Articoli di Fotografia su il Nadìr.net

19
07/07/14 16:29 Richard Avedon: tutti i volti del bianco e nero Pagina 1 di 6 http://www.ilnadir.net/cherry-pick/richard-avedon-tutti-i-volti-del-bianco-e-nero.html# «Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». Bertrand «Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». Bertrand Russell Russell Lunedì, 7 Lunedì, 7 Luglio 2014 Luglio 2014 Vota questo articolo (2 Voti) Venerdì, 20 Giugno 2014 09:00 Richard Avedon: tutti i volti del bianco e nero Scritto da Caterina Giordano dimensione font Stampa Email Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. / Non ti perdono neanch'io che vivo di passione. Pierpaolo Pasolini, A Chiaromonte in “La religione del mio tempo”, 1961. Ebbene sì la passione non perdona, è dirompente, accecante, come una tempesta spazza via tutto ciò che incontra al suo passaggio e, spesso, non si perdona chi dalla passione si fa travolgere. Una passione travolgente può essere quella per la fotografia, non quella comunemente intesa di chi scatta una foto e basta, ma piuttosto di chi per immolarsi al più grande onere che la fotografia detiene – il fattore testimoniale – ha visto il peggio e narrato, attraverso gli scatti, la grande storia. Nel 1993 Kevin Carter scatta una foto che ritrae in Sudan – terra colpita in quegli anni da una forte carestia – una bimba denutrita che sta per morire e dietro un avvoltoio in attesa di mangiare la sua preda. Quella foto gli valse il Pulitzer, ma anche moltissime critiche, tanto da spingere Kevin tra rimorsi e pressioni al suicidio tre mesi dopo averlo vinto. È l'altra faccia della fotografia, lontana da quella che in questa sede abbiamo più volte trattato (Mario Testino, Street Photography, Irving Penn, Helmut Newton). Come questa, tante altre foto hanno raccontato la storia tra tragicità e lucida tecnica fotografica. Lewis W. Hine scatta nel 1905 una foto simbolo di un'epoca: gli immigrati che arrivano a Ellis Island. Uno scatto che ha riempito i libri di storia, che racconta attraverso gli occhi spaventati della donna circondata dai suoi figli con la valigia legata da un filo di spago e il ragazzo con la sua roba in un sacco, la tragedia delle tante famiglie di italiani, irlandesi, ebrei e russi che cercavano pace nel continente “ricco” di speranze (qui). EDITORIALE La democrazia (digitale) semplicemente La democrazia (digitale) semplicemente non funziona non funziona Scritto da Nicola Capolupo Chi scrive, sia chiaro, è uno strenuo difensore dell'Articolo 21 della Costituzione che, come tutti sappiamo, recita in breve: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili». Chi scrive, inoltre, è un giornalista che ne ha frequentate di redazioni, locali o telematiche, ed ha visto cosa c'è dietro la vecchia e polverosa macchina del "mestiere". Cose che voi umani, come chiosa il celebre monologo di Roy Batty nel film Blade Runner, non potreste immaginare. Badate bene, ho detto voi umani, non noi giornalisti, che apparteniamo a un'altra razza, e siamo accomunati dalle stesse sanguinolente vicissitudini. Chi scrive, infine, è un giovane editore che ha scommesso sulle potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione in un'era di cambiamento, che ha visto soccombere il vetusto quanto affascinante amico cartaceo, compagno di mille avventure (dal libro degli esercizi delle vacanze alla rivista della sala d'aspetto del dentista) per far spazio al più immediato e freddo digitale. Computer, cellulari, smartphone, tablet, strumenti che hanno messo l'informazione alla portata di tutti, e nel modo più rapido possibile. Non si è trattato, però, di una semplice transizione di supporti, ma di una vera e propria rivoluzione dei ruoli, che ha consentito a tutti gli utenti della rete di prendere coscienza della possibilità di esprimere e far valere le proprie opinioni in rete, e di scegliere per sé il tipo di cultura preferita. Letto 1225 volte Leggi tutto... HOME CRONACA POLITICA ECONOMIA LAVORO SOCIETÀ CULTURA TEMPO LIBERO SPECIALI Search...

Transcript of Articoli di Fotografia su il Nadìr.net

07/07/14 16:29Richard Avedon: tutti i volti del bianco e nero

Pagina 1 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/richard-avedon-tutti-i-volti-del-bianco-e-nero.html#

«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». Bertrand«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». BertrandRussell Russell

Lunedì, 7 Lunedì, 7 Luglio 2014Luglio 2014

Vota questo articolo (2 Voti)

Venerdì, 20 Giugno 2014 09:00

Richard Avedon: tutti i volti del bianco e nero

Scritto da Caterina Giordano

dimensione font Stampa Email

Non illuderti: la passione non ottiene mai perdono. / Non ti perdono neanch'io che

vivo di passione. Pierpaolo Pasolini, A Chiaromonte in “La religione del mio

tempo”, 1961. Ebbene sì la passione non perdona, è dirompente, accecante, come

una tempesta spazza via tutto ciò che incontra al suo passaggio e, spesso, non si

perdona chi dalla passione si fa travolgere. Una passione travolgente può essere

quella per la fotografia, non quella comunemente intesa di chi scatta una foto e

basta, ma piuttosto di chi per immolarsi al più grande onere che la fotografia

detiene – il fattore testimoniale – ha visto il peggio e narrato, attraverso gli scatti,

la grande storia.

Nel 1993 Kevin Carter scatta una foto che ritrae in Sudan – terra colpita in quegli anni

da una forte carestia – una bimba denutrita che sta per morire e dietro un avvoltoio in

attesa di mangiare la sua preda. Quella foto gli valse il Pulitzer, ma anche moltissime

critiche, tanto da spingere Kevin tra rimorsi e pressioni al suicidio tre mesi dopo averlo

vinto. È l'altra faccia della fotografia, lontana da quella che in questa sede abbiamo più

volte trattato (Mario Testino, Street Photography, Irving Penn, Helmut Newton).

Come questa, tante altre foto hanno raccontato la storia tra tragicità e lucida tecnica

fotografica.

Lewis W. Hine scatta nel 1905 una foto simbolo di un'epoca: gli immigrati che arrivano a

Ellis Island. Uno scatto che ha riempito i libri di storia, che racconta attraverso gli occhi

spaventati della donna circondata dai suoi figli con la valigia legata da un filo di spago e

il ragazzo con la sua roba in un sacco, la tragedia delle tante famiglie di italiani,

irlandesi, ebrei e russi che cercavano pace nel continente “ricco” di speranze (qui).

EDITORIALE

La democrazia (digitale) semplicementeLa democrazia (digitale) semplicemente

non funzionanon funziona

Scritto da Nicola Capolupo

Chi scrive, sia chiaro, è uno strenuo difensore dell'Articolo 21della Costituzione che, come tutti sappiamo, recita in breve:«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il propriopensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo didiffusione. La stampa non può essere soggetta adautorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestrosoltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso didelitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente loautorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la leggestessa prescriva per l'indicazione dei responsabili».

Chi scrive, inoltre, è un giornalista che ne ha frequentate diredazioni, locali o telematiche, ed ha visto cosa c'è dietro lavecchia e polverosa macchina del "mestiere". Cose che voiumani, come chiosa il celebre monologo di Roy Batty nel filmBlade Runner, non potreste immaginare. Badate bene, hodetto voi umani, non noi giornalisti, che apparteniamo aun'altra razza, e siamo accomunati dalle stessesanguinolente vicissitudini.

Chi scrive, infine, è un giovane editore che ha scommessosulle potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione in un'eradi cambiamento, che ha visto soccombere il vetusto quantoaffascinante amico cartaceo, compagno di mille avventure(dal libro degli esercizi delle vacanze alla rivista della salad'aspetto del dentista) per far spazio al più immediato efreddo digitale. Computer, cellulari, smartphone, tablet,strumenti che hanno messo l'informazione alla portata di tutti,e nel modo più rapido possibile.

Non si è trattato, però, di una semplice transizione disupporti, ma di una vera e propria rivoluzione dei ruoli, che haconsentito a tutti gli utenti della rete di prendere coscienzadella possibilità di esprimere e far valere le proprie opinioni inrete, e di scegliere per sé il tipo di cultura preferita.

Letto 1225 volte Leggi tutto...

HOME CRONACA POLITICA ECONOMIA LAVORO SOCIETÀ CULTURA TEMPO LIBERO SPECIALI

Search...

07/07/14 16:29Richard Avedon: tutti i volti del bianco e nero

Pagina 2 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/richard-avedon-tutti-i-volti-del-bianco-e-nero.html#

Heinrich Hoffmann nel suo studio ha il pesante onere di fotografare l'immagine più

discussa del 900 e non solo. In posa, fingendo le gesta che lo contraddistingueranno nei

discorsi alle piazze dal pulpito della sua cruenta dittatura, il celebre fotografo ritrae Adolf

Hitler (qui).

Robert Capa nel 1936 passa alla storia per una foto scattata durante la fratricida guerra

civile spagnola. Cogliere l'attimo sembra essere il motto di chi fotografa tra proiettili e

granate ed è quello che fa l'abile Capa imprimendo sulla pellicola l'istante in cui il

proiettile ferisce il corpo del repubblicano spagnolo che sta per cadere esanime al suolo.

Impatto. Emozione. Senso della guerra (qui).

Sono tante le foto che documentano l'implodere del secondo conflitto mondiale e che

segnano il 45: la veduta dalla torre del Municipio di Dresda, distrutta dai bombardamenti

alleati, che racconta di una città fantasma di polvere e detriti, scattata da Richard Peter

(qui); ancora la famosa Flying The Flag con le ombre dei soldati russi su una Berlino

bombardata e dominata dalla bandiera rossa con falce e martello, scattata da Yevgeny

Khaldei (qui); ma su tutte, quella che con maggiore sostanza racconta la fine di un

incubo e la gioia infinita che esplode nei cuori della gente, e su cui generazioni intere

hanno fantasticato, è il bacio a Times Square. Un gesto di liberazione improvvisa

all'annuncio della fine del conflitto tra il marinaio e l'infermeria rubato dal mirino di Alfred

Eisenstaedt (qui). Lo stesso fotografo si troverà poco dopo a documentare un'immonda

atrocità figlia di quella guerra che in Occidente era finita, lì dove i baci e la gioia

stentavano ad arrivare: a Hiroshima in Giappone raccoglie il dolore negli occhi di una

madre e un figlio in primo piano su di un ramo secco e spoglio mentre sulla profondità di

campo sfuma la più nera desolazione di un'esplosione atomica passata (qui).

Margaret Bourke-White nella sua carriera si è trovata a fotografare diverse scene dal

forte impatto emotivo, ma nel 1952 documenta la guerra in Corea con uno scatto unico

al limite tra disgusto e ammirazione: una testa decapitata di un guerriero nordcoreano

trattenuta per i capelli dal nemico, di cui è visibile solo una mano, e alle spalle un

membro della polizia coreana che ride compiaciuto. Una composizione perfetta, quasi

studiata, che cela al suo interno l'arte di utilizzare lo strumento fotografico e la fredda

lucidità nello scatto (qui).

Entrata nella storia come simbolo dell'opposizione alla guerra in Vietnam, e riproposta in

diversi e molteplici varianti negli scontri attuali, l'immagine originale risale al 1967 ed è

stata scattata da Marc Riboud: ritrae una giovane americana che tiene un fiore tra le

mani a pochi centimetri dalle canne dei fucili della Guardia Nazionale. Raffigurazione

simbolica di pace, costruita magistralmente attraverso l'uso di uno stupendo effetto

bokeh sullo sfondo (qui).

Nel 1972 Nick Ut dà vita a uno scatto che entrerà nella storia: un gruppo di bambini

vietnamiti che scappano impauriti a seguito di un'esplosione di napalm, massicciamente

impiegato nella guerra in Vietnam. C'è terrore e paura nei volti e la nube nera che

incombe alle loro spalle (qui).

Nel 1984 è l'ora di una foto baluardo della rivista National Geographic, scattata da Steve

McCurry che ritrae una ragazza afgana nel campo profughi di Peshawar durante

l'occupazione russa. Un capolavoro che sembra realizzato in uno studio fotografico dopo

aver esaminato passo dopo passo ogni dettaglio: gli occhi sbarrati e profondi della

ragazza, verdi come l'abito che si intravede nello strappo del velo rosso che copre la

testa e incornicia il volto, e richiama il fondo verde intenso alle sue spalle. Gli occhi sono

il punctum di questa fotografia, un misto di rabbia e paura (qui).

Nel 1999 l'11 agosto si verifica un'attesissima eclissi di sole, la visione ottimale è in

Turchia e Ali Kabas la riprende sopra la Moschea Blu di Istanbul attraverso una multipla

esposizione composita: il risultato è spettacolare, riesce a raccoglierne in modo ottimale

tutte le fasi. Esempio che non solo la spontaneità arriva a generare i capolavori della

storia, ma anche la tecnica, come in questo caso, può dare vita a immagini evocative e

memorabili ai confini dell'immaginazione.

Prende il nome di Tryptique lo scatto di Alexandre Fuchs, è il 2001 e quelle macerie che

campeggiano centrali nella sua fotografia sono i resti del World Trade Center, avvolte in

una nube di fumo raccontano il più grande colpo inflitto al mondo occidentale.

Questi appena elencati sono i nomi di alcuni fotografi che con i loro scatti hanno scritto

la storia del mondo. Foto che non hanno bisogno di commenti, che si osservano,

BRASIL 2014

Argentina – Belgio, 28 anni dopo. CostaArgentina – Belgio, 28 anni dopo. Costa

Rica, ancora un miracolo dietroRica, ancora un miracolo dietro

all’ostacolo Olanda?all’ostacolo Olanda?

Scritto da Manuel Merolla

Una compattaarmataalbiceleste controunʼirriducibileschiera di giovanie spietati DiavoliRossi. LʼaltalenaOranje,caratterizzatadalle migliaia diemozionicontrastanti,contro una dellesorprese di

questo Mondiale o, per meglio dire, la Sorpresa: quella piùduratura, più solida, più vincente. Quella inconfondibile. Lasfida delle 18.00 che si terrà allʼEstadio Nacional di Brasiliasarà il primo, vero banco di prova di Messi e compagni, messigià in difficoltà da unʼaudace Svizzera agli ottavi e costretti anon abbassare la guardia di fronte a un Belgio motivato e benorganizzato. A seguire, il match delle 22.00, in programmaallʼArena Fonte Nova di Salvador, servirà a capire se i primiottantotto minuti di Olanda – Messico sono stati un sempliceincidente di percorso per gli uomini di Van Gaal, ad ognimodo nettamente favoriti rispetto a una Costa Rica che, dopoaver raggiunto il suo traguardo storico, lotterà fino allo stremodelle forze per poter migliorare ancora il proprio record.

Letto 436 volte Leggi tutto...

Brasil 2014, è già tempo di quarti:Brasil 2014, è già tempo di quarti:

Dechamps sfida Loew, la Colombia tentaDechamps sfida Loew, la Colombia tenta

l’impresa contro i padroni di casal’impresa contro i padroni di casa

Scritto da Nello Sorvillo

07/07/14 16:29Richard Avedon: tutti i volti del bianco e nero

Pagina 3 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/richard-avedon-tutti-i-volti-del-bianco-e-nero.html#

Letto 346 volte

TweetTweet 9

emozionano e lasciano il segno. Tutto ciò per parlare di lui, un fotografo celebre,

passato alle cronache come “fotografo di moda” ma che ha maturato la sua esperienza

e cultura fotografica ben lontano dal mondo patinato di lustrini e pailletes. È Richard

Avedon.

Richard Avedon nasce il 15 maggio del 1923 a New York da una famiglia russa di origini

ebree. Entrato in marina durante la seconda guerra mondiale, con la sua Rolleiflex

biottica scatta foto ai membri dell'equipaggio e ha modo di approfondire l'uso del suo

gioiello. Alla fine della guerra comincia a lavorare per importanti riviste tra cui Harperʼs

Bazaar e si apre alla fotografia di moda ritraendo modelle in pose spontanee in luoghi

diversi e variegati, mai visti prima sui magazine: strade e nightclub. La sua grande

potenza è nel ritratto – preferibilmente in bianco e nero – che esploderà nella sua opera

più importante: In the American West del 1979, dove raccoglie ben 762 ritratti della

classe operaia americana fatta di macellai, minatori, detenuti e cameriere. Non solo

Audrey Hepburn, Marilyn Monroe, Dwight D. Eisenhower, Andy Warhol, Sophia Loren,

Brigitte Bardot, i Beatles e le collaborazioni con prestigiose case di moda o mensili come

Life e Vogue, ma anche volti di gente normale sempre con l'intento di indagarne la

personalità. Attratto anche dall'attualità, nel 1963 aveva fotografato le persone con in

mano il giornale che annunciava la discussa morte di Kennedy per correre poi nel 1989

ad assistere alla caduta del muro di Berlino. Tra i reportage Civil Rights Movement,

Mental Institution, Brandenburg Gate, Italy e tanti altri. In questo filone “impegnato”

vanno citati anche i Ritratti del Potere tra cui figura Barack Obama e il lavoro in vista

delle elezioni presidenziali che ha condotto a San Antonio in Texsas per il New Yorker,

giornale molto diverso dalle conosciutissime riviste modaiole, fino alla sua morte

avvenuta a 81 anni nel 2004 a due mesi dalla scomparsa di un altro grande luminare

della fotografia Henri Cartier-Bresson.

Il suo più grande vezzo artistico era l'artificio e la ricerca della costruzione nella

fotografia di moda. Una delle sue opere più famose in tal senso è Dovima che ritrae la

modella tra due elefanti in abito Dior e in una posa innaturale. Ma tra le sue opere di

maggiore coraggio e impegno artistico non possiamo non citare l'esposizione del 1974

al museo d'arte moderna di New York (MOMA) di alcuni ritratti del padre, Jacob Israel

Avedon, divorato dal cancro.

A cosa punta tale discorso e ragionamento? A farvi osservare le frivole energie del

mondo patinato – spesso considerate anche erroneamente tali – sotto un'altra luce,

cercando di guardare oltre la posa scenica con il bel vestito indosso, per capire che

dietro l'obiettivo c'è sempre un artista dalle mille sfaccettature, che ha coltivato la sua

arte e l'immemore passione per la fotografia sconfinando nella sua essenza

documentale, che sa raccontare lo Zaitgeist – caro alle foto di moda – anche da

un'altra prospettiva: la prospettiva della grande Storia.

Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi

trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi. Richard

Avedon.

Ti è piaciuto l'articolo? Visita la nostra pagina e continua a seguirci cliccando su "Mi

piace".

Ultima modifica il Domenica, 22 Giugno 2014 11:12

Pubblicato in Cherry Pick

Etichettato sotto Richard Avedon fotografia arte Fashion

CATERINACATERINA GIORDANO GIORDANO

RUOLO: Fotografa - Grafica - Redattrice

4 people like this.LikeLike

Ci sono 4europee, 3sudamericane eunacentroamericana.No, non si trattadellʼintroduzionedi una barzellettada caserma,bensì della sintesidelle 8 squadrepiù forti delmondo, essendogiunte sino aiquarti di finale diBrasil 2014.Tutte, a questopunto, eccezion fatta per la Cenerentola costaricense,possono puntare al podio e, perché no, al titolo Mondiale. Ilprimo incrocio da brividi sarà quello tra Francia e Germania, aseguire i padroni di casa brasiliani contro una spumeggianteColombia. Domani, sempre alle ore 18.00 ed alle ore 22.00,lʼArgentina di Messi contro il Belgio di Hazard e Olanda –Costa Rica, lʼunico dei 4 match che sembra realmentesbilanciato ma occhio alle sorprese. Finora non sonocertamente mancate, col benestare di tutto il pubbliconeutrale e degli amanti dello sport.

Letto 246 volte Leggi tutto...

SPORT

Wimbledon ha due re: Djokovic ilWimbledon ha due re: Djokovic il

vincitore e Roger l' immortalevincitore e Roger l' immortale

Scritto da Andrea Cardinale

Quel che è accaduto ieri a Wimbledon resteràper sempre nella storia. Novak Djokovic tornaad indossare la corona nei prestigiosiChampionships, ma Roger Federer resta il verore indiscusso del tennis del terzo millennio. Ha vinto il serbodopo unʼestenuante battaglia di quasi quattro ore al quinto setcon i parziali di 67 64 76 57 64, ma ieri ha vinto il tennis nellasua massima espressione: lo svizzero avrà anche mancato ilsuo diciottesimo Slam e lʼottava affermazione sullʼerbainglese, eppure al Centre Court è tornato ad esserequellʼextraterrestre che abbiamo imparato a conoscere eamare negli Anni Duemila. E se avesse avuto qualche annoin meno…

Letto 131 volte Leggi tutto...

Parte il Tour e cade Cavendish. A CasertaParte il Tour e cade Cavendish. A Caserta

è festa Giro Rosaè festa Giro Rosa

Scritto da Andrea Cardinale

Il Tour de France è cominciato ieri sulle stradeinglesi che portavano da Leeds ad Harrogate,nella prima delle tre tappe in trasferta. Non èstata una frazione banale, gli appassionatihanno avuto modo di assistere alla fuga di Jens Voigt, primamaglia a pois 2014, a un percorso abbastanza mosso,allʼattacco ai mille metri dal traguardo di Fabian Cancellara,alla volata drammatica che ha massacrato lʼidolo di casaMark Cavendish. Sì, perché Cannonball, la punta di diamantedella Omega Pharma-Quick Step, era già pronto afesteggiare insieme alla gente riversatasi nelle strade dellaGrande Boucle, di fatto era tutto pronto nella città natale disua madre, ma qualcosa è andato storto. Un contatto ditroppo, uno di quelli probitivi e a 200 metri dallʼarrivo il grupposi sfascia a causa di una caduta tremenda, in cui a farne lespese è lo sprinter dellʼIsola di Man. Cade, si rialza in lacrime.Ha una sospetta frattura alla clavicola destra e rischia diabbandonare anzitempo la corsa francese. Speriamo di no.

07/07/14 13:21Corsi e ricorsi… fotografici

Pagina 1 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/corsi-e-ricorsi-fotografici.html#

«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». Bertrand«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». BertrandRussell Russell

Lunedì, 7 Lunedì, 7 Luglio 2014Luglio 2014

Vota questo articolo (2 Voti)

Sabato, 11 Gennaio 2014 10:00

Corsi e ricorsi… fotografici

Scritto da Caterina Giordano

dimensione font Stampa Email

Un appassionato di fotografia, sfogliando un giornale o navigando su internet,

imbattendosi nella campagna pubblicitaria di Agnona collezione Zero si sarà fatto

suggestionare dall'angolo stretto che racchiude il corpo di Drake Brunette, la

modella protagonista, e avrà inevitabilmente pensato a uno dei più grandi maestri

di fashion photography: Irving Penn.

In realtà gli autori di questo scatto sono Inez Van Lamsweerde e Vinoodh Matadin,

una mirabile coppia di fotografi destinati a segnare la storia della fotografia d'autore. Ma

andiamo con ordine, chi è Irving Penn? Per chi non lo sapesse dietro questo nome si

celano alcuni degli scenari più suggestivi che hanno animato e reso celebri le copertine,

e non solo, dei più illustri fashion magazine.

Fotografo americano nato nel 1917, amava rappresentare le figure nella sua semplice e

scarna realtà, creando duri contrasti con lo sfondo che li accoglieva, tanto da

tratteggiare affascinanti nature morte anche in chiave fashion (come la fotografia che

ritrae una borsa, una cintura e un guanto). Ciò che maggiormente ha caratterizzato

l'opera di Irving Penn, però, è stata la sua capacità di stringere il soggetto – e

sorprendentemente anche più soggetti – attraverso una riuscitissima armonia in un

angolo, creato da due fondali che si congiungevano chiudendosi l'un l'altro. Una scena

di per sé essenziale, resa suggestiva dal claustrofobico senso di protezione e intimità

che si andava instaurando con i personaggi ritratti.

In cinquant'anni Irving Penn realizzò 150 copertine soltanto per Vogue, un sodalizio che

ebbe inizio nel 1943 quando diventò assistente del direttore artistico Alexandre

Liberman. Nella sua lunga carriera riprese spesso Lisa Fonssagrives, una delle modelle

EDITORIALE

La democrazia (digitale) semplicementeLa democrazia (digitale) semplicemente

non funzionanon funziona

Scritto da Nicola Capolupo

Chi scrive, sia chiaro, è uno strenuo difensore dell'Articolo 21della Costituzione che, come tutti sappiamo, recita in breve:«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il propriopensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo didiffusione. La stampa non può essere soggetta adautorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestrosoltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso didelitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente loautorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la leggestessa prescriva per l'indicazione dei responsabili».

Chi scrive, inoltre, è un giornalista che ne ha frequentate diredazioni, locali o telematiche, ed ha visto cosa c'è dietro lavecchia e polverosa macchina del "mestiere". Cose che voiumani, come chiosa il celebre monologo di Roy Batty nel filmBlade Runner, non potreste immaginare. Badate bene, hodetto voi umani, non noi giornalisti, che apparteniamo aun'altra razza, e siamo accomunati dalle stessesanguinolente vicissitudini.

Chi scrive, infine, è un giovane editore che ha scommessosulle potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione in un'eradi cambiamento, che ha visto soccombere il vetusto quantoaffascinante amico cartaceo, compagno di mille avventure(dal libro degli esercizi delle vacanze alla rivista della salad'aspetto del dentista) per far spazio al più immediato efreddo digitale. Computer, cellulari, smartphone, tablet,strumenti che hanno messo l'informazione alla portata di tutti,e nel modo più rapido possibile.

Non si è trattato, però, di una semplice transizione disupporti, ma di una vera e propria rivoluzione dei ruoli, che haconsentito a tutti gli utenti della rete di prendere coscienzadella possibilità di esprimere e far valere le proprie opinioni inrete, e di scegliere per sé il tipo di cultura preferita.

Letto 1225 volte Leggi tutto...

HOME CRONACA POLITICA ECONOMIA LAVORO SOCIETÀ CULTURA TEMPO LIBERO SPECIALI

Search...

07/07/14 13:21Corsi e ricorsi… fotografici

Pagina 2 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/corsi-e-ricorsi-fotografici.html#

Letto 355 volte

TweetTweet 4

più celebri dell'epoca, che divenne qualche anno più tardi sua moglie. Il punto di forza

della sua opera fu senza alcun dubbio lo studio, tanto che nel 1967 creò un piccolo

studio fotografico in movimento che poteva portare sempre con sé. Modificando

soggetti, luoghi, tempi e vite riusciva a mantenere invariati i punti cardine del suo lavoro,

i famosi “Worlds in a small room”.

Morì nel 2009 a 92 anni dopo aver catturato con la sua macchina fotografica un numero

svariato di celebri personaggi, racchiusi nei suoi angoli artistici: Gypsy Rose Lee, la

Duchessa di Windsor, i Ballet Society, Salvador Dalí, Truman Capote, Spencer Tracy e

Marcel Duchamp, per citarne alcuni.

Ora proprio quest'angolo torna nelle opere di altri due artisti del settore, Inez van

Lamsweerd e Vinoodh Matadin, due fotografi olandesi impegnati in svariate campagne

pubblicitarie e fashion editorial fin dal 1986. Uniti dalla passione per la moda – si sono

conosciuti frequentando un corso di fashion design – hanno lavorato per Vogue, Paris

Vogue, Vogue Italia, Vanity Fair, Harperʼs Bazaar, LʼUomo Vogue, Vogue Hommes

International, Vogue Nippon e Vogue China. Tra le case di moda che hanno ceduto al

fascino della loro arte ricordiamo Yves Saint Laurent, Balmain, Nina Ricci, Jean-Paul

Gaultier, Isabel Marant, Giuseppe Zanotti, Lanvin Homme, Miu Miu, Christian Dior,

Gucci, Chloé, Givenchy, Calvin Klein, Balenciaga, Yohji Yamamoto, Chanel, Roberto

Cavalli, Donna Karan, Stella McCartney, Moschino, Emanuel Ungaro e Louis Vuitton. La

forza di Inez e Vinoodh è nell'alternare opere altamente concettuali ed elaborate a ritratti

più semplici e d'aspirazione classica.

Anche il mondo del cinema si è fatto sedurre dai loro ritratti. Clint Eastwood, Natalie

Portman, Colin Firth, George Clooney, Scarlett Johansson, Mila Kunis, Michael Douglas,

Tom Cruise, Viggo Mortensen, Julianne Moore, sono solo alcuni dei volti raffigurati dalla

coppia olandese. Persino la musica li ha eletti suoi promotori, una diva piena di stile e

maestra di tendenza come Lady Gaga per il video Applause ha scelto Inez e Vinoodh

come art director.

Arti e tempi a confronto. La fotografia ossessiona la moda, e senza di essa

probabilmente neanche esisterebbe, l'immagine è il modo attraverso cui gli artisti di tutti i

secoli riescono a raccontare un abito, una casa di moda, una voce, una certezza. Che la

citazione – fotograficamente parlando – sia voluta o meno non è il dato importante della

vicenda, molto più caro è cercare di cogliere come l'arte pure evolvendosi,

sperimentando, ricreandosi, riesca sempre a ritornare al punto di partenza, muovendosi,

come la storia di Giambattista Vico, in cilcli destinati a ripetersi inevitabilmente.

L'immagine della campagna di Agnona colpisce perché non esprime semplicemente una

collezione, ma evoca una storia, la storia della fotografia che s'intreccia con la moda.

Racconta di Penn, della sua arte, delle copertine che ha realizzato per la moda ed è

sintomo di una cultura intrinseca e inevitabile per chi opera nel mondo del fashion

photography. Moda e fotografia, due arti stupende, complicate, cariche di fascino e di

simboli lasciati in trasparenza pronti a essere colti dagli osservatori più attenti.

Ti è piaciuto l'articolo? Visita la nostra pagina e continua a seguirci cliccando su "Mi

piace".

Ultima modifica il Sabato, 11 Gennaio 2014 11:56

You

Pubblicato in Cherry Pick

Etichettato sotto Fashion Photography Irving Penn Agnona Inez Van

Lamsweerde e Vinoodh Matadin

CATERINACATERINA GIORDANO GIORDANO

RUOLO: Fotografa - Grafica - Redattrice

6 people like this.LikeLike

BRASIL 2014

Argentina – Belgio, 28 anni dopo. CostaArgentina – Belgio, 28 anni dopo. Costa

Rica, ancora un miracolo dietroRica, ancora un miracolo dietro

all’ostacolo Olanda?all’ostacolo Olanda?

Scritto da Manuel Merolla

Una compattaarmataalbiceleste controunʼirriducibileschiera di giovanie spietati DiavoliRossi. LʼaltalenaOranje,caratterizzatadalle migliaia diemozionicontrastanti,contro una dellesorprese di

questo Mondiale o, per meglio dire, la Sorpresa: quella piùduratura, più solida, più vincente. Quella inconfondibile. Lasfida delle 18.00 che si terrà allʼEstadio Nacional di Brasiliasarà il primo, vero banco di prova di Messi e compagni, messigià in difficoltà da unʼaudace Svizzera agli ottavi e costretti anon abbassare la guardia di fronte a un Belgio motivato e benorganizzato. A seguire, il match delle 22.00, in programmaallʼArena Fonte Nova di Salvador, servirà a capire se i primiottantotto minuti di Olanda – Messico sono stati un sempliceincidente di percorso per gli uomini di Van Gaal, ad ognimodo nettamente favoriti rispetto a una Costa Rica che, dopoaver raggiunto il suo traguardo storico, lotterà fino allo stremodelle forze per poter migliorare ancora il proprio record.

Letto 435 volte Leggi tutto...

Brasil 2014, è già tempo di quarti:Brasil 2014, è già tempo di quarti:

Dechamps sfida Loew, la Colombia tentaDechamps sfida Loew, la Colombia tenta

l’impresa contro i padroni di casal’impresa contro i padroni di casa

Scritto da Nello Sorvillo

07/07/14 16:20L'arte contemporanea secondo Testino ritorna in “Somos Libres II”

Pagina 1 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/l-arte-contemporanea-secondo-testino-ritorna-in-somos-libres-ii.html#

«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». Bertrand«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». BertrandRussell Russell

Lunedì, 7 Lunedì, 7 Luglio 2014Luglio 2014

Vota questo articolo (3 Voti)

Venerdì, 23 Maggio 2014 09:00

L'arte contemporanea secondo Testino ritorna in “Somos

Libres II”

Scritto da Caterina Giordano

dimensione font Stampa Email

«Dobbiamo fare di Vogue un Louvre». Furono queste le parole di uno dei primi

fotografi di moda, tale Edward Steichen, convinto di non dover racchiudere solo

un abito nello scatto fotografico, ma che piuttosto bisognava cogliere nella

composizione ricercata, attentamente costruita un perché, un quando, un come e

un mai più. Insomma far venir fuori da un semplice click l'autorialità dell'artista

che ha dato vita all'opera.

«La foto di moda non è fatta soltanto da chi la scatta, ma anche dallo stylist, dal

truccatore, dal parrucchiere, dalla modella». A parlare questa volta è Mario Testino,

artista prima che fotografo, peruviano, nato a Lima nel 1954 da una famiglia di origini

italiane, irlandesi e spagnole. È uno dei mostri sacri dello scatto fashion e durante la sua

sfavillante carriera ha immortalato nell'otturatore della sua macchina fotografica

personalità della moda e dello spettacolo e veri e propri miti contemporanei: David

Beckham, Kim Basinger, Cameron Diaz, Gwyneth Paltrow, Julia Roberts, Diana

Spencer, Meg Ryan, Catherine Zeta-Jones, Claudia Schiffer, Gisele Bündchen, Naomi

Campbell, Eva Riccobono, Kate Moss, Janet Jackson, Madonna, Beyoncé, Lady Gaga,

Britney Spears, Jennifer Lopez, Nicole Kidman, fino alle più recenti Miley Cyrus ed

Emma Watson. Alcuni suoi lavori sono esposti oggi al Victoria and Albert Museum di

Londra. Ha lavorato per Vogue, GQ, Vanity Fair e per moltissimi stilisti tra cui Burberry,

Gucci, Dolce&Gabbana, Armani, Roberto Cavalli, Valentino, Calvin Klein, Zara, Yves

Saint Laurent, Givenchy e Versace. Ogni campagna pubblicitaria è un'occasione per

colorare le sue opere di un sentire unico ed estremamente personale.

EDITORIALE

La democrazia (digitale) semplicementeLa democrazia (digitale) semplicemente

non funzionanon funziona

Scritto da Nicola Capolupo

Chi scrive, sia chiaro, è uno strenuo difensore dell'Articolo 21della Costituzione che, come tutti sappiamo, recita in breve:«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il propriopensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo didiffusione. La stampa non può essere soggetta adautorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestrosoltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso didelitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente loautorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la leggestessa prescriva per l'indicazione dei responsabili».

Chi scrive, inoltre, è un giornalista che ne ha frequentate diredazioni, locali o telematiche, ed ha visto cosa c'è dietro lavecchia e polverosa macchina del "mestiere". Cose che voiumani, come chiosa il celebre monologo di Roy Batty nel filmBlade Runner, non potreste immaginare. Badate bene, hodetto voi umani, non noi giornalisti, che apparteniamo aun'altra razza, e siamo accomunati dalle stessesanguinolente vicissitudini.

Chi scrive, infine, è un giovane editore che ha scommessosulle potenzialità dei nuovi mezzi di comunicazione in un'eradi cambiamento, che ha visto soccombere il vetusto quantoaffascinante amico cartaceo, compagno di mille avventure(dal libro degli esercizi delle vacanze alla rivista della salad'aspetto del dentista) per far spazio al più immediato efreddo digitale. Computer, cellulari, smartphone, tablet,strumenti che hanno messo l'informazione alla portata di tutti,e nel modo più rapido possibile.

Non si è trattato, però, di una semplice transizione disupporti, ma di una vera e propria rivoluzione dei ruoli, che haconsentito a tutti gli utenti della rete di prendere coscienzadella possibilità di esprimere e far valere le proprie opinioni inrete, e di scegliere per sé il tipo di cultura preferita.

Letto 1225 volte Leggi tutto...

HOME CRONACA POLITICA ECONOMIA LAVORO SOCIETÀ CULTURA TEMPO LIBERO SPECIALI

Search...

07/07/14 16:20L'arte contemporanea secondo Testino ritorna in “Somos Libres II”

Pagina 2 di 6http://www.ilnadir.net/cherry-pick/l-arte-contemporanea-secondo-testino-ritorna-in-somos-libres-ii.html#

«Tutti quelli che fotografo sono diversi e unici a loro modo: è la natura delle

persone, in fondo. E poi per chi scatta non deve esserci una persona più o meno

facile da fotografare: è compito del fotografo adattarsi a situazioni diverse e

tirarne fuori il meglio». Sensualità e ammiccamenti che conquistano il mondo del

fashion. Il sodalizio con Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, sarà cruciale per il

lancio definitivo della sua carriera fotografica. La ritrae nella campagna pubblicitaria di

Versace ed è un successo, replicato poi nella copertina del suo album Ray of light del

1998. Testino riesce presto a conquistare anche la monarchia inglese. La dolcezza e la

fragilità immortalati per sempre negli occhi di una Lady D solare e bellissima lo renderà

a tutti gli effetti il fotografo preferito della progenie reale tanto da non mancare mai alle

importanti occasioni future, come il matrimonio di William e Kate. Ma tra wedding celebri

va annoverato anche quello di un'altra Kate, la Moss con il rocker Jamie Hince, dove è

sempre Mario a catturare le pose della super modella, icona di stile che già tante volte

aveva fotografato.

«Ogni foto ha una sua storia e una sua ragion d'essere». Nell'archivio fotografico di

Testino è possibile ammirare le sue opere. Luci nette. Colori vividi. Esoticità latente.

Sensualità. Nudo. Un nudo diverso dal grande re del genere Helmut Newton. A

distinguerli è la luce, che qui esplode in forza e dona plasticità alla materia. Sensualità

ed erotismo dominano nelle composizioni singole o in coppia, ogni gesto – la mani a

tirare slip, a colpire nudità, a giocare con le labbra – ritorna iconicamente con una

ridondanza tale da essere una signature personalissima, tale da rendere visibile e

riconoscibile l'opera. Le sue foto pullulano di sano erotismo artistico. A dominare è la

struttura e lo studio del corpo e dei movimenti, l'abito scompare, ma non passa

inosservato, piuttosto diventa un tutt'uno con il soggetto, una seconda pelle che rianima

la sua essenza e si vende a un pubblico voglioso di esprimere la stessa carica vitale di

eccessi. Fondamentali i colori e i vividi contrasti: arancio, viola, giallo, fucsia e rosso. La

maestria di Testino è nel passare da scatti così violentemente e strutturalmente “finti” a

pose ed espressioni totalmente spontanee come i sorrisi composti e classici di Lady D.

«Adoro lʼidea del cambiamento: poter cambiare idea in un attimo è uno degli aspetti

magici della vita». Non solo moda nella sua vita, ma anche progetti charity. Il suo nome

è legato infatti a “Save the Children”, per cui ricopre il ruolo di ambasciatore ed è stato

protagonista di una raccolta fondi per la costruzione di un parco giochi nell'ospedale

pediatrico di Mosca, specializzato nella cura del cancro. Si annoverano anche

collaborazioni con la Elton John AIDS Foundation, e la fondazione del MATE,

Asociacion Mario Testino, nato nel 2012 a Lima in Perù per sostenere i giovani artisti del

luogo.

«Il mio rapporto con lʼarte contemporanea è un invito a ricordarci quanto sia

importante la libertà dʼespressione. Siamo tutti influenzati dai preconcetti,

condizionati da ciò che gli altri si aspettano da noi, invece di seguire lʼistinto, i

reali desideri e i bisogni». Il celebre fotografo peruviano è un grande amante dell'arte

contemporanea che lo ispira, lo condiziona, anima i suoi lavori. La Pinacoteca Giovanni

e Marella Agnelli di Torino dal 17 maggio al 14 settembre ospita la mostra “Somos

Libres II”, una selezione dalla collezione privata di Mario Testino a cura di Neville

Wakefield. La prima mostra di Somos Libres fu organizzata già al MATE e si prefiggeva

l'obiettivo di analizzare le opere di artisti famosi e di artisti emergenti. Oggi la

riproposizione dell'arte libera, così come è concepita da Testino, comincia con

l'esposizione di foto da lui scattate negli studi di alcuni artisti e prosegue con le opere di

Tauba Auerbach, Richard Avedon, Cecil Beaton, Glenn Ligon, Jonathan Monk, Ugo

Rondinone, Cindy Sherman, Adriana Varejão e Andy Warhol. Il fine è illuminare il

legame sotteso tra fotografia e arte astratta. Una mostra unica per gli amatori del

genere. Per maggiori info su biglietti e orari di apertura qui.

«Il gusto evolve ed è determinato solo dai nostri preconcetti. Il mio consiglio sarebbe

quindi quello di prendersela comoda e di cercare pezzi che lo colleghino a qualcosa di

nuovo, o che gli facciano guardare le cose in modo nuovo». Il consiglio che Testino dà

ai giovani collezionisti – estratto dell'intervista realizzata da Hans Ulrich Obrist e

pubblicata nel catalogo della mostra – altro non è che l'anima del suo agire, la chiave

per aprire lo scrigno segreto dell'arte. L'arte che, per sua stessa natura libre, non può

essere inscritta in regole, dinamiche, scelte; tutto cambia, tutto si evolve e tutto cresce,

perché l'artista altro non fa che dar vita all'espressione astratta della società in

evoluzione.

BRASIL 2014

Argentina – Belgio, 28 anni dopo. CostaArgentina – Belgio, 28 anni dopo. Costa

Rica, ancora un miracolo dietroRica, ancora un miracolo dietro

all’ostacolo Olanda?all’ostacolo Olanda?

Scritto da Manuel Merolla

Una compattaarmataalbiceleste controunʼirriducibileschiera di giovanie spietati DiavoliRossi. LʼaltalenaOranje,caratterizzatadalle migliaia diemozionicontrastanti,contro una dellesorprese di

questo Mondiale o, per meglio dire, la Sorpresa: quella piùduratura, più solida, più vincente. Quella inconfondibile. Lasfida delle 18.00 che si terrà allʼEstadio Nacional di Brasiliasarà il primo, vero banco di prova di Messi e compagni, messigià in difficoltà da unʼaudace Svizzera agli ottavi e costretti anon abbassare la guardia di fronte a un Belgio motivato e benorganizzato. A seguire, il match delle 22.00, in programmaallʼArena Fonte Nova di Salvador, servirà a capire se i primiottantotto minuti di Olanda – Messico sono stati un sempliceincidente di percorso per gli uomini di Van Gaal, ad ognimodo nettamente favoriti rispetto a una Costa Rica che, dopoaver raggiunto il suo traguardo storico, lotterà fino allo stremodelle forze per poter migliorare ancora il proprio record.

Letto 436 volte Leggi tutto...

Brasil 2014, è già tempo di quarti:Brasil 2014, è già tempo di quarti:

Dechamps sfida Loew, la Colombia tentaDechamps sfida Loew, la Colombia tenta

l’impresa contro i padroni di casal’impresa contro i padroni di casa

Scritto da Nello Sorvillo

12/09/14 15:42L'obiettivo di un obiettivo: “explaining mankind to man and…”

Pagina 1 di 5http://www.ilnadir.net/cherry-pick/steichen.html#

«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». Bertrand«Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai». BertrandRussell Russell

Venerdì, 12 Venerdì, 12 Settembre 2014Settembre 2014

Vota questo articolo (1 Vota)

Venerdì, 08 Agosto 2014 09:00

L'obiettivo di un obiettivo: “explaining mankind to man

and…”

Scritto da Caterina Giordano

dimensione font Stampa Email

“Dobbiamo fare di Vogue un Louvre”. Sono gli anni 20 e con queste parole

Edward Steichen, considerato da molti l'iniziatore della fotografia di moda,

esprime un'idea che verrà perfettamente plasmata tra le pagine patinate dei sogni

di ogni donna.

Fotografo e pittore, nato in Lussemburgo, a Bivange, nel 1879, ha poco più di due anni

quando la famiglia si trasferisce negli Stati Uniti. Comincia studiando arte, fino a quando

nel 1895 compra la sua prima macchina fotografica, una Kodak Detective di seconda

mano, e da quel momento comincia il sogno. Con l'intento di unire la passione per i

pennelli a quella per l'obiettivo approfondisce l'arte fotografica pittorialista tra Stati Uniti e

Europa. Gli studi dei fratelli Lumière, che introducono il processo autocromatico

segnando l'entrata del colore in fotografia, rappresentano l'approdo definitivo per un'arte

in cui Steichen si specializza velocemente. Comincia a realizzare foto per “Art et

Décoration” che ritraggono modelle con indosso gli abiti di Paul Poiret: è il 1911 e per

questi suoi lavori viene considerato il primo fotografo di moda al mondo. Convinto

sempre più della propensione artistica della fotografia, apre una galleria newyorkese con

l'amico Alfred Stieglitz, la Little Galleries of the Photo-Secession.

La prima guerra mondiale lo vede impegnato in altro tipo di foto, quelle che Edward

definisce straight, è una fotografia documentaria dove l'artificio pittorialista cede il passo

alla verità storica. In questo periodo è al comando della divisione fotografica

dell'American Expeditionary Force. Con la fine del conflitto torna però alle sue foto

fashion. La collaborazione con Vogue diventa sempre più marcata: già nel 1906 aveva

EDITORIALE

Napoli non è Gomorra né RomanzoNapoli non è Gomorra né Romanzo

CriminaleCriminale

Scritto da Nicola Capolupo

Prima che qualcuno mi accusi di odio razziale, fascismo,irrispettosità nei confronti di una famiglia che ha vissuto e statuttora vivendo un dramma atroce, di quelli che ti mozzano ilfiato, che non cancellerai mai e conserverai per il resto dellatua vita, voglio rivendicare le mie origini campane, sono natoad Avellino che da Napoli, dove si è consumata la tragedia,dista poco più di mezz'ora, i partenopei sono fratelli disangue; ho 23 anni, sei in più di Davide Bifolco, cinque in piùdel suo compagno a stento maggiorenne, uno in più delmilitare che ha fatto partire il colpo, gli stessi del terzoragazzo su quel maledetto motorino; anch'io sono un essereumano, fatto di carne e ossa, e come tale non posso tollerareche un suo quasi coetaneo venga privato di uno dei piùimportanti diritti stabiliti dalla Dichiarazione Universale deiDiritti Umani, quello alla vita.

Anche io sono italiano, per fortuna o purtroppo come cantavaGaber, e rispetto le leggi di questo Paese che mi piacciano omeno; ho stima di chi quotidianamente mette a repentaglio lapropria vita per lottare contro la criminalità, dalle forzedell'ordine ai vari Falcone e Borsellino, eroi indiscussi chenon sono nemmeno degno di nominare; da giovane laureatocomprendo perfettamente il dramma della disoccupazione esostengo il lavoro, quello onesto, quello che sfama le famigliesenza illegalità, con la sola passione e col sudore dellafronte.

Mi auguro di essere stato chiaro nella premessa, e di nonurtare la suscettibilità di nessuno, compresi amici e parentidella vittima, ai quali mi unisco nel silenzio e nel dolore,nonostante il mio punto di vista. Morire a diciassette anni èintollerabile, e chi ha sbagliato deve pagarne le conseguenze,subito.

Letto 487 volte Leggi tutto...

HOME CRONACA POLITICA ECONOMIA LAVORO SOCIETÀ CULTURA TEMPO LIBERO SPECIALI

Search...

12/09/14 15:42L'obiettivo di un obiettivo: “explaining mankind to man and…”

Pagina 2 di 5http://www.ilnadir.net/cherry-pick/steichen.html#

Letto 375 volte

TweetTweet 7

dato vita alla sua prima cover per il numero di Maggio esprimendo un'artisticità fatta di

colori vivi e particolarissimi, ma è nel 1932 che scatta la prima copertina di Vogue a

colori. Ed è già storia. La modella in costume da bagno intero rosso e una palla da

spiaggia tra le mani su uno sfondo blu. Da quel momento le foto di Steichen appaiono

regolarmente su Vogue, collezionando ben dieci cover dell'ambito magazine. La sua

musa ispiratrice è Marion Morehouse, annoverata nell'Olimpo del fashion come una

delle prime modelle professioniste.

Con la seconda guerra mondiale si trova a rivestire i panni di direttore all'istituto

fotografico navale. Da questa esperienza nasce The Fighting Lady, un documentario

che nel 1945 viene premiato con un Oscar. Due anni più tardi è il direttore del

Dipartimento di Fotografia del MoMA. Si impegna in progetti diversi distaccandosi

lentamente dall'ambito strettamente fashion. Muore nel 1973 a 94 anni.

The Pond-Moonlight. È una delle foto più importanti e famose di Edward. La sua prima

fotografia pittorialista, scattata a Mamaroneck, raffigura un bosco dietro il quale si

intravede la luna e un lago in cui ombre e luci si riflettono con suggestione. La

particolarità è nella realizzazione a colori attraverso strati di gomma fotosensibile. Un

vezzo da veri collezionisti, una delle tre copie della fotografia é stata venduta all'asta nel

2006 per la “modica” cifra di 2.9 milioni di dollari.

Cos'è la fotografia pittorialista? Questo genere fotografico interessante e misterioso

nasce nel XIX secolo dall'esigenza di dare valore artistico a un procedimento molto

spesso considerato solo e puramente meccanico. Una foto pittorialista è rappresentata

da una serie di processi tesi a renderla il più possibile simile a un disegno. Se oggi

questo procedimento è facilmente realizzabile attraverso le moderne tecniche di

postproduzione con effetti grunge o con le sovrapposizioni dei proverbiali livelli

Photoshop, un tempo, invece della capacità oserei dire banale di selezionare qualche

pulsante su pc e tablet (e ahimè persino smartphone), erano richiesti una vera e propria

tecnica, ore di lavoro in camera oscura e sul campo – ammaliati dall'arte impressionista

all'aria aperta i fotografi pittorialisti lavoravano spesso immersi nella natura – e l'uso di

strumenti specifici come la gomma bicromata, gli obiettivi soft-focus o la stampa di più

negativi su un unico positivo. La fotografia pittorialista segna insomma le basi arcaiche

del moderno fotoritocco. Tra gli esponenti che restano ammaliati dal mistero del creare

stupendi contrasti di luce e ombra in bilico tra foto e pittura ricordiamo Gustave Le Gray,

Henry Peach Robinson e Julia Margaret Cameron, la regina delle immagini fuori fuoco

che «alla Verità aggiungono Poesia». In Italia nasce persino una rivista del movimento

dal titolo “La fotografia artistica”, mentre tra i maggiori esponenti viene citato Guido Rey.

Nello specifico la fotografia di Edward Steichen è fortemente influenzata dalla luce che

egli modula perfettamente grazie alla sua esperienza di pittore prima che di fotografo.

Ogni sua foto s'impone all'occhio umano come ibrido sogno in bilico tra foto e disegno.

Sfumature, giochi di cromie, sovraesposizioni e ispirazioni magnetiche. Una foto di

moda sicuramente diversa da quella che siamo abituati a vedere oggi, patinata, lucida,

sovraesposta, ma tanto più mistica quanto artistica. Mistero, sogno, gusto vagamente

horror e misticismo. In Steichen è visibile la mano di chi dosa con maestria la luce, ma

ancor meglio il buio, regalando allo spettatore le zone d'ombra in cui si celano i colori e

le espressioni più loquaci che sanno spiegare l'umanità all'uomo e ogni uomo a se

stesso. Nella realizzazione della sua opera più ambiziosa per la rivista Life dal titolo

“Family of Man” in cui raccoglie 503 scatti, scene di vita quotidiana catturate in 68 Paesi

diversi, spiega così di aver indovinato la grande missione della fotografia: “explaining

mankind to man and each man to himself”.

Ultima modifica il Giovedì, 07 Agosto 2014 19:04

You

Pubblicato in Cherry Pick

Etichettato sotto fotografia Fashion cultura moda

CATERINACATERINA GIORDANO GIORDANO

Piace a 2 persone.Mi piaceMi piace

SPORT

Moto Gp, Misano: Rossi alla ricerca delMoto Gp, Misano: Rossi alla ricerca del

primo alloroprimo alloro

Scritto da Mario Ruggiero

Seconda ed ultima tappa in terra "italiana" per

la MotoGp: questo week-end si corre a Misano,

a pochi passi dalla riviera riminese,

nell'autodromo intitolato alla memoria di Marco

Simoncelli, il centauro di Cattolica morto tragicamente il 23

ottobre 2011 nel corso del Gran Premio di Malesia, a Sepang.

Inaugurato nel 1972, lungo 4.226 m, nel corso dei suoi 42

anni di onorata carriera, il circuito ha subito numerose

modifiche ma ha sempre riscosso pareri favorevoli da parte

dei piloti. Il 5 settembre 2010 (nonostante la pista avesse

subito da poco ulteriori correzioni soprattutto per la

sicurezza) morì il giovane pilota giapponese della Moto2

(categoria inferiore alla MotoGp) Shoya Tomizawa in un

drammatico incidente occorso durante la gara. Per il centauro

nipponico non ci fu nulla da fare, ed a proposito di piloti del

Sol Levante, la via d'accesso al circuito è stata dedicata a

Dajiro Kato, altro pilota deceduto prematuramente in una

corsa del Motomondiale e assiduo frequentatore di Misano

Adriatico.

Letto 13 volte Leggi tutto...

L’Italia va con Zaza e Bonucci: merito diL’Italia va con Zaza e Bonucci: merito di

Conte?Conte?

Scritto da Nello Sorvillo

Azerbaigian, Malta, Croazia, Bulgaria eNorvegia: queste, tra andata e ritorno, sono leformazioni che lʼItalia si troverà ad affrontare, daqui al 13 ottobre 2015, per la conquista dellaqualificazione ai prossimi Europei. Il nuovo corso, targatoAntonio Conte, partito con non pochi dubbi e perplessità, hadato subito i suoi frutti: 2-0 nellʼamichevole di lusso controlʼOlanda, medesimo risultato contro i norvegesi di Hogmo,squadra giovane, ben posizionata in campo ma poco attivasottoporta, di sicuro tra le possibili pretendenti per il secondoposto nel proprio raggruppamento o, mal che vada, per ilpassaggio del turno in qualità di miglior terza. Il nome dacopertina del match contro Flo e compagni è senza alcundubbio quello di Simone Zaza, talento purissimo delSassuolo, sicuro protagonista del campionato di Serie Aappena cominciato, voglioso di diventare protagonista dellaNazionale e, perché no, della Juventus che verrà.

Letto 216 volte Leggi tutto...

04/04/13 11:25La fotografia di moda: il celebre caso di Helmut Newton

Pagina 1 di 4http://www.ilnadir.net/cherry-pick/la-fotografia-di-moda-il-celebre-caso-di-helmut-newton.html

«A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?» (Totò) «A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?» (Totò)

Giovedì, 4 Giovedì, 4 Aprile 2013Aprile 2013

Vota questo articolo (13 Voti)

Domenica, 10 Marzo 2013 09:00

La fotografia di moda: il celebre caso di Helmut Newton

Scritto da Caterina Giordano

dimensione font Stampa Email

Che cos'è la fotografia di moda? Ci soffermiamo su questo tema, tassello

importantissimo e fondamentale nel fashion marketing, in onore di uno dei più

grandi artisti del settore e della mostra allestita a Roma nel Palazzo delle

Esposizioni che ospiterà fino al 21 Luglio 200 scatti dell'amatissimo autore.

Parliamo di Helmut Newton che con le sue fotografie ha introdotto il nudo nella

moda.

Voyeurismo, sadomasochismo, feticismo. Accusato. Discusso. Conteso. Il suo gusto per

il nudo ha indubbiamente fatto discutere. Ha con le sue opere catturato bellissime

modelle, soffermandosi su particolari che gli altri si sono lasciati sfuggire. Ogni sua foto

era frutto di una sperimentazione lunga, studiata, ideata e argomentata. Su libri e

taccuini egli fermava le sue mirabili idee per poi trasformarle in realtà sul set. Come un

pittore disegnava sulla tela/pellicola linee e spazi risultato di personali esperienze

sensoriali. Ogni dettaglio, ogni sfumatura di luce era voluta e ricercata.

La White Women, Sleepless Nights, Big Nudes è una mostra organizzata dalla Helmut

Newton Foundation per raccontare la carriera dell'avanguardista fotografo. Un Helmut

nuovo, insolito, diverso, non solo nudo nell'esposizione che prende il nome dai suoi tre

famosissimi libri. White Women è un'opera del 1976 con cui Helmut diffonde il nudo nel

mondo della moda, Sleepless Nights del 1978 raccoglie invece i suoi lavori per diversi

DALLA CANNELLA ALLA BRACE

Un'idea originale: la Coppa Garibaldi

Le tagliatelle sono una tipica pasta

italiana, originaria del centro. Tanto

buone quanto famose, vennero

addirittura vietate dal futurista

Marinetti,… Leggi tuttoLeggi tutto

BOTTE E RISPORT

Voi chiedete, noi rispondiamo - 13°appuntamento

Benvenuti al tredicesimo

appuntamento con la nostra

consueta rubrica "Botte e risport",

rubrica settimanale sul mondo dello

sport. Domande tecniche…

Leggi tuttoLeggi tutto

CHERRY PICK

Cinderella…e se il sogno diventasse

HOME CRONACA POLITICA ECONOMIA LAVORO SOCIETÀ CULTURA TEMPO LIBERO SPECIALI

Search...

04/04/13 11:25La fotografia di moda: il celebre caso di Helmut Newton

Pagina 2 di 4http://www.ilnadir.net/cherry-pick/la-fotografia-di-moda-il-celebre-caso-di-helmut-newton.html

Letto 303 volte

TweetTweet 3

magazine e infine il più noto Big Nudes del 1981 dove esplode il suo stile erotico-

urbano. Donne forti, giunoniche, sensuali, aggressive. Donne occidentali colte

nell'emancipazione figlia di quegli anni.

Helmut Neustädter, questo il suo vero nome, nasce nella cruenta Berlino del 1920. Di

origini ebraiche, sarà costretto a lasciare i suoi natali a causa delle leggi razziali per

trasferirsi a Singapore dove potrà esercitare la passione che lo ha contagiato fin

dall'infanzia: la fotografia. I suoi scatti segnano pian piano la storia dei più importanti

periodici del fashion: Vogue, Harper's Bazaar, Elle, GQ, Vanity Fair, Max e Marie Claire.

Affascina case di moda come Chanel, Gianni Versace, Blumarine, Yves Saint Laurent e

Dolce&Gabbana. Immortala attrici come Catherine Deneuve e Charlotte Rampling. Vive

tra Montecarlo e Los Angeles. Muore nel 2004 all'età di 84 anni per un tragico incidente

stradale a Hollywood quando la sua auto si schianta contro il muro dell'hotel Chateau

Marmont, luogo che lo aveva ospitato nei suoi anni californiani. Helmut sarà sepolto nel

cimitero ebraico di Friedenau in Germania.

«Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che

riassumono l'arte della fotografia» per Helmut.

Helmut Newton è solo uno dei tanti artisti che hanno e continuano tuttora ad affascinare

le pagine delle copertine patinate. Cos'è la fotografia di moda? Come ogni scatto, ha la

capacità di cogliere l'attimo irripetibile che si nasconde dietro un click ma sa fare in tale

ambito molto di più. Alcuni confinano questo tipo di arte a mera forma di

pubblicizzazione, uno scopo che nasconde solo un fine economico. Dietro la foto di

moda si nasconde invece ben altro, parliamo della capacità di cogliere lo Zeitgeist cioè

lo spirito del tempo. Attraverso la fotografia possiamo conoscere atteggiamenti e abiti

che racchiudono e spiegano non solo la moda di una determinata epoca, ma con essa

tutta la storia del costume e quindi di una determinata società. È un'arte, frutto di studi e

approfondimenti. Tutti possono fotografare un abito, ma pochi sanno far passare

quell'abito alla storia. Tra i più grandi artisti del fashion click va citato il francese Guy

Bourdin, l'italo-peruviano Mario Testino, lo svizzero Michel Comte, l'italiano Paolo

Roversi, l'inglese John Rankin Waddell, lo statunitense amatissimo Irving Penn, fino al

nostro celebre Oliviero Toscani.

Sfogliando oggi le riviste di settore siamo subissati da tantissime immagini pubblicitarie

più che artistiche e talvolta ci allontaniamo dalla scoperta della vera arte. Siamo

talmente assuefatti alle immagini commerciali che distogliamo l'attenzione dal bello, dal

ricercato, dal diverso. Una delle campagne pubblicitarie di moda che mi ha

maggiormente colpito nell'ultimo periodo è quella di Dolce&Gabbana (uomo e donna).

La famiglia siciliana ritratta in riva al mare, fuori ad un portone, in una stretta strada

durante una festa di paese. Semplicità. Spontaneità. Ricercatezza. Uno splendido mix

dove il lusso degli abiti in pizzo si mescola ad uno sfondo memore di un amore

sconsiderato per la Sicilia e l'Italia. La bravura del fotografo si condensa nella capacità di

cogliere perfettamente tutti i personaggi, coordinandoli nella loro unicità e

caratterizzandoli singolarmente nella loro complessità. Una sorta di neorealismo

fotografico, dove accanto a testimonial famose come Monica Bellucci e Bianca Balti si

profilano persone normali, signori anziani dalla storica coppola e bambini in calzoncini

che sembrano spontaneamente colti nelle strade sicule in una piacevolissima atmosfera

un po' retro per essere immortalati sui nostri giornali patinati.

Ti è piaciuto l'articolo? Visita la nostra pagina e continua a seguirci cliccando su “Mi

piace”.

Ultima modifica il Lunedì, 11 Marzo 2013 20:30

YouMi piace Piace a te e ad altre 13

persone.

Cinderella…e se il sogno diventasserealtà?

Il magico mondo della moda ha il

potere di trasformare attraverso

ingegno e passerella, ago e filo,

l'impossibile in reale.…

Leggi tuttoLeggi tutto

A M'ARCORD

Dal verde al rosa, 117 volte grazie Gazzettadello Sport

Lo sport accompagna gli italiani da

oltre un secolo e il mezzo con cui lo

si segue maggiormente, sul web…

Leggi tuttoLeggi tutto

FUORI DAL MONDO

Essere rom in Italia

In Italia i diritti umani nei confronti

delle minoranze etniche non sono

rispettati. Lo rivela lʼOnu, la Cerd,

Amnesty International…

Leggi tuttoLeggi tutto

HARD TIMES

La resurrezione dopo Pasquetta

03/11/14 17:34Verismo fotografico | il Nadìr.net

Pagina 1 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/verga/

LUNEDÌ 3 NOVEMBRE, 2014

POLITICA ESTERI CRONACA CULTURA SOCIETÀ TECNOLOGIA SPORT

CUCINA CHERRYPICK EVENTI FOTO +

HOME CHERRYPICK FOTOGRAFIA VERISMO FOTOGRAFICO

FOTOGRAFIA

0 LIKES

0 COMMENTS

PRINT

CATERINAGIORDANO

TAGS

CHERRYPICK

Verismo fotograficoDI CATERINA GIORDANO • SABATO 18 OTTOBRE, 2014

«Tutti individuarono nel mondo popolare e borghese

delle varie regioni (Sicilia, Napoli, Toscana, Abruzzi,

Sardegna ecc.) una miniera di osservazioni non ancora

sfruttate dalla narrativa italiana, e in ogni modo

lontanissime dal sentimentalismo convenzionale della

narrativa tardo-romantica». Così l’enciclopedia Treccani

spiega la voce VerismoVerismo raccontando l’arte di Capuana, De

Roberto, Di Giacomo, Serao, Fucini, Deledda e soprattutto

Giovanni Verga.

Vi starete chiedendo cosa ha in comune la fotografia –

sotto la cui voce si ascrive tale approfondimento – con la

letteratura verista. Il filo che le unisce è sottile quanto

palese, perché i veristi da sempre hanno raccontato, e a

imperitura memoria racconteranno, uno spaccato di

storia, di vita, d’impronte lasciate sulla terra campestre,

lavoratrice e scarna degli ultimi anni dell’800 italiano.

Una delle pagine più belle della letteratura nostrana,

che, per sua stessa definizione, fotografa e restituisce

vera la società del tempo, ed è proprio in questa ossessiva

03/11/14 17:34Verismo fotografico | il Nadìr.net

Pagina 2 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/verga/

GIOVANNIVERGA

LETTERATURA

documentazione formale che il verismo incontra la

fotografia. Tutto vero fin qui, ma c’è di più.

Pochi sanno che il padre del Verismo italiano, autore tra

gli altri del capolavoro Malavoglia, tale Giovanni Verga,

era oltre che

scrittore, un

fotografo, o

meglio come egli

stesso sosteneva

non era

«sfuggito al

contagio

fotografico»

confessando

«che questa

della camera

nera è una mia

segreta mania».

Amava scattare foto nei luoghi circostanti per imprimere sul negativo ciò che

già con la penna esprimeva ottimamente. Chi leggendo le sue attente

descrizioni – quasi sempre in bianco e nero, poco citati i colori ad eccezione

del rosso – non ha immaginato la Casa sul Nespolo o la miniera del Rosso

Malpelo costruirsi parola dopo parola? Un binomio fantastico, il

completamento dello scritto attraverso una documentazione che Verga tiene

stretta nel riserbo del suo armadio, perché non c’è altra immagine da

aggiungere a quelle disegnate nei suoi romanzi e novelle.

La storia che si cela dietro la scoperta delle malandate lastre ritrovate sul

fondo di un armadio della sua casa catanese nel 1966 dal Prof. Giovanni

Garra Agosta, ha la poeticità tipica del novecento in bianco e nero. 448

negativi, di cui 327 lastre in vetro e 121 in celluloide, datati dal 1878, alcune

rotte e altre emulsionate dal tempo, lasciate lì come un tesoro da scoprire.

Restaurate in collaborazione con 3M nascondevano i volti della sua famiglia,

dei suoi colleghi, come Capuana e De Roberto, della Duse, degli editori

Treves, ma soprattutto i volti degli umili, personaggi delle sue storie, l’Italia

rurale, i paesaggi di Vita dei Campi del 1880.

03/11/14 17:34Verismo fotografico | il Nadìr.net

Pagina 3 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/verga/

Verga viene

avvicinato all’arte

dello scatto dallo zio

Salvatore Verga

Catalano e con la sua

macchina fotografica

a cassetta pratica

come tutti gli

intellettuali del

tempo la nuova e

dilagante arte. Nelle

sue foto è evidente e

vivida la ricerca del

vero, rifuggendo

dall’artificio e dal lavoro di costruzione, c’è l’attenzione a cogliere

l’espressività, le atmosfere campestri, le sfumature sentimentali, ma tutto

scarno di aggiunte stilistiche e rigorosamente narrato dal vero.

Prima scrittore o fotografo? La vera domanda posta da molti è se la

fotografia abbia ispirato i suoi romanzi o i suoi romanzi abbiano ispirato la

fotografia. I critici si sono sprecati tra date, documenti e carteggi, ma la

verità è custodita nella palese ammirazione per il vero: che sia essa espressa

in foto o in scrittura risponde sempre all’esigenza di descrivere in modo

imparziale e dettagliato il contesto. Ammirando le sue foto è facile osservare

come sembrano prendere vita i personaggi verghiani. Tale sentire ha insito

in sé un misticismo che, contrariamente al dire più accreditato secondo cui

per Verga la fotografia fu solo una passione e solo in alcuni casi la foto servì

allo scrittore come documento per descrivere gli ambienti narrati, rende

piacevole immaginare uno splendido tout se tient dove parole e scatti si

cedono reciprocamente il passo.

Alcune delle lastre restaurate grazie alla Fondazione 3M saranno oggetto di

una mostra – che esporrà per ovvi motivi non le lastre originali, in pericolo

di disfacimento e troppo delicate da maneggiare, ma delle stampe ricavate

da esse – tesa a cogliere lo stretto e affascinate fil rouge che lega scrittura,

fotografia e storia. Dal 18 ottobre al 23 novembre a Busto Arsizio, Palazzo

Marliani Cicogna, P.zza Vittorio Emanuele II, sarà possibile visitare la mostra

GIOVANNI VERGA, Scrittore e FotografoGIOVANNI VERGA, Scrittore e Fotografo. La rassegna fa parte del

progetto Festival Fotografico Europeo 2014 , un evento ideato in

collaborazione con Afi-Archivio Fotografico Italiano con in programma circa

40 mostre, sul territorio che da Varese si estenderà fino a Milano, seminari,

03/11/14 17:34Verismo fotografico | il Nadìr.net

Pagina 4 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/verga/

LASCIA UN COMMENTOLa tua email non verrà pubblicata. I campi obbligatori sono contrassegnati *

workshop, proiezioni, multivisioni, cinema e musica, letture dei portfolio,

presentazione di libri, concorsi, lezioni magistrali. La mostra su Verga curata

da Roberto Mutti espone circa 45 scatti che raccolgono immagini di parenti,

volti scottati dal sole, semplicità rurale e paesaggi catanesi, tanti paesini

dove il tempo sembra essersi fermato proprio come nelle sue storie.

Un fotografo che viene spesso raccontato come molto critico con se stesso,

attento, minuzioso nel dettaglio e allo stesso tempo spontaneo ed

estremamente documentale. Un susseguirsi di volti e casette arroccate in cui

sembrano sfumare i suoi pensieri, echeggiare le sue parole e dove spunta poi

qualche donna ben vestita, di rango un po’ più alto, per segnare ancora di

più l’interconnessione forte e vivida con la sua letteratura che disegna, dai

Malavoglia a Mastro Don Gesualdo, la scalata verso il progresso, il desiderio di

benessere, l’ambizione a elevarsi socialmente, fotografando con lucidità e

lungimiranza il cambiamento dell’uomo del Novecento, che non sapeva più

vivere soltanto di terra e di pane.

Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni,

perché il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad

ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo

tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli

nei quali si rompe, e par la voce di un amico. […] Così stette un gran pezzo

pensando a tante cose, guardando il paese nero, e ascoltando il mare che gli

brontolava lì sotto. […] Egli levò il capo a guardare i Tre Re che luccicavano, e la

Puddara che annunziava l’alba […].

Condividi:

1

4

NOME * EMAIL * SITO WEB

COMMENTO

14/12/14 18:40Giampaolo Sgura: il fotografo dei sogni | il Nadìr.net

Pagina 1 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/giampaolosgura/

DOMENICA 14 DICEMBRE, 2014

POLITICA ESTERI CRONACA CULTURA SOCIETÀ TECNOLOGIA SPORT

CUCINA CHERRYPICK EVENTI FOTO +

HOME CHERRYPICK FOTOGRAFIA GIAMPAOLO SGURA: IL FOTOGRAFO DEI SOGNI

0 LIKES

0 COMMENTS

PRINT

CATERINAGIORDANO

TAGS

CHERRYPICK

Giampaolo Sgura: ilfotografo dei sogniDI CATERINA GIORDANO • DOMENICA 14 DICEMBRE, 2014

Giampaolo Sgura. Italiano, precisamente fasanese.

Classe 1975. È uno dei fotografi più richiesti, poliedrici e

fantasiosi nel fashion world odierno. Da Fasano si

trasferisce a Milano per studiare architettura e non può

non cedere al fascino del fashion. Scelta che pagherà

direttamente con il successo. Vive oggi tra la capitale

della moda nostrana e New York, mentre le sue opere

riempiono le pagine dei più importanti giornali patinati:

Vogue Paris, Vogue Japan, Vogue Germany, Vogue Spain,

Vogue Brasil, Teen Vogue, InStyle US, GQ, per citarne

alcuni. Ha collaborato con Dolce & Gabbana, Cavalli,

Moschino, Pinko, MSGM, H&M e tanti altri.

Femminilità. Glamour. Icon. Sono le tre parole d’ordine

che sposandosi al gusto del colore danno vita al concept

fotografico di Giampaolo. Due i suoi maestri, la cui ombra

si riflette indissolubilmente nei suoi scatti: Richard

Avedon , da cui ha appreso la pittoricità dell’artificio

14/12/14 18:40Giampaolo Sgura: il fotografo dei sogni | il Nadìr.net

Pagina 2 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/giampaolosgura/

D&G

FASHION

FOTOGRAFIA

GUCCI

MOSCHINO

nella foto, lo scherzo, la burla, il non detto che si cela

attraverso il dettaglio; e Irving Penn , che si intravede

nei suoi scatti in bianco e nero, nella pulizia del ritratto,

nella profondità che dona al soggetto.

Ad arricchire il portfolio di Giampaolo è giunta l’ultima,

coraggiosa, iconica ed evocativa opera: una vera doll-

mania alla base del suo lavoro per Vogue Paris,

contenuto nel numero dicembre/gennaio 2015.

Magdalena Frackowiak e Elisabeth Erm diventano bambole fashion in

scatole di plastica e cartone, con tanto di riflessi.

Il progetto non poteva che avere inizio con il celeberrimo Moschino e la

collezione Barbie Inspired del suo sconvolgente art director Jeremy Scott che

ha colorato la sfilata di settembre della fashion week milanese di rosa

shocking, pattini, specchi e chiome biondo platino. Le sue ragazze sono

diventate Barbie e la bambola più famosa del mondo ha vestito i panni

ridottissimi della sua sfavillante collezione. Arriva ora Sgura a immortalare

un’idea: la bambola Moschino rigorosamente Pink e con dettagli di plastica,

tra scarpe, orecchini, bigodini, iPhone-case a specchio, catene dal classico

simbolo di Pace e capelli cotonatissimi.

Segue Louis Vuitton che sceglie, per il suo pacchetto fashion, un completo

rosa e naturalmente il suo Monogram, ora più che mai sotto i riflettori, dove

spiccano le stupende creazioni frutto dell’interpretazione dell’IconoclastaIconoclasta

Christian Louboutin .

Dior resta classico. Domina il grigio in un ambiente marmoreo e sobrio.

14/12/14 18:40Giampaolo Sgura: il fotografo dei sogni | il Nadìr.net

Pagina 3 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/giampaolosgura/

Visivamente centrale l’iconica busta bianca con scritta nera dal logotipo in

mostra. A vestire la modella in scatola uno splendido abito verde e nero con

vaghe fantasie floreali destrutturate ed evocate. A completare gli accessori

oltre a borse e gioielli anche una collezione home di piatti e bicchieri.

Saint Laurent è un’esplosione rock con tanto di chitarra, equalizzatore e

microfono. Ma anche pattini e tante paillettes per un look disco splendente.

GIAMPAOLO SGURA VOGUE PARIS

– MOSCHINO

GIAMPAOLO SGURA VOGUE PARIS

– D&G

GIAMPAOLO SGURA VOGUE PARIS – CHANEL

14/12/14 18:40Giampaolo Sgura: il fotografo dei sogni | il Nadìr.net

Pagina 4 di 5http://www.ilnadir.net/cherrypick/giampaolosgura/

Dolce & Gabbana si presenta nella sua ultima variante spagnoleggiante.

Rosso fuoco. Nero corvino. Chitarra, ventagli e una vasta scelta di borse

dorate. Curiosità. È Sgura il fotografo autore degli scatti delle splendide

campagne D&G ambientate nella Sicilia vivida e d’altri tempi. Un lavoro

minuzioso e imperante. Giampaolo ha saputo infatti, con il suo obiettivo,

immortale l’anima viva del sud siculo, la sensualità, l’eleganza e il calore

della terra del sole tra pizzi, processioni e limoni. Splendidi scatti che come

spaccati di vita italiana hanno introdotto nel mondo del fashion un

neorealismo fotografico di rara riproduzione. Un capolavoro che solo da vero

italiano, ancor di più meridionale, poteva raccontare.

Arricchiscono la collezione altri maestri del fashion. Chanel conserva il suo

stile black and white con perle, profumi e smalti per un look anni 20. Gucci

esalta l’anima cavallerizza del marchio con tanto di cavallo sulla confezione

– in pieno stile Mattel – morsetto, sottosella verde-rosso-verde, stemmi,

fantini e coppe. Valentino è un’esplosione di farfalle, fiori e colori; a

completare l’idillio una bianca bici e un coniglio bianco, per un look da Alice

in Wonderland. Emporio Armani si presenta maschile estremamente

accentuato da bombetta e bastone con il tocco vezzoso del cagnolino di pezza

da portare a spasso. In Fendi domina l’arancio in tenuta da tennis. Ralph

Loren è gold per un tributo a stelle e strisce. Chiude Miu Miu in azzurro con

fiocchi doll e pon-pon per un gusto nostalgicamente Sixteen.

Un servizio fotografico ricco di spunti, inusuale ed estremamente curato nel

dettaglio. In sintonia con il Natale, periodo in cui tutte le bambine del

mondo sognano nelle sfavillanti vetrine addobbate la bambola dei sogni da

scartare allo scoccare della mezzanotte del 25 dicembre, quella da scegliere

tra le tante e inserire nella letterina dei desideri da spedire a Babbo Natale

nella speranza che la ricevi e che accolga la preghiera.

Se l’idea è strabiliante, tecnicamente la resa è ancor più riuscita. Lo studio

della luce, il riflesso, la posizione degli accessori. Un viaggio nel mondo

plastificato dei sogni di ogni bambina che restituisce alla donna adulta la

magia di sognare, la gioia di avere oggetti chiusi in una confezione dai mille

desideri. Un trucco perfetto per ritornare bambine, perché in fondo cos’è

una donna in balia dello shopping se non una bambina cresciuta che si

distacca dal mondo per sognare ancora un po’.

Never confuse fashion with style and sex with love!

Parola di Giampaolo Sgura.

Quale fashion doll ordinereste a Babbo Natale?