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arCHiTeTTuraCome VaSi di Terra e uominiAimaro Isola, Flavio Bruna
Giardino è una parola associata alla terra, che contiene all’interno del suo potere evocativo forte, una carica positiva, una memoria che riman-da ad una natura fatta di colori, benigna, positiva appunto.
Ma il collegamento tra giardino natura e pa-esaggio appare scontato ed anche un po’ banale, se immaginiamo unicamente luoghi di bella verdu-ra, paesaggi da cartolina o altre immagini un poco bucoliche, legate unicamente all’osservazione, alla contemplazione.
Diviene argomento più complesso ed interes-sante, alle volte tragico, se affrontato dal punto di vista dell’architetto, come dettaglio costruttivo del progetto, come elemento semantico di un linguag-gio, come parte di un paesaggio costruito.
All’interno di queste affermazioni è conte-nuto il vero tema – quello del convegno – ma più in generale un argomento di studio necessario e strategico per l’architettura e per il paesaggio, da sviluppare e approfondire.
Paradossalmente il giardino, frammento di un paesaggio, diviene sempre più elemento costi-tutivo dell’architettura e dei nuovi paesaggi modi-ficati, trasformati nella materia ma anche nel loro essere più profondo.
La natura (naturale) e l’artificio (il segno dell’uomo, la responsabilità dell’architetto...) non sono argomenti nuovi: sono temi arcaici, riportati all’attualità forse in virtù di sviluppi tecnologici e di ricerca applicata recenti, ma ci piace pensa-re che non siano solo argomenti effimeri, di gran
Unità Residenziale Ovest, Olivetti, Ivrea, 1968-71 - Planimetria. Gabetti & Isola, con L. Re
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moda in questo tempo, ma qualcosa in più, che appartiene ad una sfera più complessa che ha radici profonde nel territorio e nella evoluzione culturale.
Il binomio natura e artificio si confronta e si lega fin da tempi remoti; siamo sempre stati af-fascinati dai giardini di Babilonia e dall’idea po-etica e filosofica del “portare i giardini in alto”, sulle coperture degli edifici, con l’artificio ma sen-za inganni né retoriche. Architetture intese anche come grandi contenitori, vasi di terra coltivata e di uomini abitanti.
Un filo rosso lega le architetture illustrate nel convegno e brevemente descritte nelle righe che
Unità Residenziale Ovest, Olivetti, Ivrea, 1968-71 - Gabetti & Isola, con L. Re
Progetto per il Padiglione Italia, Venezia, 1988 - Disegni. Gabetti & Isola, con G. Drocco
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seguono: ed è proprio questa attenzione ai temi del paesaggio e dell’abitare. Aspetti inscindibili all’in-terno del processo di progetto e della ricerca verso un’architettura sostenibile.
Partendo dai primi lavori dello studio Ga-betti & Isola sono evidenti i tratti di questa ricer-ca paziente sui temi propri di un paesaggio, che arriva da lontano, quando questo termine non era ancora così banalizzato sulle riviste del settore e dai media.
La Residenziale Ovest ad Ivrea si presenta come un giardino semicircolare scavato in cui l’ar-tificio, il progetto, si dispone in simbiosi con la natura trovata, costruendo un dialogo che ne au-menta l’intensità ed esalta le specificità di questo luogo, ponendo al centro proprio la scena e non la costruzione; metafora contemporanea di un teatro all’aperto, in cui l’idea, il pensiero, prevalgono sul-la materia e sulle strutture.
Il Concorso per il Padiglione Italia alla Bienna-le di Venezia: il giardino verticale ha vinto, la na-tura si arrampica e avvolge con forza la retorica di un’architettura esistente, lasciandone trasparire la memoria in alcuni segni ordinati sulla collina rico-struita. Quasi un richiamo culturale, una memo-ria delle rovine piranesiane rivisitate secondo una idea contemporanea e con ironia, in cui natura e costruzione si integrano e si confondono a tratti, nei tempi dilatati della Storia.
Il giardino si eleva verso l’alto ridefinendo un confine tra terra e cielo, creando nuove prospettive che, a volte riflettendosi sull’acqua si moltiplicano, aumentando la complessità di un paesaggio fatto di terra cotta e cruda, di verde di acqua e di vetro.
Le residenze a Rio nell’Elba: realizzano- tra-mite le coperture piane trattate a verde intensi-vo- una continuità con la collina di ulivi posta alle spalle.
Geometrie di pietra ricomposta, porticati, pi-lastri e piani verdi – a diverse quote – disegnano un paesaggio artificiale che sfuma in prospettiva, radicato alla pianura e diradato verso lo spazio ver-ticale.
Piano Particolareggiato e Complesso Residenziale Villa Sant’Anna, Ba-gnaia, Rio nell’Elba (Li), 1974-1994 - Acquerello. Gabetti & Isola, con G. Drocco
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Palazzo di giustizia di Alba: un edificio – giardino che si oppone alla retorica di un’eredità funzionalista che associava il “tipo” alla funzione, una costruzione che nega la verticalità e predilige un altro rapporto con il paesaggio, più intimo e riflessivo.
Un giardino disegnato da geometrie verticali, muretti in pietra e da piani orizzontali seminati e piantumati. Frammenti di una campagna comune e familiare, segnata dal lavoro dell’uomo e dal pas-
Piano Partico lareggiato e Complesso Residenziale Villa Sant’Anna, Ba-gnaia, Rio nell’Elba (Li), 1974-1994 - Gabetti & Isola, con G. Drocco, foto D. Regis
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sare del tempo e delle stagioni, che insieme agi-scono e mutano i caratteri stessi dell’architettura: sempre uguale ma continuamente in evoluzione. Paesaggio nel paesaggio, che si apre con sorpresa verso un piccolo mondo interno protetto, filtrato e mediato verso ciò che sta fuori.
Concorso area Pirelli Bicocca: la ripresa del disegno agrario, dell’aggeratio , portata allo stato limite: il paesaggio è disegnato intensamente da cretti alternati a piani inclinati trattati a verde. Li-nee d’acqua si affiancano a filari di alberi e lunghe gallerie lineari vetrate, che si raccordano ai margi-
Uffici Giudiziari, Alba (Cuneo), 1982-1987 - Gabetti & Isola, con G. Varaldo, foto G. Basilico
Uffici Giudiziari, Alba (Cuneo), 1982-1987 - Acquerello, Gabetti & Isola, con G. Varaldo
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Uffici Giudiziari, Alba (Cuneo), 1982-1987 - Gabetti & Isola, con G. Varaldo. Foto B. Cattani
Concorso per la ristrutturazione dell’area della Bicocca a Milano, 1985-1988 - Acquerello. Gabetti & Isola, con G. Drocco
Concorso per la ristrutturazione dell’area della Bicocca a Milano, 1985-1988 - Foto del plastico. Gabetti & Isola, con G. Drocco
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Parco archeologico della Porta Palatina, Torino, 2003-2006, acquerello - Consulenti: Isolarchitetti (A. Isola), G. Durbiano e L. Reinerio, E. Cupolillo
Parco archeologico della Porta Palatina, Torino, 2003-2006 - Consulenti: Isolarchitetti (A. Isola), G. Durbiano e L. Reinerio, E. Cupolillo, foto B. Cattani
ni con il territorio pianeggiante della pianura pada-na e sfumano verso infrastrutture, edifici esistenti e confini di proprietà. Il risultato è un paesaggio contemporaneo denso di significati che interpreta le necessità di un nuovo abitare, di nuovi modi di vivere e lavorare, di nuovi equilibri territoriali.
E ancora giardini che riprendono molti di questi temi: il Museo Archeologico e l’area della Porta Palatina a Torino. Questi ultimi progetti entra-no nel grande gioco del sistema urbano del verde come tasselli di un mosaico esteso, sono giardini in negativo che si confrontano e si inseriscono ne-gli spazi tra il costruito in modo non convenziona-le, ma con i toni graduati ai luoghi.
Per concludere sono presentati una serie di edifici per uffici che hanno in comune proprio il giardino pensile che sale verso i piani alti, si arrampica sempre più verso il cielo e ne disegna l’attacco, incerto discontinuo e mutevole.
Il sogno e la metafora dei giardini di Babilo-nia si materializza in questi edifici-giardino fatti di alberi, di cristallo, di verde e di acqua.
Luci , riflessi, colori disegnano paesaggi mu-tevoli e vibranti.
Il Quinto Palazzo uffici Snam, il concorso per il nuovo Palazzo della Regione Lombardia e ancora il concorso per la nuova Sede dell’Authority Alimentare a Parma costituiscono un importante filone di ricerca
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in questa direzione. In questi edifici si riconferma un
principio che accomuna e caratterizza i progetti pre-
sentati: un atteggiamento non convenzionale verso il
paesaggio, che interpreta l’edificio come parte di un
disegno generale, frammento di un sistema di ordine
superiore senza soluzioni di continuità.
Solo in questo senso siamo interessati, alle
evoluzioni tecniche e tecnologiche che interpreta-
no il significato dei giardini verticali.
Il materiale da costruzione, la sua tecnologia
dovrebbero essere un mezzo per lavorare su obietti-
vi di più ampio respiro, per costruire luoghi, e non
Museo di Antichità - Torino, 1982 - 98, Gabetti & Isola, con G. Drocco, foto V. Sedy
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Quinto Palazzo Uffici SNAM, San Donato Milanese, 1985-1991 - Gabetti & Isola, con G. Drocco, foto B. Cattani
Quinto Palazzo Uffici SNAM, San Donato Milanese, 1985-1991 - Gabetti & Isola con G. Drocco, foto V. Sedy
certamente quali elementi accessori del proget-to, con quel sapore effimero, pseudo-mimetico: Mimesis in questi progetti è intesa non come na-scondimento, ripiegamento nella natura o nostal-gia, ma anzi come movimento aurorale, nascita del “principio di individuazione” dell’immaginazione della totalità.
La ricerca in questo senso deve continuare, lavorando nella direzione della costruzione di un palinsesto sostenibile, un circolo virtuoso tra l’es-sere, l’abitare ed il territorio: vasi di terra e di uo-mini, intesi come frammenti di giardini, verticali, abitati nel paesaggio.
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Palazzo della Regione Lombardia, Milano, 2004, prospetti e sezioni - Isolarchitetti (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio), F. e N. Corbellaro, P. Volpe, ICIS, S. Coppo, S. Simionato, G. e L. degli Esposti, G. Mazza, P. Riganti
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Nuova sede dell’Authority alimentare, Parma, 2005-2008, acquerello - Isolarchitetti (capogruppo), CCDP, SAB, Studio Coccoli Associati, MCM Impianti, A. Mambriani, M. Bennicelli, G.P. Mazzetti, M. Luciani, ICIS Allegoria dell’architettura - Disegno A. Isola
Palazzo della Regione Lombardia, Milano, 2004 - Planimetria. Isolar-chitetti (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio), F. e N. Corbellaro, P. Volpe, ICIS, S. Coppo, S. Simionato, G. e L. degli Esposti, G. Mazza, P. Riganti
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