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segue a pag. 2 immagini a pag. 4 Anno 1 numero 4, settembre-ottobre 2005, periodico bimestrale gratuito Centro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele, via Mercato 1, 33052 Cervignano del Friuli (UD) Segreteria telefonica e fax 0431 35233 e-mail: [email protected] internet: www.ricreatoriosanmichele.org Direttore responsabile: Norman Rusin Redattori: Alberto Titotto, Luca Toso, Simone Bearzot, Andrea Doncovio, Giuseppe Ancona, Lorenzo Maricchio, Don Moris Tonso, Costantino Tomasin, Sandro Campisi, Vanni Veronesi, Silvia Lunardo, Claudia Carraro Progetto grafico: Maurizio Barut, Cervignano Impianti e stampa: Graphic 2, Cervignano Autorizzazione del Tribunale di Udine: n. 15 del 15 marzo 2005 Tiratura n. 1.000 copie ALTA UOTA Centro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele n.04 pag.01 p.02-3CasaAccoglienza p.04-5Scelte&Kebab p.06-7Caritas&Cortesia p.08-9Estate,Pro&Abc p.10-11Libri&Vintage p.12AgesciCervignano1 La sintesi di Giuseppe Tonello I nostri boschi sono una ricchezza. Prendiamoci cura di loro. « Alta Quota », stampata su carta riciclata ecologica, è amica dell’ambiente. Sostienila con un versamento al conto corrente n. 1724/1 causale « Alta Quota » presso la banca Credifriuli di Cervignano in piazza Indipendenza Aggiungi un posto a tavola Il racconto del buon samaritano è da sempre un con- fronto profondo con la coscienza, un disagio che il no- stro benessere tenta di sedare con qualche gesto di al- truismo spesso modesto. Da qualche tempo non sarà sfuggito ai più attenti che proprio il parroco invoca un impegno più diretto nel- l’aiuto ai bisognosi. E l’idea sembra già delinearsi anche nei possibili sbocchi operativi: la ristrutturazione della sala parrocchiale per adibirla all’accoglienza di biso- gnosi privi di alloggio. Per certi aspetti ci preoccupa la possibilità di inne- scare pericolose intolleranze. Ma non possiamo ignorare l’esistenza di problematiche autentiche. Le dimensioni del disagio Proviamo a capire quale sia la situazione affermando innanzi tutto che esistono attualmente nuove povertà, in- visibili a volte, ma non meno importanti che in passato. È ben vero che forse non si patisce più la fame in senso stretto, ma sono circa trenta le famiglie che nella opulenta Cervignano dei nostri tempi si avvalgono del servizio reso tramite la locale Caritas dal banco alimen- tare. Per una famiglia a basso reddito poi, il problema della casa può divenire un autentico dramma, uno sfrat- to sia pure giustificato da morosità nel pagamento delle pigioni, è causa di sbando totale. Vi è inoltre un'umanità ai margini, per scelta, per sbaglio, per debolezza o solo per caso che non voglia- mo vedere, ma della cui esistenza ben sappiamo. Qui le necessità sono le più disparate: qualcosa da mangiare, un posto caldo dove ripararsi dal gelo invernale, una coperta per passare la notte, oppure solo la possibilità di fare una doccia. In questi casi, ci assicurano, bussano alla porta più di una volta al giorno, tutti i giorni. La povertà quindi diviene una condizione che coin- volge l’uomo in tutto il suo essere, non è solo “non ric- chezza”, ma diviene una condizione di diversità, di de- bolezza, di esclusione, di solitudine. In questo panorama vi sono sicuramente coinvolgi- menti a diversi livelli: istituzioni pubbliche e non hanno il loro ruolo, non c’è dubbio. Il nostro Comune con i pro- pri servizi sociali è attivo essenzialmente verso i bisogni generati dai residenti e (…) Giuseppe Ancona GMG Colonia Vi siete mai ritrovati in un’enorme spianata alla periferia di una grande città tedesca, stanchi dopo tanti kilometri con lo zaino in spal- la, circondati da un milione di persone che tutte insieme parlano, urlano, ridono, schiamazzano, ballano, nell’atte- sa di dormire una notte all’addiaccio tra l’erba e la fan- ghiglia? Come se non bastasse, lo stomaco brontola per il pranzo non certo pantagruelico gentilmente concessoci, dopo ore di attesa, dagli addetti ai lavori…la necessità di andare in bagno è forte, ma già all’orizzonte si profilano lunghe code per accedere ai servizi chimici… è possibile trovarsi in una condizione del genere ed essere pazzamente felici? Dipende dallo spirito con cui si è partiti. Un turista probabilmente avrebbe mandato al diavolo i pasti, l’orga- nizzazione e la stessa Germania dopo la prima ondata di stanchezza, stress e disagi. Noi però non eravamo turisti. Certo, le macchine fotografiche ce le siamo portate die- tro, “chissà quando ritorneremo in Germania” ha detto qualcuno… ma i soggetti sono stati raramente monumenti e luoghi d’interesse turistico. Bandiere, amici, famiglie, tutto quanto di colorato, bello e festoso si potesse incon- trare lungo la strada. Questo ci interessava veramente. Perché un “mondo in miniatura” si vede poche volte nella vita. Perché nella grande Babele di Colonia il tedesco era pressoché sconosciuto, l’inglese stentato e il linguaggio migliore era quello del sorriso. E dell’accoglienza: dai te- deschi ci si aspettava tanta organizzazione e poco calore umano. È stato l’opposto. Mentre camminavamo per le strade di Colonia, le famiglie si affacciavano alle finestre ad osservarci, le testoline bionde dei piccoli tedeschi face- vano capolino per guardarci quasi fossimo dei supereroi o dei santi medievali in processione. E poi, naturalmente, Benedetto. Uno striscione allo stadio, citando un famoso film, scriveva “Tutti pazzi per Ratzy”. Gli 800 mila di Marienfeld l’hanno confermato. I brasiliani e i bavaresi (non proprio vicini di casa) por- tavano magliette da calcio con nome Benedetto e numero 16. I cori da stadio hanno alternato “Benedetto” a “Gio- vanni Paolo”: non in contrapposizione, ma in continuità. Probabilmente perché dietro ad entrambi trapela il volto di Gesù, e questa è l’unica cosa veramente importante. Il ritorno a casa dopo un’esperienza simile non è mai fa- cile… rimane il classico “nodo allo stomaco” che caratteriz- za ogni esperienza unica. Rimangono tanti bei ricordi, nuo- vi amici e amiche, una marca di birra tedesca da ricordarsi per il futuro e la consapevolezza che per Sidney 2008… è meglio iniziare a risparmiare… a partire da adesso! Simone Bearzot Casa di accoglienza: il nuovo progetto provoca e interroga le coscienze

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Centro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele I nostri boschi sono una ricchezza. Prendiamoci cura di loro. p.02-3CasaAccoglienza p.04-5Scelte&Kebab p.06-7Caritas&Cortesia p.08-9Estate,Pro&Abc p.10-11Libri&Vintage p.12AgesciCervignano1 Anno 1 numero 4, settembre-ottobre 2005, periodico bimestrale gratuito La sintesi di Giuseppe Tonello immagini a pag. 4 Simone Bearzot segue a pag. 2

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Anno 1 numero 4, settembre-ottobre 2005, periodico bimestrale gratuitoCentro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele, via Mercato 1, 33052 Cervignano del Friuli (UD)• Segreteria telefonica e fax 0431 35233 • e-mail: [email protected] • internet: www.ricreatoriosanmichele.org• Direttore responsabile: Norman Rusin • Redattori: Alberto Titotto, Luca Toso, Simone Bearzot, Andrea Doncovio, Giuseppe Ancona, Lorenzo Maricchio, Don Moris Tonso, Costantino Tomasin, Sandro Campisi, Vanni Veronesi, Silvia Lunardo, Claudia Carraro• Progetto grafi co: Maurizio Barut, Cervignano • Impianti e stampa: Graphic 2, Cervignano• Autorizzazione del Tribunale di Udine: n. 15 del 15 marzo 2005 • Tiratura n. 1.000 copie

ALTA UOTACentro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele n.04 pag.01

p.02-3CasaAccoglienza p.04-5Scelte&Kebab p.06-7Caritas&Cortesia p.08-9Estate,Pro&Abc p.10-11Libri&Vintage p.12AgesciCervignano1

La sintesi di Giuseppe Tonello

I nostri boschi sono una ricchezza.Prendiamoci cura di loro.

« Alta Quota », stampata su cartariciclata ecologica, è amica dell’ambiente.

Sostienila con un versamento al conto correnten. 1724/1 causale « Alta Quota » presso la bancaCredifriuli di Cervignano in piazza Indipendenza

Aggiungi un posto a tavolaIl racconto del buon samaritano è da sempre un con-

fronto profondo con la coscienza, un disagio che il no-stro benessere tenta di sedare con qualche gesto di al-truismo spesso modesto.

Da qualche tempo non sarà sfuggito ai più attenti che proprio il parroco invoca un impegno più diretto nel-l’aiuto ai bisognosi. E l’idea sembra già delinearsi anche nei possibili sbocchi operativi: la ristrutturazione della sala parrocchiale per adibirla all’accoglienza di biso-gnosi privi di alloggio.

Per certi aspetti ci preoccupa la possibilità di inne-scare pericolose intolleranze. Ma non possiamo ignorare l’esistenza di problematiche autentiche.

Le dimensioni del disagioProviamo a capire quale sia la situazione affermando

innanzi tutto che esistono attualmente nuove povertà, in-visibili a volte, ma non meno importanti che in passato.

È ben vero che forse non si patisce più la fame in senso stretto, ma sono circa trenta le famiglie che nella opulenta Cervignano dei nostri tempi si avvalgono del servizio reso tramite la locale Caritas dal banco alimen-tare. Per una famiglia a basso reddito poi, il problema della casa può divenire un autentico dramma, uno sfrat-to sia pure giustifi cato da morosità nel pagamento delle pigioni, è causa di sbando totale.

Vi è inoltre un'umanità ai margini, per scelta, per sbaglio, per debolezza o solo per caso che non voglia-mo vedere, ma della cui esistenza ben sappiamo. Qui le necessità sono le più disparate: qualcosa da mangiare, un posto caldo dove ripararsi dal gelo invernale, una coperta per passare la notte, oppure solo la possibilità di fare una doccia. In questi casi, ci assicurano, bussano alla porta più di una volta al giorno, tutti i giorni.

La povertà quindi diviene una condizione che coin-volge l’uomo in tutto il suo essere, non è solo “non ric-chezza”, ma diviene una condizione di diversità, di de-bolezza, di esclusione, di solitudine.

In questo panorama vi sono sicuramente coinvolgi-menti a diversi livelli: istituzioni pubbliche e non hanno il loro ruolo, non c’è dubbio. Il nostro Comune con i pro-pri servizi sociali è attivo essenzialmente verso i bisogni generati dai residenti e (…)

Giuseppe Ancona

GMG Colonia …Vi siete mai ritrovati

in un’enorme spianata alla periferia di una grande città tedesca, stanchi dopo tanti kilometri con lo zaino in spal-la, circondati da un milione di persone che tutte insieme parlano, urlano, ridono, schiamazzano, ballano, nell’atte-sa di dormire una notte all’addiaccio tra l’erba e la fan-ghiglia? Come se non bastasse, lo stomaco brontola per il pranzo non certo pantagruelico gentilmente concessoci, dopo ore di attesa, dagli addetti ai lavori…la necessità di andare in bagno è forte, ma già all’orizzonte si profi lano lunghe code per accedere ai servizi chimici… è possibile trovarsi in una condizione del genere ed essere pazzamente felici? Dipende dallo spirito con cui si è partiti. Un turista probabilmente avrebbe mandato al diavolo i pasti, l’orga-nizzazione e la stessa Germania dopo la prima ondata di stanchezza, stress e disagi. Noi però non eravamo turisti.

Certo, le macchine fotografi che ce le siamo portate die-tro, “chissà quando ritorneremo in Germania” ha detto qualcuno… ma i soggetti sono stati raramente monumenti e luoghi d’interesse turistico. Bandiere, amici, famiglie, tutto quanto di colorato, bello e festoso si potesse incon-trare lungo la strada. Questo ci interessava veramente. Perché un “mondo in miniatura” si vede poche volte nella vita. Perché nella grande Babele di Colonia il tedesco era pressoché sconosciuto, l’inglese stentato e il linguaggio migliore era quello del sorriso. E dell’accoglienza: dai te-deschi ci si aspettava tanta organizzazione e poco calore umano. È stato l’opposto. Mentre camminavamo per le strade di Colonia, le famiglie si affacciavano alle fi nestre ad osservarci, le testoline bionde dei piccoli tedeschi face-vano capolino per guardarci quasi fossimo dei supereroi o dei santi medievali in processione.

E poi, naturalmente, Benedetto. Uno striscione allo stadio, citando un famoso fi lm, scriveva “Tutti pazzi per Ratzy”. Gli 800 mila di Marienfeld l’hanno confermato. I brasiliani e i bavaresi (non proprio vicini di casa) por-tavano magliette da calcio con nome Benedetto e numero 16. I cori da stadio hanno alternato “Benedetto” a “Gio-vanni Paolo”: non in contrapposizione, ma in continuità. Probabilmente perché dietro ad entrambi trapela il volto di Gesù, e questa è l’unica cosa veramente importante.

Il ritorno a casa dopo un’esperienza simile non è mai fa-cile… rimane il classico “nodo allo stomaco” che caratteriz-za ogni esperienza unica. Rimangono tanti bei ricordi, nuo-vi amici e amiche, una marca di birra tedesca da ricordarsi per il futuro e la consapevolezza che per Sidney 2008… è meglio iniziare a risparmiare… a partire da adesso!

Simone Bearzot

Casa di accoglienza: il nuovo progetto provoca e interroga le coscienze

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(…) si esplica essenzialmente nel sostegno economico, nella somministrazione di pasti, nell’assistenza alla fa-miglia ed alla persona. La Parrocchia si affi anca all’ente pubblico in quelle situazioni più sommerse e verso quel-le non legate al territorio.

Tanto il parroco don Silvano che il sindaco Pietro Pa-viotti, da noi sentiti concordano nel ritenere tali feno-meni in aumento e bisognosi di ulteriori coinvolgimenti anche nell’ambito del volontariato. Ed è a questo livello che ciascuno si deve sentire chiamato.

A questo punto il problema si sposta dai luoghi (la sala parrocchiale, la casa di riposo…) alle coscienze di ciascuno. Ed a questo punto ci dobbiamo pure chiedere a chi va riservato il diritto di chiedere aiuto ed a chi è giusto che, in atteggiamento di sostegno fraterno, vada rivolta la nostra carità. È questo il delicatissimo passag-gio sul quale ci dobbiamo interrogare.

Se vada cioè prima defi nita la posizione giuridica, economica, sociale, la nazionalità, la religione, l’onestà. In generale lo “status” di bisognoso. Oppure se l’atteg-giamento caritatevole di una comunità debba prescinde-re da chi chiede aiuto e quanto questo incontri il bisogno di ognuno di noi di sentirsi migliore, di fare qualcosa di buono.

Andare più in profondità su questo tema oltre alla coscienza chiama in causa anche il pensiero. Richiede una presa di posizione, uno schieramento di campo. Non ce la sentiamo di indicare una soluzione.

Le possibili opzioniDi fronte alla povertà, a dire il vero, una volta com-

preso il problema non individuiamo molte possibilità: fi ngere che non esista; oppure non considerarlo proprio limitandosi a dare delega ad altri. Oppure farsene carico, per quanto nelle proprie capacità.

In questo ultimo caso le coscienze più sensibili si sentono chiamate in causa. Sentono il bisogno di dare risposte, ma nel contempo matura la consapevolezza di doversi relazionare con gli altri, con tutti. Sorge la re-sponsabilità di non commettere errori, di non dividere il pensiero di chi vede le cose in modo diverso.

segue dalla prima pagina

Ciò che nasce come un impulso dettato dalla coscien-za, diviene origine di scelte operative. Ed ogni volta che facciamo qualcosa, accontentiamo qualcuno e deludiamo qualcun altro, fatalmente il pericolo è quello di schierarsi.

È importante schierarsi, è bene fare scelte da difendere poi con la più totale determinazione, ma attenzione: ciò va fatto in favore di qualcuno o di qualcosa, mai contro qualcun altro.

Siamo convinti che l’impegno della comunità passi attraverso una corretta scelta gestionale, tanto più giu-sta quanto più sarà condivisa. Anche chi resterà alla fi nestra a guardare, ha comunque il diritto di contribui-re alle scelte da fare, perché darà forza all’azione di chi vorrà impegnarsi in prima persona e perché comunque a diverso livello chi fa del bene ha sempre bisogno del sostegno di tutti.

Nella pagina sono stati riprodotti, parzialmente, i progetti di ristrutturazione della sala parrocchiale, per gentile con-cessione dei curatori, l’architetto Ennio Snider e il geometra Luca Negro. Hanno collaborato anche l’architetto Marcello De Marchi (strutture) e l’ingegner Alessandro Driussi (impianti).

Il progetto si divide in tre parti: la facciata, il piano terra e il primo piano. Quest’ultimo sarà ricavato dalla costruzione di un soppalco che ridurrà l’altezza del soffi tto della sala. Ve-diamo, seguendo l’ordine di realizzazione, i tre disegni.

Sopra, la pianta del piano terra. Come si nota, lo spazio interno della sala sarà riorganizzato. Saranno costruite delle pareti modulari, in modo tale da poter creare un’unica grande stanza, per assemblee o conferenze, oppure due o tre sale più piccole a seconda delle diverse esigenze. Anche i servizi igienici già esistenti saranno ristrutturati. Nella parte fi nora dedicata al palcoscenico, ormai dismesso, saranno realizzati altri servizi igienici adeguati anche per le persone handicap-pate. Questo primo lotto ha già ricevuto un fi nanziamento di 300 mila euro e sarà eseguito nei prossimi mesi.

Non abbiamo la pretesa da queste righe di esaurire un argomento di tale delicatezza, se riuscissimo però ad aprire un confronto ed a raccogliere disponibilità ed in-teresse riterremmo di aver fatto già cosa importante.

Giuseppe Ancona

in uota, attualitàn.04 pag.03

Alta Quota esplora in anteprima il tema che si prean-nuncia uno tra i più caldi dei prossimi mesi: la “Casa

di accoglienza” parrocchiale.Interviste, grafi ci e statistiche ci aiuteranno a com-

prendere a fondo il problema “Casa di accoglienza”, per agire direttamente sul palcoscenico della vita politica cervignanese in maniera attiva e consapevole.

Siamo partiti da tre domande:• “Quanto sono informati i nostri concittadinisu un argomento tanto importante” • “Cosa pensano i cervignanesi al riguardo?”• “Sarebbero favorevoli alla convocazionedi un’assemblea pubblica a scopo informativo?”Armati di block notes, penne e quesiti impertinenti,

andiamo alla ricerca di risposte intervistando i nostri compaesani. Certo, non è facile come potrebbe sembrare: molti non vogliono esprimersi, alcuni rispondono con-trovoglia, altri preferiscono l’anonimato.

Appare subito evidente che la questione è molto più spinosa di quanto pensassimo.

Le domande poste sono state:

alla creazione della casa

Percentuale di intervistati

contrarifavorevoli

Percentuale donne

contrarie

favorevoli

Percentuale uomini

contrari favorevoli

Sopra, il disegno del vero e proprio centro d’accoglienza. Accanto alla sede di Radio Presenza, a sinistra del disegno, saranno costruiti cinque mini appartamenti. Si tratterà di stanza arredate, nelle quali potranno soggiornare un paio di persone alla volta. Ogni alloggio sarà autonomo e avrà un bagno e un angolo cottura. Questa parte del progetto de-v’essere ancora fi naziata e costituirà il cuore dell’operazione.

Infi ne, anche la facciata della sala parrocchiale sarà ade-guata al nuovo utilizzo della struttura. In particolare, il pro-getto prevede la costruzione di una torre campanaria, nella quale inserire la campana della pace. Si tratta di una campana in bronzo, realizzata con il contributo di molti cittadini, per il momento collocata all’ingresso del duomo. Il lato destro dell’edifi cio sarà alzato di un piano per creare un ulteriore spazio all’interno.

• Sapeva che il parroco ha espresso l’intenzione di costruire una casa di accoglienza per persone bisogno-se a Cervignano, sopra la sala parrocchiale?

• Si ritiene favorevole o contrario a quest’iniziativa?• Crede che sia opportuna la convocazione di un’as-

semblea pubblica nella quale idee e modalità verranno spiegate alla cittadinanza?

M.P. - Sì, credo che sia un’ottima idea, ma non ne sa-pevo niente. La convocazione di un’assemblea? Ottimo!

Tekjla F. - È un’idea fantastica! Anche se non sapevo nulla della proposta…

N.D. - Non ne sapevo nulla, è una bella iniziativa co-munque. Indire un assemblea? A Cervignano si potrebbe fare molto, solo che c’è troppo menefreghismo da parte della gente! Bisogna FARE!

S.C. - Non ne ero a conoscenza, però mi ritengo favo-revole. Convocare un assemblea? È una buona cosa, ma dipende tutto da quanta gente interverrà! A Cervignano la gente non è così partecipe…

R.V. - Ne avevo sentito parlare e sono molto più con-traria che favorevole. Il problema poi è che la maggior parte delle persone che ne usufruirà non sarà di Cervi-gnano, bensì di altri paesi se non nazioni. Un’assemblea? Inutile, perché è un argomento troppo delicato; e poi, chi avrebbe il coraggio di alzare la mano e dire “no, io non sono d’accordo, io mi oppongo”? È molto più facile criti-care quando non si deve mostrare la propria faccia…

A.Z. - So, ma poco, molto poco. In linea di massi-ma sono favorevole, poi dipende da molteplici aspetti. Certo un’assemblea sarebbe utile per rendere pubblica e dare un buon risalto alla cosa.

L.N. - Sapevo e sono assolutamente favorevole, anche alla convocazione dell’assemblea: la ritengo utile, dato che ogni scelta politica e sociale deve avere una proget-tazione partecipata alla base.

Sonia Marino (stessa risposta anche Sabrina Vrech)- Non ne sapevo nulla, sono favorevole all’idea ma

anche un po’ scettica, il posto non mi sembra adatto! E poi il mercatino dove lo trasferiranno? Buona cosa l’assemblea, ma la domanda è un’altra: quanti parte-ciperanno?

Barista - Non sapevo nulla… spiega bene? Ma sarebbe veramente solo per bisognosi della comunità o divente-rebbe un centro di ritrovo per immigrati? Ecco, questa è la mia risposta… L’assemblea? È inutile, tanto qualsiasi cosa decidiamo faranno lo stesso quello che vogliono!

Z.F. (marito e moglie) - Sapevamo e siamo favorevoli, c’è bisogno di carità e aiuto, soprattutto di questi tempi. L’assemblea sarebbe una buona iniziativa, però deve es-sere convocata prima della creazione della casa!

Samanta - Non sapevo e in ogni modo non sono d’ac-cordo, soprattutto dopo l’esperienza delle caserme con don Nino di una decina d’anni fa… Un’assemblea per decidere il da farsi risulterebbe troppo dispersiva, gente che parla una sopra l’altra per farsi sentire… È meglio che decidano le istituzioni! Un’assemblea solamente in-formativa? Quella sì, sarebbe una cosa utile.

Lucio Morlacco - No, non ne sapevo nulla. In linea di massima sono d’accordo, tuttavia credo che sia necessa-rio un controllo rigoroso su tutti coloro che ne vorranno usufruire: chi li farà entrare dovrà assumersi le sue responsabilità. Inoltre, ritengo opportuna un’assemblea pubblica per informare i cittadini.

Giuseppe Armenio - Non ne sapevo nulla… Favorevo-le, senza dubbio! Anche all’assemblea.

F.S. - Non sapevo. Ora che mi avete informato…sì, sarei favorevole. Un’assemblea potrebbe chiarire meglio le idee a tutti.

Luca A. - Sono contrario.

Francesco - No, assolutamente no. Inoltre, eventuali assemblee sarebbero una perdita di tempo.

Le risposte:

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I risultati del nostro sondaggio, infatti, non possono avere un valore oggettivamente forte, considerato l’esi-guo campione interpellato (40 persone su oltre 12.000), tuttavia anche i silenzi risultano signifi cativi: talvolta, chi ha un’attività di qualsiasi genere è restio a rispon-derci; spesso, chi è più esposto di altri rifi uta il semplice contatto verbale.

I risultati del nostro sondaggio? Li potete vedere nei grafi ci su queste pagine.

Un dato signifi cativo quanto inaspettato è che una parte assai rilevante (42%) dei giovani intervistati, di età compresa tra i 17 e i 26 anni, si ritiene tendenzial-mente contrario all’iniziativa: che sia un indicatore di un disagio radicato ed inespresso o semplicemente un disinteresse generalizzato nei confronti delle questioni sociali?

Le donne sono invece le più favorevoli, con ben il 78% di pareri positivi, mentre tra gli uomini la percen-tuale scende al 55%.

A cura di Vanni Veronesi e Luca Toso

SÌ NO totale

Sapeva dell’iniziativa 8 32 40Favorevole all’iniziativa 26 14 40Favorevole all’assemblea 32 8 40

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Settembre. L’estate, anche se quest’anno è forse un po’ esagerato defi nirla così, visto il tempo inclemente, è ormai alle spalle, “... un’estate che vorrei potesse non fi nire mai...” cantano i Negramaro. Già, chi non vorrebbe con-

tinuare a spassarsela fra mare, amici, feste in spiaggia e serate in compagnia fi no a tardi? La fi ne dell’estate però ci costringe a “tornare con i piedi per terra”, si ritorna al lavoro, riaprono le scuole e per chi, come noi che vi scri-viamo, si è diplomato quest’anno, si apre un nuovo capitolo: l’università, e per alcuni il lavoro. Una tappa talmente importante da essere accompagnata da una serie di sentimenti contrastanti: attesa, paura, interesse, ansia... Una scelta non sempre facile, come ci raccontano alcuni amici.

FRANCESCA ZUTTIONChe facoltà hai scelto?Sono ancora indecisa, in ogni caso la mia scelta sarà

in ambito scientifi co, ad esempio medicina o biotecno-logie.

Quali sono le tue aspettative?Quali le diffi coltà che hai incontrato nella tua scelta?Ho paura di trovare qualcosa di diverso da quello che

mi aspetto. Ho paura di capire il primo anno che quello che ho scelto non corrisponde a quello che davvero voglio fare nella vita. D’altronde fi nché non provo non posso sapere se mi piacerà!!

CLAUDIA ROSSIClaudia, raccontami: che facoltà hai scelto?È stata una scelta diffi cile?Quali sono le tue aspettative?La scelta non è stata facile, perché comunque sape-

re che una scelta condizionerà tutta la tua vita e il tuo futuro ti fa sentire un grosso peso addosso. Alla fi ne mi sono iscritta ad architettura a Udine.. sperando che mi prendano! La mia scelta non credo sia stata condiziona-ta da nulla, ho sempre avuto l’appoggio di tutti coloro che hanno sostenuto ogni mia scelta. Dall’università mi aspetto una buona preparazione per potermi inserire in modo qualifi cato nel mondo del lavoro.

FEDERICO CUCIJAÈ già la seconda volta che t’intervistiamo...E fate bene: sono un personaggio di riguardo!Vero, vero.Senti, perché non ci dici che vuoi fare della tua vita?È diffi cile... Uno che esce dal liceo con il 64 è de-

motivato, non sa le sue potenzialità, l’università gli fa paura, ... percorre la strada della vita con gli occhi ben-dati nell’attesa di un appiglio, una boa in un mare in tempesta...

Potresti fare l’accademia d’arte drammatica,sfruttando le tue doti da commedianteche hai appena dimostrato!E invece mi sto orientando verso Economia.Un nuovo Paolo Trombin di Canale 5?Sai che dritta! Mi ci vedo a dire “Il Mibtel scendea -0,3%, mentre il Nasdaq è in ripresa…”

FRANCESCO PELLIZZARIArchitettura, vero?Esatto!È stato diffi cile scegliere?Non ho avuto troppi problemi, anche perché,ora come ora, non ho molta voglia di lavorare...Sei pronto per l’esame d’ammissione?Non mi spaventa, sto studiacchiando senza però con-

centrarmi troppo, è più un ripasso: fi no ad ora gli argo-menti li ho già affrontati al liceo, magari 2 anni fa, ma sono già stati fatti.

Non ti ha bloccato l’idea di dover superareun esame d’ammissione?No, ho tenuto in considerazione i miei interessi, le

materie nelle quali sono più ferrato e basta. Io provo e se andrà male... ci penserò successivamente.

ALESSANDRA CATTANEOTu sei alle prese con lo studio per l’esamed’ammissione a medicina: dev’essere dura.Pensa che ho cominciato a studiare già durante il pe-

riodo degli esami di maturità; di questi m’importava mol-to, sicuramente, ma in realtà ero già proiettata avanti. Mi sono concessa una bellissima vacanza in Grecia, ma ora è il momento di rimboccarsi le maniche!

Quali sono le materie che comparirannonel test d’ammissione?Un po’ di tutto: biologia, che amo davvero, chimica,

che amo un po’ meno, matematica, che amo ancora meno e qualcosa di cultura generale, soprattutto storia, che invece odio con tutto il cuore!

Dai che andrà bene, Ale, te lo ripeto da mesi!Zitto, ti prego…

SILVIA BATTISTONChe cosa farai dopo il diploma?M’iscriverò a Discipline dello spettacolo a Trieste.Perché hai scelto di continuare gli studi?Perché non si trova lavoro nemmeno con una laurea,

fi gurati solo con il diploma... e comunque è una possibili-tà da sfruttare per la propria cultura. Posso dire però che non è stata una scelta facile, anzi, ho avuto dei periodi in cui volevo assolutamente smettere di studiare e non volevo più saperne dei libri.

La scelta fra le facoltà è risultata diffi cile?Non eccessivamente. Mi sono basata sui miei interessi

senza guardare troppo alle possibilità di lavoro futuro, scartando per primi gli indirizzi che presuppongono il superamento di un esame d’ammissione. Avevamo appe-na terminato di studiare per la maturità e volevo stare tranquilla per un po’ e godermi il riposo delle vacanze; non volevo assolutamente studiare, non se ne parlava neanche!

ALESSANDRO LENACome mai hai deciso di lavorare?Direi che cinque anni di Malignani siano suffi cienti

per entrare nel mondo del lavoro: mi sento pronto.La giudichi, dunque, una buona scuola?Un’ottima scuola, sì!Immagino che non avevi la minima vogliadi studiare per altri cinque anni…Hai proprio ragione, basta così!Progetti per il futuro?Bella domanda… Mi ha chiamato la Danieli, dunque

spero di far carriera lì dentro. Vorrei costruirmi una po-sizione, magari come progettista di macchine per indu-strie.

Complimenti!

Il momento della scelta

SIMONE FURLANCosa farai dopo il liceo?Penso ingegneria, ma non ne sono ancora sicuro, non

ho ancora le idee chiare. Non è una scelta semplice, de-cidiamo il nostro futuro e bisogna tener conto di tanti elementi.

Hai deciso subito di continuare gli studi?Non ho mai preso in considerazione la possibilità di

andare a lavorare, anche perché uscendo da un liceo che lavoro puoi trovare? Non abbiamo nulla in mano!

Quindi continui a studiare per trovarein futuro un buon lavoro?Si, è così, anche se non ci sono certezze. Avere in

mano una laurea non equivale a dire di avere un lavoro assicurato, tuttavia spero in un’adeguata preparazione.

FEDERICA DRUSETTA Allora Fede, che ne sarà di te? Mi iscrivo a Giurisprudenza...E stato diffi cile scegliere,anche fra università o lavoro? Non molto. Ho semplicemente cercato di vedere che

cosa mi potesse interessare di più. Comunque, ho deci-so subito di continuare gli studi, poiché il liceo non ti proietta nel mondo del lavoro.

Ti spaventa un po’ il mondo universitario?Sì, com’è ovvio che sia per tutte le cose nuove! Non so

bene come funzioni la vita universitaria e quindi…

MARCO RICCIARELLIDicci tutto.Ho scelto biotecnologia:andrò a giocare con i geni del DNA…Allora suppongo che vorrai diventareil classico scienziato pazzo!Pazzo lo sono già, mentre per quanto riguarda lo

scienziato.. sì, vorrei fare il ricercatore, sempre nel cam-po biotecnologico. Ho messo in preventivo anche lo sti-pendio da fame…

Infatti, è così. Ma tu saresti capacedi lasciare l’Italia per un buon lavoro all’estero?Mai! Amo il mio paese, i suoi usi e costumi e nonvorrei trovarmi costretto ad adottarne degli altri.Bravo Marco, sono d’accordo!Senti, non è che potresti omettere il mio nome?Non so, chiamami Van Helsing…Mi dispiace, non posso…

Pagina a cura di Claudia Carraro,Silvia Lunardo e Vanni Veronesi

GOCCE DI COLONIA

Bar GelateriaCervignano, piazza Indipendenza 18/2

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IL DOLCEFREDDO

Fulda… uno dei primi “assaggi”di Germania

Allo stadio di Colonia… bandiere,colori e giovani…

L'adunata di Marienfeld… prontiper veglia e messa

I “reduci” di Cervignano…pochi ma boni!

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In un anno di attività hanno organizzato convegni, cene, balli e concerti di benefi cienza. Si tratta dei

volontari dell’Associazione Alzheimer Bassa Friulana. Animati dall’impulso creativo della presidente Carmen Stel, autrice del volume “Le margherite di latta”, i soci si sono mossi dalla casa di riposo Sarcinelli di Cervigna-no in tutta la Bassa friulana. Il loro obiettivo è portare aiuto e sostegno alle famiglie che hanno in casa una persona affetta da questa particolare malattia.

L’attività, come abbiamo detto, è partita un anno fa, con la presentazione del libro “Le margherite di latta”. Il libro prende il via dall’ultimo manufatto creato da una artista locale prima che la malattia prendesse il soprav-vento. L’autrice racconta quindi la storia di una famiglia del territorio che cura in casa una persona affetta da Alzheimer. Ma, come traspare dalle pagine del racconto, ad essere colpito dalle conseguenze del morbo è l’inte-ro nucleo famigliare. E Stel cerca di far comprendere il dramma. Il ricavato della vendita dell’opera è servito per creare i primi fondi con cui fi nanziare le attività di sostegno.

Dalle terre e dalle tradizioni orientali del numero precedente Alta Quota si sposta, in questo numero, in Marocco. Più precisamente a Fekih Ben Salh, a meno un centinaio di chilometri da

Casablanca. È da questa cittadina, grande pressappoco come Cervignano, che viene Salah Soufi ani, gestore e proprietario del “Phone Center Kebab Soufi ani”, in via Terza Armata. Il viaggio di AQ tra gli extracomunitari della nostra città prosegue in questa oasi dal gusto arabeggiante ed esotico. Approfi tto dell’intervista per togliermi la prima curiosità:

Salah, che cos’è un kebab?Ci sono due tipi di kebab. Uno è il kebab turco, quello che hai assaggiato qui. È composto dal 60% di carne di vitel-lo, dal 20% di pollo e dal 20% di vitello. Il kebab arabo, invece è fatto di montone, agnello e vitello.

Ok grazie… Da quanti anni sei in Italia?Sono in Italia da sedici anni, e anche più. Sono venuto

qui all’età di sette anni, ho girato tutto il Paese pratica-mente. Ho fatto per un periodo l’ambulante vicino alla coop, vicino al nuovo centro commerciale di Cervignano. Ho lavorato ai Cjastinars per otto anni, dove ho imparato a fare il cuoco e ho conosciuto Mario Matiussi, che non smetterò mai di ringraziare (anche ora che purtroppo non c’è più) per tutto quello che ha fatto per me. Pensa che la famiglia Matiussi continua tuttora ad aiutarmi, sono veramente delle persone splendide..

Torni mai nella tua terra,o mantieni i contatti con la tua famiglia?Si si, una volta all’anno torno in Marocco… e più o

meno con la stessa frequenza vengono a trovarmi i miei genitori a Cervignano.

Come ti è venuta l’idea di aprire un“phone center kebab” a Cervignano?Ho girato tutta l’Italia, e sinceramente mi sono accorto

che un locale del genere a Cervignano mancava proprio. Poi ho pensato che ci sono anche tanti stranieri e tan-ti giovani; considerando che non sono molti i locali che stanno aperti fi no a tardi ho pensato che sarebbe stato il caso di provare.

Non dev’essere stata un impresa facile…Assolutamente no… dopo il periodo che ho lavorato ai

Cjastinars, ho iniziato a lavorare in una azienda agricola. Mi serviva un lavoro che mi consentisse di fare dei turni abbastanza fl essibili se volevo riuscire ad aprire il kebab. Ho trovato lavoro come operaio alla Saint Gobain, dove lavoro tuttora, con turni che posso scegliere io, come per esempio dall’una alle cinque di sera. Questo mi permette di pagare le spese del locale e di mandare avanti l’atti-vità…

Sembra pesante…E lo è.. ma se vuoi guadagnare sai che devi fare dei sa-

crifi ci, e poi come ti ho detto prima conosco delle persone fantastiche qui, in tutto il Friuli, che mi stanno vicini e mi aiutano sempre. Ora che ho un attività mia anche mio padre è molto più contento di me.. lui voleva che studias-si, ma io voglia non ne avevo proprio…

Se ti chiedessi di fare una specie di bilanciodi questi primi mesi di attività?All’inizio avevo molta paura. Solo il locale mi è costato

molto più di quanto pensassi, e le spese sono comunque pesanti. Non sapevo quale poteva essere la risposta del pubblico ad un locale del genere, avevo anche paura della diffi denza della gente. Col senno di poi (anche se è presto per dirlo) non mi trovo male, anzi, ho clienti eterogenei per sesso età e nazionalità.

Certo, i clienti non sono mai troppi.Com’è il tuo rapporto con i Friulani?I friulani sono gente un po’ dura alle volte, magari dif-

fi dente o chiusa.. come tutti, notano la diversità, di lin-gua, di accento o di colore, almeno inizialmente. Però ap-pena capiscono che si possono fi dare di te ti danno anche l’anima, ti trattano più che da pari… apprezzano il lavoro e gli danno il giusto valore…non posso mentire, il Friuli è una terra splendida..

Domanda trabocchetto. Cosa ne pensi di Cervignano?Io mi sono innamorato di Cervignano dal primo mo-

mento in cui sono arrivato… mi ha dato tantissimo, e io sento di doverla ringraziare in qualche modo. Poi ci vivo da tantissimo tempo, come farei a stare in un posto che non mi piace? Ah a proposito, tu scrivi su Alta Quota.. conosci Hassan?

Certo, l’ho intervistato io…Siamo cugini…

Volontariato ebenefi cenza a sostegnodei malati e delle famiglieCompie un anno l’Associazione Alzheimer Bassa friulana

« Il nostro obiettivo, - ha detto Carmen Stel, anche presidente dell’associazione – è quello di andare incon-tro alle famiglie con questo tipo di problemi, ma anche quello di fargli rompere il muro di solitudine e isola-mento che talvolta si costruiscono attorno. Per questo stiamo procedendo con una mappatura del territorio, per conoscere a fondo la casistica e le diverse problematiche connesse. Ci saranno i gruppi di auto aiuto. Il direttivo dell’associazione, infatti, è composto sia da operatori sia da professionisti del settore che lavorano sulle demen-ze ». Carmen Stel, inoltre, sottolinea il fatto che l’opera prestata dall’associazione è gratuita e chi aderisce presta un servizio di volontariato. « Le familgie non devono temere di chiedere aiuto, siamo qui per cercare di dare una mano nel miglior modo possibile ». La presidente, però, assicura che non sarà curato solo il lato materiale della situazione. « È ancora, - ha spiegato – in fase di studio un progetto di supporto spirituale. Per chi lo vor-rà, sarà a disposizione un referente, che potrebbe essere un sacerdote, che aiuterà ad affrontare questo diffi cile percorso. Ogni supporto, in ogni caso, sarà dato in base alle specifi che richieste ».

IL CROGIOLOdi Alfonso Mansi, laboratorio orafo

Cervignano (UD) via Roma 11tel. 0431 34336

Un p … SalahKebab : sapori

pp: , terre lontane e luogo d

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.06

Quando mi viene chiesto di parlare del gruppo cui appartengo da oltre 30 anni mi domando subito se

sarò capace di trasmettere lo spirito ed il carisma di tale organismo. Il Signore ci ha lasciato un comandamento, non un optional, quando ha detto “Amate i vostri fratelli come io ho amato voi”; la conseguenza, se ci crediamo, dovrebbe essere non un gruppo Caritas (gruppo che si occupa di fare carità) ma una comunità di carità, cioè una comunità di amore.

Premesso questo, presentiamoci.La Caritas (gruppo formato da sole donne) inizia ad

operare in Parrocchia nel 1974. Formato da una ventina di persone, negli anni ne ha perso la metà e si ritrova oggi con una decina di cui 5-6 sempre presenti in ogni situazione (e oggi abbiamo anche un uomo).

Il gruppo si forma sulle basi dei gruppi San Vincenzo, ma con un’apertura nuova, secondo i dettami di Caritas nazionale, cioè gruppo di promozione attento ai bisogni locali, alle povertà esistenti sul territorio e di conse-guenza attivo nella ricerca delle soluzioni possibili.

Da allora ad oggi le situazioni di povertà sono note-volmente cambiate: se allora la necessità più evidente era quella di contribuire alla spesa e raramente per affi tti o vestiario, oggi la situazione è nettamente peggiorata. La guerra della ex Jugoslavia (1991) ha fatto sì che il nostro paese affrontasse la questione profughi, alla quale non era preparato, e la diffi cile situazione degli ospiti della ex Caserma Monte Pasubio. Si inizia a vedere in giro gente proveniente da paesi a noi quasi sconosciuti. Poi, come in tutta la nazione, si è verifi cato il fenomeno im-migrazione ed abbiamo cominciato a sentire parlare lin-gue sconosciute e ad affrontare problemi nuovi: permessi di soggiorno, mancanza di abitazioni – spesso carenti anche per la nostra gente - con costi minimi di affi tto ed il rifi uto, da parte dei cittadini locali, di ospitare questo tipo di persone. La mancanza di lavoro poi, per la chiu-sura di aziende o per motivi che dipendevano dalla non regolarità dei documenti degli immigrati, hanno appe-santito ulteriormente la situazione. A questo si aggiunga che in città è presente per buona parte dell’anno un nu-trito gruppo di nomadi con piccole attività di giostrai.

Il gruppo, che da parecchi anni è convenzionato con il Banco Alimentare, riesce ancora a fornire generi ali-mentari a coloro che ne richiedono ma è quasi impotente per quanto riguarda lavoro e casa.

In parrocchia poi arrivano persone che chiedono de-naro per motivi diversi e in questi ultimi tempi molti proprio per affrontare le spese di affi tto. A queste ri-chieste risponde direttamente il Parroco, come del pari risponde a coloro che hanno altre richieste ma che, pur-troppo, si possono considerare “abituè”.

Lo scorso anno si è verifi cato anche il caso della casa di accoglienza (prevista dalla Corte di Appello TS per i casi di ragazzi con problemi di giustizia e non ancora maggiorenni), in cui erano sistemati ragazzi extra co-munitari rumeni e albanesi che, compiuti i 18 anni, sono stati estromessi creando disagio in paese e facendo na-scere nei cervignanesi un senso di rifi uto e di confl itto. Il gruppo si è sentito inadeguato alla situazione e senza competenza per trattare ragazzi non facili da gestire; dal canto suo il parroco ha esortato la comunità all’ac-coglienza ed ad avere comprensione,a dare una mano e ad aiutarli a trovare soluzioni lavorative e di sistemazio-ne, ma purtroppo non è stato ascoltato.

Il gruppo, per i casi che si presentano, interessa e col-labora con i servizi comunali di assistenza ed i rapporti sono veramente buoni. Sul territorio nell’anno passato con il servizio sociale si sono trattati casi di famiglie con bisogno di aiuto, interventi per la prima infanzia, per scolari e adolescenti. Si è operato anche nei confron-ti di un considerevole numero di famiglie con persone portatrici di handicap, con problemi di alcool, di droga, di salute mentale, talvolta di carcere e poi con anziani, casa di riposo e zingari. Il gruppo non ha una mappa-tura delle varie tipologie di disagio ma, come si diceva avendo un ottimo rapporto con l’amministrazione, può agevolmente lavorare nei casi che si presentano. Riguar-do alle malattie psichiche o mentali, siamo intervenute in casi conosciuti dalla componenti o per amicizia per-sonale di qualche membro del gruppo.

In questi tempi abbiamo sentito che Mons. Silvano sta progettando (e mi sembra a buon punto) la sistemazione

della sala parrocchiale da cui si ricaveranno dei piccoli alloggi che daranno vita ad una “Casa di accoglienza”. Come tutte le cose ci auguriamo che il progetto possa decollare nel migliore dei modi anche perché c’è vera-mente bisogno di offrire alloggio a coloro che passano ma anche a coloro che improvvisamente si ritrovano senza casa. Non è, secondo noi, una impresa di facile gestione ma con l’aiuto di esperti e di qualcuno che già conosce il modo più consono per trattare queste cose, daremo anche noi una mano (speriamo che qualche ani-ma si aggiunga al gruppetto operativo), perché questo sarà veramente un impegno signifi cativo, quella che di-cevo una “comunità caritatevole”.

Pur nel limitato numero di componenti, il gruppo vive i momenti di aggregazione in armonia, nella preghiera e nella disponibilità di offrirsi ai fratelli nello spirito di quanto Gesù ha comandato, cioè di amarli.

Nessun componente del gruppo mette in secondo piano la diffusione del messaggio del Vangelo. Questo sicuramente non accade quando gli interlocutori o le persone che si avvicinano sono di religione e cultura diversa dalla nostra: in questi casi, al di là di messaggi evangelici, è il cuore e solo lui che deve parlare!

Anna

Sei pura, sei pia

Sei pura sei pia, sei bella o Maria ogni alma loda, che Madre più dolce, il mondo non ha. O Madre beata dal cielo noi dà la tua gran pietà, che bella speranza, che gioia mi dà.

Sei pura sei pia, sei bella o Maria, o Madre divina, del mondo regina, e chi mai sentì che alcuno scontento da te si partì.

Sei pura sei pia, sei bella o Maria o Madre potente, ti nega Gesù, da quando domandi, e quando vuoi tu.

Sei pura sei pia, sei bella o Maria o Madre d’amore, tu impetra nel mio cuor, che ingrato peccò, amore al mio Dio che tanto m’ama.

Sei pura sei pia, sei bella o Maria.

Arveno Contin

All’inizio è senz’altro un sogno. Tutto ciò che di nuovo nasce

nel mondo, ha inizio da un sogno. Prima di tutto perché nessuno lo pensava possibile e concreto e poi perché ci vuole il dono di “un so-gno” che nel cuore di qualche per-sona possa trovare accoglienza e poi possibilità di realizzazione.

Anche la Bibbia, ad iniziare dal Vecchio Testamento, fa incomin-ciare il nuovo da un “sogno”. Dai

“sogni” della Genesi, in particolare i sogni di Giuseppe (che venne chiamato appunto “sognatore” dai fratelli) fi no ai so-gni di Giuseppe, lo sposo di Maria, nel Vangelo di Matteo.

Il nuovo inizia con un sogno in cui Dio dice “Non avere paura!”

Il sogno c’è stato: di avere una comunità cristiana che può usare di alcune stanze per accogliere chi ha bisogno.

È nato tre anni fa, quando ospitammo in parrocchia 4 ragazzi rumeni e albanesi che passavano la notte in una barca lungo l’Aussa. Da allora è nato il desiderio (o sogno) di avere qualche ambiente per accogliere chi avesse bisogno di lavarsi, di dormire, di essere accolto con i suoi bisogni..

Diventerà “storia di Cervignano” questo sogno? Se ac-cogliamo “il non avere paura” di Dio, certamente si!

È UN SOGNO O UN PROGETTO?Certamente questo progetto non ci renderà la vita facile:

• esigerà che qualcuno tenga in ordine le stanze, • qualcuno cambi le lenzuola,• qualcuno le metta in lavatrice• qualcuno procuri indumenti • qualcuno si preoccupi del cibo• qualcuno accolga ogni altro problema di chi viene accolto, ecc.

Se uno desidera una vita tranquilla, non sogni mai; ma se desidera una vita piena e ricca, nuova e fresca, allora sogni e sogni molto!

Ma chi potrà venire in questa casa?Io conosco una persona che non ha un alloggio e sapete

dove cerca di andare a dormire? Negli ospedali. Giran-do, entra nei reparti, trova una stanza libera e, alla sera, s’infi la in essa, cercando poi di scappare prima di essere trovato! Genialità! Se viene “pescato” da qualcuno chiede scusa e si eclissa. Ha vissuto parecchio tempo a Monfal-cone e anche a Palmanova.

Cervignano poi, si trova sulla via dei pellegrinaggi ver-so Gerusalemme. Ogni anno passano delle persone che a piedi si recano a Gerusalemme. Alcuni sono arrivati dalla Spagna, dalla Normandia, da Parigi, dalla Svizzera, e chiedono ospitalità per una notte.

E poi, soprattutto, ci sono i nostri concittadini che, per sfratto si trovano senza casa, molte volte anche con la famiglia. Qui abbiamo iniziato un dialogo con le assi-stenti sociali del Comune per affi dare a loro l’accoglienza di queste persone, anche se poi il lavoro concreto verrà affi dato alla Comunità nostra.

Ce la faremo? Io credo che avremo la forza e la fede per poter aprire questo spazio nuovo di vita e di accoglienza. Pensate che a Cervignano siamo più di 12.000 persone e se quelli che vengono ogni domenica in chiesa sono il 10%, vuol dire che la gente che cerca di vivere la fede con-ta almeno 1.200 persone. E tra questi non ci saranno dieci persone capaci di regalare un’ora alla settimana?

Ma tutti i 12.000 sono persone umane e tutte hanno avuto l’incontro con il Signore che ha dettato qual’è il senso vero della vita:

Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia. Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati fi gli di Dio.

E se questo sogno non si realizzasse,vuol dire che la fede è certamente fi nita, anche da noi!Ma si realizzerà, e ci aiuterà a crescere!A presto.

don Silvano

GRUPPO CARITASInsieme per gli altri

Luigi Candotto e Carlo Costantini Scala S.r.l.

Agenzia Principale di Cervignano del FriuliP.zza Libertà 7, tel . 0431 32828, fax 0431 33601

e-mail: [email protected]

Di lui non sempre ci si accorge, ma durante le messe la sua presenza è immancabile. Stia-mo parlando di Emilio Cortesia, professione sacrestano. In realtà Emilio è in pensione

dal 1990, dopo essere stato dipendente delle ferrovie ed aver successivamente svolto l’atti-vità di fotografo. Da 12 anni, però, la sacrestia del duomo è diventata il suo “uffi cio”...

Come mai questa scelta? Una volta andato in pensione, iniziai subito a cercare un altro impiego per impegnare il

tempo libero nel modo migliore. Tra le varie porte cui sono andato a bussare c’era anche quella di don Nino Carletti: gli chiesi se potevo essere utile in parrocchia, ma sul momen-to non seppe darmi una risposta. Nel frattempo l’allora sacrestano, il mio amico Mido, iniziò ad avere problemi di salute, così nel 1993 fu don Nino a contattarmi chiedendomi di sostituirlo. E il 1° giugno di quello stesso anno iniziai la mia avventura...

A proposito, quali sono i compiti del sacrestano?Il mio lavoro consiste nell’aprire e chiudere le chiese in cui esercito il mio servizio

(duomo e chiesa madre), preparare tutto l’occorrente per la celebrazione delle messe, ordinare e comprare le candele, i lumini, le particole, il vino. Inoltre quando ci sono matrimoni o funerali devo essere sempre presente, e in certe occasioni devo servire messa e raccogliere le offerte.

Nient’altro?..Se ci sono dei lavori di riparazione da fare in sacrestia o in chiesa, ci penso io...È dura conciliare lavoro e famiglia?Sono impegnato praticamente ogni giorno: durante la settimana soprattutto la

mattina e la sera in occasione delle messe, senza dimenticare i funerali che in una città grande come Cervignano non sono certo rari. La domenica, poi, vi lascio im-maginare. Ma il tempo per la mia famiglia e mia moglie, Roma, lo ritaglio sempre. Questo, però, è un lavoro che ho cercato e voluto: lo svolgo sempre volentieri e col massimo impegno.

Per tutti i mestieri si parla di cambiamenti e di globalizzazione.Nel suo lavoro cos’è cambiato?Innanzitutto i sacerdoti... Io ho assistito al “passaggio di consegne” tra don

Nino e l’attuale parroco, don Silvano. Per non parlare poi dei cappellani: don Sinuhe, don Michele, don Paolo e adesso don Moris: ho avuto il piacere di cono-scerli e di mettermi a disposizione in sacrestia. Certo, ognuno di loro ha le sue manie ed esigenze, ma con tutti ho lavorato davvero bene.

Dovesse indicare la cosa che più le piace nello svolgere il ruolo di sacrestano?A essere sincero, la veglia pasquale. E’ una celebrazione in cui sono piena-

mente immerso nel mio ruolo: faticosa da preparare ma straordinariamente intensa da vivere.

E la cosa meno piacevole?..La confusione dei chierichetti... Anche se aver visto diventare due di loro

sacerdoti (don Nicola e don Mirko) è stata una sensazione indimenticabile.

Christian Franetovich

Alessandro Maggio è esattamente da 4 anni il co-mandante della stazione carabinieri di Cervignano.

E’ un personaggio molto conosciuto in città visto che fa parte della comunità da diversi anni fi n dall’epoca in cui comandava la stazione di Torviscosa. Insomma pur essendo di origine toscane è ormai un cervignanese adottivo e il Friuli lo conosce molto bene anche perché è praticamente dal 1988 che vi abita.

Il Friuli è un po’ la tua seconda casa?Devo dire che qui mi trovo molto bene. La regione l’ho

girata parecchio visto che oltre che a Cervignano e Torvi-scosa sono stato in servizio anche a Sacile, Grado, Gorizia e Palmanova. Oltretutto mio fi glio Luca è nato qui e qui frequenta la scuola materna “Maria Immacolata”.

Sono molto diversi i friulani dai toscani?Come è noto i friulani sono un po’

chiusi. Non è

Sabato 1 ottobre 2005, ore 20.30

Il Piccolo Teatro del Garda

di Verona presenta

ALLELUJA BRAVA GENTE

Commedia musicale in due atti

di Garinei e Giovannini

Sabato 22 ottobre 2005, ore 20.30

Il Gruppo Teatro d’Arte RINASCITA

di Treviso presenta

IL GIOCATOREdi Carlo Goldoni

Sabato 5 novembre 2005, ore 20.30

L’Associazione Culturale Teatro dei Pazzi

e Ass. Auser di Venezia presentano

VECI SE NASSE… NO SE DEVENTA

Commedia dell’arte moderna

di Giovanni Giusto

Sabato 19 novembre 2005, ore 20.30

Il Gruppo Amici del Teatro

di Roncade Treviso presentano

OCCHIO ALLA SPIAdi John Chapman e Michael Petwee

Sabato 3 dicembre 2005, ore 20.30

La Compagnia Teatrale LA RINGHIERA

di Vicenza presenta

DAL MATRIMONIO AL DIVORZIO

di Georges Feydeau

Domenica 18 dicembre 2005, ore 16.30

L’Orchestra Corale Vocal Ensemble “LYRA”

di S. Pietroburgo Russia presenta

CANTI ARIE E ROMANZE DALLA RUSSIA Spettacoli fuori abbonamento

a ingresso libero

Venerdì 28 ottobre 2005

Le “Briciole d’Arte” del Ricreatorio

San Michele presentano

IL RITORNO DI MARY

commedia musicale liberamente

tratta dal fi lm “Mary Poppins”

Sabato 26 novembre 2005, ore 20.30

Il Teatro Incontro di Trieste

in collaborazione con il CAI

di Cervignano del Friuli presenta

IL PONTE ALATOdi Spiro Dalla Porta Xydias

Venerdì 23 dicembre 2005, ore 20.30

Le “Briciole d’Arte” del Ricreatorio

San Michele presentano

È ANCORA NATALEdi Andrea Zampar

Commedia musicale liberamente

tratta dal romanzo “Christmas Carol”

di Charles Dickens

TEATROSALAAURORA

STAGIONETEATRALE2005CERVIGNANO DEL FRIULI VIA MERCATO 1

realizzato con il contributo

della Provincia di Udine

Centro giovanile di cultura e ricreazione Ricreatorio San Michele

www.teatrosalaurora.org

ABBONAMENTI PREVENDITA BIGLIETTI INFORMAZIONI:

CIRCOLO BAR RICREATORIO SAN MICHELE, TEL 0431 31493, CEL 339 8025423

Orari tutti i giorni 9/12,30 - 15,30/19,30 (domenica pomeriggio chiuso)

INTERNET > http://www.teatrosalaurora.org

potrai leggere tutte le informazioni nel dettaglio sugli spettacoli,

sulle compagnie, sul teatro e sulle precedenti rassegne

stampa graphic 2 ~ studio grafi co barut ~ settembre 2005

n.04 pag.07

, Cortesiao

Intervista al sacrestano della parrocchiaa

facile conquistare la loro fi ducia ma una volta che sei en-trato in confi denza scopri la bellezza di questa gente. I to-scani invece sono un po’ più pazzerelli un po’ più aperti. Io comunque mi trovo bene con tutti e due i tipi di persone.

E i cervignanesi come ti hanno accolto?Decisamente bene. Il fatto di abitare già in città e di

conseguenza di avere contatti e amicizie con molte persone mi ha reso l’inserimento molto più semplice. Da altre parti è stato più diffi cile conquistare la fi ducia delle persone.

La città è tranquilla dal puntodi vista dell’ordine pubblico?

Diciamo che è abbastanza tranquilla rispetto ad altri posti. Ad ogni modo non è il caso di abbassare mai la guardia perché qualche pro-blema ci può essere sempre.

Come sono le relazioni con le istituzioni locali?

Maggio: professionalità e simpatiaal servizio dei cittadini Rientrano nella normalità. Devo dire che ho trovato

sempre collaborazione quando c’era bisogno. Come mai hai scelto di fare il carabiniere?Ho seguito l’esempio di mio padre Rodolfo che è stato

in servizio per 42 anni. Così a 17 anni anch’io ho deciso di intraprendere quella strada.

Quale è stata l’operazione più grande a cui hai partecipato?Qualche tempo fa ho partecipato ad una grande ope-

razione antidroga che ha coinvolto la Bassa Friulana e il Veneto. Per questo ho ricevuto anche un riconoscimento importante da parte dell’allora questore Caruso.

Ma la divisa ogni tanto la togli?Certamente sì. Dopo tutto sono un toscano e quindi

mi piace anche l’allegria. Faccio parte ad esempio di un gruppo di genitori di bambini che frequentano la scuola materna “Maria immacolata” e abbiamo messo in scena due recite teatrali. Una di queste si è tenuta anche nella Casa di riposo Sarcinelli.

Costantino Tomasin

il più uotato

n.04

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Si ringrazia Paolo Cepellottiper la selezione delle foto

EstateInsieme 2005si comincia!!

…alla mattina i corsi…che laboriosi questi piccoli artigiani…

…ebbene si…anche gli animatori pranzano…e che pranzo!!

…corso di basket …che squadrone!

in un viaggio intorno al mondo…si fa tappa anche in Africa…mamma mia che paura!

…come ci si sente…“sulle spalle dei giganti”??

…al parco acquaticosi divertono anchegli animatori!!

…siamo tantissimi!!!

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È ripresa uffi ciamente il 22 agosto, con il raduno della squadra, la stagione 2005/2006 dell’ABC Cervignano

nel Campionato regionale di Serie C2. Agli ordini del nuovo coach Franco Zuliani, dell’assistente Ivan Stabile e del preparatore atletico Igor Bramuzzo, Tegon e com-pagni cominceranno a faticare per affrontare al meglio la nuova stagione agonistica. Sarà ancora l’appassionato sponsor della CrediFriuli ad accompagnare l’ABC nel-la nuova avventura; la dirigenza ha cercato di allestire una formazione che possa migliorare l’ottimo campiona-to scorso (quarti alla fi ne della regular season ed elimi-nati nei quarti play-off dal Muggia) e conseguentemente il giemme Stabile si è rapidamente mosso riconfermando la rosa e poi apportando gli opportuni innesti quali il rientro dalla Virtus Udine (C1), per fi ne prestito, del play Stefano Tomat, l’arrivo dell’esperto Marco Luppino da Gradisca (C1) che andrà a dare ulteriore solidità al re-parto degli esterni e dell’ala classe ’83 Simone Zorat che dovrebbe fi nalmente dire la sua anche in C2. Riconfer-matissimi per il resto, come detto, De Cesco, Mian, Ca-bas, Macor, Scarello, Sansa, Orso, Carcich, Tegon, David e Tibald (questi ultimi tre però con un parziale disimpe-gno), mentre per i due giocatori under che dovranno ob-bligatoriamente fare parte della prima squadra, si andrà a scegliere tra gli interessanti ragazzi dell’Under 21.

Gli obiettivi societari sono quelli di fare meglio della passata stagione quindi, come minimo, approdare alle semifi nali. La concorrenza sarà forte, ma la consapevo-lezza di aver allestito una formazione di tutto rispetto, senza fare rivoluzioni ed apportando solo i cambiamenti necessari, dovrebbe dare qualche vantaggio in più ri-spetto ad altre contendenti. Il via del campionato è pre-visto per sabato 8 ottobre.

Dietro la formazione maggiore ferve il fondamentale lavoro del settore giovanile al quale i dirigenti prestano molta attenzione. Quest’anno l’ABC riuscirà a presen-tare sul parquet tutte le categorie giovanili a parte la Juniores; Under 21 (in collaborazione con il basket Ter-zo) allenata da Paolo Alessio; Under 16 allenata da Ivan Stabile; Under 14 con coach Adriano Paliaga; Under 13 ed Esordienti con Roberto Marchesan e Massimo Savino. Nel Minibasket verrà allestito un gruppo di annata ’96 ed uno di annata ’97 oltre al corso di “Baby Basket” che coinvolgerà bambini e bambine nate fi no al 2001.

Sandro Campisi

Dopo l’ ottima stagione disputata l’ anno scorso, la Pro Cervignano è tornata al lavoro sotto la guida di mister

Franco Zuppicchini, per preparare al meglio il campio-nato di promozione che è alle soglie. La rosa dei giocatori e l’ossatura della squadra sono state confermate, come del resto la politica di utilizzo dei giovani provenienti dal vivaio. La squadra, infatti, non è stata rivoluzionata: per quanto riguarda le partenze si segnalano quelle di Visin-tin (destinazione Juventina Sant’ Andrea), di Sorato (riti-ratosi dall’ attività agonistica) e di Pecorari. Nel contempo sono arrivati: Germano Fabro, trentottenne portiere dal-l’eccellente esperienza anche nel mondo dei professionisti, Sabatino Mansi, 18enne proveniente dall’ Atletico Cava di Cava dei Tirreni, omonimo nonché cugino del presidente. Inoltre sono rientrati per fi ne prestito Alberto Titotto e Re-nato Marino. Da segnalare, oltre al mister Zuppicchini, la presenza dell’ assistente allenatore Renato Mascarin, dell’ allenatore dei portieri Flavio Calligaris, del dirigente re-sponsabile Gianni Zampar e dell’accompagnatore uffi ciale Alessandro De Checco. Completa lo staff il massaggiatore Edi Brumat e Roberto Mian, in qualità di dirigente accom-pagnatore. Come auspicio si intende ripetere la stagione passata, magari con migliore fortuna. L’Eccellenza è stata sfi orata l’anno scorso, e mancata in seguito a qualche episodio sfortunato. Chissà che quest’anno si centri questo obiettivo: di sicuro ci sono tutte le premesse, anche se la concorrenza nel girone è molto agguerrita.

PRO CERVIGNANOCAMPIONATO DI PROMOZIONE 2005/06

1 Banello Michele Esterno sin. 24 2 Buttazzoni Andrea Centrocamp. 28 3 Candio Savino Difensore 19 4 Chiappetti Ciro Attaccante 20 5 Cian Fabio Portiere 20 6 Coccolo Massimiliano Centrocamp. 26 7 De Crescenzo Salvatore Difensore 22 8 Dissabo Davide Difensore 19 9 Fabro Germano Portiere 3810 Florio Stefano Esterno sin. 2111 Luxic Emiliano Centrocamp. 3412 Mansi Sabatino Difensore 1813 Marino Daniele Attaccante 1714 Marino Renato Attaccante 1915 Masutti Marco Difensore 3216 Pinatti Michele Attaccante 3817 Segato Daniele Esterno ds. 2418 Sgobbi Davide Attaccante 2519 Sguazzin Marco Difensore 2320 Simeon Matthew Difensore 1821 Titotto Alberto Esterno ds. 1922 Tomat Federico Attaccante 1823 Zonch Cesare Centrocamp. 18

L ABC del basketo6

CrediFriuli ABC CervignanoCampionato C2 2005/2006

STEFANO TOMAT ’83 PLAY 175MASSIMO TEGON ’70 PLAY 175

LUCIO MACOR ’81 PLAY 178LORENZO DAVID ’72 PLAY 185

FABIO DE CESCO ’80 GUARDIA 180DARIO MIAN ’80 GUARDIA 180

MARCO LUPPINO ’80 GUARDIA/ALA 185SIMONE CABAS ’75 ALA 190

MATTEO SCARELLO ’80 ALA 185SIMONE ZORAT ’83 ALA 185FABIO TIBALD ’69 ALA 180

ANDREA ORSO ’71 ALA/PIVOT 195ROBERTO SANSA ’72 ALA/PIVOT 195

DENIS CARCICH ’75 PIVOT 198MARCO LIVON ’87 PLAY 180JACOPO DIJUST ’87 ALA 185

GIUSEPPE CAPPELLO ’87 PLAY 178SIMONE SGUBIN ’88 ALA 180

ALLENATORE: FRANCO ZULIANIAIUTO ALLENATORE : IVAN STABILE

PREPARATORE ATLETICO: IGOR BRAMUZZO

Pro Cervignano, si riparte!Ecco la squadra che affronterà la stagione 2005/2006

Dello stesso avviso è anche il mister: “Abbiamo volu-to confermare la rosa dell’anno scorso, cambiando solo il portiere, proprio perché il nostro obiettivo è lanciare i giovani del nostro vivaio. Stando anche alla nuova regola che impone di giocare con almeno un ragazzo classe ’86 e uno classe ’87, vogliamo che tutti i giovani si sentano parte di un gruppo comune, quello della Prima Squadra. Per quanto riguarda il campionato, l’obiettivo è sicura-mente quello di disputare una buona stagione, cercando di ripetere l’annata passata, prima di tutto sul piano del gioco”.

Alberto Titotto

STAFF

Zampar Gianni Dirigente responsabileDe Checco Alessandro Dirigente accompagnatoreMian Roberto Dirigente accompagnatoreEdi Brumat MassaggiatoreFranco Zuppicchini AllenatoreRenato Mascarin Aiuto allenatoreFlavio Calligaris Allenatore portieri

fi liale di Cervignano del Friuli

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Altritempi

Un’indagine sul mondo della lettura a Cervignano non può che partire dalla biblioteca comunale, la

cui nuova sede, inaugurata nel marzo di quest’anno, ha riscosso il favore del pubblico, non c’è che dire. Grazie ai dati statistici gentilmente offerti dalla dottoressa Lu-cia Rosetti, capo servizio biblioteca, e dall’assessore alla cultura, dottoressa Marina Buda Dancevich, siamo in-fatti in grado di offrire una panoramica davvero positi-va di questi primi cinque mesi, dal giorno dell’apertura, lunedì 14 marzo, fi no a mercoledì 10 agosto.

Utenza Nel giorno 10 agosto 2005, la biblioteca registra 4752

iscritti: un dato notevole, senza dubbio, tenendo conto che solo in questi 5 mesi si sono registrati in 466 (dun-que con un aumento pari al 9,5 %). Attenzione però a non confondere i semplici tesserati con gli utenti real-mente attivi, che comunque, nel periodo in questione, sono stati 1248; se ci pensiamo, è, su 12.000 abitanti, ben il 10 % dei cervignanesi!

Cerchiamo ora di conoscere meglio questi 4752 iscrit-

ti, analizzandone le diverse fasce d’età:• 0 – 5 anni: 59 iscritti (1,37 %)• 6 – 10 anni: 270 (5,60 %)• 11 – 14 anni: 339 (7,10 %)• 15 – 19 anni: 532 (11,24 %)• 20 – 24 anni: 590 (12,47 %)• 25 – 29 anni: 670 (14,16 %)• 30 – 39 anni: 1056 (22,08%)• 40 – 49 anni: 624 (13,12 %)• 50 – 59 anni: 355 (7,42 %)• > 60 anni: 257 (5,43 %) Se prendiamo invece i dati relativi alle nuove iscri-

zioni esclusivamente in questi primi 5 mesi, i numeri sono tutti a favore dei più piccoli: ben 112 quelli di età compresa fra i 6 e i 10 anni (24,83 % del totale).

PresenzeSe gli iscritti sono coloro che hanno la tessera della

biblioteca e gli utenti attivi coloro che la sfruttano, i “pre-senti” sono tutti coloro che, semplicemente, entrano in bi-blioteca. Potrà sembrare una banalità, ma in realtà si trat-

ta di una precisazione utile, dal momento che, a leggere distrattamente il dato di 6469 presenze in 5 mesi e della relativa media mensile (2156), chiunque potrebbe pensare che tutti costoro abbiano preso dei libri, mentre invece, lo ripetiamo, gli utenti a tutti gli effetti attivi in questi mesi sono stati 1248. A prescindere dall’utenza, il dato resta comunque straordinario, confrontato anche con la media precedente della vecchia biblioteca (771 presenze mensi-li); l’aumento registrato è dunque addirittura del 300%.

PrestitiQuanto e cosa leggono i cervignanesi? Eccoci giunti

al punto più interessante dell’indagine. Il grafi co illu-stra perfettamente il numero di prestiti per fasce d’età in questi primi 5 mesi d’apertura: i dati, bisogna dirlo,

Ore 15: 30 di un venerdì d’estate: la biblioteca di Cervi-gnano apre i battenti. È una giornata calda, molto calda e l’ingresso in biblioteca si rivela un’ottima mossa per sfug-gire all’afa: subito, infatti, sono investito dal piacevole fresco del condizionatore… « Forse troppo fresco! » sotto-linea una delle dipendenti, già ferma sulla propria scriva-nia e davanti al computer da mezz’ora. Sorrido, pensando a quell’unico, minuscolo ventilatore che avevamo – eh sì, “avevamo”, perché ho lavorato anch’io in biblioteca, da volontario! – nella vecchia sede di via Cajù…

Fra una parola e l’altra, l’ambiente comincia a riempir-si. Arrivano due ragazze: « Buongiorno, avete per caso… » e subito l’altra tira fuori la lista, l’immancabile lista scolastica dei “libri da leggere per le vacanze”. I più getto-nati? Al primo posto Italo Calvino, autentico leader delle preferenze degli insegnanti, e poi il Cesare Pavese de “La luna e i falò”, “Il nome della rosa” di Umberto Eco, il clas-sico Hemingway de “Il vecchio e il mare”… E anche questa volta le ragazze non ci smentiscono: « … “Il barone ram-pante” di Italo Calvino? » Le accompagno io: devo ammet-tere che mi piace da matti dimostrare la mia familiarità con gli scaffali della biblioteca! Ed eccoci dunque al piano di sopra, con le sue migliaia di libri; è qui che si respira il clima autentico dell’èdifi cio. C’è chi osserva i volumi, chi dà una rapida occhiata a un testo, chi si guarda intorno

con un espressione interrogativa (e non serve essere dei medium per leggere il suo pensiero: « Ma che cosa prendo? »), chi chiede delle informazioni ai dipendenti, abituati a richieste di ogni genere, alcune davvero bizzarre, ma qui vige la privacy, non posso spifferare nulla… Alcuni gio-vani stanno lavorando davanti ai computer, tutti collegati al Web, e muniti di stampante, della sala multimediale, la grande novità della nuova biblioteca: davvero curioso ciò che mi fa notare la direttrice, dottoressa Lucia Rosetti, la quale si dichiara piacevolmente colpita « dai pensiona-ti alle prese con Internet; certo, talvolta trovano qualche diffi coltà col mouse… ». Poco più in là arriviamo nell’eme-roteca, dove facciamo una scoperta sensazionale: su uno scaffale c’è anche il nostro “Alta Quota”, vicino al “Cor-riere della sera” e a riviste del calibro di “Focus”!

Ancora stordito dall’emozione (ve lo immaginate? Al-berto Titotto e Vanni Veronesi accanto a Sergio Romano!), camminando fra le varie stanze, incontro il mio amico Giu-seppe Armenio; fra un « come va? », risate e battute, mi parla della sua esperienza di volontario in biblioteca. « Chi te l’ha fatto fare? Non sei neanche pagato! » gli dico scher-zando, mentre tiro fuori il block notes per segnarmi la sua risposta. « Che onore, un’intervista esclusiva per Alta Quo-ta! » e improvvisamente assume l’espressione da consu-mato divo di Hollywood, abituato a parlare con i reporter:

per un attimo, si crea un’atmosfera da superintervista a George Clooney in onda su Sky Cinema. « Effettivamente, è tempo che va via senza retribuzione. Però, Vanni, tu lo sai bene, io avevo la tessera già al tempo in cui la biblioteca era in via Udine, quando ancora non c’era il supporto mul-timediale. In pratica ci sono affezionato e dato che non ho mai lavorato, ho deciso di svolgere qui la mia prima espe-rienza lavorativa. Tieni conto che ho una grande passione per i libri, la nuova struttura mi piace molto, ho un buon rapporto con i colleghi e amo stare in mezzo alla gente ».

Lascio Beppe al suo lavoro e intanto osservo un delizio-so bimbo di appena tre o quattro anni che maneggia dei libri per i più piccoli, sapete, quelli belli grandi, colora-tissimi, con tante fi gure … Viene quasi voglia di tornare bambini a vederli: non sono poi passati tanti anni dalla mia infanzia, eppure non mi ricordo di averne mai visti di così belli, così come all’epoca la biblioteca non dispo-neva di una sala con tanto di enormi peluche, giocattoli, disegni realizzati dai bimbi delle elementari – i soggetti restano quelli di sempre: castelli, cavalieri, principesse, re e regine - e ancora cuscini e pupazzetti vari; oggi c’è, e ormai molti genitori cervignanesi sanno dove portare i loro pargoli. In biblioteca, infatti, è possibile imparare giocando (e tutti gli studi scientifi ci dimostrano che leg-gere le fi abe ai bambini e introdurli da subito a contatto con testi e fi gure è un ottimo sistema per far sviluppare al meglio la loro intelligenza).

E per i bimbi già “cresciutelli”? Niente paura, per loro c’è un’intera stanza a disposizione, ampia e luminosa, con libri di ogni genere, riviste, fumetti. Ecco arrivare una

Un pomeriggio in biblioteca

Gita in barca sull'Ausa con musicistinei primi decenni del secolo appena passato

(Fotografi a pubblicata per gentile concessione di« Fotoservizi Gennaro » di Luciano TrombinCervignano, via Garibaldi 2)

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

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della Fabbri; oggetto di questi libri, guarda caso, sono le prime “cotte” e le tante incomprensioni con i genitori…

Arrivati alle superiori, le letture si fanno strettamente scolastiche: ed ecco comparire al primo posto addirittura l’Eneide, quello straordinario capolavoro di Virgilio che si conosce ancora così poco, seguita a ruota da molte ope-re di Italo Calvino e da tutta una serie di libri tipicamente scolastici, da Goldoni a Boccaccio, da Verga a Pirandello … anche se c’è spazio per i brividi di Stephen King.

Ancora più impegnative le letture degli studenti uni-versitari: al primo posto, per il momento, troviamo un classico della fi losofi a contemporanea, ovvero “Tempo e racconto” di Paul Ricoeur, davanti ai vari testi di dirit-to, arte, economia, letteratura, storia, informatica, senza contare la serie “Corsi & concorsi”.

Dopo i 24 anni, la percentuale dei prestiti torna a sa-lire, per poi giungere al livello più alto in assoluto nella fascia 30 – 39 anni: ben 1240 libri, per una percentuale di 17,62 punti sulla somma complessiva. I numeri torna-no a scendere dai 40 ai 59 anni, per poi risalire dopo i 60 e posizionarsi su un ottima media (776 prestiti: l’11,03% del totale); d’altronde, quest’ultima è la fase del pensio-namento, e ciò signifi ca soprattutto molto tempo libero a disposizione.

Se è vero che gli utenti più attivi sono gli adulti, ri-sulta evidente come mai ai primi posti della classifi ca generale dei libri più richiesti spicchino opere di nar-

sono curiosi. L’andamento, infatti, è a onda; mentre dai 0 ai 5 anni, periodo in cui generalmente non si sa ancora leggere, i prestiti registrati sono stati ovviamente pochi (289), nella fascia 6 – 10 anni l’istogramma schizza in alto, con ben 972 prestiti, il 13,81 % del totale: un nu-mero davvero elevato, tuttavia facilmente spiegabile, se pensiamo che è proprio questo il momento in cui si im-para a leggere e scrivere, vera e propria conquista per il bimbo. I libri più letti? Quelli di Geronimo Stilton, a metà tra avventura e comicità, seguiti dall’immancabile serie degli “Harry Potter” della Rowling e dalla famosa collana dei “Piccoli brividi”, anche se continuano a tenere buone posizioni i volumi scientifi ci per piccoli e soprattutto le mitiche collane della Walt Disney: gli eroi di Paperopoli e Topolinia, ne sono certo, non tramonteranno mai!

Dagli 11 ai 24 anni, il numero di prestiti scende in picchiata, fi no a registrare, nel periodo compreso fra i 20 e i 24 anni, il dato più basso in assoluto, inferiore persino a quello della categoria 0 - 5. Il perché? Gli im-pegni aumentano, lo studio – e per alcuni già il lavoro - diventa sempre più impegnativo, lo sport e le varie at-tività dei ragazzi portano via molto tempo, senza conta-re l’interesse per l’altro sesso… e tutti quei cambiamenti tipici dell’adolescenza prima e della giovinezza poi.

Più in dettaglio, osserviamo immediatamente la frat-tura degli 11 - 14 anni: in questa fascia, le serie più lette risultano “Le ragazzine” della Mondadori e “Contrasti”

rativa: “Honeymoon” di James Patterson, campione del mercato, trionfa solitario, seguito dal caso letterario nazionale dell’anno, ovvero “Con le peggiori intenzio-ni” di Alessandro Piperno, che ha scatenato un vivace dibattito sulla stampa italiana. A pari merito ritroviamo, fra gli altri, alcuni libri per bambini, a testimonianza del loro grande interesse per la lettura, e un libro che continua a spopolare ininterrottamente dal 2003, gra-zie anche alla buona trasposizione cinematografi ca: si tratta de “La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier, un felice esempio di compromesso fra storia vera (le vicende che fecero da contorno alla realizzazio-ne del famoso quadro di Jan Vermeer, pittore olandese del ‘600) e invenzione. Sparisce dall’ “hit parade”, alme-no nei dati di questi mesi – e, permettetemelo, grazie a Dio! – il libro più venduto del 2004, quella bufala de “Il codice da Vinci” di Daw Brown, thriller ben architettato ma totalmente assurdo dal punto di vista storico.

Per fi nire, una curiosità: confrontando i dati sui prestiti per categorie di persone (ossia per professione lavorativa o tipo di scuola), risulta che i più attivi siano gli scolari delle elementari e, fra gli adulti, casalinghe, impiegati e insegnanti. E i bibliotecari? Leggono moltissimo, non preoccupatevi, ma non fanno parte della statistica. E che cosa leggeranno? Questo è top secret, mi dispiace…

mamma con due fi glie in età da scuola elementare: ven-gono da Aquileia, la cui biblioteca, mi spiega la signora, « è già stata passata completamente al setaccio dalla mia fi glia più grande, che legge davvero parecchio. Per questo veniamo qui da un mesetto ». Alla domanda « Che generi preferiscono? », la risposta è quella più classica in asso-luto: « Favole e libri di avventure ». E via allora con gli intramontabili Salgari (“Sandokan” resta un mito), Ste-venson (chi non ha mai letto “L’isola del tesoro”?), Verne (ricordate le “Ventimila leghe sotto i mari”?) e “Zanna bianca” di Jack London…

Dopo il caffettino di rito, riprendo il mio giro, imbat-tendomi, curiosamente, in una famiglia di cinesi interes-sati a un libro di arte greca: il fatto mi colpisce, dato che l’arte greca è l’origine della civiltà occidentale, così diver-

sa da quella cinese, della quale, mi rendo conto, conosco poco o nulla; eppure la Cina è una delle più antiche civiltà del pianeta, e oggi è una delle più potenti economie del mondo. Occasione buona per prendermi una bella guida sulla Cina; fra l’altro, il settore guide è molto gettonato, sembra quasi che Cervignano sia una città di viaggiatori, soprattutto d’estate, per ovvi motivi di ferie. Certo, ormai le ferie sono fi nite, gli uffi ci sono tornati a funzionare (o a non funzionare…), le scuole hanno riaperto i battenti, ma albergatori, ristoratori, baristi e molti di coloro che si sono fatti la stagione partono proprio ora, diretti chissà dove. A tutti voi, che avete lavorato per renderci piacevoli le vacanze, un sincero grazie e un augurio di buon viaggio… magari con un buon libro!

a cura di Vanni Veronesi

SUGGERIMENTINTERNETa cura di Andrea Folla: [email protected]

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Forse per la prima volta nella storia, l’uomo giunto nell’era post industriale, ha assunto la consapevolezza che il futuro dipende da lui e che è tanto

possibile quanto necessario programmare in anticipo strategie e risorse.

La positiva evoluzione della civiltà globale appare condizionata non più dall’improvviso sviluppo di un settore particolare, come avvenuto secoli fa nell’agricoltura o nell’ottocento con la rivoluzione industriale, ma dalla capacità di coordinare e indirizzare un potenziale tecnologico che sembra non avere confi ni.

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Il cocktail di Barman Marco« ESOTIC PASSION »Ingredienti:• 3 dl succo “fruit passion”,• 3 dl gin,• 2 dl succo mirtillo,• 2 dl succo fragola

L’ estate ormai è solo un ricordo: le giornate sono sempre più corte e le nubi autunnali giocano spesso

spiacevoli scherzi al sole tiepido di ottobre. La sera poi... Addio camminate lungo il fi ume, addio balli sotto le stelle, addio anguria in compagnia. Tu e lei siete seduti sul divano, assonnati, guardando la trentesima replica di Autumn in New York. Fuori il ticchettio delle prime gocce di pioggia aumenta il rimpianto per l’estate sempre più remota: ripensi alle vacanze, al relax sulla spiaggia e all’energia che quello scenario scatenava dentro di te. Ti alzi di scatto. “Al diavolo la brutta stagione!”. Ti dirigi con passo deciso nell’angolo cucina, mentre lei ti osserva sorpresa e divertita al tempo stesso. “Ora l’estate la ricreiamo noi!”, e mentre lo dici hai già in mano il foglietto scritto al bancone del bar sulla spiaggia, sapientemente dettato dal barman dello stabilimento. E’ l’Exotic Passion. Inizi dal succo fruit passion ancora da aprire; aggiungi quelli al mirtillo e fragola che in casa tua non mancano mai. E per inebriare i sensi, non disdegni nemmeno il gin. Versi il tutto nello shaker e, mentre lei ti osserva sorridendo, alla faccia della pioggia che fuori scroscia incessante, aggiungi del ghiaccio per rinfrescare cocktail ed atmosfera. Recuperi la doppia coppetta da Martini che usi solo nelle occasioni speciali e... Ti fermi un attimo: la tua vena decorativa pretende il tocco fi nale: recuperi velocemente dal frigo 2 fette di limone che sistemi sul bicchiere. Ormai la spiaggia è entrata in casa... Manca solo il tuffo in acqua... Non è vero?

Si sono conclusi nei giorni scorsi i festeggiamenti per il 50° anniversario di fondazione del gruppo Scout

Agesci Cervignano 1º: celebrazioni iniziate 5 mesi fa e culminate con gli importanti appuntamenti dell’ultimo mese di settembre. Come anticipato, il via uffi ciale della grande festa per il mezzo secolo di storia è scattato l’ul-timo week-end di maggio, con l’uscita in tenda al Par-co Scout di via Predicort: 70 tra ex capi, mogli, fi gli, e attuali capi in servizio hanno trascorso una “2 giorni” (vedi foto) in perfetto stile scout, rispolverando vecchie abilità e vecchi ricordi. Molti sono perfi no riusciti a tro-vare la loro vecchia uniforme, riposta con cura in soffi t-ta, nonostante il timore che la taglia potesse non essere più la stessa di un tempo... Lo spirito, invece, è rimasto immutato, come testimoniato dalla raccolta delle dona-zioni a favore dei sostegni a distanza avviati in ricordo degli amici scout scomparsi. Iniziativa che, dal 1999, contribuisce al sostegno del centro dei bambini denutriti di Kouvè (Togo) e all’istruzione scolastica di quelli di Jefferson (Brasile).

Un fi ne settimana che ha fatto da prologo ai festeg-giamenti settembrini: ad iniziare da sabato 17, con l’in-titolazione del tratto sterrato di via Predicort, in prossi-mità del Parco Scout, a Robert Baden Powell, fondatore

stesso degli scout. Non meno importante, poi, è stata l’inaugurazione (24

settembre) della mostra fotografi ca “50 anni di scouti-smo a Cervignano”. Una rassegna, quella allestita presso il centro civico di via Trieste, in cui sono esposti scritti, foto e ricordi dell’attività scoutistica di Cervignano, ol-tre alla pubblicazione degli ultimi 10 anni di storia del gruppo.

Maddalena Galluccio

CORIMAinforma Con la festa del Patrono il gruppo missionario giova-

nile inaugura uffi cialmente la propria sede presso il ricreatorio San Michele di via Mercato, 1. Una struttura che vuole divenire il punto di riferimento cittadino per

le adozioni a distanza ed il commercio equo e solida-le. La sede sarà aperta tutte le domeniche mattina,

con la speranza che sempre più volontari si avvici-nino al gruppo: qualsiasi tipo di contributo, an-che solo un pomeriggio a settimana, può essere determinante.

CONTATTI:

Sostegni a distanza:Anna Fonzar tel. 349 7738745

Commercio equo e solidale:Luca Negro tel. 333 7282767

Una volta scout,sempre scoutSi chiudono i festeggiamentiper il 50° dell’Agesci cervignanese

Nel febbraio 2004 mi fu chiesto di accettare l’incarico di capo contingente in vista della partecipazione del-

l’Agesci Nazionale all’Eurojam 2005 che si sarebbe svol-to in Inghilterra. Nonostante il servizio che già svolgevo a Cervignano e i numerosi progetti in piedi (tra cui il matrimonio), accettai la sfi da, sicura che sarebbe stata diffi cile, ma convinta pure che mi avrebbe arricchita pa-recchio. E così tra un viaggio a Roma e l’altro per gli in-

contri di preparazione il 29 luglio 2005 è arrivato in fretta e mi sono trovata all’ae-roporto di Hethrow/London ad accogliere tutti i ragazzi italiani che avevano deciso di partecipare all’evento.

Il Contingente Italiano Agesci era composto da ragazzi, i loro capi, lo staff e rover e capi in servizio per l’orga-nizzazione inglese: in tutto eravamo in 314. Un contin-gente non troppo numeroso per un Jamboree (incontro scout mondiale che si ripete ogni 4 anni – il prossimo festeggerà i 100 anni dal primo Jamboree e si svolgerà nello stesso sito dell’Eurojam nell’estate del 2007), ma considerati i costi e i recenti avvenimenti terroristi-ci alla fi ne eravamo il quarto contingente per numero. L’Eurojam è stato il primo evento per giovani scout eu-ropei dopo l’allargamento dell’Unione Europea e ha visto anche la partecipazione di numerosi stati non europei (erano rappresentati 67 paesi differenti). Nonostante gli aspetti organizzativi discutibili per un capo scout come me (un po’ pignolo), i ragazzi sono stati entusiasti e i loro ringraziamenti ed abbracci alla fi ne dell’evento sono quei gesti che ti ripagano di tutte le fatiche di un lungo periodo di preparazione e che danno sapore al servizio che fai. Ma saremo stati capaci di far conoscere ai quasi 10.000 ragazzi presenti all’evento l’importanza di questa nuova Europa? L’importanza di un mondo fatto di pace, tolleranza, incontro, dialogo e gioia? Ci auguriamo di sì. L’incontro con persone di altri paesi, con culture scout profondamente differenti è stata un’esperienza che ha segnato profondamente l’esperienza di questo servizio. Il “cuore oltre l’ostacolo” è pensare che è possibile lavorare insieme per educare i ragazzi nei valori scout anche nella differenza di cultura o di religione.

Se visitate il sito www.eurojam.agesci.org potrete leggere il diario del campo, le interviste e guardare un po’ di foto scattate in quei giorni, ormai trascorsi, ma ancora ben presenti. Can you imagine?

Federica Maule

San Martino 2005:tradizione e innovazioneCome ogni san Martino, anche quest’anno

il Ricreatorio farà sentire la propria presenzadurante la fi era cittadina del 13-14 novembre.

Due i punti d’incontro:

• Il circolo bar di via Mercatodove tutti potranno gustare prelibatezze

enogastronomiche comodamente seduti al caldo, godendosi una sosta meritata dopo il lungogirovagare in mezzo a giostre e bancarelle.

• Il piazzale del duomocon novità da non perdere…

Durante i pranzi e le cene di domenica e lunedì(con un vernissage già sabato sera...)

un tendone riscaldato trasformerà l’areain una vera e propria trattoria, con piatti tipici

serviti direttamente ai tavoli,senza lunghe e noiose attese in coda.

Nei pomeriggi, fi no a sera, musica dal vivocon 3 gruppi live ad alternarsi sul palco

e chiosco sempre attivo.

A Londraper Eurojam 2005

In Inghilterra l’incontro mondiale degli scout.La cervignanese Federica Maule

racconta la sua esperienza

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