Archi e volte nell'antico Vicino...

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Le volte di mattoni crudi caratterizzano i magazzini (in alto) del com- plesso funerario di Ramses II, il faraone che portò l'impero egizio al massimo splendore nel XIII secolo a.C. Il complesso, detto Ramesseum, si trova di fronte a Luxor, sulla sponda opposta del Nilo. Ogni magaz- zino è coperto da una volta a corsi inclinati, in cui i mattoni, posti ver- ticalmente, pendono verso uno dei muri di fondo (che non si sono con- servati). In ogni volta vi sono quattro corsi di mattoni; la fotografia della sommità di un muro laterale (in basso) mostra come i corsi siano inclinati alternativamente verso l'uno o l'altro dei muri di fondo. I magazzini contenevano provviste per la vita del sovrano nell'aldilà. p er chi si occupa di storia dell'archi- tettura, l'affermazione che l'uso di archi e volte ebbe inizio con i romani è quasi un dogma. E, in effetti, furono proprio i romani a sfruttare pie- namente le potenzialità di queste strut- ture, impiegandole spesso su scala mo- numentale, in ponti e acquedotti, archi di trionfo e anfiteatri che si conservano ancora oggi in tutta l'Europa meridiona- le. Tuttavia, né l'arco, né l'unione di più archi a formare una volta furono inven- zioni romane. All'epoca in cui sorgeva il Colosseo, archi e volte erano noti nel Vicino Oriente da circa 3000 anni. I pochi archeologi che hanno studiato il problema sono concordi nell'afferma- re che archi e volte ebbero origine nelle zone paludose del Basso Egitto o della Mesopotamia. Il prototipo doveva esse- re una struttura composta da fasci di can- ne palustri che venivano piantati nel ter- reno in posizione eretta, piegati verso l'interno e infine legati insieme alle estremità per formare il tetto. Alcuni ge- roglifici e altre raffigurazioni egizie mo- strano santuari, cabine di imbarcazioni e strutture di vario tipo con coperture di canne. Benché nessun edificio antico di questo genere si sia conservato, la tecni- ca è impiegata ancora oggi nell'Iraq me- ridionale, presso la confluenza del Tigri e dell'Eufrate, dove i cosidetti arabi del- le paludi erigono grandi costruzioni a volta con strutture di canne. Le superfici esterne di alcuni di questi edifici sono intonacate di fango, secondo una tecnica, detta con termine inglese wattle and daub , che rappresenta forse la sopravvivenza di una fase intermedia nell'evoluzione della volta. In tale fase i costruttori eliminarono i fasci di canne (che comunque non erano disponibili al di fuori di zone paludose) e li sostituiro- no con un materiale da costruzione più solido e durevole: i mattoni di fango es- siccati al sole. Quasi tutti gli archi che si conservano nel Vicino Oriente sono rea- lizzati con mattoni crudi, o adobe (ter- mine spagnolo che deriva dall'arabo at- -tub). Anche dopo che i mattoni cotti entrarono nell'uso, buona parte degli edifici in queste regioni continuarono a essere costruiti con mattoni crudi. Vi sono buone ragioni perché questa tecnica sia stata usata così ampiamente. Dato che i mattoni crudi vengono fatti con ingredienti comunemente reperibili - terra, acqua e paglia triturata, con l'e- ventuale aggiunta di sterco di animali o sabbia - e che sono seccati al sole invece di essere cotti in un forno, essi costitui- scono un materiale da costruzione stra- ordinariamente economico: richiedono lavoro manuale, ma non consumo di energia. Inoltre, sono pessimi condutto- ri di calore e questo fatto li rende adatti all'uso in regioni aride, dove le variazio- ni di temperatura nel corso della giorna- ta sono elevate. Quando la temperatura esterna in un giorno d'estate supera i 50 gradi Celsius, all'interno di una casa di mattoni crudi rimane al di sotto di 40 gradi, mentre in una costruzione di bloc- chi prefabbricati di calcestruzzo può ar- rivare anche oltre i 55 gradi. Le stesse condizioni climatiche che rendono i mattoni crudi un materiale da costruzione ideale nel Vicino Oriente fanno sì che anche le coperture a volta presentino evidenti vantaggi. Le volte permettono all'aria calda di salire più in alto rispetto a un soffitto piatto e perciò contribuiscono a mantenere fresco lo spazio interno. Una ragione ancora più importante è che in molte zone del Vici- no Oriente non ci sono foreste e, di con- seguenza, mancano le travi necessarie per reggere un soffitto piatto; una volta di mattoni crudi, invece, non richiede sostegni. Per di più, oltre a essere pratica ed economica, la copertura a volta è una struttura architettonica particolarmente armoniosa. Mei siti archeologici del Vicino Orien- i 3 te sono stati rinvenuti tre diversi tipi di archi e volte di mattoni crudi. Il primo tipo, probabilmente il più familiare per l'osservatore di oggi, è l'arco con ele- menti a disposizione radiale, in cui il pri- mo corso di mattoni, che poggia sull'im- posta, è inclinato verso la luce dell'arco dall'interposizione di uno spessore di pietruzze o cocci legati con fango nella zona dell'estradosso. I mattoni venivano disposti a faccia in giù, con il lato più lungo parallelo al muro. (Generalmente avevano una lunghezza da 30 a 40 centi- metri e uno spessore da 9 a 12 centimetri e potevano essere sia rettangolari, sia quadrati.) Il procedimento veniva quin- di ripetuto, inclinando progressivamen- te corso dopo corso, fino a che l'arco risultava chiuso in alto da mattoni in po- sizione verticale o sub-verticale. Per co- prire vani di porte o brevi corridoi a vol- ta, i mattoni venivano disposti uno sopra l'altro, ma per volte di maggiori dimen- sioni si aveva cura di sfalsare i giunti, come nella costruzione di un muro. Sembra probabile che questa tecnica si sia evoluta da quella della falsa volta, o copertura a sbalzo, nota fin da tempi molto antichi in tutto il Vicino Oriente e la regione mediterranea. In una falsa volta, i mattoni di ogni filare aggettano, invece di essere disposti radialmente; os- sia, ogni filare è messo in opera orizzon- talmente, ma in maniera tale da sporgere rispetto al filare sottostante. A Tell Ra- zuk, in Iraq, in un edificio datato al 2900 a.C. circa è stata trovata una forma di copertura a volta che potrebbe costituire l'anello di collegamento: in essa i filari di mattoni sono sia aggettanti, sia dispo- sti radialmente. In Egitto, archi e volte con elementi a disposizione radiale furono costruiti spo- radicamente in tutto il periodo faraoni- co, soprattutto in tombe e ingressi mo- numentali. Il più antico fra gli esempi Archi e volte nell'antico Vicino Oriente Oggi si stanno riscoprendo i metodi con i quali, in Egitto, in Mesopotamia e nel Levante, vennero costruiti archi e volte solidi ed esteticamente armoniosi, usando mattoni crudi essiccati al sole e legati con fango di Gus W. Van Beek 82 83

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Le volte di mattoni crudi caratterizzano i magazzini (in alto) del com-plesso funerario di Ramses II, il faraone che portò l'impero egizio almassimo splendore nel XIII secolo a.C. Il complesso, detto Ramesseum,si trova di fronte a Luxor, sulla sponda opposta del Nilo. Ogni magaz-zino è coperto da una volta a corsi inclinati, in cui i mattoni, posti ver-

ticalmente, pendono verso uno dei muri di fondo (che non si sono con-servati). In ogni volta vi sono quattro corsi di mattoni; la fotografiadella sommità di un muro laterale (in basso) mostra come i corsi sianoinclinati alternativamente verso l'uno o l'altro dei muri di fondo. Imagazzini contenevano provviste per la vita del sovrano nell'aldilà.

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er chi si occupa di storia dell'archi-tettura, l'affermazione che l'usodi archi e volte ebbe inizio con i

romani è quasi un dogma. E, in effetti,furono proprio i romani a sfruttare pie-namente le potenzialità di queste strut-ture, impiegandole spesso su scala mo-numentale, in ponti e acquedotti, archidi trionfo e anfiteatri che si conservanoancora oggi in tutta l'Europa meridiona-le. Tuttavia, né l'arco, né l'unione di piùarchi a formare una volta furono inven-zioni romane. All'epoca in cui sorgeva ilColosseo, archi e volte erano noti nelVicino Oriente da circa 3000 anni.

I pochi archeologi che hanno studiatoil problema sono concordi nell'afferma-re che archi e volte ebbero origine nellezone paludose del Basso Egitto o dellaMesopotamia. Il prototipo doveva esse-re una struttura composta da fasci di can-ne palustri che venivano piantati nel ter-reno in posizione eretta, piegati versol'interno e infine legati insieme alleestremità per formare il tetto. Alcuni ge-roglifici e altre raffigurazioni egizie mo-strano santuari, cabine di imbarcazioni estrutture di vario tipo con coperture dicanne. Benché nessun edificio antico diquesto genere si sia conservato, la tecni-ca è impiegata ancora oggi nell'Iraq me-ridionale, presso la confluenza del Tigrie dell'Eufrate, dove i cosidetti arabi del-le paludi erigono grandi costruzioni avolta con strutture di canne.

Le superfici esterne di alcuni di questiedifici sono intonacate di fango, secondouna tecnica, detta con termine inglesewattle and daub , che rappresenta forse lasopravvivenza di una fase intermedianell'evoluzione della volta. In tale fase icostruttori eliminarono i fasci di canne(che comunque non erano disponibili aldi fuori di zone paludose) e li sostituiro-no con un materiale da costruzione piùsolido e durevole: i mattoni di fango es-siccati al sole. Quasi tutti gli archi che si

conservano nel Vicino Oriente sono rea-lizzati con mattoni crudi, o adobe (ter-mine spagnolo che deriva dall'arabo at--tub). Anche dopo che i mattoni cottientrarono nell'uso, buona parte degliedifici in queste regioni continuarono aessere costruiti con mattoni crudi.

Vi sono buone ragioni perché questatecnica sia stata usata così ampiamente.Dato che i mattoni crudi vengono fatticon ingredienti comunemente reperibili- terra, acqua e paglia triturata, con l'e-ventuale aggiunta di sterco di animali osabbia - e che sono seccati al sole invecedi essere cotti in un forno, essi costitui-scono un materiale da costruzione stra-ordinariamente economico: richiedonolavoro manuale, ma non consumo dienergia. Inoltre, sono pessimi condutto-ri di calore e questo fatto li rende adattiall'uso in regioni aride, dove le variazio-ni di temperatura nel corso della giorna-ta sono elevate. Quando la temperaturaesterna in un giorno d'estate supera i 50gradi Celsius, all'interno di una casa dimattoni crudi rimane al di sotto di 40gradi, mentre in una costruzione di bloc-chi prefabbricati di calcestruzzo può ar-rivare anche oltre i 55 gradi.

Le stesse condizioni climatiche cherendono i mattoni crudi un materiale dacostruzione ideale nel Vicino Orientefanno sì che anche le coperture a voltapresentino evidenti vantaggi. Le voltepermettono all'aria calda di salire più inalto rispetto a un soffitto piatto e perciòcontribuiscono a mantenere fresco lospazio interno. Una ragione ancora piùimportante è che in molte zone del Vici-no Oriente non ci sono foreste e, di con-seguenza, mancano le travi necessarieper reggere un soffitto piatto; una voltadi mattoni crudi, invece, non richiedesostegni. Per di più, oltre a essere praticaed economica, la copertura a volta è unastruttura architettonica particolarmentearmoniosa.

Mei siti archeologici del Vicino Orien-i 3 te sono stati rinvenuti tre diversi tipidi archi e volte di mattoni crudi. Il primotipo, probabilmente il più familiare perl'osservatore di oggi, è l'arco con ele-menti a disposizione radiale, in cui il pri-mo corso di mattoni, che poggia sull'im-posta, è inclinato verso la luce dell'arcodall'interposizione di uno spessore dipietruzze o cocci legati con fango nellazona dell'estradosso. I mattoni venivanodisposti a faccia in giù, con il lato piùlungo parallelo al muro. (Generalmenteavevano una lunghezza da 30 a 40 centi-metri e uno spessore da 9 a 12 centimetrie potevano essere sia rettangolari, siaquadrati.) Il procedimento veniva quin-di ripetuto, inclinando progressivamen-te corso dopo corso, fino a che l'arcorisultava chiuso in alto da mattoni in po-sizione verticale o sub-verticale. Per co-prire vani di porte o brevi corridoi a vol-ta, i mattoni venivano disposti uno sopral'altro, ma per volte di maggiori dimen-sioni si aveva cura di sfalsare i giunti,come nella costruzione di un muro.

Sembra probabile che questa tecnicasi sia evoluta da quella della falsa volta,o copertura a sbalzo, nota fin da tempimolto antichi in tutto il Vicino Orientee la regione mediterranea. In una falsavolta, i mattoni di ogni filare aggettano,invece di essere disposti radialmente; os-sia, ogni filare è messo in opera orizzon-talmente, ma in maniera tale da sporgererispetto al filare sottostante. A Tell Ra-zuk, in Iraq, in un edificio datato al 2900a.C. circa è stata trovata una forma dicopertura a volta che potrebbe costituirel'anello di collegamento: in essa i filaridi mattoni sono sia aggettanti, sia dispo-sti radialmente.

In Egitto, archi e volte con elementi adisposizione radiale furono costruiti spo-radicamente in tutto il periodo faraoni-co, soprattutto in tombe e ingressi mo-numentali. Il più antico fra gli esempi

Archi e voltenell'antico Vicino Oriente

Oggi si stanno riscoprendo i metodi con i quali, in Egitto, in Mesopotamiae nel Levante, vennero costruiti archi e volte solidi ed esteticamentearmoniosi, usando mattoni crudi essiccati al sole e legati con fango

di Gus W. Van Beek

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noti è stato ritrovato a Helwan, in unatomba risalente alla fine della I dinastia(circa 3000 a.C.). Un caso un poco piùtardo, ma particolarmente illuminante,è l'ingresso ad arco di una mastaba (unatomba a forma di bassa piramide tronca)a Giza, che risale alla IV dinastia (fra il

2680 e il 2560 a.C.) e appartenne all'ari-stocratico Neferi. I mattoni dell'intra-dosso sono sagomati con due sporgenzesemicircolari, in maniera da simulare fa-sci di canne piegati ad arco, e dipinti dirosso vivace, colore che, nelle conven-zioni pittoriche egizie, rappresentava

tradizionalmente le canne seccate al so-le. Questa imitazione è una prova assaiconvincente che i primi archi di mattonicrudi siano derivati da prototipi construttura di canne.

Le potenzialità degli archi e delle voltecon elementi a disposizione radiale furo-

no sfruttate in modo più completo inMesopotamia, dove è probabile che sisiano evoluti indipendentemente e più omeno alla stessa epoca che in Egitto.L'esempio più antico che si conosca èuna grande sala a Tepe Gawra, eretta nelquarto millennio a.C., all'epoca della

prima fioritura della civiltà sumerica. AUr, il più famoso fra i siti di questa civil-tà, le tombe del re Abargi e della reginaShubad (costruite nel 2500 a.C. circa)hanno copertura a volta e porte d'ingres-so con archi a disposizione radiale.

L'esempio più imponente di archi e

volte costruiti secondo questa tecnica inMesopotamia si trova a Tell al Rimah,un sito che risale alla fine del terzo, pri-ma metà del secondo millennio a.C. Inun complesso templare vi sono stanzecon coperture a volta larghe fino a 3,8metri; una scala è sostenuta da otto archi

Le volte con elementi a disposizione radiale furono largamente usatenel Vicino Oriente dal quarto millennio a.C. fino al primo millenniod.C. inoltrato. Si iniziava a costruire una volta di questo tipo innalzandoi muri laterali fino all'altezza desiderata (1). Fra i due muri venivanopoi ammucchiati mattoni crudi, senza legante, come sostegno tempo-raneo alla volta (2). Sopra i muri laterali veniva steso uno strato dimalta di fango e, in corrispondenza dell'estradosso, venivano posti

sassolini o cocci per inclinare verso l'interno il primo corso di mattoni(3). I mattoni erano posati orizzontalmente; quelli illustrati sono i tipicimattoni quadrati usati in Mesopotamia, con il lato di circa 35 centime-tri. I corsi successivi venivano disposti in modo analogo (4), fino a chela volta poteva essere completata, chiudendola nel centro (5). Do-po pochi giorni, quando la malta era asciutta, il sostegno veniva rimos-so; la volta era poi intonacata per proteggerla dalle intemperie (6).

Le volte a corsi inclinati non richiedevano un sostegno temporaneodurante la costruzione. La linea della volta veniva indicata sul muro difondo con uno spesso strato di malta e il primo mattone, disposto ver-ticalmente contro il muro e inclinato verso la luce dell'arco da sassolinie cocci, veniva adagiato sulla malta (1). (I mattoni illustrati sono deltipo rettangolare in uso in Egitto.) Dopo che uno strato di malta erastato posato sul primo mattone, un secondo veniva appoggiato a esso e

un terzo era posto sopra al secondo, inclinato verso l'interno e retto dalmuro di fondo; il procedimento era ripetuto, fino a chiudere il primoarco (2). Ognuno degli archi successivi era appoggiato sul precedente;raggiunto il muro di fondo opposto (3), lo spazio triangolare rimanenteera colmato con archi più piccoli e infine con pietre, cocci e malta (4).Spesso un secondo corso, inclinato nella direzione opposta, veniva po-sato sopra il primo (5). La volta terminata veniva intonacata (6).

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• HAFTTEPE

•UR

PERSEPOLI•

SANSIMEONE

LUXOR

ASSUAN

GOLFOPERSICO

MARROSSO

MARMEDITERRANEO

)GIZA

IL CAIRO

•TELL DAN

• GERUSALEMME

TELL JEMMEH

BAGHDAD

• TEPE GAWRA

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TELLRAZUK

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MARCASPIO

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TELCAL RIMAH •I.

HATRATEHERAN •

• NUSH-I JAN

I siti archeologici dove sono stati rinvenuti archi e volte di mattoni sono indicati sulla cartinageografica del Vicino Oriente. Si trovano in Egitto, in Mesopotamia (la valle dei fiumi Tigri edEufrate), nella regione siropalestinese e in Iran. (Le località moderne sono indicate in neretto.)

di altezza progressivamente crescente etre corridoi a volta si dipartono da uningresso monumentale , collegando l'unaall'altra le terrazze su cui sorge il sito. Visono inoltre porte ad arco, una camerasepolcrale coperta a volta e una serie diarchi su due livelli che sostenevano unaterrazza, o forse un edificio, sovrastante.

Recenti scavi in Israele hanno ripor-tato alla luce i primi esempi di archi conelementi a disposizione radiale in matto-ni crudi che si conoscano nella regionesiropalestinese. Il più antico è la porta diTeli Dan, risalente al XVIII secolo a.C. ,che presenta un arco con tre corsi con-centrici di mattoni. A Teli Jemmeh, unsito dei cui scavi mi sono occupato, quat-tro archi sostenevano il piano di separa-zione tra la camera di combustione equella di cottura in un grande forno perceramica di epoca filistea, databile al XIIsecolo a.C. Altrove, nello stesso sito, inun muro che sorreggeva il tetto di unampio granaio circolare del III secoloa.C., ho ritrovato un arco con una luceinsolitamente grande. di 4,25 metri.

Nel complesso, vari scavi archeologicihanno dimostrato che gli archi e le voltecon elementi a disposizione radiale furo-no impiegati ampiamente e in diversicontesti nel Vicino Oriente, dall'Egittomeridionale all'Iran occidentale e dallafine del quarto millennio a.C. fino al pri-mo millennio d.C. inoltrato. Questa tec-nica aveva, tuttavia, un grave svantag-gio: l'arco, o la volta, richiedevano unsostegno temporaneo che li reggessementre i mattoni seccavano. Data lascarsità di travi nella regione, il tipo disostegno più comune doveva essere sem-

plicemente un mucchio di mattoni giàasciutti, senza legante, coperti forse dauno strato di paglia. Riempire lo spaziodi una soglia o un'intera stanza con mat-toni e poi toglierli, una volta che la co-pertura fosse stata asciutta, doveva ri-chiedere molto tempo e fatica.

Il secondo metodo per costruire volte.detto a corsi inclinati, evitava l'uso disostegni provvisori. I mattoni utilizzatiin questa tecnica erano più leggeri diquelli impiegati per costruire archi a di-sposizione radiale, perché erano gene-ralmente più piccoli e sottili e all'impastoveniva aggiunta una maggior quantità dipaglia triturata. Quello che caratterizza-va la tecnica era però il modo ingegnosoin cui i mattoni venivano posati: essi ap-poggiavano sul lato corto e l'intero corsopendeva verso uno dei muri di fondo del-la stanza (si veda l'illustrazione nella pa-gina precedente). Nello stesso tempo, imattoni venivano inclinati verso la lucedell'arco, come nella tecnica a disposi-zione radiale, ponendo sassolini o cocciper allargare i giunti sul lato dell'estra-dosso. La volta terminata appariva comeuna serie di archi inclinati; il vuoto la-sciato vicino al muro di fondo opposto aquello verso cui pendevano i corsi venivacolmato con archi più piccoli, frammentidi mattoni, cocci, pietre e malta.

Dato che ogni arco sorregge il succes-sivo, la costruzione di una volta a corsiinclinati può essere interrotta in qualsia-si momento, senza la necessità di puntel-li interni perché rimanga eretta. L'inter-posizione di uno strato di malta ottenutadal fango fra un arco e l'altro impedisceloro di scivolare. L'effetto di suzione

della malta umida veniva accentuato conun interessante artificio: ogni mattoneportava su una faccia (e talvolta, in Egit-to, su entrambe le facce) una serie disolchi, ottenuti dall'artigiano imprimen-dovi le dita quando l'impasto era ancoraumido. I solchi facevano sì che la super-ficie di applicazione della malta fossemaggiore e che quindi il legame fra i mat-toni risultasse più forte.

Si sono osservate numerose variazionidella tecnica a corsi inclinati. In alcunicasi, la volta è stata costruita appoggian-do i corsi a entrambi i muri di fondo, unmetodo non particolarmente convenien-te, perché i costruttori, per ultimare lavolta, anziché dover colmare un piccolospazio triangolare a un'estremità eranocostretti a riempire uno spazio elissoida-le al centro, all'incontro delle due seriedi corsi inclinati in senso opposto. Spes-so, dopo che la copertura era stata ter-minata, veniva rinforzata posando ulte-riori corsi sopra il primo, per aumentar-ne lo spessore. In Mesopotamia, un sin-golo corso costruito con i mattoni qua-drati comunemente in uso era sufficienteper ottenere la desiderata solidità, men-tre in Egitto, dove si preferivano mattonirettangolari, più stretti, le volte avevanosovente uno spessore di quattro o piùcorsi. I corsi alterni venivano inclinati indirezioni opposte: il primo era appoggia-to a un muro di fondo, il secondo al muroopposto e così via.

Il più antico esempio noto di volta a

corsi inclinati si trova a Helwan, nellastessa tomba, risalente alla fine dellaI dinastia (circa 3000 a.C.), che contienela più antica volta con elementi a dispo-sizione radiale in Egitto. Il sistema co-struttivo già evoluto della volta a corsiinclinati suggerisce, tuttavia, che la tec-nica fosse conosciuta da qualche tempo;evidentemente, esemplari più antichinon si sono conservati oppure non sonoancora stati scoperti. Fra i molti esempidi volte risalenti alla IV dinastia, alcunisembrano rappresentare tentativi di spe-rimentazione, specialmente per la formadei mattoni. Uno dei più interessanti fraquesti esperimenti si trova nella mastabadel sacerdote Sabef, nella necropoli diGiza. I mattoni della volta presentanosporgenze triangolari ad ambedue leestremità, per rendere possibile l'inca-stro con i mattoni vicini nello stesso arco.In teoria, la volta avrebbe dovuto risul-tare più solida, ma, poiché i mattoniasciugandosi tendono a diminuire di di-mensioni, gli incastri non risultano per-fettamente combacianti; inoltre, le spor-genze triangolari rischiano di rompersidurante la costruzione. Presumibilmen-te queste difficoltà spiegano perché nonsi conoscano altri esempi di volte conmattoni a incastro.

Invece, le volte a botte costruite se-condo la tecnica normale a corsi inclinaticompaiono in ogni periodo della storiaegizia, dall'antichità ai tempi moderni ein un gran numero di contesti: in camere

Le volte a elementi ricurvi venivano realizzate con coppie di mattonicrudi, lunghi e leggermente incurvati, appoggiati l'uno contro l'altroal centro della volta. I vuoti fra i mattoni e alla loro base, sul pianod'imposta, erano colmati con cocci e malta. A Nush-i Jan, in Iran, una

I mattoni a concio rastremato permettono di costruire archi e volte piùsolidi. La più antica volta di questo tipo è stata trovata in un edificioassiro del VII secolo a.C. a Teli Jemmeh, in Israele. Le tre stanze alpiano inferiore hanno larghezze differenti, ma le loro volte sono state

volta di questo tipo sosteneva il pavimento di una stanza al piano supe-riore in un tempio costruito fra il 750 e il 600 a.C. (qui sopra). I mattonidella volta hanno una lunghezza di 120 centimetri. Il sito è stato scava-to da David B. Stronach, ora all'Università della California a Berkeley.

costruite allo stesso livello, sagomando diversamente i mattoni e dandoforma appiattita alla volta più larga. Le volte hanno uno spessore diun mattone e tre quarti: in entrambi i corsi, archi di mattoni lunghisi alternano ad archi di mattoni pari a tre quarti di un mattone lungo.

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Il monastero copto di San Simeone, costruito ad Assuan, in Egitto, nel VII secolo d.C., presentaesempi assai interessanti di volte a corsi inclinati. La fotografia mostra un corridoio nel dormi-torio dei monaci. Le volte, recentemente rinforzate con barre di acciaio, sostenevano il pavimentodi un altro corridoio a volta al piano superiore. Le volte secondarie che si notano tra quelleprincipali e i muri laterali del corridoio servivano a convogliare aria fresca in ciascuna cella.

sepolcrali e nelle stanze annesse per leofferte; come sostegno di soffitti e tettinelle case; in cupolette per l'aerazione sutetti piatti; come sostegno e copertura discale, e in magazzini, chiese e monasteri.In effetti, le volte a corsi inclinati sop-piantarono in gran parte quelle a dispo-sizione radiale. Quest'ultima tecnica ri-maneva la migliore nel caso di porte ovolte con estremità libere, che mancanodei muri di fondo necessari per appog-giarvi i corsi inclinati, ma in altri casicontinuò a essere usata solo per attacca-mento alla tradizione.

Le più belle volte di epoca faraonicasi trovano a Luxor, nei magazzini co-struiti da Ramses II (che regnò dal 1290

al 1224 circa a.C.) nel suo complesso fu-nerario, il Ramesseum. I magazzini, lun-ghi e stretti, contenevano provviste perla vita del faraone nell'aldilà. In ogni edi-ficio, i muri laterali terminano con quat-tro corsi di mattoni in aggetto, che costi-tuiscono una larga piattaforma per l'im-posta delle volte, assai spesse. Ogni vol-ta comprende almeno quattro corsi incli-nati di mattoni, che pendono alternati-vamente verso l'uno o l'altro dei muri difondo.

La straordinaria adattabilità, per for-ma e funzione, di questo tipo di volta èdimostrata nel monastero copto di SanSimeone ad Assuan, che fu costruito nelVII secolo d.C. , quasi 2000 anni dopo il

Ramesseum. Le volte che coprivano tut-ta la chiesa (ora conservate solo ai latidel presbiterio) non erano del semplicetipo a botte, ma erano intersecate da vol-te trasversali nella navata, a formare del-le crociere. Nell'edificio che ospitava ildormitorio dei monaci, le volte che co-privano i corridoi comprendevano ancheun ingegnoso sistema di ventilazione. Levolte secondarie che occupano gli spazitriangolari compresi tra i muri laterali el'estradosso delle volte principali aveva-no la duplice funzione di alleggerire ilpeso gravante su queste ultime e di inca-nalare la fresca aria notturna nelle celledei monaci.

In Mesopotamia, le più antiche voltea corsi inclinati si trovano a Teli al Ri-mah; furono costruite verso il 2000 a.C.,circa 1000 anni dopo la comparsa di que-sta tecnica in Egitto. A Teli al Rimahabbiamo una serie di volte che copronotutto il periodo compreso tra il 2000 eil 1350 a.C., alcune delle quali esempli-ficano interessanti variazioni tecniche.Per esempio, parecchie volte, che servi-vano da sostegno per una terrazza o unedificio, hanno una forma a cupola ap-piattita. Nel corso della costruzione, imuri di fondo venivano eretti alla stessaaltezza di quelli laterali e in ogni angoloera inserito un pennacchio (una superfi-cie di raccordo fra i muri stessi a formadi triangolo capovolto) che sporgevaverso l'alto e all'interno della stanza. Ilvano ottagonale risultante era copertocon archi che si appoggiavano ai pennac-chi e ai muri di fondo.

In Mesopotamia, altri esempi di voltea corsi inclinati sono stati scoperti in untempio del XVIII secolo a.C. a TeliTaya, non lontano da Teli al Rimah, e indue camere sepolcrali del XV secoloa.C. a Haft Tepe in Iran. Non ne è statatrovata alcuna risalente al primo millen-nio a.C., ma è probabile che si tratti diuna circostanza casuale, perché nel pri-mo millennio d.C. la tecnica è attestatain vari siti. In effetti, l'esempio più im-ponente di volta a corsi inclinati si ritro-va in un edificio di questo periodo, il TaqKisra, che era il salone principale del pa-lazzo di Ctesifonte, a sud di Baghdad, evenne costruito fra il III e il VI secolod.C. (la data esatta è discussa). Il TaqKisra venne eretto in mattoni cotti e lasua volta, alta 28,4 metri e con una lucedi 25,5 metri, è ancor oggi la maggiorenel mondo fra quelle costruite in mattonisenza un'armatura di sostegno (si vedala copertina di questo fascicolo).

econdo le testimonianze archeologi-1-2 che, la più importante innovazionetecnica nella costruzione di volte a corsiinclinati ebbe origine non in Egitto o inMesopotamia, ma nella regione siropa-lestinese . Consistette nell'introduzionedei conci rastremati, o mattoni sagomatia cuneo, che eliminavano la necessità diinserire cocci e sassolini per rendere piùspessi i giunti nell'estradosso. Le voltecostruite in questo modo sono ovvia-

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Gli edifici che ospitano la fondazione educativa Dar al Islam, ad Abi- tetto egiziano Hassan Fathy. La costruzione visibile all'estrema destraquiu, nel New Mexico, presentano volte di mattoni crudi costruite se- è la moschea, mentre il resto dell'edificio è destinato a uso scolastico;condo la tecnica tradizionale. Il complesso è stato progettato dall'archi- la parte ancora incompleta, a sinistra in alto, ospiterà la tavola calda.

mente più solide, perché i mattoni sago-mati combaciano meglio e la malta ècompressa in giunti molto sottili. È per-ciò possibile costruire volte appiattite odi forma diversa da quella semicircolare;la flessibilità della tecnica permette diprogettare un edificio con stanze copertea volta di differenti larghezze, pur man-tenendo il pavimento di un eventualepiano superiore a un livello uniforme.

Tale procedimento venne adottato daun architetto assiro intorno al 675 a.C.,nel progettare il piano terreno di ungrande edificio a Tell Jemmeh, dove hotrovato i più antichi esempi noti di mat-toni a concio rastremato. La costruzionecomprende tre stanze, ciascuna di lar-ghezza differente e con una volta a corsiinclinati di diversa sezione: appiattitanelle due più grandi, quasi semicircolarenella terza stanza. La larghezza media diun mattone è di 30 centimetri all'estre-mità superiore e di 24,5 a quella inferio-re, ma i mattoni delle volte più appiattitesi restringono in maniera meno pronun-ciata di quelli della volta semicircolare.

Per ironia, in questo stesso edificio leporte tra una stanza e l'altra sono coper-te con un terzo tipo di volta, a elementiricurvi, di costruzione molto meno sofi-sticata dei due tipi esaminati in prece-denza. Sopra ogni porta sono disposti adarco sei coppie di lunghi mattoni, un'e-stremità dei quali poggia sul piano d'im-

posta, mentre l'altra si unisce con quelladel mattone collocato di fronte, al centrodella luce dell'arco. Gli spazi vuoti fra leestremità dei mattoni e fra i mattoni stes-si e i muri laterali sono colmati con pie-tre, cocci e malta.

La volta a elementi ricurvi sembra li-mitata alla regione iraniana; la tecnicapuò essere stata introdotta a Tell Jem-meh da un architetto medo al serviziodelle forze imperiali assire. Fu larga-mente impiegata a Nush-i Jan, un sito inIran che è stato datato fra il 750 e il 600a.C. I mattoni di queste volte hanno lanotevole lunghezza di 1,2 metri circa; sipotrebbe pensare che mattoni così lun-ghi debbano essere fragili, ma in realtàerano abbastanza robusti da sostenere ilpavimento di una stanza superiore neltempio principale. D'altro canto, le vol-te di questo tipo non potevano risultaresolide come quelle a corsi inclinati o conelementi a disposizione radiale e, a partela semplicità di costruzione, probabil-mente non avevano molti vantaggi.

Le volte a conci rastremati, al contra-rio, erano assai convenienti e tuttavianon ebbero una grande diffusione nel-l'antico Vicino Oriente. Oltre che a TellJemmeh, volte di questo tipo sono stateritrovate solo nella postazione di frontie-ra romana di Ain Sinu, nell'Iraq setten-trionale. Se non verranno scoperti altriesempi, si potrebbe concludere che i

vantaggi dell'uso di questa tecnica nonerano compensati dallo sforzo di fabbri-care i mattoni nelle dimensioni esatte ri-chieste da ogni volta. Oltre al motivodello scarso successo delle volte a conci,ci si può chiedere perché queste noncomparvero prima del VII secolo a.C. ecome mai i popoli del Vicino Oriente,che inventarono la scrittura, le leggi, lamatematica, l'astronomia e, nel nostrocaso, le città, non abbiano pensato, perpiù di 2000 anni, a coprire i loro edificicon archi e volte di mattoni apposita-mente sagomati.

T 'invenzione degli archi e delle volte dimattoni crudi costituì comunque un

notevole risultato tecnico. Il loro impie-go non è mai stato abbandonato nel Vi-cino Oriente e oggi sta tornando alla ri-balta grazie soprattutto a un architettoegiziano, Hassan Fathy, i cui progetti,hanno attirato l'attenzione non solo nelsuo paese d'origine, ma anche negli StatiUniti. La nostra società, consapevoledella necessità di un uso razionale dell'e-nergia, sta riscoprendo i vantaggi sia deimattoni crudi, sia degli archi e dellevolte.

Archi e volte sono esteticamente pia-cevoli e, in un mondo dominato da for-me squadrate, consentono a un architet-to di alleggerire la durezza e la monoto-nia delle linee rette.

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