prodotti e servizi del CCN;

• la qualità degli esercizi;

4

• le politiche urbane e infrastrutturali;

• il fenomeno dell’immigrazione;

• le iniziative di promozione e animazione territoriale.

Alla fase di formulazione del disegno di ricerca e definizione degli strumenti di rilevazione hanno parte-

cipato tre ricercatori senior dell’IRES FVG: il dott. Gianluca Masotti, autore del testo scritto; il dott. Mi-

chele Flaibani, coordinatore dell’attività di raccolta ed elaborazione statistica dei dati; la dott.ssa More-

na Mauro, con compiti di consulenza e supervisione generale. Altre indagini, i cui questionari hanno rap-

presentato un punto di partenza utile per individuare le batterie di domande da effettuare, sono debi-

tamente citate in bibliografia e nelle note a piè di pagina. Nel presente report, infine, si utilizzano quat-

tro acronimi per indicare i seguenti concetti e significati:

• CCN (Centro Commerciale Naturale) è l’insieme dei negozi e servizi a gestione integrata localizzati nel

centro storico di Monfalcone;

• CS (centro storico) designa le vie, piazze e ambientazioni storicamente costitutive della zona urbana

centrale di Monfalcone;

• CC (centro commerciale) coincide con i punti vendita collocati nel complesso edilizio denominato E-

misfero e situato in località San Polo a Monfalcone;

• CT corrisponde al campione totale (505 unità), vale a dire alla somma degli intervistati nel CC (355) e

nel CS (150).

5

1 – Il campione degli intervistati

Gli universi di riferimento dell’indagine sono costituiti dai frequentatori del centro storico di Monfalcone

e da quelli del vicino Emisfero, struttura commerciale situata nella località di San Polo del territorio co-

munale monfalconese. L’obiettivo generale di analizzare l’immagine e l’attrattività del CCN in rapporto

alla concorrenza della grande distribuzione ha indotto gli autori del disegno di ricerca a osservare e con-

frontare due popolazioni caratterizzate da differenti stili di vita e abitudini di consumo, rappresentate da

altrettanti campioni non probabilistici. Si precisa, al riguardo, che tali popolazioni, sebbene concettual-

mente separabili, mostrano, nella realtà quotidiana, comportamenti sovrapponibili: una parte di cliente-

la del CC si reca, con frequenza più o meno assidua, a fare acquisti anche nel CS, così come numerosi av-

ventori degli esercizi di vicinato integrano la propria spesa nei grossi punti vendita.

La metodologia della ricerca è di tipo quantitativo e prevede la realizzazione di interviste face to face in

location dopo aver individuato le zone aperte al pubblico presso cui effettuarle. Sono state interpellate,

in totale, 505 persone: 355 all’uscita dei punti vendita interni all’Emisfero e 150 in prossimità di alcuni e-

sercizi di vicinato insediati nel centro storico e dotati di particolare capacità attrattiva. I due campioni

statistici, differenziati per numerosità al fine di rappresentare le proporzioni verosimilmente diverse dei

loro universi di riferimento, risultano composti da cittadini maggiorenni, residenti in Friuli Venezia Giulia

e di esclusiva nazionalità italiana, essendo un obiettivo specifico del disegno di ricerca l’analisi delle opi-

nioni sul fenomeno dell’immigrazione.

L’indagine, come premesso, ricorre a campioni non probabilistici. Nell’impossibilità di reperire gli elenchi

nominativi completi di entrambi gli universi reali, si è utilizzata una tecnica sistematica che applica il me-

todo statistico casuale alla selezione dei soggetti da interpellare nei due luoghi di rilevazione, sommini-

strando i questionari predisposti dai ricercatori dell’IRES FVG a una persona su quattro nelle ore o gior-

nate poco affollate e a una su otto in quelle con maggior assembramento. Per evitare di sovrarappre-

sentare la popolazione disoccupata o inattiva, le attività di raccolta dei dati sono state intensificate il sa-

bato e nel momento serale (dalle 18.00 alle 21.00).

Si è infine previsto di somministrare due questionari differenziati a seconda del luogo di raccolta dei da-

ti. Tali questionari, tuttavia, contengono molte domande in comune e soltanto alcune variazioni dovute

alla necessità di cogliere, con quesiti specifici, le possibili diversità d’opinione e comportamento della

popolazione intercettata nella zona centrale di Monfalcone. Le informazioni contenute nel presente re-

port provengono da rilevazioni effettuate nei primi dieci giorni del dicembre 2013, periodo temporale in

cui esse sono state concentrate per evitare le possibili distorsioni analitiche legate ai particolari effetti

delle festività natalizie sulla predisposizione al consumo.

6

31,168,9

Maschi

Femmine

1.1 – Le caratteristiche socio-anagrafiche

Per valutare e programmare lo sviluppo di una rete integrata di esercizi nel CS di Monfalcone è indispen-

sabile, in premessa, analizzare le caratteristiche socio-demografiche del suo possibile bacino di consu-

matori. Esse comprendono il genere, l’età, il titolo di studio, la professione e lo status familiare, tutte va-

riabili che possono condizionare, anche in modo marcato, le preferenze per le tipologie di prodotto o

servizio, la disponibilità alla spesa e i luoghi, gli interessi e i bisogni d’acquisto. La conoscenza di tali ca-

ratteristiche diviene dunque fondamentale ai fini di una pianificazione mirata delle iniziative di promo-

zione e rilancio del CCN.

Nell’effettuare l’analisi di genere si deve tenere conto che, secondo l’ISTAT1, la consistenza della spesa

mensile delle famiglie con figure di riferimento femminili appare più bassa (€ 2.053,00) di quella dei nu-

clei in cui le stesse figure sono rappresentate dagli uomini (€ 2.596,00). Le prime, infatti, presentano una

maggior incidenza di componenti sole o anziane, mentre i secondi, al contrario, risultano mediamente

più numerosi in quanto composti soprattutto da coppie con o senza figli. Gli intervistati sono rappre-

sentati in prevalenza da donne, tanto nel campione totale (348 unità su 505, pari al 68,9%), quanto in

quelli del CC (240 su 355 – 67,6%) e del CS (108 su 150 – 72%), a conferma di una più frequente assun-

zione di responsabilità delle donne medesime negli acquisti familiari. I maschi ammontano globalmente

a 157 (31,1%), di cui 115 intercettati presso la struttura commerciale Emisfero (32,4%) e 42 nel centro

storico di Monfalcone (28%) [cfr. graf. 1 e tab. 1].

Graf. 1 – Genere degli intervistati (CT – v. %)

Tab. 1 – Genere degli intervistati (v.a. e %)

CC CS GENERE

N. % N. %

Maschi 115 32,4 42 28,0

Femmine 240 67,6 108 72,0

355 100 150 100

1 Cfr. ISTAT [2013], I consumi delle famiglie – Anno 2012, Roma, Statistiche Report.

7

Dalla disamina della ripartizione per anno di nascita si evince che i 505 intervistati riproducono le carat-

teristiche anagrafiche possedute, in genere, dai consumatori: se da un lato prevalgono le donne, tradi-

zionalmente più conoscitrici delle abitudini di acquisto della famiglia, dall’altro la non alta età media (43)

denota una predominanza, nel campione totale, delle fasce giovanili sulla popolazione anziana (31,5%

vs 20,2%). Il maggior numero di questionari è stato somministrato a soggetti di età compresa tra 31 e 60

anni (244, pari al 48,4%), tipicamente propensi a una spesa più elevata di quella abituale degli ultrases-

santenni e dei più giovani. La predisposizione al consumo di queste due coorti, infatti, è spesso condizio-

nata, nel primo caso, dal valore tendenzialmente basso dei redditi pensionistici e dall’incidenza superio-

re degli esborsi per la salute e i servizi sanitari, nel secondo dalle crescenti difficoltà di inserimento e per-

manenza nel mondo del lavoro [cfr. tab. 2].

Tab. 2 – Classe d’età degli intervistati (CT – v.a. e %)

CLASSI D’ETÀ N. %

Fino a 30 anni 159 31,5

Da 31 a 45 anni 120 23,8

Da 46 a 60 anni 124 24,6

61 anni e oltre 102 20,2

505 100

Il profilo anagrafico dei frequentatori del CS si differenzia sensibilmente da quello dei consumatori in-

tervistati presso i punti vendita dell’Emisfero. Aumenta infatti l’età media (47 anni, sei in più dei 41 ri-

scontrati nella clientela del CC), mentre la percentuale di ultrasessantenni (28%) diviene relativamente

maggioritaria in rapporto alla consistenza rappresentativa delle altre tre coorti. L’interpretazione di que-

sto dato non può tuttavia trascurare una variabile come la propensione a spostarsi dal Comune di resi-

denza, tanto meno elevata, quanto più si allunga la vita e diminuisce sia la necessità di muoversi per la-

vorare, sia la possibilità di farlo per effettuare la spesa quotidiana o trascorrere il tempo libero (es. man-

canza di patente di guida, trasporto pubblico carente, precarie condizioni fisiche, ecc.).

Comparando i dati raccolti nei due luoghi di rilevazione, la percentuale di frequentatori giovani è molto

più elevata presso il CC (34,1% vs 25,3%, +8,8%). Nondimeno, la composizione del campione intervista-

to lungo le vie centrali di Monfalcone conferma la capacità attrattiva di un’area caratterizzata da un’of-

ferta di pubblici esercizi e attività commerciali, artigianali e di servizio che, tuttora, riscuotono anche l’in-

teresse delle fasce giovanili. I soggetti con meno di 31 anni, infatti, costituiscono pur sempre un quarto

del suddetto campione, raggiungendo una consistenza percentuale pressoché equivalente a quella ri-

scontrata dalle più recenti rilevazioni demografiche dell’ISTAT tra la popolazione provinciale (25,5%) e

monfalconese (26,7%)2. L’indagine mette dunque in luce le potenzialità di attrazione del CS sulle gene-

razioni da cui si sono appena originati o potranno nascere nuovi nuclei familiari, fenomeno che lascia in-

travedere, a patto di realizzare adeguate strategie di rilancio, una possibile tenuta delle performance e-

conomiche in prospettiva futura [cfr. graf. 2 e tab. 2-bis].

2 Cfr. DemoISTAT – Popolazione residente (1 gennaio 2013). I giovani con età inferiore a 31 anni sono 35.857 su 140.650

residenti nella provincia di Gorizia e 7.298 su 27.319 nel comune di Monfalcone.

8

34,1

16,9

24,8

24,2

25,3

28,0

24,0

22,7

Fino a 30 anni

Da 31 a 45 anni

Da 46 a 60 anni

61 anni e oltre

Centro storico

Centro commerciale

30,1

52,7

17,2

32,7

46,0

21,3

Primario

Secondario

Terziario

Centro storico

Centro commerciale

Graf. 2 – Classe d’età degli intervistati (CC e CS – v. %)

Tab. 2-bis – Classe d’età degli intervistati (v.a. e %)

CC CS CLASSI D’ETÀ

N. % N. %

Fino a 30 anni 121 34,1 38 25,3

Da 31 a 45 anni 86 24,2 34 22,7

Da 46 a 60 anni 88 24,8 36 24,0

61 anni e oltre 60 16,9 42 28,0

355 100 150 100

Il livello d’istruzione dei frequentatori del CS appare tendenzialmente più elevato di quello dei consu-

matori dell’Emisfero. Tra i primi, infatti, è più diffusa la presenza di cittadini con diploma universitario o

laurea di base o specialistica (21,3% vs 17,2%, +4,1%), sebbene in entrambi i campioni gran parte degli

intervistati possieda un diploma di maturità o scuola superiore (46% e 52,7%) o titoli di studio di grado

inferiore (32,7% e 30,1%). I soggetti con licenza elementare e media, al riguardo, sono percentualmente

più nutriti nel centro storico (5,3% e 22% vs 2,2% e 18,9%), mentre quelli con qualifica professionale tro-

vano maggior rappresentazione nel CC (9% vs 5,4%) [cfr. graf. 3 e tab. 3].

Graf. 3 – Livello d’istruzione degli intervistati (CC e CS – v. %)

9

Tab. 3 – Livello d’istruzione degli intervistati (v.a. e %)

CC CS TITOLO DI STUDIO

N. % N. %

Licenza elementare e media – Qualifica professionale 107 30,1 49 32,7

Diploma di maturità o scuola superiore 187 52,7 69 46,0

Diploma universitario – Laurea di base o specialistica 61 17,2 32 21,3

355 100 150 100

La ripartizione degli intervistati per status occupazionale evidenzia che metà del campione totale non

lavora, essendo rappresentato da consumatori che hanno già raggiunto l’età pensionabile (19%), stu-

denti (15,8%), casalinghe (8,3%) e persone in cerca di un impiego (6,9%). Tra i soggetti appartenenti alla

popolazione attiva, i più numerosi svolgono mansioni impiegatizie (159 su 505, pari al 31,5%), seguiti

da quelli che operano in proprio (11,9% di liberi professionisti o imprenditori del commercio, dell’agri-

coltura, dell’industria e dell’artigianato). I frequentatori dei due luoghi di rilevazione con qualifica ope-

raia, infine, costituiscono il 6,5% [cfr. tab. 4].

Tab. 4 – Status occupazionale degli intervistati (CT – v.a. e %)

STATUS OCCUPAZIONALE N. %

Impiegato/quadro 159 31,5

Pensionato 96 19,0

Studente 80 15,8

Imprenditore/libero professionista 60 11,9

Casalinga 42 8,3

Disoccupato 35 6,9

Operaio 33 6,5

505 100

Coerentemente con quanto emerso in rapporto alla variabile dell’età, la presenza degli studenti appare

più diffusa presso l’Emisfero (18,3% vs 10%, + 8,3%), mentre nelle vie del CS cresce assai la frequenta-

zione dei pensionati (26,7% vs 15,9%, +10,8%), abbastanza cospicua da rappresentare un tratto caratte-

ristico dell’area in questione. Si conferma pressoché equivalente, invece, la percentuale di appartenenza

a mestieri impiegatizi/direttivi e alle attività imprenditoriali e libero-professionali, cui si collega un livello

di spesa media familiare che, sempre secondo i dati ISTAT3, corrisponde a € 3.489,00 mensili. Questo da-

to potrebbe suggerire un’interpretazione volta a premiare gli standard di qualità dei prodotti e servizi of-

ferti dal CCN, soprattutto se si considera che rimane pressoché uguale la capacità attrattiva di due cate-

gorie – casalinghe e disoccupati – escluse dal mercato del lavoro e generalmente propense a volumi di

acquisto non elevati. Nel centro cittadino, tuttavia, la popolazione occupata diminuisce leggermente a

causa della più bassa incidenza dei soggetti con professioni meno remunerative: le qualifiche operaie

rappresentano soltanto il 4% e calano del 3,5% rispetto al campione del CC [cfr. graf. 4 e tab. 4-bis].

3 Cfr. ISTAT [2013], I consumi delle famiglie – Anno 2012, Roma, Statistiche Report.

10

32,726,7

11,3 10,0 8,0 7,3

31,0

15,9 12,218,3

8,4 7,54,06,7

05

101520253035

Impi

ega

to/q

ua

dro

Pe

nsi

on

ato

Imp

ren

dito

re/l

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ista

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nte

Ca

salin

ga

Dis

occ

up

ato

Op

era

io

Centro storico Centro commerciale

Graf. 4 – Status occupazionale degli intervistati (CC e CS – v. %)

Tab. 4-bis – Status occupazionale degli intervistati (v.a. e %)

STATUS CC CS

OCCUPAZIONALE N. % N. %

Impiegato/quadro 110 31,0 49 32,7

Studente 65 18,3 15 10,0

Pensionato 56 15,9 40 26,7

Imprenditore/libero professionista 43 12,2 17 11,3

Casalinga 30 8,4 12 8,0

Operaio 27 7,5 6 4,0

Disoccupato 24 6,7 11 7,3

355 100 150 100

È nota, nelle analisi di mercato, l’incidenza delle dinamiche di sviluppo e dei cicli di vita della famiglia su-

gli acquisti del singolo consumatore: dalla formazione della famiglia stessa alla nascita, crescita e maturi-

tà della prole, fino all’uscita di quest’ultima dal nucleo familiare. Osservando i dati emersi dalla presente

indagine, si nota che il 20% dei frequentatori del CS di Monfalcone ha figli minori di 14 anni e tale per-

centuale aumenta di poco (+3,4%) tra la clientela dell’Emisfero. Tendono dunque a equivalersi, nei due

campioni statistici, i possibili effetti della variabile in esame sui comportamenti e volumi di spesa degli

intervistati, fermo restando che essi cambiano anche in base al numero di persone da cui è composto il

suddetto nucleo [cfr. tab. 5].

Tab. 5 – Presenza di figli piccoli nel nucleo familiare (v.a. e %)

NUMERO CC CS

FIGLI PICCOLI N. % N. %

Nessun figlio piccolo 272 76,6 120 80,0

Almeno un figlio piccolo (<14 anni) 83 23,4 30 20,0

355 100 150 100

La composizione del nucleo familiare è una variabile che influisce notevolmente nel determinare la pro-

pensione al consumo presso le grandi superfici. La percentuale delle persone che abitano con altri tre o

11

16,0

33,3

24,021,3

4,79,9

27,924,5

29,9

7,30,7 0,6

0

5

10

15

20

25

30

35

Uno Due Tre Quattro Cinque Sei

Centro storico Centro commerciale

quattro conviventi è superiore nel campione del CC (37,2% vs 26%, +11,2%), a riprova di una correla-

zione positiva tra la crescita del numero di membri e la frequentazione dell’Emisfero. Questa dinamica si

spiega, in buona parte, con la necessità di innalzare il livello quantitativo degli acquisti, soprattutto se in

presenza di figli nell’età scolare (dai 6 ai 13 anni), oppure, più in generale, con la maggior disponibilità a

spostarsi sul territorio per realizzare risparmi attraverso sconti, offerte e promozioni. Nel CS, al contra-

rio, la quota di famiglie monopersonali o con due soli componenti appare più cospicua, toccando ri-

spettivamente il 16% e il 33,3% contro il 9,9% e il 27,9% del centro commerciale [cfr. graf. 5 e tab. 6].

Graf. 5 – Composizione del nucleo familiare (CC e CS – v. %)

Tab. 6 – Composizione del nucleo familiare (v.a. e %)

NUMERO CC CS

COMPONENTI N. % N. %

Uno 35 9,9 24 16,0

Due 99 27,9 50 33,3

Tre 87 24,5 36 24,0

Quattro 106 29,9 32 21,3

Cinque 26 7,3 7 4,7

Sei 2 0,6 1 0,7

355 100 150 100

I dati sul ruolo familiare degli intervistati confermano appieno la distribuzione delle frequenze finora e-

mersa con riferimento al genere, all’età, allo status occupazionale e al numero di coabitanti. Il capofami-

glia è la figura prevalentemente deputata alle visite e compere nel CS (42%), dove la maggior presenza

di donne, ultrasessantenni, pensionati e nuclei monopersonali colloca la componente femminile sola e

anziana ai primi posti nella graduatoria delle tipologie di frequentatori. Segue il target del coniuge o con-

vivente (39,3%) che, in ordine d’importanza, raddoppia ampiamente quello del figlio/a (16,7%), al con-

trario più riscontrabile presso i punti vendita dell’Emisfero (28,2%, +11,5%). Si è visto, al riguardo, che la

percentuale di consumatori giovani e ancora studenti è notevolmente superiore nel CC, luogo in cui la

predominanza degli stessi capifamiglia (33,5%) cede il passo in favore del consorte o compagno/a di vita

(36,9%) [cfr. tab. 7].

12

92,0

4,0 4,00,0

89,0

6,5 4,20,3

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Gorizia Udine Trieste Pordenone

Centro storico Centro commerciale

Tab. 7 – Vincolo parentale con il capofamiglia (v.a. e %)

VINCOLO CC CS

PARENTALE N. % N. %

Coniuge/convivente 131 36,9 59 39,3

Capofamiglia 119 33,5 63 42,0

Figlio/a 100 28,2 25 16,7

Genitore 4 1,1 3 2,0

Fratello/sorella 1 0,3 - -

355 100 150 100

Nel paragrafo successivo sarà analizzata la provenienza territoriale del campione di intervistati, suddivi-

dendo i frequentatori del CS e della struttura commerciale Emisfero per provincia, comune e area di re-

sidenza.

1.2 – La provenienza territoriale

Dal focus analitico sulla provenienza territoriale si evince che, in entrambi i luoghi di rilevazione, circa il

90% del bacino di consumatori risiede nella provincia di Gorizia (89% nel CC e 92% nel CS). Seguono,

con percentuali molto più contenute, il comprensorio udinese (6,5% e 4%) e quello triestino (4,2% e 4%),

mentre un solo intervistato presso l’Emisfero proviene da Pordenone [cfr. graf. 6 e tab. 8].

Graf. 6 – Provincia di residenza degli intervistati (CC e CS – v. %)

Tab. 8 – Provincia di residenza degli intervistati (v.a. e %)

CC CS PROVINCIA

N. % N. %

Gorizia 316 89,0 138 92,0

Udine 23 6,5 6 4,0

Trieste 15 4,2 6 4,0

Pordenone 1 0,3 - -

355 100 150 100

13

I dati intercensuari forniti dall’ISTAT4 evidenziano, sotto il profilo demografico, l’incremento della popo-

lazione provinciale di Gorizia nel decennio 2002-2011: da 136.300 a 140.463 (+3,1%). Tale incremento è

dovuto alla crescita assai consistente dei residenti stranieri (da 3.734 a 9.838, +163,5%) e a quella più

contenuta degli under 15 (+14,7%) e della componente anziana (+13,9%). Diminuisce invece la presenza

dei giovani da 18 a 34 anni (-25,2%) – in parte attratti da altri luoghi dove realizzare i loro progetti di vita

e lavoro – e, in minor misura, il numero degli abitanti nelle classi d’età attive (-2,6%). La provincia isonti-

na appare inoltre interessata da alcuni fenomeni caratteristici di tutti i paesi industrializzati: dalla dimi-

nuzione del tasso di natalità (dall’8,2 del 2008 al 7,3 del 2011, -0,9) all’invecchiamento (24,9% di ultra-

sessantacinquenni nel 2011, +2,4% a confronto con il 2002), fino alla crescente diffusione delle famiglie

monopersonali. Si tratta di cambiamenti fatalmente destinati a incidere sulla vitalità economica e occu-

pazionale del territorio in questione, modificando nel tempo la propensione e le abitudini di consumo

del suo tessuto sociale di riferimento.

Osservando i due campioni statistici a livello aggregato, poco più di un terzo degli intervistati abita a

Monfalcone (174 su 505, pari al 34,5%) [cfr. tab. 9], Comune che, nel periodo intercensuario 2002-2011,

è stato altresì trasformato dai suddetti cambiamenti. Si assiste infatti a un incremento complessivo dei

residenti (da 26.401 a 27.305, +3,4%), della popolazione infantile e adolescenziale (+17,3%) e della com-

ponente anziana (+10,1%), mentre cala la presenza giovanile (-18,7%) e il trend dei soggetti in età lavo-

rativa (-1,5%). Emerge tuttavia, in rapporto all’evoluzione demografica provinciale, una caratteristica di-

stintiva del territorio monfalconese: se le variabili testé menzionate mostrano andamenti analoghi a

quelli riscontrati in tutta l’area isontina, la crescita dell’immigrazione, in assoluto e per consistenza per-

centuale sul totale, assume proporzioni vistosamente più elevate, passando da 943 unità (3,6%) a 3.925

(14,4%). Questo dato attesta che, nel corso del decennio, le persone con cittadinanza straniera si qua-

druplicano e la quota delle stesse sull’universo degli abitanti aumenta del 10,8%.

Tab. 9 – Provenienza territoriale degli intervistati (CT – v.a. e %)

COMUNE/AREA TERRITORIALE N. %

Monfalcone 174 34,5

Ronchi dei Legionari 95 18,8

Bassa Sinistra Isonzo (San Canzian d’Isonzo, Turriaco e Grado) 61 12,1

Staranzano 54 10,7

Alta Sinistra Isonzo (San Pier d’Isonzo, Fogliano-Redipuglia, Sagrado e Doberdò del Lago) 47 9,3

Udine e Bassa Friulana (Aquileia, Cervignano del Friuli, Fiumicello, Villa Vicentina, Carlino e Ruda) 29 5,7

Destra Isonzo (Gorizia, Gradisca d’Isonzo, Villesse, Cormons, Romans d’Isonzo e Mossa) 23 4,6

Trieste/Duino-Aurisina 21 4,2

Altro 1 0,2

505 100

4 Cfr. DemoISTAT [2012] – Ricostruzione intercensuaria della popolazione (2002-2011).

14

9,39,312,0

4,0 2,7

52,7

6,04,0

0,0

6,5

26,8

21,7

13,211,3 10,7

5,3 4,20,3

0

10

20

30

40

50

60

Mon

falco

ne

Ronch

i dei L

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Bassa

Sin

istra

Isonz

o

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Alta Si

nistra

Isonzo

Udine

e Bas

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riula

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Destra

Isonz

o

Triest

e/Duin

o-Auris

ina

Altro

Centro storico Centro commerciale

Sono quindici i comuni del goriziano che, statisticamente, contribuiscono a definire il campione dei fre-

quentatori dell’Emisfero. La distribuzione territoriale degli intervistati nel CC si concentra soprattutto

nel Mandamento monfalconese (83,7%), visto che essi risiedono, seppur con percentuali molto diverse

tra loro, in tutte le nove municipalità dello stesso. Monfalcone (95 unità, pari al 26,8%), Ronchi dei Le-

gionari (21,7%) e Staranzano (11,3%) raggruppano assieme il 59,8% dei consumatori, seguiti dall’area ur-

bana della Bassa Sinistra Isonzo (13,2%) che, convenzionalmente, comprende San Canzian d’Isonzo (7%),

Turriaco (5,1%) e la località lagunare di Grado (1,1%). Leggermente più limitata, invece, è la provenienza

dalle cittadine dall’Alta Sinistra Isonzo (10,7%), ovverosia Fogliano-Redipuglia (3,7%), San Pier d’Isonzo

(3,7%), Sagrado (1,7%) e Doberdò del Lago (1,7%). Il flusso di clientela dai centri abitati della Destra Ison-

zo raggiunge invece il 5,3% ed è riconducibile a Gorizia (2,5%), Gradisca d’Isonzo (1,7%), Villesse (0,6%),

Cormons (0,3%) e Romans d’Isonzo (0,3%). Esso, tuttavia, appare meno elevato di quello che arriva dalla

provincia udinese (6,5%), nella quale rientrano, oltre al capoluogo (0,8%), diversi paesi della Bassa Friu-

lana (5,7%): Aquileia (2%), Cervignano del Friuli (1,7%), Fiumicello (0,8%), Villa Vicentina (0,6%), Carlino

(0,3%) e Ruda (0,3%).

Rispetto alla distribuzione delle frequenze emersa dal campione del CC, nel CS la percentuale di cittadi-

ni monfalconesi raddoppia e supera la metà del bacino d’utenza complessivo: 79 unità su 150, pari al

52,7%. In chiave positiva, tuttavia, deve essere interpretato il dato da cui si evince che ben il 47,3% dei

frequentatori proviene da altre località limitrofe – prime fra tutte Ronchi dei Legionari, la Bassa Sinistra

Isonzo e Staranzano – o finanche più lontane (es. Udine, Trieste, Grado, Gorizia e Mossa), a riprova di un

flusso di potenziale clientela tendenzialmente diversificato sotto il profilo territoriale [cfr. graf. 7 e tab. 9-

bis]. Le possibilità di rilancio del CCN, al riguardo, si colgono se si considera che la distanza tra i Comuni

di appartenenza degli intervistati e la città di Monfalcone non rappresenta un fattore di disincentivo a vi-

sitarla, tant’è che la distanza stessa può arrivare fino a 46,7 km. e il 12% dei soggetti interpellati proviene

da municipalità esterne al Mandamento [cfr. tab. 9-ter].

Graf. 7 – Provenienza territoriale degli intervistati (CC e CS – v. %)

Legenda: Bassa Sinistra Isonzo = San Canzian d’Isonzo, Turriaco e Grado;

Alta Sinistra Isonzo = San Pier d’Isonzo, Fogliano-Redipuglia, Sagrado e Doberdò del Lago

15

Focalizzando l’attenzione sul comprensorio triestino, la percentuale di consumatori si attesta attorno

al 4% presso l’Emisfero e nel centro storico. A confronto con il flusso dalla provincia udinese, se ne ri-

scontra dunque uno più basso (CC) o equivalente (CS) di frequentatori provenienti dal capoluogo regio-

nale o dalle adiacenti località dell’altopiano carsico. Quest’ultimo target di clientela, in passato, si recava

verosimilmente con una maggior assiduità nel territorio monfalconese per realizzare uno shopping di

qualità o usufruire dei locali storici di bar e ristorazione. Il suo trend decennale non può tuttavia essere

adeguatamente stimato in assenza di indagini mirate, né decontestualizzato, a livello interpretativo, dai

cambiamenti sociali, economici, demografici, urbani e infrastrutturali che, nel periodo in questione, han-

no interessato la zona centrale [cfr. tabb. 9-bis e 9-ter].

Tab. 9-bis – Provenienza territoriale degli intervistati (v.a. e %)

CC CS COMUNE/AREA TERRITORIALE

N. % N. %

Monfalcone 95 26,8 79 52,7

Ronchi dei Legionari 77 21,7 18 12,0

Bassa Sinistra Isonzo (San Canzian d’Isonzo, Turriaco e Grado) 47 13,2 14 9,3

Staranzano 40 11,3 14 9,3

Alta Sinistra Isonzo (San Pier d’Isonzo, Fogliano-Redipuglia, Sagrado e Doberdò del Lago) 38 10,7 9 6,0

Udine e Bassa Friulana (Aquileia, Cervignano del Friuli, Fiumicello, Villa Vicentina, Carlino e Ruda) 23 6,5 6 4,0

Destra Isonzo (Gorizia, Gradisca d’Isonzo, Villesse, Cormons, Romans d’Isonzo e Mossa) 19 5,3 4 2,7

Trieste/Duino-Aurisina 15 4,2 6 4,0

Altro 1 0,3 - -

355 100 150 100

Tab. 9-ter – Provenienza territoriale degli intervistati e distanze chilometriche dal CS (CS – v.a. e %)

COMUNE KM. N. %

Monfalcone - 79 52,7

Ronchi dei Legionari 4,5 18 12,0

Staranzano 2,9 14 9,3

S. Canzian d'Isonzo 6,3 8 5,3

Turriaco 7,9 4 2,7

Sagrado 10,5 4 2,7

Duino-Aurisina 7,1 4 2,7

San Pier d'Isonzo 8,8 3 2,0

Fogliano-Redipuglia 9,9 2 1,3

Villesse 14,9 2 1,3

Grado 24,0 2 1,3

Trieste 39,9 2 1,3

Fiumicello 16,5 2 1,3

Cervignano del Friuli 17,6 2 1,3

Udine 46,7 2 1,3

Gorizia 23,0 1 0,7

Mossa 21,5 1 0,7

150 100

16

Le unità di rilevazione sono rappresentate in prevalenza da frequentatori abituali dei due luoghi di

raccolta dei dati: nel centro commerciale Emisfero la maggioranza del campione (58,6%) è composta da

consumatori quotidiani o infrasettimanali, con maggior incidenza delle persone che si recano nel centro

stesso da una a tre volte ogni sette giorni (43,1%). La quota di visitatori assidui sale al 71,3% (+12,7%)

nella zona centrale di Monfalcone, raggiunta quotidianamente o almeno una giornata a settimana dal

41,3% degli intervistati. Ai fini dell’indagine, dunque, prevale, seppur con percentuali diverse, l’opinione

di soggetti che pervengono usualmente nei due siti in questione [cfr. tab. 10].

Tab. 10 – Frequenza delle visite degli intervistati nei luoghi di raccolta dei dati (v.a. e %)

CC CS FREQUENZA

N. % N. %

Ogni giorno o 4-5 volte per settimana 55 15,5 62 41,3

Da una a tre volte per settimana 153 43,1 45 30,0

Una o due volte al mese 97 27,3 25 16,7

Saltuariamente 50 14,1 18 12,0

355 100 150 100

L’analisi delle correlazioni statistiche con l’età, la professione e lo status familiare degli intervistati con-

tribuisce a definire l’identikit dei cittadini intercettati in entrambi i luoghi di rilevazione. Le visite nel CC

sono più ravvicinate nel tempo tra i giovani fino a 30 anni (63,7%) e gli studenti (68,3%), mentre la loro

assiduità non varia con la presenza di figli piccoli in famiglia. Nel CS, al contrario, la frequenza quotidiana

o settimanale aumenta notevolmente tra gli ultrasessantenni (85,7%), le persone in quiescenza (92,3%),

le casalinghe (83,4%) e i lavoratori in proprio (82,3%). Essa è tuttavia diffusa anche tra la fascia giovanile

under 31 (71%) e senza prole (73,3%), dato che può essere interpretato come un potenziale fattore di

tenuta generazionale delle performance commerciali nel medio e lungo periodo.

L’analisi della provenienza territoriale, in conclusione, rivela che il frequentatore del CS, nella gran parte

dei casi, abita nella provincia di Gorizia, al cui interno la realtà amministrativa virtuale costituita dai Co-

muni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano rappresenta la principale area d’origine. Solo il

4% della clientela, al riguardo, è costituito da cittadini che risiedono nel comprensorio triestino e appaio-

no potenzialmente interessati all’offerta commerciale, artigianale e di servizio del CCN. Nel capitolo se-

guente sarà analizzata l’opinione dei consumatori sulle caratteristiche della grande distribuzione e sulle

dinamiche concorrenziali tra l’Emisfero e gli esercizi di vicinato insediati nella zona centrale della città.

17

2 – La concorrenza della grande distribuzione

Quant’è forte, per il CCN di Monfalcone, la concorrenza dell’Emisfero e degli altri centri commerciali?

Perché tali strutture si dimostrano capaci di attrarre e fidelizzare un sempre maggior numero di consu-

matori? È soltanto la percezione di un risparmio di tempo e denaro a richiamare la clientela in questi

luoghi di shopping, oppure entrano in gioco anche alcuni fattori connessi alla qualità dei prodotti e alle

nuove dinamiche di socialità e fruizione del tempo libero? In questo capitolo s’intende dare una risposta

almeno parziale alle domande appena poste, ricercando le motivazioni principali che orientano i giovani

e le famiglie verso la grande distribuzione e possono contribuire in modo determinante ad aggravare la

crisi del commercio tradizionale.

Ai soggetti intervistati presso l’Emisfero è stata chiesta un’opinione sulle caratteristiche più positive del-

lo stesso. La praticità è la motivazione decisiva nell’orientare i consumatori verso il centro commercia-

le, apprezzato anzitutto per la completezza dell’offerta e la conseguente possibilità di ridurre il tempo da

dedicare agli acquisti (158 risposte su 355, pari al 44,5%). L’interesse per la struttura in questione appare

dunque prioritariamente legato alla sua capacità di aggregare le tipologie di consumo prevalenti in un

unico contesto che, nel restante quadro delle risposte, deve la sua attrattività anche ad altri fattori, quali

la stabilità stagionale della temperatura (12,1%), la vasta gamma per ciascun prodotto (11,5%) e la pre-

senza di parcheggi gratuiti (11,3%). Per una quota minore di frequentatori, inoltre, i principali motivi di

gradimento sono costituiti dal soddisfacente rapporto tra qualità e prezzo (6,8%), dal reparto interno di

alimentari (6,8%) e dall’uniformità degli orari di apertura e chiusura dei negozi (4,5%) [cfr. tab. 11].

Tab. 11 – Opinione sulle caratteristiche più positive del centro commerciale Emisfero (CC – v.a. e %)

ITEM N. %

Si trova tutto e non si perde tanto tempo 158 44,5

La temperatura è ideale in inverno ed estate 43 12,1

La gamma dei prodotti offerti è ampia e variegata 41 11,5

È dotato di parcheggi gratuiti 40 11,3

Il rapporto qualità/prezzo è soddisfacente 24 6,8

C’è un grande reparto di alimentari 24 6,8

Gli orari di apertura e chiusura sono uguali per tutti i negozi 16 4,5

Altro 9 2,5

355 100

L’opinione dei frequentatori dell’Emisfero spiega le potenzialità concorrenziali di una struttura commer-

ciale integrata che, collocata al di fuori del CS di Monfalcone, attira e fidelizza i clienti, intercettando una

reale domanda di mercato. Al centro di tale domanda risiede l’opportunità di effettuare le più varie e-

sperienze di consumo senza spostamenti fisici, dando così soluzione al sempre più pressante problema

della mancanza di tempo che, ormai, accomuna i ritmi e gli stili di vita postmoderni dei cittadini e delle

famiglie. Quest’opportunità sovrasta non solo la dimensione economica del risparmio di denaro, ma an-

che gli altri possibili elementi di competitività legati alla frequentazione di un ambiente comodo e con-

18

fortevole (aria condizionata, luoghi di sosta senza pagamento e fasce orarie condivise), oppure alla va-

rietà della scelta nello shopping alimentare e non.

Correlando la casistica delle risposte con l’anno di nascita e la professione degli intervistati, si può osser-

vare che la caratteristica della praticità – vale a dire la possibilità di coniugare la varietà tipologica dell’of-

ferta con il risparmio di tempo – è gradita dal 51,1% dei consumatori nelle fasce d’età professionalmen-

te più attive (31-45 e 46-60). L’apprezzamento per tale caratteristica diviene ancor più diffuso tra le ca-

salinghe (72,4%), mentre quello per la stabilità della temperatura al variare delle stagioni cresce tra i

giovani under 31 (19%) e gli studenti (27%). Fra le persone con qualifica operaia, invece, si eleva l’attri-

buzione d’importanza al rapporto tra qualità e prezzo (15,4%).

La suddetta domanda è stata altresì posta al campione intervistato nelle vie centrali di Monfalcone, mi-

rando stavolta a ottenere un’opinione generale non specificamente riferita all’Emisfero. Osservando le

percentuali attribuite ai singoli fattori di attrattività, il quadro interpretativo non cambia e ne esce anzi

rafforzato: i centri commerciali, concentrando diversi prodotti e servizi nel medesimo luogo, consen-

tono di risparmiare tempo prezioso (84 risposte su 150, pari al 56%). Passano decisamente in secondo

piano, anche tra i frequentatori del CS, altre caratteristiche positive come la dotazione di parcheggi gra-

tuiti (10%), la specializzazione per articoli (8,7%), l’ideale comfort climatico (8,7%) e l’uniformità degli o-

rari di apertura e chiusura (6%). Nella scala di valutazione degli intervistati, infine, la concorrenzialità dei

prezzi scivola all’ultimo posto assieme all’ampio assortimento che può caratterizzare l’offerta alimentare

interna (3,3%) [cfr. tab. 11-bis].

Tab. 11-bis – Opinione sulle caratteristiche più positive dei centri commerciali (CS – v.a. e %)

ITEM N. %

Si trova tutto e non si perde tanto tempo 84 56,0

Sono dotati di parcheggi gratuiti 15 10,0

La temperatura è ideale in inverno ed estate 13 8,7

La gamma dei prodotti offerti è ampia e variegata 13 8,7

Gli orari di apertura e chiusura sono uguali per tutti i negozi 9 6,0

Il rapporto qualità/prezzo è soddisfacente 6 4,0

C’è un grande reparto di alimentari 5 3,3

Altro 5 3,3

150 100

I dati raccolti nel CS, in sintesi, confermano il primato della praticità già emerso dalle interviste realizzate

presso l’Emisfero. I centri commerciali rappresentano strutture in grado di rispondere a una domanda

stabile dei consumatori, originata dalla diffusa esigenza di ridurre gli spostamenti e trovare una vasta ti-

pologia di articoli e servizi in un unico luogo e in un arco temporale relativamente limitato. Tali strutture

perseguono l’accentramento di offerte merceologiche diverse, attuando una strategia di contaminazio-

ne che intercetta fabbisogni reali e una massa critica non raggiungibile dal singolo punto vendita del

19

CCN, soprattutto in assenza di progetti o iniziative di cooperazione e valorizzazione delle peculiarità ter-

ritoriali5.

Una specifica domanda del questionario per i frequentatori dell’Emisfero mira a osservare la concorren-

za della grande distribuzione nella realizzazione della spesa alimentare. Come noto, i comportamenti del

consumatore vengono influenzati, anche in questo settore dell’offerta commerciale, da alcune variabili

socio-economiche (reddito disponibile, prezzi, fiducia nella qualità del prodotto e professionalità del

venditore, ecc.) e dalla fase del ciclo di vita in cui si trova lo stesso consumatore. I modelli culturali di ri-

ferimento, inoltre, svolgono un ruolo determinante nel definire i luoghi e le tipologie d’esercizio abitual-

mente preferite dai cittadini. L’indagine, al riguardo, opera una distinzione tra i piccoli negozi di prossi-

mità e le più ampie strutture di vendita, nelle quali rientrano:

• i minimarket al dettaglio con superfici comprese tra i 200 e i 399 mq.;

• i supermercati al dettaglio con pagamento all’uscita e superficie di vendita tra i 400 e i 2.500 mq.;

• i discount store di prodotti a largo consumo con assortimento limitato e superficie inferiore ai 1.000

mq.;

• gli ipermercati al dettaglio con ampio parcheggio e superficie di vendita superiore ai 2.500 mq.;

• i centri commerciali in cui operano almeno otto attività al dettaglio – tra cui una delle tre precedenti

– che si diversificano per settore e sono gestite con criteri unitari attraverso servizi, infrastrutture e par-

cheggi comuni.

I dati raccolti confermano i risultati prodotti da indagini precedenti6: la spesa alimentare si fa general-

mente nelle medie e grandi strutture di vendita. I grossi acquisti settimanali, in particolare, vengono

quasi sempre effettuati nei diversi luoghi di distribuzione con superfici superiori ai 400 mq., non neces-

sariamente interni ai centri commerciali (95,4%). È davvero modesta, al riguardo, la casistica delle per-

sone che, per questa tipologia di consumo, si serve dei piccoli esercizi tradizionali ubicati nei vari comuni

di provenienza (4,6%). Le percentuali cambiano significativamente con riferimento alle compere quoti-

diane (pane, latte, frutta, verdura, formaggi, carne, ecc.), effettuate nei negozi di vicinato dal 27,4% degli

intervistati [cfr. tab. 12].

Tab. 12 – Tipologie di esercizio commerciale abituali per la spesa alimentare (CC – v. %)

ESERCIZI COMMERCIALI PS GS

Negozi di vicinato 27,4 4,6

Minimarket – Medie e grandi strutture di vendita 72,6 95,4

100 100

Legenda: PS = Piccola spesa (pane, latte, frutta, verdura, formaggi, carne, ecc.); GS = Grande spesa

Disarticolando l’analisi per singola struttura di vendita, si può osservare che, nella maggioranza dei casi,

la grossa spesa alimentare è realizzata presso i supermercati, gli ipermercati e i discount (60,8%), com-

5 Cfr. Vescovi T., Cecchinato F. [2003], Luoghi di esperienza e strategie competitive nel dettaglio, Congresso Internaziona-

le «Le tendenze di marketing», Università Ca’ Foscari Venezia, 28-29 novembre. 6 Cfr. Comune di Monfalcone [2009], Indagini sui frequentatori del Centro Storico, Report di ricerca.

20

prendendo in tale categoria anche i minimarket al dettaglio7. Meno elevato appare, per questa tipologia

di consumo, il livello di frequentazione dei centri commerciali, nei quali un più basso 34,6% degli intervi-

stati si reca per fare le scorte settimanali. La percezione di una convenienza economica, la disponibilità

di una vasta scelta di prodotti e il risparmio di tempo possono verosimilmente essere considerati i prin-

cipali motivi che spingono gli utilizzatori finali a compiere i propri acquisti presso la grande distribuzione

[cfr. tab. 12-bis].

Tab. 12-bis – Esercizi commerciali abituali per la spesa alimentare (CC – v. %)

ESERCIZI COMMERCIALI PS GS

Negozi di vicinato 27,4 4,6

Supermercati, ipermercati e discount 55,6 60,8

Centri commerciali 17,0 34,6

100 100

Legenda: PS = Piccola spesa (pane, latte, frutta, verdura, formaggi, carne, ecc.); GS = Grande spesa

I dati sulle abitudini di spesa per i generi nutritivi sono stati incrociati con l’anno di nascita, lo status oc-

cupazionale e il numero dei componenti familiari. La professione e la struttura della famiglia, al riguardo,

non determinano sensibili variazioni nei comportamenti di consumo degli intervistati. Emerge invece u-

na correlazione diretta tra l’avanzare dell’età e la propensione a realizzare i piccoli acquisti presso i ne-

gozi di vicinato, essendo quest’ultima assai più alta tra gli ultrasessantenni (39%) e i pensionati (38,9%)

che all’interno delle fasce giovanili (25,9%) o comprese tra i 31 e i 60 anni (24,4%). Gli esercizi alimentari

di prossimità devono dunque confrontarsi con un processo di caratterizzazione anagrafica della clientela

che costituisce sia un potenziale fenomeno di criticità nel lungo periodo, sia un possibile terreno di ela-

borazione delle progettualità di rilancio commerciale.

Al fine di soppesare la concorrenzialità della grande distribuzione con i negozi e servizi ubicati nel CS di

Monfalcone, si è chiesto ai frequentatori dello stesso di segnalare se hanno l’abitudine di recarsi nei cen-

tri commerciali per fare shopping o acquisti. La domanda consente di valutare, più in generale, i com-

portamenti del campione verso entrambe le tipologie di offerta, completamente differenti tra loro e da

molto tempo in seno al dibattito tra associazioni di categoria, istituzioni e mass-media. Entrando nello

specifico, i soggetti intervistati sono stati altresì sollecitati a precisare i nominativi e le localizzazioni delle

strutture di vendita più spesso visitate.

Tra i visitatori del CS di Monfalcone è molto diffusa l’abitudine di recarsi presso i centri commerciali

(112 su 150, pari al 74,7%), con percentuali massime tra i giovani under 31 (89,5%) e minime tra gli ul-

trasessantenni (66,7%). La concorrenzialità più elevata proviene dall’Emisfero, raggiunto con regolarità

dal 72,3% delle persone che rispondono in modo affermativo alla domanda sulla frequentazione dei CC.

Le potenzialità attrattive della struttura in questione non possono essere spiegate soltanto in termini di

7 Con il termine “supermercato”, gli intervistati tendono genericamente a indicare tutti gli esercizi con vasto assortimen-

to alimentare in cui prevale il libero servizio, pur in presenza di reparti con vendita assistita (es. banco salumi). Devono dunque essere compresi, nello stesso termine, anche i minimarket con superfici tra i 200 e i 399 mq. Cfr., al riguardo, I-scom Group [2007], Ricerca sugli stili di vita e sui consumi dei residenti in Emilia Romagna, Bologna, Regione Emilia Ro-magna (pp. 18 e ss.).

21

vicinanza territoriale, se si osserva che Sorelle Ramonda, complesso situato a Ronchi dei Legionari e

dunque a una distanza altrettanto accessibile per il bacino d’utenza considerato, si contraddistingue per

essere la meta preferita soltanto dallo 0,9% di intervistati. A conferma della scarsa rilevanza del fattore

chilometrico nel determinare le preferenze dei consumatori, si può notare che quasi il 20% degli stessi

predilige lo spostamento verso il Città Fiera di Udine, mentre un restante 7,2% ripartisce le proprie scel-

te tra il Terminal Nord udinese e le Torri d’Europa o il Monte d’Oro di Trieste [cfr. tabb. 13 e 13-bis].

Tab. 13 – Frequentazione dei centri commerciali (CS – v.a. e %)

N. %

Sì 112 74,7

No 38 25,3

150 100

Tab. 13-bis – Centri commerciali visitati dai frequentatori del CS (CS – v.a. e %)

CENTRI COMMERCIALI N. %

Emisfero – Monfalcone 81 72,3

Città Fiera – Udine 22 19,6

Torri d’Europa – Trieste 4 3,6

Terminal Nord – Udine 2 1,8

Monte d’Oro – Trieste 2 1,8

Sorelle Ramonda – Ronchi dei Legionari 1 0,9

112 100

Un rapporto di ricerca dell’IRES FVG sul commercio al dettaglio del codroipese, realizzato nel 20018, evi-

denzia, tra i piccoli esercenti di tale area, la convinzione diffusa che i centri commerciali rappresentino la

principale minaccia alla sopravvivenza dei negozi e servizi di prossimità. Gli stessi esercenti, nel contem-

po, tendono a escludere l’aumento della qualità dei prodotti dalle possibili strategie di competizione con

la grossa distribuzione, ritenendo che, a vantaggio di quest’ultima, giochino soprattutto la convenienza

dei prezzi e l’omogeneizzazione dell’offerta alla clientela. Affiora inoltre, nel suddetto rapporto, l’opinio-

ne che, proprio a causa dell’importanza prioritaria di tali fattori, la qualità stessa non sia particolarmente

determinante nell’orientare il consumatore verso le grandi strutture di vendita.

Oggi, a distanza di più di un decennio, tali convinzioni risultano almeno in parte contraddette dalle ten-

denze d’opinione dei consumatori abituati a recarsi nelle grandi strutture di vendita: il 53,6% dei fre-

quentatori del CS ritiene che i centri commerciali offrano una qualità superiore a quella degli esercizi

insediati nella zona centrale di Monfalcone. Questo dato indica che, accanto ai noti e già sottolineati

vantaggi di praticità e velocità dello shopping [cfr. tabb. 11 e 11-bis], la grossa distribuzione, a livello di

immagine e attrattività, compete ormai anche qualitativamente con i piccoli negozi di vicinato. Si osser-

va, al riguardo, che solo il 5,3% degli intervistati predilige il commercio al dettaglio, mentre il 41,1% è o-

rientato a riconoscere una sostanziale equivalenza [cfr. tab. 14].

8 Cfr. IRES FVG [2001], Il rilancio del codroipese e delle sue attività commerciali, Report di ricerca (pp. 47 e ss).

22

Tab. 14 – Qualità dell’offerta nei centri commerciali: confronto con il CCN di Monfalcone (CS – v.a. e %)

LIVELLO DI QUALITÀ N. %

Peggiore di quello del CCN di Monfalcone 6 5,3

Pressoché uguale a quello del CCN di Monfalcone 46 41,1

Migliore di quello del CCN di Monfalcone 60 53,6

112 100

La tendenza a preferire la qualità dei prodotti e servizi dei CC può essere meglio interpretata, se si tiene

conto di alcune premesse metodologiche, degli esiti complessivi dell’indagine e delle dinamiche concor-

renziali tra la piccola e la grande distribuzione. Si osserva, al riguardo, che la suddetta tendenza:

• affiora in risposta a una domanda che mette generalmente a confronto i CC e il CCN, senza riferirsi a

specifici esercizi, prodotti o servizi;

• deriva da percezioni soggettive che variano in base alle esperienze personali, alle abitudini quotidia-

ne di consumo e, più in generale, alle conoscenze effettivamente possedute dall’intervistato sulla strut-

turazione dell’offerta commerciale nel CS di Monfalcone;

• non implica, in assoluto, una propensione a giudicare negativamente gli standard di qualità proposti

dal CCN, tuttora apprezzati da una vasta maggioranza di frequentatori del CS [cfr. tab. 21];

• raggiunge la massima diffusione tra i giovani fino a trent’anni (64,7%), mentre si attenua tra gli ultra-

sessantenni (50%);

• denota un calo d’immagine e attrattività del CCN, dovuto soprattutto, come si vedrà, alla progressiva

scomparsa di negozi e servizi tradizionali [cfr. tabb. 16-bis e 19-bis] che, con riferimento alla qualità e ti-

pologia dell’offerta, non sono stati adeguatamente rimpiazzati dai nuovi esercizi avviati e gestiti da cit-

tadini immigrati [cfr. tabb. 29 e 29-bis];

• evidenzia, rispetto al passato, la perdita di qualità di alcuni negozi di vicinato che, a causa della crisi

economica e della concorrenza dei CC, hanno dovuto puntare su un’offerta commerciale meno costosa,

ma poco remunerativa in termini di competitività;

• segnala la crescente capacità della grande distribuzione di realizzare economie di scala nel commer-

cio dei prodotti di qualità, offerti a prezzi concorrenziali per effetto dei risparmi conseguibili sui grossi

quantitativi d’acquisto.

La concorrenza della grande distribuzione è stata analizzata anche attraverso la lente d’osservazione dei

frequentatori dell’Emisfero. Ai 355 soggetti intervistati è stato chiesto di esprimere il loro livello di accor-

do (molto, abbastanza, poco o per niente) con una batteria di item finalizzata a confrontare l’attrattività

del CS di Monfalcone e quella dei centri commerciali su tre differenti piani di competitività: la funzione

di socialità, la convenienza dei prezzi e la specializzazione dell’offerta. La tabella n. 15 presenta i risultati

dell’indagine con riferimento a ognuna delle suddette dimensioni, mettendo in luce l’immagine com-

plessivamente più dinamica e appetibile delle strutture di vendita che aggregano su larghe superfici di-

verse tipologie di esercizi e negozi al dettaglio.

Nell’arco dell’ultimo ventennio le aspettative dei consumatori sono profondamente cambiate. Il caratte-

re innovativo delle grandi strutture di vendita, negli anni ottanta e novanta, dipendeva soprattutto dalla

più vasta possibilità di scelta e risparmio monetario. Dall’elaborazione dei dati aggregati, invece, emerge

23

il maggior gradimento dei cittadini per i centri commerciali come luoghi di socialità (53,9%), a dimo-

strazione che l’attrattività degli stessi si collega sempre più all’opportunità di trascorrervi il tempo libero,

in virtù della presenza di attività aggregative (es. bar, sale giochi, food-court, ecc.) non rinvenibili presso

altri ambienti in forma così integrata. Le famiglie e gli utenti, soprattutto se giovani, cercano nei suddetti

centri non solo occasioni d’acquisto a prezzi convenienti, ma anche spazi e situazioni d’incontro, tant’è

che, nel gergo corrente, il termine “shopping” evoca ormai significati di svago ben più ampi della mera

dimensione del consumo.

La tendenza a prediligere le grandi strutture di vendita quali punti di ritrovo in cui “fare un giro” si asso-

cia alla loro più elevata attrattività sotto il profilo del risparmio economico: circa il 60% dei frequentato-

ri dell’Emisfero percepisce i prezzi dei centri commerciali più convenienti di quelli praticati dai negozi

del CS di Monfalcone, opinione che si conferma tradizionalmente diffusa. Tale opinione, osservata in u-

na prospettiva di concorrenzialità con il CCN, orienta ancor oggi, come agli albori della grossa distribuzio-

ne, le scelte dei consumatori, contribuendo non poco a definirne i comportamenti al momento dell’ac-

quisto.

Per gli esercenti del CS la specializzazione dell’offerta è uno dei principali fattori di competitività con la

grande distribuzione. Riguardo a tale fattore, i dati raccolti presso l’Emisfero evidenziano che il successo

delle strategie di sviluppo del CCN appare legato alla necessità di rilanciarne efficacemente la peculiare

caratterizzazione merceologica: il 64,1% degli intervistati non crede che i negozi insediati nelle vie sto-

riche di Monfalcone vendano prodotti tipici introvabili nei centri commerciali. Si segnala, a tale propo-

sito, che più del 30% del campione si dichiara per niente d’accordo con l’item in questione, collocandosi

all’estremo negativo della scala di valutazione proposta. Le correlazioni statistiche, inoltre, dimostrano

che il 76,3% dei soggetti in dissenso con il suddetto item lamenta la scomparsa degli esercizi di una volta

dalla zona centrale di Monfalcone.

Tab. 15 – Socialità, prezzi e specializzazione dell’offerta: confronto tra CC e CS (CC – v. %)

POSITIVO NEGATIVO ITEM

M A P PN TOT.

23,8 22,3 27,7 26,2 Preferisco fare un giro nel CS di Monfalcone piuttosto che nei CC

46,1 53,9 100

I CC del monfalconese hanno prezzi più convenienti 29,2 30,2 29,9 10,7

dei negozi tradizionali del CS 59,4 40,6 100

I negozi del CS offrono prodotti tipici 14,8 21,1 33,6 30,5

che non si trovano nei CC del monfalconese 35,9 64,1 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Le opinioni sulla funzione di socialità, convenienza economica e specializzazione dell’offerta possono es-

sere analizzate per classe d’età degli intervistati. Si osserva, al riguardo, che la maggioranza degli ultra-

sessantenni preferisce fare un giro nel CS di Monfalcone (59,2%), mentre il 61% degli under 31, al con-

trario, è orientato a scegliere i centri commerciali per trascorrere i momenti di svago e relax. La propen-

sione a ritenere maggiormente vantaggiosi i prezzi delle grandi strutture di vendita cresce all’aumentare

24

degli anni, fino a raggiungere il 69,4% tra i soggetti anziani. Una correlazione diretta emerge altresì per la

predisposizione a distinguere e apprezzare i prodotti tipici dei negozi insediati nel CCN, più diffusa tra i

consumatori over 60 (45,1%), pari al 43,1% e al 38,9% tra le due fasce intermedie (46-60 e 31-45) e assai

bassa tra le coorti giovanili (22,9%).

Si è visto, nel presente capitolo, che il CS di Monfalcone, oltre a soffrire notevolmente la tradizionale

concorrenza delle medie e grandi strutture di vendita nel campo della spesa alimentare, tende a subire

un deficit d’immagine nel confronto con l’Emisfero e i centri affini. Questo deficit interessa i più diversi

fattori di potenziale attrattività per il consumatore: dalla convenienza economica alla specializzazione e

adeguatezza qualitativa dell’offerta, sino alla funzione di svago e incontro sociale. Ne consegue che la

proposta commerciale integrata in ampi spazi chiusi e coperti non attira il cliente soltanto in virtù del

buon rapporto tra qualità e prezzo o della maggior efficienza logistica. Essa, infatti, dimostra di poter

soddisfare anche la diffusa propensione a ricercare uno shopping ricreativo, emotivo ed esperienziale,

durante il quale il cliente stesso è libero di socializzare ed esplorare l’offerta a modo suo. La partecipa-

zione al processo d’acquisto diviene più attiva e influenzabile nel suo svolgimento, mentre la connessio-

ne con l’ambiente visitato implica un’immersione fisica e mentale nel medesimo. Si tratta di aspetti psi-

co-sociali di cui tener conto nel pianificare una prospettiva di rilancio e sviluppo del CCN di Monfalcone,

luogo che, nelle pagine seguenti, sarà osservato in un’ottica incentrata sui motivi principali di frequenta-

zione e sulle diverse tipologie di consumo.

25

3 – La frequentazione del centro storico

La frequentazione del centro cittadino di Monfalcone è un fenomeno sociale strettamente connesso alla

dimensione commerciale dell’indagine. Nel presente capitolo saranno individuati alcuni profili tipici dei

visitatori del CS, al fine di comprendere fino a che punto essi rappresentino un reale o potenziale bacino

di consumatori. S’indagano inoltre i comportamenti di disinteresse o disaffezione e i loro principali moti-

vi, così come le ragioni che, al contrario, spingono la clientela a raggiungere abitualmente l’area urbana

del CCN, creando i presupposti per l’acquisto di prodotti e servizi. Verranno analizzate, infine, le tipolo-

gie di spesa prevalenti, la loro connessione con le caratteristiche anagrafiche degli intervistati e i cambia-

menti socio-economici percepiti dai cittadini in rapporto al passato.

I clienti del CC che frequentano anche il CS possono essere sinteticamente classificati in due categorie.

La prima è composta dai “tradizionalisti” (45%), vale a dire dalle persone che, oltre all’Emisfero, visitano

molto spesso o abitualmente pure la zona centrale di Monfalcone, raggiungendola ogni giorno (18%) o

con cadenza settimanale (27%). Si tratta di un target che, talvolta per motivi di lavoro o residenza, tende

a vivere regolarmente questa zona come meta per passeggiare, incontrarsi negli esercizi pubblici o fare

acquisti in negozi di cui apprezza la qualità e professionalità. Il secondo gruppo, invece, coincide con gli

utenti occasionali (43,6%) che si recano nelle vie del CCN al massimo un paio di volte al mese (19,7%) o

in modo saltuario (23,9%), spostandosi, nella maggior parte dei casi, per realizzare in velocità qualche

commissione o compera9 [cfr. tab. 16].

Tab. 16 – Frequenza delle visite nel CS di Monfalcone (CC – v.a. e %)

FREQUENZA N. %

Ogni giorno o 4-5 volte per settimana 64 18,0

Da una a tre volte per settimana 96 27,0

Una o due volte al mese 70 19,7

Raramente 85 23,9

Mai 40 11,3

355 100

Tra gli intervistati del CC, inoltre, affiora un’utenza che non si sposta mai nel CS di Monfalcone (11,3%).

Sommando questa casistica a quella di chi lo fa raramente (23,9%), si può individuare la consistenza del

bacino di consumatori dell’Emisfero che mostra disinteresse per l’offerta commerciale, artigianale e di

servizio del CCN: 125 unità su 355, pari al 35,2%. Questo disinteresse appare diffuso e percentualmente

maggioritario tra i residenti della Destra Isonzo (63,2%), della Bassa Friulana (60,9%) e della Bassa Sini-

stra Isonzo che raggruppa i Comuni di San Canzian d’Isonzo, Turriaco e Grado (55,3%). Esso, invece, cala

sensibilmente tra gli abitanti monfalconesi (17,9%), staranzanesi (27,5%) e ronchesi (28,6%), mentre si

accentua, pur restando minoritario, tra i cittadini dell’Alta Sinistra Isonzo (39,5%) e della provincia triesti-

na (46,7%). 9 Sulla distinzione tra gli utenti tradizionalisti e occasionali, cfr. Barolo S., Bergesio L. (cur.) [2002], Il volto del commercio a

Torino. Un’indagine in tre circoscrizioni campione, Comune di Torino – Divisione Servizi Civici (pp. 39 e ss).

26

Analizzando il profilo socio-anagrafico del suddetto bacino, si nota che il disinteresse per il CCN di Mon-

falcone si eleva tra gli intervistati in fascia d’età 31-45 (44,2%, di cui il 25,6% è rappresentato da utenti

saltuari e il 18,6% da soggetti abituati a non frequentarlo mai), nonché tra gli operai (50%), le casalinghe

(48,2%) e le persone con almeno un figlio piccolo (38,6%). La propensione a recarsi nel CS, invece, non

cambia significativamente al variare del livello di istruzione, ma appare più alta tra la clientela del CC che

ha meno di 31 anni (70,3%), studia (81%) o vive da sola (80%).

Ai 125 soggetti raramente o per nulla propensi a visitare il centro cittadino è stato chiesto di precisare,

optando per una sola modalità di risposta, i motivi del loro disinteresse verso l’offerta complessiva del

CCN [cfr. tab. 16-bis]. L’analisi dei dati evidenzia, in ordine di priorità, un fenomeno di disaffezione lega-

to alla chiusura di esercizi che, in passato, caratterizzavano il volto del commercio nelle vie centrali di

Monfalcone. Prevale infatti, tra i suddetti soggetti, la tendenza a non frequentare più tali vie dopo la

scomparsa di determinati punti vendita al dettaglio presso cui, in passato, si potevano realizzare acquisti

(47 unità, pari al 37,5%). In sintesi, la progressiva perdita di prodotti o servizi tipici, tradizionali e di quali-

tà – segnalata anche dal campione del CS quale principale fattore di criticità [cfr. tab. 19-bis] – provoca

comportamenti di allontanamento che riguardano il 13,2% dei 355 consumatori intervistati nel CC e ap-

paiono particolarmente elevati tra i residenti della Bassa Sinistra Isonzo e di Ronchi dei Legionari.

La ricerca dei motivi d’indifferenza verso il centro storico permette di cogliere il punto di vista soggettivo

del potenziale cliente e può favorire l’individuazione degli interventi più adatti a incentivarne la frequen-

tazione. Se il 23,2% dei consumatori disinteressati a visitare il centro cittadino non ha mai avuto la

consuetudine di farlo (29 unità), si profila l’esigenza di una promozione commerciale, culturale e ricrea-

tiva per i residenti al di fuori del perimetro intercomunale di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staran-

zano, complessivamente più propensi a fornire tale risposta. Si osserva inoltre che, sottraendo questa

casistica dal totale delle 125 persone sporadicamente o nient’affatto abituate a recarsi nel CS di Monfal-

cone, la percentuale dei 47 comportamenti di disaffezione sale dal 37,5% al 49% (+11,5%).

La difficoltà di parcheggiare è, in particolare tra i cittadini della Bassa Friulana, la terza ragione di disaf-

fezione per il CS (20 unità, pari al 16%). Affiora dunque, tra i frequentatori dell’Emisfero, la percezione di

un’inadeguata viabilità di accesso al CCN che, nella presente indagine, riemerge e viene più puntualmen-

te quantificata nella sezione riguardante le politiche urbane e infrastrutturali [cfr. cap. 6, tabb. 24 e 25].

Si nota, a tale proposito, che circa il 90% dell’utenza intervistata presso il CC è composta da persone che

non risiedono nelle vie centrali di Monfalcone [cfr. tab. 17] e, nell’ambito di una strategia di rilancio del

commercio di prossimità, richiedono progettualità e soluzioni commisurate alla loro necessità o abitudi-

ne di spostarsi con l’auto privata.

Altre motivazioni meno ricorrenti completano il quadro generale delle risposte. La mancanza di tempo

disponibile (6,4%) conferma la stretta relazione esistente tra lo shopping e i ritmi di vita e lavoro, prece-

dendo, in termini d’importanza, la caoticità del traffico di automobili, bus e corriere (5,6%). Il 4,8% dei

cittadini disaffezionati al CS attribuisce lo scarso appeal dello stesso al lay out poco congeniale delle in-

segne e vetrine dei negozi, mentre solo l’1,6% spiega il proprio distacco con il trasferimento degli uffici

27

pubblici in zone più decentrate della città. Ne consegue, in conclusione, che il disinteresse dei consuma-

tori per il CCN di Monfalcone si collega principalmente alla perdita di attrattività commerciale e solo in

secondo grado alla dimensione urbanistica o infrastrutturale.

Tab. 16-bis – Motivi di disinteresse o disaffezione per il CS di Monfalcone (CC – v.a. e %)

ITEM N. %

Non si trovano più i prodotti e gli esercizi di una volta 47 37,6

Non l’ho mai frequentato 29 23,2

È troppo difficile parcheggiare 20 16,0

Mi manca il tempo 8 6,4

C’è troppo traffico di automobili, bus e corriere 7 5,6

Le insegne e vetrine dei negozi sono brutte 6 4,8

Non ci sono più gli uffici pubblici 2 1,6

Altro 6 4,8

125 100

Le ragioni che inducono a scegliere una rete commerciale costituiscono uno dei più importanti fattori di

misurazione della sua immagine e attrattività. A tal fine è stato chiesto agli intervistati nei due luoghi di

rilevazione di indicare le motivazioni per cui raggiungono la zona centrale di Monfalcone, escludendo i

40 clienti del CC (11,3% dei 355 totali) che avevano antecedentemente risposto di non recarvisi mai. Si

precisa, in premessa, che la tabella n. 17 riproduce le percentuali di risposta affermative a una batteria

di cinque domande dicotomiche, con le quali s’invitano gli stessi intervistati a specificare, attraverso un

“sì” o un “no”, se i motivi riportati in ogni singola riga li spingono o meno a frequentare il CS.

Tab. 17 – Motivi principali di frequentazione del CS di Monfalcone (v. %)

MOTIVI CC CS

Acquisto di prodotti e servizi 64,8 78,0

Passeggiate, svago o passatempo 64,1 50,7

Visite e incontri con amici e parenti 58,4 40,0

Lavoro 18,1 20,0

Abitazione o domicilio 10,2 24,7

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

Per i clienti dell’Emisfero il più frequente motivo di frequentazione del CS è l’acquisto di prodotti e

servizi (204 su 315 unità, pari al 64,8%), a dimostrazione che gli esercizi lì insediati vengono ancora rico-

nosciuti dalla maggioranza dei consumatori quali sicuri punti di riferimento per lo shopping, pur in una

logica di suddivisione della spesa tra le strutture di vendita medio-grandi e quelle di prossimità. Sebbene

le difficoltà di fidelizzazione della clientela tendano sempre più ad aumentare per i sistemi distributivi di

vicinato, specialmente nel caso dei generi nutritivi di prima necessità, si riscontrano legami consolidati

tra gli stessi consumatori e i dettaglianti tradizionali. Il dato in questione deve essere interpretato in

chiave positiva, rivelando che il CCN mantiene tuttora il ruolo di richiamo tipico dei negozi di paese e ri-

mane in grado di soddisfare i principali fabbisogni di consumo.

28

20,0

78,0

50,7

40,0

24,718,1

10,2

58,464,164,8

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Acquisto di

prodotti e

servizi

Passeggiate,

svago o

passatempo

Incontri con

amici e parenti

Abitazione o

domicilio

Lavoro

Centro storico Centro commerciale

Indicativa della forte connessione tra commercio e tempo libero è la quasi eguale importanza delle mo-

tivazioni di svago e passatempo e di incontro con amici e parenti, segnalate rispettivamente dal 64,1%

e dal 58,4% degli intervistati presso l’Emisfero. L’ambientazione del CCN, con le sue piazze, vie e attività

di animazione, preserva dunque un ruolo attrattivo nella scala di valutazione dei clienti del CC, favoren-

do una volta di più l’associazione tra i momenti di relax e la possibilità di effettuare acquisti. Il desiderio

di passeggiare all’aria aperta e/o visitare i conoscenti rimane un’immutata “vocazione” del potenziale

consumatore ed evidenzia che il sostegno al commercio nei centri storici richiede politiche istituzionali e

strategie di promozione mirate a caratterizzarli come luoghi dove poter ritrovarsi e socializzare, oltreché

far compere con calma e tranquillità.

Il potenziale attrattivo del CCN viene confermato dalle abitudini di consumo delle persone intervistate

lungo le vie storiche di Monfalcone, tra le quali aumenta fino al 78% (+13,2%) la fruizione individuale e

strumentale mirata all’acquisto di prodotti e servizi. Tale aumento, rispetto alla casistica emersa presso

il CC, denota un maggior livello di fidelizzazione che appare tuttavia dovuto, almeno in parte, alla più e-

levata percentuale di soggetti domiciliati (24,7% vs 10,2%, +14,5%) nel centro cittadino. Tra i suddetti in-

tervistati diminuisce, al contrario, la quota di motivazioni collegate alla socialità e al tempo libero, siano

esse riferite alle passeggiate di svago e passatempo (50,7%, -9,4%), oppure alle attività di relazione e in-

trattenimento con amici, parenti e conoscenti (40%, -18,4%). Se si considera che il 71,3% del campione

intercettato nel CS è costituito da frequentatori abituali [cfr. tab. 10], si evince che, per questo target, il

concetto di shopping coincide anzitutto con la realizzazione della spesa e solo in seconda istanza con le

situazioni di piacere e relax10

[cfr. graf. 8].

Graf. 8 – Motivi principali di frequentazione del CS di Monfalcone (CC e CS – v. %)

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

Nel campione intercettato presso l’Emisfero, la percentuale di persone che frequentano il centro cittadi-

no di Monfalcone per acquistare prodotti e servizi è più elevata tra i residenti di Staranzano (72,2%),

10 La correlazione tra shopping e tempo libero è confermata dai dati raccolti nell’ambito della presente indagine, ancor-

ché con frequenze diverse tra i due campioni. Il 68,1% dei clienti dell’Emisfero che acquistano prodotti e servizi nel CCN di Monfalcone si reca nella zona centrale della città anche per svagarsi o passeggiare. Tale percentuale è invece meno elevata, seppur sempre maggioritaria, tra gli intervistati nel CS (53%).

29

nonché tra gli ultrasessantenni (69,1%) e i giovani fino a 30 anni (66,1%). Coerentemente, tale percen-

tuale cresce tra chi possiede lo status occupazionale di studente (74,6%) e pensionato (72%), mentre

tende con evidenza ad abbassarsi tra i disoccupati (36,4%). Se si osservano la provenienza territoriale e

le caratteristiche socio-anagrafiche degli intervistati nel CS, la quota di consumatori raggiunge i maggiori

livelli tra gli abitanti monfalconesi (86,1%) e tra le donne e gli uomini con età superiore a 60 (90,5%) e in

quiescenza (94,9%).

La conoscenza delle tendenze di consumo, osservate per macrosettori merceologici, permette di identi-

ficare i punti di forza e debolezza di un sistema distributivo. L’indagine mira a individuare, attraverso il

questionario strutturato, le attività economiche del CCN maggiormente attrattive per i frequentatori dei

due luoghi di rilevazione. Confrontando le abitudini di entrambi gli aggregati statistici, si possono coglie-

re alcune significative differenze nella propensione alla spesa per i generi alimentari, il vestiario, gli arti-

coli personali, i prodotti artigianali, le consumazioni negli esercizi pubblici e la fruizione dei servizi. La ta-

bella n. 18 evidenzia, al riguardo, le percentuali di risposta affermative a una batteria di sei domande di-

cotomiche, con le quali viene chiesto agli intervistati che effettuano acquisti nel CS di precisare, attraver-

so un “sì” o un “no”, la tipologia degli stessi.

Tab. 18 – Tipologie di consumi nel CS di Monfalcone (v. %)

TIPOLOGIA DI CONSUMO CC CS

Shopping non alimentare (abbigliamento, calzature, profumeria, casalinghi, libri, giornali, tabacchi, beni personali e altri articoli) 84,3 74,4

Consumazioni in bar, enoteche, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, trattorie, ristoranti, ecc. 80,9 61,5

Fruizione di servizi (acconciatura, estetica, fotografia, lavanderia, lotterie, agenzie, banche, teatro, cinema, ecc.) 54,4 35,0

Spesa in negozi alimentari (pane, latte, frutta, verdura, formaggi, carne, ecc.) 43,1 57,3

Acquisti in botteghe di artigianato (oggetti d’arte, sartorie, calzolai, vetrai, ecc.) 14,7 21,4

Compere al mercato ambulante settimanale 13,2 17,1

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

Per i clienti dell’Emisfero che fanno acquisti nella zona centrale di Monfalcone (204 unità), il CS si carat-

terizza come un luogo di richiamo privilegiato del consumo non alimentare e nei locali pubblici. Le due

tipologie di spesa più diffuse, infatti, riguardano, da un lato, i prodotti di abbigliamento e calzatura, gli

articoli personali e per la casa, i libri, giornali e tabacchi (84,3%); dall’altro, i cibi e le bevande presso bar,

enoteche, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, trattorie, ristoranti, ecc. (80,9%). Come noto, tali tendenze s’in-

seriscono in un più generale processo di trasformazione socio-culturale che favorisce la costante ricerca

di novità e personalizzazione nei campi della moda, cura della persona e qualità della vita. Esse, tuttavia,

rappresentano altresì il segno più tangibile di apprezzamento per un’offerta commerciale tradizional-

mente in grado di intercettare i fabbisogni dei consumatori, con alte frequenze di acquisto – comuni a

entrambi i campioni statistici e settori d’attività – tra i giovani fino a 30 anni, gli studenti e gli imprendi-

tori o liberi professionisti.

Nei settori dei servizi e dei prodotti alimentari si accentua la concorrenza degli altri centri cittadini e

delle strutture di vendita medio-grandi. La percentuale di clienti dell’Emisfero abituata a recarsi nel CS

per usufruire degli stessi servizi (acconciatura, estetica, fotografia, lavanderia, lotterie, agenzie, banche,

30

21,4

74,4

17,1

61,557,3

35,0

14,7

54,4

43,1

80,984,3

13,2

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Shopping

non

alimentare

Locali

pubblici

Alimentari Servizi Artigianato Mercato

ambulante

Centro storico Centro commerciale

teatro, cinema, ecc.) si attesta al 54,4% ed è elevata soprattutto tra le casalinghe (75%) e i soggetti in

cerca di occupazione (62,5%). La propensione al consumo dei viveri di prima necessità (pane, latte, frut-

ta, verdura, formaggi, carne, ecc.) scende invece al 43,1% e appare molto frequente tra le persone in

quiescenza (66,7%) e, in minor misura, tra i lavoratori in proprio (54,5%). Se il primo dato denota un pa-

trimonio di fiducia e attrattività tuttora non scalfito dagli effetti della crisi economica e occupazionale, il

secondo conferma le già evidenziate tendenze a prediligere, per la spesa di ogni giorno, la grossa distri-

buzione (supermercati, ipermercati, discount, ecc.).

Gli acquisti nelle botteghe di artigianato e al mercato ambulante settimanale costituiscono due tipolo-

gie di consumo prescelte da fasce di nicchia. Il 14,7% del campione intercettato presso il CC si reca nel

CS di Monfalcone per comprare oggetti d’arte o altri prodotti e prestazioni artigianali, tendenza che ap-

pare più alta nei soggetti tra 31 e 45 anni (19,5%) e in quelli con professione impiegatizia (17,2%). Eventi

o progetti di animazione mirati, anche secondo modelli già sperimentati in altre regioni e città, potreb-

bero favorire una maggior attrattività del settore in questione e la sua integrazione con le altre attività e-

conomiche del CCN. Ogni sette giorni, invece, il commercio itinerante diventa una meta più o meno abi-

tuale per il 13,2% di intervistati, soprattutto se in classe d’età 46-60 (25,5%), casalinghe (25%) e impren-

ditori o liberi professionisti (22,7%).

Rispetto alle frequenze emerse tra la clientela del CC, le tendenze al consumo degli intervistati nel CS

tendono qualitativamente a diversificarsi. I settori del commercio non alimentare, degli esercizi pubbli-

ci e dei servizi rimangono i più prescelti per gli acquisti, ma con percentuali assai più basse: 74,4% (-

9,9%), 61,5% (-19,4%) e 35% (-19,4%). Di segno esattamente opposto è invece la dinamica riguardante

le altre tre tipologie di spesa, caratterizzata da un aumento della propensione a comprare i generi nutri-

tivi di prima necessità (57,3%, +14,2%), gli oggetti o le prestazioni d’artigianato (21,4%, +6,7%) e i pro-

dotti al mercato ambulante settimanale (+3,9%). Quest’inversione di tendenza, da un lato, si collega alla

maggior incidenza campionaria dei consumatori anziani, generalmente meno dediti alle compere degli

articoli di vestiario, calzatura e cura della persona; dall’altro, essa potrebbe dipendere dall’abitudine di

spostarsi altrove all’aumento del valore economico dei beni da acquisire [cfr. graf. 9].

Graf. 9 – Tipologie di consumi nel CS di Monfalcone (CC e CS – v. %)

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

31

Come dimostrano altre indagini11

, le tipologie di consumo sono fortemente correlate alle caratteristiche

socio-anagrafiche degli intervistati. Tra queste caratteristiche, l’età è la prima a determinare significative

differenze, in entrambi i campioni statistici, nelle categorie degli acquisti presso il CCN: se gli ultrasessan-

tenni rappresentano la fascia più propensa a comperare viveri di prima necessità (63,2% nel CC e 76,3%

nel CS), le altre coorti appaiono molto più orientate a prediligere lo shopping non alimentare, con per-

centuali particolarmente alte tra i giovani al di sotto dei 31 anni (91,9% e 92,6%). Tali differenze tendono

invece a sfumare per le consumazioni nei locali pubblici e la fruizione di servizi, mentre riaffiorano con la

più diffusa predisposizione degli ultraquarantaseienni per il mercato ambulante settimanale e dei 31-

45enni per le botteghe artigianali.

La propensione alla spesa per settore merceologico è parimenti condizionata dallo status occupazionale

e dal reddito disponibile che ne deriva. Alcune correlazioni sono comuni ai due campioni statistici:

• lo shopping alimentare si caratterizza come pratica di consumo maggiormente diffusa tra i soggetti in

pensione (66,7% nel CC e 78,4% nel CS);

• la propensione percentuale per lo shopping non alimentare è assai elevata tra gli studenti (93,2% nel

CC e 100% nel CS), mentre, a confronto con il dato generale (84,3% e 74,4%), si abbassa drasticamente

tra i pensionati (66,7% e 54,1%).

Con esclusivo riferimento al campione intervistato presso il CC, si registrano inoltre le seguenti correla-

zioni:

• la tendenza a consumare nei bar e locali di ristorazione appare particolarmente consolidata tra gli o-

perai (92,9%) e gli studenti (84,1%);

• i lavoratori in proprio (artigiani, liberi professionisti, imprenditori dell’industria, del commercio e della

agricoltura) sono i più propensi a usufruire delle attività di servizio (59,1%);

• le più alte percentuali di frequentazione del mercato ambulante settimanale si riscontrano nella cate-

goria delle casalinghe (25%);

• i clienti delle botteghe artigiane sono più numerosi tra gli impiegati (17,2%).

Lo status familiare non è una variabile significativamente connessa con la tipologia di spesa prescelta

dalla clientela nel CCN. Le uniche correlazioni statistiche emerse in fase di elaborazione delle frequenze

riguardano, nel campione intervistato presso il CC, il decrescere della propensione a frequentare il mer-

cato settimanale all’aumento dei membri della famiglia, nonché, in rapporto al dato generale (43,1%), il

calo del consumo nei negozi alimentari tra le persone con almeno un figlio piccolo (33,3%). Quest’ultima

correlazione, tuttavia, scompare tra i soggetti intercettati nella zona centrale di Monfalcone, la cui predi-

sposizione ad acquistare i generi nutritivi di prima necessità non cambia al variare della loro condizione

di genitorialità, attestandosi attorno al 57%.

11

Cfr. Kaczmarek A. [2009], Indagine sui consumi e sulle abitudini di acquisto delle famiglie. Principali risultanze, Comune

di Bastia Umbra (pp. 30 e ss.).

32

Le correlazioni statistiche evidenziano inoltre alcune coincidenze tra il luogo d’abitazione e quello di con-

sumo nel CCN, sebbene esse non siano riscontrabili per tutte le tipologie di spesa. Tali correlazioni, infat-

ti, rivelano che:

• i cittadini di Monfalcone sono quelli più propensi ad acquistare prodotti alimentari (64,6% nel CC e

75% nel CS), a conferma che, quando le persone decidono di comprare tali prodotti nei negozi di vicina-

to, propendono a farlo nel proprio territorio di residenza;

• in entrambi i luoghi di rilevazione, i monfalconesi che consumano articoli di abbigliamento, calzatura

e cura della persona mostrano, rispetto alle percentuali generali (84,3% nel CC e 74,4% nel CS), valori più

bassi (-1,2% e -8,2%);

• le percentuali di consumatori negli esercizi pubblici raggiungono livelli superiori alla frequenza com-

plessiva – equivalente, come si è visto, a 80,9% nel CC e a 61,5% nel CS – tra gli abitanti di tutto il Man-

damento monfalconese;

• percentualmente, i cittadini monfalconesi intervistati nel CS sono i più consistenti fruitori dei servizi

offerti dal CCN (44,1%), ma cedono tale primato ai residenti della Bassa Sinistra Isonzo tra i consumatori

intercettati nel CC (63,2%).

Il questionario d’indagine contempla una domanda specificamente mirata a confrontare l’attuale perce-

zione complessiva del centro cittadino di Monfalcone con quella vissuta in momenti precedenti. L’analisi

delle risposte mette in luce un forte deterioramento dell’immagine del CS negli ultimi anni: in entrambi

i luoghi di rilevazione, circa quattro intervistati su cinque (78,6% nel CC e 82% nel CS) lo giudicano peg-

giorato a confronto con il passato, esprimendo valutazioni fortemente critiche nel 24,5% (87 unità su

355) e nel 21,3% (32 su 150) dei casi. Pur considerando la quota di risposte mancanti (inferiore al 10%) e

delle opinioni volte a ravvisare un miglioramento generale (11% circa), il dato evidenzia un orientamen-

to diffusamente sfavorevole verso le trasformazioni urbane e socio-economiche che, nel più recente pe-

riodo temporale, hanno interessato l’area territoriale del CCN [cfr. tab. 19].

Tab. 19 – Opinione sul cambiamento del CS negli ultimi dieci anni (v.a. e %)

CC CS OPINIONE

N. % N. %

Molto migliorato 5 -

Migliorato 36 11,5

16 10,7

Peggiorato 192 91

Molto peggiorato 87 78,6

32 82,0

Non so 35 9,9 11 7,3

355 100 150 100

Con riferimento al campione del CS, l’immagine del peggioramento tende a polarizzarsi tra i più giovani

che hanno vissuto la zona centrale della città soltanto negli ultimi anni (92,2%) e tra gli ultrasessantenni,

probabilmente legati al ricordo di una solida vitalità sociale e commerciale (88,1%). Sotto il profilo terri-

toriale, invece, le valutazioni critiche maggiormente diffuse si registrano tra i residenti di tutta la Sinistra

Isonzo extra-monfalconese (94,4%). Le opinioni sfavorevoli dei consumatori intervistati presso il CC, in-

vece, emergono soprattutto tra le persone nella classe di età 46-60 (85,2%) e con più di 60 anni (81,7%),

33

nonché tra gli abitanti di Monfalcone (87,4%), di Ronchi dei Legionari (85,7%) e della Bassa Sinistra Ison-

zo (83%). Sono dunque i frequentatori che abitano nelle tre principali aree geografiche di afflusso verso

l’Emisfero a esprimere la massima percezione di un declino generale delle vie comunali storiche.

Agli intervistati presso il CC non è stata posta una domanda mirata a specificare i motivi del loro giudizio

sul peggioramento del CS. L’analisi delle correlazioni statistiche evidenzia tuttavia che:

• le valutazioni negative sul cambiamento del CS non dipendono dalla frequenza con la quale i cittadini

si recano nello stesso;

• il peggioramento del CS rispetto al passato è segnalato da tutti gli intervistati che, tra le motivazioni

di disinteresse o disaffezione, indicano la scomparsa degli esercizi tradizionali [cfr. tab. 16-bis], nonché

dall’82,4% di coloro i quali lamentano difficoltà di parcheggio [cfr. tab. 24];

• la percezione di un decadimento complessivo del CS è diffusa nel 99% dei consumatori che valutano

negativamente la qualità dei prodotti e servizi offerti dai negozi del CCN [cfr. tab. 21];

• tra gli intervistati che osservano un peggioramento del CS negli ultimi anni, è ampiamente maggiori-

taria la percentuale di orientamenti critici verso il proliferare degli esercizi non gestiti dai cittadini italiani

(86,6%) [cfr. tab. 29].

Ai frequentatori del CS è stato chiesto, tramite un’apposita domanda aperta finalizzata a individuare gli

eventuali fattori di ostacolo alla frequentazione della zona centrale di Monfalcone, di motivare la loro o-

pinione negativa sui cambiamenti più recenti della stessa. Si contano, nel complesso, 164 risposte per-

venute da 136 cittadini e successivamente riclassificate nell’ambito di tre diverse dimensioni tra loro in-

terconnesse: sociale, economica e urbana [tab. 19-bis]. Queste dimensioni s’intersecano nello spiegare

la crisi di immagine e attrattività del CCN, sfidato sul terreno dei consumi e della socialità civica non solo

dalle forme integrate di offerta commerciale, ma anche da nuove dinamiche migratorie, industriali, oc-

cupazionali, abitative e infrastrutturali. Tali dinamiche, nella percezione degli intervistati, concorrono ad

accentuare le difficoltà del commercio di prossimità, messo altresì a dura prova da una domanda sem-

pre più esigente e preparata che, pur in una fase di contrazione complessiva degli acquisti, attribuisce al-

lo shopping valenze di espressione del sé12

.

La perdita d’importanza strategica del CS, per molti anni prospero habitat dei negozi di vicinato, si deve

a diversi fattori, ma è connessa soprattutto a fenomeni socio-economici. Le due principali cause di crisi

della capacità di attrazione e aggregazione della cittadinanza sono, da un lato, la continua emorragia dei

tradizionali esercizi commerciali, artigianali e di servizio (32,3%), a cui si collegano sia la ridotta qualità

dell’offerta complessiva (8,5%), sia la carenza di idonee iniziative di rilancio e animazione (4,9%); dall’al-

tro, l’aumento progressivo e la scarsa integrazione della popolazione immigrata (25,6%). Tra i suddetti

fenomeni si annoverano altresì, con minore frequenza percentuale, lo spopolamento di persone e fami-

glie per trasferimenti abitativi (6,7%) e la bassa disponibilità di spesa per povertà e mancanza di lavoro

(2,4%).

12

Cfr. Meta Comunicatori [2011], Programma integrato di rivitalizzazione commerciale del centro storico di Caorle, Co-

mune di Caorle – Ascom Confcommercio di Caorle – Vegal Venezia Orientale (p. 20).

34

Le segnalazioni riguardanti la dimensione urbana raggiungono, nel complesso, il 19,5%, suddividendo-

si tra i problemi di degrado, trascuratezza e pulizia (9,8%), l’assenza di sicurezza nelle strade (6,7%) e il

disagio dovuto al troppo traffico (3%). Come si nota in altre sezioni della presente indagine [cfr. cap. 6,

tabb. 24-bis e 25], tali segnalazioni sono indicative di una domanda di interventi istituzionali finalizzati a

elevare la qualità delle infrastrutture (marciapiedi, illuminazione, aree pedonali, ciclabilità, arredo verde,

ecc.) e i livelli di tutela dell’incolumità personale. Le risposte pervenute dai frequentatori del CS, tuttavia,

confermano che, coerentemente con quanto percepito dai consumatori intervistati presso il CC [cfr. tab.

16-bis], la scomparsa di negozi e servizi tradizionali costituisce, in scala di priorità, il principale motivo di

deterioramento dell’immagine e attrattività del centro cittadino.

Tab. 19-bis – Motivi di peggioramento del CS di Monfalcone (CS – v.a. e %)

MOTIVI N. %

Chiusura degli esercizi commerciali, artigianali e di servizio 53 32,3

Aumento e scarsa integrazione della popolazione immigrata 42 25,6

Degrado, trascuratezza, poca pulizia 16 9,8

Perdita di qualità dei negozi e servizi 14 8,5

Minor frequentazione delle persone e famiglie 11 6,7

Assenza di sicurezza nelle strade 11 6,7

Carenza delle iniziative di rilancio e animazione 8 4,9

Troppo traffico di automobili, bus e corriere 5 3,0

Povertà e crisi occupazionale 4 2,4

164 100

Com’è facile intuire, tutti i fattori testé richiamati si uniscono alla concorrenza della grande distribuzione

nell’acuire i flussi di evasione dei consumatori dal CS di Monfalcone, determinandone il progressivo de-

pauperamento sociale ed economico. Questo fenomeno, a dispetto di un potenziale attrattivo tuttora

percepito dagli stessi consumatori, mette a rischio, già oggi e ancor di più in prospettiva futura, la varietà

e qualità dell’offerta commerciale, artigianale e di servizio del CCN, due importanti elementi di osserva-

zione di cui si tratterà nelle pagine a seguire.

35

14,3

51,9

33,9 Offerta completa

Offerta incompleta

Non so

4 – La varietà dell’offerta

I giudizi sulla varietà dell’offerta commerciale, artigianale e di servizio costituiscono un importante indi-

catore dell’immagine complessiva del CCN tra i suoi consumatori reali e potenziali. Per tale ragione, le

domande del questionario strutturato concernenti quest’indicatore sono state poste a tutti i frequenta-

tori di entrambi i luoghi di rilevazione, comprendendo pure quelli disinteressati o meno abituati a recarsi

nel centro cittadino di Monfalcone. È interessante osservare, al riguardo, che le risposte mancanti sono

contenute entro il 6,7% nel campione del CS, mentre in quello del CC raggiungono il 17,5% (62 su 355),

nonostante le persone raramente o per nulla propense a visitare le vie centrali della città rappresentino,

come si è visto, un ben più consistente 35,2% [cfr. tab. 16]. Il dato indica che, anche indipendentemente

dai livelli di frequentazione delle suddette vie, gli intervistati tendono a formarsi un’idea preordinata e

strutturata sulla completezza merceologica degli esercizi in esse insediati.

Il punto di vista dei consumatori mette in evidenza un’incompletezza strutturale dell’offerta di prodotti

e servizi nel CCN, criticità che, nell’ambito di qualsiasi futuro progetto di rilancio economico, dovrà esse-

re presa in considerazione. Oltre la metà dei 505 cittadini interessati dall’indagine considera insoddisfa-

cente la varietà della proposta commerciale complessiva [cfr. graf. 10], con percentuali più cospicue nel

campione del CS (57,3%), ma prevalenti anche tra le persone interpellate all’Emisfero (49,6%). Ritiene

invece che la suddetta offerta sia esaustiva il 36% dei soggetti intervistati nella zona centrale di Monfal-

cone e il 32,9% di quelli intercettati presso il CC [cfr. tab. 20].

Graf. 10 – Opinione sulla varietà dell’offerta commerciale nel CS di Monfalcone (CT – v. %)

Tab. 20 – Opinione sulla varietà dell’offerta commerciale nel CS di Monfalcone (v.a. e %)

CC CS ITEM

N. % N. %

La varietà dei negozi e servizi è completa 117 32,9 54 36,0

La varietà dei negozi e servizi è incompleta 176 49,6 86 57,3

Non so 62 17,5 10 6,7

355 100 150 100

36

Al fine di identificare le criticità percepite dai consumatori, si è domandato agli intervistati che giudicano

incompleta l’offerta complessiva del CCN di Monfalcone di indicare, per ciascuna tipologia commerciale,

se l’offerta stessa risulta mancante (si/no) [cfr. tab. 20-bis]. Considerando il campione totale (262 unità,

di cui 176 interpellate nel CC e 86 nel CS), si può osservare che le più importanti carenze strutturali inte-

ressano i negozi di abbigliamento (27,1%) – segnalati con riferimenti molto frequenti alla specializza-

zione giovanile, a basso costo e per taglie forti – e gli articoli sportivi e/o da campeggio, caccia e pesca

(26,3%), seguiti dalle calzature, pelletterie, borse e valigie (21,8%) e dall’elettronica (19,8%). Si attesta

inoltre al 14,5% la richiesta di articoli casalinghi ed elettrodomestici e di alimentari, carne e ortofrutta,

mentre quella collegata alle altre possibili attività scende al di sotto del 10%.

L’assenza o esiguità delle segnalazioni di carenza induce a ritenere che, nella percezione degli intervista-

ti, l’offerta commerciale, artigianale e di servizio più completa riguarda i bar e la ristorazione, i saloni

di acconciatura ed estetica, le agenzie di viaggio e immobiliari, gli studi di fotografia e ottica, le lotterie

e le ricevitorie. Complessivamente le risposte valide, tranne rare eccezioni, tendono ad assumere fre-

quenze non dissimili nei due campioni [cfr. tab. 20-ter] e consentono d’identificare con precisione la cor-

relazione tra la domanda per le varie tipologie di prodotto o servizio e il target socio-anagrafico dei con-

sumatori che la esprimono. Si deve tener presente, al riguardo, che la disciplina di apertura dei piccoli

esercizi di prossimità, come noto, è liberalizzata da parecchi anni e circoscrive fortemente le possibilità

d’intervento diretto dell’amministrazione comunale sulla loro nascita o trasformazione merceologica.

Tab. 20-bis – Opinione sull’offerta commerciale mancante nel CS di Monfalcone (CT – v. %)

ATTIVITÀ COMMERCIALI, ARTIGIANALI E DI SERVIZIO %

Abbigliamento (giovanile, a basso costo e per taglie forti) 27,1

Articoli sportivi e da campeggio, caccia e pesca 26,3

Calzature, pelletterie, borse e valigie 21,8

Elettronica (computer, radio, hi-fi, televisori, telefonia, ecc.) 19,8

Casalinghi ed elettrodomestici 14,5

Alimentari, carne e ortofrutta 14,5

Artigianato artistico e di servizio (sartorie, calzolai, vetrai, ecc.) 9,5

Librerie, cartolerie, giocattoli e altri articoli da regalo (CD, dvd, vhs) 8,8

Ferramenta, edilizia, brico e simili 7,6

Mobili e arredamento 7,6

Auto, moto e cicli – Ricambi, accessori e riparazioni 5,3

Fiori, piante e vivai 5,0

Bigiotteria, chincaglieria e profumeria 3,8

Lavanderia e pulitura 3,8

Intimo, merceria e tessuti 3,8

Strumenti musicali 3,4

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

L’abbigliamento è un genere a frequenza d’acquisto medio-bassa per il quale – come si è osservato nella

precedente analisi sulla spesa non alimentare [cfr. tab. 18 e graf. 9] – il consumatore è spesso disposto a

recarsi presso punti di vendita extracomunali. Si tratta infatti di un settore in cui la domanda di persona-

37

lizzazione è assai elevata e comunque superiore a quella dei viveri di prima necessità, notoriamente più

uniforme e meno variabile al diverso status professionale o culturale. La tendenza dei monfalconesi a

comprare vestiario in altre località potrebbe tuttavia essere attenuata da una maggior reperibilità di abi-

ti giovanili – ricercati soprattutto tra gli under 31 (29,1%) e gli studenti (33,3%) intervistati nel CC – e

dell’assortimento a basso costo o per grosse taglie che interessa, in particolare, le donne (33,3%) e i pen-

sionati (38,1%) del CS. Emerge quindi, nel suddetto settore, un’insoddisfazione collegata all’assenza di

specifiche gamme di prodotto, a fronte di una varietà potenzialmente molto estesa e quanto mai condi-

zionata dalle tendenze della moda e dalle preferenze o esigenze individuali.

Circa il 26% delle persone intervistate in entrambi i luoghi di rilevazione auspica un aumento dei negozi

di articoli sportivi e da campeggio, caccia e pesca. Questo settore di attività, se rilanciato, potrebbe con-

tribuire a contenere l’evasione di una certa fascia di consumatori dal Comune di Monfalcone verso altri

luoghi e strutture di vendita. Con riferimento al campione intervistato nel CS, le correlazioni statistiche

dimostrano che tale domanda si concentra di più tra gli uomini (47,6%) e le tre coorti d’età non anziane:

fino a 30 anni (34,6%), da 31 a 45 (31,3%) e da 46 a 60 (30%). Essa, inoltre, è particolarmente diffusa fra i

lavoratori in proprio interpellati presso l’Emisfero (36,8%).

Le calzature, pelletterie, borse e valigie chiudono il quadro dei settori a medio-bassa frequenza di consu-

mo e con elevata esposizione alla concorrenza extracomunale. È verosimile che, anche in questo caso, le

segnalazioni di insufficienza dell’offerta, pari al 22,2% nel CC e al 20,9% nel CS, si colleghino ad esigenze

di maggior personalizzazione, diversificazione e assortimento, più frequenti tra le donne e la fascia d’età

31-45 in entrambi i campioni. Se si considera il recente e lieve aumento delle imprese attive a Monfal-

cone nel comparto in questione (da 27 a 29 nel periodo 2009-2012, +7,4%)13

, tali esigenze potrebbero

essere almeno in parte soddisfatte attraverso efficaci modalità di presentazione dei prodotti proposti al-

la clientela, adeguando il visual merchandising e i criteri adottati per aggregare e mettere in mostra le

varie gamme merceologiche.

L’indagine sui livelli di soddisfazione per la varietà dell’offerta mette altresì in luce i seguenti dati:

• quasi il 20% di entrambi i campioni ritiene carente l’offerta nel settore dell’elettronica, con una pre-

valenza percentuale tra gli uomini (30,4% nel CC e 23,8% nel CS);

• la mancanza di negozi di alimentari è lamentata in proporzioni analoghe nei due luoghi di rilevazione

(14,2% nel CC e 15,1% nel CS), sebbene sia maggiormente sentita tra le persone con mansioni impiegati-

zie (20,3%) e in fascia d’età 46-60 (24,1%) presso l’Emisfero e tra gli ultrasessantenni (37,5%) e i pensio-

nati (42,9%) nella zona centrale di Monfalcone;

• l’assenza di esercizi specializzati nella vendita di articoli casalinghi ed elettrodomestici è visibilmente

più percepita nel campione del CC (17%) che in quello del CS (9,3%);

• al contrario, la richiesta di un aumento dell’offerta nel settore delle librerie, cartolerie e rivendite di

giocattoli e articoli da regalo (CD, dvd, vhs) proviene più frequentemente dai soggetti intervistati nel CS

(14%) che dai consumatori intercettati presso l’Emisfero (6,3%);

13 Cfr. Movimprese di Infocamere [2013].

38

• analogamente, la carenza di botteghe d’artigianato artistico e di servizio è maggiormente lamentata

dai cittadini interpellati nelle vie storiche di Monfalcone (11,6% vs 8,5%);

• è compresa tra il 7% e l’8% la percentuale di soggetti che, in tutti e due i siti di realizzazione delle in-

terviste, auspicano una maggior presenza di punti vendita nel comparto del mobile e in quello della fer-

ramenta, edilizia, brico e simili;

• una più alta concentrazione di esercizi nei settori dell’intimo e merceria (5,7%) e degli strumenti mu-

sicali (5,1%) viene auspicata soltanto tra gli intervistati del CC;

• chiudono il quadro delle segnalazioni di carenza strutturale i negozi di auto, moto e cicli (6,3% nel CC

e 3,5% nel CS), le fiorerie (4% e 7%), le bigiotterie, chincaglierie e profumerie (4% e 3,5%) e le lavanderie

e puliture (4% e 2,3%).

Tab. 20-ter – Opinione sull’offerta commerciale mancante nel CS di Monfalcone (v. %)

ATTIVITÀ COMMERCIALI, ARTIGIANALI E DI SERVIZIO CC CS

Abbigliamento (giovanile, a basso costo e per taglie forti) 25,6 30,2

Articoli sportivi e da campeggio, caccia e pesca 26,1 26,7

Calzature, pelletterie, borse e valigie 22,2 20,9

Elettronica (computer, radio, hi-fi, televisori, telefonia, ecc.) 19,9 19,8

Casalinghi ed elettrodomestici 17,0 9,3

Alimentari, carne e ortofrutta 14,2 15,1

Artigianato artistico e di servizio (sartorie, calzolai, vetrai, ecc.) 8,5 11,6

Ferramenta, edilizia, brico e simili 8,0 7,0

Mobili e arredamento 7,4 8,1

Librerie, cartolerie, giocattoli e altri articoli da regalo (CD, dvd, vhs) 6,3 14,0

Auto, moto e cicli – Ricambi, accessori e riparazioni 6,3 3,5

Intimo, merceria e tessuti 5,7 -

Strumenti musicali 5,1 -

Lavanderia e pulitura 4,5 2,3

Fiori, piante e vivai 4,0 7,0

Bigiotteria, chincaglieria e profumeria 4,0 3,5

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

Nell’immaginario dei cittadini, in sintesi, è piuttosto diffusa l’idea che un’offerta incompleta caratterizzi il

CCN di Monfalcone, con prevalente riferimento a prodotti particolarmente esposti alla concorrenza dei

centri commerciali e di altre località d’acquisto a causa di una forte e crescente individualizzazione della

loro domanda di consumo. Diviene inoltre esplicito, al riguardo, il nesso tra quest’idea e la progressiva

scomparsa di diversi esercizi tradizionali, già segnalata come il principale fattore di peggioramento com-

plessivo dell’area urbana centrale. Tali percezioni, pur determinando comportamenti di distacco più o

meno abituali dal CS, non influenzano, come osserveremo nel prossimo capitolo, la tendenza a valutare

positivamente la qualità dei negozi e servizi in esso insediati.

39

5 – La qualità dei negozi e servizi

L’opinione sulla qualità dell’offerta condiziona, assieme a quella riguardante altri importanti fattori di at-

trattività (convenienza dei prezzi, assortimento degli esercizi, cortesia e professionalità degli addetti alle

vendite, ecc.), la motivazione dei consumatori a effettuare i propri acquisti presso una certa rete distri-

butiva. L’adeguatezza qualitativa dei negozi e servizi costituisce dunque uno degli obiettivi principali del-

le strategie di rivitalizzazione del commercio al dettaglio, chiamate a definire, partendo da precise valu-

tazioni di merito, gli strumenti operativi più idonei per consolidare, valorizzare e accrescere gli elementi

di fascino e concorrenzialità percepiti della clientela. Riguardo a quest’indicatore di competitività, il pre-

sente report analizza l’immagine sviluppata dai frequentatori dell’Emisfero e del CS di Monfalcone, for-

nendone una rappresentazione generale e differenziata per settore merceologico.

L’analisi ed elaborazione dei dati raccolti nei due luoghi di rilevazione evidenzia che la qualità dell’offer-

ta complessiva rappresenta un punto di forza del CCN di Monfalcone, essendo giudicata favorevolmen-

te dal 57,5% dei soggetti interpellati nel CC e con frequenze percentuali ancor più alte dal campione del

CS (71,4%, +13,9%). Se la maggior parte dell’utenza intervistata – come osservato nella precedente se-

zione [cfr. cap. 4, tab. 20-bis e graf. 10] – ravvisa un deficit di assortimento merceologico, tale percezio-

ne non condiziona le valutazioni sul piano qualitativo che, al contrario, indicano un prevalente apprezza-

mento, ancorché con accentuazioni “abbastanza” e non “molto” positive. Tenuto conto della non eleva-

ta quota di risposte mancanti, peraltro superiore tra i consumatori dell’Emisfero (12,1% vs 5,3%, +6,8%),

la stessa qualità appare tuttavia insufficiente a segmenti non marginali della potenziale clientela (30,4%

e 23,3%), a riprova della necessità di promuovere un complessivo rilancio d’immagine del centro storico

[cfr. tab. 21].

Tab. 21 – Opinione sulla qualità dell’offerta commerciale nel CS di Monfalcone (v.a. e %)

CC CS LIVELLO DI QUALITÀ

N. % N. %

Molto positivo 10 7

Abbastanza positivo 194 57,5

100 71,4

Abbastanza negativo 96 28

Molto negativo 12 30,4

7 23,3

Non so 43 12,1 8 5,3

355 100 150 100

Degna di nota è la frequenza dei giudizi positivi provenienti dall’area esterna al Mandamento monfalco-

nese. Nel campione dell’Emisfero, in particolare, le percentuali di apprezzamento della qualità, pur es-

sendo più elevate tra i cittadini di Monfalcone (67,4%) e dell’Alta Sinistra Isonzo (63,2%), si attestano al

di sopra del dato generale (57,5%) anche tra gli abitanti della Destra Isonzo (63%) e della Bassa Friulana

(60,8%). Tali percentuali dimostrano che, nonostante la percezione di una perdita qualitativa legata alla

recente scomparsa di attività tipiche e tradizionali [cfr. tab. 16-bis], i clienti del CC ritengono ancora con-

correnziale la restante offerta commerciale, artigianale e di servizio nel CS.

40

Come premesso, l’indagine si concentra anche sui singoli settori commerciali che, potenzialmente, indu-

cono il consumatore a fare acquisti nel CS di Monfalcone [cfr. tab. 21-bis]. Il comparto merceologico

dell’abbigliamento è qualitativamente il più attrattivo, riscuotendo una percentuale di apprezzamento

(25% circa) che lo colloca al primo posto in entrambi i luoghi di rilevazione, con frequenze particolar-

mente alte, nel campione totale, tra gli studenti, gli ultrasessantenni, i lavoratori in proprio, le casalinghe

e i residenti dell’Alta Sinistra Isonzo e della Bassa Friulana. Questo dato conferma le caratteristiche posi-

tive di un’offerta tradizionalmente incentrata sulla presenza di boutique specializzate, di punti vendita

professionali e delle principali insegne di catene in franchising. Si può peraltro notare, con specifico ri-

mando a questo comparto, il contestuale emergere, da un lato, di un diffuso gradimento per la qualità

dei negozi esistenti e, dall’altro, di una domanda di maggior varietà e personalizzazione dei prodotti.

L’indagine evidenzia inoltre un diffuso livello di soddisfazione per la qualità dei pubblici esercizi (25,3%

nel CC e 21,8% nel CS), settore meno esposto dell’abbigliamento a formule concorrenziali alternative e

tuttora assai trainante nel contribuire alla vitalità del CCN di Monfalcone. Esso, infatti, si rivela attrattivo

per una clientela non solo locale, ma anche disposta a spostarsi dalle zone limitrofe per ricercare luoghi

tipici o frequentati di ristorazione (trattorie, locande, pizzerie, ecc.) e d’intrattenimento (bar, enoteche,

pasticcerie, ecc.) in cui degustare i prodotti offerti e, nel contempo, socializzare con gli altri. La propen-

sione al gradimento qualitativo appare piuttosto uniforme tra i diversi target socio-anagrafici e territo-

riali, ancorché tenda a crescere, osservando il campione totale, tra i giovani under 31, i maschi, gli stu-

denti, i lavoratori con qualifica operaia e i cittadini provenienti da Ronchi dei Legionari, dall’Alta Sinistra

Isonzo e dalla Destra Isonzo.

Al terzo posto, nella scala di valutazione qualitativa degli intervistati, si collocano le librerie (14,1% nel

CC e 17,6% nel CS), particolarmente apprezzate tra la popolazione in fascia d’età adulta (31-45 e 46-60

anni) che ha maggiori vincoli di orario e, soprattutto nelle fasce serali, dedica una parte del proprio tem-

po libero a sfogliare e acquistare libri. Sebbene la frequenza dei giudizi positivi aumenti visibilmente fra i

soggetti con professione impiegatizia e titolo di studio universitario, essa cresce pure tra le donne dedite

a mansioni casalinghe. Questa correlazione statistica dimostra che le stesse librerie, ormai, non rappre-

sentano più soltanto un punto di vendita riservato a un target socio-culturalmente contraddistinto, ma

anche un luogo ideale per svagarsi, prendersi una pausa dagli impegni quotidiani, coltivare interessi spe-

cifici e sviluppare i propri hobbies.

Gli esercizi del settore alimentare ottengono maggiori apprezzamenti qualitativi tra i soggetti intervi-

stati nel CS (12,7%), con percentuali più ampie tra i residenti di Monfalcone e le persone di genere fem-

minile, pensionate, con età superiore ai 60 anni e titolo di studio primario. Tali apprezzamenti, pur es-

sendo meno diffusi nel campione dell’Emisfero (7,1%), dimostrano che il comparto in questione può tut-

tora garantire, specialmente per la clientela locale, prodotti e servizi di qualità funzionali alle esigenze

della spesa quotidiana. Le suddette percentuali di gradimento appaiono ulteriormente significative a

fronte della forte concorrenza di altri punti vendita specializzati sul territorio comunale, tra i quali rien-

trano il mercato coperto e quello su area pubblica settimanale, nonché la grande distribuzione a preva-

lente specializzazione gastronomica.

41

A sostenere l’immagine del CCN concorrono anche gli esercizi di calzature e pelletterie (7,4% nel CC e

5,6% nel CS) e di intimo e merceria (4,5% e 3,5%), due settori che, assieme all’abbigliamento, assicurano

la qualità di un’offerta integrata nell’ambito del vestiario e della moda. I giudizi positivi dei consumatori,

infine, cadono sulle attività di distribuzione al dettaglio degli articoli personali, con esplicito riferimento

alle profumerie – più apprezzate dai clienti dell’Emisfero (7,4% vs 3,5%) – e ai negozi di ottica che, al

contrario, sono qualitativamente preferite dai soggetti intervistati nel centro cittadino (5,6% vs 3,8%).

Le rilevazioni sulla qualità percepita dell’offerta forniscono, in definitiva, risultati coerenti con quelle sul-

le tipologie di acquisto prevalenti nel CS [cfr. tab. 18 e graf. 9]. Lo shopping non alimentare – in primis

nei negozi di abbigliamento e libri – e il consumo negli esercizi pubblici (bar, enoteche, gelaterie, tratto-

rie, ristoranti, ecc.) rappresentano i due più diffusi fattori di richiamo e apprezzamento qualitativo della

clientela, configurandosi come i principali punti di forza delle future progettualità di rilancio. I soggetti i-

stituzionali, gli operatori economici e l’associazionismo non profit potranno pianificare, al riguardo, stra-

tegie e iniziative di sviluppo che rafforzino la sinergia tra i suddetti settori e le altre attività commerciali,

artigianali e di servizio.

Tab. 21-bis – Opinione sui negozi e servizi di maggior qualità nel CS di Monfalcone (v.a. e %)

CC CS ATTIVITÀ COMMERCIALI, ARTIGIANALI E DI SERVIZIO

N. % N. %

Abbigliamento 80 25,6 35 24,7

Bar, enoteche, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, ecc. 79 25,3 31 21,8

Librerie 44 14,1 25 17,6

Alimentari e gastronomia 22 7,1 18 12,7

Calzature e pelletterie 23 7,4 8 5,6

Profumerie 23 7,4 5 3,5

Ottica 12 3,8 8 5,6

Intimo e mercerie 14 4,5 5 3,5

Altro (cartolerie, oreficerie, casalinghi, fiorerie, agenzie di viaggio e immobiliari, ecc.) 15 4,8 7 4,9

312 100 142 100

La presente indagine mette a confronto l’adeguatezza qualitativa del CCN di Monfalcone con quella de-

gli esercizi insediati in centri cittadini alternativi e concorrenziali. È interessante notare, in premessa, che

tali centri sono frequentati dal 70,7% degli intervistati nel CS, a riprova di un’abituale propensione a vi-

sitare altre località per fare shopping o trascorrere il tempo libero [cfr. tab. 22]. Questa propensione si

diffonde molto tra i giovani under 31 (86,8%) e decresce in maniera direttamente correlata all’aumento

dell’età.

Tab. 22 – Frequentazione di CS alternativi a quello di Monfalcone (CS – v.a. e %)

N. %

Sì 106 70,7

No 44 29,3

150 100

42

L’irrilevanza del fattore chilometrico nel determinare le preferenze degli intervistati, già ravvisata nell’a-

nalisi della concorrenza con la grande distribuzione [cfr. tab. 13-bis], si conferma pure in rapporto all’af-

fluenza verso altri centri storici. La distanza dalla località di residenza del consumatore non è un fattore

determinante nella scelta della città in cui recarsi, tant’è che i due principali capoluoghi di provincia risul-

tano i più visitati indipendentemente dal Comune di provenienza. Trieste si colloca al primo posto tra le

municipalità frequentate in alternativa al CS di Monfalcone (49,1%), mentre Udine è la meta preferita

dal 22,1% del campione. Seguono Gorizia (15,1%), Gradisca d’Isonzo (5,7%), Cervignano del Friuli (2,8%),

Cividale del Friuli (1,9%), Grado (1,9%) e Palmanova (0,9%) [cfr. tab. 22-bis].

Tab. 22-bis – Frequentazione di CS diversi da quello di Monfalcone (CS – v.a. e %)

CENTRI STORICI N. %

Trieste 52 49,1

Udine 24 22,6

Gorizia 16 15,1

Gradisca d’Isonzo 6 5,7

Cervignano del Friuli 3 2,8

Cividale del Friuli 2 1,9

Grado 2 1,9

Palmanova 1 0,9

106 100

Una specifica domanda del questionario d’indagine mira a confrontare l’immagine qualitativa dell’offer-

ta commerciale nei vari luoghi testé menzionati. Secondo il 77,4% degli intervistati, i negozi e servizi dei

centri storici alternativi offrono una qualità globalmente migliore di quella proposta nel CS di Monfal-

cone. Si tratta di valutazioni critiche sedimentate specialmente tra le coorti d’età più giovani (under 31 e

31-45 anni), i soggetti con professione impiegatizia e gli abitanti monfalconesi. La loro forte prevalenza

mette in luce la necessità di ripensare, tra le politiche di rilancio e sviluppo del CCN, una strategia di con-

trasto e recupero dei flussi intercettati non soltanto dalla grande distribuzione, ma anche dagli esercizi

di vicinato delle località più concorrenziali. Tali esercizi, infatti, appaiono qualitativamente equivalenti

(19,8%) o inferiori (2,8%) a una minoranza del campione (22,8%), rappresentativa di una clientela più

anziana, abituale e fidelizzata14

.

Tab. 23 – Qualità dell’offerta negli altri centri storici: confronto con il CCN di Monfalcone (CS – v.a. e %)

LIVELLO DI QUALITÀ N. %

Peggiore di quello del CCN di Monfalcone 3 2,8

Pressoché uguale a quello del CCN di Monfalcone 21 19,8

Migliore di quello del CCN di Monfalcone 82 77,4

106 100

La disamina dell’opinione dei consumatori, in conclusione, evidenzia che la qualità dell’offerta commer-

ciale, artigianale e di servizio nel CS di Monfalcone è caratterizzata da specifici punti di forza e di debo-

14

La percentuale di persone che giudica pressoché eguale la qualità degli esercizi di vicinato nei diversi centri storici cre-

sce all’aumentare della fascia d’età: 12,1% fino a 30 anni, 15,4% da 31 a 45, 25% da 46 a 60 e 31,6% da 61 in poi.

43

lezza. Se valutata in assoluto, essa è apprezzata dalla maggior parte dei soggetti intervistati, con partico-

lare riferimento a settori merceologici come l’abbigliamento, i bar e la ristorazione, le librerie, il compar-

to alimentare e gastronomico. Quando si passa invece al confronto con il livello qualitativo degli esercizi

di vicinato insediati in altri centri storici, tra i quali spiccano i capoluoghi di provincia Trieste e Udine, si

assiste al diffondersi di un’immagine meno dinamica e concorrenziale. Nel capitolo seguente saranno a-

nalizzate le valutazioni sulla dimensione urbana e infrastrutturale, al fine di fornire elementi conoscitivi

utili a una pianificazione degli interventi amministrativi di rilancio del CCN.

44

6 – Le politiche urbane e infrastrutturali

Il livello di soddisfazione per le politiche urbane e infrastrutturali influenza, accanto ai fattori di attrattivi-

tà finora considerati, i comportamenti d’acquisto dei consumatori. L’indagine si concentra, a tale propo-

sito, su otto elementi che, adeguatamente pianificati e organizzati, possono contribuire a elevare il flus-

so di frequentatori e la vitalità complessiva del CCN: il numero e la localizzazione dei parcheggi; le zone a

traffico limitato o rallentato; le vie, piazze e aree pedonali; le piste e corsie ciclabili; gli orari del trasporto

pubblico; i marciapiedi, le panchine e l’illuminazione; gli spazi verdi; la presenza di vigili e forze dell’ordi-

ne. Si propone inoltre una classificazione dei possibili interventi di miglioramento, così come essi ricorro-

no nelle risposte ottenute presso i due siti di rilevazione dei dati.

Con percentuali analoghe nei due campioni d’intervistati (74,4% nel CC e 70,9% nel CS), il principale pro-

blema da risolvere per elevare la qualità della vita nel centro urbano riguarda il livello di dotazione e cu-

ra degli spazi verdi. Quest’opinione è espressa tanto dalle donne, quanto dagli uomini, mentre l’analisi

per classi di età rivela, in entrambi gli aggregati statistici, la sua maggior diffusione tra i giovani under 31

e quella più bassa tra gli ultrasessantenni. Il dato in questione conferma i risultati di precedenti indagini

in cui si rileva l’esigenza, espressa dalla maggior parte della popolazione monfalconese, di migliorare la

densità, distribuzione e manutenzione dei giardini pubblici e delle superfici attrezzate15

.

Equiparabile è altresì, nei due campioni d’intervistati, la quota maggioritaria di persone insoddisfatte per

l’assetto delle piste ciclabili (58,3% nel CC e 57,1% nel CS). Emerge dunque una comune domanda di mi-

glioramento dei percorsi riservati alle biciclette, quale intervento che può indistintamente riguardare la

loro estensione, interconnessione, sicurezza, pavimentazione e manutenzione. Questa domanda provie-

ne soprattutto dai giovani fino a 30 anni e dagli adulti nella fascia 31-45, ma diminuisce proporzional-

mente all’avanzare dell’età, dato che evidenzia come la popolazione anziana sia meno propensa a rag-

giungere sulle due ruote la zona centrale della città.

A Monfalcone il trasporto con vetture private prevale nettamente su quello ciclabile o con mezzi pubbli-

ci e gli automobilisti utilizzano sovente i posteggi comunali, preferendo quelli a pagamento16

. L’esigenza

di velocizzare gli spostamenti costituisce il motivo principale di un’elevata predisposizione dell’utenza in-

tervistata presso il CC a ricercare e desiderare la possibilità di sosta a ridosso degli esercizi al dettaglio in-

sediati nel cuore della città. Quest’aspettativa spiega la predominante insoddisfazione dei consumatori

dell’Emisfero per il numero e la localizzazione dei parcheggi nel CS (59,1%), a cui consegue la necessità

di delineare strategie di rilancio commerciale finalizzate a migliorare la viabilità di accesso e permanenza

degli autoveicoli nella zona centrale. Tali strategie, deliberatamente condivise tra gli attori istituzionali

ed economici, potrebbero prevedere progetti integrati di pianificazione e riqualificazione urbanistica, ri-

15

Cfr. Boileau A.M., Del Zotto M. [2000], Percezione della qualità della vita nella città di Monfalcone, Gorizia, I.S.I.G. –

Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (p. 24). 16

Cfr. Comune di Monfalcone [2009], Indagini sui frequentatori del Centro Storico, Report di ricerca (pp. 39 e 59 e ss.).

45

definizione della circolazione stradale e rafforzamento della segnaletica per il car parking, scoraggiando

il deflusso degli stessi automobilisti verso altre destinazioni d’acquisto.

L’opinione sulla facilità d’accesso e parcheggio motorizzato s’inverte e diventa positiva tra gli intervi-

stati nelle vie storiche, orientati, nel 62,2% dei casi, a esprimere soddisfazione per l’attuale offerta e u-

bicazione dei luoghi di sosta automobilistica. La valutazione di quest’elemento infrastrutturale – meno

critica all’aumentare dell’età – diventa prevalentemente favorevole anche per la maggior concentrazio-

ne, nel campione del centro cittadino, di persone che risiedono nel medesimo e sono più facilitate e abi-

tuate a raggiungerlo a piedi o in bicicletta. Si rammenta, a tale proposito, che circa il 25% dei frequenta-

tori del CS è composto da soggetti che abitano nella zona centrale di Monfalcone [cfr. tab. 17].

Se l’automobile è il veicolo preferito dai cittadini per raggiungere il centro di Monfalcone, i bus e le cor-

riere rappresentano il meno usato, tant’è che, alla domanda sulla soddisfazione per i loro tempi di fer-

mata, conseguono percentuali molto alte di risposte mancanti (50,7% nel CC e 46% nel CS). Escludendo

dall’analisi le persone che non conoscono, né valutano il servizio in questione, si può osservare una dina-

mica di giudizio simile a quella emersa con riferimento ai parcheggi: le critiche agli orari del trasporto

pubblico risultano assai diffuse tra i clienti del CC, mentre diminuiscono notevolmente tra l’utenza in-

tervistata nel CS (66,3% vs 50,6%). In quest’utenza, infatti, la percentuale di anziani – tra cui si concen-

trano maggiormente i non rispondenti – è superiore, mentre, nei due campioni, sono soprattutto le co-

orti più giovani (fino a 30 e 31-45 anni) a utilizzare i suddetti mezzi ed esprimere opinioni negative.

Un’immagine in bilico tra apprezzamenti e critiche interessa l’arredo urbano, la sicurezza del territorio

e le politiche di riduzione del traffico. Con riferimento a questi settori dell’agire amministrativo, infatti,

le percentuali di valutazione positiva coesistono con percezioni negative altrettanto diffuse, considerato

che:

• i marciapiedi, le panchine e l’illuminazione vengono giudicati positivamente dal 52,3% degli intervi-

stati nel CC e da quasi il 49% dei soggetti campionati nel CS, tra i quali si dimostrano particolarmente fa-

vorevoli le donne e le persone in fascia d’età 31-45;

• i vigili e le forze dell’ordine erogano un servizio che ottiene il 50,8% di valutazioni positive nel CC e il

49,7% nel CS, in entrambi i casi concentrate soprattutto tra le fasce d’età intermedie (31-45 e 46-60);

• la pianificazione delle zone a traffico limitato (ZTL) risulta leggermente più apprezzata dal campione

del CS (51,5% vs 49,5%) e, in generale, dalle donne e dagli ultrasessantenni.

Tra gli elementi di politica urbana e infrastrutturale, infine, è ampiamente gradita la dislocazione delle

vie, piazze e aree pedonali (64,1% nel CC e 61,4% nel CS), dato che dimostra l’efficacia degli interventi

con cui l’amministrazione comunale ha valorizzato, nel corso degli anni, i luoghi destinati alla vita socio-

relazionale, culturale, ricreativa e commerciale (Piazza della Repubblica, Piazza Cavour, Piazza Falcone e

Borsellino, via S. Ambrogio e via Battisti). Tali interventi hanno ampliato gli spazi disponibili per il ritrovo,

l’animazione e la più agevole frequentazione dei punti di vendita e servizio della città, riscuotendo le

maggiori percentuali di apprezzamento tra i numerosi intervistati appartenenti al genere femminile e al-

le fasce d’età medio-alte (da 46 a 60 anni e da 61 in poi) [cfr. tabb. 24 e 24-bis].

46

Tab. 24 – Livello di soddisfazione per la dimensione urbana e infrastrutturale (CC – v. %)

POSITIVO NEGATIVO FATTORI URBANI E INFRASTRUTTURALI

M A P PN TOT.

1,8 39,1 40,3 18,8 Numero e localizzazione dei parcheggi

40,9 59,1 100

5,8 43,7 33,8 16,7 Zone a traffico limitato o rallentato

49,5 50,5 100

7,7 56,4 28,0 7,9 Vie, piazze e aree pedonali

64,1 35,9 100

9,6 32,1 36,1 22,2 Piste e corsie ciclabili

41,7 58,3 100

9,7 24,0 32,0 34,3 Orari del trasporto pubblico

33,7 66,3 100

10,4 41,9 33,4 14,3 Marciapiedi, panchine e illuminazione

52,3 47,7 100

4,0 21,6 45,4 29,0 Spazi verdi

25,6 74,4 100

10,7 40,1 30,6 18,6 Presenza di vigili e forze dell’ordine

50,8 49,2 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Tab. 24-bis – Livello di soddisfazione per la dimensione urbana e infrastrutturale (CS – v. %)

POSITIVO NEGATIVO FATTORI URBANI E INFRASTRUTTURALI

M A P PN TOT.

8,4 53,8 25,2 12,6 Numero e localizzazione dei parcheggi

62,2 37,8 100

12,3 39,2 37,0 11,5 Zone a traffico limitato o rallentato

51,5 48,5 100

13,8 47,6 29,0 9,6 Vie, piazze e aree pedonali

61,4 38,6 100

11,3 31,6 35,3 21,8 Piste e corsie ciclabili

42,9 57,1 100

12,3 37,1 19,8 30,8 Orari del trasporto pubblico

49,4 50,6 100

8,5 40,4 33,4 17,7 Marciapiedi, panchine e illuminazione

48,9 51,1 100

5,0 24,1 45,4 25,5 Spazi verdi

29,1 70,9 100

13,1 36,6 29,7 20,6 Presenza di vigili e forze dell’ordine

49,7 50,3 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Dopo aver espresso il loro livello di soddisfazione personale per le politiche urbane e infrastrutturali, gli

intervistati sono stati chiamati a individuare, nell’ambito di una batteria codificata di possibili risposte, la

miglior soluzione per promuovere la frequentazione del centro cittadino [cfr. tab. 25]. In ordine di priori-

tà, la creazione di nuovi parcheggi vicino ai negozi è l’intervento più proposto, con percentuali che, in

47

linea con quanto appena osservato [cfr. tabb. 24 e 24-bis], sono superiori nel campione del CC (24% vs

19,3%), dove cala il numero di residenti nelle vie centrali e aumentano, al contrario, le persone abituate

a raggiungere le stesse con vetture private. Sebbene il problema dell’accessibilità e sosta automobilistica

in prossimità degli esercizi commerciali non costituisca, come si è visto [cfr. tab. 16-bis], il motivo princi-

pale di disaffezione per il CS, esso viene nondimeno percepito quale fattore infrastrutturale da predilige-

re nelle progettualità concertate di rilancio e sviluppo del CCN.

Una quota analoga di risposte (14% in entrambi i luoghi di rilevazione) fa riferimento all’esigenza di ele-

vare la sicurezza con la maggior presenza di vigili e forze dell’ordine, problematica legata alla percezio-

ne di rischi per l’incolumità personale che possono limitare la libera fruizione degli spazi aperti e favorire

il ritiro dei potenziali consumatori nella dimensione individuale e domestica. Il quadro delle opinioni più

condivise si chiude con la domanda di aumentare i percorsi e le aree pedonali (10,4% e 13,3%) e con

quella di migliorare o ampliare l’arredo urbano (marciapiedi, panchine e illuminazione), soluzione che,

in ordine d’importanza, si colloca al secondo posto tra i soggetti interpellati nel CS di Monfalcone (15,3%

vs 9%).

Una seconda fascia d’interventi mostra frequenze più contenute e simili in entrambi i campioni statistici.

Tali interventi riguardano: l’organizzazione di eventi culturali, commerciali e ricreativi (8,7%); l’intensi-

ficazione dell’arredo verde di strade e piazze e la riapertura dei negozi e servizi di qualità (8,7% nel CC

e 6,7% nel CS); il potenziamento della rete ciclabile (7,1% e 7,3%); il prolungamento serale degli orari

di trasporto pubblico (6,8% e 4,7%). Riaffiora, in questa batteria di risposte, il collegamento tra la piani-

ficazione urbanistico-infrastrutturale e le iniziative di rianimazione di una rete distributiva indebolita dal-

la perdita di una parte importante dell’offerta tradizionale. Sono più marginali, infine, le percentuali rife-

rite all’estensione delle zone trenta o a traffico limitato (1,4% e 1,3%) e alla richiesta di sconti, offerte e

promozioni (0,6% e 1,3%).

Tab. 25 – Politiche urbane e infrastrutturali per favorire la frequentazione del CS (v.a. e %)

CC CS POLITICHE URBANE E INFRASTRUTTURALI

N. % N. %

Creare nuovi parcheggi vicino ai negozi 85 24,0 29 19,3

Elevare la sicurezza con la maggior presenza di vigili e forze dell’ordine 50 14,1 21 14,0

Aumentare i percorsi e le aree pedonali 37 10,4 20 13,3

Migliorare o ampliare i marciapiedi, le panchine e l’illuminazione 32 9,0 23 15,3

Organizzare iniziative di rianimazione culturale, commerciale e ricreativa 31 8,7 13 8,7

Intensificare l’arredo verde di strade e piazze 31 8,7 10 6,7

Favorire la riapertura di negozi e servizi di qualità 31 8,7 10 6,7

Potenziare la rete ciclabile 25 7,1 11 7,3

Prolungare le fasce orarie serali del trasporto pubblico 24 6,8 7 4,7

Estendere le zone trenta o a traffico limitato 5 1,4 2 1,3

Puntare su sconti, offerte e promozioni 2 0,6 2 1,3

Altro 2 0,6 2 1,3

355 100 150 100

48

I dati testé presentati dimostrano che la qualità della vita urbana occupa un posto di primo piano tra le

aspettative dei cittadini intervistati, caratterizzate soprattutto da un’istanza di miglioramento degli spazi

verdi e dei percorsi ciclabili. Riguardo agli interventi infrastrutturali, si è visto che l’utenza del CC appare

più condizionata dall’esigenza di spostarsi in automobile e, a differenza dei soggetti intercettati nel CS,

concentra la propria domanda sulla maggior disponibilità di parcheggi in prossimità dei negozi di vicina-

to. Sul versante delle politiche di pedonalizzazione, l’elevato gradimento per le scelte attuate nel tempo

dall’amministrazione comunale comprova la crescente sensibilità dei consumatori per le tematiche am-

bientali e l’opportunità di unire la dimensione commerciale a quella ricreativa e socio-relazionale. Del

nesso che sussiste tra la fruizione di tale opportunità e il crescente fenomeno immigratorio nel territorio

monfalconese si tratterà nel prossimo capitolo.

49

7 – Il fenomeno dell’immigrazione

Si è accennato, nella prima sezione del report, alla peculiare dinamica di aumento dei residenti stranieri

nel Comune di Monfalcone, quadruplicatisi nel corso di un decennio e ormai rappresentativi di circa il

15% della popolazione locale [cfr. par. 1.2]. Considerando tale dinamica, l’indagine realizza un focus spe-

cifico sul fenomeno dell’immigrazione, avvertito con intensità sempre maggiore dalle opinioni pubbliche

dei paesi a economia avanzata e, in particolare, dei luoghi in cui si estende molto velocemente a con-

fronto con il passato. L’attenzione per il suddetto fenomeno dipende altresì dalla crescente importanza

politica delle misure di regolazione dei flussi d’ingresso, di gestione dell’insediamento dei nuovi arrivati e

di integrazione sociale dei medesimi. Quest’importanza trova conferma sia nell’agenda setting di tutti i

mass-media, sia nel vissuto personale dei singoli cittadini che, in un numero sempre più svariato ed ele-

vato di circostanze, entrano a contatto diretto con gli immigrati.

I questionari d’indagine contengono due domande mirate a rilevare la percezione del fenomeno migra-

torio, così come essa deriva dall’interazione dei cittadini italiani con i residenti stranieri negli edifici abi-

tativi, nelle scuole e nei luoghi lavorativi e pubblici, nonché dalle rappresentazioni dei mezzi di comuni-

cazione di massa che, come noto, svolgono un ruolo preponderante nella formazione delle opinioni in-

dividuali e collettive17

. Si è inoltre verificato se, come risulta da precedenti pubblicazioni18

, il più alto li-

vello di istruzione gioca a favore di un approccio maggiormente aperto al tema, tenendo presente che,

«in generale, non esistono popolazioni favorevoli all’immigrazione ed è normale aspettarsi un certo li-

vello di contrarietà. La sua intensità, però, può variare notevolmente nel tempo e rivelarsi più o meno

diffusa in diversi gruppi e strati sociali»19

.

Dai risultati dell’indagine emerge, in premessa, che gli atteggiamenti di rifiuto e diffidenza verso gli im-

migrati convivono con quelli di accettazione o rassegnazione. Se la conoscenza diretta dei cittadini e-

xtracomunitari rappresenta una concreta esperienza individuale in grado di orientare l’opinione degli in-

tervistati in un senso o nell’altro, la presenza straniera a Monfalcone è una realtà ormai consolidata e,

nonostante le ben percepite difficoltà d’integrazione con la comunità locale, non riscuote, in genere, va-

lutazioni pregiudiziali. Negli ultimi anni, infatti, sono aumentati gli studenti stranieri nelle scuole di ogni

ordine e grado, così come i ricongiungimenti familiari e gli acquisti di case effettuati dagli stessi immigra-

ti. Non sorprende quindi che, a fronte di tali dinamiche, si formino orientamenti articolati, circostanziati

e non unanimi in entrambi i campioni statistici, dei quali daremo conto nel presente capitolo.

Una prima domanda del questionario strutturato punta a raccogliere l’opinione sul processo di integra-

zione degli extracomunitari con i residenti monfalconesi. Si tratta di un fenomeno biunivoco che si fonda

17 Cfr. Bertola R. [1999], Mass media e pregiudizio. Materiali per uso didattico, in C. Brusa (cur.), Immigrazione e multi

cultura nell’Italia di oggi – Vol. II, Milano, Angeli. 18

Cfr. Bonifazi C., Cerbara L. [1999], Gli immigrati stranieri: valutazioni, conoscenze e giudizi degli italiani, in «Studi emi-

grazione», n. 133. 19

Cfr. Colombo A., Sciortino G. [2004], Gli immigrati in Italia, Bologna, Il Mulino (p. 121).

50

sulla presenza di diritti e doveri reciproci tra i cittadini dei paesi terzi e la società ospitante, chiamando in

causa, da un lato, le politiche istituzionali e, dall’altro, la predisposizione degli stranieri a condividere re-

gole, valori e consuetudini diverse da quelle d’origine. Secondo la maggioranza degli intervistati, gli im-

migrati sono poco o per nulla integrati con la popolazione monfalconese, con percentuali più alte tra i

frequentatori del CS (69,3% vs 62,5%) e una maggior quota di orientamenti favorevoli a ravvisare segnali

di adattamento sociale nel campione dell’Emisfero (28,7% vs 24%). Il quadro complessivo delle risposte

tende dunque a delineare un contesto cittadino caratterizzato dalla debolezza dei legami di solidarietà

primaria (cordialità, amicizia, relazioni affettive, ecc.) tra gli italiani e gli stessi immigrati, oppure da rap-

porti prevalentemente motivati da esigenze burocratiche o dalla comune frequentazione dei luoghi

pubblici (mercati, piazze, giardini comunali, ecc.) [cfr. tab. 26].

Tab. 26 – Opinione sul livello d’integrazione socio-culturale della popolazione immigrata (v.a. e %)

CC CS LIVELLO D’INTEGRAZIONE

N. % N. %

Molto 39 12

Abbastanza 63 28,7

24 24,0

Poco 136 75

Per niente 86 62,5

29 69,3

Non so 31 8,7 10 6,7

355 100 150 100

In entrambi i campioni, le opinioni volte a giudicare carente il livello di integrazione socio-culturale degli

immigrati aumentano tra gli intervistati con titoli di studio universitari (75% nel CC e 86,2% nel CS), men-

tre diminuiscono tra quelli con licenza elementare o media (50,6% e 66,7%). Si può presumere, al riguar-

do, che il tema in questione sia particolarmente sentito dai cittadini con i livelli culturali più elevati, a

fronte di una maggior tendenza al disinteresse fra i meno istruiti. Le suddette opinioni risultano inoltre

maggiormente frequenti fra gli uomini e le persone senza figli, nonché fra gli studenti e i disoccupati in-

terpellati presso l’Emisfero e fra l’insieme della popolazione attiva (operai, impiegati e lavoratori in pro-

prio) a cui è stato somministrato il questionario nella zona centrale della città.

Due item specifici indagano il giudizio degli intervistati sulle possibilità d’inserimento sociale degli immi-

grati nella comunità monfalconese. Il primo collega la loro presenza nel CS al positivo confronto con al-

tre culture, proponendosi di verificare il livello di accordo con un punto di vista tendente a riconoscere

l’efficacia del processo d’integrazione; il secondo è declinato in forma negativa e, presupponendo che gli

stessi immigrati non possano adattarsi ai valori e alle abitudini della popolazione monfalconese, tenta di

cogliere la frequenza di un’opinione sostanzialmente sfavorevole all’arrivo degli stranieri e scettica verso

la società multiculturale.

A quest’ultima opinione, ostile alla presenza di immigrati in città, la maggioranza dei due campioni è ge-

neralmente contraria: 62,2% nel CC e 64% nel CS, con percentuali molto alte di totale disaccordo (48,4%

e 50%). Ne consegue che, in linea di principio, la maggioranza dei cittadini non manifesta sentimenti di

avversione esplicita e pregiudiziale al processo d’integrazione degli extracomunitari, ancorché le rispo-

51

ste poco o per nulla fiduciose nello stesso assumano dimensioni consistenti (37,8% e 36%). A tale orien-

tamento favorevole, tuttavia, si contrappone il giudizio tendenzialmente critico sulla trasposizione prati-

ca del suddetto processo, tant’è che circa il 54% degli intervistati non associa i flussi immigratori nel

centro cittadino a un positivo confronto interculturale. Emerge dunque, riguardo ai rapporti con le per-

sone di diversa nazionalità, la tendenza a dissociare, da un lato, l’apertura ideale o valoriale verso le pos-

sibilità di inserimento e contaminazione sociale e, dall’altro, la valutazione della loro effettiva concretiz-

zazione nella comunità monfalconese [cfr. tabb. 27 e 27-bis].

Tab. 27 – Opinione sul fenomeno dell’immigrazione straniera (CC – v. %)

LIVELLO DI ACCORDO ITEM

M A P PN TOT.

Gli immigrati non possono integrarsi con i monfalconesi 19,4 18,4 13,8 48,4

perché hanno valori e abitudini troppo diverse 37,8 62,2 100

La presenza degli immigrati nel CS è positiva 16,8 28,9 23,4 30,9

perché consente il confronto con altre culture 45,7 54,3 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Tab. 27-bis – Opinione sul fenomeno dell’immigrazione straniera (CS – v. %)

LIVELLO DI ACCORDO ITEM

M A P PN TOT.

Gli immigrati non possono integrarsi con i monfalconesi 22,0 14,0 14,0 50,0

perché hanno valori e abitudini troppo diverse 36,0 64,0 100

La presenza degli immigrati nel CS è positiva 19,5 26,2 24,8 29,5

perché consente il confronto con altre culture 45,6 54,4 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Incrociando le risposte ai due suddetti item con la provenienza territoriale, si può osservare che i clienti

monfalconesi dell’Emisfero sono, da un lato, i meno propensi a collegare positivamente la presenza de-

gli immigrati nel CS e il confronto con diverse culture (64,5%), dall’altro i più sfavorevoli a ritenere com-

patibili le loro abitudini con quelle della comunità locale (50%). Al contrario, i cittadini provenienti dalla

Bassa Friulana esprimono le posizioni di maggior apertura verso entrambi gli item. In tutt’e due i cam-

pioni statistici, infine, si riscontra che la fiducia nelle possibilità di integrazione sociale e di contaminazio-

ne interculturale appare sempre percentualmente più elevata tra i laureati.

L’identificazione tra criminalità e immigrazione, o la percezione di quest’ultima in termini pauperistici,

condizionano il grado di accettazione o rifiuto degli stranieri come componente stabile di una comunità

locale. Entrambe, infatti, suscitano la convinzione che la crescente presenza di extracomunitari provochi

un aumento delle attività illegali, oppure di comportamenti anomici dovuti a condizioni di povertà e pre-

carietà lavorativa o all’incapacità di condividere e rispettare le regole e consuetudini del paese ospitan-

te. Tali convinzioni rappresentano fattori dissuasivi alla frequentazione della zona centrale di Monfalco-

ne per una percentuale minoritaria degli intervistati, considerato che per il 54% (CC) e il 57,6% (CS) dei

medesimi la crescita della popolazione immigrata non riduce il desiderio di ritrovarsi nel centro citta-

dino con amici, parenti e conoscenti. Si può nondimeno ritenere che, sebbene la tendenza ad associare

52

il fenomeno migratorio con problemi di devianza e malcostume non prevalga, essa frena la propensione

di una parte consistente del bacino di potenziali consumatori (più del 40%) a trascorrere i momenti di

socialità e tempo libero nel centro cittadino.

La disamina delle correlazioni statistiche nei due campioni d’intervistati indica che il continuo aumento

degli immigrati dissuade alcuni precisi target di potenziali consumatori dall’incontrare amici e parenti

nella zona centrale di Monfalcone. Questi target coincidono con i pensionati (54,6% nel CC e 71,1% nel

CS), gli ultrasessantenni (51,7% e 63,4%), i residenti monfalconesi (54,3% e 48,1%) e le persone con li-

cenza elementare e media o qualifica professionale (46,6% e 60,7%). Si osserva inoltre che il collega-

mento causale tra la presenza degli stranieri e la diminuzione del desiderio di socializzare nel centro cit-

tadino cresce proporzionalmente con l’età e, viceversa, diminuisce all’elevarsi del titolo di studio. Risulta

infine degno di nota, con esclusivo riferimento alla clientela interpellata presso l’Emisfero, il condiziona-

mento negativo dell’immigrazione sugli abitanti della Destra Isonzo (55,6%), sui disoccupati (60,9%) e

sulle casalinghe (53,5%).

Da tempo, ormai, la gestione dei flussi migratori è diventata una questione fondamentale nel dibattito

politico e sociale della comunità di Monfalcone. Le tensioni provocate da tali flussi, soprattutto per le

loro dimensioni e la provenienza di molti stranieri da paesi culturalmente distanti, si sommano a quelle

derivanti dalle crescenti difficoltà imprenditoriali e occupazionali ingenerate dalla crisi economica. L’in-

dagine, al riguardo, punta a raccogliere il livello di gradimento per gli interventi volti a favorire l’inseri-

mento sociale degli extracomunitari e ad attenuare i sentimenti di diffidenza e ostilità che, generalmen-

te, si diffondono tra le popolazioni locali in cui la presenza degli stessi assume proporzioni elevate in

tempi rapidi, creando problematiche amministrative nuove e assai difficili da fronteggiare. Osservando i

dati raccolti nei due luoghi di rilevazione, si evince che, indipendentemente dalle caratteristiche socio-

anagrafiche e dai luoghi di residenza, quasi tutti i cittadini intervistati ritengono utile la formazione lin-

guistica degli immigrati per promuovere la loro integrazione con i monfalconesi, con percentuali leg-

germente più cospicue nel CS (91,2% vs 86,4%). L’altissima convergenza di opinioni sull’item in questio-

ne rappresenta un forte segnale di apertura per le politiche di tipo formativo ed educativo e orienta l’en-

te municipale, le istituzioni sovracomunali e il sistema commerciale, artigianale e di servizio della città

verso la prosecuzione e il rafforzamento delle progettualità e iniziative in tal senso mirate [cfr. tabb. 28 e

28-bis].

Tab. 28 – Opinione sul fenomeno dell’immigrazione straniera (CC – v. %)

LIVELLO DI ACCORDO ITEM

M A P PN TOT.

Il continuo aumento degli immigrati nel CS 26,6 19,4 20,6 33,4

riduce il desiderio di ritrovarsi lì con amici, conoscenti e parenti 46,0 54,0 100

Bisognerebbe insegnare la lingua italiana agli immigrati 68,7 17,7 5,9 7,7

per favorire la loro integrazione con i monfalconesi 86,4 13,6 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

53

Tab. 28-bis – Opinione sul fenomeno dell’immigrazione straniera (CS – v. %)

LIVELLO DI ACCORDO ITEM

M A P PN TOT.

Il continuo aumento degli immigrati nel CS 22,2 20,1 15,3 42,4

riduce il desiderio di ritrovarsi lì con amici, conoscenti e parenti 42,4 57,6 100

Bisognerebbe insegnare la lingua italiana agli immigrati 61,2 30,0 5,4 3,4

per favorire la loro integrazione con i monfalconesi 91,2 8,8 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Due item del questionario strutturato, infine, indagano l’opinione degli intervistati sulla qualità dei nego-

zi e servizi gestiti dagli immigrati nel centro cittadino di Monfalcone. Come noto, il lavoro rappresenta u-

na dimensione fondamentale del processo d’inserimento sociale degli stranieri nelle società d’arrivo,

qualificandosi come il primo e insostituibile canale attraverso cui confrontarsi con le complesse realtà

dei paesi di destinazione. Nel ventennio antecedente alla crisi economica, i bassi tassi di disoccupazione,

gli elevati livelli di reddito pro-capite e una congiuntura demografica sfavorevole hanno creato, su scala

nazionale, le premesse di una crescente integrazione degli extracomunitari nel settore manifatturiero,

edilizio, agricolo e dei servizi alla persona. I tre suddetti fattori, infatti, sono stati decisivi nel ridurre la di-

sponibilità della manodopera italiana a coprire le professionalità a bassa qualificazione richieste dal si-

stema produttivo20

.

Il processo di stabilizzazione occupazionale degli immigrati nella realtà monfalconese mostra, a confron-

to con le tendenze poc’anzi delineate, alcune caratteristiche peculiari. Accanto all’inserimento lavorativo

nei tipici settori della manodopera straniera (industria, agricoltura, terziario non qualificato, ecc.), si è re-

centemente registrata una crescita delle imprese extracomunitarie nel sistema commerciale, artigianale

e di servizio del centro storico. Questo fenomeno, unitamente alla scomparsa di esercizi che per lungo

tempo avevano contraddistinto il panorama cittadino dell’offerta di prossimità, ha ormai modificato ra-

dicalmente i tratti peculiari della stessa, senza tuttavia determinare, secondo i cittadini intervistati, un

positivo arricchimento qualitativo.

L’analisi dei dati evidenzia che, valutando l’impatto degli esercizi gestiti da immigrati sulla vitalità del

sistema commerciale nel CS, la popolazione coinvolta nell’indagine assume un atteggiamento forte-

mente critico. Il livello di apprezzamento e accettazione dei suddetti esercizi è molto basso, visto che

circa quattro intervistati su cinque non li giudicano adeguati ad arricchire l’offerta complessiva del CCN,

né a svolgere una funzione dinamica e concorrenziale utile al suo rilancio e sviluppo. Il quadro delle ri-

sposte è percentualmente meno avverso, ma pur sempre sfavorevole, quando si passa a considerare

le ricadute sull’immagine del commercio tradizionale, la cui bellezza e attrattività, secondo il 53% dei

soggetti interpellati nei due luoghi di rilevazione, sono diminuite in parallelo all’aumento dei negozi di

extracomunitari. Come si può facilmente osservare, la maggior parte della cittadinanza italiana collega la

crescente presenza dei dettaglianti stranieri nelle vie storiche di Monfalcone a un peggioramento quali-

20

Cfr. Bonifazi C., Caruso M.G. [2006], L’immigrazione e il mercato del lavoro, in C. Bonifazi (cur.), Le opinioni degli italiani

sull’immigrazione straniera, Roma, Istituto di Ricerche sulla Popolazione e sulle Politiche Sociali.

54

tativo della rete distributiva di prossimità, identificando indirettamente in tale presenza una fonte di

svantaggi e inconvenienti per l’economia locale [cfr. tabb. 29 e 29-bis].

Tab. 29 – Opinione sul fenomeno dell’immigrazione straniera (CC – v. %)

LIVELLO DI ACCORDO ITEM

M A P PN TOT.

I negozi e gli esercizi gestiti dagli immigrati 3,4 12,8 32,7 51,1

rendono più vitale l’offerta commerciale del CS 16,2 83,8 100

L’incremento dei negozi degli immigrati nel CS 31,2 22,3 23,7 22,8

ha diminuito l’attrattività del commercio tradizionale 53,5 46,5 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Tab. 29-bis – Opinione sul fenomeno dell’immigrazione straniera (CS – v. %)

LIVELLO DI ACCORDO ITEM

M A P PN TOT.

I negozi e gli esercizi gestiti dagli immigrati 3,6 18,1 24,1 54,0

rendono più vitale l’offerta commerciale del CS 21,9 78,1 100

L’incremento dei negozi degli immigrati nel CS 25,8 28,0 18,9 27,3

ha diminuito l’attrattività del commercio tradizionale 53,8 46,2 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Analizzando le correlazioni comuni ai due gruppi di intervistati, si nota che i giudizi negativi sull’apporto

dei negozi stranieri alla vitalità dell’offerta commerciale complessiva sono maggiormente diffusi tra i cit-

tadini di genere maschile (88,2% nel CC e 88,8% nel CS). Nel campione intercettato presso l’Emisfero, i-

noltre, tali giudizi aumentano tra i soggetti in cerca di occupazione (91,3%), i pensionati (89,8%) e gli ul-

trasessantenni (91%), mentre l’impatto sfavorevole sull’attrattività degli esercizi di vicinato tradizionali è

particolarmente sentito tra gli uomini (60%) e i disoccupati (60,9%). Si conferma infine, con riferimento a

entrambi gli item e aggregati statistici, la diminuzione delle valutazioni critiche all’elevarsi del titolo di

studio, con uno scarto di frequenza percentuale costantemente superiore al 10% tra i laureati e le per-

sone con scolarità primaria.

A conclusione del presente capitolo si possono tracciare alcune osservazioni di sintesi. La maggior parte

della cittadinanza interessata dall’indagine non esprime, nei confronti dell’immigrazione, posizioni pre-

concette di chiusura, timore o diffidenza. Sebbene esse affiorino, come generalmente accade dinanzi a

un fenomeno così complesso e difficile da gestire, non soppiantano la tendenza generale a cogliere, as-

sieme ai fattori di indubbia criticità, le migliori soluzioni per promuovere l’integrazione sociale e lavorati-

va degli stranieri. La formazione linguistica, al riguardo, viene quasi unanimemente considerata lo stru-

mento da privilegiare per favorire il miglioramento delle condizioni di convivenza civile tra la popolazio-

ne italiana e gli extracomunitari. Il prevalere di tale opinione comprova una sostanziale apertura verso i

processi globali, a patto che gli stessi vengano gestiti attraverso politiche e interventi mirati a ridurre gli

elementi effettivi e potenziali di conflitto e incomunicabilità.

55

Emerge tuttavia una forte consapevolezza delle difficoltà del processo di adattamento socio-culturale

degli immigrati e della carenza di relazionalità primaria con la popolazione locale. Questo deficit di inte-

grazione appare sentito, in particolare, dai cittadini di Monfalcone che, vivendo nell’area interessata dal

fenomeno, ne sperimentano quotidianamente gli aspetti critici e appaiono più orientati a riconoscere

l’incompatibilità tra valori e abitudini di vita, oltre al condizionamento dello stesso fenomeno sul deside-

rio di recarsi nel CS per trascorrervi il tempo libero. Le persone con titolo di studio universitario, al con-

trario, mostrano i maggiori livelli di apertura verso l’immigrazione, anche quando si tratta di valutare le

implicazioni del crescente insediamento di negozi stranieri nella zona centrale della città. Tale dinamica,

secondo gran parte degli intervistati, impoverisce l’immagine e l’attrattività del CCN, intaccandone l’of-

ferta e l’ambientazione al punto da sminuire finanche la bellezza dei piccoli esercizi di vicinato tradizio-

nali. Il capitolo successivo, al riguardo, analizzerà il gradimento potenziale per le possibili iniziative da or-

ganizzare ai fini della promozione e animazione territoriale.

56

8 – Le iniziative di promozione e animazione territoriale

La capacità di attrarre nuovi flussi di persone nella propria area di riferimento rappresenta uno dei prin-

cipali punti di forza delle reti distributive, stante il presupposto che ogni sguardo in più davanti ai negozi

può tradursi in un’opportunità di vendita immediata o differita. Eventi, spettacoli e mostre, unitamente

all’erogazione di adeguati servizi promozionali, costituiscono un segnale di vitalità degli esercizi insediati

in un centro storico e, generalmente, ne accompagnano i progetti di rilancio commerciale. Si tratta di

strategie di intrattenimento e marketing che, pur non potendo competere con gli effetti drammatici del-

la perdurante crisi economica, rimangono un potenziale antidoto all’esodo verso la grande distribuzio-

ne, anch’essa ormai orientata, non a caso, a organizzare momenti d’incontro e svago per conquistare il

tempo libero dei consumatori. In quest’ultimo capitolo si riportano, al riguardo, i risultati del focus anali-

tico sul gradimento per le varie iniziative di promozione e animazione territoriale che potrebbero miglio-

rare l’attrattività e l’immagine del CCN di Monfalcone.

La progettazione e attuazione delle iniziative di animazione è un’attività collegata all’obiettivo di aumen-

tare la vivibilità del CS e favorire l’acquisto dei prodotti e servizi offerti dal CCN. Tale attività, realizzabile

anche attraverso il riuso degli spazi commerciali dismessi, può perfezionare e ampliare il panorama delle

manifestazioni tradizionalmente organizzate dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Pro Lo-

co e l’associazionismo di categoria e non profit, quali:

• la Festa dello Sport, evento che si svolge nel centro cittadino con la presenza di stand espositivi delle

società sportive e ricreative, oltreché di alcuni punti di ristoro enogastronomico;

• la Festa del Vino, durante la quale le aziende vitivinicole promuovono e valorizzano nel CS il proprio

settore di attività e i relativi prodotti;

• Monfalconestate, ricca kermesse sportiva, artistica e culturale al cui interno si realizzano, nel mese di

luglio, la Notte Bianca e il festival Onde Mediterranee;

• il programma degli appuntamenti natalizi, nel cui ambito si annoverano i Mercatini di Natale e la fiera

di San Nicolò.

L’analisi dei dati raccolti in entrambi i luoghi di rilevazione dimostra che la domanda di iniziative d’ani-

mazione nel CS è altissima: al variare delle tipologie proposte agli intervistati (concerti, degustazioni o e-

venti culturali, sportivi e ricreativi, ecc.), le percentuali di potenziale gradimento oscillano da un minimo

del 92,2% al massimo del 99,3% [cfr. tabb. 30 e 30-bis]. Queste percentuali, anche in virtù del forte sbi-

lanciamento complessivo sulla modalità di risposta “molto”, appaiono indicative delle probabilità di suc-

cesso di tali iniziative – siano esse a caratterizzazione specifica o mista – nel rivitalizzare la zona centrale

della città, richiamando flussi di persone a prescindere dalla loro provenienza territoriale. Le suddette

percentuali, inoltre, confermano una tendenza d’opinione già emersa nel quadro delle risposte concer-

nenti gli interventi più efficaci per favorire la frequentazione del centro urbano di Monfalcone [cfr. tab.

25].

57

Tab. 30 – Livello di gradimento per le iniziative di animazione del CS (CC – v. %)

POSITIVO NEGATIVO TIPOLOGIA DI EVENTO

M A P PN TOT.

87,1 8,3 3,2 1,4 Concerti musicali nei locali pubblici

95,4 4,6 100

82,4 12,8 3,7 1,1 Concerti e cinema in piazza o all’aperto

95,2 4,8 100

79,0 15,6 4,3 1,1 Degustazioni enograstronomiche di vini e prodotti tipici

94,6 5,4 100

76,0 16,9 4,8 2,3 Mostre d’arte e pittura nei negozi sfitti

92,9 7,1 100

74,7 17,5 6,9 0,9 Eventi e festeggiamenti sportivi

92,2 7,8 100

78,4 13,8 4,1 3,7 Spettacoli itineranti per bambini nel centro storico

92,2 7,8 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Tab. 30-bis – Livello di gradimento per le iniziative di animazione del CS (CS – v. %)

POSITIVO NEGATIVO TIPOLOGIA DI EVENTO

M A P PN TOT.

85,1 12,8 1,4 0,7 Mostre d’arte e pittura nei negozi sfitti

98,0 2,0 100

79,7 14,9 2,7 2,7 Concerti musicali nei locali pubblici

94,6 5,4 100

72,1 23,1 3,4 1,4 Concerti e cinema in piazza o all’aperto

95,2 4,8 100

80,3 18,4 1,4 0,0 Degustazioni enograstronomiche di vini e prodotti tipici

98,6 1,4 100

81,4 15,2 2,8 0,7 Eventi e festeggiamenti sportivi

96,6 3,4 100

84,6 14,7 0,7 0,0 Spettacoli itineranti per bambini nel centro storico

99,3 0,7 100

Legenda: M = Molto; A = Abbastanza; P = Poco; PN = Per niente

Il livello molto elevato di apprezzamento per le iniziative di animazione costituisce un incentivo a raffor-

zare le strategie di rilancio commerciale incentrate sulla ripetizione annuale di eventi che, attraverso

momenti di svago e intrattenimento per l’infanzia e l’età adulta, favoriscano il richiamo e la permanenza

dei visitatori nel CS. Recenti studi evidenziano, al riguardo, l’importanza che tali eventi, evitando di ripro-

durre le ambientazioni “di massa” tipiche dei CC o dei parchi di divertimento, esaltino le caratteristiche

tradizionali delle vie storiche, valorizzandole come luoghi della memoria e dell’identità collettiva, presidi

della convivenza civile e laboratori di socializzazione, cultura e piccola distribuzione21

. L’immagine del

CCN di Monfalcone, promossa in quest’ottica, rappresenterebbe il prodotto di un marketing territoriale

compartecipato e saldamente collegato ai valori, al tessuto associativo e al capitale sociale della città.

21

Cfr. Unioncamere Toscana [2010], Primo rapporto sull’operatività dei Centri Commerciali Naturali della Toscana, Firen-

ze, Regione Toscana – Direzione generale Sviluppo Economico (p. 23).

58

L’indagine esplora altresì l’interesse dei consumatori per alcune attività di promozione commerciale che

il CCN può intraprendere nell’intento di invitare all’acquisto negli esercizi associati. Tali attività, in gene-

re, rientrano in piani di marketing mirati non solo ad attrarre visitatori nelle aree d’insediamento degli

stessi esercizi, ma anche a produrre un generale ampliamento della clientela, una maggior frequenza di

acquisto, oppure, più semplicemente, il mantenimento del giro d’affari consolidato (c.d. fidelizzazione).

Nell’ambito di queste strategie di consolidamento del mercato, i singoli dettaglianti concordano iniziati-

ve finalizzate a risolvere problematiche comuni, ma non delegano le loro leve di gestione fondamentali,

mantenendo piena autonomia decisionale sulle politiche di assortimento, prezzo e servizio.

A ogni persona interpellata nel corso dell’indagine è stato chiesto di dichiarare, tramite la risposta dico-

tomica “sì/no”, il proprio livello di gradimento per sei possibili iniziative di promozione commerciale. Si

può notare, al riguardo, che un’ampia maggioranza d’intervistati (58,8% nel CC e 66,6% nel CS) frequen-

terebbe di più il CCN di Monfalcone, se gli esercenti mettessero a disposizione dei clienti carte o taglian-

di per usufruire gratuitamente dei parcheggi a pagamento. Questo strumento di marketing, già speri-

mentato in passato e utilizzabile almeno nelle ore maggiormente dedicate agli acquisti, rimane il più in-

dicato per fidelizzare i consumatori alla rete dei negozi e servizi di vicinato. In entrambi i luoghi di rileva-

zione, esso riscuote un interesse particolarmente diffuso tra le donne e i genitori di figli under 14, non-

ché, con esclusivo riferimento all’utenza dell’Emisfero, le persone che non frequentano mai il centro cit-

tadino (71,4%) o lo fanno abitualmente (66,7%).

La presente indagine analizza inoltre il potenziale gradimento per la modifica, in alcuni periodi dell’anno,

dei normali orari quotidiani di avvio e chiusura degli esercizi. Il prolungamento delle fasce temporali di

lavoro, caratteristico delle odierne società avanzate, comporta una crescente richiesta di iniziative pro-

mozionali volte a flessibilizzare il sistema distributivo di prossimità, limitando la coincidenza tra le fasi

giornaliere dell’offerta commerciale e quelle in cui i consumatori svolgono le loro attività occupazionali.

Se l’apertura prolungata o domenicale dei negozi è una consuetudine radicata nelle località ad alta den-

sità turistica, altrove essa può incontrare difficoltà di attuazione dovute, tra gli altri fattori, alle maggiori

possibilità di scarso ritorno economico. I dati raccolti con i questionari strutturati, a tale proposito, rive-

lano che:

• metà degli intervistati, in entrambi i luoghi di rilevazione, coglie nelle aperture domenicali un incenti-

vo a frequentare di più il CS, con percentuali particolarmente elevate tra le persone con figli piccoli, i gio-

vani under 31 e l’insieme della popolazione inattiva (studenti, pensionati, casalinghe e disoccupati);

• supera il 40% la domanda di aperture serali prolungate fino alle ore 20.00, concentrandosi soprat-

tutto tra i giovani under 31 in entrambi i luoghi di rilevazione, nonché tra i frequentatori del CS con figli

piccoli e tra gli operai, i lavoratori in proprio e i pensionati intervistati presso il CC;

• l’interesse per la standardizzazione degli orari di apertura e chiusura è assai più elevato nel campio-

ne intervistato presso il CS (56,3% vs 40,5%) e proviene, in particolare, dalle donne, dai pensionati, dai

soggetti nella fascia di età 31-45 e da quelli con figli minori di 14 anni.

Circa il 60% degli intervistati nel CS esprime il proprio gradimento per l’attivazione di una fidelity card

con il logo del CCN, valida al fine di fornire dei seguenti servizi: utilizzare punteggi direttamente propor-

59

zionali alla spesa effettuata per ottenere premi a catalogo, sconti e buoni per la sosta, ingressi a cinema,

teatri e musei o prodotti presso gli esercenti aderenti al circuito; disporre di una carta prepagata o di

credito al consumo per accedere alle formule di pagamento a tasso zero (es. la modalità rateizzata senza

costi aggiuntivi in termini di interesse e movimentazioni bancarie, oppure l’abbuono della quota annua

di rilascio per chi supera un certo volume di acquisti); usare la funzione bancomat per praticare addebiti

a fine mese, evitando le regole bancarie in materia di valute su o fuori piazza. Quest’iniziativa di promo-

zione commerciale, richiesta anche dall’utenza dell’Emisfero (48,4%), è apprezzata soprattutto dai più

giovani, dagli studenti e dalle persone che svolgono attività imprenditoriali o libero-professionali.

L’attrattività del CCN, infine, potrebbe essere aumentata dalla sperimentazione di un baby parking che,

nelle ore di punta, consenta ai genitori di lasciare i propri bambini in custodia presso luoghi sicuri e fidati

per il tempo necessario a realizzare gli acquisti. Come noto, l’iniziativa in questione prevede l’utilizzo di

personale qualificato e professionale per coinvolgere gli stessi bambini in diverse attività di svago, diver-

timento e animazione (laboratori artistici, bricolage, decoupage, ecc.), oppure in feste di compleanno

appositamente organizzate. Guarda con favore a questo servizio complementare il 37,7% degli intervi-

stati nel CS e il 26% della clientela intercettata presso l’Emisfero, con percentuali comunemente più alte

tra le donne (43,3% e 30,9%), i genitori di figli con meno di 14 anni (48,3% e 42,9%), i soggetti nella fa-

scia d’età 31-45 e quelli occupati in professioni impiegatizie [cfr. tab. 31].

Tab. 31 – Interesse per le iniziative promozionali (v. %)

INIZIATIVE PROMOZIONALI CC CS

Tagliandi per usufruire gratis dei parcheggi a pagamento 58,8 66,6

Aperture domenicali in alcuni periodi dell’anno 50,9 50,7

Carta di fedeltà con sconti e premi riservati (fidelity card) 48,4 59,4

Apertura serale prolungata fino alle ore 20.00 42,5 46,3

Orari di apertura e chiusura uguali per tutti i negozi 40,5 56,3

Spazi custoditi con giochi per bambini (baby parking) 26,0 37,7

Legenda: % = Percentuale di risposte “sì” sul totale degli intervistati

L’indagine, in sintesi, evidenzia che, se le attività di animazione territoriale ottengono un altissimo livello

di gradimento nei due campioni di intervistati (CC e CS), le iniziative di promozione commerciale riscuo-

tono un interesse tendenzialmente più elevato tra i frequentatori della zona centrale di Monfalcone. Ri-

affiorano, in questo secondo caso, le differenze sociologiche tra i due profili di clientela, con particolare

riferimento al rapporto tra i tempi di vita e lavoro, alle abitudini di consumo e, più in generale, ai modelli

comportamentali e culturali. Sull’acquirente dell’Emisfero, attratto soprattutto dall’ampiezza dell’offerta

e dalla possibilità di muoversi autonomamente negli acquisti, le attività di marketing del CCN (fidelity

card, parcheggi gratuiti, orari standardizzati, ecc.) esercitano un richiamo degno di nota, ma meno espli-

cito di quello percepito dall’utenza abituata a ricercare le intermediazioni relazionali caratteristiche della

piccola distribuzione. Svilupperemo ora alcune considerazioni conclusive che riepiloghino quanto evi-

denziato nelle varie sezioni del presente report.

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Conclusioni

L’indagine sull’immagine e attrattività del CCN di Monfalcone costituisce un punto di partenza per ela-

borare un adeguato piano di rilancio commerciale nella zona centrale di Monfalcone. Essa analizza le at-

tuali dinamiche concorrenziali tra la piccola e grande distribuzione, osservando le opinioni e le abitudini

di consumo di due campioni non probabilistici che rappresentano, rispettivamente, l’utenza dei CC e

quella dei negozi e servizi insediati nel CS. Ne consegue un quadro interpretativo che permette di deli-

neare le criticità e potenzialità di sviluppo di una rete integrata di esercizi tradizionali tuttora qualitativa-

mente apprezzata, ma fortemente insidiata dal perdurare della crisi economica, dalla competitività dei

centri commerciali e dall’impatto delle dinamiche socio-culturali collegate ai fenomeni migratori.

Protagoniste dell’indagine sono soprattutto le donne, più frequentemente responsabili degli acquisti fa-

miliari tanto nei CC, quanto negli esercizi del CS. La maggior presenza della componente femminile sola

e anziana nell’area urbana centrale segna tuttavia una profonda differenza tra i due campioni di intervi-

stati, determinando comportamenti diversi negli acquisti di beni e servizi. L’analisi della provenienza ter-

ritoriale, inoltre, rivela che i frequentatori della suddetta area, nella grande parte dei casi, abitano nella

provincia di Gorizia e arrivano soprattutto dai Comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano.

Minoritaria e verosimilmente più bassa, rispetto al passato, è la quota di cittadini che risiedono nel com-

prensorio triestino e appaiono potenzialmente interessati all’offerta complessiva del CCN.

Il CS di Monfalcone, oltre a soffrire notevolmente la concorrenza delle medie e grandi strutture di vendi-

ta nel campo della spesa alimentare, sconta un deficit d’immagine a confronto con l’Emisfero. Questo

deficit interessa i più svariati fattori di potenziale attrattività per il consumatore: dalla convenienza eco-

nomica alla specializzazione e adeguatezza qualitativa dell’offerta, fino alla funzione di socialità e svago.

I CC, ormai, soddisfano anche la diffusa propensione a ricercare uno shopping ricreativo ed emotivo, du-

rante il quale i clienti si sentono liberi di analizzare l’assortimento a loro modo. Qualsiasi progetto di ri-

lancio e sviluppo del CCN di Monfalcone dovrà dunque contemplare le nuove esigenze di partecipazione

ai processi d’acquisto, valorizzando i piccoli negozi di quartiere come luoghi di esperienza plurisensoriale

in cui esplorare certe ambientazioni tradizionali, passeggiare in compagnia di altre persone e intratte-

nersi a osservare, toccare e comprare i prodotti.

Il successo della grande distribuzione organizzata, paradossalmente, può servire da stimolo al decollo e

al successivo sviluppo del CCN. Senza la concorrenza dei centri commerciali artificiali, infatti, i piccoli e-

sercizi si dirigono più difficilmente verso la spontanea innovazione e la ricerca di livelli superiori di assor-

timento e qualità a vantaggio dei consumatori. E solo se i dettaglianti di vicinato sono spinti dall’interes-

se comune a ottenere performance migliori, gli stessi consumatori vengono motivati a sperimentare il

confronto tra le grosse superfici di vendita e la realtà cittadina dei negozi e servizi tradizionali, indirizzan-

dosi poi verso il luogo più adatto a soddisfare i loro bisogni. Il ventaglio delle attività economiche dislo-

cate nel CS di Monfalcone e le peculiarità culturali del medesimo rappresentano, per strutture come l’E-

misfero, un mix di offerta impossibile da imitare, motivo per cui appare necessario, in prospettiva futu-

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ra, rafforzare l’agenda delle iniziative di animazione territoriale (eventi, concerti, mostre d’arte, degusta-

zioni, spettacoli, ecc.).

La concorrenza della grande distribuzione, tuttavia, non è l’unico fattore ad acuire i flussi di evasione dal

CS di Monfalcone. L’analisi delle percezioni diffuse tra i potenziali consumatori mette in evidenza un fe-

nomeno di disaffezione collegato soprattutto alla scomparsa degli esercizi che, in passato, tratteggiava-

no il volto del commercio nelle vie centrali di Monfalcone, sebbene il principale motivo per cui frequen-

tare le medesime rimanga ancora l’acquisto di prodotti e servizi. Il CCN si caratterizza, sotto questo pro-

filo, come un luogo privilegiato del consumo non alimentare (abbigliamento, calzature, articoli personali

e per la casa, libri, giornali e tabacchi, ecc.) e nei locali pubblici (bar, enoteche, gelaterie, trattorie, risto-

ranti, ecc.). Il campione intercettato nel centro cittadino, al riguardo, mostra una maggior tendenza a

comprare i generi nutritivi di prima necessità (pane, latte, carne, formaggi, verdura, ecc.) e gli oggetti

d’artigianato, mentre la clientela del CC si reca più assiduamente nei piccoli esercizi di acconciatura, ne-

gli studi fotografici e nella rete degli operatori culturali, bancari e immobiliari.

A tutt’oggi, nell’immaginario dei cittadini intervistati, è piuttosto diffusa l’idea che un’offerta incompleta

caratterizzi il CCN di Monfalcone, con prevalente riferimento ad alcuni prodotti particolarmente esposti

alla concorrenza dei centri commerciali (es. abbigliamento, articoli sportivi, calzature, elettronica e casa-

linghi). Emerge inoltre nuovamente il nesso tra quest’idea e la progressiva scomparsa di numerosi eser-

cizi tradizionali, più volte segnalata come uno dei principali fattori di peggioramento complessivo dell’a-

rea urbana centrale. Tali percezioni, pur determinando comportamenti di distacco dal CS, non intaccano

tuttavia la tendenza a valutare positivamente la qualità dei negozi e servizi in esso insediati.

La disamina dell’opinione dei consumatori evidenzia che la qualità dell’offerta commerciale, artigianale

e di servizio nel CS di Monfalcone è ancora abbastanza apprezzata, con particolare riferimento a settori

merceologici come l’abbigliamento, i bar e la ristorazione, le librerie, il comparto alimentare e gastrono-

mico. Tale opinione rappresenta indubbiamente un punto di forza del CCN, ma deve pur sempre essere

contestualizzata in un quadro di confronto con il livello qualitativo degli esercizi di vicinato localizzati in

centri storici alternativi (es. Trieste e Udine). A questi ultimi, infatti, viene attribuita un’immagine più di-

namica e concorrenziale, elemento valutativo di cui si dovrebbe tener conto in sede di pianificazione

delle politiche di rilancio della rete distributiva di prossimità.

La qualità della vita urbana occupa un posto di primo piano tra le aspettative dei cittadini, caratterizzate

soprattutto da un’istanza di miglioramento degli spazi verdi e dei percorsi ciclabili. Riguardo agli inter-

venti infrastrutturali, si è visto che l’utenza del CC appare più condizionata dalla necessità di spostarsi in

automobile e, a differenza dei soggetti intercettati nel CS, concentra la propria domanda sulla maggior

disponibilità di parcheggi in prossimità dei negozi di vicinato. Sul versante delle politiche di pedonalizza-

zione, l’elevato gradimento per le scelte attuate nel tempo dall’amministrazione comunale comprova la

crescente sensibilità dei consumatori per le tematiche ambientali e l’opportunità di unificare la dimen-

sione commerciale con quella ricreativa e socio-relazionale.

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Se si analizzano le cause del disinteresse per la frequentazione del CS, la dislocazione dei punti di sosta

automobilistica rappresenta un problema meno sentito della perdita di esercizi al dettaglio tradizionali

che, in passato, costituivano un sicuro fattore di richiamo per la clientela. Emerge tuttavia, nei due cam-

pioni statistici, una domanda specifica di interventi mirati a ottimizzare il numero e la localizzazione dei

parcheggi nel centro cittadino, a riprova della necessità di collegare il rilancio del CCN alla condivisione,

tra gli attori istituzionali ed economici, delle future strategie di riordino urbanistico, infrastrutturale e

viabilistico. Obiettivo di tali strategie sarà l’individuazione dei miglioramenti in grado di scoraggiare il de-

flusso delle persone che si spostano con le loro vetture private verso altri luoghi di socialità e consumo.

Si è osservato che la maggior parte della cittadinanza interessata dall’indagine non esprime, nei confron-

ti dell’immigrazione, posizioni preconcette di chiusura, timore o diffidenza. Sebbene esse affiorino, co-

me generalmente accade dinanzi a un fenomeno così complesso e difficile da gestire, non soppiantano

la tendenza generale a cogliere, assieme ai fattori di indubbia criticità, le migliori soluzioni per promuo-

vere l’integrazione sociale e lavorativa degli stranieri. La formazione linguistica, al riguardo, viene quasi

unanimemente considerata lo strumento da privilegiare per favorire il miglioramento delle condizioni di

convivenza civile tra la popolazione italiana e gli extracomunitari. Il prevalere di tale opinione comprova

una sostanziale apertura verso i processi globali, a patto che gli stessi vengano gestiti attraverso politi-

che e interventi mirati a ridurre gli elementi effettivi e potenziali di conflitto e incomunicabilità.

Emerge tuttavia una forte consapevolezza delle difficoltà del processo di adattamento socio-culturale

degli immigrati, nonché della carenza di relazionalità primaria con la popolazione locale. Questo deficit

di integrazione appare sentito, in particolare, dai cittadini di Monfalcone che, vivendo nell’area interes-

sata dal fenomeno, ne sperimentano quotidianamente gli aspetti critici e percepiscono più degli altri

l’incompatibilità tra i valori e le abitudini di vita, oltre al condizionamento dello stesso fenomeno sul de-

siderio di recarsi nel CS per trascorrervi il tempo libero. Le persone con titolo di studio universitario, al

contrario, mostrano i maggiori livelli di apertura verso l’immigrazione, anche quando si tratta di valutare

le implicazioni del crescente insediamento di negozi stranieri nella zona centrale della città che, secondo

la gran parte degli intervistati, impoverisce e intacca negativamente l’immagine e l’attrattività del CCN.

L’indagine, infine, evidenzia che le iniziative di promozione commerciale (fidelity card, parcheggi gratuiti,

orari standardizzati e baby parking) riscuotono un interesse più elevato, rispetto alla clientela del CC, tra

i frequentatori della zona centrale di Monfalcone. Riaffiorano le differenze sociologiche tra i due cam-

pioni di intervistati, con particolare riferimento al rapporto tra i tempi di vita e lavoro, alle abitudini di

consumo e, più in generale, ai modelli comportamentali e culturali. Sull’acquirente dell’Emisfero, attrat-

to soprattutto dall’ampiezza dell’offerta e dalla possibilità di muoversi autonomamente negli acquisti, le

azioni di marketing del CCN esercitano un richiamo degno di nota, ma meno esplicito di quello percepito

dall’utenza abituata a ricercare le intermediazioni relazionali caratteristiche della piccola distribuzione.

La presente indagine sul versante dei consumatori, in conclusione, mette in luce, al netto dei molteplici

e già richiamati fattori di criticità, le potenzialità di sviluppo del CCN. Diversi indicatori, infatti, ne deno-

tano alcuni tradizionali punti di forza e i margini di ulteriore crescita, se opportunamente promosso con

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azioni coordinate e pianificate. Una più puntuale osservazione dell’attuale offerta commerciale e turisti-

ca potrebbe precedere, in un’ottica futura, l’elaborazione di un piano di marketing territoriale incentra-

to sulla maggior integrazione della suddetta offerta, sul ripensamento di tutto il comprensorio monfal-

conese in chiave sistemica e sull’adozione di una governance concertata con le istituzioni e gli organismi

non profit. Spetterà al consorzio promotore e alle associazioni di categoria la definizione delle strategie

e progettualità più efficaci per rilanciare, ricercando la sintesi tra i ruoli e gli interessi dei singoli impren-

ditori, dei consumatori e delle amministrazioni pubbliche, l’immagine e l’attrattività degli esercizi inse-

diati nel CS di Monfalcone.

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