Arcireport numero 10_2012

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13 marzo 2012 anno X - n. 10 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci È ora che torni in campo la politica L'approssimarsi delle elezioni amministrative sta risvegliando il dibattito e la competizione fra i partiti. Anche per questo il rapporto fra il governo e le componenti dell'anomala mag- gioranza che lo sostiene mostra qualche segno di sofferenza, ma non solo per questo. Nel paese comincia a incrinarsi la fiducia incondizionata nel ruolo taumaturgico dei tec- nici. Se nei primi cento giorni il governo ha conseguito indubbi risultati nel risanamento dei conti, molti sono i problemi irrisolti, mentre la recessione accentua il malessere sociale. In questo contesto oggettivamente complesso rischia di farsi largo, anche fra alcuni autore- voli osservatori, la teoria per cui il governo dei tecnici - chiamato a salvare il paese dal di- sastro prodotto dai partiti - sarebbe deposita- rio di verità assolute e la politica solo un intral- cio alla sua azione. Un'analisi sconcertante, in cui non c'è più spazio per la dialettica fra pro- getti alternativi ma solo l'idea della grande coalizione a sostegno di un'azione neutra di governo, dell'inutilità della battaglia politica e degli stessi partiti. A che serve tutto ciò se non ad alimentare l'antipolitica e imporre come dogmi non negoziabili ricette economiche che sono frutto delle scelte fallimentari compiute dai governi di destra in Europa? Noi pensiamo invece che ci sia ancora biso- gno del confronto fra diverse idee di società, perché di questo si alimenta la democrazia e perché ogni possibile strategia di sviluppo presuppone che si facciano scelte di fondo, dal mercato del lavoro alle politiche sociali, all'ambiente. La tecnica non può sostituire la politica. Il governo Monti è un passaggio utile e neces- sario, ma non sarà sufficiente senza un vero cambio del quadro politico e parlamentare. Perché il dopo Berlusconi produca il rinnova- mento di cui l'Italia ha bisogno non serve un'o- ligarchia tecnocratica ma un nuovo patto sociale fra le componenti del paese, che si può costruire solo con la dialettica fra i partiti e le rappresentanze dei diversi interessi sociali. D'altra parte, come non vedere la crisi di credibilità dei partiti, evidenziata anche dalle recenti primarie del centrosinistra? C'è una domanda di cambiamento che non trova risposta e che solo col rinnovamento della politica potrà avere uno sbocco positivo. A patto che i partiti capiscano che non hanno bisogno di scorciatoie leaderistiche o alchimie tattiche, ma di ricostruire il rapporto con la società. C'è ancora tempo per farlo, ma il tempo è ora. LEGALITÀ DEMOCRATICA I PAGINA 6 Un articolo di Walter Massa sulla Giornata della Memoria e dell’Impegno che si celebrerà a Genova il 17 marzo AMBIENTE I PAGINA 8 A un anno dallo tsunami in Giappone, uno studio sulle conseguenze del disastro alla centrale nucleare di Fukushima A ncora una volta, nel silenzio quasi totale dei media e nell'incapacità delle diplomazie internazionali di intervenire, la popolazione della Striscia di Gaza si ritrova ad essere sotto attacco. Bombe che vengono dal cielo e che ad oggi hanno già ucciso più di venti persone, tra cui diversi bambini. Gaza: una prigione a cielo aperto per le persone che ci vivono, un'area difficilmente raggiungibile per gli internazionali che vogliono portare la loro solidarietà. Israele come sempre ha delle motivazioni, ma stavolta sembrano ancora meno chiare del solito. Non ci sono pronun- ciamenti sulla durata degli attacchi e lo schermo dei terroristi che devono essere uccisi per la sicurezza di Israele diventa di nuovo la scusa per mietere vittime civili, ma soprattutto per indebolire quel processo di riconciliazione interna che tanto faticosa- mente era stato istruito. Solo pochi mesi fa, Richard Falk, il relatore speciale dell'ONU per i Territori Palestinesi Occupati, sostene- va che il blocco israeliano della Striscia di Gaza costituisce «una politica deliberata di punizione collettiva che è indifendibile legal- mente e biasimevole moralmente». Dichiarazioni che non sono servite a miglio- rare minimamente le tragiche condizioni di vita dei palestinesi né a fare passi avanti nei percorsi di riconoscimento dello Stato di Palestina. Per tutte le vittime innocenti di questi ultimi attacchi, per chi sta pagando da troppo tempo l'ingiustizia umana con una vita di sofferenza e di diritti negati, dobbia- mo avere la forza di non lasciarli soli, di non cadere nell'indifferenza, ulteriore barriera di isolamento per la Striscia di Gaza. La forza di non lasciarli soli Una serata contro il razzismo dedicata a Samb Modou e Diop Mor, uccisi a Firenze il 13 dicembre

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L'iniziativa "Mai più razzismo" a Roma, la Giornata della Memoria e dell'Impegno a Genova, l'intervista a Mario Boccia sul conflitto in ex Jugoslavia, il comunicato di solidarietà al popolo siriano, i progetti di cooperazione Arci e Arcs a Cuba, lo studio di Greenpeace a un anno da Fukushima, il World Water Forum di Marsiglia, l'Assemblea della Rete della conoscenza:

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13 marzo 2012anno X - n. 10

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

È ora che torni incampo la politica

L'approssimarsi delle elezioni amministrativesta risvegliando il dibattito e la competizionefra i partiti. Anche per questo il rapporto fra ilgoverno e le componenti dell'anomala mag-gioranza che lo sostiene mostra qualchesegno di sofferenza, ma non solo per questo.Nel paese comincia a incrinarsi la fiduciaincondizionata nel ruolo taumaturgico dei tec-nici. Se nei primi cento giorni il governo haconseguito indubbi risultati nel risanamentodei conti, molti sono i problemi irrisolti, mentrela recessione accentua il malessere sociale.In questo contesto oggettivamente complessorischia di farsi largo, anche fra alcuni autore-voli osservatori, la teoria per cui il governo deitecnici - chiamato a salvare il paese dal di-sastro prodotto dai partiti - sarebbe deposita-rio di verità assolute e la politica solo un intral-cio alla sua azione. Un'analisi sconcertante, incui non c'è più spazio per la dialettica fra pro-getti alternativi ma solo l'idea della grandecoalizione a sostegno di un'azione neutra digoverno, dell'inutilità della battaglia politica edegli stessi partiti. A che serve tutto ciò se nonad alimentare l'antipolitica e imporre comedogmi non negoziabili ricette economiche chesono frutto delle scelte fallimentari compiutedai governi di destra in Europa? Noi pensiamo invece che ci sia ancora biso-gno del confronto fra diverse idee di società,perché di questo si alimenta la democrazia eperché ogni possibile strategia di sviluppopresuppone che si facciano scelte di fondo,dal mercato del lavoro alle politiche sociali,all'ambiente. La tecnica non può sostituire la politica. Ilgoverno Monti è un passaggio utile e neces-sario, ma non sarà sufficiente senza un verocambio del quadro politico e parlamentare.Perché il dopo Berlusconi produca il rinnova-mento di cui l'Italia ha bisogno non serve un'o-ligarchia tecnocratica ma un nuovo pattosociale fra le componenti del paese, che sipuò costruire solo con la dialettica fra i partitie le rappresentanze dei diversi interessisociali. D'altra parte, come non vedere la crisidi credibilità dei partiti, evidenziata anchedalle recenti primarie del centrosinistra? C'èuna domanda di cambiamento che non trovarisposta e che solo col rinnovamento dellapolitica potrà avere uno sbocco positivo. Apatto che i partiti capiscano che non hannobisogno di scorciatoie leaderistiche o alchimietattiche, ma di ricostruire il rapporto con lasocietà. C'è ancora tempo per farlo, ma iltempo è ora.

LEGALITÀ DEMOCRATICA I PAGINA 6Un articolo di Walter Massa sulla Giornatadella Memoria e dell’Impegno che si celebrerà a Genova il 17 marzo

AMBIENTE I PAGINA 8A un anno dallo tsunami in Giappone, uno studio sulle conseguenze del disastroalla centrale nucleare di Fukushima

A ncora una volta, nel silenzio quasitotale dei media e nell'incapacitàdelle diplomazie internazionali di

intervenire, la popolazione della Striscia diGaza si ritrova ad essere sotto attacco.Bombe che vengono dal cielo e che ad oggihanno già ucciso più di venti persone, tracui diversi bambini. Gaza: una prigione acielo aperto per le persone che ci vivono,un'area difficilmente raggiungibile per gliinternazionali che vogliono portare la lorosolidarietà. Israele come sempre ha dellemotivazioni, ma stavolta sembrano ancorameno chiare del solito. Non ci sono pronun-ciamenti sulla durata degli attacchi e loschermo dei terroristi che devono essereuccisi per la sicurezza di Israele diventa dinuovo la scusa per mietere vittime civili, masoprattutto per indebolire quel processo di

riconciliazione interna che tanto faticosa-mente era stato istruito. Solo pochi mesi fa,Richard Falk, il relatore speciale dell'ONUper i Territori Palestinesi Occupati, sostene-va che il blocco israeliano della Striscia diGaza costituisce «una politica deliberata dipunizione collettiva che è indifendibile legal-mente e biasimevole moralmente». Dichiarazioni che non sono servite a miglio-rare minimamente le tragiche condizioni divita dei palestinesi né a fare passi avanti neipercorsi di riconoscimento dello Stato diPalestina. Per tutte le vittime innocenti diquesti ultimi attacchi, per chi sta pagandoda troppo tempo l'ingiustizia umana con unavita di sofferenza e di diritti negati, dobbia-mo avere la forza di non lasciarli soli, di noncadere nell'indifferenza, ulteriore barriera diisolamento per la Striscia di Gaza.

La forza di non lasciarli soliUna serata contro il razzismo dedicata a Samb Modou e Diop Mor, uccisi a Firenze il 13 dicembre

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2migranti

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Nati e cresciuti a Sassuolo, in provincia diModena, dove hanno studiato e costruito illoro mondo. Italiani a tutti gli effetti, maprivi di un documento che li legittimi cometali, e per questo, costretti da circa unmese a vivere nel Cie di Modena: è l’incre-dibile vicenda accaduta ad Andrea eSenad, due fratelli poco più che ventenni,fra quegli italiani costretti nel limbo di unoius soli che non è permesso in Italia.Andrea e Senad sono rinchiusi da febbraionel Cie perché i genitori, dopo una vita difatiche come ambulanti, hanno perso illavoro e in seguito a questo il permesso disoggiorno e non avevano mai segnalato ifigli all’ambasciata bosniaca nè li avevanonaturalizzati entro i 18 anni. Così i due fra-telli si sono scoperti clandestini dalla seraalla mattina, clandestini ma inespellibiliperchè privi di nazionalità. E da circa unmese ‘ospiti’ in una struttura peggiore delcarcere. «Non siamo nè ospiti nè intrusi: siamo ita-liani. L'assurdità della nostra vicenda - silegge nella lettera che hanno inoltrato allaCorte europea dei diritti dell'uomo e alPresidente Napolitano - è che non possia-

mo essere espulsi perché il paese deinostri genitori non ci ha mai censiti né sachi siamo. Così rimaniamo al Cie, a spesedel contribuente italiano in attesa di unprovvedimento di espulsione che nonpotrà mai essere eseguito…in Francia sidiventa subito cittadini, in Italia non speria-mo nella cittadinanza ma almeno speriamodi non restare reclusi in questo carcere».«Questo è l'ennesimo caso di razzismoistituzionale - ha denunciato Cécile Kyen-ge, portavoce nazionale del Primo marzo -il governo deve dare risposte concrete suidiritti di cittadinanza delle seconde genera-zioni perché questo è solo l'inizio di un pro-blema che si ripeterà negli anni: è quindiimportante dare soluzioni definitive oggi».Per questo, insieme ad alcune associazio-ni tra cui l’Arci, Dawa, Donne nel mondo,Giù le frontiere, il comitato ha promosso, inoccasione della prima udienza, un presidiodavanti al giudice di pace e una petizionea favore dell'immediato rilascio di Andrea eSenad e del riconoscimento, per loro, dellacittadinanza italiana. È possibile firmare la petizione su www.petizionepubblica.it/?pi=P2012N21826

I l Tavolo Asilo, un forum informale dellemaggiori organizzazioni sociali tra cuil’Arci attive nel campo dell'asilo e della

protezione dei richiedenti asilo e rifugiati,coordinato dall'Alto Commissariato delleNazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), hapresentato oggi, insieme a molte altreassociazioni, enti locali ed enti di tutelaoperanti in questo settore, un appello algoverno affinché si trovino al più prestosoluzioni adeguate e rispettose dei dirittiumani per i migranti, richiedenti asilo e rifu-giati di vari paesi giunti in Italia nel 2011 acausa del conflitto in Libia.Lo scorso anno oltre 1,3 milioni di personedi varie nazionalità hanno lasciato la Libiaper sfuggire alla violenza. Di queste, circa28mila hanno attraversato il Mediterraneoin cerca di sicurezza in Italia. Tra loro vi erano rifugiati in fuga da altripaesi che si trovavano in Libia e anchemigranti che da anni lavoravano in quelpaese. Al loro arrivo in Italia sono stati tuttiincanalati nella procedura d'asilo. Va notato che l'ottenimento della protezio-ne internazionale, ovvero dell'asilo, si basasulla condizione del singolo nel paese di

origine, non in quello di transito o in cuirisiede per motivi di lavoro. Appare pertanto necessario trovare solu-zioni eque e ragionevoli che tutelino inmodo adeguato i bisogni di assistenza dicoloro che sono fuggiti dal conflitto in Libiama che tuttavia non posseggono i requisitiper ottenere la protezione internazionale,evitando di generare situazioni di irregola-rità senza soluzione a breve termine. In questo contesto, il Tavolo Asilo e le altreorganizzazioni aderenti all'appello propon-gono al governo e alle autorità competentidi valutare l'opportunità di una più ampiaattuazione delle norme vigenti in materia diprotezione umanitaria che permetterebbedi rilasciare un permesso di soggiorno allamaggior parte delle persone arrivate dallaLibia e la concessione di un permesso disoggiorno a titolo temporaneo a quanti nonhanno ottenuto il riconoscimento della pro-tezione internazionale, né la protezioneumanitaria. In tal modo si concederebbe aqueste persone un ulteriore periodo diregolare soggiorno in Italia, al fine di poterpredisporre adeguati programmi di ritornovolontario assistito con un adeguato incen-

tivo economico, sia verso i Paesi di origine,sia verso la Libia, quando la situazionesarà sufficientemente stabile e sicura dapoter garantire il rispetto dei diritti umani. Inoltre, tali misure consentirebbero, overicorrano le condizioni previste dalla legge,di convertire il permesso di soggiorno tem-poraneo in un permesso ad altro titolo. Il Tavolo Asilo e gli altri soggetti che hannosottoscritto l'appello esortano quindi leautorità ad adottare quanto prima le misu-re più appropriate per coloro che rischianodi diventare irregolari. Le sollecitano inoltre a facilitare il processodi integrazione di coloro ai quali è statariconosciuta la protezione internazionale.

Appello al Governo per i migranti giunti in Italia dalla Libia

Una petizione per Andrea e Senad, nati e cresciuti in Italia, rinchiusi nel Cie di Modena

Partito il permesso apunti per gli stranieriDal 10 marzo è in vigore il ‘permesso a punti’per gli immigrati, ultimo atto del governoBerlusconi, che riguarda tutti i cittadini straniericon più di 16 anni che fanno ingresso per laprima volta nel territorio italiano e presentanodomanda per il rilascio di un permesso di sog-giorno di durata non inferiore a un anno. Allafirma dell’ ‘accordo di integrazione tra lo stra-niero e lo Stato italiano’ verranno assegnatiautomaticamente allo straniero 16 punti, chepotranno aumentare o diminuire: se dopo dueanni i punti saranno più di 30, l’accordo si con-sidera rispettato, da 1 a 29 si viene ‘rimandati’con l’impegno a raggiungere quota 30 entro unanno, ma se si arriva a zero scatta l’espulsione.Nella circolare dello scorso 2 marzo, contenen-te le linee d’indirizzo per l’applicazione delregolamento, si indicano alcune categorie pro-tette dal diritto dell’Unione Europea che vengo-no salvate dalla revoca per mancanza di punti(come i titolari di permesso di soggiorno perasilo, per protezione sussidiaria, per motiviumanitari). Nella stessa circolare viene presen-tato il ‘pacchetto formativo multimediale di edu-cazione civica’, 5 moduli di apprendimento (tra-dotti in 19 lingue) da seguire entro tre mesidalla sottoscrizione dell’accordo.

Si terrà a Tunisi nella primavera 2013 il Forum sociale mondiale. Lo annuncia

il Comitato del Forum Maghreb-Mashrek, che conferma la realizzazione

di un evento internazionale preparatorio,sempre a Tunisi, dal 13 al 16 luglio 2012

FORUM SOCIALE MONDIALE

notizieflash

arci

n.10 13 marzo 2012

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A distanza di 20 anni, quale è l'ereditàdel conflitto in ex Jugoslavia?La vera domanda è perché in Bosnia

Erzegovina non si riesce ad uscire da undopoguerra infinito.Gli accordi di Dayton furono costruiti pergarantire a tutte le componenti 'etniche' unapropria rappresentanza nel governo. Ma per unificare davvero il paese si sarebbedovuto trasferire il dibattito politico dal con-fronto 'etnico' a quello tra normali programmipolitici. Invece è rimasto in piedi un sistemacomplesso che divide un paese piccolo indue entità separate e governate da elitespraticamente monoetniche, nonostante lapopolazione sia ancora largamente 'mista'. Faccio un esempio: il sistema scolastico,invece di essere unificato, prevede classi,testi e programmi separati per gli alunni di'etnie' diverse. Può tornare unito un paeseche divide i suoi ragazzi già dalle elemen-tari? L'unica unificazione realizzata è quella delletarghe delle auto, il che peraltro rendeimpossibile capire qual è la città di immatri-colazione del veicolo. Mi viene in mente unaneddoto: un amico ebreo di Mostar alla finedella guerra aveva tre targhe (allora c'eranoanche le targhe croato-bosniache) e le cam-biava a seconda di dove doveva andare.Si vuole veramente unificare la Bosnia e pro-

vare a entrare in Europa, almeno comepaese candidato? Oppure l'opzione di divi-dere il paese tra Serbia e Croazia, magarilasciando una mini entità 'turistico-musulma-na' attorno a Sarajevo è ancora un sogno nelcassetto per qualcuno?A seguire i giornali e i discorsi dei politici (contoni che diventano sempre più accesi sedevono coprire la crisi economica), la guerrapotrebbe scoppiare da un momento all'altro,magari innestata da un ennesimo 'referen-dum'. Se invece si attraversa il paese reale, cheresiste e lavora, allora si ha un'impressionediversa. La vita in comune e gli scambi sonola norma e il risentimento interetnico verso lapolitica cresce, aggravato dalla palese corru-zione. Quanto reggerà alzare i toni propo-nendo separazioni, invece di rispondere allemanifestazioni dei contadini che chiedonogasolio per i trattori a prezzi politici?L'eredità della guerra è la difficoltà a unifica-re il paese, che rende impossibile entrare inEuropa. Un disastro per molti, ma una fortu-na per pochi, perché consente potere e arric-chimento a chi, dopo aver fatto la guerra, stafacendo anche il dopoguerra.

Cosa ha rappresentato per te quella guerra? L'intera ex-Jugoslavia è stata il luogo a cui hodedicato più tempo ed energia, come pro-

fessionista e come uomo, dopo l'Italia.A giugno del 1991 ero in Slovenia e l'11settembre del 2011 ho visto le torrigemelle cadere dal video del centrostampa di Skopje, in Macedonia. Poi cisono tornato tutti gli anni, a seguire l'at-tività di ong e cooperazione italiana e acoltivare le nuove amicizie, un po' dap-pertutto. È stata la speranza fallita divedere la guerra fermarsi, e ora è latestardaggine di testimoniare la rinasci-ta. Mi restano le fotografie, le cosescritte, l'amicizia e il ricordo di personestraordinarie.

Come le immagini influenzano la per-cezione della realtà? Le immagini hanno un'enorme forza,nel pregiudizio che siano più vicine alla'verità' di un testo scritto. Per questotutti sanno che sono un veicolo deter-minante per influenzare l'opinione pub-blica. La manipolazione non è un por-tato delle nuove tecnologie. Costruireun'immagine può innescare una rivoltao giustificare un bombardamento. Valeper una notizia falsa, una foto ritoccata,una campagna di twit, il blog di un per-sonaggio inventato. Purché tutto sia

'verosimile'. Se l'informazione è anche unmercato la notizia più 'vera' è quella chevende di più. Poi ci sarà tempo per le smen-tite, in sede storica però, ad affari conclusi.Aggiungo che l'informazione è fatta da uomi-ni e donne. Non esistono 'i giornalisti', 'icooperanti' o gli 'avvocati'. L'identità di unapersona non è definita dal suo lavoro, madalle sue scelte. L'obiettività è un mito. Sideve scegliere sempre da che parte stare,l'importante è non nasconderlo mai.

3internazionali

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L’Arci esprime solidarietà al popolo siriano.Da Homs giungono immagini terrificanti: altrevittime civili, donne e bambini coi corpi stra-ziati confermano che in Siria l'orrore siaggiunge all'orrore. Il presidente dell'As-semblea generale dell'Onu ha dichiarato chesono ormai più di 8.000 le persone uccise inSiria da quando, circa un anno fa, è esplosala rivolta contro il regime di Bashar al Assad.Tra le vittime ci sono molte donne e bambini.È sempre più urgente la necessità di fermarela repressione, l'uso sconsiderato della forzada parte del regime di Assad, e anche discongiurare la pericolosa spirale di violenzache alimenta la guerra civile, per impedire chealle vittime civili si aggiungano altre vittime, aimorti altri morti. Non c'è alternativa al far tace-re le armi, tutte le armi. Il modello Libia non èuna risposta, come non lo è armare l'opposi-zione. Il popolo siriano non può rimanereostaggio dei giochi di potere sui futuri equilibrimediorientali.La comunità internazionale deve uscire dall'i-nerzia. L'Onu deve intervenire per fermareAssad e imporre una tregua, inviare imme-diatamente una commissione di monitoraggioe garanzia per permettere l'arrivo degli aiutiumanitari, garantire l'apertura di un processodemocratico che consenta al popolo siriano didecidere del proprio futuro.L'Italia e l'Unione Europea (che fa parte delquartetto per il Medioriente) facciano sentirealta la voce dell'Europa pacifica, solidale e deidiritti umani. Il popolo siriano non va lasciatosolo. L’Arci invita a partecipare alle iniziative disolidarietà che si terranno il 15 marzo in tantecittà italiane per la fine della repressione edelle violenze, nel segno del rispetto dei dirit-ti umani e del rifiuto delle armi.

‘Jugoschegge-Storie e scatti di guerra e di pace’

La solidarietà dell’Arcial popolo siriano

Via dall’AfghanistanI soldati Nato sono in stato d'allerta. I talebani minac-ciano vendetta. La strage di sabato notte segna unarottura forse irreversibile nei rapporti tra truppe stranie-re e afgani.Il parlamento chiede che l'autore del massacro vengagiudicato da un tribunale afgano, perché è proprio l'im-munità di cui godono i militari della Nato una dellecause del deterioramento dei rapporti con i locali.Intanto crescono le 'vittime collaterali', mentre si molti-plicano bombardamenti e raid notturni. Oggi gli afganihanno paura delle truppe straniere che dovrebberoproteggerli. La battaglia per conquistarne 'i cuori e lementi' è perduta. Se ne rende conto il presidente ame-ricano che punta ad accelerare il calendario del ritiro,forte anche dei sondaggi che danno la maggioranzadei suoi concittadini convinti che non valga più la penadi restare laggiù. Bin Laden è morto, in Afghanistan lademocrazia, com'era ovvio, non è stata 'esportata'dopo 11 anni di una 'guerra umanitaria' che ha provo-cato centinaia di migliaia di vittime. Intanto la crisi incal-za e il prezzo del petrolio è alle stelle. No, non ne valeproprio la pena, deve pensare anche Obama.

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n.10 13 marzo 2012

Intervista al fotografo Mario Boccia, autore della prefazione al libro

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4disarmo

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U n'indagine conoscitiva delle com-petenti Commissioni parlamentariper stabilire i reali costi (e i proble-

mi tecnici del velivolo) della partecipazioneitaliana al progetto JSF per il caccia d'at-tacco F-35. È quanto hanno chiesto nel-l'audizione alla Commissione Difesa dellaCamera i portavoce di Sbilanciamoci! edella Rete Italiana Disarmo.«Dopo le recenti comunicazioni del Mini-stero della Difesa secondo cui il costo diacquisto sarà molto minore rispetto aquanto dicono i dati ufficiali USA - affermaFrancesco Vignarca - crediamo che nonsia opportuno che il Parlamento e ilGoverno compiano una scelta basata sudati poco chiari e non dettagliati». Tutte leanalisi effettuate da 'Taglia le ali alle armi!'(consegnate alla Commissione) indicanoun costo del prossimo lotto (quello di cuil'Italia dovrebbe acquistare tre esemplarinel corso del 2012) di almeno 140 milionidi euro ad aereo. Quantomeno tale cifra éil costo ricavabile dai dati statunitensi re-

centemente pubblicati. «Non ci sembraquindi possibile credere, fino a dimostra-zione contraria, agli 80 milioni citati in audi-zione sia dal Ministro Di Paola che dalSegretario Generale della Difesa De Be-rtolis» conclude Vignarca «nemmenoprendendo in considerazione il solo costodi produzione avionica (il cosiddetto 'flya-way cost')».La Campagna ha inoltre illustrato allaCommissione, in una riunione che ha vistouna buona partecipazione di deputati, i veridati sull'impatto industriale ed occupazio-nale che il JSF porterà nel nostro paeseche risultano essere di molto minori (sia intermini di posti di lavoro che di lavorazionie tecnologie trasferite) rispetto a quantoprospettato dalla Difesa. Anche per questooccorre prendersi un periodo di ulterioreapprofondimento e chiedere l'esplicitazio-ne dei documenti e contratti ufficiali.«Senza considerare quanto potremmofare investendo questi soldi in altri com-parti della spesa pubblica - ha aggiunto

Giulio Marcon - che potrebbe trarre ungrosso beneficio economico e colmarelacune sociali importanti utilizzando in altramaniera gli almeno 10 miliardi (circa 1all'anno) di costo di acquisto dei caccia».Un costo che sarà poi da moltiplicare pertre se si considera la vita e la gestionedegli aerei. «Noi non siamo venuti qui solo comeesponenti del mondo del disarmo e dellaPace - conclude Marcon - ma anche comerappresentanti dei contribuenti che nonvedono di buon occhio questa enormespesa per un programma aeronautico cheha anche dimostrato debolezze tecnologi-che ed economiche. Siamo consci che sidebba realizzare una politica di difesa perl'Italia, solo ci domandiamo perché debbaessere prevalentemente militare e nonpossa invece essere costruita sulla tuteladella vita dei cittadini italiani». «Per fare interposizione in aeree di conflit-to e ricostruzione non servono certo i cac-ciabombardieri» conclude Vignarca.

I l Consiglio dei Ministri del 9 marzo haesaminato due decreti che modificheran-no la legge 185 del 1990, semplificando

le modalità dei trasferimenti di armi all'internodell'Ue. La legge 185 (pur con le modifichedel 2003) è considerata una delle leggimigliori a livello europeo ed internazionale inrelazione ai controlli e ai divieti di export mili-tare nel caso in cui vi sia il rischio che le armipossano essere esportate in zone di conflit-to. Senza dimenticare l'alto grado di traspa-renza previsto, grazie innanzitutto all'obbligodi presentare ogni anno una relazione delGoverno al Parlamento con tutti i dati sull'ex-port. La Rete Italiana Disarmo chiede che,partendo dal buon impianto della legge esi-stente, siano aumentati gli standard di con-trollo dei trasferimenti di armamenti, ade-guandoli alle normative internazionali.Questo significa sottoporre anche tutte learmi leggere ad uso civile alla legge 185 eaccogliere finalmente la posizione comuneUE sui broker (i trafficanti) di armi. Chiede inoltre che l'introduzione di modifichenon avvenga senza una discussione politicatrasparente ed il coinvolgimento delle orga-nizzazioni e degli istituti di ricerca da anniimpegnati sul tema. L'approvazione di undecreto legislativo senza un vero confronto èun rischio per la democrazia e la sicurezza. Il

Governo Monti dia un chiaro segnale di di-scontinuità garantendo un reale confronto.La Rete Italiana Disarmo è pronta a dare uncontributo, a partire dalle 10 proposte elabo-rate con la Tavola della Pace e a suo tempogià presentate.1) Mantenere inalterati i principi che regola-no l'esportazione di armamenti. Tutte le ope-razioni devono essere regolamentate dalloStato in base al dettato costituzionale cheripudia la guerra come mezzo di risoluzionedelle controversie internazionali. 2) Man-tenere i controlli dello Stato sul regime diautorizzazioni affinché sia certa la effettivadestinazione finale degli armamenti. 3)Promuovere la conversione a fini civili delleindustrie militari con misure idonee ad asse-condare la graduale differenziazione produt-tiva e la conversione a fini civili delle industrienel settore attraverso la necessaria riorga-nizzazione delle industrie militari italiane. 4)Migliorare i divieti all'esportazione di arma-menti verso paesi in stato di conflitto armatonon avallato da una specifica risoluzione delConsiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.Tale divieto va applicato anche agli Stati cheabbiano violato gli embarghi di vendita diarmamenti stabiliti dalle Nazioni Unite,dall'Unione europea e dall'Organizzazioneper la sicurezza e la cooperazione in Europa.

Siano meglio accertati i paesi i cui governisono responsabili di gravi violazioni delleconvenzioni internazionali in materia di dirittiumani, tenendo conto delle osservazionidelle principali associazioni internazionali. 5) Estendere i divieti ai Paesi che presenta-no alti livelli di spesa militare a fronte dicarenze nel rispetto dei dirittti umani. 6)Estendere i divieti ai paesi fuori dall'Ue chenon rendono pubbliche le proprie esportazio-ni e importazioni di armamenti. 7) Estendereil regime di autorizzazioni e controlli anchealle armi 'non a specifico uso militare', lecosiddette 'armi leggere e di piccolo calibro'che nei recenti conflitti si sono dimostratereali 'armi di distruzione di massa'. Si chiedeperciò che tutte le armi leggere e di piccolocalibro e il loro munizionamento (per usomilitare e non, civile e sportivo) venganoinclusi nel campo di applicazione della nuovanormativa. 8) Controllare gli intermediari diarmamenti, anche di armi leggere. 9) Nonestendere le licenze globali e generali apaesi al di fuori dell'Ue. 10) Migliorare laRelazione al Parlamento e la trasparenza. A tal fine si chiede che tutte le autorizzazionialle esportazioni (licenza globale, generale especifica) vengano puntualmente riportatenella Relazione annuale.Info: www.disarmo.org

Non per decreto! Sulle modifiche alla legge185/90 serve un dibattito aperto e trasparente

La campagna ‘Taglia le ali alle armi’ contesta i dati delMinistero e chiede un'indagine conoscitiva sul programma JSF

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n.10 13 marzo 2012

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5cultura

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N egli ultimi cinque anni la collabora-zione delle Arci con Cuba ha subitouna grande evoluzione. La tradizio-

ne della solidarietà internazionalista con l'e-sperimento sociale cubano, di cui ancheArci si è fatta interprete nella sua storia, si ètrasformata in sistemi più attuali di collabo-razione con le parti migliori dell'universopolitico e culturale dell'Isola caraibica. Questa evoluzione è stata un processolento e meditato in cui le raccolte di materialiscolastici, di libri o farmaci (con significativaequivalenza di importanza) fatte da circoli ecomitati per inviarle a Cuba in containersono state progressivamente sostituite da

progetti di collaborazione. Questo ha indot-to anche nel mondo Arci una visione menomonodirezionale della solidarietà e soprat-tutto ha dato la possibilità ai cubani di tra-sferire all'Arci nel corso della collaborazioneun interessante patrimonio di iniziative, mili-tanza e difesa dei diritti realizzato spessocon efficacia e cifre assai ridotte. Possiamodire che questo lento processo di evoluzio-ne tocca adesso un apice con i numerosiprogetti di Arci attivi a Cuba in diversi ambi-ti, che si aggiungono alla grande collabora-zione culturale sui temi dell'arte, della lette-ratura, della musica e del cinema: questiprogetti meritano di essere almeno enume-rati. Una prima azione iniziata da alcunimesi, finanziata dall'Unione Europea e incollaborazione con l'Università di Firenze,riguarda la salvaguardia del patrimonio arti-stico dell'Avana, tramite la formazione delpersonale della locale soprintendenza e ladotazione di macchine laser all'avanguardiache faciliteranno il lavoro dei tecnici cubani.Un altro progetto, ancora finanziatodall'Unione Europea e in procinto di iniziare,

riguarda il potenziamento dell'offerta socio-culturale di Santa Fé, un quartiere poverodella periferia ovest dell'Avana. Qui un vec-chio cinema disastrato dagli uragani verràtrasformato in un centro sociale in cui sisvolgeranno attività di animazione culturaleper giovani e anziani. Al contempo scambi di esperienze di ani-mazione sociale e culturale tra l'Arci e ilCentro di Cultura Comunitaria di Santa Fè cipermetteranno di arricchire la nostra espe-rienza di operatori della promozione cultura-le a budget ridotti. Un terzo progetto, finan-ziato dal Ministero degli Affari Esteri, riguar-da lo sviluppo di programmi agricoli sosteni-bili nella regione di Pinar del Rio, ad ovestdell'Isola. Qui sono in corso azioni riguar-danti l'uso consapevole e sostenibile dellerisorse idriche e ricerche su processi di col-tivazione adatti al clima ed alle risorse pre-senti a Cuba nell'ottica della salvaguardiadell'ambiente. L'Arci collabora poi con Le-gambiente ed altri soggetti italiani nel pro-gramma Habana Ecopolis, anche questofinanziato dal MAE, che si occupa attual-mente di valorizzazione delle infrastruttureculturali di Guanabacoa, una periferiadell'Avana di tradizione sincretica, e di svi-luppo di politiche di educazione e salva-guardi ambientale a Guanabo, un’oasi natu-ralistica in pericolo 30 chilometri ad est dellaCapitale. Tutti questi progetti vengono por-tati avanti dall'Arcs, l'ong dell'Arci, in colla-borazione con numerosi comitati regionali eprovinciali che hanno così l'occasione di svi-luppare politiche di aggregazione e solida-rietà sul loro territorio. È importante ricorda-re che durante la recente visita della dele-gazione Arci a Cuba l'ambasciatore Italianoha voluto a più riprese sottolineare comel'Arci, e dunque l'Arcs, siano attualmente larealtà italiana che più si distinguano nelleattività sull'Isola per equilibrio ed efficacia.Cuba sta attraversando una evoluzionecomplessa, l'Arci, con le sue iniziative cultu-rali e i suoi progetti di cooperazione, devecontinuare a stare vicina alla parte miglioredella politica cubana, facendo sentire alletante persone con cui collaboriamo la sim-patia ed i rispetto della nostra grande asso-ciazione. Per questo i progetti sono l'occa-sione di avviare collaborazioni e gemellaggitrai nostri circoli e le case di cultura cubane,realtà spesso assai avanzate che conpochissimi euro riescono a produrre unagrande massa di lavoro sul territorio.Interscambio, collaborazione, crescita reci-proca: a questo serve la cooperazione del-l'Arci.Info: [email protected]

I progetti di cooperazione socio-culturali di Arci e Arcs a Cuba

Il 19 marzo al Teatro India serata conclusiva del Festival La poesia è di casa con la performance Dismissione,esperimento di poesia civile totale. Info su www.progettopane.org

ROMA

notiz

iefla

sh

n.10 13 marzo 2012

arci

Maude è un movimento nel quale si sonoincontrate lavoratrici dello spettacolo ditutti i settori professionali, condividendo ilbisogno di riflettere sulla rappresentazionedella donna e della realtà nel nostro paesee sulle concrete possibilità di accesso perle donne ai luoghi in cui le linee di questarappresentazione vengono determinate. Il cortometraggio Tram-mob nasce aRoma l'8 marzo di un anno fa, quandoabbiamo simbolicamente occupato il tram8 per riprenderci il significato di quella datae sottrarla agli auguri con le mimose e alleuscite in pizzeria. Proprio l'anno scorsoricorreva, passando inspiegabilmentesotto silenzio, il centenario del tragicoevento che ha dato origine alla cosiddetta'Festa della donna': l'incendio dell'industriatessile Triangle di New York, nel qualesono morte 146 donne, molte delle qualiitaliane. Ci siamo rese conto che tantissi-me persone non ne avevano mai sentitoparlare. Abbiamo cercato le testimonianzedelle donne sopravvissute all'incendio, leabbiamo tradotte, adattate e 'messe inscena'. Siamo salite sul tram e ci siamofatte scenografia vivente, reggendo un

lungo filo rosso sul quale erano appesefoto antiche e recenti di donne al lavoro. Le attrici hanno interpretato i racconti del-l'incendio in mezzo ai passeggeri del trame le loro parole ricordavano sistemi di sicu-rezza inesistenti, turni massacranti, umi-lianti perquisizioni all'uscita per controllareche non venisse rubato qualche pezzettodi stoffa. Chissà a quanti tra quei passeg-geri è venuto in mente che oggi in Italia lamancata applicazione di norme efficacisulla sicurezza fa sì che il numero dellemorti bianche sia altissimo e continui adaumentare, che appena qualche mesedopo a Barletta sarebbero morte sul lavo-ro 5 donne, che sono pesantemente attac-cati diritti fondamentali delle lavoratrici edei lavoratori, che si tollera l'esistenzadelle dimissioni firmate in bianco da usarenel caso di una futura gravidanza. In moltisono rimasti in silenzio ad ascoltare quelracconto di cento anni prima, troppo simi-le a tanti altri racconti che quegli stessiviaggiatori, sullo stesso tram, si sono ritro-vati a leggere sulle pagine di cronaca deiloro giornali. Maude - lavoratrici dello spettacolo

Tram-mob, un cortometraggio collettivodedicato alle donne

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6legalitàdemocratica

arcireport

A rci, Cgil, Spi e Nero e non solo!Caserta promuoveranno dal 4luglio al 3 agosto 3 campi della

legalità democratica e dell'antimafia socia-le denominati Terra di Lavoro e... dignità.Il circolo Nero e non solo! di Caserta haottenuto in gestione a Santa Maria LaFossa da luglio 2011 alcuni terreni confi-scati alla camorra. I beni erano di un cugi-no di 'Sandokan', il più famoso capo deiCasalesi, e del figlio di Bidognetti, altrocapo storico dei Casalesi. Al centro di que-sti due terreni vi era una strada comunaledove era stata costruita un'azienda bufali-na abusiva detta del 'Villano' con tanto distalla, sala mungitura, capanni e strutturein ferro, sparite subito dopo il sequestro.L'associazione ha ottenuto in gestionequesti terreni per realizzare attività agrico-le e l'inserimento lavorativo degli immigra-ti. Santa Maria la Fossa è uno dei comunidella Provincia di Caserta ubicato nellazona conosciuta come quella dei Mazzoni,dove si produce una gran quantità di latte

di bufala necessario per realizzare la moz-zarella. Oggi la produzione del latte è realizzata dalavoratori indiani, che lavorano e vivono incondizioni difficilissime. Dal 2009, ogni anno, nel mese di luglio nelcomune di Parete Nero e non solo! conArci Caserta, l'associazione socio-cultura-le islamica di San Marcellino e l'ammini-strazione comunale promuove il Villaggiodella Solidarietà, un'iniziativa per metterein luce le condizioni di vita dei bracciantiagricoli immigrati, promuovere azioni posi-tive contro lo sfruttamento lavorativo efavorire relazioni positive fra italiani e stra-nieri. Una mensa sociale, corsi d'italiano, unosportello informativo, un torneo di calcio,attività culturali, incontri e dibattiti. Parete èil comune di Caserta famoso per le frago-le, tanto che se ne raccoglie circa il 6%della produzione nazionale. L'impegno contro la camorra e la legalitàdemocratica, per noi, non può essere di-

sgiunto dall'impegno antirazzista e la lottaallo sfruttamento lavorativo. Terra di Lavoro e...dignità sono 3 campi dilavoro da 10 giorni ciascuno. Per ognicampo è prevista la partecipazione di 16volontari. Le mattinate saranno dedicate al lavorosui beni confiscati a Santa Maria la Fossa,i pomeriggi alla conoscenza delle realtàassociative e sociali del territorio di 'Go-morra', le serate alle attività del Villaggiodella Solidarietà a Parete. I volontari, che parteciperanno alle attivitàe vivranno il territorio, saranno di incentivoad un cambiamento culturale necessarioper sconfiggere la camorra. Lo sforzo repressivo delle forze dell'ordinee della Magistratura, nonchè l'arresto del-l'ultimo capo dei Casalesi Zagaria, non èsufficiente se non accompagnato da uncambiamento culturale e da uno sviluppoeconomico capace di mettere al centro ilvalore del lavoro dignitoso. Info: [email protected]

L' avvio della prima CarovanaAntimafia, nel 1994, ha costituitosenza dubbio una sorta di pietra

miliare per quanti - la nostra associazione inprimis - hanno a cuore la lotta alle mafie eper la legalità democratica. È stato un cam-mino lungo e non privo di asperità che hasaputo creare le premesse per il raggiungi-mento di un importante risultato: nel novem-bre 2008, a conclusione di un percorso cheaveva messo a confronto numerose realtàdell'associazionismo e del volontariato ligu-re, nasceva infatti Libera Liguria e a ricoprirel'incarico di referente era chiamato il nostroMatteo Lupi. Difficile rendere conto in pocherighe del grosso lavoro svolto in questi annida Libera Liguria: centinaia di eventi pubbli-ci organizzati, la nascita dei presìdi di Liberain tutte le province con il significativo sup-porto dei nostri comitati territoriali, le lezionisulla legalità organizzate nelle scuole e, nonultimo, l'impegno costante e inflessibile nelsostenere il varo della prima legge regionaleantimafia, avvenuto proprio nelle settimanescorse a coronamento di una lunga e positi-va stagione di impegno. Una legge partico-larmente importante in una regione in cuitroppo a lungo si sono tenuti gli occhi chiusiper quieto vivere, per incapacità di compren-

dere, talora per connivenza, fino ad arrivareallo scioglimento del consiglio comunale diBordighera per infiltrazioni mafiose, e pocodopo è stata la volta di quello di Ventimiglia. La decisione di Libera di svolgere a Genova,il 17 marzo, la XVII Giornata della Memoriae dell'Impegno in ricordo delle vittime inno-centi delle mafie costituisce quindi un impor-tante riconoscimento per il lavoro svolto daLibera in Liguria oltre che una confermadella gravità della situazione. In vista dellaGiornata, il Presidio ‘Francesca Morvillo’ haorganizzato una Settimana della legalità, ini-ziata il 25 febbraio con la proiezione deldocumentario Toxic Europe, Italia, croceviadi traffici di rifiuti tossici. Tra le iniziative piùriuscite, la presentazione del Dossier sullemafie in Liguria, con Matteo Lupi, referenteregionale di Libera, presso il circolo ArciPrimo Maggio. Oltre al supporto dato allaSettimana della legalità, la nostra organizza-zione ha anche organizzato, in collaborazio-ne con Libera, due importanti iniziative. Alcircolo Arci Belleville, nel corso della serataintitolata (Insieme) Si può fare - Storie di mili-tanza associativa in terra di mafie, il compa-gno Filippo Sestito, presidente di ArciCrotone, ha raccontato l'esperienza dellasua decennale militanza associativa, in un

contesto in cui «ti rivolgi alle istituzioni ma inrealtà non sai con chi stai parlando».Estremamente significativo anche l'incontroal circolo Arci Cap in cui si è parlato dell'im-portanza dei campi di lavoro - documentataanche da due filmati - attraverso gli interven-ti di Alessandro Cobianchi, responsabilenazionale Legalità democratica Arci, eMatteo Lupi con le testimonianze di unaresponsabile dei campi Liberarci dalleSpine e di due volontari Agesci che vihanno partecipato. Ora ci aspetta la piazzanella giornata del 17 marzo. Una piazzaimportante per il costante impegno dell'Arciligure su questi temi.Info: [email protected]

A Genova la XVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia

A luglio e agosto a Parete ‘Terra di lavoro e...dignità’, campi della legalità democratica e dell’antimafia sociale

Per il 17 marzo, il concentramentoArci è in piazza della Vittoria (zona viaCadorna, angolo via Brigata Liguria).

Il corteo partirà alle ore 9.30 per arrivare in piazza Caricamento - Porto

Antico (a circa 2 chilometri). Nel pomeriggio del 17 si svolgeranno

in tutta la città spettacoli teatrali e seminari. Per info

www.libera.it e www.arciliguria.it

GENOVA

notizieflash

arci

n.10 13 marzo 2012

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I l 6 marzo 489 deputati hanno votato iltesto di revisione dell’art. 81 della nostraCostituzione, che introduce l’obbligo del

pareggio di Bilancio. La legge era già stataapprovata una prima volta sia dalla Camerache dal Senato, come previsto dalla norma-tiva vigente. Ora toccherà di nuovo alSenato. Se anche in quella sede si verifi-cherà una maggioranza superiore ai dueterzi, non sarà possibile procedere al refe-rendum popolare e la modifica costituziona-le diventerà operante. L’Italia non è un’ecce-zione, dal momento che l’introduzione delpareggio di bilancio in Costituzione è un’e-splicita direttiva degli organi della Unioneeuropea, ribadita anche nel nuovo ‘fiscalcompact’. Contemporaneamente negli Usa eminentipremi Nobel dell’economia, fra i quali spic-cano i nomi di Kenneth Arrow e di RobertSolow, hanno inviato una lettera al presiden-te Obama e al repubblicano Boehner, spea-ker della Camera dei Rappresentanti, nellaquale sostengono che «inserire nellaCostituzione il vincolo di pareggio del bilan-cio rappresenterebbe una scelta politicaestremamente improvvida».

Le ragioni sono semplici e facilmente com-prensibili e valgono tanto più in un periodo direcessione, quale quello che stiamo attra-versando, più ancora in Europa che negliStati Uniti. Infatti ritenere che si debba spen-dere solo ciò che annualmente entra nellecasse dello stato, significa impedire a qua-lunque governo di potere intervenire nell’e-conomia reale con misure che favoriscanol’aumento della quantità e soprattutto dellaqualità dello sviluppo. Sono proprio inter-venti di questo tipo che servono di fronteall’evidente fallimento dei mercati e che perloro natura hanno un ritorno economico dila-zionato nel tempo. Lo Stato d’altro canto nonè né una famiglia, il cui ambito d’azione eco-nomica è ristretto, né un’impresa, la qualeha l’ansia della realizzazione del profitto. Selo Stato non può indebitarsi per legge, nonpuò fare politica economica. Il debito pubbli-co non è un male in sé; dipende dal suo uti-lizzo; esistono quindi debiti buoni e debiticattivi, i primi sono quelli che aiutano unnuovo modello di sviluppo, i secondi quelliche alimentano gli appetiti e gli sprechi delleclassi dirigenti. Nel testo di legge approvatol’altro giorno si fa di tutta un’erba un fascio.

Si fa solo eccezione per i periodi di graverecessione, per i quali l’indebitamento deveessere autorizzato sulla base di una vota-zione a maggioranza assoluta e sempresulla base di un piano di rientro. Il guaio èche nel mondo moderno dominato dallafinanza le crisi si susseguono una dietro l’al-tra. Nel 1997 abbiamo avuto quella asiatica,poi agli inizi del 2000 quella della net eco-nomy, ora quella innestata dai subprime, percitare solo quelle più importanti di rilievointernazionale. Inoltre il testo prevede che ilprincipio del pareggio di bilancio vada riferi-to anche ai livelli inferiori, cioè a ogni auto-nomia territoriale. Vi è francamente da domandarsi se unamodifica così rilevante della nostraCostituzione che annulla la possibilità diattuare politiche economiche che non sianole semplice applicazione dei dettati dell’ Ue,possa essere realizzata solo a colpi di mag-gioranza da parlamentari più nominati daipartiti che scelti dagli elettori, senza sotto-porla al giudizio popolare. Se al Senato i dueterzi non venissero raggiunti il referendumsarebbe obbligatorio. Chi si appresta a votare ci pensi.

europaecrisieconomica

arcireport

L a Joint Social Conference è una retedi collegamento fra sindacati europeidella CES e movimenti sociali. Di fron-

te alla drammaticità della situazione europeae alla necessità di una battaglia comune perla democrazia e i diritti ha lanciato un appel-lo a organizzare un Vertice Alternativo aper-to alla società civile europea. L'appello, fir-mato per l'Italia anche da Raffaella Bolini edalla Cgil, verrà discusso in un incontro aBruxelles il 30 marzo. Di seguito ne riportiamo stralci. «Oggi stiamo assistendo a importanti cam-biamenti storici in seno all'Unione europea.Le istituzioni europee, in particolare laCommissione, l'Ecofin e la Bce, approfittanodella crisi per imporre un ordine neoliberista.Il volto dell'Europa sta cambiando con con-seguenze molto pesanti per i cittadini e per ilfuturo del progetto europeo. Questa 'rivolu-zione silenziosa' avviene attraverso un attivi-smo senza precedenti sul piano giuridico-isti-tuzionale: interventi su fisco e salari, nuoveimposizioni di rigidità dei bilanci, pene piùsevere e automatismi nella loro attuazione,riscrittura della legislazione europea e nazio-nale. Ciò significa rafforzare il potere della

Commissione e del Consiglio, riducendo ilParlamento europeo a semplice certificatoredelle decisioni. Il recente trattato fiscale euro-peo radicalizza la scelta di austerità, nelpieno di una crisi economica e ambientalesenza precedenti, che richiedono, al contra-rio, interventi per preservare i posti di lavoroe aumentare gli investimenti pubblici. LaCommissione obbliga gli Stati ad allinearsi alsuo punto di vista, imponendo scelte e vincoliche ledono le prerogative fondamentali dellavita democratica. Con l'adozione di questotrattato, i leader dell'UE negano la realtà. Itanti summit dell'Unione europea che dove-vano ‘ripristinare la fiducia del mercato’,hanno prodotto un aggravamento della crisifinanziaria e sociale. I cittadini si chiedono segli obiettivi dichiarati non nascondano unadiversa strategia: utilizzare la crisi per passa-re a un diverso sistema sociale e democrati-co. Gli sviluppi attuali rappresentano la nega-zione più grave della democrazia chel'Europa abbia vissuto dalla fine della secon-da guerra mondiale. I cittadini europei sonosottoposti a politiche punitive quando tuttisanno che questa crisi è dovuta alle follie deibanchieri e alla incompetenza dei politici che

avrebbero dovuto controllarli, oltre che a duedecenni di smantellamento di salari e occu-pazione. Un neoliberismo punitivo che mettedoppiamente la democrazia in pericolo. Conazioni autoritarie (come la lettera della Bceall'Italia o l'imposizione da parte della troikadi 'governi tecnici' in Grecia e in Italia), maanche dando spazio ai nazionalismi, all'anti-europeismo e alla nascita di regimi autoritari. Noi diciamo Basta!Non possiamo più accettare queste politicheche hanno già gettato l'Europa nel caos eco-nomico e che risvegliano i demoni nazionali-sti. Occorre una difesa dell'Europa e del suomodello sociale, che non è quello dettatodalle grandi aziende e dalle banche.Servono altre politiche, un altro ruolo delleistituzioni e dei trattati: occorre estendere lademocrazia. Esistono alternative. Ciò chemanca oggi è un equilibrio di potere perattuare queste alternative e sviluppare pro-cessi politici per implementare il progettoeuropeo sulla base della democrazia e delprogresso sociale. Il Vertice Alternativo puòessere il primo passo verso il raggiungi-mento di questi obiettivi».Info: www.altersummit.eu

Un Appello della Joint Social Conference per un Vertice Europeo Alternativo

Pareggio di bilancio in Costituzione, senza consultazione popolare

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arci

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S econdo i calcoli ufficiali, con 400 reat-tori in funzione un incidente confusione del nocciolo, il peggiore degli

scenari, dovrebbe capitare una volta ogni250 anni. Ne sono avvenuti 3 in 32 anni:Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel1986, Fukushima nel 2011. I conti del nuclea-re non tornano. Né dal punto di vista econo-mico, con le multinazionali del settore in diffi-coltà, né dal punto di vista della valutazionedel rischio. Sono i dati contenuti in Lezioni daFukushima, il rapporto preparato da Green-peace a 12 mesi dal disastro in Giappone.«La catastrofe dell'11 marzo 2011 ha segna-to la fine del paradigma della sicurezza nu-cleare e ha messo il mondo di fronte al falli-mento profondo e sistematico delle istituzioniche avrebbero dovuto proteggere i cittadinidal rischio», si legge nell'analisi dell'associa-zione ambientalista. «I fatti hanno dimostratoche la minaccia nucleare non solo esiste maè alta e colpisce in maniera imprevedibile».L'elenco degli errori venuti alla luce dopo ilterremoto in Giappone è lungo e inquietante. Primo: il piano di emergenza non ha funzio-nato e l'evacuazione è stata caotica, finendoper aumentare il numero delle persone espo-ste al pericolo. Gli ospedali nella prefettura diFukushima hanno dovuto sospendere l'attivi-tà perché centinaia di dottori e infermieri nonsi sono presentati al lavoro per evitare di

essere contaminati. Secondo: la reticenza delle fonti ufficiali nel-l'offrire un quadro attendibile della situazioneha ritardato una reazione corretta. Ad esem-pio il 12 marzo gli esponenti del governohanno assicurato che il reattore non stavarilasciando significative quantità di radioattivi-tà e che nell'area oltre i 20 chilometri dallacentrale le persone erano al sicuro. Dopodue settimane lo stesso governo è statocostretto a chiedere a chi viveva tra i 20 e i 30chilometri dalla centrale di lasciare volonta-riamente la propria casa. Infine, ad aprile, l'e-vacuazione è stata portata in alcune zonefino a un raggio di 50 chilometri. Terzo: i software per prevedere la ricadutadella radioattività non sono stati usati inmaniera corretta. Ad esempio migliaia di per-sone sono state fatte rifugiare in una scuolain cui era stata prevista una ricaduta deiradionuclidi e che è risultata effettivamentecontaminata. E la situazione continua a pre-sentare gravi incognite ancora oggi, nono-stante - grazie a una fortunata combinazionemeteorologica - i venti abbiamo trascinatoverso la terra solo il 20 % della radioattivitàuscita dagli impianti. «A un anno dal disastro le persone colpitedalle radiazioni e costrette ad abbandonaretutto quello che avevano sono ancora prive diindennizzo e sostanzialmente abbandonate

a se stesse», si legge nel rapporto diGreenpeace. «Alla fine, saranno i contri-buenti giapponesi, e non la società Tepco,proprietaria della centrale esplosa, a pagarela maggior parte dei danni». Circa 150milapersone hanno dovuto abbandonare le lorocase (nonché 3.400 mucche, 31.500 maiali e630 mila polli). Nonostante la legislazionegiapponese preveda gli indennizzi, la man-canza di procedure specifiche ha fino ad oggiritardato i risarcimenti materiali a chi, oltre adavere perso tutto, si trova ora esposto alrischio di gravi conseguenze sulla salute. Almomento la Tepco ha tirato fuori 3,8 miliardidi dollari, a fronte di un danno che può esse-re valutato tra i 75 e i 260 miliardi di dollari.Una cifra che supera i 500 miliardi di dollarise si includono, oltre ai danni, i costi dellosmantellamento degli impianti della centraledi Daiichi. Anche dal punto di vista tecnico,l'impresa della fuoriuscita dalla crisi Fukushi-ma appare ardua. Il governo si è impegnatoa decontaminare 13mila chilometri quadrati,un'area grande quanto la metà della Sicilia.Ma non ha spiegato dove si metteranno ledecine di milioni di metri cubi di terra conta-minata. Se a queste incertezze si aggiungela necessità di un continuo monitoraggiodella radioattività lungo la catena alimentare,si ottiene il quadro di un incidente che non haancora smesso di produrre danni e lutti.

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Uno studio di Greenpeace a un anno dal disastro di Fukushima

R estituire valore e dignità al lavoro:solo così sarà possibile ridare unsenso nuovo al produrre, attraverso

una riconversione ecologica e sociale dell'e-conomia. Si riassume qui il tema di fondodella nona edizione di Terra Futura, mostraconvegno internazionale delle buone prati-che di sostenibilità ambientale, economica esociale, dal 25 al 27 maggio 2012 a Firenze,alla Fortezza da Basso. Promossa da Fondazione culturale Respon-sabilità etica per il sistema Banca Etica,Regione Toscana e Adescoop-Agenzia del-l'economia sociale, insieme ai partner Acli,Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle UtopieConcrete e Legambiente. Il sistema attuale, improntato su una finan-ziarizzazione estrema dell'economia, havisto imprese e lavoratori indebitarsi. Latirannia della finanza malata ha provocatouno spostamento devastante della ricchez-za prodotta, dirottata dagli investimenti alleattività speculative. Così questa crisi ha con-

tribuito a privare il lavoro del suo valore eco-nomico e sociale, marginalizzandolo pesan-temente e minando anche l'equità sociale.«Non solo questo sistema oggi non vienerimesso in discussione - commenta AndreaBaranes, presidente della Fondazione cultu-rale Responsabilità etica - ma addirittura leistituzioni europee e internazionali chiedonoai lavoratori di pagare ancora una volta ilconto: il lavoro viene sacrificato per 'ridarefiducia' ai mercati finanziari, che però di fidu-cia non ne meritano affatto». «La finanza deve tornare a essere unmezzo al servizio dell'economia e dellasocietà - prosegue - non un fine in se stessaper fare soldi dai soldi nel più breve tempopossibile. A Terra Futura vogliamo ribaltarecompletamente la questione e rimettere alcentro il lavoro. È questa la soluzione perun'uscita dalla crisi duratura e fondata subasi diverse: la sostenibilità ambientale esociale e i diritti», come si legge nel PositionPaper, il documento condiviso che riassume

la visione politica dei partner di Terra Futura.A confermare le forti potenzialità di unmondo che sa produrre nuova economia ecreare occupazione rimettendo al centro lapersona, sono le buone pratiche di vita, digoverno e di impresa in mostra alla Fortezzada Basso: prodotti, progetti e percorsi fruttodi azioni e scelte di vita di singoli cittadini,enti locali e istituzioni, di organizzazioni delnon profit, di imprese eticamente orientateche nella sostenibilità hanno trovato ancheuna leva competitiva. Diverse le sezioni tematiche della rassegnaespositiva dedicate a finanza etica ed eco-nomia sostenibile, consumo critico, impegnoper la pace, welfare, e solidarietà sociale,cittadinanza attiva e partecipazione, tuteladell'ambiente, energie alternative, commer-cio equo, agricoltura biologica, edilizia emobilità sostenibili, turismo responsabile.Ricco e di alta qualità anche il programmaculturale. Info: www.terrafutura.info

Lavoro, sostenibilità, equità. A Firenze dal 25 al 27 maggio la nona edizione di Terra Futura

Nucleare pericoloso e imprevedibile

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Dopo un anno e mezzo di mobilitazioni, cortei e dibattiti, domenica 4marzo a Madrid e nei comuni limitrofi si è tenuta una consultazionepopolare autoorganizzata, indetta dalla Piattaforma contra la privati-zacion del canal Isabel II°, dal Movimento M-.15 (Indignados) e davari collettivi sociali e politici. In tutta la Comunità sono stati organiz-zati 319 seggi, senza nessun supporto delle istituzioni locali chehanno respinto la richiesta avanzata da migliaia di cittadini ed ancheda alcuni comuni di ridiscutere il processo di privatizzazione dellaazienda pubblica che fornisce l'acqua a 6 milioni di abitanti.Alle persone è stato chiesto: «Siete d'accordo che il Canale de IsabelII° continui ad essere pubblico al 100%?»Il risultato è stato molto significativo: in un solo giorno hanno votatopiù di duecentomila persone e di questi il 98,9% ha votato Sì. In una conferenza stampa i promotori hanno dichiarato «Sappiamoche questa consultazione non è vincolante, anche se con un similerisultato le istituzioni dovrebbero fermare il processo di privatizzazio-ne. Sappiamo però che non lo faranno e spetterà a noi tutti conti-nuare la lotta. Abbiamo comunque dato ai cittadini la possibilità diesprimersi: fino a qualche mese fa la popolazione non sapeva quasinulla della privatizzazione mentre ora gran parte è informata ed è dis-posta a difendere la gestione pubblica dell'acqua». Si tratta di una tappa importante nella costruzione di una rete euro-pea dell'acqua capace di rimettere in discussione le politiche liberistedell'Europa e del potere finanziario.

D al 14marzo il Forum MondialeAlternativo dell'Acqua darà inizio ailavori che hanno già convogliato a

Marsiglia oltre 2000 attivisti ed esperti diassociazioni e organizzazioni da ogni partedel mondo. In un clima pesante, risultato del-l'evidente imbarazzo di un forum ufficiale - ilsesto WWF - che ormai deve giocare a cartescoperte e che con uno spiegamento mas-siccio di forze dell'ordine in città punta a inti-midire giornalisti liberi ed attivisti partecipantial FAME. Durante la prima giornata di lavoridel World Water Forum di Marsiglia alcuniattivisti italiani sono stati circondati dalla poli-zia, che li ha trattenuti nei pressi dell'entratadel forum ufficiale. Almeno una decina di per-sone, tra cui anche Caterina Amicucci(CRBM) e Marek Rembowski (Amisnet)sono stati fermati e portati al commissariato.Nel frattempo un gruppo di giornalisti interna-zionali free lancer - fra cui due italiani - tuttiregolarmente accreditati nella sala stampadel World Water Forum, venivano malmena-ti e trattenuti per ore per il solo motivo di averassistito ad una manifestazione spontanea dialcuni attivisti francesi, a pochi isolati daipadiglioni del Forum ufficiale. Solo dopo l'in-tervento di colleghi francesi sono stati rila-sciati, senza ricevere spiegazioni in merito aquanto accaduto.

Il World Water Forum è promosso dalConsiglio Mondiale dell'Acqua, che compren-de le multinazionali dell'acqua e la BancaMondiale. Vi partecipano premier, ministri erappresentanti di circa 150 Paesi, insieme adorganizzazioni internazionali come Fao eUnesco. Ogni tre anni questo organismo pri-vato si riunisce in grandi Forum per presen-tare ai governi e imporre ai mercati progetti incui l'acqua viene trattata come bene econo-mico. La presenza di numerosi attivisti dellereti mondiali per acqua pubblica è dovuta allosvolgimento del Forum Mondiale Alternativodell'Acqua (dal 14 al 17 marzo), organizzatodai movimenti internazionali che si oppongo-no alla definizione dell'acqua come merce edifendono invece la sua sacralità ed il dirittoinalienabile di tutti di potervi accedere. Dodicisaranno le sessioni seminariali, workshop,conferenze, film, mostre, spettacoli di strada,spazi espostivi per parlare non solo di acqua,ma anche di temi ad essa strettamente con-nessi come cibo, energia e cambiamenti cli-matici. A Marsiglia è presente anche il ForumItaliano dei Movimenti per l'acqua, che si èmobilitato, insieme alle altre organizzazioni,per richiedere l'immediato rilascio degli attivi-sti e dei giornalisti bloccati dalla polizia e harilasciato una dichiarazione in cui si conside-ra l'azione delle forze dell'ordine un gravissi-

mo atto intimidatorio orchestrato per scorag-giare la partecipazione al Forum Alternativo.Le organizzazioni, gli attivisti, gli enti localiche partecipano al Forum Alternativo discute-ranno di come difendere l'acqua e costruireun modello alternativo di politiche sociali edeconomiche attorno ai beni comuni e alla lorogestione partecipata e democratica.L'obiettivo generale è infatti quello di contra-stare la trasformazione dell'acqua in merce,strategia da tempo perseguita da organismisovranazionali come il WTO (World TradeOrganization), la Banca mondiale e il FondoMonetario Internazionale che da tempo lega-no la concessione dei prestiti alla deregula-tion e alla privatizzazione dei servizi, tra cuianche la fornitura dell'acqua. La 'guerra per l'oro blu' è purtroppo uno sce-nario sempre più probabile. L'acqua abbon-da sulla Terra, ma il 98% è salata; il 2% èacqua dolce e solo lo 0,02% del totale è uti-lizzabile dall'uomo. Ma l'acqua è mal distri-buita. Una persona su otto non ha ancoraaccesso all'acqua e, ogni anno, oltre un milio-ne e mezzo di bambini sotto i 5 anni muoreper la sua carenza. Nei Paesi in via di svilup-po insomma, l'acqua è un privilegio, rara-mente viene depurata e spesso rappresentaun veicolo di malattie. Info: www.fame2012.org

Il World Water Forum di Marsiglia comincia male:fermati giornalisti e attivisti

Madrid sceglie l'acqua pubblica

La Val di Susa scriveall'EuropaI 726 Membri del Parlamento Europeo hanno ricevuto una lettera dalcomitato Presidio Europa del Movimento No TAV, nella quale si chie-de di «prendere atto della violenta, anti-democratica e pericolosasituazione che sta subendo in questo momento la Val di Susa, acausa della imposizione del progetto della Linea ad Alta VelocitàTorino-Lione anche per mezzo di una crescente militarizzazione delterritorio». L'appello fa riferimento alla lettera che più di 360 profes-sori universitari, esperti e tecnici, hanno mandato al Presidente delConsiglio Mario Monti, chiedendo che i tecnici siano finalmente rice-vuti per aver modo di esprimere in dettaglio le loro osservazioni epreoccupazioni. A questa lettera hanno aderito in pochi giorni più di14mila persone da tutta Italia, firmando una petizione che chiede unincontro tra il governo tecnico ed i tecnici.Insieme a una copia della lettera indirizzato a Monti, è stato anchemandato il brano di Alberto Moravia «Ci sono due maniere di trac-ciare una strada», tratto dal libro L'uomo come fine; ci pare che que-sto grande scrittore abbia in tempi non sospetti (1946) ben compre-so quali danni e sofferenze possano essere generati da decisioni chenon rispettano i reali bisogni e la vita delle popolazioni locali. Loscopo dell'appello è di far riflettere su questo momento tanto difficileper la gente della Valle di Susa, dando informazioni su azioni con-crete (la lettera a Monti) ed anche suggerendo, con la lettura diMoravia, una chiave di interpretazione della cattiva informazione chearriva dalla maggior parte dei media.

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n.10 13 marzo 2012

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S abato 17 marzo, alle 21,30, sarà inscena al circolo Arci Guernica diImperia il monologo Una questione

di vita e di morte. Veglia per E.E., scritto einterpretato da Luca Radaelli, nell'ambitodella rassegna di teatro civile Cantori diStorie 2012. Lo spettacolo viene rappresentato per laprima volta in Liguria, dopo numeroserepliche di successo in diverse città italia-ne, a Milano, Roma, Trieste, Cagliari,Brescia, Bergamo, Como, Piacenza, Ternie in Svizzera a Bellinzona. Ispirata alladrammatica vicenda di Eluana Englaro,scomparsa il 9 febbraio 2009 dopo 17 annidi stato vegetativo permanente provocatoda un grave incidente stradale avvenuto

nel 1992, la pièce Una questione di vita edi morte. Veglia per E.E. è stata scritta conil prezioso contributo e la collaborazione diBeppino Englaro, padre di Eluana, e delsuo libro Eluana. La libertà e la vita. In scena Luca Radaelli, autore, regista eattore teatrale di Lecco che, attraverso lachiave di lettura del teatro, la narrazione ela musica, affronta con sobrietà, attenzionee sensibilità la riflessione su temi cruciali,profondi e intimi, come la vita e la morte, lamalattia, la volontà e libertà personale,l'etica, la religione e la fede, la laicità. Tematiche che hanno animato e animanotuttora il dibattito pubblico e politico-istitu-zionale sui complessi temi legati alle que-stioni di fine vita. «In tutte le culture - sot-tolinea Luca Radaelli - la morte è un fattonaturale. Dall'Irlanda all'isola di Bali, dallaCalabria alle steppe russe, le comunità siriuniscono a vegliare il morto con canti eracconti, mangiando o ubriacandosi. Noivogliamo riprendere questa tradizione:proporre una veglia, laica, anche per chinon ha avuto questa possibilità. Nel casoEnglaro abbiamo assistito a una sorta diveglia mediatica a reti unificate, dove la

polemica sostituiva la pietà. Addirittura c’èchi ha parlato di cultura della vita oppostaa quella della morte. Viviamo in una socie-tà che vende modelli di giovinezza e pre-stanza, in una società che cerca di ‘dimen-ticare’, occultare, esorcizzare la morte. Peruna volta, vogliamo, invece, parlarne». Ed è così che, partendo dalla cronaca edall'attualità, e passando attraverso l'emo-zione della vicenda personale, lo spettaco-lo conduce la riflessione ad un livello piùampio, astratto, culturale, ripercorrendobrani tratti dai grandi classici della filosofia,della letteratura, della poesia e della dram-maturgia - Sofocle, Dante, Shakespeare,Molière, Foscolo - note e versi di grandiautori contemporanei come Fabrizio DeAndrè e Robert Wyatt, oltre che canti dellatradizione popolare, «alla ricerca di unachiave per sondare il mistero della morte»,restituendo allo spettatore quesiti, dubbi,interrogativi, sui quali riflettere oggi, maanche, e soprattutto, per il domani. Ingresso con tessera Arci. Lo spettacolosarà preceduto da una cena conviviale aprezzi popolari. Info: www.guernica.imperia.it

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‘Una questione di vita e di morte. Veglia per E.E.’in scena il 17 marzo all’Arci Guernica di Imperia

Per la rassegna cinematograficaDignità violata del circolo Opificiodelle idee, il 14 marzo alle 21 saràproiettato Mamma Roma di PierPaolo Pasolini. Ingresso gratuito

CASTELLANA GROTTE (BA)

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n.10 13 marzo 2012

Ritratti di PalermoPALERMO - L’Arci Malaussènepresenta Ritratti di Palermo, quat-tro cortometraggi documentari

realizzati dagli allievi del Centro spe-rimentale di Cinematografia - sedeSicilia. I documentari sono il frutto diun laboratorio di regia tenuto dallaregista palermitana Costanza Qua-triglio nei primi mesi del 2011. Allaproiezione, in programma il 15 marzoalle 21 presso il circolo Arci, sarannopresenti i registi. Ingresso libero.Info: www.associazionemalaussene.it

Frida e TinaPIACENZA - Il 15 marzo alle 21.30presso l’Auditorium ‘Nelson Mandela’della Camera del Lavoro si terrà lospettacolo Frida e Tina. Il corpoingrato di Silvana Trucchi, promossoda Arci, Cgil, Zeroteatro e associa-zione Il pane e le rose all’internodella rassegna Musica al lavoro. Lestorie di due donne, Frida Kahlo eTina Modotti, accomunate dallavoglia di vivere, dal protagonismonella rivoluzione culturale del secoloscorso, dall’attivismo politico e artisti-co, ma anche dal peso del loro corpo,

un corpo ingrato. Ingresso libero.Info: www.arcipc.it

Donne nell’arteVENEZIA - È possibile visionare finoal 18 marzo, nella Scoletta dei Cale-ghieri di San Tomà, la mostra Donnenell’arte, collettiva di pittura al femmi-nile allestita con le opere di RenataCarraro, Emanuela Cittadoni, Nico-letta De Grandis e Sara Ormesani.L’esposizione, curata dall’Arci Q16della Gazzera, in collaborazione conl’Arci Venezia e il Municipio diVenezia, è stata introdotta e presen-tata dal professor Flavio Andreoli.Info: [email protected]

Visi intrisi di Mario FerrariTORINO - Il circolo Amantes ospitatre puntate del progetto Malamentecurato da Francesco Sena, in cui tredei protagonisti della mostra colletti-va tenutasi nel 2010 a PalazzoBertalazone si alternano in intimemostre personali. Dal 16 al 28 marzoè la volta di Mario Ferrari e della suaVisi intrisi, una trasfigurazione dellarealtà riconoscibile dai lineamentiumani soltanto accennati, evocati, in

un turbine di colori su cui si staglianoineffabili presenze che raccontanodel sé e dell'altro da sé, dell'oblio del-l'esistenza, di un inconscio coscientedelle presenze che ci circondano.Info: www.arteca.org

Aperitivi con l’autoreGENOVA - Al Belleville, per il ciclo diaperitivi con l’autore, il 15 marzo alle19 appuntamento con lo scrittorePaolo Nori. Uno spazio per conosce-re la realtà di un ‘mestiere’ mitizzato,per parlare del rapporto fra vita escrittura, fra il momento della parolascritta e quello dell'incontro col pub-blico dei lettori, dell'ispirazione, dellescelte di cambiare pelle. Ingressolibero con tessera Arci, Uisp,Legambiente, Arciragazzi, Arcigay.Info: www.arcibelleville.org

Sportello per adolescentiAPRILIA (LT) - Presso l’Arci La frec-cia - ex Mattatoio è attivo lo sportellod’ascolto gratuito per adolescenti.Spazio dedicato ai giovani dai 13anni in su che accoglie richieste, pro-muove risorse e competenze perso-nali, facilita il rapporto con i servizi

territoriali. Il servizio è attivo ogni gio-vedì pomeriggio dalle ore 16,00 alleore 17,30 presso la sede in via CarloCattaneo 2.Info: [email protected]

Contest su PasoliniCUSANO MILANINO (MI) - Il circoloArci Agorà, in collaborazione con l’as-sociazione culturale Pasolini, organiz-za per domenica 18 marzo a partiredalle 19 un contest artistico dedicatoalla figura di Pier Paolo Pasolini nel-l’ambito dell’evento culturale Pasoliniad un tratto. I partecipanti si conten-deranno l'opportunità di esporre leproprie opere in una mostra persona-le, della durata di una settimana, nellaGalleria milanese Art for interior di viaPellegrino Rossi 5 a Milano. Iscrizionientro il 15 marzo all’indirizzo mail diseguito.Info: [email protected]

Proiezioni di ArcilifeCARMAGNOLA (TO) - Il 14 marzo perla rassegna di cinema d’autore curatada Arcilife sarà proiettato al teatroElios Drive di Nicolas Winding Refn.Info: [email protected]

Notizie Brevi

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A nche quest'anno la Camera delLavoro di Pisa ha rinnovato il suoimpegno a partecipare ai Campi

antimafie 2012, insieme allo Spi Cgil e aicomitati Arci di Pisa, della Valdera e delValdarno. Il nostro impegno sarà principal-mente per la Campania, dove l'anno scor-so i compagni dell'associazione Arci Neroe non solo hanno avuto in affidamento deiterreni confiscati al clan dei Casalesi nelcomune di Santa Maria la Fossa. Terra dilavoro e di dignità abbiamo chiamato que-sto progetto, perchè lavoro, dignità e lega-lità devono andare di pari passo. La scorsa estate è stata la prima esperien-za che ha coinvolto dieci ragazze e ragaz-zi provenienti dalla provincia di Pisa e li haportati dritti a Parete, in provincia diCaserta. I volontari hanno lavorato perbonificare un terreno a Santa Maria laFossa e un campetto di calcio a Casape-senna, proprio a pochi metri dalla villadove è stato arrestato il boss MicheleZagaria. La sera, tornati a Parete, si parte-cipava alle attività del Villaggio della soli-darietà, progetto realizzato dall'associazio-ne Nero e non solo che accoglie e assiste

i braccianti agricoli immigrati che lavoranola terra raccogliendo la frutta, sfruttati dacaporali e camorristi. Un'esperienza all'insegna del lavoro e del-l'integrazione. A Pisa abbiamo lanciato laprogrammazione dei campi antimafie aParete attraverso una conferenza stampatenuta nella sede della Cgil. Lo abbiamofatto sabato 10 marzo. Infatti, il 10 marzodel 1948 veniva ucciso dalla mafia PlacidoRizzotto, Segretario della Camera delLavoro di Corleone. Il corpo di Rizzotto fugettato in una foiba di Rocca Busambra,montagna vicino Corleone. Nel 2009 furo-no estratti dalla foiba dei resti umani e sololo scorso 9 marzo è stata diffusa la notiziache quei resti appartengono a Rizzotto.Tutti i ragazzi e le ragazze che hanno par-tecipato ai campi della legalità a Corleonehanno conosciuto la figura di PlacidoRizzotto, la sua vita e il suo impegno. Lamemoria di questo sindacalista non èandata persa, grazie anche al contributo diDino Paternostro, attuale Segretario dellaCgil corleonese che, con tanta caparbietà,ha tenuto viva la memoria di Rizzotto. Hainfluito molto anche il progetto Liberarci

dalle spine che in questi 7 anni ha per-messo a tantissime ragazze e ragazzi dicondividere l'esperienza corleonese con lacooperativa Lavoro e non solo, che gesti-sce 174 ettari di terreni confiscati ai mafio-si del luogo. Di fatto i suoi operatori sonogli eredi autentici di Placido Rizzotto e diBernardino Verro, che si sono impegnati -e per questo sono stati uccisi - per offriregiustizia e libertà alla comunità locale attra-verso il lavoro di quelle terre. I campi anti-mafie sono soprattutto impegno e memo-ria. Per questo vale la pena partecipare edessere partigiani di questa nuova resisten-za, quella alle mafie.Info: [email protected]

11incircolo

arcireport

Il 16 marzo alle 20 al circolo Le fornaci l’iniziativa AntimafiaInWeb,con la presentazione del portale ArciPistoia Tv e dei campi antimafia 2012

e l’apericena a sostegno della cooperativa Lavoro e non solo

PISTOIA

notizieflash

Al centro Centofiori ifumetti di ZerocalcareGiovedì 15 marzo il circolo Arci Solidarietàonlus ospita, all'interno della rassegna ArciPM, la presentazione de La profezia dell'ar-madillo, prima raccolta cartacea di fumettidi Zerocalcare, i cui appuntamenti settima-nali sono ormai un piccolo culto per il popo-lo della Rete. Nato per caso su Facebook, Zerocalcareha visto premiato il suo talento da un tamtam che ha portato la prima ristampa dellasua raccolta di fumetti al tutto esaurito. Conil suo stile originale e immediato, questogiovane autore romano è un vero e propriofrullatore di cultura pop, fantasmi post-ado-lescenziali e riflessioni sulla condizione del-l'uomo moderno. Le sue strip catturano illettore e lo trascinano in situazioni tantosurreali quanto verosimili, in una dimensio-ne sospesa tra realtà, immaginazione eproduzione onirica da cui una volta entrati èdifficile voler uscire. L'iniziativa avrà luogo presso il centroCentofiori in via Goito 35/b, Roma, alle 19,ed ospiterà una mostra di alcune tavole delfumetto. Alle 20 seguirà la presentazionedel libro. Info: www.arcisolidarietaonlus.eu

Gli operai della Vynils si raccontano nel documentario ‘Pugni chiusi’«Chi lotta può perdere, chi non lotta ha giàperso». Sembra solo uno slogan come unaltro, ma se a questa manciata di parole siaffianca la voce di Pietro e dei suoi com-pagni, rinchiusi nel carcere dell'Asinara –paradosso dei paradossi – per farsi ascol-tare dai network, dalle testate giornalisti-che, e dai governi nazionali e internaziona-li, quello slogan ha tutto un altro senso. È la storia raccontata nel documentarioPugni chiusi, la storia di un gruppo di ope-rai licenziati dalla Vynils, in mezzo alledecine e decine di vittime del lavoro chenon c'è più. Fiorella Infascelli ci fa dono

dello sguardo sapiente e prezioso del regi-sta che si emoziona e lotta, per quel chepuò, insieme a loro. Senza slogan e con lamacchina da presa. Il film, miglior docu-mentario nella sezione ‘Controcampo ita-liano’ alla Mostra del Cinema di Venezia2011, sarà proiettato il 15 marzo alle 21presso l’Exfila a Firenze, in occasione dellarassegna L’Italia che non si vede promos-sa da Arci Firenze in collaborazione conUcca. Alla proiezione sarà presente la regi-sta; partecipa Mauro Fuso, segretario Cgildella Camera del Lavoro di Firenze.Info: www.arcifirenze.it

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n.10 13 marzo 2012

Continuano all’Arci Tom di Mantova iMercoledì all’officina. Il 14 marzo a partiredalle 21 My favorite things, dj set teatrale acura di Compagnia ZeroBeat con MatteoCodognola, Diego Devincenzi, FedericoFerrari, Roberto Pavani ed Enrica Provasi. Un viaggio nella memoria, un divertisse-ment, un intrattenimento giocoso, in cui lecanzoni, i video, gli strumenti musicali com-pongono uno show comico/tragico/surreale

sconvolgente, e la prossimità del pubblicoalla scena permette ai cinque interpreti diguardare negli occhi gli spettatori e coinvol-gerli in un delirio collettivo. A seguire buffetin collaborazione con libro-gusteria Il pen-satoio. Ingresso 8 euro con tessera Arci.Prossimi appuntamenti in programma il 21marzo con Brio, spettacolo di Teatro danza,e il 28 con Moana porno-revolution.Info: www.arcitom.it

All’Arci Tom i ‘Mercoledì all’officina’

Da Pisa a Parete, per resistere alle mafie

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C ontestare e creare: l'insegnamentodel filosofo torinese LudovicoGeymonat è il titolo scelto per la

terza Assemblea nazionale della Rete dellaConoscenza, il network dei soggetti in for-mazione a cui aderiscono Link - Co-ordinamento Universitario e l'Unione degliStudenti, che si svolgerà a Genova il 17, 18e 19 marzo a margine della manifestazionenazionale per il ricordo delle vittime di mafiaorganizzata da Libera. Saremo in centinaia a Genova per discute-re i contenuti e le modalità della nostra futu-ra azione politica, consapevoli che «È benenon dimenticare mai che la storia delle ideeè storia di lotte e di conquiste, di contesta-zioni e di creazioni. E, dunque, l'idea di con-testazione e quella di creazione camminanoappaiate». Un'Assemblea che sarà inevitabilmentecaratterizzata dai temi di questa fase cru-ciale della storia italiana e mondiale. La gestione autoritaria e violenta della crisida parte dei mercati, con la collaborazionedegli organismi internazionali e dei Governi,ridisegna i confini di concetti secolari comela democrazia, la sovranità, la giustizia.L'attacco si dispiega su tutti i livelli: dal loca-le - un esempio emblematico in tal senso è

la situazione della Val di Susa, in lotta dadecenni contro un'opera costosissima, inuti-le e dannosa - all'internazionale, con i diktata base di taglio di spesa pubblica per Paesicome la Grecia, condannati ad un defaultnon solo finanziario, ma soprattutto sociale.Nelle nostre scuole e università, i provvedi-menti dello scorso Governo che ancora pro-ducono danni inestimabili al sistema deldiritto allo studio, alla qualità della didatticae ai tantissimi altri aspetti del mondo dellaformazione, vengono sostanzialmente av-vallati anche dall'attuale Esecutivo 'dei tec-nici': in questo modo il ruolo dei saperi comestrumento per l'elaborazione collettiva perun nuovo modello di sviluppo e di democra-zia è fortemente messo in discussione. Ilmodello neoliberista, sempre più in crisi,sembra comunque non porre limiti alla pro-pria foga distruttrice, nemmeno davanti ailimiti fisici della Terra, dei suoi ecosistemi edei suoi beni comuni, escogitando meccani-smi sempre più efficaci per estrarre valoredalle nostre vite. Riteniamo che in questo scenario il nostrocompito non possa essere semplicementequello di contestare: la contrapposizionevuota non è mai bastata e non basterà certoora. Contestare e creare quindi significa

ripensare e praticare la democrazia nei luo-ghi della formazione e nei movimenti percostruire a partire dalle nostre lotte unnuovo mondo possibile e necessario, signi-fica rivendicare un nuovo modello di welfa-re per il riconoscimento dei diritti di cittadi-nanza e l'autonomia dei soggetti in forma-zione, significa reclamare la gestione pub-blica e partecipata dei beni comuni, dall'ac-qua all'energia, dai suoli alla conoscenza,significa contrapporre alla violenza dellaprecarietà lavorativa ed esistenziale i diritti ela dignità del lavoro per tutti e tutte, significacostruire per la filiera dei saperi di questoPaese un ruolo guida nell'uscita dalla crisi equindi nell'elaborazione di un altro modelloeconomico, democratico, di sviluppo.Contestare e creare significa iniziare ora apensare assieme e costruire un futuro per lenostre vite.Info: www.retedellaconoscenza.it

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Hanno collaborato a questo numeroCarla Cocilova, Luca D’Onofrio, Walter Massa,Maude, Gianluca Mengozzi, Claudio Riccio, Valentina Roversi, Paola Scarnati, Aniello Zerillo

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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Attribuzione -Non commerciale -Condividi allo stesso modo 2.5 Italia

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n.10 13 marzo 2012

Sic fiat Italia (Così sia Italia)Il Centro Aggregativo Apollo 11 in collabo-razione con l'Ucca proietta a Roma, alPiccolo Apollo, Sic Fiat Italia - Così siaItalia, martedì 13 marzo alle 20.Al termine della proiezione l'autore DanieleSegre incontra il pubblico insieme a LucianaCastellina, Paola Scarnati, Giorgio Airaudo(Segreteria nazionale Fiom), Canio Calitri(Segreteria regionale Lazio Fiom).Si tratta di un film - saggio dal titolo amaro eironico, in cui il regista, attraverso un ven-tennio di racconti di lavoratrici e lavoratori,costruisce un rigoroso percorso di 'saggisti-ca sociale e umana' che arriva all'oggi.Una suggestione per riflettere sulla progres-siva erosione dei diritti acquisiti, sul muta-mento della scena economica con i nuoviscenari imposti dalla globalizzazione, sulrattrappirsi dalla dimensione di riscatto e didignità di un lavoro inteso nel suo senso piùpieno, sulle divisioni interne, su la solitudi-ne, la paura, la tristezza, la rabbia, sul silen-zio impotente accanto a una tenace resi-stenza. Sic Fiat Italia è uno dei dodici film

proposti nella rassegna L'Italia che non sivede 2012, che continua a essere organiz-zata in tanti circoli dal nord al sud del paese.

Habana upPer la prima volta a Roma arriva una mostraampia ed esaustiva dedicata all'arte cubanacontemporanea che coinvolge venti artistidella nuova generazione, con 62 opere ( 25fotografie e 37 tele in tecnica mista).Habana up si terrà dal 15 marzo al 20 mag-gio 2012 nella Galleria dell'Istituto Cer-vantes di Roma, a piazza Navona, di frontealla fontana del Bernini, nel cuore dellacittà.Contemporaneamente alla mostra, con unappuntamento fisso ogni settimana si svol-gerà, sempre nella sede della Galleria del-l'Istituto, un ciclo di film rappresentativi delcinema cubano.La rassegna è realizzata con la collabora-zione dell'Ucca che ha messo a disposizio-ne i film della propria cineteca e dell'Arciche ha anche collaborato alla realizzazionedello spot della mostra.

www.ucca.it / [email protected]

La magnifica ossessione

di Claudio Riccio, portavoce nazionale Rete della Conoscenza

Contestare e creare