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il malato immaginario 2011/2012 prosa

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il malato immaginario

2011/2012 prosa

Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, 2012A cura dell’Area Comunicazione

L’editore si dichiara pienamente disponibile a regolare le eventuali spettanze relative a diritti di riproduzione per le immagini e i testi di cui non sia stato possibile reperire la fonte.

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Venerdì 2, sabato 3 marzo 2012, ore 20.30Domenica 4 marzo 2012, ore 15.30Teatro Ariosto

IL MALATO IMMAGINARIOdi Molièretraduzione Angelo Dallagiacomaregia Marco Bernardiscene Gisbert Jaekelcostumi Roberto Banciluci Giovancosimo De Vittoriocon Paolo Bonacelli, Patrizia Milani, Carlo Simonie con Xenia Bevitori, Gaia Insenga, Fabrizio Martorelli, Massimo Nicolini, Maurizio Ranieri, Giovanna Rossi, Libero Sansavini, Roberto Tesconi, Riccardo Zini

Produzione Teatro Stabile di Bolzano

Foto di scena Tommaso le Pera

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Il malato immaginario è uno dei capolavori di Molière ac-canto al Tartufo e al Misantropo. Una commedia, l’ultima scritta dal grande uomo di teatro francese, che rivela una straordinaria ricchezza: è una farsa all’antica colma di eccellenti spunti comici da cui trapela allo stesso tempo la visione del mondo disillusa e disincantata di un Molière che aveva smarrito, al termine della sua esistenza, la fiducia in se stesso e nei suoi simili.Padre di una bella figlia, marito di una donna avida e fedifraga e vittima di uno sciame di dottori avvoltoi, salassatori e ciarlatani, Argante è il malato immaginario del titolo, un personaggio che Molière cucì magistralmente su di sé, ma che riuscì ad interpre-tare solo per quattro recite: morì infatti venerdì 17 febbraio 1673, pochi minuti dopo la chiusura del sipario. Per questo ancora oggi Il malato immaginario è un testo che rimane circonfuso da un alone di “sacralità teatrale”, con il quale si sono misurati registi e attori importanti come De Lullo con Romolo Valli, la Shammah con Franco Parenti e Lasalle con Giulio Bosetti. Nella rilettura diretta da Marco Bernardi per lo Stabile di Bolza-no è Paolo Bonacelli a vestire i “mitici” panni dell’ipocondriaco Argante, affiancato da una compagnia affiatata guidata da Patri-zia Milani e Carlo Simoni. Questa nuova versione del Malato immaginario, approfondisce il carattere duplice della comme-dia, in cui la perfetta costruzione comica di un’esilarante farsa, è intrisa di riflessioni amare sulla condizione umana e si snoda lungo i tre atti fino a dispiegare un alone onirico. Lo scontro tra due forze opposte è, secondo il regista, il tema interpretativo dell’ultimo grande capolavoro del commediografo francese: “da un lato la formidabile struttura comica, con la sua perfetta effi-cacia e il ritmo forsennato, dall’altro la particolare percezione del testo, “insanguinato” dalla morte di Molière quasi in scena e quindi riletto alla luce della sua biografia”.“Argante è uno uomo buono, generoso e innamorato, circon-dato da un assortimento di pazzi.” afferma Paolo Bonacelli, che torna ad interpretare Il malato immaginario per lo Stabile di Bolzano, dopo essere stato protagonista venticinque anni fa dell’edizione diretta da Mario Missiroli. “Un uomo solo, non a causa della sua malattia, ma che soffre di una solitudine esisten-ziale e questa sua caratteristica rivela il tratto autobiografico del-la commedia di Molière.”Il malato immaginario è senza dubbio lo straordinario te-

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stamento di Molière; ce lo lascia da par suo, con gli intrighi di sempre, naufragato nella beffa e nel riso, nel gioco di prestigio tra realtà e finzione, o meglio tra finzione e finzione della finzio-ne, che è l’amara filosofia di tutto il suo teatro.

Paolo Bonacelli Nato a Roma, dopo aver conseguito la Maturità Classica e fre-quentato la facoltà di Giurisprudenza, si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e inizia la carriera professionale nel “Teatro Popolare Italiano” diretto da Vittorio Gassman con lo spettacolo Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello. Successivamente dà vita, con gli scrittori Mo-ravia, Maraini e Siciliano, alla “Compagnia del Porcospino” pre-sentando testi di Moravia, Parise, Wilcock, Maraini, Siciliano e l’unico testo drammatico di Carlo Emilio Gadda Il guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Fo-scolo. Con la Cooperativa “Porcospino 2” interpreta Il matri-monio di Gombrovicz e Commedia ripugnante di una madre di Witkievicz, entrambe con la regia di Mario Missiroli. Partecipa successivamente a: Toller di Dorst, regia Patrice Chereau – La conversazione continuamente interrotta di Ennio Flaiano, regia Vittorio Caprioli – Casimiro e Carolina di Von Horvath, regia Franco Enriquez – Divine parole di Valle Inclan, regia Franco Enriquez – A proposito di Liggio dagli atti della Commissio-ne Antimafia, regia Mario Missiroli – Sipario Ducale di Paolo Volponi, regia Franco Enriquez – Il ciclo dell’eroe borghese di Sternheim, regia Mario Missiroli – Don Giovanni di Molière, regia Mario Missiroli – La brocca rotta di Kleist, regia Giorgio Pressburger – Calderon di Pasolini, regia Pressburger - Ama-deus di Shaffer, regia Pressburger – La casa dell’ingegnere di Siro Ferrone, regia Beppe Navello – Il ratto di Proserpina di Rosso di San Secondo, regia Guido De Monticelli – La mandra-gola di Machiavelli, regia Mario Missiroli – Le nuvole di Aristo-fane, regia Sammartano – Il malato immaginario di Molière, regia Mario Missiroli - Tradimenti di Harold Pinter, regia Furio Bordon.Dal 1992 al 2005 è Direttore del Teatro di Sardegna, interpre-tando spettacoli come: Il giuoco delle parti di L. Pirandello, regia Navello – Una solitudine troppo rumorosa di B. Hrabal,

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regia Pressburger, co-prodotto con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Terra di nessuno di H. Pinter, regia De Monti-celli – 1994 Regime di festa sempre di Pinter, mise en espace di Cesare Lievi - La bottega del caffè di C. Goldoni, regia Dall’Aglio - Il ritorno a casa di H.Pinter, regia Roberto De Monticelli – Le furberie di Scapino di Molière, regia Sergio Fantoni – Victor, i bambini al potere R. Vitrac, regia Mario Missiroli. Con il Teatro Stabile di Bolzano e per la regia di Marco Bernardi ha interpretato La brigata dei cacciatori di T. Bernhard – La pulce nell’ orecchio di G. Feydeau e Enrico IV di Shakespeare in coproduzione con Teatro di Sardegna.Sempre per il Teatro di Sardegna nel 2008 ha interpretato Aldo Moro, una tragedia italiana di C. Augias e W. Polchi e succes-sivamente per il Teatro Stabile di Genova una mise en espace di Nel nome di Gesù di C. Augias, allestimento di Andrea Liberovi-ci. Nella scorsa stagione ha interpretato Il malato immaginario di Molière, regia Marco Bernardi per il Teatro Stabile di Bolza-no, spettacolo che verrà ripreso anche nella stagione 2011/2012.Nel 2006 gli è stata conferita dalla Presidenza della Repubblica l’onorificenza di Commendatore.

Patrizia Milani. Nata a Pavia si diploma all’Accademia dei Fi-lodrammatici di Milano ottenendo il primo premio. Inizia la sua carriera al fianco di grandi nomi: debutta nel 1973 ne L’Avaro di Molière, regia di Costa, accanto a Calindri e recita con Lilla Bri-gnone e Olga Villi. Nel 1974, con lo Stabile di Bolzano, e la regia di Guicciardini è Annabella in Peccato che sia una sgualdrina di Ford all’Olimpico di Vicenza. Sempre con lo Stabile Bolzanino nel 1975 è Ofelia nell’Amleto con Micol e la regia di Scaparro, poi Lauretana ne Il Passatore di Dursi e Rosaura ne Il Feudatario di Goldoni a Borgio Verezzi accanto a Lilla Brignone.Nelle due stagioni successive affronta con Bosetti la Figliastra dei Sei personaggi in cerca d’autore e Lisa Doolittle, la fioraia, del Pigmalione di Shaw.Nel 1979/80 è Anna dei Tamburi nella notte di Brecht, regia di Guicciardini. Nel frattempo si laurea con 110 e lode all’Universi-tà di Pavia con una tesi su D’Annunzio, discussa con Dante Isella e Franco Gavazzeni. Dal 1982 all’85 ha lavorato alla fondazione del Teatro Stabile di Palermo con Carriglio, partecipando a spet-tacoli quali: Il Mercante di Venezia di Shakespeare nel ruolo di

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Il mio parere, fratello, è questo: non conosco una persona che sia meno malata di voi, e non saprei quale complessione augurarmi che sia migliore della vostra. La miglior prova che state bene e che avete un organismo perfetto è che con tutte le cure che avete fatto non siete ancora riuscito a rovinarvi la salute e non siete crepato dopo tutte le medicine che vi hanno fatto prendere.

(da: Il Malato Immaginario)

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Jessica accanto a Santuccio; La Signorina Giulia di Strindberg, regia di Guicciardini; La Tempesta di Shakespeare dove era Mi-randa; Finale di Partita di Beckett nel ruolo di Clove e La Lo-candiera di Goldoni. Nel 1986 è Gloria in Non si può mai sapere di Shaw con la Villi e Calindri, regia di Puggelli. Nel 87 con il Te-atro Popolare di Roma interpreta Gigliola ne La Fiaccola sotto il moggio di D’Annunzio, regia di Maccarinelli.Nel 1988 l’incontro con Marco Bernardi, direttore del Teatro Stabile di Bolzano, con cui inizia una collaborazione che con-tinua ancora oggi. Insieme hanno dato vita ad alcuni spettacoli significativi della scena italiana: dal Barbiere di Siviglia di Be-aumarchais, ad Anni di Piombo della von Trotta; dalla Rige-nerazione di Svevo a Il Maggiore Barbara di Shaw accanto a Gianrico Tedeschi. Nel 1993 è Mirandolina nella Locandiera goldoniana che viene ripresa per ben cinque stagioni. Intense anche le interpretazioni di Hedda Gabler di Ibsen, della Medea di Euripide, dell’Arialda di Testori e di Antonia in Coppia aper-ta, quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame. Nel 1999/2000 è la signora Ford ne Le allegre comari di Win-dsor, la più scatenata commedia di William Shakespeare. Nella stagione 2000/2001 ha interpretato il ruolo di Ljubov Andree-vna Ranevskaja, possidente terriera ne Il Giardino dei ciliegi, l’ultimo lavoro teatrale, il grande capolavoro di Anton Cechov. Intense anche le interpretazioni in Una giornata particolare di Scola, ne La brigata dei cacciatori di Thomas Bernhard, nel gol-doniano La vedova scaltra.Premi: nel 1989 il “Premio Mediterraneo”, nel 1993 il “Vere-tium” e il “Fondi-La Pastora”, nel 1995 il “Premio della Critica Italiana”, nel 2006 il “Premio Hystrio” proprio per le intense in-terpretazioni in Gassosa /Musica a richiesta.

Carlo SimoniNato a Fano studia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma dove si diploma nel 1967. Successiva-mente entra a far parte dello Stabile di Genova diretto da Luigi Squarzina. Nel 1970 Sarah Ferrati lo chiama nella sua compa-gnia per Chi è Claire Lannes? di Marguerite Duras. Nel 1972 la-vora in Epitaffio e ballata per Salomè dalla Salomè di Wilde, regia di Enriquez; Il Gabbiano di Cechov, regia Fantasio Piccoli 1973; Rose del lago di Brusati, regia dell’autore.

Nella stagione 1974/75 lavora nel Re Lear di Shakespeare al Pic-colo di Milano, diretto da Giorgio Strehler. Nel 1977 collabora con Antonio Calenda nell’allestimento di A piacer vostro di William Shakespeare con il Teatro Stabile dell’Aquila. Nel 1978 approda allo Stabile di Torino per La duchessa di Amalfi di John Webster con la regia di Mario Missiroli. Sempre nello stesso anno, per il Fabbricone di Prato diretto da Luca Ronconi, recita ne La torre di Hugo von Hofmannsthal. Nel 1981 è diretto da Gabriele Lavia ne Il Pellicano di August Strindberg per lo Stabile di Trieste e nel 1982 partecipa a Ifigenia in Tauride di Johann Wolfgang Goe-the, regia di Aldo Trionfo. Nel 1983 interpreta Venezia salvata di Thomas Otway, regia di Gianfranco De Bosio per lo Stabile del Veneto. Nel 1984 firma la sua prima regia con I capricci di Marianna di De Musset. Segnato dal successo il ritorno allo Sta-bile di Trieste, nel 1986, con Eroe di scena fantasma d’amore: Alessandro Moissi, regia di Giorgio Pressburger, e allo Stabile di Torino dove si distingue nella goldoniana Pamela nubile, regia di Beppe Navello. Nel 1987 Il capanno degli attrezzi di Graham Green, regia Sandro Bolchi; negli anni a seguire Lungo viaggio verso la notte di O’Neil, regia Missiroli; Così è se vi pare di Pi-randello, regia Costa; Letto matrimoniale, regia Blasi e per la regia di Fenoglio L’importanza di chiamarsi Ernesto di Wilde e Molto rumore per nulla di Shakespeare. Dal 1993 è allo Stabile di Bolzano, diretto da Marco Bernardi, dove ha preso parte a numerosi e importanti spettacoli: La Lo-candiera di Goldoni, che ha conosciuto cinque riprese consecu-tive, Hedda Gabler di Ibsen, Ma non è una cosa seria di Piran-dello, Medea di Euripide, Piazza della Vittoria di Roberto Ca-vosi, Il contrabbasso di Süskind, Sarto per signora di Feydeau, L’Arialda di Testori, Una giornata particolare di Scola, Coppia aperta, quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame, spettaco-lo ripreso per quattro stagioni, Il giardino dei ciliegi di Cechov. Recentemente ha interpretato La brigata dei cacciatori di Tho-mas Bernhard, La pulce nell’orecchio di Georges Feydeau, La vedova scaltra di Goldoni e Enrico IV di Shakespeare nel quale ha recitato nel ruolo del titolo. Ha vinto i seguenti premi: Premio I.D.I. “Maschera d’oro” qua-le migliore attore dell’anno 1976; Premio Ruggero Ruggeri nel 1987.

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GRUPPO BPER

Vanna Belfiore, Deanna Ferretti Veroni, Primo Montanari, Corrado Spaggiari, Vando Veroni

Le attività di spettacolo e tutte le iniziative per i giovani e le scuole sono realizzate con il contributo e la collaborazione della Fondazione Manodori

Paola Benedetti Spaggiari, Enea Bergianti, Bluezone Piscine, Franco Boni, Gemma Siria Bottazzi, Gabriella Catellani Lusetti, Achille Corradini, Donata Davoli Barbieri, Anna Fontana Boni, Mirella Gualerzi, Insieme per il Teatro, Paola Scaltriti, Gigliola Zecchi Balsamo

Annalisa Pellini

Francesca Azzali, Nicola Azzali, Gianni Borghi, Andrea Capelli, Classic Hotel, Francesca Codeluppi, Andrea Corradini, Ennio Ferrarini, Milva Fornaciari, Giovanni Fracasso, Alessandro Gherpelli, Alice Gherpelli, Marica Gherpelli, Silvia Grandi, Hotel Saint Lorenz, Claudio Iemmi, Luigi Lanzi, Franca Manenti Valli, Graziano Mazza, Ramona Perrone, Francesca Procaccia, Teresa Salvino, Viviana Sassi, Paola Torelli Azzali, Alberto Vaccari

Stampa: Grafiche San Benedetto, Castrocielo (FR)