Araldo dei Sacri Cuori - Gennaio e Febbraio 2012 bq

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Periodico d’Informazione e Cultura Religiosa dei Missionari dei Sacri Cuori Pazienza e confidenza in Dio e tutto si supera. San Gaetano Errico L’Araldo dei Sacri Cuori

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Periodico d’Informazione e Cultura Religiosa dei Missionari dei Sacri Cuori

Pazienza e confidenza in Dio e tutto si supera.

San Gaetano Errico

L’Araldo dei Sacri Cuori

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Coordinatore di Redazione:

P. Raffaele Baia

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Periodico d’Informazione e Cultura Religiosadei Missionari dei Sacri Cuori

L’Araldo dei Sacri Cuori

SOMMARIOAnno 90 n° 1Gennaio - Febbraio 2012

• EditorialeVocazioneallaPazienza 3di P. Raffaele Baia msscc

• MondoVocazionaleDiventareprete?Perchèno? 4A.A.

• IlNostroMondoBuon Anno! 5di Mario Zannini • IlFondatoreSanGaetano...pensacitu! 7di Stefania Palumbo • CongregazionePanespezzatoecondiviso:BeatoGiovanniPaoloII8di P. Sebastian Dias msscc CasaMadreIportatori...siritirano!9di Enzo Mancini

IndiaUnnuovomissionariodeiSacriCuori10Edificioscolastico...quasiterminato11ColombiaMissioneinColombia12Italia-BeneventoPregate...unaffidosacerdotale 12• MondoMissioneL’AmoreallaMadonnaeladevozionealBeatoGiovanniPaoloII14di P. Giuseppe Buono, PIME

• Poesie 17• PaginediBontà19• ProgettoBuonSamaritano

Amare chi ci comprende è facile, amare chi ci ama è bello, ma biso-gna imparare ad amare gli uomini solo perchè sono uomini.

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Editoriale

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Vocazione alla Pazienza P. Raffaele Baia msscc

Lacaritàèpaziente(1Cor13,4)

Nella vita, in qualsiasi rapporto, spes-so sperimentiamo come la pazienza sia un’alta virtù spirituale. Essa, però

non è un’attesa senza soluzione né un’eroi-ca qualità volta alla sopportazione. Comune-mente si pensa la pazienza come atteggia-mento verso qualcosa o qualcuno; ma ancor più vero è che la pazienza germoglia da un esercizio su noi stessi, per imparare a sostare nei nostri moti interiori e convivere con essi, soprattutto quando sono difficili da sostenere. Pensiamo a quante volte nelle nostre reazio-ni ci lasciamo dominare più dall’emozione del momento che da un paziente discernimento. E’ la pazienza, intesa come capacità di stare di fronte ai movimenti del cuore prendendo-ne consapevolezza, che fonda e orienta la pratica del discernimento; solo esercitandola su di noi allora riusciremo a praticarla verso l’altro, assaporandone i grandi benefici per la nostra vita di relazione.La pazienza, concretamente, si sperimen-ta come pratica per vivere la prossimità con l’altro, dandole qualità nuova. Potremmo dire che è un modo di vivere la prossimità che ci fa avvicinare all’altro allentando la nostra personale rappresentazione delle cose per poterci avvicinare benevolmente disarmati all’universo dell’altro. Solo in questa prossi-mità, accolta attraverso la pazienza, una re-lazione affettiva potrà esprimersi nella sua in-condizionata bellezza e gratuità. Non a caso Paolo, l’apostolo, descrive la pazienza come condizione primaria dell’amore-agape: senza di essa i passi successivi poggerebbero su un terreno fragile, non preparato con quella cura e attenzione che lo rendono fertile.Un secondo aspetto che possiamo eviden-ziare è che la pazienza, oltre ad essere una virtù relazionale, è anche un fondamentale atteggiamento verso uno stile di vita diverso, più giusto e armonico. La pazienza è capaci-tà di vivere con un senso le condizioni di ciò

che non necessariamente trova compimento. E questo vale in modo particolare per il cre-dente, per la coppia credente, per la famiglia credente, per un gruppo in cammino, che nel-le proprie vocazioni più specifiche non sono chiamati a fare tutto, a occuparsi di tutto, ma piuttosto a vivere il tutto attraverso il poco di una vita.Pensiamo a come il Signore ci educa alla re-lazione paziente. Facciamo memoria dell’in-contro di Mosé con il roveto ardente (Es 3). Lì ci è dato di comprendere che una relazione è vera quando sa assumere la necessaria distanza che permette la non identificazione con l’altro, e soprattutto quando paziente-mente proviamo a camminare a piedi scalzi per percepire pienamente, senza mediazio-ni, fidandoci esclusivamente della verità della nostra carne, quella terra benedetta che è la nostra vita.

Seguire Gesù non è una marcia trionfale, ma un cammino di fedeltà da rinnovarsi ogni giorno.

Papa Benedetto XVI

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MondoVocazionale

Caro amico, caro giovane nella foto qui sopra vedi l’immagine di un prete straordinario nel quotidiano, il nostro,

quello di Secondigliano-Napoli. Fu un uomo di Dio ricco di fede, intelligente e scomodo come solo a volte i preti sanno essere…proveniva da una famiglia agiata, dedita al lavoro quotidiano…avrebbe potuto scegliere per sé una vita certo molto più co-moda e normale…Scelse di diventare prete!Caro amico, la vita certo ha già chiamato te a qualche piccola grande scelta e ancora ti chiamerà in tal senso, e credo…tu abbia già sperimentato come “il scegliere” non sia per nulla facile o scontato. Quanti dubbi per esempio nell’individuare la scuola giusta, l’università adeguata, la ragaz-za ideale…un lavoro?Ancora più difficile poi immaginarsi fra un anno, dieci anni e dover prendere comunque ora, delle scelte che poi condizioneranno il nostro futuro.Qualche giorno fa, con altri giovani, abbia-mo discusso proprio di questo, sulla difficoltà di individuare la propria strada, di pensarsi a lunga distanza (fra 10 anni??? BOH!!)…Soprattutto è apparso come molti siano i

condizionamenti nelle nostre scelte dell’og-gi, dettati dalla moda, dalla televisione, dal-la strada, dal profitto (sarò ingegnere!!!...un grande calciatore..un manager..).Difficilmente nelle nostre scelte coinvolgiamo il Signore, ci chiediamo cosa abbia in cuore Lui per ciascuno di noi..; viviamo un “fai da te decisionale” come se la nostra vita dipendes-se unicamente da noi stessi… Ma è così??Quando poi, mi azzardo a buttare là un po’ provocatoriamente la strada del prete e della consacrazione religiosa-missionaria; quando chiedo se qualcuno ha mai pensato a diven-tare frate, o missionario o se qualche ragaz-zo ha mai sentito il desiderio di diventare pre-te…, be’… allora apriti cielo: subito commenti piccanti e divertiti, scongiuri…o dinieghi pe-rentori, come se tutto fosse già chiaro o tale scelta fosse quasi indegna o innaturale.Imparate ad accogliere le provocazioni…e oggi, al di là di quello che si dice e si pensa…essere prete è “donodiDio” all’umanità….pensatevi, immaginatevi, impegnatevi a pre-gare perché può essere la vostra strada: il prete-religioso-missionario è un uomo vicino ad ogni uomo, specie i più poveri e deboli; un uomo che porta Gesù, annuncia Gesù, e come Lui dona consolazione, conforta, offre speranza.Il prete..il vostro prete è testimone dell’amore di Dio per ogni essere umano.

Diventare prete? Perché no?A.A

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IlNostroMondo

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di Mario Zannini

Mio buon Dio, vorrei tanto potesse arri-vare un mio Grazie ad ogni persona per tutte le volte che abbia detto si al

bene, no al male. Grazie ad ogni piccola buo-na azione il mondo è diventato un pochino migliore, ed ogni volta che questo succede ne sono felice. Mio buon Dio, grazie per le infinite opportuni-tà che ci offri per sperimentare l’amore vero, perché ci doni la possibilità di elevarci e offri noi la possibilità di godere dei tuoi Santi Doni, già ora in questa vita. Mio buon Dio, vorrei tanto potesse arrivare un mio Grazie a quegli instancabili operatori di bene che hai posto nella mia vita, quelle persone che se piove, o se c’è il sole, se la gente mormora o meno, quelle persone che se sono in salute o con qualche acciacco, se gli è appena crollato il mondo addosso o se sono in un periodo positivo, se in passato hanno fatto qualche errore o meno, se sono circondati da tante persone che vogliono loro bene, o se si sentono un pochino soli, non smettono mai di operare bene per il bene.Al mattino si alzano e quale che sia la situa-zione, senza parlare troppo e senza parlare troppo poco, si mettono a lavoro. Mio buon Dio, grazie a Te perché l’uomo nella sua po-chezza non potrebbe mai da solo riuscire in certe imprese.Mio buon Dio, grazie a queste persone per-ché il loro esempio è una testimonianza im-portante per l’umanità, grazie a queste perso-ne ho appreso cose che non avrei mai potuto apprendere in nessun libro.Mio buon Dio, insegnami a diventare come queste persone. Mio buon Dio, insegnami a non perdere mai la speranza, insegnami a non perdere trop-po tempo in inutili preoccupazioni, donami la pace, sempre, affinché possa dedicarmi sempre come tu vuoi al bene.Insegnami ad accettare il tuo volere, ad ama-re ciò che succede nella mia vita e non di-

pende da me. Donami la pazienza.Insegnami ad affrontare con determinazione tutto ciò che invece dipende da me, donami sempre la forza necessaria affinché possa di-ventare un giusto attore di questa vita, e non uno spettatore che subisce indistintamente quello che succede.Insegnami ad amare i miei limiti, insegnami ad accettarli. Insegnami allo stesso tempo a lavorare per smussare i miei piccoli difetti, insegnami a lavorare con la giusta dolcezza per migliorare me stesso come tu vuoi. Mio buon Dio insegnami a riscoprire il valore del silenzio. È impensabile riuscire a lavorare per il bene, se siamo completamente presi dal mondo. Come possiamo pensare di dive-nire attori responsabili nel mondo se ne fac-ciamo completamente parte? Se ne siamo completamente schiavi? Insegnami allora a vivere nel mondo ma con il giusto distacco,

Buon Anno!

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insegnami a ritagliare dei piccoli spazi nel mio cuore dove nulla al mondo possa entra-re per contaminare quello che tu hai scritto. Così che il mio agire nel mondo possa esse-re sempre più giusto. Mio buon Dio insegnami l’umiltà. Ricordami sempre che se mai venisse fuori qualcosa di buono da me, in realtà il merito va a quelle persone che mi hanno insegnato qualcosa di buono. Il merito va a quelle difficoltà incon-trate nella mia vita attraverso cui ho capito determinate cose, il merito va a Te quindi di-rettamente o indirettamente, sempre. Mio buon Dio, insegnami, ricordamelo sem-pre, che il male non è mai più divertente, ne più accattivante, ne più avvincente di una vita dedita al bene. Ricordami sempre che straordinaria avventura spetta a chi sceglie di lavorare per il bene. Ricordami che la fatica e lo sforzo richiesto, sono un prezzo così piccolo se paragonato alla gioia che ci aspetta dal momento in cui solo iniziamo un progetto di bene. E’ una questione di ottimo globale, la cecità dei nostri occhi a volte non ci fa guardare oltre quello che in realtà è solo un ottimo lo-cale, che poi in realtà è causa di mali per noi, causa di inevitabile infelicità. Mio buon Dio, donami la sapienza, di distin-guere sempre tra il male e il bene. Mio buon Dio, insegnami ad amare, nella maniera più bella. Nella maniera in cui, non si aspetta di ricevere in cambio gratificazioni. Nella maniera in cui per agire non si aspetta di essere particolarmente ispirati. Nella ma-niera in cui non si aspetta di ricevere partico-lari emozioni, o sensazioni.Nella maniera forte, ferma, lucida, decisa, costante, mai in balia di nessun vento.Insegnami mio buon Dio, a progettare il bene, perché per essere efficaci, c’è biso-gno di preparazione, di lavoro, di sacrifici, di dedizione. Perché quanto più gli operatori di male si siedono a tavolino per costruire

castelli di odio, tanto più chi vuole donare il proprio lavoro al bene deve faticare. Mio buon Dio, insegnami ad amare le diver-sità che Tu stesso hai voluto. Insegnami a non avere paura della diversità, perché tra-mite esse io posso crescere, come tu vuoi. Tramite esse possono fortificarsi convinzioni personali e se ne possono creare di nuove altrettanto giuste. Donami mio Dio, la capa-cità di ascoltare l’altro, senza nessun pre-giudizio, senza nessuna presa di posizione, annullando completamente quelle che sono le mie idee. Perché l’uomo è sempre limitato e ha sempre necessità di crescere e que-sto non può che avvenire tramite qualcosa che fino ad oggi non faceva parte dell’uomo stesso. Insegnami ad affermare con altret-tanto impegno quelle che sono le mie idee, perché tramite esse l’altro possa arricchirsi. Donami la serenità per potrerle esprimere in maniera pacata, perché con esse non voglio superare l’altro, non voglio manifestare il mio io, perché se in me c’è qualche idea giusta direttamente o indirettamente quest’idea vie-ne da Te, perché la mia idea potrebbe esse-re, e quasi sempre lo è, ancora imperfetta, e necessita tramite il confronto con gli altri di migliorarsi.Donami quindi mio Dio, la capacità di instau-rare dialoghi sempre più costruttivi per me e per l’altro, in modo che le diversità non siano mai motivo di scontro e di conflitto ma solo motivo di crescita per gli individui interessati al dialogo. Mio buon Dio, vorrei potessero arrivare i miei auguri sinceri ai cari amici che hai posto sul-la mia strada, affinché possiamo insieme im-pegnarci, nel tempo che Tu vuoi donarci, per lavorare per il bene.Grazie mio buon Dio.Grazie per questo splendido Natale che mi hai donato. Buon anno e buon inizio a tutti!!

IlNostroMondo

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IlFondatore

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di Palumbo StefaniaSan Gaetano...pensaci Tu.

Era di marzo del 2009, un periodo per me molto difficile. Mi lasciai con il mio fidanzato e avevo papà che non sta-

va bene. Mi tuffai nella preghiera, preghiera continua, fiduciosa, chiedevo per il mio papà. Una notte sognai un uomo altissimo vestito tutto di nero con un mantello e una croce tra le mani e mi rassicurava: non preoccupar-ti continua ad aver fiducia. Il giorno dopo, raccontai il tutto alla mia famiglia e la mia mamma capì subito chi era quell’uomo e mi portò nella Chiesa dell’Addolorata, davanti alla tomba e la statua di San Gaetano Errico, lo riconobbi subito, era lui il superiore che mi diede fiducia. Grazie!Qualche tempo dopo, mia mamma ebbe un ischemia cardiaca, la preoccupazione e la paura tornò in me a tal punto di non riuscire a dormire. Ancora San Gaetano mi venne in aiuto e mi disse: vai che ci sono io accan-to a tua madre e d’allora è divenuto il mio compagnosanto preferito, continuamente è nella mia preghiera e mi assiste nella vita.Sono andato da lui, il 7 Agosto, giorno del suo onomastico e ho implorato la grazia per mia sorella che è sposata da 2 anni e non ha bambini. Mia sorella nell’aprile del 2010 seppe di attendere un bambino e dopo po-

chi giorni perse il bambino. Da quel giorno, psicologicamente e fisicamente, mia sorella cadde in una tristezza e apatia della vita mol-to forte… pregava e piangeva.Il 7 Agosto del 2011 mi portai nella Chiesa dell’Addolorata, ascoltai la S. Messa, pregai per un po’ di tempo sulla sua tomba, visitai il Museo e la sua Stanza e gli affidai i miei e i desideri di mia sorella.Il 10 Agosto, sempre di quell’anno, mia so-rella ci ha dato la bella notizia: di attendere un bambino… Grazie San Gaetano sei il mio amicopreferito.

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Congregazione

Pane spezzato e condiviso: Giovanni Paolo II.

E’ difficile descrivere in queste pagine un incontro che io ho avuto con il Papa Giovanni Paolo II. E’ stata per me una

esperienza meravigliosa poterlo incontra-re personalmente in due diverse occasioni e hanno lasciato in me un segno indelebile. Oggi, senza esitazione, possiamo affermare che Giovanni Paolo II è stato un grande e un Pastore che ha avuto cura delle anime a lui affidate.Io venni a Roma nel 1996 per i miei studi teologici e ciò che più mi ha affascinato, come ognuno che viene a Roma, è stato quello di vedere il Papa. Nato in India io non ero capace realmente di comprendere l’universalità della Chiesa, le sue diversità, le sue liturgie e l’importanza della presenza del Papa. Entrando in piazza S. Pietro fui preso da paura e ammirazione per la dimensione della basilica vaticana e per la folla in attesa di vedere il papa.Avevo conosciuto Papa Giovanni Paolo II da lontano quando ero seminarista in India ed è molto diverso vederlo e incontrarlo di persona. Il mio incontro con lui in Roma mi convinse della grandezza di quest’uomo che stava cambiando il mondo. Come prete che mi avviavo verso l’apostolato egli era un mo-dello di nuova pastorale e di maggiore com-

prensione del Carisma del nostro Fondatore S. Gaetano Errico. Ciò che maggiormente mi toccò fu la capa-cità del Papa a diventare un punto di riferi-mento per i giovani. Egli non era una stella di Holliwood, né uno sportivo di fama. Io ho avuto l’opportunità di partecipare a due gior-nate della gioventù, in Roma e in Parigi, e sono stato testimone del suo potere di attrar-re i giovani. Questo suscitò in me uno zelo maggiore di lavorare nella Chiesa.Giovanni Paolo II era un grande organizzato-re e certamente egli ha apportato un dinamico cambiamento nella vita pastorale e vocazio-nale della Chiesa. Gli anni dedicati all’Euca-restia, alla Madonna, ai laici e alle famiglie risvegliarono in me lo spirito di dedicazione e mi hanno aiutato a riscoprire la mia fede. In particolare fu memorabile il partecipare come prete al Giubileo del 2000. Centinaia di pre-ti sedemmo per ore nella spianata del Circo Massimo in Roma ad ascoltare le confessioni. Fu meraviglioso partecipare e amministrare il Sacramento della Riconciliazione. Quando nel 2005 ascoltammo le notizie ri-guardo alla sua morte fu per noi veramente triste ma io fui fortunato di partecipare ai fu-nerali nella basilica di S.Pietro in Roma.Sono stato arricchito dagli insegnamenti spi-rituali del Papa. Le sue parole erano come il pane che rafforzavano la mia anima. Il suo insegnamento magistrale e le sue catechesi hanno infiammato l’offerta di me stesso nel sacerdozio e spinto a studiare più profonda-mente. I suoi insegnamenti sono stati un con-tinuo cibo che hanno rinforzato la mia fede e spinto ad essere testimone di speranza.Non fa meraviglia se i suoi gesti e il suo sor-riso incantavano le folle e le sue catechesi hanno rafforzato la mia fede e, a livello acca-demico, mi ha aiutato a scegliere la mia tesi di dottorato. Le sue esortazioni apostoliche, le Encicliche, l’annuncio dell’anno dedicato all’Eucarestia

P. Sebastian Dias msscc

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e il sinodo dei Vescovi sul tema dell’Eucare-stia mi ha spinto a specializzarmi sul mistero dell’Eucarestia. La vita di Giovanni Paolo II si è svolta intorno all’Eucarestia.La visita del Papa in India, per me fu davve-ro un momento speciale. Ebbe una grande risonanza. Anche il Sinodo per l’Asia fu im-portante e interessante. La sua esortazione apostolica “Ecclesiae in Asia” promulgata nel novembre del 1999, in occasione del Sinodo dei Vescovi dell’Asia, offrì la visuale di una strada e un modo nuovo di essere Chiesa.Guardando alla figura del Papa Giovanni Paolo II sono invitato a riflettere sulla mia vocazione di Sacerdote e sulla mia risposta a Cristo. Quest’uomo meraviglioso ha condiviso con me il suo pane; le parole che risuonano alle mie orecchie “ Non abbiate paura…”. La sua grande devozione e amore alla nostra madre Maria è per me un esempio e uno stimolo a comprendere l’importanza della presenza di Maria nella mia vocazione sacerdotale. L’aver superato tribolazioni e pene con igni-tà e coraggio è un invito per me a rimettere la mia vita nelle mani di Gesù per il servizio della Chiesa.Ringrazio i miei superiori che mi hanno dato la possibilità di incontrare e conoscere quest’uomo straordinario e santo.

Casa MadreI Portatori….si ritirano!!!

Svolgiamo un servizio di collaborazione che vede il suo maggiore impegno, nella storica e tradizionale processione dell’Addolorata, che si snoda per le vie del nostro quartiere, pro-cessione che si svolge ininterrottamente dal 1835 ad oggi, da quando San Gaetano Errico fece dono alla città di Secondigliano, all’epo-ca comune a sé, la bellissima immagine della Madonna Addolorata, da allora generazioni di secondiglianesi si sono succeduti come “portatori”.

All’interno del gruppo ci sono tanti casi di successione di padre in figlio con piena condivisione e accoglienza.Negli ultimi anni, il gruppo dei portatori ha sentito il bisogno di non limitare il proprio impegno e devozione alla sola preparazio-ne della processione, ma con giornate di convivenze, incontri di formazione mensile, preghiera del Santo Rosario dell’Addolora-ta nell’11 del mese alle ore 18 e soprattutto alle 21, il gruppo cresce in armonia, in qualità e quantità, approfondendo lo studio del Ca-risma di San Gaetano Errico e coglierne la spiritualità più profonda e non ancora cono-sciuta, grazie alla disponibilità dei Padri dei Missionari dei Sacri Cuori.Ben volentieri, i “portatori” donano la dispo-nibilità per sostare come “guide e guardiani” sia del Santuario dove è posta la cappella dell’Addolorata e la Tomba di San Gaetano Errico, sia del Museo, aperto il sabato e la domenica mattina dalla 9 alle 12. Anche que-sto servizio è segno di amore e di profonda amicizia verso i Missionari dei Sacri Cuori.Sotto la guida del Padre Rettore di Casa Madre di Secondigliano abbiamo iniziato un cammino di crescita e di formazione. Domenica 15 gennaio si è tenuto una giornata di ritiro spirituale (con la gioia delle

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nostre mogli!?) e la tematica su cui siamo stati provocati a riflettere e a confrontarci è stata la “vocazione” ed abbiamo sperimentato che il nostro umile servizio si inserisce in una chiamata sia di carattere generale, quella cristiana, cattolica, sposi, padri e nonni e quindi familiare, ed in particolare nell’umile servizio di portatori che ci impegna nella Comunità dei Missionari dei Sacri Cuori e sul nostro territorio, alla preparazione dell’annuale processione dell’Addolorata e della processione-fiaccolata di San Gaetano Errico. E credetemi, per entrambe le chiamate siamo stimolati dalla figura e dall’esempio di san Gaetano Errico, sacerdote e fondatore dei Missionari dei sacri Cuori.Dopo i momenti di riflessione, ci siamo stretti intorno all’altare nella celebrazione eucaristica e poi il pranzo con i Padri della Comunità, dove non è mancato il momento di allegria. La giornata si è conclusa con l’Adorazione Eucaristica e la benedizione del padre Rettore.Tornando a casa, ognuno di noi ha rinnovato nel suo cuore quel motto che è impegno a Maria SS. Addolorata: “un giorno sulle spalle e tutti i giorni nel nostro cuore”.

Enzo Mancini

IndiaUn nuovo missionario dei Sacri Cuori By the grace of God I am what I am. (Per grazia di Dio io sono quello che sono)Noi Missionari dei Sacri Cuori della delega-zione Indiana abbiamo avuto un giorno me-morabile il 4 gennaio u.s.. Il confratello Benny Thadathil è stato ordinato Sacerdote da S.E. George Valiyamattam nella chiesa di Sant’An-tonio in Thirumeni, suo paese natio.Moltissima gente si è stretta intorno a lui per assistere alla bellissima liturgia dell’Ordi-nazione e poi alla celebrazione della prima Messa, condividendo la su gioia e pregando per lui. Erano presenti anche molti confratelli che lo hanno accompagnato nel suo cammino di formazione e con i quali egli ha condiviso la sua esperienza di vita religiosa.Il P. Benny è il più giovane della famiglia. Si unì alla nostra Congregazione nel 2001 vivendo con fedeltà gli anni della sua formazione e conservando nel suo cuore la semplicità e l’umiltà.Ora trascorrerà un anno di esperienza in una parrocchia nel Kerala, servizio che servirà a rinforzare il suo amore per il Sacerdozio.Noi auguriamo al P. Benny tanta gioia e

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possano gli uomini trovare in lui sempre un cuore semplice, fraterno e pieno di amore di Dio, sull’esempio del nostro Santo Fondatore Gaetano Errico.Mentre facciamo al P. Benny i nostri auguri, lo affidiamo alla nostra Madonna Addolorata.

Edificio scolastico... quasi termi-nato.

Il primo sabato del prossimo mese di Marzo andrò ad inaugurare la nuova ala del nostro edificio scolastico in Kuchipudi (Andhra Pra-desh - India) che potrà accogliere circa 300 alunni che si aggiungeranno ai seicento che già frequentano la nostra scuola.Noi siamo convinti e, per questo usiamo tutte le nostre energie, che la cultura sia la strada necessaria perché un paese possa crescere e svilupparsi in ogni suo settore e anche per i ragazzi di oggi è la strada necessaria per un futuro diverso di cui essi saranno prota-gonisti.

Lo sfruttamento è frutto dell’ignoranza. L’in-comprensione tra i popoli è, in parte, frutto dell’ignoranza. La cultura crea la coscienza della propria dignità e del proprio valore e sa riconoscere con obiettività il valore degli altri e crea rispetto reciproco. Dove c’è cultura, unita ad altri valori, c’è l’uomo integrale.Da queste pagine voglio ringraziare chi nell’anonimato ha offerto il suo aiuto. Il Si-gnore non dimentica neanche il piccolo gesto di un bicchiere d’acqua offerto in suo nome.Noi, come ringraziamento, offriremo al Si-gnore le nostre preghiere e, quando sarò a benedire la nuova scuola, chiederò anche ai bambini di non dimenticarsi mai di fare una preghiera per questi benefattori.Ora dovremo allestire le aule. Ci auguriamo di trovare altri cuori generosi.Intanto ancora grazie e mi riservo di stilare la

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cronaca dell’avvenimento al mio ritorno.

ColombiaNuova missione dei Missionari dei Sacri CuoriIl giorno 22 Novembre 2011 si erano dati appuntamento all’aeroporto di Bogotà. Il P. Ameth Villalobos Hernaàndez, colombiano, proveniente dall’Argentina, novello Sacerdo-te, ordinato appena da tre mesi, e il P. Jomon George proveniente dall’India, dopo i suoi studi in Italia e aver fatto esperienza nelle nostre missioni in Nigeria e in Indonesia.Lo scopo del loro incontro era quello di dare inizio o, come si dice in gergo, di piantare le tende della nostra Congregazione nella me-ravigliosa terra colombiana.

Da anni il Consiglio Generale stava preparan-do questo momento. Da circa sei anni aveva-mo iniziato a visitare la Colombia, incontran-do i Vescovi delle varie diocesi, i confratelli di altri Istituti religiosi per uno scambio di idee e poter comprendere, attraverso la loro espe-rienza, quale la strada giusta da intraprende-re per dare inizio alla nostra Congregazione in Colombia. Tutto questo è stato possibile, grazie, oltre

che ai Membri del Consiglio, ai confratelli Ar-gentini e, particolarmente al P. Hector che, con grande sacrificio ha aperto la strada e seguito, insieme agli altri Padri, il P. Ameth nella sua formazione, sino alla Ordinazione Sacerdotale, avvenuta nell’Agosto scorso.Primo impegno dei Padri sarà quello di far conoscere la nostra Congregazione, la figura di San Gaetano Errico, nostro Fondatore, la sua spiritualità e lavorare perché altri giovani possano divenire Missionari dei Sacri Cuori.Noi auguriamo ai nostri Padri un cammino meraviglioso e assicuriamo loro le nostre preghiere, perché, anche nei momenti difficili, il Signore dia loro la gioia del cuore.

Italia- Benevento“Pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38).Un affido sacerdotale.Che una famiglia del beneventano e della nostra diocesi di Cerreto-Telese-S. Agata de’ Goti e della nostra Parrocchia di S. Nicola di Bari in Massa di Faicchio si prenda cura di un ragazzo del terzo mondo di origine nigeriana fino a portarlo al sacerdozio non è un fatto frequente o di poco conto nell’ambito eccle-siale.Si viene incontro all’invito di Gesù di pregare il Padrone della messe perché mandi ope-rai nella sua messe. È proprio quello che ha compiuto la famiglia di Michele Di Leone del-la parrocchia di S. Nicola di Bari in Massa di

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Faicchio nei riguardi di un ragazzo nigeria-no con il contributo fedele e costante della preghiera e del sostegno economico. Oggi questo sforzo, con l’aiuto del buon Dio, è di-venuto realtà.

Questo giovane il cui nome è Cornelius Oka-for (a sinistra nella foto, il giorno della sua or-dinazione) divenuto Sacerdote della Chiesa di Dio, viene a ringraziare i suoi benefattori nella Parrocchia di S. Nicola in Massa di Faicchio il 19 febbraio 2012, insieme ai suoi superiori dell’istituto Missionari dei Sacri Cuori al quale egli appartiene, con la celebrazione della S. Messa il 19 febbraio 2012, alle ore 11.Tutto quanto avvenuto ha in sé qualcosa di straordinario ed è doveroso metterlo in risal-to. Si parla tanto di Missioni per allargare il Regno di Dio su questa terra e per aiutare la chiesa a svolgere questo compito secondo il comando di Cristo. Questa famiglia ha scelto il suo modo ed è un gesto encomiabile.Si porta a conoscenza perché anche altri se-guano questi esempi che partono da cuori generosi e fedeli alla propria vocazione cri-stiana.Certamente, secondo quanto la nostra fede ci dice, l’opera di questo nuovo sacerdote ridonderà in grazie e benedizioni per la fa-miglia che lo ha sostenuto e già questa S. Messa celebrata in parrocchia è segno di ri-conoscenza e di amore. Tutto il popolo è in-vitato a partecipare e ad unirsi in preghiera: questi miracoli si possono avverare.

Il Parroco

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L’Indonesia è un arcipelago gigantesco con più di 13.000 isole, con grandi diffe-renze umane e naturali. Segna il confi-

ne tra l’Asia e l’Oceania–Australia. E’ la quar-ta nazione al mondo per numero di abitanti, con più di duecento milioni di abitanti. Conta 128 vulcani attivi, solo a Giava ve ne sono 12.La maggior parte della popolazione vive su cinque isole maggiori. La capitale è Jakarta, con oltre 12 milioni di abitanti..La maggioranza della popolazione è di reli-gione islamico – sunnita; sull’isola di Bali la maggioranza è di religione indù. I Cattolici sono il 3% della popolazione, più numerosi i cristiani protestanti.Sono stato in Indonesia dal 10 al 23 agosto per una serie di incontri programmati dalla Comunità Missionaria Giovanni Paolo II, da me fondata nel 1995 e qui guidata da Yohana Halimah, che lavora nella Direzione Nazio-nale delle Pontificie Opere Missionarie. Un altro organizzatore validissimo è stato don Giustino, un giovane sacerdote di Jakarta,

laureatosi in teologia a Roma, fondatore di un Movimento per la Vita, attivissimo e coin-volgente.Il motivo della visita era presentare il mio libro sul magistero mariano-missionario di Giovanni Paolo II, tradotto in indonesiano da Yohana.Con me c’erano cinque amici, che ho invita-to a condividere questa esperienza di grazia missionaria.Una commovente e sincera devozione a Maria Le tappe dell’esperienza missionaria sono state: Jakarta, la capitale ultramoderna, Yog-yakarta (Giava), l’isola spesso colpita da eru-zioni vulcaniche, terremoti e tsunami, e Bali, la perla dell’arcipelago indonesiano.A Jakarta vi sono stati incontri e celebrazio-ni nella bellissima chiesa di St. Yakobus, poi al Santuario della Madonna di Fatima a san Giuseppe Matraman, nella Comunità dei Missionari Saveriani, nella parrocchia di San Bonaventura a Pulomas e nella sede della Conferenza episcopale nazionale.

L’Amore alla Madonna e la Devozione a Giovanni Paolo II P. Giuseppe Buono, PIME

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A Giava gli incontri sono avvenuti nel Santua-rio mariano di Jatiningsih, dove abbiamo an-che partecipato alle celebrazioni per la festa nazionale dell’indipendenza dell’Indonesia, poi nella Casa di Spiritualità di Wisma Pojok e nella Chiesa della Sacra Famiglia.A Bali le celebrazioni e gli incontri sono avve-nuti nella Cattedrale, nella sede dei Missio-nari Verbiti, molto presenti e attivi sull’isola, nella parrocchia di san Giuseppe.Ero già stato in Indonesia due anni fa, nell’ago-sto del 2009, ed ero rimasto colpito dalla fede pura dei cattolici indonesiani, ma quello che il Signore ci ha concesso di vedere questa volta è stato lo spettacolo, a dir poco commo-vente, di una fede eroica perché vissuta tra una maggioranza musulmano-sunnita, tra i mille minareti di Jakarta che cantano versetti del Corano fin dalle 4 di mattina e fino al tra-monto… Una fede che si esprime in una gioia di pregare, di essere utili agli altri, accoglienti, disponibili, uniti.Maria e Giovanni Paolo II

La particolarità dell’esperienza vissuta que-sta volta è stata segnata da un incredibile (e gli aggettivi non sono esagerati ma descrivo-no la realtà…) e veramente toccante amore a Maria, la Madre di Gesù e Madre nostra, ve-nerata con statue bellissime, soprattutto con la riproduzione della grotta di Lourdes che si trova all’ingresso di quasi tutte le chiese che abbiamo visitato. Vedere i cattolici indonesia-ni pregare davanti alle statue della Madonna, quasi assorti, occhi chiusi e mani giunte, invi-ta veramente a rivedere certe forme di devo-zione nelle nostre chiese e nelle nostre case di cristiani da sempre…E poi la devozione a Giovanni Paolo II! Que-sta mi ha colpito ancora di più. Negli incontri su di lui io avvertivo quasi la presenza fisica del grande Papa polacco che visitò l’Indone-sia nel 1989 nel suo instancabile camminare per portare il Vangelo a tutti gli uomini. Quan-do si parlava di Giovanni Paolo II vedevo che gli occhi di questi cattolici si illuminavano, i cuori vibravano di amore, le mani si spellava-no in un continuo battimano. Ho potuto toc-

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care con mano e sentire con il cuore quanto Giovanni Paolo II è amato nel mondo se an-che queste isole lontane, con la quasi totalità della popolazione musulmana, vibrano di un sentimento di devozione per lui.Il mio libro su di lui: Con Maria sulle strade del mondo, tradotto in indonesiano e stam-pato in duemila copie, è andato a ruba e si è esaurito in pochi giorni.L’ultima visita prima di lasciare l’Indonesia è stata al Direttore delle Pontificie Opere Mis-sionarie, Padre Romanus Harjito e, natural-mente, al Nunzio Apostolico mons. Antonio Guido Filippazzi, che è in Indonesia solo da tre mesi.La Madonna di PompeiIo avevo portato con me tre tele raffiguranti la Madonna del Rosario,copie del quadro che sta nel celebre santuario. Era il dono del Pre-lato di Pompei e del Santuario alle tre diocesi che abbiamo visitato.La consegna del quadro della Madonna del

Rosario di Pompei è stato un altro successo di fede e di pietà mariana. Il primo quadro l’ho offerto appena atterrato all’aeroporto di Jakarta. Gli amici ci hanno accolto con co-rone di fiori al collo, noi abbiamo mostrato pubblicamente, ai cattolici e ai musulmani, il quadro della Vergine del Rosario e a Lei ab-biamo donato le corone di fiori offerte a noi.Bambini, giovani, donne e uomini di ogni età venivano a venerare il quadro della Regina delle Vittorie e a recitare il Rosario.Sono sicuro che la Madonna, anche per l’in-tercessione del beato Giovanni Paolo II, in-namorato totale di lei, è felice di trovare nel cuore degli abitanti di queste isole lontanissi-me e belle tanta fede genuina e tanto amo-re per Gesù, per il Papa, per la Chiesa, per Lei e tanto desiderio che tutti gli indonesiani, un giorno, adorino il vero Dio di Gesù Cristo, come ha cominciato a fare una giovane uni-versitaria musulmana, che ora è perseguitata in famiglia proprio per questo inizio di fede. Non posso scrivere di più su questo mistero di grazia e di martirio, ma possiamo tutti pre-gare di più e ravvivare la nostra fede.Questo ci insegnano i cattolici indonesiani, minoranza numericamente trascurabile ma con una fede che non lascia indifferente tutti gli altri.

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Dio nun se scorda e nisciunoPe quanti cose saccio e aggio saputo,pe quanti cose aggio visto e conosciute.Nisciuna cosa è meglio da salute.E quanno stai buono,ogni tuorte tu perduone.Si vuò vivere cuntento, cerca na cumpagnia,pecchè na vita nzieme fa alleria.Si nun truovo a cumpagnia adatta a tè,nun te remmaricà, stà sicuroa volte è meglio si stai sulo.Si pienze ca e denare sò recchezza,te sbagli, nce vò a Grazia e Dio, pa sarvezza,a salute pa contentezza,e a pace. Chesta è a vera recchezza.Spisse vote tu e penzato:“So e sorde ca me fanno meglio e l’ate”stà sicuro ca è sbagliato,pecchè nisciuno è meglio e n’ato.Pe vivere felice, fatto o munno tutto amice.

Nun di’ mai: “Dio s’è scurdato e mè”to dico io e sai pecchè?Dio a penzato a tutto l’uneverzo munno,quanno è largo e quanno è tunno.A penzato a tutta a gente,e pure a tè pe te fa vivere cuntento.A penzato o povero e o ricco, o brutto e o bello,o chiatto o sicco e o snello.O luongo e o curto, a chi stà buono a chi è malato,o cecato o zuoppo e o sciancato.A tutte e popule da terra.O ianco o niro e o giallo,comme può penzà, ca s’è scudatoe tè, ca stai inta stà palla? Giuseppe Andretta

Vulimmece bene!Ma ched’è, ched’è ‘a vita?S’ ‘o ddumanda ‘o gnurante e’ o ‘struito,‘o ricco e ‘o puveriello,giùvene e attempatielle:Ma ched’è, ched’è ‘a vita?‘O saggio pò giura’c’’a vita è ‘o tiempoca Dio ci ha datope’ ce fa ‘mparàa’ amà, amà, amà!E’ ‘o dono cchiù bello:nun s’hadda sciupà;si pierde ‘sta vita,‘n’ata nun ce sta!

Pirciò, voglio alluccàcu’ tutt’a forza ‘e chesta voce mia:VULIMMECE BENE!Strignìmmece ‘a manocu’ ccore sincero.VULIMMECE BENE!Accussì comme simme,facimme a ggara a cumincia’ pe’ primme.VULIMMECE BENE!In fondo ce conviene:sulo accussì se ponno realizzà‘e suonne cchiù belle,suonne ‘e pace, gioia e fraternità.

Gennaro Piccirillo

Poesie

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S. O. S. La Redazione invita:Caro amico, nel suo e nel nostro interesse, voglia controllare bene il suo indirizzo. Troppe stampe non vengono consegnate al destinatario perché l’indirizzo è incompleto. Pertanto, controlli il suo indirizzo e ci segnali eventuali errori. Dica con garbo, anche una parola al suo postino perché abbia la delicatezza di consegnare la cosiddetta “stampa di chiesa”….. Cambiando indirizzo la preghiamo di mandarci non solo il nuovo ma anche il vecchio e se per caso, si vuole disimpegnarsi da leggerci, basta una telefonata o un E-mail. Saremmo contento se continuando a leggerci, proporci qualche articolo o foto o altro o ancora il desiderio di qualche amico che vuole ricevere la nostra RIVISTA. Ti ringraziamo di tutto cuore. Araldo dei Sacri Cuori – Missionari dei Sacri Cuori – Via Dante 2/b 80144 Napoli Sito Internet: www.msscc.it

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Desidero ricevere la rivista dei Missionari dei Sacri Cuori al seguente indirizzo:

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Offerte per l’AraldoAruffo Amalia, Aletto Giuseppe, Ausiello Vincenza, Bocchetti Teresa, Boemio Antonio, Bandiera Flaviana, Branca An-gelo, Battiniello Rosa, Burzoni Cesarina, Borrelli Domenica, Bovino Mario, Barra, Borrelli Antonio, Besana/Colombo Luciano, Cardillo Sabatino, Calise Giuseppina Anna, Costanzo Mario, Catalano Margherita, Cascini Claudio, Cascini Rosa, Corvietto Giuseppina, Castaldi Luigi/Restituta, Carboni Tommaso, Caserta Tommaso, Castagna Antonietta, Cecere Rosa, Cecere Gaetano, Carbonelli Antonio e Rachele, Ciarlariello Luisa, De Martino Gelsomina, De Luca Ciro, D’Aversa Franca, De Carolis Giannina, De Luca Pasquale, Del Duca Vincenzo, Di Bernardo/Marotta, Di Marino Luigi, D’Arienzo Francesco, Di Massa Antonio, D’Auria Ciro, De Mita Nicola, Dattilo Elvira, D’Uva Antonietta, D’Ettore Maria, Di Pietro Concetta, Di Pietro Filomena, Femiano Annunziata, Folgore Luigi, Folgore Arturo, Fiacconi Luciana, Falanga Luisa, Fam. Nazzaro, Fam. Rolla, Giuliani Paride, Galano/Danese Amalia/Velia, Grampone Dr Francesco Saverio, Gentile Rosa, Guadagno Filomena,Guarino Monica, Grimaldi Enrico, Grieco Pasqualina, Granato/Morello Roberta/Gianfranco, Iorlano Salvatrice, La Barbera Maria, Lanna Pietro, Lega Giuseppe, Laurenza Eliseo, Lanzione Pasquale, Leto/Capocchiano Vincenza, La Torraca Modesto, Messina Maurizio, Meles Giuseppina, Mazza Dott. Mau-ro, Menegazzi Antonio, Maruli Ugo, Macri Nicola, Magnano Renato, Mascolo Giuseppe/Maria, Maglione Concetta, Mi-gliaccio Vittorio, Milite Vittorio, Musella/Ilardo Francesco/Rosa, Nocera Sabata, Niola Avv.Raffaele, Orefice Carmela, Orta Vincenza, Pastorboni Clelia, Perri Gaetano, Petrucci Margherita, Petrone Renato, Paradiso Alessandro, Petrarca M.Luisa, Petrone Aniello, Parlato Carolina, Passante Luisa, Palladino Donato, Russo Gaetano, Rispo Andrea, Ranau-do Federico, Reia Concetta, Russo Franco, Ragozzino Ezio, Scapin Egidio, Salzano Domenico, Scafa/Troisi Angelo/Assunta, Stornaiuolo Pasquale, Serra Fausta, Stornaiuolo Pasquale/Emanuele, Saivano Giancarlo, Sveldezza/Cop-pola Rita, Sessa Antonio, Solferino Gianfrancesco, Sapio Mimma, Trirocco Antonio, Taglialatela Filomena, Varriale Angela, Valletta Colomba, Vatinno Rosa, Vecchione Giuseppe, Zannini Cristina/Gennaro.

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Sono iscritti alle Messe Perpetue: Teresa e Mariolina De Falco/Viesti, Luigi e Mario De Falco/Viesti, Giovanni, Maria e Raffaele Niola, Anna Stornaiuolo, Fortuna Parma, Isa e Vincenzo Viesti/De Falco, Maria e Mauro Cardillo.

Hanno inviate offerte per le celebrazioni di SS. Messe:Barbieri Carolina, Bianco Ermenegildo, Belfiore Maria, Crispino Vincenzo, Cimino Francesco, Castaldo/Giglio, Fatigati Olga, Guarnieri Mario, Maisto Giuseppina, Mansi Maria, Oricchio Tommasina,Orlando Luisa, Polese Anna Maria,Palladino Salvatore, Palazzoli/Russo Elena, Patrignani Franco, Ragni/Bertoni Rita, Sepe Giuseppina, Scafa/Troisi Angelo/Assunta, Taglialatela Filomena, Troisi Wanda, Tancredi Gianluca.

Affidando ai nostri Sacer-doti e Aspiranti Missionari la preghiera per i tuoi cari defunti nella celebrazione eucaristica quotidiana.Attra-verso l’iscrizione al Suffrag-gio Perpetuo, collabori alla realizzazione e al sosten-tamento delle nostre opere missionarie nel mondo. L’of-ferta è libera. È un mezzo opportuno per ottenere da Dio grazie e benedizioni e le anime suffragate saranno eternamente riconoscenti a chi avrà pensato loro.

San

te M

esse

Progetto a.m.a: Aurilio Luisa, Bencivenga Aldo, Bamundo Vincenza, Climaco Giovanni, Colandrea Rosa, Cupelli Maria Luisa, Di Leo Gaetano, De Stefano Valeria, Finelli Adele, Falco/Imperatore Italia, Finelli Adele, Grimaldi Carmela, Martorano Maria Cristina, Marmolino Anna, Mileo Teresa, Parisi Giuseppina, Piesco Margherita, Pirozzi Carmela, Sodano Vincenzo, Scarcella Maria, Saraiello Linda/Pina, Silvestri Roberta, Venezia Felicia.www.apge.it

Offerte per San Gaetano Errico: Campanella Antonino, Fattore Ciro, Perrotta Federico/Tania, Perrotta Annunziata.Borse di studio : P. Antonio Nocera (Rag. Marcone e Petruccio Eliana) Euro 1250,00Amici di P. Nocera – Fieni Felice 450,00

A tutti il nostro GRAZIE. I Sacri Cuori ricompensano la vostra generosità.

“CONSOLATEVI,PERCHE’QUANTOAVETEFATTO,E’STATOPERDAREGLORIAADIO”. San Gaetano Errico

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Per Informazioni - Tel. 0817372575 Sito Web: www.msscc.it

L'ARALDO DEI SACRI CUORI - ANNO 90 N° 1 Gennaio - Febbraio 2012 Bimestrale dei Missionari dei Sacri Cuori e Associazione Padre Gaetano Errico o.n.l.u.s.

Via Dante, 2/b - 80144 Secondigliano (NA)c.c.p. 10700805 - Sped. in Abb. Postale comma 27 art. 2 Legge 549/95 Napoli CMP

Dir. Resp. P. Liccardo Biagio - Aut. Trib. di Napoli n. 2682 del 5 - 1 - 77

L’Araldo viene inviato gratuitamente ai benefattorie amici dei Missionari dei Sacri Cuori

Missionari dei Sacri CuoriCasa Madre

Progetto Buon Samaritano

Kuchipudi è la nostra missione nello Stato dell’Andhra Pradesh. La missione è formata da sette villaggi. Socialmente la gente proviene dal-le caste basse e molti di loro sono agricoltori o pescatori. Economicamente sono molto poveri. C’è un grande senso di inferiorità e la povertà li costringe a dipendere dalle caste alte, formate da proprietari terrieri che li sfruttano.Dopo uno studio attento ci siamo resi conto della necessità di offrire loro un aiuto e stiamo rea-lizzando dei progetti. Nel corso del nostro stu-dio ci siamo imbattuti in malati di tubercolosi e AIDS. Essi hanno bisogno dell’aiuto alimentare e delle cure mediche e abbiamo pensato di iniziare con loro i nostri progetti di intervento.Ci sono 17 ammalati di tubercolosi e 15 ammalati di AIDS. Noi vorremmo offrire loro ogni giorno un chilo di riso, un litro di latte, un uovo e le me-dicine necessarie. Per ogni ammalato necessitano €45 (quarantacinque euro) al mese.Gli ammalati sono 32.La spesa mensile è di € 1440,00.Noi andiamo alla ricerca di buoni samaritani che, con il cuore pieno d’amore, sappiano curare le piaghe dei loro fratelli.

Tu puoi essere uno di loro.Tu puoi aiutarci a creare una catena d’amore per questi nostri fratelli che sono nel bisogno.Non importa quanto tu faccia per loro. Importante è fare qualcosa.Manda la tua offerta sul nostro conto corrente e specifica la motivazione. Noi inizieremo a creare questo fondo e ad aiutare i nostri fratelli.Grazie.Il Signore ti aiuti e ti benedica.Associazione Padre Gaetano Errico O.N.L.U.S

Insieme per abbracciare il mondo

apge.it“I poveri vanno sempre soccorsi

pensando che sono la persona di Gesù” San Gaetano Errico