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16 ottobre 2012 anno X - n. 34 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Gli anticorpi della legalità L'approvazione definitiva del ddl anti cor- ruzione è ormai questione di giorni, ma avver- rà fra molti mal di pancia e pochi entusiasmi. I veti della destra hanno prodotto infatti un testo carente su molti punti, come l'autorici- claggio, il falso in bilancio, i tempi di pre- scrizione, l'incandidabilità alle cariche pub- bliche per chi è stato condannato. Verrebbe da chiedersi se quel testo serva davvero a combattere più efficacemente la corruzione o finisca per essere utile solo alla prescrizione di qualche processo. Ma nonostante tutto è bene che venga approvato subito, perché è necessario e urgente dare un segnale al paese. Dal Lazio alla Calabria alla Lombardia un crescendo di inchieste, arresti e condanne investe la pubblica amministrazione: cor- ruzione, concussione, connivenze, interessi privati in atti pubblici. Dall'ultima vicenda lom- barda arriva la conferma di come la criminalità organizzata possa penetrare fino al cuore della pubblica amministrazione, un colpo mor- tale alla credibilità delle istituzioni. Eppure, con ben 13 fra consiglieri e assessori sotto accusa, il presidente non ritiene di doversi dimettere e ancora cerca la resa dei conti a suon di minacce e ricatti. Colpisce la protervia con cui questi signori si autoassolvono di fronte ai microfoni e accu- sano a loro volta. È lo spettacolo penoso del crollo dell'impero dopo i fasti di trent'anni di soldi e potere, sempre più soldi e potere fino a diventare un regime. Se tutto ciò è stato possibile forse è anche perché non ci siamo indignati abbastanza, ci siamo assuefatti all'il- legalità quotidiana, all'indifferenza e al disin- canto, all'idea che in fondo non conviene essere onesti, tanto così fan tutti. Anche a si- nistra troppi non hanno avuto il coraggio di reagire e si sono adattati. È intollerabile che si faccia di ogni erba un fascio, ma va preso atto che siamo davvero vicini al punto di rottura. La destra è allo sban- do nel disperato tentativo di non sprofondare in una palude di porci ladri e corrotti. La sini- stra rischia di suicidarsi in insensate guerre fratricide. E intanto le istituzioni, deboli e di- stanti dalla società, diventano sempre più per- meabili agli interessi più o meno leciti e al malaffare. È vero, nel paese non mancano gli anticorpi della legalità, ma perché entrino in moto deve darsi una smossa la parte migliore della politica, del lavoro, dell'impresa, della cultura, dell'associazionismo. Prima che si sia toccato il fondo serve un moto di riscatto civico. VERSO FIRENZE 10+10 I PAGINA 5 Susan George, presidente onoraria di Attac France, spiega perché è importante partecipare all’appuntamento di Firenze CULTURA I PAGINA 8 Una lunga Carovana culturale per la democrazia. Un articolo di Carlo Testini I l Nobel della Pace non è mai stato un riconoscimento rigoroso, e individuare oggi a chi assegnarlo in base ai criteri tradizionalmente usati dalla giuria non è facile. Forse anche questo può aiutarci a capire il perché di quel premio a un'Europa in profonda crisi. Esiste una politica di pace dell'Unione Europea? Esiste una sua politica comune capace di arginare i poteri economi- ci e finanziari sovranazionali, così come gli egoismi nazionali? È politica di pace respin- gere i migranti o rinchiuderli nei Cie? Opera per la pace un'Europa che chiede il sacrificio al popolo greco, crea povertà al suo interno e barriere ai suoi confini? È vero, non ci sono state guerre in questi 60 anni nel perimetro dell'Unione Europea, Germania e Francia non si sono armate l'un contro l'altra. Ma che dire dell'impegno bellico verso altri paesi? Senza andare troppo lontano, pensiamo all'incapacità di contrastare i nazionalismi nello spazio ex-jugoslavo, alla guerra del Kosovo o meglio alla guerra contro l'europea Serbia, all'Afghanistan, all'Iraq, alla passività verso i regimi autoritari del Mediterraneo, alla Libia. Pace interna e aggressività al- l’esterno, la guerra come strumento della politica estera? Forse con il Nobel si è voluto dare un moni- to ai governi e al popolo dell’Unione Europea. Sono molti gli osservatori che denunciano il drammatico aumento di con- flittualità prodotto dalla distruzione dei diritti, dalla caduta della coesione sociale, dalla riemersione di rancori tra nazioni e regioni. Di fenomeni regressivi - razzismi, fascismi, nazionalismi - è pieno il continente. Non sarà un premio postumo al sogno di un’Europa davvero unita ad aiutarci: serve un progetto di futuro capace di portarci in direzione opposta e contraria alla guerra, quella che c’è già e quella che può tornare. Non sono i premi a costruire la pace Un centro di detenzione in Libia - Articolo a pagina 2 Caccia ai migranti in Libia Il Rapporto di Fidh, Migreurop e Jsfm

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La caccia ai migranti in Libia ed il Rapporto di Fidh, Migreurop e Jsfm; un pensiero sul premio nobel alla pace dato all'UE; il protocollo d’intesa sulla Carovana antimafie; il giudizio negativodi Sbilanciamoci! sulla legge di stabilità; Susan George parla di Firenze 10+10; la dichiarazione del Comitato di Coordinamento del Forum Sociale Magrebino sul FSM 2013 a Tunisi; un invito alla ‘Spesa giusta’ e al commercio equo

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16 ottobre 2012anno X - n. 34

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Gli anticorpi della legalità

L'approvazione definitiva del ddl anti cor-ruzione è ormai questione di giorni, ma avver-rà fra molti mal di pancia e pochi entusiasmi.I veti della destra hanno prodotto infatti untesto carente su molti punti, come l'autorici-claggio, il falso in bilancio, i tempi di pre-scrizione, l'incandidabilità alle cariche pub-bliche per chi è stato condannato. Verrebbeda chiedersi se quel testo serva davvero acombattere più efficacemente la corruzione ofinisca per essere utile solo alla prescrizionedi qualche processo. Ma nonostante tutto èbene che venga approvato subito, perché ènecessario e urgente dare un segnale alpaese. Dal Lazio alla Calabria alla Lombardiaun crescendo di inchieste, arresti e condanneinveste la pubblica amministrazione: cor-ruzione, concussione, connivenze, interessiprivati in atti pubblici. Dall'ultima vicenda lom-barda arriva la conferma di come la crimina litàorganizzata possa penetrare fino al cuoredella pubblica amministrazione, un colpo mor-tale alla credibilità delle istituzioni. Eppure,con ben 13 fra consiglieri e assessori sottoaccusa, il presidente non ritiene di doversidimettere e ancora cerca la resa dei conti asuon di minacce e ricatti.Colpisce la protervia con cui questi signori siautoassolvono di fronte ai microfoni e accu-sano a loro volta. È lo spettacolo penoso delcrollo dell'impero dopo i fasti di trent'anni disoldi e potere, sempre più soldi e potere finoa diventare un regime. Se tutto ciò è statopossibile forse è anche perché non ci siamoindignati abbastanza, ci siamo assuefatti all'il-legalità quotidiana, all'indifferenza e al disin-canto, all'idea che in fondo non convieneessere onesti, tanto così fan tutti. Anche a si -nistra troppi non hanno avuto il coraggio direagire e si sono adattati.È intollerabile che si faccia di ogni erba unfascio, ma va preso atto che siamo davverovicini al punto di rottura. La destra è allo sban-do nel disperato tentativo di non sprofondarein una palude di porci ladri e corrotti. La sini -stra rischia di suicidarsi in insensate guerrefratricide. E intanto le istituzioni, deboli e di -stanti dalla società, diventano sempre più per-meabili agli interessi più o meno leciti e almalaffare. È vero, nel paese non mancano glianticorpi della legalità, ma perché entrino inmoto deve darsi una smossa la parte miglioredella politica, del lavoro, dell'impresa, dellacultura, dell'associazionismo. Prima che si sia toccato il fondo serve unmoto di riscatto civico.

VERSO FIRENZE 10+10 I PAGINA 5Susan George, presidente onoraria di Attac France, spiega perché è importantepartecipare all’appuntamento di Firenze

CULTURA I PAGINA 8Una lunga Carovana culturale per la democrazia. Un articolo di Carlo Testini

Il Nobel della Pace non è mai stato unriconoscimento rigoroso, e individuareoggi a chi assegnarlo in base ai criteri

tradizionalmente usati dalla giuria non èfacile. Forse anche questo può aiutarci acapire il perché di quel premio a un'Europain profonda crisi. Esiste una politica di pacedell'Unione Europea? Esiste una sua politicacomune capace di arginare i poteri economi-ci e finanziari sovranazionali, così come gliegoismi nazionali? È politica di pace respin-gere i migranti o rinchiuderli nei Cie? Operaper la pace un'Europa che chiede il sacrificioal popolo greco, crea povertà al suo internoe barriere ai suoi confini? È vero, non ci sonostate guerre in questi 60 anni nel perimetrodell'Unione Europea, Germania e Francianon si sono armate l'un contro l'altra. Ma chedire dell'impegno bellico verso altri paesi?Senza andare troppo lontano, pensiamoall'incapacità di contrastare i nazionalismi

nello spazio ex-jugoslavo, alla guerra delKosovo o meglio alla guerra contro l'europeaSerbia, all'Afghanistan, all'Iraq, alla passivitàverso i regimi autoritari del Mediterraneo,alla Libia. Pace interna e aggressività al -l’esterno, la guerra come strumento dellapolitica estera?Forse con il Nobel si è voluto dare un moni-to ai governi e al popolo dell’UnioneEuropea. Sono molti gli osservatori chedenunciano il drammatico aumento di con-flittualità prodotto dalla distruzione dei diritti,dalla caduta della coesione sociale, dallariemersione di rancori tra nazioni e regioni.Di fenomeni regressivi - razzismi, fascismi,nazionalismi - è pieno il continente. Non sarà un premio postumo al sogno diun’Europa davvero unita ad aiutarci: serveun progetto di futuro capace di portarci indirezione opposta e contraria alla guerra,quella che c’è già e quella che può tornare.

Non sono i premi a costruire la pace

Un centro di detenzione in Libia - Articolo a pagina 2

Caccia ai migranti in LibiaIl Rapporto di Fidh, Migreurop e Jsfm

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Si è chiusa alla mezzanotte del 15ottobre la procedura che avrebbedovuto consentire l’emersione alle

centinaia di migliaia di lavoratori stranieriche lavorano in nero. Il bilancio, sulla basedella quantità di domande presentate(meno di 120mila), non può dirsi certa-mente positivo e fa parlare di ‘occasionemancata’, con conseguenze negative nonsolo per gli interessati, che continuerannonella loro condizione di irregolari, maanche per le casse dello stato, visto il man-cato gettito fiscale. Costi troppo alti, proce-dure complesse, requisiti impossibili epoca chiarezza hanno contribuito al mezzofallimento di un provvedimento che in tantiattendevano. La sua efficacia è stata sacri-ficata sull’altare degli interessi contrappo-sti della ‘strana maggioranza’ e persino larichiesta di allungare i tempi del provvedi-mento non ha avuto al momento alcunesito. Eppure il parere dell’avvocaturadello stato che faceva un po’ di chiarezza

su uno dei punti più controversi, è arrivatosoltanto a pochi giorni dalla chiusura equindi una proroga sarebbe stata più chegiustificata. Il risultato è che probabilmentenemmeno un quinto di chi avrebbe potutoaccedervi ne ha usufruito, e quasi il 90%delle domande presentate riguardanolavori domestici e di cura, cioè quelle cate-gorie di lavoratori per i quali non era richie-sto il requisito del tempo pieno e i costi,rispetto ad altri tipi di lavori, decisamenteinferiore. Chi ci è riuscito, è probabilmentecorso a farsi assumere in questi ruoli pur diottenere la regolarizzazione, anche se pro-babilmente il suo lavoro reale è di tutt’altrotipo. Cose già viste nelle scorse regolariz-zazioni, che avevamo puntualmentesegnalato, ma che nessuno ha volutoprendere in considerazione. Altro potente deterrente, come abbiamopiù volte denunciato, è stata la previstadisparità di trattamento tra lavoratore edatore di lavoro in caso di non accettazio-

ne della domanda. Il secondo avrebberischiato al massimo una multa, mentreper lo straniero sarebbe scattata l’espul-sione. Ma dal 16 ottobre cominceranno ledifficoltà per tutti. Saranno infatti pienamente operative lesanzioni introdotte dalla Direttiva european. 52, particolarmente severe nel casovenga riconosciuto lo sfruttamento. In que-sto caso il lavoratore che presenti denun-cia a carico del datore di lavoro potrà otte-nere il permesso di soggiorno per la dura-ta del processo, un po’ poco per trovare ilcoraggio di una denuncia che potrebberisolversi in un’espulsione. Si sarebbe potuta affrontare questa nuovafase in un contesto radicalmente diverso,con la maggior parte delle situazioni sana-te. Così non si è voluto fare e a pagarne leconseguenze saranno come al solito i piùdeboli. Ci chiediamo, come in altre occasioni, ilperché e a chi giova.

Arresti mirati, lavori forzati e condi-zioni di detenzione brutali neicampi gestiti da ex ribelli fuori con-

trollo: nella Libia del post Gheddafi è cac-cia ai migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana. La denuncia arriva col rapportorealizzato dalla Fede razione internazionaledei diritti umani (Fidh), Justice sans fron-tières pour les migrants (Jsfm) eMigreurop. Il rapporto è il risultato di un’in-chiesta realizzata nel giugno scorso in 7centri di detenzione a Tripoli, Bengasi enella regione di Djebel Nafoussa , che hariscontrato «violazioni flagranti e generaliz-zate dei diritti umani fondamentali». Il conflitto, spiega il rapporto, ha provocatoun esodo di massa di lavoratori migranti,ma la fase di ricostruzione ne sta attirandodi nuovi. Soltanto un’esigua minoranzacerca di raggiungere l’Europa. Si tratta dipersone in fuga dai conflitti o dalla repres-sione nel Corno d’Africa, alla ricerca di unaprotezione internazionale che la Libia nonè in grado di offrire. Un dato confermato dalla lista delle inter-cettazioni in mare effettuate dalla guardiacostiera libica: quasi la totalità delle perso-ne intercettate sono potenziali rifugiati diorigine somala o eritrea. Per chi arriva in Libia dall’Africa Sub-saha-

riana, il rischio di finire dietro le sbarre èaltissimo. In Libia - spiega il rapporto - glistranieri considerati ‘illegali’ rischiano diessere catturati ai check point o arrestati incasa o nei luoghi di lavoro da ex ribelli prividi qualsiasi controllo da parte delle autoritàgovernative. Arresti che avvengono in uncontesto di razzismo radicato, come dimo-strano le affermazioni di uno dei persecu-tori: «La cosa più importante oggi è ripulireil paese dagli stranieri che non sono inregola. Non vogliamo più che queste per-sone portino qui malattie e criminalità». Sono in migliaia i migranti detenuti neicampi gestiti dagli ex ribelli. Le condizioni di vita in questi campi sonoinumani e degradanti. Le celle sono sovraffollate, le possibilità diuscire all’aria aperta eccezionali e i dete-nuti subiscono quotidianamente le brutalitàdelle guardie. Alle violenze si aggiunge il lavoro forzato,spesso per datori di lavoro esterni con lacomplicità delle guardie. Nei centri didetenzione sono state anche raccolte letestimonianze di chi ha tentato di attraver-sare il mediterraneo verso l’Europa.Queste testimonianze inducono a suppor-re che i respingimenti verso la Libia prose-guano in violazione delle norme internazio-

nali, aggiunge il rapporto, che mostracome la Libia sia parte integrante delsistema europeo di esternalizzazione deicontrolli di frontiera per impedire gli arrividei migranti, dei rifugiati e dei richiedentiasilo sul territorio europeo e come questosistema si stia rinnovando nel quadro deinegoziati in corso con le nuove autorità libi-che. Alle autorità libiche le tre organizzazionichiedono di porre fine agli arresti arbitrari,di chiudere i centri di detenzione permigranti e di garantire il rispetto dei dirittiumani. All’Unione europea di sospenderetutte le attività di cooperazione in materiamigratoria con la Libia in assenza di misu-re che garantiscano la protezione dei dirittiumani, di rinegoziare accordi di coopera-zione nel pieno rispetto del diritto interna-zionale ed europeo e di rendere pubblici gliaccordi, di mettere fine alle politiche diesternalizzazione dei controlli delle frontie-re europee nei paesi vicini e, in particolare,in Libia. Ai paesi di provenienza dei migranti, infine,di vegliare sul rispetto dei diritti fondamen-tali dei loro cittadini in Libia e di assicurarela loro difesa e protezione in caso di viola-zione di questi diritti e la liberazione deiloro cittadini dai centri di detenzione.

In Libia è caccia ai migranti. Il rapporto di Fidh, Jsfm e Migreurop

Un’occasione mancata

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Il viaggio della lotta alle mafie approdain Francia, incontrando la Ligue del’enseignement, importante partner

europeo di Arci. La regione prescelta èquella mediterranea, tocchiamo Nizza,Toulon e Marsiglia. Non è la prima voltache la Carovana antimafie varca i confiniitaliani, ciononostante i carovanieri intra-prendono l’impresa mantenendo una certatrepidazione, perché consapevoli che par-lare oltralpe di mafia è sempre una scom-messa ancor più ardua che farlo in Italia.Perché negli altri Paesi europei aumenta-no i pregiudizi da scomporre, analizzare espazzare via, legati ad un’idea di mafia tra-smessa da un obsoleto immaginario cultu-rale. Lo sanno bene i nostri compagni francesiche si occupano di educazione popolare, iquali conoscono le difficoltà nascoste die-tro la rassicurante idea che la mafia sia unproblema localizzato, un affare del SudItalia. Con loro già nei mesi scorsi erano statepreparate le tappe francesi; con attentapartecipazione non soltanto si erano docu-mentati ma avevano ascoltato e condiviso

la posizione politica dell’Arci sull’antimafia,la metodologia di lavoro adottata, le que-stioni poste. Sono stati loro, dirigenti ededucatori della Ligue, le prime personeincontrate dalla Carovana. Il primo giorno,pur non essendo una tappa pubblica, èstato un significativo momento in cui ci si èconfrontati, si è discusso, si sono raffronta-ti strumenti metodologici e obiettivi all’in-terno di un prezioso contesto in cui affiora-vano i lasciti intellettuali di Pasolini frammi-sto a Gramsci e Calvino. Era solo la pre-parazione ai tre giorni intensi di tappe dellaCarovana, eppure si respirava già la faticae la passione della costruzione condivisa.Poi siamo arrivati a Nizza, in un quartieredifficile, a raccontare la storia dell’antima-fia a partire dalla mostra di Bubbico, rivol-gendoci a ragazzi immigrati e a ragazzifrancesi che scontavano la pena alternati-va attraverso un processo di rieducazione.E le domande, scaturite attraverso unmetodo di lavoro interattivo, erano bru-cianti e ingenue insieme: che c’entriamonoi con la ‘vostra’ mafia? Uno spacciatoreda solo è un mafioso? Se la politica puòcentrare con la mafia, come facciamo a

distinguere di chi fidarci? Ma voi pensatedavvero che la vostra lotta avrà un risulta-to? E le domande sono continuate aToulon nel grande e colmo teatro di uncentro sociale della Ligue davanti ad unpubblico misto di giovani e adulti, e poiancora in un liceo di frontiera di Marsiglia,dove qualche studente ha insinuato se nonfosse meno pericoloso il silenzio alladenuncia. E lì le nostre migliori risposte erano i rac-conti delle storie di Libero Grassi, diFalcone e della sua idea di antimafia, diPeppino Impastato e della possibilità da luitracciata di sconfiggere le mafie agendoattraverso la cultura. E allora da queiragazzi scoccavano proposte, anch’esseingenue e brucianti, di scendere per lestrade a protestare, di costruire un grupposu Facebook per documentarsi, di parteci-pare al lavoro delle associazioni nei quar-tieri, di realizzare cineforum, insomma difare l’Arci, di fare la Ligue, di ‘Fare socie-tà’. E in quel momento noi riconoscevamoforte, ancora una volta, il senso dellaCarovana.Info: [email protected]

legalitàdemocratica

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Il 12 ottobre gli organizzatori della Ca -rovana internazionale Antimafie (Arci,Libera, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl e Uil),alla conclusione dell’edizione 2012, si sonoritrovati per la firma del protocollo per leprossime edizioni 2013-2015. Pubblichiamo di seguito il testo.

In Italia dal 1994 si svolge la Carovanaantimafie, un viaggio a tappe lungo lapenisola avente come finalità quello di

parlare di mafie, legalità e giustizia sociale,attraverso l’organizzazione di incontri, dibatti-ti e iniziative con scuole, enti locali, associa-zioni e cittadini. Nata da un’idea dell’Arci, nelcorso del tempo anche Avviso Pubblico eLibera, insieme ai principali sindacati italiani,sono divenuti soggetti che hanno promossoe organizzato annualmente questa manife-stazione che, oltre all’Italia, ha iniziato a toc-care anche alcuni paesi esteri.Nonostante le innumerevoli positività emer-se, nel corso degli anni si sono evidenziatealcune criticità che hanno indotto i soggettipromotori di Carovana a svolgere un’articola-ta riflessione, da cui è emersa la proposta disottoscrivere il presente protocollo, nel qualevengono fissati una serie di impegni, per l’ar-co temporale 2013-2015.Consapevoli che occorre rafforzare l’azionedi attivazione di processi capaci realmente di

produrre cambiamento, di rafforzare il rap-porto con i territori, di allargare la platea dellepersone e delle realtà da coinvolgere, di darecontinuità ai progetti, i sottoscrittori del pre-sente protocollo si impegnano a- dare vita ad una cabina di regia nazionale,convocata periodicamente, che fissi le regoledi un modus operandi nazionale e locale eche colmi il gap comunica tivo/organizzativofra nazionali e territori;- individuare una figura di coordinamentodella carovana con mandato triennale, sog-getto a verifica annuale;- programmare il calendario delle tappe diCarovana da inviare ai territori in modo dagarantire la continuità temporale del viaggio edelle iniziative;- individuare tematiche,vertenze, questioniterritoriali obiettivo del viaggio di Carovana; - individuare annualmente un ‘messaggio alPaese’ lanciato da Carovana;- realizzare convenzioni e protocolli con part-ner istituzionali e privati;- dare vita ad un comitato scientifico compo-sto di personalità di alto valore professionalee civile che coadiuvi, in sede di consultazio-ne, il lavoro della cabina di regia;- organizzare due momenti di formazioneannuali, uno antecedente e uno successivoalla Carovana;

- costruire, nel corso dell’anno, una serie diiniziative in preparazione della fase del viag-gio;- produrre materiali utili allo sviluppo di unacoscienza civile contro le mafie, la corruzionee il malaffare e diretti alla promozione dellacultura della legalità democratica;- garantire adeguate risorse finanziarie emettere a disposizione qualificate risorseumane per la realizzazione della Carovana;- incrementare la capacità di autofinanzia-mento del progetto Carovana con contributi oricorrendo ai bandi comunitari, nazionali eregionali sul tema della legalità democraticae della cittadinanza responsabile; - svolgere attività finalizzate al rafforzamentodella rete che promuove e sostiene laCarovana antimafie;- approvare annualmente il bilancio preventi-vo e il rendiconto consuntivo di Carovana;- utilizzare tutti gli strumenti di comunicazioneutili alla diffusione e promozione dellaCarovana;- rafforzare la vocazione ed il profilo interna-zionale della carovana antimafie;- realizzare nel corso del viaggio - attraversouna redazione mobile - il diario/giornale dicarovana;- costruire una programmazione per il triennio2013-2015.

Protocollo d’intesa sulla Carovana antimafie

La Carovana raggiunge la Francia

n.34 16 ottobre 2012

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4economia

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In Italia sono circa 50mila i senzatetto, un popolo di invisibili chesopravvive tra mense e strutture d'accoglienza. Un’indagine ne trac-cia l'identikit: sono soprattutto uomini, giovani (meno di 45 anni),hanno la licenza media, in maggioranza sono stranieri (romeni omarocchini), vivono da soli, risiedono per lo più nel Nord-Ovest e sitrovano per strada da almeno 2 anni e mezzo. Sono i nuovi poveri,non solo immigrati e non solo disoccupati. Quasi i due terzi, prima di diventare senza dimora, viveva nella pro-pria casa, mentre gli altri si suddividono tra chi è passato per l'ospi-talità di amici o parenti e chi ha vissuto in istituti, strutture di deten-zione o case di cura. Solo il 7,5% dichiara di non aver mai avuto unacasa. Più della metà delle persone senza dimora vive al Nord (il38,8% nel Nord-ovest), poco più di un quinto al Centro e solo il18,8% vive nel Mezzogiorno. Milano e Roma accolgono ben il 71%dei senzatetto. Dopo Roma e Milano, tra i 12 comuni più grandi quel-lo che ne accoglie di più è Palermo. Il 28,3% dei senza dimora dichiara di lavorare: si tratta in gran partedi lavoro a termine, poco sicuro o saltuario. I lavori sono a bassaqualifica nel settore dei servizi (l'8,6% lavora come facchino, tra-sportatore, addetto alla raccolta dei rifiuti, giardiniere, lavavetri, lava-piatti), nel settore dell'edilizia (il 4% lavora come manovale o mura-tore), nel settore produttivo (il 3,4% come bracciante, falegname,fabbro, fornaio) o nel settore delle pulizie (il 3,8%). In media, quelliche hanno un lavoro guadagnano 347 euro mensili. E ancora: tra lepersone senza dimora, ben il 61,9% ha perso un lavoro stabile, aseguito di un licenziamento o chiusura dell'azienda. La perdita di un lavoro risulta tra gli eventi più rilevanti del percorsodi emarginazione che conduce alla condizione di senza dimora,insieme alla separazione dal coniuge e alle cattive condizioni di salu-te. Ben il 61,9% dei senzatetto ha perso un lavoro stabile, il 59,5%si è separato dal coniuge e dai figli e il 16,2% dichiara di stare male.

Tagli alla sanità, agli enti locali, al wel-fare: per Sbilanciamoci! è una mano-vra insostenibile, un’altra batosta per

i cittadini. I tagli di 1 miliardo di euro alla sani-tà, di 1 miliardo agli enti locali, il blocco deicontratti per gli statali e l’aumento dell’IVA di1 punto percentuale produrranno ulteriori epesanti difficoltà economiche per la granparte dei cittadini.La diminuizione di un punto delle aliquoteIrpef per i due scaglioni più bassi di reddito(dal 23 al 22% e dal 27% al 26%) è ampia-mente controbilanciata dall’aumento dell’IVAe dall’introduzione di un tetto massimo di3mila euro per le deduzioni e le detrazionisulla dichiarazione Irpef: complessivamentela gran parte della platea dei contribuentisubirà una riduzione del reddito disponibile.L’aumento dell’IVA produce oltretutto uneffetto depressivo sui consumi e sull’econo-mia: in particolare l’aumento dal 10 all’11%colpisce servizi e beni come quelli del turi-smo, di alcuni generi alimentari, delle ristrut-turazioni edilizie.

Particolarmente odiose - secondo Sbilan -ciamo ci! - sono le misure che riguardano lariduzione dei fondi alla sanità pubblica chesignificherà meno servizi e maggiore ricorsoalle strutture private e la riduzione del 50%della retribuzione dei giorni di permessousufruiti dai lavoratori per assistere i familia-ri disabili. Palesemente insufficienti sono lemisure a favore degli esodati (solo 100 milio-ni) e soldi sprecati sono i 160 milioni di finan-ziamento per la Torino-Lione. Più positivesono invece le misure - per il momento solopromesse - di realizzazione della Tobin Tax eil maggiore stanziamento per il trasportopubblico locale.Non ci sono misure per la crescita e per l’e-quità (nè patrimoniale, nè maggiore imposi-zione fiscale per lo scaglione più altodell’Irpef). Non ci sono le riduzioni dellaspesa militare (anzi 58 milioni vengono stan-ziati per il quartier generale della Nato) e cisono invece ulteriori alienazioni del demaniopubblico e la decisione di lasciare le città albuio, incrementando così l’insicurezza so -

ciale e peggiorando la qualità della vita nellenostre metropoli.Si tratta per Sbilanciamoci!, in conclusione,di una manovra iniqua e depressiva che, inossequio alle politiche di austerity, continuaa impoverire il paese e a farlo sprofondare inuna crisi economica che avrebbe invecebisogno di altre politiche, quelle che il gover-no Monti non sta facendo e che inveceSbilanciamoci! propugna: politiche espansi-ve e non recessive, redistributive e non ditagli lineari, di sviluppo e di intervento pub-blico e non di gestione dell’esistente.Info: [email protected]

Ancora tagli e iniquità sociali. Il giudizio negativodi Sbilanciamoci! sulla legge di stabilità

Gli ‘invisibili’ senza casaLa fame non è solo dei poveriSono quasi 870 milioni le persone che nel biennio 2010-2012 hannosofferto di malnutrizione cronica, denuncia il nuovo rapporto ONUsulla fame nel mondo. La maggioranza delle persone che soffrono lafame vive nei paesi in via di sviluppo, mentre i restanti 16 milioni vivo-no nei paesi sviluppati. Nel periodo compreso tra il 1990-92 ed il2010-12 il loro numero totale è diminuito di 132 milioni. Questi datirendono l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio una meta raggiungibilema solo se si interverrà in modo adeguato. Il calo è avvenuto soprat-tutto tra il 1990 ed il 2007, mentre invece dal 2007 i progressi nelridurre la fame sono rallentati e si sono stabilizzati.«In un mondo di grandi opportunità tecniche ed economiche - denun-ciano gli estensori del rapporto - è assolutamente inaccettabile chepiù di 100 milioni di bambini sotto i cinque anni siano sottopeso, e incondizioni di non poter sviluppare appieno il proprio potenzialeumano e socio-economico, e che la malnutrizione infantile uccidaogni anno più di 2,5 milioni di bambini». Le conseguenze della crisieconomica sono particolarmente evidenti nei paesi sviluppati, dovedai 13 milioni di persone malnutrite del biennio 2004-06 si è passatia 16 milioni nel 2010-12, invertendo una tendenza costante al ribas-so registrata negli anni precedenti. Per quanto concerne la distribu-zione regionale, in Asia il numero delle persone che soffrono la famenegli ultimi vent'anni è diminuito di quasi il 30%, un calo dovuto inlarga misura allo sviluppo socio-economico di alcuni paesi dellaregione. Anche in America Latina e Caraibi si sono fatti dei passiavanti, anche se il tasso di avanzamento è di recente rallentato.L'Africa è la sola regione dove, nello stesso periodo, il numero dellepersone che soffrono la fame è cresciuto, E nell'Africa Subsaharianai modesti progressi registrati sino al 2007 sono stati ribaltati, e la sot-tonutrizione da allora è aumentata del 2% all'anno.Secondo il rapporto, accanto alla crescita, servono efficaci sistemi diprotezione sociale se davvero si vuole eliminare la fame nel mondo.

Il lavoro prima di tutto, questo lo slogan della manifestazione nazionale

della Cgil che si terrà a Piazza SanGiovanni sabato 20 ottobre dalle 10.30

alle 17.30. Conclude la segretaria generale Susanna Camusso

ROMA

notizieflash

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n.34 16 ottobre 2012

Perché sto per andare a Firenze10+10 dall'8 all'11 novembre? La ri -sposta più semplice: perchè è impor-

tante. Ma perché è importante? Perchésegna un inaspettato e positivo passo avan-ti per tutti gli Europei. È risaputo, i nostriamici italiani ospitarono il primo ForumSociale Europeo nel 2002, un tempo vivacein cui sembrava che il people power potesseprodurre molti risultati. Dopo tutto, avevamosconfitto l'Accordo Multilaterale sugli Inve -stimenti (lo slogan italiano era MAI dire MAI)che avrebbe dato un potere incontrollato allemultinazionali. Avevamo ridotto l'incontroministeriale del WTO a Seattle in un belmacello. Il primo Forum Sociale Mondiale si era giàtenuto in Brasile e - così sembrava - nessu-no ci fermava più.I Social Forum - mondiali, europei, naziona-li, locali, continentali o come volete voi - pro-liferavano. Permettevano a persone, gruppi e movi-menti di lavorare insieme anche quando nonl'avevano mai fatto prima. Permettevano allepersone che condividevano un interesseparticolare di discutere e qualche volta di

agire insieme sul commercio, l'acqua, i dirittiumani, il cambio climatico e un gran numerodi altre questioni. Aiutarono anche a sottoli-neare la comunanza fra lotte che forse primaerano apparse separate, rendendo chiari ilegami fra i movimenti democratici, sociali,sindacali ed ecologici. Ma questi forum ebbero anche delle signifi-cative falle. Il Forum Europeo di Parigi diven-ne un negativo circo mediatico dovuto allapresenza del controverso studioso musul-mano Tariq Ramadam in un solo seminariofra decine; quello di Londra fu dominato daun minoritario ma molto militante partito poli-tico; la manifestazione ad Atene fu rovinatadalla violenza e dai gas lacrimogeni; e glisvedesi del Forum di Malmo stanno ancorapagando il debito accumulato. Peggio di tutto, dal mio punto di vista, il FSMe il FSE e tutti gli altri Social Forum venne-ro concepiti come ‘spazi’ per il dibattito e ilconfronto - con la presa di decisioni gover-nata fuori dai confini. Alcuni gruppi lavoraro-no per unire e prendere comunque decisionima l'indiscriminato approccio dei ’mille fiorifioriscano’ fece perdere anche un enormemucchio di tempo.

In altre parole, non abbiamo preso il mondoabbastanza seriamente. Ora, a Firenze,abbiamo la possibilità di farlo. La mia opinio-ne può anche non essere condivisa da qual-cuno che parteciperà a questo evento ma iosono determinata - come, grazie a Dio, moltialtri - a lasciare Firenze con qualche impor-tante accordo condiviso, decisioni e la deter-minazione di agire insieme come europeiprima che il modello sociale e democraticoeuropeo in cui crediamo sia completamenteannientato.Mentre eravamo tutti fiduciosi mentre dibat-tevamo e godevamo della fraternità neiSocial Forum, altre forze che non condivido-no alcuni dei nostri ideali erano fortemente allavoro per ridurre l'Europa a uno spaziogovernato dalla finanza e dalla ‘competizio-ne libera e non regolata’ grazie ad una solalegge: la libertà delle merci, dei servizi, dellepersone e sopratutto dei capitali di circolare.I diritti dei lavoratori sono minacciati, lademocrazia sta scomparendo, particolar-mente con il passaggio del Trattato diStabilità, Coordinamento e Governance. Leconquiste sociali sono state ghermite una aduna. L'Europa sta vivendo un quieto e conti-nuo colpo di stato.Nel frattempo, interi popoli - cominciandocon i greci e gli spagnoli mentre gli altriaspettano il loro turno - sono ridotti allo sta-tus di topi da laboratorio. Le autorità non elette che sono incaricate digovernare negli interessi della finanza edelle più grandi corporations sfornano rovi-nose e crudeli misure di austerità: osservanoe misurano quante batoste le vittime posso-no sopportare.Gente, abbiamo nemici veri! Pericolosi quel-li che disprezzano la democrazia; nemici acui non importa un tubo della disoccupazio-ne di massa, della disintegrazione dellescuole e dell'assistenza sanitaria, delle viteinterrotte e distrutte. Sanno che una buonacrisi è una opportunità per rafforzare il loropotere e il loro controllo.Io sarò a Firenze 10+10 con i miei compagnidel processo AlterSummit (www.altersum-mit.eu). Veniamo da dozzine di organizza-zioni, sindacati e movimenti sociali di tuttaEuropa, e diciamo «Quando è troppo, è trop-po». Guardiamo a Firenze 10+10 comeun’occasione per rafforzare le nostre fila e ciimpegniamo a agire insieme dopo che l'e-vento sarà terminato. Condividiamo lo stesso obiettivo e vogliamofare in modo che i sordi, pericolosi e antide-mocratici despoti di Bruxelles, Francoforte edei nostri governi ci ascoltino. Speriamo che vogliate unirvi a noi.

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Firenze 10+10. Unire le forze perun’altra Europa è l’appuntamentoche porterà migliaia di persone - cit-

tadini, movimenti, esperti, sindacati, asso-ciazioni di tutta Europa - a discutere dellealternative all’Europa della finanza e dell’au-sterità, dall’8 all’11 novembre a FirenzeSono passati dieci anni dal primo forumsociale europeo di Firenze e, nel fondo dellacrisi, serve guardare ai prossimi dieci anni.Sono passati cinque anni dall’inizio dellacrisi e i movimenti nati come risposta allacrisi non si sono ancora incontrati. Firenze èil luogo da cui ripartire, per condividere alivello europeo le analisi su quanto è suc-cesso, le esperienze costruite dal basso, leproposte su come far cambiare rottaall’Europa. Democrazia, austerità, debito,beni comuni, lavoro e diritti sociali, pace econflitti, mobilitazioni sono i temi al centrodelle discussioni. A promuovere l’incontro èuna vasta rete di società civile e movimentidi tutti i paesi europei, che coinvolge le pro-

teste contro l’austerità e gli indignados, laConfe derazione dei sindacati europei e glistudenti, con un attivo coordinamento fioren-tino. Sbilanciamoci! e Un’altra strada perl’Europa - il forum al Parlamento europeodel 28 giugno scorso che aveva messo aconfronto movimenti e politici europei sueconomia e democrazia - organizzano unasessione dell’incontro di Firenze dedicataalle alternative economiche. Insieme agliEconomistes atterrés francesi, alla reteeuropea di Euromemorandum, e a numero-si centri di ricerca, viene organizzato unMeeting of Economists' Networks onAnother Economic Policy for Europe, che siterrà dalle 9 alle 13 di venerdi 9 novembre2012, alla Fortezza da Basso di Firenze,con traduzioni simultanee, spazio percostruire proposte comuni e un coordina-mento stabile tra le attività in corso. Cisaranno le associazioni di Sbilanciamoci! emoltissimi autori di Sbilanciamoci.info. Siete tutti invitati.

versofirenze10+10

arcireport

L’altra Europa arriva a Firenze

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di Susan George, presidente onorario di Attac France

Perché sarò a Firenze 10+10

di Mario Pianta, Sbilanciamoci!

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arcireport

Just to let you know that I'm alive (Soloper farti sapere che sono viva) è il tito-lo del documentario girato da Ema -

nuela Zuccalà e Simona Ghizzoni nelSahara Occidentale occupato e nei campiprofughi in Algeria. Si tratta di testimonianzedi donne vittime di tortura, incarcerazioni ille-gali, sparizioni forzate e bombe al napalmdurante la guerra tra il Marocco e i Saharawi.Nei 25 minuti di immagini e musica emergo-no con forza l’impatto della guerra sulla vitadelle persone, la condizione dei profughi,l’esistenza di muri che, ancora oggi, segna-no confini artificiali e crudeli tra i popoli, la vio-lenza contro le donne. Le spese di viaggioper le due autrici sono state coperte dallaFondazione americana The AftermathProject, ma per poter produrre il video sononecessari altri finanziamenti; è per questoche il 24 settembre è partita la raccolta fondicon un progetto di crowdfunding, cioè unfinanziamento dal basso attraverso internet.

Mancano 39 giorni per arrivare alla cifra di12.200 dollari. Per contribuire, consultare ilsito www.emphas.is, specializzato in progettimultimediali di qualità, mentre si può guarda-re una preview del documentario andando allink http://vimeo.com/38623369. I lettori pos-sono finanziare direttamente il progetto conuna donazione libera a partire da 10 dollari,e ricevere in cambio una serie di ‘grazie’ con-creti: dal dvd del documentario a piccolestampe di Simona Ghizzoni, a seminari sulgiornalismo d’inchiesta e la fotografia direportage a stampe in grande formato a edi-zione limitata, fino a comparire come produt-tori del video. Se il progetto si realizzerà, le autrici sono adisposizione per partecipare ad incontri e ini-ziative di sensibilizzazione sulla storia di que-sto popolo che da più di 37 anni aspetta ditornare nella propria terra. È dal 1991 che sidovrebbe svolgere un referendum per l’indi-pendenza, mentre entro la fine di questo

mese si dovrebbe svolgere il processo ai 23saharawi detenuti dall’8 novembre 2010dopo i fatti di Gdeim Izik (a 12 km daLaayoune, la capitale del Sahara Occide -ntale). Qui migliaia di saharawi hanno eretto unaccampamento nella località di Gdeim Izikper protestare contro l’occupazione maroc-china e per denunciare le ‘sistematiche’ tor-ture cui sono sottoposti. La protesta pacifica fu repressa nel sanguedalle forze di polizia marocchina. SecondoNoam Chomsky e altri intellettuali, l’autenticoinizio della primavera araba è avvenuto pro-prio qui. Il progetto si realizza in collabora-zione con la rappresentanza italiana dellaRasd (Repubblica Saharawi Araba Demo -cratica), con le ONG saharawi Afapredesa,con ASVDH (Associazione saharawi vittimedi gravi violazioni dei diritti umani) e con l’or-ganizzazione culturale Zona (www.zona.org).Info: [email protected]

Dichiarazione letta di fronte ai 460 parteci-panti al 2° Forum Sociale Magrebino sullemigrazioni Oujda (Marocco) 6-7 ottobre 2012

Il FSM 2013 si terrà a Tunisi dal 26 al 30marzo 2013. Questa decisione, presadopo numerose consultazioni fra i movi-

menti sociali della Tunisia e degli altri paesimagrebini, conferma quanto deciso dalConsiglio Internazionale a Parigi e a Monastirnel luglio 2012. Il Segretariato Tunisino delWSF 2013, costituito da UGTT, FTDES,LTDH, ATFD, Raid-Attac, Sindacato Tunisinodei Laureati Disoccupati, AFTURD, CNLT e ilBar Tunisino, è stato istituito per prepararel'incontro di Monastir, per iniziare le negozia-zioni con le autorità tunisine e per coinvolge-re nuovi movimenti sociali, per allargare ilprocesso sia dal punto di vista tematico chegeografico, nonostante le difficoltà attuali inTunisia e nella intera regione Maghreb eMashrek a soli due anni dagli eventi chehanno scosso la regione. Il Segretariato Tunisino ha istituito alcunecommissioni che hanno lavorato per diversimesi; e ha presentato il piano di lavoro che èstato approvato dal Comitato di Coordi -namento del Forum Sociale del Maghreb,riportato qui di seguito: 15 ottobre: lancio delsito WSF 2013 e inizio della registrazionedelle organizzazioni e delle proposte di attivi-tà. 1 dicembre: fine della fase di raccoltadelle proposte, e loro pubblicazione, inclu-si i contatti per entrare in relazione con i

loro promotori. 2/15 gennaio: processo diaccorpamento. 16/31 gennaio: registrazionedelle richieste per assemblee e distribuzionedelle sale e degli spazi. 1/28 febbraio: produ-zione del programma finale, traduzione nelleprincipali lingue di lavoro del WSF. 1/20marzo: definizione della logistica, stampa delprogramma e organizzazione dello spaziofisico per il WSF. 26/30 marzo: WSF 2013.30 marzo: marcia conclusiva. 31 marzo/1aprile: riunione del Consiglio Internazionaledel WSF. Il Comitato di Coordinamento del ForumSociale Magrebino e il Segretariato Tunisinoper il WSF 2013 invitano movimenti, sinda-cati, organizzazioni e gruppi di attivisti dellasocietà civile della Tunisia, del Maghreb, delMashrek, dell'Africa, della regione Mediter -ranea e del mondo a costruire il successo diquesta importante tappa: la organizzazione ela partecipazione al dodicesimo ForumSociale Mondiale. Come nei precedenti Forum, il WSF permet-terà l'incontro tra le donne e gli uomini chelottano, nelle loro comunità e nelle loro attivi-tà di base, contro la gestione neoliberista del-l'economia, contro i diktat dei mercati finan-ziari, la frammentazione sociale, e che lotta-no per costruire democrazia, uguaglianzaper tutti, solidarietà, giustizia e pace, per pro-teggere l'ambiente e i beni comuni. Per fare sì che sia un successo, facciamoappello a tutti i movimenti sociali perchè par-tecipino, insieme, a costruire il processo, a

contribuire alla internazionalizzazione dellecommissioni preparatorie (metodologia, logi-stica, finanze, comunicazione, mobilitazione,giovani, donne, cultura). In particolare, fac-ciamo appello alla ricerca dei mezzi umani efinanziari che permettano la più grande par-tecipazione al Forum di Tunisi.Il Comitato di Coordinamento del ForumSociale Magrebino e il Segretariato Tunisinoper il WSF 2013 confermano che avrà un for-mato ‘esteso’. Questa forma estesa permet-terà a organizzazioni, reti e movimenti dellasocietà civile che lo desiderano di partecipa-re attivamente dovunque siano nel mondo, equalunque sia il numero delle persone chepotranno inviare in Tunisia. Il Comitato di Coordinamento del ForumSociale Magre bino e il Segretariato Tunisinosi impegnano, da oggi, a una larga consulta-zione per realizzare un aperto e inclusivocomitato di coordinamento nel quale si impe-gnino sindacati, organizzazioni e nuovi movi-menti, a livello nazionale, regionale, conti-nentale e globale, allo scopo di costruire unalarga partecipazione e fare del WSF un suc-cesso. Ci impegniamo, insieme, ad assicurare ilsuccesso di questo 12° Forum SocialeMondiale a Tunisi, dal 26 al 30 marzo, perun'altra Tunisia, un altro Maghreb-Mashrek,un'altra Africa e un altro mondo. Per far fiorire la primavera, per fare un altromondo possibile!Info: [email protected]

Dichiarazione del Comitato di Coordinamento del Forum Sociale Magrebino sul FSM 2013 a Tunisi

‘Solo per farti sapere che sono viva’, documentario sulle donnesaharawi nel Sahara occidentale

arci

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L’Associazione Prociv Arci SanCarlo è un gruppo di volontari chesi è aggregato il 4 giugno 2012,

subito dopo l’evento sismico del 20 mag-gio, con lo scopo di raccogliere fondi per laricostruzione delle infrastrutture danneg-giate nella frazione di San Carlo.Il gruppo si è formato con l’intenzione diamministrare direttamente le donazioniarrivate da parte della gente, senza inter-mediari, in modo da assicurare il completoimpiego dei fondi nell’opera di ristruttura-zione. Il direttivo è costituito da persone diSan Carlo: Mattia Campana (Presidente),Riccardo Lodi, Anna Rambaldi, MichelaGuerra e Giorgio Lodi. A breve si riuniràun’assemblea per deliberare su un allarga-mento del direttivo. I fondi raccolti fino adoggi equivalgono all’incirca a quarantuno-mila euro, che saranno impiegati per il rifa-cimento del parco ‘Chico Mendes’ di SanCarlo, luogo assai importante in quantoritrovo per le famiglie con bambini, giovanie anziani, e importante punto di sosta per icittadini in occasione del mercato domeni-

cale. La Prociv Arci San Carlo si occuperàinoltre dell’acquisto delle attrezzature dellanuova palestra elementare di San Carlo, lacui riedificazione è già iniziata a cura dellaFondazione La Stampa di Torino. Una volta esaurita la raccolta fondi,l’Associazione potrà dare il proprio contri-buto specifico nell’ambito delle attività diProtezione Civile, in modo da rendersi utilein eventuali situazioni di emergenza, cosìcome hanno fatto tutte le associazioni diProtezione Civile susseguitesi al CampoBase di San Carlo dal 27 maggio in poi. Le attività finora organizzate a scopo bene-fico da Prociv Arci San Carlo sono statediverse: una partita di calcio allo stadioMazza di Ferrara, che ha visto gareggiareuna delegazione di Amici del Trentino e laNazionale Vip e Attori; diversi concerti conartisti della zona, fra cui il grande amicoAndrea Poltronieri, un torneo di beach ten-nis al Lido di Spina, una serata teatrale incollaborazione con l’Associazione Cultu -rale Vox Ars dal titolo Lamborghini: nelsegno del Toro, ecc..

Sono in fase di programmazione una seriedi iniziative come una festa, il 10 e 11novembre al Palareno a Sant’Agostino, inricordo di Nicola Cavicchi, amico che haperso la vita a causa del sisma del 20 mag-gio mentre si trovava al lavoro, e una mani-festazione sportiva in collaborazione conEnergia e Sorrisi Onlus dal tema Musica eMotori. Recentemente il Gruppo è statoinsignito del Premio Europeo delVolontariato (Volonteu rope ACE Award),organizzato dal Cesvot, per la categoriaOrganizzazioni Non Go vernative. La cerimonia di premiazione si terrà vener-dì 19 ottobre a Firenze, e l’Associazioneparteciperà all’evento con la quasi totalitàdei propri iscritti.Per ulteriori informazioni, è possibile fareriferimento al sito www.sancarlononmolla.ite alla pagina facebook Associazione ProcivArci San Carlo. Sono anche in vendita lemagliette con il logo Sancarlo nonmollaideato dal fumettista romano Pasquini(immagini sulla pagina facebook).Info: [email protected]

società

arcireport

Favorire la sostenibilità e promuoverelo sviluppo di giustizia sociale è pos-sibile ogni giorno con i propri acqui-

sti. E in occasione della campagna SpesaGiusta dare ‘Valore alle tue scelte’ saràanche più conveniente: dal 13 al 28 ottobrein più di 5.000 punti vendita sparsi su tuttoil territorio nazionale i prodotti del commer-cio equo certificato Fairtrade saranno inpromozione con un significativo taglio diprezzo. Il commercio equo rappresenta una sceltadi consumo rispettosa dell’uomo e dell’am-biente. In primo luogo perché, attraverso ilsistema di certificazione Fairtrade, assicu-ra un prezzo equo e stabile ai produttoridel Sud del Mondo, e un margine di gua-dagno aggiuntivo da investire a favore deimembri delle comunità. Inoltre perchégarantisce incentivi ai produttori che si

convertono ad un’agricoltura sostenibile, isuoi disciplinari prevedono il rispetto dellerisorse naturali come acqua e foreste, eincoraggiano i produttori ad organizzarsi instrutture collettive e democratiche, senzadiscriminazioni. Il commercio equo certificato Fairtradeincentiva relazioni commerciali improntatealla giustizia e all’equità, scardina le logi-che tradizionali del commercio e promuovel’emancipazione e la salvaguardia dei dirit-ti dei lavoratori e dei produttori, favorendocosì l’autosviluppo delle comunità. Quando si parla di commercio equo si fariferimento a cacao, caffè, banane, tè, zuc-chero, spezie, ma da qualche anno si pos-sono acquistare anche succhi di frutta,capi d’abbigliamento, rose, e molto altro:tutti prodotti che vengono da molto lontanoe della cui storia molto spesso si sa poco oaddirittura pochissimo… Ad esempio quasi il 60% del cotone com-mercializzato nel mondo viene coltivato dacirca 40 milioni di piccoli produttori di Africae Asia, su piccoli appezzamenti di terrenoa conduzione familiare e rappresenta unadelle principali colture da reddito in gradodi contribuire all’incremento delle entratedei produttori. Questi ultimi tuttavia riescono a produrre

generalmente solo limitati quantitativi dimateria prima a causa dell’accesso limita-to a tecnologie innovative e delle scarseconoscenze agricole. Ciò li pone in una condizione di svantaggionel contesto del mercato globale. Sonoinfatti costretti ad affrontare da soli sfideglobali come l’impatto dei cambiamenti cli-matici o la competizione con produttori piùefficienti e talvolta fortemente sovvenzio-nati. Inoltre, mentre i costi di produzioneaumentano ogni anno, il prezzo del cotoneè volatile e difficilmente prevedibile. Ilsistema Fairtrade cerca mezzi sempre piùefficaci ed incisivi per promuovere cambia-menti di lungo periodo nelle vite dei pro-duttori, anche, con il cotone Fairtrade, deipiccoli produttori di cotone che grazieall’appartenenza al circuito Fairtrade siorganizzano in gruppi più ampi, hanno lagaranzia di ricevere un prezzo giusto e sta-biliscono relazioni commerciali di lungoperiodo. Anche le magliette e le borseshopper che l'Arci ha scelto di realizzare(ad esempio per i Campi della Legalità)sono state prodotte in India con cotonecertificato Fairtrade ed importate in Italiada Altraqualità. Per scoprire tutte le promo-zioni della Spesa Giusta visita: www.fairtradeitalia.it/spesagiusta

‘Spesa giusta’, più giustizia nel tuo carrello

La Prociv Arci San Carlo si presenta

Il 19 ottobre dalle 18.30 piazza San

Giovanni farà da scenario a Parole,musica, pensieri, iniziativa

organizzata da Flc Cgil per dare

il via alla nuova campagna La conoscenza costruisce il futuro

ROMA

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8cultura&scuola

arcireport

Dal 2009, anno di forti mobilitazionicontro i tagli alla cultura, sembrache si siano fatti passi in avanti

decisivi nel riconoscere alla Cultura unruolo straordinario e fondamentale per losviluppo di un Paese. Le mobilitazioni del mondo degli artisti, deiprecari dello spettacolo, della scuola e del-l’università, dei beni culturali e delle pro-fessioni legate ad essi, le prese di posizio-ne di importanti testate come il Sole 24Ore, sono riusciti a rimettere in agenda lavertenza ‘Cultura’. Un forte impulso al dibattito è venuto dallaconstatazione che quello culturale, stretta-mente legato a quello della creatività edelle sue imprese, costituisce un settoreampio e dinamico dal punto di vista econo-mico ed occupazionale. È un settore, che produce innovazione edè uno straordinario moltiplicatore di risor-se. Già dal 1999 l’Arci ha deciso di rimet-tere al centro delle sue politiche unacostante riflessione sulle politiche culturali.È del 2004 la prima grande assemblea suquesti temi che si tenne a Cortona, dove fuelaborato il primo Manifesto dell’Arci per laCultura. Negli anni seguenti, sulla spinta di un rin-novamento diffuso del nostro associazioni-

smo che sempre più promuove praticheculturali e percorsi creativi, si è reso stabi-le l’appuntamento annuale di Strati dellaCultura, vero e proprio laboratorio chetiene insieme l’elaborazione di politiche perla cultura e le pratiche dell’Arci in questoambito. È attraverso questi percorsi che viene raf -forzata l’elaborazione sui diritti culturali, l’e-ducazione popolare, la tutela delle diversi-tà culturali e il dialogo tra culture, l’accessoai contenuti. Ambiti di lavoro che si intrecciano forte-mente con l’insieme delle politiche dell’as-sociazione che si occupano di antirazzi-smo, legalità, giovani, stili di vita. Per questo, l’approccio dell’Arci alle Poli -tiche Culturali è legato fortemente alla lorodimensione di promozione sociale oltreche culturale. Sosteniamo da tempo che la Cultura è fon-damentale per la costruzione di un moder-no sistema di welfare per il benessere dellepersone e delle comunità. Così come è distraordinaria importanza per combattereignoranza e intolleranza nei confronti diogni diversità, promuovendo percorsi diinclusione sociale e culturale. Ma è sulpiano della qualità della democrazia di unPaese che riteniamo la Cultura fondamen-

tale per dare alle persone gli strumenti percapire, ragionare e partecipare alle scelteper un futuro migliore. Per questo, già dalloscorso anno, abbiamo promosso l’elabora-zione partecipata di un nuovo Manifestodella Cultura, per mettere in evidenza inodi che l’Arci ritiene fondamentali per raf-forzare cultura e conoscenza nel nostroPaese e in Europa. Abbiamo l’ambizione di contribuire al dibat-tito di questi mesi coinvolgendo il maggiornumero di persone possibile. In effetti, il nostro Manifesto per la Culturasarà uno strumento per attivare dialogo econfronto con amministratori locali, artistied intellettuali, associazionismo culturale emondo della scuola e della conoscenza. Una lunga carovana culturale per la demo-crazia.Info: [email protected]

Il 18 ottobre alle 18 appuntamento inpiazza Farnese con La Rai ai cittadini.Notte bianca della libera informazione.Intervengono giornalisti, artisti, esponenti

di organizzazioni e associazioni. Info: www.nottebiancarai.it

ROMA

notizieflash

arci

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Quasi 100 euro a studente per farfunzionare le scuole. Mentre il mini-stero dell’Istru zione pensa a Tablet

e Lim per rilanciare gli istituti, sulle spalledelle famiglie pesano i registri di classe pergli insegnanti come la carta igienica e tuttequelle attività per rendere la scuola al passocoi tempi. Un terzo delle spese che servonoalla gestione quotidiana degli istituti sono acarico dei genitori. Il paradosso emergedagli ultimi dati diffusi dal ministerodell’Istruzione sui bilanci degli istituti: se siescludono le risorse per pagare lo stipendioagli insegnanti e quelle per la pulizia affidataa imprese esterne, si scopre l’entità del con-tributo. E se mamme e papà decidesseroall’improvviso di chiudere i cordoni dellaborsa alla scuola italiana non resterebbeche offrire solo il minimo indi spensabile:niente gite d’istruzione, mensa, assicurazio-ne per gli alunni o certificati linguistici, percitare soltanto alcune attività.Del resto, quella di chiedere un ‘contributovolontario’ ai genitori è prassi consolidata. Inalcuni istituti l’obolo tocca l’80% del totale

dei finanziamenti. Lo scorso maggio, l’Asal(l’Associazione delle scuole autonome delLazio) - cui aderisce quasi il 40 per centodelle scuole della Regione - ha spedito unalettera alle famiglie per spiegare la situazio-ne degli istituti dopo «la drammatica stagio-ne dei tagli degli scorsi anni». E denunciarel’emergenza che sarebbe scattata con laripresa delle lezioni: «I finanziamenti perassicurare aspetti fondamentali del funzio-namento degli istituti sono stati, nel triennio,drasticamente ridotti: quasi completamenteazzerati per i corsi di recupero delle superio-ri, ridotti del 71 per cento quelli per il miglio-ramento dell’offerta formativa, gravementeinsufficienti quelli per gli acquisti di materialidi consumo, fotocopie, manutenzioni, sicu-rezza, ec». «In questa situazione - dice la lettera - moltescuole, anche dell’obbligo, hanno deciso dirichiedere contributi alle famiglie che rappre-sentano spesso l’unica risorsa per migliora-re il servizio». Ma quanto spendono gli ita-liani per consentire alle scuole statali di fun-zionare e offrire agli alunni una formazione

che almeno assomigli a quella auspicata daipartner europei? E quanto spendono entilocali e Regioni, lo Stato e l’Unione euro-pea? Dai dati del ministero si deduce che suoltre due miliardi e mezzo di finanziamentiper le spese di funzionamento, le famigliescuciono 744 milioni, pari al 30 per cento ditutti i finanziamenti ricevuti dalle scuole per ilfunzionamento didattico e amministrativo.Nelle regioni dell’Italia centrale questa quotasfiora il 40 per cento, mentre al Sud scendeal 22 per cento. Gli enti locali, obbligati ad affiancare lo Statonel sostenere le scuole pubbliche, nonvanno oltre il 17 per cento di quanto inseritonei bilanci scolastici. Lo Stato si sobbarca il 37 per cento dellespese per il funzionamento generale e unaquota consistente, ma solo al Sud, arrivaanche dall’Unione europea soprattuttoattraverso i fondi destinati alle regionimeridionali. Nell’elenco dei più tartassati invece spicca-no alunni e genitori del Lazio: dove il contri-buto delle famiglie tocca quota 42 per cento.

Scuola pubblica: a carico delle famiglie

Una lunga carovana culturale per la democrazia

9incircolo

arcireportarci

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BE_MatricolaBOLOGNA - Quattro giorni di musi-ca, biciclette e spazi dedicati alleassociazioni per far conoscere la

città agli studenti e per riscoprire lamatricola che è in ognuno di noi.˚ il programma di BE_Matricola, inizia-tiva organizzata da Arci Bologna,L'Altra Babele e Sindacato degliUniversitari, che dal 18 al 21 ottobreinvaderà il Parco della Montagnola, apochi passi dalla zona universitaria.Tutti i giorni, a partire dalle 17.30, cisarà l'angolo di riparazione assistitabiciclette, artisti di strada, banchettiinformativi delle associazioni, presen-tazione di corsi e laboratori gratuiti e lospazio Bazza Bologna, il salotto infor-mativo per sopravvivere in città.Info: www.arcibologna.it

L’Italia che lottaGENOVA - Al circolo Belleville giovedì18 ottobre alle 19, per la rassegnaBella storia! Appuntamenti con lÊItaliache lotta, si terrà lÊincontro Fuori il car-bone dalle nostre insalate, aperitivocon Giovanni Durante, presidente diArci Savona che si batte da anni insie-me a Legambiente, Acli e altre orga-

nizzazioni della società civile contro ilraddoppio della centrale a carbone diVado e per la sua progressiva dismis-sione.Info: www.arcibelleville.org

Inaugurazione del GulliverALFONSINE (RA) - Arci Ravenna pro-pone unÊinteressante offerta culturalead Alfonsine, dove ha preso in gestio-ne il cinema Gulliver e dove organizze-rà, in collaborazione con lÊassociazio-ne Kamikazen, una programmazionedi film dÊessai, rassegne cinematogra-fiche, spettacoli teatrali e feste. Lanuova gestione della sala comunalepartirà il 19 ottobre alle 20 con la festadi inaugurazione. Il programma delle serate è consulta-bile sulla pagina FB. Info: FB ArciGulliver

Ponte azzurro in TiltIMOLA (BO) - Dal 17 ottobre tutti i mer-coledì Ponte azzurro in Tilt, laboratorioteatrale gratuito per ragazzi dai 14 ai20 anni condotto da MassimilianoBuldrini e Marta Dalla Via. Il corso,tenuto in stretta collaborazione tralÊArci Tilt e lÊassociazione Il ponte

azzurro, si svolgerà presso il TeatroLolli fino ad aprile 2013 e affonteràargomenti come mimo, gag, giocole-ria, trampoli, monociclo, musica inscena e in strada, canto popolare, ele-menti di fonetica. Info: www.tiltonline.org

VegetabloveVERONA - Al circolo Cañara il 18 otto-bre alle 19 inaugurazione della mostraVegetablove. Un esperimento visivo,una minestra grafica, una macedoniasentimentale, uno studio sulle casisti-che tra ortaggi, frutta e altre cose verdi.Il progetto si concretizza quasi pergioco tra le mani di Michela Grisi eNicholas Bertini, visual designers conuna passione per il lavoro materico,che cercano di imprimere sulla carta lafisicità degli ortaggi mediante lÊutilizzodei colori a tempera. Ingresso riserva-to ai soci Arci.Info: FB Circolo Arci Cañara

Proiezioni al CinecentrumLEGNAGO - Ritornano per il secondoanno sociale le proiezioni alCinecentrum di Legnago, organizzatein collaborazione tra Ucca e Cineforum

Legnago. Tredici titoli e quattro turni diproiezione per il primo ciclo, che siconcluderà il 31 gennaio 2013. Il 17 e18 ottobre sarà proiettato A simple lifedi Ann Hui.Info: [email protected]

Ricrea FestivalBARLETTA - Quinta e penultima tappapugliese per il Ricrea Festival, il festivalitinerante dedicato al riuso creativo, inprogramma a Barletta dal 18 al 20ottobre. Il 19 ottobre alle 9 la mostrariservata alle scolaresche ABC...4R.Mille idee per un mondo senza rifiuti, aseguire la performance teatrale PantaRei. Niente si distrugge, tutto si trasfor-ma, a cura del Teatro Kismet OperA,per la regia di Lucia Zotti. Alle 19 siapre lo spazio Free Time, con labora-tori ed esposizioni sul tema del riuso.L'Arci Carlo Cafiero, in collaborazionecon Michelina Rociola, presenta il per-corso multisensoriale Scalziamoci: unpercorso dai piedi alla testa. L'associazione Ribiciclo, invece, pre-senta ed espone le sue creazioni otte-nute da copertoni e camere d'aria dellebiciclette. Info: www.ricreafestival.it

Notizie Brevi

Dal 20 ottobre il Parco Insieme aRoma (in via di Casal Bianco, zonaSettecamini), ospiterà le iniziative

del progetto Parco Aperto. La gestione delparco, già da molti anni, è affidata allacooperativa sociale integrata Conto alla

Rovescia, impegnata in progetti di impresasociale rivolti a persone con esperienza didisagio psichico che si occupano, tra lealtre cose, della manutenzione del parco.Il progetto è frutto della collaborazione traConto alla Rovescia e Arci SolidarietàOnlus, da sempre impegnata nella promo-zione sociale e culturale e in progetti diintegrazione culturale rivolti a rom emigranti. Parco Aperto si pone l’obiettivo diriaprire uno spazio in un quartiere comeSet tecamini - lontano dal fermento cultura-le e sociale romano - e di restituire alla cittàun luogo dove poter godere del propriotempo libero. Parco Aperto è promozione della culturama non solo. È la possibilità di socializzaree di fare aggregazione, è integrazione edialogo tra le culture e le generazioni; è lapossibilità di manifestare la propria creati-vità, ma anche un laboratorio concreto delmettersi in rete, persuasi che le competen-ze di ognuno si sommano e vanno ad arric-chire dinamiche, processi e voglia di cre-scita. Proprio per questa ragione, Contoalla Rovescia e Arci Solidarietà Onlus ini-ziano una collaborazione sul territorio del V

Municipio; per completarsi a vicenda, som-mare diverse storie, volgendo l’attenzionealle esigenze del quartiere, con l’ambizio-ne di captarne nel tempo richieste e istan-ze, partendo sicuramente dall’esperienzaacquisita in altri territori ma declinandola inbase alle diverse specificità. Da sabato 20,tutti i venerdì e sabato ci saranno iniziativedi vario genere: animazione per bambini,aperitivi, concerti, proiezione di film, docu-mentari, partite di calcio, presentazione dilibri, dibattiti.Si parte sabato con un pomeriggio ricco diiniziative: alle 16.30 spettacolo per bambi-ni con Gustavo Augusto Clown; alle 18.30aperitivo con concerto dei Ponentino Trio ealle 20.45 proiezione della partita LazioMilan. La ragione di un programma cosìeterogeneo nasce dall’esigenza di nondare un taglio netto alle proposte culturali,quanto piuttosto di diversificare per rivol-gersi a tutti. È l’esperienza di anni di lavo-ro con diverse persone, comunità, culture.Giochi, parole, musica, divertimento, sport.Parco Aperto è tutto questo. Parco Apertoè aperto a tutte e a tutti!Info: www.arcisolidarietaonlus.eu

A Roma ‘Parco Aperto’, ogni venerdì e sabato conconcerti, animazione per bambini, musica, aperitivi

Arci Valle Susa esprime la sua

solidarietà ad Antonio Ferrentino,

sindaco di Sant’Antonino di Susa (TO),

vittima nei giorni scorsi di un atto di

intimidazione. «Ci auguriamo che gli

autori vengano individuati e assicurati

alla giustizia - si legge in un comunicato

stampa - si tratta di un gesto

criminoso che va preso sul serio, e

non può essere strumentalizzato nel

dibattito tra favorevoli e contrari alla

linea Tav Torino-Lione. Gesti come

questo sono estranei alla decennale

opposizione democratica e di

popolo alla Tav in Val di Susa, e vanno

condannati sempre e comunque»

VALLE SUSA

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«Far coincidere principio di legalità eprincipio di normalità. Difen derlo,come si difende una pianta rara,

con l’impegno di tutti i giorni. Un impegno chesia sanguigno e deciso e che si allochi nei luo-ghi dell’agire collettivo, quelli che spesso sonostati e sono violati, ma che mai saranno sacri-ficati in nome dell’illegalità». AlessandroCobianchi, responsabile legalità Arci ePresidente Arci Puglia, spiega così il senso elo spirito del Festival della Legalità. La giusti-zia cammina per le strade che, tra il 18 e il 21ottobre, si svolgerà in Puglia, tra Bari eAdelfia. Quattro giorni di arte, musica, teatro,pensieri e discussioni messi in piedi daMomArt, Libera Puglia, Arci Puglia, Arci Bari,Comune di Bari – Agenzia per la lotta nonrepressiva alla criminalità organizzata,Regione Puglia, Comune di Adelfia e TeatroKismet. Quattro giorni intensi e colmi di inizia-tive che puntano a riconquistare, attraverso lacultura, gli spazi collettivi, inondando le cittàdell’entusiasmo partecipativo, sola garanziacontro il dilagare delle mafie. Un camminoemotivamente forte, quello che seguirà ilFestival. Luoghi, quindi, come il MomArt di

Adelfia, ex discoteca dello spaccio sequestra-ta al clan dei Paterniti, che ne avevano fattouna centrale di smistamento della droga, perdivenire, ora, un centro di irradiazione di arte.O come l’appartamento di Piazza San Pietro,nel cuore del centro storico di Bari, fino apochi anni fa ‘tana’ sicura dei Capriati e oggiporto d’approdo di chi ha scelto di seguire lastrada dell’impegno. Un cammino emotiva-mente forte, quello che seguirà il Festival. Uncammino fatto innanzitutto di immagini egesti. Le immagini sono quelle della fotografaPremio Pulitzer Letizia Battaglia che, giovedì18 alle 17, inaugurerà la sua personaleRacconti di mafia all’interno degli spazi, cen-tralissimi, della Sala Murat di Piazza delFerrarese; ma anche quelle di MauroBubbico, i cui 15 poster come carte di agrumi,raffiguranti vittime di mafia e che hanno giratol’Italia e l’Europa sui furgoni della CarovanaInternazionale Antimafie, saranno in mostraad Adelfia, nella location di Palazzo ConteSabini a partire dalle 10 del 19 ottobre. I gestiquelli delle cinque compagnie teatrali (Teatrodei Venti, Esperidio, Scena Verticale, FibreParallele e Koreja con Sud Sound System)

che porteranno in scena sei ‘spettacoli mili-tanti’. Istantanee, ma non solo. Perché se èvero, com’è vero, che è dal sapere che passala consapevolezza, allora è facile spiegarel’ampio spazio riservato alla saggistica sullemafie. Non a caso, il lancio del Festival, mer-coledì pomeriggio (17 ottobre, ore 19) è affi-dato a Davide Mattiello dell’ufficio di presiden-za di Libera, autore de La mossa del riccio. Alpotere con tenerezza e disciplina. «L’obiettivo – è la riflessione ancora diCobianchi – è alzare l’asticella della discus-sione, il che significa puntare sull’etica eapprontare nuove strategie di lotta alla crimi-nalità organizzata». Su questa falsa riganasce l’evento del Villaggio della Legalità (cheprenderà l’intera giornata di domenica 21),una vera e propria cittadina in autocostruzio-ne messa in piedi da associazioni, cooperati-ve, gruppi del territorio pugliese. «Se le mafiesi mettono insieme per pianificare le formeattraverso cui far del bene a loro stesse –spiega Cobianchi – noi siamo chiamati a met-terci insieme per costruire forme di giustiziasociale che vadano a vantaggio di tutti». Info: www.teatrokismet.org

10incircolo

arcireport

In Puglia dal 18 al 21 ottobre il Festival della legalitàcon musica, arte, teatro, pensieri e discussioni

A Viterbo la mostra‘Le mani sulla terra’Prosegue fino al 28 ottobre, presso ilMuseo delle Tradizioni Popolari diCanepina (Vi terbo), la mostra fotografica diFrance sco Galli Le mani sulla terra, propo-sta nell’ambito del Festival Storie di lavorodiretto da Ferdinando Vaselli e coordinatodal circolo Arci Percorsi. Il progetto Storie diLavoro, che promuove la mostra, da anniinterroga e indaga le tradizioni locali, la sto-ria e l'identità della Tuscia. La mostra ècomposta da fotografie realizzate nell’arcodi oltre venti anni, dagli anni ‘80 a oggi, edè dedicata al tema del lavoro. Vengono illu-strati i mestieri che nella provincia di Viterbohanno radici e tradizioni. Dalla canestraia albottaio di Canepina, dalle ceramiche diCivita Castellana alla viticoltura nella Teve -rina: le fotografie raccontano piccoli univer-si dove donne e uomini hanno quotidiana-mente faticato per sopravvivere, sapendocostruire relazioni tra loro, come individui ecomunità, con la terra che da generazioni liha ospitati e li ospita ancora oggi.La mostra resterà aperta fino al 28 ottobreogni sabato e domenica dalle 10 alle 13 edalle 15 alle 18.Info: arciviterbo.blogspot.it

Al circolo Amantes inizia la rassegnacinematografica ‘Strane Visioni’Inaugura lunedi 22 ottobre Strane Visioni,la rassegna curata dai registi MaddalenaMerlino e Claudio Paletto che anima, damolti anni, i locali del circolo Arci Amantesa Torino, ospitando alcuni tra i personaggipiù interessanti della scena videocinema-tografica indipendente. Si tratta di un ciclodedicato alla cinematografia con incontriinformali tra pubblico, autori e registi che,partiti dalla scena indipendente, siano statiin grado negli anni di sviluppare un perso-nale rapporto, lavorativo e no, con il cine-ma, il video e più in generale con le imma-gini. Gli incontri si terranno ogni lunedì, dal

22 ottobre al 19 novembre, tra le 19 e le22, in uno spazio al confine tra visione eaperitivo in cui sia possibile dialogare congli autori in modo semplice e immediato.Le proiezioni saranno un'occasione persentire dalla viva voce degli interessatiframmenti della loro storia artistica e pro-fessionale e soprattutto per rivedere im -magini, marginali, inedite o dimenticate, oancora prove e provini per nuovi progetti.Per informazioni sul programma e suimateriali degli autori pubblicati dal 2001consultare il sito del circolo.Info: www.arteca.org

arci

n.34 16 ottobre 2012

Promossa dall’Arci all’Exfila a Firenze, dal19 ottobre al 9 no vem bre si terràPalestinian visual culture, mo stra/ras se -gna di fumetti, illustrazioni, vi sual e fotoche intreccia passato e futuro del fermen-to artistico espresso dal mondo della cul-tura palestinese. Immagini, tratti e frameraccontano della questione palestinese,della vita nei Territori Occupati e nei campiprofughi e della convivenza con il Muro di

separazione. La mostra ospita una sele-zione di scatti firmati da Samar Hazboun,fotografa e filmaker palestinese, autrice diprogetti fotografici dedicati alla narrazionedella vita delle donne nei Territori e dei gio-vani palestinesi nati negli anni del proces-so di costruzione del Muro.Aperitivo di presentazione il 26 ottobre alle20. Ingresso gratuito per i soci Arci.Info: www.exfila.it

‘Palestinian visual culture’ all’Exfila

Domande. È il momento dell'indigna-zione. Dopo quello che si è visto in tve in rete, tutti sulla stampa a strac-

ciarsi le vesti per quanto è accaduto al bam-bino portato via dalla polizia a forza dallascuola di Cittadella. La politica a dichiararsiturbata per i modi. A chiedersi come sia statopossibile, che i bambini vanno ascoltati e trat-tati con rispetto. Ad augurarsi che non ci sianostrumentalizzazioni. La polizia che si scusacon i familiari, dichiara profondo rammarico edispone un'indagine interna, ma che ci si èmossi per far rispettare la legge. Il papà e lamamma a balbettare, ognuno per sé, protestee giustificazioni, preoccupazioni e sollievo peril fatto che si sia arrivati a questi limiti. Tutti adavere delle ragioni. Scordando che stiamoparlando di un bambino. Una persona.Minorenne, non ‘minore’ per importanza. Mache Paese è questo, in cui ci si indigna untanto al chilo solo quando un limite viene tra-valicato e, soprattutto, esposto? Della storia diCittadella restano domande su cui va fatto unragionamento meno estemporaneo e destina-to ad una riflessione che possa generarecomportamenti che non portino a simili ecces-si. Altrimenti le scuse servono a poco. Adesempio ai politici. Perché dell'Infanzia siparla solo in queste situazioni? E, per citare

una situazione per tutte, la scuola? Il pattosociale che lega il cittadino e chi lo amministrariguarda l'Infanzia e la crescita dei cittadini siadi oggi che di domani, sì o no? Perché i chia-rimenti sulle cose non vengono chiesti ancheai minorenni, come la legge (la legge!) italianaprescrive a tutti i livelli? Che serve perché ci siriesca a staccare dalla logica dell'emergenzae del breve periodo, assumendo viceversauna qualche visione del domani che consen-ta una crescita del senso (laico) di comunitàe della considerazione di tutti i soggetti chene fanno parte, compreso chi ancora nonvota? Alla polizia. Perché un bambino vienetrattato e trascinato come un manifestanteadulto, come in tante altre situazioni si èvisto? C'è altro che si poteva fare nell'indivi-duare contesto, tempi e modi in cui esercita-re una prescrizione di legge? Perché c'è lasensazione - a chiamarla sono le paroledell'Ispettrice a conclusione del video e, aposteriori, della Dirigente d'Istituto -, che lapolizia sia lontana da ogni considerazione diopportunità sul proprio modo di agire? Aigenitori e agli specialisti ed operatoridell'Infanzia. Che dobbiamo fare per impara-re meglio tutti a tutelarci e tutelare chi è piùpiccolo? Per imparare a lavorare ‘per’ qual-cuno anziché ‘contro’ qualcun altro? Per dare

una mano a chi si vuole prender cura dellacomunità e trova difficoltà a farlo, per milleragioni, piccole e grandi? Se i principi posso-no fare da guida, spesso la vita e i ragazzisanno offrire sfide difficili. Come si può ricor-dare che un bambino è una persona chemette continuamente in gioco proprio ilnostro modo di essere adulti? Perché è cosìdifficile chiedere aiuto se non ce la si fa? Ma,al di là di tutto e volendo fare i pragmatici, seè troppo difficile ragionare di riconoscimentoe di Diritti dell'Infanzia (la Convenzione ONUè legge della Repubblica dal 1991, e valeanche per la polizia...), che passi in tv e inrete un video come quello di Cittadella nonconviene a nessuno. Né al bimbo, né ai geni-tori, né alla scuola, né alla polizia, né alla poli-tica. Semplicemente, non dovrebbero verifi-carsi situazioni del genere da filmare e dif-fondere. E nessuno di noi lo vuole mai piùvedere un video in cui, nell'Italia di oggi, unbambino viene trattato come un malfattore etrascinato contro la sua volontà. È tempo diascoltarsi di più. E di darsi una mano. Perchénessuno dei soggetti coinvolti in questa brut-ta storia ce la farà senza l'aiuto degli altri acostruire un contesto più rispettoso ed acco-gliente. E se sembra un generico auspicio a fare tuttila loro parte, che ci si provi, prima di giudica-re gli altri sulla pelle di un bambino.

11società

arcireport

Una riflessione sull’episodio di Cittadella

Hanno collaborato a questo numeroLorenzo Bocchese, Maria Calabrese, MartinaCastagnini, Enzo Di Rienzo, Monica Falezza,Piero Ferrante, Susan George, Maria GiovannaItalia, Flavio Mongelli, Anna Rambaldi, ValentinaRoversi, Francesco Verdolino

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - Roma, Cristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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arci

n.34 16 ottobre 2012

Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

L’Aquila prima e dopoROMA - Museo di Roma in Trastevere, finoallÊ11 novembre. ll rapporto tra GianniBerengo Gardin e LÊAquila risale a 16 anni fa,quando il fotografo aveva immortalato il caloredella gente e la straordinaria architettura dellacittà. Dopo anni di lavoro sul posto, il fotografoè tornato per testimoniare con le proprie foto-grafie lo stato in cui è ridotta, dopo il terremo-to, una città bloccata e ferita. Un percorsoespositivo che presenta la toccante testimo-nianza di un grande maestro della fotografia atre anni dalla tragedia del 6 aprile 2009.Info: www.museodiromaintrastevere.it

Fotografia Festival InternazionaleROMA - MACRO, fino al 28 ottobre. Tema diquesta undicesima edizione è work, il lavoro:soggetto ricorrente nella fotografia documenta-ristica, qui affrontato in una prospettiva dallaquale emergono distanze e punti di contattorispetto all'immagine novecentesca del lavoro.Fotografia raccoglie quest'anno i lavori di 180fotografi provenienti da tutto il mondo, con oltre2000 fotografie.Info: www.museomacro.org

I giorni di Roma. L’età dell’equilibrioROMA - Musei Capitolini - Palazzo dei Con -servatori, fino al 5 maggio 2013. LÊe -sposizione intende approfondire la conoscen-za di un periodo storico di grande splendoreartistico e di grande equilibrio politico, 98-180d.C.: dal principato di Traiano a quello di MarcoAurelio. Attraverso la visione di imponenti sta-tue in marmo, interi cicli scultorei, fregi ed ele-menti di arredo domestico in bronzo e argento,del più alto valore stilistico, verrà narrata unÊe-poca del consenso. Info: www.museicapitolini.org

Afro. Dal progetto all’operaROMA - Museo Carlo Bilotti, fino al 6 gen-naio 2013. Con una scelta di 35 opere signifi-cative, la mostra illustra le diverse fasi di con-cezione ed elaborazione dei dipinti di Afro: ilpassaggio dal disegno preparatorio, attraversoprogetti più complessi e articolati, fino alla ver-sione definitiva del quadro. Paesaggi, naturemorte e figure diventano per Afro, in un sofisti-cato percorso creativo, forme mentali e puredellÊastrazione. Info: www.museocarlobilotti.it

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w.arci.it/associarsi - convenzioni@

arci.it

xyz

di Lorenzo Bocchese, Presidenza nazionale Arciragazzi