Arte Orientale  impersonata dai Sennin, gli immortali del Taoismo e continuando poi con i Rakan, i...

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La Galliavola Arte Orientale Via Borgogna, 9 - 20122 Milano tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708 www.lagalliavola.com [email protected] Arte Orientale n. 25 - Dicembre 2012 Netsuke Netsuke

Transcript of Arte Orientale  impersonata dai Sennin, gli immortali del Taoismo e continuando poi con i Rakan, i...

La Galliavola Arte OrientaleVia Borgogna, 9 - 20122 Milano

tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708www.lagalliavola.com [email protected]

A r t e O r i e n t a l en . 2 5 - D i c e m b r e 2 0 1 2

N e t s u k eN e t s u k e

Hanno collaborato a questo numero: ROSEMARY BANDINI - FABRIZIA BUZIO NEGRI - CARLA

GAGGIANESI - ROBERTO GAGGIANESI - ILARIA LOMBARDI - ROSSELLA MARANGONI - ANNA

ROSSI GUZZETTI

Fotolito e stampa: Grafiche San Patrignano - Ospedaletto di Coriano - Rimini

In copertina e ultima di copertina: Netsuke in corno, Futen che scarica i venti giù dalla montagna.Altezza mm 140, 1850 circa. Collezione privata

Cari Amici,

questo numero natalizio del Bollettino è l’occasione per entrare nelle vostre casedurante queste festività e portarvi gli auguri da parte di tutti noi.La terza edizione del Milano Netsuke Meeting, che si è tenuta nel mese di ottobre, hariscontrato, come di consueto, un buon interesse e una vasta partecipazione di pub-blico confermandoci la validità di questa iniziativa. Il nostro Bollettino inizia dunque con il reportage della manifestazione a cura diFabrizia Buzio Negri, critica d’arte moderna e raffinata giornalista. Grazie al suoaccattivante modo di descrivere anche i particolari più semplici, il nostro piccoloevento sembra aver assunto uno spessore di livello più elevato. Un sentito ringrazia-mento va dunque alla cara amica Fabrizia. Il Meeting può essere considerato un successo anche grazie all’interessante argomen-tazione della dott.sa Rossella Marangoni, che ha coinvolto a tal punto noi e il pub-blico da richiederle di voler mettere per iscritto anche quello che, per motivi ditempo, non è riuscita a presentare. Siamo quindi molto onorati che abbia accettato ilnostro invito e siamo lieti di poter pubblicare, a partire da questo numero, una seriedi articoli che svilupperanno il tema Di uomini e di dei: storie, personaggi e miti nelmondo in miniatura dei netsuke. A seguire, potete trovare le nostre considerazioni sulle ultime due aste della Bonhams,commentate con l’ausilio dell’autorevole giudizio dell’amico e collezionista LuigiOlliaro, proprietario della famosa The Lub Collection e a cui vanno i nostri più cariringraziamenti per lo scambio di opinioni e per il continuo sostegno. Sempre riguardo all’argomento delle aste, inserite nel calendario dell’Asian Art Weekdi Londra, Rosemary Bandini ci ha voluto regalare un breve ma accattivante spacca-to su alcuni netsuke presentati in asta da Bonhams, facendoci così respirare un po’ del-l’atmosfera presente nella sala. Rosemary è sicuramente un’amica del Bollettino enostra e di questo le siamo infinitamente grati.

Nell’atmosfera natalizia, estendiamo a voi e alle vostre famiglie i più affettuosi augu-ri per un Sereno Natale e per un Felice Anno Nuovo!

Roberto Gaggianesi

Con la celebre frase della scrittrice giapponese (dama alla corte dell’imperatrice Teishia Kyoto verso l’anno 1000) si apre il 3° Milano Netsuke Meeting 2012. Ma non si era letto in altro contesto che Piccolo è bello dal best seller degli AnniSettanta scritto dall’economista Schumaker sul mito delle “economie di scala”? Il cer-chio sembra chiudersi a distanza di secoli.E’ il 20 ottobre, una giornata d’autunno splendida nei colori della natura e nel tepo-re inusuale. Traversiamo il giardino di via Borgogna 9 per salire a La Galliavola; nellapenombra delle sale espositive, file di sedie attendono i partecipanti che numerosisempre affollano gli eventi organizzati da Roberto e Carla Gaggianesi. E arrivano non

3° Milano Netsuke Meeting

Galleria La Galliavola: 20 ottobre 2012

In verità, tutte le cose piccole sono graziose, (da Note del guanciale di Dama Sei Shonagon)

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solo da ogni parted’Italia, ma anche dal-l’estero: da Londra è pre-sente un calibro da …novanta come RosemaryBandini, autrice diimportanti pubblicazio-ni sui netsuke, nonchégallerista di prestigio.La mia presenza (assi-dua negli anni) ha moti-vazioni differenti: inprimis l’amicizia conRoberto e l’indimenti-cata Patrizia che, con le

loro raffinate conoscenze dell’Oriente, hanno contribuito alla divulgazione di oggetti-stica rara e di grande qualità in mostre e fiere di alto livello. Parallelamente, la passionedel collezionismo di famiglia è da tempo mirata al fascino indiscusso dei netsuke.Così la sottoscritta, critico d’arte moderna, ha da anni metabolizzato una terminolo-gia difficile, soprattutto da scrivere. I sagemono, contenitori da appendere all’obi, lafascia del kimono, venivano trattenuti sopra tale cintura dal netsuke, per mezzo delcordoncino di sospensione passante per i suoi due fori, gli himotoshi. Questo è solol’assaggio iniziale di ogni conoscitore di netsuke… E da oggetto funzionale, caratteriz-zato nei secoli antichi da semplici forme, il netsuke diviene pezzo da collezione con lavo-razioni sapienti e sceltedi materiali pregiati. Tremila firme diverse peri carvers, ma molti scul-tori a volte non siglava-no le loro creazioni. Un mondo misterioso,ricco di tantissime sfac-cettature, un caleido-scopio di soggetti, unteatro di personaggi, unlibro infinito di paginedi storie e leggendetutte da scoprire.Ed è con tale animo che

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il folto pubblico accoglie la dott.ssaRossella Marangoni. La cordialerelatrice è una presenza di rilievonel panorama culturale nipponicoin Italia: laurea in lingua e letteratu-ra giapponese, appassionata ricer-catrice dell’ISIAO (Istituto Ita-liano per l’Africa e l’Oriente),Rossella fa parte dell’AssociazioneItaliana per gli Studi Giapponesi edell’Associazione Culturale Giap-pone in Italia.Questo mio scritto sul 3° NetsukeMeeting intende essere un ‘report’di tipo giornalistico, con emozionie scoperte personali, che mi augu-ro siano condivise con gli espertis-simi lettori della pubblicazionepreziosa, iniziata e continuata con successo da La Galliavola.

Di uomini e di dei: storie, personaggi e miti nel mondo in miniatura dei netsukeIl periodo Edo, che prende il nome dalla omonima città, l’odierna Tokyo (1603 -1868) è la focalizzazione primaria dell’incontro, presentato con la consueta vivaceloquacità dal padrone di casa Roberto Gaggianesi. Sono quei duecento e rotti annidurante i quali nella storia nipponica si registrano pace e stabilità politica, accanto auna forte diffusione della cultura popolare. Preceduto da aspri combattimenti, il potere militare instaurato dallo shogunato Tokugawa

dei cosiddetti “Signori della guerra”, ottiene l’unitànazionale, plasmando la nazione su modelli confuciani,chiudendo le porte ai contatti con gli stranieri. Durantela lunga dominazione dei Tokugawa, il Paese assume lecaratteristiche tipiche di una società feudale; mettendo lebasi per la struttura sociale orientale moderna, nellaquale ogni persona con un preciso ruolo adempie alla suamissione attraverso il lavoro. A quel tempo, i mercanti ela classe benestante, di fronte a tale rigore, escogitanonuove forme di lusso, lasciando intravvedere le loro ric-chezze con capolavori portati sul proprio kimono; sono inetsuke, sempre più raffinati e sofisticati, realizzati da

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carvers sempre piùabili, a diventare“status symbol”.Questo, l’ideale sce-nario di fondo cheRossella Marangoniha evocato facendoscorrere sullo scher-mo una sequenzapreziosissima dinetsuke, a comincia-re dal tema dell’im-

mortalità impersonata dai Sennin, gli immortali del Taoismo e continuando poi coni Rakan, i 16 discepoli di Buddha di cui vestono la tunica, per finire con altri ana-coreti e figurazioni varie.L’universo dell’immaginario catturato dalla cultura cinese ha animato struggenti rac-conti: sono proprio i Sennin a occupare primarie interpretazioni nei netsuke.Abbandonate le lusinghe del mondo, essi si ritiravano in preghiera, dediti alla medi-tazione del Tao e alle pratiche di magia. L’iconografia li presenta in genere emaciati,ascetici, con lunghe barbe, ma esistono esemplari anche con ventri prominenti (sim-bolo di prosperità) e accompagnati dal rospo, animale indicativo di capacità terapeu-tiche, con cui condividevano il romitaggio.Affascinante la presenza del dragone, spesso posizionato sulle spalle, creatura fantasti-ca dai significati magici, portatrice di pioggia, di quell’acqua benefica per spegnere itemutissimi incendi.Tutti i presenti vengono catturati dalla appassionata e approfondita narrazione diRossella, riguardante una quantità di esseri divini dai tratti talora folkloristici, che segna-lano il sincretismo di differenti religioni. “I sette dei della felicità” li ha inventati un furbooracolista al racconto degli incubi notturni dello Shogun: nascono così straordinarie divi-nità, prima tra tutte quel simpatico personaggio burlesco chiamato Hotei, di matrice taoi-sta-buddista, dal volto ilare e dalla enorme bisaccia da cui estrae i doni per i più piccini.O come Fukurokujio, dio che porta fortuna e lunga prospera vita. Riconoscibile, per-ché caricaturato da un’altissima inverosimile fronte. Il Daikoku, di origine indo-bud-dista, è “il grande dio nero” dell’abbondanza, spesso a cavalcioni di balle di riso: mettein fuga i demoni con il suo fidato topone. C’è ancora il dio Jurojin, reincarnazione diLao Tse, intento alla lettura di un manoscritto o ieraticamente con una pergamenasulla spalla. C’è Ebisu, dio della pesca, dalla caratteristica berretta.La carrellata continua. Raccontata con dovizia da Rossella, prendo nota della bellaleggenda di Tekkai, personaggio che aveva il potere di scindere il proprio spirito dal

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corpo. Richiamato nella dimensione ultraterrena, Tekkai lascia a un suo pupillo l’in-carico della sepoltura della sostanza corporea, qualora non fosse ritornato il settimogiorno successivo. Preso da impegni familiari, l’allievo compie l’inumazione delle spo-glie terrene del maestro il sesto giorno: quando lo spirito del Sennin torna sulla terra,non trovando più il suo corpo, entra in quello di un povero mendicante morto dapoco. In tal sembiante Tekkai viene sempre rappresentato.Ancora, i Kami protettori della natura: il dio del vento Futen, il dio del tuono Raiden.E per finire, una nota particolare va al folgorante Daruma, uno dei discepoli del SakyaMuni. Arrivato in Giappone dalla terra indiana, per ben nove anni egli medita fermoa ridosso di un muro, perdendo l’uso delle gambe, tra il dileggio generale. Ha gliocchi sbarrati per via del taglio delle sopracciglia che immesse nel terreno danno ori-gine alle pianticelle di tè, di cui si ciba. Si configura in tale personaggio il vero BodiDharma, fondatore dello Zen; dice la leggenda che egli riattraversa in seguito il maresu una zattera di frasche verso l’amata India.Il saluto finale della dott.ssa Rossella Marangoni alla platea, estasiata dal suo raccon-tare preciso e, al tempo stesso, intrigante, condensa i valori artistici e taumaturgicidel netsuke, nella sua piccola dimensione sigillo di tradizioni che rendono ilGiappone ancora oggi paese dal fascino antico sempre vivo.Di netsuke in netsuke, il girare e l’attardarsi attento e competente del pubblico tra levetrine di esposizione di tante piccole meraviglie scultoree in avorio e in altri materialiè stato sicuramente facilitato dalle tematiche del Meeting. Il collezionista ha guardato,assaporato, a volte accarezzato tra le dita i pezzi esposti, convenendo sull’ottima qualitàe sul gusto delle scelte di Roberto e Carla. Sicuramente qualcuno di questi magnificiesemplari antichi ha cambiato… casa, aggiungendosi ad altri pezzi preziosi.

Fabrizia Buzio Negri

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Un’opera d’arte, per quanto piccola, deliziosa, intrigante, come il netsuke, resta sem-pre un prodotto culturale. Vale a dire il prodotto di una determinata cultura in undato periodo storico.Per affrontare in maniera corretta il tema dell’iconografia di ispirazione religiosa neinetsuke reputo sia imprescindibile partire dal Giappone del periodo Edo (1603-1868), quell’era cruciale nella storia del paese utile per capire la scelta di forme e

di Rossella Marangoni

Parte prima

Di uomini e di dei: storie, personaggi e mitinel mondo in miniatura dei netsuke

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soggetti per l’arte del netsuke e che di quest’arte costituisce il periodo di sfolgorantefioritura. Si tratta di un’epoca in cui si è andata sviluppando, in Giappone, una cul-tura urbana autoctona, in un periodo di chiusura del paese a qualsiasi influenza stra-niera. L’epoca in cui un famiglia di guerrieri, i Tokugawa, avendo sconfitto gli altriclan militari che ambivano a governare l’impero, reggeva le sorti del Giappone attra-verso un controllo pervasivo e onnipresente, mantenuto per mezzo delle armi e di unacensura che colpiva ogni settore della società, istituendo un dominio autoritario chedeve al Confucianesimo la sua ideologia di potere.Il Confucianesimo si impose, dunque, con la sua concezione del potere che indicavala lealtà come virtù somma e che prevedeva una divisione della società in 4 classi(mibun) nettamente separate, in cui i mercanti, che manipolano il denaro, costituiva-no la classe più disprezzata e posta quindi al fondo della scala sociale anche se, difatto, deteneva il potere economico. Il Confucianesimo, con la sua riscoperta e il suo interesse per la cultura cinese classi-ca, da un parte, e lo sviluppo di una cultura urbana e popolare (fatta di edonismo edi coltivazione dei piaceri) dall’altra, hanno dato vita, nel Giappone di periodo Edo,a un insieme unico che ha prodotto letteratura e poesia, manufatti, opere d’arte e diartigianato unici, e una cultura visiva autoctona del tutto peculiare. Siamo dunquealle origini della cultura nipponica moderna.Alcune considerazioni possono aiutarci a comprendere meglio il senso dello sviluppodelle forme dei netsuke, sempre più complesse col passare del tempo.

Buddha Amidanell'iconografia classica

della postura della meditazione.

Bronzo. Giappone, periodo Edo,

altezza cm 38. Collezione La

Galliavola

Alla forma più funzionale all’uso per cui questo accessorio è stato concepito, quella amanjū (dal nome di dolci di riso ripieni di pasta di fagioli azuki che hanno una carat-teristica forma schiacciata), vengono ad aggiungersi elaborazioni sempre più ricchecausate da una pluralità di fattori e in primis dal fatto che le leggi suntuarie - che viavia nel corso dei 250 anni circa della dominazione dei Tokugawa colpiscono la classemercantile - impedirono di fatto l’ostentazione della ricchezza sia nella casa, sia sullapersona, sanzionando l’uso di kimono pregiati e costosi, proibendo l’utilizzo di stof-fe preziose di importazione e di colori sgargianti. La modestia e il rigore imposti all’esterno dal governo dei guerrieri non impedisconoperò l’adozione di piccoli accessori poco visibili ma capaci si trasformarsi ugualmen-te, nell’intendimento di chi li commissionava agli artisti e poi se ne adornava, in verie propri status symbol.

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Manju: un samurai che affila la lamadella katana, avorio, XIX secolo.

Collezione La Galliavola

Quella giapponese dell’epoca è una cultura del tutto estranea all’amore per i gioielli,forse considerati superflui, dato lo sviluppo straordinario della decorazione dei kimo-no, degli obi e degli altri capi di abbigliamento. Pertanto nei netsuke e negli altri acces-sori che accompagnano l’abbigliamento maschile di periodo Edo i chōnin (i mercan-ti cittadini di Edo) profondono il proprio gusto per il lusso, frustrato dalle leggirestrittive ma vivacizzato dallo spirito irriverente di individui capaci di spendere ilguadagno di un anno in una giornata di bagordi nei quartieri del piacere, nella pre-diletta attività di asobi, il gioco galante con le cortigiane, a volte trascurando gli affa-ri, spesso dilapidando patrimoni.Un vivido ritratto di un damerino dell’epoca è tracciato con mano sapiente dal cele-bre scrittore Ihara Saikaku (1682)1:Il tipico uomo ricco e famoso, assecondando il gusto per lo sfarzo che caratterizza quest’epoca,

indossa una sottoveste di seta scarlatta con stemmi nasco-sti, una veste di seta crespata color uovo con gli stemmidelle persone amate, un obi di tessuto imitato color topo,un haori nero di stoffa gorofukuren con fodera di vellutorigato, una grande spada adatta a un cittadino con lo stes-so motivo inciso sulle sette parti e un rivestimento di pelledi squalo color indaco, tenuto un po’ scostato, un’antica epiccola elsa di ferro, una lunga impugnatura con quattroborchie d’oro, un cordone color glicine di Nezumiya, unapiatta scatola per sigillo e una scarsella di pelle tinta trat-tenute alla cintola da due palline di agata, un netsukeintagliato in legno cinese, un ventaglio con dodici stecchedipinto da Y zen in stile ukiyo-e, fazzoletti di carta “pic-colo crisantemo”, calzini a sacco in tessuto Unsai, sandalisvuotati. È seguito da portatori di sandali che gli tengonoanche il copricapo e il bastone e è accompagnato da famo-si animatori di banchetti.Analizzando la forme di pensiero privilegiate daiTokugawa, possiamo individuare nella riproposizionedell’esempio confuciano e nella riscoperta dei classici cinesi una delle più importantifonti di ispirazione per gli artisti di periodo Edo, e soprattutto per i carvers dei netsu-

ke. La predilezione per questo tipo di soggettiprevale nel primo periodo Edo, il XVII secolo,per poi venire via via sostituita o affiancata dasoggetti autoctoni ricavati da nuove fonti diispirazione, a mano a mano che l’aumentoesponenziale delle richieste da parte di unasempre più numerosa ed esigente committen-za sfida l’estro degli artisti intagliatori. Maquesto gusto per i soggetti cinesi di ispirazionetaoista e confuciana si accompagna alla sceltadi temi che la devozione popolare trae dalbuddhismo e dalle antiche credenze autoctonedella via dei kami, lo shint. Si ripropone così,nel mondo della committenza dei netsuke, quel-la persistente e armoniosa convivenza di antichecredenze autoctone e culti di diversa origineche rendono il panorama religioso dell’arcipe-lago complesso e affascinante ancor oggi.

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La preparazione del mochi, avorio, XIX secolo. Collezione privata

Venditore di dolciumi, avorio, XIX secolo. Collezione privata

Per ciò che attiene alla sfera dei soggetti che fanno riferimento direttamente o indi-rettamente all’ambito del sacro, i maestri intagliatori di periodo Edo potevano attin-gere infatti al patrimonio consistente di credenze composite, originate nel seno diun’antica civiltà agraria e più precisamente risicola, che si era andato arricchendo del-l’apporto di sistemi di pensiero e di pratiche rituali provenienti dall’esterno: il bud-dhismo in primis, il taoismo e il confucianesimo poi.In questo patrimonio di credenze, miti, storie e leggende trovavano posto convinzio-ni legate all’idea dell’esistenza di fantasmi, di spiriti inquieti, di creature soprannatu-rali mostruose, di tabù direzionali e temporali, e legate alla nozione di efficacia di tali-smani, di previsioni della fortuna o di riti apotropaici, che sono osservabili tutt’oggi,persino in una società altamente sviluppata e tecnologizzata come quella giapponesecontemporanea e che nel Giappone di periodo Edo permeavano tutta la società.La predominanza, nei soggetti che fanno riferimento al mondo del sacro, di perso-naggi collegati a credenze popolari o trasformati dalla devozione popolare in numitutelari, o in veri e propri portafortuna dal carattere apotropaico e benaugurate daportare sempre con sé, è da ascrivere a mio avviso soprattutto alla nuova classe emer-gente, quella mercantile urbana che va arricchendosi a spese dell’élite guerriera, cheva imponendo il proprio gusto e i propri ideali di vita, non scevri da uno sguardodisincantato e ironico, su questo nostro mondo fluttuante (ukiyo). E questa classe siriconosce nella celeberrima definizione di Asai Ryōi: Vivere momento per momento,volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri,

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Samurai con servitore, legno e lacca, XIX secolo.

Collezione La Galliavola

cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà,non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsiscoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sullacorrente dell’acqua: questo io chiamo ukiyo. (Ukiyo monoga-tari, 1661)2

NOTE1 IHARA SAIKAKU, Vita di un libertino (Kōshoku ichidai otoko), trad.

di Lydia Origlia, Parma, Guanda, 1988, pp. 193,194.2 ASAI RYŌI, citato in UEDA AKINARI, Racconti di pioggia e di luna

(a cura di M. T.Orsi) , Venezia, Marsilio, 1988, p. 10.

BIBLIOGRAFIA

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- BELLAH, Robert, Tokugawa Religion: the Values of Preindustrial Japan, London, Prentice Hall, 1985 (1a ed. The Free Press Glencoe, 1957).

- BEONIO BROCCHIERI, Paolo, Religiosità e ideo-logia alle origini del Giap-

pone moderno, Bologna, Il Mulino, 1993.- DUNN, Michael, Forma e materia. Le arti tradizionali

del Giappone, Milano, 5 Continents, 2005.- GATTI, Franco, “Istituzioni e società del periodo

Tokugawa”, in ENRICA COLLOTTI PISCHEL, SIMONA

PIGRUCCI (a cura di), L’ascesa del Giappone, Milano,Franco Angeli, 1994, pp. 107-114.

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- IHARA Saikaku, Storie di mercanti (Nippon eitaigura,Seken munesan’y ), trad.italiana di Michele Marra,Torino,Utet, 1983.

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- NISHIYAMA Matsunosuke, Edo Culture (Daily Lifeand Diversions in Urban Japan, 1600-1868),Honolulu, University of Hawai’i Press, 1997.

- RAMSEYER, J. Mark, “Thrift and Diligence: HouseCodes of Tokugawa Merchant Families”, MonumentaNipponica XXXIV, 2, 1979, pp. 209-230.

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Arciere, okimono,avorio, XIX secolo.

Collezione La Galliavola

Tartaro con scudo, avorio, XVIII secolo.

Collezione La Galliavola

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New York: 12 Settembre 2012

La Bonhams di Londra si conferma essere, in questi ultimi tempi, la casa d’aste piùattenta al settore dei netsuke e dell’arte giapponese in genere. Purtroppo, non tutte leciambelle riescono con il buco… è il caso del catalogo Fine Japanese Works of Art delloscorso settembre a New York, dove, insieme a stampe, lacche, porcellane e bronzigiapponesi, venivano proposti 104 netsuke provenienti da diverse collezioni. Per cir-costanze imperscrutabili, la vendita dei netsuke è risultata essere un flop per i vendito-ri, con ben il 50% di invenduto, e dall’altro lato un regalo per i compratori che sisono visti aggiudicare i pezzi quasi sempre al di sotto della stima proposta.Commentiamo di seguito alcuni netsuke, venduti o meno, a testimonianza di quanto

detto sopra. Lotto 3110 - Netsuke in avorio che ripercorre i canoni dellaScuola di Kyoto, un uomo di città, alto 6 cm, firmato Masanao,periodo Edo (tardo XVIII secolo), stimato 3.000-5.000 dollari,rimane invenduto, forse vittima della firma e della benevolaattribuzione d’epoca. La figura, che tiene nella mano sinistra una zucca con il sake, èintagliata con un’espressione del volto beata, chiaramente indot-ta dall’alcol. L’uomo è abbigliato con una veste decorata con gio-ielli (nyoi-hoju) e nuvole. Nella descrizione vieneesaltata la particolarità che la firma è appostasotto il piede destro, in una perfetta riservaovale. Non vediamo, per nostra esperienza,quale sia l’eccezionalità del caso, in quanto mol-tissime firme sono apposte sulla pianta dei piedi

delle sculture: proprio come nel caso del personaggio al lotto 114 del-l’asta commentata di seguito. Lotto 3120 - Netsuke in avorio, un servo del tempio (Eji), alto 7,7cm, periodo Edo (tardo XVIII secolo), non firmato, parte con unastima di 3.000-4.000 dollari, per rimanere infine invenduto. La figu-ra dell’uomo è rappresentata in vesti fluttuanti e con un piccolo cap-pello di corte, abbracciato ad un grande ombrello. L’avorio è giusta-mente consunto ma evidentemente, anche in questo caso, l’attribu-zione ci è sembrata eccessivamente benevola.

Bonhams contro tutti

Lotto 3110

Lotto 3120

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Lotto 3121 - Netsuke in avorio, Fukurokuju, alto cm 5,7,firmato in riserva ovale Masakazu, periodo Edo (XIX seco-lo), apre con una valutazione di 3.000-4.000 dollari e vieneaggiudicato per 4.750. Il netsuke umoristico rappresenta Fukurokuju appoggiatoal suo bastone mentre un bambino cinese, riconoscibiledall’acconciatura, si arrampica sulle sue spalle per radernela testa, comicamente enorme. Gli intarsi sono in cornonero. In questo caso, il periodo attribuito è genericamen-te XIX secolo, anche se limitato al periodo Edo, che ter-mina nel 1868, con molta magnanimità! Lotto 3125 - Netsuke in legno con inserti in avorio,Daruma, largo cm 4, attribuito a Suzuki Tokoku (1846-1913), periodo Meiji(tardo XIX secolo),messo in vendita a

4.000-5.000 dollari, viene conquistato per4.375, compresi i diritti, quindi pagato al disotto della riserva. È un Daruma, nella più classica posa, mentresbadiglia dopo il risveglio dalla lunga medita-zione, la bocca spalancata lascia intravedere identi in avorio, mentre nelle mani ha il rosarioe la frusta, laccati e con inserti in avorio. Il netsuke è firmato Tokoku e presenta il sigilloKoko in lacca rossa. Un netsuke apprezzabileper i diversi materiali che lo compongono ma,onestamente, di qualità mediocre… Lotto 3126 - Netsuke in avorio, Scuola diKyoto, una scimmia con il suo cucciolo, altocm 3,5, firmato Mitsuhide in riserva ovale,periodo Edo (XVIII secolo, fine - XIX, inizi),valutato 5.000-7.000, venduto a 5.250 dollari,compresi i diritti, quindi anche questo ben al disotto della riserva. Gli occhi sono intarsiati in corno nero, unica notaraffinata in un netsuke caratterizzato dai trattipiuttosto “duri”, causati dall’eccessivo uso dell’in-chiostro, e da una firma troppo spesso abusata.

Lotto 3121

Lotto 3125

Lotto 3126

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Lotto 3130 - Netsuke inavorio, scuola di Kyoto,due topi, largo cm 4,2,firmato Okatori, perio-do Edo (tardo XVIIIsecolo), stimato 5.000-7.000 dollari, rimaneinvenduto. Due giovani topi che

giocano l’uno con la coda dell’altro, occhi intarsiati in corno nero e dettagli rimarca-ti con inchiostro scuro. L’eccessiva disinvoltura nell’attribuzione di un periodo tra lafine del 1700 e l’inizio del 1800 nonchéla conseguente supervalutazione di que-sti due topolini, probabilmente databiliverso la fine del 1800, ne ha decretato,secondo noi, il fallimento. Lotto 3131 - Netsuke in avorio, un bue,lungo cm 6, firmato Tomotada in riservarettangolare, periodo Edo (tardo XVIIIsecolo), valutato 8.000-10.000 dollari,non convince nessun compratore. Il bovino è sdraiato a riposo, la testarivolta leggermente a destra, con unacorda che parte dal muso e ne percorretutto il corpo. Il netsuke, così come vienepresentato, lascia spazio ad una possibileattribuzione al famoso Tomotada: da quila conseguente valutazione adeguata.Purtroppo è uno di quei casi in cui un bel netsuke, probabilmente di epoca giusta,

viene penalizzato dalla firma. Lotto 3152 - Netsuke in avorio, un cane, lungo cm4,9, non firmato, periodo Edo (XIX secolo), conuna stima di 1.800-2.500 dollari, rimane comunqueinvenduto. Rappresentato mentre fa la guardia ad una grandepalla, custodita tra le sue zampe anteriori, il musorivolto indietro, sopra il corpo emaciato. Gli occhisono in corno nero. Soggetto che vuole scimmiotta-re i famosi “cani con palla” attribuiti a Tomotada, mache evidentemente non ne ha la qualità e la forza.

Lotto 3130

Lotto 3131

Lotto 3152

Lotto 3155 - Netsuke in avorio, un gruppo dizucche, largo cm 5,7, firmato OharaMitsuhiro (1810-1875), rimane anch’essoinvenduto, partendo da una stima di 5.000-7.000 dollari.Il netsuke, un’ammirabile opera di Mitsuhiro,artista che prediligeva i vegetali, provenivadalla Robert Green Collection, dispersa daEskenazi Londra nel lontano 1973 al lotto18. Se la certificazione dell’autenticità delpezzo grazie alla provenienza non è bastata aconvincere gli acquirenti a raggiungere alme-no i 5.000 dollari (circa 4.000 euro), signifi-ca che in sala non erano presenti collezionistidegni di questo nome. Lotto 3199 - Netsuke in legno, Kiyohime sullacampana di Dojoji, alto cm 3,4, firmatoMinko, periodo Edo (XIX secolo), supera lastima iniziale di 2.000-3.000 dollari, aggiudi-candosene 4.750. Il netsuke rappresenta Kyoshime dopo la suatrasformazione in demone, mentre trattienetra le sue spire la campana del tempio, dal cuilato spunta, attraverso un buco, la faccia del prete Anchin, imprigionato dentro diessa. L’espressione del volto cambia grazie a un elemento mobile; le corna del demo-ne sono in ebano, gli occhi in metallo dorato e la lingua è tinta in rosso. La leggendaè molto curiosa e vale la pena di essere brevemente citata…I due si erano conosciuti quando Kiyohime era solo una bambina: Anchin era unamico del padre di Kiyohime, che amava scherzare spesso sulla possibilità che in futu-

ro i due avrebbero potuto sposarsi. Diventata adulta,Kiyohime prese sul serio l’ipotesi, noncurante della pro-messa di celibato di Anchin il quale, per sfuggire a quel-la situazione, si rifugiò presso il tempio Dojoji. Delusae umiliata, Kiyohime si mise sulle tracce del monacofinché non lo trovò, nascosto all’interno di una campa-na. Il suo astio crebbe quindi in maniera tale da farlatrasformare in un enorme demone-serpente: avvolgen-do tra le sue spire l’intera calotta della campana,cominciò a generare un fortissimo calore che finì perfondere il metallo, provocando la morte di entrambi.

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Lotto 3155

Lotto 3199

Londra, 6 Novembre 2012

Mentre veniva distribuito il catalogo di Bonhams Londra del Novembre scorso, FineJapanese Art, eravamo in contatto con l’amico Luigi Olliaro, proprietario della presti-giosa The Lub Collection. Inevitabilmente è iniziato uno scambio di opinioni suinetsuke presentati in asta, che abbiamo voluto trasformare in commenti veri e propri.La vendita ha avuto un esito positivo, trainata in primo luogo dalla grande qualità deipezzi e in secondo luogo dall’inserimento della vendita nei programmi della manife-stazione internazionale Asian Art London, che notoriamente attrae l’interesse di unvasto pubblico internazionale di collezionisti. Lotto 104 - Netsuke in legno, una tigre, alto 4,5 cm, firmato in riserva rettango-lare Naito Toyomasa (1773-1856), Tanba, inizi del XIX secolo, apre con una stimadi 35.000-40.000 sterline e se ne aggiudica ben 103.250, rappresentando così iltop-lot dell’asta.

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La tigre è seduta, la testa abbassata a sinistra come se guardasse indietro conespressione feroce. La sua coda spunta davanti passando attraverso le zampeposteriori e risale sul lato a formare l’himotoshi. Il legno è di bella tonalità, leg-germente consunto, e gli occhi sono intarsiati in corno chiaro. Sebbene costitui-sca un soggetto comune, intagliato anche da altri carvers, questo netsuke sidistingue per la splendida interpretazione di Toyomasa, che, come ci suggeriscel’amico Luigi, entra a far parte del nirvana dei netsuke e che è già un privilegiopoter ammirare.

Lotto 104

Lotto 108 - Netsuke in legno, un kirin accovacciato, lungo cm 5,1, non firmato,XVIII secolo, parte da una stima di 4.000-4.500 pound e se ne aggiudica 25.000. Accovacciato, con la testa rivolta in basso, l’animale ha le zampe ritratte sotto ilcorpo, rappresentando un soggetto del tutto inconsueto e confermando che l’ap-posizione di una firma non determina necessariamente il valore dell’oggetto. Luigicommenta, coerentemente al suo pensiero, che nella valutazione di un netsuke lafirma dovrebbe essere posta in secondo piano, mentre dovrebbe prevalere “ciò chevediamo e sentiamo”.

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Lotto 114 - Netsuke in avorio, Daikoku, alto 5,4 cm, firmato in riserva ovaleMasanao, Kyoto, tardo XVIII secolo, viene aggiudicato per 34.850 sterline,superando la stima iniziale di 25.000-30.000. Il dio è seduto sul suo largo sacco, sorridente, mentre suona lo tsuzumi (tamburogiapponese a clessidra). L’avorio è leggermenteconsunto e di bella patina. Sebbene ne sianocomunque registrati alcuni, i netsuke rappresen-tanti personaggi sono relativamente rari inMasanao: ne abbiamo appena visto uno, com-mentato nell’asta precedente, lotto 3110, rifiuta-

to dai comprato-ri, pur avendo lastessa enfatizzatac a r a t t e r i s t i c adella firma inse-rita perfetta-mente alla basedel piede.

Lotto 108

Lotto 114

Lotto 115 - Netsuke in legno, un topo, alto 4,2 cm, firmato in riserva ovale Masanao,Kyoto, tardo XVIII secolo, conferma la valutazione iniziale di 20.000-25.000, venen-do aggiudicato per 22.500 sterline. L’animaletto, i cui occhi sono intarsiati in corno nero, è seduto, il corpo girato adestra, mentre si gratta l’orecchio con una zampa e con le altre trattiene la codadavanti alla bocca. Il topo è evidentemente uno dei soggetti preferiti da Masanao, dicui se ne conoscono molti esemplari, rappresentati in diverse posizioni e movimenti.Sono solo tre quelli rappresentati nell’atto di grattarsi l’orecchio, ma tutti sono in avo-rio. “Un soggetto comune che nelle mani del maestro di Kyoto riesce a diventareunico” commenta Luigi.

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Lotto 117 - Netsuke in legno di bosso, un gruppo di funghi, largo 5,4 cm, firma-to in tavoletta d’ebano Jikan Ganbun, XIX secolo, stimato 3.500-4.000 sterline,rimane invenduto. Tre funghi di differenti dimensioni, il gambo di uno dei quali forma l’himotoshi. Il

netsuke è impreziosito, nello stile diGanbun, da tre formiche e unachiocciola realizzati in materiali dif-ferenti (rame, ottone e shakudo, pel-tro e corno). Luigi, in questo caso, simeraviglia per l’insuccesso di unpezzo che doveva essere annoveratotra i capolavori di questo grandeartista, che di rado appare nelle asteinternazionali.

Lotto 115

Lotto 117

Dalla collezione Harriet SzechenySeguono, non tutti da noi commentati, ben 16 netsuke provenienti dalla collezione diMrs. Harriet Szecheny (vedi Bollettino n. 22, Marzo 2012): si tratta degli invenduti del-l’asta precedente. Con un’abile mossa commerciale, abbassando notevolmente la stima (peresempio da 18.000-15.000 a 6.000-5.000), si è raggiunto lo scopo della dispersione deipezzi, a volte superando addirittura la stima precedente (vedi lotto 146).

Lotto 144 - Netsuke in legno, uno shishi, alto cm 4,2, stile di Naito Toyomasa,Tanba, XIX secolo, aggiudicato per 11.250 sterline, partendo da una valutazioneiniziale di 5.000-6.000. Lo shishi è seduto, le zampe anteriori appoggiate su di un grande uovo, da cui spun-ta la coda del cucciolo. Il netsuke, impreziosito dall’intarsio degli occhi in corno bion-do, è uno dei soggetti più amati dai collezionisti. Le due provenienze attribuite,Sotheby’s, Londra 1986 e Rosemary Bandini, hanno fornito un valore aggiunto alnetsuke, che è stato ampiamente premiato e trainato sicuramente dal lotto 104.

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Lotto 145 - Netsuke in legno, un cinghiale accovacciato, lungo 6 cm, firmato Komei,inizi XIX secolo, rimane nella stima pro-poste di 3.000-4000 sterline, aggiudican-dosene 3.750. Pubblicato sull’MCI e proveniente dallaBehrens Collection, le due provenienzeprestigiose e la compattezza che il carverè riuscito a infondere al netsuke nonsono state sufficientemente premiate. Faremo un paragone con lo stesso sog-getto, al lotto 147.

Lotto 144

Lotto 145

Lotto 146 - Netsuke in legno, un bue accovacciato, lungo 4,5 cm, firmato Toyoyo(1811-1883), Tanba, XIX secolo, raddoppia la valutazione di 8.000-10.000 sterline,conquistandone 21.250. La stima precedente era stata 15.000-18.000 e il pezzo erarimasto invenduto.Luigi commenta questo pezzo definendolo “squisito e sereno” ed affidando l’eventua-le sorpresa sul prezzo raggiunto alla firma Toyoyo, carver poco conosciuto.Personalmente, troviamo il netsuke privo di patina e con le venature del legno troppoin evidenza, quasi fosse un pezzo moderno…

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Lotto 146

Lotto 147 - Netsuke in legno, un cinghiale, lungo cm 4,3, firmato Kokei, circa 1820,parte da una stima di 1.500-2.500 sterline, per essere ceduto a 2.250.

L’animale è accovacciato con la testa sollevata, nellamedesima posizione del precedente (lotto 145): invero,l’atteggiamento è molto simile ma l’incisione del peloe l’espressione degli occhi e del muso sono di ben altraqualità. Non si comprende il basso prezzo pagato e lascelta nel preferire l’altro esemplare. De gustibus…Lotto 150. Netsuke in legno di bosso, una rana, largo

cm 4,8, firmato in riserva ovale Shoto, tardo XIXsecolo, rimane invenduto, nonostante la stima pru-denziale di 1.500-2.000 sterline. Una rana mentre si riposa su di una foglia di loto. Ilsoggetto è molto piacevole e generalmente moltoamato dai collezionisti, di cui Luigi è un esempio,tanto da definirlo “un gioiello nascosto tra i grandinomi, non solo non sfigura ma è degno di entrare in

Lotto 147

Lotto 150

qualsiasi grande collezione…”. Il pubblico presentenon ha evidentemente condiviso questa opinione… Lotto 156 - Netsuke in corno di cervo, una chioc-ciola, lungo cm 4,5, firmato in riserva quadrataKoku, dopo Ozaki Kokusai, Shiba, Tokyo, XIXsecolo, rimane invenduto partendo da una stimadi 2.000-3.000 sterline.La chiocciola cerca di risalire un fungo dal lungo gambo, tentando di scivolare finoal cappello del vegetale. Il gambo forma l’himotoshi e il materiale è leggermente con-sunto e di bella tonalità. Anche in questo caso, le attese dell’amico Luigi sono stateconfutate. È comunque strano il rifiuto di questo netsuke, che ritroviamo pubblicatoe avvalorato da Rosemary Bandini, una delle maggiori esperte di Kokusai.

Lotto 159 - Netsuke in legno, un paesaggio rurale,largo cm 4,5, firmato in riserva ovale Horaku, XIXsecolo, parte da una stima di 2.000-3.000 poundper aggiudicarsene 4.375. Il paesaggio mostra un certo numero di personeche camminano o sono sedute in stanze dell’edifi-cio circondato parzialmente da colonne e da albe-ri. “Altro gioiello di micro scultura, che diventaquasi un miracolo di esecu-zione” così commenta Luigi,ammirando questo pezzo,

anch’esso pubblicato dalla Bandini e giustamente premiato.

Varie proprietà

Lotto 160 - Netsuke in saishiki (legno dipinto), Ryujin, alto cm10,2, attribuito a Yoshimura Shuzan, XVIII secolo, parte da unastima di 8.000-10.000 sterline, che conferma a 9.375. Il re dragone, convenzionalmente mostrato con espressione fiera,mentre indossa il suo classico vestito. Il pallido legno hinokiriporta tracce di pigmenti rossi e gesso. Il netsuke è realizzato sumodello di uno dei tre illustrati nel Soken Kisho, testo storicoedito nel 1781. Il commento di Luigi è che le scarse conoscenzeche abbiamo di Y. Shuzan ci impongono solo l’attribuzione emai la certezza che si tratti proprio del carver e non di uno deisuoi tanti seguaci. Il risultato non esaltante comprova che inmolti non hanno creduto alla dichiarazione della casa d’aste.

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Lotto 156

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Lotto 160

Lotto 184 - Netsuke in legno, shishi, alto cm 5,1, Kyoto, tardo XVIII secolo, da unavalutazione di 7.000-8.000 pound,ne ottiene 8.750. Seduto con la testa rivolta in basso,mentre sta mordendo il gambo diuna grande peonia, che trattienecon la zampa anteriore. La codariccioluta è eretta, mentre le zampesono piegate, per dare compattezzaal soggetto. Le pupille sono intar-siate in corno nero. Anche qui con-cordiamo con Luigi sulla predile-zione dei collezionisti verso questisoggetti, generalmente ben pagati:questo netsuke ne è la riprova.

Lotto 172 - Netsuke in legno di bosso, due cavalli, lunghezza cm 4,8, fir-mato Awataguchi, Edo, XVIII secolo, conferma la stima iniziale di10.000-15.000 sterline, guadagnandone 10.625. I due cavalli lottano per gioco, uno con la pancia all’aria, su cui si poggial’altro. Elaborata composizione dalla forma compatta. Luigi commenta:“i cavalli sono assolutamente in una posizione inconsueta, ma non attira-no passione né fanno nascere adrenalina. È sicuramente bello, ma noncredo giustifichi lontanamente la sua stima”. Giudizio che condividiamopienamente.

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Lotto 172

Lotto 184

Lotto 210 - Netsuke in avorio, un cane selvatico (yama-inu), alto cm 4,5, firma-to in riserva rettangolare Tomotada, Kyoto, tardo XVIII-inizi XIX secolo, vieneaggiudicato per 6.875 sterline, partendo da 5.000-6.000. Seduto, mentre guarda davanti a sé proteggendo la zampa di un cervo.Himotoshi naturale e pupille intarsiate in corno nero. Il netsuke, pensiamo, indi-pendentemente dalla firma, viene giustamente premiato per la bella qualità.Aggiungiamo, a titolo di curiosità, che soggetti simili vengono definiti anchecome lupi: pur riconoscendo che in Giappone non erano presenti lupi, il sogget-to potrebbe derivare dalla conoscenza di rappresentazioni cinesi.

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Lotto 210

Lotto 227 - Netsuke in avorio, un ceppo d’albero, largo 3,9 cm, firmato OharaMitsuhiro (1810-1875), Osaka, datato 1839, parte da una stima di 5.000-6.000 ster-line, per aggiudicarsene 11.875. I lati sono punteggiati per dare effetto di realismo,un ramo di foglie d’acero sul top mentre un’altrafoglia è intagliata in rilievo su di un lato. Firmato edatato con kao. In questo caso non desta la nostracuriosità l’indubbia qualità del pezzo: quello che sivuol confrontare è la seguente coincidenza. Il lotto228 dell’asta della Collezione Wrangham dell’8 novem-bre 2011 (si veda Bollettino n. 22, Marzo 2012) è,come potete vedere dalla foto, lo stesso soggetto, ven-duto però a 46.850 sterline. Quando scriviamo “lostesso soggetto” intendiamo che i due netsuke hannole stesse dimensioni, ovviamente la stessa firma, masono anche eseguiti nello stesso anno e nello stessomese! Varia solo la colorazione e la patina: secondovoi è sufficiente per un gap così notevole tra le dueaggiudicazioni?

Lotto 227

Lotto 228 asta coll.Wrangham

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Rosemary Bandini ha accolto, con la consueta cortesia e amicizia, la richiesta di fornirciuna sua autorevole opinione sull’asta di Bonhams appena commentata. Il suo reportagediventa particolarmente interessante perché, da diretta spettatrice, riesce a cogliere imomenti salienti e le notizie più curiose della vendita.

Notizie da Londra

A quanto pare la London’s 2012 Asian Art Week è sopravvissuta alla recessione econo-mica mondiale, infatti è riuscita a far registrare quasi due delle settimane più impe-gnative e affollate che abbiamo potuto vivere negli ultimi tempi. Nell’ambito di questo evento, Bonhams ha organizzato un’asta di tutto rispetto, presen-tando un gruppetto di netsuke molto interessanti che hanno convogliato a Bond Streetcollezionisti da tutto il mondo. Nella sala, c’era posto solo in piedi e, vuoi per i quasi600 lotti all’asta, vuoi per il peso del catalogo, 1,6 kg, che metteva a dura prova le miebraccia, sono stata più volte tentata di abbandonare la vendita prima del termine. Il primo netsuke presentato, il lotto 104, faceva parte di un gruppo di netsuke e inroprovenienti da una collezione privata europea e senza dubbio un masterpiece di NaitoToyomasa. Sebbene fosse alto solo 4,5 cm, l’elegante sinuosità e la maestria dell’inta-glio hanno saputo renderlo del tutto eccezionale e addirittura maestoso. Il prezzo bat-tuto è stato scioccante, quasi da far venire le lacrime agli occhi, ben 85.000 sterline,ma sono assolutamente certa che l’acquirente ne sarà pienamente soddisfatto (ndr iprezzi indicati sono quelli di battuta, escluse le commissioni).Il netsuke che personalmente preferivo, il lotto 108, un bel kirin a due corna intaglia-to minuziosamente, dalla lucente patina e con un eccezionalmente largo himotoshi, haottenuto ben 20.000 sterline. Il lotto 115 era un affascinante topo in legno di Masanao, forse un po’ privo di forza espres-siva e abbastanza piccolo, rispetto ai lavori del carver: è stato esitato a 18.000 sterline. Il lotto 184, uno shishi con peonia, già venduto precedentemente dalla Sotheby’s nel

novembre del 1989 e che ritengo proveniente dallacollezione di Marc Severin: un pezzo grande edinamico che qualcuno, cogliendo l’occasione, si èpotuto aggiudicare a soli 7.000 pound, lo stessoprezzo realizzato nel 1989. Il lotto 204, un affascinante modello di scarpa cineseda cui spunta un dragone, costituisce un immediatoriferimento alla leggenda di Choryo, uno dei Tre EroiCinesi. Sebbene non fosse firmato, è da attribuire, conbuona attendibilità, a Kokusai, poiché il BritishMuseum ne possiede la stessa versione in corno diLotto 204

cervo, firmata, proveniente dalla Hull GrundyCollection. È stato venduto per 3.000 sterline. Un netsuke invenduto, il lotto 205, un topo in avorio fir-mato Masanao, correttamente catalogato dallaBonhams, è un pezzo visto più volte in asta. Vendutoper la prima volta da Tajan nel 2010 per 4.080 eurosenza alcuna firma, riapparve un anno dopo in un’altrasala parigina, Lombrail, con una bella e nuova firmaMasanao. Quando la sala fu avvisata del problema, illotto venne ritirato, solo per ricomparire un anno più tardi a Londra alla Bonhams.Essendo venuta a conoscenza della storia del pezzo, la casa d’aste ha quindi deciso diritirarlo dalla vendita. Tra gli altri pezzi offerti in asta, era presente un gruppo di netsuke invenduti dall’astadella collezione Szechenyi, la maggior parte dei quali è riuscita a trovare un acquirente. Tirando le somme dell’asta, si può quindi dire che i risultati sono stati sicuramenteimportanti e i compratori solerti ed entusiasti nell’accaparrarsi gli oggetti desiderati,dimostrando quanto il mercato dei netsuke sia vivo e robusto.

Rosemary Bandini

Notizie da Washington

Appena prima di andare in stampa, ci è giunta notizia di una vendita che la Quinn’sAuction Galleries, una piccola e sconosciuta casa d’aste a conduzione familiare deisobborghi di Washington, ha allestito per il prossimo 7 dicembre. L’evento è statomolto pubblicizzato a livello mondiale, attraverso il web e con l’invio gratuito delcatalogo a tutti i soci dell’International Netsuke Society. Viene dispersa la collezionedi Helen e Jack Mang, composta da circa 800 netsuke,nella stragrande maggioranza di bella o bellissima qua-lità e provenienti da collezioni rinomate o da grandimercanti internazionali. Abbiamo avuto già sentore diprenotazioni in sala e telefoniche di grandi collezionistie dealers preoccupati in primo luogo per la scarsa orga-nizzazione di questa piccola Galleria, assolutamentenon attrezzata per un evento di questa portata, e insecondo luogo per il regime fiscale statunitense che,molto probabilmente, complicherà i pagamenti. Nelprossimo numero del Bollettino non mancheremo direlazionarvi sugli esiti di questo evento, sperando che leaspettative non vengano deluse.

Lotto 205

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