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Data e Ora: 11/03/10 22.47 - Pag: 47 - Pubb: 12/03/2010 - Composite Stefano Santospago si misura con Thomas Ber- nhard: con la regia di Cesare Lievi, il popolare attore prova al Teatro S. Chiara, in Contrada S. Chiara 50/a in città, dove «Semplicemente complicato» debutte- rà domani, sabato, alle 20,30. La «stanza misera e tra- sandata» in cui si svolge l’azione è di Josef Frommwie- ser, le luci di Gigi Saccomandi. Un attore di 82 anni parla con se stesso rievocando frammenti di vita e di teatro; il suo unico contatto col mondo è una bimba (interpretata da Marta Agoni) che due volte la settimana viene a portargli il latte. A lei il vecchio confesserà di odiare il latte, che butta via regolarmente, ma di tenere molto al rapporto umano con la piccola interlocutrice. Lo spettacolo (che ha debuttato il 7 maggio 2009 al Piccolo Eliseo di Roma) è una coproduzione del Ctb col Teatro Biondo Stabile di Palermo, col sostegno di Fondazione Cariplo, Fondazione Asm e di Next 2008 della Regione Lombardia. Al S. Chiara repliche fino all’11 aprile (sospeso dal 2 al 5 aprile; feriali 20,30; do- menica 15,30; lunedì riposo. Info: 030.2928611/617). Santospago, fra lei e Lievi, chi ha avuto l’idea di mettere in scena questo testo? La proposta è partita da Lievi, che è un grande co- noscitore della drammaturgia tedesca. Lui ha cono- sciuto personalmente Bernhard e ha visto l’edizione storica di questo testo, interpretata dal grande Mi- netti. Lievi non voleva un attore vecchio, ma un’inven- zione di vecchio. Come ha lavorato per questo invecchiamento artificiale? Queste sono le parti più divertenti del mio lavoro. Uno cerca di sentire più fatica di quanta non ne senta veramente. Dopo un po’, ti accorgi di camminare co- me dentro un acquario. Poi c’è l’andatura, il trucco... e le ossessioni senili. Mi sono aiutato con i gesti che si ripetono... Si è ispirato a qualche vecchio della sua famiglia? Ho avuto un nonno morto a 102 anni e un padre morto a 94. Ma mi sono ispirato a uomini diversi. Que- sto è un vecchio scostante, che risulta simpatico per quanto è antipatico. Accade ai personaggi di Ber- nhard: è come se prendessero su di sé le nostre rab- bie, quando vorremmo mandare tutti a quel paese, ma non possiamo farlo. Loro lo fanno anche per noi. Ragione e follia, verità e recitazione sono temi for- ti di «Semplicemente complicato»... Il vecchio si mette la corona di Riccardo III, come se cercasse di recuperare un sé perduto. Non è stato un grande attore, non ha avuto molto successo: si vanta di aver recitato in teatrini di secondo piano. Non è un testo facile da interpretare... Il testo è quasi senza punteggiatura e continua- mente spezzato. È un testo del ’900, che fa i conti con la frammentazione della realtà e del pensiero. Ma è un testo che piace molto al pubblico. Il vecchio è so- lo, i suoi smarrimenti non sono solo follia, ma fanno parte della sua realtà. E la bambina, cosa rappresenta per lui? È tutto ormai: come se il giorno che lei non lo venis- se più a trovare, fosse per lui il giorno della morte. Altri impegni di lavoro? Ultimamente ho fatto molta tv: ora sto ultimando la fiction in sei puntate «Il peccato e la vergogna», in onda su Canale 5 il prossimo autunno: una storia tra- gica, ambientata al tempo delle leggi razziali. Paola Carmignani Santospago: «Sono invecchiato per Lievi» Parla l’interprete, che domani debutterà al Teatro S. Chiara in «Semplicemente complicato» di Bernhard Coproduzione del Ctb con lo Stabile di Palermo. «E in autunno mi vedrete in una nuova fiction» Scritto, come altri testi di Ber- nhard, per il grande attore tede- sco Minetti nel 1986, «Semplice- mente complicato» (in alto una scena; a sin. il protagonista) è af- fidato a Stefano Santospago, che il regista gardesano Cesare Lievi (foto a destra) ha già diretto in «Tradimenti» di Pinter e nel suo «Fotografia di una stanza» PROVA D’ATTORE BRESCIA Sono già esauriti (o quasi) i coupon gratuiti per alcu- ni degli spettacoli proposti da «Crucifixus - Festival di Prima- vera», la manifestazione camu- na (e non solo), che quest’anno propone anche in città una setti- mana di spettacoli e appunta- menti. Nei primi giorni di distribuzio- ne dei coupon gratuiti per assi- stere agli spettacoli c’è stata grande richiesta da parte del pubblico. Già esauriti i coupon per lo spettacolo inaugurale: «Erodiàs» di Giovanni Testori con Sandro Lombardi (lunedì 15 marzo a S. Giulia alle 20.45). Esaurita la disponibilità anche per «Stomaco vuoto» (19 marzo, 20.45 Oratorio di S. Zanino). «Rock Passion Live» a Breno (16 e 17 marzo alla Metalcam) è tutto esaurito. Ancora qualche coupon disponibile, invece, per le due repliche previste all’Atb Riva-Calzoni di Roncadelle (20/21 marzo, alle 20.45). Ancora qualche disponibilità anche per il «Misterio del Cristo de Los Gascones» (Duomo Vec- chio di Brescia 18 e 19 marzo, al- le 22) della compagnia spagnola Nao d’amores, presentato in pri- ma ed esclusiva nazionale in oc- casione di «Crucifixus - Festival di Primavera». Un viaggio nel- l’antico mondo del teatro sacro iberico, un Cristo marionetta agisce la sua vita, come un atto- re, sulla scena. Le donne canta- no e raccontano ciò che accade, rendendo presenti fatti passati. Il mistero di Cristo è presentato in questa suggestiva location, in cui antico e contemporaneo si fondono. Per ritirare i coupon degli spettacoli che si svolgono a Bre- scia, fino ad esaurimento dispo- nibilità, ci si può rivolgere all’In- foPoint del Comune di Brescia in Piazza Loggia 13/b (largo For- mentone; telefono 030.2400357). Aperto dal lunedì al sabato dal- le 9.30 alle 18.30; domenica dalle 10 alle 18. Monica Guerritore e il suo libro oggi in città «Natale nelle Pievi» 2010: si cercano testi inediti «Crucifixus»: corsa ai coupon alcuni già esauriti BRESCIA Oggi alle 16,30 Monica Guer- ritore è ospite a La Feltrinelli, in corso Zanardelli 3 in città, per la presentazio- ne del suo libro «La forza del cuore - Le sfide della mia vita» (Mondadori, pp. 192, 17,50 u). Introduce Paolo Corsini, coordina Piera Maculotti. L’attrice sa- rà intervistata da Nino Dolfo. L’evento è promosso dalla libreria, in collabora- zione con l’Associazione di Cultura Po- litica. «La forza del cuore» - si legge nel- la presentazione - è «un memoir coin- volgente, femminile, intenso». La sto- ria artistica, iniziata a 16 anni con Strehler, si intreccia a quella persona- le, con la sofferta delusione d’amore per Giancarlo Giannini, l’incontro di la- voro e di passione con Gabriele Lavia che la rende madre, la separazione do- lorosa e la riscoperta di sé. Della vita fa parte anche la malattia: «La Guerrito- re racconta che la si può battere, an- che se grave come un tumore al seno, e parla delle scelte che hanno fatto di lei quello che è oggi». Monica Guerritore, romana, è inter- prete di teatro, di cinema e di tv. Ha esordito con Strehler, si è legata senti- mentalmente e artisticamente a Ga- briele Lavia, e dopo la separazione da lui nel 2001 ha recitato con Giancarlo Sepe («Madame Bovary», «Carmen», «La Signora delle Camelie»). Lavia l’ha diretta in numerosi film, tra cui «Scan- dalosa Gilda» (1985), «Sensi» (1986) e «La Lupa» (1996). Ha partecipato a «Un giorno perfetto» di Ozpetek e «Il seme della discordia» di Pappi Corsica- to, ha recitato nel documentario sulla tragedia della ThyssenKrupp di Mim- mo Calopresti. In teatro è stata anche regista e autore («Giovanna d’Arco», «Dall’Inferno all’Infinito», rappresenta- to anche nel Bresciano). Tornerà in te- atro con Gabriele Lavia l’8 aprile al tea- tro Argentina di Roma con «Danza di morte» di Strindberg. È già Natale per l’associazione culturale Artea Teatro Europa, che in preparazione della sesta edi- zione della rassegna «Natale nelle Pievi», in pro- gramma il prossimo inverno, seleziona testi in dia- letto bresciano. L’invito ad inviare il materiale è aperto a tutti e la partecipazione è gratuita ed indi- viduale. Sono ammessi lavori di gruppo. Si richiede che gli scritti: abbiano come tema il Natale in ogni possibile sfumatura (il Presepe, il viaggio dei Re Magi, l’Annunciazione, la Nascita, la figura di Maria, racconti popolari, ricordi di fa- miglia, la Notte di Natale, la stella cometa, l’albero addobbato, il cibo... e tutto ciò che la creatività de- gli autori può ricavare da questo tema); che non siano mai stati pubblicati, letti pubblicamente o interpretati; che non superino le 15 pagine; che non consistano in traduzioni (né letterali né libe- re) di testi sacri o preghiere. È concessa ampia li- bertà per quanto concerne il genere (testi in pro- sa, poesie, canzoni, soggetti teatrali, riflessioni per- sonali, brevi novelle). Le opere, in tre copie firmate e accompagnate dai dati anagrafici dell’autore, devono essere invia- ti entro il 30 aprile all’associazione Artea Teatro Europa, via Fornaci 2/a, 25131 Brescia. Informazio- ni: 030-3580360 e www.natalenellepievi.com. BRESCIA Sul palco interpretano tre perso- naggi. Il contadino Strepsiade, perseguitato dai creditori a causa dei soldi sperperati dal figlio. Fidippide, il figlio, inviato dal padre al Pensatoio di Socrate per apprendere l’arte di prevalere, con la furbizia e i cavilli dialettici, in ogni confronto. Il filosofo Socrate, emble- ma, con i suoi sofismi, della nuova filosofia. Annibale Pavone, nelle vesti di Strepsiade e Massimiliano Speziani, nel doppio ruolo di Fi- dippite e Socrate sono in questi giorni a Bre- scia (completano il cast Maurizio Rippa e Marco Cacciola) con il Teatro Stabile del- l’Umbria che mette in scena, con la regia di Antonio Latella, «Le Nuvole», uno dei capola- vori di Aristofane (repliche al Teatro Sociale, via Cavallotti 20, stasera e domani alle 20.30, domenica alle 15.30, info 030.2928611). Essenziali negli abiti di scena, rigorosamen- te in nero, in perfetta armonia con l’asciuttez- za della scenografia, gli attori sul palco mesco- lano registri diversi, dalla commedia pura alla clownerie e al varietà. Il testo di Aristofane richiama l’attualità con maestri e discepoli impegnati a insegna- re e ad imparare i segreti per abbindolare gli altri, prevalendo in ogni scontro dialettico. «La realtà entra dentro il testo, come se Ari- stofane avesse colto dinamiche che si trasci- nano da millenni - sottolinea Speziani, che ab- biamo incontrato con Pavone poco prima di una delle repliche dello spettacolo -. Nella no- stra interpretazione non c’è un riferimento preciso a personaggi di oggi. Cerchiamo di far scattare un meccanismo di identificazione che suggeriamo al pubblico, attingendo in un certo senso al nostro circo, al nostro cabaret personale». Portando in scena la commedia di Aristofa- ne, gli attori «entrano ed escono continua- mente dal testo, usando vari generi teatrali». «Il regista ci ha scelto perché abbiamo una no- stra peculiarità - spiega Pavone - . Sul palco- scenico noi interpretiamo il testo, ma contem- poraneamente lo guardiamo dall’esterno». Con la regia di Latella, il pubblico diventa in un certo senso uno dei personaggi. Gli atto- ri recitano sul palco ma anche in platea, inte- ragendo con gli spettatori. «Questo ci ha per- messo di notare quanto poco sia capito e co- nosciuto Aristofane - afferma Speziani -. Il pubblico si stupisce per il linguaggio aggressi- vo, ma in realtà quello di Aristofane era an- che più provocatorio. Lo spettatore è attivo, non è un semplice fruitore dello spettacolo». Il teatro nel teatro, con gli attori che talvol- ta emergono dal testo per «indicazioni di sce- na», è uno dei codici che compaiono nello spettacolo. «È il momento in cui si svela il no- stro essere attori - dice Pavone -, che in fase di allestimento arriva anche in modo sponta- neo. L’essenza poetica dello spettacolo risie- de anche in questo essere "senza rete", nel mo- strarsi al pubblico in quanto attori». La satira, il grottesco sono velati di amarez- za. Come le parole di «Povera Patria» di Bat- tiato che, ricordano i due attori, «svelano la malinconia insita nel testo per la decadenza dell’età dell’oro». Di ieri e di oggi. Paola Gregorio BRESCIA «Perché gli innocenti soffrono e pro- sperano coloro che fanno il male?». È un grido pieno di dolore, una domanda posta quasi con violenza, quella che Giobbe leva verso Jahvé, nell’omonimo libro della Bibbia. Egli, privato della terra e dei figli, straziato nelle carni, prote- sta la propria innocenza («fino alla morte mi di- rò innocente»). Vaga chiedendo: «C’è qualcuno disposto ad ascoltarmi? Adesso tocca a Lui, l’Onnipotente prendere la parola…». Perché «Dio ha dato, Dio ha tolto. Benedetto sia il suo nome». E Giobbe continua a nutrire la sua pa- zienza, anche se a tratti vacilla, e la sofferenza sembra annientarlo. Ma, a fronte di quegli che è soltanto un uomo, si staglia il disegno divino e, con esso, trionfano la fede e la sapienza. Un’interpretazione intensa quella resa da Lu- ciano Bertoli protagonista mercoledì sera, in un’affollata Chiesa di San Francesco, della rap- presentazione tratta dal libro biblico «Giobbe» della Compagnia Carlo Rivolta, con traduzione di Roberto Vignolo, versione scenica di Carlo Ri- volta e Nuvola De Capua. L’iniziativa è stata pro- mossa dalla Ccdc - con il Convento San France- sco d’Assisi e la Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita - anche per manifestare l’omaggio a Car- lo Rivolta, scomparso nel 2008. In scena, un Ber- toli che, muovendosi nell’ambito di una trasposi- zione ed interpretazione scenica fedele all’inte- grità del testo biblico, agisce sullo schema del dramma didascalico tipico del Medioevo, resti- tuendo con maestrìa tutta l’efficacia del «teatro di parola». La rappresentazione si apre con l’incipit del Libro di Giobbe: «Viveva nella terra di Uz un uo- mo chiamato Giobbe. Era onesto e giusto, rifiu- tava il male perché rispettava Dio. Aveva sette figli e tre figlie. Possedeva 7mila pecore, 3mila cammelli, mille buoi, 500 asine e aveva moltissi- mi servitori. Era l’uomo più importante tra quel- li che vivevano a est d’Israele». Vengono quindi privilegiati alcuni capitoli. Bertoli dà corpo a un personaggio per certi versi da tragedia greca, la cui voce e i cui gesti sono intercalati o accompa- gnati dall’intervento di suoni, ballate e canti. Es- senziale l’elemento della luce, che nel Libro ri- chiama la simbologia del rapporto luce-tenebra, alto-basso, Terra-Cielo. Dal dolore ingiusto di Giobbe, che lo porta a non accettare le risposte degli amici e a non tacere, alzando lo sguardo per trovare risposte, a Dio che lo sceglie proprio perché non si è arreso. Anita Loriana Ronchi FOTOGALLERY su www.giornaledibrescia.it Monica Guerritore «Aiutiamo gli spettatori a trovarsi tra le nuvole» Gli attori Pavone e Speziani raccontano l’interazione col pubblico nella commedia di Aristofane al Teatro Grande Annibale Pavone e Massimiliano Speziani ne «Le nuvole» Luciano Bertoli leva il grido doloroso di Giobbe In San Francesco con accenti da tragedia greca l’interpretazione del Libro biblico nel ricordo dello scomparso Carlo Rivolta Luciano Bertoli in San Francesco (ph. Reporter/Favretto) QUESTA SERA ORCHESTRA OMAR LAMBERTINI DOMANI I MAREA DOMENICA POMERIGGIO E SERA MICHELE BOVE VENERDÌ 19 BAGUTTI PER LA TUA PUBBLICITÀ sul BRESCIA - Via Lattanzio Gambara, 55 Tel.030.37401 - Fax 030.3772300 Giornale di Brescia Venerdì 12 Marzo 2010 spettacoli 47

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Data e Ora: 11/03/10 22.47 - Pag: 47 - Pubb: 12/03/2010 - Composite

■ Stefano Santospago si misura con Thomas Ber-nhard: con la regia di Cesare Lievi, il popolare attoreprova al Teatro S. Chiara, in Contrada S. Chiara 50/ain città, dove «Semplicemente complicato» debutte-rà domani, sabato, alle 20,30. La «stanza misera e tra-sandata» in cui si svolge l’azione è di Josef Frommwie-ser, le luci di Gigi Saccomandi.

Un attore di 82 anni parla con se stesso rievocandoframmenti di vita e di teatro; il suo unico contatto colmondo è una bimba (interpretata da Marta Agoni)che due volte la settimana viene a portargli il latte. Alei il vecchio confesserà di odiare il latte, che buttavia regolarmente, ma di tenere molto al rapportoumano con la piccola interlocutrice.

Lo spettacolo (che ha debuttato il 7 maggio 2009 alPiccolo Eliseo di Roma) è una coproduzione del Ctbcol Teatro Biondo Stabile di Palermo, col sostegno diFondazione Cariplo, Fondazione Asm e di Next 2008della Regione Lombardia. Al S. Chiara repliche finoall’11 aprile (sospeso dal 2 al 5 aprile; feriali 20,30; do-menica 15,30; lunedì riposo. Info: 030.2928611/617).

Santospago, fra lei e Lievi, chi ha avuto l’idea dimettere in scena questo testo?

La proposta è partita da Lievi, che è un grande co-noscitore della drammaturgia tedesca. Lui ha cono-sciuto personalmente Bernhard e ha visto l’edizionestorica di questo testo, interpretata dal grande Mi-netti. Lievi non voleva un attore vecchio, ma un’inven-zione di vecchio.

Come ha lavorato per questo invecchiamentoartificiale?

Queste sono le parti più divertenti del mio lavoro.Uno cerca di sentire più fatica di quanta non ne sentaveramente. Dopo un po’, ti accorgi di camminare co-me dentro un acquario. Poi c’è l’andatura, il trucco...e le ossessioni senili. Mi sono aiutato con i gesti che siripetono...

Si è ispirato a qualche vecchio della sua famiglia?Ho avuto un nonno morto a 102 anni e un padre

morto a 94. Ma mi sono ispirato a uomini diversi. Que-sto è un vecchio scostante, che risulta simpatico perquanto è antipatico. Accade ai personaggi di Ber-nhard: è come se prendessero su di sé le nostre rab-bie, quando vorremmo mandare tutti a quel paese,ma non possiamo farlo. Loro lo fanno anche per noi.

Ragione e follia, verità e recitazione sono temi for-ti di «Semplicemente complicato»...

Il vecchio si mette la corona di Riccardo III, comese cercasse di recuperare un sé perduto. Non è statoun grande attore, non ha avuto molto successo: sivanta di aver recitato in teatrini di secondo piano.

Non è un testo facile da interpretare...Il testo è quasi senza punteggiatura e continua-

mente spezzato. È un testo del ’900, che fa i conti conla frammentazione della realtà e del pensiero. Ma èun testo che piace molto al pubblico. Il vecchio è so-lo, i suoi smarrimenti non sono solo follia, ma fannoparte della sua realtà.

E la bambina, cosa rappresenta per lui?È tutto ormai: come se il giorno che lei non lo venis-

se più a trovare, fosse per lui il giorno della morte.Altri impegni di lavoro?Ultimamente ho fatto molta tv: ora sto ultimando

la fiction in sei puntate «Il peccato e la vergogna», inonda su Canale 5 il prossimo autunno: una storia tra-gica, ambientata al tempo delle leggi razziali.

Paola Carmignani

Santospago: «Sono invecchiato per Lievi»Parla l’interprete, che domani debutterà al Teatro S. Chiara in «Semplicemente complicato» di BernhardCoproduzione del Ctb con lo Stabile di Palermo. «E in autunno mi vedrete in una nuova fiction»

Scritto, come altri testi di Ber-nhard, per il grande attore tede-sco Minetti nel 1986, «Semplice-mente complicato» (in alto unascena; a sin. il protagonista) è af-fidato a Stefano Santospago, cheil regista gardesano Cesare Lievi(foto a destra) ha già diretto in«Tradimenti» di Pinter e nel suo«Fotografia di una stanza»

PROVA D’ATTORE

BRESCIA Sono già esauriti (oquasi) i coupon gratuiti per alcu-ni degli spettacoli proposti da«Crucifixus - Festival di Prima-vera», la manifestazione camu-na (e non solo), che quest’annopropone anche in città una setti-mana di spettacoli e appunta-menti.

Nei primi giorni di distribuzio-ne dei coupon gratuiti per assi-stere agli spettacoli c’è statagrande richiesta da parte delpubblico. Già esauriti i couponper lo spettacolo inaugurale:«Erodiàs» di Giovanni Testoricon Sandro Lombardi (lunedì15 marzo a S. Giulia alle 20.45).Esaurita la disponibilità ancheper «Stomaco vuoto» (19 marzo,20.45 Oratorio di S. Zanino).

«Rock Passion Live» a Breno(16 e 17 marzo alla Metalcam) ètutto esaurito. Ancora qualchecoupon disponibile, invece, perle due repliche previste all’AtbRiva-Calzoni di Roncadelle(20/21 marzo, alle 20.45).

Ancora qualche disponibilitàanche per il «Misterio del Cristode Los Gascones» (Duomo Vec-chio di Brescia 18 e 19 marzo, al-le 22) della compagnia spagnolaNao d’amores, presentato in pri-ma ed esclusiva nazionale in oc-casione di «Crucifixus - Festivaldi Primavera». Un viaggio nel-l’antico mondo del teatro sacroiberico, un Cristo marionettaagisce la sua vita, come un atto-re, sulla scena. Le donne canta-no e raccontano ciò che accade,rendendo presenti fatti passati.Il mistero di Cristo è presentatoin questa suggestiva location, incui antico e contemporaneo sifondono.

Per ritirare i coupon deglispettacoli che si svolgono a Bre-scia, fino ad esaurimento dispo-nibilità, ci si può rivolgere all’In-foPoint del Comune di Bresciain Piazza Loggia 13/b (largo For-mentone; telefono 030.2400357).Aperto dal lunedì al sabato dal-le 9.30 alle 18.30; domenica dalle10 alle 18.

MonicaGuerritoree il suo librooggi in città

«Natale nelle Pievi» 2010: si cercano testi inediti

«Crucifixus»:corsa ai couponalcuni già esauriti

BRESCIA Oggi alle 16,30 Monica Guer-ritore è ospite a La Feltrinelli, in corsoZanardelli 3 in città, per la presentazio-ne del suo libro «La forza del cuore - Lesfide della mia vita» (Mondadori, pp.192, 17,50 €). Introduce Paolo Corsini,coordina Piera Maculotti. L’attrice sa-rà intervistata da Nino Dolfo. L’eventoè promosso dalla libreria, in collabora-zione con l’Associazione di Cultura Po-litica. «La forza del cuore» - si legge nel-la presentazione - è «un memoir coin-volgente, femminile, intenso». La sto-ria artistica, iniziata a 16 anni conStrehler, si intreccia a quella persona-le, con la sofferta delusione d’amoreper Giancarlo Giannini, l’incontro di la-voro e di passione con Gabriele Laviache la rende madre, la separazione do-lorosa e la riscoperta di sé. Della vita faparte anche la malattia: «La Guerrito-re racconta che la si può battere, an-che se grave come un tumore al seno, eparla delle scelte che hanno fatto di leiquello che è oggi».

Monica Guerritore, romana, è inter-prete di teatro, di cinema e di tv. Haesordito con Strehler, si è legata senti-mentalmente e artisticamente a Ga-briele Lavia, e dopo la separazione dalui nel 2001 ha recitato con GiancarloSepe («Madame Bovary», «Carmen»,«La Signora delle Camelie»). Lavia l’hadiretta in numerosi film, tra cui «Scan-dalosa Gilda» (1985), «Sensi» (1986) e«La Lupa» (1996). Ha partecipato a«Un giorno perfetto» di Ozpetek e «Ilseme della discordia» di Pappi Corsica-to, ha recitato nel documentario sullatragedia della ThyssenKrupp di Mim-mo Calopresti. In teatro è stata ancheregista e autore («Giovanna d’Arco»,«Dall’Inferno all’Infinito», rappresenta-to anche nel Bresciano). Tornerà in te-atro con Gabriele Lavia l’8 aprile al tea-tro Argentina di Roma con «Danza dimorte» di Strindberg.

■ È già Natale per l’associazione culturale ArteaTeatro Europa, che in preparazione della sesta edi-zione della rassegna «Natale nelle Pievi», in pro-gramma il prossimo inverno, seleziona testi in dia-letto bresciano. L’invito ad inviare il materiale èaperto a tutti e la partecipazione è gratuita ed indi-viduale. Sono ammessi lavori di gruppo.

Si richiede che gli scritti: abbiano come tema ilNatale in ogni possibile sfumatura (il Presepe, ilviaggio dei Re Magi, l’Annunciazione, la Nascita,la figura di Maria, racconti popolari, ricordi di fa-miglia, la Notte di Natale, la stella cometa, l’alberoaddobbato, il cibo... e tutto ciò che la creatività de-

gli autori può ricavare da questo tema); che nonsiano mai stati pubblicati, letti pubblicamente ointerpretati; che non superino le 15 pagine; chenon consistano in traduzioni (né letterali né libe-re) di testi sacri o preghiere. È concessa ampia li-bertà per quanto concerne il genere (testi in pro-sa, poesie, canzoni, soggetti teatrali, riflessioni per-sonali, brevi novelle).

Le opere, in tre copie firmate e accompagnatedai dati anagrafici dell’autore, devono essere invia-ti entro il 30 aprile all’associazione Artea TeatroEuropa, via Fornaci 2/a, 25131 Brescia. Informazio-ni: 030-3580360 e www.natalenellepievi.com.

BRESCIA Sul palco interpretano tre perso-naggi. Il contadino Strepsiade, perseguitatodai creditori a causa dei soldi sperperati dalfiglio. Fidippide, il figlio, inviato dal padre alPensatoio di Socrate per apprendere l’arte diprevalere, con la furbizia e i cavilli dialettici,in ogni confronto. Il filosofo Socrate, emble-ma, con i suoi sofismi, della nuova filosofia.Annibale Pavone, nelle vesti di Strepsiade eMassimiliano Speziani, nel doppio ruolo di Fi-dippite e Socrate sono in questi giorni a Bre-scia (completano il cast Maurizio Rippa eMarco Cacciola) con il Teatro Stabile del-l’Umbria che mette in scena, con la regia diAntonio Latella, «Le Nuvole», uno dei capola-vori di Aristofane (repliche al Teatro Sociale,via Cavallotti 20, stasera e domani alle 20.30,domenica alle 15.30, info 030.2928611).

Essenziali negli abiti di scena, rigorosamen-te in nero, in perfetta armonia con l’asciuttez-za della scenografia, gli attori sul palco mesco-

lano registri diversi, dalla commedia pura allaclownerie e al varietà.

Il testo di Aristofane richiama l’attualitàcon maestri e discepoli impegnati a insegna-re e ad imparare i segreti per abbindolare glialtri, prevalendo in ogni scontro dialettico.«La realtà entra dentro il testo, come se Ari-stofane avesse colto dinamiche che si trasci-nano da millenni - sottolinea Speziani, che ab-biamo incontrato con Pavone poco prima diuna delle repliche dello spettacolo -. Nella no-stra interpretazione non c’è un riferimentopreciso a personaggi di oggi. Cerchiamo di farscattare un meccanismo di identificazioneche suggeriamo al pubblico, attingendo in uncerto senso al nostro circo, al nostro cabaretpersonale».

Portando in scena la commedia di Aristofa-ne, gli attori «entrano ed escono continua-mente dal testo, usando vari generi teatrali».«Il regista ci ha scelto perché abbiamo una no-stra peculiarità - spiega Pavone - . Sul palco-scenico noi interpretiamo il testo, ma contem-poraneamente lo guardiamo dall’esterno».

Con la regia di Latella, il pubblico diventa

in un certo senso uno dei personaggi. Gli atto-ri recitano sul palco ma anche in platea, inte-ragendo con gli spettatori. «Questo ci ha per-messo di notare quanto poco sia capito e co-nosciuto Aristofane - afferma Speziani -. Ilpubblico si stupisce per il linguaggio aggressi-vo, ma in realtà quello di Aristofane era an-che più provocatorio. Lo spettatore è attivo,non è un semplice fruitore dello spettacolo».

Il teatro nel teatro, con gli attori che talvol-ta emergono dal testo per «indicazioni di sce-na», è uno dei codici che compaiono nellospettacolo. «È il momento in cui si svela il no-stro essere attori - dice Pavone -, che in fasedi allestimento arriva anche in modo sponta-neo. L’essenza poetica dello spettacolo risie-de anche in questo essere "senza rete", nel mo-strarsi al pubblico in quanto attori».

La satira, il grottesco sono velati di amarez-za. Come le parole di «Povera Patria» di Bat-tiato che, ricordano i due attori, «svelano lamalinconia insita nel testo per la decadenzadell’età dell’oro». Di ieri e di oggi.

Paola Gregorio

BRESCIA «Perché gli innocenti soffrono e pro-sperano coloro che fanno il male?». È un gridopieno di dolore, una domanda posta quasi conviolenza, quella che Giobbe leva verso Jahvé,nell’omonimo libro della Bibbia. Egli, privatodella terra e dei figli, straziato nelle carni, prote-sta la propria innocenza («fino alla morte mi di-rò innocente»). Vaga chiedendo: «C’è qualcunodisposto ad ascoltarmi? Adesso tocca a Lui,l’Onnipotente prendere la parola…». Perché«Dio ha dato, Dio ha tolto. Benedetto sia il suo

nome». E Giobbe continua a nutrire la sua pa-zienza, anche se a tratti vacilla, e la sofferenzasembra annientarlo. Ma, a fronte di quegli che èsoltanto un uomo, si staglia il disegno divino e,con esso, trionfano la fede e la sapienza.

Un’interpretazione intensa quella resa da Lu-ciano Bertoli protagonista mercoledì sera, inun’affollata Chiesa di San Francesco, della rap-presentazione tratta dal libro biblico «Giobbe»della Compagnia Carlo Rivolta, con traduzionedi Roberto Vignolo, versione scenica di Carlo Ri-volta e Nuvola De Capua. L’iniziativa è stata pro-mossa dalla Ccdc - con il Convento San France-sco d’Assisi e la Parrocchia dei Santi Faustino eGiovita - anche per manifestare l’omaggio a Car-

lo Rivolta, scomparso nel 2008. In scena, un Ber-toli che, muovendosi nell’ambito di una trasposi-zione ed interpretazione scenica fedele all’inte-grità del testo biblico, agisce sullo schema deldramma didascalico tipico del Medioevo, resti-tuendo con maestrìa tutta l’efficacia del «teatrodi parola».

La rappresentazione si apre con l’incipit delLibro di Giobbe: «Viveva nella terra di Uz un uo-mo chiamato Giobbe. Era onesto e giusto, rifiu-tava il male perché rispettava Dio. Aveva settefigli e tre figlie. Possedeva 7mila pecore, 3milacammelli, mille buoi, 500 asine e aveva moltissi-mi servitori. Era l’uomo più importante tra quel-li che vivevano a est d’Israele». Vengono quindi

privilegiati alcuni capitoli. Bertoli dà corpo a unpersonaggio per certi versi da tragedia greca, lacui voce e i cui gesti sono intercalati o accompa-gnati dall’intervento di suoni, ballate e canti. Es-senziale l’elemento della luce, che nel Libro ri-chiama la simbologia del rapporto luce-tenebra,alto-basso, Terra-Cielo. Dal dolore ingiusto diGiobbe, che lo porta a non accettare le rispostedegli amici e a non tacere, alzando lo sguardoper trovare risposte, a Dio che lo sceglie proprioperché non si è arreso.

Anita Loriana Ronchi

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Monica Guerritore

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Annibale Pavone e Massimiliano Speziani ne «Le nuvole»

Luciano Bertoli leva il grido doloroso di GiobbeIn San Francesco con accenti da tragedia greca l’interpretazione del Libro biblico nel ricordo dello scomparso Carlo Rivolta

Luciano Bertoli in San Francesco (ph. Reporter/Favretto)

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Giornale di Brescia Venerdì 12 Marzo 2010 spettacoli 47