4 Correlazioni delle tre piramidi e la Sfinge col centro ......noto emblema del Pentalpha, antico...

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Ereticamente https://www.ereticamente.net/2018/07/due-poli-di-telai-del-fato-giza-delle-piramidi-e-pechino-a-cura-di-gaetano-barbella-seconda-parte.html 4 Correlazioni delle tre piramidi e la Sfinge col centro urbano di Giza Al capitolo 1 è stato intravisto nella topografia della mappa delle piramidi in studio una disposizione geometrica che suggerisce l’idea di un certo “ varco”, da associarsi appunto al Telaio del Fato del titolo di questo lavoro. E così siamo giunti al punto di verificare questa ipotesi sviluppando una geometria in diretta relazione delle tre piramidi e la Sfinge della piana di di Giza col relativo centro urbano limitrofo, una cosa mai accertata fin’ora. Osservando l’illustr. 1, a prima vista, la geometria in questione mostra effettivamente una chiara correlazione con alcune vie principale del centro urbano di Giza, che a sua volta fa parte della città Il Cairo. Illustrazione 1: Mappa della piana di Giza e il centro urbano relativo. Il Pentalfa del potere delle Piramidi. Seguendo le traccie suggerite da alcune vie principali del centro urbano, si profila uno schema che conduce alla definizione geometrica di un pentagono. Di qui l’idea del noto emblema del Pentalpha, antico simbolo esoterico che per gli Egizi raffigurava Horus, figlio di Iside e di Osiride, il Sole. Ma andiamo per gradi per descrivere la procedura eseguita per elaborare il grafico a prova di quanto ho appena detto. A, B, C e D sono le posizioni delle tre Piramidi e la Sfinge e il punto O è il centro del cerchio passante per le tre Piramidi. Le linee in rosso, azzurro e verde, evidenziano le diverse peculiarità geometriche e prime fra queste le tre vie principali con cui le tre piramidi hanno relazione. Sono appunto queste “vie” a costituire altrettanti ipotetici “ tunnel” per l’accesso nei due sensi alle tre piramidi A, B, C e D della Sfinge.

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4 Correlazioni delle tre piramidi e la Sfinge col centro urbano di Giza

Al capitolo 1 è stato intravisto nella topografia della mappa delle piramidi in studio una disposizionegeometrica che suggerisce l’idea di un certo “varco”, da associarsi appunto al Telaio del Fato deltitolo di questo lavoro. E così siamo giunti al punto di verificare questa ipotesi sviluppando unageometria in diretta relazione delle tre piramidi e la Sfinge della piana di di Giza col relativo centrourbano limitrofo, una cosa mai accertata fin’ora. Osservando l’illustr. 1, a prima vista, la geometriain questione mostra effettivamente una chiara correlazione con alcune vie principale del centrourbano di Giza, che a sua volta fa parte della città Il Cairo.

Illustrazione 1: Mappa della piana di Giza e il centro urbano relativo. Il Pentalfa del poteredelle Piramidi. Seguendo le traccie suggerite da alcune vie principali del centro urbano, siprofila uno schema che conduce alla definizione geometrica di un pentagono. Di qui l’idea delnoto emblema del Pentalpha, antico simbolo esoterico che per gli Egizi raffigurava Horus,figlio di Iside e di Osiride, il Sole.

Ma andiamo per gradi per descrivere la procedura eseguita per elaborare il grafico a prova diquanto ho appena detto.

A, B, C e D sono le posizioni delle tre Piramidi e la Sfinge e il punto O è il centro del cerchiopassante per le tre Piramidi. Le linee in rosso, azzurro e verde, evidenziano le diverse peculiaritàgeometriche e prime fra queste le tre vie principali con cui le tre piramidi hanno relazione. Sonoappunto queste “vie” a costituire altrettanti ipotetici “tunnel” per l’accesso nei due sensi alle trepiramidi A, B, C e D della Sfinge.

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Ecco i vari passaggi punto per punto di ciò che elaborato:

Una volta rintracciato il centro O ed eseguito il cerchio passante per A, B e C, si tracciano gliassi (color azzurro) verticale e orizzontale;si traccia il segmento IL passante per O in relazione con la via Ring RD 31 in modo che siaortogonale alla via Ring RD 75;si traccia il segmento EF passante per O in modo che sia parallela alla via Al Mansoureya Rd;si traccia il segmento IL passante per O ortogonale al segmento EF;si traccia il segmento ST in modo che sia parallela al segmento IL;si traccia il cerchio tangente al segmento ST;si traccia il segmento BT tangente al cerchio interno appena eseguito in precedenza;si traccia il segmento GC tangente al cerchio interno;si traccia il segmento RB (linea verde) tangente al cerchio interno e si riscontra che passa perD, la posizione della Sfinge;si traccia il segmento FA e si riscontra che anche questa linea passa per D, la posizione dellaSfinge;si traccia il segmento AQ passante per O (linea gialla);infine si traccia il pentagono MNPLQ, avendo individuato il lato MN lungo la via Ring RD 75, ei punti L e Q.

Col pentagono appena tracciato è in bella mostra il Pentalpha del potere delle tre Piramidi e laSfinge, che si può considerare al pari di una chiave di acceso al supposto potere. Il Pentalfa è unantico simbolo esoterico che per gli Egizi raffigurava Horus, figlio di Iside e di Osiride, il Sole.Rappresentava la materia prima alchemica, sorgente inesauribile di vita, fuoco sacro, germeuniversale di tutti gli esseri. Il Pentalpha è un simbolo ideato da Pitagora, dopo che ebbe risolto ilproblema del segmento aureo, la parte del raggio di in cerchio corrispondente all’alto del decagonoin esso inscritto. Il termine significa “cinque alfa“, ossia cinque principi. Ai quattro già convalidati daEmpedocle (Aria, Acqua, Terra e Fuoco), Pitagora ne aggiunse un quinto ovvero lo spirito. IlPentagramma era dunque il simbolo dei pitagorici, ed era tracciato con una circonlocuzione chesignificava un triplice triangolo intrecciato. Veniva usato nella loro corrispondenza a significare “stabene”. Il P. dei greci significava natura, vita e salute4.

A questo punto, come già supposto, ci si convince che la mappa di Giza possa costituireeffettivamente una sorta di “Telaio del Fato” in cui le vie e quant’altro, costituiscano “tunnel” neidue sensi ‒ mettiamo della fisica quantistica5 ‒ per costituire un codice misterioso per l’accesso alpresumibile potere celato nelle piramidi e sfinge, A B C e D di Giza. Di qui, portando avanti questaidea, si può concepire un immaginario viaggio in regioni eteriche, campo di ragionamenti metafisicidegli alchimisti, facendo capo ad un quadrato magico, quello cosiddetto di Saturno che ha 9 caselle.Ho seguito la via della geometria e perciò continuo in modo matematico, anche se potrei seguire lavia alchemica sostituendo il suddetto quadrato con un labirinto magico. In relazione alle piramididell’Egitto, secondo Erodoto, fu il faraone Amenemhet (1842-1797 a.C.) che costruì, come tomba, illabirinto egiziano ai piedi della piramide di Hawara.

Ma veniamo al quadrato di Saturno che ha giusto 9 caselle, pari alle fasi che bisogna attuare con unconsenso, e in sequenza, per aprire l’ipotetico “varco” del supposto “Telaio del Fato” di Giza.

Se a un quadrato di questo genere si riuniscono con rette i numeri successivi per ordine digrandezza, si ottiene una linea poligonale avente per estremi il numero più basso o più alto, che è caratteristica del quadrato stesso. Molte volte tali linee sono di disegno elegante e potrebberoservire come aiuto mnemonico per ricordare la formazione del quadrato, la linea poligonale unicanel caso di n=3, è rappresentata nell’illustr. 9. È assai semplice e quindi facile a ritenere, e puòessere di giovamento per la costruzione rapida di quadrati di modulo 3 a numero elevati, come pure

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per quella di quadrati composti.

Illustrazione 2: Quadrato magico di Saturno.

La sequenza delle fasi segue il percorso della poligonale segnata in blu, partendo da 1 fino a 9dell’illustr. 2. Di seguito sono elencate queste fasi.

Numero 1: si attua il percorso ST;Numero 2: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ IL;‘’ 3: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ NM,‘’ 4: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ EF;‘’ 5: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ GH;‘’ 6: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ GC;‘’ 7: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ BT;‘’ 8: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’ BDR;‘’ 9: ‘’ ‘’ ‘’ ‘’

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Appena attuato l’ultimo numero, il 9, si apre il varco, per dar corso – mettiamo – ad un certoipotetico viaggio iniziatico di nuova concezione. Lo scopo non è diverso da quello di un iniziatoall’alchimia per perseguire la pietra filosofale.

A questo punto, un film ci da l’abbrivio per traslare il significato riposto nel teorema della mappadelle tre piramidi di Giza che sembra indecifrabile. Questa mappa, col suo intreccio di vie, si puòassimilare alle trame del “Telaio del Fato” del film del 2008, Wanted – Scegli il tuo destino (Wanted),diretto da Timur Bekmambetov.

5 Il Telaio del Fato

5.1 Il Film

Il film Wanted – Scegli il tuo destino si incentra sulla storia di un gruppo armato di giustizieri agliordini del Fato, appartenenti ad una Confraternita che da secoli protegge l’umanità, annientando ilMale e facendo il Bene. Non importa come si svolgono i fatti e se questo intento rispecchiaveramente l’ideale scopo di pace nel mondo, mentre in realtà la Confraternita si dimostra inveceun’organizzazione di superassassini. Poco o niente conta ai fini del messaggio offerto dalla trama diquesto film, mentre risalta il ruolo di un telaio misterioso che sostituisce le capacità divinatorie deiprecog della Confraternita, capaci di pre-vedere un omicidio, producendo il nome della vittima e delsuo assassino (Minority Report). Si capisce che questo Telaio del Fato si lega alla trama delle viedella mappa delle tre piramidi di Giza, la base operativa del quadrato magico di Saturno dell’illustr.9. Ma per vederlo legato non è facile capire come rintuzzare l’inganno perpetrato dalla Confraternitache non persegue scopi di pace e fraternità, come suddetto, perché questo conta per indirizzare ildestino verso la vita, piuttosto che la morte spirituale. Ma questo scopo potrà essere perseguito conlo studio di un altro “Telaio del Fato”, quello di una città che è stata annunciata col titolo di questoscritto, cioè Pechino.

Posso anticipare che si tratta di un doppio “Telaio del Fato”, di cui il primo configura l’inganno eogni sorta di raggiro per illudere, mentre il secondo è l’emblema dell’innocenza innata, capace dirintuzzarla, un certo prezzo per far evolvere l’uomo elevando la sua capacità creativa, la sua forza ecarattere. Per capire come, potrà scandalizzare un buon cristiano, ma dal male c’è molto daimparare, per far dire “non tutti i mali vengono per nuocere”. Ed è in questo senso che vainterpretata la figura di Wesley Gibson, l’interprete del film in questione, quando conclude alla fine:

«Questo sono io che riprendo il controllo, da Sloan, dalla Confraternita, da Janice, dai rapporti sufatturato, dalle tastiere ergonomiche, dalle fidanzate che mi cornificano e dai migliori amici dimerda. Sono io che riprendo il controllo… della mia vita.», una frase che, naturalmente, va presa conle pinze.

Il male di quest’epoca viene da Ahrimane, un’entità che nella storia è stata definita anche con altrinomi, i più famosi dei quali, almeno qui in occidente, sono Mefistofele e Satana. Il nome Ahrimanederiva dalla tradizione Persiana, in cui rappresentava l’oscurità in contrapposizione ad AhuraMazda, dio delle Luce. Più che l’oscurità, tuttavia, credo sia più corretto dire che Ahrimanerappresenti la Materia, in contrapposizione con lo Spirito.

Dobbiamo anzitutto capire che Ahrimane rappresenta la Materia, per poterci così fare un’idea diquali siano gli inganni e le opportunità che questa entità porta nei destini degli esseri umani. Iltratto caratteristico di entità come Ahrimane è la tendenza a voler far credere all’uomo di essereloro stesse l’unico vero Dio, l’entità principale, l’origine e la causa prima di tutto l’universo. Così,queste entità cercano di orientare la naturale ricerca della verità dell’essere umano verso unadirezione a loro propizia. Ahrimane quindi, da buon dio della Materia, ha da secoli instillato

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nell’essere umano una visione materialistica dell’universo e, di conseguenza, ha orientato in quelladirezione le risposte dell’essere umano alle domande fondamentali.

Così il lato della ricerca scientifica secondo la quale risulta normale cercare nella materia l’originedella vita, è il risvolto caratteriale di Ahrimane.

Anche sul “come” funziona la vita, come per esempio nel tentativo di comprensione delle malattie, sicerca da secoli una risposta di tipo materialistico. Per la mentalità odierna dell’uomo medio èassolutamente normale mettere all’origine di tutto la materia, e quindi anche le malattie nonpossono che essere causate da cattiva alimentazione, inquinamento, batteri e virus, genetica (intesaovviamente solo come trasmissione di materiale genetico). Che le malattie possano avere un’originediversa dalla materia, e una spiegazione più sensata e profonda, è considerata un’eresia da rogo,come ben sa. Per esempio R. Steiner6, del quale sto riportando il suo pensiero su Ahrimane, e altricoraggiosi uomini come lui che sono andati contro corrente.

A ben vedere, tutto il cosiddetto sapere odierno è stato inquinato dal dogma di base che recita: laMateria è l’origine di tutto. E l’influenza di Ahrimane, mascherandosi da scienza oggettiva, daricercatrice disincantata della verità, ha al contrario nel tempo preso i connotati di una vera epropria fede, di una nuova religione.

Presentato così, però, sembra che Ahrimane abbia soltanto caratteristiche negative, il che non èvero. La conoscenza della materia, la fisica e la chimica, la tavola periodica degli elementi, sonoanch’essi frutto dell’influenza di Ahrimane, così come lo è lo sviluppo tecnologico straordinario cheabbiamo avuto negli ultimi secoli. Quando si tratta di conoscere e sfruttare la materia inanimata,Ahrimane dà indubbiamente il suo importantissimo contributo. Quando invece vuole mettersi alprimo posto anche in tutto ciò che riguarda la vita, allora perde il suo contatto con la verità, ecostringe i suoi seguaci ad infilarsi in quel labirinto di menzogne che è ben noto a chi conosce ilmondo. E’ questa la principale tentazione di Ahrimane, ma rappresenta anche la maggior possibilitàdi evoluzione dell’essere umano. Se saremo capaci, in questi tempi difficili, di mettere ogni cosa alsuo posto e di operare il discernimento, allora acquisiremo importanti qualità nella nostra anima enel nostro spirito. Altrimenti, sarà un’occasione mancata7.

Prova ne è – mettiamo – tutta la tematica in termini geometrici ed altro che ho esibito in questoscritto. Da dove mi viene, se non da entità ahrimaniche?

5.2 Il Telaio del Fato del film

Affascinante e ben realizzato, il Telaio del Fato (illustr. 10) svolge un ruolo fondamentale nella storiadel film Wanted- Scegli il tuo destino. La stoffa lavorata viene tessuta con fili perpendicolari tra loro:la trama (verticale) e l’ordito (orizzontale, tessuti a incrocio avanti e dietro). I difetti della tessitura,derivanti da un filo saltato, nel film vengono contati, inseriti in un modello binario che, convertito intesto, contiene una inequivocabile sentenza di morte. Un modo originale e ben riportato nel film perrappresentare il destino.

Per realizzare il Telaio del Fato la produzione del film si è ispirata al lavoro di oltre 300 fabbrichetessili dei dintorni di Praga. I responsabili di lavorazione del Telaio si sono recati presso le fabbricheper osservare modelli, metodi di lavorazione e manifatture delle stoffe, per poi unire tutte questecaratteristiche nel design originale del Telaio del film.

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I lmacchinario è stato costruito con parti noleggiate e pezzi nuovi, mescolando metallo nero, legnologoro e attrezzi di ottone. Il risultato è stato un look da XX secolo, arricchito con lenti diingrandimento per ottenere una rifrazione dei raggi solari nelle tavole sottostanti il Telaio.

Altri telai, più piccoli, sono stati realizzati e disseminati nei set utilizzati per la sede dellaConfraternita. Alcuni sono stati anche posizionati sul soffitto, quasi a simulare originali archi gotici.Il risultato sono dei set particolari, che richiamano alla memoria architetture e atmosfere antiche,quasi da cattedrali o castelli (all’entrata della sede della Confraternita è presente un fossato)8.

6 Il mitico Regno di Shamballa

6.1 Il tunnel “del mondo superno”

Dunque, ciò che emerge quasi prepotente dal film Wanted- Scegli il tuo destino, prima esaminato,non può essere assolutamente sottovalutato. Per giunta è la lezione che ci viene dal male, unanecessità da accettare come l’unica medicina per far nascere un “bene”, che rende “perfetti”,altrimenti impossibile da trovare tramite il “bambino” innocente in noi, cioè il bene in noi, ma allostato nascente. Ricordarsi il proverbio, “non tutti i mali vengono per nuocere”.

Ho descritto nei minimi particolari il lato del Telaio del Fato del film Wanted- Scegli il tuo destinosopra esaminato, perché sia evidente quanto esso si dimostri aderente alla realtà, con l’esempiosuggerito dal caso della mappa delle tre piramidi di Giza. E se il numero di “Telai” sparsi nellaboratorio del film è un segno da tener da conto, allora si può credere che la nostra Terra siarealmente sede di ipotetici “Telai del Fato” sparsi su tutta la sua superficie, specie attraverso centriurbani e località in genere: un’ipotesi verosimile. È un suggerimento da non sottovalutare.

Sin dal passato l’uomo ha cercato di trovare appigli, al limite del razionale, per conoscere“Shamballa” che in sanscrito significa “Terra nascosta” o “Terra occulta”9. E’ stato descritto comeun luogo protetto dove predominano pace, quiete e felicità incontaminata: un paradiso sulla terra, oforse una Terra Pura. Secondo la tradizione del buddhismo tibetano, “Shamballa” è il nome di unregno mitico e segreto situato a nord dell’India, o a nord della regione himalayana circondata da

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montagne innevate e percorsa a nord dal fiume Sita (Tarim). Si capisce che il ricorso a questomondo nascosto, quasi surreale, è un mio modo per tentare di dimostrare che il mondo di“Shamballa” non è una chimerica speranza dell’uomo, un mito irraggiungibile. Si tratta solo dicapire che questo mondo può esistere davvero, ma in forma eterica compenetrato al nostro pianetaTerra. Ne consegue che è l’uomo destinato a prendere coscienza del fatto di poter “varcare” la sogliadi questo mondo e questo potrà essere possibile proprio grazie all’esempio dei “Telai del Fato” delfilm Wanted- Scegli il tuo destino, a loro volta disseminati sulla crosta terrestre, come giàanticipato. E allora così come ci appare il Telaio del Fato, intravisto nella mappa delle tre piramidi diGiza, che graficamente ha dato luogo ad un simbolico Pentalpha da poter essere gestito da un adattoquadrato magico, così potrebbe essere ‒ mettiamo ‒ per altrettante mappe della geografia terrestre,da stimarsi come possibili “varchi” adatti per ogni essere vivente “pronto” per il vagheggiato viaggioverso il “futuro” in “Shamballa”.

S icapisce che non si può entrare in “Shamballa” senza fasi preparatorie preliminari, come del restoinsegna l’Opera dell’Alchimia che prevede, appunto, varie fasi, note come “al Nero” (Nigredo), “alBianco” (Albedo), “al Rosso” (Rubedo). Inizialmente, appena entrati è come uscire dalla fase impuradel Nigredo e entrare alla fase dell’Albedo, cioè come entrare solo con la punta del “piede” inShamballa”. Ma questo non vuol dire che si entra con tutto il “corpo”, cosa diversa, perché è solo unmodo per alludere a un certo inizio necessario. In alchimia questa possibilità è suggerita nel libro diMichael Maier, medico, alchimista e musicista tedesco (1568-1629)10, Atalanta fugiens, conl’emblema VIII mostrato con l’illustr. 4. Con questa rappresentazione si ha modo di capire in modostraordinario il processo del “varco” alchemico che preannuncia il raggiungimento della conclusionedella Grande Opera, fine che comporta la realizzazione della Pietra Filosofale. Si capisce che si

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tratta di un “varco” preliminare con il piede dell’armigero (il dio Marte) e successivamente, ad operaalchemica compiuta, con tutto il “corpo” nel “Regno di Shamballa”.

Nell’emblema VIII, immaginato da Maier, che lo titola “Prendi l’uovo e percuotilo con un gladio difuoco”, si nota chiaramente il destino previsto del contenuto dell’uovo di cui si parla nell’epigrammarelativo che dice: “Un augello sta nel mondo superno. E tua sola cura sia cercarne l’uovo. Un mollealbume”.

Si comprende che il destino dell’uovo porta al quadrato in alto giusto sullo stesso asse verticale dimezzeria. E poi un lungo percorso lo attende in un tunnel fino in fondo che appena si scorge. Il lungotunnel, che riprende la connessione con il tunnel della fisica quantistica11, nel quadrato ci riportaalle esperienze di pre-morte, per esempio di persone entrate in coma e poi ritornate in vita.

Nel libro “Viaggi ai confini della vita. Esperienze di pre-morte ed extra-corporee in Oriente eOccidente: un’indagine scientifica”, di Ornella Corazza, Editore: Feltrinelli, se ne parlacompiutamente. La parte che più ci interessa, ossia del caso suddetto in merito al tunnel nelquadrato, è riportata in questo capitolo che replico in parte:

« Che cosa accade durante una NDE (iniziali di near-death experience, “esperienza perimortale”– N.d.A.)?

Nell’inverno del 1971 un diciottenne si ritrova in punto di morte a causa del virusdell’“influenza asiatica”:

Dopo essere stato a letto per un paio di giorni, ho perso conoscenza e mi sono sentito trascinato perun lungo tunnel, alla fine della quale c’era una Luce bianca molto brillante (ma non accecante).L’esperienza era assolutamente sublime, e mi ha infuso sentimenti di pace e gioia indescrivibili,come non li avevo mai provato prima. Quando sono emerso dal tunnel, mi sono trovato alle presenzadi un potente Essere spirituale che irraggiava Luce tutto intorno a me. Mi sembrava di essere in unpaesaggio meraviglioso, con montagne maestose, ampie valli e foresta. L’entità mi comunicò certeinformazioni sulla finalità del mio essere in incarnazione, e parlò di vari eventi futuri della mia vita(molti dei quali sono già accaduti). Con mia delusione mi disse anche che avrei dovuto tornare al miocorpo per realizzare il fine della mia vita – e pochissimo tempo dopo riacquistai gradualmente lacoscienza. […] ».

Ritornando al “tunnel” dell’emblema VIII (illustr. 11), è come se avesse inizio dalla base ABCDE(lettere in azzurro) a mo’ di doppio binario su cui è adagiato il tavolino con l’uovo in un equilibrioimpossibile da immaginare in pratica. Il disegno che mi è venuto di sviluppare apre il sipario sultema ermetico. Calore e forza concorrono sul piano orizzontale dell’asse xx per aprire la porta, comese fosse scorrevole e così permettere il varco della luce in relazione alla nascita del Rebis filosofale oReuccio che era rinchiuso in potenza nell’uovo. La sua gestione vitale era affidata alla Madre che loteneva in grembo per la gestazione, ma doveva alfine giungere il momento della sua nascita. E sicapisce che si tratta dell’uovo della Fenice che poi è il nostro uovo filosofico.

Si riesce a comprendere che l’armigero con la spada, ossia il dio Marte, è in precisa intesadell’azione del fuoco del dio Vulcano, che gli sta di fronte. Ma Vulcano è presente perché non siscorge una configurazione, attraverso le fiamme, del genere di pareidolia12. Infatti Michael Maierha tratteggiato fra le fiamme un volto che io ho posto in risalto colorandolo in rosso scuro. Non puòche raffigurare Vulcano, ma si tratta di un dio connesso alle idee che dovevano essere insovrabbondanza in persone quali Michael Maier. Come doveva essere, per esempio, per Leonardo daVinci, questo per far capire che gli ermetisti sono un vulcano di idee, altrimenti non riuscirebbero asuperare le barriere che li ostacolano continuamente lungo il loro procedere, talvolta a tentoni. È qui

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che va intravisto il vero calore vulcanico; occorre essere inventori di cose nuove, qui sta il segretodei loro eventuali successi, senza trascurare la tradizione. Ma vediamo ora come spiegare il processoalchemico di cui stiamo parlando, in termini scientifici, cioè che funzione svolgono i due fattori diForza e Calore che io ho rappresentato con due frecce sul piano dell’asse orizzontale xx. Sicomprende che questa rappresentazione, nell’insieme, fa da “valvola” di passaggio della Luce. In piùsi capisce che l’energia occorrente per questa operazione è della stessa natura della Luce. Perché?Ce lo dice la direttrice rossa lungo la spada che termina in basso sul piede dell’armigero, ossiaMarte, che con la punta relativa sfiora la Luce un po’ oltre la linea che diparte da E verso il punto difuga P. Di qui si può immaginare il genere di “valvola” attraverso la quale passa il flusso della Lucedi P, il punto di fuga relativo diretto al “mondo superno” di cui si parla nell’epigramma dell’emblemaVIII. È il transistore dell’elettronica che più si presta a far da esempio pratico per questa funzione.In tal modo si perviene alla spiegazione sul potere del “piede”, un fatto importantissimo di questafase alchemica appena descritta, cioè l’azione dell’Albedo.

Illustrazione 5: Rubinetto idraulico che simula il funzionamento di un transistor.

6.2 Il transistore dell’elettronica

Il transistor più comune, il bipolare Bjt, una tipologia largamente usata, è un dispositivo con treterminali realizzato da tre strati di semiconduttore alternato. Il funzionamento fa capo a elettroni,lacune, giunzioni e regioni di svuotamento, descrivendo tutto con alcune formule matematiche,corredate da grafici e tabelle. Più semplicemente un transistor è un dispositivo in grado di regolareil flusso di una corrente principale, utilizzando una piccola corrente di controllo.

Del transistor due sono i punti fondamentali da tener sempre presenti:

– il transistor bipolare è analogo a una specie di rubinetto (illustr. 5);

– è un dispositivo che funziona a corrente.

I terminali del transistor prendono il nome di base, emettitore e collettore. Il terminale chiamato

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base funziona da “manopola” del rubinetto. Utilizzando l’analogia idraulica, il transistor è unrubinetto comandato non dalla nostra mano, ma da un flusso di acqua che controlla la valvolaprincipale.

Nel transistor reale, una piccola corrente può controllarne una più grande che scorre tra collettoreed emettitore, così da poter comandare dispositivi che richiedono correnti elevate (un po’ come fa ilrelé) oppure per amplificare segnali deboli.

Illustrazione 6: I due tipi di transistor.

Se alla base non arriva corrente, è come se il rubinetto fosse chiuso e quindi non circuita correntetra emettitore e collettore. Non appena una piccola corrente entra nella base (dell’ordine di μA),anche la via principale inizia ad aprirsi: la corrente che circola tra emettitore e collettore èdell’ordine dei mA. Nel transistor bipolare, la corrente della base raggiunge e si unisce la flussoprincipale13.

Si è capito molto bene che il parallelo del transistore, con il varco della Luce alchemica del Rebisdell’emblema VIII, nel punto di fuga P, è coerente. Infatti è stato appena detto sul conto deltransistore «che una piccola corrente può controllarne una più grande che scorre tra collettore edemettitore», cioè la corrente del piede di Marte che è piccola in confronto a quella che devetransitare nel punto P.

Per quanto riguarda il lato del Calore di Vulcano il transistore dissipa abbastanza calore nellosvolgere la sua funzione, infatti il supporto di questo componente è munito di un adeguatodissipatore, evitando così il suo surriscaldamento che provoca di conseguenza il malfunzionamento ol’arresto. Secondo i casi, in relazione alla potenza del transistore, i dissipatori sono passivi o attivi. Idissipatori passivi sono costituiti da lamelle in rame o alluminio molto ravvicinate, tenute insieme dauna struttura portante, anch’essa in rame e/o alluminio. I dissipatori attivi, invece, dispongono di uncorpo dissipante alettato in alluminio o rame, attraverso il quale viene fatto passare un flusso d’ariagenerato da una ventola, che ne asporta il calore trasferendolo lontano dal componente14.

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6.3 Breve conclusione sul tunnel “del mondo superno”

Che lezione ci viene dall’aver posto sul piedistallo il potere acquisito dal “piede” attraverso leosservazioni dell’emblema VIII di Atalanta fugiens di M. Maier?

Una delle qualità dell’ermetista è quella di acuire l’osservazione ed è in tal modo che egli riesce aintravedere il “piede” destro dell’armigero con il gladio preso a percuotere l’uovo, che sfiora appena,appena, la via che porta al “tunnel” della rinascita. Ma senza la pazienza, una virtù indispensabileper i ricercatori che vanno avanti, appunto, passo passo e lentamente, non si giunge ad alcunrisultato possibile nella Grande Opera. Ecco la virtù riservata appunto esclusivamente alla pazienza,emblema del “piede”, e perciò è degno di essere destinato a concepire in sé l’onore di essere il primo“corpo” a entrare nel “Regno di Shamballa”, una sorta di “primo uomo” tradotto in simbolo. Non èforse il piede a dover sopportare tutto il peso del corpo fin su alla testa?

NOTE

4 Fonte: http://numeramente.it/pentalfa.htm

5 L’effetto tunnel è un effetto quanto-meccanico che permette una transizione ad uno stato impeditodalla meccanica classica.

Nella meccanica classica, la legge di conservazione dell’energia impone che una particella nonpossa superare un ostacolo (barriera) se non ha l’energia necessaria per farlo. Questo corrisponde alfatto intuitivo che, per far risalire un dislivello ad un corpo, è necessario imprimergli una certavelocità, ovvero cedergli dell’energia.

La meccanica quantistica, invece, prevede che una particella abbia una probabilità diversa da zerodi attraversare spontaneamente una barriera arbitrariamente alta.

Infatti, applicando i postulati della meccanica quantistica al caso di una barriera di potenziale inuna dimensione, si ottiene che la soluzione dell’equazione di Schrödinger all’interno della barriera èrappresentata da una funzione esponenziale decrescente. Dato che le funzioni esponenziali nonraggiungono mai il valore di zero, si ottiene che esiste una piccola probabilità che la particella sitrovi dall’altra parte della barriera dopo un certo tempo t.

È interessante notare che, per il principio di indeterminazione di Heisenberg, non è mai possibileosservare una particella mentre attraversa tale barriera, ma solo prima e dopo tale transizione.

L’effetto tunnel venne utilizzato per la prima volta nel 1928 dal fisico ucraino George Gamow perspiegare il decadimento alfa, nel quale una particella alfa (un nucleo di elio) viene emessa da unnucleo perché riesce a superarne la barriera di potenziale. Successivamente Max Born comprese chel’effetto tunnel non è esclusivo della fisica nucleare, ma si presenta anche in altri fenomeni fisici.

Sebbene l’effetto tunnel sia estremamente controintuitivo e possa sembrare per alcuni versiparadossale, esiste una enorme quantità di prove sperimentali a sostegno della sua reale esistenza.

Una delle prove più spettacolari ci è fornita dal nostro Sole e dalle stelle in genere: senza l’effettotunnel, le temperature presenti nei nuclei delle stelle non sarebbero sufficienti a innescare lereazioni nucleari che costituiscono il “motore” di questi corpi celesti. Fonte: Emil Mezzadona,Enciclopedia della Civiltà Atomica. Vol. II, pag. 61. Edizione Il Saggiatore

Ereticamente https://www.ereticamente.net/2018/07/due-poli-di-telai-del-fato-giza-delle-piramidi-e-pechino-a-cura-di-gaetano-barbella-seconda-parte.html

6 Rudolf Joseph Lorenz Steiner (27 (o 25) febbraio 1861 – 30 marzo 1925) fu un filosofo austriaco ,riformatore sociale , architetto ed esoterista. Steiner ottenne il riconoscimento iniziale alla fine delXIX secolo come critico letterario e pubblicò opere filosofiche tra cui La filosofia della libertà .All’inizio del XX secolo fondò un movimento spirituale esoterico, l’ antroposofia , con radici nellafilosofia e nella teosofia idealista tedesca ; altre influenze includono la scienza goethiana e ilrosacrocianesimo.

7 Fonte: h/ttps://usciredallorrore.wordpress.com/2014/11/24/linfluenza-di-arimane-nei-nostri-tempi/

8 Fonte: http://www.avmagazine.it/articoli/stampa/dvd/227/wanted_index.html

9 Fonte: http://www.larchetipo.com/2010/dic10/esoterismo.pdf

10 Nato a Rendsburg, Holstein, Michael Maier frequentò l’Università di Rostock, nel 1589 quella diNorimberga, dal 1589 al 1591 fu a Padova, nel 1592 all’Università di Francoforte ove conseguì laLaurea in Lettere; nel 1596 all’Università di Bologna e nel 1596 all’Università di Basilea, doveconseguì la Laurea in Medicina e Chimica. Tornò a Rostock per esercitare la professione medica. Nel1609 divenne medico ordinario e consigliere al servizio di Rodolfo II. Negli anni successivi alla mortedi Rodolfo II, visitò più volte l’Inghilterra, conoscendo personalmente il celebre filosofo rosacrocianoRobert Fludd.

La sua opera certamente più famosa è il libro di emblemi Atalanta fugiens pubblicato in latino,nel 1617. In essa sono rappresentate 50 incisioni simboliche, corredate di epigrammi e discorsi, cheillustrano le fasi del processo alchemico. Il testo degli epigrammi è proposto anche in formamusicale di fuga (a tre voci). La musica rosacrociana di Maier viene utilizzata nel “Real Ordine degliAntichi Liberi Accettati Muratori”. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Michael_Maier

11 Ibidem cfr. 5.

12 Pareidolia, che viene dal greco, da para (παρά, sopra, al di là, oltre) e eidōlon (εἴδωλον,immagine, forma), è un fenomeno istintivo, cioè la tendenza a vedere forme ed oggetti riconoscibilinelle strutture amorfe che ci circondano. Si chiama anche apofenia, questa tendenza che abbiamo ainterconnettere configurazioni di dati casuali (numeri, suoni, immagini) riconducendole a unoschema che ha un senso. La parola rimanda al greco apò (από, via da, lontano, separato) + phàinein(φαίνειν, mostrare, apparire, essere manifesto) ed è stata inventata dal neurologo Klaus Conrad. Ilcaso più diffuso di apofenia riguarda proprio le immagini.

13 Paolo Aliverti, Elettronica per maker: guida completa.

14 Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Dissipatore_(elettronica)