… as simple as possible but not simpler....variety" (Ashby, 1968) (Costruzione Complessitàdi...
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Alberto F. De Toni CIPOMO, Lazise (VR) 15 Maggio 2014
Università di Udine © 1
Alberto F. De Toni Università degli Studi di Udine
ll dilemma della complessità
nelle organizzazioni:
semplificare o aumentare
la capacità di risposta?
XVIII CONGRESSO NAZIONALE
La gestione della complessità in Oncologia:
‘intelligenza di sciame’
Hotel Corte Valier - Lazise (VR)
15 Maggio 2014
AGENDA
2
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
LA RARITÀ DELLA SEMPLICITÀ
3
Aevo rarissima nostro simplicitas
La semplicità,
cosa rarissima ai nostri tempi Ovidio,
Ars amatoria, pp. 241-242
IL RASOIO DI OCCAM
4
Frustra fit per plura quod
fieri potest per pauciora
È inutile fare con più ciò
che si può fare con meno
Guglielmo di Occam
(1288-1349)
MA…
5
Dio non si rade sempre
con il rasoio di
Occam…
Malcolm Dixon, citato in
New Scientist 23/4/94 p. 51
(Bensusan, 1998)
Malcolm Dixon
(1899 – 1985)
Biochimico inglese
LA SOLUZIONE
6
… as simple as
possible but
not simpler.
Albert Einstein
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COMPLEMENTARIETA'
7
La semplicità e la complessità sono necessarie una
all'altra. Più complessità c'è nel mercato, più le cose
semplici diventano evidenti (Maeda, 2006 pag. 68).
COMPLESSITA'
SEMPLICITA'
John Maeda Preside presso la Rhode Island
School of Design.
AGENDA
8
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
L’IMPORTANZA DEI DILEMMI
9
La consapevolezza non
inizia con la cognizione
o con la raccolta di dati
o fatti, ma con i dilemmi.
(Karl Popper, 1967)
(1902 – 1994)
filosofo e epistemologo austriaco
IL DILEMMA DELLA COMPLESSITA’
10
Come devono rispondere le organizzazioni
alla crescente complessità ambientale?
Aumentare la complessità organizzativa,
come indicato da Ashby (Legge della
varietà necessaria, 1958) ?
Selezionare la complessità esterna (cioè
semplificare) come indicato da Luhmann
(1984) ?
LEGGE DELLA VARIETÀ NECESSARIA DI ASHBY
11
William Ross Ashby
(1903 – 1972)
sociologo britannico,
pioniere della cibernetica.
Legge della varietà necessaria:
la varietà interna fa fronte alla
varietà esterna (Ashby, 1958).
Per rispondere alla crescente
complessità esterna è necessario
aumentare la complessità interna.
RIDUZIONE DI COMPLESSITA' DI LUHMANN
12
Niklas Luhmann
(1927 - 1998)
sociologo e filosofo tedesco
Per rispondere alla crescente
complessità esterna è necessario
selezionare la complessità esterna.
Ogni sistema deve ridurre la
sua complessità ambientale.
(Luhmann, 1984).
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CHI HA RAGIONE?
Come rispondere alla crescente complessità esterna?
"Only variety can destroy
variety" (Ashby, 1968)
Costruzione di
complessità interna
"Each system has to reduce its
environmental complexity"
(Luhmann, 1989 p. 75)
Selezione di
complessità esterna
Aumentare
la complessità
Ridurre
la complessità
Dilemma
della
complessità
Riduzione di
complessità di
Luhmann:
Legge di
Ashby:
Hanno
ragione
entrambi
LA CURVA DELLA COMPLESSITA'
14
Complessità interna
Performance
Legge di Ashby
Legge di Luhmann
COORDINAMENTO E COSTI
15
Coordinamento
ottimo
Costi
Coordinamento
assente
Coordinamento
completo
Costi di assenza di
coordinamento
Costi di
coordinamento
Costi totali
TROPPE REGOLE DEPRIMONO LE PRESTAZIONI
16
Perf
orm
ance (
Punte
ggio
)
Numero di regole
(Fonte: Davis et al., 2009 p.428)
Perform
an
ce (P
un
teggio)
Numero di regole
Elevata complessità
esterna
Bassa complessità
esterna
EFFETTI DELLA COMPLESSITÀ SULLE PERFORMANCE
(Fonte: Davis et al., 2009 p. 430)
x = livello di struttura
(numero di regole)
A(x) =
prestazion
i
10
0,4
0,3
0,2
0,1
5
RELAZIONE FRA NUMERO DI REGOLE E PRESTAZIONI
(Fonte: adattamento da Davis et al., 2009)
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COMPLESSITA' BUONA E COMPLESSITA' CATTIVA
19
Performance
Complessità
Complessità
cattiva
Complessità
buona
Adattamento da Collinson (2011)
RELAZIONE FRA COMPLESSITÀ INTERNA ED ESTERNA
20
CE
Complessità esterna
(competitiva)
CI - Complessità interna (organizzativa)
1,0
0,0
0,0 1,0
CE = CI
Proporzionalità
diretta
Legge della varietà
necessaria di Ashby
CURVE PARAMETRICHE RISPETTO ALLA COMPLESSITA’ ESTERNA
21
1,0
0,0
0,0
P -
Pre
sta
zio
ni com
ple
ssiv
e
1,0
CE – Complessità Esterna
0,1
0,2
0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
0,5
CI - Complessità Interna
CURVA DI INVILUPPO DEI PUNTI DI MASSIMO
22
Curva di inviluppo
dei punti di massimo
CI - Complessità Interna
0,1
0,2
0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1,0
0,0
0,0
P -
Pre
sta
zio
ni com
ple
ssiv
e
1,0 0,5
CE – Complessità Esterna
PRESTAZIONI MASSIME IN RELAZIONE A CI e CE
23
Curva di inviluppo dei punti di massimo
CI - Complessità interna
0,1
0,2
0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
CE - Complessità Esterna
1,0
0,0
0,0 1,0 0,5
P -
Pre
sta
zio
ni com
ple
ssiv
e
INTERVALLO ACCETTABILE DI COMPLESSITA' INTERNA
24 24
Curva di inviluppo dei punti di massimo
CI - Complessità interna
0,1
0,2
0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
CE - Complessità Esterna
1,0
0,0
0,0 1,0 0,5
P -
Pre
sta
zio
ni com
ple
ssiv
e
CImax CImin
Pmin
CImin < CI < CImax
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AGENDA
25
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
IL COSTO BIOLOGICO DELLA COMPLESSITA'
26
Più complesso è l’organismo (più tratti vi sono), più
probabilmente una mutazione di una dimensione data è
deleteria: vi è semplicemente troppo che può andare
storto (Orr, 2000)
LA NATURA SA COME OTTENERE GLI SCONTI
27
L’idea chiave è che un passo evolutivo successivo non
può e non deve eliminare l’adattamento precedentemente
conquistato; il cambiamento di un tratto, di una parte non
può e non deve disgregare l’intero sistema.
La modularità riduce il grado di pleiotropa di una
mutazione, ovvero riduce il numero di tratti che una
singola mutazione può intaccare (Welch e Waxman, 2003).
Caratteri
Geni
Caratteri
Geni
Parcellizzazione
Caratteri
Geni
Caratteri
Geni
Integrazione
a.
b.
LA MODULARITA' FAVORISCE LA CAPACITA' DI
ADATTAMENTO: I FRINGUELLI DI DARWIN
28
L’evoluzione dei becchi ha
richiesto l’aggiustamento
indipendente di due tratti del
becco: la lunghezza e la
profondità.
Abzhanov et al. (2004) hanno
dimostrato che questi due
tratti sono regolati dall’espres-
sione di due geni:
• la profondità del becco dal
gene bone morphogenetic
proteine 4 o BMP4.
• la lunghezza del becco è
regolata dal gene
calmodulin o CaM.
Profondità
LunghezzaSpessore
Sopra-becco
Fonte: Wagner et al., 2007
L'ADATTAMENTO MODULARE DEI FRINGUELLI DI DARWIN
29
Dieta mista di semi ed insetti
Geospiza difficilis
Bassa CaM: becco corto
Bassa BMP4: basso rapporto profondità/spessore
Alta CaM: becco lungo
Bassa BMP4: basso rapporto profondità/spessore
Gesopiza scandens
Sondano fiori e frutti del cactus
Geospiza conirostris
Alta CaM: becco lungo
Moderata BMP4: moderato rapporto profondità/spessore
Rompono semi
Geospiza fortis
Bassa CaM: becco corto
Moderata BMP4: moderato rapporto profondità/spessore
Rompono semi duri
Bassa CaM: becco corto
Alta BMP4: Grande rapporto profondità/spessore
Geospiza magnirostris
Fonte: Wagner et al., 2007
AGENDA
30
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
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LA RISPOSTA ALLA COMPLESSITÀ MUTUATA DALLA NATURA
31
La modularità è la risposta
sistematica alla complessità
LA SPIRALE DELLA COMPLESSITÀ
33
Spesso le organizzazioni cercano di realizzare
nella stessa unità operativa prodotti diversi,
per mercati diversi, con livelli qualitativi
diversi, con tecnologie diverse, con servizi di
supporto diversi, nella convinzione di
contenere gli investimenti ed ottenere
economie di scala.
In realtà queste dimensioni sono tra loro in
conflitto e creano problemi spesso ingestibili.
Per tentare di risolverli si assume più
personale in una spirale di aumento dei costi e
della complessità che va fermata.
IL CONCETTO DI FOCALIZZAZIONE
34
Una unità operativa focalizzata ottiene
prestazioni superiori poiché si
concentra su un mix limitato di
prodotti, sui suoi clienti, sulle sue
tecnologie, sui suoi sistemi di
supporto.
La concentrazione su una sola area
consente una maggiore ripetitività
delle attività e questo permette nel
tempo alle persone di diventare
sempre più esperte e quindi efficienti
ed efficaci.
Wickham Skinner
Professore emerito alla
Harvard Business School
Il concetto di focalizzazione espresso da Wickham Skinner
(The Focused Factory, 1974), si basa sull’assunto che:
LA CONVENIENZA DELLA FOCALIZZAZIONE
35
1,0
0,0
0,0
P
1,0
CE
0,1
0,2 0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
CI 0,8
Ipotesi: CE = 0,8
0,4
CI coerente = 0,8
P = 0,4
0,6
0,8
0,2
0,6
LA CONVENIENZA DELLA SUDDIVISIONE IN SOTTOUNITÀ
FOCALIZZATE (MODULI)
36
0,0
P
1,0
CE
0,1
0,2 0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
CI 0,8
1,0
0,0
0,4
0,0
P
1,0
CE
0,1
0,2
0,3 0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
CI 0,4
1,0
0,0
0,75
0,0
P
1,0
CE
0,1
0,2
0,3 0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
CI 0,4
1,0
0,0
0,75
Suddivido la CE
Riduco la CI
Aumento le Performance
QUANDO SUDDIVIDERE IN MODULI FOCALIZZATI?
37 37
1,0
0,0
0,0 1,0 CI
Curva di inviluppo dei punti di massimo (CE=CI)
0,6
CI ≥ 0,6
0,1
0,2 0,3
0,4 0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
P
CE - Complessità Esterna
Zona di
focalizzazione
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Università di Udine © 7
0,0
1,0
0,0 0,5
0,5
1,0
CI C
E
0,2
0,2
0,6
0,8
0,4
0,4
SUDDIVISIONE IN SOTTOUNITA’ FOCALIZZATE
38
0,0
1,0
0,0 0,5
0,5
1,0
CI - Complessità interna
CE
- C
om
ple
ssità e
ste
rna
SUDDIVIDERE IN
SOTTOUNITA’
FOCALIZZATE
0,2
0,2
0,8
0,8
0,0
1,0
0,0 0,5
0,5
1,0
CI
CE
0,2
0,2
0,6
0,8
0,4
0,4
SOTTOUNITA’ 1
SOTTOUNITA’ 2 0,6
A A1
A2
I VANTAGGI DELLA FOCALIZZAZIONE
39
La suddivisione in sottounità focalizzate
affronta in modo “modulare” l’aumento
della complessità esterna totale.
Infatti più sottounità selezionano parti
minori di complessità esterna e possono
rimanere a livelli accettabili di complessità
interna; ovvero:
aumenta la complessità totale (Ashby, 1958);
si riduce la complessità locale (Luhmann, 1984).
VANTAGGI DELLA FOCALIZZAZIONE NEL PIANO CI-CE
40
1,0
0,0
0,0
Co
mp
less
ità
este
rna
(CE
)
1,0
Complessità interna (CI)
0,8
0,4
CImax
(es. 0,6)
0,8
0,2
0,6
0,4 0,2
A
B = A1+A2
A1;A2
Focalizzazione
AGENDA
42
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
LA LOGICA DELLA METODOLOGIA
43
COMPLESSITA’
ESTERNA
SELEZIONATA
COMPLESSITÀ
INTERNA
COERENTE CON
QUELLA ESTERNA
CAPABILITY
ORGANIZZATIVE
1 2 3
Ridondanza
Condivisione
Riconfigurazione
Interconnesione
Prodotti
Tecnologie
Processi
…
Paesi
Mercati
Consumatori
…
4 PRESTAZIONI
COMPLESSIVE (P)
COMPLESSITA’
ESTERNA
SELEZIONATA (CE)
COMPLESSITÀ
INTERNA (CI)
CAPABILITY
ORGANIZZATIVE (CAP)
1 2 3
PRESTAZIONI
COMPLESSIVE (P) 4
A VERIFICA DI CONGRUENZA FRA
COMPLESSITÀ INTERNA E
COMPLESSITÀ ESTERNA
LA METODOLOGIA: FASE A
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LE DIMENSIONI DELLA COMPLESSITA'
45
Incertezza
Dinamicità
Diversità
Interdipendenza
LE DIMENSIONI DELLA COMPLESSITA’ DEI SISTEMI ORGANIZZATIVI
1. Diversità: Numerosità e varietà degli elementi del sistema
(diversità interna) e del contesto di riferimento (diversità
esterna).
2. Interdipendenza: Numero e natura delle relazioni tra gli
elementi del sistema (interdipendenza interna) e tra sistema
e ambiente (interdipendenza esterna).
3. Incertezza: Imprevedibilità dovuta a caratteristiche del
sistema (incertezza interna) o del contesto (incertezza
esterna): relazioni non lineari, processi di emergenza,
pluralità dei modelli descrittivi ecc.
4. Dinamicità: Velocità della co-evoluzione sistema (interna) –
ambiente (esterna).
IL PARAMETRO h
47
BILANCIAMENTO TRA COMPLESSITÀ INTERNA ED ESTERNA
48
CI = Complessità Interna CE = Complessità Esterna
Prodotti
Tecnologie
Processi
…
Paesi
Mercati
Consumatori
…
h OTTIMO: COMPLESSITA' INTERNA BILANCIA L'ESTERNA
49
COERENZA TRA COMPLESSITA' INTERNA ED ESTERNA
50
0,0
1,0
0,0 1,0
Complessità interna (CI)
Complessità esterna
(CE)
ZONA DI CI SOVRA -
DIMENSIONATA
ZONA DI CI SOTTO-
DIMENSIONATA
ZONA DI COERENZA
h
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Università di Udine © 9
LA ZONA OTTIMALE DI COERENZA CE-CI
51
0,0
1,0
0,0 1,0
Complessità interna (CI)
Complessità esterna
(CE)
ZONA DI CI SOVRA -
DIMENSIONATA
ZONA DI CI SOTTO-
DIMENSIONATA
h
CIlim inf CIlim sup
ZONA DI COERENZA
ZONA OTTIMALE DI
COERENZA
COMPLESSITA’
ESTERNA
SELEZIONATA (CE)
COMPLESSITÀ
INTERNA (CI)
CAPABILITY
ORGANIZZATIVE (CAP)
1 2 3
PRESTAZIONI
COMPLESSIVE (P)
B VERIFICA DI CONGRUENZA
FRA COMPLESSITÀ
INTERNA E CAPACITÀ
4
LA METODOLOGIA: FASE B
LE CAPABILITY PER NAVIGARE NELLA COMPLESSITA’
53
Capacità di
navigare nella
complessità
De Toni et al., 2011
LE DIMENSIONI DELLE CAPABILITY DI RISPOSTA ALLA
COMPLESSITA’
1. Ridondanza: Surplus di risorse intangibili di natura
cognitiva, funzionale, informativa e relazionale alla base
della capacità di risposta alle sollecitazioni ambientali.
2. Interconnessione: Capacità di creare reti che sfruttano
l’effetto small worlds.
3. Condivisione: Capacità di mettere in comune valori
(condivisione sociale), visione (condivisione strategica) e
processi (condivisione organizzativa interna in team ed
esterna in network).
4. Riconfigurazione: Capacità di riconfigurarsi in co-
evoluzione con l’ambiente.
IL TRADE-OFF DELLE RIDONDANZE
Ridondanza intangibile
cognitiva
funzionale
informativa
relazionale
Per ridurre la ridondanza tangibile è necessaria grande
ridondanza intangibile. Ridondanza tangibile ore manodopera
ore macchina
materiali
mq di superficie
scorte
…
IL PARAMETRO k
56
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Università di Udine © 10
0,0
1,0
0,0 1,0
Complessità interna (CI)
Capability Organizzative
(CAP)
ZONA DI CAP SOTTO -
DIMENSIONATE
ZONA DI CAP SOVRA-
DIMENSIONATE
ZONA DI COERENZA
K
CI lim sup CI lim inf
LA ZONA OTTIMALE DI COERENZA CAP-CI
COMPLESSITA’
ESTERNA
SELEZIONATA (CE)
COMPLESSITÀ
INTERNA (CI)
CAPABILITY
ORGANIZZATIVE (CAP)
1 2 3
PRESTAZIONI
COMPLESSIVE (P)
c
VERIFICA DI
CONGRUENZA FRA
COMPLESSITÀ,
CAPACITÀ E
PRESTAZIONI 4
LA METODOLOGIA: FASE C
LE PRESTAZIONI COMPLESSIVE
59
PERFORMANCE
INTERNE
TEMPO
QUALITÀ
FLESSIBILITÀ
COSTO
(PRODUTTIVITÀ)
PERFORMANCE
ESTERNE
DIFFERENZIAZIONE DI
PRODOTTO
DIFFERENZIAZIONE DI
SERVIZIO
PREZZO
RISULTATI
ECONOMICI
FATTURATO
PROFITTI
L'EFFETTO DELLE CAPABILITY SULLE PRESTAZIONI
60
Capability Prestazioni
Complessità interna
AUMENTO DELLE
PRESTAZIONI
DIMINUZIONE DELLE
PRESTAZIONI
AUMENTO DELLE
PRESTAZIONI
DIMINUZIONE DELLE
PRESTAZIONI
Curva della complessità
LE PRESTAZIONI IN FUNZIONE DI k
61
Pre
sta
zion
i (P
)
CAP / CI = Capabiliy / Complessità interna = k
P max
P min
k min k ottimo k max
LE AZIONI NEL PIANO (h,k)
62
k min k ottimo k max
h min
h max
Mantenere la coerenza
esistente
Selezionare minore CE
Ridurre la CI
Ridurre le capability
Incrementare le capability
1 2 3
4 5
7
6
8 9
h ottimo (1)
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AGENDA
63
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
IL CASO COOP: QUESTIONARI RACCOLTI
64
Numero di questionari
Per COOPERATIVA
1. Coop Adriatica 74
2. Unicoop Tirreno 44
3. Coop Liguria 51
4. Coop Cons. NE 55
5. Novacoop 256
6. Coop Lombardia 65
7. Unicoop Firenze 169
N.S. 0
Totale 714
Per RUOLO
1. Staff 18
2. Capo Negozio 226
3. Capo Reparto 405
4. Direttore 35
5. Responsabile di Sede 17
N.S. 13
Totale 714
Per CANALE
1. IPER 281
2. SUPER 398
3. SEDE 33
N.S. 1
Totale 714
LIVELLI MEDI DI COMPLESSITÀ
65
Dimensione N Media Deviazione
std.
INTERDIPENDENZA 714 65,18 15,86
INCERTEZZA 714 45,11 18,69
DINAMICITA' 713 46,08 19,01
DIVERSITA' 711 66,25 16,10
COMPLESSITA' 714 55,63 9,74
Livello medio di
complessità
interna: 55,63
INTERDIPENDENZA INCERTEZZA DINAMICITA' DIVERSITA'
Complessità 65,18 45,11 46,08 66,25
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Liv
ell
o
Complessità interna
LE DIMENSIONI DELLA COMPLESSITA'
66
LIVELLI MEDI DI CAPACITÀ
67
INTERCONNESSIONE CONDIVISIONE RICONFIGURAZIONE RIDONDANZA
Capacità 70,94 55,41 50,69 57,25
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Liv
ell
o
Capacità organizzative
Livello medio di
capacità: 58,57
Dimensione N Media Deviazione
std.
INTERCONNESSIONE 713 70,94 19,09
CONDIVISIONE 714 55,41 19,76
RICONFIGURAZIONE 714 50,69 19,58
RIDONDANZA 714 57,25 18,59
CAPACITA' 714 58,57 15,76
LE CAPABILITY ORGANIZZATIVE
68
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LIVELLI MEDI DI PERFORMANCE INTERNE
69
Dimensione N Media Deviazione
std.
TEMPO 710 62,45 24,91
COSTI 691 61,96 26,21
QUALITA' 708 67,34 23,81
FLESSIBILITA' 691 50,41 28,63
PERFORMANCE INTERNE 713 60,64 20,21
Livello medio di
performance
interne: 60,64
TEMPO COSTI QUALITA' FLESSIBILITA'
Performance 62,4507 61,9682 67,3446 50,4197
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Liv
ell
o
LE PRESTAZIONI INTERNE
70
LIVELLI MEDI DI PERFORMANCE ESTERNE
71
Dimensione N Media Deviazione
std.
PRODOTTO 706 58,32 23,46
PREZZO 688 56,19 30,48
SERVIZIO 681 59,58 26,02
PERFORMANCE ESTERNE 710 58,17 21,47
Livello medio di
performance
esterne: 58,17
PRODOTTO PREZZO SERVIZIO
Performance 58,3286 56,1919 59,5888
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Liv
ell
o
LE PRESTAZIONI ESTERNE
72
IL LIVELLO DI COMPLESSITA'
73
IL LIVELLO DI CAPABILITY
74
Alberto F. De Toni CIPOMO, Lazise (VR) 15 Maggio 2014
Università di Udine © 13
LA CURVA PRESTAZIONI, CAPACITÀ E COMPLESSITÀ
75
P = - 168k2 + 416k - 190
40
45
50
55
60
65
70
0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40
Pre
sta
zio
ni
co
mp
les
siv
e (
P)
k = Capacità/Complessità interna
k ottimo
A
T
L
C
F
N
G
Legenda:
A: Coop Adriatica
T: Unicoop Tirreno
L: Coop Lombardia
C: Coop Cons. Nordest
F: Unicoop Firenze
N: Novacoop
G: Coop Liguria
CALCOLO DI k OTTIMO
76
CALCOLO DI k MINIMO e k MASSIMO
77
LA CURVA PRESTAZIONI, CAPACITÀ E COMPLESSITÀ
78
P = - 168k2 + 416k - 190
40
45
50
55
60
65
70
0,80 0,90 1,00 1,10 1,20 1,30 1,40
Pre
sta
zio
ni
co
mp
les
siv
e (
P)
k = Capacità/Complessità interna
A
T
L
C
F
N
G
Legenda:
A: Coop Adriatica
T: Unicoop Tirreno
L: Coop Lombardia
C: Coop Cons. Nordest
F: Unicoop Firenze
N: Novacoop
G: Coop Liguria
k min = 1,06 k ottimo= 1,24 k max = 1,40
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
Ca
pa
bil
ity
Complessità interna
COERENZA FRA COMPLESSITA' INTERNA E CAPABILITY
79
ZONA DI CAP SOTTO -
DIMENSIONATE
ZONA DI COERENZA
CI lim max
A
T L
C F N
G
Legenda:
A: Coop Adriatica
T: Unicoop Tirreno
L: Coop Lombardia
C: Coop Cons. Nordest
F: Unicoop Firenze
N: Novacoop
G: Coop Liguria ZONA A CI SUPERIORE AL LIMITE MASSIMO
IPOTIZZATO
CI lim min
ZONA DI CAP SOVRA-
DIMENSIONATE
ZONA A CI INFERIORE AL
LIMITE MASSIMO
IPOTIZZATO
40
45
50
55
60
65
70
50 55 60 65 70
Ca
pa
bilit
y
Complessità interna
ZONA A CI SUPERIORE AL
LIMITE MASSIMO IPOTIZZATO
COERENZA FRA COMPLESSITA' INTERNA E CAPABILITY
80
ZONA DI CAPABILITY SOTTO -
DIMENSIONATE
ZONA DI COERENZA
CI lim max
A
T L
C
F
N
G
Legenda:
A: Coop Adriatica
T: Unicoop Tirreno
L: Coop Lombardia
C: Coop Cons. Nordest
F: Unicoop Firenze
N: Novacoop
G: Coop Liguria
Alberto F. De Toni CIPOMO, Lazise (VR) 15 Maggio 2014
Università di Udine © 14
P = - 89k2 + 228k - 73
40
50
60
70
80
90
100
0,8 0,9 1 1,1 1,2 1,3 1,4 1,5 1,6
Prestazion
i com
plessive (P
)
k = Capability/Complessità interna
k ottimo
CURVA PER PUNTI VENDITA DI COOP LIGURIA
40
45
50
55
60
65
70
75
80
85
90
40 45 50 55 60 65 70
Cap
ab
ility
Complessità interna
ZONA DI
CAP SOTTO -
DIMENSIONATE
ZONA DI
COERENZA
ZONA DI
CAP SOVRA-
DIMENSIONATE
ZONA A CI
MAGGIORE DEL
LIMITE MASSIMO
IPOTIZZATO
ZONA A CI
MAGGIORE DEL
LIMITE MASSIMO
IPOTIZZATO
COERENZA CAP-CI PER PUNTI VENDITA DI COOP LIGURIA
AGENDA
83
Il dilemma della complessità
Complexity Dilemma Methodology
Semplicità versus complessità
Conclusioni
La risposta della natura alla complessità
La modularità
Un caso applicativo
LA SEMPLICITA’ E’ UN PUNTO DI ARRIVO
84
La semplicità
non precede
la complessità,
ma la segue.
(1922 – 1990)
Scienziato americano, pioniere
dei linguaggi di programmazione.
Alan Jay Perlis
Prof. Alberto F. De Toni [email protected] www.diegm.uniud.it/detoni/wordpress/
CONTATTI
85 86
PER APPROFONDIMENTI SUI DECISION SUPPORT SYSTEMS
2000
… A chi decide
sulla base dei dati e
dell’istinto.
Dedicato…
Alberto F. De Toni CIPOMO, Lazise (VR) 15 Maggio 2014
Università di Udine © 15
PER APPROFONDIMENTI SULLE STRATEGIE DISTRETTUALI
87
2001
… A chi coglie
le opportunità
di essere in rete.
Dedicato…
88
PER APPROFONDIMENTI SULLE STRATEGIE DI SETTORE
… Agli amanti del caffè,
esperienza unica
per ritrovare
se stessi e gli altri.
2005
Dedicato…
PER APPROFONDIMENTI SULLA COMPLESSITÀ
… Ai saggi
che sanno vivere
all’orlo del caos.
Dedicato…
2005
89
2010
PER APPROFONDIMENTI SULLA VIA OCCIDENTALE E
ORIENTALE ALLA COMPLESSITÀ
… Ai viaggiatori
che sempre
ricominciano
il viaggio.
Dedicati…
2007
90
2009
2005
91
PER APPROFONDIMENTI SUL FACILITY MANAGEMENT
… A chi è
aperto al
cambiamento.
Dedicati…
PER APPROFONDIMENTI SULL’ECONOMIA COMPLESSA
… Agli uomini
agenti del proprio
futuro.
Dedicato…
2009
92
Alberto F. De Toni CIPOMO, Lazise (VR) 15 Maggio 2014
Università di Udine © 16
PER APPROFONDIMENTI SUL MANAGEMENT COMPLESSO
… Ai visionari
che si realizzano
nel creare.
Dedicato…
2010
93
PER APPROFONDIMENTI SULLA SANITÀ COMPLESSA
… Agli
esploratori
consapevoli che
il cammino si fa
andando.
Dedicato…
2010
94
PER APPROFONDIMENTI SU LEZIONI IMPARATE SUL CAMPO
95
Dedicato …
… A quanti imparano
scoprendo il passato.
2010
PER APPROFONDIMENTI SULL’AUTO-ORGANIZZAZIONE
Dedicato …
… Agli uomini
che accolgono
l’emergenza del
divenire.
96
2011
PER APPROFONDIMENTI SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE
97
2011
… A chi è pronto
ad accettare
sfide globali.
Dedicato…
PER APPROFONDIMENTI SULLA CONOSCENZA
98
… Alle persone che
generano valore
mettendo in atto
la conoscenza.
Dedicato…
2012
Alberto F. De Toni CIPOMO, Lazise (VR) 15 Maggio 2014
Università di Udine © 17
PER APPROFONDIMENTI SULLA PRODUZIONE
99
… Alle persone
che sanno
interpretare
e gestire il
cambiamento.
Dedicato…
2013
PER APPROFONDIMENRI SUGLI ECOSISTEMI
100
“L’innovazione è una
disobbedienza andata a buon
fine: l’esempio di Ernesto Illy”,
di Alberto F. De Toni,
in Decisioni e scelte in
contesti complessi
a cura di: Sergio Barile, Valerio
Eletti, Maurizio Matteuzzi,
Cedam, 2013, pag. 519-540.
PER APPROFONDIMENTI SULLA MISURA DELLA COMPLESSITÀ
101
Misure di complessità per orientarsi nel dilemma della complessità
di Alberto F. De Toni
in
Strutture di mondo. Il pensiero sistemico come specchio di una realtà complessa Volume 2, A cura di L. Urbani Ulivi, Il Mulino, 2013
IL DILEMMA DELLA COMPLESSITÀ
102
Rubrica Metamanagement
Il dilemma della
complessità.
La modularità come
risposta.
di Alberto F. De Toni
Friuli Business
Marzo 2013
RIDONDANZA E INEFFICIENZA
103
Rubrica Metamanagement
Vera e falsa efficienza. Il principio della ridondanza.
di Alberto F. De Toni
Friuli Business
Ottobre 2011