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Archivio Dina Vallino Pubblicazioni Infant Observation-Infant Research: storie cliniche, applicazioni, ricerche M. Macciò e D. Vallino ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Per citare questo scritto: MACCIÒ M. e VALLINO D. (a cura di), Infant Observation-Infant Research: storie cliniche, applicazioni, ricerche. Quaderni di Psicoterapia infantile, vol. 65. Roma: Borla 2012. h"p://associazionedinavallino.it/wp-content/uploads/2017/06/infant-ob-intro-indice.pdf ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Archivio | Associazione Scien,fico Culturale Dina Vallino [email protected] Via Antonio Kramer, 18 | 20129, Milano (MI) | Italia Tel. +39 02.76003736 | C.F. 97736670155 [email protected] | www.associazionedinavallino.it

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Archivio Dina Vallino Pubblicazioni

Infant Observation-Infant Research: storie cliniche, applicazioni, ricercheM. Macciò e D. Vallino

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Per citare questo scritto:

MACCIÒ M. e VALLINO D. (a cura di), Infant Observation-Infant Research: storie cliniche, applicazioni, ricerche. Quaderni di Psicoterapia infantile, vol. 65. Roma: Borla 2012.

h"p://associazionedinavallino.it/wp-content/uploads/2017/06/infant-ob-intro-indice.pdf

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Qu a d e r n i d i Ps ic o t e r a pia

In f a n t i l enuova serie

a cura di D. Vallino e M. Macciò

INFANT OBSERVATION INFANT RESEARCH STORIE CLINICHE

APPLICAZIONI RICERCHE

B o r i a

Dina Vallino*Introduzione

In questo Quaderno tentiam o di dar conto di un percorso inusuale: quello che vede accom unate forme nuove di psi coterapia psicoanalitica e varie applicazioni delle aree os- servative di Infant Observation e di Infant Research alla clinica e alla ricerca. Le nuove tipologie di psicoterapia psi coanalitica che congiungono la narrazione al lavoro con diviso con i genitori e il bambino, invece di dedurre la vi sione del neonato, del lattante e del bam bino dall’analisi dagli adulti oppure dall’analisi di bam bini più grandi, a t tingono, come è noto, alle aree osservative di Infant Ob servation e di Infant Research. Al fine di evidenziare al massimo i caratteri distintivi, sottolineo che i metodi os servativi sono, nelle due correnti, assai differenti: siamo di fronte a un m etodo osservativo di tipo sperim entale in In- fant Research e di tipo antropologico (ricerca sul campo) in Infant Observation. Con alle spalle un ’esperienza pre gressa, in una specifica area osservativa (Infant Observa- tiono o Infant Research o teoria dell’Attaccamento), le Au trici e gli Autori introducono, pur tenendo conto del ba gaglio culturale costituito dalle teorie psicoanalitiche, una psicoanalisi, quella che si presenta in questi saggi, di mar ca osservativa, oserei dire, con un neologismo che potreb be scandalizzare qualcuno, ma che vorrei esplicitare nel suo significato, al di là del paradosso.In quasi tu tti i contributi che fanno parte del «Tema del Numero» è fondam entale l’osservazione della relazione ge nitori e figli IN presenza del terapeuta, che m ira in ogni se duta e in ogni sequenza degli incontri a promuovere un qualche passo di trasform azione. Non che venga estro- messa da questa m odalità clinica osservativa l’idea di un'analisi infantile relazionale o intersoggettiva, m a viene aggiunta una correzione del setting di base, nel senso che

* Psicoanalista, membro ordinario della Società Psicoanalitica Ita liana.

Quad. Psicoter. Inf., 65 5

viene introdotta l’idea che non si possa fare a meno dei ge nitori nella presa in cura dei figli, che sono i loro, e non i nostri, di noi terapeuti. Restituire ai genitori la cura dei propri figli, anche nel senso m entale e affettivo, è compi to del lavoro congiunto terapeuta genitori e bambino. Que sto lavoro è, per chi intende cominciarlo, complesso ed emotivamente difficile. È di grande ausilio una prepara zione pregressa quanto all’essersi fatti una fam iliarità nel relazionarsi ai genitori nel vivo della quotidianità con i fi gli. È bene pertanto che il terapeuta frequenti aggiorna m enti nella ricerca osservativa relativa al prim o e al se condo anno di vita: Infant Observation, Infant Research, teoria dell’Attaccamento. Queste metodologie osservative molto differenti per il m etodo hanno tuttavia degli aspet ti comuni.Il principale elemento in comune che contraddistingue la loro ricerca è lo studio della relazione preverbale che sia nell’In- fant Observation che nell’Infant Research che nella teoria dell’Attaccamento si avvale della scoperta che la mente del neonato e del lattante è così altamente complessa affettiva mente e cognitivamente che diviene accessibile alla nostra conoscenza di Esperti solo con l’ausilio della m adre o della figura di riferimento di quello specifico bambino. Chiarisco: la comunicazione preverbale del lattante viene ad essere in tercettata dal Ricercatore o dall’Osservatore, in tutta la sua complessità affettiva, soltanto nel «qui ed ora» della parte cipazione della m adre o del padre che di quel bebé condi vidono la vita quotidiana. Tale necessaria presenza genito- riale dona alla ricerca osservativa una maggiore facilità nell’accostare i temi sia dello sviluppo sano del bambino che di quello patologico. L’interazione nella vita quotidiana del bebé con i suoi adulti è una necessaria condizione per il ri cercatore. Ma questo non basta. Vi è l’obbligo per l'Infant Observation e per l’Infant Research e per la teoria dell’At taccamento, giacché nessuna area osservativa può offrire, da sola, un quadro completo della complessità mentale di un lattante, di fare i conti con 1’ integrazione dei risultati delle altre ricerche. Infatti tali metodologie, anche quando si concentrano su comportamenti e «stati» del bambino in parte differenti e in parte simili, danno risposte diverse. È però im portante capire che ognuna delle metodologie può includere all’interno della propria area osservativa un pun to di vista che non è il proprio.

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È una tendenza incrociata, quella cui faccio riferimento, che si affaccia nella psicoterapia italiana ed è costituita da autori che o derivano i loro metodi e teorie dall'Infant Ob- servation e dalle sue Applicazioni nella psicoanalisi clini ca oppure leggono e utilizzano, nel loro lavoro, metodi e teorie provenienti da llln fan t Research e dalle scuole inte- rattivo-cognitiviste e dalla teoria dell’Attaccamento. Numerosi sono i collegamenti tra il vertice dellln fan t Ob- servation e quello dellln fan t Research, al di là di differenze significative tra le due aree di ricerca osservativa. Tra le impreviste analogie tre le due metodiche porto l’esempio dell’im portanza, nell’Infant Observation, delle Interviste che l'osservatore fa alla coppia dei futuri genitori scelta per l’osservazione. I tem pi delle interviste sono previsti all’ini zio della gravidanza, nel corso della gravidanza, a gravi danza avanzata e durante la visita in ospedale. Nel m eto do dell’Infant si accoglie la comunicazione della futura m a dre e del futuro padre, senza fare indagini strutturate, ma con l’attenzione rivolta a cogliere il form arsi nella mente della m adre di un interesse per il proprio bam bino «inter no», differenziato dal bimbo «reale».Possiamo confrontare questo tipo di intervista con 1 ’Adult Attachment Interview di Main (Main, Goldwin, 1994) che ha consentito di indagare, in particolare, sui vissuti delle future m adri riguardo alla loro esperienza infantile con le figure parentali, mentre, parallelamente, l’osservazione de gli scambi tra m adre e bam bino ha consentito di riscon trare come le qualità sicura/insicura di attaccam ento, in particolare della madre, possono venire trasm esse al figlio attraverso le m odalità dell’accudim ento m aterno.In un certo senso l’intervista ai futuri genitori, condotta da un Osservatore, all’inizio della sua Infant perm ette di co gliere squarci vivacissimi, nei futuri genitori, della loro pre cedente esperienza di bambini e quindi, diventa, nel corso di tu tta l’osservazione, un riferim ento di riflessione e di confronto sugli eventi successivi che hanno contraddistin to lo sviluppo del neonato osservato.L’osservazione diretta è dunque la base della conoscenza del neonato e del lattante, la quale non è conoscenza del bambino dedotta soltanto dai dati clinici della psicoanali si degli adulti o degli adolescenti. Già S tem ne parlava nel 1985, quando scriveva: «Nel corso della pratica clinica (so prattutto con pazienti adulfi) le teorie psicoanalitiche han-

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no ricostruito un “bam bino” diverso da quello che viene osservato dagli psicologi. Questo bam bino è la creatura pro dotta congiuntamente da due individui uno dei quali è l’adulto, che è giunto ad essere un paziente psichiatrico, e l’altro è il terapeuta, che ha una sua teoria dell’esperienza infantile. È frutto di ricordi, di riedizioni attuali, nel trans fert, di esperienze passate, e di interpretazioni ispirate alla teoria. Io lo definisco bam bino clinico, da non confonder si con il bambino osservato il cui com portam ento viene pre so in esame nel m om ento stesso in cui si produce» (Sterri, 1985, pp. 30-31).Attualmente dunque è avvenuto un m utam ento che si tra t ta di riconoscere: Infant Observation e Infant Research, avendo come medesimo oggetto di studio la relazione tra m adre e lattante, hanno m odificato radicalm ente la con cezione psicoanalitica del bam bino rinunciando a dedur re lo sviluppo infantile dalle costruzioni analitiche sul pas sato dell’adulto.

I contributi del Quaderno 65

Le Autrici e gli Autori presenti con i loro contributi in que sto Quaderno non solo portano l’interesse dell’osservazio ne applicata ai campi più vari, ma sono, soltanto a scor rere l’indice, davvero molto creativi. N arrano del dolore estrem o dei bam bini toccati da m alattie «rare» o «termi nali», m ettono in luce i problem i delle loro m adri e dei lo ro genitori, o il vissuto delle m adri adolescenti che non rie scono a prendersi cura dei loro figli, o di quei genitori in trappolati da impreviste crisi psicotiche dei loro figli che gettano la famiglia nel panico. Le difficoltà nel mondo del la scuola, che sovverte il sentire di quegli adolescenti che pur essendo m olto dotati non riescono a concentrarsi, o i problemi fraterni sono aspetti che vengono studiati in m o do approfondito. Una qualità aggiuntiva di questi saggi è che tanto è avvincente il colore della narrazione che mol ti di questi contributi potrebbero rapidam ente cam biare il loro destino di saggio clinico in una sceneggiatura adatta ad essere il canovaccio di una pièce treatrale o di una fic tion televisiva o di un reality di buon gusto. È vero che ogni storia psicoanalitica ben confezionata può ispirare racconti o rom anzi, come Antonino Ferro ci ha m ostrato

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in «La Psicoanalisi come letteratura e terapia» (1999), ma qui si tra tta di una vivacità narrativa che lascia sorpreso il lettore: è forse la ricchezza del dato osservativo vicino alla vita quotidiana e alla sua concretezza, ma anche den so di im m aginazione fantasia e rèverie, il fattore che co lora questi saggi?

La questione dei nomi

Platone nel Cratilo ha sollevato una dom anda formidabile: chi deve dare i nomi? È la questione della scelta del lin guaggio, essendo noi oggi consapevoli che oltre alla finalità di conseguire un linguaggio appropriato a descrivere l’og getto di cui si tratta, c’è nelle discipline una segreta compe tizione per imporre il proprio linguaggio. Per mantenere il delirio di possedere le certezze, ponendosi nella posizione di giudicare e valutare, bisogna però godere di un certo pre stigio culturale o accademico, mentre la scientificità di una disciplina richiede ben altro che il solo avvalersi di griglie ermeneutiche o di posizioni accademiche.La psicoanalisi necessita di ricerche osservative per cono scere le m odalità dello sviluppo della mente del bambino e poi dell’adulto.Oggi si può dire che la Ricerca infantile è andata avanti con m etodi i cui risultati gli psicoanalisti dovrebbero co noscere e alcuni devono anche praticare, come praticano altre discipline utili allo sviluppo della psicoanalisi, traen do motivo di confronto sia dalle varie correnti psicologi che che dalla epistemologia, dalla storia della filosofia, dalla filosofia della storia, m a anche dalla poesia e dalla letteratura.La ricerca si avvale dell’apprezzam ento del lavoro altrui e di una corretta storicizzazione delle scoperte. Di una cosa c’è certezza: ogni disciplina ha una visione soltanto unila terale rispetto alla totalità dell’ontologia regionale di cui si occupa, poiché si pone, come ben dice Bion, da un deter minato vertice che perm ette di cogliere soltanto un aspet to di quella regione. Tale unilateralità prim a o poi è desti nata ad emergere, ma se si ha spirito critico nei confronti ilei la propria disciplina, si dovrebbe avere spirito critico anche nei confronti delle altre discipline.

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Riferimenti

F e r r o A. (1999), La psicoanalisi come letteratura e terapia. Raf faello Cortina, Milano.

R iv a -Cr u g n o l a C. (2007), Il bambino e le sue relazioni - Attacca mento e individualità tra teoria e osservazione. Raffaello Cor tina, Milano.

S t e r n D.N. (1985), Il mondo interpersonale del bambino. Bollati Boringhieri, Torino 1987.

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Indice

Dina VallinoIntroduzione Pag. 5

Marco Macciò, Dina Vallino Le origini di Infant Research eInfant Observation: ima nota storica « 11Sander e la diade, 12 - Bick e il neonato comunica tivo (1964), 14 - La scoperta della comunicazione precoce, 15 - L’importanza della disponibilità ma terna al «dose physical contact», 17 - Altri «pattern di comunicazione», 18 - Una sorprendente conso nanza tra Meltzoff e Bick, 19 - Infant Research: gli studi sulle capacità cognitive del neonato, 20 - Una seconda ondata in Infant Research, 23 - Una svolta in Bick (1968), 27 - La natura del bisogno di con tatto corporeo, 28 - Attenzione e integrazione, 30 - L’autocontenimento, 31 - Un confronto, 31 - Studi sulla relazione patologica, 33 - Bibliografia, 36

TEMA DEL NUMERO

STO RIE CLINICHE

Giuliana Barbieri Pimpa e l’interventoPsicoanalitico Contestuale « 43La relazione genitori-bambini, 45 - La dimensione procedurale, 51 - Pimpa, 53 - l l a seduta con Pim pa e la mamma, 54 - Bibliografia, 57

Claudia BeschiIn contatto con i dolori estrem i « 58Bibliografia « 65

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Luisa CherobinDalla rabbia alla tenerezza:un bambino alla ricerca di un postonel cuore della mamma pag. 66Primo incontro con entrambi i genitori, 66 - Secon do incontro: mamma e Paolino, 70 - Quarto incon tro: Paolino con papà, 73 - Quinto incontro: con en trambi i genitori, 74 - Prosegue la Consultazione Par tecipata con Paolino e la mamma, 77 - Sesto incon tro: mamma e Paolino, 79 - Ultimo incontro con Pao lino e la mamma, 79 - Ultimo incontro con i genito ri prima delle vacanze estive, 81 - Bibliografia, 83

Mércia Maranhào FagundesPsicoanalisi nel preludio all’adolescenza « 84Il nostro ultimo incontro, 85 - La storia del dolore presente, 88-11 contatto tra le nostre menti, 90 - Per provare a capire ciò che abbiamo vissuto: correla zioni teorico-cliniche, 92 - Conclusione, 97 - Abstract,98 - Bibliografia, 99

Giada MarianiConsiderazioni sulla sindrom eda regressione caudale in ima bambinadi quattro anni « 100La diagnosi, 100 - Il senso di solitudine della Fami glia, 101 - I giochi di Roberta, 103 - La proposta e l’avvio della consultazione partecipata e prolungata,105 - La richiesta di Psicoterapia per Roberta, 107- La realtà di Roberta, 108 - Altri giochi, 110 - La storia di Padino, 111 - Bibliografia, 113

Cristina Riva Crugnola, Simona Gazzotti Mamme adolescenti e i loro bambini: un programma di prevenzionenei primi due anni di vita « 114Maternità in adolescenza, 116-11 progetto di pre venzione, 118 - Il nostro modello di intevento, 119- Risultati preliminari del progetto di prevenzione, 121- Laura e Lorenzo, 122 - Bibliografia, 127

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Giancarlo ScottiJacopo e la sua necessità di volerdiventare speciale pag. 131Jacopo, 133 - Bibliografia, 149 « 133

Manuela TrinciUna regressione devastante:lo spavento dei genitori e il panicodi una bambina di undici anni « 150Oretta e i suoi genitori, 150 - L’avviarsi del lavoro cli nico, 151 - Le prime consultazioni: dalla rabbia al gatto!, 152 - Un po’ fuori e un po’ dentro la stanza,154 - Nella bottega di due Contastorie, 156-1 geni tori: dal dramma alla condivisione dell’impensabile,158 - Verso una famiglia solidale. Una mail, una sor presa, un sogno, 160

APPLICAZIONI

Fabrizia Alliora I gruppi mamma-bambino: un «buon incontro»per genitori di bambini piccoli « 165Alcuni cenni storici, 165 - Un esempio d’incontro (tratto da uno dei primi gruppi mamma-bambino),167 - Il setting, 171 - Gli operatori come gruppo di lavoro, 172 - Considerazioni conclusive, 174 - Bi bliografia, 176

Maria Pagliarani, Lucia WastavinoForme di paternità « 178Bibliografia « 194

Paola Sartori, Dora SullamUno sguardo sul bambino dal m ondodella scuola « 196Metodologia utilizzata, 197 - Osservare in classe, 199 - Scrivere un’osservazione, 200 - La funzione del gruppo di discussione: contenimento ed elaborazio ne di ansietà e di meccanismi difensivi, 201 - Un

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esempio di osservazione a scuola, 203 - Conclusio ne, 207 - Bibliografia, 209

Giancarlo ScottiEssere intelligenti e non studiare:difficoltà degli Adolescenti e percorsiper capirle pag. 210Chi sono gli studenti con difficoltà di studi?, 2 1 1 - Studio e successo scolastico: la ricerca di ispirazio ni per capirne le difficoltà, 213 - Studenti... con dif ficoltà di studio, 220 - Bibliografia, 229

Francesca Viola Borgogno Il lavori con i pazienti gravi e le loro famiglie: la dim ensione «multifamiliare» della psicoanalisiBibliografia

Simona GazzottiL’abuso e il m altrattam ento alle donne: attaccam ento e trasm issione intergenerazionale del trauma « 246Attaccamento, trauma e funzione riflessiva, 247 - La trasmissione intergenerazionale del trauma, 249 - La violenza nella coppia: fattori di protezione e di tra sformazione, 253 - Bibliografia, 256

« 231 « 243

RICERCHE

Rossana CandiaDall’Infant Observation: un rapporto fraterno,tra rivalità e solidarietà « 263La storia di José e i suoi fratellini, 265 - Bibliogra fia, 273

Laura MoriTrovare/ritrovare il proprio posto alTinternodella fratria « 275Bibliografia « 287

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Lucia Tagliavento, Elisa Fazzi(con la collaborazione di Marco Macciòe Monica Bomba)Cambiamenti e domande nella RelazioneFraterna oggi pag. 289La fase iniziale, 292 - Il progetto, 293 - Risultati ot tenuti, 294 - Conclusioni, 297 - Bibliografia, 311

Maurizio ZaniLa filosofia per bambini « 312La naturale disposizione dei bambini alla filoso fia, 315 - La comunità di ricerca, 316 - Due impo stazioni a confronto, 317 - Bibliografia, 318

LETTURE

Franco BorgognoLa signorina che faceva hara-kiri e altri saggi(Maria Pia Corbò) 320