Arcireport numero 19

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29 maggio 2012 anno X - n. 19 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H L’Italia si sbriciola Un’associazione impegnata per il cambiamento Da un capo all'altro del paese molte iniziative hanno visto l'Arci protagonista nello scorso week end. A cominciare da Brindisi, dove abbiamo sfilato con le migliaia di studenti che avevano invaso la città per manifestare contro la violenza e la strategia del terrore, per riaf- fermare il loro diritto al futuro e ad essere pro- tagonisti di una nuova stagione di cittadinan- za responsabile e legalità democratica. Contemporaneamente a Mantova la rete dei circoli Arci di musica dal vivo animava "Viva il live", quattro giornate intense con un fitto pro- gramma di concerti, workshop, dibattiti, mostre e presentazioni di libri. Una manife- stazione che dimostra tutta la vitalità del no- stro associazionismo culturale e la sua capa- cità di proporsi come punto di riferimento per tanti giovani artisti e gruppi emergenti. Negli stessi giorni si teneva a Firenze il tradizionale appuntamento con Terra Futura, la mostra convegno sulle buone pratiche di sostenibilità di cui l'Arci è partner fin dalla prima edizione. Un grande laboratorio delle possibili alternative al modello economico e sociale liberista, con dibattiti e conferenze di grande interesse, ma anche con una ricca fiera delle esperienze e delle pratiche virtuose che l'alternativa provano a costruirla nei terri- tori e nelle comunità locali. Molti i temi pro- posti dall'Arci a Terra Futura: dalla finanza all'edilizia sostenibile, dall'acqua all'alimen- tazione; e poi l'assemblea dei movimenti verso Rio+20, gli incontri sui diritti dell'infanzia e sulle politiche sociali, quello coi ragazzi in partenza per i campi della legalità. Ma la lista non si chiude qui. Altri compagni dell'Arci partecipavano in questi giorni alla conferenza dei centri di servizio del volonta- riato, altri ancora si davano da fare negli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia Romagna e in Lombardia. E soprattutto, come ogni giorno, centinaia di iniziative locali si svolgevano nei nostri circoli e comitati. È la rappresentazione di un'associazione viva, in grande fermento, capace di animare in modo capillare il territorio e di essere al tempo stesso punto di riferimento sui grandi temi dell'agenda del Paese. Pur in una fase difficile, in cui l'associazionismo deve fron- teggiare sempre maggiori problemi economici e gestionali, l'Arci si dimostra in grado di moltiplicare il suo impegno al servizio del cambiamento. È un bel segnale, perché da questa crisi nessuno si salva da solo e sap- piamo che c'è bisogno anche del nostro con- tributo. L a Carovana contro tutte le mafie alza il tiro contro il dilagante processo di militarizzazione del Mezzogiorno. Lunedì 4 giugno, Niscemi ospiterà la tappa chiave siciliana dell’evento internazionale promosso da Arci, Libera e Avviso Pubblico con la collaborazione di Cgil, Cisl, Uil, Banca Etica, Ligue de L’Enseignement e Ucca. L’appuntamento è per le ore 17 per un giro di conoscenza della ‘Sughereta’, la riserva naturale in contrada Ulmo dove sono in corso i devastanti lavori di realizzazione di uno dei quattro terminali terrestri del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satel- litare delle forze armate Usa. Alle 18, proprio di fronte ai cantieri di quella che nelle logiche dei Signori di Morte darà l’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo, Comitati No MUOS, giornalisti, ricercatori ed esponenti del volontariato denunceranno in diretta streaming la rilevanza criminale e criminogena dello strumento militare. Poi, alle 20, tutti in piazza per un happening di parole, suoni e immagini per ribadire il No al MUOS e per un Mediterraneo di pace, con un legame ideale con la straordinaria sta- gione di manifestazioni, 30 anni fa, contro i missili nucleari Cruise di Comiso. Saranno in tanti a giungere a Niscemi per testimoniare la centralità della lotta contro le disumanizzanti tecnologie di guerra che Usa e Nato puntano a installare in Sicilia (oltre al MUOS, gli aerei senza pilota Global Hawk e Predator). Il 4 giugno a Niscemi per la pace e la legalità Le macerie della Torre dellÊorologio a Finale Emilia L’Arci nazionale, d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia, invita i circoli, le associazioni aderenti e tutti i cittadini ad attivarsi per la raccolta di fondi da destinare, in accordo con le diverse amministrazioni comunali, alle popolazioni colpite dal terremoto. È stato aperto un conto corrente intestato ad Associazione Arci presso Banca Etica con la causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’. IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350 continua a pagina 2…

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Gli appelli per le manifestazioni del 4 giugno a Niscemi e del 2 giugno a Roma (dei sindacati e dell'acqua bene comune), un resoconto dell'iniziativa "Io non ho paura" a Brindisi e dei funerali di Stato per Placido Rizzotto, un'analisi delle elezioni amministrative, Viva il Live, il Macao e il Carroponte, i dati del Rapporto Istat 2012, la lettera a Monti della rete "Cresce il welfare, cresce l'Italia"

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29 maggio 2012anno X - n. 19

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

L’Italia si sbriciolaUn’associazione impegnataper il cambiamento

Da un capo all'altro del paese molte iniziativehanno visto l'Arci protagonista nello scorsoweek end. A cominciare da Brindisi, doveabbiamo sfilato con le migliaia di studenti cheavevano invaso la città per manifestare controla violenza e la strategia del terrore, per riaf-fermare il loro diritto al futuro e ad essere pro-tagonisti di una nuova stagione di cittadinan-za responsabile e legalità democratica.Contemporaneamente a Mantova la rete deicircoli Arci di musica dal vivo animava "Viva illive", quattro giornate intense con un fitto pro-gramma di concerti, workshop, dibattiti,mostre e presentazioni di libri. Una manife -stazione che dimostra tutta la vitalità del no -stro associazionismo culturale e la sua capa -cità di proporsi come punto di riferimento pertanti giovani artisti e gruppi emergenti.Negli stessi giorni si teneva a Firenze iltradizionale appuntamento con Terra Futura,la mostra convegno sulle buone pratiche disostenibilità di cui l'Arci è partner fin dallaprima edizione. Un grande laboratorio dellepossibili alternative al modello economico esociale liberista, con dibattiti e conferenze digrande interesse, ma anche con una riccafiera delle esperienze e delle pratiche virtuoseche l'alternativa provano a costruirla nei terri-tori e nelle comunità locali. Molti i temi pro-posti dall'Arci a Terra Futura: dalla finanzaall'edilizia sostenibile, dall'acqua all'alimen-tazione; e poi l'assemblea dei movimentiverso Rio+20, gli incontri sui diritti dell'infanziae sulle politiche sociali, quello coi ragazzi inpartenza per i campi della legalità. Ma la lista non si chiude qui. Altri compagnidell'Arci partecipavano in questi giorni allaconferenza dei centri di servizio del volonta -riato, altri ancora si davano da fare negli aiutialle popolazioni colpite dal terremoto in EmiliaRomagna e in Lombardia. E soprattutto,come ogni giorno, centinaia di iniziative localisi svolgevano nei nostri circoli e comitati.È la rappresentazione di un'associazioneviva, in grande fermento, capace di animarein modo capillare il territorio e di essere altempo stesso punto di riferimento sui granditemi dell'agenda del Paese. Pur in una fasedifficile, in cui l'associazionismo deve fron-teggiare sempre maggiori problemi economicie gestionali, l'Arci si dimostra in grado dimoltiplicare il suo impegno al servizio delcambiamento. È un bel segnale, perché daquesta crisi nessuno si salva da solo e sap -piamo che c'è bisogno anche del nostro con-tributo.

La Carovana contro tutte le mafie alzail tiro contro il dilagante processo dimilitarizzazione del Mezzo giorno.

Lunedì 4 giugno, Niscemi ospiterà la tappachiave siciliana dell’evento internazionalepromosso da Arci, Libera e Avviso Pubblicocon la collaborazione di Cgil, Cisl, Uil, BancaEtica, Ligue de L’Enseignement e Ucca. L’appuntamento è per le ore 17 per un girodi conoscenza della ‘Sughereta’, la riservanaturale in contrada Ulmo dove sono incorso i devastanti lavori di realizzazione diuno dei quattro terminali terrestri del MUOS,il nuovo sistema di telecomunicazione satel-litare delle forze armate Usa. Alle 18, proprio di fronte ai cantieri di quellache nelle logiche dei Signori di Morte darà

l’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo,Comitati No MUOS, giornalisti, ricercatori edesponenti del volontariato denunceranno indiretta streaming la rilevanza criminale ecriminogena dello strumento militare. Poi,alle 20, tutti in piazza per un happening diparole, suoni e immagini per ribadire il No alMUOS e per un Mediterraneo di pace, conun legame ideale con la straordinaria sta-gione di manifestazioni, 30 anni fa, contro imissili nucleari Cruise di Comiso. Saranno in tanti a giungere a Niscemi pertestimoniare la centralità della lotta contro ledisumanizzanti tecnologie di guerra che Usae Nato puntano a installare in Sicilia (oltre alMUOS, gli aerei senza pilota Global Hawk ePredator).

Il 4 giugno a Niscemi per la pace e la legalità

Le macerie della Torre dellÊorologio a Finale Emilia

L’Arci nazionale, d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia, invita i circoli, le associazioni aderenti e tutti i cittadini ad attivarsi per la raccolta

di fondi da destinare, in accordo con le diverse amministrazioni comunali, alle popolazioni colpite dal terremoto. È stato aperto un conto corrente

intestato ad Associazione Arci presso Banca Etica con la causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’.

IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350

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Il 2 giugno, giorno della Festa dellaRepubblica, chiamiamo i lavoratori e lelavoratrici, i pensionati e tutti i cittadini a

manifestare con noi a Roma. È la prima voltanella storia della Repubblica che i sindacatiprendono unitariamente una decisione delgenere. Ed è stata scelta questa data proprioper dare un ‘forte valore simbolico’ all'ap-puntamento di Roma. Una data simbolo per tutti gli italiani, unamanifestazione simbolo perché il suo segnodistintivo deve essere la giustizia sociale el'equità. Non esistono precedenti nella storiad'Italia ed è per questo che noi stiamo lavo-rando per costruire una grande manifesta-zione sindacale unitaria che possa avviare ilpercorso che porti a ottenere risposte certe eimmediate sui temi del lavoro e del fisco.Siamo ormai a un punto di svolta e sononecessarie precise scelte di politica econo-mica, industriale e fiscale. Non c'è più tempo da perdere: per creareoccupazione si deve ripartire dalla greeneconomy, da accordi innovativi come quellodi Porto Torres (chimica verde). Si deve

affrontare il problema dei biocarburanti e sidevono difendere e rilanciare le aziendepubbliche come il caso Finmeccanica ciinsegna. Finora sono stati i lavoratori italiani e i pen-sionati a pagare i prezzi più alti per evitare il‘baratro’ e per reagire ad una delle crisifinanziarie più gravi. Basti pensare al dram-ma sociale degli ‘esodati’ e in generale diquelle migliaia di lavoratori che rischiano dirimanere senza stipendio e senza pensionea causa della durezza della riforma. Ora,dopo mesi di interventi del governo dei tec-nici per reperire risorse allo scopo di ridurredebito e spesa, senza che si sia neppureimpostata una politica di crescita, è dunquearrivato il momento - in concomitanza con la‘spending review’ - di andare a risparmiareladdove esistono sprechi effettivi (i costidelle clientele, inefficienze burocratiche,colabrodo del sistema degli appalti, ecc)senza ripercorrere la strada dei tagli allaspesa sociale e al welfare e dell'aumentocontinuo delle tasse sul lavoro e le pensioni.Ma soprattutto è arrivato il momento di anda-

re a cercare risorse laddove ci sono (unatassa sui grandi patrimoni, per esempio). Lenostre parole d'ordine sono quindi moltosemplici e chiare. Bisogna mettere in campomisure a favore del lavoro e della ripresadell'occupazione, soprattutto quella giovani-le. Non è vero che i soldi non ci sono.Abbiamo elaborato studi molto precisi sullapossibilità di recuperare risorse per finanzia-re le nostre proposte sull'occupazione, lariforma fiscale, la crescita. Qualche esem-pio. Sarebbe possibile utilizzare una quotasignificativa delle risorse recuperate que-st'anno con la lotta all'evasione fiscale. Sipotrebbe finalmente istituire una tassa patri-moniale sulle grandi ricchezze (che permet-ta tra le altre cose di eliminare l'Imu sull'abi-tazione principale per gli immobili non pre-giati per chi possieda un’unica casa). Sipotrebbe poi accelerare un accordo con laSvizzera per la tassazione dei capitali espor-tati. E infine pensiamo sia possibile renderemeno costoso e soprattutto più efficiente efunzionale il sistema politico, a partire dall'e-liminazione di tutte le componenti improdut-tive della pubblica amministrazione. È unabattaglia difficile, ma si può vincere.

Da Paolo Beni (presidente nazionale Arci) adAlessandro Cobianchi (responsabile nazio-nale Carovane antimafie), da Luigi Ciotti(presidente Libera) a Giovanni Di Martino(vicepresidente di Avviso Pubblico) e AntonioRiolo (segreteria regionale Cgil). E i giornali-sti Nino Amadore, Oliviero Beha e AttilioBolzoni con i musicisti Toti Poeta e Cisco deiModena City Ramblers. Ma saranno soprat-tutto le ragazze e i ragazzi dei Comitati NoMUOS sorti in Sicilia ad animare l’evento eraccontare la loro voglia di vivere liberi dal-l’orrore delle guerre e dalle micidiali microon-de elettromagnetiche. «Il 4 giugno, cosìcome è stato lo scorso 4 aprile a Comiso e il19 maggio a Vittoria, ricorderemo attivamen-te il sacrificio di Pio la Torre e Rosario DiSalvo, vittime del connubio mafia-militarizza-zione», spiega Irene C. del Movimento NoMUOS di Niscemi. «Dalla realizzazione dellabase nucleare di Comiso all’espansionedello scalo di Sigonella, l’infiltrazione neilavori delle grandi organizzazioni criminali èstata una costante. Ciò sta avvenendo nellapiù totale impunità pure per i lavori di realiz-zazione del sistema satellitare di Niscemi».Le basi in cemento armato su cui stanno peressere montate le maxiantenne del MUOS

portano la firma della Calcestruzzi PiazzaSrl, un’azienda locale che a fine 2011 è stataesclusa dall’albo dei fornitori di fiducia del-l’amministrazione provinciale di Caltanissettae del Comune di Niscemi. I provvedimentisono stati decisi dopo che la Prefettura, il 7novembre, aveva reso noto che a seguitodelle verifiche disposte dalle normative inmateria di certificazione antimafia erano«emersi elementi tali da non potere esclude-re la sussistenza di tentativi di infiltrazionemafiosa tendenti a condizionare le scelte egli indirizzi della società». Secondo quandoevidenziato dal sen. Giuseppe Lumia (Pd), iltitolare de facto, Vincenzo Piazza, apparireb-be infatti «fortemente legato al noto espo-nente mafioso del clan Giugno-Arcerito,Giancarlo Giugno, attualmente libero aNiscemi». Ciononostante, le forze armate italiane e sta-tunitensi non hanno ritenuto di dover interve-nire per revocare il subappalto alla Cal -cestruzzi Piazza. L’1 aprile 2012, i titolari del-l’azienda hanno deciso di rispondere ai pre-sunti ‘detrattori’. Con un colpo ad effetto,hanno annunciato la chiusura dell’azienda eil licenziamento degli otto dipendenti concontratto a tempo indeterminato. «Dob biamo

interrompere il rapporto di lavoro a causa deigravi problemi economici che attraversa l’a-zienda per la mancanza di commesse», haspiegato uno dei titolari. I responsabili?«Alcuni giornalisti e i soliti professionisti anti-mafia che infangano il nostro buon nome».Lunedì 7 maggio, mentre a Niscemi eranoancora aperte le urne per il rinnovo del con-siglio comunale, uno dei Piazza ha minac-ciato di darsi fuoco con la benzina. Al centrodelle invettive, sempre gli stessi cronisti‘calunniatori’ e gli ‘invidiosi’ per la commessamilitare. Da quando No MUOS significa NoMafia, il clima in città è tornato a farsi pesan-te. E la Carovana assume il compito di por-tare solidarietà a tutti quei giovani chesognano ancora una Niscemi libera dallebasi di guerra e dalla criminalità.

Il 4 giugno a Niscemi per la pace e la legalità

Il 2 giugno in piazza per il lavoro, il fisco, la crescita. I motivi ele richieste della manifestazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil

La manifestazione Cambiare il fisco per il lavoro, la crescita, il welfarepartirà alle 14.30 da piazza Mazzini

e si concluderà in piazza del Popolo dove a partire dalle 16 interverranno i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil

ROMA

notizieflash

arci

n.19 29 maggio 2012

di Vincenzo Scudiere, Segretario Confederale della Cgil

continua dalla prima

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3acquabenecomune

arcireport

In piazza il 2 giugno per i referendum, i benicomuni e la democrazia: ‘la Repubblica siamo noi’

n.19 29 maggio 2012

arci

La situazione per quanto riguarda ilrispetto della volontà popolareespressa con il voto referendario

dello scorso giugno è quanto meno preoc-cupante. In quella sede democratica si eramanifestato un netto e partecipato rigettodelle politiche di stampo neoliberista impo-ste dal precedente governo e, segnata-mente il rifiuto della privatizzazione dei ser-vizi di distribuzione dell’acqua, contro unapossibile speculazione in termini di profittiottenuti con la loro gestione. In definitiva, si esprimeva l’idea forte del-l’acqua quale bene comune che, di conse-guenza, non può essere ridotta alla streguad’una merce e collocata all’interno dellelogiche di mercato e di profitto. A pochigiorni dalla manifestazione nazionale indifesa dell’acqua pubblica, prevista per il 2giugno, nell’ambito della conferenza stam-pa di presentazione dell’iniziativa, StefanoRodotà ha rivolto tre fermi appelli perrichiamare al rispetto del verdetto referen-dario e alla capitalizzazione delle esperien-ze e culture politiche raggruppate dalMovimento per l’acqua. Il primo appello è rivolto al Capo delloStato, quale garante della Costituzione edel rispetto delle regole democratiche,

affinché questi richiami il governo e leamministrazioni locali ad una corretta epiena osservanza della volontà sovrana delpopolo. Devono quindi finire i tentativi d’ag-girare le regole vigenti in termini di gestio-ne dei servizi idrici che sono ormai puntifermi giuridicamente salienti nel nostroquadro normativo. Va rispettato in particolare il secondo que-sito referendario che ha abrogato la normache permetteva la possibilità di lucraresulla gestione dell’acqua pubblica. Il secondo appello del giurista è stato rivol-to al segretario del PD: Rodotà gli ha chie-sto di agire direttamente sui consigli comu-nali guidati dal suo partito al fine di propor-re una gestione dell’acqua coerente con leindicazioni date dai referendum e, soprat-tutto, di fare tesoro dell’esperienza delMovimento per l’acqua, capitalizzare leforze e le istanze lì confluite e da qui trova-re nuova linfa per rivitalizzare un partito chesta perdendo la propria cogenza all’internodella società italiana. Il terzo appello è stato rivolto al sindaco diRoma e riguarda, più concretamente, ledinamiche presenti in Acea ed i relativi ten-tativi di privatizzare l’azienda municipaliz-zata che gestisce – tra gli altri – anche i

servizi connessi all’erogazione dell’acqua;su tale azienda esiste già un documentoche, praticando vari sotterfugi, sta cercan-do di introdurre una maggiorazione sullatariffa dell’acqua da ridistribuire poi in ren-dita tra i soggetti privati che partecipano adAcea, in una situazione di palese violazio-ne delle norme democratiche. Rodotà ha ricordato al primo cittadinocome la storia di Roma abbia molto dainsegnare sulla gestione dell’acqua, bastipensare che nell’antica Roma – dove eraben chiaro il ruolo attivo giocato dall’acquanel campo della coesione sociale – era vie-tato alle case dei privati avere acqua al pro-prio interno, e come gli acquedotti servis-sero ad approvvigionare le fonti pubblichedella capitale. In tempi più recenti, i mazzi-niani attivi a Roma fecero installare, nel1874, le fontane pubbliche popolari, icosiddetti ‘nasoni’, proprio per dare libero egratuito accesso alla acqua a tutta la popo-lazione. Rodotà ha concluso il suo intervento invi-tando a partecipare numerosi alla giornatadel 2 giugno, in difesa dei diritti acquisiti,della sovranità popolare e dell’acqua qualebene pubblico.Info: [email protected]

Aquasi un anno dalla vittoria dei refe-rendum dello scorso giugno, ilForum Italiano dei Movimenti per

l'Acqua e una vasta coalizione di realtàsociali, sindacali e politiche hanno deciso ditornare in piazza per una manifestazionenazionale il prossimo 2 giugno, Festa dellaRepubblica, a partire dalla 15 da PiazzaEsedra, a Roma.Una manifestazione per l'attuazione delrisultato referendario, per la riappropriazio-ne sociale e la tutela dell'acqua e dei benicomuni, per la pace, i diritti e la democrazia,per un'alternativa alle politiche d'austeritàdel Governo e dell'Europa. La scelta della Festa della Repubblica comedata della manifestazione rappresenta lavolontà di affermare che la Repubblica sonoi cittadini che hanno scelto per l'acqua pub-blica e partecipata, quelle donne e quegliuomini che si mobilitano e lavorano nei ter-ritori per la tutela dei beni comuni. La Festadella Repubblica non può e non deve esse-

re rappresentata da una parata militare aiFori Imperiali, la festa della Repubblica deveessere la festa di chi è la Repubblica: i citta-dini. La mancata attuazione dei referendumda parte di Governo e amministrazioni loca-li ha generato una forte mobilitazione in tuttoil paese grazie alla Campagna diObbedienza Civile promossa dal Forumormai diffusa in tutte le regione della peni-sola. È tempo di tornare a far sentire lanostra voce anche in piazza.Lo straordinario successo di partecipazionesociale di un anno fa è infatti in pericolo einsieme l'idea stessa di democrazia parteci-pata: sono allo studio norme e provvedi-menti che vanno in senso diametralmenteopposto all'esito della consultazione refe-rendaria. A Roma, ad esempio, la GiuntaAlemanno sta cercando di vendere definiti-vamente Acea e consegnarla alle logiche diprofitto e agli interessi dei privati. A livellonazionale invece si sta costruendo un siste-ma tariffario studiato per consentire ai priva-

ti di continuare a far profitti sulla gestione delservizio idrico. Si utilizza la crisi economicaper attuare politiche che vanno nella dire-zione della privatizzazione dei beni comuni,che smantellano il diritto al lavoro, chetagliano servizi e istruzione, che devastanoil territorio in nome dell'interesse privato eche precarizzano quanto più possibile la vitadelle persone.Il 2 giugno da tutta Italia scenderà in piazzaa Roma una moltitudine di persone che sioppongono a questa strumentalizzazionedella crisi, che lottano per la riappropriazio-ne dell'acqua e dei servizi pubblici comebeni comuni, che credono in una societàfondata su un nuovo modello produttivo esociale.Torneremo in piazza per una manifestazio-ne gioiosa, colorata e allegra, per chiederecon forza il rispetto della democrazia, peraffermare tutti insieme che ‘la Repubblicasiamo noi’.Info: www.acquabenecomune.org

L’appello di Rodotà al Presidente Napolitano, al Segretario del Pd e al Sindaco di Roma perchè si rispetti il voto popolare

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4legalitàdemocratica

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Giovedi scorso Placido Rizzotto haavuto l'onore di ripercorrere la suaCorleone per arrivare al luogo di

riposo naturale. I suoi parenti, finora, nonerano potuti andare neanche al cimitero.L’unico modo per onorarlo, nel giorno deimorti, un altarino composto a casa e, sopra,la sua foto. «È stato così per anni» raccontaGiuseppa, l’anziana sorella. I mafiosi sanno bene quanto può essere peri-colosa la memoria, quanto può esserlo unatomba, anche la più povera, anche un sassocon sopra scritto solo un nome, per dire di unuomo alle generazioni future. Di PlacidoRizzotto non doveva restare traccia: non perdifendersi dalla giustizia, dallo Stato, che sisapeva essere indifferenti - a nulla valsero gliarresti effettuati nel ’49 dal giovane capitanoDalla Chiesa: il delitto restò impunito, come siusava allora - ma per cancellarne per sempreil ricordo. Così, dopo una Santa Messa celebrata con‘leggerezza’, il feretro ha incontrato il suopopolo che, con tante bandiere rosse dellaCgil, ha voluto rendergli omaggio, dopo oltre60 anni di un ricordo che lo riconduceva aduna foiba a Rocca Busambra. Prima dell'in-gresso al cimitero il saluto di tanti, tra cuiSusanna Camusso che ha ben ricordato l'im-

pegno sindacale di allora e quello attuale.Dopodichè Calogero Parisi, Presidente dellaCooperativa Lavoro e Non Solo, formata dasoci lavoratori corleonesi, ha narrato comel'eredità di Placido Rizzotto sia ‘nel fare quo-tidiano’ su quegli stessi terreni per i quali luitanto si impegnò per cercare di offrire redditoe dignità ai contadini corleonesi. Impegnoche oggi è condiviso da tante ragazze eragazzi che partecipano ai campi antimafiaorganizzati dall'Arci. I funerali di Stato sono stati onorati dallapresenza del ‘nostro’ Presidente dellaRepub blica, Giorgio Napolitano. La giorna-ta si è conclusa insieme a tanti compagni ecompagne dello Spi Cgil e della Cgil apranzo nel bene confiscato ai nipoti di TotòRiina e assegnato alla Cooperativa Lavoroe Non Solo. Qui abbiamo donato aSusanna Camusso, Segretario Generaledella Cgil, le prime sette pietre inviate dalleCase del Popolo dell' Arci che saranno uti-lizzate per il ‘giusto monumento’ che verràrealizzato in onore di Placido. A DinoPaternostro, instancabile Segretario dellaCamera del Lavoro di Corleone, l'onere el'onore di raccogliere tutte queste testimo-nianze ricche di emozione e della volontàdi ricordare e fare memoria. I Campi anti-

mafia Liberarci dalle Spine saranno que-st'anno anche il momento di costruzione diun filo rosso che lega impegno sociale,memoria e politica... con la P maiuscola.Per noi sarà l’occasione per elaborare unastrategia di sviluppo associativo con tantigiovani under 18 che in questi mesi conti-nuano a chiedere a gran voce di partecipa-re a questa meravigliosa e unica esperien-za di cittadinanza attiva. Il nostro augurio èche, al termine del Campo antimafie aCorleone, il loro impegno sociale possacontinuare nelle proprie comunità e magariall’interno di uno dei nostri circoli o case delpopolo o in alternativa in qualche Cameradel Lavoro. Così come fece Placido Rizzotto che, dopoaver partecipato alla Resistenza al Nord,tornò nel suo paese d’origine a Corleonedove avviò il suo impegno sindacale. In fin dei conti anche tutte queste ragazzee ragazzi vengono a Corleone per parteci-pare ad una resistenza popolare contro latirannide attuale della mafia. Questi giovani rappresentano la MeglioGioventù che ha scelto di non rassegnarsie di non vivere da indifferenti la propriaquotidianità.Info: [email protected]

Settemila studenti con il viso coloratoe l’arcobaleno sulle mani. Silenziosisi passano magliette bianche che

recitano Io non ho paura, il mantra che rendelo sgomento consapevolezza che così nonva. Che se fino al giorno prima andare inclasse ha del rituale, oggi deve diventare unchiaro messaggio: la scuola ci fa crescerecome sognato. Cittadini consapevoli che lacultura è il vero cavallo di Troia, che può edeve fare la differenza. Lo gridano dal palco:andranno a scuola per imparare a partecipa-re, a fare comunità, a elaborare insieme ilsistema di idee capace di cambiare. Brindisisabato scorso è stata la città del silenzio, deltempo immobile, del fruscio dei quadernirimasti sull’asfalto, davanti alla ScuolaMorvillo Falcone. A distanza di una settima-na, sotto la pioggia battente, i ragazzi attra-versano la città e rompono quel silenzio,fanno risuonare l’impegno. In questi settegiorni sono stati insieme, hanno parlato,hanno cercato risposte ma - è evidente - sisono fatti tante domande. Su chi, perché, ecome sia stato possibile violare la scuola, illuogo in cui si affida il futuro della comunitàallo Stato. E nelle ‘lettere a Melissa’ che i

ragazzi leggono in Piazza della Vittoria cre-sce la consapevolezza che questa non siauna guerra di cui loro sono vittime, comerecitava uno striscione nella piazza diMesagne, una settimana fa: «Questa è unaguerra tra stato e mafie e noi siamo le vitti-me». Parole figlie della paura. I giornalistifanno eco alle dichiarazioni dei boss dellaSacra Corona Unita dal carcere: «non siamostati noi, ma lo prenderemo e faremo giusti-zia per Melissa». E subito arriva la rispostadelle Assemblee studentesche e di Arci,Libera e CGIL che hanno sostenuto questamanifestazione: che nessuno si sostituiscaallo Stato, che nessuno possa mai pensareche - di fronte a un omicidio che lascia ognitraccia aperta - qualcuno possa accettare larisposta di «chi è mafioso per definizione nelmomento stesso in cui decide della vitaaltrui», omicida che sia. Questi ragazzi scesiper le strade di Brindisi, di paura non nehanno e ci dicono che ora vogliono organiz-zarsi, per chiedere che qualsiasi sia la matri-ce di quel tragico gesto, a pagare davverosarà la mentalità mafiosa che della scuolaha fatto ‘altro’ dallo Stato. Emoziona tuttoquesto: hanno 14, 16, 20 anni. E hanno la

voglia di ripartire da qui, elaborare il lorodolore e farne impegno collettivo. È un cor-teo colorato e composto, com’è la verve dichi conosce la propria destinazione, e havoglia di arrivarci decidendo insieme la stra-da da fare. Accanto a loro, questa volta, nonci sono i politici dell’ultim’ora, corsi a dare ilproprio premuroso cordoglio dal palco. Cisono le lavoratrici e i lavoratori della Cgil, iragazzi dei circoli Arci e dei presidi di Libera.Sono al fianco degli studenti per ricordare -con le parole di Alessandro Cobianchi - chequel pezzo di Stato bombardato siamo noi eche quella stessa «paura esplosa nella piaz-za è coraggio nato dalla rabbia strozzata ingola». Sono le parole dedicate a GiorgianaMasi che accolgono la forza di reazione deiragazzi. Pochissimi insegnanti, ci dicono, di quellascuola come di altre sono alla manifestazio-ne. Di questa assenza dovremmo farci cari-co: questo percorso ha bisogno di tutto ilnostro sostegno perché, una volta ancora,non si sentano soli. E sarà ancora più impor-tante quando il Barnum di questi giorni leve-rà le proprie tende.Info: [email protected]

In migliaia a Brindisi per dire ‘Io non ho paura’

Ai funerali di Placido Rizzotto tanti giovani che non vogliono dimenticare

arci

n.19 29 maggio 2012

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Il dato elettorale ligure, genovese in par-ticolare, può e deve essere interpretatoin chiave più generale: senza alcuna

tentazione campanilistica ma con la consa-pevolezza che qualcosa è davvero cambia-to nella geografia politica italiana. Genovainfatti segna il triste primato di città con lapiù bassa percentuale di votanti (55,6%degli aventi diritto) e questo è oggi - insiemeal boom del Movimento 5 Stelle - il dato poli-ticamente più significativo. Lo è in virtù delfatto che la regione più anziana del Paese eil suo capoluogo si erano contraddistintinegli ultimi anni come territorio in controten-denza rispetto all'astensionismo. Alle elezioni politiche nel 2008 si registrò aGenova una partecipazione al voto pari al75,9%. Stavolta così non è stato; e se aquesto dato aggiungiamo l'exploit delMovimento 5 stelle che ha riportato al votol'elettorato più giovane, ecco che il quadroche ne emerge è quello di un astensioni-smo adulto, fortemente adulto. Che signifi-ca tutto ciò? È un tipo di astensione dal votoriconducibile ad un elettorato indifferente?Le massaie di berlusconiana memoria nonvotano perché disinteressate o deluse,oppure questo ‘non voto’ rappresenta una

chiara ed evidente scelta politica, quasi unapresa di distanza? Del resto lo stessoGramsci ci insegna che «l'antipolitica altronon è che un modo diverso di fare politica»ed è per questo che è importante ragionar-ci con cognizione ed equilibrio. È importan-te capirlo anche per l'Arci, perché non suc-ceda che tutto ciò che oggi non riusciamo acomprendere (e ad intercettare), vengaconsiderato da rimuovere. Chi scrive èquanto di più lontano possa esserci daBeppe Grillo e dal suo modo d'intendere lademocrazia e la politica. Ma possiamo dir-celo almeno noi dell'Arci che il risultato elet-torale dei cosiddetti ‘grillini’ non è per nullauna novità? Già dalle elezioni regionali del2010 questo movimento ha dato segnaliimportanti in termini elettorali, eleggendodiversi consiglieri; così come alle scorseelezioni amministrative a Savona ilMovimen to 5 Stelle raggiunse un abbon-dante 10%. A Genova sale ancora e con 32.583 votiraggiunge il 14,1% sfiorando il ballottaggiocon il candidato del centrosinistra. Ma chisono allora questi ‘grillini’? Una recente inda-gine di Re pub blica, commissionata durantela campagna elettorale, inseriva nello stesso

campo (quello del centrosinistra) MarcoDoria e il candidato del Movimento 5 Stelle.Il voto lo ha confermato e l'attuale sindacodi Genova non passa al primo turno ancheper l'exploit del M5S che, sempre secondol'indagine di Re pub blica/CSS, raccoglie il43% dei voti che nel 2008 erano andati alPD, il 19% all'IDV e il 14% alle formazionidella sinistra. In base a questi dati, dunque,3 elettori su 4 di coloro che hanno votatoMovimento 5 Stelle provengono dal centro-sinistra. Vi è poi un secondo elemento checonferma questa tesi e che sta nei punti incomune che astensionismo e ‘grillini’hanno. L'exploit della lista 5 Stelle avvienenelle zone tradizionalmente di sinistra (aBolzaneto, tristemente nota per i fatti delG8, arriva al 20,9%), così come il forteastensionismo.Concludo con un interrogativo che tuttidovremmo porci: possiamo noi dell'Arci,richiamandoci alla ‘vocazione maggioritaria’,far finta che non sia successo nulla? O peg-gio ancora ridurci a commentare anticipata-mente la disfatta del centrosinistra alle pros-sime elezioni politiche? Sarà meglio nonlasciare ai posteri l’ardua sentenza. Info: [email protected]

elezioniamministrative

arcireport

Il risultato delle elezioni amministrative inSicilia delinea una nuova prospettiva, dacui è possibile far scaturire alcune rifles-

sioni su come cambia il quadro politico dellaregione e quali indicazioni le forze progressi-ste e di centro sinistra possono trarre dalvoto, in termini di potenzialità e rischi. Rispetto a tempi bui piuttosto recenti, e al tra-gico 61 a 0 delle politiche, possiamo dire,soppesando con serenità sconfitte e vittorie,che è andata bene. Non mi riferisco solo aPalermo, dove dopo la netta vittoria diOrlando la città sembra respirare aria nuova.Penso a situazioni mediaticamente menovisibili ma politicamente molto rilevanti:Barcellona e Paternò, centri di circa 40 milaabitanti, in provincia rispettivamente diMessina e Catania, dove i nuovi Sindaci sichiamano Maria Teresa Collica e MauroMangano, ricercatrice universitaria la prima edocente di scuole superiori il secondo,entrambi classe 1970, entrambi provenientida percorsi di politica diffusa, movimenti cat-tolici e associazionismo laico, realtà di basecittadine e circoli Arci, entrambi con un pro-gramma politico chiaro che non strizza l’oc-chio a strane alleanze; entrambi vincitori inposti dove la mafia ha nomi facce e inte-

ressi noti. E poi c’è Valerio Marletta, 32 anni, già consi-gliere provinciale di Rifondazione Comu -nista, cresciuto a pane, partito e movimenti,figlio di Genova e Seattle, che a 32 anni econ il 72% dei consensi diventa sindaco diPalagonia, provincia di Catania e feudo difamiglie di deputati provinciali e regionali,padri e figli, attualmente indagati/condanna-ti per concorso esterno in associazionemafiosa. Al centro degli interventi di questi 3 nuovi sin-daci ci sono i beni pubblici, il bene comuneagito e praticato, l’idea della partecipazionevera, la gestione diretta di pezzi della cosapubblica da parte della società, la democra-zia, gli spazi di aggregazione e di socializza-zione, la credibilità delle loro storie politiche.Rappresentano il nuovo non perché “nuovoe giovane” è una bella etichetta da appicci-care ai loro volti sorridenti (e anche volti sor-ridenti e puliti ci vogliono per rinnovare lapolitica) ma perché vengono da esperienzereali del territorio, perché sono persone cre-dibili e per questo la gente li ha preferiti acerta politica politicante, perché MariaTeresa, Mauro e Valerio la politica l’hannofatta prima di approdare alla rappresentanza

istituzionale. Credibilità, coerenza ed eticanelle alleanze: su questi temi farà bene ariflettere per esempio la classe politica diCaltagirone, protagonista di un suicidio elet-torale di dimensioni gigantesche. Dopo più di20 anni di amministrazione di centro sinistrache ha prodotto esperienze notevoli e inno-vative, proprio per la capacità di leggere erelazionarsi col territorio, di cogestire servizisociali insieme a pezzi del terzo settore conesperienze straordinarie di reinserimentosocio lavorativo di pazienti con disagio psi-chico e di reinserimento abitativo, di acco-glienza di minori stranieri non accompagnatiin comunità piccole e diffuse sul territorio, ilsipario cala miseramente. In città stravinceun sindaco di centro destra, che lascia tra sée la candidata sindaca del centro sinistrascelta/imposta dal PD quasi 40 punti percen-tuali. Il motivo: per conservare il potere il PDha scelto l’accordo con pezzi di centro destracontigui anche ad ambienti mafiosi. E i calta-gironesi hanno scelto di conseguenza: sel’amministrazione deve essere vicina amafiosi e a gente poco affidabile, tanto valevotare l’originale e non la copia. E cosi èandata.Info: [email protected]

In Sicilia vincono credibilità, coerenza ed etica nelle alleanze

A Genova un voto che non va letto in chiave solo locale

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6migranti

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A seguito del Consiglio europeo di Tam -pere nel 1999, i capi di Stato e di governodell’Unione Europea hanno deciso di crea-re un regime europeo comune in materia diasilo. In un primo momento, questo avreb-be dovuto tradursi nella definizione dinorme minime comuni e, in particolare, dialcune condizioni relative all’accoglienzadei richiedenti asilo. In questo contesto, èstata adottata la Direttiva sull’accoglienza,il cui obiettivo è assicurare ai richiedentiasilo un livello di vita dignitoso e uniformein tutti gli Stati membri e limitare gli sposta-menti secondari all’interno dell’Unione. Nel2007, la consultazione di un ampio spettrodi attori impegnati nel campo dell’asilo hamesso in luce condizioni di accoglienzaancora di gran lunga insufficienti. Di con-seguenza, la Commis sione europea haproposto di modificare la legislazione esi-stente e studiare nuovi strumenti giuridicipresentando il 3 dicembre 2008 una pro-posta di riforma. In teoria, la riforma dellaDirettiva mira a garantire norme di acco-glienza più favorevoli ai richiedenti asilo euna protezione maggiore dei loro diritti fon-damentali. Il progetto attualmente in dis-

cussione sembra essere però in totalecontraddizione con l’obiettivo iniziale, nonlimitandosi a definire delle regole per l’ac-coglienza dei richiedenti asilo ma dispo-nendo norme in materia di detenzione.Prevedendo esplicitamente la possibilità didetenere i richiedenti asilo, questo proget-to di riforma banalizza il ricorso alla deten-zione come strumento di gestione di per-sone in cerca di protezione internazionalee rischia di indurre gli Stati a ricorrere siste-maticamente alla privazione della libertà.Per questo, la rete Migreurop ha chiesto aiparlamentari europei che partecipano alladiscussione di eliminare dal testo di rifor-ma tutte le disposizioni che autorizzereb-bero o legittimerebbero il ricorso alladetenzione e inserirvi esplicitamente: ildivieto di detenzione dei richiedenti asilo;disposizioni chiare che permettano l’acco-glienza di tutti i richiedenti asilo in struttureappropriate alla loro situazione (centri diaccoglienza, ospedali psichiatrici, centriper minori o famiglie) e meccanismi difinanziamento reali che permettano lamessa in opera di queste misure.Info: www.migreurop.org

L’accoglienza dei richiedenti asilo e rifu-giati si caratterizza per la forte fram-mentazione e disomogeneità.

Accanto ai diversi e poco coordinati circuiti diaccoglienza istituzionali, ci sono tanti luoghiinformali che provvedono all’accoglienza.Questa situazione ha comportato non solo di -scriminazione e ingiustizie, ma anche sprecodi risorse e scarsa efficacia dei percorsi di inte-grazione. Arci, Caritas e Acli propongono l’a-dozione di un sistema unico di accoglienza eintegrazione, a partire dai centri di prima acco-glienza e soccorso alla frontiera, che coinvol-ga anche i CARA, con una espansione delloSPRAR fino al raggiungimento della quota dialloggi necessaria a soddisfare complessiva-mente la domanda in tutte le sue fasi. Per lagestione del Sistema nazionale per l’acco-glienza e l’integrazione di richiedenti e titolari diprotezione è essenziale la costituzione di unComitato Nazionale di Indirizzo (CNI), al qualedovrebbero partecipare tutti i soggetti interes-sati: Ministeri dell’Interno e del Welfare,Dipartimento per la Cooperazione e integra-zione, Conferenza delle Regioni, ANCI, HCR,Enti di tutela. Il comitato dovrebbe fornire le

linee di indirizzo generali, redigere il program-ma pluriennale e verificare il raggiungimentodegli obiettivi. Per rendere efficace l’offertadei servizi a livello locale si potrebbe prevede-re la creazione di Coordinamenti regionali, chedovrebbero predisporre a loro volta piani diindirizzo regionali annuali sui servizi territorialisia nella fase di accoglienza che di integrazio-ne e armonizzarli con il programma nazionale.Il Sistema nazionale di accoglienza dovrebbeprevedere, nella fase di passaggio, un aumen-to dei posti dello SPRAR con un rinnovo auto-matico dei progetti in essere e un bandonazionale per nuovi progetti sulla base di unaequa ripartizione regionale. Il programma an -nuale per far fronte alle emergenze e il pianodi ripartizione nazionale dovrebbero basarsisul numero delle persone accolte nell’annoprecedente e prevedere un programma diallargamento straordinario con la chiusura deiCARA e la predisposizione di una rete di cen-tri di prima accoglienza di piccole dimensioninei quali ospitare le persone subito dopo l’arri-vo e in attesa dell’esame dell’eventualedomanda d’asilo. Inoltre è fondamentale laprevisione di tempi e percorsi certi di accesso

alla protezione sotto un coordinamento unico,escludendo luoghi di detenzione e centri pergrandi numeri che hanno costi enormi e unimpatto sociale molto negativo. I piccoli centridi accoglienza e primo soccorso alle frontierecon pochi servizi essenziali e una presenza di48 ore, cosi come i piccoli centri distribuiti sututto il territorio, dai quali i richiedenti vengonotrasferiti verso i centri di accoglienza, rispon-dono in maniera efficace al superamento dellesituazioni ‘emergenziali’. Infine il Governodovrebbe predisporre un Fondo nazionaleannuale a copertura delle spese derivantidalla gestione del Programma nazionale perl’accoglienza e l’integrazione dei richiedentiasilo e rifugiati, la cui ripartizione andrebbeproposta dal CNI.

L’appello ai parlamentari europei: no alladetenzione dei richiedenti asilo nella Direttiva

Il Tar del Lazio sull’accesso nei CieUn riconoscimento importante del ruolodell’informazione arriva dal Tar del Lazio,che pochi giorni fa ha annullato il divietod’accesso ai CIE e ai CARA per i giornali-sti, accogliendo il ricorso dei due giornalistiStefano Liberti e Raffaella Cosentino,patrocinato dall’Unione Forense per latutela dei diritti umani e dall’Open societyjustice initiative. Dal 1 aprile 2011, l’alloraministro dell’In terno Roberto Maroni avevainfatti disposto con una circolare che l’ac-cesso a questi centri era precluso ai gior-nalisti «in considerazione del massiccioafflusso di immigrati provenienti dal nordAfrica e al fine di non intralciare le attivitàloro rivolte». Dopo la campagna LasciateCIEntrare pro-mossa da un gruppo di associazioni tra cuil’Arci e dalla Fnsi, a dicembre una direttivadel nuovo titolare del Viminale, Anna MariaCancellieri, aveva già cancellato quel divie-to generico.A quella vittoria civile si aggiunge ora quel-la legale, considerato che il Tar del Lazioha accolto in pieno il ricorso sostenendoche «il provvedimento costituisce un chiaroostacolo all’esercizio della professione».

Il 6 giugno alle 11 presso l’Auletta dei Gruppi della Camera dei Deputati

si tiene la Conferenza nazionale sulla cittadinanza e i diritti

dei migranti promossa dallaCampagna L’Italia sono anch’io

ROMA

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Per un sistema di accoglienza e integrazione socialePubblichiamo stralci del documento elaborato da Arci, Caritas e Acli che verrà consegnato al Governo

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La divaricazione tra l’ambiziosa reto-rica narrativa del Governo sulle poli-tiche per i giovani e la realtà con-

creta sta diventando, mese dopo mese,sempre più ampia e preoccupante. «Quasisempre quello che giova ai giovani, giovaal Paese; quasi sempre ciò che restringele possibilità dei giovani, restringe le possi-bilità per il futuro del Paese», così si espri-meva l’attuale Premier a poche ore dall’in-carico. Da quel momento in poi l’insidiosa equa-zione tra il ‘bene per i giovani’ e l’esaspe-razione del conflitto intergenerazionale, ildualismo tra garantiti e precari, tra insidere outsider, si è fatto largo nell’immaginarioche si voleva proporre a un Paese già stre-mato dalle difficoltà economiche primaancora che le ricette fossero sul piatto. Leoccasioni mancate sono ormai tante, siaquando queste potevano venire dallo stes-so Governo - vedi la riforma del mercatodel lavoro - sia quando sono stati i giovania rendersi protagonisti - come negli ultimiStati Generali delle Politiche Giovanili. Lo scollamento dalla realtà emerge in tuttala sua chiarezza quando esaminiamo l’e-

volversi della realtà sociale del nostroPaese negli ultimi anni, anche attraversoelementi di analisi autorevole e supportatada studi e ricerche. Se quindi ormai le pun-tuali rilevazioni dell’Istat non sono nientepiù che vox clamantis in deserto, recente-mente anche l’Anci ha proposto alcuni datiche sarebbe opportuno guardare congrande attenzione. I giovani di età compresa tra i 18 e i 35anni sono il 27% della popolazione mag-giorenne e la maggior parte di questi ultimivive intrappolata in un confuso stato diattesa, sospesa tra incertezza e dipenden-za senza gli strumenti necessari percostruire il proprio futuro. A 30 anni il 66%circa dei giovani risiede ancora con i geni-tori, il 33% a 35 anni. Anche la scarsamobilità sociale incide su questo dato: il52% degli italiani è intrappolato in unamobilità sostanzialmente statica e orizzon-tale, solo il 3,7% è in ascesa sociale e il15,3% in discesa. Solo 3 giovani su 10 pensano che avrannoun lavoro e una posizione migliore di quel-la dei loro genitori. Significativo il datosecondo cui il 90% dei giovani ritiene utile

partecipare alla vita politica del Paese,confermando il Comune come il principaleluogo della partecipazione. Ma i giovani si impegnano attivamente perla comunità locale soprattutto attraversoesperienze di associazionismo e di volon-tariato: il 30% dei giovani compresi nellafascia d’età 18-24 anni si dedicano alvolontariato, mentre nella fascia d’età cheva dai 25 ai 34 anni sono il 34% e infine gliover 35 sono il 38%. Giovani proattivi perla propria comunità locale, dunque, comedimostrano anche i numeri sulla presenzadi giovani eletti nei comuni italiani, passatidal 18 al 21,2% degli amministratori comu-nali dal 2008 al 2011. Se ciò è possibileper la realtà locale non sembra altrettantoa livello nazionale. Negli scranni parla-mentari sono ancora poche le donne e igiovani politici: alla Camera i deputati conmeno di 40 anni sono solo 54, poco piùdell’8%, mentre la percentuale dei Sena -tori giovani, vale a dire con meno di 50anni (sic!), è passata dal 25% del 2008 al19% del 2010 mentre l’età media è salitada 56 a 58 anni. Info: [email protected]

culturaegiovani

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Per raccontare la quattro giorni diViva Il Live! 2012 è d’obbligo parti-re dalla musica. Gli artisti che si

sono esibiti negli spazi dell’Arci Tom diMantova erano tutti di grandissima qualità.Una proposta musicale ricca e ispirata hafatto da colonna sonora del Festival-con-vegno. Senza far torto a nessuno, voglia-mo citare per tutti il bellissimo concerto diErica Mou e Paolo Benvegnù che hannosuonato anche alcuni brani insieme. Unaserata magica che ha lasciato il segno. Maandiamo con ordine. La prima giornata diriflessione sullo stato del Jazz e dei suifestival ha messo in evidenza come si siaridotto in maniera consistente il suo pubbli-co. Alcuni suggerimenti: proporre il jazz inmodo meno rituale, contaminare luoghi eformat meno jazzistici, investire sui giova-ni, ricostruire una rete nazionale di tutto ilmondo del jazz per costruire politiche orga-niche di sostegno. La seconda giornata èstata intensa. L’Arci ha organizzato pressoil liceo ITIS Enrico Fermi di Mantova unincontro tra più di duecento studenti conTommaso ‘Piotta’ Zanello e Claudio Formi -sano, presidente di Disma Musica. Do mande, battute, video e molta curiosità

dei ragazzi per tutto quello che riguarda leprofessioni della musica. Nel pomeriggiodue incontri interessanti: il primo su musicae sostenibilità dove si sono confrontatediverse esperienze che cercano di renderepiù sostenibili gli eventi di musica dal vivo. Pare, anzi, che fare attenzione alle prati-che eco-sostenibili possa far risparmiaresui costi dell’organizzazione. Proposta:chiedere alle Regioni di inserire nei bandiche sostengono musica dal vivo punteggipremianti per gli eventi che utilizzano tec-niche e pratiche per la sostenibilitàambientale. La terza giornata è stata dedi-cata all’incontro tra i circoli della rete ArciReal, i festival della Rete dei Festival e leagenzie di booking con le quali si è avvia-to un proficuo lavoro. Il confronto serratoha coinvolto anche gli artisti (Piotta eCisco, tra gli altri). A fronte della grandecrisi che sta colpendo anche la musica dalvivo, qualche proposta per i festival: accre-ditare il contenitore (tenendo alto il livellodel contenuto), coinvolgere nella gestione,ideazione e realizzazione la rete diffusa dicircoli e soggetti sociali del territorio, leg-gere i bisogni del territorio e risponderecon una proposta adeguata, rafforzare la

Rete dei Festival per avere una sorta diaccreditamento anche per i piccoli festival,lavorare meglio su comunicazione per ilweb. Il confronto dei circoli Arci Real e leagenzie di booking è stato ricco e moltointeressante. Hanno partecipato più di 40circoli e le agenzie Metatron, CycPromotion, Upr Agency, Bass Culture met-tendo in evidenza criticità e opportunitàdelle quali daremo conto in un successivoarticolo. Il Laboratorio Musica resistente ha messo inluce l’assenza di un vero e proprio movi-mento artistico socialmente impegnato,anche se esistono importanti esperienze di‘resistenza culturale’. Nella straordinarialibro-degusteria ‘Il Pensatoio’ sono stati pre-sentati tre libri alla presenza dei loro autori:Gianluca Grossi (La musica dell’assenza),Felice Liperi (Storia della canzone italiana),Andrea Scarabelli (Suonare il Paese primache cada). Incontri partecipati che hannosuscitato un bel dibattito su musica popola-re, accesso e produzione musicale. Viva il Live! si è chiuso sulle rive del Minciocon una bella serata di musica con alla con-solle DJ Ringo.Info: [email protected]

Quattro giorni di musica, dibattiti e proposte

Per i giovani troppe occasioni mancate

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8cultura

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C’eravamo lasciati nel settembrescorso con un’assemblea pub-blica in cui abbiamo discusso di

spazi e aggregazione, di musica e rumore,del modo in cui la politica riesce a volte asposarsi con l’offerta di promozione socia-le e culturale e a dare nuova vita a spazi indisuso recuperati alla comunità. IlCarroponte di Sesto San Giovanni hariaperto i battenti giovedì 24 maggio e pro-seguirà la sua attività fino al 16 settembre.Musica dal vivo (dalla world music al punk-rock, dai grandi acoustic set all'hip hopmade in Italy), dj set, spettacoli teatrali,laboratori, dibattiti e presentazioni di libri.Uno spazio polifunzionale che per un altroanno proverà a diventare lo spazio deisestesi e dei milanesi, un polo metropolita-no dalla vocazione sociale e aggregativa.Non mancherà la Libreria Interno4, un’a-rea ristorazione con ristorante, pizzeria egriglieria, l’area Lounge Felicittà realizzatacon materiali di recupero. E infine Carroponte4Kids: da quest'annodue aree coperte dedicate ai più piccini

con materiali creativi e giochi, e poi la pro-grammazione weekend con laboratorididattici e spettacoli di animazione. Tanti ipartner, associazioni e non, tanti i circoliche partecipano all’organizzazione e alladefinizione del calendario denso di appun-tamenti. La programmazione artistica cerca di sod-disfare i gusti di tutti e lo fa con una politi-ca di prezzi che premia l’accessibilità e lagratuità (più della metà delle serate sonoad ingresso gratuito): spazia dalla raffina-tezza ethno-jazz di Mulatu Astatke al punkcaliforniano degli Offspring, dall'orchestri-na gypsy-punk dei Gogol Bordello aCaparezza passando per Vinicio Capos -sela, da Yann Tiersen a J-AX; da Sé -bastien Tellier a Xavier Rudd, dall’ensem-ble dei Klezmatics alla Banda Osiris. I palchi diventano tre e anche la program-mazione teatrale, puntellata da I discorsialla nazione di Ascanio Celestini o dalleStorie dell’Altra Italia di Daniele Biac -chessi, si diversifica grazie alle collabora-zioni con Compagnia Alma Rosè,

Compagnia Dionisi, Teatro della Coope -rativa (con Showpero - una protesta inutilea fini personali di e con Flavio Pirini ePasqualino Conti e I consumisti mangianoi bambini di Diego Parassole), Co mpagniaItineraria (con H2Oro di e con Fabrizio DeGiovanni). Anche quest’anno Carropontepone l’accento sul tema dell'ambiente edegli stili di vita sostenibili: materiale direcupero per l'area lounge, acqua gratis,utilizzo di Mater-Bi e PLA, materiali com-pletamente bio- degradabili, prodotti dellafiliera corta, promozioni per chi arriva inbicicletta. Si rinsaldano i rapporti con i ‘vici-ni di casa’, i soggetti che operano all’inter-no del Parco archeologico dell’ex Breda: ilRistorante Il Maglio e il vicino Spazio M.I.L.Nel primo verranno realizzati i dj set postconcerto, nel secondo verranno recuperatialcuni concerti in caso di pioggia. E spe-rando che sia un’estate meno piovosa diquella precedente, si riaccendono le lucirosse, si posizionano i tavoli, si preparanoi backstage, si sistemano libri.Info: www.carroponte.org

Dopo Torre Galfa anche PalazzoCitterio. Il collettivo milanese diMacao è stato sgomberato anche

dallo storico edificio del Ministero dei BeniCulturali nel cuore di Brera dove avevamesso radici dopo qualche giorno di agoràaperta in via Galvani a seguito del primosgombero. E giace in silenzio stampa.Giace perché il suo appare come un silen-zio denso di significati e di interrogativi.Giace perché non ha e non ha avuto anco-ra tempo e modo di definire una direzione,di riempire di contenuti quelle urgenze, queibisogni, quelle aspettative che è riuscito acatalizzare nei primi giorni di occupazionedella sentinella di proprietà di Ligresti. È vero che non era un problema di ordinepubblico ma tutte le azioni e alcune posizio-ni assunte intorno a questo movimentohanno fatto di tutto per trasformarlo in que-sto. Perchè la questione che Macao avevaposto con voce dirompente alla città diMilano, ovvero la questione delle utilitàcomuni, sociali, dei beni sottintende la benpiù insidiosa questione proprietaria, gliabusi dell’accumulo proprietario, le conni-venze tra pubblico e privato che scompagi-nano l’ordine delle cose a tutto disinteressedella cittadinanza.

In una parola, quella utilizzata da UgoMattei su Il manifesto del 22 maggio scorso,la forza costituente dell’occupazione siopponeva in modo sovversivo con l’ideadella creatività artistica e culturale, batten-dosi per una realizzazione effettiva del con-cetto di uguaglianza sostanziale. Non èstato neanche un problema di spazi, eppurelo è diventato. Non mancano a Milano i luo-ghi da occupare ma non sono evidente-mente gli spazi fisici che interessano agliattivisti dell’arte di Macao. Per questo pro-babilmente hanno rispedito al mittente, nonsenza una vena a tratti spocchiosa e arro-gante, la proposta avanzata dall’ammini-strazione Pisapia di partecipare con bandoregolare all’assegnazione dell’area exAnsaldo. E proprio all’ex Ansaldo hannopartecipato, durante i giorni di occupazionedi Palazzo Citterio, all’assemblea indettadall’Assessore Boeri e che ha visto il coin-volgimento di numerose associazioni nelladiscussione sul futuro culturale e creativodelle ex officine. Qui Macao ha partecipatocon la lettura di un proprio comunicato e siè accomodato fuori dalla porta. Questo è inparte quello che Macao non è stato ma chenel corso di questa primavera milanese èdiventato a volte suo malgrado. Quello che

è o quello che potrebbe diventare prima chesi spengano le luci, prima che il silenzioeroda il consenso già pregiudicato da alcu-ne scelte, dobbiamo ancora capirlo. Macao rivendica politiche culturali della cittàdiverse, che siano nuove e partecipate. La vera sfida di oggi, nel tempo sospeso delsilenzio stampa, dei lavori in corso, è dareuna fisionomia alle idee, al progetto politico.Provare a trarre insegnamento dalle inge-nuità o dalle pecche di arroganza chehanno contraddistinto alcuni atteggiamenti.Dalla severità di andare in una direzionepiuttosto che in un’altra. E il tutto per nonvanificare la questione che Macao hamesso davanti agli occhi di tutti i milanesi inun pomeriggio di maggio. Info: [email protected]

Il silenzio di Macao

Ritorno a Carroponte

Il 30 maggio a partire dalle 10 pressol’Ordine dei giornalisti della Sicilia si tiene l’incontro Informazione eimmigrazione. Conoscere la Carta

di Roma e la sua applicazione.Per l’Arci interviene Anna Bucca

PALERMO

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Si aprono settimane davvero decisiveper la Grecia, per l’Europa, per ilfuturo dell’euro. Non solo perché il

17 giugno si rivota nel paese ellenico, masoprattutto perché la crisi nel frattempo hacontinuato a provocare i suoi danni. Il tenta-tivo di attribuire quanto potrebbe avvenirenel vecchio continente - e già avviene con ilpeggioramento della situazione economicae delle previsioni per il futuro - all’esercizio diun atto elementare di partecipazione popola-re quali sono le elezioni politiche, la dicelunga sulla crisi profonda di democraziaaccentuata dai processi della crisi economi-ca. È chiaro che tanto le cancellerie euro-pee, quanto i mercati si apprestano a grida-re allo scandalo se dalle urne greche doves-se emergere una più netta affermazionedella formazione di sinistra Syriza. Pocoimporta che questa abbia scelto nettamentela strada della permanenza in Europa e nel-l’euro. Un capro espiatorio va comunque tro-vato. Ma le responsabilità stanno altrove e leforze della sinistra europea dovrebbero dirlocon ben altra forza. Dopo ben 24 summiteuropei la crisi greca non ha trovato soluzio-ne e neppure si è riusciti a invertire la ten-denza al peggioramento dell’economia suscala continentale. Il prossimo 25° incontronon fa prevedere esiti migliori. La colpa stanelle politiche fin qui attuate nella Ue. Lalogica del rigore ha portato a incancrenire lamalattia. Se un intervento meno miope fattoper tempo sarebbe costato all’Europa nonpiù di trecento miliardi di euro, ora il default

greco può provocare come minimo unosconquasso da mille euro. Senza contareche nessuno è in grado di valutare realmen-te quanto possano costare gli effetti delcosiddetto contagio, al quale certamente ilnostro paese non potrebbe sfuggire. È ormaiconsapevolezza diffusa tra gli analisti econo-mici che la Grecia non è in grado di pagareil suo debito pubblico, neppure dopo il tagliodel 50% dei mesi scorsi. Né può rispettare leregole draconiane che le sono state impo-ste. Se non ci saranno nuovi finanziamenti,lo stato greco sarà nella impossibilità praticadi pagare stipendi e pensioni. La richiesta diSyriza di rinegoziare interamente il cosiddet-to pacchetto di aiuti a suo tempo concordatocon la troika appare dunque come la via piùrealistica. Se questo non avviene, il defaultincontrollato è certo e con esso l’uscita dellaGrecia dall’Euro. Il sistema europeo non pre-vede alcuna possibilità di uscita concordata,che quindi può avvenire solo per via trauma-tica; la scelta della moneta unica è irreversi-bile; ma allo stesso tempo non vi è alcunarete di salvataggio preventivamente dispostaper evitare il default di uno stato, essendo ilfondo di recente costituzione del tutto insuf-ficiente. Solo il cambiamento radicale dellamissione della Bce potrebbe servire a talescopo e in prospettiva ancora più la trasfor-mazione della Ue in un’entità federale a tuttigli effetti. Tempi lunghi in entrambi i casi.Intanto siamo sull’orlo del baratro. Il ritornoalla dracma non sarebbe indolore. La Greciariotterrebbe sì la sovranità monetaria, ma al

prezzo di un rilancio dell’inflazione e senzapossibilità di accesso ai crediti internaziona-li. Ma, al limite, con una sapiente azione digoverno, le conseguenze potrebbero esserepersino più contenute del programma dilacrime e sangue imposto dalla troika.Sarebbe l’Europa in realtà ad avere la peg-gio da un default della Grecia. La monetaunica perderebbe di credibilità, alimentandotutte le possibili manovre speculative. I primiad esserne colpiti sarebbero i paesi delMediterraneo, come Portogallo, Spagna eItalia. A questo punto l’euro non potrebbereggere e con esso neppure quell’Europache fin qui abbiamo conosciuto. Già ora laGermania pratica tassi di interesse negativi.Malgrado questo, sta attirando capitali nelproprio territorio, accogliendo quelli che fug-gono dalle banche dei paesi più deboli terro-rizzati da possibili svalutazioni. Sono questiultimi a finanziare la Germania e non vice-versa. Al contrario una politica di ricerca dell’unitàcon i paesi mediterranei e con l’Irlandaandrebbe praticata per modificare radical-mente la politica dominante nella Ue. Perquesto è importante il referendum che siterrà in Irlanda sul fiscal compact, così comeil fatto che Hollande non sia lasciato solo nelsuo difficile tentativo di scalfire la rigiditàtedesca. Le elezioni in Germania, previstenell’autunno del 2013, sono troppo lontane.L’Europa potrebbe crollare prima. Per que-sto la sconfitta della Merkel e della sua poli-tica va costruita da subito.

internazionali

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Lo sgomento e il dolore per l'ulteriorestrage di Hula, dove hanno perso lavita 108 persone tra cui 49 bambini

e 34 donne, si unisce alla condanna piùferma del regime autoritario di Assad e diogni forma di violenza contro la popolazio-ne civile. L’Arci è solidale col popolo siriano, è vicinaalla sua sofferenza e alla sua domanda dipace, giustizia e democrazia. Occorre fermare al più presto Assad e la suamacchina repressiva, che continua a usarearmi pesanti, a bombardare con l'artiglieria ilpopolo siriano, occorre fermare ogni tipo diricorso alla violenza, per impedire che vengaviolata la tregua, gli impegni presi nei con-fronti dell'Onu, per evitare altre vittime inno-centi, per scongiurare che le armi chiaminoaltre armi, i morti altri morti, per impedire chesi inneschi una spirale di violenza la cui

unica vittima è sempre e solo il popolo.La comunità internazionale ha tutti gli stru-menti politici e diplomatici per farlo. Dall'inizio della rivolta, quindici mesi fa, dalle10 alle 13mila persone sono state uccise,700/900 persone al mese!Quanti massacri, quante vittime bisognacontare ancora per ottenere una più alta edecisa assunzione di responsabilità dellacomunità internazionale finalizzata a imporrela fine della repressione, il silenzio dellearmi, il rispetto dei diritti umani e l'avvio di unpercorso democratico?Cedere alla sollecitazione di chi chiede piùarmi e comunque il ricorso ad esse perrispondere all'uso continuo della forza daparte di Assad, celerebbe ancora una volta ildisinteresse della comunità internazionaleverso il destino del popolo siriano, così espo-sto ai giochi dei potenti e dei loro equilibri nel

Medioriente.Fermare Assad, imporre la tre-gua effettiva, il ritiro pieno dell'esercito daidintorni delle città e dei villaggi, la fine di ogniviolenza, aumentare considerevolmente ilnumero degli osservatori Onu, garantire ilrispetto dei diritti umani così come la sovra-nità, l'integrità e l'indipendenza della Siria,creare da subito le condizioni per l'aperturadi un processo democratico che metta nellemani dei siriani il proprio destino.Confidiamo che la missione di Kofi Annan simuova in questa direzione e che abbia pienosostegno dalla comunità internazionale.Chiediamo al nostro governo di impegnarsiin tal senso in tutti gli ambiti internazionali apartire dall'Unione Europea.Siamo impegnati a dare piena solidarietà alpopolo siriano collaborando a iniziative checoinvolgano anche la loro comunità in Italia.Info: [email protected]

L’Arci è vicina al popolo siriano. Chiede la fine di ogniviolenza e l’apertura di un processo democratico

Sull’orlo del baratro

n.19 29 maggio 2012

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di Alfonso Gianni, direttore della Fondazione ‘Cercare ancora’

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Il Rapporto annuale 2012 dell’Istat sullasituazione del Paese ci restituisceun’immagine cruda dello stato dell’Ita -

lia. Ovviamente il rapporto non contienegiudizi politici, ma fornisce un’infinità di ele-menti precisi per sottoporre a critica le poli-tiche del governo italiano e della governan-ce europea. Le timide avvisaglie di ripresaaffiorate nella prima parte del 2011 sonostate rapidamente travolte nel corso deimesi successivi. Le politiche messe incampo dal governo non hanno saputoporre alcun rimedio. Così, a partire dalterzo trimestre 2011, il prodotto ha ripresoa diminuire, il che ha portato con sé l’incre-mento della disoccupazione, soprattutto trai giovani. L’indebitamento delle pubbliche amministra-zioni è sceso, determinando un buon avan-zo primario, inferiore solo a quello dellaGermania, ma ciò non è bastato a rallenta-re la crescita del rapporto debito/Pil, giuntoal 120.1%, a causa della diminuzione deldenominatore. Per effetto di una dinamicaretributiva in rallentamento (tra il 1993 e il2011 le retribuzioni contrattuali sono rimasteimmutate in termini reali), il reddito disponi-bile delle famiglie è diminuito per il quartoanno consecutivo. Siamo a livelli inferiori del4% rispetto al 1992! Dal 2008 - anno in cuila crisi è sbarcata in Europa - la perdita direddito è stata di 1.300 euro pro capite,

mentre il risparmio familiare si è ridotto dal12,6% al 8,8%. Il Rapporto considera poil’andamento dell’economia negli ultimi ventianni. Tra i diversi dati spiccano quelli cheriguardano la precarietà e la flessibilità delrapporto di lavoro. L’occupazione dipendente è cresciuta inventi anni del 13,8%, ma gli assunti a tempodeterminato sono cresciuti del 48,4%. Aquesti vanno aggiunti i 2,1 milioni di Neet,cioè giovani che non hanno lavoro, né sonoa scuola, né s’impegnano in percorsi forma-tivi o di avviamento al lavoro. Vi è stato unincremento della occupazione femminile,ma nel segno della precarietà. Nel 2010 dueterzi delle donne occupate a part-timeavrebbero voluto esserlo a tempo pieno,mentre sei anni prima tale aspirazione eracondivisa solo da un terzo. Tutti i mali dilungo periodo della situazione italiana,come l’elevata povertà e il differenziale fraNord e Sud, risultano peggiorati, compresi idati sull’ambiente. È aumentato enorme-mente, particolarmente al Sud, il ‘consumodi suolo’, ovvero la cementificazione e tuttele cattive forme di urbanizzazione. Le previ-sioni sono di un’ulteriore contrazione del Pildell’1,5% per il 2012. Le misure assunte dalgoverno, compresa la costituzionalizzazio-ne del pareggio di bilancio, non fanno cheaggravare la situazione. Per rispettare ilnuovo obbligo dovremmo realizzare un

avanzo primario (la differenza tra le entratee le uscite su base annua al netto del paga-mento degli interessi sul debito) pari all’8%,ovvero «un livello mai raggiunto nella storiaitaliana». Come dire: mission impossible.Se l’unica cosa che va bene sono le espor-tazioni in determinati settori legati al Madein Italy, va osservato che a differenza delpassato queste attivano «una quota sempreminore di produzione nazionale». In altreparole una ripresa trainata dalle sole espor-tazioni è impossibile. Il tema del rilanciodella domanda interna di consumi e di inve-stimenti è dunque ineludibile. Ma quale tipodi ripresa? «Il Paese non sembra averecolto - dice il Rapporto - le opportunità offer-te dalla trasformazione in atto verso l’eco-nomia della conoscenza, con conseguenteperdita di efficienza di sistema». Quindi conil declino economico del nostro paese nonc’entrano nulla né l’articolo 18, né il costodel lavoro. Serve una politica economicaper un nuovo modello di sviluppo e non ilrigore di bilancio, esemplificato dal fiscalcompact che i parlamenti europei, fra cui ilnostro, sono chiamati a ratificare entro lafine di giugno. Come dice il Rapporto «i benicomuni e i beni immateriali sono altrettanto,e forse più importanti di quelli materiali eindividuali». Ma per tutelarli e produrli civuole non meno ma più spesa pubblica emeglio qualificata.

Una spietata radiografia della crisi dell’Italia

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La stima dell'incidenza della povertàrelativa (la percentuale di famigliepovere sul totale) viene calcolata

sulla base di una soglia convenzionale(linea di povertà) che individua il valore dispesa per consumi al disotto del quale unafamiglia viene definita povera: per una fami-glia di due componenti la linea di povertànel 2010 è risultata pari a 992,46 euro men-sili. Negli ultimi 15 anni, la povertà relativaha registrato una sostanziale stabilità, conuna percentuale intorno al 10-11%. Si rile-vano però anche elementi di cambiamento,solo in parte legati alle modifiche strutturalidella popolazione. Il divario fra il Nord e ilSud del Paese è rimasto ampio (l'incidenzadella povertà è pari, rispettivamente, al 4,9per cento e al 23 per cento). Nel 2010, il 67 per cento delle famiglie e il68,2 per cento delle persone povere risie-dono nel Mezzogiorno, dove si registraanche una maggiore gravità del disagio:‘l'intensità’ della povertà raggiunge infatti il21,5%, contro il 18,4 osservato nel Nord.

Particolarmente grave risulta la condizionedelle famiglie residenti in Basilicata, Sicilia eCalabria dove, nel 2010, l'incidenza dellapovertà raggiunge i livelli più alti e dove ilfenomeno riguarda più di una famiglia suquattro. Nel corso degli anni è peggiorata la condi-zione delle famiglie più ampie: nel 2010, il29,9 % di quelle con cinque e più compo-nenti risulta in condizione di povertà relati-va, con un incremento di più di sette puntipercentuali rispetto al 1997. Le famiglie contre o più minori mostrano un aumento del-l'incidenza della povertà di quasi cinquepunti percentuali, giungendo al 31,2% alivello nazionale e al 47,3% nel Mez -zogiorno. Una incidenza di povertà superio-re alla media riguarda anche le famiglie condue minori e quelle monogenitoriali conminori. Complessivamente sono 1.876.000i minori che vivono in famiglie relativamentepovere (il 18,2 per cento del totale): tra que-sti, 522mila hanno meno di 6 anni, 578milahanno tra i 6 e i 10 anni e 775 mila oltre i 10

anni. Quasi il 70% dei minori poveri vive nelMezzogiorno, per un totale di 1.266.000bambini. La disponibilità di un reddito dalavoro in famiglia, nel corso degli anni, hatutelato sempre meno la famiglia dal rischiodi essere povera: in particolare, tra le fami-glie povere con persona di riferimento tra i35 e i 64 anni (fascia di età che dovrebbeessere caratterizzata da una sostanzialestabilità lavorativa) è diminuita la quota diquelle senza occupati ed è aumentata quel-la delle famiglie con un solo occupato e condue o più occupati. L’incidenza della pover-tà nel complesso delle famiglie con personadi riferimento tra i 35 e i 64 anni è pari acirca il 10 per cento ed è rimasta sostan-zialmente stabile tra il 1997 e il 2010, condinamiche diverse a seconda delle tipologiefamiliari e professionali dei percettori di red-dito. Tra le famiglie con a capo un adulto econ almeno un occupato, l'incidenza dellapovertà è aumentata di quasi due punti per-centuali tra i monogenitori e tra le coppiecon figli.

Un Paese sempre più povero

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Torna dall'1 all'11 giugno al ParcoVerde di Olmi (Quarrata) la festaprovinciale dei circoli di Pistoia.

Alla sua quinta edizione, l'iniziativa vedeampliare la partecipazione di soci tra i 115circoli del comitato. Centrali rimangono leattività ristorative, gestite completamentecon il volontariato, le quali svolgono la nonsecondaria funzione di unire i circoli e farconoscere tra loro le diverse realtà territo-riali sul modello delle vecchie feste del -l'Unità. Oltre a queste, si svolgeranno concerti dimusica dal vivo: di blues il 7, jazz il 10 eovviamente di musica d'autore, ricordandocon canzoni e poesie di Gaber e De Andréla difesa del territorio nella Giornata mon-

diale dell'ambiente (5 giugno). In preparazione dell'evento, essendo i BeniComuni il tema portante della festa, si svol-gerà un mercatino dei Gas della provinciadi Pistoia il 3 mattina. Verrà altresì presentata la Carta deiPrincipi dell'Arci il 9 pomeriggio, durantel'assemblea dei presidenti.La festa sarà anche il momento miglioreper tirare le somme di campagne e proget-ti: dall'incontro finale del progetto europeoE-scouts con giovani e anziani che hannoscambiato conoscenze tra loro, al torneo digiochi sani (in contrapposizione alle slotmachine) che il 3 giugno pomeriggio vedràla finale di calcio balilla. Oltre alle squadre dei circoli che hannoaffrontato le eliminatorie del torneo, cisaranno due squadre ‘speciali’: una delMali e una della Nigeria con ragazzi richie-denti asilo che sono seguiti dall’Arci territo-riale. I giovani immigrati la sera stessa suo-neranno canzoni tipiche delle loro terre.Durante la festa ci sarà anche animazioneper i più piccoli ed alcuni apicoltori di unprogetto sociale di Arcisolidarietà spieghe-ranno a grandi e piccoli come produrre

miele (10 giugno). Ci sarà una piccola rassegna cinematogra-fica e due spettacoli di teatro (sabato 2 e9). Con l'associazione Culturidea, dal 5 al9 giugno, sarà ospitato un torneo di basket,con pranzo finale di raccolta fondi solidaleper un centro didattico sportivo in Congo.Non mancherà ovviamente il momentodella legalità democratica, durante il qualeverrà presentato un video prodotto dal cir-colo tematico La Torre e verranno portatetestimonianze dai campi di lavoro. Si chiuderà la festa l'11 giugno con la pre-miazione del concorso La pizza più bona: icircoli si divideranno la gestione della piz-zeria lungo le serate facendo il loro megliocon sana competizione, gli avventoripotranno votare la pizza preferita sceglien-do chi vincerà pale da forno, sacchi di fari-na e passata della cooperativa Lavoro enon solo. I circoli si sentono così più motivati adessere parte dell'Arci, consentendo alcomitato di affrontare un nuovo progetto:ristrutturare il tetto con pannelli fotovoltaici.I lavori sono appena avviati.Info: www.arcipistoia.tv

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Al Parco Verde di Olmi dall’1 all’11 giugnola Festa provinciale dei circoli di Pistoia

Al circolo La Casamatta il 1 giugno

alle 18.30 l’incontro dibattito A centopassi dalla verità. La funzione delleRadio Indipendenti nella lotta allamafia, al fascismo, al razzismo.

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Razzisti per leggeMESSINA - Al circolo ThomasSankara il 1 giugno alle 18.30 saràpresentato il libro Razzisti per legge:

lÊItalia che discrimina. LÊautrice CleliaBartoli racconta ÿil razzismo istituziona-le, quel complesso di norme e politicheche tracciano una linea che divide lapopolazione tra chi ha diritti e chi pos-siede solo incerte e revocabili conces-sioni, tra chi ha occasioni per migliorarsie chi è confinato in spazi e contestiabbruttentiŸ. LÊautrice ne discute insie-me a Carmen Cordaro, Segue aperitivo.Info: arcisankara.blogspot.com

Shakespeare a RebibbiaAMELIA (TR) - Il circolo Oltre il visibilepromuove, presso il cinema Perla, lÊini-ziativa Shakespeare a Rebibbia.Quando l'arte del teatro si fa (grande)cinema, in programma il 30 maggio apartire dalle 20. La serata è lÊoccasioneper proiettare Cesare non deve moriredei fratelli Taviani, vincitore dellÊOrsod'oro al Festival di Berlino 2012 e comemiglior film e miglior regia ai David diDonatello 2012. Interviene FabioCavalli, referente artistico del progettodel teatro nel carcere di Rebibbia, a

Roma, sezione Alta Sicurezza, che èpresente nel film come il regista deidetenuti. Modera il dibattito MaurizioAnnesi.Info: www.oltreilvisibile.it

Cittadini del mondoFONDI (LT) - Una mostra sui migranti ei loro paesi che nasce allÊinterno delprogetto Cittadini del mondo, realizzatodallÊArci Murales. Un viaggio Âda fermiÊ,che nasce dallÊobiettivo di diffondereunÊinformazione puntuale sulla realtàdellÊimmigrazione e di promuovere unamaggiore conoscenza dei vari paesi,dallÊambiente alle situazioni sociali ealla cultura, da cui provengono gli immi-grati presenti in Italia e in particolare aLatina e nella provincia. La mostra saràesposta fino al 30 maggio presso lascuola media Garibaldi, visitabile lamattina da studenti e docenti e dalle 15alle 18 dai cittadini.Info: [email protected]

Nuovo circolo a TorinoTORINO - Nel cuore multiculturale diTorino, a due passi da Porta Palazzo edal Quadrilatero Romano, apre No.à. -Gioia e Rivoluzione, un nuovo spazio in

cui tutti i soci Arci potranno trovare buoncibo, eventi, proposte culturali all'inse-gna della pace e della nonviolenza, in300 metri quadrati di spazi espositivi,teatrali e ricreativi. Un'idea e una scom-messa, nata dall'amicizia e dalla condi-visione di valori chiari: non discrimina-zione, solidarietà, pari opportunità ediritti. Una risposta a chi cerca nuovimodelli aggregativi, che mettano l'esse-re umano come valore centrale, e nonl'interesse di alcuni a scapito di altri.Appuntamento il 2 giugno alle 18 incorso Regina Margherita 154.Info: [email protected]

Quattro autori per ‘Presente’ORTIGIA (SR) - Al Biblios Cafè il 31maggio alle 19 sarà presentato il libroPresente. Quattro scrittori (AndreaBajani, Michela Murgia, Paolo Nori eGiorgio Vasta) alle prese con un giocoserissimo: passandosi il testimone dellanostra tragicomica esistenza nazionale,e intrecciandola al loro privato, dannovita a un impasto unico, un diario a staf-fetta che racconta gli aspetti piú impen-sati di quello che chiamiamo ÂpresenteÊ.Un mese dopo l'altro si compone il dise-gno collettivo di un tempo intimo e civi-

le. LÊiniziativa, promossa da ArciSiracusa, vede la partecipazione diAndrea Bajani. Introduce Daniele Zito.Info: [email protected]

Incontro con Pati LuceriSAVA (TA) - Il circolo Arci Calipso pro-muove, il 1 giugno alle 18.30 presso lasala Amphipolis, lÊincontro con lÊautorePati Luceri e la presentazione del suolibro Storie di uomini e di donne checon il loro sacrificio hanno liberatolÊItalia. Il lavoro dell'autore è una minu-ziosa raccolta dei nomi dei partigianinati nelle province di Brindisi, Taranto eLecce.Info: [email protected]

Chi nasce qui è di quiROMA - Il 31 maggio dalle 17 in piaz-za San Silvestro lÊiniziativa Chi nascequi è di qui, manifestazione per il dirit-to alla cittadinanza, promossa daDavid Sassoli e Graziano Delrio in col-laborazione con la campagna LÊItaliasono anchÊio. Ci saranno musica einterventi dal palco, tra gli altri diSimone Cristicchi, Orchestraccia,Sandro Joyeux, Amir, Emilio Stella.Info: www.litaliasonoanchio.it

Notizie Brevi

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AModena un esempio pratico dicome superare le barriere dell’e-marginazione grazie alla collabora-

zione di diversi soggetti sul territorio. Il 19maggio è stata inaugurata una nuova resi-denza per anziani con disagio psichicocostruita all'interno della PolisportivaSacca di Modena. Una struttura che per lesue caratteristiche è unica a livello nazio-nale: non è la classica residenza sanitariaper pazienti psichiatrici, ma una vera e pro-pria casa che offre agli ospiti la possibilitàdi vivere in un luogo aperto, accogliente econ molte opportunità di socializzazione.Alla realizzazione del progetto hanno infat-ti collaborato la cooperativa Aliante che hacostruito la residenza e la gestisce, laPolisportiva Sacca affiliata ad Arci Mo de -na, il Comune di Modena, il Diparti men to disalute mentale dell'azienda sanitaria, laFondazione Cassa di Rispar mio di Mode -na che ha finanziato l'intervento con unmilione di euro. La residenza ospita giàsette anziani con disagio psichico, personeche provengono da un lungo percorso diricovero, alle quali viene adesso data la

possibilità di abitare in un luogo che è allostesso tempo protetto e aperto alle possi-bilità di socializzazione con la comunitàlocale. La gestione è affidata a personalespecializzato: c'è una coordinatrice esper-ta in attività assistenziali, tecnici della riabi-litazione psichiatrica e operatori socio sani-tari. L'abitazione si trova all'interno dell'a-rea della Polisportiva Sacca, ha un unicopiano, è priva di barriere architettoniche edè in grado di accogliere fino a 12 persone:è costruita seguendo canoni di ecocompa-tibilità e risparmio energetico. Ha una superficie di circa 450 metri qua-drati ed è circondata da oltre 800 metriquadrati di area verde che permettono lavita all'aria aperta. Una soluzione abitativache consente agli ospiti di partecipare aoccasioni di socializzazione, senza doversiallontanare troppo da ‘casa’ e senza dovernecessariamente essere accompagnatidall'operatore. Il progetto residenzialenasce dalla necessità di far fronte allenuove esigenze delle persone accolte inseguito alla chiusura dell'ospedale psichia-trico San Lazzaro di Reggio Emilia nel

1998. All'epoca la cooperativa Aliante, inaccordo con l'azienda, ha gestito l'acco-glienza di questi pazienti in un contestoresidenziale urbano. Venne scelta una col-locazione nel centro di Modena per agevo-lare l'interazione delle persone con il terri-torio e favorire gli spostamenti autonomi. Con il trascorrere degli anni le autonomiedi questi ospiti sono drasticamente calate acausa dell'avanzamento dell'età. La cen-tralità della zona abitativa si è trasformatada risorsa in vincolo: le strade molto traffi-cate hanno ben presto costretto gli opera-tori ad accompagnare sempre di più eovunque gli ospiti nei loro spostamenti,esponendoli così nuovamente a un rischioulteriore di isolamento e riduzione delleloro autonomie di spostamento. Si è allora pensato alla possibilità di creareuna situazione abitativa più funzionale apersone con autonomie personali e socialiridotte, ma pur sempre un luogo ‘non istitu-zionale’ e possibilmente comodo a occa-sioni di socializzazione per ridurre il rischiodi emarginazione.Info: [email protected]

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La residenza per anziani con disagio psichiconella polisportiva Sacca di Modena

‘Timira. Romanzometiccio’ a ViterboMercoledì 30 maggio alle ore 21:30, pressoil Biancovolta, Arci Solidarietà Viterbo e ArciViterbo presentano Timira. Romanzo metic-cio, il nuovo lavoro di Wu Ming 2 e di AntarMohamed. Un romanzo meticcio scritto anche perchénel 2012 l’Italia - che magari ancora non losa o non vuole riconoscersi tale - è unPaese meticcio. Dai primordi del fascismoalla fine della Guerra Fredda, settant’anni distoria visti con gli occhi di un’italiana dallapelle scura. Donna appassionata e libera,nata nel 1925 a Mogadiscio in Somalia,Timira è una figura nascosta e leggendaria,uno scrigno di storie intrecciate tra Europaed Africa, che questo libro per la prima voltadisseppellisce. Il romanzo stesso è di fattouno scrigno di storie. Uno scrigno che dob-biamo semplicemente aprire per capire chel’Italia è meticcia da sempre, non solo daoggi.La presentazione, che avviene nell'ambitodel Maggio dei Libri, è organizzata all'inter-no della giornata del tesseramento di ArciSolidarietà Viterbo. L'ingresso è libero contessera Arci. Partecipano gli autori.Info: www.arciviterbo.blogspot.com

Sisma, tutti vogliono il parmigiano ‘terremotato’Gara di solidarietà per vendere i 12 milioni dichili di forme di parmigiano reggiano - dan-neggiate ma commestibili - recuperate dopo icrolli dei magazzini di stagionatura distrutti dalterremoto. Le aziende casearie delle zonecolpite dal sisma hanno infatti messo in ven-dita al prezzo di realizzazione il parmigianodanneggiato, già stagionato e controllato dalConsorzio di Tutela. L’iniziativa, sostenuta daArci Modena e Filiera Corta, ha visto nel girodi pochi giorni raggiungere quota 9000 emaildi richiesta, oltre che innumerevoli telefonate.Per questo, come precisa Arci Modena,«chiediamo di rallentare gli ordini e di spedir-

ci le ordinazioni a partire dal 7 giugno, nonc'è molta fretta. l’azienda ci ha fatto sapereche la di stribuzione può avvenire entro 20-30 giorni senza che il formaggio abbia deiproblemi». Le richieste di prenotazione pos-sono essere fatte in due modi: inviando unamail a [email protected] per le richieste disingole persone o famiglie; contattando diret-tamente l’azienda biologica Casumaro il cuipersonale si trova ora al Caseificio Sociale LaCappelletta a San Possidonio per le richiestedi gruppi di persone provenienti da aziende,enti o associazioni. Info: www.arcimodena.org

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Testimonianze e una fiaccolata di solidarietàdurante la serata organizzata all’internodella Festa dell’Arci Bugiani, il 22 maggiodal circolo Pio La Torre di SerravallePistoiese. Dopo un’apericena con i prodottiprovenienti dai terreni confiscati, un video eriflessioni sulla strage di Brindisi e le testi-monianze di due ragazzi del servizio civileche hanno partecipato alla Carovana anti-mafie 2012, la serata è proseguita con una

fiaccolata di solidarietà che ha attraversatole vie cittadine. Il corteo, toccando luoghisignificativi della città, ha raggiunto la fortez-za Santa Barbara (dove furono fucilati 4 par-tigiani) per poi terminare in Piazza Duomo,sede del Comune. All’arrivo un microfonoaperto ha raccolto pensieri, testimonianze,emozioni dei presenti, dolore e sgomentoper l’attacco alla scuola e alla democrazia.Info: [email protected]

Testimonianze e fiaccolata di solidarietà

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La spesa sociale non è uno spreco, maun investimento nel capitale umanodel Paese e un contributo fondamen-

tale per la crescita. Questo il cuore del mes-saggio che le 35 organizzazioni che fannoparte della Rete ‘Cresce il welfare, crescel’Italia inviano a Monti, con una lettera i cuicontenuti sono stati illustrati in un convegnosvolto a Firenze sabato scorso nell’ambito diTerra Futura. «Le conseguenze dei continui tagli al welfa-re - si legge nella lettera - si sono avvertiti giàlo scorso anno, ma oggi gli effetti si stannorivelando disastrosi, con la disoccupazioneche aumenta e l’area della povertà e del di -sagio sociale che si estende a settori socialisempre più ampi. In questa drammaticasituazione, gli enti locali non sono in grado dipotenziare le politiche sociali, anzi, a causadei tagli ai trasferimenti, si trovano costretti aridurre i servizi o ad aumentare le quote dicompartecipazione richieste alle famiglie.Esattamente il contrario di quanto sarebbenecessario a causa della crisi economicache, lungi dall’essere superata, rende sem-pre più difficile la vita delle persone».Il governo in carica, denunciano le organiz-

zazioni, ha «continuato a produrre misuredisorganiche e inefficaci, rinunciando a defi-nire un quadro strategico di intervento cheavesse come base la definizione dei Livelliessenziali delle prestazioni sociali». Colrisultato che oggi «si sta vivendo una situa-zione paradossale che non si era mai verifi-cata: al pesante aumento delle tasse corri-sponde una diminuzione dei servizi e delletutele». Le conseguenze gravano innanzitut-to sui più deboli, ma è il Paese nel suo com-plesso a pagare il prezzo di queste scelte,che rivelano il non riconoscimento del pesoeconomico, occupazionale, relazionale, in -clusivo delle politiche sociali, il cui sviluppodeve invece rientrare a pieno titolo tra gliinterventi finalizzati alla ripresa economica. La rete chiede quindi una decisa inversionedi tendenza rispetto al passato. Servono inprimo luogo atti concreti che definiscano iLivelli essenziali delle prestazioni sociali,atto propedeutico alla definizione dei costistandard, scelta cardine per un equo federa-lismo fiscale e, in prospettiva, per il supera-mento delle differenze tra i servizi offerti nelcentro-nord e nel mezzogiorno.Coerentemente con questa impostazione, la

scelta principale deve essere il rifinanzia-mento del Fondo nazionale delle politichesociali, recuperando tutti i tagli della quotadestinata alle Regioni e destinando 1000milioni di euro alle politiche territoriali.All’interno di questo quadro generale, vannoovviamente fissate alcune aree di interventoprioritarie: il sostegno alle persone non auto-sufficienti, la lotta alla povertà, le politicheper l’infanzia. Le risorse per finanziare gliinvestimenti nel sociale, si legge nella lette-ra, vanno reperite destinando al settore unaparte dei proventi derivanti dalla lotta all’eva-sione fiscale, da una maggiore integrazionetra sociale e sanitario, dalla diminuzionedelle spese militari, da misure fiscali sui red-diti alti e sui grandi patrimoni.Infine, gli scriventi chiedono che scelteimportanti di investimento per la promozionesociale vengano inserite nel Def, recuperan-do i ritardi accumulati sin qui.

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Caro Governo, è l’ora del sociale! La rete ‘Cresce il welfare, cresce l’Italia’ scrive a Monti

Hanno collaborato a questo numeroAnna Bucca, Luca Faenzi, Alfonso Gianni, Michela Iorio, Manuela Longo, Walter Massa,Antonio Mazzeo, Flavio Mongelli, GraziaMoschetti, Maurizio Pascucci, Paola Scarnati,Vincenzo Scudiere, Federico Tasselli, Franco Uda, Andrej Vescovi

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n.19 29 maggio 2012

A Napoli la presentazionedi Media EducationIl volume Media Education - esperienze dipromozione della cultura cinematograficanella scuola italiana edito dallÊUcca, sarà pre-sentato a Napoli, nel prestigioso Istituto Ita -liano di Studi Filosofici, giovedì 31 maggio alle16,30. Dopo un breve saluto di Annamaria Calmieri,assessore alla Scuola e allÊIstruzione delComune di Napoli, e della presidente nazio-nale dellÊUcca, Greta Barbolini, interverrannoValerio Caprara, presidente della Film Com -mission Regione Campania, Leonardo DiCostanzo, regista del film A scuola, DianaSalzano, docente di teoria e tecniche dellacomunicazione di massa presso lÊUniversità diSalerno. La moderatrice sarà Maria Filippone,dirigente scolastico ITIS ÂM. CurieÊ di Napoli.Saranno presenti i curatori del volume, rispet-tivamente Antonella Di Nocera - allora presi-dente del circolo Arci Movie, una coraggiosaassociazione nata nel cuore di Ponticelli, oggiassessore alla Cultura del Comune di Napoli -e Roberto DÊAvascio, responsabile cinema diArci Movie, che ha coordinato con tenacia illavoro di redazione del volume.Il volume comprende, sotto forma di saggi, le

conferenze tenute da importanti studiosi eoperatori culturali nel campo della Âmedia edu-cationÊ e le interviste con giovani registi italianiche sono particolarmente emersi per la loroproduzione documentaristica sulla scuola ita-liana e sulla dinamica tra i nuovi linguaggi del-lÊimmagine e la formazione degli studenti,segnalando il forte ritardo che il nostro paeseregistra in questo ambito culturale. Un stru-mento utile per favorire una riflessione, peraffrontare il rapporto con il mondo della scuo-la,oggi strategico al fine di formare il pubblicodel domani che vorremo più critico e interatti-vo possibile.

Una rete europea in crescita!LÊedizione 2012 di Young and Innocent - rea-lizzato dalla webzine ÂEffettonotte on lineÊ- sicontraddistingue per la rete di partner europeiche lo staff è riuscito a creare e che continuaad alimentare con nuovi contatti. Con grandeorgoglio sono presenti i collaboratori stranieriche, insieme a Cineuropa e Fipresci, stannocontribuendo fortemente alla promozione diYoung and Innocent in tutto il continente: laRomania con la rivista BE Where!, laDanimarca con la rivista on line di cinema16:9 e Roehmpton University, che rappresen-ta il Regno Unito.

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La magnifica ossessione