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2 C atania, la seconda città dell'isola e di fatto per molti aspet- ti la prima (si pensi solo al volume dei traffici commerciali e turistici attorno al modernissimo aeroporto) paga da anni un prezzo informativo altissimo. Non vi viene distribuita , come in buona parte della Sicilia orientale, la pagina siciliana de La Repubblica. Per un patto commerciale, mai chiarito, questo giornale viene stampato negli stabilimenti grafici catanesi dell'editore Mario Ciancio Sanfilippo, proprietario de La Sicilia, ma va nelle edicole privo della cronaca siciliana […]. Uno stato di cose mortificante e lontano da qualsiasi principio di competizione di mercato e di pluralismo, contro il quale inutil- mente si sono levate in passato proteste e denunce". Così Roberto Morrione, presidente della Fondazione Libera Informazione, ha aperto il dibattito pubblico sul convegno "Limiti al mercato editoriale e pluralismo dell'informazione" che si è tenuto a Catania. Morrione, Dario Montana di Libera Catania, Articolo 21 e Fnsi hanno acceso i riflettori su un caso da anni rimasto avvolto in un silenzio assordante. Invitati ad illustrare le loro scelte, gli editori Sanfilippo e l'Espresso hanno declinato l'in- vito. Per un'intera mattinata nell'aula magna della facoltà di Economia si è parlato di loro e loro non c'erano. La situazione di monopolio editoriale è resa ancora più grave dalla presenza di interessi altri che, per l'editore catanese, troppo spesso s'incrociano con appalti pubblici, sostegni politici trasver- sali. Prerogative che certo non garantiscono ai catanesi un'infor- mazione libera. Per i due colossi del mercato editoriale, il conve- gno poteva essere l'occasione per "smentire e spiegare" ai propri lettori che non esiste alcun patto. Hanno rinunciato a farlo ed il sospetto è aumentato. Gli interventi dei professori dell'Università Maurizio Caserta e Maria Rosa Maugeri sono stati il punto di partenza di un dibattito aperto ai cittadini e alle molteplici realtà di controinformazione (dalla Periferica, ai Cordai, a Casablanca) che in città hanno illu- minato gli angoli bui e dimenticati dall'informazione tradizionale. Grazie a questo contributo qualcosa si muoverà nelle sedi com- petenti: l'Autorità per le comunicazioni, in primis. Al tavolo dei relatori anche l'europarlamentare Claudio Fava che di fronte ad una città trattata come fosse un feudo, "devastata in silenzio e nel silenzio dimenticata" sottolinea che non c'è "nulla di personale fra la famiglia Fava e l'editore Ciancio Sanfilippo". Nel suo intervento, si rivolge ai singoli giornalisti: "io mi appello a voi e all'etica di questo mestiere, quando avete per le mani un comunicato (da sette anni La Sicilia non dedica nemmeno una riga alle attività di parlamentare di Fava, ex dei Siciliani e figlio del cronista Pippo Fava, ucciso dalla mafia nel 1984) pensateci due volte prima di cestinarlo. Anche voi che avete una responsabilità" e sembra dire avete anche un potere: usatelo. "Catania - conclu- de amaramente Fava - è una città che non sa. E un popolo che non sa non è un popolo libero. E della libertà di un popolo dovremmo farci carico tutti". www.liberainformazione.org arcireportsicilia L a XIII Giornata della Memoria e dell'Impegno è iniziata, all'alba del 15 marzo con il raduno dei partecipanti alla manifestazione, a Punta Perotti, sim- bolo della legalità affermata. Infatti, dove prima c'era un ecomostro di palazzine in cemento armato, ora c'è un bel prato davanti al lungo mare di Bari, che, a poco a poco si è riempito sempre di più, fino a quando è iniziato il corteo. Circa centomila persone hanno iniziato a sfilare con i propri slogan, con le proprie bandiere, con i gon- faloni dei propri comuni. Il corteo ha attra- versato Bari per ricordare le oltre 700 vitti- me di tutte le mafie. Nomi che come una litania religiosa sono stati ripetuti e che hanno accompagnato tutto il corteo. Nomi di persone uccise dalla mafia, perso- ne che hanno lasciato figli, madri e padri ... Persone che hanno detto di no alla mafia e per questo hanno perso la vita. Persone che si ha il dovere di ricordare, per non ammazzarli una seconda volta. Alla testa del corteo, Don Ciotti con i fami- liari delle vittime presenti, alcuni ministri, il presidente della Camera Bertinotti e il magistrato Giancarlo Caselli. Dietro lo striscione "Corleone non è solo mafia onore agli eroi Falcone e Borsellino", il circolo Arci "Corleone Dialogos", i ragaz- zi della cooperativa "Lavoro e non solo", alcuni rappresentanti di associazioni cor- leonesi, il direttore del Consorzio Sviluppo e legalità Guarino, il consigliere Iaria, l'as- sessore Cortimiglia e lo stesso sindaco Iannazzo. Tanta emozione nel sentire i nomi di Bernardino Verro, Giovanni Zangara, Giuseppe Letizia, Placido Rizzotto ecc... insieme a tutte le altre cen- tinaia di vittime di mafia. È stato interes- sante vedere negli occhi degli altri parteci- panti lo stupore misto alla soddisfazione di leggere che Corleone, per anni simbolo di mafia, è contro la mafia. Tra i centomila di Bari non solo italiani ma anche duecento giovani europei in rappre- sentanza di più di cinquanta Organizzazioni non governative. A Piazza delle Libertà il saluto delle autori- tà e dei familiari delle vittime della mafia. Don Ciotti è riuscito ha lanciato un mes- saggio per il futuro. "Dobbiamo prendere coscienza che c'e' bisogno delle nostre scelte, del nostro fare concreto, del nostro impegno, del nostro coraggio, della nostra voglia di metterci in gioco, delle denunce che nella quotidianità fanno la loro parte". Altrettanto emozionante è stato il saluto del presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che ha chiesto scusa e perdono ai familiari delle vittime delle mafie come uomo delle Istituzioni per gli spettacoli indegni delle complicità e delle protezioni. Ha chiesto scusa per coloro che per una manciata di voti hanno costruito elezioni indecenti, per chi di fronte ad una condan- na a cinque anni, invece di vergognarsi ha festeggiato con i cannoli. Dopo la manifestazione, sono iniziati gli interessanti workshop. Una canzone di Celentano dice "l'emozione non ha voce" ed in questo caso ho cercato di spiegare quello che abbiamo provato, ma nessuna parola potrà spiegare l'atmosfera laico-reli- giosa che si respirava nel giorno della memoria e dell'impegno organizzata da Libera e Avviso Pubblico. Bari 2008 rimarrà nei nostri cuori. www.corleonedialogos.it Puglia, arca di pace Il prezzo dell’informazione

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Catania, la seconda città dell'isola e di fatto per molti aspet-ti la prima (si pensi solo al volume dei traffici commercialie turistici attorno al modernissimo aeroporto) paga da anni

un prezzo informativo altissimo. Non vi viene distribuita , come inbuona parte della Sicilia orientale, la pagina siciliana de LaRepubblica. Per un patto commerciale, mai chiarito, questo giornale vienestampato negli stabilimenti grafici catanesi dell'editore MarioCiancio Sanfilippo, proprietario de La Sicilia, ma va nelle edicoleprivo della cronaca siciliana […].Uno stato di cose mortificante e lontano da qualsiasi principio di

competizione di mercato e di pluralismo, contro il quale inutil-mente si sono levate in passato proteste e denunce". CosìRoberto Morrione, presidente della Fondazione LiberaInformazione, ha aperto il dibattito pubblico sul convegno "Limitial mercato editoriale e pluralismo dell'informazione" che si ètenuto a Catania. Morrione, Dario Montana di Libera Catania,Articolo 21 e Fnsi hanno acceso i riflettori su un caso da annirimasto avvolto in un silenzio assordante. Invitati ad illustrare leloro scelte, gli editori Sanfilippo e l'Espresso hanno declinato l'in-vito. Per un'intera mattinata nell'aula magna della facoltà diEconomia si è parlato di loro e loro non c'erano. La situazione di monopolio editoriale è resa ancora più gravedalla presenza di interessi altri che, per l'editore catanese, troppospesso s'incrociano con appalti pubblici, sostegni politici trasver-sali. Prerogative che certo non garantiscono ai catanesi un'infor-mazione libera. Per i due colossi del mercato editoriale, il conve-

gno poteva essere l'occasione per "smentire e spiegare" ai proprilettori che non esiste alcun patto. Hanno rinunciato a farlo ed ilsospetto è aumentato. Gli interventi dei professori dell'Università Maurizio Caserta eMaria Rosa Maugeri sono stati il punto di partenza di un dibattitoaperto ai cittadini e alle molteplici realtà di controinformazione(dalla Periferica, ai Cordai, a Casablanca) che in città hanno illu-minato gli angoli bui e dimenticati dall'informazione tradizionale.Grazie a questo contributo qualcosa si muoverà nelle sedi com-petenti: l'Autorità per le comunicazioni, in primis. Al tavolo dei relatori anche l'europarlamentare Claudio Fava chedi fronte ad una città trattata come fosse un feudo, "devastata insilenzio e nel silenzio dimenticata" sottolinea che non c'è "nulla dipersonale fra la famiglia Fava e l'editore Ciancio Sanfilippo". Nel suo intervento, si rivolge ai singoli giornalisti: "io mi appello avoi e all'etica di questo mestiere, quando avete per le mani uncomunicato (da sette anni La Sicilia non dedica nemmeno unariga alle attività di parlamentare di Fava, ex dei Siciliani e figlio delcronista Pippo Fava, ucciso dalla mafia nel 1984) pensateci duevolte prima di cestinarlo. Anche voi che avete una responsabilità"e sembra dire avete anche un potere: usatelo. "Catania - conclu-de amaramente Fava - è una città che non sa. E un popolo chenon sa non è un popolo libero. E della libertà di un popolodovremmo farci carico tutti".

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La XIII Giornata della Memoria edell'Impegno è iniziata, all'alba del 15marzo con il raduno dei partecipanti

alla manifestazione, a Punta Perotti, sim-bolo della legalità affermata. Infatti, doveprima c'era un ecomostro di palazzine incemento armato, ora c'è un bel pratodavanti al lungo mare di Bari, che, a pocoa poco si è riempito sempre di più, fino aquando è iniziato il corteo. Circa centomilapersone hanno iniziato a sfilare con i proprislogan, con le proprie bandiere, con i gon-faloni dei propri comuni. Il corteo ha attra-versato Bari per ricordare le oltre 700 vitti-me di tutte le mafie. Nomi che come unalitania religiosa sono stati ripetuti e chehanno accompagnato tutto il corteo. Nomi di persone uccise dalla mafia, perso-ne che hanno lasciato figli, madri e padri ...Persone che hanno detto di no alla mafia eper questo hanno perso la vita. Personeche si ha il dovere di ricordare, per nonammazzarli una seconda volta. Alla testa del corteo, Don Ciotti con i fami-liari delle vittime presenti, alcuni ministri, ilpresidente della Camera Bertinotti e ilmagistrato Giancarlo Caselli.

Dietro lo striscione "Corleone non è solomafia onore agli eroi Falcone e Borsellino",il circolo Arci "Corleone Dialogos", i ragaz-zi della cooperativa "Lavoro e non solo",alcuni rappresentanti di associazioni cor-leonesi, il direttore del Consorzio Sviluppoe legalità Guarino, il consigliere Iaria, l'as-sessore Cortimiglia e lo stesso sindacoIannazzo. Tanta emozione nel sentire inomi di Bernardino Verro, GiovanniZangara, Giuseppe Letizia, PlacidoRizzotto ecc... insieme a tutte le altre cen-tinaia di vittime di mafia. È stato interes-sante vedere negli occhi degli altri parteci-panti lo stupore misto alla soddisfazione dileggere che Corleone, per anni simbolo dimafia, è contro la mafia.Tra i centomila di Bari non solo italiani maanche duecento giovani europei in rappre-sentanza di più di cinquantaOrganizzazioni non governative. A Piazza delle Libertà il saluto delle autori-tà e dei familiari delle vittime della mafia.Don Ciotti è riuscito ha lanciato un mes-saggio per il futuro. "Dobbiamo prenderecoscienza che c'e' bisogno delle nostrescelte, del nostro fare concreto, del nostro

impegno, del nostro coraggio, della nostravoglia di metterci in gioco, delle denunceche nella quotidianità fanno la loro parte".Altrettanto emozionante è stato il saluto delpresidente della Regione Puglia NichiVendola che ha chiesto scusa e perdono aifamiliari delle vittime delle mafie comeuomo delle Istituzioni per gli spettacoliindegni delle complicità e delle protezioni.Ha chiesto scusa per coloro che per unamanciata di voti hanno costruito elezioniindecenti, per chi di fronte ad una condan-na a cinque anni, invece di vergognarsi hafesteggiato con i cannoli. Dopo la manifestazione, sono iniziati gliinteressanti workshop. Una canzone diCelentano dice "l'emozione non ha voce"ed in questo caso ho cercato di spiegarequello che abbiamo provato, ma nessunaparola potrà spiegare l'atmosfera laico-reli-giosa che si respirava nel giorno dellamemoria e dell'impegno organizzata daLibera e Avviso Pubblico. Bari 2008 rimarrà nei nostri cuori.

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ll 20 marzo alle 19,30 il CentroGiovanile "T. Schemmari inaugu-ra Liber_heArt", il primo spazio

espositivo permanente della città diNoto dedicato ai giovani artisti loca-li. Il salone del Centro, interamenterinnovato, diventa un cuore pulsan-te dove far circolare in un ciclo con-tinuo, da marzo e per tutto il 2008,arte libera e cultura. Installazioni,mostre di pittura, fotografia, scultu-ra, videoarte, conversazioni, appro-fondimenti ed incontri con scrittorilocali si susseguiranno ed anime-ranno lo spazio. Liber_heArt, natoda un progetto che intende darevisibilità ai giovani artisti del sud-est siciliano, risponde al forte biso-gno di contenitori culturali e di luo-ghi di aggregazione dove esprimer-si e crescere artisticamente. Lospazio espositivo permanentevuole pertanto diventare un impor-tante punto di riferimento per pro-muovere e mettere in rete tutte lenuove tendenze, i fermenti artisticie la creatività che il nostro territorioesprime. Il progetto inaugura inol-tre, una collaborazione fra istituzio-

ni ed associazionismo locale adimostrazione di una sintonia e comune volontà di offrire realiopportunità di crescita, fertile scam-bio di idee e momenti di animazio-ne culturale ai giovani. Per la rea-lizzazione del progetto, sono statemesse in campo infatti le forze vivee propositive della comunità. Già infase ideativa e, ciascuno con diver-se competenze, sono stati coinvol-ti, Carmela Cirinnà dell'ass.CulturArte, Cettina Raudino del-l'ass. Sogni Differenti, Francesco DiMartino dell'ass. Arci Glocalactionnonché gli artisti netini sulla dispo-nibilità dei quali è stato elaborato ilcartellone della manifestazione.

Giovedì 20 Marzo ore 20.30 "Uncomplicato intrigo di donne vicoli edelitti" di Lina Wertmuller dur.109minuti. Aula A della Facoltà diScienze dell'Educazione eFormazione / Noto c.so Vittorio Emanuele (accanto Chiesadell'Immacolata)

[email protected]

APalermo è stato inaugurato il primonegozio "pizzo-free", un piccololocale nel cuore del centro storico in

cui sono messi in vendita i prodotti diimprenditori e commercianti che aderisco-no alla lista del Comitato Addiopizzo."L'Emporio", questo il nome del piccoloesercizio commerciale, nasce dall'idea diun giovane imprenditore palermitano,Fabio Messina. Il punto vendita ha apertole sue vetrine in Corso Vittorio Emanuele172, zona dal grande valore simbolico perl'alta densità mafiosa, in cui circa 20 eser-centi tra commercianti, artigiani e imprendi-tori hanno deciso di dire "No al pizzo". Unquartiere nevralgico, nel cuore del centrostorico palermitano, che dal 7 marzo offreai consumatori responsabili, grazie alcoraggio degli aderenti alla lista delComitato AddioPizzo, la possibilità di sce-gliere di cambiare i propri consumi acqui-stando prodotti che hanno un preziosovalore aggiunto: il loro acquisto non ali-menta indirettamente le casse di CosaNostra. In vendita coppole, vino accessori,cuoio, dvd, taccuini, prodotti biologici dellecooperative che gestiscono i terreni confi-scati alla mafia: prodotti simbolo della lottaal racket.

L'apertura del nuovo spazio è stata unanuova occasione di riflessione per i com-mercianti palermitani e per tutti gli utentiche, è questo l'augurio di tutti i soggettipromotori dell'iniziativa, si spera nonrimangano insensibili all'opportunità diincentivare un'economia libera dalla mafiae dalle estorsioni. Adesso l'obiettivo è quel-lo di coinvolgere tutti i 241 commerciantiiscritti al Comitato. Fabio Messina punta aestendere l'iniziativa in tutta Italia con ilmetodo del franchising, creando tanti puntivendita sotto lo stesso marchio.Apprezzamenti per l'iniziativa sono giuntidal presidente di Confindustria Sicilia, IvanLo Bello, che "giudica una buona idea l'a-pertura del negozio". "È un'iniziativa che sisomma a quelle già in corso contro leestorsioni. Quindi, ben vengano" haaggiunto. Le porte dell´emporio "pizzo-free" sonoaperte per chiunque, a partire da atteggia-menti quotidiani, voglia combattere la cri-minalità dal basso e contribuire con segna-li concreti ad un progetto che mira fattiva-mente a diffondere la cultura della legalità.

[email protected]

L’emporio Pizzo Free

Liber_heArt a Noto

n. 2 20mar zo 2 0 0 8

foto Grazia Bucca

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