Articolo Iside e Osiride ...

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Il CIS della Calabria ha promosso “Iside e Osiride: culto dall’antico Egitto al mondo greco romano” Nel contesto del ciclo di incontri sulla “Storia delle religioni”, nel salone della chiesa di San Giorgio al Corso Reggio Calabria, Loreley Rosita Borruto, presidente del Centro Internazionale Scrittori della Calabria ha promosso “Iside e Osiride: culto dall’antico Egitto al mondo greco e romano”. Ha relazionato la prof.ssa Anna Multari, cultrice della materia di Storia delle Religioni dell’Università di Messina. Nel suo intervento la relatrice ha illustrato come il culto di Iside e Osiride affonda le sue radici nel periodo dell’Antico Regno dell’Egitto antico. Secondo la teo-cosmogonia eliopolitana da una situazione caotica iniziale, che gli Egiziani chiamarono Nun e la indicarono come una massa acquatica informe, si sarebbe auto-generato Atum, il primo dio di Eliopoli, che tramite uno sputo, o attraverso un atto

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Iside e Osiride

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Il CIS della Calabria ha promosso “Iside e Osiride: culto

dall’antico Egitto al mondo greco romano”

Nel contesto del ciclo di incontri sulla “Storia delle religioni”, nel

salone della chiesa di San Giorgio al Corso – Reggio Calabria,

Loreley Rosita Borruto, presidente del Centro Internazionale

Scrittori della Calabria ha promosso “Iside e Osiride: culto

dall’antico Egitto al mondo greco e romano”. Ha relazionato la

prof.ssa Anna Multari, cultrice della materia di Storia delle

Religioni dell’Università di Messina. Nel suo intervento la

relatrice ha illustrato come il culto di Iside e Osiride affonda le

sue radici nel periodo dell’Antico Regno dell’Egitto antico.

Secondo la teo-cosmogonia eliopolitana da una situazione caotica

iniziale, che gli Egiziani chiamarono Nun e la indicarono come una

massa acquatica informe, si sarebbe auto-generato Atum, il

primo dio di Eliopoli, che tramite uno sputo, o attraverso un atto

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di autoerotismo, generò Shu (il Vuoto) e Tefnut (il Vapore

Umido), e da questa coppia nacquero Geb (la terra) e Nut (il cielo

carico d’acqua), i quali a loro volta generarono i due fratelli Seth

e Osiride e le loro sorelle, Iside e Nefti. Osiride divenne il

reggitore del mondo degli uomini, ai quali diede le leggi e insegnò

la coltivazione e a venerare gli dèi; al suo fianco vi era la sua

sposa-sorella Iside. Il fratello Seth, per il desiderio di

usurpargli il trono, con un inganno lo uccise, chiudendolo in un

sarcofago e gettandolo nel Nilo. Iside, allora, vagò per l’Egitto

nella disperata ricerca del suo fratello-consorte; ritrovatolo,

tramite l’aiuto del dio Thoth (o del dio Anubi), si unì con lui e

generarono il figlio Horus, che divenuto adulto vendicò il padre e

recuperò il trono d’Egitto. Il culto – ha proseguito la prof.ssa

Multari - si è conservato fino a diversi secoli della nostra era,

ma l’incontro con le religioni greca-ellenistica e romana

comportarono diversi cambiamenti sia narrativi che concettuali.

Osiride mantenne le sue connotazioni di dio della vegetazione,

della produttività agricola e dell’oltretomba, mentre Iside da

dea della magia e medicina, alle quali arti la tradizione vuole che

fosse stata istruita dal dio Thoth, divenne, per associazione con

la dea greca Demetra, con la quale condivideva l’esperienza del

sofferto vagare nella ricerca di un affetto smarrito, dea della

vegetazione e della rinascita della terra. A conclusione

dell’intervento della relatrice, tra il numeroso pubblico presente,

sono intervenuti al dibattito Francesco Arillotta, Fabio Scorza,

Daniele Zangari, Maria Grazia Penna, Antonietta De Angelis e

Marco Comandé.