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Ministero della Difesa 9° reggimento Alpini Caserma Campomizzi S.S. 80 n. 1 - L‘aquila PROGETTO OPERATIVO DI BONIFICA POLIGONO DI TIRO MONTESTABIATA (AQ) – art 242 bis DLGS 152/06 aggiornato alla L 116/14 Pagina 1 di 19 PIANO DI CARATTERIZZAZIONE POLIGONO DI TIRO DI MONTE STABIATA RISCONTRO CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 05/05/2017 IL TECNICO ING. G. BRANDELLI M_D E0012000 REG2017 0129471 28-06-2017

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PIANO DI CARATTERIZZAZIONE POLIGONO DI TIRO DI MONTE STABIATA RISCONTRO CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 05/05/2017

IL TECNICO ING. G. BRANDELLI

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SOMMARIO PREMESSA 1 - RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DATI ESISTENTI 1.1 INQUADRAMENTO DEL SITO E CARTOGRAFIA DISPONIBILE Errore. Il segnalibro non è definito. 1.2 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO, GEOLOGICO ED IDROGEOLOGICO Errore. Il segnalibro non è definito. 1.3 IL SITO E LA SUA EVOLUZIONE 1.3.2 IL CONTESTO AMBIENTALE: IL PARCO Errore. Il segnalibro non è definito. 1.3.3 ATTI AMMINISTRATIVI E GIUDIZIARI RIGUARDANTI IL SITO 1.4 DETERMINAZIONE ANALITICHE DISPONIBILI Errore. Il segnalibro non è definito. 2- PIANO DI INVESTIGAZIONE Errore. Il segnalibro non è definito. 2.1 MODELLO CONCETTUALE DEL SITO 2.2. PROGETTAZIONE DELLE INDAGINI Allegati

All. 1 Cartografia disponibile

All. 2 Aggiornamento della perimetrazione area poligono di tiro

All. 3 Relazione idrogeologica

All. 4 Interpolazione grafica di rappresentazione della contaminazione (2013- 2014)

All. 5 Planimetria delle indagini

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PREMESSA

Questo documento riscontra l’esito della Conferenza dei Servizi del 05.05.17, per cui a valle di una procedura istruita ai sensi dell’art. 242 bis DLGS 152/06 e s.m.i., per la realizzazione di un intervento di bonifica di urgenza strutturato come pulitura del terreno superficiale mediante impianto mobile e fitorimedio, e successiva caratterizzazione di collaudo, sul sito perimetrato come da Conferenza dei servizi in data 12.12.14, viste le richieste degli Enti di definire il modello concettuale del sito e di indagare la matrice acque sotterranee prima di procedere alla bonifica, il proponente ha inteso avvalersi della procedura ordinaria, con proposta di caratterizzazione e con ricorso ad Analisi di Rischio sito specifica per la determinazione di concentrazioni soglia di rischio. Il presente Piano di caratterizzazione compendia l’esito delle indagini preliminari e propone indagini integrative per la conterminazione del plume di contaminazione nell’area trasmessa dagli Alpini come in all. 2 , estendendo l’indagine anche alla matrice acque sotterranee.

RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DATI ESISTENTI

1.1 INQUADRAMENTO DEL SITO E CARTOGRAFIA DISPONIBILE Il sito oggetto della procedura di indagine preliminare si trova nel comune dell’Aquila in località Collebrincioni, individuato al catasto al foglio 32, part.lle n. 16 (parte), 22 (parte), 30 (parte), 31(parte), 32 (parte), 34(parte), 81 (parte), 82(parte)

Per la cartografia complessiva si rimanda all’allegato n. 1

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1.2 INQUADRAMENTO MORFOLOGICO, GEOLOGICO, E IDROGEOLOGICO Dal punto di vista stratigrafico la catena del Gran Sasso è costituita da calcari e dolomie: la natura calcarea delle rocce favorisce la presenza di fenomeni carsici come doline, inghiottitoi, conche, grotte, gole e forre scavate dalle acque, ben evidenti a Campo Imperatore, il più vasto altopiano dell'Appennino, e nei Monti Gemelli, anch'essi di natura calcarea. La montagna, oltre che dall'acqua e dagli altri agenti atmosferici, è stata modellata dagli antichi ghiacciai ormai scomparsi, le cui tracce sono tuttora leggibili nei depositi morenici o nelle grandi valli a forma di U scavate e modellate dai ghiacciai quaternari. Nella Carta geologica d’Italia

FOGLIO 359 - L’AQUILA

CARTA GEOLOGICA D’ITALIA - L’AQUILA FOGLIO 349

Reperita sul sito internet dell’ISPRA http://www.isprambiente.gov.it/Media/carg/abruzzo.html

Si include di seguito la legenda nelle voci di interesse, per la caratterizzazione geologica dell’area di intervento

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IDROGEOLOGIA LOCALE: Si riporta di seguito l’indicazione della distanza dalla zona di interesse dal sistema idrografico primario e secondario. E’ di assoluto rilievo l’evidenza che non risultano apprezzabili in sito falde superficiali potenzialmente impattate o zone umide che avrebbero potrebbero favorire la degradazione e la diffusione della contaminazione. Anche la relazione idrogeologica esclude la presenza di corpi idrici ricettori secondari superficiali, tuttavia non escludendo la presenza di falde superficiali, si procederà alla realizzazione di un sondaggio da attrezzare a piezometro, spinto fino alla profondità di m. 5. Si rimanda alla relazione idrogeologica di cui in all. 3

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1.3 IL SITO E LA SUA EVOLUZIONE Il sito viene utilizzato occasionalmente come poligono di Tiro. Si rimanda all’all. 2 per la delimitazione del settore.

1.4 ATTI AMMINISTRATIVI RIGUARDANTI IL SITO

L’informativa alla PROCURA DELLA REPUBBLICA estesa dal Comune dell’Aquila con Nota prot. n. 0019386 del 06.03.15, riassume lo stato di attuazione della procedura:

il 31.04.14 l’Amministrazione Separata dei Beni ad Uso Civico di Collebrincioni (ASBUC) sporge denuncia sul presunto superamento Concentrazioni Soglia di Contaminazione nel poligono di tiro di Monte Stabiata. La denuncia si basa su una indagine preliminare commissionata ad un laboratorio privato.

il 23.05.14 si svolge un tavolo tecnico per la definizione della procedura e della competenza del procedimento: si stabilisce che l’Ente competente è il Comune dell’A quila, e non il Ministero della Difesa, in quanto l’applicazione del DM 22.10.09 è inibita dall’uso promiscuo dell’area in esame, che risulta interessata sia dalle attività di esercitazione militare (per 120 giorni/anno) sia dagli usi civici del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, e privo di qualsiasi delimitazione fisica di impedimento all’accesso; si stabilisce inoltre che il CETLI effettui un Piano di indagine preliminare di concerto con ARTA ABRUZZO.

il 28.07.14 si definisce una misura di sicurezza di emergenza che consiste nella decorticazione superficiale e rimozione contaminanti grossolani. Nel mese di Agosto 2014 la Pavind – azienda autorizzata a d operare nei siti contaminati, ovvero iscritta All’Albo Gestori Ambientali in cat. 9 DM 120/14 - procede ad una operazione di aspirazione meccanica e pulitura del terreno superficiale, con produzione di circa 15 tonnellate di rifiuto speciale ( terreno con frammenti di rifiuti metallici).

il 02.09.14 si svolgono le attività di campionamento del suolo da parete del CETLI e in contraddittorio con ARTA, a valle dell’intervento di pulitura.

il 18.11.14 il 9° reggimento Alpini trasmette i dati e l’esito dell’indagine ambientale svolta, e già il 13.11.14 comunica ai sensi dell’art 242 c. 3 DLGS 152/06 e s.m.i., l’avvenuto superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione nell’area di indagine.

Il 03.12.14 l’ARTA valida i risultati analitici di indagine preliminare.

Il 12.12.14, la Conferenza dei Servizi, con Ente procedente il Comune dell’Aquila, individua l’opportunità di applicare, al caso di specie, la semplificazione normativa introdotta nella procedura dalla L 116/14 ovvero la proposizione diretta, approvazione e attuazione di un progetto esecutivo di bonifica, la cui efficacia viene misurata a posteriori con una fase di caratterizzazione in contraddittorio, come in art 242 bis del DLGS 152/06 . Si chiarisce altresì

che l’intervento di bonifica deve interessare l’area del Poligono oggetto di effettivo utilizzo a fini addestrativi (ovvero 6000 metri quadri)

che l’obiettivo di bonifica deve essere posto alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione di cui alla col. A Tab 1 all. 5 al titolo V DLGS 152/06 e s.m.i, come da art 242 bis

che sia individuato un assetto idrogeologico dell’area, con individuazione di falde acquifere, recettori secondari (pozzi civili e/o opere di presa) a fine di valutare la potenziale contaminazione di eventuali falde acquifere

che siano individuate tutte le possibili ulteriori vie di migrazione dei contaminanti

che sia effettuato un biomonitoraggio sulla componente animale, per valutare il rischio di esposizione umana alle sostanze pericolose e individuare strumenti di prevenzione primaria e secondaria.

L’informativa del Comune conclude che il Comando Militare dell’Esercito, c\o Caserma Pasquali, è quindi tenuto alla presentazione di un esecutivo dell’intervento di bonifica, completo del Cronoprogramma di attuazione lavori.

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Si chiarisce che il presupposto della semplificazione normativa introdotta dall’art 13 c. 1 della L. 116/14 è esattamente la velocizzazione dell’intervento di bonifica: viene data infatti priorità all’operatività del risanamento ambientale, e alla necessità di una tempestiva interruzione della migrazione di contaminanti dalle sorgenti ai recettori esposti, rispetto alla completezza della procedura di validazione degli obiettivi di bonifica, da conseguire a valle di un accurato e condiviso Piano di caratterizzazione ambientale e di una esaustiva Analisi di rischio sito specifica Sanitaria.

- In data 4/11/2015 viene inviato al Comune de L’Aquila il progetto operativo di bonifica. Il progetto si riferisce all’area del Poligono oggetto di effettivo utilizzo, di estensione pari a circa 6000 mq, come delimitato in atti e in particolare nel verbale della Conferenza dei servizi del 12/12/2014.

- In data 16/12/2015 in sede di conferenza dei Servizi, presso il settore Ambiente del Comune de L’Aquila, si rileva il parere positivo, sul progetto, inviato dall’ARTA Pescara-Chieti, cui l’ARTA L’Aquila aveva richiesto parere; tuttavia la Provincia dell’Aquila eccepisce

a. Sulla competenza del Comune in relazione alla procedura di cui in art. 242 bis b. sulla natura giuridica della prima fase del progetto di bonifica, indicata come pulitura del

terreno superficiale, e già oggetto di parere favorevole del distretto ARTA di Chieti, ovvero del distretto competente in materia di bonifiche siti contaminati, ritenendo che tale pulitura superficiale del terreno, realizzata con un impianto mobile di “vagliatura rotativa” , devesse invece essere classificata come trattamento dei rifiuti da autorizzare, ed invocando quindi il coinvolgimento della Regione, Ufficio Gestione Rifiuti. Nel verbale della Conferenza dei Servizi vengono richieste delle integrazioni al progetto.

- In data 01/02/2016 si trasmette al Comune l’integrazione al progetto di bonifica, con reinquadramento della bonifica come trattamento di rifiuti.

- In data 02/03/2016 in sede di seconda conferenza dei Servizi, la Provincia e l’Arta L’Aquila richiedono l’ulteriore coinvolgimento della Regione Abruzzo - Servizio Valutazioni Ambientali, in ragione del fatto che il trattamento di rifiuti in quantità superiore a 10 tonn/die - a prescindere dal fatto che l’attività è prevista nell’ambito di in un cantiere di bonifica – è attività soggetta a verifica di assoggettabilità a studio di impatto Ambientale. Sempre nella stessa sede l’Ente Parco riporta di aver effettuato sopralluogo in campo e aver rinvenuto residui di esercitazioni di tiro anche al di fuori del perimetro fissato dalla Conferenza dei Servizi per l’esecuzione della Bonifica, per cui si profila la necessità di rivedere, eventualmente, l’estensione dell’area da bonificare in base ad una indagine integrativa ad opera del 9° Reggimento Alpini e dell’Ente Parco, con l’ausilio dell’ARTA per il campionamento e analisi. La Conferenza, inoltre, su proposta della Asl, richiede che venga prodotta una relazione idro-geologica per valutare il rischio associato alla risorsa idrica nel sito di intervento.

- in data 03/03/2016 si effettua un sopralluogo in Loc. Collebrincioni congiunto da parte di personale dell’Ente Parco e personale del 9° Rgt Alpini; a seguito del sopralluogo l’Ente Parco indica come oggetto di possibile contaminazione un’area di circa 225.000 mq.

- In data 09/03/2016, sulla base degli esiti della Conferenza dei Servizi, il Comune dell’Aquila invia una seconda richiesta di parere alla Regione Abruzzo, sia Ufficio Valutazioni Ambientale che Ufficio Gestione Rifiuti e Bonifiche, al fine di riallineare gli Enti sull’inquadramento della procedura nei limiti di tempi e nelle semplificazioni previste dall’art 242 bis del DLGS 152/06 e s.m.i.

- In data 26/08/2016 la Regione Abruzzo, Servizio Gestione Rifiuti, emette il parere richiesto, prot. RA/0024305/16; il parere conferma la procedura messa in atto dal Comune dell’Aquila e condivide le scelte progettuali dello Studio Brandelli circa il progetto operativo di bonifica, chiarendo che:

1. La competenza del procedimento di sito contaminato è del Comune dell’Aquila 2. L’impiego di impianto mobile autorizzato ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs, nell’ambito di un

progetto di bonifica già autorizzato, non è soggetto a ulteriore comunicazione di campagna di attività né sottoposto a procedure di VIA, stante il carattere di urgenza dell’intervento e di finalità per la salute pubblica; pertanto non risulta necessario coinvolgere, nella procedura di cui in riferimento, il Servizio VA della Regione Abruzzo;

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- In riferimento alle richieste della Conferenza dei Servizi del 02/03/2016 in data 27/10/16 si integra uno studio idrogeologico sul sito oggetto del progetto di bonifica, con richiesta di indizione di una nuova Conferenza dei Servizi.

- In sede di Conferenza dei servizi del 05.05.17 viene prodotta la pianificazione di una integrazione dell’indagine tesa a conterminare il plume di contaminazione dei metalli nel terreno. A valle delle richieste di ridefinizione del modello concettuale del sito, e della indagine sulle acque di falda, il proponente dichiara di volersi avvalere della procedura ordinaria.

1.4 DETERMINAZIONI ANALITICHE DISPONIBILI

Sono state effettuate due distinte indagini preliminari, costituite

la prima da 20 prelievi superficiali da trincee 30 cm x 30 cm, nel 2013, con committente l’ASBUC di Colle Brincioni

la seconda nel 2014, in contradditorio con ARTA, a valle di una operazione di pulitura superficiale del terreno, con aspirazione e asportazione di terreno, con 31 prelievi superficiali

E’ stato indagato solo il terreno di top soil. Non sono stati effettuati sondaggi per la caratterizzazione stratigrafica del sito. Fra il primo ed il secondo monitoraggio si è svolta l’attività di pulitura superficiale, effettuata dalla azienda iscritta in cat. 9 del DM 120/14 per gli interventi di bonifica siti inquinati. Si riporta lo stato dei luoghi nel 2014. Con evidenza

dei frammenti metallici

della mancanza di un confinamento o di una indicazione interdittiva

localizzazione in coordinate 42°25'17.76"N - 13°23'59.10"E e localizzazione del punto di “Bianco”

1. Mappa dei punti di campionamento indagine 2013

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Nel 2014 le analisi sono effettuate in contraddittorio con ARTA, a valle dell’intervento di pulitura superficiale, e sulla base di un piano di campionamento teso a verificare

i valori di fondo – viene introdotto un punto di “bianco”, a 250 metri dall’area di intervento,

l’eventuale penetrazione della contaminazione: nel punto T5 – in cui si apprezza il picco della contaminazione da idrocarburi – si campiona a 50 centimetri dal p.c.

Negli analiti si introducono cobalto e berillio.

distribuzione dei punti di campionamento indagine 2014; in evidenza la zona di arrivo colpi

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Si riporta in allegato 4 l’interpolazione grafica della distribuzione della contaminazione, parametro per parametro, con il set di dati 2013 e 2014.

ANTIMONIO

Denominazione punto di prelievo

LABORATORIO LIMITI di conformità

D.lgs. 152/06 All.5 P. IV Titolo V COL. A - Verde e residenziale

LASERLAB 2013

CETLI 2014

ARTA

mg/kg mg/kg 2% mg/kg mg/kg Efficienza di rimozione

T BIANCO - 0.03

Validazione dati del CETLI

10 n.a.

T1 4.50 0.52 10 88 %

T2 99.8 1.16 10 99 %

T3 7.20 0.75 10 90 %

T4 2.45 0.19 10 92 %

T5 9.28 0.11 10 99 %

T6 1469 2.66 10 99 %

T7 4.45 0.79 10 82 %

T8 90.30 0.45 10 99 %

T9 729 0.31 10 99 %

T10 11.30 0.27 10 98 %

T11 21.55 0.13 10 99 %

T12 29.41 0.10 10 99 %

T13 20.72 0.21 10 99 %

T14 23.91 0.16 10 99 %

T15 9.87 0.26 10 97 %

T16 13.61 0.21 10 98 %

T17 8.67 0.15 10 98 %

T18 4.53 0.98 10 78 %

T19 7.25 0.17 10 98 %

T20 6.39 0.80 10 87 % A - 0.03 10 n.a.

B - 0.04 10 n.a.

C - 0.63 10 n.a.

D - 0.05 10 n.a.

Nb: l’antimonio rientra nelle CSC

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PIOMBO

Denominazione punto di prelievo

LABORATORIO

LIMITI di conformità D.lgs. 152/06 All.5 P. IV Titolo V COL. A -

Verde e residenziale LASERLAB

2013 CETLI 2014

ARTA

mg/kg mg/kg 2% mg/kg mg/kg Efficienza di rimozione

T BIANCO - 27.32 23 100 n.a.

T1 3203 715.31 361 100 78 %

T2 4164 1553.69 - 100 63 %

T3 4093 1037.52 - 100 75 %

T4 1800 240.20 - 100 87 %

T5 2814 100.79 100 100 96 %

T6 27339 994.24 - 100 96 %

T7 2672 373.02 - 100 86 %

T8 12213 252.25 224 100 98 %

T9 15149 146.32 - 100 99 %

T10 4418 99.02 - 100 98 %

T11 5012 68.00 - 100 99 %

T12 1360 47.03 - 100 97 %

T13 12043 203.62 - 100 98 %

T14 4328 127.63 - 100 97 %

T15 5795 487.61 - 100 92 %

T16 9436 116.16 - 100 99 %

T17 17597 123.99 - 100 99 %

T18 5369 4266.88 - 100 21 %

T19 1923 218.88 - 100 89 %

T20 4461 165.53 - 100 96 %

A - 55.19 74 100

B - 56.10 - 100

C - 765.24 - 100

D - 62.96 23 100

BERILLIO

Denominazione punto di prelievo

LABORATORIO LIMITI di conformità D.lgs. 152/06 All.5 P. IV Titolo V COL. A -

Verde e residenziale LASERLAB

2013 CETLI 2014

ARTA

mg/kg mg/kg 2% mg/kg mg/kg Efficienza di rimozione

T BIANCO

Non disponibile

2.23

Validazione dati del CETLI

2

n.a.

T1 2.11 2

T2 1.81 2

T3 1.79 2

T4 1.90 2

T5 1.84 2

T6 1.38 2

T7 1.42 2

T8 1.35 2

T9 1.43 2

T10 1.48 2

T11 1.59 2

T12 1.50 2

T13 1.79 2

T14 1.61 2

T15 1.79 2

T16 1.62 2

T17 1.40 2

T18 1.47 2

T19 1.50 2

T20 1.41 2

A 1.67 2

B 1.64 2

C 1.52 2

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14 di 19

D 1.41 2

Nb: il valore di picco è nel “bianco”, ovvero nel punto esterno all’area di intervento.

COBALTO

Denominazione punto di prelievo

LABORATORIO LIMITI di conformità D.lgs.152/06 All.5 P. IV Titolo V COL. A -

Verde e residenziale LASERLAB

2013 CETLI 2014

ARTA

mg/kg mg/kg 2% mg/kg mg/kg Efficienza di rimozione

T BIANCO

Non disponibile

43.69

Validazione dati del CETLI

20

n.a.

T1 31.32 20

T2 35.17 20

T3 34.39 20

T4 35.70 20

T5 37.16 20

T6 28.27 20

T7 27.69 20

T8 24.26 20

T9 25.85 20

T10 22.17 20

T11 27.18 20

T12 22.59 20

T13 23.08 20

T14 21.00 20

T15 20.37 20

T16 20.91 20

T17 22.02 20

T18 16.23 20

T19 21.61 20

T20 23.87 20

A 39.40 20

B 22.87 20

C 28.47 20

D 26.70 20

Nb: il cobalto è omogeneamente superiore alle CSC . il valore di picco è nel “bianco”, esterno all’area di intervento.

TALLIO

Denominazione punto di prelievo

LABORATORIO LIMITI di conformità D.lgs. 152/06 All.5 P. IV Titolo V COL. A -

Verde e residenziale LASERLAB

2013 CETLI 2014

ARTA

mg/kg mg/kg 2% mg/kg mg/kg Efficienza di rimozione

T BIANCO - 1.46

Validazione dati del CETLI

1

Non det.

T1 <10 1.51 1

T2 <10 1.41 1

T3 <10 1.41 1

T4 <10 1.54 1

T5 <10 1.58 1

T6 <10 0.75 1

T7 <10 0.85 1

T8 <10 0.79 1

T9 <10 0.83 1

T10 <10 0.89 1

T11 <10 0.96 1

T12 <10 0.92 1

T13 <10 1.80 1

T14 <10 1.50 1

T15 <10 1.75 1

T16 <10 1.69 1

T17 <10 1.47 1

T18 <10 1.63 1

T19 <10 1.54 1

T20 <10 1.38 1

A <10 1.82 1

B <10 1.49 1

C <10 1.57 1

D <10 1.42 1

Nb: valore di picco nel punto A. Superamento omogeneo delle CSC.

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IDROCARBURI C>12 (pesanti)

Denominazione punto di prelievo

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Verde e residenziale LASERLAB

2013 CETLI 2014

ARTA

mg/kg mg/kg 2% mg/kg mg/kg Efficienza di

T BIANCO - n.d.

Validazione dati del CETLI

50

T1 32.60 < 4 50 87 %

T2 248 n.d. 50 n. d.

T3 186 n.d. 50 n. d.

T4 14.0 n.d. 50 n. d.

T5 3483 < 4 50 99 %

T6 321 n.d. 50 n. d.

T7 9.26 n.d. 50 n. d.

T8 24.4 < 4 50 83%

T9 179 n.d. 50 n. d.

T10 65.1 n.d. 50 n. d.

T11 13.6 n.d 50 n. d.

T12 50.5 n.d. 50 n. d.

T13 121 n.d. 50 n. d.

T14 58.7 n.d. 50 n. d.

T15 34.9 n.d. 50 n. d.

T16 412 n.d. 50 n. d.

T17 453 n.d. 50 n. d.

T18 8.10 n.d. 50 n. d.

T19 85.2 n.d. 50 n. d.

T20 48.4 n.d. 50 n. d.

A - < 4 50 n. d.

B - < 4 50 n. d.

C - n.d. 50 n. d.

D - n.d. 50 n. d.

Si evidenzia quindi che il quadro della contaminazione rilevata nel 2014 sia sostanzialmente caratterizzato da piombo e tallio, e non da idrocarburi, apprezzati in hot spot nel 2013, né da cobalto e berillio, con picco di contaminazione nel bianco. A 50 centimetri gli idrocarburi non sono rilevabili. Manca tuttavia il dato del piombo a 50 cm. L’intervento di indagine preliminare del 2013, di decorticazione, e poi di ulteriore indagine, è limitato alla porzione dell’area individuata in Conferenza dei Servizi come da assoggettare a bonifica. ESTENSIONE DELL’AREA POTENZIALMENTE CONTAMINATA L’area di interesse viene individuata nel procedimento prima in una porzione di 4.700 metri quadri circa e, successivamente, come da evidenze in atti, in un’area di 6.000 metri quadri. Infatti nel verbale di conferenza dei servizi del 12.12.14 si stralcia:

La mappatura della contaminazione riscontrata nelle campagne di raccolta dati, e la necessità di regolarizzare il perimetro di cantiere per garantire il buon risultato dell’opera, ha portato a inquadrare l’area di intervento in 6.440 metri quadri. Le richieste della Conferenza, modulate anche a valle di una indagine effettuata con l’Ente Parco, su un’area di 20 ettari, su cui è stata effettuata una attività efficace di ripulitura, come da Verbale di Conferenza del

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05.05.17, si estende ora alla conoide di ricaduta individuata dal 9 reggimento come in all. 2. Nel Verbale del 05.05.17 si dà atto che gli Alpini hanno efficacemente ripulito l’area.

PIANO DI INVESTIGAZIONE MODELLO CONCETTUALE DEL SITO CONTAMINANTI: i metalli pesanti possono essere tollerati dall’organismo entro determinate concentrazioni, al di sopra delle quali diventano tossici (Forstner e Wittmann, 1983). La tossicità di un elemento chimico è legata alla sua speciazione chimica e alla sua biodisponibilità. Per speciazione chimica si intende come l’elemento si presenta nell’ambiente; questo può essere uno ione libero, oppure una struttura complessata associata a materiale colloidale. Si tratta di contaminanti non volatili, ma biodisponibili. Per biodisponibilità invece si intende la frazione di metallo rapportata al totale presente nell’ambiente, che si rende disponibile per gli organismi, cioè che entra nella catena alimentare. In base alla struttura del composto, questo può reagire a livello biochimico, mediante un processo attivo (contro gradiente) o passivo (secondo gradiente) (Neff, 2002).

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Si evidenzia che la biodisponibilità del piombo aumenta con Ph acidi del terreno. Queste informazioni non si desumono dai dati disponibili. RECETTORI: sono recettori vulnerabili uccelli, animali selvatici. Si segnala che l’area è censita come I.B.A. (important Bird Area) e anche come area di pascolo ed è ubicata all’interno dei percorsi turistici. La persistenza dei rifiuti soprasuolo, con conseguente possibilità di ingestione diretta o di erosione, corrosione, disintegrazione e successivo accesso nella catena trofica, costituisce scenario di rischio altamente probabile, allo stato di fatto. Si evidenzia che la natura calcarea del suolo e la scarsità di risorsa idrica superficiale rallentino i meccanismi di biodegradazione e riducono la probabilità di biodisponibilità del piombo. Ma la localizzazione dell’area e la mancanza di una inibizione all’accesso costituiscono elementi di criticità ambientale. PERCORSI DI MIGRAZIONE: si individua come percorso di migrazione preferenziale ai recettori l’ingestione diretta o ingestione di suolo, mentre è limitata la mobilizzazione del contaminante nel terreno insaturo ad opera delle acque di infiltrazione.

PROGETTAZIONE DELLE INDAGINI Finalità dell’integrazione è chiudere le curve di interpolazione della contaminazione da metalli pesanti e accertare l’eventuale presenza e contaminazione di acque superficiali. Sondaggio - Pz1 (vedi all. 5) Realizzazione di un sondaggio spinto fino alla profondità di 7,5 m attrezzato a piezometro per la ricerca di eventuali falde superficiali; In questo sondaggio verranno prelevati n. 3 campioni di terreno, tra 0.0 e 0.3 m e tra 0.31 e 1, e fondo foro. Tot. campioni n. 3. Il sondaggio viene attrezzato a piezometro. Trincee S1, S2, S3, S4 (vedi all. 5). Si usa l’indicazione S per non confondere la numerazione di indagine preliminare. Verranno effettuate 4 trincee per una lunghezza di 1 m larghezza di 0,5 m e profondità di 1 m, si procederà quindi alla realizzazione per ogni trincea di 2 campioni da far analizzare: uno superficiale ( fino a 30 cm) e uno medio composito da 30 a 100 centimetri. Verranno campionate evidenze organolettiche di contaminazione. Totale campioni n. 8 Trincee - Da S5 a S12 Essendo stati delimitati i limiti di settore del poligono (vedi all. 2 e all. 5) dai quali è risultata una superficie di circa 3400 ha, si procederà ad effettuare delle maglie 1000 m x 1000 m nell’areale intorno all’area di indagine preliminare, sempre di lunghezza di 1 m larghezza di 0,50 e profondità di 1 m, e per ognuna di esse verrà realizzato un campione medio composito del terreno da far analizzare. Totale campioni n. 8 Tra sondaggi e trincee verranno prelevati in totale n. 19 campioni di terreno da fare analizzare. L’ubicazione dei punti di campionamento è stata valutata in base ai risultati dell’interpolazione dei contaminanti, per verificare il confinamento degli stessi all’interno dell’area e su base statistica per confermare la conformità dei suoli superficiali nell’area circostante al poligono di tiro. La profondità del piezometro che sarà di 7,5 m è stata valutata in base alla relazione idrogeologica che prevede la presenza eventuale di sola falda acquifera superficiale.

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SPECIFICA DI CAMPIONAMENTO Il riferimento cogente per le attività di indagine e di campionamento è l’all. 2 al titolo V della parte IV del D.Lgs 152/2006 e la Determina Dirigenziale Regionale RA DN3/28 del 06/03/2007. REALIZZAZIONE TRINCEE E SONDAGGI E ALLESTIMENTO PIEZOMETRI Si realizzeranno in totale 12 trincee, di cui 4 sino ad una profondità di 1 metro dal p.c. – quelle di conterminazione del plume - e 8 sino ad una profondità di 50 cm – quelle di indagine speditiva nele maglie 1000 x 1000 - e n. 1 sondaggio spinto alla profondità di mt. 7,5 che sarà attrezzato a piezometro. Il sondaggio geognostico sarà eseguito con carotaggio continuo ed a secco, senza l’uso di fluidi di perforazione. Le carote di terreno prelevate saranno collocate in cassette catalogatrici in PVC con separatori interni. Ciascuna cassetta catalogatrice sarà munita di riferimenti quali committenza, tipologia di lavoro, località, codice sondaggio e profondità dell’intervallo di carotaggio. Si acquisirà opportuna documentazione fotografica della cassetta in prossimità del punto di perforazione, con coordinate satellitari; sarà inoltre redatta la tabella stratigrafica della verticale d’indagine riportando le caratteristiche litostratigrafiche dei terreni, il numero e il tipo e la profondità dei campioni prelevati. Il foro di sondaggio sarà munito di piezometro del tipo “tubo aperto”, di materiale in PVC atossico (microfessurato, ad eccezione del tratto iniziale cieco, da 0 ad 1 m di profondità), aventi profondità pari a 5 m e diametro di 3’’. L’intercapedine esistente tra foro nel terreno e tubo piezometrico sarà riempita con filtro consistente in ghiaietto calibrato e il tratto finale cieco sarà opportunamente cementato. Una volta installato il tubo piezometrico e prima delle operazioni di spurgo, verrà rilevata l’eventuale soggiacenza delle acque sotterranee tramite freatimetro elettronico. Le trincee saranno realizzate con escavatore, con raccolta del campione rappresentativo da cumulo. In caso di intercettazione di anomalie sulle pareti o fondo scavo potranno essere campionate le superfici potenzialmente impattate. Dopo il prelievo verranno disposti teli di copertura e i ripristini dello scavo. CAMPIONAMENTO DEI TERRENI Le sezioni di campionamento del sondaggio sono da 0.0 a 0.3 m (top soil) e da 0.3 a 1.0 m (intermedio) e fondo foro. Le aliquote di campionamento saranno 3, per la garanzia del contraddittorio. Sarà immediatamente eseguito il prelievo di terreno su cui determinare composti organici volatili, utilizzando vials in vetro anch’essi chiusi ermeticamente ed etichettati. I campioni di terreno verranno prelevati dalle carote recuperate con le operazioni di perforazione, mediante l’utilizzo di utensili non cromati o in teflon, da sottoporre a pulizia prima di ogni campionamento. Durante le fasi di prelievo verranno adottati tutti gli accorgimenti atti ad evitare eventuali contaminazioni esterne, come l’utilizzo di guanti in lattice (sostituiti prima di ogni singolo campionamento) e la preparazione del campione su telo in nylon. Dalle prime 4 trincee verranno raccolti i campioni di top soil e di fondo scavo, dalle restanti 8 trincee solo il top soil. Una volta prelevata la porzione di carota d’interesse verrà decorticata la parte superficiale; la porzione sarà quindi uniformata per ottenere aliquote omogenee, e vagliata manualmente con scarto in campo delle frazioni maggiori di 2 cm. Anche sui prelievi da cumuli verrà effettuato lo scarto in campo e la uniformazione. I campioni così preparati saranno introdotti in barattoli di vetro sterili di 1000 ml ed a chiusura ermetica, muniti di etichetta con identificazione del sito d’indagine, nome del progetto, profondità di prelievo e data di prelievo. Si acquisirà opportuna documentazione fotografica dei campioni confezionati e etichettati allocati nella cassetta alle rispettive sezioni di prelievo. Successivamente i campioni verranno riposti in contenitore refrigerato, per il trasporto in laboratorio. L’apertura in laboratorio e l’inizio dell’analisi avverrà in tempi inferiori alle 24 ore, per garantire la rappresentatività del campione.

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DETERMINAZIONI ANALITICHE

MATRICE PARAMETRI

SONDAGGIO - fra 0.0 e 0.3 m dal p.c. - fra 0.3 e 1.0 dal p.c. Fondo foro TERRENI – TRINCEE da S1 a S4: Campione superficiale e fino a 1 metro dal p.c.

Scheletro (fraz. gran. ≥ 2 mm)

Umidità (sul campione tal quale)

Umidità (su terra fine)

Idrocarburi C>12

Berillio

Cobalto

Piombo

Tallio

Antimonio

MATRICE PARAMETRI

TERRENI – TRINCEE da S5 a S12: Campione superficiale

Scheletro (fraz. gran. ≥ 2 mm)

Umidità (sul campione tal quale)

Umidità (su terra fine)

Berillio

Cobalto

Piombo

Tallio

Antimonio

MATRICE PARAMETRI

Acque di falda ( 1 campione eventuale)

pH

FOC

Oli minerali

Berillio

Cobalto

Piombo

Tallio

Antimonio

Limiti di conformità terreni (CSC): allegato 5 al titolo V Parte Quarta D.Lgs. 152/06, Tab. 1 colonna A “Siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale”. Limiti di conformità acque (CSC): allegato 5 al titolo V Parte Quarta D.Lgs. 152/06, Tab. 2 . Per quanto riguarda i tempi e le modalità di intervento si evidenzia che le difficoltà di accesso all’area rendono possibile l’esecuzione dei sondaggi e trincee solo nel periodo estivo.

IL TECNICO PROGETTISTA ING. CHIMICO GIOVANNA BRANDELLI

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