Art. 34 - Aprile 2011

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Articolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“ Aprile 2011 IN QUESTO NUMERO La riforma, lo Statuto, la Carta dei diritti pag. 2 Lauree abilitanti, tutte le novità Quale città universitaria? Borse di studio - Alloggi Strutture - CAS pag. 3 Mobilitiamoci tutti: l’acqua è un bene comune! pag. 4 Graduatorie GAE, la situazione Flash dalle Facoltà La foto qui a fianco mostra l’as- sedio degli studenti alla Regione Abruzzo, al termine della manife- stazione del 17 novembre 2010. Un assedio pacifico degli studen- ti, per chiedere risposte al Com- missario alla Ricostruzione e alla Regione Abruzzo. Un atto simbolico importante, che ad oggi attende ancora delle risposte. Un simbolo appunto, insieme alle occupazioni, ai blitz e ai blocchi stradali, della voglia degli studen- ti di esserci, di contare e di fare valere i propri diritti. Una forza straordinaria dimostra- ta da tutti noi, in quella fase, che ha dato l’idea di una situazione davvero insostenibile. Un segno di vitalità ecceziona- le, dopo l’enorme affluenza alle urne dello scorso maggio, che ci mostra lo spaccato di un corpo studentesco che vuole contare nelle scelte che lo riguardano di- rettamente. Anche la scelta dell’Udu di identi- ficare l’Aquila come “Monumento Universitario” non è fatta a caso. Una scelta che rende simbolica la battaglia per avere una città uni- versitaria, per riprendere il filo di quel discorso interrotto brusca- mente il 6 aprile 2009. Un percorso graduale che stava portando gli studenti, seppur tra mille difficoltà, ad esser davvero cittadini dell’Aquila. Ora su molti versanti, come po- tete leggere negli articoli all’in- terno, c’è moltissimo da fare: gli enti locali sono chiamati a scelte importanti rimandate da troppo tempo su alloggi, servizi, borse di studio, mobilità, aiuti agli studen- ti. Non sono possibili altri ritardi. Gli studenti hanno chiesto con forza delle risposte che tardano ad arrivare. Anche l’Ateneo dovrà fare la sua parte, garantendo, nella fase di applicazione della Legge Gelmini, la rappresentanza democratica in tutti gli organi e pieno riconosci- mento dei diritti degli studenti. Abbiamo di fronte una nuova sta- gione di lotte per i nostri diritti, A voce alta ma non daremo tregua agli enti che devono dare risposte adegua- te alle rivendicazioni studente- sche. Per noi l’Università è fatta soprat- tutto dai suoi studenti; la città deve ripartire della sua Università e, appunto, dagli studenti. L’Aqui- la è una città che ancora non può chiamarsi “Città Universitaria”, ma che può e deve esserlo. Questa è la sfida che abbiamo davanti. Difendere i diritti, migliorare le condizioni studentesche e ricre- are una Città Universitaria degna di questo nome. Udu L’Aquila Diritti, democrazia, servizi per gli studenti. Conflitto e rappresentanza. Sempre.

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Il foglio informativo dell'Udu L'Aquila, edizione Aprile 2011.

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Articolo 34 della Costituzione italiana: ”La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.“

Aprile 2011

IN QUESTO NUMEROLa riforma, lo Statuto, la Carta dei diritti

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Lauree abilitanti, tutte le novità

Quale città universitaria?Borse di studio - AlloggiStrutture - CAS

pag. 3

Mobilitiamoci tutti:l’acqua è un bene comune!

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Graduatorie GAE, la situazione

Flash dalle Facoltà

La foto qui a fianco mostra l’as-sedio degli studenti alla Regione Abruzzo, al termine della manife-stazione del 17 novembre 2010.Un assedio pacifico degli studen-ti, per chiedere risposte al Com-missario alla Ricostruzione e alla Regione Abruzzo.Un atto simbolico importante, che ad oggi attende ancora delle risposte. Un simbolo appunto, insieme alle occupazioni, ai blitz e ai blocchi stradali, della voglia degli studen-ti di esserci, di contare e di fare valere i propri diritti.Una forza straordinaria dimostra-ta da tutti noi, in quella fase, che ha dato l’idea di una situazione davvero insostenibile.Un segno di vitalità ecceziona-le, dopo l’enorme affluenza alle urne dello scorso maggio, che ci mostra lo spaccato di un corpo studentesco che vuole contare nelle scelte che lo riguardano di-rettamente.Anche la scelta dell’Udu di identi-ficare l’Aquila come “Monumento Universitario” non è fatta a caso. Una scelta che rende simbolica la battaglia per avere una città uni-versitaria, per riprendere il filo di quel discorso interrotto brusca-mente il 6 aprile 2009.Un percorso graduale che stava portando gli studenti, seppur tra mille difficoltà, ad esser davvero cittadini dell’Aquila.Ora su molti versanti, come po-tete leggere negli articoli all’in-terno, c’è moltissimo da fare: gli enti locali sono chiamati a scelte importanti rimandate da troppo tempo su alloggi, servizi, borse di studio, mobilità, aiuti agli studen-ti. Non sono possibili altri ritardi. Gli studenti hanno chiesto con forza delle risposte che tardano ad arrivare. Anche l’Ateneo dovrà fare la sua parte, garantendo, nella fase di applicazione della Legge Gelmini, la rappresentanza democratica in tutti gli organi e pieno riconosci-mento dei diritti degli studenti.Abbiamo di fronte una nuova sta-gione di lotte per i nostri diritti,

A voce altama non daremo tregua agli enti che devono dare risposte adegua-te alle rivendicazioni studente-sche. Per noi l’Università è fatta soprat-tutto dai suoi studenti; la città deve ripartire della sua Università e, appunto, dagli studenti. L’Aqui-la è una città che ancora non può chiamarsi “Città Universitaria”, ma che può e deve esserlo. Questa è la sfida che abbiamo davanti.Difendere i diritti, migliorare le condizioni studentesche e ricre-are una Città Universitaria degna di questo nome.

Udu L’Aquila

Diritti, democrazia, servizi per gli studenti.Conflitto e rappresentanza. Sempre.

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Il MIUR, tramite il decreto del 10 set-tembre 2010 n.249, ha approvato un regolamento per la “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modali-tà della formazione iniziale degli inse-gnanti della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola seconda-ria di primo e secondo grado”. Questo regolamento ha come scopo quello di ridefinire “che titolo di studio devo avere” per diventare, o meglio per spe-rare di diventare, insegnante. Per l’insegnamento nella scuola dell’in-fanzia e nella scuola primaria è previ-sto un corso di laurea magistrale quin-quennale, a ciclo unico, comprensivo di tirocinio da 600 ore pari a 24 CFU (gli studenti già iscritti al corso di laurea in scienze della formazione primaria con-cludono il corso di studi e conseguono l’abilitazione all’insegnamento secon-do la norma vigente al momento della loro immatricolazione). Si passa dunque da un sistema qua-driennale con due diversi indirizzi pos-sibili (infanzia, primaria), ad un unico corso quinquiennale con doppia abilita-zione. Per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado è prevista l’attivazione di diverse lauree magistrali biennale per le varie classi di insegnamento ed un successivo anno di tirocinio formativo con esame finale conclusivo. Per il sostegno agli alunni con disabilità la specializzazione per ora si conseguirà esclusivamente pres-so le università con specifici moduli per il sostegno di 60 CFU e comprensivi

di almeno 300 ore di tirocinio. La norma di legge pare molto più re-strittiva dell’attuale circa la possibilità di accesso ai corsi del sostegno, acces-so che diventerà possibile solo ad abi-litazione conseguita e per di più supe-rando una ulteriore prova di accesso. In sostanza per cominciare ad insegna-re con l’abilitazione nel sostegno, fino all’anno scorso vera porta di accesso all’insegnamento, mentre fino ad oggi si poteva contare sulla possibilità di conseguire il sostegno al termine dei 4 anni (cd laurea “in comune”), con il nuo-vo percorso si arriverà all’abilitazione al sostegno solo dopo 6 anni di corso. Per di più al numero programmato del corso di laurea quinquennale si dovrà aggiungere il numero programmato per il sostegno. Il disegno è evidente e purtroppo coerente con i tagli degli ul-timi anni: tagliare sulla scuola, ridurre drasticamente sul sostegno. Una idea di scuola “minima” ed escludente ver-gognosa che bisogna continuare a com-battere. Altro discorso per le magistra-li per l’insegnamento nelle secondarie, davvero in alto mare. Al momento sono state definite le classi delle lauree magistrali per l’in-segnamento nelle scuole secondarie di primo grado. Per quanto riguarda il nostro Ateneo, visto l’offerta didat-tica e i docenti presenti nelle facoltà, sarebbe auspicabile attivare, e noi ri-teniamo che sia indispensabile farlo, 5 lauree magistrali abilitanti oltre quella di scienze della formazione primaria.

Queste sono: A043 (Italiano, storia e geografia), A045 (Lingua inglese e se-conda lingua straniera), A059 (Matema-tica e scienze), A030 (Scienze motorie e sportive), A033 (Tecnologia). Per poter accedere a questi corsi di lau-rea è necessario (oltre al superamento di un test iniziale visto che questi cor-si sono a numero programmato) pos-sedere un numero di crediti in settori specifici per ogni classe e definiti nel decreto, perciò gli studenti iscritti alle lauree triennali che sono interessati ad intraprendere in futuro un percorso verso l’insegnamento, devono da subi-to tener presente questi vincoli e cerca-re di adattare il loro piano di studi in modo da non avere problemi successi-vamente per accedervi. Quello che viene riportato nel decreto purtroppo, non è sufficiente a definire esattamente tutto quello che serve alle università per attivare le nuove lauree abilitanti. Al momento infatti non è chiaro, ad esempio, quali sono i requisiti che de-vono soddisfare gli atenei per aprire le lauree magistrali e quindi ancora non è certo che tali corsi siano attivati già dal prossimo anno accademico. E’ evidente che queste lauree sono particolarmente importanti proprio per il fatto che sono abilitanti e quindi danno la possibilità di avere uno sbocco occupazionale ben preciso. Per questo l’Udu ritiene che questi corsi di laurea debbano essere aperti non appena ce ne sarà la possibi-lità. Elisa Lozzi, Luana Del Gaone

Lauree abilitanti, tutte le novità

Gli studenti hanno contrastato tut-ti i progetti di legge che miravano a distruggere l’Università pubblica.Le lotte e le proteste contro il DDL Gelmini sono state l’esempio for-tissimo di questo.Le proteste, cominciate nel 2008, sono riprese con forza nello scor-so autunno, quando tutto sembra-va ormai destinato a divenire legge ineluttabilmente.Straordinarie le mobilitazioni che hanno portato a storiche occupa-zioni, manifestazioni di piazza, sit-in ad oltranza sui tetti.Studenti in prima linea dunque contro un DDL che mirava a tra-sformare le università pubbliche in aziende, destrutturando il sistema pubblico di formazione, relegando gli studenti in situazione margi-nale, lasciando a Baroni e Rettori tutto il potere decisionale.Abbiamo tutti insieme alzato la voce, occupato i nostri luoghi di studio qui all’Aquila, dopo quasi 15 anni dall’ultima volta.Tra mille difficoltà abbiamo detto che ci siamo e vogliamo contare. In tutta Italia sono stati occupati i monumenti principali: noi ab-biamo voluto che il centro storico dell’Aquila fosse il nostro Monu-mento Studentesco, violando la Zona Rossa, portando la protesta fino agli storici palazzi dell’Uni-versità nel centro della città e oc-cupando tutti i Poli Universitari.Abbiamo fatto moltissimo, oltre ogni aspettativa.Blocchi stradali, iniziative sponta-nee, riflessioni collettive con pro-duzione di documenti di proposta sulla legge e sulla situazione loca-le.

Il DDL Gelmini è diventato Legge, approvato definitivamente dal Se-nato della Repubblica.Le principali criticità denunciate dagli studenti, rimaste inascolta-te dal Governo e dal Parlamento, sono legate alla riduzione degli spazi democratici all’interno del-la governance d’ateneo, alla pro-gressiva “ministerializzazione” dell’Università, allo sradicamento del diritto allo studio.qualcosa però siamo riusciti a cambiare, garantendo una rap-presentanza studentesca in tutti i consessi di almeno il 15%. Resta comunque il fatto che la Legge Gelmini, riduce di fatto tut-ti gli spazi democratici, relega il Senato Accademico ad un ruolo propositivo, trasformando invece il Consiglio di Amministrazione nel fulcro del governo dell’ateneo, dando un’impronta chiaramente aziendalista all’Università pubbli-ca, che dovrebbe essere il luogo in cui si sviluppa la ricerca, in cui si dovrebbe puntare sulla qualità della didattica e sulla formazione del pensiero critico.La Gelmini conferma un’impo-stazione di disinvestimento sui saperi, che opera tagli lineari alle risorse annientando così gli atenei e quindi lo sviluppo dell’intero Pa-ese.Sono anni che chiediamo fortissimi investimenti sul sapere, ma pur-troppo si continuano a registrare tagli su formazione e ricerca e non vi sono spiragli di un’inversione di tendenza.Ora siamo entrati quindi nella fase di applicazione, dato che la legge prevede tempi molto stretti per la

scrittura dei nuovi Statuti di cui gli Atenei devono dotarsi.Visto che la legge ha così drasti-camente ridotto il peso delle rap-presentanze negli organismi, è fondamentale che in questa fase di scrittura siano preservati or-gani e regolamenti a tutela della rappresentanza e dei diritti degli studenti. E’ molto importante che, anche nel nuovo statuto, sia inserita la Carta dei diritti degli studenti come re-golamento del nostro ateneo a tut-ti gli effetti, così come lo è oggi.La Carta è stata una conquista dif-ficile, durata anni, e per cui conti-nuiamo a lottare quotidianamente per rivendicarne l’applicazione a tutti i livelli della vita accademica.Ma per avere reali garanzie per gli studenti, vanno comunque preser-vati gli spazi della rappresentanza nei nuovi consessi che si vanno a formare.L’analisi della Commissione per la revisione dello Statuto del nostro Ateneo è ancora in corso e si ap-presta ad affrontare i primi con-fronti anche con il Senato Accade-mico. L’UdU, con i suoi rappresentan-ti, sta portando avanti il lavoro in tutti i consessi accademici, ma è e sarà indispensabile il coinvol-gimento di tutti noi studenti per vedere garantiti anche in futuro i nostri diritti così duramente con-quistati.

Udu L’Aquila

Lauree magistrali ad hoc per l’abilitazione,Formazione Primaria da quadriennale a quinquennale

La riforma, lo Statuto, la Carta dei DirittiIl DDL Gelmini è legge,ma la battaglia

per i diritti continua.

17 novembre - Gli studenti sfilano in corteo dalla residenza Campomizzi alla Regione Abruzzo con lo slogan “Eppur ci siamo”

30 novembre - Gli studenti dell’Università dell’Aquila occupano l’Ateneo per 2 giorni, organizzando assemblee e dibattiti.

30 novembre - Gli studenti dell’Università dell’Aquila violano la zona rossa per un’assemblea davanti a Palazzo Camponeschi

L’AQUILA MOVIMENTO STUDENTESCO

E gli attuali iscritti che fine fanno? - Per un maggior dettaglio, leggete l’ar-ticolo che trovate a pagina 4, nel qua-le trovate una descrizione dettagliata di quella che è la situazione attuale delle Graduatorie GAE.

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Quale città universitaria?Una dettagliata panoramica su quella che è la situazione del diritto allo studio aquilano.Dalla mancanza di alloggi, al polifunzionale del Polo Coppito, ai criteri per l’Autonoma Sistemazione, alla copertura delle borse di studio.

a cura di Marco Taraborrelli e Roberto Naccarella

E' desolante per noi dare un quadro generale sulla situazione dell Dirit-to allo Studio nella città dell’Aquila, visto che tocchiamo con mano ogni giorno lo sconcertante disinteresse degli Enti Locali su questo tema. Il Diritto allo Studio è uno strumento fondamentale, oltre per garantire a tutti noi gli studi, per avere una se-rie di servizi che ci permettano di vivere degnamente e dignitosamen-te nella città in cui studiamo.

E' fondamentale che gli Enti com-prendano il concetto di "cittadinan-za studentesca".Noi studenti dobbiamo essere con-siderati a tutti gli effetti cittadini aquilani, ed inseriti a pieno titolo nel contesto urbano, vedendoci ga-rantite borse di studio, insieme ad alloggi e servizi. Come Unione degli Universitari ab-biamo da sempre portato avanti l'idea di L'Aquila “Città Universita-

ria" ben prima del 6 Aprile, e oggi riteniamo più che mai prioritario il rilancio dell’università e di tutta la città.Purtroppo il Comune de L'Aquila e la Regione Abruzzo non sembrano dello stesso avviso, anzi pratica-mente ignorano la questione. Ancora oggi, a due anni dal sisma, ci troviamo a far fronte ad una si-tuazione con numerose e particola-ri criticità.

Prova esemplare di ciò che abbiamo appena affermato è la scarsissima di-sponibilità di posti letto pubblici, che potrebbero far fronte all’enorme ri-chiesta abitativa degli studenti. Ad oggi abbiamo a disposizione la sola Residenza Universitaria ex Caserma Campomizzi, con circa 250 posti let-to. Da tempo, portando sempre alto il no-stro slogan “Una caserma in meno, un campus in più”, chiediamo alla Regio-ne Abruzzo che vengano ristrutturate le restanti palazzine della Caserma Campomizzi, con le quali si potrebbe in prospettiva arrivare ad un campus di circa 1700 posti letto.Con adeguate opere di risturtturazio-ne devono essere di nuovo disponibili gli oltre 300 posti letto della “Scuola Superiore G. Reiss Romoli”.Un discorso a parte merita la Residen-za San Carlo Borromeo, donata dalla Regione Lombardia e costruita con fondi FAS (Fondi Aree Sottosviluppa-te, quindi soldi pubblici), che è ancora gestita in maniera privata dalla Curia

dell’Aquila. Ricordiamo che nell’accordo di pro-gramma il Comune doveva trasferire la struttura alla Regione, che doveva affidarla al suo ente preposto, ovvero l’ADSU. In realtà quello che è certo è che la re-sidenza, moderna e all’avanguardia, del valore di 7 mln di euro, è gestita dalla Curia secondo criteri privatisti-ci invece che con quelli di un bando pubblico, discriminando così tutti gli studenti bisognosi e beneficiari di un alloggio pubblico. Sulla questione della Borromeo abbia-mo diffidato il Comune, senza però ricevere nessuna risposta sulla situa-zione della struttura.Inoltre resta da definire la destinazio-ne dei 16 milioni di euro stanziati dal MIUR per alloggi universitari.Vanno individuate le priorità e le ope-re su cui investire, riqualificando e sfruttando il patrimonio già esistente, senza ricorrere necessariamente a co-struzioni ex-novo.

Dopo proteste, pranzi autogestiti e manifestazioni, gli studenti hanno ot-tenuto l’apertura di alcune opere ri-maste vere e proprie scatole vuote: 2 container mensa, servizio bar, struttu-ra polifunzionale costruita con le do-nazioni del Canada.Rimane ancora molto da fare. manca una mensa alla residenza Campomiz-zi, una seria offerta di spazi studio e di aggregazione per gli studenti.Siamo sempre stati dell’idea che a l’Aquila non ci sia bisogno di costruire nuove strutture sul territorio, e siamo ancora convinti che non si debba con-sumare un metro quadro in più.Abbiamo già a disposizione molti edifici e strutture per gli studenti, in modo da poter rimediare ad ogni at-

tuale carenza.Emblematica l’attesa di due anni ormai di un intervento di ristrutturazione della Regione Abruzzo della struttu-ra polifunzionale del Polo di Coppito, che giace abbandonata a sé stessa e "cosparsa" di crepe, con tutti i disagi che questa “non curanza” ha provoca-to agli studenti e all’ADSU stessa.Questa struttura potrebbe tornare ad offrire spazi per lo studio e una sala ricreativa, che costituiva un importan-tissimo spazio di aggregazione.Riattivandola, si ripristinerebbero an-che i locali della mensa, superando così l’utilizzo di strutture provvisorie, inadeguate al numero degli utenti del servizio.

Abbiamo manifestato e criticato la Re-gione duramente perchè fino a qualche settimana fa la copertura delle borse di studio aveva raggiunto un minimo storico: appena il 22% degli idonei sa-rebbero stati effettivamente beneficia-ri.Abbiamo contestato la “tentata rapi-na” che il Presidente Chiodi e l'Asses-sore Regionale al Diritto allo Studio Gatti stavano per fare ai danni degli studenti aquilani.Infatti, stavano ripartendo il fondo emergenziale di 3 milioni di euro tra tutte e tre le ADSU abruzzesi, in barba alla disposizione ministeriale che pre-

vedeva, invece, come unica destina-zione quella aquilana, proprio per far fronte alla catastrofe del sisma. Al momento stiamo aspettando una nota congiunta dell’Assessore Gatti e del VicePresidente De Matteis, che uf-ficializzi l’intera destinazione del fon-do straordinario di 3,2 milioni di euro, fondo che può coprire totalmente le borse di studio per quest’anno. Chiaramente il nostro impegno deve continuare per ampliare lo stanzia-mento di fondi destinati alle borse, in modo da avere la copertura del 100% delle borse anche il prossimo anno.

Proprio la settimana scorsa abbiamo nuovamente invitato la Regione Abruz-zo a modificare i requisiti presenti nel regolamento del contributo di autono-ma sistemazione che, di fatto, tagliano fuori dal contributo tutta la popolazio-ne studentesca: il contratto di 18 mesi, il criterio di “Non meno di 2 esami per non meno di 9 crediti” e l’incompren-sibile incompatibilità tra borse di stu-

dio e CAS.Attendiamo ancora risposte in merito dal Presidente Chiodi, dall’Assessore Gatti e dal commissario D’Ascanio, i quali anche nella riunione convocata a seguito della manifestazione del 17 novembre hanno dichiarato che avreb-bero accolto le richieste degli studenti, ma nei fatti si sono rivelati completa-mente inadempienti e latitanti.

ALLOGGI STRUTTURE

CAS

BORSE DI STUDIO

Sul capitolo trasporti tutto fermo al palo: la situazione dei collegamenti all’interno della città dell’Aquila, or-mai spalamata su decine di km. I disagi sono enormi e il servizio di trasporto urbano diurno è insufficiente. Inesi-stente quello notturno. L’Udu ha richie-sto al Comune di investire i fondi Anci, destinati a servizi di prossimità per gli

studenti univeristari, per l’istituzione di navette che colleghino le sedi uni-versitarie con le varie zone della città e l’istituzione di una circolare notturna. Proposta caduta nel vuoto che si scon-tra con l’intento dell’amminstrazione comunale di destinare questi fondi a progetti che nulla hanno a che vedere con le esigenze degli universitari.

TRASPORTI

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UDU L’AQUILA Nucleo Industriale Sassa (AQ) 67100 L’Aquila - Telefono: 0862 61243 Email: [email protected]: www.uduaq.orgFacebook: facebook.com/udulaquila

Gerenza: “Art. 34” è un foglio dell’Associazione Udu L’Aquila in distribuzione gratuita solo presso le sedi universitarie. “Art. 34” non è un periodico. Stampato su Carta riciclata.

Sta partendo in questi giorni la fase finale della campagna refe-rendaria “L’acqua non si vende”.Visto il silenzio dei media nazio-nali sull’argomento, il comitato promotore in collaborazione con tutte le associazioni locali e nazio-nali che hanno aderito alla mobili-tazione, per dare maggiore visibi-lità ai due referendum sull’acqua, hanno proposto di far partire la campagna “Una bandiera per ogni balcone”.Questo metodo, utile ed efficace, serve a ricordare a tutti i cittadini italiani che il 12 e 13 giugno ci sa-ranno degli appuntamenti impor-tanti ai quali la popolazione non può mancare.Come si sta muovendo la Regione Abruzzo su questo tema?Il governatore della regione Gian-ni Chiodi in un primo momento sembrava abbracciare la proposta dell’acqua pubblica, ma dietro si muoveva la macchina dell’impren-ditoria che preparava la privatiz-zazione tramite i suoi referenti in politica, infatti nell’incontro ad Avezzano nella sede del Consor-zio acquedottistico marsicano, si presentava il progetto di riforma che ridisegna il sistema-acqua in Abruzzo.La legge prevede un solo articolo, un unico Ato regionale che, attra-verso la partecipazione di comuni

e province, gestisca il servizio idri-co integrato.In pratica, però, la gestione dovrà essere affidata al privato, così è stato dichiarato dal coordinatore regionale del Pdl in Abruzzo che ha rilasciato la seguente dichiara-zione: “la politica senza distinzio-ne di colore, ha dimostrato in pas-sato di aver fallito nella gestione del servizio idrico; occorre quindi dare spazio al privato il solo che, sul piano operativo e gestionale, ha dimostrato di essere in grado di garantire un servizio ad hoc e, di conseguenza, benefici per gli utenti”.Sarà vero? Basta spostarsi nella re-gione Lazio per vedere un esempio pratico di come ha fallito la gestio-ne privata dell’acqua, infatti nel comune di Aprilia la privatizzazio-ne dell’acqua è avvenuta nel 2002, Il socio privato è la Veolia Water, una delle più grandi multinaziona-li che gestisce l’acqua in ogni parte del mondo.A seguito del passaggio dalla ge-stione comunale alla gestione pri-vata (Acqualatina), una famiglia di Aprilia che consuma 190 metri cubi l’anno, prima pagava al Comu-ne (anno 2004) 122.17 €, mentre l’anno successivo (anno 2005) si è vista arrivare bollette per 205,56 € (aumento del 68,25%).Alla fine, nel comune di Aprilia Da-

vide ha vinto contro Golia, l’ammi-nistrazione comunale si riprende il controllo della gestione idrica, forte di una sentenza del Consi-glio di Stato.In Abruzzo per il momento è sta-ta proposta una moratoria in vista del referendum di giugno, il passo successivo è di coinvolgere il più possibile la popolazione per que-sta battaglia che oltre ad essere civile e politica è, e deve essere, Vitale.“L’acqua non può diventare fon-te di profitti. È un bene comune e come tale deve essere salvaguar-dato con forza”.Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Giancarlo Pagnani

Mobilitiamoci tutti:l’acqua è un bene comune!

Il 29 marzo 2011 centinaia di docenti abilitati e abili-tandi, tra cui i laureandi in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi dell’Aquila, assie-me ad una rappresentanza Udu, hanno manifestato per mettere in evidenza il vuoto normativo che ri-guarda tutti i docenti che hanno conseguito - e che stanno per conseguire - l’abilitazione all’insegnamen-to e al sostegno, in seguito alla frequenza dei corsi abilitanti a numero chiuso attivati su disposizione del M.I.U.R. dal 2007 al 2010.Tutti gli studenti immatricolati dal 2008 in poi ai cor-si attivati dal Ministero, sono stati esclusi dalle GAE - Graduatorie Ad Esaurimento -, in quanto il Ministe-ro ha chiuso le graduatorie in attesa di una nuova norma sul reclutamento dei docenti abilitati, ad oggi inesistente, per cui si formano docenti sempre piu specializzati ma poi non si permette loro di lavora-re. Si viene così a creare una situazione paradossale e dannosa, dove i docenti abilitati - anche al sostegno - non potranno essere reclutati mentre i bambini che necessitano del sostegno saranno seguiti da una semplice supplente, data la carenza di insegnanti in possesso dell’abilitazione specifica. Quindi, allo stato attuale, lo stato paga docenti privi di formazione specifica e lascia a casa chi può fornire un aiuto efficace a questi ragazzi.Nelle graduatorie per insegnare c’è di tutto, diplo-mati in musica, teologia, belle arti, motoria, gli unici esclusi sono quelli che hanno fatto i corsi attivati da Ministero per diventare insegnanti. Gli studenti chiedono quindi al Ministro Gelmini un intervento normativo finalizzato a consentire l’inse-rimento nelle GAE di tutti i docenti che hanno conse-guito e che stanno per conseguire l’abilitazione all’in-segnamento.Il Governo ha continuato ad attivare corsi abilitanti - fra cui quello nella Facoltà di “Scienze della For-mazione” dell’Università degli Studi dell’Aquila -, che allo stato attuale hanno iscritti oltre 900 studenti altamente qualificati che si stanno per abilitare, ma privi di un sistema di reclutamento che consenta loro di lavorare, creando una forte disparità e discrimina-zione nei loro confronti, rispetto agli immatricolati negli anni precedenti.

Clara CalvacchiValentina Ciaccio

Graduatorie GAE, la situazione

Flash dalle facoltàQUI ECONOMIA

Grazie al lavoro dei rappresentanti UDU finalmente alla Facoltà di Economia si è ottenuta un’ora di pau-sa pranzo, com’è sancito nella Carta dei Diritti dello Studente. Un altro risultato importante è stato l’am-pliamento dell’appello di settembre per i fuoricorso a tutti gli studenti della 509. Comunque i rappre-sentanti UDU di economia continueranno a lavorare per chiedere un maggior numero di appelli, che per adesso rimane insufficiente rispetto alle esigenze degli studenti.

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QUI SCIENZE MM. FF. NN.In seguito alle molteplici richieste da parte degli stu-denti della facoltà di Scienze, i rappresentanti dei singoli corsi di studio hanno richiesto una sessione straordinaria d’esame nel periodo Aprile-Maggio. Questa finestra d’esame sarà resa accessibile solo per gli studenti fuori corso e per i laureandi che, vi-sto il calendario didattico, per i seguenti corsi: Chi-mica, Fisica, Biologia e Scienze Ambientali. I CDCS di Matematica e Informatica hanno respinto la richiesta dei rappresentanti degli studenti.

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QUI INGEGNERIAVorremmo fare un po’ di chiarezza rispetto alle voci che si rincorrono sulla collocazione della Facoltà di Ingegneria, ora sistemata presso l’ex-Optimes. A se-guito dell’ufficializzazione della valutazione dello stabile fatta dall’Agenzia del Territorio, che stima-va un prezzo inferiore a quello adesso corrisposto, l’Università ha emanato un bando pubblico per re-perire spazi all’interno della città. Siamo oggi in una fase in cui l’Ateneo è in trattativa ma certo è che il nostro obiettivo è rimanere a L’Aquila.

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QUI PSICOLOGIAStiamo portando avanti diverse battaglie all’interno della Facoltà di Psicologia. Tra le più importanti si-curamente c’è la lotta per la riattivazione di un cur-riculum magistrale in Psicologia Applicata all’Analisi Criminale, che va avanti ormai da anni e che anche quest’anno ha visto i nostri rappresentanti impegna-ti per far si che venissero inseriti, nelle nuove schede RAD, settori specifico-disciplinari che potessero in un secondo momento servire per aprire il suddetto curriculum.

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QUI LETTEREAnche nella Facoltà a est di tutto il resto, Lettere e Filosofia, l’Udu conduce le sue battaglie consuete...con l’introduzione dei nuovi requisiti minimi il con-siglio di Facoltà dopo una serie di discussioni e con il parere contrario dei nostri rappresentanti approva un’offerta formativa a dir poco ridicola:- Triennali: Lettere, Lingue e mediazione culturale, Filosofia e teorie dei processi comunicativi;- Magistali: Filologia classica e moderna, Filosofia e comunicazione, Beni culturali.

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